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Legislazione Giurisprudenza



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Testata registrata presso il Tribunale di Patti Reg. n. 197 del 19/07/2006 - ISSN 1974-9562

Giurisprudenza


Inquinamento acustico
Rumore


Anni: 2006 - 2005 - 2004 - 2003
2002 -2001 -2000 - 1999-94


Si vedano anche gli anni: 2011 - 2010 - 2009 - 2008 - 2007

Si veda anche: Urbanistica - Salute - Inquinamento - leggi e sentenze


Informazioni per la pubblicit su AmbienteDiritto.it
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INQUINAMENTO ACUSTICO - Valutazione e gestione del rumore ambientale - Non trasposizione della direttiva nel periodo prescritto- Direttiva 2002/49/CE. Non avendo
adottato, durante il periodo prescritto, le leggi, regolamenti e le norme amministrative necessarie ad attuare la Direttiva 2002/49/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dei del 25
giugno 2002 per quanto riguarda la valutazione e gestione del rumore ambientale, la Gran Bretagna e dell'Irlanda del Nord non ha rispettato gli obblighi di cui alla direttiva citata.
(Sentenza originale: Declares that, by failing to adopt, within the prescribed period, the laws, regulations and administrative provisions necessary to comply with Directive 2002/49/EC of
the European Parliament and of the Council of 25 June 2002 relating to the assessment and management of environmental noise, the United Kingdom of Great Britain and Northern
Ireland has failed to fulfil its obligations under that directive;Orders the United Kingdom of Great Britain). CORTE DI GIUSTIZIA CE, Sez. V, 14 dicembre 2006, Causa C-138/06

INQUINAMENTO ACUSTICO - Valutazione e gestione del rumore nell'ambiente - Mancata trasposizione entro il termine prescrive - Inadempimento di Stato (Granducato di
Lussemburgo) - Direttiva 2002/49/CE. Non attuando, entro il termine prescritto, le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva
2002/49/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 giugno 2002, relativa alla valutazione ed alla gestione del rumore nell'ambiente, il Granducato di Lussemburgo venuto
meno agli obblighi che gli incombono ai sensi di questa direttiva. (sentenza originale: En ne prenant pas, dans le dlai prescrit, les dispositions lgislatives, rglementaires et
administratives ncessaires pour se conformer la directive 2002/49/CE du Parlement europen et du Conseil, du 25 juin 2002, relative lvaluation et la gestion du bruit dans
lenvironnement, le Grand-Duch de Luxembourg a manqu aux obligations qui lui incombent en vertu de cette directive.Le Grand-Duch de Luxembourg est condamn aux
dpens).CORTE DI GIUSTIZIA CE, Sez. V, 7 dicembre 2006, Causa C-78/06

Inquinamento acustico - Ordinanza di contenimento e riduzione delle emissioni sonore - Natura - Provvedimento contingibile e urgente - Art. 9 L. 447/95 - Competenza -
Sindaco. Le ordinanze con le quali viene esercitato il potere di disporre temporaneamente speciali forme di contenimento e riduzione delle emissioni sonore inquinanti (inclusa
linibitoria totale o parziale delle attivit), hanno natura di provvedimenti contingibili e urgenti, sia per la ontologica temporaneit delle misure adottabili, sia per il carattere innominato ed
atipico delle misure stesse (in deroga al principio di rigorosa nominativit e tipicit degli atti amministrativi. Siffatte ordinanze devono considerarsi adottate ai sensi dellart. 9 della Legge
26 Ottobre 1995 n 447 (Legge quadro sullinquinamento acustico) e sono riservate alla competenza del Sindaco (nei casi di inquinamento acustico che riguardano aree ricadenti nel
territorio comunale). Sono peraltro estranee alle ordinarie funzioni di mera vigilanza e controllo (sullosservanza delle prescrizioni attinenti il contenimento dellinquinamento acustico)
contemplate dagli artt. 6 e 14 della Legge 26 Ottobre 1995 n 447, nonch dalle Leggi Regionali Pugliesi nn 17/2000 e 3/2002. Pres. Ravalli, Est. DArpe - R. s.a.s. (avv. De Matteis) c.
Comune di Gallipoli (avv. Traldi) e A.R.P.A. Puglia (avv. Capobianco) - T.A.R. PUGLIA, Lecce, Sez. I - 4 dicembre 2006, n. 5639 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Art. 9, c. 1 L. 447/1995 - Potere di ordinanza - Tutela della salute dei cittadini - Art. 32 Cost. - Definizione di inquinamento acustico ex L. 447/1995 -
Accertamento tecnico dellARPA - Eccezionale e urgente necessit di intervento. Lart. 9 primo comma della legge quadro sullinquinamento acustico n 447 del 1995 non pu
essere riduttivamente inteso come una mera riproduzione, nellambito della normativa di settore in tema di tutela dallinquinamento acustico, del generale potere di ordinanza
contingibile ed urgente tradizionalmente riconosciuto dal nostro ordinamento giuridico al Sindaco (quale Ufficiale di Governo) in materia di sanit ed igiene pubblica, ma deve essere
logicamente e sistematicamente interpretato nel particolare significato che assume allinterno di una normativa dettata - in attuazione del principio di tutela della salute dei cittadini
previsto dallart. 32 della Costituzione - allo scopo primario di realizzare un efficace contrasto al fenomeno dellinquinamento acustico, tenendo nel dovuto conto il fatto che la Legge n
447/1995 (nellart. 2 primo comma lettera a) ha ridefinito il concetto di inquinamento acustico, qualificandolo come lintroduzione di rumore nellambiente abitativo o nellambiente
esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attivit umane, e sancendo espressamente che esso concreta (in ogni caso) un pericolo per la salute umana.
Conseguentemente, lutilizzo del particolare potere di ordinanza contingibile ed urgente delineato dallart. 9 della Legge 26 Ottobre 1995 n 447 deve ritenersi (normalmente)
consentito allorquando gli appositi accertamenti tecnici effettuati dalle competenti Agenzie Regionali di Protezione Ambientale rivelino la presenza di un fenomeno di inquinamento
acustico, tenuto conto sia che questultimo - ontologicamente (per esplicita previsione dellart. 2 della stessa Legge n 447/1995) - rappresenta una minaccia per la salute pubblica, sia
che la Legge quadro sullinquinamento acustico non configura alcun potere di intervento amministrativo ordinario che consenta di ottenere il risultato dellimmediato abbattimento delle
emissioni sonore inquinanti (T.A.R. Puglia, Lecce, Sez. I - 24 Gennaio 2006 n. 488). In siffatto contesto normativo, laccertata presenza di un fenomeno di inquinamento acustico (pur se
non coinvolgente lintera collettivit) appare sufficiente a concretare leccezionale ed urgente necessit di intervenire a tutela della salute pubblica con lefficace strumento previsto
(soltanto) dallart. 9 primo comma della pi volte citata Legge n 447/1995. Pres. Ravalli, Est. DArpe - R. s.a.s. (avv. De Matteis) c. Comune di Gallipoli (avv. Traldi) e A.R.P.A. Puglia
(avv. Capobianco) - T.A.R. PUGLIA, Lecce, Sez. I - 4 dicembre 2006, n. 5639 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Abbattimento delle emissioni rumorose - Procedimento - Principi partecipativi di cui alla L. 241/90 - Deroga. Gli elementi di particolare urgenza
(unitamente al c.d. effetto sorpresa indispensabile per lefficacia dei controlli), che caratterizzano immanentemente lintero procedimento amministrativo de quo diretto allabbattimento
delle emissioni rumorose inquinanti, gli conferiscono quella specialit che giustifica la deroga ai principi generali in tema di partecipazione previsti dagli artt. 7 e seguenti della Legge 7
Agosto 1990 n 241. Pres. Ravalli, Est. DArpe - R. s.a.s. (avv. De Matteis) c. Comune di Gallipoli (avv. Traldi) e A.R.P.A. Puglia (avv. Capobianco) - T.A.R. PUGLIA, Lecce, Sez. I - 4
dicembre 2006, n. 5639 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Tutela della salute pubblica - Situazione di pericolo involgente singoli individui - Sufficienza. La tutela della salute pubblica non presuppone
necessariamente che la situazione di pericolo involga lintera collettivit ben potendo richiedersi tutela alla Pubblica Amministrazione anche ove sia in discussione la salute di una
singola famiglia (o anche di una sola persona). Pres. Ravalli, Est. DArpe - R. s.a.s. (avv. De Matteis) c. Comune di Gallipoli (avv. Traldi) e A.R.P.A. Puglia (avv. Capobianco) - T.A.R.
PUGLIA, Lecce, Sez. I - 4 dicembre 2006, n. 5639 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Ordinanza ex art. 9 L. 447/1995 - Facolt di adire lautorit giudiziaria ex art. 844 c.c. - Strumento ordinario di intervento escludente il ricorso
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allordinanza - Inconfigurabilit. In tema di ordinanza contingibile e urgente emanata ai sensi dellart. 9 della L. 477/1995, deve escludersi che la facolt riconosciuta dal Codice Civile
al privato interessato di adire lA.G.O. per far cessare le immissioni dannose che eccedono la normale tollerabilit costituisca, sul piano amministrativo, ordinario strumento di intervento
e che pertanto non consenta il ricorso allo strumento extra ordinem dellordinanza. Pres. Ravalli, Est. DArpe - R. s.a.s. (avv. De Matteis) c. Comune di Gallipoli (avv. Traldi) e A.R.P.A.
Puglia (avv. Capobianco) - T.A.R. PUGLIA, Lecce, Sez. I - 4 dicembre 2006, n. 5639 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Comuni privi di zonizzazione acustica - Valori limite differenziali di immissione - Trovano applicazione - Ragioni. Il criterio dei valori limite differenziali
di immissione pienamente operativo anche nei Comuni privi della zonizzazione acustica, in perfetta rispondenza allo spirito della vigente normativa in tema di inquinamento acustico,
oltre che ai principi costituzionali ed alla ragionevolezza. Infatti, considerato che i valori limite differenziali, facendo specifico riferimento al rumore percepito dallessere umano, mirano
precipuamente alla salvaguardia della salute pubblica e che (gi prima dellentrata in vigore della Legge 26 Ottobre 1995 n 447 e del conseguente D.P.C.M. 14 Novembre 1997) lart. 6
del D.P.C.M. 1 Marzo 1991 prevedeva lapplicazione sia di limiti massimi in assoluto (primo comma) sia di valori limite differenziali per le zone non esclusivamente industriali (secondo
comma), si deve necessariamente concludere che la disposizione transitoria dettata dallart. 8 del citato D.P.C.M. 14 Novembre 1997 (che testualmente si limita soltanto a prevedere
lapplicazione - sino allavvenuta zonizzazione di cui allart. 6 lettera a della Legge n 447/1995 - dei limiti assoluti di accettabilit di immissione sonora previsti dal primo comma
dellart. 6 del predetto D.P.C.M. 1 Marzo 1991) non pu essere correttamente interpretata nel significato di escludere del tutto loperativit del criterio dei valori limite differenziali
dimmissione (contemplato dallart. 4 del D.P.C.M. 14 Novembre 1997 e, come detto, gi fissato dal secondo comma dellart. 6 del D.P.C.M. 1 Marzo 1991), nel territorio di quei
Comuni che non abbiano ancora provveduto allapprovazione del c.d. piano di zonizzazione acustica. Pres. Ravalli, Est. DArpe - R. s.a.s. (avv. De Matteis) c. Comune di Gallipoli (avv.
Traldi) e A.R.P.A. Puglia (avv. Capobianco) - T.A.R. PUGLIA, Lecce, Sez. I - 4 dicembre 2006, n. 5639 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Rumore ambientale - Misurazione a finestre chiuse e a finestre aperte - Art. 4 D.P.C.M. 14 novembre 1997. La prescrizione dettata dal secondo comma
dellart. 4 del D.P.C.M. 14 novembre 1997 (Le disposizioni di cui al comma precedente non si applicano nei seguenti casi, in quanto ogni effetto del rumore da ritenersi trascurabile:
a se il rumore misurato a finestre aperte sia inferiore .. a 40 dB durante il periodo notturno; b se il livello del rumore ambientale misurato a finestre chiuse sia inferiore . a 25 dB
durante il periodo notturno) implica lesclusione delloperativit dei valori limite differenziali di immissione contemplati dal primo comma della stessa norma (pari a 3 dB per il periodo
notturno allinterno degli ambienti abitativi) esclusivamente nellipotesi in cui il livello del rumore ambientale non raggiunga in alcun caso la soglia di rilevanza prevista in relazione agli
interni dellambiente abitativo, vuoi se misurato a finestre aperte, vuoi se misurato a finestre chiuse (nel mentre non si ritiene condizione sufficiente a determinare la non applicabilit del
criterio differenziale la circostanza che in una sola delle predette due modalit di misurazione - a finestre aperte o chiuse - il rumore ambientale non raggiunga la relativa soglia di
rilevanza). Pres. Ravalli, Est. DArpe - R. s.a.s. (avv. De Matteis) c. Comune di Gallipoli (avv. Traldi) e A.R.P.A. Puglia (avv. Capobianco) - T.A.R. PUGLIA, Lecce, Sez. I - 4 dicembre
2006, n. 5639 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Livello di rumore corretto - D.M. 16 marzo 1998 - Fattore correttivo - Rumore ambientale trascurabile. Il livello di rumore corretto altro non - ai sensi
del punto 17 dellAllegato A del D.M. 16 Marzo 1998 (Tecniche di rilevamento e di misurazione dellinquinamento acustico) - se non il livello di rumore ambientale calcolato con
lapplicazione del fattore correttivo previsto dal punto 15 del medesimo Allegato A per tenere doverosamente conto della presenza di rumori con componenti tonali (Kt) e di bassa
frequenza (Kb); al fine di qualificare ogni effetto del rumore ambientale come trascurabile (ai sensi e per gli effetti dellart. 4 secondo comma del D.P.C.M. 14 Novembre 1997) occorre
logicamente valutare anche leventuale presenza nellambiente di rumori con componenti tonali e/o di bassa frequenza e, quindi, rilevare il livello del rumore ambientale calcolato con
lapplicazione del c.d. fattore correttivo (+ 3db + 3db). In altri termini, ai sensi del menzionato D.M. 16 Marzo 1998, lapplicazione del fattore correttivo adempimento prescritto ex lege
proprio ai fini dellesatta individuazione del livello di accettabilit del rumore ambientale. Pres. Ravalli, Est. DArpe - R. s.a.s. (avv. De Matteis) c. Comune di Gallipoli (avv. Traldi) e
A.R.P.A. Puglia (avv. Capobianco) - T.A.R. PUGLIA, Lecce, Sez. I - 4 dicembre 2006, n. 5639 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Accertamento delle emissioni sonore - A.R.P.A - Campionamento riferito ad un tempo di misura di durata inferiore al tempo di osservazione -
Emissioni sonore provenienti da impianti frigoriferi - Legittimit. Non travalica i limiti della discrezionalit tecnica spettante allA.R.P.A. laccertamento dellinquinamento acustico
attraverso una misurazione effettuata in uno spazio temporale di durata inferiore rispetto al tempo di osservazione, di cui allallegato A, punto 5 del D.M. 16marzo 1998. Non pu,
infatti, essere trascurato che - da un parte - il punto 5 del menzionato Allegato A consente allorgano tecnico di individuare anche un solo Tempo di misura (T/m), di durata inferiore
rispetto al Tempo di osservazione (T/o) - cio il periodo di tempo nel quale si verificano le condizioni di rumorosit che si intendono valutare -, purch la misurazione sia
sufficientemente rappresentativa del fenomeno acustico, e - dallaltro - che, nel particolare caso in questione (emissioni sonore provenienti da impianti frigoriferi), non sembra che le
caratteristiche di variabilit del rumore siano oggettivamente tali da imporre lutilizzazione del metodo della misura per integrazione continua (di cui al punto 2 lettera a dellAllegato
B del D.M. 16 Marzo 1998), anzich la misurazione del livello continuo equivalente di pressione sonora con la tecnica di campionamento (prevista dalla lettera b del punto 2 del
menzionato Allegato B), riferendola ad un unico Tempo di misura. Pres. Ravalli, Est. DArpe - R. s.a.s. (avv. De Matteis) c. Comune di Gallipoli (avv. Traldi) e A.R.P.A. Puglia (avv.
Capobianco) - T.A.R. PUGLIA, Lecce, Sez. I - 4 dicembre 2006, n. 5639 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Schiamazzi notturni generati da avventori di un locale aperto al pubblico - Ordinanza contingibile e urgente - Responsabilit soggettiva del gestore
dellesercizio - Necessit - Esclusione - Ascrivibilit della situazione di pregiudizio allespletamento dellattivit - Sufficienza. Gli schiamazzi notturni possono senz'altro
costituire un elemento fondante per le ordinanze contingibili e urgenti con le quali venga ordinata la chiusura anticipata di un locale aperto al pubblico, qualora il disagio della
popolazione, e quindi linteresse pubblico, al riposo delle persone vengano violati da rumori generati dagli avventori. Ci che rileva a tal fine non la responsabilit soggettiva del
gestore dellesercizio, ma loggettiva e causale ascrivibilit della situazione di pregiudizio allespletamento dellattivit (cfr. Cds, sez.V, n.4457/02). Pres. De Zotti, Est. Savoia - T. s.a.s.
(avv.ti Dalla Mura e Maggiolo) c. Comune di Verona (avv.ti Caineri e Squadroni) - T.A.R. VENETO, Sez. III - 10 ottobre 2006, n. 3369 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Rintocchi dellorologio della torre civica - Conflitto tra la tutela della salute e la salvaguardia delle tradizioni storiche - Preminenza della tutela della
salute. In materia di inquinamento acustico, il conflitto tra la tutela della salute (il cui pregiudizio, nella specie, era apprezzabile sotto il profilo della cd. annoyance, ossia della presenza
di fattori disturbanti per la qualit della vita, specie per quel che concerne il riposto notturno) e la salvaguardia delle tradizioni storiche (rintocchi dellorologio della torre civica), va risolto
attribuendo preminenza alla salute, particolarmente quando le tradizioni storiche possono continuare ad essere preservate per effetto di una migliore e pi opportuna regolazione dei
meccanismi di funzionamento dellorologio fonte delle emissioni acustiche. (Nella specie, Il Tar ha conseguentemente ordinato la sospensione dei rintocchi nelle ore notturne, dalle
22.00 alle 07.00). Pres. Ravalli, Est. Dibello - V.I. (avv. dAmbrosio) c. Comune di Alliste (avv. Rosato) - T.A.R. PUGLIA, Lecce, Sez. I - 27 settembre 2006, ordinanza n. 1013 (vedi:
ordinanza per esteso)

