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Emilio Baccarini
PREMESSA
Il tema di queste mie riflessioni ha bisogno di qualche chiarificazione preliminare, se non altro nella sua intenzionalit e nel suo
obiettivo. Il titolo stesso esige una breve delucidazione. chiaro che
quando si parla di esistenza, non si vuole rendere tema unastrazione, neppure ontologica, occorre, invece, sostituire al sostantivo
astratto il concreto esistente, la singolarit esistenziale. questa singolarit la scena del desiderio, il luogo in cui il desiderio si rappresenta come quella particolare struttura formale orientata alla (T)trascendenza meta-fisica. Lanalitica fenomenologica ci permetter di cogliere nelle strutture formali che costituiscono lesistente, una struttura pi fondamentale che delle altre diventa condizione di possibilit, quindi fondamento.
Lorizzonte della riflessione pu essere espresso in questo modo:
il desiderio articola il dinamismo della soggettivit esistenziale come la
specifica struttura formale in cui si evidenzia la funzione meta che la
costituisce come meta-fisica. Nel titolo del testo suggerita una sorta
di eguaglianza tra desiderio ed esistenza, che in realt corrisponde
alla mia intenzione: esistere desiderare, sebbene nella complessit
del significato che questo breve saggio cercher di mostrare1. Ci che
1 Lespressione semanticamente equivalente a quella di Jaspers in Ragione ed Esistenza secondo cui lesistenza trascendenza.
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E. Husserl, Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica,
Einaudi, Torino 1965.
3 Sebbene, come appena accennato in seguito, il desiderio non propriamente un
atto, o, almeno non soltanto un atto, bens un atto che sorge da una passivit.
4 Lorizzonte desercizio della nostra riflessione fa riferimento, sebbene non completamente, alle indicazioni del testo di P. Gilbert e agli scritti di J. Greisch, P. Ricoeur, S.
Breton ivi citati. utile notare tuttavia che un dibattito tutto interno al panorama filosofico francese, anche se la sua ripresa pu essere certamente feconda. I testi di riferimento sono: S. Breton, Rflexion sur la fonction mta, Dialogue. Canadian Philosophical Review/Revue canadienne de Philosophie (1982), 1, pp. 45-56; P. Ricoeur, De la mtaphysique la morale, Revue de Mtaphysique et de Morale 1994 (numero per il centenario della rivista in cui Ricoeur riprende il titolo del saggio proposto cento anni prima
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IM-MANENZA E TRANS-(A)SCENDENZA
Il primo dato fenomenologico che attingiamo, e che intimamente collegato alla dinamica costitutiva dellesistente, quello di
una spazialit, un qui, e di una temporalit, un ora, come bisogno di
permanenza5. Lesistente vive nellinstabilit dellistante in cui si
manifesta un carattere particolare: la consapevolezza del bisogno dessere. Nellessere-qui, nellessere-ora viene a manifestazione una strana
struttura che designa la carenza ontologica dellesistente. Il bisogno
dessere lindice pi manifesto della finitezza, ma, al tempo stesso,
collega a un fuori di s. Sono, ma non sono da me, lesistenza di cui
ho bisogno, di cui sono bisognoso, mi continuamente data. Abitare il
finito significa abitare un mondo con tutta la sua complessit in
maniera finita: il mondo loggetto del mio interesse, ma proprio in
questo interesse per lesperienza del mondo si produce un nuovo
bisogno che nasce per dal desiderio, il bisogno della Vollkommenheit, per utilizzare il termine kantiano della Dialettica trascendentale,
il bisogno della ragione della totalit dellesperienza.
