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UNIVERSITA' DI P.N..

ERMO

..

FACOLTA' DI LETTERE I!: FILOSOFIA


Anno Accl.dernico 1972-1973

-*
L'IDEA.

COI-1;E

*-*SIUOSSI TETICA

*.. - *

TE:sto Re1istrato dalle Lezioni del Corso di

FILOSOFIA TEORETICA
Tenuto del :
.PROF. NUNZIO

INC~1.DONA

E.CARAl'IUTA
S.LO BUE

Revisione a cura di: L.

L.~IOCO

A. ?::.USCO
G.ROCCARO

L.SAMONA'
A.TULUMELLO

!t

Mauritius_in_libris

I. - ORI ~INE E ?1El:ORIA ORI '.HNMIA DELL 1 I~EA.

Il presente corso cercher di avere corue tema 1 1 irlea. come sinossi


tetica. Il che significa che il corso ha come ?roblema i strutturare
l'idea fino al punto da renderla chiara come.sinossi tetica o da efinirl~

cotne sinossi tetica. J_.' iree,

r 1unue,

r1ovr essere ripensata in

tele maniera da essere ripensata come sinossi tetica. Si tratter allora Ji rir)e.nsare l' irlea fino a quel punto in cui sar teoreticamente,
e. teoricamente direi a'livello inci?iente, possibile pensarla come si-

nossi 'tetica. Dunque un ripensamento ell' i(~ea il cui problema di fondo


non solo costituito r1al fatto che si tratta di impiantare il ripensamento tporeticemente, ma, im?iantato il riiJensamento clell'ies., si trat-

ta di riuscire ad impiantare il ;Jensare l'idea finoa pensarla come sinosGi tetica. Nel

~aro

?rospett.ivo '.!i questo corso non legato a se

stesso ma a tutto un se3uito di c:;uestioni che ovranno esse)'.'e rese ;,Jossibili da. questo corso stesso, il fatto che r!entro questo
dovr essPre pensate.

~ome

quar~ro

l'idea

Ginossi tetica, servir soltento all'iea. Da

un punto c1 i vista ra<licele in filosofia chiaro allora che il fs.tto di


riuscire a

~ensare

l'idea come sinossi tetica

esaurir~

il problema el

l 'idea.

Or.s., de.re l 'antici;lo r1ella definizione dell'idea in G,'Uesti tennini,


l 'ien come sinossi tetica.,
re il ti.SO'

c~i

si.~ica

per una parte, metoicamente ca.pi-

lavoro che, si f cercanc'lo

c~i

fa.re filosofia. teoretica, e

dGll'altra il fatto che questo corso come se fosse sacrificato a se


stesso. Questo

ti~o

di lavoro rispetto oll' icfoa, da un ?Unto di vista ra-

dicBle 1 " Come Se irnplibs.sse

una

sorta <~i sacrificio di tutto il lavoro

che si dovr mettere super concludere che, quando esso sar riuscito a
pensare l'idea

con~

sinossi tetica, l'unico risultato teoretico possibi-

le sar il non potere avere disiJonibile teoreticamente l'idea. Si tratta l ri_Jensare, dunue, l 1 iiea e ri?ensarla fino a questi tennini: dovere dichiara.re in antici,Jo che la conclusione se

sar~

teoretica sar

teoretica nel senso della inisponibilit ell 'idea su c!i un piano teo-

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..

..:.

~raicale.

retico

Il che

rei~icale

posizione assolute.,
sofia come

si~ifich~r

necessit.~

la necessit ella filosofia come

di se stessa o la possibilit della filo

di non filosofia sempre

per~

al punto Gi vista

ella stessa filosofia.. J...' i~e c2z1ie tale,. non 1 1 icea cotng sinos$i tetica.,

iuc...

,l 1 idea come tale per a.desso, pensabile so\o in tjrmini storici.

L'i.ee un dato storico, il che signi,fica che l'itlea viene ri?ense.te. in quanto statti pensate. Hoi ?ossiamo adesso ripensare 1 1 idea
in quanto qualcuno l'ha pensata ed il qualcuno che si tiene presente
Platone; e Platone
le l'idea ha

si~ifica:

ori~ine

il princi;_>io dell 1 iea, il 1uo1nento nel qus.-

e ci che il r..tomento :,>latonic9, questo costitui-

sce lo stesso princi:?io 0ell' idea. Allora: in tanto noi

-~>ossierao

ora

ri;.>ensare l'iea in .quanto ripensre l'idea non significa pensarla platonicamente:, e.nche se ovremo

ess~re

esperti del ;>ensere ;latonico clel-

1 'idee., benst ripensare l'idea si~ifica averla pensata platonicamente.

Dunue, l 'ori:;ine dell' iclea corrisponr1e con la stessa rnernoria

ori:~inaria

dell 1ic'e~, ;>er cui ?ensa.re., in suesto caso ritJensare, si311ifica la _stesS:

memoria

reemoria

ori~inario.

ori,.~inaria.

come dsto storico,

dell' i('.ea; ;_:>e33io: siJllifica l'idea stessa come

r.,a, l 'i::lea colile origineria lo stesso che l 'iea


l'i~ea

cofile ato che

poss~bile

soltanto storicamen

te e non metefisicameni:e, al punto di vista <lell 1 idea colne memoria ori-1~inaria.

Se noi potessiliio ?ensare 1 1 i<lea nello stesso momento in cui Plutone pensava 1 1 iea, questa contemporaneit del

~ensare

l'idea cosa

pote~

va significare? ~. nei dialoghi ;,>latonici, proprio ?erch si tratta


.di ialo3hi, non siamo il Socrate platonico che dialoJa con gli altri,
ma siE.Lw 3li altri '1i volta in volta, 3li altri che. nascono dallo stes
so Platone. Uel senso che appunto il socratismo dei dialoghi ?latonici
consiste nella capacit di far nascere 3li interlocutori. Noi.clunque
siarao
o

~li

interlocutori del f ialo30, originati dallo stesso dialogante

monolo3~mte

magine e

che Platone il quale in cert? 1ri.0do ci f& pensare arl im-

so1~1i,3lianza

i::,ell' Icea., e neanche i se stesso. kl imma3ine e

so1ai3lianz& el i;)ensere pl&tonico ell 1 idea, del pensare che Platone

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stesso come pensa.re l'ida. In chesenso metafisico questo ?ensare


l 'idee.? Solo nella misure. in cui contcin!)oraneo il pensare l 'i<lea e~.
il suo fe.re nascere 3li interlocutori come interlocutori fatti a iinmacontem~oraneit

gin e somiglianza el pensare l'idea .Allora questa


farebbe nascere l'essere metafisico dell 1 idea. l'.ia

~sta.

contemporanei-

t o~gi riguarde noi che siano coloro che ri?ensano l'ie~ nove ripensare 1 1 i<~ce. si~ifica ripensare il 11enss.re l 'ir~ea. Cio,

i 'o~getto el

rijensare, a questo ~>unto non l' ic~ce rua 1.1 ')ensare l'idea.. Cio, non '
sno

responsabile di ci che Platone ha pensato ckll' iea

nemn~no

se

sono platonico a mia volta anzi, soi:>r&t.tutto nemmeno se sono platonico


a mie vlta per il sem)lice fatto che platonico pu essere solo

~lato

nf' f,, bes'te..


Il che si3nifica un

~iscorso

1rave: se contem?oraneo il nostro

ri:>Ense.re l 'i<lea rispetto al ,tlcnsare ?latonico, questa contemporaneit


sir;nific

om~i

r>er noi il fe.tto che l'idea a. noi arriva come

~ato

sto-

ri;;o e non come c1.eto metafisico. Pcrch la nletafisica dell 1 idea cor.ile
dato stata ,~i bruciata .dalla comtem~oraneit fra il pensare ?latonico ecl il ri~ensare il ~ensare ?la.tonico. Il vincolo tra il pensare l 'idee eJ il ripensare il ?ensare l'idGa, significa nello stesso tem?O
la. metafisicit bruciata, la

contem~>ors.neit

gent.e conie c1a.to st6rico. Intanto possiar110

necessaria e il dato emer-

ri~ensare

il pensare :_>la.toni-

co in.quanto c;uesto mi obbliga ad assurdere l 'iea come dato storico.


lUJ:)cnsare il ?ensare '.?latonico dell'idea si3nifica allora subito il fatto che messo in archivio, cio l'essere esperti del ;;>ensare platonico.
Per cui non rifaremo 111ai il C'iscorso ;:>latonico, mentre irnportsnte dR.
un punto ,.ii viste teoretico, ?rot>e,1 eutico )er ariesso, il
cui
to

rii.:>ensa.r~

il pensare platonico

fom~amentale

inizialf~

si~ifica

~1scorso

::>er

l' ac~isizione di un momen-

che esiste in quanto, l

'i(~ea

iritanto

fl\l~lche

cosl. tporeticrunente in cuanto un dato storico. Ovvero: non in quanto

un fato storico nel senso scondo il uale questo si3nifica che l'idea. arriva a noi :_Jerch stata f}ens.a.ta

c~e.

Platone e<l

a noi ci' fa saputi o sppicnti clell 'idea gi pensata

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f~a

e.rrivanc~o

fino

Platone (e que-

sto sienificherebbe che l 'i<1ea dato storico nella stessa maniera in


cui dato storico il fatto che ;Jer sture se{uti abbiamo bisogno-<lella
seJia) unque di conse~enza possiaao ri;?ensare 1 1 idea.
L'idea dato storico in modo molto

~i

esplosivo ;;>erch come

se stessimo icendo: l 1ic1ea ;:>latonicamente non i.JOSsibile; il che significa che l'idea non possibile secondo se stessa, per cui

UJ,1

ra-

to storico. Il fatto che 1 1 iC:.eu sia deto storico il fatto eh~- 1 i idea
platonicamente non possibile ma non lo seconc;o se stesse per ci
che essa secondo se

~tessa.

sc~ondo

nunque

il me.glio della im!)Ossibi-

lit e certo- anche sec_ondo il t>e-:IBio della ;?ossibilit, e unque l'idea


ha. bisogno i essere ;>ensata metafisicemcntc
fisicamente ?ensabile

~roprio

~')roprio

f.>erch non meta-

per questo l'iden nrrivs al ripensare

il ?ensE1re l' i<lea solo come :.to storico. Dove dato storico sL511ifica
che l'idea. non solo esplosiva per se stessa, non solo elemento t:-11
autointerna esplosione

ri:r~~rrlo

a se-rua elemento

~i

esplosione riguar

o a ci che possiemo concepire ~ella storia come storia. Per cui se


l'idea come memori11 ori3in.'.iric arriva a se stessa al suo essere rioensata in termini

ori~~inari

come dato storico, questo non solo significa

che l 'iea questa r.iemoric. originaria che ,Jone se stessa contro se stessn ma addirittura il momento nel quale la stessa storie viene .>Osta
in questione in <juanto l'idea_ corrisponde come
che il pensare speculativt:Jmente

~nl

prit:lcip,~o

a tutto ci

?unto di vista teoretico ed in

quanto a questo stesso si ricavato l'altro discorso seconilo il qua-


le intanto possibile fare storia in unnto fare storia significa. inventare; capire,- _)erce~'lire (secono le varie scuo].c::.) lE eterminazioni
cli vincolo che , l'idea come d!.to ori3inario e t:utto ci che da questo
;,lrincipio nesce COll1e possibilit Ci collegamento al prinCi?iO. i>er cui
~teta

e.vendo tre le mani l'idee come se fosse


le storia che facciamo

'f'.~O~"Jo.

Cio

~iciraao:

idea hel rini8.nere quello che fa sl che


pensare 1 1 ic1ea come dato storico

1111.1

l)osta in archivio tutta

il ;_'>ensare ,?lctonico

l'i~ea

d~ll '-

arrivi al ripensare il

in questo, e soltanto ;er questo,

nell'essere cib che ~ulla storia, Gi che determina la storiG. Al-

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"lora tutto l'essere inafferrabile, l'essere misteriosa dtt pe.rte della


storia un essere fclsemente misteriosa

~erch

tutto il mistero a que-

sto punto il fatto :.!he l'idea, ci che ricevi.amo dolla storie., ci


che detcnnina la storia.. Il :Jrinci,Jio .ell' i<..~ec. predestinato all' ns~Jrinci~io

dell'idea che l'latone, platonica.


..
mentir: predestinato <la se stesso .'lll' o.ssolutezza c"ell' ida.~ che He Jel.
solut:ezzo. f.ll' idea.: il
Dal

~unto

i vista c,elln tematizzazione iniziale (l.ell 'idea che, ::>er

un verso r>relirine.re (critica, i;)re-giwiiziale)


,ed ogni questione sueI
....

'1

cessiv.?. e, per l 'c.ltro verso tel~ che o'\rrebbe~ eliudnata o~i questio- ne iJrecec1ente, costruirsi teoreticen1ente (teoretica), l'elemento che
.

'

entrl subito in gioo ori~inariamentc, e non come tema, r~.l ?urito dt


viste '<":ll' iden, le. storie.. Allora ?Ot~ta~uo clire': - in realt l 1in'teres.se nllc. storie non ne.sce dr:.lla storia, da ci . che la storia , in quhnto se esso na.scesse in questi tE.nntni saTebbc ,>uT sera?re 1' interesse
che n&sce ll.s storie.. nel senso che l'interesse che. 1Jresup>one che
ln. storia sio,

(~ato

che le storia . 3torio;:raficar&lente in realt si

creata queste situnzi~nc paradossale: ~uando si ?arla ella storie tell'!3~

nascosto il

presup~)osto

che di essa mi fa parlare, e che lE -stesse:

storia, e per intendo con uesto stesso di pormi' ;)riI.-Lll della storia.
Se noi ?ensiamo <li :?ensnre ll. storia per il fatto stesso che la storia

uclunc;ue cosa sia (si.n crci1 cosi:wne, sia dell 1 idea etc.)-; il nostro
pnsare sen-qre :t>resupporre che le storie , iool;;>endentemente-da ci
che noi oc ?ensiruno. Noi siamo stat.i abitWitia questo e nousolo-~r
inQtivi di acculturazione. Dobbim,;io r~nrci conto iri-rcclt~ che un mo~o

f'_utentico radicale di libert ?er l 1uohto nei confrdnti <::1i se stesso,

e non nei confronti negli

c..ltri~

pro'_Jrio il momento

ori:~inario

nel

u&le questo niornento sL:;nificc. rendersi conto ch essere uomini il.i cul-

tura non pu si311ificllre subire la strllt"ific.'.lzione cultutc..I:, he--lc. storin ci ;_Jresentu. Essere UOlini i cultura,' e ~ueGto li'{e:llo, non pu~
si~ni:fic11re di dov~re F;;.ccettare che tut:to quanto

stato

storio;~rafica.""'

mente in un mocfo o in un altro pansat:o in un certo 1aoo, s'ic qualche


cosa che debba essere accettato perch ome se dovessitao 9a soli ri-

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..

fare paradossalmente ln storia dell'universo o riscrivere la storia universr.lc.


';iovanni Papini ne "L 'uo1.uo finito",

ne~

morire dell'adolescenza.. e

nel fiorire della 1iovinezzc, .cio dclln r&Ulturit\ dell'uomo, chiuso,


non solo nella

~abbia

el suo r11iscntrotJismo rissoluto, nei r.iotivi

bellione 81 passato cd E:.l futuro,


conce;~~-

Iila

(~i

ri-

chiuso realmente in unc:'2 stanzetta,

di scrive:rc 1 'encicloper'.in dcl sopere.

Conce::>~

cio

i~

naufragio

1i. se stesso. E il si3nifict.:.to ~i questC.: posizione che interessa pu,)ini~inemente

sl, ma tJrO'.)riamentc; nel senso dell,'uo1no P1.::.pini, non del

pensntore, mc

~ell'uomo.

L'irn;;>rcs.o originari,_ei,

dun~,

dell'uoruo, quel-

le che tent Papini, dl rifare il volto ciell 'univcrso, si31ifica .liber-

V1. l':.lla storia. Aliora potremmo dire non ?i) :)apin~alllillente ma umana~
mente: la mia prima mu. enc.hc l 1ulti1.1ff libert.1., e perch in questo -ci
nasco

.:

ci

fuUOi-0 1

lu libert~ c.1.'.llla storia, cqe. si.~nifica, Cll.f>..'.lCit

di porsi in quel 111oroonto ori3ina.rio nel quc.le la stori.a nasce e nl. qua
le noi sioruo in rualche modo contem:>or.2nei elle nascita
.I

Impresa che possiamo dire degn.n. clln

'

S~)Crcnzc

,~_ell~ storia~

paolina: la spernnz.:l C )n0

tro __ og~i sperll.nzll, cio la spqranza disIJeratn. Perch np,unto non

iJOS-

siaio fs:re niente altro che cercare serm:11ai di ripensare il momento nel
quale origin~amente come se fossimo st.!lti ;?resenti quando quclcuno
?ensavc l 1 idee.; con1e se fossimo stc.ti ori:Jinarirnnente chimneti .::J.11 ' es.sere della stot'ic. -nel momento nel qw:ile qunlcuno cominci
ed a pens.:J.re l'idec.. Pe.nsando l'idea coiue se questo
tenuto a. battesimo tutti

;~li

.2

~unlcuno

?Cnsare
D.vcsse

uomini che do;?O il ;)Cnsl'!.re l'idea perci

si sono trovnti in (lUE'>lche modo itamcssi nello. storia.. Il momento nel


quale tematizza.re la storia secondo suest<J. <fo~J}ia pros?ettivn (critica
e teoretica) si -:;nificci ri,_>ensare 1' idea come se c1ovesse significare,
(ler me molto
toori~inerio

chie.r~mfmte,

corue possiemo essere presenti in '-.1uel momen

dove momento ori3inario si~nifica il tenere l'uomo contcrn-

'

l)raneo o.l suo ?ense,re l'idea. Il isconso., dunque, c~ell'idcn che selilbrn
perci essere discorso metnfisico non invece riscorso met<.1fisico. Perch se io, invece di essere nbitatore distretto delle cose della terra,

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fossi io a mia volta

essere contem?leto dell'idea, l'idee direbbe

e su& volte che ad essere metafisico sono io, sono io cio

a~

essere

comunque di l de., esatte.mente come, <"lcl mio r:JUnto <li vis te, 1 1 ideu
~tl

essere tnle poi perch~ ap~unto io ?O~sc chicmarla ~etafisicn. E non

mete.fisica perch l'essere della mete.fisica in


?erl~ndo

-.;iue~to

cbso consiste,

sempre in modo contestuale cll'i<lea nel suo essere platonico,

in una equivalenze c1i ;_)osti o in unn ifferenza di


ferenza di luogo ?Er cui. metcfisicc l'ien non

-i6:no~

E'. ~na cUf-

~i.ris?,etto

ase stes-

s~ mc rispetto e me e dunque vero anche il contrario. Il iscorso di-

Vnterel>be crucis.le se invece riuscissili10 a ?ensnre che l 1essere roetn..


fisico dell 1 idea sie. tulc da essere te,le di l da se stesse:! in se stessa, cio se fossa l'essere metafisico dcl qucle l'essere

i~ea,

l'essere

ell' ide<:l, dovrebbe riuscire in qunlche modo a. controllcre la relazione


di.s con s. Chi ha bevuto fino in fondo il veleno di questa ?Osizione
!,

plctorl~cc

proprio colui che riusc:'... n. capire che l'essere metafisico

l 'idee. se lo

~uado.gna

soltanto nella rnisuro. nella quole l'essere meta-

fisico ell 1 ideo significcva la relazione intrinseca dell'idea a se stes


sn. E questo uatcuno He ~el. Dnll' idea. cor.-ie

princip~o

di s stesso.

(rlctone) c.11' idee. co1.i1e essolutezza c.1i se stessa (He3cl): in questo ino-

do stieuio delineando la morte sublime delle filosofia. E la cicuta socratica un..luc quello. che He3el hc avuto la co.p::icit. di bere fino in
fono senze morirci so?re.
Il discorso. nascendo nella uianiere secondo le quale nasce
idea, nase in modo te.le per cui ln nnscitli dell'idea

crec~

COJ.OO.

ln storia,

perch 1' idea, n.escendo. l:>lntonicrnncnte come princi:1io di se stesso e


quindi esseno il
che

pi:inci?~O

possi~imo'?ensare

siruno

~cns~re
....

di se stessa c..l principio di tutto ci

come storia. E' il princi?iO di tutto ci che ?OS-

coLe tessuto elle relazioni attraverso le cuali cimno

'

.'I.

o non dilliilO un significc.to a tutto cP; che f.::icciamo; questo solo ?Crch
sicmo sto.ti chiQIIli!lti el bnttesitito ?latonico come pensare l'idea e que ..
sto stesso si;1llificher essere stati chicranti all'essere.contem(loranei,
protc~onisti dell~

metafisicit dell'idea che moriva dentro se stessa

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~)erci

contempornnei c.l de.to storico che l 'ic'ea. A questo __ pnto .. do-

vrermilo COfliinciare

potere dire non solo che lo. stori.'2 risulta nel CUO

concetto nisterioso ruc che in reult la storia cor1i.e mistero nell'inizio


si~ific.n

i se stessa

Ls.

~ndis?onibilit~

iel concetto d<! parte c1ellc.

storie. stessa. Cio: le storie. non pu conepire. ci ch0 le. concepisce


n~sce,

perch le, stori!l.


..

non pu concepir

se

_dc.. 1uesto ~:>unto di vistn, :"1~1 un princi:?io che


.
ste.sso e che 1 'idea. perch tutto ci che in-

tellegibile, noumeno, ?ensnbile, non

~i

ci che .pensando se stesso per""'

ci rende facile e qualche altro di 'pensare questo o

f1i

?ensare altro

cncora. Allorc possi't:.mo dir~: .l~ storiLt col.ile mistero si3nificu molto
pi ~em:1li~emente, che; la storia nel suo ;>rincipio .co.rrispettfvo c.11 '-

it:ec. ci che non pu concepire (concepire-nel suos~nso __fo"J:'.te generare), ci che la cortc~}'.>isce.
E si present-.=- e questo punto la pole:m;lca sofistica per cui il buon
.

so:isto, .scpev~ dire: se non'' sono tento 3rnndicello dc pen~re il k~yo


dE:.

~Jense..re

ln s='lntit, sc.r almeno trmto

~sperto

g.e

pens~.re

le cose san-

te~- Cio, cli.ce il sofist:t, non posso II1ettermi sulla teste 1<:1. croce di

penscre il.''ideu secondo se stess<".


,.~el ~'

tele

nn

t1

meno che non c,i sia un,9. tele od'va:a.,

E:sscre tnli~1ente _potente questa. potenz~, dc pensere


'(

vcrcmentc_.( l' idee non .1i q::i. essere preileterminnto a


Ed il Sofiste:., 1or~in,

'Ll

pnsrit l'idea.

:.._.uest.:o ?Unto <3ice: no, non c' la potenza dl-

lc f',~-'3ione. Dobbiamo stnrc c.l,.lo ~6vva:C: -e non iruporta se poi queste

~ovvtx,Ja; cc Ve\ p,ossiamo ~ioc;.::re per supcrc se Elenn bella o non belle.
El discorso .dell' idee.

e.llor&~

eccento

ti.

;uesto del sofiste,

.~ ~uel

di-

scrs.o l.ietE,fisico che si~tifiG. presunzione (~ella stor:!,o. Allora il mo-

mento

n~l;c:usle, l'ide~ viene concepitn come princi;?io di sc.stesslt in


'

rE;alt cori:-isponde alir.; nascite. stess<'l JellEI s_toria, co1ne quel non concepire ci che le concepisce, uel non '1enercre

c~.-che

la genera. Ed'

in questo .senso l'autore vcr<:.ril~mte. _platonico i:~i questi_ c~icc;:orsi }iovanni 'Vergc. Leggendo ln prefuzfone <~.e "I l...alc.vo'.11.in:" .PQssiorao leggere
un iSCQYSO
l,)latonico in
.

~\,IOSti

tcnaini:
non illu6etev.i <liCapire ci<)
,
...

che.accade nella fiumana dllil storia (che travolge tutto

Mauritius_in_libris

tutti, 1

"vinti") nellmleno se per cc,so, invece !


.... ~~ -~ .. .. .'

cssre

travolti, anche voi come


'

cmasi
tutti, vi trovest
e.i t.ati di quella fi\Jmane, cio in un punto
..
"
.

-'"

dD.. cui :jotenC'o osservare ci che ac_c.'.lcle potreste anche illuervi di capire,. flientre invece ci che avete da cc.pire che, :)Ur essendo in quel
posto, siete travolti cnche voi nello fitlfanna. ha

;..~uesta

verghiana.

letture ?letonica_delle storia: non posso concepire ci che mi ha concepito. Non sto

dicertc~o

che questo il concetto di storia r11e sto cer-

cando r.Ji lc63ere, nttreverso le lettura l.ell'idea, la storia alla quale


si&ao sto.ti c.bituati. Per cui non sto teorizzando la storia mc sto cercando di le&3ere

~~trinsecamente

mo stati cbit\leti e quale


cui

~obbiemo

~un~ue

il senso della storin ella quale

si~

sia il vero principio c1.i libert di

riuscire a godere che B.?;?unto libert dalla storia.

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10

II. DISC0!1.SO SECONT'-0 L'ORIGINE E DATO ORI ';INf.RIO DEL DISCORSO.


cos:~

La storia come elemento rirei

se nel se.nso
nel
..
.

~uc.lc

si

tr~ttc.
.

inizic.lc del discors.o interes-

i n.pire col.ie e ;JPrch l 'ii1ea c'lebba

essere cffrontntc.. inizialmente comE dato storico. L' iE.~ co111c du.to storico )Otrcbbc. sembrare n <:,_iscorso tc.lmente ovvio dn non !"overe essere

dD.to

fntto mo.. l 'i<lea come


in

t~nto

?OSSO

storico ~Jotrebbc si.;nifiare soltnnto questo:

COm~renere un,~iscorso

iniziale di critica-teoretica

in quanto ai riesc.!l e innervare il r:1iscorso secoriro la sua ori3ine. Ed


evidenteuente cor11e. se ovessirao dire che il C:iscorso
or1'~in~ corris~Jonde

a quella

Il ci:iscorso seconr:o la sue.

ori~ine

ori~ine

secon~o

la sua

(\sta tlel :iscorso che 1 1 idea.

come se ?Otcsse essere ilnrnedi.ata-

mente identificato con il 6nto ori3inario ,,el discorso che: l' i<;~en.
Allor.s. se ~ noi . interessn, come interessa il iscorso seconrio ln su
ori;~ine,

evi~ente

che l'interesse [:l

c~iscorso

secom.1 0 la. sua

ori:~ine

dovrebbe iru:'ur;;i ed <?.ffennare c:uest.:::


corris-;>onflenza ineC'uivocnbile 'lel-
.a
'
I.

la quc:le per
non sic.mo responsabili: il i' i scorso seconrlo la. sua ori:si.
'.
ne corrisponrle nlla stB'ssc ideo. come d2_to originari<;> i'cl discorso. Allo-:
ra j?Otrernr1a0 fissare sin c.. questo momento
~9

l~Ut!

te.mi essenziali: il iscor-

se:condo 14 sun ori~in.e e 1 'idee come dato ori,~inario del ,Jiscorso.

E pren~o per

buon6 che .il discorso ct11inc:i cps3_, cio prcnrlo per buono

Platone. Intenc'o

,..~ire

che itmga.bile che il discorso seconc'..o l.:i. sua

ori3ine.corrispondente al !'r.i.to ori3innrio r:iel discorso, confluisce ncl-

1' idee. eh(' l ':t.ec. seconro ci che Platone ha pensaxo dell' iir1ea. stessa.

nunc;.ue l' idee.


secondo la su.:i

ori~inar~cmente.0
ori~ine

cou&E: se fosse il vincolo dcl discorso

e del f!cto

ori~inerio

.c;;l iscorso che l'idea

stesse.
Per com,?rcnere questo e per penso.re questo, l 'icea basta?
riv2re a. c;uesto punto che
sicmo o dc,
.:11 discorso

ci~

si.~ifica

che noi ,?ens.imno, ll

~Jlctonico

in

vcrit~

t~iscorso

P<~r

l'..r-

tornare .n ci che noi


?le.tonico; <:ove tornare

significc, vc:cere se utile, necesse.rio, s:fficien-

te rifere il cmnn.ino fino o noi; ,>er dovere fare ucsto do,J 1)io

Mauritius_in_libris

~ino,

'irt.e~1

sufficiente? Qucst:o

si~ificc:

ci vuole- qualche cosn in pH!

ell 1 ideo.? ud esem>io l' iien di qualche cosa: 1' ic'..ee dell'essere cio

R~sminio l'ic:~ea tnlmefftE! ice1.1 de, essere l'assolutezza. di se stessa,


cio Hegel o 1 1 ic?c!l talmente se stessa r1.'.J. essere tuttn -la framit&entazione r~ll 'essere se stessu., cio le idee .)l.:ltonicle? i1~n il discorso incar~
dincJ.o in 0)eSti termini: bEJsta 1' idee? Non vuol significare che ci vuo~
le. .iclche ~osa in i.JFt ir'ell 'ie.n per poter ;_:>crcorrere il ~e.i&anino ci.al
dia.corso ~)l~tonico fino a noi. Non si3nif ice capire se l' irkn stessa
e.bbisogna c~i evere une. sua spcificazione ulterior ;>cr cui si debba
capire

che

1 1 idea si 111ific11 senqre idee.. i, di qu[tlche cos..19 per. cui

certamente idea ~i llalchc cosn si jnificc nllora uel ._)rincii>io deter~-

Liinc.nte tutto ci che dct()rtninu. 1 1 iden; .'Jerch, se rlico idee dell'essere, l'essere detto secondo 1 1.iee. cV') che detcnninnto dall'iea ma
ci che a sua voltn determina 1' idea co1;1e ln forma pro,Jria rlell 'essere. Invece SE dicessi iea e bnst11 non potrei' usare questo riiscorso n
infu.td. Platone r"iceva ir~ea e bc.stn.:::>unc::uc, 1 1 ic:ea bes t& zome idea per dovere o (.Jer potere riuscire e
comprendere che, ~ata 1 1 d~-.~ come- cto storico, in r~alt ~ata l'idea
coiue.. d6.t 's-torico l'ic'ca si pone o~J?ure, o:_>;;mrc fisioloJ1icamentE::
n:~t~ cosi., perch non poteve .;'tp,Junto nascere f"iversmiient.e, come il vin~

colo. tre il discorso secondo l 'ori3lne er~ il dato ori;Jinario r,el c::1 iscorso stesso .:>e noi dobbi@no'comprcndcre l'ide.J. in ;'iuesto modo e::<$e l'ide.::i
allorc si~fica inizicll11ontc il vincolo tra il' discorso originario ed
ii c1"nto ori3innrio del r~isorso, noi dobbiaiilo capire :subito che ideu . ,
sin tia.l ?rinci?io significa uri c~iscorso do:J~>io tC;nto ,;>F1 do?pio quanto
:>i1 n~.scosto. Perch discorso O??io? discorso seondo 1.'"l suA ori3ine
vincolato ~ vinc~l~~t'e .lJ.: c:1cito ori~inario dE:l discorso dove subito
feci le ca.pire che c' .une. pri1ua parte" dellt.J. proposizione che fc. do. so.~3etto (il iscorso) verso une, determinazione (secoru..o la su.::i. ri:;inc)
che poi nellL seconc-ia pc.rtC; fa a so1.;etto e. ci0 che: nello f)rima parte
fl dn so1gotto. E non sol te.rito una questione 1rmnmatic!l.le. DiscoT'so
.

sccono le sua ori3irie per mezzo c~ell 'i<lec vincolato nl doto ori~~in<lrio

Mauritius_in_libris

12

- {

Cl (!iscorso. /'..llorn

inizi~1lmentc

~:uc.lc,

ell'ori31.ne il

so~getto

com(!

so~13ett9

. come se noi avessimo il

c1ell 1 origine, necessarimncnte

sottoposto a non lJotere essere sog;1etto t:lell 'ori.3ine. fJUnc;ue. inizilllmensog:~12tto

tc c01.1c so il discorso nt:.scesse essenr1.o


senr,o:

.;::>ro~:>rio

si_511i~ica
so~;~etto

perch

so~nctt_o,

ci che so.131:,t:to

0cv~

in questo S(;;lnso forte,

ci che t>Osto sotto. Per cui ao io


r~i

ov

so.~3E:tto

si311ificn ci che sottoposto,

~ico:

t'liscorso secondo la sua. oricv~

gine sto iaen<fo: l 'ori3inc cpc emerge coru.e


to ln superficie uppr,rent

significare inizinlli1ente: e non ci che

so~getto

si)Ilific o;Jo, tlovc

senz'l se stesso; c-s-

capir~,

che posso

tn quan-

ci che sta sotto. Per cui il so:3getto

dell 'bri,~inc so~.~etto in <";tie~fc)' senso t11lmente forte r\~ dovere subire

che Li sun stessa sogg(. tt:ivit, il $enso forte <1el suo essere soggetto,
corris.-,on.e cl suo non essere so3gc::,tto, essendo soggetto.
Gc r'ovE:':ssimo rinssuraere in tle !?CrolE uesto corae se dicessimo: il
1iscqrso secondo ln sui::. ori,3ine vincolnto <.:11' iDea ;?er mE:zzo c>lla c;u1-1. le il Vincolo significe.: 1 1 ien corc!f' vincolo tra il ciscorso secon<'o
c~uto

lr:. sua origin(; ccl il


<lire in due parole:

c~uncrue

so~;~E'tto

il

pro~_>rio

nasce senz.ri se stesso

,~iscorso,

ori 1inario del

come .se

~iscorso ori~inariarnente,

_>erch il

SOT~c:tto

~.ovessinio

necessorirunente,

dell 'ori.1ine, non il

.i s stesso, .non il so3getto <lel so3getto; ?ro:>rio .>erch ini-

zialrantc co1;1c se ln
- so in manirn

ori~incriet

F~ncestrcle,

r'el .discorso filosofico avesse inte-

quo.si u.ntici;?c.n<'o .i non covare nell.!1

sUll

ntl-

scitc i l.:J.}sus che Joi l 'c:vrebbero ucciso, di non ovcrsi anticipare


come t'1.utolo3in perch ci fu, rispetto e IWi e certamente ci
to c. nbi, un m(j1.1iento in cui il

so~gctto

sar.~

rispet-

fu inteso esattsmente come la


~el

t::r..itolo3ic. di se stesso. Cio, A.11 'ori;Jin:

discorso

eh~

ori3inan-

dosi in .,,uesto modo :riesce direi qunsi e cc.utclars1 rispetto oi suoi


lapsus metafisici e uinr1 i rispetto alle sue cadute ro.dicaii, :.:>er cui
come se, dovendosi

cnutele~re

in c:uesto senso ed 1n questi termini. il

discorso ori:~incricrnente r.:.vesse preferito di nasc.ere con qw:ilchc' ~c.mba.


in me.no, dicieiuo
possibile

su~li

cos~~,

1L1c.~

forse con _?i.

~~i

cervello, con

scentonP,nKnti non. subiti sin

Mauritius_in_libris

pi~

c-~nll 'ori1inc,

riserva

,?cr cui na-

13

scendo e ue.st.ri maniere. il iscorso come se evesse Clqito i s che


potevo. non cnere rovinose.mente {!el tutto, nel 111omento in cui qualche
nltro iscorso avesse in-vBcc dovuto intendere necessariomente che il
discorso era lf\3~to. non 3i nll.& ta~1.1tolo3ic di unlche altre. cosa, che
oro vedremo, ma proprio dcl soggetto coni.e te.le. Quanco con bella sicuiner.:i.

noi pronunzie.iuo la. f.?.raosa frase di rito, Co1ito erc;o s'Uln ens cogie.ccor:~ia

.. tnns, per dire che finclnoente nato il discorso vero, non ci

mo l i:-iire una grossa ed inutile ri~etizione del so.metto: Cogito (eg)~

er~o S~l (~~~') ,~~~ CO~~tt;:ns,

(love l r essere ens

CO~itans

Si",niftcB. rit)e-

tere l!e~o .co:,ito. Cio,'!! tenti secoli i distanza di fronte l discor-

S'?

'

ori~incrio che neceSsariruncntc aveva t~nt.:.to di rimanere, come .ire,

in riserva ed in riservo, disreto (nel senso secondo

il

uale discreto

r.:i3Dificc:.. possibile di differenze su~ccssi"1e) c' un r'iscorso. che sp.'.lz.. za. vie. tutte l~ riserve., soprnttutto e p~'ii:h in rerilt spazza via ln-

tautolo~in r:l.fpetto o.ll... i<len e le trasferisce sul so1~<::tto~ l'er cui men~

tr~ ~;tginnricrnentc

il tc.utologico rim'.llC fermo c.11 1 ido.; e Siamo al

punto J ._)er CUi .JOSSiruuo dire . in ralt che 1 9 idcn r~n questo '.')UDt:O <li
~1iste originc.riemente ra:;>~:)r1:.:s~~tn ~V.i. custodia, in qw:i.lche morlo 11ietafisi-

c~., ma s.toricmaente inec:uivocnbile, del t.stolo~ico, do~Jo l-'ori.1ine il

c':i;scorso h.'3. pensato di dovere ncqUisir~ s'e stesso nei termini ctitici
i>e-eu0o ~~oretici

dei -t~-::-itolo.gi_co

trasf~:rieo . du.l . i.>rinci~:>io del sog~ctto

al so~gctto stesso. Pcrch si pu ;?cns1f~ ch l 1i(ca sia il tautolo3ico


.

o le. custo.i(l cel tautologico? (e lo sosten.~o :.Jr dire ehe non sto rli1ceno nient~' di Mio mn sto SeI11plice1uE::nte le:ncndo Platon con 1 avvertE'.nza che

t~ leggendo Platone

non- .'.~i ;,>er St.:tj;>er~ Pll1tone

&lll

per ri;?~m

sare il ?ensare pl~tonico ell'i(1en). l. 1 id~a pl~tonicn:;in tenlt l'.' :

ieu. (1 i ci che
l

'i('1 e~.

, .idee, .cli

. .. . . .. =:. ~..

,,f

;__

u.:::.lche COS~ che qUdi:che COSEl o~eetto del


.

stessa. L'ideo. dcl bene, che vuol ,ire? non

che bene

i~tellegibi.le? mn quest~ ~lre,otippone

sn:ra s.ic .direi cosl inrierw~to ne.11' idea he

vuor dire

'

lo stesso

che il bene .che pos.so _>en-

a sua

'\Tolta 1' itle.c dell''.

c:uc..lc posso pensare questo dete.rmina~ione che lti specificn cotti.. bene
sia innervc..tc. nel bene. '.c.; n questo :;>tinto, 1' iec. he cose.: se non la

Mauritius_in_libris

custo(ie r~elle. ri;>ctizionc c'.i s? 1.Joi potre1111o dire platonicomente, vi


o .il .K.r<"-:!osso ~ idetJ. {ell' ic1 en e
nico (\:;ll 'i<'."lec.. secom_to

'i.C

b~stc..

Qtisto il vero senso ,Jlato-

e secon(1 0 l 'c.vvertnzn del discorso che ci

inte:rccsc.: i:icc. c,ell 1 i(er. La non 1Jcrch Platone


in cui lm

t~ovuto

)cns~n:~io

.-:lL:i maniere

j;lensHrc fosse ini:eressnto a ,?regiud.ic1::i.re l 'idca in t:!ue-

stl' termini, tn:i.~~rph l 1it~el. eszenc\J il princi 1io, essendo tale in quan0

co ;Jlatonicllncnte ider-'.

ci~ificc. princi~Jio

c1ell 'iclea stesso., il mou.ento

ori:~innrio nel. unlc l 'ic'c<.: pensc.. ta e nel momcnto nel unle l' iee

pensrJ.tn

si~ificc

SC)r!.1ttutto fondruaentri.lment(; lo. fondl.zione 0.el discor-

so filosdlfico, ln. nf:cessit-9. che l' ideu subisce quale se non quella
di fcre dci._ vincolo .-11 discorso seconc:1o 1 1 ori.5irie e c.l ;:;to ori;incrio
del discorso? per cui questo suo essere vincolo e uesto SUQ essere di-
ciru<i

CC?S)-

strumento di

.1"1ec~i2zione,

'

rne(1it:re, 1in realt siznificE1 cl-w


.;>.:irte

r~el

im;,:>ossibile perch l ' i~ee. non pu

~>er

un verso il sosgetto nella prima

f iscorso Ll ,J_c_ so:;.~etto e nellr.: seconda parte 1::.ccetta che il

so:Jgetto aiG. altro. Per .cui, mentre in un primu tc1.1;_:>0 il discorso secondo l'origine si3nifice il l.'liscorso che fr. r,c so1getto f:l.l ;:>robletaf'.. che
ri3uera il suo essere origine:rio e per il t:iscorso facendo dn

so:J;~~et

to cil ~roblef,t!. che ri )llo.rdr:. il suo essere originario necessn.riranent<:: in


1uesti termini <'eve r,cccttarc:-" di slittare verso une seconde. parte <.1i
se. stosso nellti quale esso come discorso non - pi+'

so~1etto

mc l 'ele-

ruento. r1 etcnninn.to ~>erch si ,?Osse:. ri;?rOL)orre le P%'.Wll pnrte nella iuale

il discorso forna u fc.re, rispetto nl :Jroble111n del suo essere originario, n soggtto. L'csL-~enz~ origin.:.rin que.l'?di frire nnscerc il discorso

11.a

cii f.:i.rlo

n~scerf.

secondo 'luellc. ori3ine ch com_?ete il Cl.iscorso.

:c T2lete a Plutone, tencm:1 0 fuori ior1ia, tutta la foticc. della filo-

sofia cost r:.ettr.i.' pre-socrat1c,'} consiste nel cerccre il modo 11rl.gliol;'e


r.li "Jensare un discorso 'l -::unle cor.:~?etc unn ori1ine che sia una ori:~ine
S(;Condo il discorso e che non sia une ori3ine come: teo.1onin o teoiogic,
?er mo<lo di dire, ma eh~~ sic un ~iscor~o talctiano, cio in~enuanente
oriJincrio che ceree, cerce.no di inten!:"lere l'origine, i dartli il c1 iscorso, c1.i abilitnn11i 1.111 'ufficio

l'.'

i filosofo nel uondo. Da Tc.lete o.

Mauritius_in_libris

15

~icerc~

Pletone e.ttraverso l

de3li element-i ori,3inarL-, 1.c ricerca vera

'Juelta_ df un'ori3ine del dia-corso che sia di corti..i:>etenza del discorso


stesso, dunque un_ c-1.iscorso che sia secondo 1 1 origine e secono uella
origine eh? appunto ori3ine el discorso e non degli nlberi o degli
dei etc.

Con Pletone h: ricerca finisce pcrch non Platone

e'

1 1 inpot-

to, 1 1 investiruerito rnetcfiDico con l'ir1ee, e c' 1 1 ht?atto ;;>erch qui


1 1 iiu~>iit:to che 11 i:-:iscorso secondo l 'ori,3ine pro?onendosi in :1uesti terti<ini c<::f>isce di s, che il suo ;Jo.rsi o il suo -,Jro:>orsi in realt
un suo riproporsi. Cio che la pro?osizione elemento.re del discorso non
l.n posso. fere ome pro1Josfzionc ma Vi 1.,osso fnre o1ne proposizione solo
perch mediente le. proposizione debbo endo.re alla ripro;,>osizione, ~ove
l)rO?osizione
ori~ine 11w.

el~mmitare

ca scorso

seconc1o 1 ' -

dove questa i_'.>roposizione -:lernentare necesso.rirm1erite, se si-

~nificn ~uclcos.::_,

bito

ai3nificc. sem;>licemente, il

~xrrch.

Se

non significr. l

'ori~ine

del discorso e si capisce cu-

fosse il discorso interessato a mettere ordine trii

~~li

e.Ii.i.ori r~egli dei allora i~otremruo -ire che il discorso secondo l'ori,Jine

fti_cile ?Crch, fatto,. si.~ifi-ea 31:\ 1 1 ori-~ine del discorso in quurtto


beste. mettere in fila de 'iio~re -in gi6 tutti 3li amori suoi e dei suoi,
per

c~ire

che il (1iscorso -secondo l'origine coincide con l 'oriJine del

discorso. E fcccio facil~I<ente tutte le teo:~onie che cominciano prima


t~i Tclet(; (~ove cantnre le tco~onie sf:~ifiC.:! cantare la speranza dell'-

uomo olff'e c-t::che l'uomo c<.mtnvc., e ~uest2. l 'ori~ine. Il hlOl:teilto ori3int1rio nel <~U1le 1 1 it'o essendo ;>lc..tonic~nte l'ensata, , 1' i(~e c_h~
.

ftl

..

dn vincolo al c1 iscorso secondo l ''o'rf.,~ine


'

e s.l dato

origino.rio. dcl di-

'

scorso, come se si'31lificcsse per i filosofi la necessit di un archivio dove la loro bio1rafill ~en.'.jn congelate. ;.>er' seri-yre. Non esiste 1a
"'dtc. dei filsofi, non hc. senso scriverla r.: meno se:nso ha seperlC: per-

ch l)otrebbe escere se non altro un discorso 111achi11vcllico -de'i migliori


?er cui cttrnvcr-so le vite. del filosofo t!!.lc, si capisce perch obbia
t"l_etto questo o uest 'nltro o non.
Il discorso che interessato r!.l

~JroblemD

originnrio per necessit\

hn lr. necessit di trovcre il t;cutologico orl3incrio l1er ne.scere, in

Mauritius_in_libris

c:unnto il discorso che hc.. il yro-:.,1E1mc _del suo essere <?rigiru:i.rio legc,to d::i. - ucsto "_.:>roblnm::i. c.. dovere ne&.nre 1.1uesto ,>roblcma stesso; be necessit~ ~-i

trovare il
x~rch

11elle i.lce

t&utolo:~ico

tili 3liore c1.el mondo ,Jenscibile, clel

mon~o

<Nesto migliore tautolo1ico ?Emsabilc ci che eli-

min<:. il .?TPblcma del suo essere ori ~innrio, _eliininato il quele, perci
rimr~ne

l'essere ori 1inario. Al,lor.:::. PlD.tonc divE:ntn fratello

natura.le~

di Orfeo (e non si conosce 1.<:.. mc::.<fre dove la fl&a.c''re -;')otrebbe essere stata.
le. necessit ilell' ass.,;nzc.

;~el

discorso teoretico

co1i:lc

discorso teoreti-

co in ;1ssolu-co); dico fratr.:llo m~~tur~J.lc, ;>erch Orfl'o a ?Osto quan<lo


dovf:nJo mettere in listo.

~li

dei, li Iiettc in -lista in -tuel modo i.Jer

cui se gli interessa i1. iscorso ori1innrio,

ft~~cendo

la lista 3li viene

fuori l 'originc del <'iscorso: e questo l'orfismo, quello cutcntico.


l!c. t:uc.nr,o l'orfismo, nccesscxiaiu.ente c. bb.J.n(1o.nnto per l.:i 'i5nolerin r 1 i

Tc.let0 (perch n):;>unto une. pi:30olc::riD. Yolere sn1JF.:re l'elemento

coie

unico e solo) fino r Platone, eocluc1enc.".o .:;orgia, divcnt.?.. il discorso


di Pl.:.'l.torte, quest.o il

~-1is1~orso

che potremmo c.p:;>unto chiamare il discor-

~lle3tttimo

.i Orfeo

~:>erch

so frntello

sce:ttcire, avcno come: oroblcm.:.i. il


fel

c~iscorso 1

il discorso interessato a fare

di~corso

secono

1 1 ori~ine,

l'or:igine

cd u rnrlo sccttc.re non c.llv. mcnierc orfica, mettendo in

lista 011 ele1oonti, ma. mettenc1o in list<1 soltc.nto l 'iden, cd nllorn dan:Jo 1 1 Llec come il ta.utalo.1ico ori~inar.io .' Inf~tti se noi ripren<~illlll.o il
i:iscorso secohr1o l'elemento ;:>ro:_>osizionale di
coll<~o

la. sue yri Jine fino al f>Unto in cui si

t?OC 'anzi,
~)U

il .iscorso se-

continunre r... ire cos

e -quinci il !!.t9 ori'.)1tmr1o rel discorso, io dico: <;uc.ndo che il c1iscorso discorso? nel t)rimo o nel secondo cnso ? Se il c:'iscorso ,
nel secondo cc.so ;:Jerch avremmo il f.nto
un ;.:>c.clre

e<~

une mnr;r(-:? 1 il

r~c.to

ori'.~inario

del discorso, _cio

e l 'originc, anzi :>iuttosto, un paf.re

cd un pndre. L'unit\ del {'}.'.:!.to e <lell 'ori:~inej r'.:unque il dato ori3im'.rio 1


ffii ,fr, il c.~tscorso o no? il c1e.to ~Ji<~ l' ori,Girie mi ~c. il discorso come

dis::orso filosofico, il Jc,to

r: l'ori~ine

di che cosa? del discorso. La

cllorn, il dis=orso prir.~c.. Quindi, il dato


s,;;orso

Uill

~>i

'ori~~ine 1i

da 11 0i-

r:ato che il (tato e l 'ori1in del>bono essere neccssorinn1entc -

Mauritius_in_libris

17

il i:'c.to e l

'ori~inc

che

rL~r'-~c.no

il c,iscorso nllora il <l.i,s.corso ,Jrc._

.....

cedt: ci che lo f!l. nascere infetti il :?rimo elemento era il i.1iscorso secoll"do l'origine dove il dis,::orso
conc1o l'ori1ine che
l'origine che

secom~o

l'origine si 1nifica discorso se-

prol_)ric, -0cl discorso stesso non il discorso secondo

tl!O?rV~

5''.l bonf_o, cd. cae11qio, delle cose .. Dunque, il pro-

'blemn c)lla. detent1in.:.,z.iune (e non -posso fare


' ~

raeno di flre un accenno n.

queste, guestione che lr.:..Sceremo subito): in che m0to il discorso


re twlc dn essere un det:ni1inare quc.lcoso. che
Aristotele direbbe per noi, in r.nporto ei.
qua.lcosl: che

c~evE::

E;Ssere tale rispetto nl

noi~

si.~

in

c~iscorso

~\,l

esse-

secondo il discorso.
r~?~Jorto

al :,Jensare

e non ris1Jetto al caos

o c,l 1i.n<lo. Riltuu1i.c:!Ulo allorc fermi e questo. r>Unto: in che senso e fino a
che ?U!lto si pu intendere. che il discorso second.o

l'ori~ine

significhi .

necessit c::el discorso det(;nninnto alle seconda parte di se stesso, cio


c;l dato originario

~l

discorso, ed in che senso allora possibile dire

che L~ ,,ropocizione ori:;inarie in realt une. ri2roposizione.

Mauritius_in_libris

l'II. - L 1 APORlli. FONDi.l:ENTl:.LE ltI11NftlU/...


Dicevano che l 'ii;..:dento r:i questo corso un im;>ianto che pu nns~E'.~
re come problema ris?ctto c.l ;;>roblcina ('ell 'essere ori3inario in rapporto
~l (1 iscorso atasso: il r]C..to ori1~ine.rio deJ rliscorso- ed il ~iscors9 second~

'or~-3ine.

Ora, il discorso second.:> 1 'ori,~ine etl il .cteto ori3innriu del i-

scorso t.li: ;>e.re che ncll 'ultiiilD. lezione concluclevuno in questo. Senso: Si viene e creare,, o si -vien c. i)rO_lorre, .: .:. ri-)rOi:Jorre un (}Lscorso rli questo ti;;>o: il riscorso. ha or{~incrin11ente
:ie.:-riecessit i:1i.- '.
c.ercnre,
o r.l.i trov.:.re
.
. ... ....
.
.

o <:i invent[;!re un d<'.'.to u il :2nto

ori~inario,

ci che sia per il discorso

'.

possi~110

ci che

chic::m:!lre 1 1 essere ori3innrio, m<'.'. 1 1 essere

orisim1~io

non

3i\ rispetto c. se stesso. t{S~~-~~i;o~~3inar:f. 1it~ l'essere originario rispetto


nl discorso. f'..llora. <~ico: il .iscorso ha ori~innriruaente lo necessit.\ c1.i
trovare (e (aco ~Jer e.desso 'trovcre' e ;Joi v~.drcm~ .. co,n~ lc'l ques~ione comin-
cer

~)rO~'lrio

nr1 ess~re d!: vcerc il senso clcl trov'-lre, o del cercare o <lcl

dtct::mi?v.re stesso) 1' essere ori:~inurio in 11111niern per~ dn to,1liere rispetto all'essere originario il ~roblem~ dell'essere ori8in3rio st~sso. In alt%'.i teni1lni, perch il (1iscorso sir., per un verso necess~rio che il discorso sia. capace r,cl ;>cso <1el

~lroblerul c~ell 'css8re

-:'.r., il r,iscorso,. nm per 1' c,ltro

v~rso

ori3inario che

ri.~uar

ha unn necessit imnaediataioente contra-

ria che 'iuellci. di to;liere il problema perch l'essere ori:;inario sia e


,;)erch pur

sem~Jre

l'essere ori3inario sin in quanto sia ci che

in~eressa

il diocorso e non 1 'essere ori:~inario stesso o 1 'osserc coi.ie ta.le, ma l

*-

f.ssere ori;jinnrio che interessi il <1 iscorso secondo l 'ori3inc fino al dnto
ori:'."~ino.rio

c1el discorso stesso. ile. (]Uesto i.JUnto di vista a me pare i )Ote-

re nffermere che ori;inariEJnente il discorso trovn unCL sortll di situazione


iniziD-le Dporctica (i difficolt, cio) <Jovuta al fctto che di fronte
o.e~ une ~bivnicnzo. inizi.1.le che richiede una soluzione univoca. Potrenui.o

(1.ire: il discorso trovc. ce stesso in


t~overe

r~1odo

te.le dll

ess~re

in c,ue posti per

e.vere poi quell'unico ?Osto che rcppresentato dall'essere origina-

rio in c_:ua.nto i
1 'essere

~ue

posti dcl <'iscorso s.:>no: la necessit dcl c>roble1na del-

ori~innrio H,

conie scconr1o, lr:\

El tessa

Mauritius_in_libris

necessit. del )roblema dcll '-

.19

ori3in~rio

essere

che. il <li scorso s;:1

Quinr;i, intnnto il
~,u.::1ni:o

il

<liscors~

stesso.

fcre :?roblel.s. dell 'essere ori1inario in

fa: ;:>robl.:1u2
.. r:ell
'esse.re origim:rio rispetto c. se stesso
cotue
iscor.
.
.

.
.
.

(~iscorso ~Ju

ov~re ri~)U<:::.rdetre

:'

so c. non ris;.Jet;.:o c.11 'csscre:: ori3inario colllG .ess'ere e, in ten.1ini ancore.


.
.
.
?i:! dr&stici, neuaeno risp.ett-0. till'qri~ine come ori1ine. Bedate bene: io
.

sto G.?;?CnC 1 ~gc-n,_:;9 il senso 11p01::tico

critico teoretico delltl richieste

socre.tico '.>lntonicu. econo le c_;Ud.le io intanto )Osso fare_ discorso in


cuanto faccio lscorso. sulla santit o non sulle cose sente e ?roprio in
questo sono iscorso filosofico. Dnl punto c'.i vista ori3inario il discorso
orl~ine.ricmentc

cone se uvesse c::ucsto :>roblemn ed , un r>roblema che

~Jone

il :discorso cii !rontc c.~~ unn Ciitbiimlenzc ~he .lo stesso discorso costretto

ne3nre in quanto lt: i:'liibivelenzc dovutn nl fntto che .il problema

r.:1

c~c11 ssere ori 1innrio :Jrobler.m nelle. roisurt.i: in cui l'essere originnrio
riiu.:tr6~ il r1 iscorso

non l 'essE:re ori1inario stE:sso. Allora in altri ter-

f'

rillrii. COliie se noi potcssil.10

doVCSSiiO Cri.prendere che ori1inaritm"1cnt~;

f'

!~el ~"'.iscorso

(in senso storico) 1 1 ilt:.>i:mto

cofue

iri c,uanto c;ucsto ii..p.ir,nto si trov.:: apr.ccnto,

discors~

<~iviso

filosofico nasce

rispetto

nl~'essere

ori 3in6.rio che lo intere S S.'.:l, in qu&nto originariar,lC'nt l .' impionto de 1 Giscorso t~ie .Jer cui >er un V(;rso il '.>robleme, ci ~-Ve ess~re ma per.. altro
verso, che. il <'iscorso sic. capaciti\

rie i

.probl8mt'l dell'essere originario r!-

vrcbbt;i. supi>~r~ (non s"u2pone) .che ii'

(~.isco~so ll sua volte presupp~sto,


e~~(; rJ.~sc9r.Q,,. ~.al --~~-,-~r~ble1:iJ;. Allorn~ il Jlscors.o che originariamente
h,~ il ',)robt~r~a ~~{1t'es~ere :o:r;l.ginnr.io che..ri~rda il dlscorso s.tesso ~.o

vrebh'c cssc-r~'-'tnl

-.

'#

. :.-

-.,_

. .

' -

e\'::. r-'ovrc essere: preSU??OSto dal problemti dol Jun.le do..

>' . .

vrebbf; (;.$Sere detcn11inc.to


.
-

. ..

eSSiJ

. .-

. .:

. . .

'

df:scorso.
Io cbieJo se_ poste. co.sl lp
. .-

i.1UC-

.
sd.one, le, quc:stione_ risolvibiic: . >cr Un verso il ~~.iscorso tale per

~ui

ori ~in.r:rirunente

.~eve

e.vere couie problcmc. il problcmn dcll 'essere ori.


'7.ine.rio che ri1\1E(rc:a il .discorso percI:i l ciscrso qu{lnO hn appunto il_
~

.. '

problcue di capirsi nelle. suc.. ori:~inc l~c il iJroblcma c:Cll 'esserc ori~ina
.

.t.'

rio che gli-

c~u'?etc,

,.::,ll 'esscre. ortginario che rigua.1:'(~(1 il discorso; mn,

.)~r':_eltro' versq~. n~ll~ stesso tem.:>o nel qusle; il c:~iscorso nasce ed in cui
il

~:Cs~J;so.
.. .

.obbli:"';.:Jto
c.l. ..Jroblc;mn c1cll:'esscre orL1in12rio ed in cui l 'es-

sere orf.:1inc.rio . obbli 3ato t:.r1 essere r.~i COllJete:nza, t>rOL>Orzionato .:ll fli\!

Mauritius_in_libris

.20

zcor-so ctes_so in questo s.te:rno tempo

e,

nello. 'stesso rnp?ort0 ci sono r'Ue

elementi' ~1r:l _r<:piJorto che non pos,sono stare r.ssieme in qu.-::.nto nello stesso

tem,?o

1-'~no

9ipende dcll' c:ltro e l'altro

(\i~Jende.

c\ill 'uno. l[l' c--:.ltri. terinl-

ni: il r1 iscorso in 1..).Uc.nto ori3inu.rio )Or potcrf; e.vere il proble;ma dell 'esserc

ori-~incrio

che lo f'.

css~re,_

ovrebbG essere. ?,i un

di~c>rso

;>otc:re csseria copace ('el ;:>roblf=m:in. (!ell 'cssere ori;?,inario,_


S.

l'essere ori 1innrio che

ri:;;ur:rr-~c,

lilG

tnle <l.::.

per altro ver-

il discorso, in quc.nto ".>roblema, si'jTI-i-

ficc,_ ~~oblunc. i,)er il s1..:o ~sserc 1roblemo., siJI:lifica il S\lO fllre nascere
11 dlscorso.
so into.n,to

~1crci. ori~im:rio.

~>u .. esse:-f:

(~iscor

/'..llora: per un vc;.rso abl>ie.tiio che il


~>er

orj,.3inori0 in qu<:nto

a~

un verso . legato

J?roble-

nm. -ell 'essere origine.rio che necess.::~riCLlcntc eve sL;nificar~ problc~mo,


ovE; essere problem.:>. si3nificc nell~l mcnier.s greco.. d assolut~, s._1or3cnzw;
cio,

1-~'essere.

originario, c_orne se rovesse

~sso spor~ere

s~:

fuori i

in

ruo<lo ck. c1c:ire el discorso il nioc!o di a~~rnf>pc.rsi c.11'es~ere orlginari,cio


Ji iropr:.clroilirsi cell'e.ssere ori3inario in mo4o tale che l'essere ~Jroblerlla
}.

dcll 'esscre. originario costituisce. quelln


ttiiscc il iscOr$O

fiit.

volte. eosti;tuiscc. la
siJor~cnzs

StJor~cn_zl~

.fonmaentale cpe costi-

che Costituisce il Ci_s.;::orSO ~J"Ch, il iSCO;t'SO


spor:~enzc

61.1<.1

rlell 'ssere originario . Co-stituita la c;uale

<:ovrernru0 cvere che .i.>erci il c1 iscors ncsc~, ina perci il ,~iscor-

so.. ne.scc. contro se stesso. Alloi:-c. io LJ.Otrei dire in:

s~nso

storico

l)ri~ina

rto (t)erci dico :_)latonico): la nascite. {lel {liscorso verllll1ent:e una ~:poria
fonmnentnlc, ci.o

un~ ,~ifficolt-?i

-fondamentcle. perchil'It). .difficolt. che

fonr'e i,l rliscorso rnc. c;uellc, c,iffi:olt che fondando il


di

~liderlo ~?er

sem;")re,

ri~ch1..:::
.

~iscorso

,:_ i elindnnre,

t~orr.:ticnmentc -~1erlnn.o,.

il
.

;w.r scr;qre ;?erch. ..1uelln ifficolt che. intanto.

so in t;uc.nto fon<.\!:,re . il r.'iscorso si31lificn

nove,

~iscorso. r~schin

fa~rlo

fonc~c

il ciscoi;-

nnscere contro se stesso.

c9ntro. il discorso st(:;S&>. si:~ni:ica farlo


..
nascer-e contro il fntto che necessarie.mente i l dj.sC:!)r&o _per :;_:>otere essere,
fare nc.scere il

in senso ori~inario

c~1sc01:so

~fovc rieten11in6re. per un verso


11 probl:e1ne
ell' es,
.

st:i: ori3innrio.-1nl1, :>er ,:;.lt:ro verso,

~eten,iinarc

questo si.3nifica essere

detc.-nr,j.nato esso elise.orso .. l~ questo ~Liuto trc._:'Jedi,s filosofica~ costi tu~


. sce il tn'"gico oririn.:irio ( trc3icc he appunto 1?0SSit:1mo chill11s.re il trl3i--

Mauritius_in_libris

21

~1 iscorso

co Jlatonico) il fatto che il

,>er potere nascere, doven<lo ncscere


ori~ine.rio

contro .,ae stesso, sic. costretto ad elirnin.'lre dell 'essEre


blln.s.,

cio~

spor~enz.:,

l.<:

in quc.nto l'essere origine.rio senze problema


.:~ell

ci che riit..::nendo <'el problcmu.

'essere

ori1in.~rio

;_>are che perci 1>os-

sa essere il fonde.mento del discorso ,in 1.:;_uel modo :_Jer cui e questq
il fonL:::ilncnto del -:-ii scorso
scone s e

sL~nifica

il mito del

ori:~inariuruente . ~

stesso

SE

l~os

~ificc

ter~>o?

o inveeG esso un ft:.tto

il P>1os essunto

ro c1ell<:.

ori~ine

che

n~l

1aistero

ri6Ue.rc\~.

o il

V~gos

r;.~o

che n:a-.

potremi chiederci: l'uso plato-

nico c'!ei foiti solttmto un vezzo dc. ?Oeto.? o lo scotto


ra t''el suo

il ::>ro-

.ella~

tra.~ico

sua

t'a~.::tto

alla cultu-

dove fatt0 tragico si-

ori~ine

in quanto il raiste-

il l1os in rec.lt le. copertura tragice.men-

te necessv.rie delfctto chG il lgos nasca a uesta maniera

e cioA

contro

se stesso. I liti ti che Plntone usn sono in reclt1 l'alibi critico e teoretico attraverso il quale si ncsconde il mito <lel l3os. Cio, si nosconde
il fetto fondciL1entalc che il discorso ncscendo

!l

c;uesto i.i0do nasce contro

se stesso e ce,rtruaente. il discorso non pu,:J accettare di nascere contTo se


stesso )erch non L>u ccccttf'.re 1~~i nascere diviso

proprio i;>erch 3recn~

li.lente posso pensc.re lt.; di.visione m:: non posso pronunciarla. Se riusci~]I110

a treurre le. pc.rolc; l3os con unn sola. pcrola e non con un perifrasi
coliic

GO

ovessimo chiU(1.ere

~:1'~os c~obJ;>iaIU<J

O~"':rii

scuolll di filosofia. Ebbene, per

tra~urre

ricorrere alle '.>erifrosi, cio dobbiamo ricorrere: al discor-

so; u.::. trndUTre un.:::. pc..roln cmac queste. che -per i greci si3nificc.v ,~ucllo
che si1nificavl! riuscen.:io '$ ~ire:l3os, e traducendo questa. parola, essere
costret:t:i a fo.re :iiscorso significa che

<~obbiarao

riconoscere che traucen-

r~o questa phrol ci' illm.iic:mo <U trnurra e cio' che cp}unto non dobbiamo
trndurr~;

oio, rlovfemmo riuscire a riconoscar 4i lasciare il lgos

stesso. Biso:1fla

dun{.~uc.le.scicre

cos\ eeso

significher~

s~.

si~ificherebbc

:>'"rch

tl

se

questo ten;1ine cos1. corae , e non perch

j_.>ensiero soltanto, o eopressione del ?ensiero, benr1uellc,

~nit.\

nssulutc. <lel ?ensre che nascendo-,

come nnscitn it&il::.edint[;: c'.i se stesso,

corris~.,onde

E nui dunC"Ue non pussicruv . .,i') essere

'~ree i,

al suo stesso espri1uersi.

non possiamo

pi~

fare filoso-

fie c..lla innnir.:: in cui. ln fa.1ceva Tclcte, ,Jrilim di Platone, perch non nb-

Mauritius_in_libris

'bia.10 _)i"? il
t>e~'ch

l~os l'..

cuestr;

'2.2

r.a~mierc..

e non :->vssiruno pi' :_>ossederlo pr1.>prio

chi cere?) i:_li 'Jossec1erlo, Pl.'!t:one,

lo, lo hc ?Cr<luto in <;_ut'.mto.

-~li ha ::~.o.to

J~O~Jrio.

?Crch. c~rc di

~>osseder

come tcrr.iine i riferimento ci

che il l,=)1os ho. cofae 6:3gctto nssoluto e cio l'idet:; quando invece,

dovessirno le.scie.re il

l~qos

c. se stesso, dovremmo

,~_ire:

il l3os

se

noi

l;-~os

pro-:Jrio ?erch in. se stesso, dentro se steeoo, . tutto ci che in quanto


r"entro se stesso il. suo. stesso -,ensc:i:re ci

trwduzione .nutentic"l che si

eh~

?ensa. Infatti, l 'unicu

riconoscere del l3os (e dico tr~duzione

:>U

non in. s<;:nso filolo1ico) une, traduzione in senso reli3ioso e cio il ~Ter
~o

inc.!:J.rnato e il Verpo incc.rn1.1to secondo il <fo.to storico di

urui

cultura

molto. individucJ;i.le che '1\?~>unto si fonde. sulla incil.rn~zione del lJcrbo. Do-

ve, ir1carn.:::;zionc del tTerbo, incl.~rn.J.zionc delle, Parol.1., s_i:~nific'.i ln visibilit


ch chi

(~el

111istero e cio la. riconferme.. <!elle. invis:f,bilit del l.'JOS, ,>cr-

ve~kva

Cris.to e chi lo vede .!'.ncoro


Vf:'C1ere

sul serio significa non .;>vterlo


rischicr~

che oi pu

vedere, Gl;:'isto
Se noi

ci{

O'~~i,

sa benissimo che veerlv

sul serio e

Sfi

che tutto il drnmma

su c;...iesto ?unto sta pro;_>rio qui, cio che io crec'o di

imrc:ce non lo :ero.

r~ov~ssimo

crrv::1urre su un pieno eutenticeu1ente filosofico il l-

gos <~ovro ertimttere che non si pu traclurre, :_>erch il ten.1ine l5os non

Si 3nificA.

neimh~ f~.iscorso,

u.cntre . evidente che io

sto~<Jarlando

seiaprc

di (!:i.scorso iJerch discorso stc. per,. or~ si~nificc.ndo .. la riduzione d~l lgoe
!.:l !'.''i-l1os, la riduzione Jel lgos, nl. c1ie:.logo; cd
meno .Jer ccso che il

;?l~tonislilo ~

tutti i

~nche

Gui, non nem-

tempi anche quando non ho scrit-

to i suoi c~iG;.loshi ser~~rt un 1110<~0 di esercitare il c!ialogo vLntonico in

,:1.1c':'..nto il ;::>le..tonismo i tutti i temi.">i ri.JrO?One la tre.3edia riel lgos il


quc.lc,

ci.p~)unto

non

trc.r:1 u~ihile

seconu se stesso

e;:

.per .se stesso, i>u eser-

':!itnrsi in c_~ur.:.nt ri'vtto, costrett:.> 1 nel ~iologo, nel lgos posto cio

SE me_(; te$ )l.::i.t0nicrunente,


'.}I.lesto

?unto di v1str:

c~llcrn,

t.K~,

Gncor,r.i pe3gio, nel l3os

fil me e me. H:.i

tradurre il l3os significherebbe ridum:i:i ve-

rraacntc n non pens~re e non par Jire cha il non pensare 1.::i cnrenza dell ' uo1110

rnr: per f'ire che il non pensnre 1 *unico ttaodo ch l 1uomu ha inizial

li",cntc d,i conservare, rispetto cd una trnd.uzione del lsos che il Verbo'

Mauritius_in_libris

23

ince.rncto. Tr.:;.:urrc il

l;~us,

e sto intE.nderx.1o

l~os

nel suo senso

rio, significc nccesst'ximiiente, cio trazic&nente, fere il

ori1inr.~

c~iscorso,

in

C2U<mi:o u.ppunto le. :ifficolt .Ji tr.~::1 l.irrc il l,~s st.n nel fatto che non ho

ln ;_Jroporzivne tre. il lgos e la sue trriduziune in . 1..,u11nto np;_)unto lo: trasL~nificc.

duzione del l3os :)lurivocc: tre.durre il lz9s ori1inariruuente

plurivocit. dcl discorso 1.Jerch t~adurrc i~ 1?>7,0S si~1nifica fare il discorso. Duni:._;ue per me chic.ro f}uesto: ?<J.ssc.::re dallc. origine del discorso w.l
C!iscorso stesso, signtficc storicc.taent(~ passere dcl H>3os intraducibile secondo se stesso n qucll.:,

tr.::o:~uzicnc

indebite.. mo neceSS/.:Lrin, tra3iccmentc


trcd~rre

necessarie, del lgos, ctic fc.re il discorso. In nltri tenL1ini:

il l3os significr.:. essere neccssitc.ti tregicamente a fare ncscere il discorso .l'.llorll, le; ncscitc. ~~fel (iscorso corris;>onde ella stesse tragedi!~ ori~i
t):erie del iscorso che le. intrc,ducibilit

<~el l~gos

colle punto ori3ina.rio,

termine di se stesso J.r::.l quc,lc pcrb nasce le. necessit i tradurlo questo
l3os ;_Jerch di vc;rsc.raentc noi snrenu-u rir11c.s ti, coI,ie i sofisti,
setn;~re

r.1i cose sente ed c. non ''ensei.re mai ln

mo che si

p:.~ll

santit.~.

ll

;eo.rlare

E lo scotto

.~ravissi-

per penof.:.re ln snntitl e' che, intanto, il mondo continua ed

he contin-uato e 1,Jerlare

c~elle

cose sante, bene o 1;iale, e ncturahiente 2er-

l~ndone non h.:i mci ootuto e.vere n potr~ IJi<li avere 'il problemc di ;>cnsare

le cose sante.

Tr~('rre

il Lgoo co1110 se fosse <letermincre il discorso.

Quini a trt.<"1ucibilit del L3os stn c. si~ificare che origincriamentl?. la


determinazione del ~iscorso senzc determinazione in questo sen& preciso:
possibile. pensc.re nel sonso originario nella misurn nelle, r~Ullle il ~iscor
so lcge.to alla sun .orj>~ine che JovTebbe poi a sue volta essere conizin<'.tn c:'nl. discorso. uirci che la questione per adesso riu1ane ferma in questi termini: il iscorso ;;>er un verso condizionato all 'orL~ine ma per
l'altro verso dovrebbe condizionare l'ori3ine. E si :potrebbe dire che questo un discorso aporetico fond.::::.mcntcle, che questn una difficolt fondnmental~

(che

~onda

il iscorso),

ori~inaria;

una clifficolt che .in ori-

1ine foncl.a ln f ilosof in secondo il discorso c'1.el c:uale la f ilosofio capace o presume di essere CQ.)?flce, ;:>llitonicranente pensando. Per cui, platonicamente penseno come se potessimo pensare

cos~-:

Mauritius_in_libris

non possiruno negare che

ci sia une difficolt nel fare i ciscorsi, una difficolt che rigucrrln la
~Jossibilit

(i fc.re un discorso nssieme dove assieme si3TI-ifica non r:;olo tro

c1ue ruc1 D.nche trn mc e rue .. Le. ra3ione ha: lr:i c1 ifficolt. di pensare. con se. stessn in manierL tule

(~!fficolt

Ct'lmente la

che i

c~a penser~

discors.i siano

~uo!-

(~i scorso.:

Platoni-

. tclinentc rc.c:icc.lizzc.te. che. questo difficolt quel-

~a che . >cssi8ll1 ~hirn-tere l' l!.por~& fondl':lilentc;.le 0ri3inarill.

e '

une

llporia

ori3inoriC1 che fonr:1l'. il c'iscorao; e cio: c ~. un!l. aporie. che posta inizialmente dovrebbe troncare il discor.so. :Cunque se nll'ori51ne c' una .qiffic;ol
.,.

t_
':'.
.

of

c-1ell~'

quale: non
( obbii31110 f:re
.
1

.. _

alt~o.
..

..

filosofi~o

che.
:.)rendere [J.tto dovr.ennao
..
.
..
'
'
. conclude
.
. .
.

.. ;,''.

non.far~ ....

re che tunic9_ discorso f:f.loso.fico clje ?ossicruo fnre qqel1o <l:i


nessun tJiscorso

'

J'~re

se il nostro

pre~ere ;?Osizi<?~

c.iscorso.

;,

rispetto ncl .1Jnc posizi0ne ri pertenza che c:;uesta della. B?Oria talmente.
orig;pc~ic

e tnliitente

fon~entc.l:e,__rf1D.

talr.1entc c:;>oretica es.su stessa da

c~ovet" tioncc.r~. il i scorso .E si ,;:>otrcbbe ~1ire: 1ae. perch cosi_ co1npli<7~:


to ripen:snre Platone tiuanco invece se .ggi~o Platone. ca?iaruo subito che
lu: questione in certi ton:uini cos3_: il i;>robleme fon;j!OOntale rlopo le so-

fist:lctc che, divenuto


il socratismo
e.bit.o ruentele, essendo steto chie.ri.-:
.
.
.
1
to ~h~ ;:~er posto le ir: ~e significa che il discorsu fil,osofio nssi~~~ri:;, ~.

.!

..:.~

..

. .

...

a . se. st;esso

(o;_Jpur~-:,

to ;;, se stesso
--

. ''! ...

..

~>oste

,,.

. ,:

~.

'-

: :

~.

..

.,

~-:

so .1 le
-.

i(~ec

ta e' alle

. i.

~-

'

-. .

~t~~sc

' -

- .- . .

: -.

- .

non. .eono
le diff;l.col. --

..

..

o'I'i;~~n~.

..

m che ri.suardcno,

'

~:>oniomo.

- ...

ca-

9-i~ficolt!

viene sposta.
<lell(;; iC'ee tra .i loro
ulla
<lifficolt
che
.
.
.
... . l' idee;. stE.:s.

\.~

~ossono n.:iscer~.

nei
loro . rJ:)porti);
ora qui_ invlce la
"
.

r1if~icolt
.

sa per se

'

.~ ~

t che r;L JU.arr..1.nno le idee nella loro


:-

. . ~:.

semritc.i
le_. diffi.colt
che' .
-. ..
-..
-- .. .
.

.le i1ce il discorso filosofico ll.Ssicurc.to

_in uanto tnlo. per il

c~iscorso

che fo ne,scerc.

h.'~ea

.>l~t~nicl",,Jnentc :_Jcnsct<l, in ucnt<.>, ;>er~ viene in questo moir~nto as~\nitn.-_nei.

ri'?enso:re il p(?.:nsar.e 1 'ieo.~ <le quesco !)Unto di viste. finisce r>er rap?resentc~re

,_

~tess?

cssn

lu rifficolt Ciel

lorn (oV}:'emrn.o dire: il t:iscorso

(~iscorso

che esse. stessa fa nascere. t..1-

~crantito all'i~en.

o 1.'ide11 che

gar~n-

tisce il _t1 isc~l:so? Cio, pe_nsnn<1.o ttlute le cose che :'os_siElmo pensare, e non
..

si {:rette, -c1 i
se belle

.: ' .

:.

~npere

se dobbimao

l.a bellf:zzn,

u1c

:~>ensar~

le cose sente o la

santit,~.

le co-

si tro.tt.:.1 di capire se riuscire e fare c;uesto

salto c1 i relazionP trc. le cose che

~>osso

pensare e

Mauritius_in_libris

b~

cose che debbo :;>ense-

25

re sic un selto (i rcL:-,ziune a.scicurc.to c.

)rinci~i

e fon.llllenti dei quali


l'a~o

il discorso res?onscbile, in questi tennini, lG vera coria non

riD., cio. la vcrc ifficolt non st:n iQ :l,. che. vedo <.Jella difficolt

llill

in ci che fc_ nascere_ lu difficolt. I l buun mnestro c1i rnetefi.sico non mi


metter\ tw'..i in tes.tt. prch io non riE::scu. a p_cnsare vere.mente, pensando l'-

_.f:Jen, il cJ.iscorso che fc.ccio nnsce:rc -:lnll 'idee,, '>erch prc che. il r,iscor"'.'
.. .....
so .. sic. tnl1aentc. difficile. c\c. Cfi;_Jire che lll. cosa .mif',liorc opunto 41-na.scun
~

~llo~c

_erc queste, (iifficolt3 erl


c:amentnl~

dun~ue

0i

:ta..r~

...

il discorso.; i .:.a la difficolt fon-

.ori~inaria,

a-- c;uesto .?unto

'

._,,/.'.-{~".,~--

'

tJer cui fare fi)sofiq;:in.J;.en-~-......-

. s.. l:'.r,:licc.le

f~ifficile,

duvP., stc.? $tO. nell '_:l,.mpetto cqn le. ilifficolt ori"."

ginnrie:.
.St.
in., une
sorta fl..1 repulsione c.uas_i
ist;int;ive che l 'uorao .ha nel
.
..
..
.
'

riconos~ere

che all 'ori:~ine dei suoi tJiscorsi essi

stc~ssi

sono tali. dc. es.-

sere ~(~c!irittur~ l.t: t--1.iffiol~rJ: co1,,,e tu.le~ cio unn aporic.. che . essa stessa telm;nte c.porin

sce

~Jro:Jriu

i!')erch

('a

condcnncro il <lis-:orso ad

l'~k>orin

bito questo discorso.

,~i

cesso.

(~icenJo:

ess~re,

non essere tele. E

r.te noi,

lc~,1cndo

il discorsq che nc:ipo.treim~

Pln.tone trqyii31no

ca_t)irc su'Jl

solo

:J\ll-

to in cui. il diso'J:'.SO dell' ide11 in{:ichi il ;?rinci':>io .d~l.l' ide~? .leggiruao

in ualchc tJialo:~IJ
~ov

r1

i rlatone. l'eco <"ell' in&;.Jl!.C~;J.o di i~~li~JW!ln~o sull' &:pxfi

imp.sccio ui vuol r1ir{;~ questa i11sicurezzn c~~l principio t.~.i se stesso,

c,;uesto dubit:J.r (iti a.enso radicale). r-11 se stesso come princ;l.::>io o vice.vei::sa tutti i problemi che nascono sono :Cutti i '.)roblei:d. che na$c.no. d.nto 1 1...
idea. Ecco :Jerch <lico: .1' t~porin , upor.ic, fondament;a.le in. un-. :Senso (arei

-.

cos~. tr~3ico (perch un. senso cont!izion.P..nte t.n se.nsv .assoltoL f>erch.

apJrin in quc.nto fonc: il :1 iscorsu; e sp.reb'!;>e come rlire: _il dis9J::-&O fvn:~ato

a. une ra.:mcnnza:

~e.1

problemn del priQCiIJio e.be fond lf?>unto nporeti-

camente. il C.iscorso. stesso. Nun c 1 e nun ci ~up essere :;>r_pblema dei1 1 id.~1.;
-
irif<.1tt.i potremmv. :lir!.: che il vero .maestro di Pl~tone (~uello che i"t"tl'CO'!R!
avevl1 sn;.)bbcto nnte-litter.'.:ln. e ci_o C.r.trtesio,. e Certe~io
i:Je.:, se ,innetc,. tutto citJ che.
ne.te c.. parte. c1r:.ll' idee. si

C'SS.Y

~nificJ..

na

capito che l '-

-secondo qello eh ,. ma. essere in-

che_- _l~' i,rlea senza problema, e. senza

?roblcme fino el ,;.>Unto: s~coJ'l,(:1.1 il quale l'essere senz~ problema .(Jp. prte
:.cdl' idea tutto il suu sist:er,1C'. .

Mauritius_in_libris

D!ita l 1lee

."!C.liC J.Dto

ori ~inerio ;f.n t:uo.nto sto~ico, 1' iea non pu nun

essere. se non secon(~.o ci0 che essn. plt:tonic~entt; pnsc.'n(Jo; t)crch, data
l' i!:ct., s:l.3nifico. qucll che il socrctism.o ci ha messo in tf'sta dicendo:
sic:anu crtpuci (i cevere L::: se.ntit (~elle cose santf::? Uo; siamu capaci <li cavare la santit

d~l,lc. stori~.

:.:.klle. :ose_ sante? Uemrueno.- Allora, siBillo in-

cii.?o.ci di. sti.fitit, sicr..u. incepnci c:ell 1 essenza, r~ell' ic1.ea, rispetto e quel
minimo ell' essenzfi chf: s<.mo 3li e.nti 'etcnnine.ti secon<'o questn essenza.

Allora,

t:>cr pensure le. so.ntit, s.iorilo incr:.iJaci ~i cavo.re la santit dal 14-.

nim:o delle -stie detcn1ina.zioni e per a raJCsta incapacit, ;>latonic.:lLlcmt


<lovrmmo r'ius.cire c. c;wl!.re l.2 cat;>oci.t {::.i .cnvare le sentit.i ol ruassimu <l,1la sua ctE>rmina.zionc che rap;J.resentnto. (~l suo essere unfl pura essenzo.
Il

~roblcr.1n

c;uesto:

)U

c,.vere l' iea il ::>roblC:;m<l

~~i

s? se

~ensiarao

che

V idea tu1 significc.to e significn 1 1 intellegibile, capiamo. che 1 1 idee rappresentc il

:_:lrvblcm~ r.-1 i

ci che;. ?Osso conoscere per mezzu c1ell'idca rua non

mci il' problemci dell' id8il stesse con.e tale. Ge noi ,dobbi?Ino leggE<re il nou'
meno ;?lritoni.co c~re tele, noi do.bbiJft(J le~g'f.:re l'intelligibilit coma tale,
~ler

cio lcggimo ci che l::>vseo pPnsare- sem?re i?er virtJ e

potenza cJi ci

che :?osso t>Onsnre ~ Penscre l' ie.s plc:::tonic.:racnte mi serve sltanto in roalt, oer conoscre le cos~ e non gi lJer s~._)cre. 1 'iden perch a;>l)unto core
sog~etto

incernntu c.:>me

SE::

fossi conc1.annato u c.cmos!=ere e. non posso ono-

sccre se non vedo. L' ide~ come '.;Jriric;i,>io ..::he non ho princi.)iu essa stesse ii prfnci:>io di tutto ci eh~ ~osso conoscere in ~lutl.nto , come (1 ire,
la '.velvole..

f~i

sicurezza di ci che conusco ec1

quest~ ~.,unto

chiaro ;.>erh

il <Jiscorso r:i..sulti ,tr[!gico: perch. la difficolt dcl Cliscorso costitui-'


tn ttl fatto ch une <liffico.lt <'ii <::'.uesto tit>o . si~ifica
in realt
foncbrc
.
.
.

'

il i:'Jiscorso. voglio r1.ire che un.:.1 '.)urie rli questo tii;)O avrebbe dobuto blocC:1re' originarimnentc il
filosofil1,

t 1ovrei

c~iscorso;

cio, ?Osta l 'ide.'.l ovrei non poter fare

subire .una ?OSsibilit elle ooi un'i1u:?Qtcnza, unn neces-

sit?i origillllrie che dovrebbe far nascere un& possibilit che ;>oi in realt
una im?otenza: ('ovrei non i)oter fflre filosofie. Ed per capire qu<:.!sta
obbligazione che tvrnn
o~;>eretta.

scm1~lre

utile

lem~ere

oeti~

Leo)ll.rtli in '1'Uella

more.le, "Tdman(:ro e:r1 Elenn<1ro" dice che far, filosofia significa

Mauritius_in_libris

27

co1iiinciorc a cc.pire tutti i .3Uei che dc questo tornano a


no nr1 un punto tele per cui raeglio non farne;

iIXt

co1ne Wul e fi-

1ue

so;~.~iun~e,

che r>er non

fc.re filosofia ci vuolE: lltrettr.:ntn filosofia. E c' r.1olte pV filosofia


I

in

c~ucsti

f'.'!_iscorsi, )Ag~arc?ia.ni che in q\Jellc metafisiche che stom;_:>nno' sul..'

~...

le co;;>ertine. <~i se- s'l:~s'se


ci

~vvertisse:

i:~i

',

.,

(.;Ssere metafisicu. Perch come s'

Lco~.Jarc'i

lo. filosofi.-:: . cme se.: fosse teh1aente conf.izionata alle sue

c1 ifficoH:\
che.. --- ts.lmente
sprovvec~utn
di strumenti
i.onci che
. riginarie
.
.
.
.
..
non c~crivino fin. se- ~a che anche ;.:>er non farla debbo ~ott:re non: fnre fi-
.