Inquinamento acustico - Rumore - Superamento limiti - Impianti di climatizzazione - Art. 4 D.P.C.M. 14/11/1997 - Art. 659 co. 1 c.p.. Lipotesi contravvenzionale prevista dal
comma 1 dellarticolo 659 C.p. non pu essere esclusa per il solo fatto che nellesercizio di una attivit rumorosa lagente non abbia superato i limiti di rumorosit previsti dallarticolo 4
Dpcm 14 novembre 1997. Infatti, lagente, il quale svolge attivit di per s rumorosa, comunque sempre obbligato non solo a rispettare le disposizioni di legge e le prescrizioni
impartite dallAutorit, ma anche a porre in essere tutte le cautele necessarie ad evitare il disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone. Fattispecie: rumori provenienti dagli
impianti di climatizzazione e dal gruppo elettrogeno. Pres. Gemelli - Est. Chieffi - Ric. Ferrantelli. CORTE DI CASSAZIONE PENALE Sez. I, 5 luglio 2006 (Ud. 22/06/2006), Sentenza
n. 23130 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Contravvenzione ex 1 c. art. 659 c.p. - Configurabilit - Criteri oggettivi. Per la sussistenza della contravvenzione prevista dal primo comma dell'art. 659
c.p. sufficiente la dimostrazione che la condotta posta in essere dall'agente sia tale da poter disturbare il riposo e le occupazioni di un numero indeterminato di persone, anche se una
sola di esse si sia in concreto lamentata. La valutazione circa la sussistenza del concreto pericolo di disturbo deve essere effettuata con criteri oggettivi riferibili alla media sensibilit
delle persone che vivono nell'ambiente, ove i rumori vengono percepiti, di guisa che non vi alcuna necessit di disporre una perizia fonometrica per accertare l' intensit dei rumori,
allorch il giudice, basandosi su altri elementi probatori acquisiti agli atti, si sia formato il convincimento che per le modalit di uso e di propagazione la fonte sonora emetta rumori
fastidiosi di intensit tale da superare i limiti di normale tollerabilit, arrecando in tal modo disturbo alle occupazioni ed al riposo di un numero indeterminato di persone. Pres. Gemelli -
Est. Chieffi - Ric. Ferrantelli. CORTE DI CASSAZIONE PENALE Sez. I, 5 luglio 2006 (Ud. 22/06/2006), Sentenza n. 23130 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Esercizio di mestiere o di attivit rumorosa - Art. 659 co. 1 c.p. - Art. 10 co. 2 L. 447/1995 (legge quadro sull'inquinamento acustico) - Finalit delle
diverse discipline. Non pu ritenersi che nel caso di esercizio di mestiere o di attivit rumorosa la contravvenzione prevista dall'art. 659 co. 1 c.p. debba essere esclusa a seguito della
entrata in vigore della legge n. 447 del 1995, ostando a tale interpretazione considerazioni di natura letterale e logica. In primo luogo, atteso il tenore dei termini adoperati dal legislatore,
la suddetta norma va tenuta distinta da quella di cui all'art. 10 co. 2 L. 447/1995, riguardando la prima gli effetti negativi della rumorosit, mentre la seconda prende in considerazione
solo il superamento di una certa soglia di rumorosit. In secondo luogo diverso lo scopo delle due norme, mirando la prima a tutelare la tranquillit pubblica e, quindi, i diritti
costituzionalmente garantiti come le occupazioni o il riposo delle persone, mentre la seconda prescinde dall'accertamento che sia stato arrecato un effettivo disturbo alle persone,
essendo diretta unicamente a stabilire i limiti della rumorosit delle sorgenti sonore, oltre i quali deve ritenersi sussistente l'inquinamento acustico. Pertanto, essendo diversi gli scopi
perseguiti dalle due norme, non vi spazio per l'applicazione del principio di specialit, dovendosi escludere che la disposizione amministrativa di cui all'art. 10 co. 2 L. 447/1995 (legge
quadro sull'inquinamento acustico) abbia assorbito la norma prevista dall'art. 659 co. 1 c. p.. Pres. Gemelli - Est. Chieffi - Ric. Ferrantelli. CORTE DI CASSAZIONE PENALE Sez. I, 5
luglio 2006 (Ud. 22/06/2006), Sentenza n. 23130 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Rumore provocati da schiamazzi di avventori di un bar - Sequestro dei locali - Art. 659 c. 1 c.p.. La violazione dell'articolo 659, comma primo c.p. si
configura attraverso qualsiasi attivit idonea ad arrecare disturbo al riposo ed alle occupazioni delle persone indipendentemente dalla fonte sonora che pu consistere anche
nell'esercizio di un mestiere rumoroso (v. Cass. 14.1.2000, Piccioni; Cass. 19.1.2001, Piccoli; Cass. 12.11.2004, Flamini) (nella fattispecie, esercizio di un bar all'esterno del quale gli
avventori provocavano rumori molesti). In tal caso legittimo il provvedimento di sequestro preventivo dei locali qualora il provvedimento sia congruamente motivato con riferimento alla
specifica, stabile ed organica strumentalit della cosa sottoposta a sequestro rispetto alla attivit illecita e purch risulti che venga reiterata - in caso di disponibilit della cosa - la
condotta vietata. (Pres. Fazzioli E..; Est. Corradini G; Imp. Caruso) CORTE DI CASSAZIONE Penale Sez. I, 03/05/2006 (Ud. 19/04/2006), Sentenza n. 15346 (vedi: sentenza per
esteso)

Inquinamento acustico - Procedure e varie - Esercizio di un bar - Rumori molesti - Sequestro preventivo - "Periculum in mora" - Nozione di: cosa pertinente al reato -
Fondamento - Ripetuta violazione di ordinanze. Quanto al "periculum in mora" che, ai sensi dell'art. 321, comma 1, C.P.P. legittima il sequestro preventivo, la nozione di "cosa
pertinente al reato" a tali fini in effetti riferibile alla cosa che ha un nesso strumentale con il reato. Questo legame, per, astrattamente possibile in un numero indefinito di casi,
sicch, onde evitare di incidere in modo estremamente gravoso sul delitto di propriet e d'uso del bene, si deve accertare che la individuata relazione non sia meramente occasionale,
ma abbia i caratteri della specificit, della stabilit ed indissolubilit strumentale e che nel contempo il sequestro sia diretto alla finalit di impedire che la disponibilit della cosa da
partire dell'imputato o dell'indagato costituisca pericolo di aggravamento o protrazione delle conseguenze del reato (per tutte, Cass. sez. 3, 6.8.1995 n. 2734, Rv. 202292; Cass. sez. VI,
21.2.2004 n. 5302, Rv. 227096; Cass. VI, 9.2.2000 n. 632; Rv. 215737). Ne deriva che incensurabile l'apprezzamento del giudice di merito qualora il provvedimento impugnato sia
congruamente motivato con riferimento alla specifica, stabile ed organica strumentalit della cosa sottoposta a sequestro rispetto alla attivit illecita e purch risulti che venga reiterata -
in caso di disponibilit della cosa - la condotta vietata. Il che sicuramente sussiste nel caso in esame poich stato correttamente rilevato che l'esercizio della attivit, in base alla
organizzazione data dal gestore, non possibile in modo diverso, n il gestore ha intenzione di mutare la organizzazione, avendo ripetutamente violato le numerose ordinanze che si
sono succedute nel tempo al fine di indurlo a modificare la organizzazione. Ci giustifica la misura adottata, anche alla stregua delle precedente violazioni di tutte le prescrizioni
impartite sia dell'autorit comunale che di pubblica sicurezza, mentre non appare possibile una diversa misura, meno affittiva che, fra il ricorrente non ha neppure indicato quale
potrebbe essere. (Pres. Fazzioli E..; Est. Corradini G; Imp. Caruso) CORTE DI CASSAZIONE Penale Sez. I, 03/05/2006 (Ud. 19/04/2006), Sentenza n. 15346 (vedi: sentenza per
esteso)

Inquinamento acustico - Turbativa alla quiete pubblica - Pubblici esercizi - Fattispecie: Diniego al rinnovo dell'autorizzazione ad un Pub - Pubblica Amministrazione -
Attivit di verifica - Necessit. E illegittimo, il provvedimento di diniego al rinnovo dell'autorizzazione, che si limita in motivazione a riferire talune lagnanze dei vicini che avrebbero
subito, dallattivit di un pub - bar, di una turbativa alla quiete pubblica. Anche in tali casi, necessaria una puntuale attivit di verifica e di accertamento da parte dell'Amministrazione.
TAR Abruzzo - L'Aquila, 21/02/2006, Sentenza n. 86

Inquinamento acustico - Disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone - Configurabilit del reato - Normale tollerabilit - Art. 659 c.p.. Per quanto riguarda il reato di
cui all'art. 659 c.p. (disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone), giurisprudenza costante che, per la configurabilit del reato, necessario che le emissioni sonore rumorose
siano tali da travalicare i limiti della normale tollerabilit, in modo da recare pregiudizio alla tranquillit pubblica, e che i rumori prodotti siano, anche in relazione alla loro intensit,
potenzialmente idonei a disturbare la quiete ed il riposo di un numero indeterminato di persone, ancorch non tutte siano state poi in concreto disturbate, sicch la relativa valutazione
circa l'entit del fenomeno rumoroso va fatta in rapporto alla media sensibilit del gruppo sociale in cui tale fenomeno si verifica, mentre sono irrilevanti e di per s insufficienti le
lamentele di una o pi singole persone (Cass. Sez. 3^, 23 maggio 2001, Feletto, m. 219.987; Sez. 1^, 9 dicembre 1999, Bedogni, m. 215.327; Sez. 1^, 19 novembre 1999, Piccioni, m.
215.139; Sez. 1^, 24 novembre 1999, Ressa, m. 216.107; Sez. 1^, 21 ottobre 1996, Calabria, m. 206.925; Sez. 1^, 24 aprile 1996, Scola, m. 205.274; Sez. 1^, 23 maggio 1996, Rinolfi,
m. 205.158; Sez. 1^, 28 novembre 1995, Asquini, m. 203.460). Pres. Papadia U. Est.Franco A. Rel. Franco A. Imp. Giusti. P.M. Galasso A. (Diff.), (Annulla senza rinvio, Trib. Lucca, 17
Giugno 2005). CORTE DI CASSAZIONE Penale, Sez. III, 31/01/2006 (Cc. 01/12/2005), Sentenza n. 3678 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Immissioni sonore - Beni di proprieta' degli enti ecclesiastici - Limitazioni legali della propriet - Soggezione alla disciplina di diritto comune - Art.
844 c.c. - Art. 659 c.p. Anche i beni di propriet degli enti ecclesiastici sono tenuti al rispetto delle norme che limitano il diritto di propriet, regolando esse i rapporti tra cittadini senza
comprimere in alcun modo la libert religiosa (nel caso di specie stata ritenuta applicabile la disciplina dettata dallart. 844 c.c. alle immissioni sonore provocate dalle attivit sportive
praticate nel campo giochi di una parrocchia). Presidente M. Spadone, Relatore L. Piccialli. CORTE DI CASSAZIONE Civile Sezione II, del 31 gennaio 2006 Sentenza n. 2166 (vedi:
sentenza per esteso)

Inquinamento Acustico . Immissioni - Rumori provocati da attivit sportive praticate allaperto - Limitazioni legali della propriet . Principi di valutazione. In tema di
immissioni (nella specie, rumori provocati da attivit sportive praticate allaperto) il contemperamento delle esigenze della propriet con quelle ricreative e sportive deve essere
effettuato in concreto, tenendo conto anche delle abitudini di vita, dei costumi sociali e della maggiore possibilit di praticare lo sport allaperto per un numero consistente di ore durante
le stagioni caratterizzate da un maggior numero di ore di luce e da un clima pi mite. Presidente M. Spadone, Relatore L. Piccialli. CORTE DI CASSAZIONE Sezione Seconda Civile,
del 31 gennaio 2006 Sentenza n. 2166 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Art. 9 L. 447/1995 - Ordinanza contingibile e urgente - Natura - Tutela della salute - Art. 32 Cost. - Potere normalmente consentito. Lart. 9 primo
comma della legge quadro sullinquinamento acustico n 447 del 1995 non va inteso come una mera riproduzione del generale potere di ordinanza contingibile ed urgente
tradizionalmente riconosciuto dallordinamento al Sindaco in materia di sanit ed igiene pubblica, ma deve essere logicamente e sistematicamente interpretata nel particolare significato
che assume allinterno di una normativa dettata - in attuazione del principio di tutela della salute dei cittadini previsto dallart. 32 della Costituzione - allo scopo primario di realizzare un
efficace contrasto al fenomeno dellinquinamento acustico, tenendo nel dovuto conto il fatto che la Legge n 447/1995 (nellart. 2 primo comma lettera a) ha ridefinito il concetto di
inquinamento acustico, qualificandolo come lintroduzione di rumore nellambiente abitativo o nellambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attivit umane,
sancendo espressamente che esso concreta un pericolo per la salute umana. Conseguentemente, lutilizzo del particolare potere di ordinanza contingibile ed urgente delineato dallart.
9 della Legge 26 Ottobre 1995 n 447 deve ritenersi (normalmente) consentito allorquando gli appositi accertamenti tecnici effettuati dalle competenti Agenzie Regionali di Protezione
Ambientale rivelino la presenza di un fenomeno di inquinamento acustico, tenuto conto sia che questultimo rappresenta una minaccia per la salute pubblica, sia che la Legge quadro
sullinquinamento acustico non configura alcun potere di intervento amministrativo ordinario che consenta di ottenere il risultato dellimmediato abbattimento delle emissioni sonore
inquinanti. Pres. Ravalli, Est. DArpe - D.V.M. (avv. Serafino) c. Comune di Castrignano del Capo (n.c.) - T.A.R. PUGLIA, Lecce, Sez. I - 24 gennaio 2006, n. 488 (vedi: sentenza per
esteso)

Inquinamento acustico - Abbattimento delle emissioni rumorose - Procedimento - Principi partecipativi di cui alla L. 241/90 - Deroga. Gli elementi di particolare urgenza
(unitamente al c.d. effetto sorpresa indispensabile per lefficacia dei controlli), che caratterizzano lintero procedimento amministrativo diretto allabbattimento delle emissioni rumorose
inquinanti, gli conferiscono quella specialit che giustifica la deroga ai principi generali in tema di partecipazione previsti dagli artt. 7 e seguenti della Legge 7 Agosto 1990 n 241. Pres.
Ravalli, Est. DArpe - D.V.M. (avv. Serafino) c. Comune di Castrignano del Capo (n.c.) - T.A.R. PUGLIA, Lecce, Sez. I - 24 gennaio 2006, n. 488 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Comuni privi di zonizzazione acustica - Valori limite differenziali di immissione - Trovano applicazione - Ragioni. Il criterio dei valori limite differenziali
di immissione pienamente operativo anche nei Comuni privi della zonizzazione acustica, in perfetta rispondenza allo spirito della vigente normativa in tema di inquinamento acustico,
oltre che ai principi costituzionali ed alla ragionevolezza. Infatti, considerato che i valori limite differenziali, facendo specifico riferimento al rumore percepito dallessere umano, mirano
precipuamente alla salvaguardia della salute pubblica e che (gi prima dellentrata in vigore della Legge 26 Ottobre 1995 n 447 e del conseguente D.P.C.M. 14 Novembre 1997) lart. 6
del D.P.C.M. 1 Marzo 1991 prevedeva lapplicazione sia di limiti massimi in assoluto (primo comma) sia di valori limite differenziali per le zone non esclusivamente industriali (secondo
comma), si deve necessariamente concludere che la disposizione transitoria dettata dallart. 8 del citato D.P.C.M. 14 Novembre 1997 (che testualmente si limita soltanto a prevedere
lapplicazione - sino allavvenuta zonizzazione di cui allart. 6 lettera a della Legge n 447/1995 - dei limiti assoluti di accettabilit di immissione sonora previsti dal primo comma
dellart. 6 del predetto D.P.C.M. 1 Marzo 1991) non pu essere correttamente interpretata nel significato di escludere del tutto loperativit del criterio dei valori limite differenziali
dimmissione (contemplato dallart. 4 del D.P.C.M. 14 Novembre 1997 e, come detto, gi fissato dal secondo comma dellart. 6 del D.P.C.M. 1 Marzo 1991), nel territorio di quei
Comuni che non abbiano ancora provveduto allapprovazione del c.d. piano di zonizzazione acustica. Pres. Ravalli, Est. DArpe - D.V.M. (avv. Serafino) c. Comune di Castrignano del
Capo (n.c.) - T.A.R. PUGLIA, Lecce, Sez. I - 24 gennaio 2006, n. 488 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Infrastrutture ferroviarie - Aree adiacenti - Nuova zonizzazione - Necessit inderogabile - Esclusione - DPR 459/98. La previsione di limiti di
immissione entro le fasce di pertinenza delle infrastrutture ferroviarie, non comporta linderogabile necessit di procedere ad una nuova zonizzazione di tutte le aree ad esse adiacenti,
in quanto, in base al DPCM 1 marzo 1991, al DPR 18 novembre 1998, n. 459, nonch in base alla legge della Regione Lombardia 10 agosto 2001, n. 13, all'interno delle fasce di
pertinenza si verifica una deroga ai limiti di livello sonoro propri della zona (cfr. per un'analoga fattispecie, anche se relativa alle fasce di pertinenza della viabilit stradale, Tar Trentino
Alto Adige, Trento, 20 dicembre 2004, n. 419). Le fasce di pertinenza delle infrastrutture ferroviarie, di cui al DPR 18 novembre 1998, n. 459 e i relativi parametri dei limiti di immissione,
non costituiscono elementi della zonizzazione acustica del territorio, ma si sovrappongono alla zonizzazione realizzata secondo gli ordinari criteri, venendo a realizzare delle fasce di
esenzione relative alla rumorosit prodotta dal traffico dell'infrastruttura. Pres. Mariuzzo, Est. Mielli - P.U.B. (Avv.ti Leali e Vescia) c. Comune di Carobbio degli Angeli (Avv. Bendinelli) -
T.A.R. LOMBARDIA, Brescia - 7 novembre 2005, n. 1127 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico e atmosferico - Tipografia - Insediamento di attivit artigianali nelle zone residenziali - Limiti - Fattispecie. Per ammetterne l'insediamento di attivit
artigianali nelle zone residenziali non sufficiente che dal loro svolgimento non derivino di rumori e/o odori molesti. infatti comunque necessaria -sempre in base alla lettera e) dell'art.
6 co. 1.1. -la "compatibilit con leggi e regolamenti vigenti". Fattispecie: cambio di destinazione d'uso di locali residenziali ad artigianali adibiti a tipografia. Pres. Santoro - Est. Lamberti -
Boscariol ed altro (avv.ti Gambato e Vitucci) c. Socal ed altri (avv ti Ronfini e Verino), (conferma T.A.R. Veneto, Venezia, Sezione II, 31 marzo 2003, n. 2165). CONSIGLIO DI STATO
Sez. V, 23 settembre 2005, (C.C.5/04/2005), Sentenza n. 5033 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Accertamenti fonometrici - Mancata comunicazione dellavvio del procedimento - Irrilevanza - Pu essere data in momento successivo ai
rilevamenti. In materia di inquinamento acustico, la ratio della disciplina sulla partecipazione al procedimento non esclude che la comunicazione di avvio del procedimento possa
essere preceduta o supportata da controlli, accertamenti, ispezioni svolti senza la partecipazione del diretto interessato, che sar edotto di queste attivit con la successiva
comunicazione di avvio del procedimento e, sar, pertanto, messo nella condizione di intervenire nella procedura, e di verifica e contestare la veridicit o esattezza degli accertamenti
compiuti e lidoneit degli strumenti tecnici alluopo utilizzati (cfr. Cons. Stato, Sez. V - 5 marzo 2003, n. 1224). In siffatte evenienze, il procedimento pu dunque avere inizio a seguito
degli accertamenti svolti, laddove questi evidenzino una concreta esigenza di cura dellinteresse pubblico. Tuttavia, una volta verificata lentit delle emissioni sonore attraverso
rilevamento fonometrico, lamministrazione incorrer nella violazione di cui allart. 7 della l. 241/90, ove ometta la comunicazione in ordine allesistenza del procedimento. Pres. Arosio,
Est. Grauso - O. s.a.s (Avv.ti Pecora e Conio) c. Provincia di Imperia (n.c.) - T.A.R. LIGURIA, 1 agosto 2005, n. 1141

Inquinamento acustico - Regime transitorio - Comuni che non abbiano provveduto alla zonizzazione - Limiti differenziali - Applicabilit. In materia di inquinamento acustico,
ancorch l'art. 8 del D.P.C.M. 14 novembre 1997 stabilisca che in attesa che i comuni provvedano agli adempimenti previsti dall'art. 6, comma 1, lettera a) della legge n. 447 del 1995
(legge quadro), si applicano i limiti di cui all'art. 6, comma 1 del D.P.C.M. 1 marzo 1991, il richiamo ai soli limiti assoluti (previsti dal citato art. 6, comma 1, del D.P.C.M. 1 marzo 1991)
non esclude l'applicabilit dei limiti differenziali di cui al comma 2, che non stato esplicitamente abrogato, in quanto questi rispondono ad una ratio normativa specifica cautelativa,
anche in conformit a quanto disposto nell'art. 15, comma 1 della legge n. 447 del 1995. Pres. Numerico, Est. Conti - C. s.n.c. (Avv. Pecora) c. A.P.P.A. della Provincia Autonoma di
Trento (n.c.), Provincia Autonoma di Trento (Avv.ti Pedrazzoli, Fozzer e Falferi) e Comune di Andalo (n.c.) - TRGA Trentino Alto Adige, Trento - 27 giugno 2005, n. 174 (vedi:
sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Tutela astratta in sede di rilascio del titolo edilizio - Esclusione. La tutela dell'interesse al rispetto delle norme in materia di inquinamento acustico potr
realizzarsi - siccome presidiato da specifiche norme - non gi astrattamente in sede di contestazione del rilascio di titolo edilizio, ma allorch, in corso di attivit, si verifichino le
condizioni previste dalla disciplina vigente in materia. Pres. Venturini - Est. Salvatore - Francesco Panarello Biscotti e Panettoni S.p.a. (Avv. ti Budello e Mol) c MIGNONE (avv.
Clarizia) ed altri (riforma TAR Liguria (Sezione I), 12 dicembre 2003, n. 1651). CONSIGLIO DI STATO Sez. IV, 21/06/2005, Sentenza n. 3250

