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N. 7979/07 N. 1756/09

R.G. Notizie di Reato R.G. Tribunale

Sent. N. Del

/ 14.72011

Irrevocabile il ___________________ Al P.M. per esecuz. il _____________ Campione Penale n ______________ Redatta scheda il ________________

TRIBUNALE DI PALERMO
SENTENZA
( artt.544 e segg., 549 c.p.p. )

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale di Palermo Sez. 3 penale composta da: Dott. Vincenzina MASSA Dott. Riccardo CORLEO Dott. Claudia ROSINI Alla pubblica udienza del 14 luglio 2011 mediante lettura del dispositivo la seguente - Presidente - Giudice - Giudice ha pronunziato e pubblicato

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SENTENZA nei confronti di:


CAMMARATA Diego, nato il 27.03.1951 a Palermo e ivi residente in via del Carabiniere n. 32, con domicilio presso il Palazzo delle Aquile, sede del Municipio di Palermo difensore di fiducia lAvv. Giovanni RIZZUTI del foro di Palermo
1.

AVANTI Giovanni, nato il 14.11.1961 a Belmonte Mezzagno (PA), con domicilio dichiarato ex art. 161 c.p.p. in Palermo in via Generale Di Maria n. 20, difensore di fiducia lavv. Claudio GALLINA MONTANA del foro di Palermo
2.

CERAULO Lorenzo, nato il 12.01.1948 a Palermo e ivi residente in via Principe di Belmonte n. 102, con domicilio eletto presso lAssessorato alle Infrastrutture del Comune di Palermo in via Fattori n. 56 difensori di fiducia gli Avvocati
3.