.~

loso.filV nttrave;rso il fare filosofie. P~'r cui


nel qut!'l.lc non

Tiusc~r~

[j,

COlil

riire che il momento

fari;;: filosofia corrisponder.\ al 111m.-iento ln cui i 1

non fc.re ,filosofi4 l .. pur seri1:>re un murlu di far filosofia. E questo non
un sofismc mu. P nvvertonz[l pacticc lco,_>nr~iana che vele ?er 031\i u01ao: cuWE:::
tale cut:.e cc;)ir~ lu criticit (1i s0 stessi senza dovere giocare a riia~iat
tino con se st<;.;ssi . 5cnzn t;uestll.

l~vvert;enze

il c1 iscorse> si :>one in '-iuesti.

i:(;nnini, c1iciamo eidetici . : ln vera difficolt fondaiaental consist nl fact che l '<\;>o-ria fonc\~m1cntfalc pru,Jrio i?erch fa.mela il ~iscrso e fonckmd
il discorso ne3c. so .stesse. Bi COliie se noi origin.:irim1.ent:(;', fossimo costrctti- n riconoscere che i discorsi filosofici che facciCinu o che'abbirunO
fatto do:)u Plctone ( lfl

lin~e.

?lctonicn

<~.c.

Platone in poi), che lo svilupl)o

del ~iscorso seconc\:> c;ues~.s. mc.ncanzn ,ii iupc.ccio 0ri~inllrio~ e11im:'>eccio


f'elll&px'fi

, Si~nifiCl'\ Cunr\2nnnrsi Ud unv svllup-;JO di discorsi che-' in reel-

tA sono l 'et.t0rci3lie:t.U. <~\.d discorso su se stesso e sui.le pro)rie ("rifficolt~ sempra .meno ori3ina:ri(;; ;_)cr_ questo lc3~ere Platone dif:f"icile oggi :~er

ch le~gendo' Platone si.~n~fica ('ovPr riuscire a. com:?renf.~}re che le diff1colt <!i o!gi non sQQQ.:te vere c~ifficolt ~Jerch non sono pi~'J. le vere ,~if--"
fico.lt, i:=iirei che- 'OM {:'ifficolt uno.cronistiche. Lo. questione, chilll:niemo'

ln cos~.

;?f:r

adesso, .un p fenn2:~ a una sortn r1 i nor\:> che si: potrebbe c1ire

origine.rio e che non .1.:>erY c.ncorn il nor1 0 ori3in:1rio, in (._,lU!lnto la questiune fcn.1.n. <11 fatto che dovrebbr risultare pe:ra.r_1ossalc che il discorsv filosofic0 vcngi'.l. fvn<lo.to c~alla difficolt ori ~innria t::~ello stesso discorso
filosofico. Quindi, .Jicevu che l' a;uric: fon<lnmentalc, - non l 'a;?oria platoriicc, -, che

ri,suarc~a

f:.l r.i.'>enslre il

~.>ensere

platonico, fow1aincntalc per-

Mauritius_in_libris

28

eh~ si~ific'-1. (~ifficolt~

lora

che forn't1 il (1 iscorso filosofico. In che senso al

r:ifficolt\; t::or,1~ gi ~.JL~t 9 11.~no ho cerccto

Sf2nS c~irf:i :Jrcciso:

COlf.C

Si

::JU inten~(re,

il :;>enSH' risulti teoreticcr.10nte


so,

!'1 i

chiarire? In '-:uesto

cio come Si :?U ;>ense:r, che

sisteu~tico

se le base

'il .;>rissr stesso nel SUO foni: 0;-.:-~i(::(a1110


1

COSl.,

1 ~1

.!.

pensare Stes- ,..

nel fon/o ri se stes~;.

so, C::ovrerilu10 dire, risultn se~zn siste1,1e.. Vorrei chicrirc a questo ;_>unto
une c>sn. Q.s.nf.o dico:)ensarc ~ ircn., nvn dico mai pensnre e tclea in s,ens9

.
'
.
.
~sicolo?,ico, (:uiru.li nun si:o .>erlan<lo <~cl. c:>ens.sre crne :i pensieri che ci frrll-

luno in .test. n~ dell 1i<Jea c01ae le iee che p0ssiru.io t:ve.re in testa perch..

3li altri ce le mettono in tcsca e noi lr: cc.virulio dalle tasc'{ credenc:,o con
questo. c1 i. riusci.re erci a pensare~ Allor~ vorrei <lire penso.re e ictea per
a<lesso in sensv l!.net?;r<:!ficP..mE:nte sco-i-ico: ci che era ii pensare Jlatonicamente inte;so,. ci che potevaesserc l'interes~e 1>latc...n~cd' {platoni.co qui

in {_;uanto

vuol dire solo ori1in.-:~riu) al pcnsnre,

intcTf:sse alla 3'.lranzia

teoretica c1el conoscere. Al.lor:,:. penso..re, in questi tennini: interesse alla


~rnnz:l.a teoretict:. :i' conoscere si~nifica cio che io conosco, qwindo cu-

.
rusco, se Convsc verenmnte, e conosco

~errumante

se

~;,>punto ~enso.

/\..llora.

r~ic' che ii' r>cnssre che do:.n-ebbe essere la .~aranz.ia teoretica el conosce-

re :>er' cui il. conoscere uri conscere vero: e non un conoscere falso,

(ptr
'.

cori<!

cui pLit0nice..mc:nte potrernr~o rJire il se;ere e se.pere e non Of)inione),


?U

esse.re

il i?ensc.re, che

c:i.

r'evt~

essere inteso in tiuesti tennini originari,.

che gernntisc il si~teme. r1ellc conoscenza, sistema della cono-

scepz8 in. senso sempre: pL"'.tonico, cio che


zivrii1.le degli
100

elelt'~riti

.gar~ntisce

il nesso critico, ra-

a.ttrt:verso il quale nesso dico che conosco e affer"'"

che conosco, cio che il.. mio . conoscere vt:ro, cio che il 1.;iio fare

f.ilosflp. e non ins~~uirc o_.>inioni; come ~ possibile che 11 .?ensare, intf~so co11i: i.1el fon-Jo (.li s 30.rnrizic., del nesso siste111atico della conoscenza,
.

risulti cui.;

f~m(fo

'

.,

d.i .se stesso senza sistemc1 ciu senza 11 sistema di se

..

stesso, in ~ue.nto ii _Jens.2re che intanto

?U

essere direi co.st ;?ensabile,

in -~uento il suo essere ?eiisc..bile il ('.overe llml&tettere che il discorso,


~uin::'~i

il discorso che no.sce dl:.l ,?cns.ri.re che garantisce la conoscenze. stes-

sa, fondato per mezzo di unct

t.~ifficolt

originaria che

Mauritius_in_libris

~ifficolt

ori-

ginr;.ric. pro?rio perch fon.:e il rUscorso. Cio, l'essere c.'ifficolt <folla


r.'ifficoltl un essere, dell 'aporin, fon.J.smentcle che consiste nel nesso
rli re lezione fre. 1' ~'Joris e il.

~.i scorso.

Potremmo

(~,ir~ .

che dire a}orie el


~ove

discorso ne.in (''ire a.porit: fom1etnentale c\el 0iscorso,. Allora,

l 'apuria

entr!'. in crisi . in ljUCl li1ilite nel qucle la e.risi dell'aporia corriS?<.:m,!e ...
11lle. nascite r:i.e1

<.iscorso

e <1.oVe

do~er111lo

r.ttenrerci che la crtst -.rell 'apo-

riu corrisponde anche '211' it~ossibilit c-1e11' apri.::~ stessa, perch per un
vrso 1' poria, in qu~mto. fon.doi.1.entale, L)et'ci fonc:!a il discorso, ?.~r .l 'altro verso, in qunrtto f0n<~c il

.~iacorso,

il suo fom1.are il fliscors.o <lovreb-

be corrispondere el suo :Jurre in crisi se stess.n. Na 1 1 a;uria .che pone 1-n


crisi se stessa pone in crisi se stass.::-, c01.i se str:iss_l1

._~up~ue.

cor11C aporia,,

allora do\rrebbe significcre che; 1 1 npori!l posta in e.risi non da.

se

stessa

ma dnl suo essere e.porle in tlUfinto fondur.e il discrso, in t,:uanto il. suo
sse'l'.e &pori.e il fan~~c.re i.L ~iscorso; se questi:: c~eve si311ificare in quanto tlc la crLsi, il ~orre in crisi l'aporia dovrebbe essere per_un verso
climincre 1 1 fi;>oric,

m1

per l'altro verso elimina.re anche il

ch il rJiscorso in tent

?U

-<~lscorso,

pcr-

essere fondato in quanto fon('lrtto all' apria..

Allorli. a.bbim1iu .'.3Ii.1bivalcntemcnte;. direi


~-uc.le

il fr.tto originorio seconrlo il

cos~. c.r.1bi~amente,

cio do;,:>;:Jiamente,

nel l!iOtnento nel. quo.ls:! l'aporia , essa

consiste nel suo essere il fondare il

r 1 iscorso

nello stesso 1nomento. nel qua-

le il suo e;ssere questo. dovrebbe s:l. 3nificnre il .;,>Vrre in .crisi se tessa,


Il1lI

non.da se

stess~

mu

dl~

ci .che essa fc.. nascere, .cio fn<lsi-e il !Uscor-

so, questo se fosse vcr[:,r11e.nte: tt:.lE::: sip.;nificherebbe il non p.o.te't'.e essere. ci


per cui essn aporia fondamental_e .Je fosse verllilC:nte tale pe~ cui l'epe;ric fondaru-1 il discorso riuscisse ~-d. essere posta in cri.si c'al suo essere
un fondare il c,iscorso, il suo essere il fondare il ::!iscorso

r~sulterebbe

il aettere in crisi (>T?ric cV~ che le fe. essere come quello che~ essa' esscnlo ci per cui ci

eh~

rin.Gce, .il f;ondr:.re il discorso,.

~cr

un verso

du~

V'rel>be mettEire in crisi l'c.porio.,:1u& ?er !-'altro verso se mette in crisi


1 ~npori.!l dovrebbe .notl essere proprio ci che essa _, il c1iscorso fondato
sGcon~o

'una

a~oric

"

fon:lcmcnt1::le

~he

aporia non perch una difficolt,.

inll perch 0..~llcr Jifficolt -che ncsce d~l suo nesso eJ iscorso, cio dal

Mauritius_in_libris

30

<.'al suo. essere fon0.eL1entc;le o l:..llorn noi ;)-:kre:mmu c''.ire cos:;_: - in


~ 'c.poria

e il

ri:~cr(\:~.
'

~.

:iiosor~o,

~ __ se

fra

volete tre. l 'a?0ri1.1 -e le filosofia la Cl;isi .

'e~ser fon(~a:..entcl:

rc~,lt.).

r.lell' aporia. l r. l"erch le. crisi

r1~arc.2n

l '-

.'

,'

:.:>ootv in crisi s:f:~ntficc.. ;p0st,0 in crisi m.m verso se stesse., verso _l' a;>0rin,
.
. . .. '...... . .
.
.
w~ verso il;. cli!3tdrs0;1n ,,,u.s:.nto ls crisi nnsce pro~>ri...i 2l fatto che l '~po.

'7

'

.. ,

,.

..,

,..-:,'. :" ,,t. . .. .


t

...

~-

fon:~.:1re

r ic. in (OO$t'o cns..J


,,

il ,uscorso tr non nascerebbe diversamente. ?<a

quenc:o '.e El'. 1 'c.porir. E.pc.rie. in ,juc e ti. termini ed CSf.iendo in que.s ti tl:?t'Ini.;.
ni: _;xarci

f.:mc'~re

il c1iscorso, questo

fonc~nre

c~oves-

il discorso come se

'

se procedere in eventi e dovesse. svilup;?crsi; Lll.0r[:. _ come se,_ l'essere '

-:1e1 -~iscorso fonc1 nto


ri.utc -;!elle.

f~lusofie.,

tme, :ne in lt&c,nierE:

<;~s:tc roc.ni_er.:. si3nifica.sse in :nticipv tutte le ca-

tutte le caclute IJ.etefisiche. delle. filosofin dopo Pln-

t~:lc

~~[l. cs~ere

c:ucll 'r.ntici;?O delle cedute che mi fc

C~;_Jire Che in realt' non cJ:m le filosfia pla.tonicm.tent~ ha S_Ubito le. SOO

ce,t.:1uto svilup::>.<:.nr,osi :::lo'?O

s~ st~ssa, liii::

.ha, subito le sue cc.rJute in quanto.

lu sviluppc.rsi clopo se s,tess~-i c. '~iuestc; mo.nierc.


si_3nifica essc?"c

rhUJ.st1~_

bloccate, nelle

~porir..

e sccn,o

Guesta condizione

fonc,cr!'lcntale e questa m.-.mio-

ra. :.;:::.r~bbe come dire: c.bbicr.i10 consurnn.tu millenni di ;:>en~iero speculativo_


';;or

capir~

ch tutto
lo
.
..

teso,.
se hc
unu ,.
. .
. . ...
~

'

sua
.

svilu;_:i~10

.el,r1. iscorso filosofico ?lctonicarilente


in.
.

'

seriei:
f:ondci:mcntnle,
consiste soltanto
nella seriet
. , . '
.
' .
.

,.

:_

;'

crit_icC:!., della. rit)rO?o~iziune_ r: qU0sto punto non pi! ri 31..-iria, :>erch ncn
sic!::mo .?~ n_ci te1~~~~-~ ~>}c.t~~_ici,
ment.c.le nei confr,mti

-(~el

l:V.:.

critica, della aporir; cmc essere, _f_onda

discorso; ciu dovre1i1Llo dire: in realt cbbimno

consumc.to !'+~_llenni di:-seicnzc=-, filosofi;;;.::, per_ arrivare nllo ste~so _risultl\to


che- pu intcrcs~a.rc l'uom0 che non filosofo, che non si interessa di f:i.l_osofiE~.,

che, non ha letto mci.i :Ple.l:;one e non lo legger mai,. il..qual~ confe;s-

sn :'i frofrte E,lL: filosofia., (alle. filosofia intesa nella sua presenza r.1aiuscolc.;. J.?Crc.:ir) 1aistcriosat: io non che so o_ che non- so i.

fil~~ofia;

ueilo

che :J di non cc.pirne ninte cio quello che so che questa eventuale
filoGofit., se e ',

liii:

mcttE, in

rifficol~.

Proviamo <'1 fare

un discorso

('Cl

1::mcre .:: livellv non11ch}, r'ici,.r.mo csistenzile. (quando dico esistenzinle


non

int~n.o

(lire neenchc lontnnamente esistenzialistico, anzi. quan< 2 0 dico

Mauritius_in_libris

31

esistenzielc intendo dire non la ne-::;a.zione di o.gQi esistenzialismo, raH adibiso1tl~,

ritturc. il non

l' i;3iene mente.le nei confronti dell'esistenzialismo,

1:2 mc.l',ttit1 tJi coloro che invece e.sistenz:tali non son). se p-rovlissim.o a
fa.re un -discorso csistenzicle
ticc~,

._

1uestc rm:niero. 111oltb c:orrente, ench autc;.:n- _

t:

con un nostro q_m:.lun.:iue vicin di co.611, di strada; di vita, i esisten"'."

zn, mm fiL.:>sofo, non


.

se gli chi~dcs~!.i.o:

r.1.'.:':

iil
.se11so che non Gi ~c~upe di filosofia,.
.

f iL.;sofo

per te la filosofin eh~ cqs 1?. Non lo so, ri:sp .:mde _-

rebbe. l~c.. che, si3nificc


non lo so? Significa soilrattutto q\iesto: quello che
..
.

"1.

so del- re.io
non . , se.pere cos '.-:lQ. filcsofir: corrisp . :mde c.l fatto che l 1eventuei"'.",
..
.

le filosofia che COidUnquc io non conosco, ?er cui vivo ue3lio di te, un

'

--

mettermi in difficolt,.,. un pon;1i in rlifficolt, un rendermi. diff.icile


per esen>io le. vitE:t; e si C&tpn i'ile~liv scmze. fiiosofie, 1c-..n non quando que-

st.-:. COl;"rispund~. ~ une ,)res,;, (~i. pysiz:Lmc f'ilosc.d:icori, (~uenrlo c:iucsta 'corrisponalle -stessa fisiulo3ic. del in 'vite. urir.;nfl, ch magari -non lo cspri1~ o. li-

(]e

VE:llo cosciente questo 'lisco~~o, ii.G 16 fil e dice: si cam-')a me~lio senza fi~
losofic'.l . _Perch? L.s. perc,h lt. filosofia, -..ju'-llunque cosa s.ie, mi mette iri
('ifficolt~. Ba<~icm o(;ne; seonc1o u:

e ~ iscorso
1

prezios guesto sentinni

posto in ~1 iffic9lt che non


noi) il (JC;ntinnl p6sto in c;,uestione n a~osti"'."
.......

ninpo_
n. hei(. 1 eggeric.no. Non s:l: .?,ni:f.icE. li. tvmc.;~na quest;io" di"S.Agostino n _.

'

il fc.re.

<)uestio~e

in 9umto si pQne in .:;;.uestione colui. che pone le tJ.UCstio-_.


..

~..

ne e cio, il tc.utolugismo heir'e53gericno, nn questo. Porre . in-=-difficolt


gui si3nif:f,.cc Ne.re paure.. r.ell' c:porin~ AllorEl. .come se io :stessi dicendo:
fare

filosof~a a. un

/.

certo ;_)unto sul

~Jiano

specifico tecnico, pu corrispon-

dere alle f~.ne. dal .discor,so, riuscire e. c!lpire che alla fine del discorso
sir.lo c.n,core fenni o dovere intendere rndiclmente - l 'cporia fon<lamentcle
r'el discorso .st~sso, quo.ndo l:testerebbe uscire fu0ri dalie 'nostre eule, o
d,~~l .chiuso _dei nostri librt- o' '1.eJlc

?er c_npire _che

o~i uo1.10

viv~;-

che

nostre

metafis_iche o metefisichcrie,

e.utenticamertte l.s sua esistenza

~'\lesto

lo

vive fisiologicamcn~e- pe:rch {lppurtto nei confronti delle' 'filosofia vive i,le;stv rcrp~?urto io debbo <lire s'i:rnnmnente filosofico, i>erch 1c: difficolt eh.e
C:

cnoi riesce {}ifficil~ pens~~re; essere' umna.lnti di plc.tonisDio -per- esem;>io,

'

essere c.gostinL:mi o }o:w 'Patone pfetonici, 'o qtie).1o 'che~ volet" -voi.,. S?i-

Mauritius_in_libris

32

rii:uclisti; in tutti i veri sensi in cui si


!~~ostino S 1)irituD.liBti .-:'..~0ostinisti

;;JU

Cfssere t~O;>O _Pl.nton. e ~.

e cos via, in realt .che

~si~ntf.ice.?

Si-

gnif ict.\ non r,fu.scire tt ensr;re .l' c.r.>orill fom.:amcnt.th:, certe.mente ';:>er IilE:ri1
to di Plutone. ?6r merito
tutte la dielo~ica
.
.-:: i Platuru; (Jcrch cc::rtmnente
.
plfit-onia
grosso E-istc1.-i:J. (~:( uccuiteruc-r.to <lell' apuria fon(.1eidentc.le, c:i~

un

rei o.nz.i: il :tiiitu ?Sii sunestivo dell' ~porie. fondririlE:ntclc del-. <1iscorso _.
.

filosofico-. Allore ~icu.: f.::r mestiere Ji filosofia in questi tetiuini ~ut)


. ,

signifi~o.re~~olt.:mto c;uesto, e ;>r <lrrivare c. questo c1obbi&&10 fatica.re tut'.,

ti, ?crch se noi


turri.

~.

fc:re, fra

ler~giciiiu

un~

il

Pan11eni!~1e

Ji

Plntone~

non . che sia una

.,...

l_~t ..

chiacuhieratn 1' c.itrn o tra un caff e 1 'o.1 tro o

trt:unvia:1giu ii.: l'e.ltr~, insornrc.c una letture piuttos.to imr>eRnativa; -e


lo- vcranertte. E quindi, -t:~ico, noi t1obbic.mu feticare tento per copire Cf-Ualche cost: che ?vi c. livelle intelluttu~:lr: ci rifiutiamo (~i cnpirc, uam1o
livello esistenziulE' t

g
f

o~ni

...

in ~uesto. senso,

norma delln vita cutentic~l

U.On.0 - questo c'i:Lscorso - n ,-~iscorso che esistenzic,lmentq viene vis-

suto, non fctto, - ~Jerch~ come

rt.

{)i

Jl ::>rincif>io. E' t}Ui le,


--

se

fosse il riflesso esistenzialE: della

{~uest:ione;

?CU-

che ci ri jUr(.D tutti, filosofi e

'

non, ed r:uellh dclln pt:;Ur(:-\ del principio. Non c' dubbio che tutti csistenzir::lmcnt<~

custo;:iiuJ10 L-::

dc. noi

~1el '_)rinci~Jio che ri.~nrr~.ii il prin:l.pio. Qustc la vct'U ynu~a

i;,,:i.

~xmra t~.el

;:>rincipio: non del

i?rinci~io

hc custodiemo, e non che la cus:t0ia :Ji qticste. paura

.che ri3uar-

si:~fichi

vilt

'.& :.:>erte n.stra r.w . si,gnificn coraggio rietnfisico, perch -_t>ox:tarsi sulle

spe.lle quest:l~ p!ur& si~n'ifica vivere <li <.1uesta pcuru', e non- abbnndonarla
-

r:l suo 3stino, o lesciv.rl:C:.- elle scomlilesse dei te.olo,,;i o deg'li antL teqlo6i o :;{quello che si vuole: o11i ma :si-~nifica scommettere sok>'ra .1-'esistenzn. ::.n cjucstc. puurc.

cc.,

(~el

princioio, cio 1 'esistenze come custodia metafisi..

strancment"-! mcte:fisicri -della pliura

(~el

:>rinci;;>iu, a che cqsa cor:rispoll""

Jc se nri hecessarieJa(:ntc c,lln rist>ostc .esistenziale, non filosoficn, cio


o.-filsoficn? Astinehza ~1 alle. filosofia, ln' sana estinenzc. dalla filosofia,
l&

so.n.~

continenza del pensare in modo ancore -pi crudo: la sanB. castit

:].ell, re.'Sione, che rifiutt: il rnp:?orto o il commercio se non un rapp0rto


o un C;Jruruercio che sia te.le sccon::-'o se stl!sso. Esistenzialraente noi

Mauritius_in_libris

pvs~ie~:>

33

m0 vivere r:. queste maniera non fc.cendo filosofie, mc esistenzialmente il

nostro non fare filoscfia. si,311ificc vivere il riflesso di uell' impaccio


del princi?io o il riflesso o il riflusso 1Jell~ non ri.sp6sta' ella riecessit t'~i COi"pren;:iere il ~Jrin~i;;>iO'

font~o t~i oe ste~so che invece

nel

Il

livello

filao.ficb' noi ccr'Chi'.cfuo o' :Ji o<icltilre; jletunicerrlente~ o (1{ ri:Jro_Jorre,


ln untl Se('e ,)Ft orl3iharic: l:OCurc., cri~i~~e.~te' rton teoreti~oment6:. Non
qUest:o uno spuno, n rct01;ico n lettercrL.i; .un :Uscorsc(attravero il

c;u:are

'.

'bitrognt. riuscire c. intendere che qut.ndo faccii:11uo isc\Jrsi, o quando


\

.:.e.r ::hiruno di ;Jnsare, il ?ensareo il frrecrscursi nut1 che siJnifica ii


1

dovere cons1Jl1lcre le t.str.zioni contro il cvncretb esistenziale me

en :'(''overe

si~nifi-

perisc.re seconf'o il ;,>ertsrire, alla' stesse. roeniera come ogni uomo

-che esiste nofr ho:. :i..l ';>roblemc.; c'i "~ecHlre S il SUv ~"ivere ~( esistere vi-.
ve ed esiste secon(o se. stesso. Penso che nessuno cli noi ha ini messo. in
.

u.estiwne f1- rap:Jvz:tb cun tutto ci che in propo-tziu~e ~1 su.O' mo di

s-

sere fisfco, ;_1erch '' tiiilente scutitrito quest1..>~ che non c' questione. L
stesso non inv~ce scntQto in sc~e filosofica, per cui bisogna f~rne ~ue.

stion. Perci dicJ: il .:~iscorsv fatto b. queste Ill.:lniera secondo la i.,iU&lt.


pu sembr~.re d?~urito 1.1n disc6rso '.stratto,. ,2ebbo cirl-i ch' Qlianco uesto

serubra un: c~is.::orsu astratto f;. non impertinentC?Jl.lente f.ta pcrtinentemente, non
ctffattu

vero

che sembrc un c-~iscors~ ~st'rattv; s'ewo.i un discorso astrat-

to fii~ ~love astrl1tto si ~nificci.. soltentd sec6n.d;.. s stesso. E cruesto 1 . c'eve


servire p~rch.:quest cvvi0 '(i {~iscorso risutti in qticilch'11ianlera non spre!nto, e cio che filbso:f:Lcbinente c tin punt~

t 1i

vista ori'iinario il Jiscor-.

so :-1bbie 'questa sue a:.Jori~ che ri3uar,-lr, protJrio l'essere fonrlmaentille, a


..

..

queGtd ~)unto potrebbe ~ssere in qualche m..:xio "ti.bb:stnnza chiliro ;,:>erch l 'es~

s.re fu~t~e.tnent.dle (,ell '.::qciria i ci eh.E' lega la (~ifficolt ril cJiscorso in


.

tuo:\J

te.le :p~rcui ''S\J.nrt(~o il ;~fscoro si svilup?a, dievo i>dccin,zi, in rcal-

t3. antici,?. le

sue

c-.:1.f~ute;

c!ie un

f.i.ntici?ar il suo bloco su se stesso.

i..i10rB.; ;:>ri~nndo a c;~st:t; maniern 'eh~ fu ?letonicn L'l che ncora nostr.
~kl

,)unto

cJi vista di culturl storio3re.fica direi cos::..

1e1 pnsnre umcno, 1x~r cui ,c}l.sarc c-.

t4 i

linea fisiologica

questa "mfiriiern si.1nifice r.!lsse:-;na.rsi


r.:d un processo stori~~, dci iscorso filvsofico che ; il i.)rocesso <lolh> ~pJu-

Mauritius_in_libris

34

-~i

tE:. del iscorso cnticL;>c.to

fon~a

Jq.l c1iscorsv in parteriza. l.!ome aporia

tentc..le, in _c;uesti termini; qucn(o il ,c1 ~scqrso filosofico svilu?pcn:-losi vu


c ..::/cm'u

~i.

cc.rtesinno

r~irc

:vuol

sign~j:ic.

:>er esempio l' :l,.ttnl'.tismo cc,rtesir.mo, (~ove 1 1 innatismo


1 1 eli1itir:iu.re 1 1eventucle riserva pro~lematict:t sull 1i! 1ll

_platonica; E::c" e.ncoru. si~nificc.. le :terir:: dell 1 illumin~zivne a3ostinic.na,


perch si3nif;in bloccnr_e in. assoluto ogni riserva. probletaatica su_i ;Jrinci..:>i :Jel

c~is;.;orso

discorso che sonu. ancort1


t..~opo

ce,

f~lorc.

e cos::.... vicp

c~irei

\.:iU(;;Sto il senso di quelle cadute dct,

cos\ )i

~rnvi

qqanto pi sono

~a~Joci

invc;..

il supercracnto _ri',1inurio delle. cac1ute., i o.ffcstellare questioni

c,he' invece sembrnno tutte positive e tutte pesant~ntE: speculu.tive. Ba per


ci lo E?Vilui)pv o il processo del :_>ensc..re in c;uesti ten.1ini secomlo questo
~Jensnre

blvcco ,ri !inario del

stesso, uno svil\lppo 1rave

~ro;~rio

:?er

gue-

sto ii1otiv0, ,Jerch un Q.ntici;>o che in realt-\ corrisponde e.l blocco del
rellt-~

.-;iscor!w, ciq in

D?,Junto si trrittn.

_i

r~0me

se il

.~iscorso

non riuscisse c. ec.pire che,

i une svilu~>tJO di se stesso che lo svilup;?O delle sue.

Ct'"~Ute. E, dovremmo

<:

irE Ghe lu sviluppb r..clle sue cadute inutili, Jerch

ClL~endo t. quest:c numierc, in rec.lt,~ non mi fa.ccio ncenhe mo.le e. quindi non
,~-;rire.

;_Josso .nennche cerc&re di fr::rmi

E che non mi f:1ccio m!.le vuol 0irc

tucto il discorso (1ellG cultura conterapqrc:mea, che i trovato n covere


_.>ensr.>.re che l 'unicQ tuodo <:li }ensa.re c;,uelo c~ella inJif f~~enz~ _al ?ensare.
Questo il iscorso di u33i. i..'unicC?
~~elln

Ji ?"mscre D.?:JUnto c;u1<:ato


se

putcs~imo

dire

C(JS~.

-che mi rimane certo, critico,_

in:1 ifferenze c..l penso.re .stesso, i:)er cui

non che. orni si trc.tt.:?,


tJi c'.1 ire che
' - ..
.

m0<~b

'

non esiste ness~no


filosofia, !_)erch
.
.

'

Jc;vremmo poter (!.ire che c' in .;ualche moo. il cri-

tf;ri0 content'?(.;r.::me0 attrlV(:r~so il quale tercure di raisurcre le fil0so~ie


che ci sono o che non.ci Sno.

E,_ch~

il discorso sia in questi

te~ini

non

l che lo uto r.:.'icenr,o iv, lo hc. <!etto l'unico studioso i filoi?vfia, non fi-

lusGfo, il
rf_, e

D.

(!UE~lc C.

un certo >Unto ha smessv )ro_)rOIOllltiCliaente di filosofa-

scE,lto ,'\i le :ncr i <?oeti:

1>r03rc.I!ar1ntic:::iment~

Heir1 em~er. Heie3.~er

ritiene che l 1unico

::,0rc, SO)rC.ttuttO H81:lerlin,

IUll

l.iu.:.~o -~li

da multo. teuqo che

fetre filosofia

o~Bi

sin lc;3-

comunque le3gere i poeti, ~lerch solo il

?Qcta pu essere .il pastore dell'essere. A me non interessa che

Mauritius_in_libris

Hcileg~er

35

pensi =.. c;uellc:. mnniera, a me interessL-. soltc.ntu che in


simo sce1lierci

ug~i
-

~~.i

un maestro

oves~.

.'

~etto

Heie3gcr e.nche nel-

11 senso. e il. !Je.so: d~~:l~,P~1r9.la ~l s,en~o ,in cui

le trll.!'1uzioni, ( scconJo

l'~

se noi

filosofie. c:ovreuuuc sce3liere un profes..

sore di rctoricu, ,'Jerch cvident(;ir1erite per chi ha


HeidegGer intende

rE-clt~

parole

:t~le, L$.p~l.~:ebittiia._tn s~ o~ posmo


'chiunque .'.ll>bi.i:i.:. letto Heid.~r. lt; .;;1uesto sen:-

COlOO

' 1 ..

intellettur:le (: intelli sibile)

'

so, dovrebbe cunvcnire con. me che vcrm11ente He.ic1egger - un raa3nifio ::>rofes


sore ,,i retorica,

cio~

uno che ?rofessa

ne.n finP-lraente 1 'esit'

r~toricc.

La cultura contemtJora-.

finele fol dlscorsu tJlatonicu. ?u sembrarvi stra-

no, ma l 'esit:o finnh: <cl Jiscprso _pleitotti,co, cio la fine (:.i tutti ~li
r.ntici);)i che platonicci11f.mtc il ,rJiscorso filosvf ico he.
~imentice.re

il blocco r.-lell.::i cr..l.ta

re che il nostro il tempoviste,

~>erch

sirnno

'.)ro~:>riu

lo ne,_;hiaiao; cio S~

~.,b)

ori~inarin.

l 1 er -cui c' verl:)L'lCnte c!c di-

paradossele che ci sin,

i i>L

~~e~ni

r1.& quett~o ~:>unto {~i

fi1li di Platone, i)r.oLJrio l>erch

t un tempo .non '.?.la tonico ~rO?rio .il nost;rd:

c' un terir,?o non pl.'.'!tonico il ci

r 1io

internQ'se3reto Pllltone

questo. ?crch, ('irei, tutt.:. 1-a. nostro teril?e.rie


colo3ica, .sociolo~ica,

svilup~)ato volenr~o

c~lturele,

Se

i)ro~rio

spirituale, .?si-

sembrarvi strano, sociolo!Jisticn

:)U

illl

r1e-i

nostri gior-

ni, certamente _perci atcss0 anti1.'>lc.tonicn, lo anti_plat.:>nica proprio perch il suo dio . Platone, nel senso che il ;>intot1iS1il9eontem;.>oruneo non
t>iJ.

ir~

dirnentictnzc:.

dell'ori~ine,

m.s. le

csncellazi.one_{~.i

_questa

r~iuaentic:in

zc. llore, tutto c,:uesto 1uon.lo culture.le che quello che , quello che

nor .1i ;?erch \.'~uello che secondo se stess6 ma, . . .uello che perch

.t.:ile secoruio il diu che ru::v:1t che proprio Plntone, in


sto dio

0~3i

significa, per un verso doverlo

doverlo, subito ;:hji?O,

ne,;~re .

s~bire

~uanto ~:~are

que-

Coll".e c}io, e per l 'l1lt:ro

Civ- l'nntL.)latonismo'1:foi nostri giorni 1 in

tcrn1ini si'iccioli storici 1 'anti*i:JecU.smo: (iJeal.is~o nel. senso plctonico)


1 1 enti-Lleismo dei nostri .3iorni, il l'oorn.unento mi-.-,,liore che si s,)Ossa fare
I

c. Plctone, perch.. per poterlo t<c!lbattere, chi.:iro che prima biso~na aver.~li
fatto un monumento tele .che 1>ui oi fctica tutto un secolo e pi ';>er doverlQ
abbattere, e per i:-Jovere poter dire he tutta l'imprese culturale Ji ,un secolo com 11 ?to.;ecento bene o mele ste.ta finalmente 1 'avere tolto dalla sto-

Mauritius_in_libris

36

ri.: Plc.tonc e i suoi rdti, tranne l 1unico ~dt~, che rili.1.-me il ;;nito che non
~:>1..1trer.1u

no

t1.x~liere;

;;>L'l

che 1.::i (1 emitizze.zione, ilerch le demitizzazione fi-

u:)3i nessuno hc:. mc.i .[)rovnto o. <.:emitizzarla~ i?fctt:i '!:.iuando ~bbilr.lo

(eri.J.itizzuto tutti i. miti

c~bbimno

fntt..J solo r..;ues.to: - e.l )Csto di tutti i rui..

ti ne '.J.bb,i&ao messo uno. solo, l.:". (\eillitizze.zione di .tutti i raiti..


t~mc

t:ot"Ocs.se in: vite

~-'!irebt>e:

l~ !iC

Plc:.-

finulrnent:c i miei scol.cri r.:.i hnnno fatt;; ca-

iJ;i.r c;ellci che iu mi sono nf fennti.to q ,cc,-pire per..tut,t-4 ..-, terifpo in cui ho

p~nsat,0. Ji :\)ens!.lre, }e.rch hy ccpito che i tenti liilffct'lc-cltivcvo in rcalt~

bcnns; un loro fonGu Essolutoche l'unico mit<h che, questo, ciu: la.

d.;:Iilitizzczion,e. E dc. qucstu :,>tinto .:li vistn. non

.cre1oli:i~i' possa

discutrare.

Allorc le. demitizzazione non pu:essere essa.stessn discussa, anzi .0emi'tizzt.ziorie ?ro;:>rio :Jer r;uesto, mr:1 corrisponJe
t.~

ca

Un{.l

tJC..?,ina binncr:: 1 .

C:..Oii1C

JUellc.

filosofic~nte

~.ppunto

nlla necessi-

le-1 . discorso c9ntemporanco,

che h le sue rr.iriici. in problemi molto pL) )esunti.. r1i qu:e.nto non sia ln pe.'.;in.:.: biencc stesse.. E il ~rblemn,
che

z~obbicmo

colti.e. c:~ice"'To

qll 1 inizir;; .'1uesto

noi~o,.

cercc:re di ca_;>ire. me3lio dc. un punto di vista sem.>rc pi'. tecni-

co,. e il noc:o sta. tui:to (:tii, nG11 'usscre. foil'. .kmentnlc ~he lc3a l 1aporia nl
c~iscorso, nel fc.ttu che: 1; &.JorL:, 1,.n ~uanto .il su 6:sere

un .es~ere

fon

J.Tiicntl:.le rispctt9 o.l (",iscorso .stc:sso,. i)er. rtsp.etto .nl '- iscor.~() in ~1uesto
mu::.~o >'r cui 1 1.(ssere fa.:mdruilcnto'io de.11 'a.poria,. (iel.1a (,i.ffic,0lt, in r(;o.lt
1

3i.1f1ificn, foridnre . il ('is~or~w .. rio al lor~ fom1nre ~l. Jisco-:rso si.3nificu nccessarie.raentc nc:?;cre l '.'.'.porio. Ecco il (~iscorso. r1:il:l .la negaziop.e ell' apori non seconJo il

~~iscorso,

seconlo 1' r::.poria. ka allol:'.a questc,. non

vercmentE: ne;~cziunc dcll' :-cporio.,


cpori.~~

............

serarnni.
<loVrenuao
Jell..' . .
-. dire elisione

'
cio dovrcr.a;ao riuscire o. pvrre nellu ste~. ~1'.. iJ.1 crisi 1 1aporia

).cscianr:le

r.i

lll

se stesse... Allora. in iuesto senso noi

pot::r-t?~o .cqi~inciere

col

dire:. (~.un:::i.u . Lle.:: orL~in@.rinment:c signifi~n nece&.&1.tft .c-.. imposizione interne. c.lln c,i_)uri.s., necessit tragicn. Jel porr~ in cr!si. l 1aporia lnscinnJo
per 1 ';,Juri,:: n se steEJ.sa. \lll{1ue lLvrer1D1i<J nell 1apvria, cio nella r1if:Ucolt~i.,

nello stesso tcmLJo 11

dente
(~ue

l;

m:messurf~,,

dicipmo

cos~,

dell'aporia corrispon-

un essere. Bo.c'i.1te bene, stu, ~-;.icendo il non essere dell 1apuria, <.lun-

un determinato senza determinc.zione; senza eterminazione perch il non.

Mauritius_in_libris

37

essere si3nifica pro:>riu essere scnzfi (1 etonitinazione, per uri. essere sen%a
.t:enuinazione che ..letenuirw.to; dum.:ue il non-essere dll 1c1i:mria c01::ris?on.
.
.
. .
. .. ,..
"
1
( ente e: ~ essere dell ',".lpori[I. che l'essere fondruaental'e, dove urt essere
.

significa che c2i fronte fll r".eten1inE.t0 che precede, il. quale precede perch
determinato e senza r.etenninaziune, di fronte e. luesto ci che accade do?u
. l' :tndetcrmim:to che conS(?3Ue, che per consegue come indeterminato ma. pru~rio .?erch non indetcnuinutu _?erch proprio l'essere, anche

se un

essere e non l 'esaere;. /.J..lore l)otrer111ll0 ?i~ o meno stare fermi a questo tJUnto: le. necessit dcli' o.pori~. in fondo consiste in questo, la necessit. di
essere essa cporio. il non essere cli se stesse nei confronti di
dell' ni)Oria che un essere ?erch 1 1 essere

fon~Iaentnle.

~-,essere

E' un essere

cio un ineterrninr.to che corre verso une etermitulzione che. il iscorso, non l'aporia stess.::i. E:::J. ecco u.llorc le crisi speculative, la crisi veraabbi~o come .corrispettivj. il

uicnte radice.le, s;.:>cculatiw1 ,, c:uecto }Unto:

rion essere e l'essere in c3ucl modo ",?er cui il non essere e l'essere-non ri::;unrc.::mo n il non essere n l'essere, m. ri:JUnrrfo.no ;_>roprio le difficolt
::elle. r.:'ifficolt;1, cio riJU.c..rdcno ::>ro;:>rio l' r:poria. fondeinentale. L'essere
fondrmentale de. :;>~rte .ell 1 2porir:. non ri3Uu.rc:l': l' nporia come tale mh. ri;-IUar~_10.

il suo essere fonderi.lcntcle in c.:;u..:."tlto 1' ~poriu fondo.lllentele in tlUc.nto

rizunrda il

fonc~.are

il iscorso. Allorn l

fondrunent~lit

me se l~sciesse l'cporic senza se stSSQ per un verso,

in

<lll 'aporio coquanto lo fonda-

ment<'":l.l:.t~ dell'aporia lo stesso 'fondare il c~iscorso. Quindi noi potremmo

in fon:lo dire cos,_: quand.o Talete :;enSE!VC. lo~'tr'lt.X,Etnv

, l'elemento corne

elemento nello stesso telil?O fondamentele ed ori3innri e qu.'lndo Plcitone p~n


sc l' idee, la correzione teoretica dove stc? Perch potreIIDno dire
unto in questo Llodo: se nssuini8Illo coriteto~xetw
rio. l' i,-.~en

-~

Ci. (:;ues~o

fondcmentale ed origina-

come se f"1.ovessili10 ri?etere con Talete la aporia iniziale; non

fon~nnentcle e origincric, cio l'nporic che sta el

?unto

cli partenza del-

lo svilupr>o successivo'Jelle stcsst". aporia. Con l'idea come se dovessimo


ri,Jetere lillporin iniziale e condurl~ e quel
{2U~le_

raomento ori.~innrio di s nel

l'elemento foncJcmcntale ed ori3inario l'essere da parte dell'nporic

il suo essere il fondare il discorso, esottamente ci che Talete pensava

Mauritius_in_libris

33

}ropri.o. d,e,~lo ~"&91.x,e:tov indivi:tuc.bile come (,;,ucsi unico cd originario. /J.lorci, che pi::ogreE(.SO
. )
del

r..1on~nto

e'~
..

t>~rve ~er

h'i!.

tento fo.ndot9 .in ),:u.anto


,

fonc1.ato
in

.:i
'

;.:

. ' ~

'

. -.

_ :.il s-qo

.a

ori;3incriet~

f:l discorso s1'3nifice, il discorso elle in-

il suo s-."l;>ere l'essere fonclc.to Ji se stesso.


,

~e.pere

::i easere fordcto rne il suo sapere l 'cssere

se otessv;
oc::.rehbe
.

co1;,~

dire c.hc intanto il :1isc.rso fonciato

1 1 es sere fon-1Qto del. discorso identito cl sr~pere 1 'es sere fon-

Y,UG.nto

ckto

::J~tto

Non ho

nell 'm.:ibito c1ellc

forykre il (iscorso? e che serve per &onckr_e il

~;e:.P-ai.rii,-.ip cuifondr~

discoreo nei
~

Platon~

r\.1 Te.le te->. .:,

..

./

(1, .. se, stesso. E

p0ssic~10

;lire, i..o. s9l0

si potr ?{:rl::ire ,mc.i t'i ,i).entit nl

~>cr

::>rinci~Jio

ccennarlo che non . che

_>erch semmei nl princi?io

(e qui si 3nificci. .all'inizio} :_>0tremm ;>ensn.rc eolo l'identico e. mni 1' iden-

tit, clov"? solo l'i:;l.entic.o vuol dire il fE,tt:o ori3inari9 che l. 1 E:ssere fondto del discorso corris:?ondE: Gl .suo sa;?ere l'essere fon:Jpto ('Ji se stesso.
Dove diventc. subi,t0

fon~cmcntcle

intemk)re. che ;_:>r un verso il discorso as-

sume c~i nc.~c.tta.re -,il suo GGsere pc.ssiv:o (?essere fondato) ma :Jer l' .::iltru

c.ss\.Dlle ,,.i (1.etermim:i.rc in qu.o,lche i;rn:micrn. l 'es.sere fondl!to


di se stesso,
...
che , coue esse.re
ci~

discorso,

e non in

seni;o_

~..

~Otl(_eto,

~Jer-

il S'ipero l'essere fondato, e solo ;:>er questo

che ori3intirir.:.Iacnte ,si chinina

p~nsare

.in senso filosofico

/,~tico, emozionele etc Lq_loro, il filosoff.co cfol pcnsnre

consisterebbe
neL.fllt;:to. inizi.:;.le: e _pui
uri::;inar.io
(inizi,cle tnletiarunnente
.
.
..
.
..
.

'..

ed ori3inr:.rio.

!.JlatQtj,ic;~~qt_e)
.. .
.

so .corris?onde cl

snpe~e

se.condo il C'.Ur:le l'essere fondato ;::lel ::Jiscor.

1 essere

r~i

fon;l&to

se stesso.

Questo irlcn.t:l,.co, non. <,:uestD. identit.\, costituirel?be il ;_Jensa.re cume


.filRsofi~o e :lu!l"<ltt.e, ,il f.~o~'?~~i9 .c1el dis~orso non stnr'ebbe nel pensare l '~>ens.:r:re

L.leq,
nel.
-;

'

.~

l 'ncc:uo., .ma.

~onsiste

co:rrispon~:1e

che . l 'ess_erc foncto cl1.e

gro;Jrio in questo identico :iniziale


nl sapere. ! 'es.sere fonr:\::.to. r)i se ates;..

;~ic::. ..nl Ii<On~ento


che pot?sicmo chi~o.r~ iniziale ,~l mumen,S?. ~~c,o- pe_~c'h,.
. ,, ..
..
.
.
.
to che pssic.rno
_chic.ril.:J.re
discorso .co~
necessi. . .
.
.
. ori_;in.:i.rio, la ori1ine del
. .
.
.
'

. . .

. .

t . 1:1 ..disco.rso
0

filo~ofico, le
.
.
.
'

'

grigiqnrict
del mo1nento, rispetto all'inizio
..

.:li se . stesse,
che
cqs<::::
si,3nific.::\?
significn
'-lU~'llche cvsa che nel momento
:
.
.
.
,
....
.
in cui viene posta, viene nuche negato., in (_1:Uanto la ori3inariet c.:cl momen.-

..

..

to corrisponderebbe alla c:ipacit da parte el roo1nento originario di por.si

Mauritius_in_libris

39

,Jri11c
del suo stesso momento inizie:le. Il rnor11ento
nel c::uc.le 11 momento ini.
'
~

zie.le divento.

ori.~in<?..rio

::it~, ~;ll.c 66vcx1,~

corris?vnde,

:::!ovrebbe corrispondere, elle. c;.:;.pn-

da parte c"el uomento come originriu di ',Jorsi come ori-

gin.::rio rispetto .nl momento inizic.le e di fllr ccpirc a3li uord.ni che

le~nu

no e ;li cn?ire, da parte c..:a:3li U.Umi'Ji1i che pensano che intento c' una inizio.lit. :lel momento. in

~.:ucnto

queste inizialit Jcl moi!lentu corrispondereb-

be c.l suo essere detemim:tt:> di:lla ori3incrietA del momento. Sarebbe coiue

::..!ire. che per potere pense.re tc.letienamente <j.obbiamo crrivare a (1uel ri101dcnto nel qut';.le obbiomo

,.,~nsere

platani.camehte perch e soltanto perch, pen-

sore plo.tontcornente dovrebbe poi 'corrispundcr a rifare tutto il camriiino


inverso .fino a porsi ?rim. cel ?enst.i1re to.letianamente. Ore;. noh cccde solo ?er virtt\ e -destino

(~i

storie che Plotone dopo Talete e che platonica-

mente, essendo c.nche noi .::i.o:_Jo Tc.leto perci Tl'.lete l'inizio! Direi che
t:ccade, per discorso- critico, j?er 1isorso pre-giudizie.le rispetto nllo. stesso t 1.1scorso l'erch come quanJo si c1ice che in

o~i

caso un punto di ,_Jar-

tenzc: ci deve essere e da dove che sin o dc chi che sin non importa, e c1ob-

bicmo eccetto.rlo. Gi ice,.ma non si pensa 13erch nossun filosofo disposto c;ei 1CCGttc.re che t: necessario (lensure. un punto di ?Urtenzn come iniziale .estinu c1el
~10

<~iscorso filos~fico,

si :,:>ensa in \.;uesti

te~uini

c'

e se.r,\ sempre l e dire che anche quan-

1~ ,~iust;ificazione

,c11 questo stesso.

?~"'

cllorn .se quosto vero e lo~ solo in senso ano3re.fico 1 storico, a me pare
pt). vero un altro discorso, ?erch

cccc~e

che noi filosoficomente siamo edu-

cci.ti, e pensl'.re in 1.1uel morlo :)er cui t>nsare' sembro una continua smentitFJ.
C:i vivere l'esistenza e perch noi invece si::mio abitull.t:i n
z.ic.lTiehte in une. maniere chio:i sembra molto pi logica
di quc.nto non risulti invece il
~JiemCJ

~lensnre

viv~re

esisten'.""

molto pi ordimJ.tn

secondo se stesso. Perch tutti sap-

esiotenzic.lroonte che se dicinmo origine chiaro che intendiomo dire

con ori3ine ci de. cui riceviruno il :;>unto c1 i

~artenze

e banalmente, in ma-

niera nncoro pi pensose. di questo discorso cos detto esistenziale, se vedic.rno orrere un
st~zione

tr.~no

non fnccicrao nessuna fo.ticA a pensc.re che c' unn

di ;?Cri:cnzc. che non certo l 'ori3ine Jel treno me. l'inizio di uel
I

viaggio. che .vedic'lUlo fcre el treno. Cio, ad un certo punto, l'esistenza nel

Mauritius_in_libris

suo }Unt;o

)ii) e.ut;:enticc.rnent~

40

esistenziale che perci non dovr nii ~.ivento

re per.. questo esisten.z;itdistico, pro?ric ln cc.ncella.zione <li quelle. lwe-

..

...

'

stioni che l~ filosofia si ciiverte r.. 1aett'ere irinenzi e:, se ste~ssn o innanzi
".ll 1uomo ;'cr cor..pliccre ln vitn n clii _1ensnr di :-'ens~re queste cose.
I l (:is~urso ver.cmnto pi. couvlicato perch si tratta di un discqr-

so che_ pone in c~isi il u10:;.,~cnto ort:;inE'..rio L '.apria che in quanto fondament:le ri3\lc.tr:a . .:uef:, suo. essere fohr~e.ri1ciltD..le he esso. stesso,. corno. fondll[antnle9 ;fond.::tre )1 disco~so, in rec.lt significa seconcio me che, con l'aporia.

~on:..~~11t.nie ii ~tiscor~o filosofico accette, che C:i sie'.un elemento che sia
'1--

nllo stessu tem;>o ori1i~2rio e fondtmen't.5.l


che- iu )Gnso

Lll

cH: he mi fc

;_Jens~re.

qusto elemcnt9 non i

CV> _che-' mi fa pensar~ 1 'eppria,

'3 le. ,;,1ifficolt. che ir). <iU~mto fonltllnentt:lle fondere


dic-v;~:.

i i J.Hscor_so.

Pa-rci

questl1 nporil"~ .::poriu. pe~cl~ io non riesco a periso.re? e pare che


"'

2ovrcmmo poter dire cos { s.nocciolc.nc1o V ti.be clell, filosofi~. ; Per cui, non

sporetic0 il :Hscorso, m.:} npureticc. le ~:q_:Jorie e per essendo nporctica


ver~::.mepte 1 "eporit::l;~ . c.vrercu.nQ ;:il non (~ell '.::1~~ori;;.:i. c;f;. c.llorrl avreri.llltO il iscorso. l\llura, 11 f'liscorso nun- : nporetico; 1 1npori:J. aporetic.b. .lo rac. non in

mr.nierc. tcl~ dc ,~sserc tclmettc Ai'oretir-c. ck to3li(?re- se $tessa e l.'.1 concll~


sione ne,1 fett' he lr '.vr(; di'fficolt. St['; in questo iriipiccio ori~ino.rio
che hc. bi~oJno '.ii sc:welc~rc;
inizio :::li se stesso. Le

se :stesso

':iffic0lt:~\

nllc sue spalle per conquistc!!re 1 '-

sta riel fare

diven~nre

Platone pp.r.!re rli

Tc:letc (ec1 cssUr.to Pli:tonc e "I'nlete com:e meta.foro., come simbo.li dei momenti

p~

ori3inari di ,un discorso con.e di~corso filusofico). Allorc. dico: lo f1iffi~


.-. t

; .

colt-9.. starebbe$ parlr1!ic'.d J.Xi~ met:~.forc., nel conurre Plc.tone o fare a Pa:re

e. T<':t.lete

-~.... certc.mnt~ -~g: i;~se: ~r~ .:Tifficolt

.di un e-rto, ti'.?O. ln difficol-

t se.rebb, e noti soitcn~. ~er l>rrttut~; trovare n Pltone tante mor;li -1ucn-

'

te ne sono necoszc,rie

'~c.

nori

~1uesto

il

i'e.J:'~..

'

..

fer n.scer Tclete e tutti quel.li

?Un~~-,ome ~~n: io

do~)O

Plotone.

certamente l'altro secorido il quale

ci si hie:1e: rnc: -come fD.cctiCJTio stricmnente o. far fare pnssi indietro nlla
si:0rie:, se pr.re che le otorir:. cnmrnini scr11:,>re c.nqc.rt(}o innenzi :nche. se a. m
c~.i

lume.ce.? t!ll, 1 1 n.nd.::,rc inn.:mzi delle, lume.CC. ?Ur SCID?re pi

meno Un la-

sciere treccia mentre l'cndnre innanzi delln storia uel non lasciare E

Mauritius_in_libris

trecd:ic. cli s

~>er

41

cui :::d un ccrt r:1vr<1cnto come se le. otaria cndando innc,n-

zi stesse; in rec.lt ferm.::- "" ::ucsto non


~~ice

10

dico io rne., co11ie ::ieo

la nostr.:-: societ?:i contem:.;>orc.ncc. f;.llorc.

t,,J che l

'~poric,

':1.poreticr.~

1.~ueat,".'.

in

le~

~i.')eSE:.),

lo

clifficolt consiste nel fr.,t-

mnniern, nporctica. cio perch il

suo essere q:>oreticc. ri1Ucr('c.. il fondnre il discorso u non seo licendo che
questo non f,m1nre '11 discorso e mm penso

cos~.

perch non sto critican-

do Plc.tone, non sto diceff1 0 io che il \!scorso llatonico non filosofico, O,?Urc nort filocofico
cri&1ente pens,'J.ndo, in

SCC1 C

r~

li7cllo rn<licr..le. Sto

rJiccnr~o

altro:

~lntoni

otoricc.. e critica.; 1 1 C.tJOrie in (_iUesti termini

eporetice perch'll s~o essere corr:isponr"e cl fondare il discorso quindi


il suo essere. fondament.:.le fondare il (:incorso. E' cor.ie se c1.iccssi in cltri tennini: lo.

fom~c.mentclit~

Jell 'c.~Joric d.ovrebbe essere talIJOrtte intrin-

seca. e.11 'eporic, dc. non uscire fuori jl'lll' c.poric e de fond!',re l 'aporiu.; invece ln

fondcr11ente,lit~

dell' a:i.>orin non solo non fonda l'aporia ma 1'.1.lirit-

turc. fon,:le il discorso. In c.ltri tc:-;nntni: non solo non riesco rn:.1 es[>ere pa.dre :li me, m.:: non riesco Gd essere ?!1.dre cei 1'd.ei figli, dove, in tcr1.11ini
r::.:.1ic"'li (e prenc1 emk> le bettutc in senso i;ietllforico), non risco ntl essere pr:;:.re di me si3nifice c!1e non riesco c. conquiste.re del i..rl.o eascrc .1cner~to, quell'essere che mi q:>.;>~rtine ~>erch io sia ap~unto 1~.dre di

per cicscuno di noi,

c_ur~n'.:,o

1,ie.

si t%'.OVC Erl essere n&to e cd essere .0ettnto :in

;.:;uesto ioonJo, 11 <li-scorso cor; . :?er cui appunto scr uomo

qu~ndo

stir ">e.-

1"1re di mc e c_:uindi ?Oi ?EI}re dei i.,1iei f i 3li.


Allora r.iico, non solo che 1 it,.)oric non rieace od essere il :;>o.Jre (1i
se stessa

IilC

che pretend <li essere padre di un suo fi ?,lio, rnolto fra3ile,

molto '..>rematro, nc.to :>~:recchio tenno ;>rima di se stesso e che il discorso filosoj:ico. Il r'.iscorso filosoficcrnentc: diffic.ile ?Grch. corris _>onJe

c. questo ruomento

ori~inr.rio

t.1. di essere, esso co111e

che Jovrcbbe riuscire n :fo.re nc.ocere le


1

mo~:iento

CO.i.J~ci

ori3inc.ri, il ?rinci?io dell 1 inizio 1i se

stesso, Jerch il 1rl0mento nel (;-U.!lle l 'ele1.ento ori3inc.rto e fondo.mentale


corrisponc:c E'.11' ~oric. cou:e fonc:cmentc.le lo a tesso ruomento nel quale ln
Gporie.

:.n

"iUC.nto fon<lcanentale c!ovrc~bc essere in reult,0_ le OUVCl.&.C'

inizio, cio la capc.cit>.t di :.)orre

1 1 ori,'.~ine

dell '-

primo. dell'inizio dell'ori,3ine

Mauritius_in_libris

- &2

9tes!::r:.

f:_t~.cru:'o

invcce,.criticr.uente si".'1110 c,bitucti a pensnre che .(l.".lto 1 1 ini-

_zio, a;l un certo

)Ulltq. trover~

l 1or:l.3ine. E per queato ;,:>e..rlo di disc.orso

critico a .,;uesto ::>unto_ c;erch .<.iuestv un (1.iscorso :~re-~iuJ-iziale, cio che


._,, .. ""'""
_f'.ntici)n il ~:f,.utlizj-.~;:~n(..:!UJ.entcle:che l 'ori!jine t>.ccettJ. che sic stnto cbto

dell 1 ori?;ine~ (cie> (71.......s~ s~essr:.) :)ri::m .~.ell'ori1ine stcso.:::1; perch l'uvcrc
l'orL~ine l 'iniz~~~j.fic.~ pro'.>rio ;~uestc. criticit-~ :inizi5l:.c, .. c..,poi ori-,.~

.-:;int;:rie,. he. cort's1~ohe e.l n.ornento, orL;incrio che intnnto critico in qunn-

to. il S1:J e~_serc critiQ un cccettare .:Ll 3iuc~i~io di .se s-tessc su se stGari. p.~i1~1n cl'i ...~e stess.r:.. /.11.or.c~, . lt~. 1.niziE~lit dellJori~ine crri-sp0:n~1e c.lla
stess~. cri_~icit:l

sofico

s~ltc,nto

Gll 'o:i;i-:-;ine e:possicmo ):lrlnre; <li cliscors: critico filo;>erch disco"J:"so ,critico filosofic vuol dire ln nccettizio-

ne ,-}ell 1 ori3inc,:~>~_.l?L:rtf3 (J.cll''ori.:;in~, ...lel suo .essere, ipiz_ic.le, o ia accettc.ziunc dc

~JLrte

c.'!ell 1 ori.;ine,

r~ell 1 in.izio

dell 1 ori3in:e stesse che -non di-

~)ende ~lE.J:.l

',origine . stess{~, . tn

'~uanto

l'inizio: 2ell' oriJ!ne. ci che deve

;y.rcnt.i:c:e 1 1 ori1ine.
Sto :J.icendo, e _si._ ;:;rr..~t:a ~:1j._una '.~fferrik'1Zione grcvissinio, che
cit?..

:~el

storie~

discor:;;o .f.ilosofico corrisporn;.e D.llc r;;;uq, ,fisiologfic.

,. . c!i~ .::,uc.nJo mi s.i c1.icE::.

~he

1E1

criti
..:;uin-

il discorso filosofico intcnt9 . :f-ilosofico in

us.nto critico, sccon:lo ne si t;J;"attc di: q:uc.lche cose che es.nttamente


il ontre.:.r,io 1 ":i ci -che-

s!

vuole

-~~ire;

,>erch C.?"f)unt.o si sta. '.(licendo che

i l rUscorso
filosoficoint,::ltj:o
filosofico in ctur-nto . critico, in qw:,nto,
.
. :
.
. :.J
. - -.
~

. l 'cescre critico-(.;el (~.iscor?o filosofico c.orrispop.de p.lla .sua: nnture stvric:'. Ci_o, l)ppc.rt:i~l)q_;1,.g-J.lc nD.turc dcl _~ic.::or_so, ctorichmepte considernto,
il cuo eszerc

critic~-eJ..il suo

esse,:e critico stc

nell'!.-::.c~ett~rche

:~ina r.1-c, un c.ccett:',rc il :siur:~.:izio ,:i se stessc... su s~ :ste.osc prirna (~i

l'ori-

se

stes-

sl'.; perc1 1 1 ini~io ~ell 'or-i3inc :)ro:_)rio. tiuesto. A ;:>c..rtirc dnl t>'liilto in

cui couincio, il . 'iscorso :filooofi.co 6-i311ificc inrealt:.~ ~L ~)orre l 'ini. zio.,.-s1er}- ~liscoroo_..filosofico come inizic.lit:\ dell 1 ori3inc che. rigum.cla lo

stesso d_iscorpo filosofico, cio la. s..torit: e bnat.a.. E di }Jesto i:.:d. mc-.estro
lo stcs.:;o .-::n.::rc e..:el

~iscorso

filooofico

(}cl

To.lcte n Platone; cio, <:i.rrivn-

re re :Plc,tone oi3nificc. e.spire il discorso filosofi.e-o eone critico, r11u cnpirc cuesto si,3nificc l 'o.ri_;ine ~he ori3'inc in ~lutlnto c:ccettc.re le iriizia-

Mauritius_in_libris

lit.:t

~a

43

se stesse.. Ed 1;.ui che lr-i. ,:uestionc si complice vercl11entc in que.n-

to l 'esserc rltico n <uest-o ,,.oi:-1o in rcc.lt,3: si:rniftchcrf.:bl>e per il discoroo filosofico la neccssit3. o le. r>.ossi!Jilit.l\. di non l)rocederc in t}U&nto si
trcttrebbe

da :'>tJ.rtc

~ol (,iccorno filosofico <l.i' co1.Drendere (.'uell 1sscre

critico c1i se stesso e, c;_uestc. mnnier.-:, che '.'.'.o.rrebbe corris:?ond.ere nl suo

tornc,re indietro sullr: inizir:.lit:'l 1:'.ell'ori3inc stessa. In un certo senso,


t)cnsc;re l'ic~ec., in-vece, non coni:ro, 11v1 r;l posto, dell 1ecquL dovrebbe in
reF-lt?..' si3nifico.re il 6iscoroo filosofico che riuscito
prir.;r.:. dcl

mo~1cmto

nel

a,~lc

porre se stesso
h<.J. ;,>ensc.tv quello che l 'urnidit.>.i o 1 1e.cu{". en..
E;

che 'se, per i>nsare 1 'i(~.8r::, sono c.rrivr..to c.. :?lc.:.tone cio E:.nche :se, per fn-

discorso

re CJ.Uesto, ho Jovutc ccccttc:.rc lo svilup?o del 'V"' stesso, coroo :a1scorso fi-
losofico~ l>'le

pensare l' i,fon un pcns.;.;re l 1iJen in sootituzione (in-vece)

cell 1e.equa O dell 1\llili..Jit C tutto ci Che :~~e c.llorc a !11<.-.t:one Si c.njf;',tO
svfluppcndo?. Pens'1re 1 1Lfot> non ~)U ::;ic:-~nificl".re smentire Tc.letc, IilCJ. pu significc.re, dovendo !!iJ)Un'i:o :>anse.re 1 'ir.iec in ucsto senso ;,>er cui pensa.re
1 1ir1.e.:; si~nificr, pcnsu.rc c1uclcos~ in-vece dello O''t'O LXe:'Lov
, che pensare
1 1idea; siz'tlificc. pensc.re in <1uel -1.1odo per: cui ln iniziclit cll 1origine
fim:!ll:Jente pone s stcssr: com origine delle inizie.lit dell 1origine? perch appunto, pensare l'if1en dovrebbe poter significo.re tre.durre la inizialit

deH.' 1 origit?-c

nelle originnriet'dcll'inizio. Me, pritM. questione: l' ..

origine intento pu emmettere, che l'inizio diventi la inizialit di se stesse, in quento 1 'iriizio 3i; mo 1 1 origine, come .f c. o. pensare di se stessa
quell!l originariet che c1.ovrebbc riguardare, l'inizio? perch se io parlo
di ori3inrlriet dell 1inizio.io dovrei poter parlare .di una originariet' dell'o.cquc, . intesc come.

cr'tOLXe:i:'Ov

coue dovrebbe. cornincicre 'cl non fe.n11i ca.-

pire niente delln affcnnc.zione de'll 1ccquc corle


pense.re dello cr'tOLXt:tov
SQre

.-::.cc:uc~

CJ'tOLXEtov

Se io l)Otessi

che inizio, -la sue. origineriet, pen-

la originttriet si3nificherebbe il porre gravi dubbi sul fatto che l'?Cr idesso inizinlc, storicamente iniziale e cio

"1ovrei spostare' tutto il comipciere il discorso nl discorso!che comincia;


il

che

Gi.31lifice che il '(iscorso , ed essendo perci ,comincia, t:o, encora,

co,!e fe. il discorso ac1. essere? il problertk"'l. vcrcmente tl!letiano: carne posso

Mauritius_in_libris

9ensarc .<:ci un certo T!iouento (:.uclche coca che posso chiemcre. discorso e che
non debbo chiru-nc.re tcogonL:: o cos1.io:;onic?. couie posso convincermi cio che
l":d un 'certo punto sto pen~E,nc1o non il principio c~elle cose, non st:;o facenlogo:~onia.

do l ''"lenco delle cose: o delle ;3eneruzioni, nm che sto facendo

e che non posso fcrln pcrch chi hc. couincie.to n pensr.re mi ha irllpedito di

f<";:rle.? E t::uesto 0
non coninni.re n
cr~

T~lcte,

pens~re

cio questo il tra3ico 3rcco: e non posslr..iuo


r.llr1

rnani~rc.

greca.

~'Jerch ~Jensl:re

c.lle t1i.."'.niera gre-

si3nifice questo tipo c:i grecit che in czunlche lilodo mi fet uomo e in qc.1-

che mo.o tni hn crocifisso ?ril:i<1.. Jelli vera croce perch. qucndo iai

pjJ.ft ~~1J..f. 1r/.1F/. </1/cjf/9 pptf-Yi~ ~;..f


r/.tr/i<lf.tf.irl<I /:. qr/.</r/tlc/ ffe/rYiWcp/fo/"M/ t-11>'-J.tf..f,/,r/J dlllm1icnte in qunto

fisso e, cluestc. mc,nicrc. mi hc crocifissof./,

iii. )i/;

ha -croci-

le Vere: croci dcll 'UOliO non sono le. croce IJ<::. le croci ch i)rendo per croce
cio le croci elle. maniere. cli Proneteo tenendo presente che non ho .ticuna
difficolt ad cffenncre- cho de. Prometeo non ho niente a iliiparure in quento lC'. lezione di

Pro~':ieteo

Prometeo

cerve. solo e -\.-stesso e per questo fu o.ppunto

inchiock.to.
;

li.llorc dico: il cominciGre del discorso filosofico e queste. mmniera


:,:.JOt eGscrc. teojonico, cos11103onico,. e dovette non essre lgo3onico; e si

trutto. di. Uh/'. pCrolc che suone I'.illllC iJroprio nel snso che Coi"le
lo stesso logos a rifiutcre-cli fnr uscire la origine fuOri ~i

's.

SC

fosse

Cio,

COfue Oe lt.: pronunzie del logos contro. Se steGSO fOGSe: nccettO d:.' essere
rischicto in tutti i fr!:intendb:ienti i .1e stesso piuttosto che c:1.ccettare
i.li porre l 'origine di rne fuori di ue.
Si ere-, 3iunti pi:~i. o lileno e: un c'.iscorso cli questo tipo: dai punto di
victr: dell 'originc.riet dell 1 inizio non possib:i.le pnl;'lnre di logogonit.i; _
cio noi 1b!Jic.mo unh teogonie.; una COSI11ogonic., quindi abbiE'lilO delle teorie
:.enctichc .ull<: terre o sul .ondo,

El.C.

non cbbi.:::.rao' teorie genetiche sul l-

""~os. Ere. qUestr. une. conclusione che nascondeva. un discorso 11~olto pi~1 scrio

che il sesucnte: ll: necessit che il diocorso

c. pertire dcl suo stesso cornincicre (~ non hr:.)',

cio

cinre

,~cl

di oillinciare. se stesso
.:.<

pcrtir da un cor,1in-

tliscorso stesso che in rcf'.lt come se. fos$e un'essere co1uincia-

to, (;:uindi inco1~inciare C.el discorso che significa cotuincil!.re

Mauritius_in_libris

se

stes:lo,

45

inizi~rc s e partire da uness~e inizieto; e pu.sembrere che il discor-

so in questi' termini

si~

tc:lment;e bloccc.to dc. non potere essere, fc.rc discor-

. so, i)erch. se la necessit un diE>corso co11J''-!lniziere se .~tesso,. che per; legato ell' essere inizic..to, ,io cl fntto che il discorso stato inizia

to,

i~

modo tele per che 1.'esser.e st,to inizie,to de pc.;te del discorso non

l 1in1zic.rc s dn p<.rte (1cl discorso, . per; il

di~corso,

se qualche

coso. inizi~lL1ente, <..:ue:;;t~ neccssit_ di inizi.e.re s.


Ecco pcrch,

(~.icevo

che in re_c.l t ll,l logogonia non si pu fare, cio .

lo 3encsi cl lgos non. si .pu fare,, ilerch per potere .fare, per potere determim:re la genesi rlel 13os, noi dovre1,a:10 cttunre o strutturl?..re
o deter
.
l
rcdnE..re 10. teorie. del l3os, dove

~eorie.

del lgos si3nificc contemplazione

del lgos -e dove contet&lplazione del lgos significe il lgos che esprime
sE:l fuori 'di s

coElC

stenso 8'ltll:nto

~eiVl
,_

se fosse in s. ossia il lgos potrebbe contemplare se


misurA
:nella quale :onteraplcre
se . stesso dovrebbe
riu.
.
i'
.

scire tl-Si,JOificl:tre porre.s fuo~i cli se stesso, dunque esprililersi, rna esprimersi in quel modo per cui l'essere espresso non

.u~

esprimersi: l'essere_

espresso del lgos non in rec.lt un espriroore il l~os, pcrch snrebbe


il l3os nel lg-0s. La logogonic, cio ln genesi de1 lbgos, avrebbe.pur sempTe come principio il lgos e .. avrebbe come fine lo stesso_ lzos; ellorn moi'
dovrermno ~1ire: l& 103ogonic., per dovere ripetere poi di nuovo la pcrola l~,

gos non solo cori1e pc.rolc, me

o~!le

atto. E' chicro che dc

~}uesto

'

punto di

vista il discorso pi coerente .che .si oss~ fnre l'eliminazione delle genesi del lggs e l' isolc.n-tento del lgos; cio il lgos ritltme tutto a se
stesso, in se" stesso e __ ;>er se

st~sso;

e.llore il 1,gos continuo. p.d essere o

coiidncia ad essere :e poi continun ad essere secondo questo comincierc

cos~.,

ii l3os continue nd esaere e comincia cd essere ~oltanto se stesso; ecco


perch dicevo che non. ciarilo riusciti perch non possiemo e non dobliliarno riuscirci,1 fnrG L:: logo3011ic., in r<:pport() .l probleme secondo il quale lo
e.parie. fondEl.inentc.le del (:.iscorso

l:)U

essere negntc soltanto dD.l fc.tto che

il '.aocorso stesso ilr: nc3nzione dcll 1eporia fondau&ente.le <lel discorso.


PossiaL10 negnrc 1 1eporio fonde;1nentc::.lc, nella misure. in cui 1 1llporia
fonc~e.r11.cntclc

del discorso fondczione del discorso, ma le fondazione del

Mauritius_in_libris

discorso nc:3c,re l 'r\Joric fond&;1ent.:.le. florn 1 1 nportn fond.::u&1entele stc


e:. sign~ficr,re l'essere fondaneritclc delln nteson. apori'c, non so.lo,.
..

LlC

anco-

re,. .irei peg:;io, 1 1 aporcticit clell' c~poric, addirittura il suo fondl1rc


il discorso, cio la difficolt come fonckmentnlc consiste riel fondare il
discorso,

il fonc~re il. iscorbo oL;nificher~bbe o dovrebbe. si30ificcre

Iii.O..

il togliere 1 1 c,pori(2, perch~ fondirc il ,discorso avrebbe eone soggetto at. tivo l 'Cporic

S0~35Etto

C COEle

pC.SSiVO il discorso stesso; dunque

C.'V~CflO

uri fondere il iscorao (~ctcn11inc..to c..11 'essere fonc1nto,. un fondare il discor-

_pd~:,ct:c~

P'7rtc dcll'c~pori~ che .~esso, cm.e fondere ~];.discorso, dete-nninc.tp


fonc~r.:to

r.ll'esoerc

r1el discorco, rna l'essere fondc.to del

fonJe::re.

qur.lc ctcn:1irK:to il

l'c~rnere cten.:1innto che li:)

del iscorso

verso il

il c:iocorso, e sua volta un ridetenninarc

ri1uar.~[l., in modo tn.le che l'essere fondato

essere il toglij.;!re 1 1 l\pori&, cio il toglie~e le dif-

dovrcb~e

...

ficolt3. fondc.mentcle. Ci qurindo il discorso

lics~erc il problemri. cli

StCS$O,

.iscor~o.

se

! . (non

h::i) il prQbl:cl41a di. se

stesso cignifica fonc!runentc.lwente. nvere

co'.i1c C','Uestion l 1ori.1inc di b stesso., oosib. del discorso, non aVl!rc co:.,ie
!

.:

questione il coiic.. il. tscorbo si orfginc. perch se a.bbiaLlo come questJ.one


il =m:~c il d{scorso

si

b~i3inn "

COfoe

se C.VeSSirao

COlilC

qooStionc le non que-

stione, pcrc).i. il c~rnc il 'c"'l.iscorso si orisina sarebbe semnmi 3i dentro il


:liscorso tt:lmente ori3inc.to ch pu perrilettersi il lusso cli .fare. questioni
senzc, fare questio~e, r'.icfcrno ~os~ 1 infe.ntilismo del discorso .filoso.fico
che non

.cii

qcot~ ~i::;o. (~.i discorso come discorso polemico,. . proprio di

un certo settore cl:i' c;uc~tiorti filosofiche proposte e questa maniera. Perci


dic(:I 7hc oc c' problcut~ inizii'J.,b1ent cl<:: pr..rte del discorso (ed il proble.
'
r.i.?~ che ne:.sce dc:.l ripcn'or~ il ~)enanre platonico l 'idee, il pensc.re cio dc.
I

' -

yrt" c,.i Plc.tonc l' icfoc., ::-_:uello ch posslcrao chi-.r,mre il. pensare 1 1 idee, co.:!.

!'

1;:.c

~)cnc<'re ?lc..tonico, do~c plt.tonico nrt vuole significt.re un'nccezi~ne sto-

tic:-,,

111<..

nignifice. soitc.nt6,, e 1)er questo soltJ.nto dis~cziatclilente direi

1 C',CCCZiOn~
Un
,
, ..

~rfgin;"rin),

;_:Kir CUi persc,re l'idea q questa. Itl:Oi,.crc. .Stl a Si. . . o''e,


~nif~G<::rc. chr;;: i. discorso SC c..:uest I. O Se problemc. qu.cstio~ O pro:

blcrnr; ncll':'.. misure. nelle. (~UC:lO il SUO CS:Jcre prblemC.. Si.~nifiCll. intercssc.r..

st' ~11 1 origine di s," cio si1nif ict1 rion cvcre ?i interesse c.1ln cosmo3on,ic,

Mauritius_in_libris

47

o elle teogonie per un verso., i;u:. ai3nificl'. nnche non p9terc fare ln' logogonir.; quindi lasciare
l~

che le. teogonie. sic stata futtc,

le.sciare.eh~

corris::>ondcn~eraente

cosmogonie. aie, stata . pensc.tc. e non potere pensare

elle eenesi (.~el i11ondo o delle cose o :G.e.3li dei; l<'l. logogoni~, ossia le ged~ll 1 iden.

nesi doll'idia, la.gensi del lgos, come lu.ogo

per cui di-co: 1 1 &~oric. in. qunnto fe>nq.?4"entc.le in reelt sta a si30ifif.'\re le. difficolt origine.ria del discorso che ]p 'unico teina .filosofico:

.cl penscr l''idcn:::d't,1 punto di viste plc..tonico; mn clloro., se l~ . difficolt consiste.in questo e se

COL~

difficolt, l'cporic in qunnto difficolt

per suoto fondcrnentr.-,le,. l *essere foncment~le in rcclt st.::i c. significa.-

a. fond~re

re che. il suo essere:fondcmentele.

fondarnent~,le

si~ifico, -cd;

sol tento perch

il:discorso, cio l'c.poric

ln difficolt che ri,:,ucrcla

la fondazione dcl discorso,. mc ln fondazione del, discorso le fondazione


dcl discorso attrcverso questo gioco di ri1nendo tra il fonde.re e l'essere
fondato, cio tr.:, il. deten11inc.rc e 1 i essere clcterrinato, per c.~i vero che
nu'ri c.bbicro' ll: logogonio., mc anche .vero che possicmo comincicre a par~c.-
rc d une. sorte di quc:.lro sinottico, nonebbic.mo la genesi c!el lgos, rno
forse cominciruno ad e.vere una sorte di ue.dro sinottj.co
foridcraentc.U.. , ::elle divisioni

fonclcr.1entc.li~

che il lororc.pporto o o.nche un


Perch sto cornincinnc1o

d~lle

dis3i,unzioni

ma divisioni. che implicc.no o.n-

.
loro implicito

rapporto.

perle.re di un.:: t:>orto di que.dro sinottico del-

E.

le clisgiunziorii fonde.i:11enteli ?.. Il c,l!scorso stc.to gi inteso


p7orc; come ne3c.zionc dell' c.poria fondcmentcle. Un primo

inizialr,~nte,

~c.to

d.irei

cos~

c".iscorso pe;o'r~ si30ifica appenc.

t::nch' osso fond.si;1entnle il se311Cnte:

e soltr:nto le ne3n2:lone dell 1 nporia ,fondq.mento.le del discorso stesso, une


nci3.:-"zionc dell 1 aporict fonde.mente.le del cliacorso eh~ per co:..iincic c,d esser; 1 1 inizio delle di!Ss!unzioni, pcrch rit;Uarda l 'aporic.. ,sic. in
le,sid.

co~;1e

:poric.. e .sic i in,

c~ucnto

~nn~o

tc.-

foncmentcle. Allorn il .disc9rso inizicl-

. LiCnte cot:dnciR cor1ic t'~tto. :_g;t: ne3czione che pone in moto une. sorte. di rnec;:cc.-

nismo dis':;'iunt-ivo; quindi il .discors> nego. l'eporia,cio. ne3n la difficolt~

c.nzi di.re:1,..:pi cl~e nezcre

!. un

nc~r~,iii,
.

. ,

che negere 1 1 c.poric., ess~ stes


I

.~ ~.

so coriiC di-scorso un negcrc 1 1 <:'..poriu, o il ne3nre l' aporin fondementale;

Mauritius_in_libris

48

e non di poco t.:to1~.ento \ui l diversit, perch se io dipessi in senso conettuc.lc che il discorso nc::;c. 1 1r.i.poric: fonru-aentt~.le del. discorso stesso,

..

noi'

ff!TemrllO

Un .iocoroo 3i te.i.mente 1:1e,turo ed evoluto dl ~ssere fuori del-

le proprie, stessL e.poric-,; invece, l 1unico ri&odo che il iscorso be. di essere
iniziahente t}tiesto, c;i essere un ne3nre la difficolt del discorso stesso; ~,1c. essere un negc.rc le. difficolt fonde.mcntcl~ dcl discorso stesso si. 311ifice fon<lc-.mentalraente pone in r,1oto un processo iniziale di disgiunzione. !..llorc,
direi che il '.)rimo dato fondeiJGntale che il discorso. riservo. a
.
-

se stesso il sJUCnte: il L1odento nel quc.le il discorso. si, interesse a


so stesso orl3inc.ri'cr.1ntc . il i.1oucnto nel quclc 1 1 interesse del discorso

e se steso .le ncccit dllc. dimenticanze del discorso de pnrte del discorso stesso, cio il i~:OiiChto hsl quc.le in ori3ine. il discorso pone coua
c;:ueotione se otesso ell 'inizio, dove porre corile questione se. stesso c.11 'inizio, significc dimenticc.re Oe Stesso

-COi.Je SO

stccso.

Ec~. vererrtente bc.nr,le questo modo di pens.::tre,.


'

che il .discorso inizis\'

le clel socre.tismo ?litonicot noi possic.mo penscre le ose sante o


noi )OGSiCI-.10 conoscere 9J.cli s'inno le ~OSe snnte;
re quD.li siano e quali non sinno

le

tlunque

l .~3lio,

possiamo giudice

cose snnte, ml> questo non penser lo.

sc:"ntit. Discrco non di ce:1fi contrP-rio,

titl

discorso di segno disperato,

di se3no rc.c.li~1ci;cio discorso che porte, die re.ce in radice le dispera,,


zione r.li se: pcnsere lcc.. se.ntit in rec.lt non potere nelllileno conoscere
..

i.

quc.li sic.no le cose sc;ntc. Quindi, conoscere queli oicno le .cose sante ncn
ncr1IL1icno pensare li: snntit, viceversa, pensare lr: scntit dovrebb_e dermi

in ::Jr.rte'nzc:, e orchivic.nc1olc., 1": risoluzione del probleme del conoscere qu,11 sic.no le cose sc.nte.
Cc io ho il prol>lcrnc. 'lcllc cooe sente, la verit in fondo che debbo
cercare di conoscere non

~i

le cose sontc, ma que.li siano; mentre se io

ho il problcml'. cos~. detto vero, ilk"'-C-3iorc, quello astro.tto, universale, plc.tonico, non. che ho il ?roblemc di

s~perc

{}Ulle sin

l~ s~ntit.

Inf~tti,

per pr.rlcrc con le. g'rCTniiic.tice platonica. c. posto, io .debbo dire e. queste raaniern: debbo scpere che cosr: li: scntit, pcrch il qUllle ri3uarde ln sc.ntit o per cse111f)io 1.:. bont e cio niente 1 e cio il quale ri3Wlrdo. un~ zo-

Mauritius_in_libris

- 49

n,y-ii rcpporti.

frl~

1 1 idee, penso

~lcosn

q~le

non e 1 hiente da. pensare, perch


i
.
.
.
non che posso pcnscre 1 1 idee dei r.!1.p;?orti trc.:1 1 iden del bene e l 1idec.
. .. . - ~ ,
o della giustizia.
Jel iJello. o tre _l icr.. celle.. santit e delle pcrfezionc--Vllorn se penso
le icc, nella

,,

e beota; .se
...

deJ:>bo conoscere le cose sente o non sen-

te, il dubbio sulle cose in. rec.lt il dubbio


s\,llln t{-Uclit delle cose stes.
'

se. Per c~i c<?we se-noi.potessiuo clire, dc questo pq.nto di visto., che conosc~e . un discorso

e livello inferiore, certnraente 1 rt.spetto al pensc.re 1

i>er.ch. conoscere s.i~nificc, 3ludict:rc, mc... giudic!'.re si3nifict:l _presupporre


-

'

che io sip. un. pensare ( tllnt '" vero che' ch;i., hc. teorizzato il conoscere elle.
u:ie.nier.n. trcscondentc..li.stice, hc presupposto il pen~c.re .Alln uian:l.era fideist:i~c: Etncnucle Kcnt)
.

..

. -

...

In -Cl\lesti
termini,
se noi riusci.L.10
t
. .
. :.-'

D.

cc.pire ple..tonicrunente il discor-

GO, ccpirc pl.::.toniccraen::c il discorso in realt secondo uie si;Jllifi~r, questo


(tenendo presente eh.e il ela.tonicru,iente non serve in
senso storico, bens
.
'

~-

col'iie dc.to ori3incrio): cio non nolo pre_supp~rre. eh~ ~ di::;corsi sicno, tento ercno che i .iscorsi crctno i diocorsi dei diclpehi. platonici, rn.2 si311:1fl....
cG prcsuppoqc ..che il discorso. , non solo che i disc;ors.i. sic.no uello ch
sono,

I.Il'.

che,.. sic

~~COSO, cio il. iscorso; :.:ia l,. 1 esserc del discorso Gi-

Se

81lifiCC ~110f0 da questo punt c"~i .;istti. ori3in,arJ,.o, il potei;-o. fa~re questione del 'suo iniz;lp
.. Cio, e.e io voglie penoarc e.11~:. sc.n.tit e non mi beste
..
'

,.

'

conoscere.. le CO$C..... s::nte


'

come Ge io diccsi: desidero pensare l

1ori.~ine

l~i ci che po~s~ cox:i~scere come discorso sulle ,CQse, e. quindLl.tori1inc di


ci

che

mi cssi~urc. che il tilio un conoscere; perch_. tu,tt:n lu qestione

sc,rebbc CI;U: che cosa dctenai,nn li zone di universc.lit el conoscere? Non


c:f. che conosco (riOi)Ostc :'latonicc.), perch ci che conosco. pu essere e
non essere (

o6~a

posso c..ffcrmc,rc

) , cio V:. cosr. ch8 sente og3i non _ sente. <lor.umi, le.

cor:~

cc.ntc: oggi;

IHU

non domo.ni n ieri,

~ cos~-

yic, . l1a.

c.llorn., delle c?se che conoccc;> cosc r.1i intereson? Le 3ernnzia di universalit e cio
. il pcns.'.:'..re. come interesse alla sue

ori3~ne.

'

dellri questiol:le: il
rilt n

cli::,,ien~icc.rc

~xmccrc

Mn ecco il punto

intereasc.to c,lle sue ori3ine interesscto in

s, ip ,_;uc.rito il

~..:lu~1cnticare

s significa noceaanrio-

Iaente mettere in moto il processo dcll dic3iunzioni sinottiche.