Lesistente si coglie nellorizzonte della dativit. Nella datit immanente detta cos una non garantita permanenza. Il bisogno del
tempo, nella presenza di s a se stesso, si proietta nellal di l del limite. Lo statuto dellio, quindi, sfuggir ad ogni costituzione ontologicamente statica, per conoscersi deve uscire da s. La soggettivit
quale si manifesta nellesercizio della ragione e-sposta, dislocata fuori di s. Come abbiamo appreso da Kant, la ragione abitata da una
forza alienante che per la sua stessa natura e che quindi non ne fa
una realt alienata, bens unesposizione alloltre se stessa, al dopo di
s, allal di l6. questo uno dei passaggi pi rilevanti in cui si mada F. Ravaisson); ora in Id., Rflexion faite. Autobiographie intellectuelle, Esprit, Paris
1995 pp. 85-115; J. Greisch, La fonction mta: essai dun dfinition, in Le cogito hermneutique, Vrin, Paris 2000, pp. 173-199. Un passaggio del testo di Greisch, per altro
particolarmente ricco di stimoli, mi trova in piena sintonia quando scrive: Jai la
faiblesse de croire que cest bel et bien la phnomnologie husserlienne qui nous offre
aujourdhui les meilleures chances de remettre en jeu la fonction mta, p. 190.
5 Si veda per questo permanere la riflessione di F. Rosenzweig in apertura della sua
Stella della redenzione, Marietti, Casale Monferrato 1985, p. 4.
6 Oltre, dopo, al di l, sono altrettanti modi per tradurre la particella greca meta che
costituisce un prefisso esistenziale assolutamente interessante.
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Proviamo a cogliere nellapprofondimento della struttura intenzionale del soggetto alcuni elementi che ci consegnino una nuova
apertura del senso del meta. Scriveva P. Gilbert, richiamando gli
autori del dibattito: Il termine metastasi, di sinistro augurio nella
bocca dei medici (Greisch, p. 175), sembra esprimere adeguata7 Per un approfondimento di questa direzione di ricerca, mi permetto di rimandare
al mio saggio su La ragione s-confinata. A partire da Kant, Hermeneutica 2010 (numero monografico sullIlluminismo).
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futuro istaura nellesistenza una dialettica di notevole rilevanza teoretica. La tematizzazione della lebendige Gegenwart (presente vivente)
e della Protention, ma anche della Gegenwrtigung (presentificazione)
e Vergegenwrtigung (ripresentificazione) tentate da Husserl, ci saranno di grande aiuto15. Come si accennava sopra, il soggetto umano
percepisce il tempo come un fluire di Erlebnisse nella presenza. Ci
significa che se fermiamo la nostra attenzione sulla modalit del darsi
del futuro, emerge immediatamente il fatto che il soggetto, se vive,
pu vivere soltanto nella tensione-verso, nellessere-diretto-sul-futuro.
Scrive Husserl:
[...] Il futuro pre-tracciato in quanto passivamente attendibile. Attendibile significa: dirigersi attivo: lio deve attendersi che ci che
pretracciato si stabilisca attraverso una realizzazione, attraverso una
presentazione riempiente; tutto ci che futuro, che pre-tracciato
come remoto, e cio come vero e proprio futuro, pu giungere al
riempimento soltanto se perviene alla sua originaria seit in quanto
vivente-presente nel presente-vivente, lunica sede di realizzazione in
generale16.
Proseguendo la nostra indagine possiamo dire che luomo lunico essere capace di porre delle anticipazioni. In altri termini una
sua propriet questa particolare possibilit. Questa la ricchezza
della finitudine che ontologicamente lo costituisce. Ci che caratterizza luomo di fronte allesistenza non la pura enrgheia, ma una
dynamis, una tensione dinamica. Il suo essere un poter-essere, la
capacit di inventare la sua esistenza in una costante progettualit ad
essere altro, altrimenti, altrove. Nella sua situazionalit non un hic
et nunc definito e definitivo, ma unapertura che si definisce appunto
in un atteggiamento nomade di continuo superamento dellhic stans,
alla ricerca del proprio volto. Quando pi sopra si parlava dellinsufficienza ontologica caratterizzante lintenzionalit si alludeva in certo
modo a quanto ora si viene dicendo. Lesistenza essenzialmente
15 Per ulteriori approfondimenti rimando, oltre che a E. Husserl, Zur Phnomenologie des Inneren Zeitbewusstseins, Nijhoff, Den Haag 1966, alle opere di K. Held, Lebendige Gegenwart, Nijhoff, Den Haag 1966 e di G. Brand, Mondo io e tempo nei manoscritti inediti di Husserl, Bompiani, Milano 1960.