Inquinamento acustico - Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone - Rumorosit in funzione della tutela della tranquillit pubblica - Esercizio di una professione
o di un mestiere rumorosi - Limiti di intensit delle sorgenti sonore - Finalit delle diverse discipline - Art. 659 C.P. - L. n. 447/1995. In tema di disturbo delle occupazioni o del
riposo delle persone in relazione all'esercizio di una professione o di un mestiere rumorosi, per potersi configurare la fattispecie di cui al primo comma del medesimo art. 659 C.P. pur
sempre necessario che siano superati, o non rispettati, i limiti fissati dalla normativa speciale prevista dalla legge n. 447 del 1995, altrimenti, si darebbe vita ad una sorta di
responsabilit penalmente rilevante sul piano della colpa pur in presenza di una condotta lecita, esercitata nel rispetto dei limiti e delle modalit previste dalla normativa vigente.
Pertanto, le due norme, inserite rispettivamente nel primo e nel secondo comma del citato art. 659, perseguono scopi diversi, mirando la prima a sanzionare gli effetti negativi della
rumorosit in funzione della tutela della tranquillit pubblica, mentre l'altra, essendo diretta unicamente a stabilire i limiti di intensit delle sorgenti sonore provenienti dall'esercizio di
attivit fisiologicamente rumorose, oltre i quali deve ritenersi sussistente l'inquinamento acustico, prende in considerazione solo il dato oggettivo del superamento di una certa soglia di
rumorosit, rimanendo impregiudicato, in caso di superamento di tali limiti, l'accertamento se, nel caso concreto, anche per l'uso smodato di certi strumenti o per l'esercizio dell'attivit
rumorosa in orari diversi da quelli consentiti, sia stato arrecato o meno anche un effettivo disturbo alle occupazioni e al riposo delle persone. (v., per tutte, Cass., Sez. I, sent. n. 32468
del 1 .4.2004, P.M. c/ Gavio ed altri; Sez. 1, sent. n. 43202 dell'8.11.2002, Romanisio; Sez. I, sent. n. 3123 del 26.4.2000, Civiero ecc.). Presidente T. Gemelli, Relatore A. Cancheri.
CORTE DI CASSAZIONE Penale, Sez. I, 17 giugno 2005 (ud. 25 maggio 2005), Sentenza n. 23072 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Esercizio di attivit fisiologicamente rumorose - Soglia di rumorosit - Disturbo alle occupazioni ed al riposo delle persone - Normativa speciale -
Art. 659 c.p. concorso tra le fattispecie previste dal 1 e dal 2 c. - Condizioni - Fattispecie: Autostrada, rumori derivante da traffico veicolare. Nellipotesi di esercizio di attivit
fisiologicamente rumorose, solo in caso di superamento dei limiti di intensit delle sorgenti sonore oltre i quali sussiste inquinamento acustico, secondo la soglia di rumorosit imposta
dalla normativa speciale, pu procedersi allaccertamento se, nel caso concreto, sia stato arrecato anche un effettivo disturbo alle occupazioni ed al riposo delle persone, con la
conseguenza che le due fattispecie previste dal primo e dal secondo comma dellart. 659 cod. pen. possono concorrere. (v. Cass., Sez. I, sent. n. 319 del 14.11.2000, Fittabile; Sez. I,
sent. n. 382 del 19.11.1999, Piccioni, ecc.). Presidente T. Gemelli, Relatore A. Cancheri. CORTE DI CASSAZIONE Penale, Sez. I, 17 giugno 2005 (ud. 25 maggio 2005), Sentenza
n. 23072 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Autostrada - Rumori derivante da traffico veicolare - Societa autostrade s.p.a. - Esercizio di professione o mestiere rumoroso - Configurabilit -
Superamento dei limiti di rumorosit - Responsabilit del direttore di tronco - Sussiste - Reato commissivo mediante omissione a carattere permanente - Contravvenzioni -
Art. 659 cod. pen.. La gestione dei tronchi delle autostrade da parte della societ autostrade s.p.a. costituisce esercizio di professione o mestiere rumoroso e, qualora siano superati i
limiti di rumorosit oltre i quali sussiste inquinamento acustico, leventuale responsabilit del direttore di tronco per il reato di cui allart. 659 cod. pen. - reato commissivo mediante
omissione a carattere permanente - trova il suo fondamento nellobbligo di attivarsi in base alla speciale disciplina normativa in materia di inquinamento acustico derivante dal traffico
veicolare (D.P.C.M. 1/3/91, L. 26/10/1995 n. 447, D.P.R. 30/3/2004 n. 142). Presidente T. Gemelli, Relatore A. Cancheri. CORTE DI CASSAZIONE Penale, Sez. I, 17 giugno 2005
(ud. 25 maggio 2005), Sentenza n. 23072 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Sindaco - Ordinanza contingibile e urgente - Limitazione dellorario di apertura di un esercizio pubblico - Accertamenti fonometrici - Necessit -
Esclusione - Art. 54, c. 3 d. lgs. 267/2000. In virt del combinato disposto dellart. 29 della legge regionale n. 54/98 e dellart. 54, comma 3, del d. lgs. 267/2000 attribuito al Sindaco
il potere adottare provvedimenti, anche relativi a singoli Pubblici Esercizi, diretti alla limitazione degli orari di apertura nel caso in cui si verifichino situazioni di particolare disturbo al
riposo ed alla quiete del vicinato, riscontrate ed avvalorate da relazione di servizio delle Autorit preposte alla vigilanza e al controllo: in tal caso non sono richieste le preventive
rilevazioni fonometriche effettuate da tecnici specializzati, che sono invece necessarie qualora il provvedimento sia espressione dei poteri di cui alla legge quadro sullinquinamento
acustico. Pres. Guida, Est. Filippi - P. s.n.c. (Avv. Torrione) c. Comune di Aosta (Avv. Azioni) - T.A.R. VALLE DAOSTA - 20 maggio 2005, n. 64

Inquinamento acustico - Art. 9 L. 447/95 - Potere ordinatorio esercitato dal Sindaco - Natura - Indicazione specifica di forme di contenimento o di abbattimento delle
emissioni - Inibitoria dellattivit fonte di inquinamento acustico - Differenza. Il potere ordinatorio esercitato dal Sindaco ex art. 9 della l. 447/95 pu qualificarsi come ordinanza di
necessit (id est contingibile e urgente) ove vengano impartite speciali forme di contenimento o di abbattimento delle emissioni sonore (misure non previamente indicate dal legislatore
e rimesse alla valutazione tecnica e amministrativa dellamministrazione procedente). Quando invece imponga la specifica e tipica inibitoria dellattivit causa di inquinamento acustico,
esso assume la natura di atto di urgenza, concretandosi in un provvedimento previsto dalla norma e con contenuto dalla stessa definito. Pres. Bianchi, Est. Rotondo - R. (Avv.ti Russillo
e DArienzo) c. Comune di Fondi (Avv. Carloni) - T.A.R. LAZIO, Latina - 16 maggio 2005, n. 413 (vedi: sentenza per esteso)
Inquinamento acustico - Ordinanza ex art. 9 L. 447/95 - Requisito della temporaneit - Cessazione - Conseguenze - Istanza di riesame - Comune - Obbligo di avviare il
procedimento. Requisito dellordinanza ex art. 9 L. 447/95 la temporaneit: latto, cio, destinato a produrre effetti limitati alla durata della situazione demergenza che sintende
fronteggiare; laddove il requisito della temporaneit venga meno, per il venir meno degli stessi presupposti che avevano legittimato lordinanza, lautorit amministrativa ha il dovere di
riconsiderare la permanenza nellordinamento giuridico del provvedimento al fine di verificare se la persistente produzione dei suoi effetti risponda ancora al principio si legalit
sostanziale. Ne consegue che, ove il destinatario dellordinanza prospetti allamministrazione un mutamento delle scenario che aveva dato causa allesercizio del potere amministrativo
(nella specie, per lavvenuta presentazione del piano di risanamento) il Comune ha lobbligo giuridico di avviare il procedimento di riesame circa la permanenza attuale dei presupposti
fondanti lordinanza. Pres. Bianchi, Est. Rotondo - R. (Avv.ti Russillo e DArienzo) c. Comune di Fondi (Avv. Carloni) - T.A.R. LAZIO, Latina - 16 maggio 2005, n. 413 (vedi: sentenza
per esteso)

Inquinamento acustico - Accertamenti fonometrici - Assenza di contraddittorio - Violazione del giusto procedimento - Art. 7 L. 241/1990. Lo svolgimento di accertamenti
fonometrici in assenza di contraddittorio viola il principio del giusto procedimento di cui allart. 7 della legge 241/2000, ai sensi del quale necessaria la partecipazione ai rilievi di tecnici
di fiducia della parte privata e la verbalizzazione delle operazioni e degli eventuali punti di dissenso. Lamministrazione potr pertanto procedere a controlli autonomi, solo ove
lesperienza dovesse dimostrare che la preventiva conoscenza da parte della ditta non consenta accertamenti completi e realistici. Pres. Perticone, Est. Lelli - B. s.r.l. (Avv.ti Belli e
Carullo) c. Dr. settore salute e sualit sita -Serv. igiene del Comune di Bologna (Avv.ti Simoni e Todda) e altri (n.c.) riunito ad altro - T.A.R. EMILIA ROMAGNA, Bologna, Sez. I - 12
maggio 2005, n. 716

Inquinamento acustico - Zonizzazione - Assenza - Circolare del Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio 6 settembre 2004 - Diretta applicabilit dei limiti
differenziali - Esclusione. Nelle more della classificazione acustica del territorio ai sensi dellart. 6, c. 1, lett. a), della legge n. 447 del 1995, devono ritenersi operativi i soli limiti
assoluti e non anche quelli differenziali. Non persuade in merito linterpretazione di cui alla circolare del Ministero dellAmbiente e della Tutela del territorio in data 6 settembre 2004,
che adduce la diretta applicabilit dei limiti differenziali perch ancorati alla suddivisione del territorio comunale che si ricaverebbe ex se dalla disciplina urbanistica, s da non richiedere
una specifica norma che ne autorizzi loperativit medio tempore. Appare piuttosto corretto ritenere che, in attesa della prescritta zonizzazione, il d.P.C.M. 14 novembre 1997, abbia
inteso sospendere lefficacia di tutte le soglie di tollerabilit disciplinate dalla L. 447/95 (valori limite di emissione, valori limite assoluti di immissione, valori limite differenziali di
immissione, valori di attenzione, valori di qualit), facendo salva lapplicazione, durante il regime transitorio, dei soli limiti previsti dal 1 comma dellart. 6 del d.P.C.M. 1 marzo 1991.
Pres. Cicci, Est. Caso - Unifer s.p.a (Avv. Sgroi) c. Comune di Villanova sullArda (Avv. Cugurra) - T.A.R. EMILIA ROMAGNA, Parma - 4 maggio 2005, sentenza n. 244 (vedi:
sentenza per esteso)

Inquinamento acustico e atmosferico - Immissioni illecite - Azione contro il conduttore - Art. 844 cod. civ. - Ammissibilit - Condizioni. L'azione diretta a far valere il divieto di
immissioni eccedenti la normale tollerabilit ex art. 844 cod. civ. pu essere esperita anche nei confronti dell'autore materiale delle immissioni, che non sia proprietario dell'immobile da
cui derivano e, quindi, anche nei confronti del locatario di questo stesso immobile, quando soltanto a costui debba essere imposto un "facere" o un "non facere", suscettibile di
esecuzione forzata in caso di diniego. Presidente A. Giuliano, Relatore B. Durante. CORTE DI CASSAZIONE CIVILE, Sez. III, 29 aprile 2005 (ud. 30/03/2005), Sentenza n. 8999
(vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico e atmosferico - Immissioni eccedenti la normale tollerabilit ex art. 844 cod. civ. - Proposizione dellazione risarcitoria o inibitoria - Criterio del
"petitum". In tema di immissioni eccedenti la normale tollerabilit ex art. 844 cod. civ., l'azione pu essere proposta anche nei confronti dell'autore materiale delle immissioni, e quindi
del conduttore quando allo stesso debba essere imposto un "facere" o un "non facere" suscettibile di esecuzione forzata in caso di diniego (Cass. 1.12.2000, n. 15392; Cass. 9.5.1997,
n. 4086) o l'attore chieda puramente e semplicemente la cessazione delle immissioni, mentre va proposta nei confronti del proprietario o di tutti i comproprietari se mira al
conseguimento di un effetto reale, come avviene quando volta a fare accertare in via definitiva l'illegittimit delle immissioni o ad ottenere il compimento delle modifiche strutturali del
bene indispensabili per farle cessare (Cass. 23.3.1996, n. 2598; Cass. 22.12.1995, n. 13069). Sicch in base al criterio del "petitum" che va stabilito se la legittimazione spetta al
proprietario dell'immobile o all'autore materiale delle immissioni. Presidente A. Giuliano, Relatore B. Durante. CORTE DI CASSAZIONE CIVILE, Sez. III, 29 aprile 2005 (ud.
30/03/2005), Sentenza n. 8999 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento - Immissioni - Azione risarcitoria o inibitoria - Legittimazione - Proprietario - Autore materiale delle immissioni non proprietario - Litisconsorzio necessario di
natura sostanziale o processuale - Effetti. In tema di immissioni eccedenti la normale tollerabilit ex art. 844 cod. civ., la legittimazione spetta al proprietario dell'immobile o all'autore
materiale delle immissioni in base al criterio del "petitum". Inoltre, ammesso il cumulo dell'azione risarcitoria e di quella inibitoria; nonostante il cumulo le due azioni rimangono
nettamente distinte (Cass. 15.10.1998, n. 10186), con la conseguenza che l'eventuale situazione di litisconsorzio necessario di natura sostanziale o processuale che riguarda l'azione
inibitoria non si comunica a quella risarcitoria ed il giudice di appello che la rilevi deve annullare la sentenza e rimettere gli atti al primo giudice limitatamente all'azione inibitoria.
Presidente A. Giuliano, Relatore B. Durante. CORTE DI CASSAZIONE CIVILE, Sez. III, 29 aprile 2005 (ud. 30/03/2005), Sentenza n. 8999 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Sanzioni amministrative - Opposizione - Competenza tribunale - Sussiste - Giudice di pace - Esclusione - L. n. 447/1995 - Art. 22 bis, lett. d), L. n.
689/1981 - Art. 98 d.lgs. n. 507/1999. La competenza a conoscere delle opposizioni avverso i provvedimenti di irrogazione di sanzioni amministrative per violazione delle disposizioni in
materia di inquinamento acustico di cui alla L. n. 447 del 1995 spetta per materia al tribunale, come espressamente previsto dall'art. 22 bis, lett. d), L. n. 689 del 1981, introdotto dall'art.
98 d.lgs. n. 507 del 1999, e non gi al giudice di pace. Presidente R. De Musis, Relatore U. R. Panebianco, Ric. Comune di Genova, Res. Visaggio. CORTE DI CASSAZIONE Civile,
Sez. I, 26 aprile 2005 (ud. 16.03.2005), Sentenza n. 8620

Inquinamento acustico - Luoghi di intrattenimento danzante - DPCM 215/99 e decreto 14.11.97 - Rapporti - Limiti di immissione nelle case di civile abitazione - Rispetto -
Necessit. In materia di inquinamento acustico, il DPCM 215/99 regola le emissioni sonore degli impianti collocati nelle discoteche, mentre il decreto del 14.11.97 stabilisce i limiti
massimi di immissione nelle case di abitazione. Il DPCM citato fa tuttavia salvi i limiti di immissione di cui al decreto 14.11.97, allo scopo di evitare che il rispetto dei valori di emissione
comporti unautomatica vanificazione di quelli relativi alle immissioni sonore nelle case di abitazione, stante la differenza tra i due. Di conseguenza, possibile emettere, nelle
discoteche, suoni fino a 105 dB, ma non consentito che lo stesso valore sia immesso nelle case circostanti. Questo significa che i locali adibiti a discoteca o debbono essere
insonorizzati in maniera tale da far raggiungere al suono propagato nelle vicine case di abitazione i limiti prescritti dalla normativa del decreto 14.11.97, oppure le sorgenti sonore
devono emettere un numero di dB inferiore al limite massimo consentito. Pres. Lazzeri, Est.Cerioni - M.R. e altro (Avv. Pettini) c. Comune di Firenze (Avv. Selvaggi), A.R.P.A.T. (Avv.
Baccetti) e altro (n.c.) - T.A.R. TOSCANA, Sez. III - 18 febbraio 2005, n. 581 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Esercizio di somministrazione allaperto - Limitazione dellorario di apertura - Presupposto - Mere segnalazioni di schiamazzi notturni -
Insufficienza - Autonomo accertamento dellamministrazione - Necessit. Il provvedimento di limitazione dellorario di apertura di un esercizio di somministrazione allaperto non
pu fondarsi su mere segnalazioni di eccessivi schiamazzi notturni, dovendo invece lamministrazione procedere ad un autonomo accertamento e riscontro. Pres. De Leo, Est.
Forlenza - M.N. (Avv. Iodice) c. Comune di Napoli (Avv.ti Giuseppe Tarallo, Barbara Accattatis Chalons dOranges, Antonio Andreottola, Eleonora Carpentieri, Bruno Crimaldi, Annalisa
Cuomo, Anna Ivana Furnari, Giacomo Pizza, Anna Pulcini, Bruno Ricci) - T.A.R. CAMPANIA, Napoli, Sez. III - 16 febbraio 2005, n. 1127

Inquinamento acustico - Attivit aeroportuale - D.p.r. 496/97 - Emissioni prodotte dalle operazioni aeroportuali - Emissioni riferibili direttamente al funzionamento dei
velivoli - Possibilit di valutazione differenziata - Esclusione. E legittima la previsione contenuta nellart. 1, D.p.r. 11 dicembre 1997, n. 496, nella parte in cui ha qualificato lattivit
aeroportuale mediante rinvio allart. 3, co. 1, lett. m), punto 3) della legge 26 ottobre 1995, n. 447, considerando pertanto unitariamente le emissioni rumorose prodotte dalle operazioni
aeroportuali e quelle direttamente riferibili al funzionamento dei velivoli. Ed infatti, le fasi del decollo e dellatterraggio sono strettamente connesse, sul piano spaziale e funzionale, con
lattivit dellaeroporto, sicch il rumore percepito nellambiente quello complessivo senza che possa artificiosamente distinguersi tra rumore prodotto dallattivit a terra e quello che,
nel medesimo contesto spazio-temporale, proviene da altra fonte. Pres. Giovannini, Est. Garofoli - A.V.C.V.V. s.p.a. (Avv.ti Riguzzi e Romanelli) c. Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Ministero dellAmbiente e Ministero dei Trasporti e della Navigazione - CONSIGLIO DI STATO, Sez. VI - 3 febbraio 2005 (c.c. 18 giugno 2004), sentenza n. 281 (vedi: sentenza per
esteso)
Inquinamento acustico - Attivit aeroportuale - Gestione e manutenzione del sistema di monitoraggio - Attribuzione agli enti gestori dellaeroporto - Contrasto con la L.
447/95, ove ascrive agli enti locali le funzioni di vigilanza sullinquinamento acustico - Esclusione - Compito tecnico-accertativo di mero rilevamento dei dati. La previsione
regolamentare di cui allart. 2, c. 2 del D.p.r. 496/97, che affida agli enti gestori dellaeroporto, anzich allente locale, la gestione e manutenzione del sistema di monitoraggio, non pu
ritenersi in contrasto con la fonte primaria (L. 447/95) laddove ascrive agli enti locali le funzioni di vigilanza e controllo sullosservanza della disciplina relativa allinquinamento acustico.
Dalle funzioni legislativamente assegnate agli enti locali, infatti, va distinto il compito tecnico di mero rilevamento dei dati e di misurazione quindi del rumore, che il citato art. 2, co. 2, del
regolamento impugnato in primo grado riconosce in capo agli enti gestori. Non si realizza quindi alcuna sottrazione delle competenze proprie delle Province e dei Comuni, ma
attribuito un compito a connotazione tecnico-accertativa in capo agli enti che, preposti alla gestione degli aeroporti, hanno la disponibilit di tutte le relative infrastrutture e sono dotati
della necessaria competenza. Pres. Giovannini, Est. Garofoli - A.V.C.V.V. s.p.a. (Avv.ti Riguzzi e Romanelli) c. Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dellAmbiente e Ministero
dei Trasporti e della Navigazione - CONSIGLIO DI STATO, Sez. VI - 3 febbraio 2005 (c.c. 18 giugno 2004), sentenza n. 281 (vedi: sentenza per esteso)
Inquinamento acustico - Attivit aeroportuale - Art. 3, c. 1 D.p.r. 496/97 - Predisposizione del piano di abbattimento e contenimento del rumore - Interpretazione. Lart. 3, co.
1, D.P.R. n. 496/1997, a tenore del quale ai sensi dellarticolo 10, comma 5, della legge 26 ottobre 1995, n. 447, le societ e gli enti gestori degli aeroporti predispongono e presentano
al comune interessato il piano di abbattimento e contenimento del rumore prodotto dalle attivit aeroportuali .. deve inequivocabilmente ritenersi nel senso che lobbligo di
presentazione del piano grava sugli enti gestori non gi certo in modo incondizionato ed indiscriminato, ma solo in caso di acclarato superamento dei limiti di emissione e di immissione.
Pres. Giovannini, Est. Garofoli - A.V.C.V.V. s.p.a. (Avv.ti Riguzzi e Romanelli) c. Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dellAmbiente e Ministero dei Trasporti e della
Navigazione - CONSIGLIO DI STATO, Sez. VI - 3 febbraio 2005 (c.c. 18 giugno 2004), sentenza n. 281 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Animali da cortile - Mera presenza - Non integra di per s i presupposti per unordinanza contingibile e urgente - Valutazione in ordine ai livelli di
sonorit - Necessit. La mera presenza di animali da cortile su di un terreno situato in piena campagna non sufficiente ad identificare i presupposti di unordinanza contingibile e
urgente volta allallontanamento di tali animali, dovendosi piuttosto compiere una valutazione in ordine alla turbativa dei livelli di sonorit. Pres. Zuballi, Est. Springolo - T.A. (Avv.
Carburazzi) c. Comune di Casaleone (n.c.) - T.A.R. VENETO, Sez. III - 26 gennaio 2005, n. 232