Mauritius_in_libris

50

Le pri1a.a. dis3iunzione siaottic.s, quell<! vercr;1entc fondcmentt:le, riBUnr-

. da. l'~pori~: il dlscorso un ne~nre 1 1 c.porie !.!fr(si-,,esive, ecco ln dis3iun


zibne)

COI.te

tele, sic. co1.ic fonc.~r.nente.le; il discorso un ne3are iniziale

1 1 cporic. fonclc.ment::;le del discorso, in <-;_uesto sensb' disgiuntivo dell. e.pori.~


stcaG:::,

che

il ne:?;oc,rc l'r.:;ioric sic cor1ie aporie -c:.-sia;coLte fondonientc.lc;

e clico in quet:to senao disgiuntivo fondcmcntale, perch ld disgiunzione,


12' r:"..ivisionc ~ o trtglio . l. disgiunzione fontlcmentc.1c .cmsistc nel fctto che

i due ten11ini <livisi sono. divtsi perch otnnno c.ssieme ('l'aporia sia come
.'.".pri't: e:: sic mie.fonda~entcle) .tJ.lorc' i1 discrso innnnzitutto e fondeL1et1
tclri.ente -~ tirt rtegti.ro 1 i.E",porie~ sia i corno tele oir.r cori.e fondtmentale

mc.

an-

bhc un costituir.o ci che tiene cssieme il sive". i 61.ve, cio ' un tenere
::-,ssieme l 1i.poric.- eone cporill. e l''cporit( COlilC fondcmcintrile .t perch solo

quento tener cssierae 11 C:poric. ch consente al iccorso di essere un negare 1 1 q'>orit, mc pro'._Jrio- questo~n-'Joo~ l' e.poric. che onsente c.l discorso
di essere fondcto~

ll;o_

ucll'ezcere fi:>ndcto

queste? essere fondto che

in rec.lt si3nifice. che il diocorso non pU interessc:rsi elle sun origine.


Il fondc.re11 discorso coiile <letrrnln:.:i.t6 nll1eriscre;fndcto; per cui 1 1
essre fondato ridetennina cJUE;cto dei:erminc.to9 l 1csi;ere fondnto del discorso rideterm1;nt.:. 1 ecscre determine.t che rigw!rda il fondnre. In rec.lt questoinizio di

discorao un inizio di discorso tormenthto dc.iln difficol

t di cootruire queste sinossi inizinli' e progressive che non sorio: poi si-

noc~i 1;i.:.'1 'sono modi sin~ttici d.i 'essere; une oorts~ di situ2zionc 'sinotticc,
.un' inizio situc.zioncrtlc e s:i.nottic.J. LJ prh.u: sltuzione sinotticc originari6. !Jr6prio il dis~or'so che

n qusto

punto un negar '1 1cporia che lo

rigucrde, un fc:re ncscere le ~:Jri:i:ie dis3iunzion:l sinott:i'che che ri31J:nrc!c.no 1 1c.porin; dunque r:.bb:lr.o 1 1cporic ainotticcr.iente intesa i'n que.ste mc.nierc.: sin corne e.porir.. sin come fondd11entr:le; il che si.3f1ificc che il discor-

le difficolt

'ao per I)tere intendere


dc. !1:' c0111e ire- che il

diccorso per potei::c essere, deve necesseriamente

essere un ncenre le;

origine;

f>O

SUC:

se stssodev ne3v..re

che lo rizuar-

~llore. dovremmo' dire: tielle>. SteSGO tem-

il dioorso . un1;rnsere le'3c.to nll 'ori3ine ec.~ un' easere diviso de.Il 1 ori-

3ine~ E f;e noi iccssirao che l 'ques'tionc si pu- lmp:.c.ntare cos. e cos~. re-

Mauritius_in_libris

51 ,.;:

.....
-- J

~-

'

'

-..

. ;'_:

'.

..

,. ;

pid;::.irint, :',1,trettr.nt ra.pi40.uente cos~ iHp-icntct.

,.

','

..:

poi -la- ~i '.ri&olyet ~i::._

rllentiremmo teq~cticruacnte,
e. . in ;rec..lt
il. pltoni::;r~o in- sertso ..s~oi;-io e cri~
.
..
. '' .
.

. . ;~

.. .

tico qcstc_ racmzognr.1 teoreticc necssc.rio.. -.

'

Lc. r.icnzoen~:. consi:3te cio ~ll'in3entio chi.; il discorso, 1ioca _: se st:es'.'"


CO 'e clo ~hc nqllo ~te~CO temp~ nel t~uile C,CCCtta l~' -SUt:l ori3inc ;'.0, 4unque

quel~:

n:l i110r,tento- nel

ii suo

e~~ere . i.niz:.c.l~

...

. ..

. ' ~ . ".

-_, il
:.

suo

_al~ ,P"'.'

essere l(;HJflt9
.'

~'essere

lezi::'to c.11 'origin--e 1-.ess~re_ ~,.J~".9


,.
so dcll~-o_rt,gine; .-rJc.quest9
pu essere-sl~ s i penao iltrJpo-.di,:tut.t
..

.riginc, in c:uello s.teGoo tcr.1p<;>

'

~.

'

questo~ L',an~~gg-ic .pi.,) f:.c~lc _e_ s~g~~ti~C. pcrch

fil~

111~:st~r>- ctl nost:ro essere_ ge11ercti


che no .poS.~i,q::ino renderci rc3i~ne d~ll-ci n''s.trc. ori.glnc, r1i quelle :che,_;i;3Uarc:.c c_ir-J~-c~o:i;:li ri~;l.~, ~~r il- fQ~~o ~he no-ri' t'>s-s_:i..~ 1::-erldere :rnc;ione. del fnt..-.
to ..esi_~te~~inl~ ~?e ~cl l:1~piento- ,n~l
qtial~{ sic.mo i~gati c11origi~ che ci
.,.,...

cl.le -e

sugge~t~;vn p~rch. 'i:l.~rdc.

ri3Uardc :nc;>i,-.:,w._ meno

. . '

~.

il

, ....

rigcrd:$t
nello
o tesso
.mo:.-~1Cnto
s1.3mo- divls1-- da
.
- .
. '
I
._
..

questa

dri3ine:. perch nesce~ _

re -~teto--;J.}e$to. pel'." noi (nr._scre -in enso fisiologico). Chi di- n>i pu

- ... - - -- - - .- . --- ci
f~re quest.f.Q_ne, fi>robl-cI:.i.::,4p~lc. sue origine? Nessuno-. l~n perch._no_p.,_i ~en,

icr:'lo cont_o,_ c_sC:.!=tcL1entc del tempo. Pu essere conteinpornneo, .pu st;..,'lre l'..:3.,._
.sieme ci . che
-.. .Gi'l.TiSOCOi.,lC.
~i -che .. diviso il se stesso CO.'le. ci .che uni:_
.
.
;.
. ..
tO. Non posso .pensn~c- nello. s~sso t~mpo dhe' -1.'essere:_ s'it!. e nel:l.o ~tesso
.

~.

terapo che: 1 'es sere sin _i 1 non, es ~ere-, non posso pensare -1 'es.scr~ -ed , i_l -no~

c-ascre_~ :Non ho

disposi~io~~ un _tempo che. tengc. as&ieme ... 1',cssQ+c ll.SS_if!!me _

ter.:il'.>o risolve.rei. il pl;'obler11c; 1a.n


e l 1es~erc diviso, e se tr~vsai... _~e,sto
.
.
.

~-

_ques_t vr.:.le per noi coistenz_L-:.ll;iet1te.


Il pcrisere o il
.discorso yt~ne, rica. ..
.
. .
.

-veto per -cs~~,zionc fondl1!11mtnle da qucstn difficolt; allorn: po_ssi_~ao pc.r' lcr0 -:~in

9.' ore:

di un :punto noCa.le e temn.tico -che il -seguente: ~~i1prc che-

il discorso, nbbic biso'gno iniziclraerite -di' cOrisumc,re, un',llstrnztpp.~,, che rigunrde

le~

cuc. ori3ine; mc l' c.atr.:::zionc che _il discorso consumc. iniz.nlmcnte

une ;rosoc cn.lo3ic. -e::;ictenzinle; ecco perch il pensiero si inncstn sulla


vite. clcll 'uo::io, mc a-olo :Jrch non sirnnp filosofi quono pensiomo cost; queo~o

riguarc:fo. il pensare al livello esictenzielc che non filosofie n di-

ventc-. f ilosofic; non filosofin pcrch~_ non mi. fu filosofo n in ucnto io


col buon senso dcll 'esistenze._ non ho bisoeno di stare a penonrc per cnp_ire

Mauritius_in_libris

52

...

..

subito quc:J,.lo che so gi perch vivo coii.e uomo e che questo: in renlt
io, :.Jer cercare di rendenni

rn~ione

dell'inizio di tutti i 111iei rn3ionamen-

ti,_ ho bisogno di e.strc.rre all'inizio d.?..'qu:lche cosa ed chiaro che. l'n""


r~rc.~ionc
CO)ile:

;>i) comoda e pE1 r;utenticc che ho c. disposizion~>S:no-,io stesso

esistenzE'. di me; tu.e sono io come; qll 'csistenzc .riclottri


dil limite Ji
.

$6, non come quell 'e~ictcnz~. che hc anh 'esse dimenticato se stessn, perch
pnDcndo se stesso. in fondo vive le

stie. memorir.. ontologico.;. ciC> lo. suri ori'.'"

gine, me, come uell 'csistenzc.. che~ . scnvd.lccndo.ln sue stess.o/~moria onto'

lo~icn, r~erco

..

le sue. origin. Ricerce il tempo -nel qunle possono stare

c.ssieme 1. 'essere come css.ere c.a:viso

e l 1esscrc come essere unito.

Il problem~ cos:t detto filosofico del tempo potrebbe essere appena e


soltnnto uesto e potrebbe rirnnnere problema per sempre con buonn p&ce di
.tu,tti i f~loso_fi e con mi3liore buonE. pece di ~e come esistente, perch mal3rc.do non risi.ve questo problema filosficrunctite', io il uiio tempo

i'lte

lo

vivo, me lo godo~ TI:e fc.cci.o quello che voglio ri-?~tetutte le filosofie


~enighe

.o mcli;jle sul: tempo. Le c.:1lorn se noi, plc.tonicllillente conc.nnati

a.deaserc fctti come coloro che nnscono plctonicemente,per cui muoiono pL'ltoniccr.10nte,

queste. rnanierG impionticmo originerier.1ente il discorso e

1' i1upicnto origine.rio del discorso in ralt sta n sigriificare che ho biso3110 di _un" c..strnzione ori3innric per il discorso stsso. Astraggo originaria-

mente ci.alle mi.:::. stesse" eaiatenza e do.11 'esistenzc n.l limite estremo .di s.
Dc, ques_to punto di viste. se il discorso tiuestn questione origincrin,
c~uest.:-. questione, origine.rie. _ci risolve ilm1edic.tranente per il discorso steo-

so,

mec.~iante

il consur110 di uno. .strazione fond'.111entc.le che rigur.rdc, esnttn-

rnent:e l'eoistenzu dell*u.Omo. Esistenzinbiente il discorso comincia, in quanto il suo comincinrc il consumo di un' c.s trczione che ri3lJnrdc. proprio 1.' -

eqistenzn dell'uomo. E' t;.ui il trc.gico delle rJucstione; ln '-luestione diventc. trc.3icr-. o trc.3ice per questo t;1otivo: il discorso legeto ella

SUc1.

stes

se. c1.ifficolt inizic:le che non la. difficolt rndicnle del discoroo, non
:)er niente la difficolt rc.Ji.cnle dcl discorso, .?.ppenc. lt1 sue. difficolt originnrin i)l quel senso storico che sto cercando di chir.rire in modo
dc. non confondere il senso otorico

dnll.?~

storicit el senso di Platone o

Mauritius_in_libris

53 ....

di nltri.

ic, difficolt

ori.zinc~ri~.

clel discorso difficolt proprio perch con-

sn1iS inizic..lrnente una r:.strczione che viene fornito .c.1 discors

dc.ll'uoroo

cor,1e eaistenzc. riginc:.riri.; in c.ltri termini:.~ corna fcccie.mo c.. fornire. il di-

. ccoroo r-bl punto !i vist.t di ~sti problemi originnri, rii ci di cui ha


aiaogno; t;c non rubendo

cll!~sistenza?

.E', rubendo cll'esi.ste.nzn, vuol di-

re proprio:, ccrcc.nda.cio surrettiziCL1ente di prendere;. di cssluue.re dell'sisten:l;t. ci"-Che 1 1 e:sist~nzo. c!e11 1 uomo hn.~ coi.:ie .suo problamo...'ntlscosto; cio,

ehi cU:.,noi riuscir

rae:.i-~'c.

pensll.re;ucl nodo cli. es.SQre. del tempo nel :quc.lc

il-' dreimC'. (non' <:uello t:eostinin.no) ~ 1iln quello .WUOriO"OSistenzieie, sia


te.le al livello dct1.h~sistenzc urnanllt:pr

f'.

quel livello r.1iniui0 che corri-

3pondo .11 1 cotr~o limite 6611 1 sistenzn urann.r..e. .Non riesco s: pensare. la i.lii!:
ori3in solo perch non riesco [' po:SsQdei:'c il"ternpo- nel que.le 1 'esseTe ni-

to e- 1 1 e sserc diviso s ti .no- ns sir.1e, ~perch,. posto ne.11* esi,stenza: 1.il tein;>o' che io vivo e-Ome t:emr>o: tem;;>oralc dellc. uic. asistenz: il eontr:e.rio,

sempre il contr~rio; " sempte Plr..tne,

cio

'oemp:re 1 1 etaCcp\l.T)~

Ci pu

. etrnere un' tempo ch. sir: lo stcsoo del'vivere e del' r.irite, ci pu essere
un tempo che sic'. 10 st!asso del noscere e

tonc

.c~cl

morir?. E.: se c '<}, eppunto, Plc.-

ce'"l' cc.ve.te bene qocndoh1! detto etl hc scritto. 't


lmi:cmo n; trndurlo~ c.ndin.110 a pensorei t;iul serio

"t)ossicmo pcnccre, 1 1

E~aCq>vT)S

~GCcpvtK.

kia Cq>vT)s ,

e non lo

per. s 9 in c;ucnto oecondo a risulterebbe

vercr11en:to it.1pens c,bi le; Plc.tone, t.vevt. le. fortunci cli -essere ; greco e quindi

ca isporre e.li une. lin}Uc. che filosoficc. snzrr: bisogno- di

conc~tto,

e noi

non siC'LlO -3reci n sit.'Llo. tedeschit quindi non sir.i.lo possessori di: une. lin8U<-'1 che ?u esser filosofie~ <.vendo i concetti dentro''ed 'll.lol;"c dobbiamo
trn'.~urre,

r.ic. in effetti, che cose

trc~ducicmo,

se non. le noliltTe. f.!$istenza?

Trc.ducic.mo l'originc-c~~ll'esistenzn, ~ue.llc. che ri.JUC.rdc


n1e? Ci rifiuteren1,
i~ro

tutti in pcrtenzc:,

lilf".

0,llorr:: eone .fc.ccietl10. e tl'Rdurla? Tre.durre 1,n mie

czictenze s1'>,nificn ullo che.. io sono fino a uesto i;1omento 9 fino n


riiOi.i;ento

cr~

in l, oltre

c~1Jesto

. .

mm.tento:; e.-. pu

LCk.'lCnto ci' Gic. oroorio .1Jultir.10

so

si ir.ipinte

inizi~ltilente

t'ilG'i.~Kmto

rm~be

r~ueGto

dcrsi che olt.re questo

oltre. il .qucle
ho chiuso.: Il discor-

perch sottTlle qtmlche; co:so all 'esistenze.,.

Mauritius_in_libris

i.

54

IV. - ASTRAZIONE E DISCORSO.


J... iupLaito ori1inc.rio. dcl discorso, secondo co1.ie si viene svolgendo,

conmJr.ia une. prime,' nstrl',zione che noi possic.mo chiamare fondruuentcle: Jovremdire cons\.Ulla une c.str::::zione che sta al pri1uo posto di tutte le estrazio-

10

ni". successi ve; 1 1 c.strc.zione che consumn il discorso unn ,"Jstrazione obbli-

)C.tori['. e obbligc.nte:

obblignnte in qucmto suppone che tutto il successi-

vo svol.~iu1ento Sii..!. uno svol~imento di astrc.zione e di. discor.~o filosofico


c:uietamente detenninoto secondo un processo pro3rcssivemente nstrct.tivo,
E;

obbli3etor.io. perch non se ne pu fnre e. 111eno; cio il discorso non pu

rendere ra3ione di s'e st'esso nll 1 ori3ine e in origine se;. non consumn unn.
pri1un estrazione dcl cui punto di visto. il discorso pr:eswne di potf~r esse1

re. discorso~ L'astrc.zione delle. qunle stiru;-10 bene o r1ill.le perlanct,o astrazione rispetto nl livelloc.esistenzialc. Questo deve essere un P,Unto,scrnpre
tento fcnao, quindi -noi potre11nilo dire cost: de un pup.to di visto orL~ina-

in quento' filosofico

rio; ii discorso

una sort<~ di sclto rispeq:o nll 'e-

sistenzn perch un consumo delle. astrazione che l'esistenza

consent~

el

discorso, in quanto '1 1 esistenzc. forniscc <Jl discorso il materiale di questo


estrczione. E quindi si potrebbe dire, che il discorso in quc'.ll)to. filosofi'

,.

CO

unn e.no.login nei confronti dello stesso livello esistenziale del discor-

so, ?er cui co1.ie se dovessi1i10 ceree.re di capire che :cose. stc. a discrimincre trn il discorso in c;uc.nto esistenzinle e il discorso in qunnto filosofico; si potrebbe dire: 1) discorso in <1uanto esistenzinlc, cio. il discor
so che non ha b:Lso1110 dell 'c.str~zione; 2) discorso in qu.nto filosofico che
h'. bisogno dcll'E'.strc.zionc. Per o.ltro verso di
esistcnzinlc~

il discorso in qu.nto

q~stioni

.si potr.ebbe dire:

discorso positivo; il discorso in qu<m-

t:o filosofico, discorso negr.tivo; discorso positivo in quant0 non h0 biso

:~o

dell 'estr.-:zione, discorso negetivo in quanto discorso che hn bisogno

Jcll 1 nstr;:i.zione. EJ. evidente a questo punto ch l'intreccio degli elementi orie;inari che ri3ue.rdc.. il discorso, un intrec.cio

at1bi;~o,

perch pone

insiefoe 'per un 1.rerso contrnrio 311 stessi ..eletaenti, in c,;ucn~o il discorso


i

..

in uc::nto esf.stenziiile rill1enc positivo perch non be bis9-gno,, e in quc.nto

Mauritius_in_libris

5.~

-.

filosofico ribume nc3ctivo perch hr bisogno;. e perci dispone degli stes, ~ '.

.\

:!

-.

si elewenti nella misure in. C'Ui sono 3lL.stessi elementi, ma per segno con.

..

."'. :

. .

. .

'.l.

trario, opposto: per cui il d.isco_rso esistenziale positivo percb !!2!!'


.

il discorso filosofico ne~t.t.~vo perch hn. S~ poi non tenessimo presente


: queste: situeziorie origine:.ri~~ cio~ lJU(;Stn implica~ione ol:'f'.JintJ.rid,' non cc~
sy~V~il~lento

p:liem1llO niente del successivo


..

di__ tutte le questioni filosofiche

-~ secolldo qtiesto it.ipionto originari9, pe!ch risc}:iiere11IDJ0 di perdere il cri

. terio del

dipon~~si delle negazio~i e delle. l1f,fenM.:doni, perch non si pu

corlii)rend~re fhctl1iie~t~ come . sin P,ossibile e i)e.nsabile che il discorso in


_,-:quinto

filosf~co

ne~ctivo

sia

'.

proprio perch ha J~isogno1 -cio proprio per-

._

.. -'h' ~ffenr1~ una necessit; per C~i llfferrnore Ulll.l, necessit corrisponde ini

-:z'irih1ertte e punt~a1L1e~te. al. negctivo _del discorso,_ olln stess.'l maniern come
.

. '

.~

. .

'

esistenziclLiente il contrnrio contrnrio, perch. esi,stenzial11ient il discorso . positivo perch


ne.:1c., perch
A}.lorc
~~f~?;tnnr... uno. ne.
.
-non. .h,<J: .bisosno.
. .
.. .
.. . . ....
ccssitsi:~n{ficc itf re~lt :p;::rtire ne~ativ.emiente, _pnrtir~.... ~~ ~.w.oL dire
~

..

.. proprio, C<>mi-~ciarG; : tiffcrrcr~


;

'

un~ n~c~ssit . ~~r1tl'Q.~~~~e


ne'.JS~i;Y.alllente.
..
.

. .

:;.

..

In .~ltri termini, l necessit. del doto il, SC:~O: ~_3llt_!VO. del discor-

~.:so.

.pot;:~ebbe

in .quanto filosofie(); riliorn si


.

I~

'

'

<lire, -:il -d.~~:~or~g -~' .. tri.quanto


-

'

.. .,...

- . -

.: f.ilosof~icd; in. q\ianto il su.0 ess~re


in... quanto
.filqsqf.ic.o
. ~. :$i;l..c...1JQ.. ~sa.e.re
.
. .,.'.
. . .' .... .i":'.-..
.!.

que:sto n~gotiv~ inizinle che .ln cfferr-110.z:l,one tlella necess~t cot~r neces-

:. sit.: del :dat6; ecco perch ne3ntivo il discorso. in qual;lto fi,losofico~ Che
..

.. dl di'.sco-rsoi:h qunnto-~filosofico.
.

..

. ..

--

sifl- ~1Ctivo
inizinlm;nt
... 'l:lntJ. Q.UeStlone
..
.........
.
..-

.....,

_inizic~l1uent~, cou1Ef

se .. it discorso in quanto . filoso~iCC?.- ~:_negc.tiv


se noi do~es~ii:ao:-.~o~i~c~~~c a-~~~sare che.: rign.pll. es-

sere pt-offenne.tivo

. colne se non

ver.mente '. pes.nte, f)rCh-

t~

s6uito;. se--~

neg~t-i~~. i~i~i~1. ie~~~-:

ptessimo renderci cont~ del raodo nttrc.verso il quaie _possibile poi, pen1

se.re affenuetivcmente. Il discorso inizinlr.iente negat;Lvo nella misura in


cui il suo essere negv.tivo non un ne,~~re,

un

essere -che rilU~rda il' di-

scorso come negativo in qucnto il negc.re che il discorso- ,

.. il ne3ere 1 '-

r.pori'e:.. In qucnto negttivo il discorso. 1-'~ffermnzione di .una neces:sit


che. corrisponde poi lln struttura uporeticc. dello
so filsofico;

:Tll~

.stes~o

inizi del cascor-

la strutturc1 aporetica del.lo s.tcsso inizio del discorso

Mauritius_in_libris

55

filosofico le. struttura che il' discorso filosofico rifiutc., anzi direi

ci che
ture.

f~esserc

'.;~poreticn

il discorso filosofico in qunnto ne1are le stesse strut-

che lo

e le strutture, aporetic.o. che lo r15uerdn ...

ri~uo.rdn

quellcch cbbi'.f110 comincinto

ll

escinincre: il discorso . .necessit di ne1a-

re l'aporic. nel senso doppio della dis3iunzione sinottico. che ri~arda VC;porie sir.. irt quo.nto aporie sil:: in quanto fondruuentnle. Allora . come se
potessimo co1&pren1Jcre iniziu.h.ente che tutto :ci che ri3Ul!rde il de.to ori
ginario del discorso un contesto c'f:( rUs ~iunzioni, ?er cuf 1 1 ordinemento
del discorso ori3inarirunente corrisponrle nl porre in ordine le dis3iunzio~
ni; dunque ni non potremmo mci frtre l. logogortia,

r1lll

l'elenco delle dis,Jiun

zioni; direi cost, necesse.rio che il di:scorso nel suo impianto originnrio

un mettere ordine tra le dis;iunzioni inizH\li dove L". prima dis3iunzione fondmnentale, inizic.le quell['.'Ch stata indicctn in questi,. termini:
l't.poria del discorso fondmentclmente consiste nel-fatto che il discorso
per un verso ' le~ato allo.

S\J.ll. orir~inc 2

per l 'cltro verso diviso dfl ci

nei cui confronti le:1ato; gercp e, guesto punto il dtscorso


di astreiione; E jl astrc~it::me

in

necessit-~

necessit di non ivere come luogo dell *-

unit e delle.. d1Vi$ione frn -c.f. che unisce e clh che divide lo stesso luoRO chg;
Ill

h11.) 'ei@tQrtzq, Il' discorso crnincia dl'l una astrczione che ln pri

nstrezione nstrczione fonde.mente.le del disorso stcs:so:. qui c.strazio-

ne significn le necessit che il discorso di non accette.re nei confronti


dell 'esistnzc. cio nei cnfronti del suo livello esi.stenzi&le, ci che. e
livello esistenzinle fe de luogo nel quale l'unit e ln divisione trovc.no
la loro consistenze e il loro rcaporto; e questo luogo il teI11po.
Infatti, de un ?Urito di vistr, esistenziale, l 'ori3ine nei cui confronti

l'esistenzc~ ~

l'orii~ine

nella 'h1isurc. i.n cui l'esistcnze trova nel tem-

po un tempo 1ndicnte il quele possibile che l'esistenza sio., appunto nello stesso tempo unito c. ci dn cui divisa. Quando noi pensillilo a livello
esistenzi~le,

pensare e. livello esistenziale l'origine si3nifica pensare

del tempo un tempo nel

~le

l'csistenzc. sic. unita nei confronti"di ci da

cui divisa, nello stesso tempo divisa unite rispetto cll 1 ori jine,

loiEt

nello stesso tempo del tmpo che rigurdn questo tenere essierne identicnrnen-

Mauritius_in_libris

si

te ii mo1.iento nel c;unle sono nit e il mo1ento nel qu.1e sono diviso; per

. ~ui i1\1oment~

qur:.le r>ono divi.so non pu essere lo stesso omento nel


quc.le sono' unlt: - cib io posso cavanalc. plo.tniment:.~ proprio perch non
s~h~- 'g~cc.o', 'proprio p~rch non iJOSSiamo scit.wlottcre Platil- ripetendo -,;6
l;<x'Cq>vT) , Sr'.:!?Cndo <li' non ''potere trndut'ie -t' ~aC<p\lT) e' dovendo ..limitc.rci1.
r:. rf.pet~c_ so1thnt6,. hon 'i?le:tone,: che ci tmr 1'nq>1Jcr1. ~'t'.011:0,: secondo q\Jl.l,nt~ riel."-P~imefi:fdc' ~i: l.tto, per in'.bindere' ch: ci sar unh' ntopil'. del .tem:
-~o ncil~ quale; lt.\ n.tu~h h{ tiuesto :~ctCwvn risulti tallilente straordinarie __
.dr. _f:ss~~e 'addiritttirc-. -fuo~i posto; mn tcnciido:J?resente.~ che ~ .l~aCcp.-vT) si~
-~ii:Lcr: i:~ renlt '11 mfstero di: s;' 'iln''solC)' perch non possiamo tradurlo,:
in :re[:ita/ ..perch no~ ps~irn1.o 'pensarlo, cio non possicino- ~n-sere il- mo1.iennel

to nel quelc sorto diViso proprio rispetto

[t

ci nei cui confronti sorto uni

.t~; no'fi lo posso pensr:r vuoi dire proj)x'io che per poterlo pensa.re devo- pQlsare pr:l quell.o che sic e poi ;encorn- ciuell che ;sitr; ..'rion p.o.sso ?enscre
qui ~ol dire he scino costrett Ei. pensare ha prinin-:di :e.ssereidi:v-is:~_:evo
essere unito e sono cost.rtto li pnsnre che quando: sono idiviso :s.ono diviso
perh non sono :pi -unito ~-:ncin.':potr ..'tilai, ~p_en8.c.re_.C.ne:.. f.;l,_:J14o::~e~~~er:~ --~-~vis-a
ri essere 'unito; non 16'posso "pensare p-rch per r>ensarc':_g":J.~~;_~::~?.~~~---;
potere n<;>n penscre n 'uno n l'citro allorc dovri-'P'?.t.~:t'::J~~l'l~~:W::~-:llll: .. 1:~L1po r1lsterioso nel qut~lc 1 1 uh6

per c.ltro: ::ic pen~c.ti

per

e 1 'Cl-1-tro

non''pehsnti per: s, sono. pensati -

r.ltro in qul modo per cut essere pensnti.-per cl-

tro r: GUe~t'.. knira signifia. non poter ''peast.re ilrinch~ ci che_ chi~liCliiO
per
~itro, in que.nto i:- per 'nltr6 mi -seriifebbe per. poterc 1Jensare. l'uno.
j ,.

...

'

e l 1nltro cricorc./ E perci?> dicd. questd'pun-to: non pensiano9 perch::. que'sto punto il
ro che

'fwn

pense~rc -

semplicci:.Kmtc T.

fti~a

del

pensi~rcr;; cio~

il pensie-

?er una ti.ri.1entc che Si potrebbe:dire misteriosa perc_h . c_ome

se il-pensiero dovcs'sc nde:rc{lnse~do ci' nel qunle stanno insie111e gl:lo


clc'menti

c'fie

vengono pcns~ti UnO per voltn, . Tfov' pansnre uno: pe.r volta.:s.:i-

;~nif:..cc: pens~:re l'uno 'pe'r v~ftc indipendenterilente da quell' lH.tro -ch per-
vien~ cnch 'e-sso 'pensnto, hltritlenti l'uno per volt .'non si giustifica, _e
l'uno 'pe~ volte si-3niffc1' pur sempre phs~re ri-S?etto e quello' che non. '{iene pcnsr;to, r.;n quello che non 'viene pensato sarebbe pense~to per s,?,. se 1 'uno per voltn riuscisse t. diventl'.r l' C.tro.--~11 livello

Mauritius_in_libris

es:f::stenzi:~le

del

58

:!iscorso vuol dire riH.uto :fal pensiero;

Kicrke,~nard,

r.:ente filosofo, non <:1.vrebbe scritto unn rigu., perch


sc.re [', questo

liv~dlo

se fosse steto verc.c.~ebbe

c1:ipito che pen-

csistenzi.::.le si311ifica proprio vivere, cio esercite.-

re le impossibilit del ?ensc:re. Non st.o dicendp nffatto. che questo significa non-pensure, sto dicendo che tutto ci che 'noi sim.ao come. pensiero n
livello esistenziale quello esercitare l'ilupossibilit.del pensnre che
ci selva delle filosofie.. Tutta le. bont dci pensieri dell'uomo esercitati
come vita quotijiann in che cose consiste se non nella ce.pccit di custodire il suo bene interno in ten11ini tali Jc non farlo diventare mcli5no; u.entre li: i..10.lignit del bene interno proprio
110

sulle terra,

~llc

grczic. d.ei f>ensier;l. dell 'uo-

la filosofie.. Cos come l'esistenza il sentirsi nello

stesso tcrapo unitE: mc. .::.nche divisn dc ci che lo. fa essere, il discorso nel
lirnite estrcr.10 di s~ unito e diviso da. ci che lo fa essere,

hlC.

non nel-

lo stess<> tempo; nllorn l'astrnzione nD.sce, si determina csnttc<Jmente in- questo !!2!! nello. stesso tempo, cio l'astrazione il fuoriuscire dcl tempo
nll'esistcnze e.il morire del tempo in questo fuoriuscire; in altri termini, 1 1 c.strazi,.on cons.iste nella stessa espressione del tempo 1 l'astrazione
tempo es2resso ed uso il tcn.1inc esprimere secondo il

s~nso

che hn: por-

re s fuori di s. Nelle. espressione del tempo, questo primo momento essenzic.le

p~rc.h

decide l'nstrazionc, r,i d l'astrnzione e mi <l l'nstrnzio-

nc cfilosoficoriteilte. Dunsue il discorso

que~t.

ccpncit nnturcle Ji l!strn-

zione, perch il discorso condurre il tempo ella espressione di s. Qui


simo sul punto cruciole: sto prendendo una posizione pcsc.ntissirnn per due
motivi; il discorso nel suo il;..pianto originnrio uno. <"'.strnzione che l 'eistrazione prir1inria, e sta dicendo che queste astrnzione per il rnoJo secondo il qucle viene adesGo concepita, unn nstrczione che ili1pe3na il discorso e un livello che non il livello filosofico del discorso in quanto il
discorso divcmtB, filoschfico proprio perch cc.pecit p;-e:3iudiziale; cio
il discorso cominci<.. in

~unnto

hn

~i

getto l' .::lstrazione e continua in quc.n-

to, avendo ~i fntto l' nstrr:zione, perci ?Oi continun' condannato 2lle nstrczioni; e debbo subito

~nticitJcre

che dc questo punto :U vistl dcl discorso,

il continue.re come condannato nlle astrazioni ,il discorso condann<!to a


consUllinrc le

astrnttezz~

delle

astr~zioni,

per cui tutto il processo stori-

Mauritius_in_libris

CO 'oi"11e proc;sso :di m;tr,~zioni succe.ssivc: --'il- pro~CSS che saabrn condnnnrc ii pe't\s:iero ~ll non concretezza di s~ Sto ass~erido una posizione

. ris~hl~si'ssl1lJo. che le. S-;~entc:: "tr.i-.JUTrc: il .6yos- fnre"-il di~scors.o, cio

.6yo:~ . :coi~ se foss {\~termine.re il di'sorso, dove .!la .intra,-;_;ilic>ilit d~l 6yus- ; ifi rcnlt,: =-str.. a si.-gaificare che ori-ginar.tauaente., .
.._, ' ~;Jterr~iiriniioti dei discorso senza de~ermlnozi-0ne; i l discorso -certte 4.Til""'
pianto ''ot:fgrt~rid ;:i{' se 'stesso -' teiipo 1si)'rcsso, perch I:a =stessa astr~'l
t-iacu.ffi

ii

..ztotle~ d61;i

'lptC:rsslone -del tempo.

~b~r:pinsnt

.. to.:-cf

.con ~ti. S;fs~"c


,.

~qu"st'.:.

Ail'orn f'l

d'iscorso prima ,di 'pensare tut-

ce?a6it delle aserazion pritiJarla>cbe CO:tntidc

~pr''si:on cil tempo, ~he cOinide a SUO volta ~COn la' lllOrte

- 'db1';'fei.1f)d;'"il tEim1:fo esprcs'sh rirlane snzn se stesso, fl t!cmpo-nal rnomento

"tn &f:'

cispre&so; proprio''perch espresso, per questo ri1!1one scnzo. se

s't~'s;of '~:i' 'proprio' 11 rir.ierie.re :dt, tempo senz 'se stesso che fa del discor-

s~ '.(iU~ll'cgsere~itif~i~lr~nte vuoto

che 'pere 'debb dare al discorso il pro-

bf~~i.-

dt :Cl1.pi-te' cc>rne"(tti~sed vuoto dbbc essere tdentificc.to invece couie l ':l.d~h.ttc6; '"pefth il. disdfrso COinincio sapendo che il' SUo determi~rire 1 1 astra-

f :

.. ~- .....

. . -1

r . , ;

..

..

: :-

~..

tempo senza se stesso, :cio1 che ltiscie

ziorie : -il. eten11irinr ehe l.nscic. il


. .

..

t. [

. ,..

qulP'unicn,,lentitlt ;di cui potevo ..dist)brrc"inizinlmente e nbba:stnnze corno. . ::~r,._.).:~~!-r~.:...

.r .. ~r

~.

J; :;-

, .

;.

,). .. .

.. .

Je:mente senze. il suo sJ:ss6 sscre itlentic; dove ' ,Jt:vc non

--t~mpor ~lii'- snzri .s' stc~sd:t


..

..

....

"

'tue

~i

che il

5r'nV h~ Pessere' st:nza se ste'.Sso del tem..

-.

po inaucil 11 'd.isrso ct dovre intendere -.cor11 sic po-Ssibile 1 1 identico scn-

~e ;i':.deitt'i:t; ~i.o'coni.e

s1apeQ8abile he-ti.n.'l'U.ientit~ ps.sc essere pensa-

.i:~~ talrrhte aa sere peris:at.i' senza 11 suo ,ie'ssrc idntico. E l 'es.scre pen.. se.tC senza' il. suo e~sre. idcnt'ico sigrtifie:"sserc pen5at"Setr.i:a se stessa,
.la cui si ,p.u~/ intcndbre che ~,;: .p. Et'rtire dh 'cn:ie&'to~ la- identit- deve essere so1~ priitcipi. A'qe.~to punto Aristotel; 1.ihlgre:do' s, risulta. pletonico;,
YiJe~tit a paftirc da <.1uesto n-ssnr;idf.knte' deve' essere: princiJ.)io; ina
1
:

--

l 'csserc principio dell' t~lntit a'.pertire di: 'que-st-o, ,silid.fice essere da


;>erte det'lll identit scriza l'identico,, :per~:cui r'i<ltntit'.\i co111e principio
tnc. V:rsione sublihl8ta dell'ide, :i'l sbli.rne dell 'i.dea. perch la ~
cessit che~ l'identit , . es-sendo. rimasta 'senza 'sC' stesS.:"'., senza il suo es,sere identico, le ncdes'sit 'de~li 'identit di essre .soltcinto principio.

Mauritius_in_libris

E non sto dicendo .princi;>io so.lt;:anto iJercb co.s'. l.' identit ri1.mne vuota,

rililt.ne

.serr~e

.:

se stesse, tento ycro c:tie il. p'J:'.ipcipio di ideptit.\ pu esse-

re detto in ;tutti i

n1oc~i

~uesti

che noi. vo.3liomo;:e. tutti

sir,i<iO Ji'r qucsto.l?rinaipio

di.iq~ntit p,1;,1

morli nei quali pos_..

ridot~o

essere

.quell'~co

rnoclo. scnz;e.' senso h~ si311if;t.ca.<~uapd9 si dice ~.(>... che , la .fonij\lla del l>fin. cii?i di 'idntit1.~; quell,e: f.Ori.11,l,a. contro .la" quale .. p~n~ J~~:le~.. runlm11ente ..?e~~
!

'

..

" .

c.h non si trett di pensare pr9pri.o; afff'.,tto


ontro
~s~l
fQnnule;
ecco
..
.
.
:
,
..
.

.. '

'

'

perch 'Hcgel Si affenn' a pensare; contro l'~dantit


in
'rac.n:l.e.rri
dic:~ pe. \,,
.
. '
;.,:.
: .
.... ; .
. " , - .
~-

re3rinDi, perch non'-ers:proprio il; ce:so,:: :non,~..un CJlso ~pec~lativo, i


mE.i il patologico del, '..li scorso,,

pe~h

~L
.

'

.: '

.~-

a.em

JJscorso che in quento f i};os.Q. .


.

-,

;""

fico ha-bisogno nec:esse.rd.. CL1ente delle af}trazi<,:>.tie e i que]jle astrazione che'.

COinci~e' C0fl l'espressione ~~.el: t.empo.

:o

\}

'

: :

' -

..

.. .

ol-.. quest9, punto


di. V-iStQ. la posizio'
-.
~

'

'

h~ 'che :sto prendendo , ]rnvissin1a, pe.rhh stq ne1ando tut;te ;la conce..zione
.

classici:'. e: non delle astrr.zionc~ Si s.~ in scriso.,p~as~ico che cose.: sin 1 1 c.strc.zione, e che c0sr-, si~.debbn ::intendore p~r ns~re,.zione, e si sa e.nche che
COOC. ckbbc. intndersi per estrazion in .$Gn:;lO ~~mtrnrio,
ci Ch
,...
.
... : . S,CCOndo
';.
.;_.
l'cstrezion non .deve es.sere: seondo gli c'.l$trettis1.1i metafisici"; ebbene io
.

/,

sto... l.)ensc.nde nG>n contro

l~,astrt::z.ione.,in ..

'r .. .. ..

~--:

se.nso,
classico
o.. scondo
.
;
;
.
.'
: '
~

i~stra~;Lo. i

n in senso ~cnomenistic'O,- mn sto i.>e.nscndo tndi.fferentemen_te nei, cqnfronti


;

..

>':. . .

:falle. concezione 3lobnle d.el,le ast!rnzi<;>ne, .qualunque. es.sa si.'l, perch que~
lunc~ue ess~

sia 'si3l'li.fica fonrlamentE1lmente pe.J!:

nff~_nanrln

p negarla,, che
.

'

'

'

11 concetto di c.strnzione che s;L.puQ,~'J;'idui:r,~\.9- q~sto pro~l.eriia.: in re~l-

coniplesso gl~..di un
.
bale c\i contenti i qullli epp,unto perc,i. sonq, .~s.~rn~ti da ci mel. quale so..;
t l' r.i.strazioric suppon une operazione di

svuo~llmento
.

'

..

no"'c~.etcnui<t'lcti; che poi~ il dte;l'.'minnto di cui ~i pa.r~a sia _le. re~ alla rua-

niere di:''TOliimas o tSiG''.invece . l'',uor110 ella maniera


di. . Carlo . l'tlrx,
non che
:
' ,
.
;

..

'.

c..:'.Llbi~ -mlto'.: il discol.".so:. il -proble11i.e~rimane.:


-lo
stesso. Co11battere
apptinto
.
.
..
-
-:. ' .

alltvr1m~ierc

1 'e..strazion

di -b:::.rx,.

si~ifice

.. scery_elb;.t;si pcf, persucdcre

r. non pensre

e.lit~ m~iere.

R,'Strnttc., dove le.

SE tu

pen~i

..

..

lllcni~ra ast;:ra,~ta
-

l'uomo, per pensar-e l'uomo dcvi- ncceq:are _1nc,

s.ignificc che
'

'!,

~it~zione

para-

oosale'.c in ues ti termini: stni pensan~o 1 'u91~0 n: pa~to ~i pensp.re e: il.)~-' .


sist~n:fr.

dci:Vuorno, in f;:uc.nto per

pcnsnl.".~

L'uomo n.ella sua, esscnzl non de..

.,

vi pensc.re tutti gli uor,dni :1essi in file, ma di tutti gli uornini messi c:s-

Mauritius_in_libris

51

sic111e c~evi ?ensarG l 'es,scnza_ classi~amente si potrebbe dire che non i.)UOi
pensare se non in que$tc.. m.::niera., prch se l'uomo quello che sia, aninc1le ra1ionevole o animale sociale, quando dici qesto lo dici perch.hai usato l'c.strc.zione; COnE Un )rOCeSSO l:'.CClmente astrattivo secondo il quale devi !liru.ctt~r.e le tua ste~!D~ inesistenza, .le inesist~nza di te che sta pensando qunnd.o. picf 'ai penscre .1 1 '1.iOrna.

,Quc~to discorso la letture delle pol~-

111icc. che Ccrlo tiarx ~e contro il. processo nstrctti~o secondo la quale .iJolemicn sembrel:'.'ebb. diqostr,-::to. in ninnierc bene.le che none passiru110 pnsare ?er.
.

.:

...:~ . .I j~: '

cstrc.zi9ne~ perch.'pe~sc~re per ~strazione. si':;nifica che qunndo tu pensi e


....

..

pensi l 1uorno, penscndo

. .

l'uotno

dcvi c.il!."lcttere anche t di _-essere tu stesso

inesid~cqt~ perch solo e.. questn ~ondizione _puoi estrcrre da te che sei un

uo11io, -dcqli cltri. e

cos~.

viti.,; e doven:.lo estrarre d.: tutti gli uomini in que-

. I

sto:.-1,;o:Jo, D.ln fin{3 l'uomo che stai penseno chi ? 'stni pensando sulln bo.;.

se

~.ellt! t~c inesistenze.; delln iru;sistenzc: c~e rigur.trdc. proprio chi sta
.

; .' t.

'

'

: .

pensc:no, .l 'uo1ao. Dc.rei .'.:'.nche ,.)er buono questo .sfqrzo di_ discorso e :1~ ripro. .
prrei ip._cltri terri~i c. cio,, .se invece di l!ir che io penso l'uomo, o
,

-:-

che . il problema d.i ..1~nsare Vuoli10, io dicessi che il: problema invece
di t'.f.ferr11crc' di
3li

economi~ti

~~: ;

,:

comin~inre

dn un fctto ecQnor.1ico, contro i tologi e contro

~ontro 1 s.~f.l.c:i. dell'eco~omla ce.pitelisti~h

classici, c:.o

0 con~ro:: i~~teo1e>gi, fatti" f3:l, ~a Unrl'o :t-18.r_x compagni de.i cipitalist~ di, _sto...

to,: e contro

teologi "che rc.:~iopap0 come. :3~i conomisti'. della scuola clas.

,,

sicc.
contro . costoro dn un fritto econ01aico
..
.Di afferrnare cio 1i coiainciarc
.
.

o spiritu~l~, che lo stesso; o fetto ec,onomic6 alla mEtnier'a spirituale


.

~-1 Agostino COi1&e un dnre e un, avere: fra me ~ Dio o fn.tto spirituale nllc.
riu:riierc
economice
di Cnrlo
...
.
!

~.Lrx

t; <:&c. anche <"...Jilllettndo questo,

cpme un

J~re

ii discorso

e U1l

ave~e.

tra me e l.n socie-

che si era fatto con1;:rQ l' strc,-

'.<

zione uo.ndo l 'nstr{!zio.ne ere, di porlc.~e dcll 'uomo, non si pu rifare contro il fntto econor.iico ore;. che

i' astrazione

'il parlll.re del fatto economi-

co o del fc.tto spirituai? T:utta ln culturn contemporonc~ tre.nqu~lln su


"~ueste questioni, pcr cui farle pu sei.lbrare anche seJnO

der.ieqza. spiri-

i ccsi non S tiarno e;ffntto pc.rlc.ndo con~ro l' es tr!1..


ziunc, pcrch SE'tnr11e.1 contro 1 1.rrntrezione cerc di pensc.re. Re3el. l!ll tormm-

tue.le,

llie'

in tutte

(~uc

di

Mauritius_in_libris

:)2

~~o.

do :'.l punto che;: ci interesse, c;unnc'4.o


ste.

~::.-0sizioni,

questo ;,>unto .i vista io c.ssumo que-

il .~.iscorso diventa pes'.ntissilt.o perch io sto cercando di


inc.~iff~renteuente

::>ensc,rc.: l'nstrr.:zione

stesa.::.~ ipr~ipendente1~nte
'

.'

eh~

".l fc.tto

dc. ci_ che 1'1:1st;razione ;,>ensn di _se

!.

l nsti::czione mi servn .pr pensnrc


..:

;:

'

l 'uo1uo o l '_r.~-;e_lo, il fct;to socie.le o 'il buon._<1~r~vo~o. E _perci d~co che


Guest~

ii discorso . in

termini che.. sono t;e.nnin.i estremi, perch significn


.. :. .

''

.. .

., ;,

j ..

que~to

procedere brucianqo le, terr<'. su cui si. cc..1mni.nn* perch


.

'

'

"

~enscre,
.

si clebbn fc.re dovendo


:

per

'

.i

"

(."

:-'

---~

. :,

..

~:

..

.. . .

riteniru.10 che

.. ~ .::

'

'

L'.1~..ipian!=o

i')e.ccssi.t del discorso.


.. r

..

t;~

ori-

3inc't'io del
discorso
tnle scconJ.o
il" -discorso,
non. secondo
il .di~corso.,
.. .
.
.
: .
:'
' .
. ,.
.
.

..

fac~ndo

..

il di~CC?l:'SO he po~sibil~ rd,~cp~~-~nt~,


. . .. , .
'
.
.
..
.
. ' ' .
mr~. r;econo ln datit ('el .....
dj.Scorso,... sccn(lo.
queste
...r..tit
c~e
rrqionano
in
-.
.'. ,
.
'.
che sto

..:

~e:co.~.o

io, non
: '

.:...

?ot:r~r,11;io

ten;1ini bp.nnli,
neces~nrio

turrl

c;~~to,

c.d~iritturc.

'

.,

dtre che

to c.1. discorso.;; 1';u1lgrc;:!o

'.

inferior.~

r. liv,ello

rispe!=-

..:,-.

po~sibilc e:ssULiere., e.nzl direi nd<lirit-

nssuri1ere posizioni estreme: di questo. t;i!Jo, secondo le qua-_


~_,

..

. j

'

.:

'

li l' ns trazi~ne fonru~1~-~t,:bl1c?te e ini~i~lmen!tc . c~. C.~e co11scmt~ c,l ~U~corso

,a

c.ominciur~

..in

qucnto
:filo.sofico,
solo
perch
l
.
- .
.
.
.
'

_;;

'.nstr~zino

ponsistc
. .

nell 'espre,ssione del tempo, solo cio perch 1 'astrGzione espressio~c del
~'

t(m1~0,

-~

.:

,..

'.

,I(

'

..

,'

;.

:~

._

!'

.,,

..

'

~~

'

'.

cep.itc. vu9l dj_re_ in,. ~;~,to.


.
a~trnzione
'

.'

re cw1e
.

. .

~l

il suu concepire

. . :

..

'

. -~-

' :

; .

_' . .

...

'

il . suo .esse.

.;

~ilosofico,

.:.discorso in qnnto
...

''(

dove cos con-

con~~p,itc.
e~sll as~~l'.zio~i,~,~~nto
.
. ..
......

'..

'

cos~. ~oncepi~a,

CCJEmtc essa il discorso che le. concep:Lsce '

'

t_cmpo. espresso, e ~olo perch l' c:strnzionc cos ~onccpitc;, p~r::h .con-

cio
' .

ci 'che la coric13,;;>iscc, ii suo concepire nel senso ln~iyo pi~ proprio-. Allo

'

. l,

l'_?5-~rczione

rr;

'

.;

~ . ~

..

c~n~o;.;i~~::.d~l d~,sc~-rso,

rispond el suo essere,

r"

~uo

,.te.le sol tento in qunnto il

':

~.

'

concepire il discorso cor-

pe:rch

'

ii'

disc~~so .eh~,

..

~.

.~

conccpn<lo l.' .'.lstrczi._onc, consente. all '-,c.st-r:nzio~~ di concepire ci __ che la


C:on~e~J~scc,

to

in c.tuc.nto il rUscorso scnz.:: l


1.:,

i l. r!iscorso
1

sen~.n t_8Ii.~JO e~pre.sso

que~to
. '

.l,.

'

tc..11to per non pensc.:re niente; e pc..r-

..
..
.
dobbi41;10
dire
tripto,.
perch . le. fctice di pensnre
. - .'
:.
,.
.
; .
: . . .
. '

:.~

lirn;;0 te.nto,
e per
'
.

,nop ;,>u essere in q.Bn-

non pt) essere. E non .si sta dicendo

stc.,.dic~nd9

i?ropri9
niente,
o mc3lio
si
. ..
.
,
.

'nstrazion~

i .

'

non solo di pensc.re ucl~osc, : ir.\ , fatic~ c.nc_h~ <li pensn~e niente o il
.

'

.-.

..-.-

'".

"}

~.

~.

~.

'

'

'

..

'

_?ensc.re niente frJ~ice. perch dobbia:11q ab.it:UP'l'.~i c. p~nsnre che il ?Cnsc.re


.

~-~

'

.:

"').

,'

~._:.

..:..

..~

non unr.: sorte di b_r:.rcttolo $Cmprc . pieno: 'p cnche darsi che il bD.rc!l.ttolo
.

; ..5.

.~

...

Mauritius_in_libris

.:>3

Sil'. wo't;i ci. che' il suo; essere pieno sir. c:uesto V\l'?tO~ iniz.i~la. A noi <l~f
ficile ce.pire questo perch non potre1ii0 nni pF1 rivivere l esperienzc che
l 1uomo hc. vissuto qulmdo he c:nincit'l.to V"'3rPiaent e pensr:..re, non qunndo elci.
br.Libini co..tipcVu:.no .o. ,Pensnre, que,ndo 10. r~:~ione cOtilincic r:, bc.lbctte..rc, non
in qUE:lsto senso,

nel senso .di. .'-jU..~ndo 3li uopini comi~ciaro~o a pensare

iuc.

secondo ci che fu cllim;,!1.tc poi. bene :p

LUl~e fi~osofia.

Nqi non potreuK>

~aai

pi:J C<'J.pire
-che cose signific pen::wr~ per Talete.
Tc.1at~.
por <lire il nome
.
.
_.. ..
.

'

...

.ambler.1c,t1,co 'eh~ ci rihlJ.Sto,. e sar st~.to forse. q~lcuno prilne di lui che
.I

<

'

'

l, :.norto con se stesso e. uelle.. Ii)C..nier<.=: in cui non morl Tnlete. Lc'l letture
-

dci filosofi vcrrunente-unl!. ,letture _llnica, pe~ch 1.:-~ lettura che tutti
'

noi siciio tent.ti di fc..re: nel ~ao.::>: pcqgiore, ed l'unico, il f ilqsofo, che
hn questa sorte; roontre. invece per tutti gli nltri ln lattura diversa:
se' rioi le 1gti:la.c un. tlOetl"l., un, rome..nzicre, \ln. cron?:chlstc,. la facilit di cn-.
trr:.rc r1ent"o l:. c:10 che leggir..rao tnlmente (onnaturc.ta a ci che le3giEll.lio
che non c 1 biso300 di stare E; perS'l,lt',d~rci COiile Si debbt\ fere_~per_ ~ntrnre
dentro c. ci che le33iei. rno I l nostro le 1:nere un filos9fo invece spesso

r..tnrc renai Glln supe-:rff:c'ie delle pe.role -~he .~~i33ir.J,10 e b~sto., e non inten"r~.cre dentro lijllellc perole, pei;: cui c,o::,~ :Se noi.le,.filcsofie o i filosofi

li identificcssit.10 con i fossili (lclln stpriu;


per cui hn ragione
..
..
.,

qu~.lche

E-utore contemporc.nco, proprio perch pop capisce filosofia, qucn:do perla


(bll e.i;cheolo3ie.. (!el sr.pere, o quclche ,~lt'l".o quando. pnrll\ i filosofia fa

cendo le storie, dei r::l{".nicot:1i; hc rt-lgione, :pc.rch alt.ieno


confess.r:; di non pot-:re

C~pire

~:O

queste manier.s.

.filosofin,. perc11~ il _non CqlU'2. filosofie: si-

3nificn il' non .ca.pire che significn _leggere _'l,l.Ilc . sole parole di . filosofia.
,

I'crci'.J ;>ossiarao riuscire o cnpire cho. cos.::i signific per TcLlate co::iinciare
.-:. [;c;msnrc;, non in- senso

psicvlog~co . UiB.;

i.11 senso mete.fisico cio che cose


.

si.:r,nif.icr:. in senso metafisico il

morie~to

inizio dclln storia; non quell 1 i,nizio


.
tu ci eh~ Str! prhK: di. ~:uesto. inizio,
gnific~.

.del~c.
..
Ull.

in cui i.l pens'-?-re comincia; l l-....


storia
_che
. "

~.i3nificc.
.

ne3c.re tuti-

1.' in,izio di questa storia Che Si,;.

il co11iprenclere t,utto ci che nrrivc.to fino a questo inizio. Per

cui un solo

U01110

che r.ic cce: a pensar_ '$ul se!io non


che
.

to ci che r;rr;l,rc.to sino e.. lui,. &..ia

cdtarittu~a

Mauritius_in_libris

v~le

pil cli tut-

;Prilnn di tutto cl che

54

c.rrivnto sino e lui. L'nstrezine pririU,ri'.. impe3nc il discorso in qucnto


filosofico me. in c::uc:nto filosofico rele.tivc.mente al
stenzicle cd co1::ie se C.ovessitao sforzarci di

~uo

stesso lb1ello esi-

ri~ominciarc

il comincicre

.:lcl ,iiscorso; uesto dc pcrte nostre. significa uno sforzo, non solo per questione cm2greficn, cio non perch sinmo coloro che couincillJllo a pensl'l.re,
1c. i)erch dovrornu10 riuscire

c.

cm.ipren.-l.ere che cosa verC1J;1ente pu significe.-

re su un pieno costruttivo, non descrittivo, .3enetico, che cose si3ni,f,i.c


por coloro che comincie.rono il discorso omincinre il discorso. In questi
tcnr.ini, il discorso vele in c;.ucnto filosofico solo in quc.nto il discorso
intende di ri?roporrc r. se stesso lo sforzo e.attraverso il .;unle il discorso o stc.to il sue> stesso col,:d.nciorc. Si trottn di intendere

un~.

sorta

ci scc:rto temporale tre~ rno:..1cnti che non sono tel'nporali.


SicJ1io fe:nni c,ll'c.strczione prime.rie che. l'espressione dcl tempo, cio
il tempo condotto fuori di s, per cui il tempo noti , e non essendo astrazione e, 1 1 r'.strc.zione essendo, per questo il discorso sarebbe in quanto fi
losofico; do. questo ?Unto i viste l'espressione dcl t-cmpo stc. a significc.re 1.:, necessit rlel discorso che, in qucnto filosofico, significa dcl nostro
.,.>unto di vistt'. il r.10mento nel qua1e il eo1ilinciore del discorso un ricomincic.rc del discorso; come se il nostro pensl1.re questo r..ouento fondtmientnle
del discorso fosse da pi.t"te nost:rn un condurre 11 disc-orso n quelle. ripetizione cli se, che non

ttmtolo~ic.,

dal ";>unto di viste. dello stessa estrazio-

ne prime.ria che consente al discorso ::li essere. Da questo puntO di viste.


co1.ie se per noi ll dfscorso in qunnto le;'V!to allt1 necessit di cominciare
in questi tcnnini dovesse essere. condotto c.d essere, e quindi come se non
fosse 3i; se.rebbe cofoe ,.1irc: Platone non 9 ma sar: Plc.tone si:~n:i.ficn il
,ao1.ie.nto. inizia.le del discorso assunto secondo le dnt:i.t~ ori1innri~ del discorso stesso. DE: questo punto di viste co111e se 1' astrazione prime.rie conS\lt&KSSt=:

unr. sortll. di lTICCCCriismo di scerti Che useno l tcmyorclit GCnzc:

essere te111porc.li, perch il. co1i1incinre dcl discorso, che 3i comincinto,


sr1.r; perch dovrebbe essere pensc.to tale d.-1 essere dopo,

Iilf.

da essere dopo

solo perch noi siruuo dopo, perch l'essere contemporaneo n qoolunque r110111ento dcl_; disco~so filosofico che 03ni cultur:'.i consun1a non s:t"inific:. l11ai il

Mauritius_in_libris

presente i o

ti-

)5

s, .m. s11nigicc 'il 'dovere e.ssrc dopo di s, perch in

tc"nto ilU.ezs0re picsente n s, se riesc0 <'"".d

~sscre

'

'

prii.uc ,11 s, cio se

non mli conter.1porc.neo, cieco f)erch clo:n punt 1i viste. apecul~tivo l.r,
filosofie non. mni contepor~er:., e' non lo p\l essere in_ r.'.'.l~i_one delV:: stes;

s,n necessit. ..cl d-iscrso filsoffco, cio il discorso, in qu11nto filosofico, come se.doves<sene3are lctcmporcllt ncllri quale si esiJrir.C; per.ch
.

il ~uo ne3c.re tle tc1~1porclit' significc~ che intanto possiraJo renderci con.to dentro l' l":S.trb~ione :i;>rimr.ric :df' quello ch: c.caJe ~:r:i 'questa e C~t:l questD.,
in quc:.nto dobbi110 '~ondurre ci che d ci. che sar.~, i11~resa_.pi. diffici. le cli quelle di. condurre il pensiero n pensnre. Se Pl!tone ha ;_;i seri tto
,

nonQssi&.o riscrivere ci che . :scritto; come facinmo . intendere cose


I

debb.. significare. sul piani;) s:;>eculctivo il' coillincillre del discorso, cio
.
.

.quello che

~ttr!'l.verso

il dr.lnto plntonico deve essere, dunque pon: anco-

r~, .il colilincinre dcl discorso? -Ecco perch t:ttrcvers6 1-t'.~:~trezione prir.it1ric. come s.e si scatent.sse ..Wla sorte.: df processo di astrazioni secondo.rie
secondo. ie quel.i .ripcnscndo il 'pensare pletonfco dbbfamo ricondurre P,lctonc cd essere ci che sur, essendo tutto ci che ess. sec~ndo se stesso.
In ?lt+t. terr-nini 1 1 c::strnziooo primari[>. significa un discorso 3ravc:

nt~ro

vers9 1 *p-s'.~~E-Zi.one ?rid~.'ril:. l'identit?i divcntc principio tahiente che l 1i:1entit3.-. co1.1er princit>~O" signifitc tutte -le fbrt.11.lle the:; 1,osso pensare attra-

v01::-S,o ~-'essere ;>rincipi':dll11 j identit; prcib l" identit.\; :Uve11t11 principio, perch. l'espressione del tempo sigrtific11 ltiscinre l'identit ser>.Za l'essere ilenticq.di se stesso., e p~oprio solo per questo

identit-prin-

cipio. C,i9,_,, l'identit divento. principio! perch tutto ci' ch'

pu

essere

. i.,mticq~;~it;l. 'ide_!lt:'.~9-_-tJtt_rc.verso 't'essere 'identico d~~lli identit senzc. l 'esserc ~dentico di s.

e ' t'.nt'.logia trn l 'csistent che' riel lo stesso tem-

po_' nel G.\le.le lOJc.to: c:.1.b: su(I. origine nello stsso ter'4:>o si ve.(-ie diviso
<le: ci e, .cu.i ~ un.ito, .. e~ il discorso in tjuo.nto filosofico, dal punt <li vistn della ..ctit ..ur.igiru:rtn, cio il ?rincipio del discorso in qw:mto filo'
sofico _ stcitp riclrvc-:.to' per estrazione
de. une:. cnntogia esistenziele. C'

l.1-Il rc. -:;~ono f ilosof~_cc f>GJ!' _ln q~le il buon senso intende c:i. che dn un pun-

to di vist;c. di filosofia teorcti.c noi definir6r.BiO un. frointendi1oonto; - non

Mauritius_in_libris

Jobbi~r.o :-~.)er fnre torto n~'~ cl buon senso n alle filosofie che hanno ccrccto di e:".::i.v~l;'ci d' L;ipcccio.; c' nelln filosoficit fi$iolo3ica di queste
questioni origincrie
une: r&gionc pi1
profonde
delle stessn fisiologin.
D.;i
.
.
.
questo i_)Unto di viste quando il buon senso intende q~1i~ che poi un frc..in-'

'

tendi1;.ent6 fondauentcle come se i, fo:sse :una filosofin :di tale frcintencJirocnto' che il fetta che i essere esistenti. . setnbrn il. punto di p-l',!tenzE1
OVviO' che il penSie' l:lbbia per COllliilciere-;

pi"'l

Lill

non nelle 11leniero, secon

ic. ~~ si pb pbnsc.re che il discorso sit:r.co1aj.nci.;i.to nnalo~icmaente


a.iic~istrt~o. ... &:!' il tliscoroo plati..mico come dialogo tre. ideh. e .idee. verreb..;.
d

oo

Dd essere lri filosoio. che hc sublimato i-1 suo stesso punto di-partenze.

Tutti i dinlogh( platonici possono intendersi. corne. un discorso dialogico


delle idee frn>'lor6, ni qcle discorso gli uqmini prestano la propria 1asc,he
re,, ::11c~ 111c.ni.erc dclll'.~ uc.schera trn3ica grecu, la. propria persona, pe_'I'ch
t:uC:ndo le ~~in~110 nomi di uorii:l.ni nei dieloghf plat_onici in renlt__non le~gill.

che i nomi <lei personaggi di une. tra:gcdic, che non si svolee trn uorninid,

Mo
'

- ~

tento vero "'che, alle fine :di o~i dialogo. sono tutti. soddisfatti sic. .co'ioro che perdono Sic coloro che'.'vinCODO, anzi spesso non
re sic. c~iuf che.

perde;

li foss~ro.'. onsripevlt
le

r'.. cl

Si

sa

$C C

. .,

Vince

per~h come se tutti" questi interlocutori v:J.sib:l.-

'<:lt essere i prestanoi~ie di: unn iinteT.locutio 'nelln. qua-

es$erc in proble1~a . l'tJ.'dignit del pensiero, Cio ,l 'esscre. del pen-

sie"r~ cor.~- principio .i. sublhir.zione delle. .Ugnit dell'uo11io;' per cui be---~~ ~he Soc~1-:te ~oia, ~nzi, Socrate. non morto quando 3li hanno .:lato. ln.
civutc, ;in"quc.rito lc.~ v8ra cicute se l' ctetn da. s qucndo dialoga a quelle.
iW:'.nicrn .. Il senso di queste questioni - peglltlO e. tra~iCO in: q\,lanto precursore di qtie'1ic. interlocutio_ di. cui paravo-9 , interlocutio tc.lwentc 3rc.vida
d.i si3nificati da essere il sens t'.>agan6 nnticiphtorc cli sensi che non sono po.3ani e furono cristicni.

te

dcf:Ltiizione di :filosofie: co1ne' rnc.Jitc.tio

mortis. . cristian,, rat1. il .s'Uo vero

seriso pogano, ciQ. il vere senso

ll to3iiaerito del senso cr:istitmo che . stato tolto prima

91

essere posto

in essere. Quf;mdo un: filosofo pensa dL essere filosofo e. di. essere c.ris.t.ie:.n, (:uc. rido pensn che lr. filosofie rooditu.tio mortis:. quest:L un persma3;:

~io' c.s.ncellnto delln s~>rie. s'in filosofic'a, sia crcistinna~ perch stnto

Mauritius_in_libris

n.nticipeto, e percio tolto, 'cla.1 vero :senso di questo discorso che pagano,
cio tra~ico; che . 11:, interiocutio -rfolle idee -c.11n c;unle 3li uomini sono
dc:nric:ti come

person~:ni., 'Sostcn~o

che questo un modo trc.'Jico

~perch

.neces-

sc.rio cll 'tnizio del discorso filosofico.. Il discorso.- filosofico cotninci~


to cos:f.. non perch Ple.tone ha cost comincieto; ma' perh no.n poteva che cominin.re e ques-tc rnr.:niere, cio perch non potevn non coraincinre trngic~en
tc, in c;uel mdo per cui l'essere pa3nno dcl discorso filosfico l 'c.nticipnzlone di ogni senso Gcessivo cristicno che toglie nl discorso filoso
fic la necessit di essere cristic.no. E per cc.pire che filosofia cristiana specul.tivr..mente non significc. niente, nel senso secondo il quale se h~g-

10 Plntone non ho bisogno di le31erc S.Agostino, b~sta questo.~ fil~sofih


che poi ~ar cristinn.-:: fd~). i .suoi onti con Ple.tone e con /iristotcle, cio ~
fC'.r?J. i suoi conti con chi 1 1ho r.mticipota; secondo quelle. anticipazione che .
p.3{',nt: proiJrio perch neccssc1rin. Quindi lo nnalgic secondo la quale
il discorso in quanto filosofico quest,":l necessit del suo stesso co~Jincill....
re t;ucsto cominci:re che si fonda su una ttstrazione primaria. L' cstrozione prii-i1D.ric. l 1astrr'.zione rispetto nlll'l. sua stessn antllogie: il 'tempo come
ci nel qunle l'esistenza soddisfe. il suo problemc e colile ci dal CJUnle il
iscorso riceve l'essere soddisfc.tto del problem.c: in quc.'lnto tale. L'nstra--
zioile ci nttre.verso cui l'esistenza per mezzo del ter11po risolve il suo
problema e. ctunue senzc problemc. ed ci .. per mezzo della quale.il discorso

1~cccttC\.

l'essere risolto clel :;>roblema; non del problemc. del discorso,

mc delproblernc cor:ic tc?.le. Il fatto che l'esistenza si trovi soddisfatta


ad e.vere cm,"le temo del tempo quel ternpo nel quale nd un tempo 1 1esistnzc
pu essere unitn. e divisr, cfo. ci che la fa essere, per l'esistenza si.3nificc esacre inizialroonte eenzG probleran, perch il suo problema sarebbe quelle. s~'or:,:;enz[~ dell.::\ esistenze: che per dovrebbe essere nello stesso tempo
l'essere unitn. e l'eszere-'divisn. da ci che ln fe essere; l'esistenze per
esistere hn. bisogno di non essre questo problemn1 o l'ie3lio ha

biso:~no

di

'}sser<:; queste. sporgenz ...:. tutte. dentro se stessa da. non doverle vedere per
(1overe esistere, perch se l 1csistenzc rilnane fernm nella sporgenza del tem~)o

nel qucle conter11porancrunente unita e divisfi rispetto e ci che lo fn

Mauritius_in_libris

essore, !'.esistenze, non esis:t:c '. L' _;v

con cu_i ;cominciei le.

CZPX.Il

~~bl;>ill

scmbrn un corninci'.rc che poi un noti potere coi._!i~~i:lre, perch quell' lv

,
aPXtl

si3nific t,uttL, i ,.p:roble,rili:,,., tutt;-i: _riso_lti,

per~h

ac non si, inten-

~.e .l' ;v

apxl\- . '~Co~.ae- L::. r:f:soluziono.,cinizi-al.c, non ,~s.i potr,ebbc


continuar~
.
dire: -&e6; ;~/-Q\Jcsto pe,r_; i;ntendore..che :sk,dev~ coptinarc in 1110 ..
;-

(.1.

do cssolut;o; in q'Ul!n~o noi lc'!3-i.l'lf1lQ - il Genesi no~ in _quc.nto U,Olilini di fede,.


tue

pe:r il motiv sedmdo_ ~l 1-.~uc.le un libro di. care~tcre assoluto c011dncin:

e''.ci inse.~ne c. pensttre che. -per dovere .continunrq_, Jl Jovere con.,._


'
'
:;:t,
I
. I
tinut;re
si3fti, f icn f ~r se.1 tr-',~Q in cri:.:: 1, f e;v:
apx
. 1 _; il- pr;ob ler;Ja d_ e 11' e:v
~Pxn
rirtk.1n~ r:J.~olto dentrq 1 1v apx~
st~S.SQ,_pcrch GUbit do;_:>o le necessit
;v. apx~

'

<lell 1.A -&-6; _; pronlJ,ncit:to 1 1 :v &pxij ,

, _le. necessit chq: viene dopo ln

necessit;~ elh continue.re.' E se inv~c ,di dire v. apxti ~ -&e;~


I

ap.xl\

~ ~py_<$,

- --

.nel senso

-. -

- -,-

fil'C>,~of.ico,

lhl fatt;o stesso.. che il ~yp


stes~o,
.

cJ. che

_lc~c.

il -.ny6

dicilllilo

-E~ll'

;.v

a:pxn

-intrc.d~ibilc, .perch i~ &:px~

'

11 lbgos

' -.- -' ,-

dcl -.6yo

'.

e se noi fossir110..... rimesti 3rcci


dc. qesto _punto
.J_i viste
-.
.
..
.

'

non cvrellllW bisgno


_.di-. fnre .,.f ilsof i,.c:~ Il -fntto unttlogico _nl cui . punto di
.
vist_c il

is~.oroo

:in l:jUnnto. filosofico ,co1i1i.nL::., .stn p. sigliific<:.}:'o :un avvio


.;,.

del discorso

che~

in unto fi_losofico, conoumn ucstn

c~s.trn~ione

c._he _lascia.

il -discorso 1.nizialmetlt senzci problc1ac., in qugnto proprio l 'esistenz,r,


che ht:. fovorito il .pensLlrc lnsciandolo senza p"I;obi:ema; .cio, mentre esisten...

zi~h.entc

int;e;nd~:v;

i non dovere

i~~endor.

il

perch intendere il terili_JO si,gnificc non

~sist;c:reI

tGntq - vero che se noi

posso

t~mpo ;~enza

se stesso,._

!lOnesi;illO. questa. ql.iesti0nc dc, _p.:~rte clell 1.Assoluto, non potrabbe 11ui.i. ess,erc
le. r;_uestione di. intendere il tempo; -se invece il cnso stor_ico quello che
t

S.te.to, Cio_ dovcrt :penSlrC l 1uorao (conosci te -stesso), questo C&SO stori-

co

r.1i deve

'

in~~-~ncrc

che non pocso pensr.re il tempo, perch di _c.;ue,sto non

.\;

.pcnsere il tempo,
it ter.1po
che pcl'l~O
ci nel quale n~llo. stesso tempo sten,
.
.. .
no o..ssiene 13. mfe. 9ri3ine
e ci che rai divicle dr.:11.::. mie. ori~ine. Perch s~ ,
,..,
(
.che li.li fn csser, pon esit:?to,
io esistente
non sono
il l~scinre n s ci
..
-.
.
. !
'

:\

,:

.'

e er :lcvq sser8 t(-19 dc.. "?oterc essere unito r, ci che L-:scio


~.\~. -~

.:..

".

s, cio

.:llu. hiin originci, quelle~ ori3ine ;>cr le t}~nle esicto. Ge io pps.so inten~crc
~~- ~

_:, ;"; :. .

'

,, .. i,,

~ :,

'

..

ln contem~'r'c.ncit dcl Etio essere unito -elle. origine e <lcl -.:ii.o essere diviso

Mauritius_in_libris

59

dE~

ci nei cui confronti rili trovo unito~ io non e'sisto, ril.lwngo fen.10 a que-

sta contemporaneit che non mi fe esistere; viceversn il mio esistere il


rcn~1crc

questo senzc. probler.m Coue fnccio c.d intendere che ci sin un 111ouien-

to nel que.le il tempo non perch ii principio del tellli.~' ,se . la sue
~e

ori3inc nqn ancora il tempo; uc.

il tempo da

quell~

origine, il 111oraen-

to nel qunle penso l.'origine dei' teLlpo tem)o anch'esso; ed il povero


.

'

s.

!.,so~tino che s.i int~n:dcv di. tante. cose i;lr.bID delln sue benedetta conversio-

ne
che

do"{et~~' r~conosccre .che cl:i.. questo non potevl intendersi: "n0n chiedetemi

~o~n ~ il tempo~\ perch se

lo chiedete non posso dirlo" . Non mi chie-

Lle

::1.cte nulln 401 tampo.corne questione siglificc riconoscere la necessit pnp.;c.m:. e_ trng,ic:c di dovere intendere he non devo lrttendcrc 'il te111po e questo
di~corso pu essere filosofico; COl'i'~ 16. subli1:<1l'IZiblle C~ellc IIillS-chere 'Cl.i qui.i.

'

..,

. . -

--~

..

! .

le, interlocutio di :cui cUccvcrao.


. .:

Mauritius_in_libris

70

V. - 1... ' .STRAZIOUE' PR.IML'J.'...IA.

e 1::-?. necessit di .j.over intendere l 'esistenze del punto di vistn esistenziclc. Dal punto i.:-:.i vistr;:. esistcnzicle si deve intendere di non dovere
intendere il terni)o ed dc. c1uesto punto di partenza che il discorso diventt.

SC

Dtesso; il fntto che il r1iscorso

<~iventi

se Stesso stc a significn.re

che il discorso e non , non nel eenso hegcliano dell 1{inheit dell'essre
I

e del nulle.,

1.i~

nel senso fisiologico del discorso che de, csistenzie.le di-

verttr: filosofico, secondo il

c~uc,le

senso fisiologico cor!'le se n un certo

r.01.icnto l 1uom6 si fosse trovnto tra


te del

discorso~

A u!C c::uesto preme

l.e

mnni il diventare se stesso dc. por-

m~lto

per un r11otivo semplice, che il

se ~ente: dobbiemo ccrclrc di cor:iprenderc che cose. si3nifichi il ricohiprendcrsi del :iscorso, .ove, cercare di comprendere, significa che dobbiru:110
ceree.re di non rhic<:merc cl tutto

css~nti,

non poteno per essere presen-

ti nel couprcndcre, d2to che il comprendere sembrerebbe destina.to e destinllnte il so[netto cor;:ie pienezze. delle sue identit, perch il coraprenderc

il ten11ine che filosofica;1ente scmbrc. tc.lmente ovvio e scontato che non


i~tte

conto di pensarci sopra. E c.llort1, se diciaruo comprendere e se, dicen-

do comprendere,

stic~o

dicendo lo sforzo che dobbiamo fnre, sforzo inizia-

le che si3nifica ricondurre tutto il pensiero filosofico o rifare lo sforzo inizi~le (inizinlc nel senso che stc tutto nel fatto che bisogne comprendere' il rico'1prendersi el cl.iscorso), e questo sta e. significerc che l 'espressione 'bisogne, comprendere' significt2 che il sog3etto non pu n essere del
tutto essente, rnc, nemtilcno essere piencmcntc presente nel comprendere che
lo
st~

rieucrd~,

perch il conpren<lcrc, so viene ossunto in senso pieno, forte,

e significare une opernzione totcle secondo la quale quando 11 sogget-

to couprende hc: risolto, o meglio ancore dovrebbe essere il principio di


risoluzione interno alla i)Ossibilit s.tcsse. del comprendere coJe atto, perch~

il conprcndcre come e.tto sta a significare che il soggetto non pu ave-

re il ?robler.m di <..n'.lizzc.rc ln letter'.li t (\el cor:iprendere, se comprendere significa cum cc,pio, prendere nssieme, cio fc:re stere assie1i;.e, assumere

con, con chi? col sog3etto? o invece serabrerebbe che.::)(. debbe cssuraerc l'-

Mauritius_in_libris

..

71

oggetto secondo il suo mo~.c di esocrc presonte e.l so:;3ctto, secondo quella
suc relr-,zione cl sozgetto, Vi u~le rele.zione '.l so~r~etto si31\ificc. le ricluzi_one del ~Jrobleml. metefi.sico dcl Coiap~enderc secondo la quc.le ::.llorn
1 1033etto c.sstinto secondo. la _suu risoluz.ione e 1.:::. stil relnziorte pienn al
suo modo di essct'c presente all'oJ3etto ~\l.ppon che il sog$etfo non al>bin
il probler11c, _di ctcrmin,<i.re le

minazionc
teot-etice
del suo
r.npporto
.
.
...
.

cor.':p~cnder9,

mo la necessit di

lt. legittitdt, Lo:i forzh, ln deter

liceit~,
11

queste
relc.zio'nee. ~ndo noi dicin"'."
..
~

non cUciorao. due

pr.rol~:

come se nvessiux:>

~~ri~to,

senzn c.vcrlo scritto, un. trattato di gnoseologie, perch quc..ndo .


noi dici.CiilO che COL1J?rendirn10 1 1oggetto in questo ':OOqo o in quest'altro i.oodo
intenrJ.ic.ro pensare scric111ente che le re.inzione tra 1 1 03getto e .il uodo ot_trc.vei;-so il

u~lc

dcten&1ine.to

_~l

li:~.

l 1og38tto hL'. rclc,zione. .con s. stesso.


un modo
.
. che viene
.

aog3ctto nei

~ui

confronti questa relozione hn


~omprendicrao_,

rcc.lt di ci che pensiar::o coue ci che

u.n

senso;

,non une realt

che pu essere decise .in senso realistico o nntiret::.listico e partire dall '.

essere reale delle.


cose
. '(cosp ';in
sonso heg~linno, cio_ ci: .che ~ sta di
.
.
.
.

-~

...

. '

'

'

~7onte, <?h~ sto pcn$<:>..ndo. in rapporto,

o.. ci

'

che ne sto pensane}()_), llerch il

proble1;m, direi cos, c1i risi dell 'P'.~gctto ri3ll!lrda. 1 'og1etto, in_ qu.--i~to
l 1 og3etto pri1:1D., e

~e

criiva ,cl sozgtto, .

CO!lle

-Se .. fosse stato condotto

e risolvere., so ce l 'h0, il i.:lroblcmt1 del suo r:epport .. n se stesso_. In .cltri


'.

'~

'

che non tanto s1;1.Jlice o semplicistica 1.:! relt:.zio

dice~do

t0n.iini io st<?

ne 3noseologice secom1o.

lr>. qun.le J.">er .pensc.re e per

.;

conoscer~

basta che si

riesc0 c. metter.e e.ssicrp.e ordinntmnente il so3~etto e 1'0~3ctto, per cui se


c' un Copernico che fe.

fcr~

dc trottolt:i. nl mondo conoscitivo, Bme.nuele K'.lnt,

che tutto sia raesoo


finlih.lente
ho soddis~atto
:l.n .ro3ioJC.re
.
.. . 'r:: :Josto perch
..
.
.
.. .
ne cutenticc
del . rnppprt. fra - . noggetto
e 3getto, se il i:.apporto tra il sog- '" '
.

'

~ ~

getto e
del

0'~3ctt()

corp~endere

'

deve co:"!'liniere e.dd;trittura


delle supposizione.
risolutive.
.
'
~

r<-~pp01;to

tre:

oggetto.(~

puro, dcl

so,, pu e.nche

oggtto,
nel snso
eler.ient..re del discorso del
..
.

co<.:Jpren~re

conte.rai~r~rc

crrsere un modo di capire

'

ancora intatto ris,?etto n ci che, cor,11;>re-

ci che lo
co~cie

'.,

.::o~.lprende:

cornprenderc ln. s toric. pu

e quc.ndo il coraprendere dn puro -che eve es-

s.:re, per ci stesso deve ;.:>oi c.ttrcversnte tutte. le impurit delln suo. pu-

Mauritius_in_libris

rczzc,, per tornre poi c. une c.s.stit,\


stori~.

S?etto c.lla
s~.

~)c,re

i~

dit;Jcorso --fenao a questo punto di avvio fon

l' u.vvio fonc~24.!lent::.le dl discors_o stesso sta a. significar-e che

cou?rend.ero il
che

fuori

ricor::tRren.~roi

c~ueot~onc,

del discorso ;ione in questione ;;>roprio ci

in 1::1ucnto pone in questione proprio il posto, il

;9e1 sog?,etto:. dove sta il

't61to

riopctto a se stesso, non ri-

Questo non soltr:.rito por inciso ma in maniera direi co

ori::;inc.ric., . se per noi

deJaentel~,.

~ssolutn

som~etto

_di questo co1.;prcndere il ricorn-

~rcndersi del discorso? dove stc vuol dire: nel comprendere, .ci che

che il

compr.~nc1ere

_sin te.le, cio. il lcgc:Jne tra il cum e il cc.pio

il compr,endere acc,;uistc clignit.1 fi)losofica, per cui

qu~sto

pe~

fc s
-cui

leillllle fetto be-

ne in un -certo modo . ,cor,-ie .ae nvesse dentro di se un operaio specializzato;


un metallurgico sublime, un ope;nio vcrrn11ente ingegnoso che sta dentro il
co~~1prenderc;

in modo te.le che il co.-.1p:rendcre non si cccor3e di questa prcsen

za intcrnn, porch~ ueste.pre~enza interne nl couprendere proprio il fr.t


.

tp che il, comprende;re il comprendere, ?roprio'il fatto che.il.cornpren,

dere, nel momento in cui comprende, nel mo1.iento in ui svolge se stesso,


n.ddiritturc. ln necessi1; di dimenticu.re du. pnrte del co:;_nprendere e dcl
suo svolgimento, ci:che lo fe essere quello che ,
e che cosn: e in cbe moc,o e perch e . o

pc.r~ire

cio~

di: dirrenticare chi

da I:ie, cosn il comprendere

sic. comprendere.,
cio l'assuracre sie. un assumere cHe 'tale in compagnia
.
. .
di quc. lchE:: cose,, ller. cul 3uesto essere in conpP..gnia non scambinrsi le chi.::.cchicre? E uesto e.ccc.de: perch sicmo tc,lmente iJresuntuosi noi di capire il
cor.lprcnderc, cio sie.mo tr:.lrnente

presun~si

noi di impossessnrci, di padro-

neggic.re ...il. .:cornprm;lere, da non dovere , pi1) e.vere .il problemu di noi . stessi
.

corie quell:. s.ortn

d~

le3aJe it:lterno nl co,,1pren<lere stesso per cui cornpren-

dere s:.gnifice.
couiprenclere.
; Il comprcndGre in quc"l.nto segna 1 1 avvio del di.
.
..
~

SCOrSO filosofico sta


untico,

perch~

O. Si~ificare

. come se il

quep.tO punto vereritentc tr!i.3ico, non drnra-

sog~tto jjoss~ ~hic..mc,.to

0d essere -1n ?arte pre-

sente e .in p.nrte assente: lJt: quello. parte delln- presenza e dell 1assenzn
.dcl so31ctto che fa il cori1)rcn..ere-. L'.J.lorc, se il problema. per ::.desso queoto comprendere il ricolprendersi dcl discorso in quanto filosofico, il cowf.)rendere il rico:,:1pren::lersi del c.liscorso in

c~uanto

filosofico- in fondo sta

['; si3nificc,re che il discorso in.izialI<ienta in quanto filosofico il dive

Mauritius_in_libris

73

s~esso:.

te.re, se

.... .!.~ .. '

questn unn tosi e l[, deduzione di questn tesi uno. dedu-

.. -

'

..:

~ .~

..... -.

,.. .

. . .

. :

.~

...

.'

.~

_:

zione internr. e uesta tesi stesse; un tcsj. che sgl)r:l, ln .deduzione ori

~:

..

..

J'

:;

,;

"

itl.. _quento

esso

....'

..-

,_.

-;,_: .....!;._.

~ ;

_.

.'

~-

':

"

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..

. "

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'

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":,

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~.

"

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~-

..

~-. " .

i.

j..' _, .

:.

.:

..

..:.

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:' ; : -:..

'

..

{... ~

r::..: '..

~'

, ._ __ . : _

s~o <li~,rentcre

.... ,,_...:.::r~

.:.,_!, -.

.. ..

, ' .

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:.i. : .

l . .-....

. .,

f;losof~o in~zic.liuante il dii: . :'.~. ,;' : \. ,' . : '. :: : .

...... .

i .:

'

, I ,

,~

stesso; vuol dire coincid con quel suo essere clctcn11innto

determin.o.rc il
.

'-' .:

_, .

ori;~incr.i'.

deduzione

pri1"-"- tesi _. ,queste.: il discorso in q\J.1.nt


ventcr(~ :SC

.,_

che, il c!iscorso , cd
_~_
-:-~~
._-r ... _ --~;_. _;_" . :.: _
in questi ten.iini, it .divcnt.r:.re. se s_te~so; unr.

~ilqsofico
; r :1

: f __

;1c. le~

3inr.ri. non del discorso,

-j

.. -; . . .

;.'

r.fu~sti

se stesso. In

:~

._..

....:_;:;-~ -

....

:.

. ::.

.~

.. f"7 _. :

t,enaini il .discorso, in

..

.. -.

J~ ..... ~_.,

,-

.-1.~-.,

qucnto es.Sufe .j.l .diventc.re .se stesso une deduzione or.iJineria delle qun"'.'
~

. . . . ; ~. .