16 E. Husserl, Man. C 4, cit. da G. Brand, op. cit., p. 9.
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LA STRUTTURA META-FORICA:
META-FEREIN, LA QUESTIONE DEL SENSO
La figura antropologica della stasis, in quanto autodeterminazione, si fonda sullontologia statica dellessere in quanto essere che riconduce la stessa esistenza alla identit dellessenza. Implicitamente
ci significa affermare che lesistenza si d soltanto dentro una logica
della differenza in cui si manifesta come perenne e costante diafor,
sfasatura di s con se stessa. In maniera ancora pi categorica possiamo affermare che il proprium dellesistenza il suo trascendersi in un
diaferin che anche metaferin. Forse si pensato ancora troppo
poco allesistenza come metafora (dalla radice metaferin), ma non
nel senso che rinvii ad altro da s e che quindi il suo senso dessere
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ci in prima battuta di un passaggio di Jaspers, un autore che andrebbe preso maggiormente in considerazione in questa indagine. Scrive
Jaspers:
Luomo non pu essere mero esserci, egli deve, o salire trascendendo
nello slancio o affondare perdendo la Trascendenza. Lesserci si fa
trasparente quando originario essere-se-stesso, e per un momento si
annulla in lui linquietudine: allora il tempo tace, il ricordo solleva
lessere; il sapere di ci che fu diventa eterno presente del passato. Ci
non pi esserci, e quindi, non possibile trovarvi essere alcuno, ma
solo la Trascendenza dellesserci verso lessere che nellesserci si rivela.
A questo, proposito il punto decisivo che la coscienza come esserci
non gi per se stessa sulla via del trascendere, ma, a partire dalla libert, possibilit per questa via, che solo lesistenza aperta alla sua
Trascendenza in grado di percorrere. A questo punto dipende solo
dallesistenza se nel trascendere giunge a se stessa, o se nellesserci si
perde nellesserci disordinato. La sua essenza che non pu essere solo
esserci 17.
Se, a questo punto proviamo a tirare delle conclusioni assolutamente provvisorie, la fenomenologia dellatto del conoscersi esercitata con diverse metodologie non manifesta soltanto un manque--tre
che, a sua volta, non soltanto percezione del limite, bens autentica
prossimit allinfinito. Soltanto perch linfinito mi abita sono in
grado di percepire linsoddisfazione. La struttura ontologica dellumano deponente, unattivit originariamente passiva, probabilmente qui che la funzione meta assume la sua rilevanza maggiore.
In questa prospettiva possibile recuperare una logica del desiderio,
che, per natura ha una dimensione metafisica nel senso etimologico, elementare del termine meta-ta-physika.
Il desiderio metafisico un atto intenzionale peculiare il cui oggetto, come contenuto dellatto, rimanda a una logica delleccedenza.
Il desiderio, atto di un soggetto finito, si apre a ci che non qui,
non ora, non presente e dunque non e non pu essere contenuto. Loggetto del desiderio inattingibile e tuttavia sperimentabile appunto come leccedenza. Ci che viene a manifestazione nel
desiderio metafisico non lassoluto nella sua oggettivit di oggetto,
17 K. Jaspers, Philosophie, vol. I. La traduzione italiana dellIntroduzione generale
nel volume III Metafisica, Mursia, Milano 1972, pp. 59-60. Il corsivo mio.
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EXISTENCE AS META-PHYSICAL DESIRE
Abstract
The existing singularity is the scene of the desire, the place in which desire is represented as that particular formal structure oriented towards metaphysical (T)transcendence. Phenomenological analytics will make it possible
to perceive in the formal structures that constitute the existing a more fundamental structure which of the others becomes a condition of possibility,
and hence the foundation. The horizon of reflection can be expressed in
this way: desire articulates the dynamism of existential subjectivity as the specific
formal structure in which there is highlighted the meta function that constitutes
it as meta-physics.
18 In questa prospettiva si pu dire che la crisi del desiderio manifesti una pi radicale crisi del senso dellumano. Una possibile lettura interpretativa dellattuale crisi dellumano?
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