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Mondiali in Russia e Qatar: nuove accuse di corruzione

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Siamo ignoranti come capre - Intervista


a Giulietto Chiesa
da http://www.ctrlmagazine.it/2014/siamo-ignoranti-comecapre-intervista-a-giulietto-chiesa/

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Giulietto Chiesa
mercoled 26 novembre 2014 12:26
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1. Declino del movimento 5


Stelle

"Se non c'erano gli americani a quest'ora noi, eravamo europei"


(Giorgio Gaber).

Giulietto Chiesa ha un'altra visione dell'Europa e del mondo, perch


ha un altro punto di osservazione: inviato a Mosca per anni, ha
conosciuto personalmente Gorbacev, ha vissuto gli anni della
desovietizzazione, di Eltsin e di Putin. Un "mondo di mondi"
gigantesco di cui ci ricordiamo solo quando confligge con le periferie
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del nostro, come nelle vicende del conflitto ucraino: in questi casi
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che ci rendiamo conto che ci mancano (e non ci sono offerti) gli
Declino del m ovim ento 5 Stelle
strumenti di base per decifrarlo; che guardiamo la Russia - e forse
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anche noi stessi - con occhi, sostanzialmente, americani. Abbiamo
parlato soprattutto di questo, con Giulietto Chiesa, all'ora di
Giulietto Chiesa: "La fine dell'Occidente"
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colazione, in Citt Alta.
Che cosa (non) sanno della guerra ucraina in Italia?
"Come
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sono geniali gli americani, te la mettono l, la libert alla


portata di tutti, come la chitarra. Ognuno suona come vuole, e tutti
Uscire dalla NATO. Si pu essere in m aggioranza.suonano come vuole la libert" (dallo stesso pezzo di Gaber).
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Padroni di Nulla - Intervista a Giulietto Chiesa
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Per restare aggiornati sul lavoro di Giulietto Chiesa, oltre al sito


www.giuliettochiesa.it , a www.megachip.info, vi ora Pandora TV, il
suo canale web.
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impossibile spiegare che lavoro faccio: faccio quello che mi piace,


quindi come se non avessi mai lavorato.
Quindi lei non un giornalista.
Neanche questo, perch mi piace raccontare, e raccontare non lo
considero un lavoro. Gli unici momenti in cui stato per me un po'
un lavoro, nel senso che io avrei voluto essere altrove, era quando
ero in guerra. Fare l'inviato di guerra non proprio gradevole.
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Dove stato in guerra?


Bella domanda. Ero partito per fare il corrispondente dall'Unione
Sovietica, sono stato l un po' di tempo e questo paese andato in
pezzi; quindi sono andato in guerra, a fare l'inviato. L'inviato
normale, diciamo. Sono stato otto volte in Afghanistan, che non era
Unione Sovietica, ma siccome c'erano i sovietici, ci andai. Poi sono
scoppiati tutti quei conflitti di cui abbiamo saputo pochissimo, il
Nagorno-Karabakh, l'Ossezia del Sud. Ho anche stabilito un record:
sono stato il primo giornalista occidentale ad arrivare in Ossezia del
Sud, a Tskhinvali ,quando la Georgia attacc. Bisognava attraversare
la linea del fuoco con le mani alzate. Mi ricordo che quando
oltrepassai la frontiera c'era una neve enorme. Vi furono
conversazioni attraverso i radiotelefoni, affinch mi lasciassero
passare. In quei casi, appunto, non si pu dire che si stia facendo
una passeggiata.
Credo che solo la verit onori l'intelligenza delle persone, e lei mi pare
un giornalista legato a doppio filo alla ricerca della verit.
S, ho imparato un sacco di cose cammin facendo. Quando ho iniziato
a fare il giornalista ero gi adulto, avevo 39 anni, e la mia idea del
giornalismo era del tutto diversa. Pian piano poi sono diventato
quello che sono, ma prima della ricerca della verit metto il rispetto
per gli altri.
E gli altri sono tanti, e molto diversi tra loro.
Io per esempio sono partito da qui, l'Italia: un paese monoetnico
dove tutti noi parliamo italiano. Quando invece vai in un paese come
la Russia, che lo storico russo Mikhail Ghefter defin benissimo come
"un mondo di mondi", ti accorgi immediatamente che la nostra
monoetnicit una rarit assoluta. In paesi come quello ci sono pi
di 70 etnie diverse, che parlano 100 lingue diverse. La prima volta