'"

. .1 . ,

... .:. . .

. . .'

. . . ;_

,1

... . .

1.

.. . .

'

'

; :"....

J. '

. ' (

le il. discorso non pu avere nessnt:. respom~abilit, in _qucnto la dc'duzi()..:


... .-. ~.-

' ..:.-,

...''.'.f. .. ..:.~:).~.,

.~

. .

n" originarie. .i.nt.eressc, il discorso in


: ..

.r. .

;.t\.1.~:

..... ~ ... -~.. :, __- .:.:. .' _.

..;

t;:.

;_i,

.. . .- . . ,

': .

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'

ucsti due terr.1ini che non sono ci

i1

f..

,:

... _..

...'. '., . ,.

. -

. :; ::.

riel queld il 4iscorso procede, t-ll. sono il discorso stesso; '.:!llora cmae
~

.,. -

.! . . '"i~~' :

. , .-:- ~.; f. .. ; .. .:

se .il discors9,
..

'

: ....

. " .l

~: ~

_- ~.

:'7- .

.~.

- .

;.

. ~- .

..:

. . . .

. ~: ..

lI

..

. ".

in - u.esti
teni.lini che sono il suo stesso .essere dovesse ri'-:.:
. _; ,-... :..
~_;.

conoscere di cono.sccre se stcri~ soltnnto ne11a 1~1isuro neil!l

qoole il coro~

scer~ ~~, st:~s.~o. ~i~~~ficn l~, ~str~~ione primo~ia, -~ se~~ d~l1ri'. a~t~azione:
.. ....' . ,.
.
:: ..

-~

., .

i~

U\

!;_!_

.:: . .

:.< :: .

..

.(:~

.l

-...

'.

.:

.-

.~~e-.,..

~:.

priiu~rin,, _peJ:' '~~i. conosc9~c scr f?tes~c dc. ?~rte del 'disc~~so costituisce il

prl~.p ;>e3n~ del. discor~o-,


.. i.J.. .

J.'.,

;'_

.) ..

.! ....

--~.1.

. . . .

: ."

qu~sto

discorsq, .in quni;ito

~egno del. dtscor~o. proprio il'

qestb prifoo

luc

.....~.

'.

_;

."

J.

..:.

~l

pril.10 Sgt10

. : ..

J -

. .".:.

~,

;~

discorso d!;tll. c..s 1trazione prir11a

r~0 dy~ 9ct~~1i~n:t."c _l, ~i:;se.~e .ii c!iventcf~ ~e, E;tcs~o Ja p.:!f,~~ d~l dsco~s
., .

.' .i '

: :

.:

'

~.

Allore :Ll discorso origi~crini~nte i~ mmrtto filosofico, i l diventare s


"

:'.ti ..... . ' .:. -'

"'

. ...

. .

';

'-.:..

." ..;.

.'..

:~

. .

. ;...

' ~ .....:

.-.. . ~ '."~

. :''~.: ..

stesso, sullc,b.se delle.estrazione primnria, sullo bnsc.di quelle r.strazion~-~lt~ :st~ ~.si;~nificc,1"e,.ch~ 'i.' ~~s~ors~ no~ pub.eeae .. i.esi.~t~~~~rd~~~~e; ...
I.'

..

.....

."_';""":;~ .. ~

".:

. . !;

.-':,~:

. :

':

~,_:

-.:;,,

. .,inten<:}ere: di_ non dovere intendere' il ter.ipo' perch; proprio. del punto di vi:sta

~~,isten~~cilc

il tCI11iJO S~nz.~
.

..

'

. ;. ;

SC

do~e_re !nte~dere

il

di ~on dover:<:'.

1.nt~~dcrc: if t~1~1po ~ascia

f!3~C:SSO; ~'!\lesto l:!.3Cil-'.r~ il .tE~T1lpO senz<:.

,,: ..

> ! ,

..

. . ..

~.-

. : ,. - -

.. .

.'

.:

Se
.

StCSSO si3ilifi~
~ .. '

e~. re ~l. ?:Ls~9_;r~~ ~ ~nizi,~l~_,1entc, i~ ..:1u:cn_to f ilosof i~o ?~n- JU U:s_orc ii terapo per.' Ul} rapporto orig~nnrio che lo ri:~~rdn. in proprio: l 'estre.z.io~e pri.;,

_r117ri~.

~l no~ p~-~c~e -~~~~e. i' t~~~?_o;

c.

s~ pot~cbbe ,}mch~ .~ii~~'. d; alt~n i)e.~

te, ~d . lo stess,o,. c?~ _l 'c.strazio_~e prL.1F~ric. lo stesso che in neesid.t


.. .
.
.,
de_l temi?p,_ perch~ le :r:ie~ es_sit d_el,. tcr,1po rigucrda .proprio l 'esistenzn, in
'

qua~> l 'esistcnzr.
che
lc.sciEl
~l- tc.m;>0
senza
se stesso.,- Questo
essere
.i . ..
., .
. . ,
: . . ...
..
.
..
.
.. .
~

sciato ~~nzc, se, s~esso del tempo per un ver~o se~e cllc::i, .e.sistcnza e per

ln-

l'r:,ltr~.,.~er~~. a.l~ ~ll.~f~i;s~:,. esistenzil:~l;1en:t~. ip j~bbo r~~~?:rni :~~nt~ de~ fr~t


to che sono nello stesso tmi.iJO unito e diviso c. ci dt'l. cui detenniilc'lto

Mauritius_in_libris

74
_.,-

...'
nece,spariamente

il mio esistere, e per intendere questo debb'tintendere che l'unit e ln


divisione rispetto nll'origine stanno assieme, debbo intendere che lo stf!re r:ssieme delle unit e delle divisione nel tempo non possono stcre assieme, pur dovEmdo stare nssiece e stnrc.nssieme proprio nel tempo; perch tutto ci 'che costituisce il probler.1.:i dlln ori3ine in senso esistenziule,
proprio nel fatto esistenzinlechc debbo intendere.di
non dovere intendere
.
"::
.

il tempo, prch necessnricrm:mte nel r.1or.iento nel quale mi trovo unito e ci


che mi fc essere; nllo stesso tempo mi trovo diviso dc c;i che mi fa essere. Questo essere unito ed essere diviso esistenzinlrnentedebbono .'.:Ve]'."c e
non ~.vere ternpo, per cui nllorc csiotcnzic.lu.ente debbo intendere di non dovere intenckfre il teri.1po coltcrito iJerch solo a questa mcnierc J;lOn

pos~o

ave-

re il problcmc. del tcrpo; :sol'tnnto n uesto modo esistere significa. non potersi cggrappdrc nlln spor_1onzc originl:.ria del ternpo, perch se esistere
si3riificn h.~srC?1Jcrsi elle. sporgenze origine.rio. del tempo, io non esistere~,
e non per 'virt~) d(:l discorso o vizio dclln. f:l,losofia., ma pcrch. non debbo ..
essere unitonllr: sporgcnzr: ori3innrin. che mi rigw:irdc in origine, proprio
perch uesta ri.1unrde: il nio essere 'Uri esistente che. te.le

p~r

virt e

;>cr pe~cnto dell"esistenzn. Esistcnzie.lmcntc il non potere nvere le. proprie


sporgenze.. ori~inarie tt.~le: per vlrt;) e per peccato dell~ ste~sa esistenze,
per cui ori3inaiI'V.mie.nte 03ni esistcnzn c.onie se; fosse .drmnraaticnmente le3c.tc. alle. inertezzc.. dcl rt.pporto trl'. virt e peccato, p.r,oprio perch noi
sic1110 esistenzic.hiente un tele 1'dscu3lio di elementi, che-. bene. ii mio avere il pcceto come disponibile nelle. stessa maniera in cut .. raele il iJio

aver~ 1.2 virt.) come disponibile. Il diclettico esistenziale non consiste


nel'ruodo cttravcrso ilq,uiile posso cercnre le potenza ne.lle mie ~rnpotenz~,
non. il lagnificc.re le. potenzn dlle mie impotenze, pc~ cui io r:.sce.ndo o
rni perfeziono se.sono una sortn i pollicino alle rovescin, il lasciare distro tutti-;i grossi sP.ssi, :?erch esistenziah1ente ~arlando de questo punto

-~-i vista mc.le 'l.n dis:>orii'bilit elle virti. in rapporto el J;ntto che bene le disponibilit del pecc:.:1to, ?Cr cui l'F..vventura csistenzicle dell'uomo
~

corne se fosse (!Ues tl'.i ]rosse fctica, questn grossa fati_a ruetafisice. d.i.

uiGtt~r

c. posto il

rr,~jporto

d'ordine in uesti elementi;

Mauritius_in_libris

div~nto

uomo qw:indo

75.

gioco queste. pc.rtitc. clccettrmdo di gioccrmelc, 1: quest. rnnniera, t:. questr.


me.nlcra vuol dire: l:li ritrovo deietteto in me .stesso .. Il Jtscorso in qucnt:o filosofico t:rova se stefrso a. dovere dcterulinare la i>ropria

~nttco,

pro-

prio perch pat;'e che ci~ dn cui ru:sc. hc. consumnto per tutti' i; secoli, per
tuttr: l'e,ternit ogni
str:. esistenziale

~c.ticc.

COl"ilC .. SC:

_iuputc.bile 0.ll 1uol:io: prQprio dal pt#\lto di vi-

l~'csistenzn

DVCSSO

r:l,succhieto per. s tutta la

fc.ticn di cui l'.uomo pu essere cr.pnce, per lascie.re in or~ginl?- il discorso


serizn' f<:.1ticc, perch tutta le fc.tica che passio.mo il1ipui:c~e G];l 'uomo la
feticc., che possiP.i Laputar3li :conche nbbcstnnza cornprensibiltcnte. pcrch
non . un. f1;,tica dn pocq dovere mettere un p d'ordine nel fnt.to che bene
nvere ln dis;>onibilit., del pecc!.to e che mele la
t~:

disponibilit~

della vir-

ci vuole fetic.::i. 3rossr.:., cio ci vuole quella futj.ce che mi fa nascere

vercraente colHe uomo per r.1ettere

ortl~ne

in questo specie di qundrat:o rnngico,. .

dove tutta la fatico. di vivere e.sistcnzic..lmente

s~a p~oprio

mal mettere o.r-

dinc in questoche,inizialrnente si ">rcsenze n c;_ue~tc. mcniel;'a, che bene


.:Nere .ispo~ibilc il ~Jeccnto e che male r.vere disponibile le virt. Mn
qucsto significc, che l 'esiste11-zc.

or~3inc~ril'.wente1

metnfisicemente, non solo

hc. risucchiato., in s le: fctica, mn. il conc;e.t:to di lavrt


di lavoro
in sen-
.,
.,
.
~

so propri~ (i.L senso iiu?roprio dcl lcvoro tutte i riltcre.z~oni che il .lavoro subisce quando viene assunto dc.lle cose che fa), . co1.le

zc,

$e

1 'esistcn""

;vessc impicntato contro il rH.scorso questo _satanismo dcl pl:'J..ncipio che

consiste nel ft::tto.scondoil qucle tutto ci

'
c~e

fatica,

tu~to

ci che

'lavoro appart:l:enc o.11 'esistente i_n qunnto tc:le ;-e ~tto -ci cbe riposo
e tutto ci che quiete nppE:rtiene El
~Jp,.

discorso~

Se noi leg3imno. Ccrte~io,

:.1uesto punto di Viste. novreri10 dire che Ua.rtesio il notaio storico di

qUGsto so.;;anismq eaistenzillle.: In \.tuesti termini il dbrente.re .se. stesso da


parte del d:i.~cqrso lo stesso che il discorso in qucnto,.filosofico; ellorl potremmo dire: questn unti. tesi c.he. consume
lr, sua deduzione 1 1 c,strc.zione

priranrio~.

ln sua deduzione-, pcrch

(:uestc. tesi in tanto in quanto

ne.se.e dnl. suo essere dedott?. per mezzo dell'astrczione g'riint!ria, ma l'astrazione primllric. il lesci?J.re che il tempo. rimanga

s~nza

se

.s,tesso,_~

per cui

il discorso in quanto filosofico non lo -iJUOi usare per se stesso. J;t; pu sem-

Mauritius_in_libris

75

brnrvi questa une. tesi

~)ere:3rinc.,

ebbirtllO tutti pensc:to ,'

~ueste

'"'e

non sono io che ?enso .::t CI\lCSto li1aniern,

mt.nierc quando tutti ebbiru-,10 appreso e tran-

quillc:i.Lente c.bbic..mo ri.ccettcto che per

~Jutcn 1

debba fare discorso fi:loooftco nella misurn

fnre -discorso filosofico si

nei limiti nei qWlli e secon-

<lo i qu~11- si pu pensero 1 1 universclc; se si.ruoo coD:vinti che pensare SiJtli


ficr.. pen~1re l 'uniYerscl_,. diversamente non : pensere, si3flifica in realt
che l 'univorsale che .ddvo :_pens\re ci che riosso pense.re nelle misura in
cui lnscio il tempq e. se stesso. In tcnnini lrnroodiati; noi pensicino quulche.
cosi ver!lmcri.tc qur"ndo .ci che pensim.10 vnle incUpendenter.ientc _dnl tempo nel.
quc1le viene pensato: 11 concetto plctonico d~ idea sarebbe concetto perch
str...to sottratto &lld ternpor.Hit dentro ln qu.nle quel conc'etto bene o

rJa-

Te 'stato ;,>ensc.to~ -11ientre invece le cose che pensit1uo noi, perch non divent:no dignitose .o.11::. stcss<": maniera dell 'idec. platonicc? L'astrazione prinicrie.'
in realt consiste fonde.mentalmente nel fctto che il discorso in
.. ;
'Cft,i.fmto filosofi.c::o t:>Crch non
za fi'."'., tenendo.
. .

:preS~pte

.t

:Pu

uscre il tem:i,:>o cost coue invece l 'esisten-

. .

che in questi termini esistenza significa sc.tnnismo


- . --.. . _. r
del prindipld9 ci.~ l'es:i~t6nza si prospettc. orlginnri.:nnente come il si.ste111a

stesso della q.Vvd.~s.t;dn el. discorso, non perch l'esistenza sia contro

11 discorso, iUE, .perch;~iii: -~sistenzc significa lo couiprensiorte esaustive.


delln

fatic.11~

il coriiprendere couie comprendere esaustivo delle fn.tica perch

pare che orlginari.Aurentc l *esistenzn non possa non procedere e. questa manie
rh, , civ

3e

non

r:lo~fendo rivendicare

n se stessn tutte. ln fatica di tutti

i tcm?i per cui non c' nltrc. fc.ticc se non quello di esistere. Il buon senso certe vo.ltc filosofo sen~i filosfie quando dice che il f:l,.losofo per
ditempo, e certo perch il ftloaofo il tempo lo perde perch l 'h.'.l perso sin
del principio e questo .vuol dire che ii:) non riconosco cl problema del tempo dignitA filosofica. L'esistenza vertmiente queste posizione. di satoni,
.
smo nei confronti dcl discorso c.. rn3ione, perch l 'esis tenzn cib che deve riuscire a chiru.:iare se stessn

~i

coraggio di mettere ordine tra ci che

bene come disponibilit dcl pecce.to e ci che male com{ disponibilit


dell virt?\ 1 per cui qun.n<lo io rimetto e posto esistenzialmente il rapporto tre. beric e ?eccr.to 6

COiilC

se poi dovessi

r~iettere

a posto il rapporto tra

virt1 e pecccto, perch n.ccade che posso mettere equilibrio tre il rap?orto'

Mauritius_in_libris

77

bene o mnle 'e 111i

trov~r

'St:rnprc

sJuilibr~.to

nel rnp:Jorto tra peccnto e vil;-

.. t-!1; S['.;_)erc il bene f<:~cil, \~sscre scnzc fc.ticri~

fGre fc.tica,. lr:

sin'}~'.s.i

fn.fd

i1. ben :'invece

trC:3icn: (lell '~rio. questn: riiale proprid la dispo<

,,

'

'

,.

; ~.,-

,. .

nibilit delL"l virt''i; pcrch plirc che io per iacttcre ordine in questo .rap.

f>:JrtQ .dcbb-~ sal liie'.ttrc ordine nei prhii due elrucnti9 bene e male, lascian-

e pecce.to,

do .r.l loro. po.s'to virt e pccnto; 'il rc.~')porto tr:'1 vi'rt-'

ri.ttravr-

:. so .ae coht;:in11r:i '~d ~s~sc.re)un rr<Jporto che ne3n .il ,rii.io rnpporto. Ecco. r>er'ch le: f.ilosofi't: cl: qtlBSto putito di~ Vi~t'1: ~ !ri.3orosd 1 la filosof~~i proprio
'~cl.le nece~sit

comincinndo, cor.iinci-r.

di intendere: il discorso, perch.

sol ..:ltil punto di visth r-lcl discorso che il divntnre sb st;~sao~ che~ :io
.
.
JUc,rdo in che cose. consist, vcr<"'me'ntc la f'.tica di viverE:; c01u ubti<O anche
3e

il pe-so

n[~sce

i?r<'Y{irio. perch

i 'esfstcnzc r;1i si. i>ros;~~tti:. irtizinlioonte


.

'

~.. .. ~ . .

. .... . .

cot:1e sntanisr.10. dcl prini,:>io, cm;;e. se T'csistenzc: avesse, in s non solo la


fc_ticit un .-i.nch. lr!: ft.ticn di tetiere sempre in s" anche il prinitlio', per-
_.-.

ch non' sic. problerar., cJ il cUscorso ap?unt perci possn coi.1ihclai"e

san-

.... tissiuu o 1i.Ulledcttissim. p0ce .Simao . fermi nl ln ns tr ri2ione pri1narill ! per 'cere are - di-~ coinpre~dcre . li{ ra- ~i:ono per . ln qulle il discorso deve div(mtare se stesso in quanto filo's6fico; :1'<:'. str&ziortc,- dn qti:e"stopunto di vista dcl discrs'? che hl rapport 111
livcllo:'esfstenztcl, cnsistc 'nel fntto cbe il discorso non pu usore di
ci ehe li esistenze ncccssnricmnte usa . Qindi il co;:i.llnciare del discorso
, ..coincide bn l'essere il ,disi::orso un diventerc se ~tt"Sso dE:tenainnto d.nll'nstrc.zione priml"rir. che lo s'tf'sso discorso o. compicire; quindi il discor-so che coru.pie 1 'n.strazionc prL:u:riu, per il determinate 1 c.strnzic:me p:'irnc.rin d.n;par.tc del discorso, signific& il :.liscorso in quento filosofico;
ri.llorr: 'a~bbiaao ~i ini~-ic.rnente quella che sin dnll.'1 in:l.zio di questo corso

stcta. chiru.1l',tc,. l' e~oriu fondamentale del discorso stesso. LD difficolt


.

fondrn.1entnle non consisto nel fntto che' non scppiraao d& che coso e cvr.ie il
<!isco~so

corainci, r.1cL le. Jifficolt originarie. del discorso consiste nel fat-

to fondc.11ientalc e 0ri~~innrio secundo 11 - buinle


identicruoonte il 'discorso Je.a.
;
termina l'cstrc-.zionc .:>riI..1....,,ria; 1.m l'c.str.~zi':>ne primatin detenninn il- dfscor. so. Quindi V'~strr:zionc in ~unnto prilanril - co111e se fosse

it

principio del

cm:.incinre <lel discorso, cio il cominciare del discorso h.<1 un principio

Mauritius_in_libris

78

J.i se otesso che, conte ;_)rincipio, queste:: operczione 3lobale che possiru110
chie.ii:i.re astr,zione pri.r:ric, cio l 'espressionc del tcm?o, dove
ne del ternpo significr-. il fc1tto che ilr. discorso riceve'

,espr(~ssio

dell'astrazione

:;>ri1unric. 1 'identit SE:;:nzc:, 1 'essere identico d~lla stessa. identit~. Quindi


l'espressione del tei.1po d<:. po.rtc dcl discorso il ricevere l'i,dentit.senzc
quel suo essere
identico
per cui l'identit n su<~ volta soltanto il
.
.
..
.....
l:)rii:icipio di se stesse. .E quindi simuo Ji cd uno. situc.zion llJ!lPlgua perch
si1:1.mo di fronte .o due principi: 1) il principio del cominciare del. discorso e 2) il principio delle identit che identit pro?rio perch sen2a
l 1essere identico di se ste:ssc.; per coi cbbinmo un ?rincipio di s che ri.sullrdl'. l'identit che sta. n significare che iniziclmente
qucnto

princip~o

di se

stc~so

o~ni

principio in ,

senza l'essere identico della sua stessa

identit cio l 1cssGrE: i.entit .do. pc.rtc dell'identit senzn il suo esse
re identico.: Quin.i pe~. un verso il ;>rinci?io del coininciere significa il
discorso che in tt:nto comincia. in. qunnto vj.ene posto in atto della ast;rnzione l)rimc,rin, Iediante le. c.:uu.lc 1 *cspressiorle del tempo pone in atto il principio delln iJentiti che corris >onde irt qu....".nto .Principio e.. quelln identit che in tanto principio in quanto senza ii so stesso essere identico.
Allorc. OJni priqcipio in qut'. nto se stesso ~. se111pre senzo il suo essere identico, cio il discorso puich in qunhto fiiosofieo inizie~nente non trova

'

il principio, me trova se stesso, in quonto i.l co1aprcndre se stesso

sigrti-

fic.c... il prundere s,. il ccpire ~ .(nel se,iso del eapio lntino) con il. principio di s; ll discorso questo trovcrsi che corrispdnde
un cepirc s con il prii:ici@io, che corrisponde

c.d

nl

suo essere

un prendere se stesso con

il ?rincipio .Ji se stesso, mi il- pri11Cipio di se stesso tnle in C{Ulnto .


il principio del

co11dnc~re ~he

riguGrdn il discorso, per cui 1 'essere

del discorso come discorso un prendere che pre;so, cio un capire che

ccpito <lnl principio, me. non d!l.l principio in <.JUlnto tele, ian dcl principio in quanto per un verso
so in
qu~nto

qu.~mto

princip~o. <~el

cominiare che riguardo il discor-

filosofico, e per l 'pltro verso principio della identit in

ln identit. in questp, casq;si l'.'itrovn senza il suo essere identico;

per cui il principio come idf~ntit senzn .i,l suo essere identi.co

Mauritius_in_libris

pu

rigue.r~.

79

d;-1.re il discorso, p~rcb se invece ..~l .principio


identit in . quanto
. delle.
. .
identit foss6 il principio della :Ldentit
con.
l 1esser.e: se. . stesso
dcl ptln- .
.
. .._:
.
.

'

cipiu coine id~ntit, il iscoJ:'.90_ nVreb.})e ~l probleii14 di vedere come il se


stesso d.~ idend.t- che ltn rigunrdc. oriic ?.rincipio ~i-~rda anche' :i.1 di
scorso e non soltanto 1:11denti't .
dt.ciamo che il prinipio del di~:dorso

se

~.

'

:.

. ,.

.. '

.:

..

dello. fiosofici ' ~1 'egO cogito, 'Sti~no c~rc,anJo di non pene~e "quello ':ll.e
,'

..

sto dicendo," percii;{luando diciamo che il princ;.ipio della filosofie. il


mio essere :~n:s !cogit,..:ms, ?er cui i la .sostcnza pensante che io sOno. c1rie per-..i' : '

p~iric~;>io'

seme csti.tuisc 'il

della

fi~osofia; quc~do. ~i~~ qu~~to. sto"'dlcen- , :

'

l_ J

. ,,

do che il prJrtcipio-dell.\' identit omeprincipio, essendo l'identit~come ;


~

principio

Ch

rigrdi;i:l'essere senza

me' iJrinc:1p10-, qusto riguc;rdtl come

';

stesso dn pEcrtadellri identit 'co-

Se

pri~~ipio il~-.p~~sere .. che

lo ioottc in r110-'

to. Iniziln,ente 1a diffi:colt del. dlsc.orso fil.osofico consi.stc p.er un verso in urui"'~itU:azione scmpl:i'ce' 'perch . p~ .se _il discorso si trovl:ssc gi
'

di front 'elle 'formula


.

VUOt.:':'
'

so, trovandosi di front


1

~)(~nst1.rc

2al

'

delle identit: A= A _J,.


.ed con.e se il discor-
~

,.

voto d0ll4
'

~dcritit
.

.'

dell: i(k'nt;i~

ficczion i'-questo vlioto; :t'er cui> ci hc, possit11110 e.vere d.al


~. ..

stn

punto. di
:

filo'sofico .iniziale, gennit:J:Cle pi:) ovyicraent_(;, n portata,, non


,f

teste., mc
::

....

dico

!j'('

,.

Vi""

...

fanno, cfo bel senso di une .sorte.. di sesto senso dcl perisntc

:l:i.

'.'

..

s il~ sti6 fj:Y.olgersi, l.;i. sun. storie.,


cor
.& la stor:.n
.
.

dl

,.

come principio, potesse

:~_ ~,..'

,.

:"

);

~.

..:

_:,"_;'

,~,

:.

cui
il pensere d~v~ essere pttdrone, fil{l non ped~one cpndot'to ne{ 's~ strinn~nto,
mo. padrone di' une sorte .d'i: .suo .servo. Hiist.rioso che s~rebbe >a_t>punt~ qu~s:t..:> ~ .,
'
sesto s:ens6' ;tfrnvrso il quaf noi. c:oroiprendiruiio c~e in tr;,nto 'io come pen~
Che ,non "i:)u

~-~src ~l

pnsa.re C-Ofoe

tc~le,_ 1,~n

:uno specie i strumento 'di

sere l).sso pcnsnre tutta l', :stbric del l)en_so.rc stes~o in qnnt~ 'le. storia .
di 11.e come pctiscre, in fondo .si~ificc le st;:oric. di un' processo di ,'idnti-

ficc.zio~e
.

delli. identit, il che sup;_one


che le. identit
nl
.
.
':
....
.

~~incip:l~

sin

scnzc. l 'cssert> identico ni :se. stessa, e, nllorn tutto lo svolgiruento del pen, .. ,.

sere corue penserc 'che de.11~, idciltit_.q ori~innri~, o dal prini.pio

<?he ,.

l' idcntit~, corrispohclc r.d uno svolgililento che l svolgirnento di c;.uesta


.

....

in

identit 'come deduzione di tuttp. ci che pu di volta


VO:te. iqentifiCE~r~ l'ictcntit~ solo pcrch nll'inizio .1 1Llent1.t vutti. Questo pr
stcSS.'''

Mauritius_in_libris

80

..

un verso costituisce un.e, dL11ensionc ovvie. el pensare in. quanto filosofico,


tl'.lmente che .ueste din.ensi_one. trc.dfsce .anche il livello s~'eculntivo .del
peqsicro. Se ripensicmo.Hegel .che r..ll 1inizio d~llc Logica, cio al princi- .pio dcl. ?rincipio, .secondo il .suo.. senso spqculativo, \.1uando parlo. dell'Esserc ne .perle in: qunnto 3li serve come ques:to vuoto, cio l'identit come
quell '.esserc,

se~2!Et

l 'esserc. identico di s che .cou;e se fosse il n1odo mi-

s,tcrioso
il
pcnsnre pu metter.si in m0.to, perch se inve. second
...
.. . quale' il
.
'

trovn~sr.

. e.e i.l .pensare _,si_

con l 1identit che l' ident.it lege.ta: al suo es-

sere l 1essel;'e identi_co di se stes.sn, il pens.are ..:ivrebbe il

c~111pito

di inven-

t_are la ,perte dclln sua r~citn nello spettncqlo dello. t.ntqr!f:_'l:\_~i_q delle
idee;,. perch

nvremn~

pieni Ji s,

I&C.

tenti enti idenli. dove. es.sere idecli si311ifica essere


s.i~nific~erebbe

?ieni .di s

tit di s, viceversl i l pGnsare in


se

fos~c.

lege.to

all~

~.iUllnto

pieni el loro esspre ln iden


filosofico inizialmente come

necessit di _intendere

eh~

1 1 identit. necessariru11ente

... ~.senza l'essere identico di se stesse, in quento l'essere scnze l'identico di s conscn;te che
1.elo

~ossa

sic principio; per princi*'io che pnral-

quel principio che principip del cominciare. Il comincierc dcl di

sco~so
I

l'it:len~it

in.~uanto

in uanto filosofico reclmac che il discorso

9e1 cominciare ce.i:Jire l'inizio, cio

~l

principio,

111a

filosofico

questo capire

del ~omincinre . il princi?io non pub essere esso stesso l'inizio del co11dn~ierc

in

c;~1nto

cominci.re,

JiiB

l'inizio del cominciare -del discorso filo-

c,llprr.. C].Uesto inizio ; . cofoe se fosse, parellelCLJente n se stesso,

so~co;

l 'identit-1.
che . . senzn
1 'essere identico,
c.io tempo espres. .,
. come principio
.
.
.
so, cio. il tempo senzn se stesso che n. livello esistenzinle si~nif.icr. una
.

'

.,

~l

sorta di .tei.1ipo. del tempo, che c. noi non


mente

i~vecc signifi.~c.

~nte. ressn

pi/1, e, che speculativa-

il lasciare il. discorso,. in quanto filosofico, scnzc

?roblem~,. , ~e_nzct t1.lcunc S?orgcnzc. Se ~oi rifl~ttiruno

dcl. discorsq ,f.i.losofico

co<\lC se

c~.obbic.mo

fQ.ss~ l~- n~c0.ss;J.t~

zr. origin.:i.ric, perch senzn


-sc.ri il

pen,s~re

dire che l'inizio

e che cose. 1' inizio

d~l

discorso filosofico

di fr,re ne,scerc il problemc., ,ci_.o la sporgenu~a spor~cnzc

originaria. non riusciru110 a sp,ie9!'

stc.sso- in una situa.zionc po;ci.dossale con un discorso filo-

soficu che e non che npn , che in. CJUc."".llto f.tlosofico :stato,. e ancora

Mauritius_in_libris

81

scr, cio in une.

situ~zione

par.e.dossale secondo ln quale il discorso ha

ln sul: storia, dunq.ue cvrebbe 3::1. trovato non solo

se

s~~sso,.

Iilll

lo svolgi-

ll:cnto delle identificezioni rispetto ella idcintit come fonnula ori3inaricL,


?er cui se po.tessi:10 caiJire in un senso profondo ll. formula dellll identit
A = A,

co11ie

se dov:essiLio intendere che il pensare consiste nel negare gli

elerucnti di questn f1JniiUlc, me nel ne3arli non speculando su,1li elementi


dlle formuls,, cio spcono Hgel: A = A hegelinnamente significo. A non
non A::>er togliere un !!Q!l <li troppo e dire con HegelA non A;: cost come
nristotelicmnente snremr110 stcti nbitucti e dire nori 'vero, perch A

A;

e stie.mo dicendo lei <Stes~c.. cose, dcl punto di viste del livello originnrio
del Jiscorso, perch

A,~A

OkJpure A non A, cio sin A A, sir- A non A

sono 311 elementi che il discorso usa per identificare A e il suo non A,
u.llore non interessll chE:: questo serve. per identificare, ma se questo serve
iJCr identificare, dovremmo dire: ma c '. il cnso che il discorso filosofico
in Guanto ori:;inarior.1ente

condizi~nato

n questa sitUD.zi<;me aporetica di se

~tesso, nvcndo. trovato se ~tesso in (j~anto doppil'..mente le3ato al principio,

perci nltrettc.nto doppinmen~e pensa il principio? Per cui, per un verso


rcnso A A, 1an per. l 'cltro verso penso .A non A, perch per un verso sono stato originato dal principio del cominc'tlire, che non interesse in quanto cornincic.re, 1.1in in quanto corniriciare del discorso filosofico, ma per l 'nltro verso, che poi lo stesso verso, sfn per il principio come tnle, e
dunque, s-io come i,l principio dello identit, il pensare s.in dalla origine
stc.to predetermine.to . ed essere determ:i.nnto a pensare sia .c.he A A, sie
che A non A; dove ci che intere~se non .ci che sto pensando,

Ii1U.

che

ori3ine,riamente sto pensnndo .solo se corn1Jrendo che pensare originr.rio significc. convinccn11i che dungue nll 'origine il pensare stesso

dct~noinato

pensnre sin il principio. del coinincicrc, sia il principio della identit~


.

oenzc. l 'cssere identico .delle. stesse. identit.\. Se

He~el

ci stesse nscoltcn-

.(~.o np~)rovcrcbbe solo' le ;fwcondn. parte, cio il principio della Llentit che
' telle senza l 'csscre identico dcllti. irlentit, dove il principio delle. iden-.

.tit, scnzc l'essere identico della

idcntit~,

inizialrnente Si6nificn che

il f8.tto cheA possn esst;rc A rlcstinato o.11cltro fatto che per questo

Mauritius_in_libris

82. -

)Ossa essere non A; perh se devo pensare in -questi tennihi devo renderr11i
conto della necessit sie che rispetto ad A s.ia A, sfa che rispetto d A
sic non A, dove il sive .... sive riguarda~do sempre A e A edA e non.A, abbipmo sem1Jrc A e A; nllorn

.lit. penscre sp,culr-,-tivo consistcr'ebbe nel fatto


.

'.

che ck.:vo convincermi che 'di A. devo pensfir;: non t\,., d:v,;; penscre. :noti A di A
,: . ~.

'. :.

: .

. .... ,

r.

significa ,pensare dell:r'- identit il suo es.sere idntlco. dfig.ia"lriClLlente


lw. cUf~ic~lt -non consi~t:e nellp. scegliere A contFO non,.~~; ma nelle c!isgtuntivitR di . e A; ne:tl 'es.sere d:.s~iuntivo di. A e 4 1. cio A una dis~iurtzlo~-.

'

ne originaria e.be v.;le rispetto .e -~e stessc., ;i?e~ cui d questa disgiunzio.'

--

ne_ prigineria che hpu diventC:re sic. A e _si.a non A e dovreraioo dire: qutm
do .e se .,... c!iventn A, del dtventcr A da parte di A, che A p4 riccvare
il<suo essere co:..1e A, non la.; per cui solo se riuscinmo c. condurre Aa divenir~

.A, solo per questo dovrcmi:;iC?:_riU:scire e conttuistare il. divenire dn. par-

te di A co;~1e non A. Se dicicmo.

A A

scn1brc semplice avere pensato, e non

pensnrc1 perch quando ho detto che A A, il discorsd tautologico, perch <.luando h. detto !., cggiungere che A A, cort:ispohdc al porre presente
e se atesso il pensnreA che dunque . un avore pensato; ellora se dico che
A . A. ~cr.1bra semplice
tq semplicfo dovere

E'.Ve~e

~ensc.re.

pensato;

dico che A non A setabrn c.ltrcttan-

MD in tutti e due i casi non pensiamo, perch

per un verso_.pGnsiomo el p~ssr-:.to 1 e per l'altro al futuro;

e,;

se dovessimo

ridurci nell~- strettoie di~letticistica d:L questa nttu~lit fon<k"1Illentale,


dYl='emmo riconoscere che il verbo pensare 1n filo_sofia non deve essere coniugato; del t>ensnrc in

filoso~i~

la.coniugazione dcl presente nonesiste

perch o esiste il passt:.to; ho pensc.to e sono saputo da3li cltri, o esiste


il. futuro, penser non

dcv~li

nltri,

100

da un altro che

son~

io, ma se pcn

ser, nennche in CjUcsto caso penso, c~o.tjOn'ci. pu essere pi l'identit;:.,


~erch.

chi pOEJ.ser~ sl1r l 1l~ltro di we stesso e cio ncc~sscrillnente non l'-

cltro al posto .mio, perch io non ho posto,

i:ie

addirittura penser r,lfi, e

questo vuol dire penser3 ..le. non identiti di tutto e di tutti . Questo discorno non CGtnstrofico,

t~nto

non lo che Se riusciamo a

f~rlo

internamen-

to ,::, se stesso ?Ossinro riprenderlo dc qucndo ha .ominciato c. 'fc:.rc. i primi


VC.jiti e tutto stc r. cercnre di lasciare che l 1.infante SiO.: te.le, Cio. non
:Jnrli, perch se 1 1inf[~nto cor!1incin e, p!"'.rlnre scruJlbiere11uno i suoi vo.3iti

Mauritius_in_libris

83

per 3rossi discorsi filosofici di::. Plntone ni giorni nostri. Ora questo non
pu c.ccc.derc ?er il fatto che il discorso in quanto filosofico necessariamente per un verso consuma l'nstrezionc che lo fc essere, quindi l'astrnzione in qumto pr-irnaria fn il discorso, m,s, il di~corso fatto dall 'astrnzionc
fn l' c.strnzione. Ecco le. f:lituezime aporeticn iniziale iel discorso filosofico ridotta al.le. co111tJrcnsione di s; il discorso hc. 18. necessit sie. di
essere fetto, sil1 difnre ci.che lo fn, il discorso qciesta necessit origine.rin sia di fe.re .ci che lo fP.; sil'. di essere .fetto de ci che esso fn.

t~:strizione intento, astrt:zione primr.ric; che riguarda il discorso origincrio, in uanto l'estrazione ch il discorso stesso e co:;ipiere, per
il compiere l lastrr:.zione l 'essurc
ni, le gre.111natica

inizir~le

co~,ii:Jiuto

del Jiscorso; in cltri tcnni-

clel. perlore filosofico un!: grarmnntice. che non

si pu scrivere perch in nessunn 3rai.mieticc. troviamo che l 'cttivo sia il


pessivo e cbe si' coniuge.no.-! nomi e si declinano i vel;'bi; nlloro se noi ci
trov~crilo

in Lluesto cso Qrigin.nrio secondo il quele il discorso questo

diventnre se stesso, sic hcl caso in cui ho penscto, sia nel caso in cui
..

penser, cotoo se il discorso originnrit".mente dovesse riconoscere di non


potere oniugare il verbv pensare nl pi:esente, c91u.e se il discorso doves-

se riconoser di ridursi n declinare la sup. presenze., dove declinare la


sue i_)re~enz~ si30ificc ridurre. se stGsso

ll

riqunzinr,e alle, coniugazione di

"

s, perch si30ifico. rinunzinre r,i verbo di se

i;;t~$o,

cio alla dctcJ;"mine-

zttine di que11 ~gire che l~ i;iguc"lrda cou.e disc:orsq in quanto t~le e doves-

se per questo ridurs.i e. dec~inare quelle pre~cnza. di s che si~ presenze


c.ssoluta. E siclo nel mo;.aento
originario
e mnlarCtcnte fondruuentale delb~ fi.
.
tosofil'!., quando la filosofir: rit.ienc di dovox:si impi4'.'.ntare, perch il suo
"
.
iiflpicntarsi significa trovcrc qualche COSO di assoluto> .une, .sostanZe llSSO.

luta; cio ll". decliriflzione: dell.::-..

presen~a.

del discorso corrisponde ri.lln ri-

cerca di qunl~~sa che sia un: noroo ).1ssoluto, che sin qu[,l.lche cosa che posse..
serc cvnto dt:illa c.strczione prL1c.rir. L'c~strnzionc ,prir1ierin per s un."1
funzione del discorso, cio inizinlaL.1ente serve fil discor'so; il enne.le

attrc~erso'il q~ie il discorso.fa quel suo detenninere la necessit di ri.d\itte s alln declinazione delle. presenzl~ n~:&olute. di se stesso. Questa.

Mauritius_in_libris

.-

csiziono critic'. scnzc. sis_teran,

84

~mzi

ln criticit li

ues~c..

posizione cor-

rit:J1:.mr1.c <:l discorso co.'.lC .-:.vvertenze. delle necessit di non f.:ire <li questo
11 sistmc:; cucsto il socrotismo delle filosofia, perci in questo senso

il socrc.tismo della filosofia non che non sistematico, perch Platone


quen6o erl'. 3iwme ere poetc. 1 e qUc'lndo, non ph)

giovc~a,.

fc"rc dimentic di essere J?Oetc, per cui il diuenticarc

cpminci e filoso-

~i

essere poeta si-

. 3nific pur1 se111pretpensc.re per irnme.gini'. perch Platone in

que~o filoso~

riconoscevc. fis:iologic~.mnte di non potere non essere in qunlche, IilOdo rncledettc.mntc -poetr. pensnndo, pcrch in fondo questo significo. nccet_tar~ che
il pensa.re debb::i. decline"re la prescnzn nssoluta di s, dr-.to che diversar.1ente. o hn

pens~to

o penser., e non che un nut aut, in qtiento; sie. in quc.n

to c..-..n.mdo pensnto, sin in guc..nto essendo.. condotto a. dover


~Jensc.re

03ni ct:so il

solo la

fu.~n .J~

sonzn se stesso . lv.la

~r.~

i.J~psnre

dopo, in

n9,scitc. del discorso allora

questei peurl, di essere senza

s~

stesso, le fuga dalla pcu-

ro. senzFi yr.:urn, cio. le cure che non corc~1io9 proprio perch_. scnze pf.urc:; il discorso, se. non riesce nd e.vere paura della sue" ste;sa

pnu~o.

metp-

fisic.:: perci dete;niinc.to a. questa estrazione prinulria secondo la qunle


il

tcmpo.es~resso

in realt

si~nifica

rispetto nl discorso la Jis3iunzione

del' principio. Allor.<'. lc espressione del tempo in

~nto

cib che costrui-

ta della stesse c..strazione prLaaria la disgiunzione originnria del princi. e v; o@. il princ i p i o c h. e
.~ :i nre, s i a . il pr i n:;>io,
. s i n il pr i ncip i o d e 1 coi&i.&.nc

cipio

~elk

identit, . il principio che sin il comincia:ro 'in \'..s'Uantq prin-

Cii:Jio, sir. l 'idcntit .in uc,nto principio. L'l. disgiunzione. del pi;inc.ipio
in c.uc.nto

origi.nnric~,

s.tn a si311ifi.cnre che il discorse? ipizielme_nt:e non

hl'. ln _?ossibilit di cletenr1innre le ne3nzionc tra il principio ,e il principio, nnzi il discorso corue se fossa turbato Jo. queste di.sgiunzione, cio
COI.le

SC

['.

questo punto penso.re originn.rinIQellte riuscisse e.d essere soltan-

to ci che il penscrc riesce c. l.nnciare dal principio delle ..identit fino


al co1.incic.re

in t!unnto pri.ncipio,, in rnod.o tale che lanciore se stesso .dal

principio del cominciare cl principio

d~llc.

identit, Vmcinre e.ncore. .. se,

stc:ssd dnllc- identit in quc.nto principio al couinciare in 1.iwmto .,principio


sir~

questo stesso pensare, cio sia

qu~sto

s:tess9 detE?nninarc ,se stesso_,

Mauritius_in_libris

85

dt~l . principio,.

non ex se, nep_pur9 .ex princiiJiO,. sic non d;;i. s, sia: :non
:

mn

nllore. per dovere ch!cde,re d,n, che c9.sn1 Se d~nque non d!!l discorso, se non
dal pr:Lncipic :lei discorso,,
.
..
.

cosr.?"

.l11c.

.qllQl"C.
cos_a? .E questo "4llor.'1
da che
..
. .... ...dc c.he
. .
.
'

signifiherd~bc CQ~ .~l qisco~so


.

ter-.esser.e

~dn

_in.

'

(~U.'9.~he

..

'

modo prirun del non po'

'

..

'

s :e dc.l' t>i::incipio... di o... E ' se il


discorsq fosse
prinic. del
.
.
...

'

non potere .essere J\a . . s .e dcl prini?io ,.cU !3,_ stiraao dicendo che se anche
,...

riusciomo c.

f~re

.>"

qucst". domendn, sic.mo rL;insti nelln trappole del non pote-

re essere n da s n do.l principio di s; il "dunque da che cose?" si3nific.:: il non potere essere n dci s n dal principio di s, che 3arebbe l'essere, ?rinw. del non ?Oterc essere dA s e l'essere prime

d~l

non potere

escere dal principio di s. Dunque il ternpo vermaentc es?resso, cio' il


t(:11.po vercSI!1ente senzc. se stesso i perch solo 1 essere del discorso colite
discorso mi pu intrnpolarc in qucstc... 1113in

metnfisicc~,

vuol jire soltanto ncturnlrucntc senza tcm?o, cio essere

dove mete.fisica
~cnzs.

ci nel que-

le le cose sono, cio essere semm il tempo nel quele conosco le cose,. per
cui nessuno potr convincermi che
rn~ion

necess~rio

scrivere la "Criticn dello.

pura" per cnpirc che il conoscere le cose nel tempo non metafisi-

ca. Chi hc. 111ci pensnto che l'intuizione sensibile sin principio del .iscorso metcfisico perch quando S. Toiiil.Jnso f& il discorso dell'astrazione
progressivn, non il iscorso che fa nlia maniera secondo la quale Knnt
pensEt che sia stato fatto, ru[", il discorso Ji

n. Tor'.IIlnso

il discorso secon

do il quale si tratta :.li r:!ovc;re c.cccttnre che, non riuscendo

ll

pensnrc di-

versamente dal pens&re, dev(; r:.lumo conoscere il suo minimo, c,nchc

il

.,:inirno del penserc corrisponde al rnessi1..o delle cose che conosco. Nn dnl
?Unto di vista originario

~cl

discorso in qucnto filosofico, possicrno dire

che r. questo punto sieJ&10 nel tempo come tf.'mpo esprE:sso, nel senso che il
ternpo non esiste; il tem?o non esiste perch se esiste fuori di s. e in
quento fuqri <li s, l

'esscr~:

fuori di se stesso, cio l'essere esprE:!sso,

il cominci.e.re del discorso, non l'c.ndc.re ::-.vnnti del tempo,


cicre

~.cl

discorso secondo il quale scr..tte le. trl'.ppole.

so non pu essere sir:.

jl').

111n

11.1et~fisicn:

il co1;.inil discor-

s, sic dal principio di se stesso,. e cllorc dn

questo punto di viste e proprio per questo il discorso come se fosse ten-

Mauritius_in_libris

t.s.to e chiedersi "e nllora cfo. che cose.?"; quando il discorso si cl'tie,d~, e
"allorc. r,-lri che cosl1.?", i)ensnre sign.lfica capire di nori dovere risponqcrc.,. .,
[JCrch, .. '~uc..lunquc Si<: le ri.spostn, lE'1. Verit.~ inizic:le _ ch in q'~t1 ,~\1p+~:--,

'

rr: ~r')rio ques ~e domnndn riconfermn che tl discorso non pu: es.sere_ n~ .. d~
s n n.l. principi? cU s~ in qUll.nto nel caso snrebbe pTirna del non poter
essere dc!'. s e

prir.~'1

del non 1Jotere essere dal -principio di s.

Mauritius_in_libris

'

87
'

VI.. - LA DISGIUNZIONE OitIGINilRIA DL PRINCIPIO.


L'nstrc,ziope._ priml'.~i~, o tempo espresso la dis/unzione

fri;J.ina~ia

del i)rincipip, quind1- _sic. il. princii)lo del CQiidncinre, sie iJ,, p.rirtcipio de.1,la. identit; ,cssen~ie,le tnere presente che qUnndo'idice principio dclln
ijentit-lo dico in
.

rife-rime~to .alia identit dell 1quele si : plJ.rlatoj per! .

ch l'identit . ,corne se fosse diventntn principio di se stesse i,n virt~


'

del 1..1c.ncc.rE:?: e se. stesse,

;.

~ '

'.:..: :

ucf r.mncare a' se

stesst! che fa del principio e


.

delln identit i-l. principio dell'identit. Il princ:ipio d~ll'idcntit si.~ni...:..

ficc J.:>er

que~to,

:(

:~-

v:erso. di, questioni che l'identit o at:riva ad essere prin-'

cia>io <li s ?er mezzo dcl mc.ncl:re


n se stesse; i:l ~Jancare dell'identit
,
stess~.

r-,11.n identit che fa dell'identit il principio di -se

pri.~cipio

Il

delle identit, dc. questo punto di viste., corrisponde allo stesso uu::nc'1re
:.--~

che l'identit nei confronti di s, e solo per qUcsto .l'identit print~lc,' 1un

cipio, e non principio in unnto

prinbipio di s; il_ nancnre di

s e s costituisce il principio di ci6 che il mL1ncnrc di s a s. Se do-


vessimo pensare per oru e nel limite di queste questioni l'identit, dovrem1uo

dire che p~nsnre l'identit nel limite riginarie> della .st~ss~ disgiun-

zione del princ-ipio signifi,cc. _d~vere r-iconoscerc che 1-'ideQti~ yrincipio


in ~ut>.nto il suo essere principio quel rnot'lcrire di s. o s attr:averso il
quc,.le l!t identi.t: perci principio cli s; sia

11

pr~nc:ipio del co,mincic-

re, sic il;principio qellc identit\ cEie contenuto.della d.:is3iunzione stcs.

se stc.nno e si-JOificnre dc._ un punto di vista speculativo cha, in

~~fi)ti te~

mini non posso-uso.re spcculctiva!nentei 1 identit~,-non solo pcrch: l'uso sp.


culn.tivo clovr~bbe risolvere le. dis3iurizione di s dal cor:iincinre, mc. !Jerch
,

q~sto

c.ddiritturc. l'identit: da

punto di vistn lege.ta .o

~l

cominciore

che lr. esclude dnl cominci~rc del co111inierc nel principio del cominciare
. .\

'

..

.'

L'identit .che pr~ncipio di s in qUrinto Iilllncar di s n ..~e stesso,


'

'

quel cot.1incic.re . di s~ in. se stc.ssc:i. che la esclude da quello eh~ invece il


cominciare cori:ie te.le dovrebbe riuscire: nd essere come'' cornincinr_e e secondo
il princ1?1o Jcl cowincic.rc, io 'secondo il no1:iento iniziale ~el _co11dncinrc e non dell'identit. Vicevcrsn il principio del co1uinciarc. l'clawento

Mauritius_in_libris

88

cUs.1iunto del principio dell'identit


termine altrettnnto

ecl:t.il:.c:~~ncipio dc;t~~ 1 iq~~t~;-

il

ck:l principio dcl co111incierc; come se noi

dis~iunto

dovessiIHo 'dire: dunque il discorso non , tanto il discorso .non , che storiCC:Iilentc l 'iirlico. pssibilit . . di fnr essere il. dtsorso ~11 chiedersi che
senso ebble dire: ~-;i'dunuc <le. che cosc'l?:n; se ilprincipio originarirunento
cor11e S(; tnon potesse intendere ln s\Ul 'stesso con~iunzione; iL non int~nde- _.
re il suo essere con3iunto di s<a s il suoess~re dis1iunto, se il prin~
{

.. ~.

~.

cipio nel su st:sso teri11inc

..

ori~inerio

tnltiente dis3iunzione da non po-

tere neppure "essere pnsnt me-''diviso de. s e. da non potere essere, qnl-

cose: ao~in Gwi1e si i.J-.pensnre L~'divlsione tlcl' princi);)io. S~ trata. di


unn congiul{zione_: parellcia elln divisione, cio si .-tratte di una divisione
o

"'/

;'

':

"

..

'

'

'

del principio ch rende pcra.lleli l termini. nelle divisione, si. il pri,nci-

dell~ td~ntit.~iat1

pio

pr:.nciipio del cominci.:ire; per cui.la Jivisione

come se suppo~e~-~e urie cori~il.lnzione-nei cui confrontt rl termini ~o~~ tet'-

disgi~ti. che son~dis1iunti solo perch stenno sullo stesso pinno~

mini
La

di_s-_~iunz,ione ori~i.m::r:i!l ;dcl principio come se fosse_ ln. supposizione

rnctefisicc .:lella :~ongiunii'orl originarie -del prirlcipio, t~nendo presente


che

l~, :J:i.sg:.unzione
,,, .

j, .. :

rispetto ntl.n dongiunziQne dcl "Ptil'.lcipio :non. sigt)ificr. ..

~- ', ~ i:

..J:..-

'

. ~

. . ..

lo divisione me signlfiCL1 che 'dt.lln: ctm3iunzione ancorn:,pi otiginor.f.n _del1 'originc.ri~ e~-sere dis.~i\Jnto dol p'tincipio br: corigiunzio~e non pu 'essere

spcccat~ <le~tro se stesse, cnzi essa: costituisce,11 pieno sul qua.le sta.nno.
.

in modo parnllelo i termini che 'nvrcbbero dovuto fare . lo. con:~iunzione. Il


principio cfoil' identit lo' stesso che il cominciare del discorso filosofico, _cio un (ft~corso filo.sofico per essere tcl~ ha COlile pr_incipio l' id_entit.

S~ pvtcsslmo ptirter~ del prlncipio delle. identit ~OliJC. qualCOSll. che

fosse lo stesso principio d" .co1.-iirlcinre, in qualche mnnier;,::i ripeterellll!10


111 l~gic. cla~sicn dello

'sts-So

principio di identib; invece io sosten~o

che per potere ce.pir~ uestli ventuclc 1inea di. discorso. lc.ssico, .. biso~na
rendCJ='Si con.to dl fo.tto che dl'.1- punto di Vista della disgiunzione i 9:r,i3ina

ri~, le. disgiunzi6ri~ ' une supposizione 14letafisica, dove l 'effermazionc '
pesnnt
l,

P~:rch il:ine't~f:i.sico'<li questc. SU?posizion~ none~ ci. -~he st.::t di

ci ~h

dovr~bbe

'riuscire dd essere condotto di' qe., f::n qucnto questn

Mauritius_in_libris

in

supposizione

sono

C!\JC.nto mete.fisico. significa il dovere sl:lpporre che se ci

t'er1ini dis3iunti, e non divisi,. cio _t)l!rclleli, questo significr:: che

il loro 9i3sre c.ssicMe, il loro ,~:vc_rc rciJ_.)orto il tenere supp-ostn la con~iunzion; ~llara in;. c:1uesti ten.1ini pensare il princi;>io

d1

livello ori~i~

n~io :clella .sun stcsst: dis3iunzione necessit di supposizion metafisica,


cio ln necessit. <li un..'l. ?Os-izione .che stc. sotto ci che' suppone: non sto
..) . .

~.

'

dicendc>&)resup?one,<-perch. non potremo Ul.ai pE1 dire presuppone .. Dal punto


di viste dell 'cstrczione pri~1c.ric., non .so.r pi possibile ai;a&ieti::ere o non
er.imettere i presupposti, perch il tempo espresso: signiflce proi)ri il to..

3limento Jclln pr1:fsupposizione. del tempo .che

sareb~e

prima dcl su.o essere

posto dopo; cio rlel tempu che s~rebbc il principio. del 'suo essere qualcosa che st'. posto dopo, cio del _suo essere fondmento in qualche mnniere.
perch non potremo dire fondcmento_, perch viceversa del fondcmento dovrcItO

dite. qualcose di cui biso_gnerebbe penscre quc..lcosc. Dc. questo punto Ji

'TiStC. proprio -io d:.S 5iUnzione orig:l.nnrin dcl principio Che mi d la

SUp-

po.stzibne itr qullnto mete.fisica; questtf lo stesso che: ln congiunzione dcl


?rincipio e questa significa. l 'csser_e il principio conie necessit del suo
stesso essere con3iunto. l~. questo. lo posso pensare solo n condizione del
. .
.
porre sotto questo stesso, sotto ci che ln dis3iunzione dcl princi?io.
Dunque il'pi.::i.no nclquc.le

lrl.dis~iunzione

originarin ctcl principio funzio-

ne, il pieno sotto il q~.le- la stessE. _dis~iunzione originnrin r,d d quella &>rima metafisica. ori3inc"ria che le
sica ivcrsc" da c;ucs,to

ti~lo

st~ssa

impossibilit di una metqfi-

..di rnetef.isico. originaria; in quanto se n questo

punto metef:i.sice Si61lifiCD. rnetafisicn delle. dis<~inzione. ori;~inaric della


supposizione, etefisicn c:;ui non potr i,Ji~i ~ignificnre ,.se non un discorso
;

che attinge a' principi eh~ non hanno b_iso~o della provn dell 'cspcrienza:
que~tc.

le met.?.fisicn fc.cile sic. per_ chi l 'nffenac,' sic ?er chi la ne1a,

cio un di~corso il cui -?r-incipio sia indi;,Jendcnte dc.ll 'cspcr'ienze e da tutto ci chel'esperienzc.

.s~msibile

..

Vic~versn,

dn questo punto-di v.ista

come se dovessirno:dirc: i,l c!iscorso nel mo1"'.lent6 originerio di se stesso


corris:>onde oll<: stessr;. ir.possibilit-1 delle lilcto.fisicn nei termini nei que.li

1:~.bbiao

chie.rito dt: .questo. punto di. vistl'- che non sc.r pi possibile per-

Mauritius_in_libris

lnre o non parie.re i- presupposto;


stessv, in SUinto
_:P'?S~9,_ invecc_~J.el

90

~ffermnre ..

nc.~ore

1 1 cfrcrm~zione del.pres~~osto

il presu?posto lo

,eS?licitamente il prcsup-

negc.zione dcl presup?osto it.iplicitamente il presupposto;

-ttto sta a_ vedere se il presupposto implicito o: esp1,icito 1 se ...rtegq ..ilpresl.l;>?osto (He3el e Rosru.ini), e.ffermere questo vero ncllnmisure in cui,
questo stesso

1 'unico presupposto che non potr mui 'Pi' togltere,

:rnc~

ril'-

lo. stesso modo affcrtnare questo come 1 ~unico prsupposto che rion: potr mc.i
pH':1 togliere, significe. che il presupposto ~rivto n quei 11mite estrc-

-mo i s:di l dt!.l qUE'.lc non sono pi possibili del -presuiJposto altre versioni, cio il disc0rso clnssico fino al discorso

tr~scenenttilistio,

cio

il discorso. c.ristotelico totili!Bsir,no fino nl discorso hc3eliano ros1niniano


~un

:discorso' i Lineo di sviluppo coerente,

p~rch

dalle rJm:ilissione del

prd;upposto P-llc ne3c.zione del presupposto, il discorso il discorso s-econdo il, (!uale, essendo pc.rtito il di-scorso s'.tesso co11' t1m."Jissione dcl presupi>OSto,. perci la fine .cl discorso il presupposto come linii'te ael discorso, se -il presupposto<significr-: il presupporre in quento

t.~.le~

Il principio

che ne3nre il presupposto, co111e sostengono Hegel e R.osrnini 1 cio che lu


filosofin .non deve ;prendere r.a nlt:ro il suo oggetto come oggetto fondamente:la

(inf<~tti He~~d

:sostiene co11-e principio che appunto .il .presupposto non

.e Roslltini ti.ggiunge che liJ: f.ilosofi1 non deve accettctoe dl1-tti'o .1 'og~et~
to fondl'.mento.ie), csignifica poter riconoscere che principio lo sts~o presUpl,)orre in '-iuento te.le,. tJerch co1ne se dovessiri.i<>" dire che mentre 1)riMe'
non scpevcri:1o"che presupposto signif:l,.ca le coniugazione di se stesso; ora
sc.ppicmo: chene3arc .. il presupposto significa' coniugord il verbo presupporre, cio la filosofin inizialmnte sarebbe ,questa coniugazione <lel presupposto che nplunto elimincndo il pre'supposto mi lascia. il presupporre; cio
nfferma dcl presupposto che lt.:!.' "Stessc!l neJ&zionc i.l.el presupposto essa il
.;,irincipio,

'

ii::..:1.

se 7 ln stessn ,ne:~ezione del presupposto il princ-ipio, signi-

ficc che questo il presupporre in "iunnto tale. In bese n che cose ne;3hin.mu il iJrcsupposto se non r->.mr.lettcndo che rte'3are. il presupposto 1 'unico ?rc-

supporre di cui .ln ftlos>fic. possa Gsserc dgna, o se non ammettendo che
il presupporre. in quanto tale 1 'unico principio de.3flo del discorso filo-

Mauritius_in_libris

91

sofico corie discorso spcculc.tivo? e questo Hcgel e perci in He3e1 tr~1i


crn.iente l 'esscre non pu non essere se non indctcninato 'secondo lo. indeterlldnc.tezzc che hn biso~no dcll1.~ ~etenninatezza, perch alle apnlle di questo
ci stc: l'Anfnn1, non il Grund-, i l cominciaraento, cio il sistema orgc.nic~
dcl cot.1incirc chei l 'ldentit, l 'Essere, questo vuoto. E dunque l' AnfE.n}
,ell1.1 filos'ofi,, e questo t.nfan:"t che cose sijnifica se non che in qUllnto
l'Essere vuoto principio del comincie.re, fe in qu.anto l'Essere. esserc ?rincipio della idcntit.t e allorc. l 'esserc qusto vuoto il sisteliic.
or3c.nic delle disgiunzionc del principio, dove lo speculativo consistereb-

be nei' fr:.tto che necesse.rio speculr1tivPrnente che il discorso cominci cosL


Allora non solo noti sc.r p.i legittimo prirlare o non pe.rlare di presupposto,
ll'. filosofin nel rno11ento ori3innrio <li se stessa non pu ~.vere, co1uc probleiun

c~el

suo inizio, le. decisione tra il presupposto e il non presupposto,

in quc.nto te.le decisione sisteracticn e non originaria; lo stesso termine


"presp;>osizione" un sistema, pcrch significa ln supposizione che viene
inteSL co1ae prirnn, cio ;>ense.te. secondo ls. temporalit. Ricordate la 9iestionc nristotelica. secondo ln <iunle dc.. Aristotele in poi

pc~re

che si sia sem-

pre costretti e dire: c' un essere di tutto ci che penso e che conosco
che vale in confronto e se stesso, nn c' ci.nche l'essere di questo in confronto e s che vulc in confronto ~ noi; sic in confronto nll'essenzn, cio
c,ll'nssolutczzn di se stesso, dove il te111po non esiste, sie in con,fronto
,"'. u1e, _io alla soggettivit che necessarimaentc mette fuori il temi.Jo. Dcl
iJrirno j;>rito di vistn 1 1 essere ell 'ei:;senzt> in confronto a s rimasto platonico, perch- senzc. tempo, ma se questo v~le e vnlc in rapporto a 1ae, so~
gctto conoscente, e dnto che io sono tele nel limite csistcnziele delln iuic.
determinczionc ontologica, dun(}uc del tempo, nllora, se?osso<pensare l'univeracle, lo posso pens[<rc solo seconno l' indbridua.le, cio secondo un vin-
colo ed il vincolo, se. .
10

ori:~inl'rio,

il vincolo nttraverso il qu::ile dovrem.


.
non riuscire cd. a.v<;:re il principio co111e disgiunto, il vincolo sarebbe

la congiunzione del princil_)io in c:;uanto te.le che esse stess<i ltesseredel


principio, il' principio congiunto a s - esso perci principio. Qunndo sie.mo stati ,".l.bituD.ti ['.

le~3erc

nelle vcrie filosofie che i principi sono diver-

Mauritius_in_libris

92

si, uesto non eliri1inc. :tJer che c:uesti siano princ:f,pit l'idert di Plntonc
non l'ide.!:. .ell 1 essere di Rosrnini,

per~

s.ic l'uno che

l'.:~ltrc

sono prin-

ci;,)i e principio vuol dir;; che per dovere pensc.re un discorso filosofico,
.evo individuc,rne il

p~to

di pc.rtenzc.. Quc,ndo es.istenzialrncnte parliamo

di un principio, supponiru110 .i e.vere chic.ro tutto il sistcmn orge.nico delle :-elc.zioni nei cui confronti. quel dcten.1inato principio princi?io: e
.. ,_ ..
~

questo v~le in lin~a elemcntnrc. Intento possiruno penscre il principio co-.


me inizio in quanto

dobbiar~9
.-.

stare attenti che quando

d~cil\Iilo

principio di;-

cicmo inizio fondor.icnto , vincolo. di tutte le relazioni, e cz:edV:-1110 invece di cl4lre la cose pi. semplice nppunto perch s te all *inizio, ;;>crch dipcn~~n

s.. Invece ven. ~o e scopril::c che,. quc.ndo i 1 pens,'J.re nonor-pensare sen-

z~)lque sto

!!2!! ven3n, fuori, per cui non fnccio filosofia, e sucsto punto non

c'.problcnu::. per se.pere che, qunhdo. dico principio, questo il diventnre


quello che in rapporto e tutte le

re~Dzioni

che esso costruisce e dn cui

esso dipende, n1c, c;uesto lo esercito e. non lo penso.


Ll disgiunzione ori3incrie. del. principio essn stessri. questa supposi-

zione metnfisicn, dove ci che import<'J.ntc che non ser pi-) possibile
pe_nsc.re o non ?ensurc il presupposto; il presupposto un mettere ossierne
le.

G.is1iunzion~

origina.rie. con ln supposizione metfisicn, cio un tenere

cssieme ln disgiunzione originaria con il suo essere sotto, essa stessa,


sotto se stessa come c011giunzione, ed il dovere intendere che allora lei disgiunzione, originat'ic. 1 co1:te tenere legnte. se stesso. c.lla con_si1:1nzione che
sta so.tto se stesse,, stn u singificcrc che ci_ che r83gc il discorso il
principio, in t1uanto 1 ~es se:r,e principio s.ignif ice l 'c,s sere con3iunto Ji s
(). s;

tiw.

le disgiunzione ori3innrin invece mi fn pensare nell'\ r11isure, nel.

,.

1.::. quale pensare significc. che la dis;;iunzione origino.rie per questo dis~iun~ione ori:~innrie.

in qunnto colite se fncessc nascere dn s c1uellr:. rne'.'9

t:fis'ica che non pu ?Ft nnscerc: opo le cUs5iunzione del principio. E queste. mE:tafisicn l'essere metafisico delln dis3iunzione ori3inc.Tia eone sup-

..

posizione, cio c..or.ie principio che .l 'ess_ere di s con.5iunto con s, per


cui l".ppunto

l'esser~

c1.ellc dis3iunzione ori3ineria il principio dis3iunto

come se fosse retto dc une. mctofisicn che, per essere ci che sostiene

Mauritius_in_libris

":' .'93

il principi.o dis3iunto, non snr,\ .pi1'1


:~)rinci?i:o

questo, punto. il
ulth1D.

ncqL'.zi~nc

in uanto

....

olt~e

'il principio dtsgiunto, cio a

dis~iunt

, .es.so ed -essere Ln. prbll!', ed.

f..clle metcfisicn, perch tt.ltta la.

me.~~fisict.!

che , se ,

il reg3cr il prinipio'; cio i il de.r~li modo di esscr0 dis3iunto:,. per cui dr. c;uesto punto Ji
ori3in~.ric.

zionc

del

vi~t,r.,_

metafisica si:=;nificn. fondaxi1ento

principfo~

dell~

di's3iun-

un fonde.mento che cse.urisce se. ste.sso ,.

pe:r

cui il ?rincipio pu essere. p,:-incipio e per ..cui clc.l principio J..I\ avanti,
prim?ipio significa ililpossibilit e non. necessit di fondm11cnto . L'Unica
metcfizic.::i: pos.sibile e. lr'.. ?rime e l 'ulti in te.le:; pc:rch ci che re3ge.:,
I

il :;;>rlnc1pio in

(~unnto

clia3iunto, e quin'li

~1~.tr..fisicc

do. questo punto .di

vistL significn fon.m.<ento della dis~iunzionc ori3incricr del princi;>io, dove fondc,mcn:to _vuol dire il principio couie esse.re ci che .l'essere con;JiUJ;lto d:i. s con

s,

e <lo. ques.to i)Unto di viste. 03ni filosofia ha il suo prin-

cipio, cio ogni filosofie. lln le sun megnifica metafisicc sotterrane.:. L'.1
liietc,fisicn il fondra.iento dcllt:L disgiunzione or.igintl.ril'. el principio. E'
u~

lltr.fisiccC'. stcsst!
'

.l.

sostnere di essere questb, cio il fond?f&lento del.

li. dis~iun.zionc originarie. del principio.: Si StEl pc:rlt:mdo non gi. delln
.

rae.

tc,fisicc. scc:oll'.'lo se stesse, nort gi ckllr.. 1oetc.fisicc. in que.nto tele,; :mn si


s,tc. soetcnendo che la mete.fisica in qut!nto Jcterminatn ecLcssere. in re.l.nzionc r.~.1:-r- q:l.s3iU:n?!is>J?-~, pr.igiJ:,ln~.L~ dc~_ ~)r.~_nc~pio, ~h~ a.,.~~a_ yoltn la espressione .dcllt: espressione dcl t!1~ipo; le esprcssion~ del_ ~etnpo espresso. c.t.o .

il contenuto esplicito delln ...~:str.nzio.ne IJri1.icric. E


~e

.~llora

nell..'ruabito

nel limite. di quello, che io per orr; sto intendendo. come astrczione primr1-

ric che 1(: mete;fi..sicc questo, cio 1 1 essere il fondr-Jnento dell!'. disgiun-
zione originaria del princi?i. In termini di L;lplicC'...zione cfol discorso,
le-. '}-\stiorie. pi: 3rc:.ve: chiosa.re ln mtt-.. fisict in '-iuc.sti termini significr. ricord~rc e riconfonir::rc che ciuesto ch,e_ la. weti!.fisicc. nc.sce dall 'csserc rnetnfisico che il principio in CIU<:into l 1esserc con~iunto di s con s;
cou se .. stessi1uo dicendo: noi non possie. mo pehscre la metn.fisicn se non
nel lh:dte, cio. nel termine nel quale .il principio C.:U9ll 1~ssere congiunto di' s ,::on s, il; cui essere in un certo ;nodo da cui nnsce .quello che
io sto iicBml.o 'questo elle In metafisicr; . J..c implicnzione deve cssQre fet-

Mauritius_in_libris

d~ve

te,,

essc.t'.C

res~.

esplicite. dentro se stessa; il rendere esplicite. le

ir;iplicr~zionc,

<

\..

cfol discorso si;3Ylificn dovere intendere che

~sto

"

che sto di-

cendo coue rnetc'.'.fisica, dunque il fondra.-iento delle. dis:3iunzione ori3innrir.:

:lcl ?rincipio, ci che ::'ieten11inl'ito ei.d

e~scre

da -iuel ,ten11ine ~el <:'Uc..le,

ci che lo fC". essere, il LLOdo di essere dello stesso ?rincipio. Ecco le


difficolt l'!ncestrnle di ugni Lictnfisicr:. consnpevole b incons.-:povole dentro
un cUscorso consapevole o inconsqJevolc di essere tu.le, e che n;:>f?crticne
c. ogni fntic_c cli pensiero a 91c.lunquc livello; per cui e 1 unn fraternit
intellettunle che. significf\ l assolut,-:i

lil.r~idezzr.:

delle posizioni per cui

ci passicmo fre.ternnraente... scontr~re: ;:>erch essere r.m1ici si311ificn. volersi


bene n ;livello

dell~

sere nplci di

contcnck~rsi

rlgionc, mc. yolersi bene r:. quel livello significa esil bene che ci tiene c6siemc. E cllora dico dc.

questo punto di viota che lr.

implic~zione

che debbo csplicitnre necessnrin-

1ncmte nei confronti dello stesso discorso, (enzi lo stesso discorso che,
essend.o interessl'.to r.ille ql,leStioni

originDri~

di se stesso, <1ucstn neces-

sitdi s), .-:onsiste nell'etto ci.i prE:.nrlcre necesserict.1ente consnpevolezz.'2


critica di se stesso che consiste cio in questi termini spietati dcdlc stessn situazione origine.rio. J.cl iscorso che le

se~nte:

. guesto che la me-

tcfisicc. 1 questo dc.teri.ttinr..to c,cl essere (~r~l rllOdo di essere del principio,
ciunquc lE toodc,lit el p7incipio che ,dctgnaiM. la metafisicc, per cui l;
metcfisicl. coi::te questo chi= essa , fondcilaento ellfi dia3iunzione originarie
del princi?io, uesto perch eten:.ipr:tn, le. metcfisicc., nd essere questo, :Jalll'.. i.1odclit del principio, c1.c..l fetto che il principio un modo d'"."'
es.a~+~

che rnetc?.fisico riG1.>etto nllc sue diagiunzione origitl[.lria., in quan-

to il 1ucIo cl 'essere mete.fisico dE::l principio rispetto l'.lle, sue disgiunzio.

ne origincq:ir.-.
s~re

le~

necessit\ dell 1essere con1iunto di s con s: questo cs-

del principio in cuosto tenainc; ori3incrio di s lo costituisce come

un essere mctnfisic.o il qUL'1le esscrc uctcfisico tenuto

e;ssim~ie

costituisce il modo, lr\ i.;1odc.lit del princi?iO che dctcrmim1


In che senso l

'c~serc

sico c!el principio in

metcfisico dcl _)rincipio?: in


~:ucci;:o

t~c.nto

l~

e se stesso
nete.fisicn.

l'essere mete:fi-

scns<;> orit;in:'.'.rio che riguerda il discorso fi-

losofico in quanto si f1to co:::ic tl'.lc (non ;>erch tele), cio

Mauritius_in_libris

ci~

che noi

pensir.ino co'he storie, c1el pensiero;. cio il cUscorso, lilterc'ssttt lle sue
tllJestioni originnrie, ritrova nel fondo di questo su intcrsse

s, in

[i

ucsto interesse e c;ueste rofondit di s, il i>rincipio cor.lC essere r;1et~.


fisico in ue.nto 1 1essere r.1ctcfisico dl ?riilcipio: corrisponde :-,t suo ess:...
re con;:;iunto c}i s con s che nnsce nel rt:l.pporto con lrt dis::;iunzione origine.rii-. di se stesso . Il principio hc. un suo cssC;rC mete.fisico che

un

esse-

re con:Jiunfa:> dL s con s cha tale in rnpi>orto ella dis~iunzione 'ori:T.naria: l~esser 'Iietefisico rigu._'trda il principio, la met1'.lfisicc riiuerd.'.": il
.::-

.....

'\..

fondcment9; l 'cssere mete.fisico. l 1cssere metafisico che rigunrdc. :i.1 pr'incipio in qucnto le rnoclit. del principio

h~ 9Gt;~::ru.:d:n.<:::.

;_ouesto. che le.

1.1etafisie.n come fondamento delle. diS'5iunzione originr.ria dcl. 1 principio; in


origine l 1essere r.10tafisico come princi?io,

sc11;prc in origine, le.

J1lQ~f:lf:I:.!'

sica come fond8lllento di clll che il i>rincipio non qucndo come essere

mt~~

tafisico. Ltessere mete.fisico <;uall 1esserc con~iunto del principio di s


con s che il

c~.cterr.1inc.rc

le 11ictnfisicc. cou1e fondm.1ento della Jis 1iunzio

ne originaria dello stesso principio. L'essere.. metafisico del principio significa. soltn.nto quell 'esserc dcl principio in un modo che diwmtt, f6nJl1.filento; 18 modc'.llit del principio rlcteni1inc questo 'Che le ruetnfisicn cio detcrminc. il questo, cllorr, ckten.:1inr il che s~pzn lr. cose del che; queste
1 1implicr:zionc enorrne di questo discorso,. cio originariamente non mi trovo il che cosn, run mi trovu il guosto che le. !rnetn;fisicc.., 1 'essere r.ietfisica cfr, pc.rtc del questo non significl1 che il uesto si trova ih

un~

posi-

zione che rnetafisicc. perch di 1 dn, mc. 1 'essere mctnfisicn da pnrte del
c::uesto, questo che lr:: rcietnfisica

il fonde.mento delle. dis1iunzione

ori'~i

ne..rln del prtncfpio, il t'Usto che lr. metc:fisicu in questi tennini: il


~

senzc ln

di s; infetti' a c;uesto ?Unto non posso dire- che coso ,

le;. metafisicE;., ma sto

Jic~ndo.

che questo :che le

rnetcfisic~

co1ae fondmi1en-

to dcllcl dis1iunzione origine.rie <lel principio, q\lesto; io metafisica


;.~rch detcrn1inetr.t nel essere tnle dllr.. -raodelit Jel principio che 1 'es-

sere mete.fisico del principio, dove l'essere roetr:fisico dcl principio 'stcs ..

zo sir;nifico. che

<~uando il i.)rincipio essere mete.fisico, cio le raocl.:.tlit

di se stesso, le Li.odc.lit tli se stesso

si~nifica

Mauritius_in_libris

deten11ini?.re il fondarnent

e determinare questo che le. metL:fisicB. . t 1a nllora l 1essere 111.etnfisico co1

rne essere metc:fisiCO Che ncceSSE.rirn,1erlte dcl i;)rincipio 9 non p\J non essere se non del principio non solo le modalit di s,
t Ji s che dctenninr. il ;>rinci:t>io al fondamento

quella. Itloclnli-

liC.

~-,.ttrD.versu

principio si ritrovc diviso, diviso


nel senso delle
.
;

<lis~iunzionc.

del principio intercsscto e, costruire i.l fondcmiento, nelL1


quale costruirt.: il

fonr~aJento

si3nifict:i. ne,3c:re il

il qun.le il
L~cssere

~aisurn

~:>rincipiqs. nelL:-~

nelln
stessa

Llisurn nelle quc.le il fonc111ento de_terminnto significa detc-11i,nc.re ulteriorfi&~ntc

il fondllllento e Ls.$cL::rlo tutto nel che, che non hn lo. cose di s,

cio nel questo che le

metcfisic~

co11ie fondc.rnento della disgiunzione ori-

ginor.ia del principio. L'essere metll.fisico del ?rincipio ,non p9ssiar.io dire
che cosa , per necessit di .Jiscors0 coerente con se stesso, perch sono.
in origine senza le cos.s. proprio del questo, essenfo in o.i;igine con 'hna metafisica secondo la qurtle Iiietcfisic.'.::. , questo, cletenninctc. dnl1 1essere mete.fisico del principio, nessuno pu dirmi che cose si['. l'essere metafisico
del principio nel senso secondo il qunle non solo

chi~ro

che per questo

t:i.nche. l 1esser4": metafisico del .t>rincipio ln stessn I1K1alit del principio,


mr: un senso ancorn pH1

profond~i1cnte

corruttore nel senso che la fc.tico

del pensare dcstinnto. ad essere l.'.', fntice. delle sun corruzione; riuscire.
~-pensare

origim:riamente in questi tcnnini

signi~icn

riscire c. corrompe-

re- l'ori3ine nel senso che l'origine genere il tn.rlo di Se stesso, riuscendo c. costruire nnchc. il leJno dt1

corroi~ipere.

E' cd1&1.e so i.Jensare

se essere votnti 11lla corru:.:ione dell 1ori~ine, dove corromtJerc l

si~ni.ficns

'orL~inc

siJilifica
sc..pe}:"e il princi:t>iO co1,10 ..quel:lri
n1odP..lit.
di se s.tcsso che vero
.
h_,. ....
.
...... ,
che deterr.1inc ln rnetnfisicc,

J11C

cltrettnnto vero che determinc. un rJodo

di s, l'essere met.:.fisico, che corro111pe, cio corror.tpe l'ori?ine che


rc. il suo disfarsi, perci rnetc.fisico que::;to essere; questo
le corruzione ell 'origine, _per cui rnetefisico
do c'ell'essere metafisico del
le.. mete.fisico

(~opo

~rincipio,

t",

::~(me:

~enerazione

questo modo, che il

del!"110-

nccessoricinente tutto ci0 che

non , (ctopo cio cl .Ji l Ji questo. necessit. i genni-

nerc l'origine), perch_ dopo, ci che le. metefisic<:. , neccssnric.r.1entc


l'essere di l dalln _cosa; ~.>.erch ho vinto la ?flurc di pensare: perch le

Mauritius_in_libris

cose del

ri1~n~9.esis~9~0,,.perch

97 -

il_&onclo esiste, perch lr, cosa

CI'l;'clc;:uno cor,ie be.ne fattore dell

~aur.:i.

::lel. pensnrc l'hc

d~tn,

~el

che,

e.; questo

qunl-

cn9 i~. :Jio indegno,<.~1~ essere dio, .:i,n quanto- queLq\,lalcuno. il quc.le,
~

;.

'

c..ver1d9 c;:ompns sine cH. i:ne .'le , non ric.s'co c. i)ansare." perh,. otri5innto
.
.
siero d.s.

{~u~sto

nei ui confronti ln cose. del

qu~sto

al .pen-

non , io .. ho paura di

nvven,tul;'arti nei ;Jerindri Ji questo mencc.re delle.. cose rispetto ol ~sto,


ctf infilc.re lF.i.

~orruziono ~el

cw.nele dcll 'ox-igine, tanto pi se credo che.

:l.nfiicrc tnle canale signifi~. mo:I"ire ;:>rima .11 .tutte le cicute di .questo
'

mon~.o ~.

'

pi;-ir.ta e.li tutte_ le

'

-u~rti

che le vite. storica mi pu dc.re, e noi di-

cimoo: n1ci.. . il .raio t1iipoJ1.i morire., qu,1nc~o inv~ce ;_:>er le; lt0rte. ~e~pre .:
il suo. tc':'1?0 c.i vivei;-c
1

~-uo~to, r~c

nevole,
mi

rio~

xtili~ttc

e{ p~rci

per. questo il mio tempo cli mo':ire,, c. per


(~.i

esto punto di vistn non penso, ho bisogn.J


ho bisogno

~,el

~he

:-lio

cret:,,

perch~

un dio. compassio-

c~ca

il dio. che crct:,.. quc.ndo

nel posto ::1elln po.urc che e.levo cercnre di r.:1c.ncncre in :.,Jiedi;

il Jio che fc..hbrtcn (e ston.lludcndo cl dio i cui


pensc.re plctoni~o)'

.q :.~tq.rc

.poteva.~ssere

cr.pcce il

tr:, stare sospeso scnzn essere costret~o e.

infilcrc questi.. c_nncli originnri <lellt\. mo1'..tc primn ,di

~e.

stessa. Il cUo che

fQbbrice. e: "l.1uest~ ra1:1.niern il <Ho im~.e1no di se. stesso,, i;>erci i~ dio ..


pr:.gtmo~ pc.gena non significc. il d.io c1.i Platone, mn il dio di t';ltte le pau-

rE~ \.li pensare che .hntino CVUtO sempr~ ''~li UOLiini ,a. qnnclo, hc.nno Crainciato
o. pens'.re; dn c;uondo gli uomit!i hanno cor;:iinciato e pensa.re, hnnno _nvuto bisogno 'di' queste cornpnssione
.

(~el

dio c:i cui stu parlando, che tele dn. es-

sere indegno <li_ se stesso_, perch .)U ef:lserc qu~lt..nque cose eh~. sic. ~ale la
fnbbrienrai la cpsff_ chc,..ini serve, pcrch il ehe. non sic senza le cos'1 ni
se stesso, no~ s'ia ci che essr. coue fondru-11ento clclln Hs3iunzione. ori~i
nnric ael principio,

r:Ui

_sic ci che

e~s.e

non risr>etto

che esse storice.mente. sunndo storice.mentc metafisicd,

e,_ue~to
~~

e si,e

pi~

Plntone in ?Oi,

significc scmplic,emente il sr:.pere che. si occupa delle cose che sono oggetto dcll{l. tidn

cspcrio~z.: particol~.re.

piccr:. le, paure

c~i pensc.r~, lP.

tcolo3ici, mt"'i. ho

biso~no

E nllorn a questo punto non che cc-

le. infedelt :11 dio; non che creo fantf!smii

ellc. infedelt

~a

dio, cio ho biso1110 di qunlcu-

na che si chini co111pAssL:mevole e rni dii.': le cose,

Mauritius_in_libris

e<~

io sono proprio ln co-

98

sn dcl questo che lr.i Id.etc.fii?ico. (uso la parola co.sa nel senso latino di

ru:>.

ho bisogno dhe ci che guesto, le raeta.fisica, non si[:', di l

ll

s;

,Jerch a questo punto se. 1 'essere della r;1etnfisica ~1 fondr-uuento .lella di~
s3iunzicone ori.:Sincria del propritO> riusc::ire

_c.~.

essere di ln J.:::.1 su.o essere,

ucsto snrebbe il fondcritento Ji l c1cl :1)rincipio dis:5iunto che non sarebbe


stl".to n:c3c.to dc.llo. stesso

princi~Jio,

to di viste. l'essere rnetc:fisico

d~l

c:u0ndo noi sc.ppicJ110 che 1.c. questo ?uniJrincipio proprio qucll '~ss.~re con3iun-

to dcl ?rincip.io che i.Jerci. l'essere rnetnfisico di questo essere del

pri~

cipio stesso, dovEi c.llorc. l 'esscre. netafisico signific.;i le u,odnli.t del principio che deteni1ina il principio

;.'.let~fisico,

pet."ch l esscre del principi.o

ni.etafisico il suo essere congiunto,. il non ...,,ere lo. necessit\ di nivi.fore il che dnllc.

cos~,

1::: inpossibilit c1el questo, perch ,il principi.o

non moi ues to princik)io,

1.1e

il principio sin che sic'1 l'idea :tlln 1;1einie-

rc. plc.tonicc, o 1 *id.cr. clell 1 essere nlle rn.c'lniere. rosminiann o che sin l 'essere hc3elino, non mc.i questo principio, perch seir.lC.i. i. il principio
di c1uesta filosofia; l'esocre dcl principio quell 1 .:sserc con:~iunto el
;?rincipiocon s che perci lo rende essere .metnfisico, con3iunto di s
s e non uno9 cio
;>o anche

c~iverso

.l~esscrc

c~n

<1el i_)r.incipio il cominciare e nello stesso tera-

dnl cominci:c.re, per cui il principio non . principio per-

ch pcrto <la. questo, uindi l'essere hc3eliano non :Principio perch l'!mfr:n;J come cdminciarilcnto, d.ove cominciamento vuol dire 1 'nvere e fondc.ruento il suo non essere soltc:.:.nto comincira11ento, cio il suo non essere soltcnto il punto dn cui cor,1incic che le.. naoessit di cornincinre

,~a

quel. tJUnto.

?l;t'> uesto si,:;nificn che il princiio 1~ieteftsico, propri.o percl;l: ,queste

con3iunzion
yc.~rte

in

c~.i

s con s, (love, per questo motivo., essere i,aetnfisico dn

del principio

<.~ucnto

signific~

in origine la inversione di tutti i

ra~porti,

il principio mctefisico in ori3ine, in que.nto. il suo essere mc-

tnfi,sico non suppone

c~i

eGsE:re r1.i l G.c qualche cosa, qualunque cosa sia;

"1'esserC: metafisico del prtncitJiO significE". queste. congiunzione del principio con s, seconc!o le; c;.uale in rcnl t tale

con~iunzione

in origine ln

inversione di tutti i rc.p?.orti possibili, per cui come se a questo 7;1odo


;>rincipio fosse lo stesso che invcrsiune

ca

tutti i re.pporti possibili, cio

Mauritius_in_libris

come se .fosse non-.:L~pl:lc,ziCJne .di:.rl:l:Jport:i,

.rrl6.. risucchi.o-: di. 'tutti i rap.:.