Inquinamento acustico - Operazioni di verifica sulla rumorosit - Accertamenti a sorpresa - Omessa comunicazione di avvio del procedimento - Legittimit. Le operazioni di
verifica sulla rumorosit sono legittimamente condotte allinsaputa dellinteressato, posto che lobbligo di comunicare lavvio del procedimento deve essere escluso ogni qualvolta detta
comunicazione possa vanificare leffetto di operazioni istruttorie, come accertamenti o ispezioni che devono essere attuati a sorpresa. In tal caso, allinteressato dovr essere data la
possibilit di partecipare alle fasi procedimentali successive. Pres. Nicolosi, Est. Cacciari - B. s.a.s. (Avv. Adavastro) c. Comune di Godiasco (n.c.) - T.A.R. LOMBARDIA, Milano, Sez.
IV - 25 gennaio 2005, n. 151

Inquinamento acustico - Bar - Ordinanza di chiusura alle ore 24.00 - Attivit istruttoria sulla provenienza e sulla responsabilit delle immissioni sonore - Necessit - Esposti
dei residenti - Possono costituire indizio, ma non possono sostituire lattivit istruttoria dellamministrazione in ordine allintollerabilit del rumore. Lordinanza di chiusura
alle ore 24.00 di un bar deve essere preceduta da unadeguata attivit istruttoria sulla provenienza e sulla responsabilit delle immissioni sonore che ne sono la giustificazione, nonch
sulla loro effettiva intollerabilit: di ci possono costituire indizio gli esposti dei residenti, ma la fondatezza delle loro doglianze deve poi essere riscontrata dallAutorit amministrativa,
cui spetta di verificare la presenza di una situazione dintollerabile rumorosit, che possa essere qualificata come caso di emergenza connesso con linquinamento acustico. Pres. f.f.
Rovis - Est. Gabricci - M.P. (Avv. Salvato) c. Comune di Camponogara (Avv. Michelon) - T.A.R. VENETO, Sez. III - 2 novembre 2004, n. 3832

Inquinamento acustico - Mancato rilievo del superamento della soglia di rumorosit - Sensazioni meramente soggettive - Non possono costituire presupposto per
ladozione di provvedimenti che limitino unattivit economicamente rilevante. In assenza dellelemento oggettivo del rilevato superamento della soglia di rumorosit, atto a
concretizzare il disturbo soggettivamente rilevato in danno autonomamente verificabile, le sensazioni meramente soggettive non possono costituire presupposto per l'adozione di
provvedimenti di intervento sulle modalit di svolgimento di un'attivit economicamente rilevante. Il potere di limitare lattivit legittimamente svolta dal privato pu ravvisarsi solo in
presenza della necessit di tutela della salute. Pres. f.f. Franco, Est. Springolo - A.N. s.n.c (Avv. Benacchio) c. Comune di Padova (Avv.ti Sichel, De Simone, Laverda, Rossini e
Montobbio) - T.A.R VENETO, Sez. III - 15 ottobre 2004, n. 3730

Inquinamento acustico - D.P.C.M. del 1 marzo 1991 - Zonizzazione - Limiti di tollerabilit delle emissioni o immissioni sonore compatibili con le attivit svolte - Limiti di
zona - Criterio differenziale - Tutela della salute pubblica e della quiete pubblica dallinquinamento acustico. In tema dinquinamento acustico, il D.P.C.M. del 1 marzo 1991 per
ciascuna area in cui diviso il territorio comunale individua i limiti di tollerabilit delle emissioni o immissioni sonore compatibili con le attivit svolte. La corretta applicazione di tale
norma persegue lo scopo di tutela della salute pubblica e della quiete pubblica dallinquinamento acustico. Pertanto, necessario ai fini di una valutazione esatta delle singole
circostanze, considerare in particolare due elementi, la zona o larea di produzione delle emissioni e la zona di percezioni degli stessi. Pres. Elefante - Est. Allegretta - Comune di
Grosseto (avv.ti Falletti, Loche) c. San Lorenzo Laterizi srl (avvti Segarelli, Pippi) A.R.P.A.T. (n.c.). (riforma T.A.R. Toscana sez. II, 14 .02.2000 n. 170) CONSIGLIO DI STATO, Sez. V,
13 ottobre 2004, Sentenza n. 6649

Inquinamento acustico - Superamento non marcato dei valori consentiti - Comune - Diffida volta a contenere le emissioni sonore - Legittimit. Il superamento, ancorch non
marcato, dei valori consentiti delle emissioni sonore giustifica appieno lintervento della competente Autorit comunale con diffida volta a contenere le emissioni sonore. Pres. Numerico,
Est. Bronzetti - C.F. s.p.a. (Avv.ti Fuganti e Domenichelli) c. Comune di Riva del Garda (n.c.) - T.R.G.A. TRENTINO ALTO ADIGE, Sede di Trento - 8 ottobre 2004, n. 325
Inquinamento acustico - Zonizzazione acustica - Rispetto dei limiti - E richiesto anche in riferimento agli impianti a ciclo produttivo continuo. Il rispetto dei limiti di zona
individuati dal Piano di zonizzazione acustica richiesto anche in riferimento al criterio differenziale per gli impianti a ciclo produttivo continuo di cui al D.M. 11.12.1996. Pres.
Numerico, Est. Bronzetti - C.F. s.p.a. (Avv.ti Fuganti e Domenichelli) c. Comune di Riva del Garda (n.c.) - T.R.G.A. TRENTINO ALTO ADIGE, Sede di Trento - 8 ottobre 2004, n. 325

Inquinamento acustico - Rumore - Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone - Emissione rumorosa determinata dal traffico stradale - Contravvenzioni - Reato di
cui all'art. 659 cod. pen. - Configurabilit - Esclusione. L'emissione rumorosa determinata dal complesso del traffico stradale, anche se particolarmente intenso, non riconducibile
alla previsione di cui al reato di disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone. (Fattispecie: nella quale la Corte ha confermato l'assoluzione degli amministratori comunali
rilevando altres l'assenza di un obbligo di garanzia in capo agli stessi riconducente alla possibile affermazione di responsabilit per il reato de quo, sussistendo diversamente l'ipotesi di
reati omissivi propri in caso di inottemperanza alle disposizioni introdotte dalla legge 26 ottobre 1995 n. 447). Presidente: Vitalone C. Estensore: Fiale A. Relatore: Fiale A. Imputato:
P.M. in proc. Providenti ed altri. P.M. Iacoviello FM. (Conf.) (Rigetta, Trib. Messina, 8 Ottobre 2002). CORTE DI CASSAZIONE Penale Sez. III, del 29/09/2004, (Ud. 18/06/2004),
Sentenza n. 38297 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - DPCM 14/11/1997 - L. 447/1995 - Valori limite delle sorgenti sonore - Aeroporti - Mancata perimetrazione delle fasce di rispetto - Verifica del
superamento dei valori limite e obbligo di predisposizione dei piani di contenimento del rumore - Inapplicabilit. Il DPCM 14/11/1997, che fissa per gli aeroporti i valori limite
delle sorgenti sonore e lart. 10, c. 5 L. 447/1995, che obbliga la predisposizione dei piani di contenimento del rumore, in caso di superamento di detti limiti, non trovano applicazione
allinterno delle fasce di pertinenza delle infrastrutture di trasporti, ma solo allesterno di esse, e solo a seguito di perimetrazione (da fissarsi con decreto attuativo, ai sensi dellart. 3,
comma 2, DPCM citato). Le fasce di rispetto (zone A, B e C, come da DM 31/10/1997, recante: Metodologia di misura del rumore aeroportuale), costituiscono delle zone cuscinetto
per il rumore aeroportuale, dopo la cui perimetrazione diventano concretamente applicabili i limiti fissati dal DM 31/10/1997 (allinterno delle fasce) e dal DPCM 19/11/1997 (allesterno).
Pres. Schinaia, Est. Chieppa - S. S.p.A. (Avv.ti Sandulli e Riguzzi) c. Ministero dellAmbiente (n.c.) - Conferma, con mot. parz. diversa, T.A.R. Lazio, Sez. II bis, n. 3382/2002 -
CONSIGLIO DI STATO, Sez. VI - 7 settembre 2004, (C.c. 11 giugno 2004) Sentenza n. 5822 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Normativa sullinquinamento acustico e tutela della propriet privata immobiliare dalle immissioni - Disposizioni - Finalit - D.P.C.M. 1/3/1991 - L. n.
447/1995 - art. 844 c.c.. La normativa sullinquinamento acustico, (D.P.C.M. 1 marzo 1991 e LEGGE QUADRO sull'inquinamento acustico 26 ottobre 1995, n. 447) persegue finalit
dinteresse pubblico mirando a assicurare alla collettivit il rispetto di livelli minimi di quiete, con fissazione di livelli di accettabilit. Mentre, attiene alla tutela della propriet privata
immobiliare dalle immissioni la norma contenuta nellart. 844 c.c.. Pres. CRISCUOLO - Est. CECCHERINI - P.M. MARTONE - RFI Rete Ferroviaria Italiana SpA (Avv.ti Mol e Delfino)
c. Calveri (Avv. Iurilli) ed altri, (conferma Corte dAppello di Reggio Calabria sentenza n. 187/01 del 01/10/2001). CORTE DI CASSAZIONE CIVILE Sez. I, del 20 Agosto 2004 (Cc. 22
giugno 2004), sentenza n. 16346
Inquinamento acustico - Consulenza tecnica - Nullit - Sanabilit - Irritualit nellespletamento della c. t. - Termini per eccepire la c.t. - Udienza successiva al deposito della
relazione. Tutte le ipotesi di nullit della consulenza tecnica hanno carattere relativo e devono essere fatte valere nella prima udienza successiva al deposito della relazione, restando
altrimenti sanate (Cass., 15/04/2002 n. 5422). Sicch eventuali irritualit nellespletamento della consulenza tecnica ne determinano la nullit solo ove procurino una violazione in
concreto dei diritti di difesa (Cass. 07/07/2001 n. 2939). Fattispecie: richiesta della consulenza tecnica sullinquinamento acustico ed atmosferico causato dal continuo scorrere di
autovetture che provocando rumori e esalazioni eccedenti la normale tollerabilit generano un possibile danno alla salute e una conseguente diminuzione del valore economico degli
immobili. Pres. CRISCUOLO - Est. CECCHERINI - P.M. MARTONE - RFI Rete Ferroviaria Italiana SpA (Avv.ti Mol e Delfino) c. Calveri (Avv. Iurilli) ed altri, (conferma Corte dAppello
di Reggio Calabria sentenza n. 187/01 del 01/10/2001). CORTE DI CASSAZIONE CIVILE Sez. I, del 20 Agosto 2004 (Cc. 22 giugno 2004), sentenza n. 16346

Inquinamento acustico - Piano di bonifica acustica - Intervenuto permesso di costruire - Termini per lesecuzione dei lavori - Sono quelli fissati dal permesso di costruire. Il
termine per lesecuzione delle opere previste dal piano di bonifica acustica, una volta intervenuto il permesso di costruire, va calcolato non con riferimento alla data fissata inizialmente
nel piano di bonifica stesso, ma con riferimento al cronoprogramma scandito dal permesso di costruire. Pres. Rovis, est. Savoia - ZR snc (Avv.ti Gussoni e Borella) c. Comune di
Roncade (n.c.) - T.A.R. VENETO, Sez. III - 10 agosto 2004, n. 2626

Inquinamento acustico - Sequestro preventivo dellimpianto (di condizionamento in uso presso un hotel) - Disposizioni applicabili - Principio di specialit - Legge Quadro n.
447/1995 sull'inquinamento acustico - Art. 659 c.p. - Fattispecie. In tema dinquinamento acustico, in seguito allentrata in vigore della Legge Quadro 26.10. 1995 n. 447,
indispensabile un accertamento completo sulla produzione dei rumori insieme alla verifica circa la violazioni di altre disposizioni disciplinanti lesercizio di mestieri rumorosi al fine di una
corretta ricostruzione del fatto, a sua volta necessaria per valutare la ricorrenza, dellinvocato principio di specialit delluna norma rispetto allaltra e della conseguente possibile
configurabilit in concreto, della contravvenzione di cui al 2 comma dellart. 659 c.p.. Fattispecie: il Tribunale ordinario di Venezia annullava il decreto di sequestro preventivo
dellimpianto di condizionamento in uso presso un hotel, sul presupposto (erroneo per mancanza di accertamento completo sulle disposizioni applicabili) che non si era in presenza di
ipotesi di reato, ma di violazioni di carattere amministrativo, non suscettibile di sequestro preventivo in sede penale. - Pres. Gemelli - Est. Granero - Ric. P.M. Tribunale Liberta di
Venezia c. Salmaso (annulla ordinanza del 10 febbraio 2004 - Trib. Lib. di Venezia e trasmissione per nuovo esame) CORTE DI CASSAZIONE PENALE Sez. I, 9 AGOSTO 2004 (23
giugno 2004), sentenza n. 33922

Organo che interviene nel procedimento in funzione ausiliaria - Fattispecie: ARPA in provvedimento comunale relativo a riduzione di emissioni sonore - Ricorso
giurisdizionale - Legittimazione passiva - Carenza. Lorgano che interviene nel procedimento in funzione ausiliaria, mediante atti preparatori, non riveste la figura di controinteressato
nel giudizio in cui intimata lamministrazione che adotta il provvedimento finale, al quale soltanto sono imputati gli effetti lesivi (Fattispecie: Impugnato un atto con cui si impone il
contenimento delle emissioni sonore, lARPA, che ha fornito elementi istruttori al Comune, cui spetta tutelare linteresse pubblico al contenimento dei rumori entro soglie accettabili,
veniva estromessa per carenza di legittimazione passiva). Pres. Sammarco, Est. Di Sciascio - E.I. s.p.a. (Avv.ti Volli e Tudor) c. Comune di Monfalcone (Avv. Rosati) - T.A.R. FRIULI
VENEZIA GIULIA - 17 luglio 2004, n. 411

Inquinamento acustico - Rumore proveniente dal traffico autostradale - Disturbo delle occupazioni e del riposo - Obbligo di impedire il verificarsi dellevento -
Responsabilit del dirigente di un tronco autostradale - Sussiste - Art. 649 c. 1 c.p. - Art. 40 c.p.. Il responsabile di un tronco autostradale (Autostrade s.p.a.) deve adottare tutte le
precauzioni idonee ad impedire ogni attivit diretta alla produzione di rumore lesivo le occupazioni e la quiete delle persone. Sicch, lomissione integra il reato di cui allart. 649 comma
1 c.p. combinato allart. 40 c.p. violazione di un obbligo di impedire il verificarsi dellevento. Nella specie, lazione illecita era stata posta in essere da parte di altri soggetti terzi, ovvero gli
utenti autostradali, disturbando un numero indeterminato di persone. Pres. Albini. TRIBUNALE ALESSANDRIA, 13 LUGLIO 2004

Inquinamento acustico - Superamento dei prescritti limiti di rumorosit - Reato ex art. 659 c.p. in materia di rumori molesti - Concreta idoneit a mettere in pericolo il bene
della pubblica tranquillit. In tema dinquinamento acustico, la condotta prevista dallart. 659, comma secondo, c.p., anche nella fattispecie in cui sia realizzata semplicemente dal
superamento dei prescritti limiti di rumorosit, pu costituire tuttora reato, e non soltanto illecito amministrativo, quale previsto dallart. 10, comma 2, della legge n. 447 del 1995, qualora
si riscontri la sua concreta idoneit a mettere in pericolo il bene della pubblica tranquillit, tutelato tanto dal primo quanto dal secondo comma del citato art. 659, arrecando disturbo al
riposo e dalle occupazioni di una pluralti indeterminata di persone (principio affermato, nella specie, con riguardo ai rumori prodotti da una discoteca). Pres Fabbri - Est. Giordano -
P.M. Viglietta (diff.) - Ric. Amato. CORTE DI CASSAZIONE PENALE, sez. I, 3 giugno 2004, (c.c. 16 aprile 2004), Sentenza n. 25103 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Rilievi fonometrici - Natura: tipici accertamenti a sorpresa" - Fattispecie: sequestro preventivo in via d'urgenza dei locali di una discoteca. I rilievi
fonometrici sono tipici accertamenti "a sorpresa" che non possono farsi rientrare tra quelli riguardanti cose o luoghi il cui stato soggetto a modificazione, per i quali l'art. 360 c.p.p.
richiede, in quanto non ripetibili, il previo avviso all'indagato, ma vanno inquadrati tra le attivit svolte dalla polizia giudiziaria ai sensi degli art. 348 e 354 comma 2 stesso codice. Ne
consegue che legittimamente sulla base di essi disposto dal p.m. sequestro preventivo in via d'urgenza dei locali di una discoteca. Pres Fabbri - Est. Giordano - P.M. Viglietta (diff.) -
Ric. Amato. CORTE DI CASSAZIONE PENALE, sez. I, 3 giugno 2004, (c.c. 16 aprile 2004), Sentenza n. 25103 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Rumorosit prodotta nell'attivit di esercizio di una discoteca - Superamento dei valori-limite - Legge quadro sull'inquinamento acustico (n. 447/95)
- Concreta idoneit della condotta rumorosa - Art. 659 c.p.. Il superamento dei valori-limite di rumorosit prodotta nell'attivit di esercizio di una discoteca non integra la fattispecie
prevista dal comma 1 dell'art. 659 c.p., ma quella indicata nel comma 2 dello stesso articolo, che non depenalizzata per effetto del principio di specialit di cui all'art. 9 l. n. 689 del
1981, in quanto contiene un elemento, mutuato da quella prevista nel comma precedente, estraneo alla fattispecie contemplata dall'art. 10 comma 2 l. n. 447 del 1995 (legge quadro
sull'inquinamento acustico), che tutela genericamente la salubrit ambientale, limitandosi a stabilire, e a sanzionarne in via amministrativa il superamento, i limiti di rumorosit delle
sorgenti sonore oltre i quali deve ritenersi sussistente l'inquinamento acustico. Tale elemento rappresentato da quella concreta idoneit della condotta rumorosa a recare disturbo al
riposo e alle occupazioni di una pluralit indeterminata di persone, che determina la messa in pericolo del bene della pubblica tranquillit tutelato da entrambi i commi dell'art. 659 c.p.
Pres Fabbri - Est. Giordano - P.M. Viglietta (diff.) - Ric. Amato. CORTE DI CASSAZIONE PENALE, sez. I, 3 giugno 2004, (c.c. 16 aprile 2004), Sentenza n. 25103 (vedi: sentenza
per esteso)

