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CRITICA

LETTERARIA
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DANIELA DE LISO

Immagini di donna nella poesia di Guido Gozzano

LOFFREDO EDITORE - NAPOLI

DANIELA DE LISO

Immagini di donna nella poesia di Guido Gozzano

Poeta dellobsolescenza, secondo Sanguineti1, esteta elettissimo,


come amava apparire ai suoi contemporanei, Guido Gozzano pone
spesso, come la critica ha opportunamente rilevato a partire da Montale2, al centro della sua poesia le figure femminili, costruendo un
museo di ritratti in seppia di donne icastiche, sorprese nellimmediatezza dun gesto, immortalate nellistantanea di un atteggiamento del volto, dun sorriso, dunespressione imbronciata, duna lacrima subito dissimulata. Hanno la bellezza esotica duna Cocotte, la
bocca lussuriosa de La preraffaellita3, il volto n triste n giocondo
della Vestale della Parabola dei frutti4, che custodisce voluttuosa in
seno i frutti della terra e quelli dellamore, il sopracciglio fosco e le
bande fulve di una Demi-vierge5; si chiamano Carlotta Capenna,
I versi di Guido Gozzano citati nel testo sono tratti da G. Gozzano, Poesie,
a cura di G. Brberi Squarotti, Milano, Bur, 2004. Dora in poi il testo sar
citato con la sigla Poesie.
1
E. Sanguineti, Guido Gozzano. Indagini e letture, Torino, Einaudi, 19733.
2
E. Montale, Gozzano dopo trentanni, Smeraldo, 30 settembre 1951, pp. 38.
3
Il sonetto non fu incluso nelle due raccolte poetiche, ma era composto gi
nel 1903 e fu pubblicato su Il Venerd della Contessa (9 agosto 1903), con la
dedica ad Adele Testa.
4
Pubblicata su Il Venerd della Contessa nel gennaio 1904, la lirica, esclusa dalle due raccolte poetiche, apparve con unepigrafe tratta dal Vangelo di
Luca I, 38 e fonde, al confine con il blasfemo, sesso e religione alla maniera
dannunziana.
5
Si tratta di due sonetti, pubblicati su Poesia di Marinetti (luglio-settembre 1907) con il titolo Lesilio e la dedica Per una demi-vierge ed esclusi da La
via del rifugio, tra le cui carte manoscritte erano, inizialmente, inclusi (Cfr. G.
Gozzano, La moneta seminata e altri scritti con un saggio di varianti e una scelta di
documenti, a cura di F. Antonicelli, Milano, Scheiwiller, 1968).

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Felicita, Graziella, Ketty; sono crestaie, fantesche, cameriste, signorine dabbene, attrici e costruiscono un universo policromo, ammirato,
vagheggiato, ma non amato. Si stagliano nel verso come icone di un
sentimento che il poeta ritiene impossibile nutrire nella realt a lui
contemporanea.
Lamore sempre altrove rispetto al mondo in cui il poeta
vive6 rileva opportunamente Brberi Squarotti ; perch ci che
Gozzano prova per le sue donne fatte di versi, come per la schiera
folta di attrici e soubrette di cui fedelissimo estimatore nella sua
quotidianit di dandy dannunziano, non amore; piuttosto una
sorta di remedium doloris, di incantamento superficiale ed estemporaneo, come il battito dali delle sue eleganti Farfalle7.
I sentimenti, la vita stessa del poeta e delluomo Gozzano sono
prigionieri della soffitta nella quale trema damore la Signorina Felicita. Se la sua fama di dandy corteggiatore e corteggiato indurrebbe
ad assimilarne lesperienza proprio a quella del dAnnunzio che,
secondo leloquente immagine montaliana, riuscir ad attraversare8, i versi de La via del rifugio come quelli dei Colloqui disegnano
il profilo di un uomo che convive con la sua impossibilit damare
e desser felice, strettamente correlate, con la consapevolezza dello
sfacelo morale che vive la societ borghese a lui contemporanea9.
Le donne sono uno dei volti ingannevoli di questo universo in
decadenza e a loro come allaltro da s il poeta guarda con ironia
disincantata, con quel distacco che possibile solo di fronte alle
cose alle quali si rinunciato. Labbassamento del registro linguistico, il ricorso alla citazione scoperta, la leziosit di uno stile in cui
nulla casuale10 sono le armi di questironia, arsura della sete
Il fatto che Gozzano verifica limpossibilit, anche, del sentimento autentico, nella contemporaneit borghese. Anche lamore sempre altrove rispetto al mondo in cui il poeta vive: nel passato, soprattutto, cos come nel passato
la poesia, la possibilit di far poesia: e amore e poesia sono, romanticamente,
due aspetti di uno stesso problema (G. Brberi Squarotti, Introduzione, in
Poesie, p. 15).
7
Sul poema omonimo, dedicato ad Alba Nigra (Amalia Guglielminetti) e
mai concluso si leggano i saggi introduttivi di E. Montale (G. Gozzano, Poesie,
a cura di F. Antonicelli, Alpignano, Tallone, 1970), M. Guglielminetti (G.
Gozzano, I colloqui e prose. I Crepuscolari, Milano, Mondadori, 1974), E. Sanguineti
(G. Gozzano, Tutte le poesie, Torino, Einaudi, 1990).
8
G. Brberi Squarotti, Introduzione, in Poesie, p. 7.
9
Ivi, p. 11.
10
Di questa studiata umilt lessicale e stilistica scrive Renato Serra: Come
un pittore pu ottenere un colorito ricchissimo anche solo con un po di bistro
6

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IMMAGINI DI DONNA NELLA POESIA DI GUIDO GOZZANO

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inappagata secondo Borgese11 , e diventano lhabitus delle numerose scene nelle quali sono incorniciate le donne di Gozzano.
Le prime immagini femminili de La via del rifugio sincontrano
nella lirica eponima che apre la raccolta del 1907; sono le bimbe di
sua sorella, incastonate in una sorta di filastrocca popolare, originata da quellidea di desublimazione della poesia mediata da Jammes12:
Belle come la bella
vostra mammina, come
il vostro caro nome,
bimbe di mia sorella13!

La studiata naturalezza del quadretto silvestre, in cui si muovono le bambine come piccole divinit dei boschi o come le Parche,
alle quali sono accomunate non solo nel numero tre , ma anche
nel ruolo di filatrici di vita e morte, la cornice in cui si consumer
la dolorosa e disincantata scoperta di s; le filastrocche senza tempo
delle nipotine, inconsapevoli interpreti di un rito ancestrale gi com-

e di terra scura, cos Gozzano riesce ad essere un nuovo e saporito verseggiatore


con delle parole comuni, degli accenti cascanti e delle rime approssimative. Ha
la civetteria degli accordi che paion falsi, delle bravure che sembrano goffaggini
di novizio; si diverte a fare il piemontese, lavvocato, il provinciale. Invece un
artista, uno di quelli per cui le parole esistono, prima di ogni altra cosa (R.
Serra, Le lettere (1913), in Id., Scritti, I, a cura di G. De Robertis e A. Grilli,
Firenze, Le Monnier, 1958, pp. 293-294).
11
Borgese scrive: E qui la prima origine della novit di Gozzano: nellarida e realistica e perfino crudelmente esagerata chiaroveggenza con cui ha guardato entro se stesso. Il suo artificio, se c artificio in Gozzano, non quello
della retorica dissimulatrice, ma quello della sincerit sfacciata; non quello
dellenfasi, ma quello della prosa pedestre. [] lironia di Gozzano ha sempre
alcunch darso e stridente: quellarsura della sete inappagata, quello stridore di
contrasto tra il fantasticare di un mondo ideale e poetico e la coscienza intransigente della vita reale: inserzione di acre prosa nel sogno dannunziano, analisi
dissolvitrice di quel voluttuoso errore, amarezza corrosiva insinuata entro i
meati di quella cara e mendace sdolcinatura. Gozzano sa le origini letterarie ed
artistiche di quel sogno, di tutti i sogni che traviarono gli uomini del nostro
tempo, e con serena impudicizia le rivela. [] Finge, con una illusione opposta
a quella di cui amano per solito farsi vittime i poeti, che ogni sua emozione sia
dorigine libresca []. la bellezza ideale guardata con gli occhi di Sancio
Panza; la donna dei miei pensieri svelata; Dulcinea guardiana di maiali
(G.A. Borgese, La luce che s spenta-La poesia di Guido Gozzano, in Id., La vita e
il libro, II, Bologna, Zanichelli, 1928, pp. 296-298).
12
Cfr. P. Menichi, Guida a Gozzano, Firenze, Sansoni, 1984, pp. 20-21.
13
La via del rifugio (vv. 13-16), in Poesie, p. 61.