?Orti, per cui tutti i rC.i->i)Orti potranno ess(;;re se non sono stati, me se
tutti' i repporti potrr.nno essere se non sono stati in originc1 il rap;,)Orto
non , nun perch sar1'.,

Ili<':

erch8 il suo pot'l"e essere 1 1 bvV:.o e questo

owio il futuro, rnD se questo ovvio futuro, il suo presente 11.1 cencelle.ziune Jcl J:>CS:JG",to,
1

1111'.'.

Dllorn per pensr,re non posso ?ensnre OWilliilente,

cio sono conclc.nnt"',to per pensare a non potere i"ensare owi.:miente; in

ori;~i

ne il r>rincipio Liuellc. inversione di- tutti i rapporti possibili pt;r la


quale il risuc.chio di tutti i rapporti fl'.
sere :tJCrci non sono

st~-:ti,

s~_

che se i rl'l!>PO'rti otrtinno, es-

il che si:;nificn che il rnpporto non , cio

il rnpporto s non pu essere quel ?resente che la cnnccll'cziJne del


p.:.ssnto :he rende. ;_"Jssibil(; il futuro, j.l !_)rc.sente quel ce;scire. il pnssato chrenclepossibilc il futuro. In uesti termini il n0stropensnro snrebbe essere ..Smpr sospesi C:l futuro noi sareullil sempre futuri; sul piano
c:ellc owit~ siamo c~cstineti nl futuro, siruito conc~.annlti a danzare un saba che nrl pi:'1 inferncle.

Mauritius_in_libris

100

VII .... LA rj}!:TAFISICA cm.fil

FONDt~1iENTO DELU~

DISGIUNZIONE ORIGINMIA.

_.;.

Le corruzione dell'origine vele in rapporto alla disJiunzione


n~ri~

rlel principio che


~

su2 volte suppone che il rapporto non , a questo

significc che il potere intendere

~i

che liletnf isico e c-i che ln. rneta-

f isice, (Jipenc1e evL:kntcr.icntc dclln fondnzione <lcl rapporto, e.nche se

sir.i.rno ,ir(i c. uesto punto


ch rnctfisico

ori~i

eh~

nel

1L1i~e

iJOS-

di questo tipo di iiscorso, ci

ci che la iuete.fisicn snrebbero in GW:lche modo defi-

niti, perch avrer.lilo il principio _come quell'essere raetcfisico che. l 'csscr con1iunto Ji

S~

con s, e le. rnetnfis_iC1. come il che S(mze la

Ji

che il fobdll!"&lento dello. '...liS~iunzione ori~ineric.. del principi. Tre. ci,

cio ."trt". il i:>rincipio e il fonlJffiento, come se :l.l r.pporto fosse stoto


dnto: il principio coac l'essere
c1i

s~

metnfi~ico

nel senso dell'essere

con~iunto

-con s, lr: ti!ete:.fisicc come questo. che .la IJetnfisica :l,n qunnto fon-

dmuento dclln disgiunzi1..me oriJinnrin dcl princi;,>io Dvrebbero rapporto nelle misura in cui il r~?porto dovrebbe essere il rnpporto tre il princi?io
e il fon.Jc,mento. Il principio qui inteso come quel raodo di s, come l 'esscre modo in C!Uc.nto tllle, che determina V1 mctnfisicn
delle; Jis3iunzione

ori,:;inc~rin

~rl

essere fondmaento

del a>rincipiot fondamento tiella iu.isura in cui

l'essere fondcmento do. pnrte :lelln metc.fisic2 origina l*essete mctn.fisico


co11JB principio che non , in

<~Uc'1nto

l 'esscre mete.fisico corile principio che

non , l'essere str.to principio di un determinnre la metafisica ad essere


quGl fonde:rnento che 12 dis1iunzione
to

vi~tc,

ori3inc~rit>

.Jcl principio, dnl cui pun-

l'essere 1.ietnfisico come essere metnfisico non perch 1..'1 rne-

tr.fisic.'.!, in

<1u.:~nto

le. rnetc,fisicn s.uesto, cio il fondm11cnto

dell~

disgiun-

zione originnric. del ?rincipio. f'J.lore in questi tennini come se il rnpporto fosse stnto dnto tCTlrnente Je non essere, il rnpporto non e per <.JUCoto snr; e questo un discorso ovvio e l'ovviet del cUscorso sta nel futuro, cio stn nel fl:.tto che pare che sil1 possibile b.medic.tcmento che se
il rcipporto non , per questo snr., ln ovviet del discorso sorebbe nel futuro el discorso stEsso,

:...C~

t.!::lc ovviet nei confronti Ji ci che le fr:..

nnsccre, cio il rapporto che non , come se si trovnsse in crisi, cio

Mauritius_in_libris

101

--

cr:mccllnr~

r'.ivisc. t>erch scnzc presente; il present.:; quel

il _t>esscto

che rende possibile il futuro, dr::l punto ~:a vista di ci'> che possibile
).)Cose.re

<.1cl

IJensnre in

prc, per, l1.

d~tit

penstlrc in queati

-~uei

termini ori5inari che stanno c. significnre s'er.i-

ori::3inc.ria del principio stesso, nel lililite nel ucle

t~nnini

si3nificr: panse.re ln

re st.:-sso, cio non l 1essere t:to ckl

dr:,tit.~

~enscre, we

oriJine>.rin. del pensr.-

il cfa.t_o

ori~inario

,hl

cui punto i viste vele che si ?Ossa penscrc il principio in rnpporto el


fon<lm:aento senzc rapprto,, per cui l'essere 1fol principio in realt Jal punto .i vista del fonde.mento un

esser~

in rnpporto senzc., il rapporto

stcs,so~

Se potessimo pensc.re il rA.ppurto dcl principio l'.l fon::fomento, hll1Cdio...


te.mente dovremi""JO poter pensere che frc il principio e il fondruuento il rapporto sin te.le dn

potcr~i

clc.re corno ci che

~ub

essere

pens~to

indipenrlen

tcr.-icmte dc.l principio e Gc.l fon.Jnrnento; nientrc invece il rcpporto che

iJOS-

sic.lIIlo .:)ensnre tre. il ;_Jrinci.pio e il fondmilento il rnpporto che possiruno


)ense.re nel limite nel

quc~le

pensL:.'lllO i termini nel tempo nel qunle: sono

ci?> che stc: in rl'.l.?J?Orto, nello stesso tempo sono ci che vo.nno dr!.l relpporto n se stessi. Per cui, se dovessimo f?ensare il principio in rnpporto nl
fond<:i.rnento secom1o il rr.:.pporto coiac tnle, noi ovremr.O pens!:'.re il rapporto
indipendentemente ;-\s. ci che sono i tennini del rapporto, cio da cib che
il i;>rincipio in

qur~nto

,-,1inctl'.', ln metc.fisicc. in

essere mete.fisico nttrcverso il C}Uale viene detcr<

unnto fondcr.iento delll:~ dis3iunzione ori~inarin del

princil'io. Qulncio dico che l'essflre in re.pporto.el princii)io e del fondarnento scnzc re.p;>orto, come se stessimo dicendo. che de questo punto di
viste 1 1essere dell.s. rHGtr.fisic.::1 come fondeinento neccssaril.Jlente un ne3crc
ci che

lr~

fn essert::., i_)erch l 'esserc le ruutafisicn come fondCI11ento Jello.

dis3iunzionc

ori,~incrL-:-.

lel princii:)io

determinare il. principio ad. esse-

re non pH1 in quel modo, ~erch il modo c1el principio


~i

quell 1nssoluto modo

se stesso che l 'esserc corae princik)io, un determinc.re l 1esserc del

princiiJiO che non un essere del princi1Jio in

~luel

wodo, non

quell'esse~

re dcl principio risolto ne:l fonrnaento: l'essere r.el principio risolto nel
fondranento la mete.fisicc,

llC

la. mctnfisicn in quanto 11.etnfisicn si3ni-

ficn fonde.mento delle, dis3iunzione origino.rio. dcl principio, il principio

Mauritius_in_libris

102

risolto, in \.1uc.nto ln

risolu~ione

del principio rui servG }>er porre .in cri-

ci il principio stesso in r.'}pJ,Jorto c.11 'cS:sere r.ietafisico .cl princ.ipio, dol'~:Jsere

ve: l 1essere metafisico del rincipio siJUificc

di s con3iunto con

s che non uno, o che non si ~ifica essere uno, che non-:uno, per cui
l'essere rc1et:1fisico del princii)io lo stesso che essci::e nqn uno cor.ie ..tale,
eJ come se stessiiitO

diccnr.~o:

dunque le metafisico non pu cominciare .lal

punto :li vistn di un discorso origine.rio, se;:condo il quale l

'ori~innriet

del discorso consistcrcbbc nell.:.: ;>0ssibilit .Ji pensc.re il prinipioco!ae


ess~rc

uno, ,Jerch pro?rio l 'csserc (fol rincipio cm.ie metafisico di

non

uno. Se noi pcnsicnio che ori3in::iric.ruente il principio in .ti:nto sic essere


rnetr..fisico in qu.'!nto l 'esnere: congiunto di s con s che non uno, ct.s
1P
questo punto di vint[:. co;.,.~; se. stessiWensan.o che il ripensare i,l 1.>ensc.rc
ple.tonio che si3nificc il

~xms2rc

lr.

datit~ ori~innrin,

se un

ri~ens.'J.rE:

rc.dicciizzc..to nello orizinc ck..:llo stesso pensare plutonico, t.:d obbligc. n


non potere i>ense.re il ~Jrinci~)io eone uno, proprio .in ro.pporto a c:i. che ln
rnet.s.fisico. in c;ur.nto

fonc~.mriento

delle.

essen~inle,

?io. E le chiosa a questo punto


fonck,rnento co1ic

.i.aetcfinic,~.

di.s.~i'lmzione

rc.c~.iCL'.lmente

ori1inc.ric. del princi-

perch in questi tennini il

non necessario, in

q~nto

il prin-

cipiu, in ort ;~ine, in qunnto congiunto con s non uno e proprio pcrch
non uno

ll

questo punt0 J.i viste. non e,vrebbe bisogno di diventare metnfisi-

c<:., in qunnto il diwntnre; metcfisicc. do parte del principio, non solo


il dctrmint.re il

fonc~f'.la.:;nto

che il fon;Jaacnto della dis3iunzione ori ~i

nF.rin ::lel principio, nllorr, ln 11.etn.fisica non necessarie. in quanto rendere esplicito che il

i-Jrinci~:>io

-:nllc ri.etcfisicn cono.

fonc~rnncnto.

.tanto non uno dn essere addirittura retto


Jclla c,lis1iunzione originaria (lel...

~~.incir>io.

In questi terini 11etr.fisiel' diventu per un verso un p0rre in crisi tutto


il rn;n,orto cl princi)iO e per lo stesso verso di questioni un porre in crisi questo stesso, perch pvrru .in crisi. tutto il suo rapporto nl principio
significn che lE metcfisicr.. co1.ie se fosse una imprcsn non necessaria, ln.
cui non necessit signifiC: che cfovrei riuscire
vi, lc,cci.'.lto e.I suo esr,erc non uno,

p~r

~-

pensare che il i.Jrincipio

cui tutta la metc.fisice.

chc-~ovrci

1-iOtE.re i?nsc.re .ovrebbe r.isol':ersi ncll 'essere Iiletcfisico che si pensa, in

Mauritius_in_libris

103

...

1 1essere mete.fisico, che pensn se stesso il pens!'. rsi eone quel non

c~ucnto

uno che non deve subire ln necessit rli essere condotto n c,;uel pensare s
~ensc.rsi

che il
si::;nific.~.

perch~

sive,

c1c.nni il ?rincip:lo

'uni~c. rc.:~ione

pcrch il

i.Jrinci~)io,

(!is 1iunzione ori.3inaric del

<:~ovre:bbe

uosto

~)er r~is.;iungere,

dis3iunto

cou~

pen~c.rsi

Jis3iunto

nella liiisurn in. cui tutto

principio delle dis3iunzioni succes-

por le. uc.lc i.1etnfisicc. fnre cta. fonil~uento

nlln. dis3iuna;ione. originc.rir:c Jcl princil)io dovrebbe i;>otcrc essere il riuscir1.:: ::. dete:rrn:l;nare c:~e. ,1u;::.sto e ?~r questo il principio delle c~isjiun~ioni che
vnlgono perch consecutive e. lln dis3iunzione ori Jincrie. Allora 1 uno e i
i~olti

c~i

per. c;uesto .posson0 essere tcni1ini

U:n. discorso mete.fisico che inve-

ce scmbrrcbbe tnlo per c~i:~nit dcl teme.; e l'uno e i molti soltanto -se ri.uacir-:;nno .Gd essere le dis1iunzioni che conscJUono w.lln dis3iunzionc orisinr,~fol

ric

principio, cio solo se il fondcrncnto delle. dis3iunzione

ori-~inerin

.Jel ;>rincip.io riesce r: (;tenaino.rc il principio,\ cio dn questo il principio


-..lolle

Jis~~iunzivni

ut\l~

possibile che ci sir~ lo. ccp.a.cit.~ razionale e metEtfisicn di pensare

consecutivo .:::llh is;iunz:i.one origine.rie, mediante le,

l 1uno e .i iu0lti, scondc la ~1uc.lc ~xmsc.re 1 'urto e i molti si311ifichercbbc


non potere ;>cnsc.rc, p~rch .non ?Osso pensnrc sic l'uno sin i ruolti. a llloro..
come so-.._dcv:osil'ao_

~ire:

e vicversn p9sso pensare il principio con3iunto

con s come esscrG non uno? Nm posso pcnserlo a tnl punto che poi ?Cr ?ens::;.rlo ;fotermino le. foCtE;fisicc., in quanto

c~ctcrminare

le; 1.1ete..fisicn signifi-

cr, .il fondt1ud1to delle. Jifqiunzione ori ~inc.ric del principio,, cio etcrrain~,rq

il .princi?io delle

di~~iunzioni

consccutivu elle

dis1iunzi~nc

ori ~in.'1-

rir.: :nrr invece ci sic:rao convinti che il probler.1a dE;:ll 1uno e dc.i m9lti, sic.
;iroble1nn_ rndicl'dc, o.

CO" .1incir-re

dc Pcnnenidc

).;r

finire bellruiiente con Pln-

tono! In questi tenaini il discorso 3re.vc perch dobbi;milu fc.rc la fcticn


cl.i ponsc.re in uc .... i
1;..:;

ten11ini

ori:~i_ncri

-.Ji. discorso c.ttrc,vcrso i qur:li co-

se dovcssino scn.varc nelJ-n. profon.lit

c~r.tit,?i.

si

c~cllfL origin~

dcl discorso, co.ac

ori3innrin delle: ;-_'.uc.le non possie:foo fP.re a meno, ,pcrch il discors0

r~f:to

sc::condo .certi t1<.:rinini, e non secondo tcnaini

dc.ti; perch :se noi

r.~cce;ttc.ssil.u

3incri in ;c_:ucnto dc.ti

S>i)no.

ori_:~innri

in quanto

tele.' discorso, chicro che i tenaini ori-

tenti dc,_ tJutcrc

~sscre

Mauritius_in_libris

scelti, flc.te la iiilpositi-

104

vit del principio da tale punto di vistn, e rimnrrcbbc il. fntto che sicmo
:ostrctti in questo senso c. non penscre, cio a scegliere il principio per-
e~vventurinmo

ch non ci

nella zonn che stc, nllc spalle di ci che


.

pure

ln c~ct:i.t originaria e che per per questo non im?licc L'9: irnpositivit.\ di
S(~ coue principio; rna lr possi.bili t e le ~ecess.:f.~ -.dl 'un discorso che cer-

c~'.1.

ca

r?Jicnrsi di:ttro le. dc.tit o~igine..r:..a. Da questo punto di vista, er

non ridursi
zione del

!'. qus~e

rinci'p~o

sceltf-, dobbic.mo int!nder coi.JC, rfspetto ella congiun;_


con,.

s~

stesso,.;":i.1 principio in quanto essere non uno-r

ci t.ttrcverso i.l. ~le dovrei :potcr pensare che la mete,fisica non pi~
1

possibile ulterionaento,
pcrch la 111etefisin quel fondamento
delle disgiun.
.
zione ori3inaria del principio tale che serabrere~be negnrc il principio;
se il pr.incipid non uno, il ridurlo

all'. di~3i~zion~ ori~inarin.

di s

faremald4ettamente metnfisicc, perch che'mtafie;ica quella che .tale per spcccc.r~ ~1 principio? Nn nllorc~ non solo i'eternit dei pensieri.
c,,ssoluti che ci stc alle spnlle, ma nnche lc;perennit dei pensieri relativi, il. che. significa. intenlere che ail~ spalle dl problemn che s~mbravn
il problerue pri111C:rio, l 1uno e l. rnolti, stc tuttn nn probleril<"lticn di tipo
originr.::rio' c.ttra.vcrso ln qucle ~os~o c,pire. che non devo fnre problerl1n dll'uno

e ei

col.ti; e il discorso diventa complicato, in qwlnto l'unico fe-

tnf:.sicn che potremo dovre pens~re possibile lo'stesso pensnrsi del prit').cipio, in c;:ucnto solo il pe~snrsi del principio potrebbe essere il tenersi
con3itinto on s, . cime congiunto e co:ne non uno; solo il pensllrsi del principiu c011.e tnlc che potrebbe. tenere cssieme l'essere congiunto di s con
s ed il
~ensC-re

S4-0

essere non uno. Ma stiamo cernndo d~ pensnre rru:iicelmente quel

nssoluto che potrebbe nnche essere il

no~trp

pensore in colui che

si i)ensl'.., perch colui che si penso coioo se -:Potesse essere non trinit
.

iJer rJotivi tcolbgici, ma trinit\ per irripossibiU.t di pensiero; sie.mo cost:retti n l_)ensare., per pensare rndicGlri&erite, dunque per un pensare assolutamente !'nico e libero, che sio.rno costretti e c\iventare il nostro pensare, che

pensnre

~qlo

perch qup.luno si pensn e c:he necessariamente viene pensn..;

to dc, n9i c~rne ncccssitE'.to c. penscrsi. diviso in tre, unito in uno, e. cio
unito in tre e diviso in uno; dove ci> che non p6ssiamo pensare non

Mauritius_in_libris

que-

sto,

'la necessit .i pepsnre Cl'lfGSto

IilC

necessit1. che pc.rte dtJ.l mio

COl;lC

c~over pensa.re )Cr pensnrc. Non- ~to cercr:ncb n.i conccttU:iizzc.rc lo. Trini- ..
t.~.,. IllC: O to ccrcr,ndo cli '.:i.ire chG ' k, un pu~to di Vis te (Ji un discrso. filv-'
'

sofico che prospttc. le,

S.UF.;

'

~oqdcziono rc.~Hcc,le,. dc questo. punto ji vista,

_1,q .nec?sait .cli,~ 1

c0fr.c 'se si;:;nifice.sse L"'.llG sue s:;>.1_le

l?ensc.nSJo il prin-: ::

cipio in ten,1ini ori~im:.ri cp;ae: ci hs )-~9. ~nteres-sc. .Per .. quel <li.scorso di


,

cne 'il

fonc~t:ZiJne, 'questo si;-jnifica dovere. c.ccettc.rc he necc.Gs.rio


.

'"

. . - -

..

.~-

.~

. ~

..: .j.

iJn-

.. -

s:-;rci '.d~l ~J~:i'.#~!r:?id ,si~ .:st pensnrsi, secondo il qunle 11 ?ririclpio '
1 1 sscr

co~3::Liitj.;0

di

~ e~~ s~,

c'1i,': suo. css~rc

.unito

~o;

non

d6ve ci che

ponst:t; ~ que~to pensnrsi.; Il n.Jstro: ense.re, il princi~)io P."l.iyello ori~

.
.
gim\ric signifin che il nost}:'o.
.

.{~- .
-~ .:
'.
.. ._, .
.
.
... :
.casolutrnnentc il dnre necessit
.

pcns~:r,
1t;'

di~~mdo filosofi-Cru11entc d:t~.:

ftlosofici e
riit

:ir.,

',.:

'

p 1:1n .cvncetto

Trinit~

..

nec~ssnrLJ per motivi '

no:n tologici,..e mm per.ch .sto cercrmdo. di fere nescer(: l.::i. Tti"."

.concetto di Trinit.; Non ~o il ,c0n~~t.to .:::U pi::inc:lpio

d.d4

neanche il:

concetto <!t conctto, sto solo ;c9~c4nd6. d~ .pensnro che spingere~ rn~licolmc'n..:

te 'il ~)iins6rC' V~. 0.dtit orij1c.riD. s~~~ficn ,i;-:ld~rt'e

i; ;e~s'crc no:io

ud ,.

essrE: il p~nsar nei. pens~rsi che il prineli,)io


in .ciicst:L term:ii. E' 'o ..
..
,.
.;
''

.;-

i1i~- se sol.0- do. questo.:punto


di 'Vi$tw
fos~e
p~ssibil
ccpir~, .~he
qunrido
8 se
.
.
.
....
: . ;..
.
_.
...

.... .

1 1 essere trinitnrio n:ti pnrln o ~ui, hc. pnrk~.t>, peri 1'0n hci nvuto biso-.-io
.

.,

':

'.:

._

..

,.

di concetti, n~ ha- cyutu biso;~no j1, ,~rovnrrai con i. concetti; 'non dnl punto

-~fr vistn dell 'esserE' trinit.;:ri0 .ma ~.n.l. ;p~nto ,di, vi.st;: dc,~i,;. pros~e-ttazione
-~Ii.' un discor~o cli cre:ttc.rc ~c;clic'2le che ~cl-.~tmdo ull~ s~:>riiie 'cfui1d datit
.

t.

-.

. .

vri'ginnriti'~- per 'rendersi conto de,l nqn .unq ~he l 'e~scr~ con3iunto. , 'si trovii r:. doversi . mittr.ettere come pE:nso.rc n~l iJen~d.r~i . h~ ~. :.1
t;~er~i. coll~lun. ,, .
.

. to Jel princi;>io come l'essere d~viso iri uno

.E.Kl

unito in tre, pc:fcti l'cs- ..


..

sere div1t.'SQ in unl '~Cessari(U;1eI).tC. l'essere nn uno d~ll 'esse~C con,~iU'l;,.


-

,,,

'f

'

. J ,

- '. _:

~;;

. ! ..

, '

tu, l'essere unito in tre l'essere con3iunto di s con s con3iunto nl


suo essere come non uno, dove corne non uno
qu[:nto, per
un
...

v~rso

s_i;~nificc. esser~

1.:1etcfisico, Jn

prospetta.to
nlln. mete.fisico.
che fundomento ella dl-
.
.
.
origincrin del princir>io,. tllc cu1.-:1~ ess~r~ ~'~~t(,~isico dove il me.

'

s ~iunzione

tafisico di que.sto essere tutto .l'essere che non e pe'' questo

Mauritius_in_libris

in

filo-

...

105

sofin non possu pcrtire n dnll'essere n0 da Dio ed ovvio che non

d~vo

necnche potere dire che nun ~osso partir~ dnll'uvmo, in quanto, lesserc
dell 'uouo dli.l punto di viste, Ji questw discorso, 1' es~ere dell'uomo l 'esscrc: che s&r, in qucm'to l'essere secondo 1' c=sistEre significa presente,
mc l'esistere in quc.nto essere siJllificn sempre futuro. Quando dico io suno, signific.'1 che sono riuscito c.. C<:tturnre l'esistere che r.ii riguarda e
per questo sono e non scr,

Ida

questo vuol dire il ;;>r~sente dcll 'esserc;

~osso c6niu~a.re l'essere che liii rigunrd'-1. solo ol tE'mpo presente, dQvG coniupns~ato

.;nre l'esistere che suno solo e sempre nl futuro; e il passnto? Il

vuol dire:n che cosc'nasce tutto questo? mn non posso neanche fare questa
&mumdn; perch se i.;etnfisin uc.lche cose, mete.fisico il che, il fon-

mi

dr..:U~nto ~llc disgiunzion originarie nttraversu il qunle

trovo senza

il cosa del che, i1 che senzll la CSll di s in termini origincri, nllora


rtorl posso ne".:mche chierleri11i dn che cose, pcrch dovrei riuscire a non pen
sere le cose, e dobbiruno toglierci dt1llu.tsta he rilosofare significc. pen-

..

s.re le cos; c;uesto signifia, un pensc.re legn_to al limit della sua st:es.

tl :t)uDtO di ViStG critico del discorso filosof:.cv

sq origfne; equest dn

ci~-. dll -Un _punto di vi~tn ~be ,'. ;.p'dgiudizin~c' cio .che anticipa tutti i
-

'

g_iurJizi che le.


. ..

f~los9fill

fc

cotti~ .~iu1iz1o fo11dtunentri~e


~'

"'

:.. '

.'

s. se :Stessn1 e cl :;:;
..'

lorc. .do uq punto di vista critico filosoficu, stiamo ccrcendo di capire-...c.he


:

,._

,-

~.

:.

'

..;

'.,

non dobbiemo pnsnre le cose, perch originarinmnte mi trpvo senza cose


nelle misure ncll~ qunle .~riginoric.uiente, mn prima che originar:i.moonte::, uri_gint,rlrariente, m,.~ d.0po che riginartilnente, tutto il ioondo che pensicmw
tutto ci che -non pensu, in quanto suno tutte le cose che sono state, sono
e se.ranno e_quest:i.. significa esse::rsi lo.scinti catturcre qalle cose e .al

~enscre
con.e pensnre le cose. Servirsi del discorso in questi termini si311i,
.
;

ficn trovarsi di.fronte c. situazioni di cssolutezzo; il tentativo di cerccre di fc.re int~ndere cm.--ie un discorso interessato alla iJroblemliti~a metcfisicn, sin pur sempre i iscorsi. c.ttrc.verso i q\lnli riscicmo pur sempre
e~ trovarci di contro c,11 '.!issblutczzn; ques.to essenzinle nnche per un nl-

tro inotivd: l' assulute'zzti. che ci stc. di fronte l'assolutezza che' sto. tutta elle'nostre spalle b~ dobbiamo dire che interessare il di~corso al prin-

Mauritius_in_libris

107

ci~Jiu in ucnto ori:;in~rio come se fvssc un mo(lo, c.ttru.vf~rs0 il discorso,

cJi ritrov!'~ri: li front(: .-ln stcSSl. rc.:;iwn Jelltessere trinitcri; interes~a"'."


re il ~iscorso u queste. r.1c,niarl: l<;,ici'.~., cssolutanente, per c'i.li non hc biso1no di essere lcicistic&, significo..chc.11 discorso iriteressato talmente
'.:ll 1 origin~ di

se

'

"

:i,.

stc s so, cio. sl prtncil)io 6ri3innri solo in quontw da tu,

che il discorse si trovcto c. c!ove.re fr:;'.mto5gic. rc l'cssolutezzt., in.quan-:


tu, c.ttrc.vcrso lo. stesso princit>:i.o il jiscorso si trova di

front:~

cd una

r:.ss0lutczzc: che costituite cJE,l fatt0 che il i.lrincipJ_o, nel senso je:l suo

esscr: ori?,"inerle.mente d.r.to, in unnto le. originari,..et de.tn rlcl princ.i:pio,


il .;>rlnci?io' in questo .senso, metE,fisico,. nelle. misur~, nelln qunl(' l '.es-

se:rc

metC:fisico significt~. quell 'Qssere non urio unito cll 1 ess~:re del princ~i

;?io con.3iuri't0 con se stesso e quim~i _questo ?rinciio che non no nelle:.
misure. nelle, alc in tDnto tn.h::., in 'lun.ntu, cume non uno unit0 nl suo
essere congiunto con
te>

11

s~

u cotrae se yotesse f.r:rci

qualcun riviso .in uno

fJ

unj.to

i~

(~i~e

tr"' unito. in

che stiamo di fron-

~r~

e diviso in uno,

cio di fronten quelcos& dnl cui ?Untq .Ji.vistn come se non riuscissir.kJ
c. )E:mscre, per cui, sin'~Ere il -discorso dr-. UE;.sto punto. di. vist<} si3nifi.;.

ca s~ing.ere ~l ?ens<J.re tc.lroonte che, questo 1.10do Ji intcnf1er~ il principio

tc,le pr impssibilit. c1.i i_)ensiero; questo moJJ di spin3erc il ,discorso


',l principio fino c. fr.:rlo

~.:Uvent.::re

i_l- discorso che

frontc~ia

ci che .stc

c.llo sue spa.lle, singere il discorso in ~questi teru~ni,.. si.gnifice che co


.
lite

se il discarsu

duvess~

crarnetterc che il dis,corso

~ ~tnle _per
.

impossibili..

t (1i perisieru, tr:lu il, pcnS;_cre secunf-lo questf'.. prospettiva di fronte'.~gi.'lu1ento r.cll 'indietro; allorr'. in questi

tenrrini~

il principio quel pensarsi

nel quc.le il ruio pensnre per_ ilui;>ossibilit di, pensiero . Questq srvc non
certo per 3iustificarE.; filoslrfic.'.llacnt~ il concetto t.eulo,;l,co di Trini.t,
serve perch d!! qesto- punto di viste Ji tnnini originnri ~~e non sono

an- .

corr i ttrmini origi'nc.ri in scn.so radicele, in quest.i tc-nini _non ancorr.i


decisivi dcl disc0rso 1 .c.nche in c,;ues_ti termini, di l i'.1&1

~rincipio

il pen-

snre non potr,~ troverc . ti.t.tto ci che :stn.to 'questo ess~.~e quest.s nssulutcz~
zo. fronfr:~.~L:-:tn dnl _t>rincipi0 c. questa mc,niern; il eh~ si,!~_ifica che ln fi""'.'
losofia talmente il pensnre nud,o di tutt:I,. gli. ~strumenti possipi.li .che .

Mauritius_in_libris

108

..

ti:le in ?rig.ine (ciu, '~ucsto essere del pensre senza le condizioni 1ooditmtE; le quali in quc..lche 1~1oo pu essere aiutato cd E:ssere) _il p~nsnre non
cJU
;.o

t-sser~~

essere, e:dlutGlto ad

.non ::mcor.:.: radicnlr;;;,

IHr,

Ja nulle, proprio perch il pens..re lmche quan-

tentc cli CtJ.iJire s nellt.:.

ori5in~:

di s 4Ul-

lo che , il, )ensnrc si trovn .'.:.'lle spalle euttc le assolutezze possibili


:?ri~ionmero

nelle uc.li 1 1 nssoluto si tr0vc.


J.i

~iutnre.

?~:.usare,

il

clell& sun stes.sa irnpossibilit

perch ?ro1)rio il ?ensc.re per forzn. trinigenin di

se stesso, solo per ln forze:. che esso ha di essere forzo. di corruzione al"'"
;:>rQpri~

l'origine,

perch il pensare in uesti ten11ini,

so di qua da s, riesce c..d esser-:e

l~ :~erm'inazione ~1clla

spin~endo

se stes-

corruzi0ne dcll 'ori--

gine; in questa gen,1innzione il pcnsnrc si ritrova nei confronti dcl prinCif>io, che in qur..lchc

m~iu

lo fn cssert::, in

mo(~O

tale per cui il principio

si yros~>ettn r. (jUestc. mr.mierl".: 1 1 Pssr0 ccm:~iunto di s con s unito !11 suo


c::ssere non uno che l'essere metrc.fisico, <lc.l cui punto di viste. come se
il i.Jcnsnre tJUtcsse c.pprenderC< in ten.aini c.ssolutemente laici l& necess:it
.ji i11.ycrc.rc
assoluto

C.

OV(.rE ll:scic.rc tuttu ci che Concerne la trinit in

SCflSO

reli3i0so c.ppunto c.l suo essere c.ssoluto e religioso. Non c'

ne;>pure lt:

sperc.nz~

che r\:ipu questo il ?ensare non potr pensai::e Dto, ?er-

ch il senso dcl princitJio n questo. rni>:niern triadica tnlmente red.icnle

che. liqU:i.dr. tuttB l' assolutezze: dell i essere che u essere unv e trino in
r14t:'.niern tnlmente essolutt", ?CX' cui non mi rimone nec:i.nche le SiJe.ronza consolc.toriu. che

dunc-~ue,

de.tu

~stu,

.'.:.ltiieno putr consolarmi che dopu non potr

pensa.re Dio e uesto perch Dio l'ho 3i talLtente pensato che in verit-\ lnvere pensnto Dio tutto ci che sonu st,:ito pensc.to quando penscvo Dio;
l~

s~rcbbe

speranze di non ?enscre Dio

un modo di

conso~are

questa rndicn-

le. difficolt del iJensnre, i)erch la coerenze. iu111e<lintn verrebbe questo rliscorso: chic.ro che c.vcnck.> liqui(fato Dio come >rigioniero <lcl suo essere
tricdico,

p~r

prigioniero di un essere trindico che in quolche modo

~er

uline.lmente vicino nllo stesso essere triodico del. principio, per cui il princi~io

in

qu~nt0

tricdico

c~entro

se 'stesso mi occlu.Je la, presenza dell 'nssv-

luto in quanto 100 lo fe. vE:derc coroo lo stesso essere che i.l principio ,
noi. potremmo

p~nsare

che ...llo:re per questo la filosofi.!l non avr Dio a di-

Mauritius_in_libris

"". 109 -

s~x1sii:in,e;

ebbene non;;ros-sil'.VllO
peuumalo vel'\Snre que$to, non possiat1iiJ colti. .

,_

'

'var~ 'queste speranzn consoll:t()'I'i?-1 non solo perch non ossierao p~nsarc necn-.
cho ~~~opo~ in_qanto lo,:>forzo dkquesto discorso si fn nell'intende~e
.~l

che tutti i tennini

disc0rso cmne rlisOrso. filosofico hnnno quest0 sen-

sG: t~uvere riuscire


e. libere.re
dnl tc.:;mpo espresso .e dUn. ;: ... :'
.. .
.. ln.. . sua ~.sk)ressione
.
e;ue ei qucst ~Q~ p~sso, nennchlf. 0J~-~,do;>0.
~

;. : : . .'.: ;'

t: .

..

- :.

!.

.li

'~

,.

'

-r1 front~3gi.ementq. tri.,cicg Jlel priru:;ipiv. e di ,colui che il pens~r-

5i' ttie~.ico l~'scl,n :~. ~ssol~t~


~' .... ; :; , ~;..

;; , .

;: . .

'1icm..ente.

: .

.. . .

. . ..

"":.

~:

.,:

'

_.

a._.se.

st;~sso

.'

er-l. :Ll iJrincipio, in quanto;, trin:-

,.. .

.,

sto ess9r~ 't;:fiC.dio d~l ~;incip,i9 ,detenaincto


.:;,i'

rL::~

. ..

'.

.. .

a ..~e. stesso ,Lq; quella' rna~iere, "secondo la qUc."llc quo-

stru~tur.:n-~_q_,

.- '! __ .'.:.

~..

'

- . . . . . . .~.-.- .

aetrmlhnrc ~lii
,

meto.fisi~

. . .

-~---

cf. come fnc'lamento della disgiunzione. originerin- tlel. .prlnci;.?i. stE:!?Sv, nl:.:.:. ' .

,.,.. .

~- .:.'.'

'

.t

.,

~.

:'

,_

'

'

'

.,,,

;r

lori. in qu9st~ tcnaini ~on pos~i<Jl~t0 neppure pensnre-'.-'di nvn\;>otere usar~ D~ CJ,

in ~iu.ntv, pon l',bl?icr;io I).eanctiq" \.l.Il ,dopo, d0vo . collo~nrc 9vcnt:Uillrhntc, ques tn
.,_.

.. ,

-~

.'

~unto

consoldzione. Da,,questo

di .y,ista la-ftlosof.id

'

e seriza

'

~:

c'onsoiezione

conv~o~nte ~ dunq~ . co~e. sci sbarrnss ct11e :sue sp'btre :tutto ci che
~~i)u fnyorirne l:o ~vilu;>? .. ~i .j~x:i-que Jn questi termini" il cli$cor~0 'turn;;; ~d ~s$'cre .cqr.ie
l 'c~or.ie f~~er11entala~ de<l _discorso; il Jiscorso '. f'onc:l~f~ nel~
.
. .
.
... .
.
n?/Siii.

'. _.

...

'

'

lr: stesso, ruiStl~p. n~l~?-__ Q:J:~':= _L~~SS_r~. fvndeto _.~l discorso s'fgniflt~,-~_l 'es~.

ser~~~ f~n;,r~~nt.:ile ~lln: S~


-

'

<

'

-;'.

,'

;.

fai)O:Cin _'fin<J e 4uestu puntu


.,..

'

'

nel

CJUc'lle.''11
I

.p~iric'i,
-

'

'

?i'? .in qu~n~7 es~ere "1~~~fisico e uesto si;~nifica. qti,est<.> princi;)~o che
non um.:> e che essendo non unv :e~ essendo .ci Jal cui ~punto d:i 'visth.' fron~

....

.1

;;..,

: ...

)'

.-.

: ..:,;~~:,

.'

..

_..,

'<'

. '

t~'izi.n :L 'esser,Ei!. t.ri.;!dico !Ghe J. :1,1 S\lO 's.tE:sso :.pensbrsi, ~e~cl- non 1>u fare;

J..n, iqa,ta~~sin .~ie ...t:utto.

cmue ?rinci;io, che

d.~to._ ci6 ~e ~o~s~ ~ens).~'e

yel'

rip~: d~~ ;i.~ri~c.ipio_ ~he d~t;:en.1in~

.-r~, qi,uq;i,~:~

14:

ci che (Jo?o il :;>rtilcl}io;


pr6t)rio per :necessit ori.:;fn-

rr.et;~:fisica

n dete-nninnrd il

fond~~nto,

c~ti.i.e fnd.ru;iento deJ,l.a 4~s3iunziqne ;0rigitv1r1n'dello stt>ss 1)ri.nciio,. dis:~~un

cJ~l . p~in~it'iO.
f:
. .

zionci"

. ...

in -qe,pto:, 1)

~!.

p~incipio

de1 cornincf{lre: 'del discors0. e ..

i) rincipiJ delle ide~tit ,senza. l 'essere: . .iclcntico.,.di se stcssr.:; se il princi~i~- riceve dalle ruet[!.fls~c<\ il fon~~i~'ento di questa dis'giuri~ione eh~
'.
ori3ir:inr:LC\,
se'
~l
princiP'.~
"in
tanto
,l.>l.l
essere
1,1
prineipio.
che
ne.s~e
se.

.,

..;

. , -' ' ...,

:ont~ ln r11etll.fis~o., in qua~F? non. l '~ssere,. met~fisico eh~ es.so , 'clL.Jr.n l. metfisica negat~ .._dallo stos~o .essere<-, in qunto metafisico ed esso
. ;

r'"

. ~J . ~ . : ..

l-.

..

, -

..

Mauritius_in_libris

110

........

,I

es-sere in quento Ir.etc.fisi.co significa il i)rincipio Cme essere non unv con;siuntu alln _stessn dis~iunzine del princiio e~ sS)lo per q~sto posso pensl',re. che le_- fil0sfie abbiano un pr:Lnqipio, delle filosodfie il .,Jrincipi0
second0 una detenninnta filosofia;_n,on prinipio in qtianto ci de cui

'ma principio per un mo~


princi;to_indipend~ntcme~tcd~ quelloch~ il princi?io

comincia il pensiero di un detenninato filosofo,


du di essere del

nellc-singolnfil~sofic.; .he un modo ettraverso il quaie: ;:>ossib:.le che


.

i l)rinci?i .delle filo_~ofie; si_a.no e sieno in quel i,ido seri.Ze essere il PtJ.n:ci?io e per questo 1-1 .f>rincipio continua ad essere proprio ~i che esso fa
.;._....

essere mediante il su.Jnon essere. Possil).UiO pen~arcche il prineipio di una


filosofie. sia i_l princiiJiO della filosofia'qucnJo obbi'nmo ;>ehsnto in tenninLoriginari:_, .cio que.nJ.o s'iru.:to sto.ti pensati d. Platne o 'quando, come stian10

f.;;,ccndo ript':nsi;rno il pcnsiqro platonico; ripensnre che

t.m

pcnsnre

origina~io senz. I' origine 11 _per~h tclu1ente stet~ de:ta 1 i origine dn non
es sere. Se 1 1 origine del ;>ensc.re _in quc.nto fi_losofico fosse ancora, il pcnsnre _in quento filosofico nm snrebbe, invec l'origine stc.ta e dnl ?Unto di;vistn di questp d~scorso deve tornnre Cd_ essere. L'essere metafisico

e le metcfisicc
rc.ppqrto

~h:e .

stanno in un rc.?porto che non Ulilbiguo,. nie stanno in un.


la

~t_essu. m~tnfi,sic~

nd essere corne

rie3a~ione

dell 1esserc

metafisico~- :Posso fe.re_ 111etnfisicc nelle stessa misure. neiin quole l'essere

metcfisico non ..; .perch possu fare metafisica significa che -posso determinare il:fpndamento di quelle
qento :originerill fa non

dis~iunzioile

~~sere

origine.ria del principio che in

proprio il principio, che significa, fn non

essere ci dn cui il fgndon;ento . iniziato~ :f 1 r(l,?prt.:> essere metefisico; 8tefisica un rcpportc che no!1 ;>otr pi essere inteso, perch la met[!.fisica, quale,chE:: sic., non ;:>otr ?i essere' la.sistemazione urganica dell'~
essere metnfisicu'; questo perch proprio :ves.sere. ~et~fisicu he, in q\.lcnto origlnario,.<l inizio, per9i principio, a. quel fondamento che lo divi(1c a s, cio lo di~giunge e'. fa del prind.'i>io; sin 11 principio del comin-

cill.re, sie. il principL.> :lclle identi,t senza ~'essere identico di se stesse. Mll quando ebbiaru0 il ?rincipio come disgiunto;. la n~etefisica che il
fondamento di questa disgiunzione origineria del principio, questo che la

Mauritius_in_libris

111

rnetcfisic. ', cio guel che senzl:. le, .cosa del che, l~: nnticl?c..zione sen- zc. tempo. di tutte" le filosofie' che so~o stcte

ch src.nno . Tutte 1t fil0-

sofie ?ossono essere, in un bilancio <!l' penscre, messe, ?Ci.rte dentro il


'

~Jrinc~?io c~me ;>rincipio del comincic.re

dell'identit scnzl

i' essere

tJnrte messe dentro il principio

fdentic~ di se stessa. Bisogne intenJere che

Si.'.1 l.: tesi che nasce dcl pr,incip.io del .COtinc:ire, sin ln :tesi che nasce

dt:'ilc

(i.(:l yrinciplo

identit scnzn il

sti'o

essere ide:ritic, hanno une. vo.li-

:lit s:;>eculctivc:, cio il' fatto che obbie.mo continunre

pensare qualcosa

non s_tc::. in ci che' le tesf h:f~erinano, mc: stn in ci che le' fa nascere

E;'

nel:..

l.'l rcii~ura in cui ci che le f~ nascere indipendente dn ci che fe nnsce-

re. E.' ~ii.:lla -~isginzione 'origin:arin cl~l prfncipio che cU~Jcndon:o sin le, ?rima che L~ secvndc. tesf. Possiamo pensar il prirtcipio in termini speculntivi che riguardano '10 s~eculrire del principio m.Hle filosofie che ha f.::.tto
!

nc.sccre; e t'.llorc
questo .-Uscorso rigue.rdc quell<.l filosbfiu dcl princiio
.
.
. .

che dovi;-e1ui10 recuperare intc.ttn secori:'.lo se stessn in tutte l filusofie che


J0. 'J.UestC. filsofin sono nc,tc, senzn per qucstil

filosofi~; in terinini te.-

li ;;er cu~ elle fine non ,bbie:.rno pi bisogno tk.dln filosofia del principio
...

'

'

e quincli x:ion d.obbi.:m10 fnrlc pi; nvn ci-~u essere discorso rodicele. in senSC)

filosofiC senza quest.3. filosofin tondottc al lindtC di

s.

Questa filo-

--~ofic1dc1 principi~ nG ncsce dalle filos~fie n filosofia., proprio perch

il princi;>io secondo 1e disgil.inzione originria di se stesso, fondata dal.

;.

ll metc.fisicn, qu~-s~o essere non uno ne~hto dal suo essere i)rincipio

;ier uestJ l 'cssere metnfisico non si concede lla metllfisica, ' ln rnetnfisicc non penser l'essere co1ie metafisico; proprio perch. 1 'essere come
mete.fisico ci dal quale le. raetafisica

~ro~rio

?erch~

ci a cui , cio il princi?iu,

in qucnto

lu

metafisica nega

il principio significa il

1!11..1i.il,mtu nel quale la mete.fisica cctturn la sul'\ origine, e questo catturare


lr: suo urigine significa diventare fondernentu. Il conce;tto di metafisica
o rulicnle o non ; la metnfislce .Ji cui sto pc.rlando questo che le. me'tl"~fisicn. nelle. i1dsurc nella quale questo che essa , questo negnre ci

che la fe ess.ere, cio il principio, in termini estremi, 1>erch (; il discorso secondo il quale il principio, in quanto non uno, proprio perch non

Mauritius_in_libris

112
.:-,:.

uno perci ;:>rinci?io; e.11 origine ?rincipib significn essere non uno co..
me l'uno non essere, in uanto esscre non uno che significa essere' con3iunto con s e dunque per questo non signif~ce l 'unu che , o che non 9

Utl

l'un0 come tc.lt: non essere, l'un al qu<ile mtmca si l'essere sia.il nn
.-

..

('Ssere, l'uno che come princi~io lo stesso c~e il innncnre dell'essere e


c1.el non essere, non il ruenccre_ dell 1 essere e del-' rOri esser t>,ll 'uno, mc: il
mance.re dell'essere all'essere e dcl non essere al non essrc. Origin<:iria.mente il principio non uny curne l 'unu non essere, Jrnrm.-aaticnhiente dif-

f i.ci le 0terlo penslre, uic. n0n. obbi:::.1uo riordinarlo

~r.li11t11atice.lmente:

il

princi9io come ci che non uno e :.;>erci l 'un0 non e'ssere, mc. a questo
punto l'iJentit del princ:L?io chi ? Ilpri.ncipio che non 'uno se , una
iJentit queste identit che l'uno non ess'ere, cio se : identit quel11 idenfit secondo le. q~nle. identit si:~J;lificn tenere il n~n- talmente den-

mo per questo nvn . n l '.


.
essex:e, n il non essere, pro;>rio perch il !!2!!' tenuto prigi'oniero, tien~
tro ! 'essere che non per questo, il. i:ion, non

prigioniero sia l'essere, sin il nun essere; non posso perisar n f 1 essere
n il non essere perci posso cire 'sono nel lliomento ori3inari nel qu~le
?osso pensnre il ?rinci_:>io: son0 in '-fuClmomento ori~in<'J.rio che dipende ds
quest.'.1 forze p:1rP,d~ss.~le che il ?riricipio di s stesso di essere sen~c
se stesso, .talmente senze se stesso da essere la forze di tenere dentro di
s ii non ~ttrave'rso il GUllle ne .l'EO:sscre n il noti essere non . Ed il pensiero hn valore in qucrito l 'c~se~e dcl_ pertsicro, secondo la sue st0rin
secondo l~ r~~ioni che non dipndono dn ci che il pensiero sec9ndo la
sue. _storia, verch se cos. fosse; da stur:iosi, 'doV'renlifio avere,'. conie unico
dovere, di non pens-.:1re ui tcriormnte.

Mauritius_in_libris

113

VIII. - -IL LIMYTE


DIVISIONE DEJ.. PRINr-tPIO.
... .. onrr.INARIO
..............
. - - E. .LA
._.......,_
.. -----.
.
,.,,.

~.-.~

~~.:::.----

._,

- --- Quindi: l'~sse~~'?n , ..... ~ come-1 1 1~'.?.~,"Q.n.~_11i~_::-. il J?~to qal cui

punto di vi.sta-' si cai)iscc cne


sere del

~o~;

11

fl_c:>n riuuine

yrig~ont.~ro

dell 'e:~sere e l 'es

in questi termini, quando io so.stengo che; il

princ~plo

come

essere metafisico corrispondf.: al. suo E!~..~~;. -~!1- ttnq che l '~~"~:t
coine se s-tessi -eerca.ndo di dire che in ques.to, momento originario del prin-

cipio 1 riuscire a pensare.. come se dovesse .significare addirittura


le parole' attraverso le qooli sprimere il pensare stesso, in

cr~are

~l\tQ-.-nei

senso 'Originerio~ del principio come essere meta;eisico, _SCCOnP~ 11 quale -sen
so originri ~abbiamo il prtnci~io come es$ere ncm uno coliie 'i uno non esse

r,

il E-9.ri ct~i eh~ 'mantiene fermo .l'essere de,ntro l'essere, cib che nel

1ua1\tnere fermo l 'essc~e dentro' 1 1 ess~re~


fermo qentro
se stesso
-. . mrin.~iene
.
.

come-!!,..n; cib.cha.sen''.:sol;q per mantenere l'essere dentro l'essere,. per


cui .
CO

iestO ?nto di vista. potrenmo :dire: se riusciruno a pensare, l

mo<lo di pensare qualcosa, so.rebbe di

OVe.t;e,pensar~

'.~i-_::

in questi, termini;

n l'essere n il nori'essere, ovvero, n l'essere ,_n il non esscr~_no~

se

, . pcrch-; collie

ii -principio originariruoontc trovasse un modo ,di. eser-

citare se stesso ( t:enertdo presente che il principio finorn un mpdo di s~


-~

stesso)-~he non

ci che11 prinipio come ci che determlna la metaf~-

sice, a de"termirio.re dcl princi?iO le

dis~iunzione

origiqaria, mo . cib che

ete:rminn in cturilche modo il principio come il pr1n~ipio dal quale pen~o,


in quel ruod per 'cui questo essere -11 pr:i.nciplo q:esta- necessit. dalla. quale- il pensare ~: si'. esprime_ so~tanto perch il suo espri1~rsi costringer.-

ni a iJens'are che ri l'essere , n il non' essere ni..>n ; che. n<>rn


snre in temint.
teniJo

e:so~stivi

po_ss~ pen'."'

dEl pensare stesso; he sono per, ne_llo stesso:

nl q\ltlle -,sono i termini esaustivi ctel ,>ensnre, i

tenu~ni attrav~ra:>

i quclt i'eaaustione.dl pensare significa appunto che penso quolcoso., e


quindi se potessinio intendere a

~uestc..

mnnierl: pensare significa

p~_nsare

l fessere, noi invece. dovrettac.o. riuscire n comprendere che ic)ensnrc come pe~
snre l'ssere1 mi sta facndo t>ensnrc l'essere coujC,questa esaustione

d~l

pensare stesso, per cui appunto l'essere pu essere' pensato Questo origi~

Mauritius_in_libris

114

.1.;

. ,

'

.< .~ _'. '

nc.rinmnte n1..m pcnsc.bilc,. originnriemente non riesco a. penf~re. l',essere,


nbn.

~i ~erch. clbbo nvc'.rE: il tJroble~a di irivent~re il.. .n>do;migliore di p~

snre 1 1 ss(;rei !un rerch originarie.menta il, pehsare ~ costretto. dnl_. princi7

?ib

che' io '.rtgunrCa; . pe.nsar in questo; modo; 'se.qndo- questo


. . . esercitarsi
.. .
.
. .
c!l modo nssolutd che il _k)'tincipio verso la rue<ta.fisicfl,.: allora. il ~>ens~-
"

~.

re' o.l prfnci~io ~ costretto n: vensnr~ in questo modo,. pe.r cui;. pensare i~

..

i.

...

questo mbdo ncessariamentc dovere pensare eh.e .n l'essere .-,.n Jl.,nox:i


essere non , cio .neeesscriemente dovere

p~~sare

che_[ il -non

~pn

.u

~se:_~~

're da cib che' esso conie non tierl.e- ferino e se stesso tutto ci che riesco
......._

..

..

'a .perisnre al ?rincip:l:b d.:tl ~rintipio ~ questa nece:~~t rl_i te~ere i~ n9n. ..
fermo

a ci

che il '!!Q!!. conlP-, e.sso .norl; !tenere feriio 1 1 essere


e. S. stesso.
.
. .

Per questo il 'principio come sset't! metafid.co ~ e$sere non .uno come l'uno.
non essere, ed come

sC';.st~s&i

cor~le

dicendo: essere non 'lino


..

ci nel

quo.l~

i tc-rriiinc di se stesso, non uno, viene tenuto fenno. tc.lraente da sscrc il.
ricomincinre <li

cfo s, t1Cr. ci e:ssere non "Qno. come l'uno rion esserf.i, che

;?circi torne n se stesso

ri~Jr'nc!endo

tutto ci

eh~

to ci' che lo riguarda G??Unto css(:re non uno, e

sto

essere non Uno, nel rnorcaento

te ci che dal ?rincipio di s

ne~

originn:riamentE: ;'ll,le-

?e~

qunle da s torna a s, evidentf:,Iilenessere al termina di s come non ull.,

ore

clloru nel momento n<::.1 quale questo principio, nel 1ll0rnent


s~ stf'.sso tornn dai princi;>iu di s,

esset:''~'

cui non

COfie

iJU;

re non .uno~'

essere. come esser,

ftil

t~t

lo .:riguarda, percb

origin~r,io.

di

el termine di. s, non uno, per

rion uno, essere in ~uanto GSSe-

Allotoe essere in \.iUCnto essere llQn uno signific4: che 01;'iginw.rin-

ment('
1)er questo- motivo il ?rincipto1 nel princip~o di,...se ste~so,
nel dove. .
' .... re fare di SP stesso Ll.principio dentr.o se stesso ca~e.ssere non uno, ~~

vendo iniziare d.2 s, il suo iilizinre. dn s

.esse~~

verso il. non uno, mn.

i.f.uesto iniziare questo inizinre :che costituisce dfi.l; suo


'termine che i 1 non uno, per cui questo

t~n11ine

in~ziarc ~uel

.c.he ;J. l non uno come

suo
t~r

raine dell 'sserc, ma d(:ll 'esscrc co1ne essere non .uno, divent_a ci da cui
11 iJrincipio stc,sso ricomincin ds s.e

s~o-sso,

per.ch ,cib dc

~cu,i i~

principio

ricomincia ctn se stesso , dcl suo terminare in s, il suo essere uno col

!!2!l yientato dentro il suo

e~sere

uno, pcrch essere non uno. Il. princi-

Mauritius_in_libris

115

_t>io originerirunent(;; nel suo essere neccsseriamente questa necessit di dovere es:ser nnch' ~sso ?rincipio dentro se stesso, in queste necesslt. oo1it

,se riuscisse o veck:rsi !!n2 solo pc.rch ricotidnciando .da ci nel quale

esso stesso tc.rmin'.., ric:.:m1incia dalle fine di s, ma la fine di s proprio


~'

qucs~o

e quindi rlcoll&inci.:indo dalla fine di s perci

ricominci.are dal-

la fine ritor:nti ad essere il principio, r11e quel ricomininre rl';lla fine,

4uel riccmdnciare dal terminare in s, questo principiare c!el. te.rminn-,

re

'.

in s attraverso il quele il principio necessarilin;lente av:cre il non

nel suo essere -uno, in moniet"a tale. che. avere.ti non nel suo essere uno,.
significa _t>et" il principio,

I1iEl

non solo per il princi1,)i09 dal pr,incipio fa-

re del s'uo essere uno, che avere il !!2!!.nel suo essere un,o, ;l',unu non es~
sere, cio fare del suo terminare in se stesso, il principi.o :t>ropriocontro
l'essere~

?er cui essere nonuno come l'uno non essere come se significas-

se questa necessit nsoluto.che il principio di se stt;;sso in se stess0

non gi che il principio

c~i.

se stesso ;>er la

neccssit~

che io ho, se

sono filosofia, cU cver .. un principio Ln necessit d~l pr~ncipio. rion ne. cessit che :ncscc de tutto ci che nasce dnl princj;.plp, i.Jer_ cui noi non possiruuo ;_:>en'serc . il . pnsare filosfic'lillente solo per..ch pensnre f ilosoficament~ .

significa ridursi n ;_Jensare che une. filoso.fia un prinipio.. deve pur aver-

lo; questn'necessit del principio che noi ~ossi'.!Wo assumere nel suo riflesso esterno; - ci he il principio non ..pi, cio; tutte;> ci che nasce dal
principio. Lanec.ssit dclprincii:)i riguarda in-se stesso proprio il principio, non Ci che

._t)OSSO-

capire come ncesslt che. vedo ?Oi del principio

solo iJerch i:t-' principio hn fnttv nascere tutto. ci. che n4sce dal pri.ncipio;
lnneeessit'dcl principio eh~ riguarc. il princip.io in 4uanto dato ori5i'.'"
nario, cjesta

nec~ssit

intrinsc>ca al principio, ma ci che

_po~

_ :1?1 nc-

cessit della implicazione, le foridnzione delle intrinsecit, dcl ;>rinc.i.i.Jio secondo il principio; le. implicazione s~p?one le fondazione dcl p.;-incipio 'secondo la necessit dcl principio; la .implicazione dcl principio supone che il ?rincipio sic. li capacit di fondare lo intrinsecit\ di s a
s. Da questo ?unto di vista e secondo queste capacit che il r>rinci)io

ve essere;

solo da :questo si pu comprendere la f.orza dell ''ili\}lic~z.ione del

Mauritius_in_libris

11)

'

priniio: deve CSSE:rc, CiO~ il princiiJio dal qunle pb.rlo il 'pritlC.~ii)iO


secondo .l'oss8rP nto origine:rio; nbi crifrbnti dell'essere dat0 originario dcl tJr:iJJ.ci~io he lCT. nece.Ssl.t' Ville

COiie

ne'Cessit che il prlncipiO .

0i esscrf: fondc.zionc dcl suo. esst:;re, esso c'ontia prirtci?io intrinseco a se


st~sso, cbl cui punto rl.i vista. pu. en~he ess~re che il i)rinci?io co11~ datt>
.,

prigirii-i'rio si rftrovi 'e.cl essere 'intrinseco e' s solo peTch ...-ci,~.stato. ctnto
ori.3:in.-irirunente, non lS.ercb' in: s sle come pr~nCi?io le fondazione dcll 1 "1t~

stes-so~:~ Pu~sser'e che;i.lJ~rinc.(1)10 pu essere periset

trinsco di s e se

corue deto origine.rio proprio perch ~kt '~u:O essere intrinsccd,

la fondaz:lo-'
., 1.. ,

ne celle>' intrinseco non ~JroblemQ., non .quella spor5eriz'll' del prin:ip,io ':

c..'. <-iuale il princi?io i,)otrebb~ ~ggr~;;>parsi~ ~erh semm~i 'qUella spor9


JCOZll.

cklprincipto m.d .cui d~nfronti .. il ~)r:lncipio rap;resen6l. la t:JllUra rae-.

te.fisica dcl .1ensare, cio il pensare ;coruc peuro. di oitrepassrire l i.ii:lli.t;i

stesso.

che non sono aventi, :rle sono i:fn.iruente cstrmi di qua dal ens'are
?cr, cui il pen.s.ar.c ;-~Ori<e sf "frc.nndsc' il. suo
,

atldlre

veri;o' j:l ?rinci~lo, per-

ch il pense.re' che riuscisse '.3d 'andere esso stes~o verso 11 )rinct-~i: sercbbe il ;iensare votato elle morte

ci'i

, c'f;''

s, all' f-rt~l.p(')V , ndl, sol perch il ~cn-

sare cotile ~aura metafisice signiri~e 'il pensare come dato or'fginario..' dove.
l '~sserc intrinseco dcl ~rincipio e

s; un.1 neccs:sit che il .ll'inci:l,)io

deve svolgere, divcrsmn~ntc qutilunql.ie ?riilci>io non -'s~~bbc jrinci>io. Nel


senso d~ questo. f.ss(2-r{;; originario che il princii)iO.,,drig~narfo, il princ'f....
Come essere non uno significa questn forz di stittomento di S St;S9J

)i.O

che. si efferrn.,nll 'ulti,~. di se stesso, a ci che il s:O Ef"fXa'tOV

, a

ci c.he 1 'ultili1u .c!i s:q, che il suo cs~r~'uno quasi a volerlo dfinire
cmiC !!!!.Q. .uno,
quasi e volere conquis;t.are 'cli ess~re couie !:!!E !!!!Q.11
quasi a
\~\
1~
.

: ..

volere forzre scta~iccmente tuttr. le finitezza


.

.. I

"

..

. '-.;

. . ,: '

..

,:.

ckii 'uomo,
: .

tJr ;fare i
: '.

quc-

, ..

sto !:!!!2 che t:i.3ga.ncinto cl non, <li questo non uno ch tenuto fcnno .all'essere, di farne quc.lcosr: ;::>cr cui si i.)Ossc, f>ensnrc che invece il rincipio

te.le per quest?. forza .i tenere l'uno a se stesso, da potere dire: il mio
.:iensarc il ;;>ense.r\:: dnl ?rincipio, ma colue ?rincipio che
to

~ ~'

Jerch il

~Jrinciyi<J

vere questa sorte satanice

d~

.rlossn essere

E'?

k}erch il

~ensc.re

.!:!!!2.' soltanpossa vi-

forzatura ontologica; yerch si tratta di inft

Mauritius_in_libris

117

del~OLErv

ventare nel senso


e

Jer~ ~roprio

lJer

t.1~sto

'

1 'uno con.e uno

----'

sapendo che non pos.sibile

tentando di farlo in '1uesto u.odo per cui, dall 1-

esoer, il princitJio .::1uest'essere non uno, l'essere il

~)rincipio

questa ne-

cessit di ril..unere ultlli10 per semi_)re telmentc da togliere il suo essere


ultimo come uno dalla fenlCzza dello v.ggc.ncio al suo essere !!nQ. rispetto
al !!2,!! che

mm

~uindi,

rispetto all'essere e

appunto rlcl principio co111e

essere uno attraverso l'uno il ?rincipio rico1,iinci~ dsl suo stesso ~axa-&ov

,mc &px~

co141e &pxn

cor.e ~axcx'tov

nel suo neutro ~ EO'Xa:-&ov

, cio 1 '-

ultimo delle. ultil:iit; l 1uno senza l'essere e senze. il !!2!! che ;>er nel

110-

mento nel qual" il suo essere l'uno si ritrova a dovere accettere di esse-

re ci,:i nel suale si ribaltD., si ritrovt:i. lc3&to


era. legato

~">rillla,

pe1~io

di prime a ci e. cui

per cui proprio dal princi:r>io come essere uno andiUll.o a

(;ucsto essere uno co1ae 1 'uno non essere o allorc. 1 'essere uno del t>rincipio
diventr. solo il territorio rnetafisico, senza necessit\ di limite, rna essenio lf1. iossibilit di tutti i linLiti, diventa. il territorio nel Llualc il ron

le3r.,to &11 'essere, ribe.lte.ndo se stesso, per quest:o con.:1,uistll. invece di essere non solo il !!2!! l83ato &11 'csscre co11.e l 'esscre che sta pri1ua, i.1a co:i;.e

il !!2!! legato all'essere come l'essere che, finaltuentc, sta dopo il

rum

e :;er questo dico: l'uno non essere allora proprio il .?rincipio che, da
(:uesto punto di visto.a dovrebbe riuscire .!1.d essere il principio, iHediante
il

.:~xde

i:Jenoc.re riI,1ane .St>flela e solt.::nto il principio llJedi.cnte il l!Ua.le

1 'essere corutuista il suo .!!2!h pcrch attraverso l'uno che il !!2!! che
ere,

le~c.to

all'essere, coo.e ,se riuscisse

B.

ri1nettere a posto il suo vero

osto rispetto all'essere e dicesse: se devo essere non di qualche cosa,


devo essere non dell'essere e non rime.nere il !!2!! dell'uno. Ma questo
fice. che

8.

t,luesto mo<lo il principio non , perch il

verso il liUale il !!2!! con,_.uiste. un


essere, posto chE1
?iO ~ cou,~

~r~

..

. ''

3UO.

princi~io

si~ni

ci attra-

posto autentico. oqi confrontj. del:.1 '-' ~.

. .

invertito a"ttr.sver.so il .i:Jrincipio stc.sso. IJ-'princi-

; >;

~~sc'r~ .r~e,te,fisi:o cigriifica. 1r pi-in~ipi.o' COtie essere ~on' ~o c~~ie

l'uno non essere:, grmm1.aticE.lt..;ente in senso ele;.lentare, cio nel senso secondo il

~uale

ii.anierE, dello

noi stic-lno pensando gli elementi del discorso, ?ro?rio alla


O''t 1.xctov

, non aristotelico, ma soltanto e a?pena t&letiano,

cio ori3ina.rio, (jUe.ndo noi diciSiiJO il principio cowe essere non uno ci in-

Mauritius_in_libris

~.<

11e
tendi.:a~o
~'tere

subito,

i.x~

dobbio1ilo ca.pire se intendiaiao uello che diciruoo. Il


s~">eculativo

l;)Cnse.rc se quello che sto dicendo ha un a.o senso

rir..sce dall' ?Vere .scontcto che be: Wl senso 3ramii18.tice,le,

Ii.ie.

o non,

quando. noi dicia-

ro: il ::>rinci;iio conie essere non uno che l'uno ii.on essere, .:.1ui sembra che
1 'uno non .essere non :)ossa essere e solo ?erch non posso neppure:;, :)ensarlo,

perch per

1~ensc..rlo

sor3erebbe subito il .i>robleme. grar.m1aticale ed infatti

dc. un i:Junto di vis:t.:_.: ?rigincrio di rUscorslb filosoficcb il :.Jroblema cosl


rischioso che ci

ca

met~e

di fronte anche e. \iueata difficolt cli e:spressione

ci che pensa; com<;;. se il pensare, oblige.to alle. sua orieinariet,

dove ssc confe sse.rc di non

:'er

~.:;i~tere

d_isporrc dello. ,gri.iilt&ie.ticc:. che tut:ti dimao

sconta.to di sapere, cd. cor,ie se il. pensare :f.ossc obbligato

ll.

riconosce-

re che il problema non solo di pentc.re qualcsfi, ma di trovare per il


pensare le

p~role

vello ori3i.nr:.rio:

attrE.verso le ....tue.li il pcns'.re vera.111entc ?ensare. a li-

11 J.no

le3ato r.~ ci da ctii ne.sce ::iur SGu&,?re l'uno le3a-

to 'a se stesso, l'uno che ~eve avere il ?rol>le1ila di capirsi cotile sog3etto
-

di se stc.sao 1 .in l{Uesti t0;n::.ini l'uno il .,1roblema di capire s da s, per


cui cou.i:nciare a pens&re significa ensare 5.nche

costo di inventare un

veleno ed essere lo_stesso veleno della ,>ropria esistenze.


Cto cercc.ndo di .SE:1'U.irc;:: l'llno nel suo
ci che essere non uno, lo

dt~sso

slittm.~nto

verso l'essere, dv.

e.s.Jere nc:>n uno coioo l ':uno non essere,

in origine, nel. liI&iite nel ue:lc il princii)io non c; l'uno. ci che consen-

te el ;>rinci,)io co1..e princi?io 1 rli non essere in q\lanto il principio non


; erl il r'ri.ncipio non

--

significa che il ;.>rincipio nel. liI!lite nel quale

il suo esscrr. un essere de.to originario, attraverso

ci~

che essere uro,

cou;.e l'uno non essere; in re,:~lt come se t:uesto ;~tf:SSE significare una
sorta di iLi:,>ossibilit :follo stcsso discorso all'origine,: tc.nto. che la impossibilit dcl rliscorso ;?.ll 1origine

st~

e:. significare il f&tto che il prin-

cipio essn!:e dato; tutto il discorso che iiu:Jossibile el1' origine tutto lo stesso

f:

ss.ere dato de 1 L>rincipio .dc 1 discorso stesso 9. del :1rincit>iO

non in .j,uantci ttde, i.~ Q.el princi;io riferito .el diacorso; da questo punto
di vist(i, l'essere de,.to origin&rio 1 coL..' ;>:rincipi.0 1 . corrisp~mde u.l fatto
originP.rio che il -iscorso non pu ,>arle.re di cib che lo fa essere, 11 discorso pu

~arlarc

di tutto tranne che d0l suo stesso

Mauritius_in_libris

princi~io,

il discor-

sp

pu:~

essf:re un pensare

qu:ilun-.~ue

cose, tranne che il suo principio, non

solo perch . il discorso ~>er pariarc del l.>rinciio

d.1

s, dovreQbe essere

pr'ifoa del suo principio, non. te.rito per questo, quarito prch orig:l.n.iriarientc il discorso nasce ?erch~. il princi;>io viene concepito collie E::ssere dato;
~uediant:e il ~Jrincip1o co<ie ~sser~ dato che il discorso 'comincieto.

L'-

essere oi.1iricis.to dl discorso si31ilfic<:1 che il co1.,inciare del discorso non


.;;u avere il princi)io del suo essere co11iinciato, wa lo stesso essere- cowinciato dl discorso, a sue: volt, non pu riconoscere un co,inciarc di s
che sia un ~Jrincipio che valga per

St:l

stEsso, in qunnto il colliinciare

dl

dlsorso deve _)Ur. sempi::e. riconosc~re un pr~nci.,;>10 dc:l discorso stesso che
viga per 11 dlsco~'so e dun':i~ che sia un princi~io reltivo, relazionale
a ci& ch fe nascere;
all'uno non sserc, qu~ndo arriva all'uno non es~iPrf': all'i11.possibilit di
_.,y; ..::,
procedere di qua da questo stsso, 1 1 uno non ess:re come. se fosse il li11:,ite di qua dal quale non possia10 spingere ulterion11cmte il discorso e 3i
.

..

"in C'.iuesto stesso il discorso' senza parola perch- senza la sue. graurrJati.
.
....
ca. Riu6cire a ;>cnsare il r,10do ori~ine.rio significa :_.>orre in crisi la grc.'lin
./

r11atica storicc., ma 9orlc. in crisi usandola, infatti essere non uno un discorso che si capisce subito senza bisogno di concetti, o l~eglio, senza bisogno' del suo essere once:1ito, perch eGsere non un> sarebbe \.1uel suo essere concepito che gi concetto, dove ehc gi concetto significa il rostro cr..;;.>ire iuil.i.edieto che it..i1nanente allo stesso essere non uno. Pensare
il i:)rincipio dalla ultb1it del suo s'tesso essore ultimo che tennina in ioodo te.le

che

esse're

non

uno, neC('SSll.riali<ente 1 tuno non CSSE::r, cio f~~j~l

tem1in;-1re in s, il s del propri.o rico1.1incierc, COfoC

Sf;

fosse

una

iden-

,tit senza idc..ntit, perch. serebbC una ta.utologi s~Jrecata in quanto fareb-.
be della fine il .'.lrinci?io, allora sn considcriaDio il principio dalla ultiu1it che rigu2.rda il suo essere 1.lltilno a 'lueste ~.ianiera e in uesto tuodo,

che ssere in questo il principio stesso, se~irlo :indi;>endent~rnente dal


s del rico11<inciire, significa un ca;;>ire i1Li1,tediato che significa essere 1Iu:1e~i&.teruentc Cayiti, significa un COluprenc1.ere, significa un catturat:e da

i:'art(; dEl pensare che ii11r1ediato, ci~ che espri1.e s rela.t:l.vame'nte a s,

Mauritius_in_libris

.120

..

i.,e.. in uiodo tele de, fare divcntere quosto .il Iii.Odo, ;;>erch .questo capire im-

11&edic.to che inanediata.entc signific.: essere ca;::>ito, se noi


princi~Jio

in

1..~uesto

se~uiaipo

versante della ultimit dcl suo essere ulti;;10 1 dobbia-

ro ca?ire che il comprendere bm1i.edie.to, essendo l'i1,;rnediat@llente


,.

- .

..

.-

)resi, sta in r0alt

pire stato ridotto e


~inP,ri.::

il

esser~

\.

com-

significare che il concpire non , perch il conce'-,i~ll 'esscre

concei".>ito che ha perduto ln forza. ori-

dcl suo stesso essere ed rilie.sto concepito e chiede di essrc soesser~;

stllntivo, infatti noi diciarno;

non uno e, dicendo essere non uno j_)re-

sumiaL10 di cai)ire quello che stimilo ?ensendo e quello che stiamo :.:>ensnndo
lo stiC1110 pensando in ,;uP.nto ~Jensi.rnlO lfUl11COS8. che concetto e concetto
in ;:J.uanto essere non uno;

11.a

~unndo

pen~>io.mo

noi

questo terminare perch

deve ricominciare da se stesso, dobbierao riconoscere che .il principio in

steto concepito,

'~uento

tnnto pu essere conce;:>ito, in

3tl'.to concepito, cio il suo essere ;_->osto in essere

11i.a

il suo essere

tuJIJ, l'essere che

ha nascosto in s tutto l'cssre


de cui e )Cr cui l'essere che ; nella
..
...;./'

Ii.isurl\ nelle. -.1uule

con.pr~ndierilo

che l'essere non uno in se ctesso l1uesto

concetto di s, che ?erci noi co111prendiamo e d:1l quale sicr1.to compresi, ,;,uan1o diciamo {;uesto, dicie,rn.o che alle i:r.;>nlle dPl principio il concetto co111c

c.ttivit del concf'pire n<?n esiste; in eltri tcrri1ini 1 posso conc<?.:;>ire il principi> con.e conctto n~lle 1dsura ncll.:.. ._.uale inconcepibile co&ue concepire~

;>erch il suo essere concetto quell 1 ;::;.ttivo di ci che lo f!. come con

ce.~tto,

nel yuale ci che fa.: il concetto; concetto, spariscl.; questo riguar-,


I

'

cln il vcrscntc delle~ ultimitA 'kll 'ulti11.0 dello stesso !Jrincipio che corri-

s:;:,ondG , y_uell9 che potrcliL."10 chL.-:ijs.rE:.? la f.r:,cilit storice. dcl concetto che
i

corrisponde t",ll 'uso del. ~rcimas.tics..; siaii10 sicuri di pensere tJerch non
bbir.uuo dubbi Dul fatto che ci che ?ensiaL&o sia concetto cd il non ~vere
dubbi su ~1uesto cr~usc.to dc.ll 'essere senza dubbio il pensare coiue 'Jrai111.li8.tic. nel

SUO

ordim.: interno: essere non

UrlO

significe tiUalunque COSa 1 infet-'

ti sto dicendo essere non uno ;_:>er dire t~tti i princi_t>i che possono essere
pens~ti

colile essere non uno,

.:.~uindi

dei princi)i

~.elle

filosofie quel loro

esBer(; principio pro;:,rio 11.cdi.::nte il loro essere non uno

P. ~1uesto

111odo i)er

cui es3~rc non uno, perci ;rincipio, vuol dire ?rinci?io nella misur& nel-

Mauritius_in_libris

'...

la r.tWJ.le elirdne. di, <N~<_,.Qa se:

121

st~s;;o

l; i>v'ssibilit di continuare e. pensa.,

.';

re il che vuol dir l,!1.;pOSGibilit .i .. t..U& da se stesso di coruincilre il pensare ed in

~ucsti

-ten,;ini il co1.1inciare. a pensr.,re comincerebbe col non far-.

mi pencre il pririci)io c0111c e$se.rc nop uno; se noi 1.,ensiaao il. prinCiiJiO
in 'iuesto versantf,, che lo rigu2,rdc. intl!'insecemente~ della ultii:uit del suo
essere ulti~;:;o; i)nsarlo in C.1uesto vrs.nte<~ignificll. pensare una necessit
.sssolutr. delr;>rincipib stesso che la identica'neccssit.del, c:onc~tto; attraverso il ?r':inci~io neooose.rio _ co~..c se stessirao t>ensando la necessit
dE,l concE:tto; filo.sofia in senso ... originario significa questa obbligazione
'

,1

'

t:.l concetto, per cui d& ~1:uesto _punto di vista noti: che sicao e~ici gli irl,

tellettualismi;.. ~ic. sonointellcttuc.listiche '1e etiche dcl pen~dero a queste.


maniere, il tcJni, d~llt. obblig.f,zione non _ un teiim di carcttere .f;pccif ico
in sedE .1itC>rale un teme: di cara~tere specifico in sede' pseudo teoretica,
in '4uanto dc:\;uesto pun4o di vis~p., l obbli~e,zione di up tema ustt'.~tto, in.,

tellcttu~le rmroh ' h~. necessit di riconoscere che ln filosofia ~'C dove.;;

~ origin~riaraente COlliinci~ro, d~VE

cetto 1 ;)Gr CUi. non

riconosers_i cor.:ie obbligata .sl con-

t filosofi.12 senz,r, CCrhcctti; :f concetti nascono da \..l~

S.til obblige.zone" originariE che la. filosofia rispetto a. se stessa, per


cui 1 coue ctunr: neccssit~ di dovcrt:' etico dcl pensare che corrisi>Onde e
~1ucste. necessit. di riconoscersi, {;)bbligato

&i 'concetto;

dovrebbe essere ori-

~-

.:;i ne.ri amen t eltrettanto

obbli~Etorio

un e.ltro dovere: libernrci da i.iuesta

obbligazione, cio dobbieruo o.vcrf.: il dovere di riconoscerci .liberi da i.jue;;.


I

. . . _.

sta _obbliga,zione, <lobbie.mo riconoscere che il -concetto non pu ne..scere per


mezzo di \iuesta obblig~zione, in ..;uesti tenaini, a;,"Jpunto, il temn d_elle ob.;.
bligatoriet socrr.tico 1 cio ur.1ano. Nelle i11isura in cui co1;ie uomo mi
sentO obbligato alla verit, . in uesta. stesso. misura, cor.ie fi;I.osofo rui sento obbliguto e. libera:nili dc. quest.q Gtcosa ob!Ji:i.gazione. Ge seJUiaiilO il verso.nte dcl principio COi.te essere non uno, si pu COluprendere che da

~iuesto

vc.rsa.ntc come se .JOtcsG.L:i10 riconoscere che tanto <lbbi&mo bisogno rle.l con-
cetto da. non r::vere il concetto stesso di questo bisogno fondeinentnle; se
noi rimancssi1i10 le:3eti

G.

\lU~sto bisogno fond~aentcle, rimarrerar:..o una sorte

di bai.ibino storico, i_)crch sare1.:mio rimasti ;:.

.~uel

livello nel quale il no..

stro riconoscere il concetto corrisponderebl>e a questo bisogno fondan1entale

Mauritius_in_libris

122.

che il concetto stesso che mi impedirebbe di capire <:be in '-iu&lche modo


dovrei potere avere. !1.lmeno il concetto di Guesto bisogno, cotue fondamentale. Se .ovessiu10 rimanere al non potere aver',?. il concetto di uesto bisogno
foncla:i1entr.:.le che . lo ste_sso. concetto, che significB cP> attraverso il qua..

le il )i"inci;?io .

s;_~sto

cssE:re ulti1iiO che

~o

essPr non uno le3ato a

~-i.leste

ulti111it del suo

inchiode cl concetto, se rili1anessiui.o fermi a

punto, rirnerrern:iao fermi al~a po.ssibili'I;~ di ?ensare ;?erch ibbiau


storico delle nostre idee,

1;,~entrc

-.~uesto

i 'uso

propri de questo, che una sorta di

condc:nnc, dcl ;_:>rincip1.o c,1 concetto che, ncsce invece in liueE:;to stesso le
ce.pEcit. q ., le. ?Osstbilit di .. ro1:qere

quest~:.

cot).d&nn<:l e di le.scio.re il prin

cipiodiviso dcl concetto, pro;,>rio attrr.:.vcrso_ci che rai>i>rcsenterebbe il


conce:tto conde;nnato el principio,. coiCte princi;,Jio cond<mnllto al concetto eh.!
l'?no, l'uno uno, che; cib che fa. da contrafforte.ultimo all'essere e al
!!Q.!!t c01.1e essere e cot.J.:; !!Q!! le viti fra loro del loro essere ci che finisce

ncll. 11,lllo,cdallo stcr.rno

~Junto

::!i viste che l'uno coi.e uno , in

che tiene fermo w:rso. se stesso,

anche contro se

11il.

stesso~

quant~

il non e l

ci
'~

..9.f!.., ~er cui tenere fenO essere e ~ verso l'uno e dall'uno, dovrebbe

?Otcr si?,nificcre di non dovere ;;nnre oltre, ?erch dovrebbe ~oter siJilific.::::re ucllo,. che storicemcntc significn "1 ucsto discorso_, uando storicarJente c;_uesto discorso

sign~fic<0:

to se non :.>enao il princiJiQ

che non l)Osso j;>ensare il principio co1.ue concet


co1~e

uno; storice.rdCnte se il principio in qual-

ch"' modo st;:-,to pensato de.l punto Ji visto. concettuale, cio del suo essere conceito, l 'easere concepito. del
il princi?iO
~ttre.verso
h1C

uno~

princi~Jio

corrispande al _fatto che o

il principio non ; per cui l'essere uno del principio,

il suo essere

t;.::l~

in (1u.:mto concepito e .quindi il principio co'r -

csscre 1 ~on, uno, che significli. il non legeto r.11 'essere, corilC se l 'esacre

potesse cppropri.s.rsi

dE\~ 1 principio

con.e uno, perch il non legato

all'~

!. ?erci., significa lE. ,ca.p.acit del principio di essere dopo di ~uesta ap-

}rq::?rie.zione del non che l'essere dovrebbe essere risctto fll !!!ID l)crci
il

_>rincipi~:

1~;entc.

uno, se

dE; ~.iuesto

?Unto Ji 1iotc. ci convincim110 che storica-

i.,l hmuio f.c"tt9 .:;_)e~sarc che in tento :Josso pensare il principio coiue

conce'tto, ip. quanto :I).e :::iqnuo il suo essere l'uno, dove pcnserlo coi..e l 'um

Mauritius_in_libris

123

...

sign:f.ficc.: l'uno uno, t:,;uesto signific_:a cit'.> a.ttrc.verso il quale ?ensare -.1uesto z:;i condti.ce, invece, f.:.lla necessit di non continuare: ti ~)(msare questo
i.X:rch dc,11 'essere non uno, il principio l'uno non essere, il ?rinci;_Jio

ci

i...edi~.ntE;

11 quale riesco o. co1:1;.>rGnd,:re che non posao rila1llnere conc1<.1n-

nato c.:.l concetto coi..e princi;_)io e: al princi:?io come concetto 1Jer. virt11 delle stessa condanne dcl princii:lio o.l concetto, cio :>cr lilezzo del f;:itto ori~inario che il principio co1~ie essere non uno, il principio p&ssa ncll 'uno

non essere che divide il ?rincipio d.:l concetto, c~o di\rtde il pi;-incipio
dr:. ci che il concetto dcl ~lrinci:>io, cio~ de'\ concetto coi.f~ l 'esserc concq)ito dl ,Jrincii.Jio stesso, nel 1 1uuh~ l'essere concej_Jito del principio co1i.e ci che, diciei.to concrtto ai:3nifice. che non ~Josso conce?ire il concipere
stesso, in ~iuestC tenaini il principio cor;.e {s:::erc non uno qulndo e se attreverso questo arrivr, c.11 'uno non essc~re: coi.ic se il principio stsGo si
detcnninasse - alla division~ ris?etto. 1::1 concd:t di se stesGo, ?er cui si
cc~iJisce

che non posso co1i.inciare il discorso mete.fisico in nessun<'! mrmicra,

se cou1inciare un discorso 1~iet11fisico non aignifia .la disgiunzione originaria dc:..l s.Jrincik)iO :::tesso;. lr.: vera E'<l unica disgiunzione
ci~io

che , appunto uesto essere il princi?io

origi~1lrill

a.~uesto

dcl

~?rin

punto diviso, .per-

ch l'essere diviso si;rnificu l'esser'' diviso del ;.Jr~ncipio rist>etto e;l oon;..;
...

- J.-

cetto del princit>io stPsso

_. l'essere diviso del princiX>iO rispetto al con-

cetto del r:.ncifJio, significa il ..>rinci~>io coi.1e C3?acit di r11antenerE in


pisdi urta divisione corne isgiunzione originari& che lo rigut:r.da. in proprio,

~'lerch c disgiunzione ori3inaril'l. tkl ::>rincipio, per cui ':iuesta disgiunzione 'ori3inaria che do;>o di s non pu essere divisione,

111r.

il principio

del rendere 9c.rnllele le divisioni, e dunque di non dividere m:i w;raraente


e di .:'.ffenanrc: sPmprc e
condannarsi

F.

solt~mto

nella

u~isurc.

in cui uffe.rv;iarc significc

dovere affenuarc che A A, i:.c~ anche: che A .non A ( ?roprio

la isgiunzionc

originc,ri.r~

del princi:lio

.._~1.J.est,".!

racnicrn. che ha

~lreck

sti-

m:.to .b.ristot(de ~d essere il co1i1pr:..1110 :.li cord.etn di He;~el) perch in s_uesti


tenuini,la. c.ffenrmzione

d~l

:)rincipio di identit una disgiunzione 79nse-

cutivet rispetto ~ c;uelV:. originsri& (iler cui da .:.;ues~n disgiunzione conee-

cutiva,A. co11ie A, :L')er cui rirnesto Hegel consecutivo nd. i'aX'istotcle, e l 'es-

Mauritius_in_libris

124

tii~nific.:.

re consecutivo dc. clO.rte ::li Hogcl

consecutivo ris?ett alla

~apa-

cit di fe.rc discorsi

~h~_rigunrdnno

il princi:>io), e, quindi, dobbiamo pen-

s.r.rc elf' origin in moifo ~Jle.tonico ~-:>erch pensare a.11 'origine in modo pla:

tonico 'd. gnificn L:1 i,.igliore ruort.e. che (_;ucsto pcnse.re pu a.vere di o~ st~s
so, in '-iur.:.nto l['. rilQrtc (:he

{~uesto

;,-:>ensr.i.rf: pu avere significa

liber_ers~

dal

suo t4-odo,
cio. r.:.ndL1re a ci. che sono
le disgiunzioni
consecutive
rispet;:to
..
-.
.
.
.
clh~ J{sgiumdone originc.rir.; rnr. le-,, dis~iunzioni consecutive, rispetto u.l,

le disziunziono origine.rie. non


.

h~nn ~otut6 ciiprfnd.e~


il principio dcl
dcstine,tc~,

concetto, perch si sono trovate:


prcndEre il conC('.tto del

~Jrincip~o,

come anticipete9 c.. dovere cou&-

per cui ..Jroprio 1 1 e.vere dovuto iwpian"!'

tare il discorso dal punto di Yistn del co~cetto de_l iJrincipio, come se
.