- avv. Giovanni RIZZUTI del foro di Palermo; - avv. Giorgio BISAGNA del foro di Palermo, IMPUTATI TUTTI a1) del reato p. e p. dagli artt. 110 e 328 I e II comma c.p. perch, agendo in concorso tra loro, nelle rispettive qualit sotto-indicate: - CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario per l'attuazione degli "Interventi necessari a fronteggiare l'emergenza determinatasi a Palermo a causa del superamento delle soglie di attenzione dell'inquinamento atmosferico con conseguenti gravi ripercussioni nel settore del traffico e della mobilit" dal 2002 e fino al 31.12.2006 - CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture, Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 al 2008 - AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 e quindi quali responsabili del governo locale del territorio anche in ordine alla salute dellambiente, essendo i Sindaci responsabili della salute dei cittadini residenti in virt delle competenze generali attribuite loro dalla legge ; essendo i Sindaci e gli assessori allambiente altres specificamente obbligati ad adottare doverosi provvedimenti per impedire il deterioramento della qualit dellaria o quanto meno essendo obbligati ad attenuarne gli effetti e lentit ai sensi del Decreto Ministeriale 163 /1999 art 1 comma 2; - essendo i Sindaci in particolare direttamente investiti del potere-dovere di impedire o di attenuare gli effetti del deterioramento della qualit dellaria ambiente fino alla emanazione da parte della Regione del piano di risanamento per larea territoriale omogenea ; - avendo tutti piena consapevolezza delle gravi e attuali conseguenze per la salute umana, dovute alla prolungata esposizione della popolazione a valori di
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www.lexambiente.it inquinanti dellaria superiori ai limiti fissati dalla normativa comunitaria,, anche alla luce del contenuto dei piani sanitari nazionali emanati dal Ministero della Sanit negli ultimi anni (piani 2003-2005, 2006-2008), che recepiscono recenti studi epidemiologici ; avendo tutti piena conoscenza, in quanto giornalmente informati dai risultati delle centraline di rilevamento, dellandamento della qualit dellaria - ambiente sul proprio territorio, del persistere dei fenomeni negativi di inquinamento con superamento dei limiti di legge e della completa incoerenza tra gli obiettivi di qualit imposti dalla legge e il programma di interventi adottati e concordati di anno in anno, sia con riferimento ai limiti per i superamenti dei picchi giornalieri , sia con riferimento agli andamenti delle medie su base annua; indebitamente rifiutavano di adottare atti del loro ufficio che, per ragioni di igiene e sanit, dovevano essere compiuti senza ritardo; in particolare a fronte del superamento dei limiti di legge posti a tutela della qualit dellaria nelle aree urbane dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) con conseguente causazione di emissioni moleste nel territorio del Comune di Palermo, derivanti anche da traffico veicolare, degli inquinanti atmosferici ossido di azoto, biossido di azoto e polveri sottili (PM10) negli anni dal 2001 al 31.12.2004 nella misura dettagliatamente specificata nei capi di imputazione che seguono, rifiutando appunto, di porre in essere provvedimenti amministrativi che portassero al miglioramento della qualit dellaria ambiente per i parametri delle polveri sottili (particolato PM 10) e degli ossidi di azoto (NOX, NO2) tra i quali la limitazione del traffico veicolare e finanche il blocco integrale del traffico veicolare, finalizzati al mantenimento degli standard di qualit dellaria previsti dalla normativa; limitandosi a eseguire interventi programmati palesemente inutili e irrilevanti rispetto alle finalit di tutela della salute imposte dalla legge, in quanto le ordinanze sindacali che imponevano alcune limitazioni del traffico non incidevano, se non in parte trascurabile, sul parco macchine circolante e sullinquinamento provocato; nonch omettevano di adottare i provvedimenti di comunicazione e diffusione al pubblico dello stato della qualit dellaria attraverso la esposizione sui monitor cittadini e con la