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piuto da tanti bimbi morti14, canteranno al poeta la favola bella,


che non pi il rapimento panico del pineto dannunziano, ma limprovvisa e cruda rivelazione del proprio esistere in un hinc et nunc
del quale non credeva desser parte:
Sento fra le mie dita
La forma del mio cranio
Ma dunque esisto! O strano!
Vive tra il tutto e il niente
Questa cosa vivente
Detta guidogozzano15!

Il tutto e il niente nel quale il poeta come sospeso il medesimo luogo nel quale le bimbe, cui ripetutamente associato lattributo bianche, metafora di purezza, compiono lassassinio ineluttabile della farfalla che non vuol morire, proprio come il poeta, che
attonito rivolge al nulla la sua retorica domanda di leopardiana
memoria:
A che destino ignoto
Si soffre? Va dispersa
La lacrima che versa
LUmanit nel vuoto16?

La prima raccolta di Gozzano si apre, dunque, con la morte di


una farfalla, uccisa da due bambine, in quel luogo senza spazio e
senza tempo nel quale il poeta sta cercando il proprio rifugio. Linnocenza di queste piccole donne non esime il lettore dalla condanna
del loro gesto: il capriccio della levitas infantile e femminile uccide
la farfalla-guidogozzano. Non un caso che le prime immagini dei
versi gozzaniani siano proprio al femminile: le bimbe, la farfalla, la
sorella, Madama Colombina, la Vita, la Morte. Nel femminile, laltra
met del mondo, Gozzano cercher lantidoto al suo maledettismo
letterario, allincapacit damare, alla bruciante passione sensuale,
che lo costringe a vivere la vita dun esteta dannunziano, cultore di
bellezze mute ed assordanti che pietrificano i sentimenti ed innescano passioni selvagge, quasi ancestrali.
14
Cfr. W. Boggione, Poesia come citazione. Manzoni, Gozzano e dintorni, Alessandria, Edizioni dellOrso, 2002, pp. 123-128.
15
La via del rifugio (vv. 31-36), in Poesie, p. 62.
16
Ivi (vv. 137-140), p. 66.

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IMMAGINI DI DONNA NELLA POESIA DI GUIDO GOZZANO

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Delle donne non sembra avere una gran opinione il giovane


nipote de Lanalfabeta, che torna alla casa di famiglia per trascorrere
un periodo di vacanza dalla quotidianit:
Dolce restare! E forza che prosegua
Pel mondo nella sua torbida cura
Quei che ritorna a questa casa pura
Soltanto per concedersi una tregua;
Per lungi, lungi riposare gli occhi
(di che riposi parlano le stelle!)
Da tutte quelle sciocche donne belle17

Eppure proprio di queste sciocche donne belle ama circondarsi


Gozzano, che rifugge, come una malattia pericolosa, lamore di una
donna intelligente e bella, ma soprattutto reale e viva, come Amalia
Guglielminetti, la poetessa di grido che conoscer nel 1906 alla Societ di Cultura. Le numerose lettere intercorse tra i due e i versi
per lei testimoniano di un amore non compiuto, ma di una passione
che costringe il poeta alla fuga dagli occhi di lei:
Era tempo di frapporre tra noi due molti mesi e molti chilometri!
Non gi che io fossi per commettere qualche pazzia, (non ho amato
pur troppo fin ora e forse non amer pi; non amer mai se non ho
amato voi!) Ma il desiderio della vostra persona cominciava ad accendermi il sangue con una crudelt spaventosa; ora lidea di accoppiare una volutt acre e disperata alla bellezza spirituale di una
intelligenza superiore come la vostra mi riusciva umiliante, mostruosa, intollerabile18

il 9 dicembre 1907; Gozzano ha lasciato Torino per il mare


dinverno di San Giuliano dAlbaro. Con il mare dinnanzi, che gli
sembra un giudice iroso, confessa ad Amalia la propria incapacit
damare una donna e qui, nello spazio dun amore reale, si rivela la
concezione gozzaniana di questo sentimento: amore per il poeta
sinonimo di passione sensuale; il corpo, lovale del volto, lorecchio,
gli occhi, la bocca sono oggetti del desiderio passionale di un Gozzano19 che sembra voler vivere la vita dun esteta dannunziano,
Lanalfabeta (vv. 33-39), in Poesie, p. 69.
G. Gozzano, Lettera del 9 dicembre 1907, in Lettere damore di Guido Gozzano
e Amalia Guglielminetti, cit.
19
Cos scrive Guido ad Amalia, ormai alla fine della loro liaison: Vi sto
dimenticando, Amalia! [] Lovale del vostro volto vanisce a poco a poco, la
17

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[6]

cultore di bellezze mute ed assordanti che pietrificano i sentimenti


ed innescano le passioni selvagge, quasi ancestrali. Non pu amare
una donna o forse non pu amare come una donna vorrebbe essere
amata; lamore un chiaroscuro, la passione immediata dipinge
quei paesaggi assolati, di cui alla ricerca il poeta maledetto rubato
per un po alla Morte. Perch la Morte, lEguagliatrice, lamante
attesa che vince il confronto con la vecchia amica e con la giovanissima amante mancata de Le due strade, il poemetto de La via del
rifugio, che Gozzano vorr ripubblicare, con molte varianti, nei Colloqui.
Lesordio del poemetto di atmosfera dannunziana, disvelata
gi dal Sanguineti, che rintraccia nellaggettivo verdi gialle20, riferito ai bordi della strada popolati da ginestre, ascendenze del Poema
Paradisiaco21. In questo luogo dannunziano il poeta cammina al fianco di unAmica, tollerando il peso di quella che, nella prima redazione del testo, una triste che gi pesa nostra catena antica22, in
stridente contrasto con la bellezza assopita del paesaggio, che, forse
non a caso, riceve il suo colore dalle innumeri ginestre23, leopardiano fiore che nasce dalla morte, per far vivere speranze. Il lento
oblio di una relazione che non ha futuro, perch ha gi troppo
passato, rotto dallepifania improvvisa e rapida duna ciclista; la
diciottenne Graziella: la Signora scaltra e la bambina ardita24 sono
luna di fronte allaltra a rappresentare e riassumere luniverso femminile, il passato ed il presente, ginestre e rose, il Tempo inesorabile
e quello amico:
Adolescente luna nelle gonnelle corte,
eppur gi donna: forte bella vivace bruna
tinta giusta dei capelli si altera, si deforma larco dei sopraccigli [] E in tanto
incipiente sfacelo gli occhi e la bocca restano vivi e superstiti, troppo impressi
nella mia retina e sulle mie labbra, per poterli dimenticare (G. Gozzano,
Lettera del 6 gennaio 1908, in Lettere damore di Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti, cit.).
20
Le due strade (v. 1), in Poesie, p. 76.
21
In particolare si veda il v. 10 di Climene, nel Poema Paradisiaco: I licheni ed
i muschi verdigialli. Le citazioni di Sanguineti, che individua la fonte di questo
incipit anche in alcuni passi del Fuoco dannunziano, si leggono in E. Sanguineti,
Prose di romanzi, a cura di A.M. Andreoli e N. Lorenzini, Milano, Mondadori,
1988-89, vol. II, pp. 353; 380. Sullargomento si veda anche W. Boggione, Poesia
come citazione, cit., pp. 78-80.
22
Le due strade (v. 4), in Poesie, p. 76.
23
Ivi, v. 1.
24
Ivi, p. 77, v. 21.

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IMMAGINI DI DONNA NELLA POESIA DI GUIDO GOZZANO

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e balda []
la gran chioma disfatta nel tocco da fantino.
[]
E lAltra intanto
Vedevo: triste accanto a quelladolescenza!
Da troppo tempo bella, non pi bella tra poco,
[]
Belli i belli occhi strani della bellezza ancora
Dun fiore che disfiora e non avr domani.
Al freddo che sannunzia piegan le rose intatte,
ma la donna combatte nellultima rinunzia25.