'

fosse storicB1::entc steto il destino drmilluatico sia di Aristotele, si.a di


He3e.l rispetto. r~lla. disgiunzione originnric, i-:>crch da questo punto di vist-:. . coi.1e se /tris tote le i::d Hc'~cl fossero atati nntici?e'.ti dalla disgiunz,ionc ori13im:.ric del ?rincipio che il princi;>io delle disgiunzioni consecutive,

~.>r

cui posso pensr:rf-:

~n~rnllclmiJent''

A co1.ie l\, A cotile non A, per cui

'

posso pensnre disgiunti'ri'.'-u1.ente 1 1 essere e il non essere; dovere pensare l.isgiunti7Pl.iCnt:e essere e non essere si3nificc. intendere che: il. piano del rap;:>orto, nel. qualia st5ta fondate lo. unit del rapporto stesso, per cui posso

2e'ns1-~re

l 'esserc accanto cl non essere,

U1,'l

piano di cui non devo ren-

'

<lcrc COI\to, l~erch se rc.,ndo conto di "fuesto piano di. 'I'.ap?orto j?er cui IJOSsv pens<:rc dlisgiuntivc1aeritc. l 'esserE: e il non essere, 1..i

sc.rc il piw.no di unit, .. chf; tiene assieme se

stc~so

.;>er, io ?Cnso di ,'lcnsarc cssien1e eSi:JC'rc e non

. non

ci che invece
eh~

non si

v.:::dEc:rc, ed il pie.no nel 1...:u'.1le penso assieme l 'esserc:: e 1:1 non

ess.~r0.

m:sconde il f['tto d.i er,scre cib che si tiene


f-~-

in quel modo per cui,

es~ere,

ussie~i.e

fenno. i~vece n.. pcn-

talmente

t<:.lri.ente per cui ;_Joss'o dire sir:. l'uno, sie. l'altro; se U&i fermo

il ?iano l}el

c~uc.le ':il.lesto ,Ji~:no

che lo tiene

~ssieme

u s,

<.1uesto

11

!)Cnsarc

tenere nascosto dentro di ~ ci

~llor~ ~ll'csserc

non

uno~

come l'uno non esse

re, non lJC?Ssiamo pr;sscrc &lL:~ disgiunzione originoria del prinCi?iO i.>erch
.
dovr~na'' ccrct.1re di pic.ntc.rc il 1-:>rinci;?io nel_l 'uno non essere, dovrcm1mo cer-

'

ee.re

di_

pensare l'{,;sserc non uno, co1;ie tc,le, d(-:ntro 1'~ non esser~; ua

Mauritius_in_libris

125

se ?OnsimllO 1 1 esserc non uno, dc;ntro 1 'uno non essere, non abl>irui10 il passeggio attraverso 1 'uno; dall 'esscrc=: non .::1 non essere. Le -:1uestione che
~ra

;er

ci intcress& ...J.usto

~'J~:ss;::.~~io

che la capacit

....

dall 'csscre nop, cio del! 'essere

di tcnern- fermo e s

ecco r.>erch

(1)

essere non uno, -dove uno si3nificr; l:'. necessit di tenere tull.iiente il B2!!
~J(;rch

dentro l'esoere che perci l'uno uno,


(.;.ssf:ra il !!Q!! tenuto f:n.o

ll 1 cc::;r.rc, non _?erch l'essere ha l'ambizione

,Ji t:::.n~J7C't iL.n:;-n.:ttno a Ge stesso,


~.;,

:.:i.. t:nere. iL_!!22--:aentro


,:~i:ll 'esserc

-.:-,

pcrch l'essere questa ruabizione

Ii.e.

s per 1 'uno uno, ;.>cr cui, da ucato ,Junto


ris_;:>~tto

non uno, all'uno non essere, 1 '!!!!2

i:;::. .il mezzo. per cui il

1 1 essere

&

coi..&e uno fotto tale dall'-

!!2!! cere;.:: di

di tene-r.e. fenrio il !!Q.!!

ri-x~tf'rc

ta vi-

nl ll2!! di-ven-

l'essere co;....:; -;uella forzE> che

s, ulll<. stesse. ucniera come, dn t.iUCGto

?unto di viste.. do.11 'esscrc non uno :,11 'uno non essere co1ue se

dov~cssiuo

o potessililO e.rrivare cl !!Q.!! cow.e ca.JL:.cit di tenere esso dentuo di se 1 'esscrc ed solo dc uesto che.: .Jotrcuno c1:pirE: il discol:'so tre. 1 1 essere e l 'coscrc bilancie.to o sbillncit.to dr..l !!Q!!,

I.iD.

i.ler questo anche dovrcrnrno ca;>i-

i-e che i.::uesto passeggio d:ll 'esscre non uno nll 'uno non essere, il passaggio significn la crisi ori3inaria del
~ipio

rinci~io,

per cui, cffenuare il ?rin-

in termini origincri significn doversi rendere conto dcl fatto che.,

e.nche .:: :>ensarlo in

~,;.ucsti

teru1ini penserlo in ..~uesti tenuini significo?, por-

re in crisi il principio corne

~>rinci~do

dl-;lle sua stee:sa divisione nei con-

fronti dcl concetto.


Se il princi?io deve r.ssere _t:>ensato ori~inc.ricr:1ente ili1plica la neces-

sit della sue. stese& crisi; il

~Jenztrc ori~innrio

coi1ie

~:>cnsare

il ?rinci-

?iO ~>orrf in c~is:l. l:J e e'. :co ,,rinci~Jio in 'tuanto porre il principio del-

V.

:~.i

'iGionc otesse. del principio nei confronti del concetto a partire de.1

';,;:.:.s:::~.. ".:gio
.
._:1.

. ....-

dc.l.]. 1 essere non uno all'uno non essere e c:uinc1.i il discorso n.Jn
~

J\liluppa" ed il discorso che non si

::o che tiene

e stesso fenuo

un :riensere f.1 ?rinci;>io,

i.;s

~vilu)lc. c.orris~)ondc

nellr~___ m~ccssit ::~f;l

penso.re

)Cnsr:rc

orL~in1rim.ientc.;

_porre in cri.si il )rinci?iOi Questo il

p~nto

e_

,~ucsto di~cor-

origin~rio

che sie.