Inquinamento acustico - Artt. 659 e 590 c.p. - Applicabilit - Fondamento. La condotta immissiva sonora pu essere sanzionata ricorrendo, almeno nelle ipotesi comparativamente
meno gravi, all'art. 659 c.p., (disturbo del riposo e delle occupazioni delle persone). Tuttavia, una pronuncia giurisprudenziale (Cass. n. 7941/2000), ha invocato addirittura l'applicazione
dell'art. 590 c.p. (lesioni personali colpose), laddove le propagazioni sonore provenienti dall'ambiente esterno (nella specie il rumore dei pattini giungeva dall'abitazione sovrastante)
producano una vera e propria sindrome ansioso-depressiva nel soggetto che sistematicamente le subisce. Giud. G. MARIANI - Imp. VIVIANO leg. rappr. (societ "ROQUETTE ITALIA
s.p.a."). TRIBUNALE di TORTONA, 7 maggio 2004, sentenza n. 84
Inquinamento acustico - Emissioni rumorose - Rumori eccedenti la normale tollerabilit - Fonte sonora - Ininfluenza - Uso smodato dei mezzi tipici di esercizio della
professione o del mestiere rumoroso - Disturbo del riposo - Condotta criminosa omissiva - Reato di cui allart. 659 c.p. - Sussiste - Presupposti. In tema di emissioni
rumorose, rientra nella previsione del primo comma dell'art. 659 c.p., labuso che si concretizza nella emissione di rumori eccedenti la normale tollerabilit ed idonei a disturbare le
occupazioni o il riposo delle persone, indipendentemente dalla fonte sonora dalla quale i rumori provengono, e quindi anche nel caso in cui labuso si concretizzi in un uso smodato dei
mezzi tipici di esercizio della professione o del mestiere rumoroso. Il rumore pu essere imputabile, cio, a qualsiasi fonte sonora, anche (ma non solo) ad un uso smodato dei mezzi
tipici di esercizio di un mestiere rumoroso. (Cass.pen., sez. I, 26 marzo 1997, n. 3908). E nulla osta al fatto che la condotta criminosa possa essere una omissione, come avviene nella
specie, consistente proprio nel non reprimere rumore atto a coinvolgere pluralit determinata di persone (Cass. pen., sez I, 30 settembre 1998, n. 13010). Giud. G. MARIANI - Imp.
VIVIANO. TRIBUNALE di TORTONA, 7 maggio 2004, sentenza n. 84
Inquinamento acustico - Disturbo ad una potenziale pluralit di persone - Necessit - 1 c. art. 659 c.p.. Ai fini dellintegrazione del reato di cui al 1 comma dellart. 659 c.p., i
rumori, devono recare disturbo ad una potenziale pluralit di persone, ancorch non tutte, in concreto, disturbate. In Cassazione 12 dicembre 1997, Costantini, si evidenzia come, oltre
alla potenzialit diffusa, valutabile con riferimento al numero indeterminato di persone disturbate, la condotta rumorosa debba incidere sulla pubblica tranquillit intesa come pubblica
quiete. (Negli stessi termini, Cass. 23 maggio 1996, Rinolfi; in senso contrario, v. Cass. 5 luglio 1995, Poerio). Giud. G. MARIANI - Imp. VIVIANO. TRIBUNALE di TORTONA, 7
maggio 2004, sentenza n. 84
Inquinamento acustico - Normale tollerabilit - Criterio della sensibilit media delle persone che vivono nel luogo ove i rumori sono percepiti - Superamento dei limiti di
normale tollerabilit - possibilit per il giudice di fondare il proprio convincimento anche attraverso strumenti diversi dalle perizie fonometriche - Sussiste - Giurisprudenza.
La contravvenzione di cui al 1 comma dellart. 659 c.p. sussiste allorch i lamentati rumori abbiano una certa attitudine a propagarsi ed eccedano la normale tollerabilit, valutata sulla
base del criterio della sensibilit media delle persone che vivono nel luogo ove i rumori sono percepiti. Si veda, in tal senso, Cass., sez. I, 4 aprile 2001; Cass. 23 aprile 1998, Masiero;
Pret. Siracusa 24 marzo 1998; Cass. 15 luglio 1997, Nidoli; Cass. 6 marzo 1997, Sevarin; Cass. 21 gennaio 1997, Puiatti; Cass. 4 luglio 1996; Cass. 28 giugno 1996, Tarsi, (la quale tra
laltro precisa che per riposo non deve intendersi esclusivamente il sonno notturno, ma anche una pausa realizzabile in ore diurne); Cass. 6 novembre 1995; Cass. 19 ottobre 1993,
Pivetti; Pret. Cagliari-Guspini 27 luglio 1993 (fattispecie: orologio di un campanile di una chiesa i cui rintocchi possono integrare la contravvenzione di cui allart. 659 c.p. ove superino la
normale tollerabilit); Cass. 17 giugno 1993, Solari; Pret. Avellino 19 gennaio 1990, (fattispecie: uso di campane ed altri strumenti sonori da parte di un ministro di culto cattolico, i cui
suoni non eccedevano la normale tollerabilit); Cass. 9 giugno 1989, Bianchini; Pret. Brunico 14 marzo 1989, (secondo cui il motore diesel di una vettura lasciato a lungo acceso alle
prime ore del mattino per farlo riscaldare, provoca un rumore martellante e di considerevole intensit sufficiente a disturbare chi dorme nelle vicinanze). Invece, riguardo alla prova del
superamento dei limiti di normale tollerabilit e, in particolare, sulla possibilit per il giudice di fondare il proprio convincimento anche attraverso strumenti diversi dalle perizie
fonometriche vi sono pronunzie estremamente significative si veda: Cass. 28 giugno 1996, Tarsi; Cass., 27 maggio 1996, Fontana; Cass., 7 aprile 1995, Silvestro; Cass., 23 febbraio
1994, Floris (fattispecie: orologio campanario in funzione di giorno e di notte ogni quarto dora). Giud. G. MARIANI - Imp. VIVIANO. TRIBUNALE di TORTONA, 7 maggio 2004,
sentenza n. 84
Inquinamento acustico - Condotta attiva o omissiva - Ininfluenza - Giurisprudenza. La condotta posta in essere pu essere, oltre che attiva, anche omissiva. Cass. 30 aprile 1993,
Contento, ibid., n. 6 (secondo cui i suoni striduli e di natura sgradevole emessi da un merlo indiano sono idonei a configurare gli elementi costitutivi del reato de quo), nonch Trib.
Massa 18 aprile 1990 (secondo cui configura il reato di cui allart. 659 c.p. il non impedire il canto del proprio gallo per ampi lassi di tempo nelle ore notturne). V. anche Cass. 26 ottobre
1995, Balestra, e 17 dicembre 1993, Villa, ad avviso delle quali, per la sussistenza dellelemento psicologico della contravvenzione sufficiente la volontariet della condotta desunta da
obiettive circostanze (la seconda pronuncia relativa alla detenzione, presso labitazione, di numerosi cani di grossa taglia e di pappagalli che producevano latrati, guaiti e strepiti in
ogni ora della notte e del giorno) Giud. G. MARIANI - Imp. VIVIANO. TRIBUNALE di TORTONA, 7 maggio 2004, sentenza n. 84
Inquinamento acustico - Danno morale (o esistenziale) - Risarcimento - Fondamento. La ricorrenza effettiva del danno morale (o esistenziale) si giustifica con la considerazione,
secondo cui, sulla premessa che il corpo umano non strutturato per difendersi dal rumore, tutto il corpo medesimo (e particolarmente il sistema nervoso) pu subire pregiudizio da una
presenza costante ed insistita di un rumore al di sopra della soglia di tollerabilit (che nella specie travalicamento anche della soglia di accettabilit), ci che evidentemente disturba
lequilibrato succedersi di sonno e veglia, con nocumento conseguente di ogni attivit lavorativa e domestica. Giud. G. MARIANI - Imp. VIVIANO. TRIBUNALE di TORTONA, 7 maggio
2004, sentenza n. 84

Inquinamento acustico - Inibitoria dellattivit di pubblico esercizio - Ordinanza contigibile e urgente - Relazione tecnica riportante gli interventi di mitigazione acustica
eseguiti - Mancato rinnovo degli accertamenti fonometrici - Presupposto attuale del pericolo per la salute pubblica - Inconfigurabilit. Lordinanza contingibile ed urgente con
cui il Sindaco ordina limmediata inibitoria totale dellattivit di pubblico esercizio, fino allavvenuta realizzazione delle opere necessarie alla mitigazione di tutte le diverse sorgenti
rumorose, illegittima nel caso in cui lamministrazione comunale, successivamente alla presentazione della relazione tecnica riportante gli interventi di mitigazione acustica eseguiti,
non abbia effettuato gli ulteriori accertamenti fonometrici necessari a verificare lo stato effettivo ed attuale delle emissioni rumorose, ad affermare il perdurare della violazione della
normativa in materia acustica in periodo notturno e, quindi, ad adottare lordinanza durgenza sul presente presupposto della situazione di pericolo per la salute pubblica. Pres.
Petruzzelli, Est. Spiezia - Soc. Birra T.D.V. S.a.s. e altro (Avv. Landi) c. Comune di Firenze (Avv.ti sansoni e Cappelletti), U.S.L. 10 di Firenze (n.c.) e A.R.P.A.T. (Avv. Mariani) - T.A.R.
TOSCANA, Firenze, Sez. II - 5 maggio 2004, n. 1427

Inquinamento acustico - Esercizio di professioni o mestieri rumorosi - Legge quadro sullinquinamento acustico n. 447/1995 - Art. 659 c.p. - Parziale depenalizzazione -
Fattispecie: attivit di panificazione, esercizio di mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dellautorit, avendo il compressore utilizzato dal
panificio causato un inquinamento acustico superiore al valore previsto dalla normativa vigente. In materia d'inquinamento acustico, la giurisprudenza ha affermato il principio in
base al quale, poich lart. 10, comma secondo, della legge n. 447 del 1995 (c.d. legge quadro sullinquinamento acustico) punisce con sanzione amministrativa chiunque, nellesercizio
o nellimpiego di una sorgente fissa o mobile di emissioni sonore, supera i valori di emissione e di immissione di cui allart. 2, comma primo, lettere e) ed f), fissati in conformit al
disposto dellari. 3, comma primo, lett. a), stabilendo un limite, oltre il quale linquinamento acustico presunto, mentre lart. 659, comma secondo, cod pen., punisce chi esercita una
professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dellautorit, data lidentit della situazione considerata dalla norma del codice penale e di quella
sanzionata in via amministrativa (peraltro di contenuto pi ampio, in quanto riferita a chiunque, e non solo a chi eserciti professioni o mestieri per loro natura fonti di rumore), la
fattispecie prevista da questultima disposizione - almeno limitatamente alle prescrizioni della autorit - si presenta come disposizione speciale ai sensi dellart. 9 della legge 24
novembre 1981 n. 689, che, in concorrenza con norma penale regolatrice del medesimo fatto, deve essere applicata a preferenza di quella generale (Sez. l^, 19 giugno 1997,
Sansalone, m. 208.495; Sez. l^, 21 gennaio 1997, Marasco Petromilli, m. 206.992). La disposizione di cui allart. 659, secondo comma, cod. pen. deve pertanto ritenersi parzialmente
depenalizzata, in forza del principio di specialit di cui allart. 9 legge 24 novembre 1981, n. 689, almeno limitatamente alla condotta costituita dal superamento dei limiti di accettabilit
di emissioni sonore derivanti dallesercizio di professioni o mestieri rumorosi (Sez. 1^, 3 marzo 1998, Herpel, m. superamento dei limiti di emissione del rumore stabiliti dal D.P.C.M 1^
marzo 1991 (Sez. l^, 26 marzo 1998, Girolimetti, m. 210.425), costituendo tale condotta lillecito amministrativo di cui allart. 10, secondo comma, della legge quadro sullinquinamento
acustico n. 447/1995 (Sez. l^, 18 marzo 1999, De Mitri, m. 213.461). Residua invece un circoscritto ambito di applicazione della norma penale di cui allart. 659, secondo comma, cod.
pen. ai soli casi di violazione, nellesercizio di professioni o mestieri rumorosi, di tutte le disposizioni o prescrizioni diverse da quelle disciplinanti limiti di emissioni o immissioni sonore
(ad es., orari consentiti, adozione di particolari accorgimenti e simili) (Sez. l^, 8 novembre 2002, Romanisio, m. 222.946; Sez. l^, 8 marzo 1998, Herpel, m.210.237; Sez. l^, 4 luglio
1997, Vita, m. 208.578). Fattispecie: allimputato stato contestato il reato di cui allart. 659, secondo comma, cod. pen. per avere esercitato un mestiere rumoroso contro le disposizioni
della legge o le prescrizioni dellautorit, avendo il compressore utilizzato dal panificio causato un inquinamento acustico superiore al valore previsto dalla normativa vigente. Ma,
riguardando laddebito esclusivamente il superamento dei limiti di emissione del rumore previsti dalla normativa vigente, il fatto ha integrato il solo illecito amministrativo di cui allart. 10,
secondo comma, della legge quadro sullinquinamento acustico n. 447/1995.Pres. Savignano - Est. Franco - P.M. Passacantando - Imp. Tridici (annulla limitatamente, Tribunale di
Lecce, sezione distaccata di Casarano). CORTE DI CASSAZIONE Sez. III, 29 aprile 2004, sentenza n. 29651 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Immissioni rumorose notturne - Insediamento industriale - D.P.C.M. 14 novembre 1997. In tema di immissioni rumorose, lattivit notturna di un
insediamento industriale deve intendersi legittimamente svolta nellesclusivo rispetto della specifica norma di settore prevista dal D.P.C.M. 14 novembre 1997. Pres. Elefante, Est.
DOttavi - Van Der Linden (Avv.ti Lia e De Bernardinis) c. Comune di San Piero a Sieve (n.c.), A.R.P.A.T. (n.c.), Azienda U.S.L. 10 di Firenze (n.c.) e Robermap s.r.l. (Avv.ti Salimbeni,
Pozzolini e DAmelio) - (Conferma T.A.R. Toscana, Sez.II, n.1777/00) - CONSIGLIO DI STATO, Sez. V - 7 aprile 2004, n. 1964

Inquinamento acustico - Provvedimento sindacale che si ponga come attuazione della legge quadro sullinquinamento acustico - Assenza di eccezionale ed urgente
necessit di tutela della salute pubblica o dellambiente -- Art. 9 L.447/1995 - Ordinanza contingibile e urgente - Inconfigurabilit - Provvedimento regolamentare - Sindaco -
Incompetenza. In assenza di eccezionale ed urgente necessit di tutela della salute pubblica o dell'ambiente, il provvedimento sindacale che si ponga come attuazione della legge
quadro sullinquinamento acustico (legge 26 ottobre 1995 n. 447), nelle more della emanazione dei provvedimenti e regolamenti di competenza regionale e statale, nonch dei
dd.P.C.M. 1 marzo 1991 (Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno) e 14 novembre 1997 (Determinazione dei valori limite delle sorgenti
sonore), non pu qualificarsi come ordinanza contingibile ed urgente ai sensi dellart. 9 della legge quadro. Tale atto si profila, piuttosto, come un vero e proprio regolamento comunale,
sia pure ad tempus, ancorch con temporaneit legata al termine futuro del completamento del quadro normativo di riferimento. Costituisce, dunque, unatipica e irrituale manifestazione
di potest regolamentare esercita da soggetto incompetente, il sindaco, l dove la competenza per lassunzione di simili atti regolamentari sarebbe spettata al consiglio comunale
(articolo 42, comma 2, lettera del t.u.e.l. di cui al d.lg. 267 del 2000). Pres. Coraggio, Est. Carpentieri - Aurum gestioni s.r.l. (Avv. Iannotta) c. Comune di Casamicciola Terme (n.c.) -
T.A.R. Campania, Napoli, Sez. I - 30 gennaio 2004, n. 1139 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Misure cautelari - Sequestro preventivo - Presupposti - "Fumus commissi delicti" - Accertamento in sede di riesame - Sufficienza della sola
astratta configurabilit del reato - Esclusione - Necessit di un accertamento in base alle risultanze processuali e alla effettiva situazione emergente dagli elementi forniti
dalle parti. Nel verificare la sussistenza dei presupposti per l'emanazione del sequestro preventivo di cui all'art. 321 comma primo cod. proc. pen., il giudice del riesame non pu avere
riguardo alla sola astratta configurabilit del reato, ma nella valutazione del "fumus commissi delicti" deve tenere conto, in modo puntuale e coerente, delle concrete risultanze
processuali e della effettiva situazione emergente dagli elementi forniti dalle parti (nel caso di specie, la Corte ha annullato l'ordinanza con cui il tribunale aveva respinto la richiesta di
riesame del sequestro preventivo di un immobile, in quanto la decisione si era fondata unicamente sulla valutazione della semplice sussistenza in astratto del reato di cui all'art. 659
cod. pen., senza considerare che dagli atti risultava che gli imputati, proprietari dell'immobile dato in locazione per una festa che aveva cagionato disturbo al riposo delle persone,
avevano stipulato un contratto con cui i conduttori e organizzatori dell'evento si impegnavano a non ospitare pi di un certo numero di persone, ad osservare le regole di buon vicinato e
a non provocare rumori molesti).Pres. Fulgenzi R. Est. Silvestri G. P.M. Viglietta G. (Diff.) Imp. Cantoni e altro. (Annulla senza rinvio, Trib. Modena, 23 luglio 2003). CORTE DI
CASSAZIONE Sez. I del 21 gennaio 2004 (Cc. 19 dicembre 2003), sentenza n. 1885 (vedi: sentenza per esteso)
Inquinamento acustico - Emissione del sequestro preventivo - Presupposti - Astratta configurabilit del reato - Insufficienza. In tema di inquinamento acustico ai fini
dell'emissione del sequestro preventivo, il giudice deve verificare in modo puntuale e coerente le risultanze processuali in base alle quali vengono ritenuti esistenti in concreto il reato
configurato e la conseguente possibilit di sussumere la fattispecie in quella astratta (Cass., Sez. Un., 29 gennaio 2003, P.M. in proc. Innocenti, rv. 223721; Sez. Un., 20 novembre
1996, Bassi, rv. 206657). Inoltre, da escludere che il sequestro preventivo possa trovare sufficiente base giustificativa nella sola astratta configurabilit del reato contestato, sulla base
unicamente dei termini dell'imputazione formulati dal P.M., dato che, se cos fosse, l'imposizione del vincolo cautelare reale sarebbe rimessa alle insindacabili scelte dell'organo
dell'accusa e si risolverebbe in un abuso (Cass., Sez. 6^, 20 agosto 1992, Fiorito, rv. 191734). Il giudice della cautela tenuto, dunque, a fare necessariamente riferimento alla realt
effettuale emergente dagli atti. In proposito stato rilevato che l'art. 321 c.p.p., con "il richiamo normativo, costante e reiterato, al "reato" - sotto i due profili che solo cose ad esso
pertinenti ben possono essere oggetto di sequestro e che questo deve mirare a evitare l'aggravarsi o il protrarsi delle relative conseguenze, nonch la commissione di altri fatti di reato -
rende evidente che presupposto perch possa essere disposto il sequestro preventivo che un reato sia stato commesso", onde la valutazione del giudice non pu prescindere
dall'accertamento della circostanza che storicamente si sia verificato un fatto avente i connotati dell'illecito penale, sul quale si sta indagando (Cass., Sez. 6^, 6 agosto 1992, Liotti, rv.
191957). CORTE DI CASSAZIONE Sez. I del 21 gennaio 2004 (Cc. 19 dicembre 2003), sentenza n. 1885 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Rumore - Immissioni rumorose - Superamento della normale tollerabilit - Art. 844 c.c. - Fattispecie: Gocce di pioggia che colpiscono una
bandinella metallica. La collocazione sotto il balcone dei vicini di una bandinella di tipo metallico vola il precetto contenuto all'art. 844 c.c. allorquando le gocce di pioggia, colpendo la
bandinella metallica, producono un rumore tale da disturbare il normale e regolare riposo e, quindi, arrecano un considerevole disturbo, attraverso linsorgenza di immissioni rumorose
che superano la normale tollerabilit, specie avuto riguardo al fatto che la stanza da letto degli attori situata nelle immediate vicinanze. Giudice dott. Antonio Toma. Giudice di Pace
di Bologna, 13 novembre 2003, n. 5781

INQUINAMENTO ACUSTICO - Specifica regolamentazione comunale - Determinazione di una fasce orarie per l'esercizio di determinate attivit rumorose - Emissione ed
immissione dei rumori - Potest comunale - Sussiste - Fissazione di limiti - Legge quadro n. 447/1995 - Fattispecie. In materia di inquinamento acustico, l'art. 6, comma terzo,
della legge quadro 26 ottobre 1995, n. 447 consente ai comuni di disciplinare l'esercizio di professioni, mestieri ed attivit rumorose anche con l'istituzione di fasce orarie in cui soltanto
possono essere espletati, di attuare una pi specifica regolamentazione dell'emissione ed immissione dei rumori e, sempre nell'ambito del limite dettato dalle norme in materia,
prendere in considerazione non il dato oggettivo del superamento di una certa soglia di rumorosit (indipendentemente dall'accertamento che sia stato arrecato o meno un effettivo
disturbo alle persone), bens gli effetti negativi di quest'ultima sulle occupazioni o sul riposo delle parsone e quindi sulla tranquillit pubblica e/o privata (Cass. pen. 2316/1998,
1295/1998, 8589/1997). Fattispecie: disturbo provocato dalla musica proveniente dal parco Acqualandia all'ora vietata dal Regolamento comunale. Pres. De Musis, Est. Salvago, P.M.
Gambardella (Conf.), Pareschi in proprio e nella qualit (Romanelli ed altro) contro Com. Jesolo (Zambelli), (Rigetta, Trib. Venezia, 13/03/2000). CORTE DI CASSAZIONE CIVILE Sez.
I, 9 ottobre 2003 (Ud. 30/4/2003), Sentenza n. 15081

INQUINAMENTO ACUSTICO - Tutela della quiete pubblica - Tranquillit/riposo delle persone e soglia di tollerabilit delle emissioni ed immissioni sonore - Differenza e
vigenza normativa. La norma che tutela la quiete pubblica, e cio la tranquillit e il riposo delle persone non stata abrogata dalla legge 447 del 1995 che tutela, invece, la salute
pubblica, individuando la soglia di tollerabilit delle emissioni ed immissioni sonore. Pres. De Musis, Est. Salvago, P.M. Gambardella (Conf.), Pareschi in proprio e nella qualit
(Romanelli ed altro) contro Com. Jesolo (Zambelli), (Rigetta, Trib. Venezia, 13/03/2000). CORTE DI CASSAZIONE CIVILE Sez. I, 9 ottobre 2003 (Ud. 30/4/2003), Sentenza n. 15081

Inquinamento acustico - Misurazione dei valori limite sonoro differenziale nei Comuni privi della zonizzazione acustica - Non si applica. Per i comuni che non abbiano
provveduto alla zonizzazione acustica di cui all'articolo 4 della legge 447 del '95, continua a valere l'articolo 6 del D.P.C.M. 1 marzo 1991, che non prevede un limite sonoro
differenziale, di cui al D.P.C.M. 14 novembre 1997, ma solo limiti assoluti. T.A.R. n. 1196 del 2002 T.A.R. VENETO, Sez. III 7 ottobre 2003, n. 5123