Di fronte a questo incontro che, tra abbracci e sorrisi, nasconde


il dramma tacito di una donna che scopre il Tempo, guardandolo
negli occhi della giovane donna che ha visto giocare bambina, il
poeta lo spettatore silenzioso ed eloquente, che si nutre dellaroma
di quelladolescenza26 confondendolo con quello degli abeti e coltiva la timida illusione di prendere su di s quella giovinezza, per
averla compagna, via tutta fiorita di gioie non mietute27 e dolce
beveraggio alla malinconia28, lungo la strada che conduce pel mio
sentiere umano29 alla Morte, sorella del Niente. Ma Graziella non
che unapparizione, non si accorge di lui che le porta la bicicletta
fino al punto in cui le due strade, incrociatesi per caso, si separano,
per procedere parallele e non incontrarsi pi.
A non incontrarsi mai sono anche i molteplici uomini che convivono nel poeta. Luomo che cammina con lAmica matura diverso
da quello che vorrebbe andare via con Graziella. Nel primo c la
consapevolezza dessere destinato ad una vita di passioni, ma senza
amore, come confesser alla Marta de Il responso, nel secondo c
lansia di sottrarsi ad una vita molle di grazia estetizzante, profumata di essenze parigine, di sigarette egizie30, per abbandonarsi al
sentimento fresco, puro di un amore giovane31. A Marta, sibilla
Ivi, vv. 23-44.
Ivi, v. 28.
27
Ivi, v. 30.
28
Ivi, v. 32.
29
Ivi, v. 35.
30
Il responso (v. 14), in Poesie, p. 80.
31
Le due strade un vero apologo moralistico, secondo lo schema, tante
volte consacrato dalla letteratura, di Ercole al bivio, come risulta evidente fin
25

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DANIELA DE LISO

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antica, vestita con una tunica stile impero, come le raffinate dame
dannunziane, il poeta descrive, in unatmosfera quasi di lugubre
sospensione, un passato di menzogne amare, senza amore, in cui
gli piacquero leggiadre bocche, e in cui non ha pianto mai per
altro pianto che il pianto di sua madre32, coltivando il bel sogno
di un cuore intatto che attende lamore che non giunge33. Marta,
lungi dallessere lAmica che conforta, solleva solo un momento gli
occhi dal libro che sta leggendo, per rispondere al poeta che le
chiede: Lamore giunger, Marta?34; indecifrabile proprio come
una sibilla, azzarda: Forse! Perch non vuccidete?35. Lamore
che il poeta attende non potr lambirlo, come Marta sembra sapere,
poich egli appartiene alla Morte, pi che alla vita.
Nellattesa della Morte lamore sar unillusione consolatrice, possibile solo in un passato che rivive attraverso oggetti impolverati e
demod, fotografie ingiallite, statue sgraziate e Loreti impagliati. In
una fotografia rivive Carlotta Capenna, icona sottratta ad un museo
dantichit, miracolosamente rediviva nei quasi diciassette anni che le
consentono daggiungere quel cerchio amplissimo che increspa la
gonna a rose turchine36. La vita di vespa che emerge dalla crinoline, lo scialle ad arancie, a fiori, a uccelli, a ghirlande37 accendono di vita una giovinezza che non vive nella realt e le donano un
corpo che ispira volutt, una voce che canta, un cuore che, tra i sospiri
adolescenziali, gi ama di quellamore che il poeta non sa. Eppure
somiglia a lui il Principe azzurro, lo sposo dei sogni sognati38,
dal titolo: e le due strade non sono soltanto quella di un amore puro e innocente da un lato e quella di un rapporto adulterino, ipocritamente basato sulla
finzione, dallaltro; ma sono pi in generale quella della vita, intesa come passione e sentimento, e quella della rinuncia alla vita, quella delleventuale felicit
e quella della sicura serenit (W. Boggione, Poesia come citazione, cit., p. 128).
32
Cfr. La taciturna amica con quel volume austero /mapparve nel mistero
duna sibilla antica. [] E a quella donna, avvezza a me come a un fratello /
buono, mi parve bello dire la mia tristezza./ Ah! Se potessi amare! Vi giuro,
non ho amato / ancora: il mio passato di menzogne amare. / Mi piacquero
leggiadre bocche, ma non ho pianto /mai, mai per altro pianto che il pianto di
mia Madre (Il responso (vv. 25-34), in Poesie, p. 80).
33
Cfr. Ogni sera pi lunge qualche bel sogno fatto: / aspetta il cuore
intatto lamore che non giunge (Ivi, vv. 63-64).
34
Ivi, v. 71.
35
Ivi, v. 78.
36
Lamica di nonna Speranza, (v. 21), in Poesie, p. 85.
37
Ivi, v. 23.
38
Ivi, v. 49.

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IMMAGINI DI DONNA NELLA POESIA DI GUIDO GOZZANO

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celato tra le pieghe del cuore di Carlotta e Speranza. Per la prima


volta, ne La via del rifugio, il poeta posa uno sguardo pi attento su
due figure femminili. Carlotta e Speranza non incarnano qui loggetto del desiderio maschile39, ma ne puoi leggere i sentimenti, puoi
accompagnarne i palpiti nascosti nel ritmo dei versi. Speranza
lancella, Carlotta la dama; a chiarirlo non solo la scelta del
nome Carlotta chiaramente la donna amata dal Werther di Goethe , ma anche la volont poetica di donare solo a lei una voce:
il suo canto, infatti, accompagnato dal suono del piano di Speranza,
a dar forma alla breve romanza che schiude di mille promesse la
vita40. Il poeta non pi, di fronte a questa scena della mente, il
nipote di Speranza, ma il giovane innamorato di Carlotta, dal nome
non fine, ma dolce, che come lessenze risuscita le diligenze, lo
scialle, la crinoline41. Il giovane amante percorre con lanima i luoghi in cui fu Carlotta durante il suo soggiorno in casa di Speranza,
la sorprende a sospirare per lOrtis e poi la vede in quella foto
stregata che la fa rivivere nella magia dei sogni:
Stai come rapita in un cantico; lo sguardo al cielo profondo,
e lindice al labbro, secondo latteggiamento romantico.
Quel giorno malinconia! vestivi un abito rosa
Per farti novissima cosa! ritrarre in fotografia

39
In realt Carlotta sarebbe stata oggetto anche di desiderio sessuale, in
unaltra lirica, Lesperimento, scritta nel 1908 e pubblicata per la prima volta il 7
novembre 1909 su Il Viandante e poi, nella versione definita, su La donna
del 20 giugno 1911. La lirica, molto licenziosa, la parodia de Lamica di nonna
Speranza; il poeta ne annunciava la composizione a Carlo Vallini, in una lettera,
scritta da San Giuliano dAlbaro, il 15 gennaio 1908: Ho abbozzato una
stiticissima poesia su Carlotta Capenna, dove finisco per chiavare la medesima
sul divano chermisi, ma non riesco a partire nella paura che entrino da un
momento allaltro li zii molto dabbeneLidea, come vedi, sublime: ma non
ho saputo ridurla in bei versi e ne sono contrariatissimo (G. Gozzano, Lettere
a Carlo Vallini con altri inediti, a cura di G. De Rienzo, Torino, Centro studi
Piemontesi, 1971). I versi propongono ad una giovane amante di vestire gli abiti
di Carlotta e di concedersi alla sua volutt, fingendo dessere lamica di nonna
Speranza: Nel salone ove par morto da poco/ il riso di Carlotta, fra le buone/
brutte cose borghesi, nel salone/ questoggi, amica, noi faremo un gioco./ Parla
il salone allanima corrotta,/ dunaltra et beata e casalinga: / pel mio rimpianto voglio che tu finga/ una commedia: tu sarai Carlotta (Lesperimento (vv. 512), in Poesie, p. 373).
40
Lamica di nonna Speranza (v. 46), in Poesie, p. 85.
41
Ivi, vv. 103-104.

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DANIELA DE LISO

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Ma te non rivedo nel fiore, o amica di Nonna! Ove sei


O sola che forse potrei amare, amare damore42?