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che sono stato in Daghestan fui ospite a cena a casa di un poliziotto


che parlava 5 lingue. Un poliziotto normale. In Daghestan ci sono
almeno 7 diverse etnie che parlano 7 lingue tra loro diversissime,
come il Tedesco e l'Italiano.
E come mai noi non sappiamo nulla di queste cose?
Perch siamo ignoranti come capre!
Grazie Giulietto, mi conforta molto.
Ma scusa, ogni giornale italiano ha 2 o 3 corrispondenti da New
York.noi parliamo del nostro mondo, continuiamo a guardarci
addosso! Ed il resto del mondo noi non lo conosciamo per niente. In
questi anni in cui ho fatto questo mestiere ho visto con i miei occhi
come "il resto del mondo" cresceva, e diventava importante,
prendeva coscienza di s. Pertanto, mentre noi continuiamo a
guardarci come fossimo il centro dell'universo, l'universo continua a
muoversi per conto suo. Ed enorme, e noi non lo possiamo
governare tutto.
Ci mancherebbe.
Una volta mi sono trovato in Jacuzia, e mi hanno invitato a fare un
giro sul fiume Lena. Un fiume grande, la cui vista in certi punti arriva
fino all'orizzonte. Ero a bordo di una nave, chiamata "Demian
Bednij", che il nome di un grande poeta russo, e camminavo in un
corridoio: ad un certo punto mi ritrovai di fronte una grande mappa
di plastica, raffigurante un emisfero, una sorta di cartina geografica.
La guardai concentratissimo, e mi chiesi "di che si tratta?". Capii che
era una carta geografica che raffigurava un emisfero con al centro la
Jacuzia. Guardandola bene, mi resi conto che l'Europa era a sinistra,
relegata in un angolino in basso. A destra c'era invece l'immenso
Oceano Pacifico, ed al centro la Siberia, che gigantesca. E si
vedevano a malapena gli Stati Uniti. Il mondo visto cos

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completamente diverso dal nostro.


La Jacuzia sul mare, e nel Risiko mi permette di attaccare l'Alaska.
No, sul mare c' l'estremo oriente russo, ma siamo l vicini. La Jacuzia
un paese all'incirca grande come l'Europa, abitata da un milione di
persone, con immense ricchezze. Il problema che non relativizziamo
le nostre percezioni, cos noi non sappiamo niente del Daghestan,
niente del Caucaso, ma non sappiamo niente neanche della P2.
Non sappiamo niente nemmeno di quanto sta accadendo pi vicino a
noi. Come in Ucraina, per esempio, dove lei sostiene abbia avuto
inizio il terzo conflitto mondiale.
Il tentativo di innescare il terzo conflitto mondiale. Mi spiego, io non
faccio una profezia, un'analisi dei fatti. Vedo la tendenza.
Persino il Papa ha usato l'espressione "Terza Guerra Mondiale".
Cos' che abbiamo in comune io e il Papa? Se ho capito bene Papa
Francesco il protagonista di una grande crisi, la crisi della Chiesa
Cattolica. Non pretendo di essere nel vero, ma il passaggio tra
Ratzinger e Bergoglio l'ho visto cos: Bergoglio uno che ha capito
che la Chiesa Cattolica si trova in una grande crisi perch si identifica
nell'Occidente, e perci sta perdendo consensi nel resto del mondo.
Bergoglio il tentativo di riprendere contatto con il resto del mondo.
Forse qui ho qualcosa in comune con lui. L'Occidente quello
dell'illusione della crescita infinita, che ha dominato questo pianeta
negli ultimi anni. Non possibile una crescita infinita in un mondo
finito.
Ci sarebbe bisogno di iniziare a colonizzare un nuovo pianeta.
Non c' tempo. La fine arriver prima.
Qui in Europa tutto piccolo, in America tutto grande. Qui per