Inquinamento acustico - Superamento limiti - Ordinanza contingibile ed urgente ai sensi dell'art. 9, L. 447/1995 - Necessit di motivazione specifica. La disposizione di cui
all'articolo 9 della legge 447 del 1995 costituisce una specificazione della normativa prevista in generale sulle ordinanze contingibili ed urgenti. Valgono quindi i principi elaborati dalla
giurisprudenza in materia, in particolare la necessit che tale eccezionale strumento venga utilizzato solamente nel caso in cui non sia possibile utilizzare gli altri mezzi giuridici che
l'ordinamento mette a disposizione dall'autorit amministrativa. Tali provvedimenti (adottati ex art. 9, L. n. 447/1995), necessitano di adeguata motivazione sia sull'urgenza che sulla
mancanza di mezzi alternativi. C.d.S. sentenza n. 5423/2002. T.A.R. VENETO, Sez. III 7 ottobre 2003, n. 5123

Inquinamento acustico - Veicoli a motore - Traffico - Piano Urbano del Traffico - ricorso al G.A. contro il silenzio serbato dallAmministrazione a fronte di istanze di singoli
cittadini dirette a sollecitare ladozione di provvedimenti contro il traffico - inammissibilita - interessi collettivi. E inammissibile il ricorso proposto da cittadini uti singuli contro il
silenzio serbato dallAmministrazione a fronte delle loro istanze dirette a sollecitare provvedimenti relativi alla viabilit, alla sosta e alla rumorosit. Lart. 36 del codice della strada, che
prescrive ladozione, da parte dei comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti, di un piano urbano del traffico (PUT), e lart. 6 del citato decreto ministeriale, che impone ai
comuni tenuti alladozione del PUT di istituire un Ufficio Tecnico del Traffico, con compiti di monitoraggio, di progettazione e di realizzazione di opere per la sistemazione del traffico
urbano e per il controllo dellinquinamento atmosferico ed acustico, sono disposizioni che incidono in modo unilaterale solo sulle amministrazioni comunali, che danno vita a doveri a
carico di queste, ai quali non corrispondono posizioni giuridiche soggettive degli amministrati. Si tratta di norme a tutela di interessi collettivi che i singoli non possono far valere con
azioni e ricorsi esperiti in nome proprio. Pres. FRASCIONE, Est. MARCHITIELLO - Gallinari e altri (Avv.ti Maggiolo e De Sanctis Mangelli) c. Comune di Reggio Emilia (Avv. Gnoni) e
Casa di Cura Salus S.p.a. (Avv.ti Astolfi e Paoletti) - (Conferma T.A.R. Emilia-Romagna, Sez. Parma, 1 luglio 2002 n. 369) CONSIGLIO DI STATO, Sez. V - 8 settembre 2003, n.
5033

Inquinamento acustico - Tecnico competente in acustica ambientale - L. 447/1995 - Requisito dellesperienza professionale - Modello di domanda predisposto dalla Regione
Puglia - Richiesta di produzione del curriculum - Legittimit. Lart.2 della legge quadro sullinquinamento acustico, L. 26 ottobre 1995, n.447, individua, quale requisito richiesto per
lesercizio dellattivit di tecnico competente in acustica ambientale, laver svolto corrispondente attivit in modo non occasionale per un periodo normativamente determinato in base al
titolo di studio. In tale contesto, la produzione del curriculum professionale necessario per indicare i fatti dai quali desumere lesperienza richiesta. Ne consegue che il modello di
domanda stilato dalla Regione Puglia, nel richiedere lallegazione del curriculum, non supera i limiti della legge 447/95. - Pres. PERELLI, Est. DURANTE - Simone (Avv. Jannarelli) c.
Regione Puglia (Avv. Loiodice) T.A.R. PUGLIA, Bari, Sez. II - 27 agosto 2003, n. 3109

Inquinamento acustico - Impianto di condizionamento - Autorizzazione subordinata alla produzione di attestazione di conformit -- Valutazione - Deve attenersi a canoni
oggettivi - legittimit - Regolamento comunale - Concessione - Prescrizione per le fabbriche e i laboratori di fornirsi di camino di conveniente altezza - Legittimit - Edilizia
subordinata alla prescrizione per le fabbriche e i laboratori di fornirsi di camino di conveniente altezza - Attivit ad inquinamento atmosferico poco significativo - Disciplina
edilizia e normativa sullinquinamento - Diversit della materia - Art. 41 Cost. - Contrasto - Insussistenza - Interessi particolari - Utilit sociale. Non illegittimo, per contrasto
con lart. 20 della legge n. 615 del 1966, un articolo del regolamento comunale che prescriva lobbligo per le fabbriche ed i laboratori di fornirsi di camino di conveniente altezza, onde
facilmente diluire e disperdere nellaria i prodotti della combustione ed evitare che fumo, fuliggine, pulviscoli e prodotti gassosi irritanti, o comunque nocivi o molesti, disturbino o
danneggino il vicinato. La norma regolamentare, infatti, non esclude lutilizzazione di impianti e dispositivi di smaltimento che siano i pi idonei in base al progresso della tecnica. Lo
scopo del regolamento comunale, in sintonia con la citata legge, quello di evitare di disturbare e danneggiare il vicinato con le emissioni derivanti dalla combustione. E legittima la
concessione edilizia per un laboratorio artigianale, subordinata al rispetto dellarticolo del regolamento comunale che prescrive lobbligo per le fabbriche ed i laboratori di fornirsi di
camino di conveniente altezza, anche quando lattivit svolta risulta, ai sensi dellart.2 del DPR 25 luglio 1991, unattivit ad inquinamento atmosferico poco significativo per il cui
esercizio non richiesta autorizzazione. La normativa di cui al citato DPR attiene infatti non alla disciplina edilizia, ma alla diversa materia della disciplina delle attivit che provocano
emissioni nellatmosfera. N pu riscontrarsi contrasto con lart. 41 Cost., tenuto conto che le cautele poste dal regolamento comunale a tutela del generale interesse alla salubrit
dellaria non possono essere disattese per consentire lo svolgimento di una determinata attivit economica, quindi a tutela di un interesse particolare. Lart. 41 Cost., prevede s che
liniziativa economica privata libera, ma prescrive anche (II comma) che essa non pu essere svolta in contrasto con lutilit sociale: non v dubbio che la tutela della salubrit dellaria
costituisca una delle componenti dellutilit sociale. In materia di emissione di fumi, ai fini della valutazione circa la tollerabilit delle emissioni lorgano sanitario deve attenersi a canoni
oggettivi e non alla soggettiva valutazione di una parte dei vicini. E legittima lautorizzazione rilasciata dal Comune allinstallazione di un impianto di condizionamento subordinata alla
condizione di unattestazione di conformit dei livelli sonori ai limiti prescritti dalla vigente normativa, redatta da un tecnico abilitato. Se vero, infatti, che i controlli sulla rispondenza
delle sorgenti sonore ai limiti legislativamente prescritti debbono essere effettuati dal Comune mediante proprio personale, altrettanto vero che allatto della installazione di un impianto
del genere deve essere rilasciata dallesecutore dellimpianto la relativa dichiarazione di conformit, e questa ben pu essere richiesta dallAmministrazione a corredo delle istanze di
autorizzazione sanitaria per lesercizio delle varie attivit. Pres. CATONI, Est. DI GIUSEPPE - Adorante (Avv. Gialloreto) c. Comune di Guardiagrele (Avv. Rosignoli); Adorante (Avv.
Gialloreto) c. Comune di Guardiagrele (Avv. De Carolis) e AUSL di Chieti (Avv. Tenaglia). T.A.R. ABRUZZO, Pescara - 24 luglio 2003, n. 665 (vedi: sentenza per esteso)

Mancato preavviso al titolare del prelievo di campioni ai fini di esami di laboratorio - legittimit - la natura e lo scopo dellaccertamento - prelievo dei campioni delle acque
di scarico - accertamenti fonometrici - inquinamento acustico. La Corte costituzionale ha ritenuto non compatibile con la natura e lo scopo dellaccertamento il preventivo avviso, al
fine di poter assistere con propri tecnici o difensori, alla parte interessata proprio per quanto concerne liniziale fase del rilievo (cfr. C.C. 13.7.1990 n. 330 e 28.7.1983 n. 248, in base alla
considerazione che il mancato preavviso del prelievo dei campioni delle acque inquinate, ai fini degli esami dei laboratori provinciali di igiene e profilassi, giustificato dalla necessit
che il titolare dello scarico non sia informato del momento in cui vengono effettuati i prelievi per evitare che esso possa apportare modifiche agli scarichi e fare quindi sparire ogni traccia
delle irregolarit); e la fattispecie del tutto equiparabile allesecuzione degli accertamenti fonometrici. Tribunale Amministrativo Regionale Trentino-Alto Adige - Sede di Trento,
10 luglio 2003 - sentenza n. 262

Inquinamento acustico - immissioni - normale tollerabilit - art. 844 c.c. - applicazione. La disciplina contenuta nel d.P.C 1 marzo 1991, della l. 26 ottobre 1995, n. 447 e del
d.P.C. 14.11.1997 rivolta al p.a. e non regola direttamente i rapporti tra privati, che rimangono comunque soggetti alla regola generale dellart. 844 c.c. anche in riferimento allart. 32
Cost.. Pertanto, nei rapporti tra privati deve applicarsi la regola della normale tollerabilit. (EST. Grasso - Intrisano c. Monaco) TRIBUNALE DI CATANIA 11 aprile 2003 (vedi:
sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Emissioni - Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone - Cod. Pen. art. 659 - Schiamazzi molesti degli avventori di un bar -
Responsabilit del gestore dell'esercizio - Sussiste. Il gestore di un bar responsabile del reato di cui all'art. 659, comma 1, cod. pen, per i continui schiamazzi e rumori provocati
dagli avventori dello stesso, con disturbo delle persone. Infatti, la qualit di titolare della gestione dell'esercizio pubblico comporta l'assunzione dell'obbligo giuridico di controllare che la
frequentazione del locale da parte dei clienti non sfoci in condotte contrastanti con le norme concernenti la polizia di sicurezza. - Pres. Gemelli - Est. Dubolino - Imp. PM in proc.
Massazza PM. (Conf.) Delehaye CASSAZIONE PENALE sezione I, 08 aprile 2003 (Ud. 28/03/2003) Sentenza n. 16686

Inquinamento acustico - Immissioni - Superamento del limite - Lesione del diritto alla salute - Art. 844 c.c. - Normale tollerabilit - Nozione. La lesione del diritto alla salute
pu essere suffragata dal criterio giurisprudenziale elaborato in relazione alla normale tollerabilit delle immissioni acustiche che, sostenuto da studi scientifici e tecnici, qualifica
intollerabile una immissione che incrementi del doppio il rumore di fondo (3 dBA). (Est. Olivieri) TRIBUNALE DI ROMA (ord.) 17 marzo 2003

Inquinamento acustico (denunciato dai cittadini abitanti nei pressi di un cinematografo) - il rapporto dellARPAV , atto prodromico che pu costituire presupposto per
lapertura del procedimento - la violazione del principio del giusto procedimento - infondatezza - lesigenza di cura dellinteresse pubblico perseguito - ratio della disciplina
sulla partecipazione al procedimento non esclude affatto che la comunicazione di avvio del procedimento possa essere preceduta o supportata da controlli, accertamenti,
ispezioni svolti senza la partecipazione del diretto interessato - contestazione. Il ricorrente in primo grado, ha denunciato la violazione del principio del giusto procedimento di cui
allart. 7 e ss. della legge n. 241 del 1990, perch non sarebbe stato messo in grado di presenziare, mediante comunicazione dellavvio del procedimento, alle misurazioni e ai rilievi
fonometrici effettuati dai tecnici dellARPAV. La pretesa, diversamente da quanto stato ritenuto dal primo giudice - che ha accolto il ricorso condividendo la censura suddetta - si
appalesa infondata. Nella specie deve ritenersi che il procedimento, che si concluso con il provvedimento impugnato, abbia avuto inizio allorch si verificata in concreto lesigenza di
cura dellinteresse pubblico perseguito, vale a dire dopo che lamministrazione comunale ha avuto conoscenza, a seguito del rapporto dellARPAV, della situazione di effettivo
inquinamento acustico denunciato dai cittadini abitanti nei pressi del cinematografo. Il rapporto dellARPAV , quindi, atto prodromico che ha costituito il presupposto per lapertura del
procedimento. E ci appare conforme alla stessa ratio della disciplina sulla partecipazione al procedimento, la quale non esclude affatto che la comunicazione di avvio del procedimento
possa essere preceduta o supportata da controlli, accertamenti, ispezioni svolti senza la partecipazione del diretto interessato, che sar edotto di queste attivit con la successiva
comunicazione di avvio del procedimento e sar, pertanto, messo nella condizione di intervenire nella procedura e di verificare e, se del caso, contestare la veridicit o esattezza degli
accertamenti compiuti e la stessa idoneit degli strumenti tecnici utilizzati. Pertanto, infondatamente lappellato ha lamentato di non essere stato messo in condizione di partecipare agli
accertamenti dellARPAV, che avevano preceduto lavvio del procedimento. Sono, invece, fondate le critiche mosse dallappellante alla sentenza impugnata. Consiglio di Stato, Sez.
V, del 5 marzo 2003, Sentenza n. 1224 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - esistenza del danno alla salute anche in mancanza di accertamento con criterio medico legale. Anche in mancanza di accertamento di un danno alla
salute accertabile con criterio medico legale, si pu riconoscere, il risarcimento del danno alla serenita' familiare scaturito dal mutamento dei normali ritmi di vita in considerazione dello
stress, nervosismo, irascibilita', insofferenza, ansia, ecc., ossia una sensazione di malessere ed unalterazione dellequilibrio psico-fisico. In relazione ai danni lamentati, deve ritenersi,
cosi' come ritenuto dal Tribunale, conformemente alle conclusioni della ctu medico legale, che lipoacusia da cui e' risultato affetto lappellante fosse da ascriversi a cause estranee
allattivita' della convenuta. E stata riconosciuta dal Tribunale una lesione suscettibile di riparazione pecuniaria mediante risarcimento del danno. (Fattispecie, danno di natura psichica,
non percettibile visivamente dal giudicante e, quindi, di difficile valutazione in mancanza di un accertamento medico-legale che ne attesti lesistenza). Corte di Appello Milano, Sez. II
Civ., 14 febbraio 2003 - massima commentata.
Inquinamento acustico - la tutela risarcitoria, prevista in termini generali negli artt. 2043 cod. civ. e 2059 cod. civ.. La tutela risarcitoria, prevista in termini generali negli artt.
2043 cod. civ. e 2059 cod. civ., costituisce una sorta di convenzione, codificata dalla giurisprudenza, in mancanza di una normativa specifica, che , in sintesi, puo' essere determinata
nella tripartizione: danno patrimoniale, danno non patrimoniale (per lungo tempo identificato nel danno morale), danno biologico. In presenza di alterazioni fisiche o psichiche nel
soggetto danneggiato, il danno non patrimoniale, per il combinato disposto degli artt. 2059 cod. cov. e 185 cod. pen. e' stato riconosciuto solamente in presenza di fatto-reato e il danno
biologico, la cui prima definizione legislativa si rinviene nella l. 5 marzo 2001, n. 57 (art. 3), sia pure in relazione alla normativa specifica, ma con valenza generale (per danno
biologico si intende la lesione allintegrita' psico-fisica della persona, suscettibile di accertamento medico-legale) e' stato ritenuto risarcibile dalla prevalente giurisprudenza solamente in
presenza di una lesione allintegrita' psico-fisica, medicalmente accertabile. (Restava fuori dal sistema risarcitorio il danno non patrimoniale , non risarcibile in mancanza di fatto reato e
le alterazioni fisio-psichiche non rilevabili con criterio medico-legale, Tali limitazioni risarcitorie potrebbero dar luogo a profili di incostituzionalita' sotto il profilo della parita' di trattamento
(art. 3 della Cost.), ove si pensi ad esempio alla non risarcibilita' del danno non patrimoniale in caso, statisticamente non infrequente, di presunzione di responsabilita' ex art. 2054 ,
comma secondo , cod. civ. che non consente il risarcimento del danno morale al danneggiato. La giurisprudenza ha riconosciuto il risarcimento, in caso di violazione di diritti
costituzionalmente garantiti e, quindi, della possibilita' di riconoscimento del danno non patrimoniale oltre gli stretti confini del danno morale, anche in mancanza di fatto reato). Corte di
Appello Milano, Sez. II Civ., 14 febbraio 2003 - massima commentata.
La definizione di: danno morale, danno biologico, danno esistenziale - la duplicazioni risarcitorie - ilnomen iuris del danno - danno esistenziale da inquinamento
ambientale. La distinzione tra il danno morale (che considera il dolore e le sofferenze, cd pretium doloris, ) , il danno biologico (lesione dellintegra' psico-fisica, suscettibile di
accertamento medico-legale e risarcibile indipendentemente dalla capacita' di produzione di reddito del danneggiato ) ed il danno esistenziale (lesione della personalita' del soggetto nel
suo modo di essere sia personale che sociale, che si sostanzia nella alterazione apprezzabile della qualita' della vita consistente in un agire altrimenti o in un non poter piu' fare come
prima) In particolare il danno morale attiene alla sfera esclusivamente personale del danneggiato ed alla sua sensibilita' emotiva , mentre il danno esistenziale fa anche riferimento
allambiente esterno ed al modo di rapportarsi con esso del soggetto leso, nellestrinsecazione della propria personalita' che viene impoverita o lesa. Pertanto, in linea di principio, le tre
voci risarcitorie potranno essere tutte individuabili , distintamente e cumulativamente, e potranno dar luogo, ciascuna, ad autonomo risarcimento Occorre, tuttavia, evitare duplicazioni
risarcitorie e sara', quindi, compito del giudicante specificare eventuali accorpamenti di danno sotto la voce del danno non patrimoniale o del danno biologico, che potrebbero anche
essere liquidati comprensivi del cd. danno esistenziale. Non assume particolare rilievo ilnomen iuris del danno, individuato dal Tribunale, in senso positivo, nella tutela della serenita'
domestica e che puo' definirsi quale danno esistenziale da inquinamento ambientale. Corte di Appello Milano, Sez. II Civ., 14 febbraio 2003 - massima commentata.

Inquinamento acustico - il danno esistenziale nozione - la lesione della personalita' del soggetto - nesso di causalita' tra comportamento lesivo e danno - probabile nesso
eziologico tra immissioni rumorose eccedenti la normale tollerabilita' e tentativo di suicidio. Qualunque alterazione, purche' di valenza apprezzabile, di diritti che costituiscono
ostacolo alla realizzazione della liberta' individuale va, quindi, tutelata dallordinamento. Non e' soltanto il diritto alla serenita' domestica, nel ristretto ambito della propria abitazione, ad
essere violato, ma anche la menomazione delle altre attivita' di svago, sociali e culturali che solitamente si svolgono al di fuori della abitazione familiare e costituiscono corollario alla
libera estrinsecazione della personalita' che puo' essere lesa sia nellambito familiare e privato, sia esterno, cioe' sociale, culturale, ricreativo, senza che insorga necessariamente una
vera e propria malattia psichica. Il danno esistenziale e', quindi, individuabile, ove sia accertata una modificazioni peggiorative, purche', come gia' evidenziato, apprezzabile per
intensita' e qualita', nella sfera personale del soggetto leso, tra cui va fatta rientrare la alterazione del diritto alla normale qualita' della vita e/o alla libera estrinsecazione della
personalita'. E, infatti, la lesione della personalita' del soggetto che e' suscettibile di tutela, indipendentemente dallo specifico interesse leso che puo' anche non essere di diretta
rilevanza costituzionale (si pensi ad esempio al danno esistenziale da vacanza rovinata), ma va tutelato ogni qual volta configuri alterazione della manifestazione della personalita',
tutelata costituzionalmente ex art. 2 Cost.. Occorre anche che sussista il nesso di causalita' tra comportamento lesivo e danno che deve tradursi , oltre che nella consecutivita'
temporale tra comportamento lesivo e danno, anche in un giudizio di proporzionalita' o adeguatezza tra il fatto illecito e le conseguenze dannose. (Nella specie il Tribunale ha ritenuto
che non vi sia prova certa e dimostrabile con criterio medico legale tra la rumorosita' ambientale e lepisodio di autolesionismo (tentato suicidio) posto in essere. Nella documentazione
clinica dellOspedale San Paolo, ove lappellata e' stata ricoverata si legge che ha sempre goduto di buona salute, da un mese e' in situazione stressante per cui non puo' dormire,
sembra che per riuscire a dormire abbia ingoiato 18 capsule di Tavor ed un flacone di Novalgina (doc. 4), riferendo allo psichiatra dellOspedale San Paolo che il Tavor le era stato
prescritto dal medico curante nel settembre del 1992 perche' da quel periodo in poi una fabbrica proprio vicino allabitazione della paziente inizio' a lavorare giorno e notte impedendo il
riposo (doc. 4). Deve pertanto ritenersi probabile il nesso eziologico tra tentato suicidio e leccessiva rumorosita', anche se agevolato dalle particolari condizioni psichiche del paziente,
pur non potendosi ritenere, in base ad una valutazione prognostica fondata sulid quod plerunque accidit, quale conseguenza logica e casualmente collegata alle immissioni rumorose
il tentativo di suicidio della vittima. (Occorre, quindi, accertare caso per caso se levento (in specie, tentato suicidio), sia astrattamente idoneo, ancorche' collegabile, in rapporto di
connessione causale con le immissioni rumorose eccedenti la normale tollerabilita', e possa essere posto a carico del danneggiante, a titolo di responsabilita'). Nel caso di specie non
stata riconosciuta la sussistenza di tali condizioni in quanto deve ritenersi, in base al senso comune, che la percezione sensoriale della leccessiva rumorosita', non possa cagionare, in
termini generali, un impatto emotivo tale da causare nella vittima una alterazione psichica talmente intensa da spingerla al suicidio. Il Tribunale, tuttavia, si limitato al riconoscimento
tout court della risarcibilita' della lesione del diritto alla serenita' familiare.). Corte di Appello Milano, Sez. II Civ., 14 febbraio 2003 - massima commentata.