Labito rosa che Carlotta indossa nella fotografia la assimila al


fiore, che il poeta cerca con lo sguardo, remedium doloris, nellillusione vana di ritrovare in una rosa quellunica donna che forse, potrebbe amare, amare damore. Lamore cui Gozzano fa riferimento in
questexplicit proprio il sentimento che gli negato in quel suo
tempo di donne belle e complesse. Ci che egli crede di poter amare
la presunta ingenuit emotiva di Carlotta, come della Graziella de
Le due strade. Carlotta, inoltre, appartiene al passato ed tra le cose
che non sono pi; per lei il poeta non potr soffrire; Carlotta non
potr essere colta nella banalit del quotidiano, n sorpresa nella
volgarit dun gesto non studiato: lemblema stesso dellamore,
concepito non pi come rapimento dei sensi, ma come impegno,
responsabilit, protezione, difesa contro linvidiosa avanzata del Tempo che ci avvicina allodiosamata Morte. La vittoria sul Tempo invidioso non ci sar perch Carlotta icona della mente, donna che
non c; tuttavia, contro il tempo, che rende vano dire sempre/ e
vano dire mai, Gozzano medita la propria studiata Nemesi:
Amo le donne un poco
O bei labbri vermigli!
Tempo, ma so il tuo gioco:
non ti far dei figli43.

Le donne di questi versi non sono altro dai loro bei labbri
vermigli e lamore che il poeta dice di nutrire nei loro riguardi,
non che libido; preclude alla donna il suo ruolo fondamentale di
madre. Tuttavia la sterilit con cui il poeta vuol punire la donna,
non frutto dacrimonia nei suoi riguardi, quanto piuttosto dellacquisita e disillusa consapevolezza dellinfelicit cui sono condannati
contenti e non contenti,/ tutti pur che viventi,/ in carnevali e in
lutti44.
Forse val la pena notare che anche il poeta vittima della propria nemesi, poich, rifiutandosi di procreare, ridimensiona anche il
suo ruolo nelluniverso: non considera se stesso neppure pi uomo,
ma solo fra tante cose strambe/ un coso con due gambe/ detto
Ivi, vv. 109-114.
Nemesi (vv. 49-52), in Poesie, p. 117.
44
Ivi, vv. 90-92.
42

43

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IMMAGINI DI DONNA NELLA POESIA DI GUIDO GOZZANO

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guidogozzano45, per il quale inutile ansimar forte/ per lerta


faticosapoich presto o tardi verr la cosa/ vera chiamata Morte46.
La desublimazione dellio non affranca il poeta dalle sue responsabilit nei confronti delle numerose donne che si accompagnano a
lui come figuranti destinate allinesorabile ruolo di comparse; cos
la donna che lo ama, tanto simile ad una piccola attrice famosa47,
diventa, nei versi di Un rimorso, una povera cosa48. Il tono dimesso della lirica in cui fin troppo scopertamente abusato il lessema
cosa sembra preludio del pi generale abbassamento tonale49 de I
Colloqui, il libro unitario, quasi il poema esistenziale di Gozzano,
secondo lopinione di Marziano Guglielminetti50.
Gozzano ha poco pi di venticinque anni quando pubblica il
Ivi, vv. 66-68.
Cfr. Ma ben verr la cosa/ vera chiamata Morte:/ che giova ansimar
forte / per lerta faticosa? (Ivi, vv. 81-84).
47
Si tratta di Emma Gramatica (1875-1965); in una lettera a Giulio De Frenzi
del 3 agosto 1907 cos scrive Gozzano: Avete parlato di me con la piccola
attrice famosa? Come sono contento! Io ho tormentato per anni e anni una
donna, soltanto perch aveva due occhi chiari, una fiamma di capelli sfuggenti
e un musetto caprino e pietosamente nasuto: identico al suo! (Poesie, p. 120).
48
Cfr. Rivedo la povera cosa, / la povera cosa che mama: / la tanto simile
ad una / piccola attrice famosa (Un rimorso (vv. 3-6), in Poesie, p. 120).
49
Si legga quanto scrive Sanguineti: Il facile e ingannevole estetismo, in cui
lalto stile della tradizione perduta si risolve storicamente, si corromper a contatto con la dura e provocante verit di un livello basso di quotidiana intonazione, anzi confesser la propria intrinseca corruzione, e intanto, per contro, linsorgere realistico del prosaico, del parlato, denunzier la miseria concreta delle
cose, limpossibilit di una redenzione estetica della vita (E. Sanguineti, Guido
Gozzano. Indagini e letture, cit., pp. 24-25).
50
I Colloqui, in altre parole, ambiscono a costituirsi come un libro unitario,
quasi un poema esistenziale. La diversit dalla Via del rifugio sta nella loro
natura non dispersiva; ciononostante, se nella prima parte, Il giovenile errore, si
realmente di fronte a una rassegna di profili muliebri e di situazioni amorose
che lumeggiano la personalit erotica del poeta, la sua difficolt dintendersi
con le donne e la necessit di ritrarsi dallironia, nella seconda, Alle soglie, la
presenza della Morte non avvince e la Signorina Felicita e la Cocotte dellomonima poesia. Sono, queste donne non illustri, due esempi altissimi di pietas
ironica: luna celebrata per lignoranza, per lingenuo candore di chi nulla sa
di lotte e di commerci turbinosi o di allori poetici mentre, in compagnia del
disincantato avvocato, si aggira con stupore fra i rottami e il ciarpame di un
solaio; laltra, la Cocotte, per la pratica di una via ritenuta riprovevole dai
benpensanti (M. Guglielminetti, Poeti, scrittori e movimenti culturali del Primo
Novecento, in Storia della Letteratura italiana, diretta da E. Malato, Roma, Salerno
ed., 2005, vol. 16, pp. 1044-1045).
45

46

48

DANIELA DE LISO

[12]

bel romanzo vissuto dal suo fratello muto, un alter ego che
ama e vive la sua dolce vita, diversamente dal poeta, che guarda,
restando sulla soglia, i colori duna vita che ancora una bella
favola, ma gi compita51 alla maniera petrarchesca (Rime, CCIV,
13).
In questo libro fatto di passato, che ricorda scopertamente il
Canzoniere petrarchesco, quanto i Canti di Leopardi52, fin dallesordio del giovenile errore, su cui ci illuminano gi i Colloqui, lirica
disincantata di un poeta dimidiato che guarda se stesso restando in
disparte, uno spazio importante dedicato alle donne, dalle figure
irreali di un passato talvolta solo immaginato, a quelle dimesse, da
salvare, di un presente scialbo, in cui sembra che il poeta abbia
rinunciato ad ogni velleit estetizzante, come per auto-punire quel
suo giovenile errore. A Gozzano che passa in rassegna lo spetro di
s accade cos, di tornare con la mente e con ironica53 provocazione
agli amori ancillari di petrarchesca memoria (R. V. F. CCCLX, 96)
svelati con una dissacratoria ars narrandi di ascendenza piuttosto
boccaccesca. La servetta, che custodisce in seno il segreto ( secretaria antica) degli amori clandestini della sua padrona, la preda

51
Nella lirica eponima Gozzano ed il suo alter ego sincontrano, per consentire al poeta di guardare la propria vita riflessa nello specchio della vita dellaltro da s: Ma un bel romanzo che non fu vissuto /da me, chio vidi vivere da
quello/ che mi segu, dal mio fratello muto. / Io piansi e risi per quel mio
fratello/ che pianse e rise, e fu come lo spetro / ideale di me, giovine e bello
(I Colloqui (vv. 23-28), in Poesie, p. 132).
52
E che, dietro questa intenzione, ci siano il Canzoniere del Petrarca ed i
Canti del Leopardi un segnale importante, tanto pi che impegno di Gozzano
richiamare allattenzione del lettore i nomi di questi poeti. Cos la prima sezione
si pone, fin dal titolo, Il giovenile errore, sotto linsegna del Petrarca (R. V. F. I,
3), mentre a Leopardi si ricorre nel componimento eponimo, I colloqui, con
lepigrafe reduce dallAmore e dalla Morte / gli hanno mentito le due cose
belle, che riassume, in apertura della raccolta, le esperienze umane del personaggio: lamore, ovvero quegli episodi giovanili di vagabondaggi e di deviazioni sentimentali alle quali si riferiva il titolo petrarchesco, e la Morte, che
sar invece materia della seconda sezione, Alle soglie (P. Menichi, Guida a
Gozzano, cit., pp. 86-87). Per la presenza di Petrarca, Dante e Leopardi: M.
Guglielminetti, Introduzione a G. Gozzano, Tutte le poesie, a cura di A. Rocca,
Milano, Mondadori, 1980; M. Guglielminetti-M. Masoero, Spogli danteschi e
petrarcheschi di Guido Gozzano, OttoNovecento, a. VI (1982), n. 2, pp. 169-258;
Aa.Vv., Da Petrarca a Gozzano. Ricordo di Carlo Calcaterra, a cura di R. Cicala e
V.S. Rossi, Novara, Interlinea, 1994.
53
Per lironia gozzaniana: M. Guglielminetti, La scuola dellironia. Gozzano
e i vincitori, Firenze, Olschki, 1984.