il principio si8nificu

e.1 4ue.le si pu dire che i l

pc.ssa3gio dell 'csscre non uno come nell'uno non essere il

~:>Unto

al

c~uale

(1) il<'C\Qf\_ ~l~{'l\'l"f\Cte._,ebbe e.ssere, come "o.'' altre~a .p~cit come l'essere, di

~~~~

t\

~'p'~i
Mauritius_in_libris

125

questo

;.x~ssaggio conducf~,

dall'essere non uno couie l 'uno:non 'essere,

lo che do,.rrebbe essere un pe.:ssa.ggio

grJ~nic:o,

~uel

'-

finisce er essere': Un passa3-

:;io suilibreito. non i)_erch non possiar.10 1,xmsnrc l'uno non esser.e e esto
non poterlo t1ensnre si3nific<.! e.vere pcmso.to l'essere non uno couie l'uno ron
?2SS&~gi<;>

ucaerc: il

squilibrato non ilerch da .1uesto ;>unto _di vistci.. p.o~

sie.mo pensare _una p~rte del raiJ?Orto e non possimno pensare la s.cconde ~js.r
te dlJ,.o. stcsso
l;'flPt>Qrto e ;;:u.indi non Gquilibrnto pcrch rion J.)OSsiaitO ri.

"':

durre a intcl;'o questo chz dovrE.:bbc costituire il


lo stesso
UQ.

?r:l,ncip_io~

invece il

pas~2gg:lo

~actcricle

originnrio del...

squilibrc.to pro?ri

~>erclJ\

stan-

assieme l'css0re non uno e 1''1no non essE-re, in 'i~n.t;o


.. i:l . .loro t.<:,rc 1':s~
.
.

siem~

costituito

d~

...

ci che l'uno costituisce di s, coi.le necessit del

!!2!! nl'.ili co.nfronti dell' esGerc .e come necessit cll 'cssere-- nei,, .:.:-confronti
del, .!!2!!. per cui se potcssiu..o pensare l'un~ .<>e.r se stesso co1jje se: noi fos..;
silii.0. stati c.bilite.ti r, penoerc il non le3e.to
re

lc~eto _verL'~.men_tc

il !!2!! un 1uodo
:::i~ifica

la

.rcrau1~mt

c:-oll'cssere o l'esse-

lll .!!2.!! r"""ntre &ttr<;;.verso l'uno dobbiamo pensare che ,:

attr~verso

nec_es~i~l ~t~

il quale ci giocc.. una partite. li.teta.fisica :che ..

.t(;nc.re fen.10 l'essere nei confronti del !!2!! e il:

conf~onti dcll'~:csere,

vist.:.~

.-;_ llucsto. De 'iucsto unto di

iX~ssc.g

!!Q!!

nei

il

~io

si sproporzione. perch i due tcn11.ini stanno assieme. ot.traverso ci che

l 'ooo coi.1c l'uno non essere; il fatto che l'uno stia e fA.re da lJrincipio-tenline signific.": le. gE:rr:.nzia che c' un ;:>asso..ggio

(iuesto vuol dire che

)er (1uesto possic.mo pass&rc dnl pensa.re l'(;:sscrc non uno al ix!nsare
non

-(~ssere

e invece at:tro.verso l '.!:!!!2

e non r>ossiarno pensare l'uno non essere;

l'uno~

posziru.10 pensare l'essere non uro


r.ttra~.rerso

l'uno non solo non pos-

3ie:-.i110 ,;;ens_e.t'e l.'uno, rne, idcnticm'.:1.ente non ;;)enso il principio come :c;;sscre'
nor1 uno . ~Jensere ed -Juel

?Cn:Jt:r~~

che e.ttravcrso l'uno coi.i.e uno non esse...:.


...
re . non pensare.; il i.xmscrc che scw.b.r<>: 3cre.ntit9- e 3.:irantc 1 ' : il p1'Snre
eh~

pu n5.sc.~rc c.O?O le. ,.,etc.fisicr:.,

i .::

il pensare che sicuro dallar1i.Jeta-

f i sica sicuro ~x~rch scnzc il che cosa Jmisarc;, proprio ;,:>erch un pens6.-

re 3.s.re;ntito dalle.

Ili(. tD.fi;;icc:

come disgiunzione originariu det .,principio.

Se devo ridun11i c. pensc.re che, .:uando e se 11 pensare, sicuro,

de do}o

ci~

qu~sto

e.cct.-

che stc'.:Lto detto i;.etcfisica, .i,.n, '-1uanto ci che 1iletefisica


;.
L. . : . ....,. ..

Mauritius_in_libris

..

."

.a...

127

'e\

questo livello l 'essore senze. il

del suo che, per cui, se seconcb

-:ucsto discorso 9.J.esto . vero, j>Cr CUi di l dalle. metDfisice.

0 1

SViluppm-

d.o il discorso come discorso metafisico, :;->ensare si:~nifict:. penscre che non
}enaare perch ".>CnSlrc .yualche coso.; <..i_unndo il
~'cns;rc in atto

~Jens&re

sembra che sio

senza ci che r!orrcbbc f<:.rlo pensare, se il pensare te-

le. di l dall!:. 1netfisicn, il pcns:::rc r.\i t_:ua dnlla metafisica, cio il pen~
.

:J"-re ncll 'cssere metefisicq


blerr.-. di cJtrsi

S~OZf:~ O

ct1<~

..

rigu&rd2. il principio non hE1 neanche

!on le r.onc

!,;-:;. ,JC~nsurc::,

perch

il--~)r-

se il pensare

coo1e

C;Veasc:. co1 u unico ~.::roiJl~1~1a tj,uello di dirsi con o senza se stesso. La ridu.:.

zion;:: del problemn nei suoi tenuini radic..:li si3nifice. che '1utmdo il ?Cns2r~,

aicuro dt s non sicuro delle cose che :)ensl'.,

DO

rieuarda. il pnsare Spinto al lh,itr..; di

se

t"l1~ctu

il <.icc.::;r-

stesso, . .)crch e:. 'lucsto li'1i-

tc il ;Jensare coul se non sapesse di doversi dire con


s~: stesso~

)crc~'i

!..C

stesso o senza

in '-luanto il pnsare per un verso il ;_Jensare secondo 1 1 essere

non \lllo e per l'altro verso non perch il ?Cnscrc secondo l'uno non essere che il ?ensare che non ?ensu l'uno non esser, perch l'uno non essere se perch non pu essere pensnto c.lla stessa m.:mii.;;ra cm.te l'essere non un se pensr.to pcnsc.to ;?erch , perch come il suo essere ron,
che: deve condurre il suo essere non e. non essere attraverso

l'uno~

Tra l '-

essere non e il non essere la. diffcrenze. sta nel posto che hc. il !!Q!!,
questa non differenz~( perch GUesto lo stc-sso dcll 'c:ssfrc non co1.ie

1.1e

:mm

essere, lo stesso pcrch l'uno con1c uno, le. differenza che tiene usoieme i.due, non diffcrcnz.:: perch ci che tiene assieu.e i due colii.c ci
'

che lo -stesso sE-:nz.n. (:Sserc nessuno dei due,


sr.:rE': tric.dico per necessit cleumtr:.rc

C04:.0

se

trc;c:.rci

fisiologice1i:~;:.c:c
co::.titui~

d~l

(;uest~

come se fosse: un es-

pensiero, in llUtmto il pensiem

:'.:esse condemu.. to o beato del fatto che deve ri-

tiuesto essere triadico che il i;>ensare non pub coraprcn-

.:5 . ~:~. )erch &ffennere uesto essere tric.dico del principio n';llo :..,tt<:SO
-~l:;:io fLre nascere il pensare, perch ls. na.scitn dc: 1 ,Jcn3arc de. t:ucsto ,?un-

to di viste. corrisponde al com;>rcnrlerc che ls. differenze.

fr~

l'essere non

e il non essere lo stesso eh.e l'uno co1.;.c uno frc. essere non e non esse~;

?er cui il pensare cou.e se fosse tutto corupreso

Mauritius_in_libris

d~ll'uno

uno che ste

12B

I~"-

fra l 'csserc. non e il non essere,

coi.e

cllort). a livello origin<lrio

se

il :.Jonsarf.'. fosse il cor.o;,JrcnderE: co111C l 'esscre com:>reso, ed come se il ~Jcn


s'.re fosse conJc.nn;1to e:l ;;>unto di 'Tis.ta cli qocstLl situazione che rigua.rde
il

princi~>io

che identic&mcnte fn essere il

~Jcnsarc,, rne

ideriticar&tentc! non

lo fa essC'rc (in c..unnto il i)enserc non COi.?rendc, dove non co1.iprende significc. co10:.Jreao, tanto

co1a:~JrFso

ch' per s_ucsto non h.::: determinato il con-

cetto, non be. concepito il concEtto, rua ha dovuto accettare che concepire
il concetto significasse css(::rc conccpito dal cncetto non concepito, i:)Crch i,l p~nsare ~Jer coi.,inic.re non co1.1prende il concetto, cio storicm.-lEinte
sign:l,fico. <:.sacre atr.to concepito dt:. ci che non stato concepito, bisognerebbe riconoscere che all'originE: il concetto non c'' rnc

~Jrorio

sto \'.'>Oi c' le:. necessit dPi concetti, :>er cui non peaso se non

per llue-

~ens

per

concetti) irta necE ssit ck.'l concetto vuol dire solo no.sconderc quelln ai1111iisorigin~ria;

sione

gineriuaerite enso
costruire. E

ed il concetto diw nta

~Jer

concetti

t>~~rch

n~cessit

il concetto

t:rc.3ic ... solo

c~ i_~e

~Jerch

ndn lp

ori-

po~so

noi '.?~msirnuo ;:>er conei=~tti ?erch pensirnnd ~:>er nF..turc. allo-

r:.: E.vrebbe ra3ione Voltr-'..ire quc.ndo dice di non .::vere nessuna Oi)inione del-

le r,:osL che pens<:., cio il non poter

o~inere

. su

ci~

che si pensa.

Il discorso orfglnc.rio significc. necessit- rli. cJ14n1ettere che.. '-ati 'ori~i11n

il Concetto noti . ata.to COnCCi_Jito; c.llora bisO~ll<:~ J:'E-"ndcrsi conto dei

liO-

'. t_ivi ~>er i quali .if p\'.:nsc.r(" in senso originario ;;>er dov~re co1,dnc.are"hE
dovuto subire le necescit di non concetJirc il concetto non potendolo concepir'~

e, o rc.3ioniF.:uo in

~uesti

termini o divE:rsemc:nte. il s<.mso finale

le. cc.te,strofe ill\.J[11inisticll, che non '.juella di Voltaire, Ii1a (1uella che
stiE.mo vivE'-ndo noi nel nostro ri:Ondo contefii;>orenco. Qullndo dico essere nn
in rapporto ~.l non essere ;::-,ttraw~rso l'uno co11e se stessi dicndo "tutto
ci di cui il lJ"msare ,lu0

<lisporr~:

all'origine cd anche -:ttutto ci

d~

cui

il p<:~nsnre pu?l usarf:, dopo; 'c,;;.uest.:-~ dispon.ibilit che il :Jensare dellEI. su.:.
disponibi-lit origincric., cio, il f)Cnsn:rc,; che dispone di un disparre ori3in~-:r1,.:>

,tJerch co1Jc se il ;>ens2,re fosse determinnto ud l:cccttare questt'.l

nituezione d~l.~:>rinc.ipio, non il .pensi:re che hr:, costruito 'i termini eier..ento.ri e quc~ta. rnanier-~. il pensf!.r" che si trovc o~i3tn--:tto del cowprcn-

Mauritius_in_libris

129

~uesta

ck,re i terwini origin!lri e

maniere,

Iii.El

il pensare dctert7.i.innto da .,ue-

sto .:..nche il pensare che e, sua volta detc,nnine il srmso di questo, ;,lerch
se 11 r>ensere non pensa. in_ l.tuesti termini

~,_unlunque

termine rhtanc senza

se:nco percl;l sono ten1ini senza connessione concettuale; tlcr un v_crso il


pansnre di,sporre; di uestr: disponibilit originarie, ta per altro verso
il ?Cnsare condannnto e

~uesta

disponibilit, in qucnto il

pens~rc

non

,r>cnsc. l'uno non essere, cio non posso dr:.rE: il concetto dell 1uno non essere,
non posso deten11inarc" il concetto nelle" sue origine, fJerch l 1uno non esae'
re 1 1urigine c. 4uel limite es soluto di se stess~, di. -;Wi dal quale non
1

)Os:ibilP D.nd:;.re oltre nc;>:tJurc ?er l'origine stessa, perch andare oltre
si1nificr, <.ir( c.ltro rispetto all'uno non essere, tenendo distinti l'uno
il non e 1 1essere, co11ie se potesshJO pensare l1 tutto l 'univcro fil.)cv.'.::J ...
C.J 1

:?C:rch tutto ci che ogni filosofia , un htodo -ii

Ii.; tt("rc

n.ssL.~i.ic l' -

uno con l'essere e col non essere. Se noi pensi:..r.10 questi tr."n.:iini distinti

COliC

se potessimo pensare tutte h~ filosofie, ru;:;; ln condizione per pote-

re ;_:>ensarc tutte le filosofie come il sister.ia <lcll 'uno non esser'


condizione

_Ofi.:~ine.rio.

'-,;u12st~

secondo la ljUale il pensare originnric!lnente non .JU

dc.re j.l concetto dell'uno non essere, ;?erch l'uno non essere

le~arc

s.1-

1' ossere non uno cotue l'uno non essere ad cor.:1e se il pensare pervenisse

e. se stesso in quel 1110ruento nel quale pervenire e:. se stesso significa com~Jrcnder(>

ci he pens&: l'essere non uno, in 1uesto 11i0n'K.!nto il pensare

.~Jo

trE:bi:>e pens::re il concc.:tto, pcrch pense.re il concetto significa cot.prFndcre l'essere non uno, per etennine.re che 1 1 css~re e perci~ il non essere
non ; sr il penscre potesse
sare :;>0tessc

rog~iungcre se

fena~rsi

stesso

cll'esstre non uno

~)erch

fcn;1c.rsi a

\~ue.sto

co~e

se il pen-

significhereb-

be il penscre .come ce;>!.cit di dctenninare il concetto, ?Crch~ '-lui deten11i-

nllrc il concetto

c1i:~nif1r;

;>oi:orc ;'cns:::r-:._ ..,_i..)LlcLu


):,;;:-eh<': :.><i!RS~.-.P~:

-. _.:,;.;ns<:rc. che 1 1 essere e il non essere non ,

,.:;os~

in senso e in sede originaria: lesserc non uro,


detenciinarc una sua idntit non perch s.i trovi 1 1urnc-

. :\\~~)V~>~~~~>.

re.:: ~oLc G~~~,~~:;:il 'tQl;l essere come non essere ma perch ii )t::ns.~.r., Jo-;:rci.ix:

~\: ::.::rmi~~~~st~

\dent.it proprio di s nella 1ilisura in cui pu porre

or-:-1inc tre.' iesere non uno, fino al :>unto di potere- pensnrc a 1 1essere co-

Mauritius_in_libris

"~.
"J

li!C

;-:
~~-..~~

essere:, o il non essere co1.ie non essere o l'essere COlC non .. ~soer(=: e il

non esfKre corue essf.re. e ;_:>ense,rc sarebbe capire (1uesto; cio _:>ensure con
Pnn~1cnid<=:

o crcckrc Ji ;;>ensc.rc con

r-::bbG ct:::..)ire

l'~;.ffcnr1c.2ion(.

l']or1i~,

dove il !)ensare non significhe-

dell'essere e dcl non essere. Pen.ss.re nel id:ai-

tc dcl ?ri1;io vcrsc.nte dcll 'essere metafisico del


re solo le. con...1uistn d0llc: sue: ic:kntit, in
coi.ic ?ens&rc, pcrch _sc.rebbe

lll.&

~Jrincipio,

-iUr~nto

potrebbe esse-

sarebbe un

r~~giungcrsi

porre ordine intrinseco al pensare tra es-

sere non uno, cio so.rcbbc lc33erf) corrcttruncntc il

~>rincii_)io

COlilC cssern

non uno; questa lettur.n cocr... nte costituirebbe il pensnre indipendentemente

d1:~1

che~

fll.tto chf: il risult<),;to di ..,;ucsta letture mi fn dire che l'essere

invece il non essere ad essere. Se

vo.~lil'.r.i.O

CQi_)irc il filosofico Ji

Pc.'.n;cnide o di Gor:ji~:-.,il filosofico conoistc nel f .... tto cho if pen-sr~re si


costituisce cou1e t~h~, liil: il costituirsi del ?E:m3c:re cow:! tv.lc e. 'iuesto ?unto

o dc parte dcl panse.re che poi significa pensare e

,;.~uel rc~,Jiungcrc

che 1 1 essero:..; e che il non essere non ; per cui posso

;.~ire
.

IJ8.nr1E:nideo dc:ll tessere

il

co~c~to

..

il concetto gor:~iano de:l non essfrre, s- t>et't'ir( del

fe.tto che~ in 1.~ue,lche 1.:toi.'?.o ,?; ~~ucsto. cootituirsi come i..:;uesto conq,uistare la
i!'.:~0.ntit

di s, Jovc identit. del ','.)ensere significc.

d~te;nrlnti.zione

del con-

cetto (; dove dctcn1innzionc del concetto significo. ordine tre, i- termini clem<-:ntc.ri dcl discorso stesso; per cui oc rii.:m.ncssinio fermi a :...uesto 11io1i;ento
ifal )rincipio che corrisponde
ci-._)io, potrcr;d.O etiche

i)enr:><~.rc

<'.. ~~u..-;st1:

ultimit dell 'esscre ultimo. dcl prin-

di e.v<.::rc concepito il concc,tto, itl 1-jttnnto ;.x:>-

trenm.o pcnsl:rc di n.vcre costituito il pensc.rc co1.ie questa identit.\ di se


stesso nttr:.w:rso 1a
st.--. di se,

Iii..."l

~,uclc

la idcntit.\ del pensare per un verso la con.&ui-

.?.nchc il concntto di ess0rc e di non essere. Invece .il pensu-

re r:.;niunge questa idt:'ntit~ pE:~ lo ::itesso ilotivo i:>er cui non le raggiunge,
cio il pcna.::trc .... uesto costituirsi rispetto nll'ordine da dc.re ;;:.i tenuini ori3inari dcl discorso che

sfum~e

e: s ;)erch attr.verso 1 uno, lo st(;s-

ao uno fa: alitterc l 'urncrc non verso il non essere e le.nei.a l'uno
ociA. se stesso coue un:> in

;'UCl
~

ln-

lodo .')Cr cui ocnilettcrc costantemente lo

slittncnto dcll 'esscrf"; non sm,1pre verso il non essere e dunque lnscier(;:
il

.J~nsnrc

snz.s. l'ori2in(.; dcl concetto, )Grch secondo questo discorso i l

Mauritius_in_libris

131

non lo posso

conc~tto

...

_x.n3crc 1033cndo l '-

uno non esscrc 1 non posco

)Cnsar~

:.

non posso .;:icnsc.rc U detenf1inere U. e :


ne fra l'uno

~l l.On

e l'essere

Hno r:..)n

.. -v Y.:.:rcl.~

cs.3~rc;

e le33endolo

non posso inettere ordi-

non 1;o::;so concc?ire il concetto, l.llorE..

sl

:U. ;Jcnc.::rc 1uel costituirsi di

nc.ll-::1 cui ori.1inc il panse.re coi.;tituir-

:L ~i se stesso nelle 1ldsurc in cui a ~uestH condizione il cor.cc:tto non :::l::-

x; ~:ituirlo, ;>erch c..


::..;:"!3;~(..re

c ..

..:~uest&

condizL:..::' ,

.~u. "'":ruir(~

.~rmini eler.!entari del di ::.ur_.) Il ;)rO~'.r:;:;2t~o icl )C:n~;icro


.JI'.
'
.M
'.f

~ :f
.L.cntc ;; .. ,~u1,;;s:to ~Junto, -:orndste..
rll.dic
se dovcssiu10 re~ionnre

nei

s_:;ccul&tivo,

re ;;b~ nel ferc tornare 11 pensiero alla c.utcnticit


in 1uento solo Tc.lc.:te mi consentirebbe di pcnsr...!c
~ienifica

st:0

~unto

i l eone::: :.:to Gi::;ntfi-

ricever ordinitruilcnte 3li tl'f.6LX:'a


pensare

si~ifica le~1cre

.~1cl

discorso tale tic.no,

chL:ioau:~ntc

"t

~xa'tr

~)cr

coc:ccnzc di l:}Jesta letture. significn idE~ntificarc lo -r 1.J. .'":' v


coh:8 unico e solo, e in -~uc.nto idcntificuzionc dello

"'t '~XEt'

p~nsc.rc

?~rch

d.C;ll'csf:H:!rc,

ordin;:t.s.rncntc lo

che

~uc

cui le.

cor..e ~

:w , perci oon..

cotto; perci non pi) ?Ocsic, riif:. ?er C}lCsto filooofia: uia :r:>erch filaasofill?
~x.r

solo perch finc.lrncntc,


Se accetti&ao

ci~,

-~

speculctivo paradoz.:..: 1.2,

.ucs::c,, concetto.

.:.c10

......-.

.-

che il

:'.-:-:.;'...:.::;~ere:

..

.. .:... _._

I ~ . .. ;

~ ,.- ~

- ~ - - '-'..

:. . .

.,

~>ro:3rrsso

\- ... ,. a.

i.!. ?Ci.l:... i.._ro

dc:l )cnsicm

.... i t.:mi:o lnde.to


1

e.vanti di ;:ue.nto ha dovuto logore_,:


.,.. .'.. .

tro. Ecco ?Jerch .lico ncllr. rnisurn.

-iU<..lc

il ;,)ensc.re J:iesce a non es-

sere legato c.ll''csoere non uno, che ."'.;rt;bbc le )Ossibi}.it del concetto,
.:;_U:~nto

in

. .,.. ;:.'.:..r\:!

identit che 11 :_xmsare costruisce :li s 1 nello&

riesce s. non essere

~asss.ndo

.:;rci il pensare,

... '!.,
.... .. .i.

cl"!_.

le.~ato

al suo essere non uno 1

c~::con::a

potrrc-~c

1.1.cnte costruire il concetto significa. c;.;:t>enc.

Si3!lific:-.

l~L\:0

i. con:i:.:.i0nc

cu::;i.:ruirc i:!. conce:tto, con-

cepire il concetto, la. condizione origincri::-. secondo le.


;~li

\.~ucato

la yucle in questa condizione

tali1 ricevere

in cui il

dc. 4ucsu: .11 'uno nou '.Gccre:, non coctrui-

concet'ti perch non pu costruire L. . ..:..r.i:ctt0, in


.!

mieur~

L<~~>re: ~li

".ia.l~

ori 1inc.rJ.G.~

cleiucnti fondomcn-

elementi dcl discorso. Questo storico.lCmte vero e non

vero: storicmnente vero che il pensare st.:.to un ricevere ,5li elemen-

ti originttri dcl tlisoorso 9 me, in un certo i:...odo ?Cr cui questo stesso ha oo-

Mauritius_in_libris

132

struito c.ttre.v:rsy l'uno lo ,.:;litt;::racnto verso l _'uno non c13qer.c. P.'f~r cui -il .
:~r.::ns,c=:re
..

t'.

h:: dovuto riconoscer.e di non iJOtere co:3truirc il concetto, propri.o

(- ~

c..ttrr~verso
1~

. .

:'

une il;lizi.::lc it:lpntit


~ -

'

cu

.. - .JJI

~""

.:;:

se stesso che ricevere :3li elementi

origin::;ri del df:scorso s_:l:cos9. ~ idu: si;gnifica ~Jrot>;~? questo: il non po-

tcrt: c~?truirE: 11 concetto, m;;; attrave. .}i r~c;y~l:i, e1~~;4;.ori~~na?"


ri. . deldis~orso.
;"

'~

~- .

Mauritius_in_libris

133

IX. - IL CONCE'ITO DEL PRINCIPIO CObE TPJ..SCEHDENZ.A E LA. DEFINIZIONE


STR:'.ZIOHE.

DELL'A-

Porre in crisi il principio si311ificanon solo la Jivisione del princi~Jio nel principio stesso,

esso stesso,

S't

l~

1.1a

soprattutto come se .il 9rincipio diventas-

necessit cr.' il pensare


di essere originltriamente sen.

.zc. concetto.' In ucsti tenliini (_)otrcr.tJ.o dire: principio al lldmite originario delx discorso le necessit hc il pensare ha ed di essere senza a:>n~ctto.,

nelle. 111isurc llf:lle qur:-..le esi>ere sE::nza concetto significa il non do-

vere e il non

~loterc 1~33ere

ortiinntarJCnte l'uno non essere. Il pensare

o~i

zirie.rie.mente le3eto al ~>rincipio in quel modo e secondo qulls. divisiane


che il principio di se ste:sso net confronti del concetto, j?ercui abbiur.10

si.2 il ;>cnsnrc le }'."".to cl principio, sie. il principio diJiso ds.l concct.;;.

to. Q.uesto punto :m essere rw:licc.le in rapporto a ci che il principio


cor..c osscrc dc.to in senso origine.rio; questo pQ.nto radicale pcrch il suo
ess8rc rridia.le signific;:: EJic. il penso.re: legnto al principio, sia il l>rinci1.Jio diviso dr:i.'i concettq e se; dovessii.&o i:>ensttrc a (!UCSto punto, dovremmo
pence.re che il pens.rlrc a .;_uesto rnodo lc3ato e.. ci che diviso dal concetto.

nun. .~ue

i)Otrcrarno '18finire il principio come ci che pu le3are il :;,JGnsa-

re essendo esso ci che 1c_3c lo. di~risionc di. s dal c<:>ncet"i:o; ma in realt
non possiciii.O kfinire eri. in reclt il princii:>io sta definendo se stesso,
scnzD definirsi, cio sta determinando se stesso...senza deten.1inarsi, in quanto il

~Jrinci?io

si stc

\~.ctP.n:<inc.ndo

ncll6. r.iisu]:'e. in. c.ui:>.i.l sua dctenaine.r-

::1i di essere diviso de.l' concetto, perch proprio le div!sionc dal concetto che dovrcbe lc.ccir:re il principio e. s e ~erci dovrcobe fc.re de_l
)rincipio .:-1ualche coc.?. che il ;?rinci?io stesso non

pu~

superare; allorc il

.?rincit)io in 1."tic:~sto I;10I1iento, in '.1ucnto per l~uesto determinare s corne


(U8ci;;:.

divisione :k.l concc:tto, ir.1.1u.nentcmcntc e.lla

t~uc.lG

il principio ,

il .;Jrincipio un dffmnirE:! s nel irnnso secondo il quale esso stesso, ;_>rinci_)io, limite ;:5.i s IJ8r s, j;.>Or cui il suo essere le divisione dal
to

neccss~riuuente

concet~

uno spost.s.rF il concetto di l de..l principio, per cui

il principio pu rir..lD. nerc &Jrinci?io, perch l'essere. di l da, dal -concetto,

Mauritius_in_libris

134

nei confronti dcl principio cor.10 se ,foten.1inesse e,sso, l'essere diviso,


ci che lascia liualcose. o t;.ualcuno a r:c otesso, tc.lli;ente ~)er cui, perci
que S:t,o pu

ri&~iencre

, princi:;>io, ?Cr . cui il concc,tt.o ,. cow.c: . ci .. che di l

dc d,cl principio, non


conc(~tto

tere csncrt?

essere il conc~tto del princi~">io, p~rch per po-

)U)

del princi?io, il concetto dovrebbe potere riuscire

c. su~)crc..rc il ~JrinciI>io r;le spalle ckl principio stesso. DE. ~.;uesto ,punto
trc.scc~1dcnz2

di ?istc. le.

non trc..scen:knzc. nel oens.o o,:nettivo,

nteeao cocetto; trasc.:md(nza in


narillwente

si3nific~

...

'~ucsto ~>Unto

&ui.1

lo

rc..Jic.:::le del Jiscorso, origi-

concetto cd co1B se significasse, in rapporto al 4:>rin-

ci,t>io, proprio l'caserc dcl concetto che non ; l'esscrG del concetto che
non

~ signific~

che l'essere dcl concetto il suo essere di l dsl

;io dn cui diviso,


dal :>rincipio,

iue

~er

~rinci

cui il concetto sia nasce, dal suo essere diviso

&nchc non

ne.se~,

cio, sic non nesce, in quanto lo stes-

so essere <l~l ?rincipio non lo fa nascere perch lascia il principio a se


stesso; per cui il princi?io in "-.i.uesto detcnalinare s co.ile principio spin.:~u!!si

:3c di l de. s 11 concetto,

sere nel principio tutte,

r.~uellF.

do concetto di \:u(:lcoce. 1

co1.1e se essere principio non potesse es-

operazione contratte. che il concetto quan-

ut~lun\;ue

cose sic, in quanto se il concetto del

)rincipio fosse concE.;tto, nc:llv, necessit del concetto di csscrP.

queste~ o~Jo

r::i.zione contratta, colile se . il i.Jrincipio. originnrimuente lascic:::.ssc. a tutto ci che il

~enst:~re

rensc. la pocsibilit Jel concetto_, t>0rch

fosse, esso princi1>io, la_sciE.to r. se steoso ln.

Bar~nzic

co~~'le

se

di 1aantencrc il li1

nc-.mis1110 dcl concetto contrntto in r.1odo tale che ._Jossie.mo pensara; perch
s~ noi fossil&io destin,-:-,ti n inse'.~uirc i

cetto

c.rri~r.<.i

orocessi c-.ttravf,;rso i qw:.li il con-

alle sua. contrr:,zione, cio erriv.'.2

ci;>crc: e.l concetto, non r.-,Temr.io 1w.i il


ti nel. Cll11fiiino r-,ttr,:wcrso il
non lo cc:nlicrew.o

,.1.;.i

1.~uclc

nel suo

::.r.~

conc(~tto,

essere concetto, dal E2,!!rimr:.Dl!crrano sempre i:::ipigli.s-

C!.ndrcmrno perdendo il concetto, perch

c:?ss~re

contre:.tto,

esser.~..:

contratto che. non

interesSE come ess8re contratto in t.:ue.nto concetto, ma. co1uc concetto che,
in 'iUL.nto ,coritrc:tto, i..i pen1:ctte di pensare, per cui, se riesco a i_:>enscrc
,_.uc:..lchc cos:, 1 fino C:.l punto & conoscere ci che penso, :..}.iesto signific:.
essere riuscito e, non farsi L1?rigionarc dn tutti i ca-Jmini che devono es-

Mauritius_in_libris

135

sere ;;)ercor:li per 2l:tivc.rc el concetto. Questo il concetto

co1f~

~Jrincipio,

csercitf.1.to dal principio, da. (iueGto punto di vistn il

essere
in quanto

ci dw.l '-2u,2le il concetto si divide, il i>rincipio viene lo.sciato a se stesso, in ()UCsto senso il ;,)rinci:;:>io ei che deten:iina se stesso, nella misure. in cui il suo determin.'.::rc scf uno s?ip3erc il concetto di l da nei oonfronti dl ?rinci?io; in .:ueeto seriso determinarsi a livello originario estrctiO

}UC:l lir:1itc che


il

.~1

si:3nific2 le.scie.re il lim:J.tc.:


.Jrinc~pio

~.

lir,1ite, .cio
~-.irinci?io,

il _E;uo ooscro, coLtC

rischie di

ril.~r;ncrc

l~sciare

il principio in

. il. li14te di sl e c;uindi


-

'""

- ....

. .....

soltanto lirnite e lit.dte ris;?.ctto a ci

che gli st;.:. di fronte c01.ie concetto, di fronte alle tre.sccndcnzc che il
co~cctto

co1.ic

d.:-:1

stesso che

tl;."~.scendenza,

tre..scondcnz<:: significE'. la
_I:..11--ito

nella 1.1isur::; nelle. 1..,:uale il.. concetto

ncces~i~\

dc:llG fondc.zione del concetto, che,

d{ ;viete. del )rinclpio, non possibile det:errail.1.::re; in quanto

cii che lJosso doten.1inLre .kl punto di vista del i)rincipio

,~uesto

spinge

re in .s.v..mti il concetto :1crch il princi?io sic. Il concetto rai?r>rescnte.


l'infinito dr;l prin_cipiQ,. il concetto rappresentr:;. ci che $ta e.

fc.r~

del

Jrinci:Jio un and.erc cli l dn s":: stesso il concetto r;:~xmrcscnta. un raodo di

..

..

rendere il

princi~)io

non finito, e

~x::rci

.;i,...

infinito, che significa togliere

il .princir>io- nl princi:.)io, nl,lorr: 1 1 infi:,nito :rischia. di. ri1i~nere ci '.)er


litczzo ckl :u,cle t:olgo il :;>rincipio d~l. principio ed enche ci per mezzo .

del <uc.-i_lc 110n

ca~iri :1i~'j,

1-1 t:ii:iit.o, perch l 'UJ:lico finito chf! potevo caiJi-

rc era il :c>rinci1Jio. e. l '-unico ..infinito di cui posso disporre il concetto


con:.c tr.'ls.en1.:mza riG?ctt~ &l i_Jrinci.;_Jio, in questi termini ~uesto potrebbe
~~sscro

11 principio cofoc

J.e:tr~nr.inr.~re

ci;_Jio, sia <:nche il non dcterminr::re s

i~

\:uanto divisione di s dal prin-

d~ i;~'!rtc

dcl principio in 1:':1e.nto

il ?rincipio che lc3c. il. :?ensa.r; ellorc ncllt: stessa. ,111.isurc nelle.
il prinCi?JiO deten,1inu, nelle::

st~ssa l~tisur&

pio si.:. il detcpdn&:l;'E; in rc.p?orto LlL:


;>rinci9io, sir.:. il non detaruinerc in
sare e a::. suo

lc:1e,rE.~

(~ua~c

_non ck:tcorrminc., cio il ;_)rinci-

r;~ivisionG

r.-~p}orto

il ;xmsarc cl :>rincipio,

di s nei confronti dcl

c.l suo ess.erc legatoee:.l pen~>erch

cpj_)uritO il ?enoarc sic..

:J.lora dL 'iucsto i:Junto di 7ist;ci l<--: .disgim,izione Ot;"igine.rie.

ri;_~chic

di esse-

re prir;ic, ancora. Jel prir.cipio, per uezzo della crisi del principio. La cri-

Mauritius_in_libris

si. s.el :=>rincipio ci che ncscc do.l fctto che il :Jrinci?io coiiie esserG ii18.J
tc~fioico che 1 'uno non essere perviene e c1uests. crisi rii s, che crisi
ncll': r.-inurr:. :Ln cui criai signific.t, porre in crisi il
d~~1L.:.

.:::i.Jio

princi~)io,

come prin-

di.risionc di s -::lal concetto, cllorc l.z. aporie o difficolt ori-

;3ine,rL::. stc, pl:r essere <letoniiinc.tc nei confronti del :?rincipi e encho dcl.
princi)io in ueGti tsru.:f.nis 1' epori.c; originaria, nei confronti dcl pensar 1 conr.dste nel f.:.tto che ci che fc. do. tcn11ine anche identiccioontc ci
che

f<.": r:~e.

2rinci?io;

.:~lli:,

rannicrr~

stc;os;:.

cot1ie essere non uno come 1 'uno ron

es.s2re si;::;nificc::. porre in crisi il ?rincipio e porre in crisi il princi;>io


si :;nificc; dctermin[i.re il )r:t.:1cipio e

<livcnt.-;-~re

r.>033ctto

(:.~;lle,

divisione del

?rinci?io dal concetto, ;'.x:r cui i:ie !:JOssibilc i)Orre in crisi il principio
cm,,.G se :Zosoc possii:;ile
venti .:Jo33ctto, :)Gr cui

~,orrc

in crioi ci che so.T3etto non , perch di-.

r~i7ent.::rc

so[:;1ctto significa essere st1..1to posto in

crisi, non solo in senso ;:i;rc.nn.;;".ticale, im. e.nche in senso concettuale,


ch nella 1..J.surr:. in cui ')OBoo ,)ossedcrc il
.&.

.&

princi'~io,
.a,;

..

~)er

oossedcrlo vuol dire


A

fc.rl'.o diventare sog:3etto, s.llora il. so33ctto diventa. tale in ~iunnto stato posto in crisi.
Con il ten,.1inc che in greco possiarao usare
so:;p~etto

ileroli;.

cc-.f>iruuo che con 11 termine:

~reco

corris~ondcnt:cmcritf:

corne se avessi

,10

a.1111
111 chia-

ve risolutive, dcl fC'.tto eh, il soggetto c01.ie principio della divisione


:.U s

d~'l

concetto; il greco inff:tti indica con .lo. stesao tcnaine due

ficati opposti: ~1tOKe:(e:Vil\V

, soggetto cor.ic discorso che. rig<..iarda la so-

stenze, il costitutivo, ma anche ci che stu sotto;


se quLlchc cose.
cui sostanza ,

~ucllo

(~uindi,

so dEl161toxe:!e:vov

si~ni-

allora. il soggetto

che pt-rch .stato un sog3ic.cere, da cui e per

ci che

rc~ge

tutto ci che sta sotto. Questo discor-

;~rt:,co rieur,.rda origin!'.rie.i..entc 11 Jivent:;.re so1gct-

to rl.s. parte dcd principio 1'lroprio o. qut:stl'. 1.11rmicra, cio il tJrincipio

V'-?-

rm.ientc i:~ ~1tOKe: Ce:v"'v f?~rch ci che pu divcnt~re so:~3etto, perch ci)
eh(: stato condotto '-'
visiom.~

sos.~incerc,

<li s dcl concetto, in

rc s, coi.te uri lc,sci.::.re s

~\

r>cr cui pu divcntcrc

"~uanto

so~~ctto

della di-

nasce <le.l fatto chu il suo dctfn.ainn.-

s, significa 1-:uesto limite nel lildite, che

significL che il SO'Jgetto stato un giacr're sotto ci che poi no.sce dc

Mauritius_in_libris

i.1ue

137

sto r;iE.ccre
scemdPnzc.

::;o~to

e che le trascendenza del concetto, e quindi: ogni trn-

SUf>~'>one

origincrif)mente la necessit del principio, }>Crch 0,3lli

.:.iunlun(~ue

trt::.sccndenz:: 1

viso dnl principio,


t>io come

~uesto

ri1c

siL, il concr.tto che in tento 1 in c;uanto di~;,\10.sto sienificr~

ll! necessit di sup?orrf'; il princi-

essere so:;Retto originllrio :nei confronti

d~l

concetto,

r.lil

questo essere soggetto originario, md confronti dl conc.tto si30ificc le.


disgiunzione che ?Oi <lbmntr.i., essa originari<.:. perch nel princi,_Jio queste.
~is~iunzione

gi

ontologie~,

pio co1ii ci che

pu~

pcrch la disgiunzione di ci che il princi-

f;::re da fona1r.:.::nto e

COl<ie

ci che pu essere ridot-

to .s fondunento e co1;1e ci che poi puo e:sserE condotto


fon~~uacnto. Se

possibilE' ::)ensc.re

l'o~getto

sog~;-tto

fron.teggiarG il

in filosofi 9 possibile so-

lo rispetto nll cr.?~cit dello &v"tLKE(&vl'\V


per cui 4 cott.e se fr.s.

e:

nei confronti cll"llnoxe:(Eyf"V

e soge(:tto si consumasse il drararua della ne

F:zione dello stesso soggFtto, da cui nasct:~rebbe 1 1 03g(;tto e dun"lue non


ci che il duto rice-vuto dr..l soggetto. che pense 1 perch il
;;.:uanto
C<:U

ssc-rc dl2.to

ori~ina.rio 1

solo e

~1ucsta

~'lrincir,>io,

in

condizione, il che siP,nifi-

nel lirnitc critico di qi..ieste stesse qiicstioni 1 da. <i\iesto i.JUnto di viste,

non _potrcr;.r.;o 11.ni

~i

?ensnre l'oggetto secondo se stesso, diversSUlente non

potre11ao cc.pir<:: cq1u.e 1 sia ciel soggetto sie dell'oggetto dobbiruoo avere lo
stesso concQtto: nvcrF il concetto ciel so3;:r,etto cd avere il concEtto dfdl '03;':ctto significr. rPndere divFrso il concetto? Il concetto ri1..ane S('mprc
lo zt" sso 1 ci0 sono nE-;ccssitto in ogni caso, nei confronti del soggetto
e nei confronti <loll '0~3etto c. _?ensare e n t>ensarc per, e secondo concetti;
in ogni cp,so ci 1i cui ho conc'tto non influisCE sul concetto c1ue te.le,
,Jcr cui, di:

~,ucrto

;>unto di viste il rc,pporto tra il concetto

c".:;)isc( un rnpi:_)ort9

_scr1Zl~

dr~l conc~:tto si~

to, cnche sr il concetto dFl

so3g~tto

_t>ro<.,rio i.JLr ucsto si::: il concetto dEl

sn

ci<'.> che con-

r...-1i.;porto, cio sie. il soggetto, sia l'ol3ctto

sono lo stesso nei confronti

to1

del soggetto che dcll 'oggct-

non il concetto
so~~getto 1

del1'o.~gtto 1

si& il concetto

d~ll '03get-

-:i.u&11t:o concetto, sono lo stesso, sia nei confronti dcl soggetto che

dcll 1oggetto 1 ?er. ident.ic..-.:.mente i l concetto, nello stesso IiOJOaento nel


L~

111a

f1Uc'1-

rende. se:nzc differcnzl', se stesso, pone differenza. fra ci che ?ensa;

Mauritius_in_libris

..

~.;uesto

138

essere senza diffcrcnzn che si trova. :i.d

essE~re,

per potE:rc

il~nsare,

pror:>ri~

une: ?Osizione di differenze, ed il concetto senza differenza

?er-

ch . diviso nel confronti del principio, il che significc, che anche orit.;ine.ricmente l.:i differenza se ,. in ci che differenza non , t>er ori3incri.~;;<1ientc
z~:.

il concetto in te.nto , in ...iuc.nto --1ucsto Gsscrc s0nza diffcrcn-

che ;_:>erci si trovc, Etd css6rE-) le. :_Josizione dE.!lle diffarenze, e quindi,

dc. \.~uesto 'punto di vistH il pense.rc un esercitare la posizione dell~ diffrrenzE:, perch

origin.:~rinraentc.

l'essere concetto significo. essere diviso,

ed e SS(;..rc diviso d1.:1l principio, che significa anche il le.sciare il princit>io e se stesso; laocinre il

princi~>io

n. se stesso si3nificn sia l)t:mslre

il -concetto o1.lf! esser{; diviso, corr.c ql,lesto essere scn~e. diffEr<'nzli di s


esser~'

che uri trovcrsi nd

le ?Osizione delle differenze sia questo,

Ml

sic cnche il le.sciv.rt: il ;>rincipio e se stesso, me cllorn la difficolt fonde.u1entelE dcl

~>ensErc ori~3ine.ricmentc

n~l ~uale

nel 11'or1iento

consiste nel fatto che il

princi.~io

detcn.iinn se stesso \.iuel dE:tcn11inare s co1iJC ?rin-

cit'io che non dE:termine. s cotue principio, perch il determinarsi co&.e prin;..

cipio uell 'essere le.scic.to 9-cl ?rinci_pio e se che il concetto diviso


dal :>rincipio, i>er cui .K:r un verso il pri,ncipio st12 a fare da lil.!ite tra
il conctto co1uc essere diviso dal )rinci!JiO e per altro verso sta c. fc.re
dc

~rinci?io

di unit ris?etto cl penscre,

p~r

cui il ?ensarc perch

cm.i.e se fosse senza principio, perch neccssari1:1.mente prirne. dcl

~rincipio

c' il perisrre e c' il pcnscire s~nze. tcrilpo, i:Jerch tutto questo nasce dcl
ft,tto che iniziclmcnte l!
nac.ric. che significa

te1~">0

b.~se

di questo discorso quella estrc.zine pri-

espresso e teuqo espresso significa che in tento

il pense.rc senza princi?io, pcrch il principio il suo liraitc, in :uan.;.


to l 'csserc senza principio da ?arte del pensare l'essere senza teuapo i>ro~>rio,

in un
;

invee~,

mo~.:iento

nel

~1\U:lc

il pensf.lre tutta la

nccessit~

di essere,

tutt~

lu ?roprict dcl tempo di cui ha biso3no, )crch in questo

ti10iiiC:nto coli.I(; se il pensare dovesse eosE:re la. n~cessit di coniugnre: s


..
con s, che non possibile pe~ch si trova coniug~to nl principio eh~ Jli
fc de. lii.1itc rlinnenzi, e e.llorfl come se per questo il 'pensare r'.SS8ndu qUcsto necessit di coniugt:rc se stPsso, smentita dal suo essere '3i coniuga-

Mauritius_in_libris

139

to, co11x:.

S(

il ;>ensc.re assur..tesse la necessit di rimanere invece soltan-

to qucst;,: soste.ntivit di se stesso

cui stie.mo ensnndo il pensare, c.0-

i'C'T

114.e se stessi11;0 penscndo un sostantivo, une

entit.~

su~

;_:>iene e vuotn delle.

sostanze che.; per essere le, identit dcl pesarc dovrcbbo o.vere, s-:: ha

Wla

sost;:;nzc., co1.10 sost.'.:nz<:, esctto1ii.cnte ci (,ii non esacrc 1-iuello che , n '"tuesto punto, cio, l'Esscrc sostnnza
)rinclpio di

~zionc

'

(~

non verbo, e non verbo vuol dire non

..

e di ll.ttivit di se; du se e per se e invece che essere

tutto ci che il suo 7crbo st:n. to in IiiOdo tal~ che tutto ci che il pcnsesostcnz~

re stc.to, soltanto (:uestE.


~x~r

piena

e;

vuota dellu

st~ssa

sost.'.:',nz;

cui il livello :origin.n.rio dcl pcns.re sta 1: significare questa perdite.,


{J<1rte del pcnsr,rc; di tutto ci che esso- put} essere cori il suo coniuga-

re s con s; in quanto,

~JrO'~rio

per questo si trove.. Hd. essere coniugato

col principio e quindi cor11e se il_

~lensarc

si trovtiss necessitato da .,.ue-

st:1 su..'.2 interne. nccesrdt\ <.:. dovere at>;;>ropriarsi di ci che esso non nei
confronti dcl ?rinci:_)io, per cui allore,, pensare il ?rincipio co1.ie se dov8s::.>c

c-sserc;; trP...sferire sul princi?io tutto ci che il pensare non

;.)ens:r-.r~,

chl.~

cio, tutto il verbo

coti~

il l)ensare stato, tutto il verbo che

il ;,_'>onsDre non , tutto il verbo che il ;_Jensare so. rl, solo perch tutto ci
che il suo "crbo sr.i..r il suo rendere dinc1ai,co il principio. Siamo tornati ni termini iniziali di tutto il discorso, ;>erch questo discorso une.
sorte. di peri.'lo r.ictr"fisico .'.::ttorno a se stesso e attorno <-i teni1ini che
lo stesso discorso v-::. :fw.ccndo ricscere, nella i.usura in cui fnre n..'lscerc i
termini eh(;) il Jiscorao usLi. c.nche fare nascere .il discorso. Da questo
tutte la difficolt

ori3in.::~rio.

di pensare, nelle tuisura in cui il i>ensere

eone r1uesto trov:-:.rsi coniugato al suo stesso princi?io e come quel coniugato .21 suo

s~esso

principio nttrnv8rso il quale il suo essf:re coniugato

:.'.l principio -uno sci,ricc.rE: sul princik>io ci che il pE:nsare per s non
;?U:;

~~saC:rc~ e c;uin~i. cot.f.:

S<:'

il pcn:ae:::r~ 1aet~. fisiccmente corris.;>ondcsse

cd une sorte. di co1;iplesso di inferiorit nei confronti di se stesso, .k)erch


i 1 Jcnsnrc ae e i che non pu -es sere c01uc ,Jenoere, e
se

qucst~,

per~

co100 se

~iocas

pnrtita sa.tcnict01. .:;.ddirittur-l.


nei - confronti del principio e non
,
ck:lle cose, cio nei confronti di ci che 11 priwo e l 'ulti100 di tutt,e
'

'

Mauritius_in_libris

le cose che
30c.,

,~uo s te.

. pe.rtita,
stc~so

pcns~D:r.:i0.

Il pcnsr:.rc i:;crde

;.~i

nel mo1uento stesso in cui

ia.~>e-

,;,>erti t!'., .e per nE: llo s ti: ssq rno: tento, 11e 1 ';;uc.le irn;?e.Jlln queste.
Slli?(~rc

ci.i essere uestD.. t>erdito.

tcr11;:>0 volere

111~_tefisicc

c. . ssoluta,

m,~

nello

i>ense.re solo in -1uesti ten.:1ini, e giocando questa

_pL.rtita nllorc il ?.ensare 1JE;:rci giocn una partita setenica, perch non rolo :.;ordite;!. gi. in principio,

so?rettutto pcrch la sua perdita si co-

1.1r..

struisce nelle r<isur1J. in cui il _?cnsare, ~iocando la p~rtite. dcl suo non
;otcrt' essere
l(.mt~.;

cui

v~r.bo

in s e

~ioccndolc.

nel :Jrinciio, ln gioca

nec~sscria

.contro il_ :Jrincipio, e le, giocc contro il principio nelle misure. in

ori~in~.ri.!:'r.1cnte

Cillorc _pens&rc per un verso e f>rincipio iJer l' oltro

si~

gn!.fic;:.. uno. pc.rtita estrcr11ri per cui. il _pcnsnr_e noi confronti .dcl principio
ed il principio nei confronti del ?ensc:r;e non hanno nessuna alternativs, _
f!crch 1 1,ll.lternctiva. che ha~o sono i concetti, cio la trascendnza, soro
tutti:.' le cose che Denso a corainciare da Dio e e, finire- in Dio,. in t00do tn&

le per cui questa tre.scendt.nza assoluta,: che tutto ci che penso, tnnto
st~tn

t>i:J. magnifica quanto pFi non

r.iagniflcc nll'inizio, pcrch la.

i.Jnrti te. estr(-::rne. tr,.,"1 il .;>ensE;re o il pi;inCi?iO a questo 11.odo ?er cui COll.e

se il penscrc fosse dcstinc.to c... <'S::>e:re contro il ?rinci.lio in qunnto lo


deve necesse.ricJnentc.: subire cornc ci. che il, )rincipio in :..iuanto tenere
le v'.to il pensare nl

.[>rinci~>io

stesso, c.ssunto ques.to te.nere

sr:rc c,l principio, rle pe..rtc dcl ?rinci,()io questo essere il

l~g.:3.to

;.irinci~)io

il penlimi-

to nel l~mitc solo per;tcnerc il pensare fermo e.l ?rincipio e duntiue essendo .?cr questo .11 principio lirili?::c solo per
che sr.tr>.niemente
E

n~1enturr-,

~iocare

il pensare. Il cnscrc

il suo non :.JOtcrc essire verbo dE:l principio

il "Jrincif.)io ch9 beetificouontc. risponde c..l pensarf) come se stesse dicen-

do: io ~'Jrincipio mi sto costringendo solo perch s()IJ):> limite nel li1itite,

;er consentirf
1":G

&

te pens&re, di

eso~;re ~..,riruc

di me, ma.lgrc.do 1 1 essere tJri-

ck:l .pensl:.re. md confronti dcl princi?io sisnifichi pur sem;_.>rc il :Jrinci-

i)io che ai costringe; come se il


ho colilinciD.to n i)Cnsnre, dove ho
futuro che ho, per cui sono

srm_z~

:t>ri~ci.Jio

coL1incir:~.to

potesse dire: dunque perci

l_JCn~i::.re.

sigtlifica tutto il

presente;; e noi f.'3.cendo questo discorso

c..:r.i.e se fossi.mo n nostre voltn senz.-:1 noi

stc~ssi,

Mauritius_in_libris

iJerch otrern1uo dire di

noi che non simO n n._;l co1.1inciare::.: dcl ,1ens.s.re, ;>crch cppunto il ?ense.re
q~sto

co1uincicto, nentichc nel prcs.'.nte, perch


s.~.r8 comincin,

nbn si3nifice. che il tln-

allorE. ne.~mcbe nel futuro, )Crch _il futuro eh~ da

"IUCSto

:.>unto di viste. c;...rubbo ci che non ?osso .tJens&re in rapporto alle. cep,'.lcit
\,.~i.

\Jt:H:-Sa~Jio,

r:ueato

<li c:uesta prei-stqri& che il. )ensare di s:, stesso co-

1.;e slittcr,;,;;nto dc 111: preistorir.:. ella storia, il futuro . un togliere nlla

storic:t tutto il suo ~sscrc: stc.to cccondo i ..i>rinci)i .che l 'lu.nno f,~tto nnsccr!::;~ lJ.lor:: il futuro coi...c c,;,u~ot>: otoriG chr,~ il toglierf;; 1~ preistorie. signific.<:.

c~ssc-;r'~'

condnnn&.to

D.

riL.1L11ere tre. il

~1nssc.to,

tutto ci che il prin-

ci;>i:o atato c:lella storie., e la storia co1He il. futuro che tutto ci che
li

Gtori.~.

in u.nto ne:ccssariefaente togliere il principio o i principi

dnlln storL::. In cuesto senso il pem:i<1re si ritrovn Ad essere senza le


t~i:.qo

sihilit di avere un

,t>OS-

che si<. un tempo proprio del )ense.re: e questo

n.;c.ce clc; ci che alln base di questo discorso nbbie.n10 chh.f.:i.:.to l 'o.strazio-

nc

priiuc..rie. 1\. <;uesto plinto l' c.strc.zione iJrimaria co11ie tem;;>o espresso signi-

fice. l'inizio dcl ?enet.re, G(~conrlo il uc.le il pensare per questo si ritm-

" . nd essere scnzn tcr.11:> iJroprio


sniLY~rE;

zc. t:.::rn;>o ;?roprio, ::,>er


t~mpo,

suo

u.ll'ori~ine,

e dun..:1ue. e dovere essere scn-

cio il pensare non potr e.vere 1ilSi pitt un

in c,;urmto in uesti ten.iini il pensare . le:v1to a quel teml_)o del

tbr.:ilO che il

~)t:!ssr..to

rispetto c..l futuro e il futuro rispetto .s.l passato.

E uincl.i un pc.ssato ris~Jett:o e.l futuro e un futuro rispetto al ;:Jasscto che

significe. continuementc
;:i

eterni

to:~licrc

il .fJrf;scnte, ed e.ssere :filosofi e ?ensai-

cori.e fi~osofi nel I<lOlcnto. del ~?cn~e.rc si~ifica esst're eterni in

L;uri.nto scnz.:. presente e cio sbiVmciati tra _->cssato e futuro.


Si.mo tornati t:ill '~:r;tr.zionc prhiD.ria, perch la :.iuestione tornata.
lV~

origine: il pense.r.::; md cnfronti de 1 princi!lio e il

fronti ckl ;JCnscre sono senzl.

L~lternc.tila, ~lcrch

~Jrincipio

nei con-

1 unica e..lterno.tive che

h::.nno il concetto,. il concetto coLJC ci che l'essere diviso dal princi,Jio, e t:llorr:. ck .,;.ucsto
z1:~ ta1~)0

cd sicnzll

~)unto

~Jrinci~)io;

~a

il

vistt.: il pensl!.re si ritrova c.d essere scn~>ensc.re

scnzn tempo e cenzc .principio,

~)Crch neccssnrinentG co'.1e se il pnS,?.1:'<3 dovesse CS3eTc, esso ;?ensare,

;iril.. "1 del

,Yrinci~Jio;

l 'eosr:irc senza tcr.tpo dr-,1 pensarE: il z:isulteto inuti-

Mauritius_in_libris

142

le

d(~lle;

.:.ctrc.zione prime.rie.; il i)ense.rc cowe essere sunzc.

dt:lle. stesse c.strazione pri111arin ne:ll<!.


prila<~.rL'1

;>o, !'."estrazione

-~uele

tci:.:t~Jo

risultc.

il panse.re . essere senza tan

cowe tempo espresso e u.indi cor..ie quclln necessit

ori3in.-:-;ri.S. cttrnvcrso ln ,iualc possibile che il discorso co1&1inci, &llor.:


lr,.

n(~cessit,~

originnric che riguarda il

t~IU;;>o E:S~"Jresso

.zione )ril;ierit'. dun(1UC cor.ie


LC

c01.d.ncio.r(;.~

del discorso, co:te n.strc.-

ci nel c;ucle il ?enaare co-

se soecificcsoo il .cor;U.ncinre del r!iscorso; il discorso cosi cominciato

discorso filosofico

~"Jurch

il pensr:;rc nel coudnciare del discorso si tm-.

ve c..d essere il risult.;ito della astrczione )rimari::,; all' c.strnzi~.me pritr.::ri.e come

osprcsso corr.i.sponde il pensa.re coriie esscr8 scnzc

tctpO

tn11~Jo,

il

;Jens:::rc, per uesto I.otivo srr sempre scnzn tcr11po e sc.r:. sempre sunza ta.1'JO nell.::. misura in cui senza principio, um. in fl.l.!tnto senzE. principio si~nificc:

in qulmto si trovi; coniugato con il principio, dc. questo punt0 di

viste esoerE:
~)ensGrc

s~nze,

teti1po sio;nifica tutto il tempo di una coniueczione dcl

che il ;:>cnsare non possiede. Questa civilt3 di pensiero, t>Crch

l'essere senza tempo,

co~;ie c~ues.to

essere, da parte dcl pensare, coniuec:to

.:::cl principio, per cui l'esser(:;: coniugato al princi:?iO significl: che il

~un.

al.ire non possiede il teii1po ck~lln coniuga.zione di se s1;esso, quindi il pens.::r~ n ote.to n n _s.!l.r~, in

'luanto essere senza tempo non. si3nifica

sol0 potersi pensare co:ui.c ci che stato, che o che sar:l, per cu:i. il pcnsar2 co111.C essere senze. trn:.190 corrisponde dra.-imaticc:I11ente e.d una civilt. di
;:xmsicro, r:lla culture. storicc., nei lllillc 1.1odi in cui pu esseJ'e. dctt:w. contcLi)orc.nco., \)erch come se il pensare concedesse n chiunque di easerc i l
;)onsccoorc del tempo t::.ttrcverso i.l quale i\:.11i)Orre nl pensare

(~uellr_ coniu:~a

:::ione dcl pensare di cui :l:l pensare: non che non co.pc.cc, iue si ritrovn.
tem~o

c.d essere capece di unn !incapo.cit che si3nifica il non ?Osscr!ere il

follt; pro_t>ric.

COniU~Cziortc;

1P.zione une. incc.pc.cit,


Gssere,

pro:~rio

il non :_>QSSedere' il tempo del!:::

Iii&

coniu[~c.rlo,

incq,acit~

che consente al

Coni'li-

:~ensare

di

<:ttrcverso c:uestEi., incr.pacit, .il pensare i:>Ur seu1pr8 con-

tro il suo essere stesso orile


bQ

unn

~lrO.t>riG

incn1>ecit~

di

~Josscder

il panse.re, rne.l3rado '}uesto pur

.ucstn cr_)e.cit di

Wle.

il tempo che dovreb-

sem~):'C

il pensare, . gi

sue, incapacit foncament::?.le 1 ti:e il 1>cnsarc:

Mauritius_in_libris

nell~.

uli-

143

cure in cui riesce: 2d c;sscrc contro se stcszo

~ler

'uo1~.o,

il pensare

t.:.lm..::nt\; Ulae.no. dn d:-'.rC i11odo i:;&li uotdni di qsserc essi, contro il pens11rc,
,Jcrch ~li. uomini che ;iensim.10, siC.hlO tutti i i.101.10ntl storici in cui credic.uio di :Josscdcrc il tempo

d~l

coniugare il

~Jensc.rc

e di coniuge.re il pensa.-

re che st-ato nei nostri temp, :">rosenti; quando l 1uoi~to ~>rcsurac di css<~re
)er il i.>ensElrG:

perch~

c..s.sue di possedere il tempo

clell~

'".:.ensare, l'uo1110 ?resuue di (;:szerc ?Cr il pense.rc.,. r.ua in


~anse.re,
ess~re

. coniugc'.lzionc dcl
r~;clt

contro il

: i>crch P.SSUl11e il pensare secondo ci che il ;?ensnre , che di.

contro se stesso, perh ce.pc.cc delle propria

inca~lc.Cit,?i,

cape.cc cio

Ji non avere il ternpo delle pro1:">ria coniu3c.zione e perci l 'uo1.10 !)ensando


,..!i riuscire a. coniuge.re il pcnav.rc,.

chied~ndo

<.li suoi ii.omcnC' storici il

tci;.;po da. usare iJer coniuge.re il pcnscrc e chiedere il tcnti)O significa chie:- ,
f~

dcr'':. il principio .:tttrcverso il -tue.le cootrin:1er('. il ?Cnsare a vedersi


n.:s.lr.Kmte: coniugcto dc. c,ltro, m.n ...~ucsto in
Sl~re

;_:>erche significe pensarlo sc;condo se . o tasso,

tro s6 stesso,
1110

vcrit~

ll

significc servire il penSE'

3i il. pensare con-

queste r;1nniera evidente che tutto ci che

contro il p:nse..rc,

.:.1

~li

s~e.-

uoI:&ini

pcrtirc c!c.l pcnsc..rc a favore::, per noi uomini dipen-

d0 Ja ci che il :x)nsc.re

s~condo

se stesso, non secondo ci che io penoo

Glla rctc.fisicc., dove.: mct;;-,fisicl'. si.gnifice.. solo il fetto che noi uomini
si:JI110 obblic;e:.ti a .~ioccr.: ;_;ucstn pertitc. in ~ cmn;?o dove 1 1c..yversnrio i;i,~m
ca, pcrch mc.nca il
s in i-.1odo

cos~.

~xmc:'1;rc,

difficile dr. 1;..socrc contt'o se

i c:u.3llc inc;::).n:cit\, iuc:' <le;


~)ercv~

essendo

-1_Ue.ndo il pens.cre 3iocD. li pc.rtitc tra s

~>cr

~.i.uesto,

stf~frno,

per '-iUClle cnpacit

perci essendo c. favorc. de;;li uo111ini,

l;.: storie:: che poi la storir.: c.ttrc.verso la 'luale

ruo :fr.r.:! le storL. dci

1illc

di -)lcst.:. situszionc cho corrisjondc cl

to e
sto

tutti, il tcr;1po dc. :Jotcrt-; usar_e per


i111~Jortc.ntz

1>erch

possia~

i.&odi in cui gli uOL1ini .JOSGono illudersi di

sc.rc contro il pensc:rc, secondo le. frcudolenze uetflfisice cho sta


~)io

spie~,;.:.

fl'.t~o
~;oterc

~hc s~mso

t:.

~s

l'rinci-

che l 1uofao chiedo, n tutconiu3are il penso.re.

per un verso l' a,1gc.ncio de.1

rir', mfl ?er l'altro vereo s9i,q.::. in

~ansare

(.l\)e-

elle. sto-

_l' &ggr.~ncio del iJnS!-.1re alle.

storiL do3li UOltini sia '-iUCsto cig3ancio per clfli il ,?nnsarc tnl1uente verso e per 1li ua.rl.ni, & conaentire

eh~ ~li

uomini

Mauritius_in_libris

us~ndo

di questo siano

144

contro il pensare ed escere contro il?ensc.re significa riuscire a s<::;;>ere


us~rc

il ?ensere/secondo se oteaoo; ?Cr cui non per

virb~

~er rnclizi~

{!ll 'uoiuo che l 'uo11iO ricsc0. Ed essere contro il iJensurc, ma per virt) o
ijer m&lizic dcl r)ense,rc stesso che ~li uof.rini riescono ad cssero contro il
pensE.~rG,

ne3erc il pensare

dc.~

pa.rte dE,)li uor1dni pur sempre ci} che il

pnoc.rc consnte Eqli o111ini di penso.re contro il pensurc; questo per cc ire che il tessuto mete.fisico dcl ?enacrE: tc.11.1ente forte da. essere il tessuto di;;lla storia c.ttrc.verso 10.
gere Ciuesto tessuto;

11<."'.I.

'-iUE~lc

3li uomini vorrebbero r>roprio infran-

;?Otrcrnmo ~>cnsere che stiamo ;?Gnsando del pens~rc

cori.e di un <;U!llcoce. diotinto dc.i nostri pensieri, c.llorc: st[..:.renuuo facendo


ul'c~strazione, volendo' dire con <iuesto che stare1m;10 consUific.ndo unu c,str[l.zi-

ne 'dlunitile,
tren1mo dire

i..1&

astrc.zionc secondo un senso orieinc..rio secondo il

~strQzionc

le. suo. stescE,

pri1:1.:.ric. che le.1c. il :_Jcnse.re a

inc~.pccit,:1,

'~ucstet

~'UR..le

po-

capacit del-

dovE, attraverso l' c,struzionc pri1...-:ric vero che

':.rri.,rimr..o nl pem:.3rc come s1'ecifice.zionc della stcosa. estrazione !Jrinaaria,


rnt~

vero che tornimilo elle. stesse .:o.str:.tzione qur:.:.si code necesait?t di intE.:n-

dcre, finak.-iente, e non una ?olt;1 per

tut~c

te dal fetto che esse.. astrazione prirnarir.:

l'estrazione, indipendenteLenCOIK!

ter.1po cs_;;--,r(-.:lsso; c. ,.uesto

punto, cc vero che il ;;'cn::H:re dn "-lucsto punto e-li


specifica il corqinciB.rc dcl discorso,
diGcorso che il
t.~

pens~~re,

co1.-e

c~uestc.

fondcaentale, deve necess.::-.rir.aiKmto

teL1;.>o

es~resso,

deve intenckrla come

viot<.~

l~ spccificaziom~

un risulte.to che
dcl corninci'.re dcl

capacit dclls. sur:. stessa ince.i)aciintender~ 1 1 .:::.str~zione


.~2strazione

che

sic~

priuu:ria. che

estrazione come

te.le indioendcnte
dc.l suo essere tem.a.JO esDrcsso:
siarno a ;..;uesta fese di ri..
...
0

torno. del pens.::re -.21 co..d.ncir:rc dcl discorso e il. pensare sta torru:ndo sul
comincinre del discorso iJerch ilr cnsare lo

s~:iccificf.lrsi

del cond.nciare

:].cl diacorso e quindi il ;:>enso.rE ht. ln necessit-l di intendere le astrazione anche

primari~,

mo. indipendente dal suo essere tempo espresso, diverso.-

1..icnte lo. estrazione, in uc.nto i;lriunrin, in un Lttih.o sarebbe il ?rinci;;io


e le. .fine di tutte le t:.stre..zioni, si tratte. ..-:.llore di definire l' lstrnzione, il pensnrc nel stio torne.re alla estrazione prime.ria co1;1e se non dovesse elu.<:lere lc.. neces_sit:\ J.i definire l'estrazione, non solo di trovc.rsele.

Mauritius_in_libris

145

ck.:f:i.nitc.,inf!'.tti la ~s-tro:;.zivne prh1t1ria con1e tern.po es?resso l'essere l'aatr,s.,zione dC;finita"

i:ic.

il pcnsa):'c

t~ ...iucsto

punto, nel suo torno.re al corain-

cierc del discorso, cohle se fo;;se richiestn <li astrarre lt: stp.ssa astrn

zionc, non di trovarsi

l'~s~razione

'.lo espresso signi-fi:1i il

co:a~nciare

collie ci .>ermezzo della '1\Ulle il temdcl diocorso chp pu fare a menQ di ci

di cui l' esistenzw. non pu fe.re a meno e: quindi . c.Oti&e se il pcnsarp chiedesse per se stesi;;o di esser(; .t.slumte contro se stesoo

3.

essere c.nche J?er

ci contro ci c?ic 311-st:i: .i.ille S~Jallc; e ci che 1li st.'.1 c.lle spalle lo interesse co;1t;c: astrF".zi'onC"cp--rirnttic., cio couc l.' ~stri:zione in quanto tetil(>O
.. ,

cs!ire:sso, cio in quc..nto }Ossibilit.'1


use.

In

~~ucsto

senso il

~xmsarc

~-i

non u3are ci di cui l 'csistenz;:::

nel. 11tomento nel r;_uu.le,

s~ecific~ndo

il co-

1incierc cl discorso ritornE e.11' nstrc.zion~ primaril significa nece:ssit


1i render
ZL t~m_po/

astrt.tt~

cd essere;

la. .sstr.:.zione :pritlt.ria, .'ro:?rio perch il pensare sen~enz::.

temilo

vuoi <lire, essendo ci che

~Jerch

1 1 astre.-

zione J?riIJlerir.;. , dato c.h..:.; l' c.strD,zione pri&.iaria di ess(::re tempo espresso il suo torn'lrc elle. F;atrr:.zione priru.."'1.ria, cio il suo tornure c..l cor.dnciarc del discorso ncccssr:.riai1ente richiede di. csse-rc capacit di estrcrrc le.
e:strozione, di rendere: l.n 'c.stra.zione ;?J:'iml'..rir. scnzu. il suo essere cmdc tan~o

espresso, dato che, 1 1 c:sserc co1.c tm.1po es?rcsso d& pE<.rte

ne ?rime.ria ha condotto il

cOLie

~)ensnre

dell~

;1strazio-

e.J oss.ro se.nza. tewpo e scnzc princi?io,

se il ?enscrc non ,dovecsc :;,.)i:

cov.:~re

lfl pc,ura. met.afisica di

si il tempo per c.cr.c.a.rc: .. di CQ.?irlo e i.)Cr dover.::

~)Oi

ritrovnr~

invece riconoscere di

non potere crqirio (ricordate le ciucstio~i clr:~ssichc sul teiui,JO, autcnticcmentc critiche, c:uendo sono .!2ppunto senze inibizioni c:.llc, mc.nier!:.
nc., perch tutto__ci.Q __ qe:

a3ostini~

f;losofico nel discorso .::3ostinit:;.no l.<: i.umcan-

z[, ;i.i inibizioni, sdnze


twero
sco'~10dato Freu<l, la confessione 1"..JOStinin.no
.. .
.
-:~~-<-'

1.

i11 dire che f ilosof icG.ment:e non ca?isco niente de 1, teL1po e dirlo all.::. in.::.nicrn cofoe lo dice S.1.\:3ostino, si3nificc. ,dirlo scmzc:: inibizione, cio senzi:-: essere inibito).
Cc orieinariemcnte: il pensare, s~mzc, tei,.po e senzc. lJrincipio, tormm-

do sulle. astr.:~.zione i-'riri1a.ria riesce: ad essere (;uesto specificarsi ris?ctto


c.l cfiiincie.r(~ del discorso che lo, ha fatto co1.:dnciare, ris:;>ctto allr. astra-

Mauritius_in_libris

14> . -

lr~

zione deve riuscire tv:-1. escre


il

,_x~.nsc:rE:

c.str.::.zione

ori(!.in?.ri~.racnte lc:r~.to

cmi.e

dl"~lle.

stcss6. astrazione, cio

e.11.:. necessit di rendere la D.strc.-

zionc ;_Jrilul'..rie senz, il suo essere ter.:r,.)0 espresso, e dopo 9uesto il pc;?nsare non

~JU~

nvcrc pi il :,Jroblem. <li dovere cc.;.>ire che coso. il ter.1po; di

1/ dr: 1lucsto discon~o, o?,ni filosofie ~oszibilo do. ..:.iuesto ~lunto di vista
(': cri tic,-:-; so coi:a;?rende che il tet11po non un problema i cui la filosofie.
.lcbb::. occupcrsi, non esiot:-o il problcml'?. filosofico dcl tei;:i;)o,

i.te

questo dal-

lo stesso fl:tto ori-r,ina.rio dcl ,;cna:::rc che he origin.?,to le filosofie che


critic.~uentc

ci sono occu;ir-.te del tcu;.o

quando hmllo ca._?ito di non ccpire,

lbnutiluente ~ 1u.~n':~O h.~:mno creduto 'li CC.)ire il tcr.lpo. Il pensn.re che torna
sulle t:.otrezione

?ri1.1r.:.ric~

il pensere chiamato dc si:: stesso


l'.:1stn~zionc

r.strc.zione, dove definire


la rnisurc, in cui

~>ocaibile

li:sci.rc

~1ue.nto

definire l

definire l -

sis'Ilifica definire l'aatrn.zionc nellr:~

c,.straziono iJriLlcria senza il suo

esoer:: tcrna::>o espresso, intr;nto posso definire


tc del ?Cnsare, in

e~

l'e.str~zionc

'astrcziom~

;>rwnria da. J?a.r-

da parte. del pensare signi-

fici::, li1&.itarlu. c. s, o ren.lerl::. 1:1.ztratte., l.nscie..ndo c. se stesso anche il


tcri::::o cspr6sso, r!.llorc. 1 1 astrazione senza tc1apo
ne

~Jer

..:!

il tcr11po senza astrezio-

cui le: definizione dellu estrazione :i?rii..c.rit::. significc:. 1 1 .s.r.trazionc

s::mz.:. tem;;>o e il tcr.1:)0 scnze. r.:strc.zione p:::r cui, per questo vero che il

tcuqo noll" cho concreto,


ix~r

"1'irt:1

trcoccnentc.l~

h;r:_

<lel tempo ci che concreto sono io, e non

di pcnsru1Kmto estetico, ma per peceto tuondlmo di

virt' esistenzi:i.lc, e 1'0o:K;rc io il concreto dcl tempo ,:leve essere la resistenze di ogni uo1.io c.. f1:ro. une. filosofi.ci di
ci intere sin~,

Lln

'.,ucllo che

intercssE~

~uesto

l'astrazione

ed :..:u.ello che non


senz~

tempo, riuscire

cio a definire 1 1 e..stro.zionc in 1.iodo t'\le Jc. tJOtC\rln definire vuote di s,


r1.'..l.n.~uc

il pcnac.rc:: tlcvc riu:;circ disperctc1aent0 n dk:finire l'astrazione pro-

,Jrio oerch il :)enscr


....

...

&

,.=uesto riuscire c. svuotc.re l' nstrazione di se stcs...

st: ,., c. renderli:: tElucnt:c Lsi:r.r..zione dr, iJO'tcrle. definire astrattn e


tL de.

E:!i..'.

stess~., non ;::stratte. da. ci cl:e il suo essere co1-..c. tem;>o cspre-

zo, cd il tcr:.po cspresuo senza


cn.,

i11c:-;

cv, di cui sono

11J.J.ril:.. in

a.str~t

-.~ucati

pi~no

c..strazioru:~

io coue

non ci di cui l'astrazione i11an-

esistent~ . llora

l' astre.zione pri-

tcnaini, dalle. p,rte dcl ense..re il pensa.re dcstinc.to a

Mauritius_in_libris

147

~Jensll.ro

:xmsc..rc 1

1 'c~strnzione
i.in

co;J~ ~)rbmria,

ci~

cio co1.ue

che cowe ci che prir:u: .del pensare, riceve <l:l.l .ftlt.to che il

i'K;rt.Jr:re ci noi cui confronti esse prima, un


suo essere.

che non solo priue. dc;;l

prir~lC. 1

si~ificeto

diverso del

perci priiaaric. e non prifiia, estrazione che prh1a del

)CmVirc alla. con.;}i3ione

;.Jer~

che il auo

csscrr~ ~)riI11a

dcl penae:re

di~>endt!

L-:-.1 pensare, l'essere cowc :JrU.1c.rin non dnll!i. E.strc.zione, mc. dG.l ponserc i;crcb. sia dnll' ast:re.zionc: dire r:.strc.zionc priraeric, si mifice. nvHre iul;)e~ncto

il pensare, perci,)

c:~stre.zionc

priincria vuol

prim.s che non corrioponJ~.; c.ll'eos~re !:iriina

COli.C

dir~

un modo di essere

t~lc. L'astrazione allora

;_:>rimD. in <-tUanto di:)endente d02 ci che dopo che il. pensz!re che all' estrczione ritornn p\.:r renderla astrc,ttn, ?Cr rcnderlr.. cio senza

ci~

che

essa , tempo espresso. t.. questa punto dovremmo riconoscere che il pcnse.rc
non :?u essere esso stesso o. definire l'astr..::zione, :Jerch il pensare oome se fosse il IlOdo .:.ttr:werso il iUD.lc rendiamo astre.ttn le: stessa ustrazione, conie se. foss:ko condizion~.d. c. rensc.re che il pensare un raodo
c~.ttivo
i~1odo

di c.ppropriorsi del principio, ?rch fa.Te diventre se stesso

nttr.:;,verso il.

,~uclc

por un verso il

~Jensare

corae se fosse, in 'iuan-

to i.iotlo, :sentato dal deten11inure l' c.strc.zione, ~)crch fure diventar'~ se


ct:eoso ?ensare,. 1.10do e.ttrc.verso il

{~uele

per. un verso il pensc.re corr.c se

fosse esentc.to dai deten;;incrc l 'estra.zione,

1.1.C.

~1er e.ltro verso coruc se

il ?ensnr'inchi.odassc l'astrc.zione a p.::.ssarc nttraverso se stesso


sere 1" o.strc.zione astrctt:e; cio

n.ctra.zion~

~'cr

es-

senza terrqo espresso. E questo

)otre.bbc sigaificcre fare un<:< dor.umda di ~iuesto genere: "Qunl' dci nostri
~ensi

che possc distin?,Uere :;li istanti e i r.io1=icnti, figliolo.nza insinsibi-

le delle:. D.strr.:.zione umanr.. e; nomi senza sog1et.to dellr-: indiviaibilit ideele?11; in rc)nlt ato ccrcc.ndo di dire questo: il pensare pervenendo a 'iuel1 'cstrc&ii.O li sn stesso che il ritorno sulle.

~strc. zionc

ri1ucric. che lo

h:.: fr..tto nc.scere si ritrov.s. det . ~n:1inato r. dovere subire qUC;stn donanda che
o che pu sembrr.re un conf!Jmsnto di i.i.eta.fisica, ci sono tutti gli ingre..Jienti :>er
une magnificL i(:to.fioica e si trD.ttc di sr.,l)ere non solo distin
gu.C?re cori i nostri senGi 3li isto.:nti de.i ir.or;:.enti, ma istt:.nti e Lio11ienti dal
~

tcm;;>o, tJerch.. istanti e momenti sc.rbbE!rO figliolanze. insef1aib::..le della

Mauritius_in_libris

140

cntrc.zionc Ul:l&nC.

nord,. scnz::: SOgJetto, CiQ concetti tolr1iente pieni .Ji mn-

dc.E1ento da essere senzn fonch:iroonto, noLd senze.

so3~etto

divider<:~

t ideale cio di tutto ci cho non possL-.mo

delle. indivisibili-

dc se stesso cowe ci0

che '-lOOStc. cssolutczze delle cose che vosso pensare )er raczzo dei nomi
senza sogietto; e si :;>otre'bbe.dire: e non potrellIJO fElre filosofia. in .;uesti
eh~

tenJin1, O?pure tutte le filosofie


di cosere:: une risposte;

<1:_

fn.ccir.Mo non hc.nno asGunto il rischio

-~~u~stG d01mda? per.ch si ca.pisce che dei nostri

sensi nessno distinzue istc.nti e i101;:enti, a.11,orc C:uni:uc le. ra.:Ji_one, il )ensi::-.re>; b<.:stcrebl>e riuscire. e risi;ond(;rc 0rdinatmnent:c a. 'iueotG.
potere f.re: filosofia.,

_b.~:,3terebbc

do100.nd~

?:Jer

intendere il senso inao,rno delle. dor&ll"cnda

per potere dir-.; se 11 pensc.re ;:Ju vcrmi1entc definire .1 1 astrczione co:1c e.str.:-.-

zione, l'ostrczionc in .;,_:uc.nto Ul.1c.rn: pcrch produttrice di figliolanzo. insensibile9 potreni.l.10 dire riro,luttrice di idee e

rR~ione.trice

di concetti; se

il- ?~mc.r.rc nel rno1i.ento str8rao di s nel sunle torna alla astrazione primarV.~.

ci ritrovc cond&nnG',to

G.

dovere essere une.. risposta e <-:uesta dor;is.ndf',,

io sost~ngo eh~ il dovere che il pensar~ n ~uesto punto. non di dnre


ris~Jostc.

cio lu

c.. :,;uestn don1E,nd:o., r.:i'!. di chiedersi l& ragione di ::ueste dom1.mdf~.

'_)aternit~,

non solo in senso biografico; il pense.rc che tornf!tldo

c.l princiijio di- se stesso controllato d;: t1ueste do111nndtl come se fosse
il pensr..rc cl ::ul?.le si dicesse che: tutto ci

~.ttraverso

il GUD.lc si pensa-

no i concetti, si pensa .il tm,1t>o aei tu pm'l3c,rc, perch non sei nessuno dei
i~1portc.ntc,

senni; r.u: dicicrao di chi ln d01.1D.ndo. ed

pcrch dire di chi

l'. don.andr._ si3nific.:: chicrire il discorno e non doverlo fare tii~) con l 'c.vvertenzc. che questn urie donumde. cattiva, perch une: do1uunda se.duttrice di filosofie., in .:luc,nto
ficato filosofico de. ;>ot2rc

?U

sernbrr.rc

ess~ro.

une~

do1i1andP. tc.h11ente densa di signi-

consider<::t<: l'archetipo t..ictodico e con-

CE:.ttu&le; di ogni filosofie, '.)utret..u.:to fn.rc r.:iolte storie di nolto filosofie


c,s3urnendole com.e risnoota r.. 'uestc. dofll.ndn: le do1oonda .i Lorenzo Belli~

ni, scienziuto. dcl ')00 (Discorsi. di C:.nc,t0L&ic), e non poco se uno scicnzinto riuscito r. )C:nsorc
~s3ere

st.:duttricG

~li

un,~ doL1;..n~1

cos cc.rica. di concetti de. potere

filocofic.; '-:uesto _im:)ortente pcrch oc uno acienzie-

to che scrive di cna..toudc~ Ci)a.cc lii une do~:u:mdt: di uesto .tipo corne se

Mauritius_in_libris

149

lr. filosofin si ritrovcJ::cc c.nticipatn nelle. sue inutilit storica. dal fat

'

tO che noi
cot~

~Otretnli~ f~re

f ilosof in solo dando le riS?OSta cd una dorw.:inda

queste. 1i cui ca'Jfice uno scienzir:to. che scrive discorsi di c.ne.tou:dc.1;

c;.uello eh\! Jrc~''c <:. che ..-1,::~ iucsto ?\.U'ltO .i viste. noi iJOtrrn,nL:tp illuderci
...

di i)enscrc nella

t.iizurc~

in cui pensere potrebbe corrispondere solo nllc ri-

sposto di CUi si&.10 capaci nei confronti di unt-. domcndc COi.il.C quest_a di cui
stato ct~pc..ce uno scicnziL~to, nel aenso che r.,;_ui scienzic.to significa s..ttrn.-

verso Lorenz Dellini ci.::&sctino di noi che C:?ace di ~a fisiologia :el


~~GnGiero C che!'. iritcmclE:n,o le, fisiologie .dcl :pensiero :~U illudersi pr 400-

sto e sol.o per :~uesb::> Ji ess\?.re; filosofo, tuttn la parte .di pensiero. ~reco .
che

<~

dott<. dci nturclisti, pu casere intese-. cot:iO fisi&logic:: del ?ensief ~61J in 'scrrno greco significo. n.~turc:.; fino

ro, dove
...

Socrate ~l pensie-

l,,

ro 3rec cos1:aologico, 8<l io vorrei rile::.merc Talete, che. proprio


.
z~o

'ini-

:131 discorso; ::>'cr cr.)irc che

ni e:ignificd non fare

filosofi~,,

ris~Jon:lcre

c.lla do1uandc di Lorenzo Belli-

ncll::. _raisura in cui per Lorenzo Bellini

si3nificfl- :UD.lcuno. 'Che st.;.to <.lbilitnto da tutta la storia del ?c-,msicro


'a ,~otbrG ft~rc une. dolHt:n.:,: in questi tennini per cui potrebbe essere c.ssun-

te d.[;l ;>wito di vista ,~.l' ti.n discorso cppunto per questo. iJCt.:lfisico.
U: citc.zionc <lcl ncllini cerve ncll~misurn in cui riuscie.mo ~pensare

indii?endentcm.ente cielh.
::: q~sto ?Unto

:._

ris~:ioste

che sono strotc. de.te e.. .:luestc. doiuandc, ed

coruG se il :x~nncrc focsc soltGnto un pensare in modo tale

che ix.nsnre significhi . ris;:>onerc e. unD. domande. conccttlosa, ris:Jonderc in


"~unto

il rispondere riceverebbe

dignit~

filosofie.'! dc.lla c<:mccttosit del-

lo. io'.:1c.u<le.; ecco perch ci.t0.rc il pnsqo di uno scritto iptotol.::to "Discor"".
si di a.nc.tomin" signif ice dovere co.pire clm, se uno .scenziu.to pu

J?~rr~~tter

si di ftJ.rt; doi.u::nde concettose, coi;:e se lo ocenziato .trovasse disponibili


i concetti. In fondo il pensc-,rc in un certo <110do ste.to

~toricJI&lattc

la

1iuatificnzionc accondo ls.. ,~unle :i.x:nscrc 'r.'. questo ,1uodo significa a:,:>prprie..r-

sl

di concetti) cio ren<lcre concettose le <lonnndc, .. co::te filosofe.re si;jrii0

fict:. sf~i:;er(;. fcrc cert8 ,~lm1..~mdc fondcmcnta.li pcrch yienc della disponibilit dci

concetti~

il che

)resu~onc

che i concetti siano, e sicno tG4...ente

do. potere essere disi>onibili ,_>er chi se ne appropria e ~Jer ~.hi

Mauritius_in_libris

ha co..11c

me-

150

stierc Ji

~>cnacrc:

nei termini nei ':uuli pensare: si'.1Ylificc una appropriazio-

nG in-~kl>it~ di concetti, o quindi une. oort.::: di ladrocinio storico. Invece


d~.l

:.;unto :li vista dcl discorso orip,inerio, secondo il

t:u~le

il pensnrc

ne:cccsitQto e:. torrutr: sulle. e~str.r.zionc ~riI..ir:riE, dc, <..~uesto punto di vista
quelle d01.mnc1.:: sta ::, cisnificc.rc che potre1.to fl'..rc il ,roccsso storico del
;;cnsr.,re, avendo

l~

ce..utell.'.'. cri tic e per di

c-.:~;irc

che rif nrlo coi;c risposte

::: -luella do:-.snde s.ignific., c,sscrc atati r.-.nticipr.:ti dl1. ::iuclla. domanda, ?Or
cui <u.;;;llc <lrn ~;.nd.:: co
~rcce;i:!c:

to ci che le:

1c

oc fosse. cC.i_)C.Cc t:-C..rG.dossal '.lente di c.nticipHre tut-

-IJerch

~:uc~t.s. do1~andn,

se hc:. un senso, hc il scmao

::1cll'c.nticipo critico noi confronti di ci che la precede, ,)er cui non


1
necesse.rio ci-J che st.<:"~to, l.~le. nccesGllrio cll che, essendo stcto, viene
r:ntici~)c.to~

in

~:uc.nto

1..c.nd::.,

Queste; do1<E".ndu diviene r.1ett1fisict: perch ri.:.c.nu senza

c.nticipc.. tutto ci che stato in rnodo da

in

:~uel

cotuc do-

r;on esficndo in ci che st.:::to, mclgr&do sic. css.:=-. stesse capa.ce di

:.::.nticipl"~rlo.

;>.::..ci c.

~iustificarlc.

c.ne..~ufe,

Allorc. l 'unicc. coa! ncccsac.ric n.

~.;uesto

-~ucsto

1aoo e di non pensare in \;ucl i:i1odo

~cr

punto di essere ce.cui, e.vendo pensato

i,1odo, sio. possibile une. do1;1t:mdc. :!i i..iuesto [jenerc: ceco

~'>crch ~~ue-

stc. domcnclc. un modo r:,ett:forico, banale, c.ttrc.vcrso il quclc D-ssumismo i l


senso di un

?ens1:~rc

che:: solo crcre rjcnsnto schia.ccilto dalla douu:nd.:. che

lo hv. Lntici:)a.to.
In 9iest:i ten;iini, ton1cre ci.a parte: dcl r>ensare r.11 1 estrazione pri1..aric si311ificu.

tornar~

in ci che 1 1 llstre.zione co:-:ic ci da cui il pensare

lxnse., tornLrc n ci che il ::>ensarc 3, quelle spccificaziom:! <lcl CO::linciare del discorso che ;;icr un verso s:)ecific2. 1 1 eotrc.zion.e primc..ri11 e per 1 1e.ltro verso d Lodo c.l ;,xms<..lrc di coriiinciare;
11 c..strc.zione
c.ctr<:.:~iQUe.

~>r~l.dl'.ril: ~hc

~d

il tornere del pensare cl-

L:.scin 1 1 cst:rc:zione scnzu

tem~Jo

e il teiJpo senza

Cic.fao c:ll 1 c.strc.zione <istrz.tt:n dn parte del l.Jensere,

nu c.strc.ttc.. dc. ix. .rtc


:::tior.2,

foC.

c~el

IiJa

.:.strazio-

:)cnserc che t>U pe:n11ettc;rsi cli essere posta in \1ue-

Lorenzo Bellini, iJCr dovere subire l& necessit di non ;otcrc


~

co:.:iurE; poat;::;. in ':}mstione ed 1 1 :--.strazione primaria, il :>enGc.re che origin".'.rio:..icntc nelle. s.strazionc r..:riuiaria riduc 1 1 e.strazione c. se stessa, )Crch L-_ le.scie.

&

Gc~

stese;c. scnz"" ci che essa co1ae tempo espresso. Il

Mauritius_in_libris

~>Ct'l"'"

151

sere:: in
:Eettr:.,

~~ucsto

s~;_Jendo

llC

oir~nifica

senso

che lr;

cot~i

dcll 'o.strr;zionc

(~uestione

c~.nchc

elcr;1;:nt!';re che si pu

il non ?Oter0 fare L:i questione che stata


st&t.c. fette, cio essendo il se.?crc

i_Jeno&re che non posoibile

sost~mcrc

il peso

.'.lctrr:.ttc, per cui rime.ne necessario etio l' nstrnzionc

sic. uuc.nc., '.?Grch ori;;inc: ::a ttto ci che "fi3liolc.nzc inscnsibilc 11 Il


~cnsarc,

r.lisur;.:~ n~lL::

nella

unlc riesce e: torncre nell'origine che astr!l-

zionc priiul:.ric., cio :1d esocrc iu:u:mcnte c.11 'r~strr:.zionc prirneric., in c.luestn
misure. il .Jensnre {}er un verso
no, in ,.ft.J.r.mto si

1JU

sr~pero

che si

;>U sfuT~ire e:. ...1uesto

ritor-

intendere l' astrnzione co;..!C ci che; derivate dn una

oper.:.zione della ...:1Ul11':, il so~netto ncscosto, i;c cvidevte, l


cou.i prot2.3onistr. clcllc liberazione dc.i sensi, per cui

'uo11io

st1;sso

~strc.zione um.::;n~.

co-

me -or1 0 inc dcllll. "fl3li0Lrmzc. insem;ibile", dove tutto l 'ess'crc filosofico


z:>ossibile sC:.rE;;:>bc costituito <lc.l poter essere
lc.nzc, cio non le3ctc

~i

sensi: per il

inscnsi~ile

~ensarc

si

?U

cli

'-lUCSt~.

ridurre a

f13lio-

~ucsto

discorso nelle r.1iour.':'. in cui non riduce l' .::.strc.zione.


Il

pcms:~:rc

origin~rio~cnto

si ritrovc.

al bivio di una c,lternativa che

li-, se 1\lCntn: o riduce l '.:.;strr:zionc al ouo essere


zionc

ll

se stessa, e

Clillnetl:e

di

r~.ovcre

lE.sciat~

zione, perch hi astrc,zionu

Ulil<:>ns.,

o riduce l 'c.stre.-

rinunziare nll 1 identit clell 'astrll-

e se otessa significa senza cic) che

la fL. essere quello che , cio tG1apo cs)rcoso, o ridutta in r.todo tale dc
lr.:scir..rlc senzo.

00~_3ctto,

e ec non

~jusso

lascie.re 1 astrazione scnzE:

so3~et

to, devo ridurmi cll 'um,:o, nel senso s1:::condo il 'luele filosofia significa
ripetere tutto ci

ch~

!';. un trovc.re continuo,

e in questo trovare continw,

trovo c.,nche 1 uomo cotii.C I1odulo di tutti i trovaz.1enti possibili, perci


nr:.

UL1a-

l'cstrlzione. Il tornc.rE: dcl pcnserc c.llc: estrazione primaria significa

~""nche

l,iuesto bivio,

oo C&.i)ir0 che
''k:ndo e

~x~rch

9ossibile pcn::o.re <.mcho in. <:;uesti termini; pens.s.re ris?on-

~1uclla :~.OI.JC:ndc.

strazione

si111ificn che dc. (;ucsto punto di vista che l'Jos-

~JriL.C.ri<.:,

une.

~Jros_;cttiv.::

che nel

pens,~rc

cape.cc delle a-

cio il pensa.re; che rinuncia. all'origine

storie::~

e cri-

tica di se st1asso, il !_)Cnsl:rc che risponde, lita il f>ens.::rc risr>onde pcrch


lE; ris?oste sono ser..ipre une. pros1Jetti'i_rc. del .t_Jensarc, che si trova nei confronti dell'astra.zione a un bivio, tr;:i. l'astrlzione lasciatl. a s e l'astra-

Mauritius_in_libris

152

zi,onc dcdicc,tc. e.ll 'uor.o; come sc. il pcnsnrc si trovc.sse le3c.to originari.:.fondet~.ontc..\lc

r.1entc e. un aut-eut chq potrcbc essere


0

'

c.llorc in ..;iucsto scneo il ritorno del

~:xms[.:.re

. l 'coclusione dclln sceltr., in qucpto, se la

e fonclcuentale non

sull' e,.ntrcziane

scc~ta.

~'

?ri1~;rie.

posoibile, si;30ifi-

ce tutte le rispoctc che posso dare co~;~ une sorta di docu.1ent11zionc critiC:

delL-: scelte ori3irn:ria, . in

1:ti.c~nto

:t

neri;:;. .ell 1 ~:-tstrazionc


re 1 1 astrazione nei

l~.1scic~:c

confrC?nt:~

.:

se

<nesto n&scc dalla. prospettivn origi.;.

ste~sc..

Il. pensare; non oce1lic di astrar-

delle,.. oceltc. delle dedicnzion' Q.ll 1uo1;&0,

nel 1'10l11ento in CUi ritornc .11 1 C~sf::r.::2fon~ .pri1,ie:..riL, . Si troV.C. nel fViO che
viene scelto contro l 1:cetrc.zionc E;strotte: perch il bivio che il pensnr; non

tJU

scc 3liere che le.scia .:.-: tutt~ le scolte, _perch il bhrio iascic.-

to e tutte le scelte significr,. il ;?rinci:.>io cli tutt_e le scelte che ?Osso


ft:.rc, conouJr..ndo l 'nstr1.'.:::ione unanc., tenendo presente eh<=! cce3licndo uelcosr::, sono stuto scelto d.:. tutte h.: scelte eh.e faccio. In .questi tcrr~ini
il

~1cnscre

che torncnqo c.11' .s-.str.s.~iono priEi<::rin, ;:>er <:jUesto il pensar;,;

i,1edic.nt il ~~uc.le 1' ~;s~r:."zione w:~ c.strr~ttci cln

stese>L, _c COL~ se si;~ifi~

cc.sse il i:>cnsnr~ dctcr.ainc.to cd esf.>erG contro 1..,;uc~lcosc che, in origine, lo


ri~l.r,~.a

in protJrio, ;ierch il pensare che viene detcrmincto ad. essere

contro tiUC..lche cosa c.hc in orieine lo ri0U<J.rda in ro)rio, ~x~rch ~ il pcn;Jl'.".ro che ,viene dcten.~1incto r:>.d Dsscrc contro, verso une. cstrcziono che l'u.i=tr:.zionc pri1J.eria, dove .:rntrczionc co1,.c :)ril.ie.ria si30ifica l' astr.:.ziom:l
,~.strr.t:ta.
c~uc,nto

e nstrc.zionc ,a,z_trtta di"Tisc nel suo s.tesso essere ;.;rhJ.Crio, in

il suo :;sscrc r.strczionc co1,J.C i)ri.iuc.ri.:;., ci30ifica

re

~riliC.

L;Q

dire 1 1 astr;.~ziope in

~,uel

modo di esse-

rkll' c.strezinc che nol'l; l'essere prir.1c. cm.-.a tc;lc 1 o sarebbe co'""

i)rinci:pio, nit:

S(;l.1Z.2

'luc~eo

;_lri1,:nri<:: verr0bbe essere

tempo, cio {Jrinc.ipio )erch

oi.~

nel~o.

stesso temlx:>

un r110H1ento d::-.1

SU;~le

il susoeguirsi clei 1J"o4...:mti consi.;wa S{~ st(:sGo .nei confronti di ci che sta
,ril~a. Du LiUCSto ~unto '.'a viste. 8 .coi;.ie so ~l ,Jrocesso del pem;.:.:ru fosse iJro-

cod.e:re e inYietreJ.3i:rG; nel i1101.1:mto nul 1:.ucle: dobbil"sI1iO cercare cli intendere il

~Jensc.re:.

origincri2..r.i.E:n-::e, . nello stesso teLl?O la astrazione eone j_)rima-

rin intende che il ouo essere


se:uzt:.: tc1:&i'.)o, perch per un

1}ri1~iuric.

~,rcrso

significa essere un princi;>io, ur:

il princi?io doVTebbe essere tale

Mauritius_in_libris

ris~-,et-

to c.

S8

stccrno, raa p:}r

153.

'!Xil ~ltro

verso dovrebbe essere coinvolto in ci che

n,:-.scc do.l princi_;io. L' .~1strczionc !ovreG riuscir(;: ad essere identicru,Jcntc

1~obile

e' iI.a:.iobilc, in '.:ur.nto, dovrebbe essere iltu&iobilc )Gr ;,otcrc esse.-

re il punto dc. cui r..;uclcooe si svolge, mn anche raobile pcreh ci che si


:::vol~r:;

aie '-iUlllcoan che coin1olga in s ci che lo rigu.:rd.:1 come 11 suo )rin-

ci~Jio;

corne so 1 1 nstrl'.";:Z:ione cor.e pri1.i2ric. dovesse

css~:re

questo !..iOdo di

(;SS-rc pri :.c. che nn l 'esacr.-) pri;-ne. c01;ie tnlc; ecco perch 1 'estrazione
in

,~uanto

nstr.:,1tt.::;, l<':.sci.:: ~c..

c,

1110.

in

~iuc::a.nto

?riL..c;ric. 7ienc divisa. e

viGnc divise. s.ttrc.verso ci che esso : nstrazionc astratta. quindi in


to il suo casere
vit

t.::-~lmente

~strcrL:to,

cio il

divcnt~re

~:uan

dcll'c.:strazione una sostc.nti-

origine.ria, to.lc d.a essere

lL stessa sostantivit.\

di se stcssD.; 1 'nstr.:.zione che in .1u.:.~nto prilile,ric essere e.stretto questo essere cstrntto che in
cno~

in ci che

-~uanto

priranria .ivisn in ci.J che Ess.s , non

in uwnto essere astrQtto, ma in ci che l'essere astrat-

to co1e aat:r:1zione coiuc: c1rilii&ric, l'essere iJri:.1aria .:{ell' e.strc.zione come


l'essere lascinto n s otr: c.

signific~ro

che l'essere ?ri1.ilBria l'essere

divisi di tutta la plurclit che nascP dal fntto che coLJ.G priil>O.rin 1' astrazione divisa, in

~ur:.nto

l'essere divisa dcll'cstrnzione l'astrczione

condotte t:'.ll 1essere e.stretto

COl.ie

tele.

La 1'.JCStione st.:'. tutto. in <jucsto'9J:>do crucie.le: .devo


~strt.1zione

intender(~

che l'-

inn1cc dn ci che esse 2rcsuo:)one ncccssarim11cntc, in 1i1odo tale

che il ;Jresupporre

eh(~

1' cstre.zionc . fa f!SS<::re l' .otrnzione, wa idcntica-

mcnt l' 1:,_strf"'zionG che fr-,tta essere da ci che essa ,>rcS11pponc anche
ci che

Stf.'.

:'JrLm. <li ci che le fa CSS(;re. La ifficolt~ sta nello sbc.nca-

mento che hc: contro sP stesse tutta le ctrctificezionc erudite delle questioni filosof icha, ?Cr cui c:uc.ndo dicicrao <lstrazioni sc.;_'lpir:>lilO che e'

~uclchc

cosl. da cui e e ' il so3getto che .'.Str.::::.C?.. Inve::cc io sosten10 che. (:uest:o stesso '.:1odo d'intcnf'rc che l'intende.re storico non corrisponde a se stesso,
xrch

~uc.sto

intendere corrisponde <\.d un ?Cmsure origin.,,rio che

58

ricstz:e

e. torne.re sull 'cstro.zionc primaria, riesce n tornnrc in -iuesto r11odo per cui
l'essere pril!tarin .dell '::stra.zionc

si:~ific~\

l'estrazione co1iie inizio di tut-

to ci che possono caser0 ~li esseri divisi attr.'.1vcrso l 'e.ssere diviso dl

Mauritius_in_libris

154

la stesse

c.str~zionc,

in .,_wmto l'(:sserc da parte dcll'cstrnzione db.risa

in r.ri.:,?porto . .:.11 'csscre e.stretto che vorrebbe essere tutto l'er s

soltan-

E:

to 1' u.strcz:l.one e non l'essere estratto che cowe nstrazione essendo priw.c.rir.:.. :i)erci ilt19one n.11"' c.strr.zionc. di rimcnerc

0.1'.ris~

cornc origine di tutti

gli esseri divisi, solo perch tutti gli esseri divisi nell'e.sserc diviso
dell'e.strczione VOli1e priI.iE,ria, si riconucono nll 1css<o!re a.str~tto delle. ~
strc.zione che intendendo di rilv.ncre unito cll 1cstrnzione co1ue

ci~

che

lo.scie::to e se stesso intenderebbe di non essere .cten1im:.to esso, esst:re


estrc.tto e

(~uel

modo di essere

fn<lru~ntc.lc

dcll' estrazione che , il ::iodo

di essere :1riL;,cri2., nel <;ucle 1 1 cssc~rc divisa dell' L:strazione


~li

chiJ t;>ossono essere

esseri di.,_;-isi; coi..c se avessi1uo

t~tto

ci

\.U'lc. .~stra.zione

tal-

lii.:.mte <'!strattr: in se stcf'.JCC dr. potere isolnre l'essere .astrotto mci per s,
1r1u. solo ">er 1 1nstrazione, -::)er cui 1 1.<:.strczione 11otendo essere isolata. in
..:;Ustc.; ianieri:., ririif.me l' cssGrc l'l.stra.tto che rirucne il -neutro origine.rio

:a

tutti gli e$scri che ,:>ossLuilO conoscere, i...:uasi co111c se l' ~.strazione ori

gincric. riuscisse

1_!

fc.rc n['.scc;;re in <..iUCGti ten11ini il. p2dre di tutti gli

enti dcterr;inc,ti, in cui 1 1 .:::ssere de;ten41ino.to significa il trovnrsi vicini


e di fronte <.!il 'essere divisr. che non sa dire chi sia il pcdrc, pronta e
disponibile per tutti i l1Ltri1uni, cio per tuttE. le

coniug~zioni

ed in que-

sti tenJini gli esseri divisi risd1ill.no di rin.nncre i figli naturali d.e~li
.~dultsri ncci;:ss.s:.ri, ?~x:ch~. . 1 1.csscrc divis~ de;ll'c.sttezlon~ n~'11a
-iUt1lc
.........
l'essere .D..str.::..tto <lc:~l'c._p_tl;'<.:'zione .. non -~Jtib css~r. iiui.aedL.i.tci~cnt~ il princi~
'.!

'

pio,. ~erch. l '''spcr~..12stn:tto. dc.11 1 Estr::zi-one il principiq viiicolnntc l '':strezione a se stcSSF.';; 1 1essere. ,-;.strf'.tto Jcdl"' r:strt:zione- <iuel ,,{ncolo
.

'

dell'astrazione c. oc stcsac che s'1 ribc.lt:...: in se contro se e lesccrebbe 1 1 .s.strczionc r" se stess.'.. in '"iuesti tcnnini, lnscio.re 1 1nstrnzione o. s sif3tlificr. fc,rln divcnt.r.r0 cssore e.strc. tto,
c.r:; essere a.straziooc,

r.u~:.

i.iii'. div~ntc.rc

essere

astrat~o

signifi-

c.llor.:. l' r.:.strazionc, in >J:UC.nto originGrie non be

contenuto, non _>crch hc. vuotcto s dci contc:nuti,

111~1

pro!)rio perch s..mzc..

contenuti; prci l'inizio di tutti i contunuti che servono ngli esseri divisi coii.c lllltcri&le orynico delle cstro.2iorrl che invece sono astrazioni
plc,usibili perch sono le 09erazioni che mettono a :;>osto il rnpporto tre.
fonCtr

i::

contenuto,, in 1riGnicrc. proporzionnlo dove la evidenza di ucst<:J. pm-

Mauritius_in_libris

155

porzione sta c.

si3nific.~rc

c0ntcnuto non :Jo dove:


.~.cll'uno
'-- S(:

che d.:-.:.1 contenuto nllD. fon..ia e dc..lln fonnc: al

01;~bedoo

.<:J,>bi.:::.no inizlo se non nel rildando. continuo


~.rcrsione

ncdl'D.ltr2, per cui .:;u.:.ndo le

stesse, hc, dovuto

co.-ifc:~se,re

truscendentc..le c..rrivate

molto rnelcstrcmentc che non si pu


viccve~se E.~

rc la fonm:. se non in rD.,J 1)orto f1.l contenuto a

iJCns~

sn;_.>iauo. tslmen-

tt: lfi diL.icnsione k[!.nticnr: di .. ,ucsto discorso, che dovrcr.a,ao ridurre :1ucsto

discoroo c. non dovere i\ conc'!c.nnnru le. filooofit;. c..d es:Jcre ci che tutti
sc:,)~iruoo. "'Ecco perch:. (:uc.sto d'isca.rso uon ~~olq essere discorso ~i riscon-

tro )OlC1'UCO nei Confronti di (.;.ltri discorsi,

l;LC.

vuole ricondurre: yuesti

;_:,ltri dif?corsi nelle, origine, secondo ls. c1u.:::.lc 1' es.trazione in 1.jU11nto _.>ri1d2rin come eesQrc c;strc.tto c01.~ ac provocc.s'sc il suo essere neutro all'..;}Gsc.+E":

divisa kll' astr.:~zionc e:! c:uin.i co1;.c se

iJrovoc<~sse

il su.O essere

m:utro nllc. .,>osoibilit e_~i un vincolo fuuri di s 1 ed coi~ se i'rovocc.ssc


1' <:;ooe;ro astrc.tto
:)rhie. di s,

n0, 1..r.

;:>rii..::~

i c,

.!:.

,:;otcrc copire che fim:lluentc l cssc.re 11strc.tto non h.?.

come cii) riel ue_le r.nche; l ' ~sserG astretto 1' astr~~zio

di s clun'iuc ci nel 'i_uc.le _1' o.strr.i.zionc non t.:.llOOntc :

~>o

tcrc lnsi',rc che ci sit'. L~uc. lcose. a potere dedurre l' essE.rc fistrctto o non
in+:.irre l'cs3crc ~strr,_'i:to Gd un vincolo \SSoluto con l'astrc.zione, per cui
non )Osso pc.rlo. rc:: di usserc

~:str.'.::.tto,

se non intendo sf:mpr(! e. soltc.nto l '-

t:.str:~.zionc, ci.o non l'csa<:;r~:: l'..str!J.tto coi.e tale, n astrazione cOLie t<.:lc,

1.ove: n essere :>.stretto c01~:c tc:lc n 1' c.str.:::zionc eone 1:L1lc significr.. non
posso au.Jcr.:::rc n.lle s;:n:lle di

1...._ue;s~o-, ,~uesta

O?erczione di blocco

co delle~. ori3ine ciel ~unse.r.: _)er potere re;cuperc.rt:' di


;:v. ChE;

)OSSC 0SSOre

non

;1u~

du t~ucsto quslco-

cib da Cl.ii e.stra:no, perch Ci(J de. CUi c.strt.'~:JO 1 1 e.-

strc..ziOn(.; o se .ci dc. cui


~;i::ocrc

1..1ue.

Ii.iet<..fisi~

e.streS~o

1 1 E<.stra.zionG dcll' essere estratto, 1 1 -

essere in nessun modo 1 1essere;~ ci da. cui l'essere astratto

, )...::rch l 'essC;:"t.;; est:rci:to c:i che il vincolo cl.i s~ all'estrazione e


~x~r

.ucsto vincolo

c01 ..e

se 1 'essere astrc.tto !focidesoc che 1' essere evon-

..

tuLh..cntu do,)o, c':u,,e il fr.:,tto che l'essere


<.:hc <.:'uclcosc deve cond.uniii

nell'ori.~ine

po~sa

essore c1opo significn

dcl tei.:1?0, cfato che il do,Jo toiX>-

3rc.fico e non ternport'.le cio h::, un posto che un i.:;osto c!18 non il poGto
dell'astrazione coue css..:!rc c.str:tto, e se ;,>cn_so che e, ..1uesto spc.zio dcbl>e.
corrispondr.:rc un tc1.i.po, le. 1(:ritl che desidero c;.ue.lcosE; che rni dia sia

Mauritius_in_libris

15>" ..

lo s1J&Zio Si'.31 il ter'lf>O, cio '.iUL'.lcuno che UP?Urito, dopo di Llei ere.::. lo s~c
zio e il tcll1po nel quale io vado sc,orinando le cosiddette r..strazioni cosiddette filoaofiche,

I.i.8.

aolo ?Cr dovcnili ro l?cre la tcstD. sulla difficolt?i.

di dovere dire che: cose i::ignifich.i in ;?rinci)io,

lv &:pKlf

., la ;riiaa

:.:;a.rola di un libro che c"ssoluto, solo perch la rclc.zionc che tili dc.. nl.- '
trcttanto c.ssolute; le verit che;;. rtscont:ricmo in ;..:uesta e.ffenanzionc

s:1

l-.

ta.nto il nostro c~overo essere r.<.ssolutc~1ent in rclflzione e.d un assoluto co- ..


Lre ~llp che . .~ucstr. espressione :~v

&rx-0 l7to C'T)<1ev d &e6s

intreducibile, noi non c:)_picI,10 niente,. cio non


;:;irn,10 cio nerauieno pro si noi, lv.:&px~.
.ji noi. E:. dicbolic::-i-acnt<.::. e. non

si~-:iuo cr~{liti.

noi, non

non si0[lifico. niente iJr nessuno

~c~tl:nicru1Kmtc c~U(:Gto

un modo di cnlunnia-

re 1' nssoluto, indurre in tente.ziono 1 1assoluto e perci non tente:.rlo sul


scrio. E' unn cE:lunnie. cmd::: le storia dcl ?ensiero che

:,hcs0, cio :,.:;u non ril..c.nt;:rc t.l.la


so

.1r.ctre.~zionc prii."-~rL'.'.o.

u~

;ui~

non essere bor-

bor~hesie. di se:. stesse, porch ottrnver-

coi:,;e ci che

vincole~ ~

s. l'cssere e.stretto, co ..
se fc.re filosofie. si3f1ifice.cse dctcri.lin&re 1 1essere! od essere dopo 1 1o.-

otrc:zionc, nttrr.wcrso il ibdo che l' a.str.:-,zionc di se stes:r:;c., cio <1ttravcrEo il f.stto che 1 1netrhziono d.ive:nte ..;.w:.lcosc come esser~ astrctto, si-.
:1nificli. essere nstrr:.zionc, o ci. che '?U esse.re di l da ...:;.'iU:sto solo 1 1esscre pri1"":irif: ckll' ;;,strC'.zione, nr:. l'c,sserC: J)riliif',ria dc.:11 1nstr&zione si~~ni-
ficc, 1 1csscrf~ . ~i 1 1inizio in uovi1;,cmto di tutti gli esseri divisi che .>os-

cono nr,scE:rc; se voglio pcnsc..rc l'esse.re sul aciiio,. devo. acce ttr:rc che 1 1cssE;rc che penso sul
.;:u.;:~sto

o' dr:,

~uesto

st~rio

uno de

~li

cnscri ,livisi e non l 'cssere, e ,_J0r

il dubbio .ull 'esocrG, dubbio che significo.. la certezzi::.

d(:3li esseri, che l 12ltro ii1ibor~hcairiicnto dcl ;,>ensicro, cio il pensiero


che f~ le rivoluzioni'. Vi bor 3hosin dcl )Cnsiero nr:isce. de.l f;J.tto che 1 1astrr.:~~
zionG non accetti~. d.i ess~rc vincoL:t.-:-. c.11 'essere estratto Q non .:lCCCtto cii
cGlurinie.re 1etc.fisicc:l1Kmtc l 1cso""rc, LJC-:!rch per 1 1r.stra.zione iaolto pi
c.J~.:iodo

che l'cssE::rc aie,

zione, dove

cssez:r:,
t0

Ul1

DriL-~c. dcll'<:'.str,~zionc,

cs.screr.~oi:r.~.zione.significe

che ci dr: cui sono un astrc.rrc l'-

l-"entrc in .:.,;.uesto r.do l 'es~mre, se , dopo; allort. s.~r:l vcr3l.1en-

Gnonne problCl.E:, )rOprio

so co:.yicc dcll 1e,strc.~ion~~


eh~

per cui l'l".strazionc <lstro.-

~erch

Col,~::,

la stessa densit.\ del

?~mss:re

che,

pril<.;ric., deve essc;;.re cl:.:)o;.ce di intendere::

l'essere viene dopo le: stcssr.:. ustrczione.


Mauritius_in_libris

157

X. - DISGIUHZIONE

P11ll1J~

n:

DIGGIUNZIONE PRihloRIA.

Il discorso stc conclurlcndosi pcrc!:1 non he. c.ncora i)Cnsato l'idea e


;;:.oi :x:rch riuocito r. ?enn.r.rc di non potuTe pensa.re l'essere;- lG conclusione dcl discorso
-~.;Jvr.\

e.ncor<'.'.

-ssscr~;

c.ffi~kt<:~ ~il

esplicitc,tc. non st:::t.n encor.-;. pensata Iill'clgrado f:f:,nor.::.

il discorso sin sto.to pm1snto in


r:ll 'idee; per

:~ltro

fatto che 1 'idea ome sinossi teticl che


rc.1;')~>orto

w:,rso- ::inno riusciti

c.11' idee corile sinossi tetica, e


e~

pensare di non dovere

pcns~re.

l 'esoere; cttrcvrso lo ::.cr-.vo d2llL": 1.~r.tr.J.zione primaria dovrc.1'11.110 cre~e _c<.1pito che

l 1 f~sscre

rJopo, e l'ess.::re coruci:.::;.lc rispetto E-ll'cstra;tRERil'ri-

ma.ric. utopico, ?Crch 1'1::sscrc fuori ::1.e.l suo steGso ~>osto coue 13&9i-e
;?riLierio, perch il posto prili!eria .:::'.ffidc.to all ';,:stre.ziono priliaric, come
:.,:>rilnnri.:::; l 'csserc non colo topico, mc. anche ato?ico, cio
priri:i<~rie.

.ris:Jetto elle. o.strc.zionc

l'esse.re un

_,,

at

'Wl

'

rf:?hov, un essre sen-

zc.. posto, dove l 1 l:ss2rc senzc i.JOGto co1ue esse.re, coi.e se dovesse condann.nrc l'essere od essere ocnzc. se stesao; 1.::: stessa pronunzia forrnfile dell 'esserc-; seubrerebbe ;Jo~,,-erc r10tcn.1iiv:.r0 il pensc.re n j;>ensarc che L~:ipunto l 'css, _ '.re

~,

cd lsscndo, il suo

suo posto. l.:nchc se il


sare originariai.cnte il

1;.;ssc.re
.
discorso filosofico
~~..'.lt .o,

st('?SCO

come t<file <:\d

CSiH~r0

tutto il

le3c.to E:llc. 'nec,.;:sait di pen-

dove ;Kmsc.re originari:'I11ente il de.to signi-

fico. l'essere dcto co1.e cL:to ori3incri, c.nchc se il discorso filosofico


le }:::.to elle. necessit di .:;xmsarc il d:::.to, riel quele

cotJ.tr~tto

il dt-:rsi

o il dire., essere lc3cto e. ;_luesto non ei3nificr: intendere che il dato ori3ir<:.rio air.. l 'esscrc9 0.nzi il dcto ori0inr..rio }roprio ci ettr:J.verso il
<.:ur:.le non )OS.so ~Jense:.r~: l

'\::SSf::re,

C~Sere dc.to, im~liCo'.'.l ~.entro

&<:::

;>erch il 1'.ato c01ue dcto originc;rio, se


stcs:.;o il d,'..:rsi COliiE:: dt:.re e il d.:i.rc COIIJC

1 cssrc d~to, il
dF,rei, nc.::i c1u<'.le il pens:-.rc non pu e:::cere il pensare .nell
- .. .
....,,,, ...,,,,., ..,.,.
do.r(; cll';<"So~ire dl"..tv o il d.r:rsi c:~ll'ccsere dato; se il ,i>Onsc.re pO.l~!M~ ""
~--..

ess:rc, nell'essere deto, il dcre l'cscere dato e il dnrsi

dcll'~sserc

da-

to, 'il ?CnGE'.rc sl'?.rebbe con tutti i problern.i risolti in senso originario,
cio il :._>.nsc.rc non
~x:r

nvreblx~

nessunc possibilit di ?robleranticu originc.riPi.,

c:ucsto non significr:. che sir:.mo di front.

Mauritius_in_libris

F.li

problc1ai oi;igineri i:Jerch

158

ori3inarie.Lient~

il pensare, in. .-1esti


terrninis
le;~nto
4,1 dcto ori. ..
.
....
.
... .
3incrio e non <lato che in ~u~nto originario significa originario che in yunn-

perch

'

to d!to

~r.iplics

'

l'essere dt:.to, e i.:lplicc.ndo l. 1 esserc dto hiplic.. l'essere

del <lnrsi dcll 1.cssere dcto o del dare l'essere dato; in qu.E:l primo senso
esser<:~

se il panse.re potesse

il ponscre 1 1 essere come 1)rincipio dell 1esse-

re dato, il, penserc sc.rebbe _il i.iodo

as~oluto

di essere inizialr..cntc senza

problemi, ma '-luesto non 7uol dire: che il ;_>ensgre viceversa e.. .queste altre.
r,1o.nier<: ?robleme.ticc.r11cnte tale, tJerch c. queste. c.ltr.$. L1c.nicr1: il pensnr;:;:

il 1.10do di svuotare il dato ori3innrio dell'essere e quindi 11.lntrc nel


pri:~:.:o

caso sialiO

scnz~:

)roble1i1ll acriticcnentc, nel s(;;condo cc.so siCl2o s"':m-

zc problemo cri tic e.mente, in iuanto 1 'es sere scnz<".


significc. -il
S)IO

co11iprend~>re

in che mo<lo

probler11a cri tifm.1cntc

:;>crch il ?ensare svuotc. il dato del


e o sere coi.ic e est.re dato, in L1odo tele dc lasci.::.T(:; che 1 1essere dato co-

me dc.re o come dursi. s:f:n'.originariruoonte il dato


prililc,ric nella 4ucle il :.xmsc.rc riton1P. fino

, in

,~uanto

1dni

coi.~

c~d

COii.C

te.le. L' nstrazione

intcndE,rc che l' astr<::~zione

_::>rirneric.s essere diviso verso gli esseri divisi, Iilll in quanto


estro.zione, 1_ 1esscre &stretto vincollto ell 1l'l.strazione stesse in 'iue3ti terse il pensa.re nvecsc strutturato il sistcr.ie. critico dello sV\Dtamento dell 1cserc COJie dato origip?rio dell'essere stesso it.AlB.nente .r..l

dc.to origina.rio . E' cotuG se stcssiwo strutturcndo il sisteraE critico dello


svuotemento che 11 _;>cnse.re stesoo del suo. stesso dato originar.io, e quindi il pensal;'e

c.. questo )unto to stesso

or~llnisr110

originnrio che svuote,

il dc.to O't'iginerio dell 'ess(fre che lo rig'..iard1.:. 1 in 111odo tc:l,.e do lasci.:i.re


l 1esserc coroo essere,, e :)erci lo.scie.to l 'esscrc:; c01.1e essere, cotile se fosse' ck:tcnaino..to di l dal

ri.rnientc e criticalente

~mnce.rc,
SQ_

percui l'essere e -iuesto punto, nacessa-

, risulto.

se risult: corite '.'"-sacre, perci non

, e per questo dooo. Dal punto <li viste della nstrnzione r,>rirunrio. e secondo il processo di ritorno del pcnse.re sull' c.::.struzio.ne 1Jrimnr:f..a, cio su
ci ne 1 quo.le il pcnsprG m.scu, 1 1 essere risul te di l da ci che il :.Jens.:.rc ;:>otrcbbc essere

COli.Je

disper&ilte perch 1.1

IJens.':l.re l'essere, e (1Uindi siruuo in unu

pen~o.rc

situ~zione

si ritrovo. ad essere 1. organis1;,o di uno svuo-

tr,mento origim:.rio dal cui punto di viste

ci~

Mauritius_in_libris

hc , solo l 'ori3ine cou.te

159

tc:l.a, Ci che l)Otre1Ji,10 ~)C:Il.S.'."':rc


~1ensnr~, 2

clc il

origine in \1U:.::.nto tele

CO'ile

r;,uesto ri8\J<.rlr.ro il

;>cns~irc

che

p~rci ri.J\lC~r

du pc-.rte dGl:l'ori3ine rende

il ':">cna.~re s;.x~culntivo, ?Or cui non che il ~lensare sia s~x~cub:tivo )erch
,.len"';~ -(~\lesto e ~~UQllo, rnc. s1)ecuL:tivo ~Jerch viene reso tc:lc, )erch c'

. c:riielcho cos.:.;. couc l 'ori~inc che p'i'..rch ,,Jensr.tc. in quo.nto te.le rende questo
suo e:ssere ._:Jensc..to in

11

pens~re

in que.nto
easerc

tr:.lc spcculr.:tivo.

sp<."'cule.tivo in c1ucsto

priiat..rL~,

-~strc.tto,

~~uc,nt0

lii.~iito

cons\llill". uri.e:, e.straziane che,

significr-. 11 vincolo <lt::ll'estre.zione ,;,11 1 0.sscre cot..ie

(i.un<uc ori ;incrir.:1.1ent:c in t.:uesto S8nso il ~>cnsc..rc non ,

n penb::rc lesccrc n ~xmccr il non .css'rc, perch sin l'essere sin il

non

essere se sono, sono

ci-~;

clK" l'cs;:;crc risultn di l ::la, ?erch l'esse-

re lo i)OSso enr.'.:rc nell2 rl!isrt1 in


con](;: essere in GW:nto

t:.".lc~,

c~.li

r'Otr }lensnrlo co.te concetto, non

r;;e. c01.c essere che in

t~ucnto

te.le, ;crch. il

suo essere in t:ucnto tr.1e, ii suo essere }Cnsato; sitmJ.o di fronte n.d una
.:>ituazion fondemontule nc'llE ~UCle il ;_)Cniwre

COiile

Sisteruc. critico dcollo

svU.otr.:1iento dcl d.:.to ori 3inc.ri0 fisse il dc.to cl suo esser~~ il Jcto, dC)3ilati~::e il dc.to, c:uim~i. il ;>CO:lG[,rc finisce~ ~)er CSGer t~ueSt. do~-.:c.tizzazionc

el dc.to che stc, c.

si;p.:.ific[~rc

ch12 il

p~nsc.rc

l'unico rr!oao di l1Vere r::twl-

ln es,:>erienzn dei c'kitO che coinciG.c


con l '~saerc abile noi confronti dcl
.
.:.

kJ:o, perci do1fit:.~.tizzc;zione d'.'l c'lnto; c~uindi net" 1;:101ncnto stcono nel '-J'.U~le
il ?nsare reridc il

d:~to

cor;c q\lalcost: eh(; sin il auo 1.>tGsso Jecreto, tue.

il ::leto uosto dccr'.'";to ::ler

o_)err~.

(a quell 'o;.1crc. io metafisico che l'uni-

co ed avere l:1 ct:pr,cit di rendere il dc.to

d~;creto,

per cui il

~>ensc,r~

quella esperinzc seconi.~.o le; -~ur..lc: l'ccscre, in raIJ~>orto col dc..to, si311ificn l' E~SOf!re e.bile }lei confronti dcl
c35ndo il doto, :>orch

deto~ Il

003m~:tizzr:.to dr.~l

;:>cinse.re

do~tizz.:;;

ci che,

lc ~ciarc
1

;,iensr-.rc; dovre:bbe

il pen-

3nre senzc tltthrit', d.:to chn tutti~ 1 t c.ttivit~ del pcnscrc coLtC se fosse
-}uestn contr.s.zionc ori::,int.rir. dell' attiVit dcl pcnsr.:cre che si risolve tut-

te rcr 1.e:::zo dcl f)(.!USc.rc~ cd. fini C'l ?enso.re, 11tr. contro i l penscre; perch

11 >Cnsc.rc che ,,iene ~ten~ineto u t:ucst~:,


wD.nierc 11 :>nsare che deve es.
ocre
il

ricono~ciuto di~xmc~.ente

.Jensc.r~

dc.; e: sti.'."lL'.lo dicendo il sisteni:;. critico che

Ilei COrifronti ol

SUO. SGSSO

dato, C ?Ur questo il penst:rt. .

Mauritius_in_libris

130

questo vilu:,:Jpo c.ttrnverso il ual~ il pensare d:..pende dc.. ci che autorit, non perch autorit\ di s e por :;, Lu: .nutorit da altro e per altro,
cio un ess9rc c.utorc che non un essere c.utor0 come te.le,
viene. rE:so autore, cio dinc:rdco,
tc c.ssorbe in

1~uest.::

~1cr

IJD.

~nscre

il fc.tto che il

, ci che
originoriciuen-

a.tt:lvit tutt& 1<1 sun stesse l".ttivit. 1 per cui o. par-

tire ;Jc tiuesto il ~)enscrc tutta ln

c.ttivit~

conoscenzn, cio come sistemczionc or5c.nico tfoi


:le conoscere, esscno

st,:~to,

il pensu.re

identificct.~ COLlC

che viene
rc.~:Jorti

ince.~>ll.cit~

con gli osnetti

di conoscenza di se: stes-

so, che cvrebbe dovuto essere conoscenza dcl iJrinci-~Jio del rfo.to ori~ino.rio.
In (iuesti tcnnini cobc se il i>ensare deten.1innssc une sorte. di nlibi per
s mod.i:::mtc il qucle

cor.~

se il pensc.rs e..ssuessc lc.. posizione di une s:>r~Jensc.re

tc. di dimissione volonte.ric d.':1.l conCf>ito metafisico di

il suo stes-

so conoscere: dun-iue dGto il :.)ens.::-.re, c..llora per :..:uesto il pensare , e se


il pensc:re , iler q_uesto conoscere, 4e:. conoscere

signific~

dimenticnre

che il pensc.re secondo (::uesto suo essere dcto, che in1plica che il iJensc.re nm pu essere coliiC te.le il' suo stesso conoscere e implica. r.nchc che per
se st0sso il ;>ensc.rc pu 1..HrnerE, solo il conoscere di

<.~ualun1:iue

cose:.,

tr~m

nc che di se stesso, cio trc.nnc di uellu. i<fontit che dovremwo pensare


d~llo

st&So i>enspre; dun.,ue si tratte. di pcnsnrc il pensare se vero che

;,JOSSil"JJO pensare il conoscere, ed c:rncndo vcaro che possiCJ..o


noscere., tanto vero sc.rebbe

(~uesto

lC

il co-

?er s, d.c potere perle.re di 3noscolo3i.s.;

1.:: teoria del conoscere si311ifica solo lo.

conoscere,

~)ansare

cr,~c.cit,~ or~c.nice,

di pensare il

;>ena,:re il conoscre sc::condo ci che il conoscere .o non ,

nei confronti di ci chC'. il conoscere conosce e non secondo.ci chca il pens~.rc


.

e non .1 nei confronti di ci che il penscre coLie


~

conosc~rc

dentro

::w stczso. N:_0~questo r..~do 1 1 e.a trazione ;>rilncrin finisce :x~r esser~ ci dal
..:;~uale

il panse.re ricou,incic.. il processo; tutto uesto discorso serve per

intendere co.J.e il pens2re ritorn~ndo c.llc; astrazione priliic.ri .... e ritorn.:-.;ndo


nll 1 r.strc.zione .:irimc..rit: in quel

r~10do

t-;er cui prima.ria in c.1uc.nto divise:'. e:

per c.;.ucsto de:tenn.ine:.nte il pcnsr:re:: ed essere. in

c_~ucsti

termini,. per cui il

i?Cnsc.re . il ;.iensnrc 1 1 es sere: dopo l' e-; ssere e dunque il detcrrnincrc che 1' ssser8 sie qpo il su6 stc$SO essere, per cui ?ensare non ai3fdfica n pen-

Mauritius_in_libris

151

s.;;~re

l'essere n. il non essere, &lloro. in

i'.1.!'.ndo nllt.:i.
sc.r~

e;

~strczione

c~uasti

tenini 1 se il i'Jensc:re tor-

deterninc.to in '-lUQSti tenaini,

e~

sue volta il pen-

.cterrnina il suo riprendere il processo che intendere l'astrazione;

{~U~sto :)unto il pense.r;:: che rico,..dnciq. dc.11 1 e.strl:!.zione priii1e,ria ~l pen-

~r;rc

che pensc 1 1.c.str,z.ione e le. pens<J. non iJL co1ie Vincolo all 'cssere lrntrat-

to e eone 1-Jril..;c.ric., ";?er cui c.stre.zione dicds.:., mn estrci.zionc che, vincolate~

all'r-:ssere astratto e nello stesso tcr.r,Jo divisa perch


c,strc~zionc

per il :;,>cnsr.rc

~:iri.1"8.ria,

riuane

cor:1c &stre.zione che finisco i)or diventare; l' ini-

zio. delle disgiunzion;f.; il ?ensc.re che er;:: ;Jertito dalle. dis3iunzione ori3im::.ri.!.;, dcl princi:)io, ri:=iercorrendo ;.:.:ur;sto suo processo, lcscinto il principio in mo.d9

dF~

l'rinci~Jio

essere

delle disgiunzioni consccutbre, mc lnche

il ,Jrincipio eh; rimette in moto il ?ensc.rE: verso l.'origine, il pensc::.re che


otr:;to 11esso in moto c'.c.l princi)io, in c_iuento il )rincipio nella disgiuazione ori3inc.ria di s 11erso 1 1 orieine per cui un ussere posto contro l'origine,

~Jcrci

il

pencL~re:

tornendo sull' c.strD.zione prir.l(:.rin riesce ed es-

sere il pcanf:Lrc. l' lstrazione co1ue l'inizio delle dis,3iunzioni consecutive,


-:_;uin<li dis3iunzione origina.rie: che lascic il principio in bilico tra le di~uindi

s3iunzioni conaecutivc e lt.: oteasa dis3iuuzione ori3inerill. 1 e


cipio che stc:
i:qiunzioni

tr1:=~

le disgiunzione oricinnrit:::. che lo

con~ccutive

ench~

che.~oi

fc~cendo

ci che
le stcssv.

e tutte le di-

che lo .Laenticc.no; perch le dis3iunzione ori3inc.e~

ri: fier un verso essa stesse.


so