Inquinamento acustico - la liquidazione del danno non patrimoniale - accertamento - in merito - Corte Costituzionale - principio generale del neminem laedere - danno
esistenziale da inquinamento ambientale. Si ha verifica un danno non reddituale, quale conseguenza di un evento lesivo che non incide direttamente sulla capacita' di guadagno o
patrimoniale dei soggetti lesi, ma che ha ripercussione sui rapporti extra -lavorativi e piu' specificamente familiari, di intrattenimento o svago, sociali, e culturali. In base al combinato
disposto degli art. 185 c.p. e 2059 c.c. si dovrebbe accertare, la sussistenza di un fatto costituente anche astrattamente reato, al fine di poter liquidare il danno non patrimoniale.
Estendendo il metodo sistematico interpretativo ricavabile dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 184 del 14.7.1986 in tema di danno biologico che, in estrema sintesi, esclude
limitazioni risarcitorie a diritti i costituzionalmente garantiti , nel caso in cui, come nella fattispecie, si accerti la lesione del diritto costituzionale alla libera estrinsecazione della propria
personalita', non sussistono ostacoli alla risarcibilita' del danno esistenziale da inquinamento acustico anche in mancanza di prova di fatto costituente reato. Si legge, in tale pronuncia
che se e' vero che lart. 32 Cost. tutela la salute come diritto fondamentale del privato e se e' vero che tale diritto e' primario e pienamente operante anche nei rapporti tra privati , allo
stesso modo come non sono configurabili limiti alla risarcibilita' del danno biologico, quali quelli posti dallart. 2059 c.c.,non e' ipotizzabile limite alla risarcibilita' dello stesso danno, per
se' considerato, ex artt. 2043 c.c. Il risarcimento del danno ex art. 2043 c.c. e' sanzione esecutiva del precetto primario: ed e' la minima (a parte il risarcimento ex art. 2058 c.c.) delle
sanzioni che lordinamento appresta per la tutela di un interesse. Tale importante principio , evidenziato dalla Consulta in relazione agli articoli 32 e Cost. e 2043 cod.civ.. risulta
applicabile anche in tutti gli altri casi di lesioni di interessi o valori costituzionalmente garantiti, estendendo la pronuncia della Corte Costituzionale, stante lampiezza dei principi
enunciati, ad ogni lesione di diritti fondamentali, con una lettura costituzionale dellart. 2043 cod. civ. , nel senso che tale in tale norma devono trovare integrale tutela i diritti
fondamentali della persona violati. La stessa S.C. ha riconosciuto che il citato art. 2043 cod. civ., correlato agli artt. 2 e segg. della Costituzione, va cosi' necessariamente esteso fino a
ricomprendere il risarcimento dei danni non solo in senso stretto patrimoniali, ma di tutti i danni che almeno potenzialmente ostacolano le attivita' realizzatrici della persona umana. Per
cui, quindi, essendo le norme costituzionali di garanzia dei diritti fondamentali della persona pienamente e direttamente operanti, anche nei rapporti tra privati ( cd drittwirkung)- non e'
ipotizzabile limite alla risarcibilita' della relativa lesione, per se' considerata (Corte Cost., n. 184/86) , ai sensi dellart. 2043 cod. civ. Cassazione, 7.6.2000, n.7713. Il precetto
costituzionale integra la norma di garanzia di cui allart. 2043 cod.civ. e consente di fondare un sistema completo di garanzia del principio generale del neminem laedere, che
comprende anche la tutela del danno esistenziale, inteso quale violazione di un diritto fondamentale dellindividuo , tutelabile, senza limitazioni risarcitorie, ex art 2043 c.c. che ,
interpretato ed applicato alla luce dellart. 2 della Costituzione va esteso fino a ricomprendere la risarcibilita' non solamente dei danni patrimoniali, ma anche di tutti gli altri danni
connessi alla mancata realizzazione della persona umana, indipendentemente dalla loro qualificazione giuridica (patrimoniale o non patrimoniale). Corte di Appello Milano, Sez. II
Civ., 14 febbraio 2003 - massima commentata.

Inquinamento acustico - il divieto di contatto diretto di aree - zone gi urbanizzate - il provvedimento di bonifica acustica - il superamento dei valori limite differenziali
normativamente disciplinati dalla legge quadro sullinquinamento acustico - i c.d. piani di zonizzazione - vetust degli impianti e delle possibili conseguenze dannose alla
salute. Lart. 4 della legge n.447/1995 prevede esplicitamente che le regioni -nel fissare con legge i criteri di classificazione da rispettarsi da parte dei comuni- devono stabilire il divieto
di contatto diretto di aree, anche appartenenti a comuni confinanti, quando tali valori si discostano in misura superiore a 5dBA di livello sonoro equivalente misurato secondo i criteri
stabiliti dal D.P.C.M. 1 marzo 1991, stabilendo altres, che qualora nellindividuazione delle aree nelle zone gi urbanizzate non sia possibile rispettare tale vincolo a causa di
preesistenti destinazioni duso, si prevede ladozione dei piani di risanamento di cui allart. 7, piani che, peraltro, debbono essere approvati dal consiglio comunale. (Nella specie, le
contestazioni rivolte agli impianti delle societ con il provvedimento di bonifica acustica impugnato in primo grado riguardano il superamento dei valori limite differenziali-
normativamente disciplinati dalla legge quadro sullinquinamento acustico 26 ottobre 1995, n.447 e dai D.P.C.M 1 marzo 1991 (art.6) e 14 novembre 1997 (art. 4), che hanno introdotto i
valori limite differenziali di immissione- e non anche il superamento dei valori assoluti). Il sistema previsto dallart. 6 dai D.P.C.M 1 marzo 1991 presuppone il preventivo azzonamento
acustico del territorio comunale ed onere del Comune predisporre i c.d. piani di zonizzazione, con un preciso contenuto tecnico stabilito dalla citata normativa e con una particolare
attenzione a quelle specifiche situazioni di fatto che -come nel caso di specie- meritano, principalmente a cagione della loro vetust e delle possibili conseguenze dannose alla salute, di
essere valutate e disciplinate in maniera non illogica. Consiglio di Stato Sezione IV, - 18 febbraio 2003 - Sentenza n. 880 (vedi: sentenza per esteso)

Legge quadro sullinquinamento acustico - c.d. piani di zonizzazione - contenuto tecnico - possibili conseguenze dannose alla salute. Il sistema previsto dallart. 6 della legge
quadro sullinquinamento acustico 26 ottobre 1995, n.447, presuppone il preventivo azzonamento acustico del territorio comunale ed onere del Comune predisporre i c.d. piani di
zonizzazione, con un preciso contenuto tecnico stabilito dalla citata normativa e con una particolare attenzione a quelle specifiche situazioni di fatto che meritano, principalmente a
cagione della loro vetust e delle possibili conseguenze dannose alla salute, di essere valutate e disciplinate in maniera non illogica. Consiglio di Stato Sezione IV, - 18 febbraio 2003
- Sentenza n. 880 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Emissioni - Allarme sonoro posto per la sicurezza dellappartamento - Mancata tempestiva disattivazione da parte del proprietario - Art. 659 c.p. -
Responsabilit - Esclusione. Non configurabile il reato previsto allart. 659 c. 1, c.p. nel caso in cui il proprietario di un appartamento, assente dallabitazione, ometta di disattivare
tempestivamente lallarme sonoro posto per la sicurezza dellimmobile e messosi improvvisamente in funzione. A tuttaltra valutazione si giungerebbe se al proprietario fosse imputabile
il malfunzionamento dellimpianto di allarme per cause di negligenza nella manutenzione o nella gestione. Pres. Silvestri, Rel. Canzio - CASSAZIONE PENALE sezione I del 7
febbraio 2003 (UD. 24/01/2003), Sentenza n. 6283

Tutela dall' inquinamento acustico - adozione dei piani di zonizzazione in funzione di tutela dall' inquinamento acustico - l'operativit del potere sostitutorio in caso di
mancata assunzione di simili atti da parte dell'Ente Locale. L'atto di adozione dei piani di zonizzazione in funzione di tutela dall'inquinamento acustico non costituisce un "atto
obbligatorio per legge", ossia un atto espressamente sottoposto dalla legge ad un termine perentorio, come tale idoneo a rendere operativa la previsione dell'art. 136 t.u.e.l., che
prevede in caso di mancata assunzione di simili atti da parte dell'Ente Locale l'operativit del potere sostitutorio del Difensore Civico Regionale. Allillegittimit dellatto sostitutorio del
difensore civico segue la illegittimit e la caducazione degli atti posti in essere dal commissario ad acta resistente. T.A.R. Campania Napoli, sez. I, 31 gennaio 2003, n. 511

Inquinamento acustico - immissioni sonore o da vibrazioni o scuotimenti atte a turbare il bene della tranquillit nel godimento degli immobili adibiti ad abitazione - rapporti
cd. verticali fra privati e la p.a. - immissioni moleste - la normale tollerabilit. Non applicabile la l. 26 ottobre 1995 n. 477, sull' inquinamento acustico, alla disciplina delle
immissioni sonore o da vibrazioni o scuotimenti atte a turbare il bene della tranquillit nel godimento degli immobili adibiti ad abitazione poich tale normativa, come quella contenuta nei
regolamenti locali, persegue interessi pubblici, disciplinando, in via generale ed assoluta, e nei rapporti cd. verticali fra privati e la p.a., i livelli di accettabilit delle immissioni sonore al
fine di assicurare alla collettivit il rispetto di livelli minimi di quiete. Proprio nell'art. 844 c.c., va rinvenuta la disciplina delle immissioni moleste in alienum nei rapporti fra privati alla
stregua delle cui disposizioni, quand'anche dette immissioni non superino i limiti fissati dalle norme di interesse generale, il giudizio in ordine alla loro normale tollerabilit va compiuto
secondo il prudente apprezzamento del giudice che tenga conto delle particolarit della situazione concreta. Cassazione civile, sez. II, 27 gennaio 2003, n. 1151

Inquinamento acustico - Immissioni - Determinazione dei limiti massimi di esposizione al rumore - Soglia di tollerabilit delle immissioni rumorose nei rapporti tra privati -
Art. 844 cod. civ. - Risarcimento del danno. I criteri stabiliti dal D.P.C.M. 1 marzo 1991 per la determinazione dei limiti massimi di esposizione al rumore, benche' dettati per la tutela
generale del territorio, possono esser utilizzati come parametro di riferimento per stabilire l'intensita', e di riflesso, la soglia di tollerabilita' delle immissioni rumorose nei rapporti tra privati
purche', pero', considerati come un limite minimo e non massimo, dato che i suddetti parametri sono meno rigorosi di quelli applicabili nei singoli casi ai sensi dell'art. 844 cod. civ., con
la conseguenza che, in difetto di altri dati, il loro superamento determina necessariamente la violazione della predetta norma. (Cass. 18-4-2001 n. 5697). L'applicazione del sopra
esposto principio al caso in esame comporta pertanto che accertata la violazione della predetta normativa, come in effetti risultante dall'allegato peritale, ne consegue automaticamente
la violazione del criterio di normale tollerabilit statuito dall'art. 844 c.c.; sul punto poi va ricordato che sempre in applicazione del sopra esposto criterio altra recente pronunzia della
Suprema Corte (Cass. 3-8-01 n. 10735) ha individuato i predetti parametri normativi di riferimento per le aree non industriali nel superamento del rumore ambientale pari a 3 db in ore
notturne ed in 5 db per le diurne. (Nel caso di specie detti parametri sono con sicurezza stati oltrepassati, come emerge dal citato allegato alla CTU al quale si rimanda, essendo stati
rilevati nei diversi locali dell'abitazione degli attori, superamenti del rumore ambientale compresi tra i 10 ed i 15 db nelle ore notturne e tra 17 e 19 db in quelle diurne e pertanto
sicuramente oltrepassanti la normale tollerabilit in quanto sicuramente impedenti quantomeno il normale riposo. Trattandosi di attivit illecita ne deriva (vedi Cass. 6-12-2000 n. 15509)
la condanna degli attori al risarcimento del danno in applicazione dei criteri generali dettati in tema di illecito aquiliano, avendo la proprgazione dei rumori oltrepassanti la normale
tollerabilit, arrecato danno concreto e specifico consistito nell'impedimento del normale riposo notturno che appare equo determinare, avuto riguardo al prolungato periodo di
consumazione della condotta nella misura di ! 3500, comprensiva di interessi e rivalutazione). TRIBUNALE DI SANREMO I Civ. 13 gennaio 2003 (vedi: sentenza per esteso)

Inquinamento acustico - Emissioni - Allarme sonoro posto per la sicurezza dellappartamento - Mancata tempestiva disattivazione da parte del proprietario - Art. 659 c.p. -
Responsabilit - Esclusione. Non configurabile il reato previsto allart. 659 c. 1, c.p. nel caso in cui il proprietario di un appartamento, assente dallabitazione, ometta di disattivare
tempestivamente lallarme sonoro posto per la sicurezza dellimmobile e messosi improvvisamente in funzione. A tuttaltra valutazione si giungerebbe se al proprietario si possa
imputare il malfunzionamento dellimpianto di allarme per cause di negligenza nella manutenzione o nella gestione. Pres. Silvestri, Rel. Canzio CASSAZIONE PENALE sezione I del 7
febbraio 2003 (UD. 24/01/2003), Sentenza n. 6283

Inquinamento acustico - Emissioni eccedenti i limiti fissati dal D.P.C.M. 1 marzo 1991 - Illecito amministrativo - Sussiste - Art. 659 c.p. - Depenalizzazione. In tema di
emissioni acustiche eccedenti i limiti fissati dal D.P.C.M. 1 marzo 1991 trova applicazione la sanzione amministrativa prevista dallart. 10 c. 2, legge n. 447/1995. In questo caso,
lipotesi prevista dallart. 659 comma 2 c.p. risulta depenalizzata, in forza al principio di specialit di cui allart. 9, legge n. 689/1981. Pres. Sossi - Rel. Chieffi - Ric. Orlando.
CASSAZIONE PENALE, Sezione I 21 GENNAIO 2003, (UD. 17.12.2003) Sentenza n. 2905

Inquinamento acustico - Disturbo della quiete pubblica - Mestiere rumoroso - Superamento dei limiti imposti dalla norma - Art. 659 c.p. - Insussistenza dei presupposti -
Risarcimento del danno - sussiste. In tema di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone, il rumore e gli schiamazzi vietati, per essere penalmente rilevanti, debbono
incidere sulla tranquillit pubblica - essendo linteresse specificatamente tutelato dal legislatore quello della pubblica tranquillit sotto laspetto della pubblica quiete - di guisa che gli
stessi debbono avere la potenzialit di essere percepiti da un numero indeterminato di persone, pur se, in concreto, soltanto alcune se ne possono lamentare. Ne consegue che la
contravvenzione in esame non sussiste allorquando i rumori arrechino disturbo ai soli occupanti di un appartamento, allinterno del quale sono percepiti, e non ad altri soggetti abitanti
nel condominio in cui inserita detta abitazione ovvero nelle zone circostanti; infatti, in tale ipotesi non si produce disturbo della tranquillit di un numero indeterminato di soggetti,
sicch un fatto del genere pu costituire, se del caso, illecito civile, come tale fonte di risarcimento di danno, ma giammai assurge a violazione penalmente sanzionabile (cfr. cassazione
12 dicembre 1997 n. 1406). Giudice Monocratico del Tribunale di Caltagirone, dott. Giuseppe Tigano - TRIBUNALE DI CALTAGIRONE Sezione Penale del 13/12/2002 Sentenza n.
641 (vedi: sentenza per esteso)

Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone - esercizio di autodromo con superamento dei valori-limite della rumorosit - esercizio di professioni o mestieri
rumorosi - sussistenza del reato - esclusione - ragione. Il superamento dei valori-limite di rumorosit prodotto nell'attivit' di esercizio di un autodromo non integra la fattispecie
prevista dal primo comma dell'art. 659 cod. pen., ma quella indicata nel secondo comma dello stesso articolo, che e' depenalizzata per effetto del principio di specialit di cui all'art. 9
della legge n. 689 del 1981, data l'identita' dell'illecito previsto da quest'ultima disposizione e di quello previsto dall'art. 10, comma 2, della legge n. 447 del 1995, che e' sanzionato solo
in via amministrativa, residuando un circoscritto ambito di applicazione della norma penale ai soli casi di violazione, nell'esercizio di professioni o mestieri rumorosi, di disposizioni o
prescrizioni diverse da quelle disciplinanti i limiti di emissioni o immissioni sonore (ad es., orari consentiti, adozione di particolari accorgimenti e simili). Cassazione Penale sezione I
del 19/12/2002 (UD. 08/11/2002), Sentenza n. 43202

Getto pericoloso di cose - Inquinamento - Emissioni moleste - Natura del reato - Reato a condotta libera - Reato di pericolo concreto - Superamento limiti di legge -
Necessit - Limiti di qualit dellaria - Disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone - Reato a condotta vincolata - Reato commissivo improprio - Clausola di
equivalenza - Nozione e ambito di applicazione - Inquinamento da traffico veicolare - Posizione di garanzia del sindaco - Deleghe ai dirigenti - Esclusione della
responsabilit per il sindaco - Insussistenza - Reati contravvenzionali - Colpa - Necessit - Natura - Prevedibilit ed evitabilit - Discrezionalit politica. Il reato di cui allart.
674 c.p., nella seconda parte relativa alle emissioni, reato di pericolo concreto e a condotta libera, come tale pu essere configurato in termini omissivi. Per la sua realizzazione
necessario il superamento dei limiti stabiliti dalla legge in materia di inquinamento atmosferico e solo in assenza di tali limiti pu trovare applicazione il regime di cui allart. 844 c.c. Il
reato di cui allart. 659 c.p. reato a forma vincolata e, come tale, non pu configurarsi in termini omissivi. La clausola di equivalenza di cui allart. 40 c.p. non costituisce una norma
incriminatrice autonoma e diretta, ma solo una disciplina giuridica del nesso di causale. Sicch perch un reato descritto in forma commissiva, possa, attraverso il filtro dellart. 40 c.p.,
proporsi nella forma omissiva, necessario che lipotesi base si configuri come reato di evento a condotta libera. Il sindaco, tanto in virt della normativa relativa alla gestione del traffico
urbano, quanto in virt della normativa in materia ambientale, quanto, infine, in qualit di ufficiale del Governo cui compete il potere di emanare provvedimenti contingibili ed urgenti a
tutela dellincolumit pubblica, assume una posizione di garanzia con riferimento alla tutela dellaria-ambiente dalle emissioni inquinanti da traffico urbano. La relativa responsabilit non
viene meno in virt delle deleghe conferite ai dirigenti, restando in capo agli organi di direzione politica il compito di vigilare, oltre allesercizio di alcuni poteri esclusivi. Solo i valori limite
di qualit dellaria (di cui al d.p.c.m. 28/3/83 e d.P.R. 203/88, ora valori limite secondo il d.lv. 351/99) rappresentano limiti massimi invalicabili di concentrazione degli inquinanti, restando
i limiti di attenzione o di allarme e gli obiettivi di qualit dellaria delle soglie di allarme. Anche nei reati contravvenzionali laffermazione della responsabilit non pu prescindere da un
coefficiente di colpevolezza da parametrare sulla prevedibilit ex ante ed evitabilit dellevento. Non pu ravvisarsi colpa dove lordinamento affida alla discrezionalit politica la scelta
tra pi condotte. Giudice De Marco. TRIBUNALE DI MESSINA in composizione monocratica sezione II, 08/10/2002, Sentenza n. 2175 (confermata in Cassazione con
provvedimento del 18.06.2004 depositata 29.09.2004 Relatore Fiale). (vedi:sentenza per esteso)

Disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone - mestiere rumoroso e uso di mezzi rumorosi nell'esercizio di mestieri non rumorosi - disciplina applicabile -
fattispecie. In tema di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone, l'ipotesi del mestiere di per se stesso rumoroso va tenuta distinta da quella dell'uso, nel corso di qualsiasi
attivita', di mezzi rumorosi, giacche' in quest'ultimo caso trova applicazione non il secondo, bensi' il primo comma dell'art. 659 cod. pen., sempre che vi sia stato concreto disturbo al
riposo e alle occupazioni delle persone. (Nel caso di specie si e' ritenuto che configurasse il reato di cui al primo comma dell'articolo in questione l'uso continuato, per quindici ore al
giorno, di "cannoncini spaventapasseri" nell'esercizio di attivita' agricola, di per se' non rumorosa). Corte di Cassazione. Sez. I del 21/06/2002 (UD.20/03/2002) sentenza n. 24018

Inquinamento acustico - emissioni rumorose - gestione di una sala giochi - reato previsto dall'art. 659, comma secondo, cod. pen. - configurabilita' - esclusione - reato di
cui all'art. 659, comma primo, cod. pen. - configurabilita'. L'esercizio di una sala giochi non pu essere considerato mestiere intrinsecamente e necessariamente rumoroso, sicche'
l'eventuale disturbo alle occupazioni o al riposo delle persone causato da emissioni rumorose da essa provenienti pu configurare il reato previsto dal primo comma dell'art. 659 cod.
pen. e non quello previsto dal comma successivo. (Nella specie, la Corte ha escluso l'esistenza del reato sul rilievo che mancava l'elemento costitutivo dell'idoneita' del rumore,
propagatosi esclusivamente al piano dell'edificio immediatamente sovrastante il pubblico esercizio, a recare disturbo a un numero indeterminato di persone). Corte di Cassazione Sez.
I del 14 giugno 2002, sentenza, n. 23053

Rumore - immissioni rumorose - limite di tollerabilit - art. 844 c.c.. Il limite di tollerabilit delle immissioni, a norma dell'articolo 844 c.c., non ha carattere assoluto, ma relativo, nel
senso che deve essere fissato con riguardo al caso concreto tenendo conto delle condizioni naturali e sociali dei luoghi e delle abitudini della popolazione: il relativo apprezzamento,
risolvendosi in un'indagine di fatto, demandato al giudice del merito e si sottrae al sindacato di legittimit se correttamente motivato ed immune da vizi logici (tra le tante, sentenze
6/6/2000 n. 7545; 12/2/2000 n. 1565; 11/11/1997 n. 11118). Al riguardo sufficiente osservare che costituisce principio consolidato della giurisprudenza di legittimit quello secondo il
quale hanno finalit e campi di applicazione distinti l'articolo 844 c.c., da una parte, e, dall'altra, le leggi ed i regolamenti che disciplinano le attivit produttive e che fissano le modalit di
rilevamento dei rumori ed i limiti massimi di tollerabilit in materia di immissioni rumorose ( segnatamente il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1/3/1991 richiamato nel
primo motivo di ricorso ). Il primo posto a presidio del diritto di propriet ed volto a disciplinare i rapporti di natura patrimoniale tra i privati proprietari di fondi vicini. I secondi, invece,
hanno carattere pubblicistico (perseguendo finalit di interesse pubblico) ed operano nei rapporti tra i privati e la p.a. (sentenze 13/9/2000 n. 12080; 6/6/2000 n. 7545; 2/6/1999 n.
5398). Corte di Cassazione del 3 agosto 2001 Sentenza n. 10735.