[13]

IMMAGINI DI DONNA NELLA POESIA DI GUIDO GOZZANO

49

preferita del giovane dandy che la ghermisce come si fa con una


preda che inspiegabilmente voglia essere cacciata. Il gusto del proibito o piuttosto dovremmo dire il sottile piacere di abdicare dal
proprio livello di superiorit sociale che implica responsabilit ed
affettazione studiata, rispetto di un modus vivendi controllato, si impadronisce del giovane Gozzano54, che preferisce ai piaceri eletti e
sofisticati delle eleganti dame della belle poque:
[] il riso della bocca fresca,
lattesa vana, il motto arguto, lora,
e il profumo distoria boccaccesca55

Su questa donna giovane, che finge fedelt alla propria padrona, ma civetta con il suo amante, perch lusingata dalle attenzioni del poeta-personaggio, Gozzano consuma la sua sottile vendetta; affrancatosi finalmente dallimmagine letteraria di Andrea Sperelli, di cui sembra prigioniera la sua giovinezza, (come il Piacere,
i Colloqui sono un percorso rebours), esercita la propria superiorit sulle gaie figure di decamerone che sono le cameriste; il
segreto del successo di queste donne sta nel loro dare senza tormento:
Non la scaltrezza del martirio lento,
non da morbosit polsi riarsi,
e non il tedioso sentimento
che fa le notti lunghe e i sonni scarsi,
non dopo volutt lanima triste:
ma un pi sereno e maschio sollazzarsi56.

Gozzano sa che gaiezza e spensieratezza sono sinonimi; le donne


che egli incontra nei salotti della Torino dabbene, le attrici sfolgoranti di bellezza, Amalia che ammalia senza lasciar scampo sono
tutte ammalate del suo stesso mal de vivre; hanno sorrisi che nascondono tormenti, hanno un futuro da costruire, hanno passioni tormentate, hanno una vita da vivere, speranze e sogni da realizzare:
54
[] come se a questo punto Gozzano ricercasse nelle proprie esperienze
figure femminili diremmo oggi emarginate che si prestassero ai suoi progetti di
riscatto attraverso la letteratura, cio di ribaltamento delle convenzioni letterarie, il che, in ultima analisi, significa approfondimento e perfezionamento della
propria personale maniera poetica (P. Menichi, Guida a Gozzano, cit., p. 75).
55
Elogio degli amori ancillari (vv. 4-6), in Poesie, p. 141.
56
Ivi, vv. 14-19.

50

DANIELA DE LISO

[14]

un universo troppo complicato per chi a venticinque anni si sente


reduce dallamore e dalla morte57.
Solo nella dimensione del gioco, dellimmediata fruizione del
piacere pu esserci gioia. Ci che allontana il poeta dalle donne
vive, reali ed a lui socialmente e culturalmente omologhe il Tempo: Gozzano sa di non averne e vive nellangosciosa necessit di
prendersene gioco, per non diventarne vittima (Non ti far dei
figli scriveva in Nemesi). Cos il sesso non che un gioco del
silenzio, immerso in unatmosfera sospesa tra sogno e realt. Un
giorno della prima primavera, un prato di velluto, un cielo
che sannera, lo sgomento studiato di lei tra i lampi e la bufera
livida sul paese sconosciuto58 costruiscono una scena che mi ricorda ogni volta il paesaggio complice della villa fuori citt, in cui
Giorgio Aurispa accoglie Ippolita Sanzio ne Il trionfo della morte.
Anche quello era un eden destinato alla distruzione. Il temporale
che distrugge il nitore tranquillo del giorno di prima primavera
preludio di quella tempesta di passioni che travolger gli amanti
nella cascina-nido in cui troveranno riparo. Le prime strofe del Gioco del silenzio, con quel ritmo incalzante garantito dal rincorrersi di
una paratassi polisindetica, sorprendono lo sguardo del poeta-amante
sulla sua compagna di giochi, forse Amalia Guglielminetti come
indurrebbero a credere alcuni scambi epistolari tra i due59 vittima
inconsapevole, che, giuliva come una crestaia60, doner se stessa
aspettando lamore come risarcimento della cosa carpita, della cosa
/che accade e non si sa mai come accada61; ricever, invece, quei
baci, atti a dissipare parole e a suggerire silenzi. Lamante superficiale ha vinto su quella muta faccia corrugata che non parla e non

57
Lepigrafe, che Gozzano sceglie di premettere alla lirica eponima dei Colloqui, tratta da In casa del sopravvissuto, inserita nella terza parte della raccolta,
Il Reduce: [] reduce dallAmore e dalla Morte / gli hanno mentito le due cose
belle (In casa del sopravvissuto (vv. 13-14), in Poesie, p. 234).
58
Cfr. Il gioco del silenzio (vv. 2-6), in Poesie, p. 143.
59
La sera dell11 marzo 1908 Amalia scrive a Guido:Mi balenano a tratti
nella memoria certi atteggiamenti nostri di quel giorno che gi tanto lontano
ormai, tanto sperduto in un vapore molle di sogno. vero, Guido, che noi
labbiamo vissuto? [] Vi mando attraverso lo spazio il saluto che vi diedi in
treno attraverso il velo. Lo ricordate? (G. Gozzano, Lettera del 12 novembre
1907, in Lettere damore di Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti, prefazione e
note di S. Asciamprener, Milano, Garzanti, 1951, pp. 87-88).
60
Il gioco del silenzio (v. 10), in Poesie, p. 143.
61
Ivi, vv. 17-18.

[15]

IMMAGINI DI DONNA NELLA POESIA DI GUIDO GOZZANO

51

chiede, perch teme risposte. Ma la cosa vivente detta guidogozzano non pu dare amore62, perch amare significa legarsi alla
vita, desiderare di appartenere a quella vita cui appartengono un
corpo di donna, una voce, una chioma ribelle, uno sguardo intenso.
Cos quando, in Invernale, affollata di citazioni scoperte dellInferno
dantesco63, la pattinatrice ambiziosa gli chiede di restare sul ghiaccio e nella sua vita, lo spetro,/ senza passato pi, senza ricordo64
che il poeta fugge, terrorizzato dallimmagine della mente, riflessa
sul ghiaccio, dei volti degli amanti risupini lividi sepolti65.
Solo ne Lassenza la situazione sembra sovvertita; il poeta colui
che resta, la donna di cui si coglie lassenza torner. Un bacio ha
portato via quellabito grigio, i suoi romanzi, ogni traccia di lei, ma
il poeta non vive alcuna ansia. Lassenza di lei un vuoto momentaneo che gli consente di ristabilire un contatto con la natura che
vive intorno. Non c la tristezza che compete, invece, alle donne
abbandonate, non c il timore di restare soli: Non sono triste
scrive, quasi stupito Gozzano. La mancanza di tristezza non solo
connessa alla certezza del ritorno, piuttosto deriva dalla quies del
mondo circostante: la sottile malinconia dellestate che declina, quel
geranio vermiglio come la bocca di una donna, su cui si libra pi
leggera delle sue ali una farfalla diurna, lazzurro infinito del giorno
di seta ispirato a Jammes66, una luna amica che attende il ritorno, lo
stagno che risplende, il guizzo che lo accende dello smeraldo del
martin pescatore67. Secondo il topos letterario del locus amoenus, senza dubbio caro alla produzione lirica leopardiana, il poeta entra a
far parte dellidillio che ha costruito. Strano , piuttosto, quello stupore di fronte alle cose che riconduce Gozzano, attraverso la magia
del coinvolgimento emotivo e lincantamento delle suggestioni
foniche, alla condizione dellinfanzia. La donna che non c condicio
62
In una lettera ad Amalia del 30 marzo 1908 Gozzano scriver: Gi altre
volte tho confessata la mia grande miseria: nessuna donna mai mi fece soffrire;
non ho amato mai; con tutte non ho avuto che lavidit del desiderio, prima, ed
una mortale malinconia, dopo (Ivi, p. 95).
63
Cfr. M. Guglielminetti-M. Masoero, Spogli danteschi e petrarcheschi di
Guido Gozzano, cit.
64
Invernale (vv. 13-14), in Poesie, p. 148.
65
Ivi, v. 23.
66
Brberi Squarotti giudica limmagine attinta da Existences (XIX, da Le
triomphe de la vie) di Jammes: Le ciel /est bleu comme une soie tendue qui va
craquer (G. Brberi Squarotti, in Poesie, p. 151).
67
Cfr. Lassenza (vv. 13-24), in Poesie, pp. 150-151.

