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14 Gennaio 2015 MANGIALIBRI, Raffaello Ferrante

recensisce Un romanzo inutile, di Manlio Ranieri

Appena giunto nel suo pseudoufficio barese, quello dove attende oramai da tempo l'idea dell'anno che lo
inchiodi finalmente alla scrivania per la stesura del suo nuovo romanzo, Giacomo Lavermicocca trova due
novit all'apparenza banali ed insignificanti ad attenderlo. La crisi di panico della sua amica e collaboratrice
Greta, che quella mattina ha rinvenuto una lettera minatoria indirizzata a lui ricoperta di una strana polvere
bianca e Cinzia, la nuova traduttrice del suo ultimo libro di cui la prestigiosa Harper & Sons di Londra ha
appena acquistato i diritti. Niente di sconvolgente rispetto ai suoi normali ritmi di vita, se non fosse che il
campanello d'allarme della lettera minatoria non era il primo segnale ricevuto da quando aveva fondato il
suo comitato Fuori, un movimento trasversale nato grazie ad un blog di rinnovamento sia sociale che
intellettuale, che in pochissimo tempo era per stato capace di intercettare numerosissime adesioni tanto
da cominciare evidentemente ad infastidire pi di qualcuno. E la contemporanea fulminea attrazione verso
Cinzia, da quel momento evidentemente sua stretta collaboratrice, non lascia presagire per lui niente di
buono...
Esiste un segnale, un qualcosa che indichi il momento esatto in cui si riesce a capire che il corso della
nostra vita ad un passo dal bivio che ne cambier il corso per sempre? quello che si chiede Giacomo
Lavermicocca, affermato scrittore barese che in attesa di nuova ispirazione creativa fonda Fuori, un
movimento trasversale di opinione di attivisti desiderosi di trovare finalmente uno spiraglio nell'immobilismo
sociale, intellettuale e politico del nostro Paese, che scopre improvvisamente essere diventato qualcosa di
molto pi serio di un semplice blog. Una macchina da guerra su cui si issa seguendo la rotta dei suoi ideali
ma che sar presto costretta fatalmente alla collisione con chi non ha viceversa nessuna volont di
cambiamento e cercher di ostacolarlo in tutti i modi. Un romanzo nient'affatto inutile, questo del barese
Manlio Ranieri, che con una scrittura sobria, divertente, con una narrazione sempre misurata e gradevole
prova ad inseguire un'utopia, un'ideale, quello del rinnovamento, del cambiamento di un Paese oramai in
perenne stallo, dove stanchezza e apatia rischiano di fare da colante con la strutturale inadeguatezza degli
organi di potere oramai ridotti a macchiette di loro stessi. Il suo Lavermicocca diventa cos un po'
Masaniello un po' Beppe Grillo, un leader che prova a sconfiggere dal basso l'informe mostruosa macchina
pubblica piegata su se stessa e dovr ad un certo punto decidere se soccombere al mostro o provare a
combattere contro i mulini a vento in nome dei suoi ideali e dei suoi affetti pi cari.

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