Rumore - condanna il Regno Unito da parte della Corte Europea dei Diritti dellUomo - lincremento notevole dellinquinamento acustico durante la notte provoca disturbi
al sonno - il principio del benessere economico del paese non deve confliggere con il principio della tutela della salute - elementi di sinallagmaticit - principio di
ragionevolezza: La Corte condanna il Regno Unito per aver permesso un incremento notevole del rumore durante la notte provocando disturbi al sonno di alcuni cittadini (nella
fattispecie fonte dellinquinamento acustico era determinata dai voli notturni dellaeroporto di Heatrhow in Inghilterra). Il legislatore, secondo la Suprema Corte, nellimporre limitazioni al
diritto al rispetto della vita familiare, del domicilio e della corrispondenza, deve adeguatamente valutare tutti gli interessi in gioco e coinvolti nella fattispecie e giungere ad una loro
adeguata ponderazione (cosiddetto principio di ragionevolezza). Nel caso concreto (I soggetti ricorrenti, venivano spesso svegliati nel cuore della notte e molto spesso non riuscivano a
riaddormentarsi. Questo causava mal di testa, spossatezza, perdita di concentrazione e, nei casi pi gravi, depressione. E evidente che la perdita del sonno si ripercuoteva
inevitabilmente anche nella vita di relazione. Molti risolsero il problema parecchi anni dopo abbandonando la loro casa), la causa di giustificazione dellingerenza rappresentata dal
benessere economico del paese ma leventuale limitazione ai diritti degli individui deve trovare unadeguata motivazione e giustificazione assicurando ed adottando tutte le misure
concrete tendenti a garantire un adeguato bilanciamento tra i contrapposti interessi, soprattutto nel caso in cui vengano coinvolti campi particolarmente sensibili, il semplice riferimento
ai superiori interessi delleconomia nazionale insufficiente. E evidente che, in questo caso, non si ha unadeguata ponderazione poich si valuta soltanto un elemento del sinallagma
costituendo una palese violazione dellart. 8 della Convenzione. Da ci deriva un altro importante obbligo in capo allo Stato: nelladottare gli strumenti che portano ad una restrizione dei
diritti garantiti dal 1 comma bisogna concretamente adottare tutte le misure necessarie limitare al minimo lingerenza esterna con gli stessi, verificando, se possibile, lesistenza o la
possibilit di applicare misure alternative che comportino una minore e meno penetrante limitazione. Corte Europea dei Diritti dellUomo sentenza del 02/10/2001 sul ricorso n
36022/97 (Vedi: sentenza per esteso - con commento dellavvocato Andrea Anfuso Alberghina)

Rumore - disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone - costituzione parte civile - reato di pericolo. In tema di costituzione di parte civile, le indicazioni richieste
dallart. 78 c.p.p. a pena di inammissibilit dellatto devono servire solo ad individuare la pretesa fatta valere in giudizio, nel senso che limpegno argomentativo necessario a giustificare
lesercizio dellazione civile nel processo penale dipende dalla natura delle imputazioni e dal rapporto tra i fatti lamentati e la pretesa azionata: con la conseguenza che, allorquando
detto rapporto sia immediato, come nel caso in cui si lamenti il disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone (art. 659 c.p.), sufficiente ai fini delladempimento delle formalit
della dichiarazione di costituzione di parte civile il mero richiamo al fatto descritto nel capo di imputazione o allillecito perpetrato mediante il riferimento al titolo del reato (cfr., per
qualche utile riferimento, in tema di ingiurie, Cass., sez. V, 27 aprile 1999, n. 6910, Mazzella). Come questa Suprema Corte ha avuto occasione di affermare pi volte (cfr., tra le tante,
Cass., sez. I, 7 giugno 1996, in Mass. Cass. Pen., n. 205274; Id., sez. I, 18 gennaio 1996, Asquini), il reato configurato dalla prima parte dellart. 659 c.p. un reato di pericolo, per la
sussistenza del quale sufficiente la dimostrazione che la condotta posta in essere dallimputato sia potenzialmente idonea a infastidire una pluralit di persone, anche se nessuna di
queste si sia lamentata e a lamentarsi sia stata invece una sola persona. Corte di Cassazione Sez. I, 7 marzo 2001, n. 9534

Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone - configurabilit del reato 659 c.p.. E' ravvisabile il reato contravvenzionale di cui all'art. 659, comma I, cod. pen. Quando,
pur trattandosi di rumori connaturati al legittimo esercizio di un'attivit (come nel caso di una discoteca o di uno stabilimento balneare con connessa attivit di trattenimento musicale e
danzante), le emissioni sonore, per la loro eccessivit o esorbitanza rispetto al normale esercizio di detta attivit, risultino, anche a cagione della conformazione dei luoghi, per il loro
protrarsi nella notte o per altre circostanze, concretamente idonee a disturbare il riposo e le occupazioni di una pluralit indeterminata di persone che vivono o dimorino nelle vicinanze.
Quindi, ai fini della configurabilit della contravvenzione prevista dall`art. 659 c.p. necessario che i lamentati rumori abbiano attitudine a propagarsi e a costituire un disturbo per una
potenziale pluralit di persone, ancorch non tutte siano state, poi, disturbate. Cass. pen., sez. I,1 4 gennaio 2000, n. 382

Inquinamento acustico - Superamento del limite di accettabilit - Lesione della serenit personale dell'individuo - Danno esistenziale da inquinamento acustico - Danno
biologico - Differenza. Quando a seguito del superamento del limite di accettabilit, si verifichi in concreto una lesione della serenit personale dell'individuo, ravvisabile un danno
esistenziale da inquinamento acustico che, stante anche la sua patrimonialit, suscettibile di autonoma pretesa risarcitoria, pur non identificandosi nel danno biologico. Il danno
biologico pu venir in rilievo, invece, laddove si configuri una vera e propria menomazione dell'integrit psicofisica, accertabile nosograficamente. Tribunale di Milano, sez. XII,
sentenza del 21 ottobre 1999

QUIETE E INCOLUMITA' DELLE PERSONE NEI LUOGHI DI PUBBLICO TRANSITO O NELLE ABITAZIONI: Codice procedura penale (1988) art. 321 Codice penale art. 659 LS 26
ottobre 1995 n. 447 l. La normativa sull'inquinamento acustico di cui alla l. n. 447 del 1995 non ha abrogato la norma di cui all'art. 659, comma 1, c.p., in quanto la legge speciale ha
inteso fissare un limite di rumorosita', al fine di tutelare la salute della collettivita', la cui inosservanza integra la violazione amministrativa sanzionata dalla stessa legge, senza che con
cio' automaticamente venga integrata l'ipotesi contravvenzionale prevista dal codice penale, per la cui sussistenza occorre che, nel concreto, l'uso di strumenti rumorosi sia tale da
recare un effettivo disturbo al riposo o alle occupazioni delle persone, alla luce di tutte le circostanze del caso specifico. Ne consegue che il rumore prodotto dal suono delle campane di
una chiesa, mentre al di fuori del collegamento con funzioni liturgiche puo' dar luogo al reato previsto dall'art. 659 c.p. non diversamente da quello prodotto da qualsiasi altro strumento
sonoro, nell'ambito delle funzioni liturgiche - la cui regolamentazione, nel vigente diritto concordatario, e' riconosciuta alla Chiesa cattolica - integra il predetto reato solo in presenza di
circostanze di fatto che comportino il superamento della soglia della normale tollerabilita' e in assenza di specifiche disposizioni emanate dall'autorita' ecclesiastica intese a recepire
tradizioni e consuetudini atte a meglio identificare, in relazione alla non continuita' del suono e al suo collegamento con particolari "momenti forti" della vita della Chiesa, il limite della
normale tollerabilita'. (Fattispecie relativa a sequestro preventivo delle campane, ritenuto legittimo dalla S.C. sul rilievo che detto provvedimento cautelare si basava sul semplice
"fumus" del reato, supportato da indizi che non necessariamente devono essere gravi). Cassazione penale sez. I, 23 aprile 1998, n. 2316

Inquinamento da rumore - obbligo per il datore di lavoro di ridurre al minimo i rischi derivanti dall'esposizione al rumore mediante le misure concretamente attuabili - i
mezzi di protezione dell'udito. In virt della legge 29 dicembre 1990 n. 428, stato emanato dal Governo il decreto legislativo n. 277 del 15 agosto 1991, con il quale si data
attuazione alle direttive C.E.E. comprese nell'elenco allegato alla legge suddetta. Per quanto qui interessa, l'art. 41 di tale decreto - legislativo, premesso che il datore di lavoro deve
ridurre al minimo i rischi derivanti dall'esposizione al rumore mediante le misure concretamente attuabili, ha fissato talune prescrizioni (esposizione di una appropriata segnaletica, ecc.)
in relazione ai luoghi di lavoro che possono comportare un'esposizione personale quotidiana superiore a 90 dBA; l'art. 42 ha precisato il contenuto della "informazione e formazione"
che deve essere portato a conoscenza dei lavoratori esposti, rispettivamente, ad un rumore superiore a 80 od a 85 dBA; gli artt. 43 e 44 hanno indicato i mezzi di protezione dell'udito
da fornire ai lavoratori che siano verosimilmente esposti ad oltre 85 decibel ed i controlli sanitari cui essi devono essere sottoposti; e l'art. 45, infine (Superamento dei valori limite di
esposizione), ha stabilito che, se nonostante le misure di applicazione previste dall'art. 41, comma primo, l'esposizione al rumore risulta superiore a 90 dBA, il datore di lavoro comunica
all'organo di vigilanza le misure tecniche ed organizzative applicate, informando i lavoratori ovvero i loro rappresentanti. Dalla lettura coordinata di tali disposizioni emerge, quindi, che i
c.d. valori - limite di esposizione al rumore rappresentano una soglia intollerabile, in presenza del cui superamento incombono sul datore di lavoro specifici oneri, e che tuttavia
l'esposizione a rumori che raggiungono soglie inferiori (ma superiori, in particolare, ad 85 decibel), richiede pur sempre l'adozione di adeguati mezzi di protezione e l'assoggettamento
del lavoratore a controllo sanitario, per cui da ritenersi, in definitiva, che anche l'esposizione ad una rumorosit inferiore ai 90 decibel sia idonea a pregiudicare l'apparato uditivo.
Secondo quanto affermato da questa Corte in un una fattispecie sostanzialmente analoga a quella in esame (Cass. 26 agosto 1992, n. 9860), pu quindi affermarsi che l'accertamento
che la rumorosit lavorativa svolta non supera i valori indicati dall'art. 45 del d.l.vo n. 277 del 19919 non pu costituire idonea fonte di valutazione della richiesta diretta ad ottenere la
prestazione prevista per la malattia professionale denunciata, n quindi esime il giudice dall'indagine medico - legale in ordine alla sussistenza o meno della malattia, atteso che la
tabella delle malattie professionali contempla la sola esposizione al rischio della lavorazione e che, del resto, la diversa capacit di resistenza di ciascun organismo esposto al rischio
non pu influire sul riconoscimento della tecnopatia. Cassazione civile, sez. lav., 7 aprile 1998, n. 3582

Inquinamento acustico - esposizione dei lavoratori a rumori dannosi - l'adempimento dell'obbligo di legge da parte del datore di lavoro - natura del reato. La omessa
valutazione del rischio da rumore configura il reato di cui agli art. 40 e 50 d.lg. 15 agosto 1991 n. 277; questo ha natura permanente e la permanenza cessa con l'adempimento
dell'obbligo di legge da parte del datore di lavoro, ovvero con la sentenza di primo grado. Cassazione penale, sez. III, 18 febbraio 1998, n. 4133

PROFESSIONI O MESTIERI RUMOROSI: Poiche' l'art. 10 comma 2, della l. n. 447 del 1995 (c.d.legge-quadro sull'inquinamento acustico) punisce con sanzione amministrativa
"chiunque, nell'esercizio o nell'impiego di una sorgente fissa o mobile di emissioni sonore, supera i valori di emissione e di immissione di cui all'art. 2 comma 1 lett. e) e f) -, fissati in
conformita' al disposto dell'art. 3, comma 1, lett. a)", stabilendo un limite, oltre il quale l'inquinamento acustico e' presunto, mentre l'art. 659 comma 2 c.p., punisce "chi esercita una
professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell'autorita'", data l'identita' della situazione considerata dalla norma del codice penale e di
quella sanzionata in via amministrativa (peraltro di contenuto piu' ampio, in quanto riferita a "chiunque", e non solo a chi eserciti professioni o mestieri per loro natura fonti di rumore), la
fattispecie prevista da quest'ultima disposizione e' depenalizzata. (In motivazione, la S.C. ha precisato che non puo' considerarsi depenalizzata la contravvenzione prevista dal comma 1
dello stesso art. 659, che, prendendo in considerazione non il dato oggettivo del superamento di una certa soglia di rumorosita', bensi' gli effetti negativi di quest'ultima sulle occupazioni
o sul riposo delle persone, ovvero sugli spettacoli, sui ritrovi o sui trattenimenti pubblici, descrive una condotta non assorbita dalla violazione amministrativa, a tutela di diritti
costituzionalmente garantiti). Cassazione penale sez. I, 19 giugno 1997, n. 4199

RICERCHE GEOTERMICHE: L'accertamento - di fatto - della esistenza di fattori di inquinamento ambientale - nella specie da rumore, conseguente a ricerche geotermiche - dannosi
per l'integrit psicofisica, non si risolve nell'accertamento della liceit dell'attivit, ossia dell'osservanza della disciplina che ne regola l'esercizio onde tutelare l'interesse pubblico
ambientale, ma pu estendersi a considerare parametri di tollerabilit diversi da quelli provvisoriamente vigenti (art. 6 d.P.C.M. 1 marzo 1991), e previsti (art. 2 stesso provvedimento) in
base alla destinazione delle aree, ancora da delimitare da parte del Comune. Cassazione civile sez. III, 19 luglio 1997, n. 6662

COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE DELLE ASSOCIAZIONI PER INQUINAMENTO ACUSTICO: L'associazione Legambiente, quale ente esponenziale dell'interesse (diffuso)
all'integrit dell'ambiente, e' legittimata a costituirsi parte civile e a richiedere il risarcimento dei danni in un procedimento penale per inquinamento da rumore. Pretura Castiglione
Lago, 16 maggio 1996

VALUTAZIONE OBIETTIVA DELL'INQUINAMENTO ACUSTICO: In materia di inquinamento acustico, i limiti previsti dal D.P.C.M. 1 marzo 1991 non hanno superato i criteri fissati
dall'art. 844 c.c.; pertanto, nel caso di immissioni sonore, deve farsi riferimento alla "rumorosit di fondo" della zona, cio a quel complesso di suoni, di origine varia e spesso non
identificabile, continui e caratteristici della zona medesima, sui quali si innestano, di volta in volta, rumori pi intensi (voci, veicoli...), tali elementi devono essere valutati in modo
obiettivo, in relazione alla reattivit dell'uomo medio. In particolare, il principio da seguire per determinare la tollerabilit del rumore e' quello del mancato superamento della soglia di 3
decibel oltre il rumore di fondo, che equivale ad un raddoppio dell'intensit di quest'ultimo. Tribunale Como, 21 maggio 1996

PROVVEDIMENTO CONTINGIBILE ED URGENTE: La normativa di cui al d.P.C.M. 1 marzo 1991 (recante limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e
nell'ambiente esterno) opera non soltanto in relazione al territorio comunale di insediamento della singola sorgente sonora fissa, ma anche in relazione a ogni altra area - anche
eventualmente esterna al territorio comunale predetto - ove comunque si ponga una esigenza igienico-sanitaria di tutela della qualita' ambientale e della esposizione umana al rumore,
conseguente all'attivazione pervasiva di quella medesima sorgente sonora fissa; legittimamente, pertanto, l'autorita' amministrativa, per far fronte a una situazione lesiva della salute e
igiene pubblica, impone con provvedimento contingibile e urgente l'adozione di misure atte a ricondurre i livelli di inquinamento acustico generati da impianti produttivi entro i limiti
previsti dalla vigente normativa. T.A.R. Emilia R. sez. I, Bologna, 22 settembre 1994,Ord. n. 637

Inquinamento acustico - Provvedimento autorizzatorio - Immissioni lesive - Annullamento - Legittimit - Legittimazione ad agire. Laddove i limiti di attivit acustica contenuti in
un provvedimento amministrativo non si rivelino idonei a salvaguardare la sfera giuridica dei soggetti che ne risultino pregiudicati, legittimo ricorrere dal giudice amministrativo per
chiedere l'annullamento del provvedimento da cui prendono origine le immissioni lesive. I rumori e le degradazioni ambientali, specie in relazione all'attivit serale e notturna di un
pubblico esercizio, costituiscono lesioni di un legittimo interesse dei proprietari e residenti di unit immobiliari ubicate nelle strette vicinanze dello stabile in cui si svolge tale attivit,
legittimando cos la richiesta di annullamento del relativo provvedimento autorizzatorio. Meschiari e altro c. Com. Maranello e altro. T.A.R. EmiliaRomagna, sez. II, del 10 novembre
1992, n. 525

Inquinamento acustico - Rumori provocati da unautostrada sopraelevata rispetto a una casa - Normale tollerabilit - Superamento - Diritto all'indennit - Sussiste. I rumori,
derivanti dal funzionamento di unautostrada sopraelevata rispetto a una casa, laddove eccedano il limite della normale tollerabilit recando grave turbamento all'ambiente e alle
condizioni in cui normalmente si svolge la vita in unabitazione, nonch il pericolo di caduta di oggetti e automezzi, determinano una compressione del relativo diritto di propriet, dando
cos luogo al diritto all'indennit ex art. 46 legge 2359 del 1865. In tale ipotesi, viene sottolineato, da un lato, l'insufficienza, dall'altro, l'impossibilit, di una tutela inibitoria ex art. 844 c.c.,
versando invece in una vicenda che va ad incidere, indirettamente, sulla struttura stessa del diritto dominicale. Societ autostrade concessioni c. Carestia e altro. Corte di Appello di
Ancona, 11 maggio 1979

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