52

DANIELA DE LISO

[16]

sine qua non sarebbe possibile la magia del ritorno alle origini; lo
stupore che accompagna questa nuova scoperta del mondo anche
i fiori appaiono strani spia inequivocabile di una cupiditas vitae
che Guido ha imparato insieme ad Amalia, a cui, nei versi de Il
buon compagno, spiega la natura di una passione conclusa:
Non fu lAmore, no. Furono i sensi
Curiosi di noi, nati pel culto
Del sognoE latto rapido, inconsulto,
ci parve fonte di misteri immensi68.

La curiositas, altra spia della cupiditas vitae, ha irretito Guido ed


Amalia nellinganno dun amore passionale, costruito con la malia
dei baci e perso nellintrico dei capelli densi di lei. Ma il poeta
ben consapevole che Amor non lega troppo eguali tempre e invita la sua amante divenuta compagna alloblio della passione antica
ed alla sanzione di un nuovo foedus che li renda buoni compagni
ed alleati sempre69. A rivendicare il ruolo di buon compagno che
si costruito, Gozzano scrive Una risorta, in cui immagina larrivo
improvviso di unAmalia silenziosa, pensosa e dolce nellesilio di
San Giuliano, in quel dicembre del 1907, in cui ella gi per lui
sorella. Guido riconosce in lei lunica donna che avrebbe potuto
amare, perch la familiarit con cui la guarda gli fa nutrire lillusione che ogni passione ed ogni volutt siano ormai sopite ed abbiano
lasciato il passo ad un amore fraterno, dunque puro. Anche questa
unillusione; sufficiente lo scambio di poche battute, limprovvisa intimit dun gesto ed una ciocca di quella nera chioma ondosa
fa inciampare il poeta in un bacio. un incendio improvviso quello
che si accende tra i due e il desiderio, la passione si traducono
nellurtare sordo del cuore del poeta, che sobbalza e fa male nellebbrezza del ricordo. Amalia non si difende, ma sabbandona: le
sue dita tra i capelli di lui, la bocca e i baci e quel sogguardare
blando, /simile a chi sognando/desidera sognare70 rivelano a Guido, che egli ancora vittima della passione dun tempo e lo inducono nuovamente a fuggire. Amalia , ancora ne Lonesto rifiuto,
siamo nel 1909 una bella preda certa, che, illusa dai versi del
poeta, si reca in quellacasa deserta che il cuore di lui; ignora la
triste verit:
Il buon compagno (vv. 1-4), in Poesie, p. 145.
Cfr. Ivi, vv. 8-14.
70
Una risorta (vv. 118-120), in Poesie, p. 223.
68

69

[17]

IMMAGINI DI DONNA NELLA POESIA DI GUIDO GOZZANO

53

Non posso amare, Illusa! Non ho amato


Mai! Questa la sciagura che nascondo.
Triste cercai lamore per il mondo,
triste pellegrinai pel mio passato,
vizioso fanciullo viziato,
sullorme del piacere vagabondo71

quasi un grido quello del poeta; sta urlando alla donna che
non riesce ad essergli amica, di sottrarsi allineluttabile delusione, di
affrancarsi dal dolore di un amore che non pu essere corrisposto.
Chiede aiuto il poeta; Amalia lo inquieta, perch la donna giusta,
ma egli non sa amarla: lemblema del suo fallimento sentimentale.
lontana lironia gozzaniana da questi versi che sorprendono il
poeta nellatto della sua ennesima fuga da una donna reale che non
si lascia rassicurare da baci voluttuosi e promesse da innamorati,
una donna che sa assetare di s lanima e non solo il corpo, e
potrebbe costringere il poeta maledetto, che gioca allodi et amo con
la morte, a comunicare e a condividere quella solitudine immensa,
ultimo baluardo innalzato a difesa dellirrompere tumultuoso della
vita.
La consolatio per la propria inettitudine sempre tra le braccia
delle donne che accendono sorrisi ed allontanano i pensieri, come
Ketty72, lamericana, il bel fiore del carbone e dellacciaio, che sulla
nave che li porta a Ceylon il poeta sorprende a fumare. Questa
vergine folle, nata dalla suggestione dellomonima raccolta della
Guglielminetti, sta compiendo lultima tappa di un viaggio di formazione che si concluder con il ritorno a Baltimora e le giuste
nozze con il cugino, di cui tesse gli elogi, mentre esplora il mondo ignoto che le avanza/ e qualche amico (il poeta, dal latin sangue gentile) esplora che la esplora73.
Ketty, figlia della cifra e del clamore, cio del guadagno e
della pubblicit, ride insensibile ai versi di Leopardi, che Guido
recita per lei; la sua una cultura materiale; il suo la parodia dun
viaggio di formazione; cede, dopo falsa ritrosia, ai piaceri del sesso;
Lonesto rifiuto (vv. 25-30), in Poesie, p. 228.
Insieme al Risveglio sul Picco dAdamo, Ketty quanto Gozzano decise di
salvare della produzione poetica relativa al suo viaggio in India, distrutta dal
poeta stesso, perch considerata oscena e pornografica. In una lettera del 1916
Gozzano scrive: Tranne il poemetto di Ketty, lagile ragazza americana, tutto il
resto per il cestino: la pornografia di rado diventa arte, forse mai. Io non sono
tagliato per le spirituali sconcezze letterarie (Poesie, p. 397).
73
Ketty (vv. 18-19), in Poesie, p. 398.
71

72

54

DANIELA DE LISO

[18]

al poeta laccomuna lincapacit damare; forse questo che accende


la passione improvvisa.
Ed ancora una volta la passione improvvisa che travolger
Gozzano ne Le golose74, che mangiano le paste nelle confetterie75. Il
poeta sorride di quelle dita senza guanto nellatto di scegliere, in
una sorta di regressione allinfanzia, la pasta, che verr divorata
volgendo le spalle, cos che nessuno possa sorprendere lineleganza
del gesto. La volutt di quelle bocche intatte che il poeta vorrebbe
poter baciare ad una ad una nel sapore di crema e cioccolatte76,
un richiamo sensuale ineludibile per il giovane dandy. Qualche
anno pi tardi, nel 1911, queste donne desiderate e non godute,
capaci di svegliare il desiderio che dorme/ col baleno degli occhi
e del sorriso77, saranno oggetto di una lirica meno ironica e pi
disincantata e malinconica, Le non godute78. Una comdie humaine al
femminile sfila in questi versi: donne incontrate dovunque, nelle
sere / di teatro, alla luce che cillude79, dalle chiome splendenti di
riflessi senza nome o dalle spalle ignude, le compagne di viaggio, le amiche delle amanti e, infine, tra tutte, la sola vera amante
eterna, amata per quel solo istante/ chella si volse pallida su
noi/ nellofferta dun attimo, prima di sparire per sempre col viso
/ seminascosto dal cappello enorme80.
Lo sguardo del poeta si era gi posato, con ironia, sulle donne
della sua vita, nel 1909, in quel Convito che riuniva una rverie tessuta di immagini di donne provenienti da un passato vissuto o
soltanto sognato. Sono le donne che gli sorrisero in cammino,
trasumanate gi nellaccezione dantesca, le compagne di speranze buone /e le piccole, ancora, e le pi vane:/ mime, crestaie fanti
cortigiane/ argute come in un decamerone81. Un microcosmo di
74
Escluso dalle due raccolte, fu pubblicato sulla Gazzetta del Popolo della
domenica del 28 luglio 1907.
75
Le golose (v. 2), in Poesie, p. 351.
76
Ivi, v. 50.
77
Le non godute (vv. 7-8), in Poesie, p. 382.
78
Esclusa dai Colloqui, fu stampata sulla Riviera ligure dell11 aprile 1911.
79
Le non godute (vv. 41-42), in Poesie, p. 383.
80
Cfr. Eppure, un giorno, questa febbre interna / parve svanire: quando ci
si accorse, / tardi, di quella che sarebbe forse / per noi la sola vera amante
eterna/ Tanto lamammo per quel solo istante / chella si volse pallida su noi
/ nellofferta di un attimo, ma poi, / sparve, ella pure; sparve come tante /
altre donne che passano, col viso / seminascosto dal cappello enorme (Ivi, vv.
85-94).
81
Cfr. Convito (vv. 5-10), in Poesie, p. 153.