comunicazione agli organi di stampa, in presenza dellurgenza sostanziale di evitare gravi conseguenze sul bene primario della salute dei cittadini, e ci facendo in violazione degli atti normativi sotto indicati costitutivi nei loro confronti di una specifica posizione di garanzia a tutela della salute e della incolumit di tutte le persone presenti sul territorio del Comune: - art 32 della Costituzione che riconosce e garantisce come bene primario per i cittadini che vivono nel territorio dei Comuni e della Regione il diritto alla salute e a vivere in un ambiente salubre; - la direttiva 96/62/CE del Consiglio del 27 settembre 1996, in materia di valutazione, e di gestione della qualit dell'aria ambiente; - la Direttiva 22 aprile 1999, n. 30 del Consiglio Europeo, concernente i valori limite di qualit dell'aria ambiente con particolare riferimento al biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo (G.U.C.E. 29 giugno 1999 n. L 163) - Testo coordinato con la Decisione della Commissione 17 ottobre 2001 n. 744; - la legge 24 aprile 1998, n. 128, recante "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dalla appartenenza dell'Italia alle Comunit europee (legge comunitaria 19951997)", e in particolare l'allegato B) con cui si attua la direttiva comunitaria 96/62;
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www.lexambiente.it - il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. l12, recante "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59" come specificato in termini generali allart 1 e con particolare riferimento alla materia dellambiente artt. 51 e ss e in particolare art. 74 ( Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale con obbligo in capo alla Regione , sentiti gli enti locali di redazione di piano di risanamento, comma 2 e 4); alla materia dellinquinamento dellaria artt. 82 e ss; alla materia della tutela della salute , artt. 112 e ss e in particolare art. 117; - la legge 4 novembre 1997, n. 413 relativa a "Misure urgenti per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico da benzene, in cui allart 3 vengono attribuiti ai Sindaci poteri di limitazione della circolazione stradale in materia di prevenzione dellinquinamento della qualit dellaria ; -il Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo codice della strada"agli artt. 6 e 7 , in cui nei centri abitati ai Sindaci sono attribuiti poteri di ordinanza per limitare la circolazione stradale per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti (art. 7 lett b) , o per motivi di incolumit pubblica (art 6 comma 4 e 5) o per motivi di tutela della salute (art. 6 comma 1 in relazione allart. 7 comma 1) ; - il decreto legislativo 351/99 che impone alla Regione in collaborazione con i Comuni lo studio preliminare della qualit dellaria ambiente (art. 5) e la valutazione della qualit dellaria ambiente (art. 6) , il rispetto dei valori limite degli inquinanti e della tempistica nel raggiungere tali obiettivi , fissati da apposito decreto ministeriale (dm 60/02) (art. 3) , la adozione dei piani di azione con individuazione dei soggetti responsabili e con gli obiettivi da raggiungere nel breve periodo (art. 7) , le Misure da applicare nelle zone in cui i livelli sono pi alti dei valori limite (art. 8) , la diffusione delle informazioni ai cittadini sulle problematiche inerenti linquinamento dellaria chiare accessibili e comprensibili (art. 11); - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163 in cui allart 1 comma 2 con cui attribuito ai Sindaci dei Comuni appartenenti agli agglomerati ed alle zone di cui agli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 351/99, in cui sussiste il superamento ovvero il rischio di superamento dei valori limite previsti dalla vigente normativa, il potere di adottare, sulla base dei piani e dei programmi di cui ai medesimi articoli, le misure di limitazione della circolazione di cui all'articolo 7, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285; - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163, in cui allart. 