rigu2r~.:1t.::.

il prin-

conoider<:re il ?rinci:->io, rnc.

Cfo{;r3cre il principio, fc. che il

dis~iunzionc yUc~ndo divent~

i:)erci diventc.ndo f!c::. ori3innrie consecutiva,

~er

princi~.>ia

un essere di l dal

~x~r

D.ltro versic. ci

princi~io,

t"!UCsto il dL;1enticrlr.c

il principio, perch le -1isgiunzionc che dfarcntc. le dis3iunzioni consecut1're, che hanno


zi~.mc

:Jrinci~)io

dc.11 'ess0re il )rinci;;>io in bilico trt:. l.:i. dis1iun-

origin.s.ric.: e le dis3iunzioni consc:cuti,1e; il ;_Jens:J.rc che

dn.1 )rincipio in ciucsto i.;odo-,


.)(~r

~Jor

~;nrtito

cui essendo in c:ucsto modo il principio

un verso 3\lU.rdc. .:;lle s::;alle e i.J:r l' e.ltro il prihci,:Jio che volge cl

futuro, essendo il princi;)io. in

~ucsti tcnc~~ni

un lnscic.rc, il penaare ver-

so l'orieine, ;cr cui ?Onc il ?Cnscrc contro l'origine, ?Crch se il ?cnserc

'i;U

eascrc vincolnto c.1 ?rincipio dovrebic essere vincolato al

Mauritius_in_libris

princi~Jio

152

in ,_iul ::.10dd" unico per cui nel

princi~)io

che lo vincole. dovrobe essere la


princi~Jio,

clcten11.inc.zione delle ia1illic.nenzo. lcll 1 OJ:"i3ine cl

dov-roJioo non po-

tere pensare l 'orizino divi s, d8.l ;irincipio e dovremruo dire: in censo teoretico il

~Jrincipio

.:~e

1 penscrc solo se significa. il. :.;>cnso.rc cor.10 vinco-

lo lcllc iLlliillnenz.s. dell'origine nel

~Jrincipio

e non- il perisarc cor:ic stret-

toia 1,1etc,fisica c::.ttrc.vcrso lt. ~uc.le il :princi)io

sfug~e

verso il futuro del-

le conoscenze filosofich:.;; che sono C.Jpunto il <liMmticare il principio per


un verso e i)er 1 1 0ltro et-;:rc.verso lr::. ctrcttoi1; li.tetafisicc. il

:Jrinci~'>io

L:n-

il pcns.~r contro t 'origine e contro ?erch l'origine disgiunta clr.l

~i't.

principio, ,1er cui


solo

~crch

;.~u.'l.ndo

il :Jcnsert: torne; all'origine, torna all 'orip;inc

deve rifr:.rs il vinrr_jio verso il principio, do.11 1 ori3inc .s.l prin-

ci;:>io e dc.l princiiJiO .;:11 1 orizinc un "Finggio rneto.fisico e rncta.fisico perch~ inutile ~

non perch non ci<'- utile,. k-..r.:. pcrch difficile pensare che

ci sis. di tutto

~u.:;sto

uno. rc.3ione che sir; une ra3ione intrinseca, la re.3io-

ne intrinseco. oc.rebbc in7cce l'origine strutturr.ta cohe le. stessa


del iJrinci?io c.

s8

ir.i~1anen-

stesso che dovrc::bbe deteni1innre poi dcl principio il

suo essere .Principio dcl ~J:::msnro; vicvrs~:: de questo punto di vista E~bbia1;:0

il

pc~snre

che per non essere il penso.re s i>erci 11 pensare couc ?rin-

cipio del conoscern tutto ci che conosco, per ('jUGsto il pensare destinuto c.d essere le. test:bnonic.nzn rnetnfisica del ;rincipio c. dcll 'origine. Il
i)ensc.re che torna. all 'ori3ine e torne, nll 1 orir;;inc.~ qtk'Lsi con la. tentc.zionc
~.1ete.fisicc.

di

11 .?rincipio,

ii:-~entificnre
trov,~.

l'origine nel princir>io, trova 1 1 inizio e non

1 1 ~:otrti.zione

prit.~c.rie.

e &lloro. si ct:.;_.isce c. .;uesto punto il


ziorie

ori3in~ric.

t;ic~:no,

chE: lo rieue.rda e

(;uindi e.l bivio tro.

lE:

corlC inizio delle dis 3iunzioni

princi~)io

al bivio tra la

v~ <lis~iunzioni

dis~iun

consecutive che le dimen-

dis 3iu11zionc e le dis ~iunzione, in r>todo

t.::le dc. non potere ecscr.: ecso princir;io il

princi~io

stesso della disgiun-

zione corn:e tr.le, pcrch s-c viceversc. pu1) eoscre ;>rincipio .ella dis.3iunzione lo solo perch

(,le .. _;.uellr.:. ori~inc.ria.

?er 1;1ezzo dcl principio, le


to l<:

,:~,i1.enticc.nzn

Jis~iunzioni

che rinut!Tda. il principio c.bbiam,


consecuti;1e ch2 conscquono

solt~.n

dcl )rincipio, in qun.nto st-oricCLlentc detcl.&linare une.

filosofie significa seppellire in ci che

~Jcnso

Mauritius_in_libris

ci che ho pensato del prin-

1;3

..

.1

~[

cipio, e questo il

bt~.ttesilno

l.!:ico del

~)cnslero

con le. differenza che nel

be.ttesii.io non laico il bettcsiii0 significa essere seppelliti in Cristo, q,ucn-

jo il bc.ttesii.10 diventa lc.ico un seppellire pro1)rio quello che potrebbe


sc:.lv~rc colui che Sefi.)Cllisce, cio un GGfJpellira il principio e non un
1

far\~ d-1

:,:>rincipio

ci~

nel quc.lc seppelliti, potrelll1UO essere salvati, cio

potrenillO riuscire n pensare mediante il ?rincipio. In tuttQ ci che. conoscia


li.O

il uostro conoscere lo stratificare il sepiJellimento del principio e

allore. sic.. il princiIJiO che in bilico verso le G.isJiunzioni consocutivo


che sono il Jiticnticcrc il principio, w..1 anche che te.le nei confronti delle'.".

dis:~iunziono origin.::ric~

. s3iunzione sempre

che non la diogiunzione couc tale, me l.:l di-

~l princi~)iO

per cui il

lorc.. abbiciao in quccto senso che il

princi~-:>io

princi~)i?

rimnne in bilico e cl.

rime.ne in bilico tra le die

s:3iunzionc e lll dis3iunzionc in riiodo ;;cr cui non pu csscra esso principio
uci in bilico tre. le diGgiunzione in quanto tale e la dis3iunzion.

~n i.JUll't-

to tele, pcrch in bilico trE la disgitmzionc originarie del principio


8

dis~iunzivne ori0in~ri~

le

del principio che

secutive per tiiczzo del princiJ.:>io 1

[fl? ~)roprio

divent~

le disgiunzioni con-

attrc.verso questo co.cie se

il pensc.re fose_e <lctcruiinato dc.ll'esscrc in bilico del principio a.


r.10do c. torne.re .all 's.strc.zione ;;riceric.. per
3in.:~ria

e delle disgiunzioni consecutive

trovar~

ui~ ~oterc

delle.

c~uesto

disgiunz~one

ori-

essere del ?rinci?io :Il

?rinci.pio delle disgiunzioni, che l 9unico uiodo di essere SStinc1i>io che


cc~crc

di

inizio; l 'cstrt:.zione come t&lc l' ini:::io delle disgiunzioni

che 11ono determinate alle disgiunzione origino.rie del princi!)iO e quindi


dcl

~Jrinci?~O

elle dis3iunzioni conse4utive che non ci intcresscno

l.lle filosofie i cui

do~cmLIO

pi~~.

cio

riuscire c.d csGerc-; incapaci, !)Crch in real

t il rincii,>io delle rlis31unzioni conseucutive se h.:: urm senso speculativo hi:


ni

~->ro?rio

il senso :li fc:i:'c in uanicra che le consecutio, le dis3iunzio-

conaecutix~,

cic in senso verauentc tc.Ll:>ore.le in (!uanto riguarda il as-

seto o il rrJscntc

dfNO

lescinrc il tc1.:r1Jo senza futuro, dc.to che il teta

po .i 'luosti\ consecutio sono le filosofie scm;rc inutilmentf! contem!:>Or:::nee,


t:Gnto inutil111entc che JtU:mdo hanno il dubbio di se stesse, perci teort.zzaa-

no il futuro, <.1uando hr:ru.'\O il dubbio delle.. loro validit di pensiero percib


teorizznno il

fu~o.

Mauritius_in_libris

. Il

~)anse.re

cofoc ci c.hc

.134

d~:tenJina

l'inizio delle disgiunzioni il pe-

scx~ che Bi ritrova c:d esser"" di nuovo lc;3.:.to cl principio ed il principio

diviao dal concetto. Abl;;ira110 coiii9 primo risulte.to il fatto e.be. il r,>rineipio
csscntlo in bilico trp. le. dis3iupzione ori:5in.:irin ~ le .:Usgiunzioni consecu-

tive, l)crcP1 il princi)io che l:cncia. i l pensare vers~ e contro l'origine~


i.ic: .il pe:nsere cf..e ls.nci,i:::tc;> VE:;rso. e contro 1 1 origine 1 riesce ne llc o.strr1zionc co1,.c. tci.l(;; n
pic~rch

cletermi~Klre

l'astrazione coL1c. inizio dello disgiunzioni-,

tre. le. disgiunzipnc origino:irie

-e l dis.3iunzioni cons8Cutiv8 il

;?ri9ci-;>io ~.he mi <l le. c.:Usj:iunzione .co1;1e

~e.le,

un verso onsidcr'2.to dr:,lL':'. disgiunzione, ma


le

1:~is3iunzioni

taa il
:.x~r

~)rincipio

che per

l'altro considerante

ed in ueeto ultili10 verso consickr&nte ci che lo dil.lOn-

tic;_,_, pcrh la. consecutio ..;folle c!is1iunzioni solo que:st:!.: . ,;uel t<;;1;ri>o se-.
condo.

i.i

,:uc.le pcns&.rc significu.

se.~'pe~lir(~ i~

p'i:'incipio e quinJi fa.re fi-

losofie n ~se).. mnniere, . per qucs.to, quando il principio tre la dis;}iunzinc

e~

le dissiunzioni, il :princi.Jio che , conie se fosse::

dctenil~nnto .c,1

.trovc.r(; il princi;>io s'!:esso della diogiunzione, che non il :?rinci:;;>io d<:llc dis0iunzioni cons(;cutive, in c;uc.nto lei consecutio delle disginzioni .
:,Jro;?ri dir.icnticarc il ;.Jrincipio, cio il ne3ure che. il princi;_)io posoc;
essere
d~llc

i.~ -~1rinci?io

,,dellr.. disgiunzione: allora ci che pu essere principio

di.s,3iunziorn; sol tento l'inizio d(;:lle di.s3iunzioni 1 il princii,Jio del-

le. disGiut_lz4..:mc co1ue inizio. delle dis3iunzioni :. l' astre.zione .ed l' as.trc-
zione.priru.;~rie,

;>cr cui

'.

iJGrti.re clc.

~.u~sto, ci9~

dnll'inizio delle dis3iun-

zioni, .obbimo nCC(':Ssirironente nttendbre 1a. disgiun~ione ;>rirac:.


nt.11' l;.stri2zione come inizi. de;lle qi'seiunzioni c.bbicIDo la dis3iunzione
'?rime.rin; le. dis3iunzicme ;.Jrifoc che ;?r:kic..

ris~)etto

r.11' estrazione prime,,;.

rin. cl.'.LLC inizi delle (1is3:..unzioni. La disgiunzione :>riH1c non ineditD.,


in -:ul'.,nto. costi;tu_itc.:.' do.l

~J~nsc:rc le:~uto

.s.l principio e del. principio di-

viso -dcl concetto, ed dis:;iunzione Jri1,;;.1 perch siE-.. il .pansc;re le1Jato cl


?rincipio sic: il ?rincipio rliviso

d~l

concetto, cio il .?erisare le?,nto nl

princ.ipio e . .in vece il ?rincipio di"Jiso rfol concetto; .'l~st~ ic disg1'.mzione prime che stP. c. rido.sso dcll '.nstrazione pri1,JE,ric., delle stesso.

c-i.str<~

zionc c011ic inizio .delle :.:liagiunzioni perch c,:i. che nnsce da.11' inizio kl-

Mauritius_in_libris

dis~iunzioni.

155

L'e..stre,zione come inizio delle disgiunzioni

coir~

oc fos-

se il }rincipio delle disgiunzioni e coiiJO inizio delle rlia3iunzioni il


:,,Jrinci?io dellf: disgiunzione pril:an che il panse.re legcto al princi?iO e
il ?rincipio diviso d,J.l concetto. Tutte 1..:ucsta disgiunzione priuz.a non r..ncor[. fon:.icri1cntele, rerch le. disgiunzione della quale si

~u deten.1inr.~ro

tutto ci che poi la consecutio delle disgiunzioni; cio ogni dis3iunz1one successiva rire.nde queste. dicz3iunzione priI01e.. nttro.verso Wl'nltre:. disgiunzione che ore. vedi,mo, perch 001\i disgiunzione consccuti\rr.;.
s~rc le3~to

~ons.~que.

il pcn-

cl ?rinci;do e il ?rincipio diviso dal concetto c. se.rebbe coi..c

dire: tutte le filosofie auccr,ssive c.1 03fli filosofia sono il sistern.L delle disgiunzioni che m".scono delle disgiunzione ?rime., cio sono il siste11a
cfolle disgiunzioni che
11,)

s~ecificano

il fatto inizicle secondo il

~1Wlle

c.bbil"'.-

si.<J. il i>ensc.re le3c.to .:i.l ;.JrinCif>iO sia il princi?'io diviso dnl concetto,
fil~oofie

ed in ;.;;uesto senso le

sono uno. sorto. di sistemc. dt:lle disgiunzio-

ne di se ctesse dc 03fli filosofia, ogni filosofi& .i.Uc:le che sia, cio 0:111i
filosofie che ;>U esse;re nel wi1'1ite nel
come filosofin
rio.

c.~

~ucle

l~Ulll('~

il n.:.1scere di. una filosofiG

che sia. Wl essere specificato dcll' nstrazione prii.u:t-

mi d co1;ie fo.tto iniziale le. dis 3iunzione

~)rilau:

il :;,:>ensare

le:-~eto

c.l f>rincipio ed il ?rincil)io diviso dcl concetto. All9rc.. L:. plurc.lit :.lel1& filosofie.. C<>Lle
G~

ctcssc 1 in

S(;

fosse il rendere singol.'!re le

qu..~nto re~dere

singolari le filosofie

filosofi~,
signific~

IilClgrc.do

ricondurre

l:: filosofie e: ogni filosofi.'! qunlc che sie, cio nlln ?Ossibilit che ogni
filosofie (1ucle che sia, sic pur sempre ci che specificato dcl fatto inizir.le che identicl'.Iaentc il ?cnsere

lc3~to

el principio e idcnticr..Llente

il '?rincipia diviso del concetto. Tutt(;; le filosofie sono sistemo., non quel
sistem:: che i)Ossono essere in s,

-perch

nono sist01M1

ris~ctto
\:

i.t.S

4ucl sistema che esse non sono in s

c. ci cho esse sono


in ......:uento dctenuin.:?to de
.

ogni filosufiE. "-iUC.le che si.'! 1 .:fo. ci che rq>?rcsentn la loro unicc. possibilit te;ore:ticn., cd ogni filosofia, quele che.sia, il sistema. di.quelle
Jis3iunzioni attre.verso le GUcli co1.-ie se le filosofie determinassero la
clio~iunzione

di s dc'. ogni filosofia; in r.:.ltri ten11ini quel siste1;m della

i.)ltJ.r:.::lit Jelle filosofie che rende singole.re le filosofie l')erch le ricg-

Mauritius_in_libris

155

gancic:. c. ci che esse sono nelln 'disiiunzionc ~Jrir.ia; cio ci6 che rispetto c.lle filosofie le disgi\J.nziori.e prh1c, 8 ris~Jetto ai f.',ltto iniziulc

lE:. dis;iurl.ziole ,"Jri11u-:; le filosofie Gptcif:,;che non sono,

coo

Iill'.i i)OS30T,10 \;;SSe-

r('. cd b1 ~ucllo che sono "il loro. vero essere v~.- poasibilit di c_;uello che
sono; .cio le possibilit ri.:;lGtiva o11a disjiun~ione 1...ril;in _ le P?S3ibilit che ncocc dc,l fatto inlzic.le dc.I' quo.le n<?.sec Sia il pensare ll.:3c.to r:l
'i!

;;rincipio e sin il ,>rini)io. diviso nl concetto.


.

..

.s.1.s1(1'1\.A. .

non secondo se stesse,

Dri. ueato punto di viste. le filosofie:\ltl

solo le. S?eCificaziOn.J che cfa:'tern1inc. in che modo. il' tietlSC.rc

!)U

GOlll.>

rir.lancre

les_icto cl_ princi,:->io e in che r.1odo il :Jrinci?io ril..ume diviso dnl concetto.;
ci::> in che r.iodo il ?ensc.rc h.::. od ~mr set.'l.i:ire un suo principio e in che., ,
.

'

mo0.o il princi;?io dcl t')ensc.re ri1.mne i:iur seiaprc "il rinci)_io diviso d:1l concetto,

-~uilh. che sir.,. Dobb:..rnno cepir"" che il" piinci.:Jio

del discorso filooo ..;

fico d:i.. .:iualunc:ue tipo che sir;nifica lu decisione . d{ tutto :l:l sistt,;!mc. sue- , .
CE.:GSiVO ed nnchc te.lo dc. ess~rd Ci che deciso da ci eh~ CSSO ft~ nl:l.EJCCrc.!9 il ?rinci?io dcl discorso il suo Jovcre essere

pre:~iudic.n.to

l.iiedinnte

nltro umi tr.ediante se stesso, ?i;:r cui ci gi~dizio che o;~i i'riqciiJio
di s corrisponde il ;,:>re1iudiziO; il principi~ di un8.. filosofie. ln neccait di essere ..:~oosto i;rf:nci:?io pr{;;Jiudiccto i.:~.i dc~ sn stesso, cl giudizio
che OJ11i ~rinCi)iO , dl s ;_')Cr S in

se .corriSpnde

il pre;3iud:f..z:io che

dc tjucsto 8itidizio nasce in 111odo tc.;lc che ii giudizio stesso non sio. ,JrC' :;iudizio di s in s e per s, il che si~ific.:. che il >rincipi non ::.)u?> stl'.rc priuu, d(;l
~c.to

:>rinci?iO~

Nel dire che la disgiunzione pri111e. il pcnsnrc lc-

n.1 princi:1io e il principio diviso cfo.1

concf~tto,

ho nel secondo tonai-

nci i l )Tinci~')iO diviso dnl conC:(jtto~ il ei'IJ.r!izio, ho il ~Jrincipio COliiG ;~iu


rJizio di s e in -s O.ssoluto; nel ~Jrirno te't'linc ho il )re3iudiziot
di t!bbiaI1!0 nella disgiun:done. prfom

per

uin-

delle: disgiunzion~ prirua,

IJCZZO

1c. nGcssit~ delle inversione fondc111cntr.le, perch dA.1 punto di vistG del
~)rinci~Jio ?r~cccJe
.ill

il giudizio,

llD.

dc..l. vunto di viste.

d~511e.

disgiunzione ?ri-

~;rcr..edc: il _prc3iudizio, d&.to il 3iud.izio sce.ttQ il t>re;~iudizio, dnto i l

?rincii_)io col.le :siurlizio di s su o che non il ocnaarc come


conoscere s,
.
il 3iudizi pr~L"~c~ dcl pre;_;iuclizio in \~uimto il giuizic;; che non .Ju di.

Mauritius_in_libris

v~ntarc

I<ie.

esso stesoo giudizio priI.u:-:. di se stcsso 1 e per fa essere il 1.>re3iu-

clizio ;:>erch
zio.

157

~)er

dover intendere il 1>rincipio

pensurE:;. il

princi~;io

'ti;o -=1erso do?o lo sterrno

dev~ conosc~re

il pregiudi-

per un verso prime il pregiudizio e per

~Jre:.;iudizio.

al~

Le dis3iurizione rima blocc.6: questa

)Ocsibile indctn.1inlt8zza :ii posto dci termini in ~uesto senso: ln disgiun'"'.'


zione

-~Jrifac.

si.gnificc ed sia il penoare in 1.lua.nto legato cl principio,

si<: il princi~>io divico dcl concetto, dove l'esser il princi?io ln sede

dello slitt:.r.:icnto del princi~io ctesso, ste. a significare che a questo

i:UO-

<lo poasillIJo tranquillrntentc :;_)rocedert; in '-luanto, in uesti termini ;>rocedere significc. cvcrc coac ;;>ossibilit positivn il giudizio e coi;.e possibilit 2ltrctt.:.nto positive !l pre3iudizio, perch il ?Cnso.re le3cto al princi.:.
Jio c il

~rinci?io

diviso dcl concetto, in reelt dovrebbero darmi una si-

stcmc.zionc or:_}2nicc dEd posti che dovrebbero avere sic il giudizio sia. il
~)rc,,iuclizio,

ru.c.

(~uestn

sistemazione originoric11iente non la .p.osso

averf~

pcr-

ch lo svol3imcnto di r;ucsto fctto inizic.le lo svolgiLtento di un andare


del giudizio verso il preisiudizio, cio di un essere: da
dctcrdinato

~.l >rc~iudizio.

~.,arte

del 8i:.udizio

Quando noi pensiru;.10 une. filosofin nel si.lo. prirt...

ci;;:>io, c1ue.sto significc. conoscerla prc;3iudicatc non dc. c!uello eh~. il giuJizio interno dcl princi;,>io delle stesse. filosofi.l che stiamo pensnndo; ls
cc.~:;::.cit

di ;,)ensc.rc il prinlpio s1uentiscc se stessn., :)erch nella lilisura

ncll<.1. 4ualc

~Josso ~)cnsnrc

devo tJEmscre che per

il ;>rinci;;>io, devo E.ccettc.rc il

~oterc

intcndc.;re il

~)rincipio

pre~iudizio,

cio

devo c.ccctt:.re che il

;irincipio deve essere inteso dr: ci che dopo il. ~rincipio in ..iuanto giuJic2rc il princiio, un 3iudicnre

~Jril.E.

il' ?'I"incij)io . Devo ?ensare che ci

che stc. dopo il princi?io ci che o. sue. volt.~ 3iudicn pri1ua il prirtci)io,
devo sta.re dopo siP,nificE. c,sscrc dctcnninato e r;iudiee.re prir.ia si30ificu
dotcnainarc Questa la criticit ori1innril:!" di ogni filosofia che non ha
biso3110 di alcun criticis100, ?<?rch il critiCiST10 le rae.nicra di non C.1.pi
re:: c;,ucsto, ?Crch il criti.cisr,10 il sistemo del giudizio dcl giudizio stesso attri:.verso il

\.~ue..le

biso3ncrebbc intendere che il giudizio faccia la com-

. I1edie. con se stesso, che --~uello che significc. il discorso kantiano


. ~"''.

Mauritius_in_libris

Pc~l,'cstr2zionc, e:ot:10 ini~i'? delle diseiurizioni abbiamo la d'isgiunzionc

;;rifot., che--~, il pcns4re lcj[:to nl princi?iO ed il prini?'io diviso d&.l con

c~tto, ~~ste. dis3iunzione in' ~.;u!mto ~>rL.1.n consc~e


all' Gtrczione che in.
'
.

c,;ucnto i)rir,v.:rin, r,i1,ic.nendo. astrezio1'K~ ~')E':n;:ci 'diventc l' in;lzio i:Ielle clisgi\lll:..:

:.:.io_ni .a ui d l,c ~,is3iunziono _>r~~.u che

'

ci~- nel quc:le coiue s;,; :l.l li1~i.i-

te cli, ~gni l'en;;orc. conquiatr'.sae il Sl,JO p:tesso conoscere, I>Grch ln d~s3iun..


:;Jrirnr, cbl>icx&10 sp,lo l'inizi{) delle dl~giunzioni e 1 cstro.zione ?.rililllria; r..~
strc.zJ~ne
4

_prir',ri-'l e inizio delle di'sgiunzionf cotite

..

se fossero in

':

~.:::rr.1'

'

le~~ n_ costituire ,il .ter~no <lolla gcn~im:i.zione dt:ll' iniz~o delle d~s 3i'lin-

:-doni e quindi

(~ella

disgiunzione, pri1;1c.; cd il suo css{;irc J:)riniri non signi-

fict~ il suo essere dipcnmtc .e:.11' inizio dell dis~:i.unzioni, ~nci1e ee esac idcnti.ccnlCnte _no.se-.;, cohld ~Jrh1r", dl'.11' _inizio delle ('fis,3iimzioni, ~)erch

1.1 inizio dello disgiunzioni; ciu 1 1 astrazione primarie. . ci ~ttrhvcrso

il 1~uc.le f>OG~ip.mo_cr:~)ir.:; .che: l'astrazione, ri1.u:.nendo tale:;, ~sscndo stata


pr~lUC.ri:~:t , ~orue se- fo::>se ctctn lL' fonte delle dis3itinzione ;>r;lLia 1 p:riuK:.

in :,~~~2nto ..5!ila~.ri.c~ ris)ctto; a.llc. disgiunzione prime~, le dis3iunz~onc i)ru..a


non :t!i)Ctide de!;lV ini:Zio dollo disgiunzioni cnche si;;. .. nesce dr.i.11' inizio delle ,fizg~unzioni;. in. qu<,:1""to 1 1 c.st.razionc come ?riwaria, do'Jrebbe e'ss'c~rc. ~s_sa
c.d cs~ere direttnilente: ln.. fonte delle clis3iunzioni;. ~)er cui il~

SuO , essere

?rimr-~rit:; clcYvrcb~e ecscre c. partire cJ,lt~ctrnzione o;~~ :.irim.:?.ria che' _si


:~o":rre:b1Jcro r.~,rerc l .di.s,:,iunzioni
e quindi'
la clis 3iurizion ~JriL'l['..., , in 2.ltri
.
.
'

t"::rmini: F:.strc..zione pril:.iCri:.::.dis3iunzionc ~)rirr.e., :1;n~.rcce c.strnzionc 4.;ri.r:..:.ric.-c.stri::zion,e-inizio delle

'

'

dis,~iunziorti--disgiunzionc

'

primt:, (fuestq sf;1Uito

di ;,:iassn3r;i. eh~ interno c.11 'c~str~zionc fino , &11;~ disgiunzione i~t'irne ci~
c,-;:tr:::v~rso- il . i:~le: _ 1?!.,z.9,en.;.;,9f~ir~ c.bc_ . L'..l'.struzi.onc se' rL1nncs'scprlr~rin,

c&rc;:bbe

q!nto

cor,~:, tl'.le: lG. 'i)ropri[;; .dis~iunzim:1c, n~ntr(~ inVc:cc i -'a.strc.zine; in

}~ili:.e.ril'.f_

che stc,tl:- prii..r~.rir. 'rispetto

,".1

s e che )er questo rhLU-

nc -astrazione e; per ~:u9$1:o divcnte inizio folle di3giunzioni e per suo d.i-

vc,ntarc iniz,io. 5,lcll,e ..Ji_sgiunzioni d l~ dis1iunzione iJrir:1a, scnzL :che 1.::. di.
.
. ' u
-"i pE;n(.G
, " e.e.
e i'o .1- n, cu
. ' i viene
.
~ .:t
s,3iunZJ.Ol}C;;l_
:)rJ.l.lia
aa
e;, pcrch il pnst.:re lc,;e-

Mauritius_in_libris

139

ir"
-....LC-..~ri . .'~__ .. J
. .L1

~"'

bile, >JCr cui l'eosc~e- l'essere ;riliiC, c:i OJtli cnsc:;rc ~)riw.c:. ;;_)os,sihi-le dn purte :foll' ~strazione l)ri1.,r'.rie. rcn<l-6 .originario il.
cd il princi?io di?ioo dc:l concetto,

~1ensrc

<li~1~rsaaente

non

le3!:to c..l ;rinci;:>io

i~:v:rertu.,.o

il

~>ense.re

.Jri3innrio, ecco. ;_.>arcl1 cH-. dhe d1 lr~ dis jiunzione pr:.i,m ; cnchc ci. t.lr.; cui-_
~Jri1 ..r

l.r: dis3iunztofre

-non di)cndd', )erch .1.}.iello che le dia3,iunzione. pr41&

, il }ens;-:.rc .lo.3c.to .::1

princi~)io

di::K:mlono dc. ci dr:. cui sono

o i l princi;?io. cli:viao dal .. concPtto, non

1k~ti, )erch~

sono dc.ti dell 1 t!strozione priltla-

ri:c, sic:; il 1)et&ser; le 3,s-.to l ,1rinci;,:>io sic. il

~1rinci)io

diviso. dcl concet-

to.. Si dovr'.bbe c.pire d :_~uesto punto .che i '.essc::rc deto delle dis_11uiu:ione
;;riL!<:".

il

Si.10

non di~)enderc d..c~ll 1inizf:o delle di~3funzipni pi~i-ficn le... :..

posr:ibilit e;i1.ult2.ncg <li ~uttc:; l dis?,iunzioni nll 'origine, infetti si.n


il pensc.rc lc3nto l

?rinci~Jio, oh.

il

~Jrinci:)io

diyiso d&l concetto (clovE:

(1Uest essere. dis3iunti\ro) sifi-si.:.. interno c.l :)rincipio, cio legt.:tu


sic c.ll'csscrc fine.le,

ci~

c.ll'cssere iniziale cl-

r2 disgiuntivo c!isr.jiuntlvo in <.JU<:nto lc:~cto


fine.lo dcl
tJ.tto

~rinciio;

SUll

questo csoc-

volte. sin all 1essere

~::>rinci~Jio,

(~uesto

si.'. nll 1essere inizir.lc dello stess.o, _lrincipi~, tJ:


si3nificc. d1c.:; 1 1cc cere dis3iuntivo del princi~io dis:;iunti~

vo non solo riG)ctto ..-: ss; r.la EJ.nche rispetto e ci eh~ lo di perch. dall'~

i.ai.zio j(:'.llc d'--c1:Lunziuni e.1bic.r.10 sin l'essere. 1eto di questo essere. dis3iunto ori(;inc.rio che il )rinci~Jio, sir.' il_ suo no.1) essere _rlipc,11?e1ltc: dt ?i,
::le. cui do.to. P0r ;.ucs.to "'tiio il ~)enscrc: <le.tenaincto

co11ic

originario,

dovi.' csst~re ori3inr.ri~ significr.; le ori'3inc.rict .del penac;.re che sta r. si:jllifict~r(~ 1a sii.1ultc.ncit\ cti l.:utte le ;Jisgiunzioni. t1~c

se chiarJ qucs-=o

C>bqic.mo ~i dedotto lr: dis-;iunzionc ;,:iri1nriE:. <lvc le dis3iunzionc pr.il1i.'1rir~.

ci3ni:'.:ic!l il )<.:~c.n~gio ,~clh~ dis3iunzione )rii.,.. ~lla. dis-3~:1.u-izione priliic.~


ri"',, :lun~lUC 1 1elenco ~ il GC: ;uente: cctrr:.ziotie i:)rir.u:ric:-e.strc.zionc-inizio
:..~.clL~ c:is3iunzioni-is~iunziono ~;riJ.1~-clis3iunzione

le dis:;iunzionw l.;rir.:r.:. stie. o.


le

(1ic~iunzion::,

C<.:k..C .

t.'.'1.lC, che

-r~

-U

st.

dc

f:

sigriific.:~rc

ci~nif ica.rc

fonckr~1ento ..-~i-

prinu;ric.
.

ti fetto che

-il terreno gerrinetbro di tutte

cho c' un

GS$e're

disgiunto che

CS!!O,

DUO essere essere dia,3iunto, la dis:-;iun-:

zionq iJrh:.ric 1 1 essere~ un essere dts3i'unto che fc. de. fondJi-.1ento nl

Mauritius_in_libris

SUQ.

170

esscrG un essere dis3iunto, e l'essere

dis~iunto

re legcto cl principio e il principio diviso dcl


fine _del LJensc.re, oia il principio

colae

.~0L;11.~

il pr.iqcipio: il ensc.c~:mcetto,

~>rinci;_Jio

sic il

iniziv d8lle sua divisi011e dc41

concetto; questo sie.-oiu. che rigu&l:'dn il i-1rincipio lo otesso essc;.rG dis


.:>'~iunto

tlcl

princi;>i~,

che .significa. c.he l 1csacre dia2iunto riguo.rr.k.ndo il-

;_Jrincipio esso stesso disiliunzione n sua volta., in llUCn.to il principio

t!'~lc siL~ r~spetto

~Jens.::rc,

e ci per cui si trovn le30.to, il

sia.

-~iSi)et-

to e c.i p_cr cui si trave" .c:iviso, il concotto; 1.n tutti e due -i cc.si se:.11.ipre
principio; questo essere l_tcsscrc dissiunto che il contenuto dello <is3iunzione. prirun divcnte il contcm1to delle.

disgiunzi~nc prii-i~ria,

sia il prin-

ci:.1io si.s. 11 :'rincipio:o il )rincipio o il .;)rincipio. llorn la


n~

:_:;ril.1tnric., che nl'.sco do.l fc.tto che e ' un ossore co.::c essere

che

~)U

mc. e.ddirittur.:-.

hc.ria significc. eh(;


~i8ll8

di~:3iunto

;f .re dc fondr.:mcnto c.l 3UO ~ssere: dis.1iunto, si.Jllific.:J. che ci che

deve fa:re dei fondmucnto c.l


IL!.2,

c'.is~iunzio

co~:1c

Guo

pri1c che diyanto.

c~k~ll 1 cstrc~zionc

dis3iunzioni ;:-;llr..

is~iunzione

essere dL:33iunto

::li~3iunzionc

t'riI~;.nric.,

c1ove il divcntarf.:: pri-

<'~stre.zione,

prili.&rie alle.

.non solo :)ridall'inizio

?ririJc, fino alle jis3iunzione pririla.ri.2

il 8ioco delle dis3iunzioni finisce, !lnzi le dis3iunzioni sono ci che sono


1)rO;.">rio p~rch

la disgiunzionG. solte.nto iJrime e :t)rim&ric-., n sa_r .secon-

de o terze. J...::. rl.ia:3iunzionc .

~:iriraE,ri.:

che sia il ?rinci;;>io sia il tJrinci-

,.,io1 sip,nificrt o 11. orinciir?io op?ure il princi;Jio,


le si :,Ju(, cepirc che se
~uclla

ci;io di
co

19 qu~11c

rile:g~il"atto m1e;

ne~

~ua-

senso secondo il

filosofie. nel suo )rincipio 1 il

~)rin

filosofie in che senso pu cssern inteso come ?rinci?iO cic;>

che esso , o .,vicc".rersu il rincipio

)U

essere ?rincipio r.k:.1-

lc. dis3iunzion0 :)rirneric che;: si3nificc.. si;;' il j_)rincipio sin il. l:>rincipio,
l'essere~

:1ic3iunto

ri:~ue,rd1-:

il

princi~)io ~n

c,:ucl suo essE:ro trD. il )enoc.re

e il concetto eh.o cori.lo. m:: fosse do. )arte del . -.Jrinci;Jio un essere seconro
.

un tempo cd
di

(jues~o

ficc.. il
.x~r

esser~~

.a;

scconfo un i:iodo che

stesao cssorc:, ;:>cr cui

~.,cns,re le~~c.to

SfJ

...

corrispom~.c~ ~'.nchc

ppanso

cd un C<-;!rto tempo

ori~inaril'.riientG

c.l principio, 11".:.. se e.vendo -pensato

'

ho pcnsnl:o

si~ni

ori~~inaricucntE:,

cui ho pensc.to e questo udo &7cre vcnsato intende essere un conoscere,

io penser, cio lascer il principio tcl.ilcnte

Mauritius_in_libris

lc~ato

n.l

~-,ensc.rc

dc. essere

171.

diviso_ dal concetto, pcrci1 il concct.to il futuro de~l :;tcss_o penanre;,


il -concc,.tto significa coniu3;.:rz::e il pcnsc.rG . solo cl tempo_ f-uturo, iJCr cui
.

'

io conosco sigIif ice io ,Jenser


t>erch ho ~;na1:to, ,da.to
cho
ri3inc.riL::rnen. .
.
'
-~

t(~ ~xma.::::.re .r3 c.v::;ru

'

'

p:nsr.:.to e <li:.ta ch9. conoscre significc dovere pcnsc.rf;

di l dall' r.vcr(.: ~iensr:.IO,_ :.<:io. fodnrc oncct,i tilc'.1 sempre .sulla bt.se dcll '~,:verc i.x~r..s.:-:.to, cio dcl r;;io c.::sscre st1:o lcac.to nl prin:i;_)io; questo dctcr- Iid.n.s.rc~

concetti, essendo ci hc nnsce da.1' penscrn che ie~t: n

s:. ii

?rinci-

i)io e ci eh.e e auo. voltL lc:~e:. il- pcmsnrc :::. ci _che diviso d~l principio,
il concetto, rentlo il ;ienoc.z:e futuro c-io rcnk il pensare questo futur0
fonclnncntc.le che il cuo presente conocciti.ro e rischici.io di essere
GCDrt nelle miourr.. in cui non

punai.~ao,

.cono~

ci nolla. misura nelle,. qutlle il

nostro ;ensQ.re non pu0 es ocre, mc.i inchiodcto o. e.:ucll '.ltro di s che i.l
suo :)recente

~)erch ~Jcr

coniugnrlo lo .J.cvo

int~;ndere

co1.J.C futuro,

i ..c.

non

secondo se stesso, )Qrch .il presente cii questo futuro non il penonrc e,
:)er pensc.rlo, devo
do il suo

~">cscc.t0,

coniu:1r~rlo

secondo il suo ;.x.sseto, devo coniugarlo scoon-

cio S;jCGndo ci che il ..x~ssr.~to . cot;Ie

princi~Jio

tenuto

fern.10 c.l penne.re c..ttravcrso il c.,;,uc.lc ::: dal \:uc..le -il ?Cnaa.re prospct:t:u. scm-

:)rc e solo il ouo futuro.


In uesti terraini le tcai filosofiche dcllt'. ridu_zion del

conoscc~12, risultalo )F! filosofiche c'!ollo tesi che Cc.:rc'rio


tcr;qor;::.nco il

conooc~~r::;

e il

~)ens<:r(;:;

l.s.

co~iddctt~

p~1'.sere

dt. rendere

rcl
con-

litet&fisicu n(;l suo sm.

e.o atorio la. conse.i?ENolezza criticc. di ::ucsto pro'blemr~ od' 1 1 c.ffoss~1mn-

to. dc. c:.ucstv ;>roblemr: ~K~rch il' tentativo di rendere COOtCr&li_)Orenei il pcnsr::rC, '' il conoscere, ncd cui confronti
le. . . efilsofi.n ri3chi di csserc fi.
losoficc.

~x::rch

in ;_:>ert2nzL1 rinuncil:.

c"es\lli.10 che il principio Ci..

~:ucl

r~l

pm1snre,. 1;erch nel

v-.

in cui

princi;pio che posso iqdividu..-;rc attrc.vcr-

so il conozccrc ei.1pricc:c:.:.ent1;; d?vc coritcntc.rud


colle:3crc le idee seu)lici.

liJO;_lf:nto

r~e:l

conoscere che o;i.!1nificc

grossa r.ictc.fisica. che hc. c1Jcrato (entro

tal\.~

oriniriarno non b.:. fc..tto Lltro che in~r.::nirc .il ~crs.s.3lio, che non do~Jrcbbe
ne;:;::;mrc css8rc col:iJito. I.;. C.is3iunzione

~;rilJarie..

.. sia' il ?i:"incipio sie,, il

';:;Jrii.1Cii'io e: dobbirnno int:cndcrc che. ettr.:-.:.ye.rso l:ucoto, il conos_cere che le


fj_losofic hcnno re:co sistem.::tico (1Uell 1 etto di Se. &tesse a.l,le cui spr.:.lle

Mauritius_in_libris

17.2

,
~~

il )8nea.rc

co~.JC

pccsGto, coue sserc

l~<~nto

c..l

~)rinci:_Jio9

cd 11 princi-

;,)io diviso d.i;.l concetto eh.o ,)erci,', rapp1.sonta 11 futuro dello stesso
s1:..~r~:,

~)(;!n

c:d in c._ucsl:i truini c' solo d[~ fl~re ln filosofia del non pensere,

cio 16. filosofia 1~edie.ntc; lo. ).ue.le il )Qnsc,re:, coo deten.inato esso stcs-

co )rinci~;io

(a filosofie,

cio l.:: filosufic:; .:~ttraverso la C:Ulc dovretiu.10

riconoscere (li non ;:.::-otere fare filo$ofiu.

Mauritius_in_libris

173

XI. - L'ASINTOTO FOHJJJJ,mlTL..E E L'IDEl.. cm.:E 8IHOSSI TETrcA.


~--

r..r. di::qiurizioriG

)rii.P. ril> SL".'.. i l )rinci:/iO' sic: il l'Tincip_io i. ,e) . in.

(~Ucct:) siisq J.~ dJ"'l:~zini cono l'omforc ;;llc.. dis-_,,iunzionq c~:~tc _pr4uf?.. .

e coi~:c ~)ri1;i.~:~i~_~-:-;!'t>:~:~>lurr.l:lt ,.cllP. dis:3iunzionc: coincide. con .il .s~o usoc!".............~~... __, .. : . . . .

r,:~

)ril.L e 4:;r1;,..:.r1c~, )J;C;3to 3sscrc sic,

~;ri1"L

sin :'>ririu:rirf
.

d~~llr..
..
.

dis..,iunzio.
LJ .
.
.

nelle c:iop;iunziune Jritun in bilicv

ncceso1::.riru.J.Cntc co~e se ~-o.1csi:w il :)robler.ar~ rli intcnck,re Ls di.visione. e ..


lr;. dif fc,rcn.u~ tra ~1r'i1:.P. ~; "...rihu.:rt::., ai ~)U ;>cnsc:rc che: lt.. disgiunzione si:~
G.isg_iuntivo, int~ll1Sl?.Ct'.Iacnt8

.~)ossibile

E' bisogncrboo ris;_Jon<lcrc che non

pcnst:re 1:::-... :.is.~inzion co..x;! dis:jiunti':rt:: pcrch la Jis.1iunzio-

nc in 1.~wmt~~ ;:fri111a
.. .

.:

'

c. s1./:qi:cs8.:".?

. ...

in

<;:

~"

t:ur.nto {}rh;c,rir;. dic,1iuntiv.n; l 'es cero dic;~iunti-.


.

vi: -;;lell, gis,3iunzionc c:orrid)ondc nll''ccG(;rc le; Jis;~iunzionc ~;rirua e }ri1"<.-:-:


ri~~.

in. un

1.1odo

.'

che c.ssoluto 5 :)Cr.ch(!

.,.

-~~:

'.)rL..e e pri111r:-.ric. che le y. c. _se


~

~:

.. !

tutt~

l 1ess.:::rc rklL:;

le dis1iunzioni,

s:ti-..i_nzioni non '.:JOGson> (;n~crc

sci

)Or

CUi tutt ~le, rJi- ..

'ti

.,

~ton fu ;~u1:mto ln di~r;iunzionc .d:i.s3iu."'lti-

'

elfo le :1is;1 iunziono~ ... -~.is,-~iunti:iw in .:uesti tcrr.1irti

...

~1ifqiunziohc COl:iG

un

modo 'origina.rio i::.t-

tre.verso .ii' (;_ur,.lc -~ cor"G se ~l ~1J?iri.ci?io dovesse pcns.:.:re 'se stc:rno; l 'c;ss~:_...

..............

--.

-~,

re :?rinllc-. dEli'n .41$~;(,,.JtzJone cd il sub' esuf..Orc ?riruerin ste. e: significare il '


rnodo c.ttrave~'so "11:"'~"-le ?Oeairu110 .)cn"scre il princi_?io co1.ie co1.1incic'.lliiento
e il principio co1.1e t>rinci.Jio, eio~ il ~>rini;:>io
zio 0d il
so .str;.rc
~ .

a Mb
principfo::c1;;.e
4

.:.ci _che ste i1ll' ini..

ci che: stll.rid9 cll' inizio fz fontlcrnento i;l suo stes-

.nll~~ti; .:~uesto
:

Ci.F1c

_t>otct.c .;enc;fJ.re .il

........ ~-~~-... :a:.!.

~rinci.)io . in

qoosti ten..11-

ni siznificn spostn::c il ;:>enscre pri1..c ctcl princillio; i,n (~tiesto senso pi;r
lo 3i;~stc.r4cnto ~!o~cbbe ni;:;nific.:"r~: il ~)robler.m. del. principio'. e _;_:>roble1~11:
'

.f ':..

'.

dcl 1?rinc:t'>io chi<;; c:E.l '.mnto di


' ~.

..::

,_;oss!bile in

.~~

~.uo.nto

..

viGt~;-

delle dis3iunzione <tli:;giuntiva non

'

il ,)rinci,?io nGlla

.
.
dis~iurizione i.Jrilui:

lejato al r>8n-

CGrc e divis,o de,l concetto 6 ne11S .dis~iunzio~e i)rirae:rin ci<Y eh~ . siail.

~:>fin~i)t~ s{~

il .>rincipio, il ?rinci,;>io

-~. inv(~ce

!f

Mauritius_in_libris

del: ;>-tinci~>io nncora i l

174

rincipio, che co11.e se significasse lo slittor.tento dell'essere prima della disgiunzione, verso 1 'esserP pri11iaric dcll' essere prima della disgiunzione; uno slittm,;ento che impegnc. la disgiunzione coIJe prima verso la disghm.inchiod~to

zione come prini.nria, in quanto il yrincipio rimane


sit di doversi intendere sia in
sce

C.

~uanto

nlla neces-

inizio, sia in qucnto ci che rie-

fli.re da fond.:.r,1ento u questo flre dl-! inizio

le pcnsnre il principio bisogna ;ensarlo in

se st~,$,pq._,J~,ii...~~,. lJOSSibi-

C.

~uesti

tennini: ci che in quan-

to inizio iniz:i.o di s, ci che in quanto cor.dncimucnto il comincimacnto di s, corrisponde cll'essere scnzn inizio di ci che pu essere principio in questi tenaini, ci che come princi~io pu essere 1' inizio che riguardo se stesso, cio il cor.-1incicre che riguardc. il cominciare, id1;;riticmnente

in questi stessi tcnnini

princi~io

?rO?rio per questo, perch

con~

cou:d.n-

ciare che riguarda il cotitincic.re senzn inizio, ed come se l 1ilnizio fosSE)

tutto. identificD.to nl princiIJio, ed cori:ic se il principio identificato

in questi termini, identificc.sse e sufl volte l'inizio c.he arrivo. al principio in q~sti termini. Questo essenziale perch il rcpporto tra disgiun

zione !)rime e disgiunzione primario fondafaentalc per lo copsecutio delle


disgiunzioni, cio il discorso storico delle filosofie coud,ncilte dalla ~
secutio delle disgiunzioni, nel senso per cui le disp,iunzioni non aggiuna;>no nie11te ella disgiunzione prirnn e prifllllria e non fanno diventare la di sgiunzione prime. e primaria un SE:.'guito di pll,l:-alizzazioni, 6 uri plurale,
~>erch il plurale della. disgiunzione

maria. A questo punto si

lhdtnto al suo essere prima e pri-

u chiarire in che senso il pt'inci?io pu essere

?enscto secondo le disgiunzione disgiuntivo, tenendo presente che il principio pensato secondo ln disgiunzione il
che sta tra il penscre
~ssE:3re

~il

~rincipio

che per un verso ci

concetto, da questo.ricava il suo essere come

trn s e s, mn per l'nltro verso il principio che arrivcto a.

questo suo essere: trn il pensare e il concetto dal suo essere stoto posto
in .crisi attruverso 1 'E:!.ssere non uno e l'uno non essere; da questo punto
di vista nbbiruuo un discorso necessnrio di corrispondenz'li. non iimnediut-2:
che il principio sic le:~ato nl :.;>ensare cd in 4unnto legato al pensare diviso dal concetto corrisponde sic al ?rincipio sia

Mauritius_in_libris

~l

principio; che la di-

...

175

sgiunzione in quento prima siu prfo,nriu corrisponde couiC t.<.ile sie al principio sia al principio; questa. disgiunzione prime :;>er questo primaria,
il che significc c1uestn. disgiunzione prinn riguardc. solo il princi?io 1
la disgiunzione in -iuanto prirna indice il ;>rincipio legato al pensare e
d~l

iviso

~)ri11Ul.ric,

concetto, perci

cio dunqu per

q~sto

la disgiun-

zione iJrima irtdict1 le corrisponcnzn _della disgiunzione prirn.n .alla disgiunzione primaria., ovvero del principio in 1uanto legato nl ?"msare e divi-

so

dal concetto del

~rincipio

corris?ondcntc a s, cio originri!ll'oonte

l 'e.ssere disgiunto riguci;:dc. il principio secondo ci che il principio


nel

In disgiunzione.

non secondo ci che il principio in (.juanto tale,

In questi termini le proporzione. trn il principio e il principio deci


sa dello. disgiunzione e viccvcrsc le. disgiunzione le. strutturo de,lla
proporzione del principio, dove prqporzione del ;>rincipio significa pro..

.I

porzione del t>rinci?io e se stesso. Questo ecco.de dopo che il principio


stnto post;tf in crisi attraverso ltcsscr<?
non uno e l'uno non essere e
. ,
se questo accade ettrnverso le crisi ori3.inaria del principio questo Ji- '

scorso senzn detenilinr.izionc, Cio le~ disgiunzione origlnarf.n. che riguardn il principio stn

'.

indiccre che le disgiunzione indice, indica signi-

fica he un rapporto itill:tedic.to el ;;>riti.cir>io in 4ue.nto legeto al -pensare


,

e diviso dal

co~ctto,

e in qtinto.proporzionll.to n s; in.questi ter,mini

lo. determinazione non che sic probleran, 1~ ' una possibilit che dal
punto di vista del principio secqnJ.c.> ls disgiunzione, non pu esser. pre-_
sa_ in consideraziom.:, perch il i:)rinci?io nrriva alle. disgiunzione prima
e p.-riluaria

ettrtvc~so l'es$~re

non uno e l'uno non essere. Questo signi-

fic che le proporzione 'del princi?io col princi~io nn equivalente al..


le
proporzione
dell'uno cun l'uno; nl principio in questi termini siamo
.
. .
arrivcti perch c stctc le crisi originaria del principio: ':t.1 passaggio
;'

dall'essere non uno verso l'uno non essere, il principio posto in crisi,
,!

'

I:

che in_ 1unnto posto in crisi c0111e se fo~se determinato, ma senza lo de


tenninc.zion,e 1 verso la disgiunzione ;_Jrima ;fi!lO alla disgiunzione_ prinl!!.ria,
',

cio verso s stesso e fino a se stesso attraverso l'essrc non uno che

:?essa ncll 1uno non essere; non tenendo pr0sente ci da cui il '?rincipio

Mauritius_in_libris

176

dtenninato versose stesso fino n se stesso, rne senza la de:terminaziO-:ne, l.<:. proi)orzione immediata: il

;?rinci~io

legnto el penserc e diviso

dl concietto talzuente ~)ro~orzionnto a se stesso che le. dlsg:i.unzione ;>rimn diveritn ~rLncri.o:., ?er cui l 'csser<; stesso del ?rincipio in ~uento le
gato al f>t:nsarE~ ~ <livls del c.oncEo.'tto, signifi,.n ~ic. il principio sia il

principio, il pensere legato nl l:Jrinc:Lpid

il principio diviso dal con-

cetto~

Se non si intende de che cosu 11 principio sia determinato verso se


stesso
mente

e fino

n se stesso senzt. lt. dtenairic.zione, la pr01)orzione tal-'.

~diate

da essere l stesso rincipio 1 nel senso che l'essere del-

la. proporzione come irti.cdieto corrisponde al principio, in quanto il 11rincipio tutto proporzionato a se stesso, rn.a in 4uestn maniera secondo la
quel~_ il "principio tutto proporzionato a se stesso il principio che

st~to determinato verso sf.: stesso e fino

D.

se stesso senza la detenaina.-

zione, il ch significc. il non disporre delln detenainazione e semmci il


disporre di se stesso con~ il suo esserB detenninato vers se stesso fino

e se stesso senza la detenainnzione. Ogni.principio infatti in sede storica.. viepe identificnto come indeterminato, perch l' indeteniiino.to come
tJrincipio nsce.dnl fatto che il ;;>rini?io determinato verso se stesso
e fino c. se stesso senza la detenninezionc; e dunque disponendo d~lt'es
sere determinato come ci cha corrisponde all'essere scnzl\ la determina
zione, in questi tcnnini il principio <li l <ln s, non Ji:'.t come principio
neilc.. disgiunzion prLK1rin, ma come principio che dalla disgiunzidrte t)ri
rnnrie.

S,3UC

la consecutio delle dis3iunzioni e che per potere fondar(,( la '

detenninezione priv6 se stesso del suo stesso'essere deterrninato, e concepisce questo co~~ il suo essere l'indctenuinato fondamentale a partirci
del. quele nc.sce lo dete.nainllzion di ogni determinato successivo, non

$)

lo de~li enti che penso iri quento detenilineti, me anche dei concetti che
~)enso

in quanto determimmti, non solo di ci che nasconde in s il dinn~

mis~o attivo del proprio essere, e che IJr questo ven;3ono condotti a ne-'

3r.rE= Se. stessi dirimici C~me eriti perch

COnK;

enti 'perci detenainati,

e non solo penso gli enti determinati, ma enso anche i concetti in quan-

Mauritius_in_libris

177

to detrminanti, che- il contrerio; e ecco che la proporzione si spmoporziona,

do;:>o

il principiu; pcrch appunto

zione si sproporzione., perch il

dopo

il principio la,,i*'QPQJ::'!!' .

.
principioconce~ito cou~
.

l'e:ssere deter..

......
~

';.

ruinato verso se stesso. e fino a se stesso ._senza .la dterminazione, percib


~to~icaraent, ;,>er poter~ fondare la dete~inazione ?riva .se 'St;&Do""~-
.
'
.
.
del s_uo essere detenaineto, si concepisce colilc indeterminato e da~aucr. ..

,tJOi

..

concepirsi com.e indetermincto,


propri.a
le filosofia liiettere c,ssieti1e il participio presente
sato, gli enti dctenainnti e i concetti deterri1inanti, il

pasdov~re

concepi-

re che tcnte dvrcbbc riuscire n significare tutto il dinomisno.operati~


..

vo dell'essere dentro se stesso, e invece ?ensare questo dopo il principio e del ~rinci?io. significc. etenainnrc questo al suo essere dete~inn
to. Non possiamo non.penar.re gli enti se non in quanto determinati, cio
in quento in realt n0n sono ci che sono come enti, perch come enti non
dovrebbero essere detenuinati, ma talmente detenainanti dentro se stessi
da nn dovere ctire ente determinato.

Il

..

~rincipio

ginariamen~e

verso

. ~. ';./-:i''.

origincrie.raente, ?ro?rio perch il principio che ori-

iiuestn ro;:>orzione che l'essere come essere determinato

e fino n se stE.:sso senza la detenninezione, per cui

quana,p..J.e.. ,
(':..

filosofie pensano e

~ensano

a partire de un principio,
questo paWllli-
.
. ......... -......
un principio lo stesso rendersi del principio, dopo se stesso, indetermin~to,

quindi il principio che riguarda le filosofie, il principio che


.
.;~ ... bJNll
costre.tto c. conce?irc le sproporzione tra attivit e i:)assivit~;..~~-'.'::':~ :
la s~roporzione attrcvcrso ln quale necessariamente l'indetermiriMli.~-:-:_
. :

'

f-- -.---- -

cepisce la s,;,:.>roporzione" che gli enti siano de.tenninatf e i concet.ti de~erminanti, concetto nel senso di ci che 'concepito e quindi ci

eh~

con-

ce;;ito lo stesso di ci che cietenaina, .ella stessa maniera con~ ente,


che, significa l'atto di s, in '-luanto determinato, ci che nor(~ 1' lltto di s;. qi.J,esto per le necessit 'di dovere pensnre che gli enti sono

Mauritius_in_libris

178

ij...:

sem.,Jre finiti e i concetti sempre infiniti, dove i concetti significano


in llUanto infiniti che per un verso sono innumerabili,e ;ier l'eltro con
eludono il finito. Dc. questo .Junto di vistn le filosofie stt1nno e _signi"!"
ficcre ch pensano il principio coM: indctenninato, indicano il problema
della detenninazione, perch il principio concepito in questa maniera arriva .dalla dia-giunzione 1-1rime e quelle primaria

E"~d

o se stesso, in quan-

to .arr.ive ad ess?re, essere detenaineto senza la determinazione, perci


la stes,sa. 'proporzione di s con s ed il principio di ogni dete.nnina.zio,

'

ne;~tia dopo il. princi.-,io; ed il principio di ogni detenninezione dovreb-

be iJOtere significare le.. detennine.zione del ?rincif)io e non di ogni ?rfncipio; -~' una struttur,J. de.l i.Jrincipio che indica la proporzione, 1119: dato. che la proorzionc il risultnto di uno. S,?royorzione, -per 9uesto dalle

sproporzi9~e.che

il

rinci~io

nnsconde alle pro?orzione che il

?~inci

i,Jio , di l dol princiio ci che si propone la sproporzione nascosta,


:>er cui la

spro~orzione

snlto del princi?io


pio come

proporz~one

nasc,osta, le crisi, come se fosse une sorta. di

con~

proporzione, percui questo snltnre del princi-

diventa. E;sso

st~sso

il principio di ogni filosofia:

ogni .filosofie.dipende d.lla,crisi originaria dcl principio; e quindi ogni


filosofia riconfenna non

3i~

111 sun crisi, mn.le crisi che stata deter-

minate dalla crisi originarie dcl pensiero. Da questo punto di viste l'essere

il_prin~ipio detenai~ato

verso se stesso e fino n se.stesso senza

le. determine~~one, un.di~c9rso fondcoentcle, perch significc questa


proporzione che il l)rinciiio , mc evcnte elle spnlle una sproporzione
'

rappresentc.tll <lolle stessn cris.i origineria del principio secondo 1 'essere non uno e ,l'uno non esse;r.c. Dcl 1)unto di viste dell'uno la proporzione ,.,!: l 'cssere non uno e l

'un9

non essere tenuto in

~)arallelo

con il

;_:>ensare le3ato al princi;>io e il ?rinci;Jio diviso dal concetto; l'uno da


qucstopu~to

di vista il mc.ntenere in proporzione il ;;>rincipio con s,

quindi l'essere non uno fino cll'uno non essere sono i termini attraverso i quali il principio la sue tJro;>orz!one, anzi iJroprio il prinCi?iO
della disgiunzione in quento priroo e primarie, le; stessa crisi del princi?io che fa da principio n quella disgiunzione che

Mauritius_in_libris

riguard~

il principio.

179

le~

Il princitJio coii:e

sue stesse. ;;>rol?orzione lo stesso che pensare il

principio, 1 1 essere del _?rinciiJio pensnto il l)Ossedcrlo nel suo essere


l~

proporziune di s con s. Mc queste proporzione fondata da une spro-

porzione_ ;atonte: le. sl)roporzione nello stesso p\lllto originario del princi2io cor,;e _crisi;
vero che dcll 'uno e.bbi&no la proporzione del princi'
...

piq .,.-con. .se stesso, e se l'unosignificn qualcosa


significa il mantenere
..
..

11

'

?~i~ipi(.) n_~l

.'

princi;;iio e dunque il

d~terminare

la proporzione, ma a

'

-.

petto di e.vere.
nelln
')rOi.)Orziune eh.e riguarda l'uno, il non tenuto . dentro
.
..
~

p~r

se stesso dnll 'essore e dcll 'uno,


..

..

'

cui mentre possiElJDo fare le. prOi)Or-

..

-~

-~--

zione tra il pr~nci;;io e il ._)rinci)io, e dal ~unto di vista dell'uno che.

proporzionato a se stesso l'essere non.uno come l'uno non essere, non


potreIIllllO

~ere

lo

s~esso.se

volessimo fare la proporzione tra l'essere,

il !!QB e il 2rinci;)io; possicr.10 fnre allora solo ln proporzione tra ,il


principio e il principio, e questo l'uno, ma l'uno dcl. cui punto di vista possic.rno fcre le.
zione l'essere e
sere non uno e
to che il

.~

i~

;,-;ro~)orzionu

ettr1'.'.VGrso il non potere mette in propor-

!!Q!! e il !El! e l'essere, perch abbicmo npunto l'es-

.l'~no

non ef;serc, dove ln

s~roporzione

latente sta nel

fnt~

si tie!le fnrmo e.11' csse,rc sia quendlo gli sto davanti, sin

quando, _per dovere, stere fenno u.-ll'esscre, 3li stl1 da tergo, sia come l'~ssere

non.uno,. nllorD il !!2!! che necessariamente per

tcn~rsi

fermo all'-

essere accetta di c.sserc d.::;.vanti e.11 'essere, me per doversi tenere sempre
e ancorn,fermo ell'usscre nttra.vcrso l'uno che proporzionato a s, il

!!2!! ccrabiando

d~

?Osto gli slitta da

tergo~

per cui,. non capillllO: essere

!!E!!'e non essere; se dovcssirao pr()nunzia.re essere non per un


essere per l'altro, non CC.i)ircnuao pi
~

niente~

perch

v~o-e~1!2!!
~

essere~

non es-

significano le lntenz.:. di.une. sro;>orzione tre l'essere e l'essere

che detenainete. da ci che il !!2!! nei confronti dell essere-e--dall 'uno e,nci confronti dell'uno e dell'essere; questo stare del !!Q!!....tra l'essere e l'uno rititl c_ trn l'uno e

!!2!! rimllnga sempre.

a~lo

l'~sscre

dogo, pe:r cui sembra che il

.stesso posto, nw. invece ce.mbia posto, : questo

ccrabiere posto del non la stessa latenza dello. -sproporz.iote - tre 1 'essere e l'esscrc 1 di:;. cui. le 11:.tenza

ori;i~arie

dcl _principio della. .quale i l

?rinci.,)io :determinn le sue stessa spropor_zione.

Mauritius_in_libris

- 100

A questo ?unto chiaro in che

~enso J?-U

essere

pei:i~ato

il p.rincipio,

possisno dire che cose pnsnrc il principio, se pensare.il principio


significa pensarlo in questi termini tttraverso i quali dobbiamo riconoscere la ln.tenza di une crisi

origine.rie~

dcl princi?io che in verit

le latenza della sprop11111zioti.c dcll 'essere. con 1 1 essere ten\,lta

f~naa

dnl

!E!!s ?er.cui il !!2!! identicainento sproporzione l'essere, ma l'e;~sere custod:.ece cltr~ttanto identicamente tc.lmcnte il ,!!2!!, de. con(ient;:ir,3ii per
questo di sproporzione.re l'essere: il !!2!! non pu uscire ftiori dall::' essere e dalltuno,

l1lll

per questo il !!2!! spro?orziona l'essere e l'essere, e

per qu.sto: da uestn crisi il principi determinato come proporzi0ne,


pcrch il nciscere come princl;>i~, cio il nascre come nc.scere originarlo.
del principio, 1' essere del :Jrinclpio cor11e proporzione, mnlgrado la latenza delln sproporzione che tocca nddirittura l'essere.
Si stn .Pensando coso. significn ?ensnre il principio in un momento che

cruclilc anche se conclusivo, dal punto di vista della disgi\mz_ione ;>rirns.ric. secondo la quelc abbiruno sic il ,Jrincipio sia il i"Jrincipio,, il principio. oppure il ?rincipio in rop;>orto e ci che lo stesso ?rincip:f.pori3inarfr.ioonte e come quell'essere detennineto senza determinazione, verso
se stesso e fino ct-se stesso che : l1:)punto le disgiunzione primaria; ma
questo momento della crisi originaria del principio quell'essere non
uno finv all'uno non essore::.attrcverso il que.le.. chiaro che l'uno. e l'uno implicano unl. .. sorta di corris~Jondenze.. del principio ol principio er
cui !lellc. propos'tz:ion~ seondo 10: quelc abbic.mo 1 1 essere non uno e l

'urv ,

non essere:, 1 1 unb ~orrispond all'uno nella stessll. maniera come nella proposizione, il pensare le3nto~1 principio e il principio diviso dal concetto, il. /rincipio corrisponde
' ;

aL princ.ipio,

per cui qua11do il principio.

. I

. nella disgiunzionlj;! primnric., il principio la proporzione di s con


s, mn il principio' nella proporzione di s con s nella disgiunzione
prime.ria, alloro sti6mo pensando il principio come una corrispondenza in.-.

trinsecc e se stesse. l. cui est'I'irist:nzione non di essere corrispondcn~_


zi,

~erch

appunto disgiunzione, perch il rincipio coroo proporzione

di s con s il ?:t;incipio corne proporzione nella disgiunzione

Mauritius_in_libris

primc.1.~

181

-rie, l'essere intrinseco dello. corrispondenza solo l'essere intrinseco


delle corrispondenza stesso. ed il cui essere estrinseco il principio

Come rottra di questo intrinseco; per cui in questi termini quando attraverso' la corri!lpondenza dell'uno con l'uno in reolt aveve.mo la crisi del
.. - .... ..

.-.

.'
r:o

principio e quc.rido nella crisi originc,ri. del principio questa crisi si3nificn.v.'.: che originari&nentc il non mantenuto fe~o dall~eS;sere o ;>erci s~~oporzione l'~ssere e lo conduce contro l'essere, si capisco erch
'l'uno mnntenut corrispondentemente a se stesso ideriticlmente cj. _riei
.

..

cui.confronti il non non mc.ntenuto corris:t)ondenteraente c. se stesso ;>r-

ch s.~r1.>l)orziona l'essere, perch a questo modo il !!2!! che sp-roporzionc.


l' ess~re . come se fosse l' a~ticiyo del principio che cotile proporzione
di s. con s, risulta invece tale nell!i dis3iunzione primaria che lo

ri~

gu6.rdc: -'corJ.:e tale. Cio il l)ririci?iO intanto proporzione di s con .s,


'in.quanto 'tcle in ci che nbn. ci che esso colle principio , cio la
disgiunzione prime.ria, e .Guindi, in tanto le disgiunzione primaria mi d
lo proporzi:on, in c.1ur..nto esse. non iJrotJorzione; in questi termini pensare il 9rincip~o significn il doverlo ~)ensnre secondo queste corrisponc,

denze. di s con s il cui i11-trinseco la corrispondenze. come tale che

hc; ~rinci?io nel princi;_Jio, che perci corrispondenze di s cori s, ma


che j_:kr_' q\Jesto stesso nelle non eorrispondcmza della

SUc'l

struttura, per-

ch l.'.1.-;stia-' strutture la disgiunzione prime.rie .che proprio cib che do-vrebbe determi:nare il ~)rincipio, )Cr un,verSO

COfue

il principio

lJer Un

nltro verso con.le il ;irincipio; quando dicevamo che il principio un moO i essere dctenainato senza de1;erminazione cd quel1' essere che de-

terminato ver_so se' stesso e fino e se: stes.so,. proprio


termillll.zione, l'essere

s~nz~ deter.minazion~

per~h

senza de -

dell'essere determinato che

il princi;,Jio verso se stesso e fino a s stesso, sta a significare che


.riel principio eone t~lc e che co1ae tele non posso pensare, questo essere

...

'

proporzione del principio pu esserp solo se ilprinc:f,.pio quella.pror>orzione che hn come t:ennine sE:: stesso, solo se questa. propRzione nella.pro..
,t)Orzirte -che il ?rincipio , il tennine della prop.,rzionc lo. stesso prin-

'cipicf corue, tale Ecco ?'irch

.!Q il princ_ipio sin il ..principio,

Mauritius_in_libris

Illc'l

allo-

182

..

ra cl che le proporzione non n il princi)io n il iJrincipio, ;;>erch


le. corrispondenza conia tele dovrebbe essere l'essere intrinseco della corrispohdcnza"'a- sC stesse, dentro le quele il principio dovrebbe essere solo ir iJrincipio e non sic il principio sia il i.Jrincipio, rua se il principio fosse solo k)rinci.;Jio nelle corrispondenze intrinseca a se stessf,la
corris?ondenza~ slirebb~

senza se stessn. E' come se ne-cessariomente il rin

cipio fosse questo mudo assoluto di decidere 1' int"ttinseco_ di ci che lo


riguarda assolutamente-in quel modo. per cui poi il principio decide 1 1 in-trinseco di ci che lo

ri~~rda

nssolutomente,- ma identicamente contrad-

dice'ndo se stesso" pcrch dedide lAintrinseco di ci che lo riguarda, cio


le prO?vrzione, in quella

m..~nierc

in cui l'intrinseco ri.mElne dentro le

corrispondcnzn stessa, per cui dovrem:no potere pensare la corrispondenza


senza dovere
cose, e

?ens~re

qualch~

che abbiamo penseto ci che corrisponde a qualche

cose. che pro;_:>orzionata e. qualche cosa, e non osso ne-

11ure dire qunlche altra Cosa, perch il principio corrisponde telmente


ti

se stesso a essere le, stesso. proporzione, e fino a tel punto che l 'cs-

sere dcl principio nelle

dis~iunzi0ne prime,~io

perci determina 1 1 intrin-

seco delle proporzione, ma un intrinseco it cui-atrinseco il-yrincipio


che sin il

1Jrinci~:iio

sia- il f)rinciio in modo tele che il l)rincipio

lo stesso che decid l'intrinseco della proporzione alla stessn proporzione. In 1..1\lcsto senso il ;>rincipio non pu essere termine di se stesso, per-'
ch in questo senso :i.lprincipio non pu diventare e.ltro da quello che
esso come principio, e quello che esso come principio di essere.l'intrinseco della proporzione, pcrcui-qwisto essere come principio
trinseco delle pr'o?orzione, decide poi

l'i~

nei confronti de.l principio-lo

necessit di essere il principi e il l)rincipio, e dunque decide il f.ab


to c.ssoluto che il principio non pu essere altro da quello che il principio come prinfipio, dovendo in qunlche modo essere un' modo di terminare in s", cio dovendo compiere il togliere il suo es-se.re determinato,
dovendo essere un mudo di dc-detenninars:I., npn di togliersi come detenn_in~to, nlll

di condurre il determineto ad una sua elisione che sin iniziale,

;?er cui come iniziale le elisione del principio, il

Mauritius_in_libris

del detrminnto,

182

re ci che le proporzione non n il principio n il principio, perch


le corrispondenza conie tele dovrebbe essere l'essere intrinseco della cor.rispohdcnz.~{'rt- se stesse, dentro le. quele il principio dovrebbe essere s:>-

lo il' ;?rincipio e non sia. il principio sia il rincipio, rua se il principio fosse sulo k)rinci;?io nella corrispondenze intrinseca a se stess9,la
corristJondcnza'. snrebbe senza se- stesse. E' come se nc-cessariomente il rin;.
cipio fosse questo mudo assoluto di d.ecidere l'intrinseco. di ci che lo
riguarda assolutamente--in quel modo. per cui poi il. principio decide l'in-.
trinseco di ci che l:o ri~~rda nssolutaraente ,. ma identicamente contreddicendo se stesso, pcrch deditle 1Aintrinseco di ci che lo riguarda, cio
l~

prO?urzione, in quellamnnierc in cui l'intrinseco rimane dentro ln

corrispondenzn stessa, per cui dovremmo potere pensare le corrispondenza


senza dovere

pens~re

che abbiamo penseto ci che corrisponde a qualche

cosci, e qualche: cose. che pro;_Jorzioneto e, qunlche cosa, e non posso neppure dire qunlche cltra Coso, perch il principio corrisponde telmente

e, so stesso a essere L2 stessa proporzione, e fino a tel punto che l 'cssere del princi?io nelle dis3iunzi0ne
seco delle proporzione,

priine..~in

perci determina 1' intrin-

ma un intrinseco il cui.tatrinseco

il. principio

che sit. il princii:>io sia . il cprinciio in modo tele che il principio


lo stesso che decide l'intrinseco della proporzione alla stessa proporzione. In 1..1ucsto senso il ?rincipio non :;;>u essere termine di se stesso, per-'
ch in questo senso :i.lprinciio nonpu diventare e.ltro da quello che
esso come principio, e quello che esso come principio di

essere.l'~

intrinseco della proporzione, per cui-questo essere coma principio l'iritrinseco delle pro?orzione, decide i)Oi

nei confronti del principio lo

necessitdi.essc'rc il principio e il principio, e dunque.decide il fatto assoluto che ilprinCif>iO non pU essere altro de quello COO il prinCi?iO cor..:ie prin2ipio, dovendo in qUllche raodo essere un.modo di terminare in s', cio dovendo compiere il togliere il suo es-se.re determinnto,
dovendo essere uri''mudo di dc-dctenninars-i, ngn di togliersi corno dcterm.in~to,

mn di condurre il.detenaineto ad una sua elisione che sia iniziale,

?er cui come iniziale le elisione del principio, il

Mauritius_in_libris

del detrminnto,

'183

...
~cr

cui questo -elidere del

princi~Jio

il suo essere e.l ;>rincipio, dovre:b-

pc condurre il ?rincipio c.d essere, essendo un cletenninato senza determitermin~to

nazione, un termincto, noCJ. un

sginzione ~riltltl.riD.: sic, il princi?io,

Si:;::m;_:>rl: come principio. Per cui di-

ili

il r.r.incipio; a -questo punto

sie; ,~l ?rinci2io se }no dell 1essere corna dctemipato 1 sia il principio
-s(!0no dell'essre come tcn,1inc.to, cllora il secondo ten.ain~" il modo
h~trnvcrs? -il. q~e il pr:i.nci_?io

nei confronti di se stessq, sempre

dL essere principio, mn <li rir.u:tnerc princ.i;?iO in quc.nto elisione ,dl

Sto

princiio int.rinseco che nel suo essere detennincto il toglin1en~o del


de; ,pr cui sie il principio e poi sia il princi;::iio dove il pi signifi- .
cc. il determinato senza de, cio l'essere de-determinato che ri~ne principio, erch cpunt9 corrisponde cll '(;issare
Quando ''11:!:!!2 uno corrisponde

S. S8

stesso

d~tennine.to

ch' ?rincij.)io.

qucndo il 2ri.nCii)i~ .prinCi?i~

Curris;_Jond.~ C: se stesso, .lf'-. corriSi)Ondenzc. Co~'le .l'intrinseco delle corri-

Si:,ondcnz,~f eh~ il prirt<fipio ~ Un

sei)Gre

che riell 1uno che ori'.~fsporide

ull 'uno 1'1 corris~)onderize.. stcs'sa non ancora l' intrin~eco della corrispontk:nzt:, che il princi;_:iio, p~rch nell'uno che corrisponde all'uno, l~
trinseco,
_della .,corrispondenza detcnninat? al principio,
eerch sia l 'in1
-

trinses:0~-dolia:-'C:otris~9ndenze. to 'stesso principio, proprio perch nell 'uno che cori-ispondc c.11 'uno -il non 'luel suo cmbie:re di posto che svxo)Orziona 'in corrispondenze d~ll 1 uno e quj.nd:i il.princi;>iO che lo stesintrinseco delle corrispndcnzc un sapere che dc tergo al ?rincipiD

50

st.e~ . l ~intrinseco
delle corris~)ondenzl. cl quele corrisponde :unn S?roporzi&e-

.ne fontc.nlei:l:ta.ie. che rigW:<rda l'essere e l 'e~serc ,. erch il !!Qn eh~ carwbiq di pos.to -rispet;:to c.ll'essero e. che in renlt non cc:.mbia di posto, perch essere non e non essere un rimnnere da ~)c.rte de:L nn tra 1' ~ssE:re
e L'essere, mc. questo rime:riere <lel nun tra l'es~ere e l'essere io.scia l'essere in quel modo ?Cr cui n l'essere , n il non essere.non

e.

Proprio

secoricfo la' corrispo~dcn~c. dell 'u.no cor;;.c" l '.intrinseco delle. corri-spondenZ'I.

qetenairito :- l priri.ci~"f., 1 1 .iritrinse~o


.

'

a ques=to
..

~)urifo .. ..ci'-

enti

~ i'deri

ticcllilentc' if:frnte~3il:rrii1a non" corrispondei-fari del riori; .. in qilanto.il nn


no~

corrisponde n se stesso, me lascin che l'essere:CO'J:'.rispondendo all'-

Mauritius_in_libris

184

essere ettravrso il !!.2.!h perci ne:nnnc'no 1 'cssere cmfris?_onde all'essere,


~)rO;,Jric.rp~rch l 'essero L:::scieto corrisi)ondentl all'essere attraveZ'.SO i l

!!Q.!!1 'per -questo 1 '-essDrc non corris1)oride cll'_"esscre; c6ri(ispotldendo ~11 .;:.

esc;ere, infntti n 1 1 ess~rc , n il non es's~r(i non'~-' q:Uiriai"::.tn "quest'


senso dnl punto di vist1 deL ;?rin~ipio non y~s_so pensare n l'essere n
il rion essere,

r1k'l

dal punto di vist del principio posso IJ'imsare che co-

sn
signi:ficc. pensare il ?rincipio,
in quc_sto stesso pensare che cosa si.
.
gnifia pcnsrc il ~)rinci;_Jio, si.3ri:lfi: i:)ensti.re il principio' cori.e 1 1 esse-
re il proprio nsintot fondcmentc.le, uindi il discorso- s\ll prlriClt>i6
un ctefinire il principio in -{uesto senso, una definizione del princiilio
secondo ln quele; c.uc..ndo il ;Jrinci;Jio si definisce come 1 'essere il proprio c.slntoto fondmentale, il principio si sta definendo com l'essere
ci che ha sem?re une

dist~nze

con 3e

st~sso,

l'essere il proprio asinto-

to f'Ondament,~le, per cui pcssimno dire questa distanza che il principio


questo punto Ci C~e f>?SSiamo dein questi tenn:tnf:: il principio la sttssll privazione'*dr se. stsso~

ne{cnfronti di se, il principio


fi~ire.

C.

Quando nelle dis0iunzion prirnnrih .bbiemo sin q. principi sia il


p~inci?io

principio e quando sie il principio, sia il

significa l'intrin-

seco delle proprzione t::ttrll.vcrso ln quale nbbic.mo le non proporzione,


in qucnto sic il sia il princil,)io -;:K;ssi nssieme non
.

me l'uno

s~no

il principio,

l'altro
re.essi essieme sono le distenza
che continuamente fan,
.

no nascere tre s e s, nulla distanza che il principio tra il principio e il principio, ci che potrebbe essere principio, se

l'intrinseco

<lelln proporzione come ci che ia ?roporzione inquanto intrinsca a


se stessa, se

~uesto,

. .
fondementale, :cio
'

allora princi?io l'essere il yroprio asintoto


.

1 'cssere la privazione di se stesso;

do~e

essere la

privazione di se stesso, signific~ il dovere necessariamente


andare dal
o e e
d$terminato al tenainatoe tornare del tenninato al determineto 1 per cui
non che il principio
.

'

co1ne~rinci?io
~

essere come principio asintoto

fondamentale, il princi>io il ?roprio asintoto. fondamentale, cio l'c.sintoto fondrunentnle di s, e <loo questo non c' altro asintoto alia stesse maniera come do?o le disgiunzione prilillria le disgiunzioni sono solo

Mauritius_in_libris

. 185

co~secutive; dopo i'esintoto che l'essere conle )ro:r>rio asintoto 1 .cio

d~:Jo 1' asirttoto che ri3Wlrda n essere dcl :vrinci~io che la ;?roi)rfa~t
di s, dopo questa propriet del

princi~io

come l'essere

l~

rivazione

Ji se stesso, non abbiamo nltrc privazioni 1 oltre tutto ?arch.tutto

que~

sto serve perch le filosofie siano 1 cio che sono sta.te, perch il lom
ussere

st~.i.te

. si qualche :osc che dobbit.rno

~xmsnrc

e non solo che dobbi<:!-

rno registrare:. e ci che le filosofie sono in '-fUanto sono ci che ne ;,)cnsicra.o 1 ci che. ne pensicrno ci che nc,scc d.s.11 1 e sscrc de 1 principio come esintoto; per cui ci che pensiamo dlle filosofie ci che determinato dal i"' 0Ssere il princi~)io come principio ucll 'E::ss~rc proprio del
l'asintoto fonda.mente.le del quclc non ch le filosofie sono 1 mn dal

~lU!-

l ci che ne pensiamo, u1e. ci 'che ne pensinmo ci che le filosofie


sqno rispetto all'asintoto, cio dn ci ch-il principio come rrincipio
la privazione di s1 tc.ltoonte quella ~)rivnzionc di

dn ?Otcre, essere

il p'r.incipio cori.-ie princi1)io, principio di ogni f ilosofin che abbin il suo


principio, quindi il principio che si ripete. coruc

princi~:Jio

fino a tornn-

re ancora come princi?io per tornare c?.d essere il principio. Ed


se ave(?simo il ?rinci2io principio, rincipio il
il principio come principio l

'~' sscrc

principio~

:~011.e

nel sznso che

il proprio c..sintoto fondan.entale

da cui l~ filosofie sono in qunnto sono ci che noi ne pensiamo 1 r.i.e. )er. ,
che esse sono da ci che esse sono ste.t8 detenninate de.i principio come
.

principi9 1 per cui determinate <lal iJrincipio corno

~Jrincipio

le

filosof~e.,

rovesciarido questo, nc..scono da principio fino .:J.l principio che il loro


principi, ?Gr cui il prirtcipio conte princi:)io l'essere il prt-Jrio asintoto. fondamentaleJ. le filosofie nascono secondo un loro principio perch
ri;,)eeono l 'asintot fondamentale rovesciandolo c.110 interno, in quo.nto
ci che nell'asintoto fonde.mente principio tcnninele e tcnninato 9 nelle filosofie principio iniziale, in .-~.uanto le f ilosofic sono ci6 che
sono perch nascono de principio in suel
?rincieio 1 dapprima, per noi :il

~oro

rr~do

per cui il loro nascere dc.

nascere secondo il ,princ12i-O per-

h il l'oro principio, ml! per questo l'essere dcl principio il proprio


'

asintoto fondamentale significa. le p'rivazione di s dc p.'.'!rto del princi-

Mauritius_in_libris

18';

;,:>io, in quanto le privazione di :s da ?erte del principia, che u essere


te.le: solo nel principio,

~erci

.rende possibile le filosofie che lo stes-

so che dire che le filosofia uendo si determinano, si determinano perch


rendono.indeterminato l'essere determinato del principio verso se stesso
e fino. a se -stesso. Allorc. l' indetennin<lto

come

princ~1::>io

di una 4ualun-.

que filosofie l 1indetenninnto che r<appresentc. la formule. .concettl!le


dell 1esscre del principio' COii.te principio la stessa privezionc di s 1
ci

~elle

per~

filosofie il principio pu essere l'indetermineto, perch esse..;

re indetettninato significa servire il ;;,rincii:Jio;

io~

l'essere delle

fi~

losofic, melgrado il loro non essere determinato secondo il principio,


1 1esseTe delle filosofie dnl ?rincipio, in quanto 1 1 indete~inoto che il
principio di ogni filosofiC. telo non perch_ sinno le filosofie e .ridurre il ;irincipio <,d indeterminc.to,

tilc'1

perch il principio stesso che

nccessit&-di essere ridotto a se stesso talmente che le riduzione del prin


cipie nl \)rincipiq ci che consentf?.__?~>:
m~nicrc

pri:~C:i?io

di. ?C$sare. :in quella

pi<)1'." cui noi nelle filosofie pensiamo il princiio, melgrado nel

9rincipio non possiar1io pensll.re il principio, pe:t":ch pensare il principio


nel ~rincipio si3nificc la disgiunzione' primaria nella quale sia il. principio sie il princii)io sono l'intrinseco della ?roporzione, rae questo in-.
trinseco della proporzione nella disgiunzione primaria necessitante se
stesso a :,;H1ssure in modo te.le da avere cib che possiamo pensare nelle f.:1,-,:.
losofie del principio; nla e questo ;?unto dell'asintoto cqme prcbpeio &'es"!"
sere fondlltDentnle che rigunrdo. il pr:incif>iO cqme principio abbiamo

que~ta

ridzionc del princi;io al principio che riproduce nella seconda. porte


la disgiunzione ?rhie.ria, . perch la riduzione del principio al princf,pio
significa: al princi?io, sin c.l principio
pio in qunnto se

~tosso,

ci.o

si~ificc.

i~ 9~tQ.

prime. 11 sia al pi;inci- -

sia ll", riduzione. de:l

princ~pio

al suo.iniziale, nl suo essere inizio di s; sia al.suo essere inizio di


s-il suo stesso essere inizio, cio il principio.; e

~Jer

potere detenni-

nc.rc una filosofia, dobbia.too pensc.re nellll filosofia il principio a que


Gto u10do, che significo non pensare il principio, ma pensere un modo fondsmentale del t>rinciqio che determina le filosofie, cio significa pensa-

Mauritius_in_libris

.-

187

re il principio in un modo per cui lo stesso pensare del pr!ncipi, lo


stesso essere transitivo del principio in quel moddj;>er cui posso pensa..
re il princi?io nelle filosofie perch le filosofie siano, questo significa che dal princi?io, secondo la dis3iunzione primaria, il passere dello stesso principio ste cndcndo verso quelche cosa che prima di essere
penscta

secondo

se stessa; ha bisogno di essere i>ensata


secondo ci che
.
-<

il. :)rincipio stesso diventa contro se stesso. '11 principio nella di-&giunz:irie. primaria costituisce questo suo p$sare che appunto di -esse-re- ~1a

riduzione del' principio al rinctpio; l 1essere transitivo del -1>r4.n0lpio


il ?assare del principio nl principio secondo la disgiunzione primarie,

e questo posso.re che le riduzione del principio al principio, necessita sa di essere questo pt:i.ssare, ma necessite anche di essere questo pc.ssare un

pcssar~

verso qualche cosa che non pu essere il principio e che

qualche cosa che prima di essere pensata secondo se stcssn ha bisogno

che ci ?er mezzo

d~l

volta pensato, perch

quele viene pensata secondo se stessa,


~cnsato

~ia

a sua

contro j_llt princ.i?ib. ])al f,)rincipio il pas

sere del principio n questo modo costituisce l'unico modo di pensare dal
principio il concetto, perch il principio principio diviso dal concetto, perch la riduzione del princ:J-pio a principio ' l'unico modo ch il
k>rincipio di essere pensato, ma allora questo costituisce l'unico 100c:b
che ho di determinare il concc:;tto dal principio perch il concetto' con'

tro il principio, dove concetto significa lo stesso

'c:hri 'riduzione

del prin-

cipio al principio, perch concetto significa questo essere pensato de.l-principio contro se stesso, perch concetto

si~ifica

questo essere pen-

sato del principio contro se strsso, per.ch il concetto se secondo il


concetto la trascendenza rispetto al principio, tanto da

ess~re

il prin-

cipio legcto al ?ensarc proprio pcrch diviso del concetto, e perb per
~sto .

stesso, tento da dovere e'Ssere il ?rincipio

qe&~o

passare, eque-

sto p$sare: significa il non essere del principio9 perch-'ie --fllosof-ie


che nascono sono questo non essre dcl principi.o.
Ogni filosofia il pc.sserc del ;>rincipio fuori di s, che poi . tutto il suo essere, in itesto senso

i~

tanto possi&no dire che questo un

Mauritius_in_libris

108

modo che il principio __ di essere ;>~maeto, in quanto questo e-s~cre penS.a-

to. C:el principio l 1essere pensato del pri_ncipio cot:ltro se


ch il

~assere

s~esso,

del princiyio sia verso quc.lche cosa che non sia lo

so ?rincipio, in

se il cS.sere del

~uento

e quel punto nel qual"." crm1e se q.

prin~i~io

~Jrincipio

perst~s

non transitasse fino_

venisse abolito, le filos:J-

fie non serebbero rnei no.t . Il Dense.re in questo modo il vrinci2io il


principio stesso ,-che _. qusto modo di essere ;Jcnsnto che costituisce il
concetto, ilconcetto come le. riduzione del principio al principio, appun..
to percb.il principio .l'esser.a il Droprio asintoto fondamentale, ma
-

'

ellora questo passare del princi>io che .costituisce il.concf;tto un passare che perci deve c.nclcire non pi nel principio, pcrch il principio
la stesso privazione di se stesso; ecco
visione che gli sta

cll~

l'~sscre

lfmo custodito da un& di-

s>c,lle e: che per gli si prospetta davanti come

qualche cosa che devo conte1oplarc ;;.>erch finalmente a questo punto lo


stesso essere diviso come te.le dal

?rinci~)io,

ci che in quanto esse

ro diviso dal principio,ed _JJuell*esscre diviso dal principio che per


mezzo del concetto, per mezzo dunque della riduzione del principio al principio determino che il principio passi in_ ci che costituisce lo stesso
essere diviso dal princi)io:. la ap2roorietio privetionis 1 d\ingue l'idea,
ci cnc contempla
templo ed

con~

l'essere diviso dal principio, ma come ci che con-

ci che deyo

conoscer~

la lingua 3reca:&v~Lxe!evcv

coh-ie 083etto ed og3etto nel senso delio come ci che pur essendo ci che

13iece,
ci che mi si.prospetta di fronte, perch ci che opposto,
e
percio og3etto ma ci che mi stc. di fronte lo stesso ?rincipio che slit.ta ettra.verso il suo esoere trt:.nsitivo, non pi fino a se s_tesso,

LIS

fino

a\ suo stesso essere diviso da. s tc.lmcntG che questo ess_cre diviso da.
s costituisce il dctenninl'!.rsi dell'idea come appro?riazione della priva..;
zione, per cui quando e

se>~l

principio questo definire s come priva-

zione dj s 1 l'essere diviso.da se stesso sil)Oifica l'appropriarsi assoluto- odi guesta.priva:zione. L'id.ec. non se non. guesto:
appro2riatio pri'
'
vationis; l'idea talmente l'essere diviso.del principio dal principio
che questo.. essere diviso d'fl princi:)io dal i)rinciio la propriet

Mauritius_in_libris

~sso-

189

lute della

~rivazione

co1ne tele; ?er que;sto penso solo se

~nso

idee, ?er

cui enso solo 0[;3etti, secondo ci che conosco del ;>cnse.re l 1 og3etto,
lliC

Ci che Conosco del

~JCmsar~

1 1 033ctto prO;,)rio il conoscere 1 1 O[met-

to come l'essere d.iviso dcl principio del principio, per


t~9-1?.'I".~Ya_t:!<;>nis,

cuL.L:'~l:l.P:2~92J;_i4~

-perch solo cos~- che si spie3a che dssendo 1 1 ideu ~~

i;_:rl;'9pr_ie.t~.Q__pr~'!..~~-i9_ni.s~

per questo possiamo avere idee di

qualunq~~ C?SB. 1

;:ierch 1 1 idea talmente eppro;>ric.zione della privazione dc. essere per.>


questo la propriet di tutto ci che non sia privazione dopola privazione stessa. Allora posso concepire le essenze solo perch il principio
riuscito ad essere quell'essere transitivo di s che costituisce lo stes-

so concetto, ma in quanto significa l'essere diviso dcl principio dal principio dn esscr perci il principio dell 1 idea, cio il ?rincipio di ci

che posso pensare come idea, cio com.e &.2l?.E?Pri~t1:9~J21:.~_!at~.9..t:i!~.


L'idea come propriet assoluta della privazione arriva ad essere tale dal principio :'er mezzo del concetto, per dal ?rlncipi:o per mezzo del
concetto significa dal principio attraverso l'essere come essere diviso

dal principio, che l'unico roodo che il concetto ha di essere tra il prin
cipio e l'idea e questo modo unico lo stesso essere del concetto come
tred1aslona imnedittta del principio come tdea; quindi in questo aeuo 1 1
idea come propriet cssoluta della privazione lo 'stesso essere finito
dGl princi?io, o il principio in quanto ,essere lo stesso finito, del principio, in quc.nto essere ci che del principio arriva ad essere di se stes

so

corna la conclusione di s e dunque come il finire del ;.:>rincipio nel

~)rincipio.

Allora la propriet assoluta della privazione lo stesso fini-

re del princi;_)io nel principio, cio il ;;>rincipio condotto ds.l principio


oltre il principio stesso 'nel ;?rincipio, perch lo stesso finire del
~)rinci:>io nel ?rincipio che corrts~onde alla propriet.~ della privazione,

in tento l'idea in qucnto e2oro2rietio privationis in quanto il finire dcl principlo che dal :)rinci?ib e.rriva a questo essere finito che
lo. stesso finito dcl princi;>io; in questi tenilini pensare l'idea necess~rianento

pensare il finito, ?erch in questi termini ci che dall'idea

l)ossibile pe.n..aere l 'csse1;e finito come lo stesso finito, cio l 'es-

Mauritius_in_libris

190

sere come ci che lo stesso co11ic finito e che come tale possiamo ricon.

"

durre sempre al princiQio, ma non .::1 9rinc.ipio come. tale, ma al principio


che

aa.

se stesso arrive. a quell'essere finito cli .s che l'idea come !!2.-

pror.>riatio privationis. In questi tennini. se 1:Jensare . P,Cnsare l'idea,


pensare 1 1 idea. . significa necessariamente pcnsc.re il finito, anzi in tanto
~

posso pensere solo in q~ntopensarc 1 1 idea significa ;,:iensn.rc il-finito,


.
,
pensare l'idea .conoscere il finito~ nello stesso senso secondo il quale
si ;>ub dire_ c;he pensare 1 1 idee. mi serve non ;_Jer pensare 1 1 idea, ma appunto per conoscere il finito, non perch il finito finito, ma pcrch il
finito lo stesso che 1 1 e sacre cmuc

e~sere

fi?ito, lo stesso nel senso

..

e.ssoluto della sostantivit di un CSSE\re.fi.nito che. riguarda solo tl prin


cipio,

r~

che riguarda. il

prin~i?io

che crriva

c.ll'ido~

e dunque il prin-

Ci?iO che arrivando all'idea ?Crci il princi?io che per mezzo dcl suo,
stE:isso concetto, cio ?Cr mezzo dell'essere. trensitivo dcl principio stesso,

il pr:f.ncipio che.,, nell' idc~a come pro1Jriet assoluta della. :LJrivaz:lo-

ne, come se dovesse essere le ,necessit di.un principio diverso da qucstQ corne inizio della conoscenze, perch da y_uesto?unto di vista se l'idea ~pp_~C?..2!!~~~-<?~_l??;i~~-~_C?l]:~~ e sq. dovess:l,Ii!O rend9rci conto dcl modo
~

'.

attraverso il quale l' ideQ,. divepta l:.Jrincipio della conoscenza. degli enti
detenninati come se 1 1 idea. fosse questa necessit di diventare un ;.,>rincipio diverso da quellq che esza , re,lativament.:~ al principio che la f&
essere in maniera che la .diversit. del p.rinci;>io relativa al i_)rinciio
che fa essere l'idea.fosse

un~

sorta.qi inizio della conoscenza tutto le-

gat.o al conoscere e dunque Wtto. diviso. qill ?Cnso.rc.


Se, i'idca queste propriet assoluta dcll!:. privazione, il problema
del col)Oscerc si pu' dire chg sia teorie., ~ teor:f.a in senso radicale
: ,!~_

ori3inario;
per virb) de:ll'
idea
.:
...
.

c01.ie

~,

il conoscere a questo ;runtn-

.&Ewe6Q"
.

dowebbe riuscire ad essere teoria. in. rap?orto al fa,tto .che l.'idca stes.

sa come tale a.d essere essa stessa -&&Wp6

, se l'idea p:rok)riet asso-

luta della ?rivs.zionet in questi termini ci che risulta del J_Jrincipiot


il conoscere q_uelunque cosa par.e che sia problema, in quanto. il problema
dcl conoscere il problema non dcl che cosa conosco' ma. dcl principio

Mauritius_in_libris

~~;

191

...

dal quale :possibile eh.e ci s.ic. un conoscere, dato ch il principio che


-

~-.

risulta, .cio l'idea, in tanto-risulta, in quo.nto questo residuo metfisico del princi?io che la pro_priet assoluta. della privazio~, cio.
~

l'id~a la privezione nel.la sua stesse propriet assolute., se divo ida

inte~o eoncet~lment~ dire chG lo ste.sso :che di.r propriet essoluta


delle. i,'Ti"Vaz:i:one, non ;_Jcrch dire idea . significa dire tutto ci che posso conoscere ~- nul- dizCi -che ~)osso pensare; se conoscere- da questo punto di vista problerrrfJ.; probl'6ma. in. qus.nto 11.", S'uo essere problem~ quel~
lo di ess.erc uria t86ri.a~ sole{ prCh '1 1 idea
c~uento

do il quale l '-idea in

, -ne 1 senso scon-

propriet assoluta della privazione - come

se fosse _invie.t.s de se stGssa.

~rcsso

un oracolo, che sarebbe il principio,

da onsultrc per cnoscere l'ori3ine. L'idea

cori~

tale una sorte di

spcttatric che fa il viaggio dentro se stessa e attorno a se stessa per


identifica.re il punto di origine del SUO esGere.come principio, proprio

1:;erch-&e~4i;

deriva

da

dere, e cllora coroo-&e:-4s


....
'

due perole .&aa


in quanto

- spettacolo e

pdw

.:::ve-

api)_!_op;~ati_g___xr!YE!:~'?.n~s, :e_~ci~

?_.li!:.!!.<?.~~- ~~~1.~a, la. sinossi tetica di se stessa., in quento l'essere

questo. sgcrdo con-9lessivo su- se ste.sse. che perci tiene assieme 11 suo
essere per un verso spett.s.colo, ma per l'altro anche solo ci che vede
questo spettaolo, l'idea in qUllnto sinossi tetica. lo s;>ettacolo che come s1)ettacolo lo $tosso essere S?Cttatore e in quanto, essere Spettatore
. essere S?cttc.colo; l'ideo. ~intellegibile la cui intelligenza di ri-

manere intclltgibile e dunque l'idea -noumeno, cio pense.bile, ma pensabile in quanto sinossi tetica, c0100 questo S'3\lardo cornplcssivo su se stessa -cttravcrs6 il quc.le l'idea afferma il vincolo tra lo S?ettacolo e lo
spctte.tore,
tra l'intuire
e l'i.ntuto, l'idea. questo andare:ad un ore..
t
colo che nn esterno all'idea,ma l.:2 stessa idea che ya pr~so sestcssa i:)er chiedere l'origino, cio lo stesso principio che viaggi.a' attorno
a se stesSQ'per chiedere del suo esocre principio 1 1 origine e per questo
teoria, cio il chiedere o il contemplare il ?rincipio o i principi e non
nel senso tccnica.ncnte ple.tonico. Sappiaino che il

termi~.&~~t'\I

pla
.

tonico, rna platonica perch il pla.tonismci.di qUesto.significato corri

Mauritius_in_libris

.192

spond nlla conccttu&lizzazion dell'ideo coL-ie%Ewp6


, significF.:.. contemplo in quanto contenr1)lo
8

in qanto pensare si3nifica pensere 1 1 idea,

tualizzazi,on~

sto

inm.Manentc al termino %Ewp6

0ersona:~nio

stcss~

~cio intendere
signi~ica

corrispond~-:;

ad

pense.re

una

che deve fare i conti

che 1 1 ideo come %Ewp6

concetc~n

que-

, non come teoi:-ia, _tno. esse

cor,'le essere questo vi!'!.g1ictore dentro se stessa, in <j"Uall.to per guc

sto. sinossi tetica, cio questo s.o;unrclo couplcssivo di s su se stessa,


perci sinossi che affenaa il vincolo tra l priricipio e il suo essere
finito,

p~rci

tetica, :Jerch afferma il vincolo che la tcsi 2 quindi

s;{UCrdo- cor.r;:>lessivo di s ou se stessa, disci?lina

or~anice.

delle sue re-

lezioni costitutive, che affenna la tesi del \rincolo tra il principio e


1 1essarc ~inito, ?Gr-cui questa tesi ~e costituito storicamente l~ giustificazione teoretica del conoscere come filosofico, perch il filosofico
dcl conoscere
colo dcl

G filosofico

pr~ncl?io

Jcrch il_ suo princi~io -questa tesi.dei vin-

e del suo essere finito, per cui conoscere

u~~sscre

cor!ic finito un conoscere come filosofico_ :Jerch al.wrincipio il principio la t:esi dcl vincolo tra il ;:irincipio co1:-1e %wp6~ e il suo stesso
essere finito, cio il suo andare viaggiando

dertt~o

se stesso e per se

stesso, ed allora questo tipo di discorso dimostrerebbe contro se stesso


solo le filosofie del finito e non le filosofie deli'inffirilto. Ma questo
non , ?erch non ci sono storicai110nte filosofie dell 1 inffimto se non nel.1~

misura nelle qual:e

~ste

sono una filosofia che rende in qualche modo

finito il s:uo essere filosofia dell'infinito, finito nel senso di

c01~iu

to cio ehe ha tcnaine in s; qualunque tesi positiva sulla conoscenza


dell 1essere coroo infinito inlica che l'.essero finito ven3a spostato dal.1 'cnte e.l discorso, e c;_uindi conoscicmo il finito non perch :!,,l

~inito

finito, ma perch pensic->Jno la tesi el vincolo dell 1esserc finito al princi?io; conosciamo filosoficamente perch il filosofico-del conoscere snrebbc fondato dal :xmsare l'idea, mo. del pensare 1 1 idea
ctt, cio dal pensare 1 1 idee cor:ie .&Ewp6

f::Oii1G

sinossi tcti-

, cio eone principio delln t.-;o-

ria Il conos~re:.- storicamente ?arla.ndo, ~ pi~) astrat-to

.in

quanto non

risulti il pensare originariarnente parlando, perd1 il conoscere il

Mauritius_in_libris

te~-

.193

tativo di concttual1zzez:e il

il tentE!tivo di iXmsc::.re il

-&Ewp6~

dove conccttuelizzare r;ignifica:

-&ewp6~

, cio di pensc.re 1' idea come -&e:wp6~

che ~:ior questo dive11ta teor:l.a, i>er cui, i,)Or questo avremmo una teorie del
conoscere, e non

~'>er

cc.so le teorie del conoscere nascono in coincidenza..

con .il problem5; q.clla genesi delle idee, con il momento delie .. cr:i.si ~el
pensiero, se possibilo ve.rlcre di crisi del pensiero in questo senso,
cio con i gnoseologistno, la crisi corrisponde alle. ripercussione inane,
cio scpza effetto,. d:L un 3rosso anacronismo, :,x;rch ancc;:ronistico,
?O Platone,

~ensere

oo- _

il conoscere secondo il cosidck:tto ?roblema gnoseol.o-

3ico della filosofin moderne. fuori dni tennini nel quali originariaraente
questo problema problemc; nella lnisura in cui il so essere probler.lc".'.
di fere diventare teorie il -&e:wp6otare 1 . in quan.to -&e:wp6s

, cio di condurre l'idea a diven-

non solo il vi&3i3io_ intorno a s, ma un viaggio

che averido identificato l'origine, per cui 1 1 01:.::i.colo ha parlato e per cui
il parlare di questo orac.olo ha avuto il suo persOnc;1gio storico, ~'"Socrate.
Da quento punto di vista

~on

sarebh--r stato :;.)ossibile il i)roblema gnoseolo-

eico in termini diversi dr.. cmoo 1 1 orccolo parla quando il i:>a.rlare dell 'oracolo il socrcitismo platonico, cio il dire l' id~..:a secondo la crisi
\

della sinossi teti_ce, inquento 1 1 iclec. posta in dialogo, cio il dire


1.1 idea condotte. ;fuori dalle necessit di rimanere ~.Q!opriatio
p}"_iy_~~!-9,
qis e dalla necessit di diventare og3etto~&v~1.KE:~e:vev
necessit di costruire 1 1 &vi;t.xe: Ce:\lv

,cio pcar l&

cio di costruire il dinai1ismo di

qull'esserc che giace in quel modo'per cui giacendo pu frontcg&iare ci


~ei cui confronti risulta un essere :che glrice, 1' &vi;i.xe:Ce:vovgino al pm-

to. da

.na

~otere.

cssere.l'avvorscrio deldiscorso

questo punto di vista, l'idea condotta fuori del suo essere appm,-

p)'.'~~E.~~~a~io!l!:.S 1 'idea condotta_clla necessit di fare nascere 1 '-

033otto, cio _l':J.dea ridotta &tlln


ed , evidente, pcrch
~imnrrebbe

-&ewp"

SG

nec~ssit

l'idea fosse riu1asta

di fare nascere l'og3ctto,


app?;.QQriat~9~.P..!~~at!on!s

senza teo~i.~; l'intento di qu,csto discorso quello di

ricondurre talmente ll'l teoria

cl-&e:~

da r>tere intendere che a questo

punto non c' bisogno di una teorie .diversa dalla teoria che il -&e:wp6s

Mauritius_in_libris

.... 194

di se stQsso; tenendo.il dc.to origin&rio-dell'idea come


to>.!!:llc. toor_itl e quind~ riS:i?Ctto al. fetto :che.

.&e:wp~~

rispet-

0%,'~Colo parl. e parl in

un_ senso tclucnte assoluto per cui: questo ritru:me;/uh parlare ed il socratisrno p.ltonico cor1ie fioiologic. lcmntare del discorso filosofico; l'oracolo parl :)cr cui noi e.scol:tirn-.10, cio le3gi~ Pleton~ in .4uest~ terndnl e ri;>roposto in questa maniera si311ifica. solo che dq\rremmo riuscire
n ca;_)ir che l'uni~o modo di cai.":ire. l 1ldc)~ di condurre la teoria al
e non di lnscirc
che la teoria '.:Sia- ci che lascia il .&e:wp6~ di.
..

viso,

cos~;

~-

conie il problema raoderno della. filosofia ha dovuto intendere

quando hc.. inteso che 1 1 idea C{)~)artin~:~ Ei. se stessa, ma ci che penso

Si)

pu.rticne al dirumiismo chr; f ace io nascere . per. il conosce:: re' quindi 1 1 idea
appartiene c. se stessa, che l' innatilililo 'rii& "q:ucsto ap;_:>ertenere dell'idea
a s,mi serve perch da questo nasca la produzione giustifico.t.s del conoscGrc tutto ci cho conosco, me questo significa non capire pi l 1 idea
mic .&ewp6~ mc, da questo dovere intGndcre che sia s.t:ata data la teoria,
?er cui i~- conoscere che io ho filosofico e non un conoscere divc-rs:>9
questo discorso grossole.nemonte ancrOnistico', perch cor,~ se 1 1 imborghesi;mento dcl penscre

corris9ondess~

ella. paura dl i.Jotcre .conoscere

come conoscono gli uomini .co11runi 9 che., screbbc il conoscere smentito dalle sue opinioni, invece: che giustificato -dai suoi cc;mcett::i
Da questo punto

dJ. .vi:ota.

tutto il discorso che si fa dopo il soc'rati-

smo pl.stoi{ico . il disorso secondo il *1uulc: 'nqn si capisce lu idea co1ne


sinossi tetica, cio l' id(!8. come questo. sguardo coraplessivo di s

SU SG

stess-.:. che la tesi dr.il vincolo del principio el suo stcoso essere fini
..

to m.'! se 1 1 idea le. tosi del vincolo dcl principi<;> al. suo stesso easere
finito, chiaro che potremmo filosofare solo nella misura in cui d'VrG!ll
mo riuscire a stare dentro a questo vincolo; pensare a

q~sto

punto

dovre~

be "ssere- non pensare 1 1 idca 1 ma cnoscere l'orga.ni.smo delle reltizioni

costitut;iva dcll 1idee, dove ;)(~r il risultato pur sempre che ci che
ho sem:i're 1 1idea e cio un essere senza nessuna altra relazione se non
le relazione

scn~ rclazi~ne~

in

qw:in~o(l)_idea

del .mondo,

id~a

dell'esse-

re, id6~ dell 1uomo; c9sa determina il conoscere in quanto filosofico, ci


(1) l'ideR pub essere semmai la relazione di tutto cib che posso attribuire alla

Mauritius_in_libris

195

che l 'idC;!B.

Cli_)CC8

di S(3' stesse nei cQnfroriti di ci cho pu essere de-

terminato nei confront~ cklla. id1;1e._,o viceversa 1 1 i<lea come tale? se' _l'i.doa oLle. tnl ;)osso fc:r fi-losofio. non solo dell 'ida di DiO 1no. enchc:

dcll' idea di ue:.lu'k}UG


..
cos6. o- invece storicamm:~te pos:so fare filosofia so10 nel primo cnso, perch

di ci

he

l'id~-<?-

principio

det~rrain'dntc ni 'confrbnti

ripparc dc,300 ..~~ll'ide1_-:; dunlli./dc


questo punto di viste l'idea
.
.
.
.

sua. 'stess

l~ tsi dci vincolo' d.cl )rini;,)fp e.I'

essere finito, perch

de. questo :)unto di vista qw::.ndo -iJc~so qualunque osa in rc.tJporto all'idea~
et

r;.uesto pensc.rc non :,'Jonscre non per'quello che penso:, iua perch Iiidea
,idea; 1.m se c.:;ucsto )8nsare ~ ~xmsardj)erch 1 1idea idea, oi'ig::ns.ria'

.furietc ullor il pensa.re non , percn ci che in c,tuesti tcrllii.li solo

~ft'fde~~ diversamente/ d-VTei dire che quc.lunque cosa posso pensare dall 1 -

idee., il pcnsdrc rirn.::.nc ;:x.:nsc.rc; dal 1:10r'i;?nto nl' quale abbiamo pensato''

COO COOOSCCre filOsoficdmente si3nifice assicura.re .1,-idCS: alle' C'OSe deCJlC


dcll 1idea, da quc~ndo Ccrtcsio
Gra.~hiaro

do che il

ha portc.to il discorso in questi trmini

cartcsi&nc.mentc che il discorso correva gi vrso 11 suo appro-

suo

contrerio: non solo Dio, raa ~nche tutte le cose che pos-

so an::1arc raccontt:nclo e anche, cttraverso questo, il 'ftto che final.niente ho cepito che

fc.rc

"

'filosofia si.c;nificc. finnlmentc non potere pi>). pensa

re; e qeSto ;>crch critici.xaerlte' non si inteso che l 1idea Como sinossi
tetica, cio 1' idea
finito

do~1cve

c:or.r~

la t8si dcl vincolo dcl principio el suo essere

e a sere condotte
tllls. teoria: di
'
.

so

stes1ja., cio doveva esse-.

dovremmo cominciare:a
:;?ire che l'idei-_

'

CSSP"

~a,..

Stossn; 'in que.n'i:o tttle, dentro se--stessa, qoosto

vincolo b:m~diat che corri~;?c'.mdc' &llo. sun stessa tesi, secondo la t,.'llUl.le
esse. pqr un verso co:.1c idc'c~ nn soio' C:i-~he vedc 1 :-ma anhe ci he

e dnt~ questo, 'la' difficolt.~ del pcnoare in sc~so t~orct:Lcb tadicaconsiste nellc:,difficolt. di. riuacir~ c. cOniugarc sul serio 'il verbo

visto
le

-&(1.)f'lt

dato che qucndo storic'.!li1orite invece dcl verbo ho due sostantivi

fon:::lancnta.li di- cui uno il concreto, 1 1 i.dea c01~1c ~6~


e l'altro
1 1astrc.tto che il suo viaggio intorno ~ se .stessa, cio l& teoria, origineriatncnte . co~ se io fosai. 'tililesto bloccato in que~to v.iaggio

Mauritius_in_libris

irt

mo-i,

195 ... "

do da dovere ..ca~ire che l',unic~. f,ilosofie. che pot.~vo~fere era di inter'J.t)3are, ,~'oracolo che si3nific+ Platone, e l 1uni,co mod'o qi ~xmsare non
c~sua.lc

cli parlare,
ma' di cscoltarc. le.risposte
e non
,.
.
.~

,-

so~i pl_~.t:onica s~a.

~-

..

'.-'

che
tutta.la
filo.

statll soc.raticamente ricondotta ad una lettura

formula
dcl c~nosci
.te
~ ..... :.:, ...... -. .
..

stess~

~ ca~.o

che. non
~

- ... ".-. . . -

dcll~

:lina
formula
sacra; come
J.:'7 . \
.

:~ ~

se Socrate ll.Vrasse capito di css~re demonico, :.~on nel senso del 6al11~
.

.,. .

__

._,,.

-~-;

..

c' un_essere divino di Socrate, divino in itinso pagano e, :;?er questo,

._.eh~ or):"lspond~

demonico,
..,,

'

-'.".

;-

.,.

u.l ,fetto che


~.

~o/~t:e

'

come so potessimo capir-

__: : ;

lo come . 1 ~ncernazione
esistenziale
d~~.Jwp6s
.
- -.
.
'
~

Socrate veramente

l'ess.crc ,,~~o~.

e vcrmcnte vieggie.,re _dentro se stesso e intorno a se


~

'

stesso, quasi
.A d,arci la visione assowta,
concreta dell. 1 idea quale essa
.. .
: :
.

.'

'

ere, e per qucto stor1ce;Llent;:c Sorq.t:c ri:Jnesto idea., tme sorto. Ji esse:.. ~ . ~

r':! domonico che Socretc


deve
..
!

~'

esser~: stato,
.

"ii:

cio questo modo di essere mi-

stcr!floso, per ui il pcnav.rc noi:i /r_::>,. il 7ensc.rc di Socrto, ma ere lo stes" ;/'
- .
so ~)msaro .corea. quel Socr.Ei:t~. c,~~ q.ndcva ~Ol'.1;.>c.mdo la testa a.. tutti colom
'

che lo evvi,cinavano,. in ,.quanto4 , :l.n

<

cinc.vano r9t1PCV? la test<l e.


.

l'id~

'

r~5llt;,~

',,;_

,,~.'

'

.. stesso, cio~ era q~sta incar:nazione del"

.~c~-sro ~e

che faceva il vinggi9

nttraverso coloro cho lo avvi-

stessa e attorno e: se stesso

cre-

dev.a di. E?f~cr~ .l' oreolo et,~ se st~ssc. e di .i)Otcr rispondere perch si
potcvc.in~~rrog~rc,_pGrc~.p~tcy<l

ve. lett9

,<:le~'tro; p~r

cru~ndo

fie

.(..

di

Ja

il conoacLtc. @tesso

pcrch lo o.ve.-

cu:L de que_sto_ punto di vista non. si fatta filoso-

c~eduto

si

st~sso

dirq, conosci te

coc~~tti&lizzaro

.intcrio:-~;zazionc

......

..

..:.

questo discorso dicendo che

.dcl so33ctto __che _un concet-

.:

'

to che .ne~suno. m~i. :r.;iu~~~to ~ .~i~st't"c.re cou1:, talq, perch inc~~to,


in ci~ che SocratG era e per.questo stato facile e ovvio il pc.ra.3ono.

tra Socr.atc e.bolo

d(:!;

~6yo,(

'

<

ilJ~~isto,

non

il..~ria,~o

-;_

....

rli3ioso 1 _ma il Cristo

'. ' i~ce.rnato,.. ~non :.,?erch tu"t:ti

~-01~

sila-

~ due sono morti, ma peroh

SocrE',te questo essere demonico ,della idee, dove 3SSC~B demonico dn par.

t~

'

~ ~.

-'

.1

'

del.l':f,.dcn significn essere demonico collC principio di inibizione dellp

filosofiP..; cio il cS~.~y.r

so~rctio. qui1:1'1i l'idea carne essere demonico,

in r~alt?. ,;c.. e s~gnificare Cl\JCSta inib:l,,zime origin.sric dalla filoso.fia 1


per.,~ui

di. l do. questo

esser~

Jcmonico la. filosofia. ha dovuto esorcizza-

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197 -

re il suo stesso.
cr.c.le

ll

px-incip~ . ha

ql:esto suo i?rinci?:f.o

dovuto chiedere una sorta. di

cos~-

laico, coM. panoj 'cio

~3ar.nzia.

cos~.

.tro se. stesso L'oorciz;::e.~de parte dell~: .filosofia quest:

d~monio che.. cottis1xmd&

C:t

sa.

sa.ero- den-

suo essere

suo stesso. essere .r)rincipio ~ stato 1 1 avere

~~stematicainento coniugato tl ~p6

.' cio l t avc+e pris.ato che la teoria


0

dl .&e:wp~ .i:>ot9Vc essere il Pl:'irlcipiio di un .&&wp6 V'-=>Tamente concettua-

ie, io il I\()n avere cepi.to che l'essere demonico dell',idca era il blocco

d~ll

filosqfia stesse: in quanto; la necessit che filosofia a questo

.Punto significhi

uM
.

~olo ilvie~gio d~ll'idee

intorno' a se ,&tess:. e non c'

filosofia. platonica che riesca cd':cssere una filosofia per mezzo del.

non

la quale

si .sia. costretti a inseguirel'idea per mezzo delle idee,

cio~ una
\

idee.;

filosofia-che.n,on s.is. tGoria:dal.l'essere~eWpd. da perte dell'-


..
qut il problema della relazione. tr 1e idee non ~t:i'Uello platoni-

co dcl rapJ?orto uno-iaalti, ma 11 problema dello stesso essere dell 1 idea


coi~ questa tesi secondo le. ucle 1 1 idea la tesi di vincolo del prin-

cipio .al suo essere finito e quindi ;?rinc;i.pio di blocco della ftlileofia,
G(;!Condo i.l. suo essere demonico, k'cr cui il pensare filosofi& nella misura in cui . l'essere tc;ri[l dcl .&E:wp~~ dentro 1 1 idea, non esternamente nll'ida, e.nch. se cstcrn.mentc e.11:1idee signific& che da q\Jesto pun-

to di. viste. posso onpsccro il :loondo,: perch, conscre significa in qualche. modo la re lezione <:-.1 ~xm::.rn.re l' idea e quindi non ha pi importanza
che ci sia un conoscere il mondo che come .r11ondo non pi 1 1 idea, in quanto cl che conosco in ucsti termini pur setllpre ci che conosco per r.tezzo

.dcll~

relazione c.11 1 ide_c..

In questi termini l'idea come sinossi tetica

rap~rescnts

il princi-

pio dc.11.n inibizione delle. fil6s.ofin a se stessa, e quindi per potere pen.

se.:re speculc.tivainentc

c~obbi&i10

intendere talmente 1 1 idea

co~

sinossi te-

t.tca da han doverla: pensare oltre e. divcrsruaente da qesto, e quindi teoreticemente. parlando 1 1 ic.lee nQn possibile e non possibile mediante
se_stcs~e, .cio perch l'affermazione dell'idea <?orrisponde alla_ sua stes-

se nage#one; in ql,J.anto " sinossi tetica; cio i)enscre 1 t idea secondo

Mauritius_in_libris

.198

se stesa.a significa pc.nse,re le tesi. del vincolo. d'7l principio all 'essr..finit(), la tesi del: vincolo del principio al co1fi?i::10nta, all.1 apodissi;
..:: dunque ai;J.ni!ica.
pGns~e. le teoria del -&ewp6'.'" , e quindi 'Ron dew dt::~r,
'

uinc.rc le. filosof;La couic una concettualizzuzione della teoria dol -&Ewp6
:)~rch de questo pllnto di visto. 1 'unica concettualizzazione val:(.da. della

tcori$ ~fol-&ewp6

-,

l 1-e$sere demonico dell;:!idea che ha avuto la sua ori-

3ioo in Socrntc e. cbe nello stesso Socrate ha avuto la sua. fine, e Socra..;
to vivo, enche oggi significc questo essre daimonicodell 1 idca-attravGr-

so il

(~\l<-~lc

si .comprende che. se devo 'fdi:'c filosofia o. questa ami.era 1 1 -

unio 1t0do .c!i fare filosfia. a quGsta.:meniera tornare e vivere colile


crctc _ morto e in questo scns.o si

~atta

3:)-

di nO-n retorizznre l'esistenza,

ljer intendere che r.iuocite ..a vivere come Socrate morto, ha un suo si91i,..

fico.te ,n.on .esawito, de.lla stessl .$orte di -Socra"te

., ----=-oooOooo----:.. .

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- 199 -

------ INPICE ~------I

Origine e memoria originaria dell'ideaPl

II

Discorso secondo l'origine e dato originario del discorsoPlO

III L'aporia fondamentale originariaPl8


IV Astraz~ne e discorso~P54

U L'astrazione
-uI

primaria!P70

La disgiunzione originaria

~el

principio p.87

VII La metafisica come fondamento della disgiunzione

o~iginariaPlOO

tflII Il limite originario e la diviaione del principioPll3


IX Il concetto del principio come trascendenza e la mefinizinne
dell'astrazione ~ ~.133
X.

Ois~iunzione

prima e disgiunzione primariaPl57

XI L'asintoto fondamentale e l'idea come sinossi teticaPl73

DODDDDDDoDDDDDoooDDDDDO
DOOOODDOOODDDDOOOOODO
0000000000000000000
00000000000000000
000000000000000
ooooo~noooooo
000000~0000

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0000000
00000
ODO

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