[19]

IMMAGINI DI DONNA NELLA POESIA DI GUIDO GOZZANO

55

donne colte in un gesto o in un atteggiamento divenuti ricordo, cui


la sorte non ha arriso, perch hanno amato, senza riceverne amore,
un uomo condannato dalla culla alla tomba alla sua sete fanciulla damore. Sono queste donne, sospese tra letteratura e vita, a
svelare, benigne, al poeta, che non seppe / il vero Amor per cui si
ride e piange, quel maleficio antico, che nessuna maga riuscir a
neutralizzare:
Amore non mi tanse e non mi tange;
invan moffersi alle catene e ai ceppi.
[]
Amor non mi piag di quella piaga
Che mi parve dolcissima in altrui
[]
Un maleficio fu dalla tua culla,
n varr larte maga, o sognatore!
Fino alla tomba il tuo gelido cuore
Porterai con la tua sete fanciulla,
fanciullo triste che sapesti nulla,
ch ben sa nulla chi non sa lamore82.

Queste donne redivive nel sogno non nutrono astio nei confronti
del poeta che non le ha amate; la non appartenenza alla realt e alla
vita dona loro la saggezza dellatarassia, che le guida alla pietas
verso un fanciullo triste che non sa lamore. Non hanno un
volto, ma hanno voce e sono rievocate in un testo denso di richiami
danteschi; al loro apparire Gozzano sembra essere ossessionato dalleco dun monito duplice: Amor chal cor gentil ratto sapprende,
Amor cha nullo amato amar perdona.
Questo jaccuse maturato attraverso la progressione poetica del
romanzo di vita del personaggio Gozzano chiosa la prima sezione
dei Colloqui e fa da trait dunion con la successiva, in cui il poeta,
rimasto Alle soglie del mondo, intraprende il suo vagabondaggio tra
la vita e la morte. La rilettura del romanzo Paul et Virginie (1787) di
Henri Bernardin de Saint-Pierre (1737-1814), giunto a Gozzano attraverso le rivisitazioni poetiche di DHouville e Jammes, suggerisce
lidea dun poemetto romantico, costruito su suggestioni dantesche
(Paolo anche il nome dellamante di Francesca da Rimini) e petrarchesche. Paolo e Virginia crescono come fratello e sorella, ma in
loro sorge un amore, contrastato dallimprovvisa partenza di Virginia,
costretta a raggiungere una potentissima zia. Dopo molte peripezie
82

Ivi, vv. 15-28.

56

DANIELA DE LISO

[20]

Virginia mantiene la sua promessa di tornare e simbarca sul San


Germano, che, vittima duna tempesta, affonda con tutto il suo equipaggio. Paolo a cui il mare restituisce il corpo senza vita dellamata
muore alla vita ed allamore. Al di l della vicenda, evidentemente
patetica, colpisce lidentificazione del poeta con Paolo Io fui Paolo gi 83, diversamente da lui, capace damare al punto di morirne. Entrato in questo nuovo personaggio Gozzano, che non conosce
lacrime damore, impara a piangere come uno scolaro, riconosce
una patria che non conobbe mai e che si identifica con una donna,
Virginia, di cui, non a caso, taciuta ogni descrizione fisica. Virginia
esiste solo nella rievocazione di Paolo; non ha voce, non ha volto,
non ha corpo; Diana selvaggia che scopre lamore e ne muore.
un amore impossibile, perci Gozzano pu essere Paolo, che ama
solo ci che non pi, vive nel passato, nel ricordo duna chimera.
Duna chimera, La Signorina Felicita ovvero la felicit, innamorato
lAvvocato84, lalter ego pi noto del poeta. Felicita lemblema abusato della poetica crepuscolare delle piccole cose. Prima di ricordarne il volto, la voce, il corpo, il poeta ne ricorda le abitudini. Ama
83
Cfr. Io fui Paolo gi. Troppo mi scuote / il nome di Virginia. Ebbro e
commosso/ leggo il volume senza fine amaro; / chino su quelle pagine remote
/ rivivo tempi gi vissuti e posso / piangere (ancora!) come uno scolaro
(Paolo e Virginia (vv. 1-6), in Poesie, p. 166).
84
In una lettera ad Amalia Guglielminetti il poeta annuncia lidea della Signorina Felicita: Sto meglio anche perch sono innamorato! Di una donna che
non esiste, naturalmente!
La signorina Domestica.
Una deliziosa creatura provinciale, senza cipria e senza busto, con un volto
quadro e le mandino, le maschie, con un nasetto camuso sparso di efelidi leggere, due occhi chiari senza sopracciglia, come nei quadri fiamminghi; non
ridete, amica! Ritroverete la mia Bella tra lodore del caff tostato, della lavanda,
della carta da bollo e dellinchiostro putrefatto; con a sfondo una tapizzeria a
rombi di ghirlande rococ, racchiudenti ognuna un episodio alternato della
miseranda favola di Piramo e Tisbe strano che io mi sia cos cerebralmente
invaghito di costei, mentre ho ancora nella retina la vostra moderna figura
raffinata. Forse una reazione, una benefica reazione
Volevo farne una prosa a brevi capitoli lirici, uniti da una trama sentimentale, onesta, pura, sana, come la carne della protagonista, ma non far probabilmente.
Ogni volta che mi accingo a questo lavoro mi prende unabulia, un tremito,
unimpotenza verbale e metrica, indefinibili.
Un male che conoscerete certo anche Voi, il male che ci prende nellatto di
tradurre in apparenze tangibili un sogno troppo a lungo sognato. Ne far una
poesia, ma, temo forte, mediocre (G. Gozzano, Lettera del 12 novembre 1907,
in Lettere damore di Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti, cit.).

[21]

IMMAGINI DI DONNA NELLA POESIA DI GUIDO GOZZANO

57

sorprenderla nellabitudine di un gesto, nellaroma del caff appena


tostato, nei timidi pensieri damore nascosti tra le pieghe dei lini
che cuce. Solo un attimo dopo al ricordo saccompagna il ritratto e
prende corpo la celeberrima descrizione:
Sei quasi brutta, priva di lusinga
nelle tue vesti quasi campagnole,
ma la tua faccia buona e casalinga,
ma i bei capelli di color di sole,
attorti in minutissime trecciuole,
ti fanno un tipo di belt fiamminga
E rivedo la tua bocca vermiglia
cos larga nel ridere e nel bere,
e il volto quadro, senza sopracciglia,
tutto sparso defelidi leggiere
e gli occhi fermi, liridi sincere
azzurre dun azzurro di stoviglia85

Amalia Guglielminetti lontanissima da questa immagine, come


lo sono tutte le donne che lo hanno amato in questo buildungsroman
in versi che racconta la storia di un fallimento. Felicita non conosce
il gioco della conquista ed questo a renderla pi ambita dogni
conquista cittadina, vive in un microcosmo azzurro di stoviglie ed
ignora lesistenza di quel mondo pieno di lotte e di commerci
turbinosi, /la cosa tutta piena di quei cosi con due gambe che
fanno tanta pena86, da cui lAvvocato fugge. Felicita rappresenta la
figura emarginata, che emerge da una recondita rverie a salvarlo
dai suoi simili, quei cosi con due gambe, intenti allodio e alle
percosse, che si illudono di sottrarsi allEguagliatrice. Non la
facile ironia dellAvvocato a costruire questa immagine del mondo
a lui contemporaneo: Gozzano sta guardando il mondo con gli occhi di Felicita; un Arcade che ritorna ai suoi pascoli semplici; un
prestigiatore che fa della vita una pagina di letteratura. Stanco delle donne rifatte sui romanzi, il freddo sognatore vuole essere
redento dalla grigia Signorina, che non fa versi, ha fatta la seconda classe, le han detto che la Terra tonda, ma lei non
crede87. Felicita non lintellettuale gemebonda che medita Nietzsche, non coglierebbe il senso dei versi che lAvvocato scrive per lei,
La signorina Felicita ovvero la felicit (vv. 73-84), in Poesie, p. 177.
Cfr. Ivi, vv. 183-186.
87
Cfr. Ivi, vv. 309-311.