3 si stabilisce che fino all'attuazione, da parte delle Regioni, degli adempimenti previsti dall'articolo 7, commi 1 e 2, e dall'articolo 8, commi 1, 2 e 3, del decreto legislativo n. 351/99, continuano ad applicarsi le misure precedentemente adottate dai Sindaci. Tali misure possono essere rimodulate, ai fini del rispetto dei valori limite previste dalla vigente normativa, sulla base delle previsioni di miglioramento o di peggioramento dello stato della qualit dell'aria, alla luce delle informazioni rese disponibili ai sensi dell'articolo 11 del decreto legislativo n. 351/99; - il Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002 , in cui allart 1 comma 1 lett. a) vengono stabiliti i valori limite per gli inquinanti di ossido e biossido di azoto e materiale particolato (PM10), valori limite meglio precisati per gli ossidi di azoto agli artt. da 13 a 16 in relazione allallegato II sezione I e per il materiale particolato agli artt. da 17 a 24 in relazione allallegato III.
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www.lexambiente.it - il Decreto Ministeriale n. 261 del 1 ottobre 2002, che prevede il Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualit dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351 - il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, recante "Attuazione delle direttive 80/779/CEE, 82/884/CEE, 84/360/CEE e 85/203/CEE, concernenti norme in materia di qualit dell'aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali", in cui allart. 4 rimesso alla competenza delle Regioni: la formulazione dei piani di rilevamento, prevenzione, conservazione e risanamento del proprio territorio, nel rispetto dei valori limite di qualit dell'aria (art. 4 lett. A) e la fissazione di valori limite di emissione pi restrittivi per zone particolarmente inquinate o per specifiche esigenze di tutela ambientale, nell'ambito dei piani di cui al punto a), di valori limite delle emissioni pi restrittivi dei valori minimi di emissione definiti nelle linee guida, nonch per talune categorie di impianti la determinazione di particolari condizioni di costruzione o di esercizio; - il Testo Unico ambientale n. 152/2006 allart. 271 comma 3 e 4 in cui , riprendendo la disciplina prevista dal Dpr 203/88 (art 4 lett.a) , la Regione pu stabilire limiti di emissione pi restrittivi ove ci risulti necessario al conseguimento del valori limite e dei valori bersaglio di qualit dell'aria. - il Decreto del Presidente della Repubblica 23 maggio 2003 Approvazione del Piano sanitario nazionale 2003-2005 (GU n. 139 del 18-6-2003- Suppl. Ordinario n.95) con particolare riferimento al punto 4.2 (tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono sottolineati i gravi problemi sanitari in termini di aumento di gravi patologie e di incremento dei decessi causati dallinquinamento dellaria ambiente; - il Piano sanitario nazionale 2006-2008 con particolare riferimento al punto 5.12 (tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono ribadite le emergenze sanitarie del piano sanitario precedente connesse con la qualit dellaria ambiente e in particolare si legge al paragrafo intitolato inquinamento atmosferico e qualit dellaria che Sulla base degli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale ed italiano, si pu affermare con assoluta certezza che allinquinamento atmosferico attribuibile oggi una quota rilevante di morbosit acuta e cronica, la diminuzione della speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato, e che non sembra esserci una soglia al di sotto della quale non si osservano danni e ancora in un passo immediatamente successivo la gravit degli effetti sulla salute umana, sia a breve che a lungo periodo, di questi inquinanti direttamente proporzionale alla concentrazione degli inquinanti, al tempo e/o modalit di esposizione e la associazione con ulteriori fattori di rischio pu rafforzare considerevolmente lentit dei singoli rischi; - la Direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 maggio 2008 relativa alla qualit dellaria ambiente e per unaria pi pulita in Europa poi recepita nel D. Lgs. 13 agosto 2010 n. 155 Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualit dell'aria ambiente e per unaria pi pulita in Europa; in Palermo dal 2001 al 31.12.2004;