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sostenere un'economia proficua servono piccole imprese, mentre le


grandi multinazionali farebbero solo un grandissimo disastro.
E l'hanno fatto, infatti. Gli Stati Uniti hanno impostato, hanno
costruito, la loro cultura. La loro potenza si basa sulla tecnologia. E
questa tecnologia ha preso il sopravvento. Ne abbiamo da tutte le
parti: io sono stufo di vedere la tecnologia, in questo momento. Loro
per pensano anche di potere imporre al resto del mondo la loro
opinione; e questo non possibile. un errore di prospettiva
storica, collettivo, che il modello occidentale, che americano (perch
loro l'hanno promosso) debba essere inevitabilmente giusto per
tutti. Una mancanza di prospettiva storica di uno stato giovane,
molto pragmatico, molto sintetico, che non ha una piena visione del
mondo. Loro hanno pensato di colonizzare culturalmente ed
intellettualmente tutto il mondo, senza rendersi conto che non
potevano colonizzare neanche gli europei. Noi siamo diversi da loro.
Mi sorprende molto che dentro a questa Europa non vi sia per pi
una voce forte dal punto di vista del dissenso. Noi Europei siamo
sempre zitti e a disposizione. possibile secondo lei invertire questa
tendenza?
GC: Si richiede un grande salto generazionale. La generazione che ci
governa composta da dirigenti che non sono neanche le ombre dei
dirigenti che c'erano nel passato. Adenauer, per esempio, era un
gigante, questi qui che abbiamo adesso sono dei maggiordomi. La
differenza questa: gente che accetta i rapporti di forza. L c'
qualcuno che comanda, e se mi chiede il caff io gli porto il caff.
Maggiordomi, e quando dico maggiordomi intendo dire maggiordomi.
Forse questa classe politica una perfetta rappresentazione della
devoluzione della nostra specie. Rendiamoci conto, noi sul pianeta
siamo come formiche su una brioche. Le formiche consumano tutta
la brioche, portandola poi in pezzi nella loro casa, il formicaio. Noi
invece non ci rendiamo conto che la nostra casa la brioche stessa,

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e la stiamo consumando tutta. come se concorressimo a costituire


una nuova atmosfera adatta ad un'altra specie e non pi a noi.
Gi, il nostro pianeta questo, non ce n' altri. Il momento in cui
avremo consumato tutto arriver prima del momento in cui noi
potremo avere costruito la bench minima astronave per andare su
Marte. Perch io e te siam qui a parlare? Per la concentrazione di
ossigeno che c' nell'atmosfera terrestre. Siamo, esattamente come
le formiche che hai citato, prodotti di una determinata concentrazione
di ossigeno presente nell'atmosfera.
C' una bellissima barzelletta che mi ha raccontato personalmente
Gorbacv, domandandomi ridendo se non la trovavo vera: Ci sono
due pianeti che si incontrano. Uno dei due in gran forma, luminoso,
trasparente, bella atmosfera. e l'altro invece si presenta tutto pieno
di buchi, sporco, malandato e ansimante.
"Ma che cavolo successo?", chiede il primo pianeta all'altro, "Ti ho
lasciato qualche milione di anni fa, e stavi cos bene!". E l'altro: " Mi
sono trovato in mezzo a tutto un insieme di insetti, che mi
tormentano, mi pungono, mi bruciano, mi fanno male." "Insetti? Non
saranno per caso uomini?"
"S, esatto, sono loro."
"Ah, allora non preoccuparti, tanto li elimini!"
Fa piacere poter affrontare certe tematiche con allegria,
fondamentale. Per concludere, vorrei porle una domanda del tutto
diversa. Lei in grado di darmi dei nomi di giornalisti credibili?
[5 secondi di silenzio, NdA]
S! Massimo Fini. Non condivido quello che dice, ma una persona
libera. Un altro, che gi morto purtroppo, Tiziano Terzani. Uno
con gli occhi aperti, uno che ha il "panorama grande", e se hai

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davanti agli occhi un "panorama grande" sei salvo. In altri casi invece
c' chi deve portare il paraocchi, come i cavalli che se rimangono
senza impazziscono. A suo modo, pu essere credibile pure Scalfari,
ma, ahim, lo considero uno dei peggiori responsabili del disastro
politico italiano. Poi un altro uomo intelligente sulla piazza Sergio
Romano, ex ambasciatore italiano in Russia, stato uno che ha
continuato a dire quello che pensa. E poi Giovanni Sartori, a cui devo
molto, anche se molto diverso da me. Ne consiglio il libro Homo
Videns, nel quale teorizzata per la prima volta la mutazione
antropologica che l'atto di visione produce, che l'immagine in
movimento genera. A pensarci bene sono pochissimi i giornalisti
credibili.
3

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