85
86

58

DANIELA DE LISO

[22]

ma a me piace chi non mi comprende scrive Gozzano. Non


pi che un capriccio questa donna che non si lascia ghermire, che
trema nella soffitta della casa paterna accanto al suo amore di citt
che conta per lei le stelle. Gozzano costruisce Felicita per punire se
stesso. Il mondo che dice di odiare, quello delle donne raffinate e
degli esteti divorati dallamor sui, gli appartiene. Anche la malattia,
che distende su di lui lombra della Morte, vissuta come una
meritata punizione per aver sprecato il dono della vita, per non
aver saputo dare amore. Ora che Amalia non pi che unamica,
ora che il male lo costringe al viaggio verso la cuna del mondo,
Gozzano crede di dover punire lo pseudo-Avvocato, recludendo i
suoi sogni nella vita mediocre di Felicita; si costringe ad amare ci
che ripugnante; rinnega se stesso fino a vergognarsi di essere
poeta, secondo un clich poetico tutto novecentesco. Ma lennesima finzione: Felicita e lAvvocato appartengono alla letteratura, come
la possibilit di amare; la malattia che lo allontana dalla realizzazione dellunione con Felicita, come scrive Brberi Squarotti, il privilegio del poeta, il suo baluardo di difesa contro la societ moderna che vuole conquistarlo allideologia borghese del guadagno88. Al
di l della finzione metaletteraria c un uomo incapace damare,
perch incapace di soffrire o, forse, di vivere. Anche i versi, di poco
successivi, de Lipotesi sembrano confermarlo; in essi il poeta immagina che la Signora vestita di nulla non sia per via ed ipotizza
la vita dellAvvocato in un futuribile 1940, in cui lo vede sposato
non con una donna che legge romanzi mutevole e bella, e raffinata e saputa, ma con quella Felicita che prega e digiuna e canta
e ride, pi fresca / dellacqua, e vive con una semplicit di fantesca89. Lipotesi cadr, inesorabilmente, di fronte allavanzata della
Signora vestita di nulla, lasciando il poeta prigioniero del passato,
perch privo di futuro. Solo nel tempo dellinfanzia, trasfigurato
attraverso limmaginario poetico, egli creder di poter amare di nuovo, senza dover fingere dessere quel buono sentimentale giovine
romantico che gioca allamore con Felicita. La redenzione dovreb-

88
Non c nessun pericolo che il sogno del matrimonio borghese con la
Signorina Felicita si compia davvero: quando sembra proprio che laspirazione
alla normalit stia per essere soddisfatta, ecco che il rischio incombente dellaltro viaggio, quello della morte, stacca il poeta dalla Signorina Felicita, e fa
svanire per sempre limmagine e la possibilit della vita secondo la norma
borghese (G. Brberi Squarotti, in Poesie, p. 11).
89
Cfr. Lipotesi (vv. 9-10), in Poesie, p. 357.

[23]

IMMAGINI DI DONNA NELLA POESIA DI GUIDO GOZZANO

59

be giungere da una Cocotte, riemersa dal passato. Come Felicita, di


cui lapparente opposto la timida contro la cattiva signorina ,
la Cocotte appartiene alla schiera delle donne ai margini, abissalmente distanti dal poeta; Gozzano crede di poterla amare proprio per la sua condizione di emarginata dalla societ perbenista, e
crede di poterla riscattare con lingenuit della rievocazione infantile, per poterne poi essere a sua volta riscattato. La prima parte
rievoca il giardino, lhortus conclusus nel quale la cattiva signorina,
la cui casa separata mediante uninferriata da quella del poeta
quattrenne, d un bacio ed un confetto al bambino. Il poeta adulto ricorda quella bellezza proibita una Cocotte! lo mette in
guardia la madre ed esotica come quelle Isole felici nelle quali
immagina dessere con lei; vorrebbe riportarla in vita, vorrebbe
vederla ancora una volta con gli occhi dellinfanzia:
Vieni. Che importa se non sei pi quella
Che mi baci quattrenne? Oggi tagogno,
o vestita di tempo! Oggi ho bisogno
del tuo passato! Ti rifar bella
come Carlotta, come Graziella,
come tutte le donne del mio sogno!
Il mio sogno nutrito dabbandono,
di rimpianto. Non amo che le rose
che non colsi. Non amo che le cose
che potevano essere e non sono
state []90.

Nel tessuto dei versi il poeta ha assimilato la Cocotte a Carlotta


e Graziella, le due donne de La via del Rifugio e dei Colloqui. Le tre
donne sono lemblema dellamore agognato, perch irrealizzabile;
egli crede di poterle amare perch sa che non appartengono alla
realt, potevano essere e non sono/ state, figure sospese tra il
passato ed il sogno. Solo queste donne, che si muovono tra i sentieri
dellanima, possono essere oggetto damore, perch sono avulse dalla
societ corrotta e devastata di cui Gozzano non vuol far parte; la
Cocotte forse morta, Carlotta prigioniera di un abito rosa in una
vecchia fotografia del 1850, Graziella non si neanche accorta di
lui: per queste tre donne il poeta non esiste. Non lo amano e, dunque, pu amarle; non cercano di piacergli; non vivono nel suo tempo e nel suo spazio, ma solo nellincanto dei versi. LAvvocato, che
90

Cocotte (vv. 61-71), in Poesie, p. 209.

60

DANIELA DE LISO

[24]

per un attimo ha sognato di amare Felicita, che ha tentato di riportare in vita una Cocotte, ha rinunciato allillusione di fuggire la
realt, cui il Tempo lo ha condannato e da cui solo la Morte, sorella del niente, lo affrancher, ed ha indossato la maschera di un
nuovo personaggio, Tot Mermeni, moderna ed ironica trasposizione
dellHeautntimoromenos terenziano, il punitore di se stesso,
riesumato dalla rivisitazione di Baudelaire. Tot ha i venticinque
anni del fratello muto dei Colloqui iniziali, ma non conosce gaiezza. Al di l della patetica esistenza spesa nella villa triste con una
madre inferma, una prozia canuta ed uno zio demente, Tot il
vero figlio del Tempo nostro. Molta cultura e gusto in opere dinchiostro, tempra sdegnosa, scarsa morale, spaventosa chiaroveggenza91 compiono la fusione tra il personaggio ed il suo autore,
dipingendo un ritratto che non vorrebbe ricordare quello di Dorian
Gray.
Tot-Guido vive una vita che ha gi deluso le sue promesse, ha
sognato per anni un Amore che non venne, ha per amante una
cuoca diciottenne, che, fresca come una prugna al gelo mattutino,
si concede a lui che la possiede senza amarla, perch non pu
sentire92. Per il mondo egli non che un coso strambo e vive.
E un giorno nato. Un giorno morir93.
Daniela De Liso

Cfr. Tot Mermeni (vv. 15-20), in Poesie, p. 214.


Cfr. Tot non pu sentire. Un lento male indomo/ inarid le fonti prime
del sentimento; /lanalisi e il sofisma fecero di questuomo / ci che le fiamme
fanno dun edificio al vento (Ivi, vv. 45-48).
93
In Il soccupe, una sorta di autoritratto di Jammes, contenuto nella raccolta
De lAnglus de laube lAnglus du soir, si legge: Il est n un jour. Un autre
jour il mourra (v. 33).
91

92

ANNO XXXVI

FASC. I

N. 138/2008

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Stampa: Arti Grafiche Solimene - Casoria (Napoli)
Finito di stampare il 27 marzo 2008

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