www.lexambiente.it TUTTI a) del reato p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv. e 328 I e II comma c.p. perch, agendo in concorso tra loro, con pi omissioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, nelle rispettive qualit sotto-indicate: - CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario per l'attuazione degli "Interventi necessari a fronteggiare l'emergenza determinatasi a Palermo a causa del superamento delle soglie di attenzione dell'inquinamento atmosferico con conseguenti gravi ripercussioni nel settore del traffico e della mobilit" dal 2002 e fino al 31.12.2006 - CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture, Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 al 2008 - AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 e quindi quali responsabili del governo locale del territorio anche in ordine alla salute dellambiente, essendo i Sindaci responsabili della salute dei cittadini residenti in virt delle competenze generali attribuite loro dalla legge ; essendo i Sindaci e gli assessori allambiente altres specificamente obbligati ad adottare doverosi provvedimenti per impedire il deterioramento della qualit dellaria o quanto meno essendo obbligati ad attenuarne gli effetti e lentit ai sensi del Decreto Ministeriale 163 /1999 art 1 comma 2; - essendo i Sindaci in particolare direttamente investiti del potere-dovere di impedire o di attenuare gli effetti del deterioramento della qualit dellaria ambiente fino alla emanazione da parte della Regione del piano di risanamento per larea territoriale omogenea ; - avendo tutti piena consapevolezza delle gravi e attuali conseguenze per la salute umana, dovute alla prolungata esposizione della popolazione a valori di inquinanti dellaria superiori ai limiti fissati dalla normativa comunitaria,, anche alla luce del contenuto dei piani sanitari nazionali emanati dal Ministero della Sanit negli ultimi anni (piani 2003-2005, 2006-2008), che recepiscono recenti studi epidemiologici ; avendo tutti piena conoscenza, in quanto giornalmente informati dai risultati delle centraline di rilevamento, dellandamento della qualit dellaria - ambiente sul proprio territorio, del persistere dei fenomeni negativi di inquinamento con superamento dei limiti di legge e della completa incoerenza tra gli obiettivi di qualit imposti dalla legge e il programma di interventi adottati e concordati di anno in anno, sia con riferimento ai limiti per i superamenti dei picchi giornalieri , sia con riferimento agli andamenti delle medie su base annua; indebitamente rifiutavano di adottare atti del loro ufficio che, per ragioni di igiene e sanit, dovevano essere compiuti senza ritardo; in particolare a fronte del superamento dei limiti di legge posti a tutela della qualit dellaria nelle aree urbane dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) con conseguente causazione di emissioni moleste nel territorio del Comune di Palermo, derivanti anche da traffico veicolare, degli inquinanti atmosferici ossido di azoto, biossido di azoto e polveri sottili (PM10) negli anni dal 1.1.2005 al 31.12.2009 nella misura dettagliatamente specificata nei capi di imputazione che seguono, rifiutando appunto, di
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www.lexambiente.it porre in essere provvedimenti amministrativi che portassero al miglioramento della qualit dellaria ambiente per i parametri delle polveri sottili (particolato PM 10) e degli ossidi di azoto (NOX, NO2) tra i quali la limitazione del traffico veicolare e finanche il blocco integrale del traffico veicolare, finalizzati al mantenimento degli standard di qualit dellaria previsti dalla normativa; limitandosi a eseguire interventi programmati palesemente inutili e irrilevanti rispetto alle finalit di tutela della salute imposte dalla legge, in quanto le ordinanze sindacali che imponevano alcune limitazioni del traffico non incidevano, se non in parte trascurabile, sul parco macchine circolante e sullinquinamento provocato; nonch omettevano di adottare i provvedimenti di comunicazione e diffusione al pubblico dello stato della qualit dellaria attraverso la esposizione sui monitor cittadini e con la comunicazione agli organi di stampa, in presenza dellurgenza sostanziale di evitare gravi conseguenze sul bene primario della salute dei cittadini, e ci facendo in violazione degli atti normativi sotto indicati costitutivi nei loro confronti di una specifica posizione di garanzia a tutela della salute e della incolumit di tutte le persone presenti sul territorio del Comune: - art 32 della Costituzione che riconosce e garantisce come bene primario per i cittadini che vivono nel territorio dei Comuni e della Regione il diritto alla salute e a vivere in un ambiente salubre; - la direttiva 96/62/CE del Consiglio del 27 settembre 1996, in materia di valutazione, e di gestione della qualit dell'aria ambiente; - la Direttiva 22 aprile 1999, n. 30 del Consiglio Europeo, concernente i valori limite di qualit dell'aria ambiente con particolare riferimento al biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo (G.U.C.E. 29 giugno 1999 n. L 163) - Testo coordinato con la Decisione della Commissione 17 ottobre 2001 n. 744; - la legge 24 aprile 1998, n. 128, recante "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dalla appartenenza dell'Italia alle Comunit europee (legge comunitaria 19951997)", e in particolare l'allegato B) con cui si attua la direttiva comunitaria 96/62; - il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. l12, recante "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59" come specificato in termini generali allart 1 e con particolare riferimento alla materia dellambiente artt. 51 e ss e in particolare art. 74 ( Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale con obbligo in capo alla Regione , sentiti gli enti locali di redazione di piano di risanamento, comma 2 e 4); alla materia dellinquinamento dellaria artt. 82 e ss; alla materia della tutela della salute , artt. 112 e ss e in particolare art. 117; - la legge 4 novembre 1997, n. 413 relativa a "Misure urgenti per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico da benzene, in cui allart 3 vengono attribuiti ai Sindaci poteri di limitazione della circolazione stradale in materia di prevenzione dellinquinamento della qualit dellaria ; -il Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo codice della strada"agli artt. 6 e 7 , in cui nei centri abitati ai Sindaci sono attribuiti poteri di ordinanza per limitare la circolazione stradale per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti (art. 7 lett b) , o per motivi di incolumit pubblica (art 6 comma 4 e 5) o per motivi di tutela della salute (art. 6 comma 1 in relazione allart. 7 comma 1) ;
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www.lexambiente.it - il decreto legislativo 351/99 che impone alla Regione in collaborazione con i Comuni lo studio preliminare della qualit dellaria ambiente (art. 5) e la valutazione della qualit dellaria ambiente (art. 6) , il rispetto dei valori limite degli inquinanti e della tempistica nel raggiungere tali obiettivi , fissati da apposito decreto ministeriale (dm 60/02) (art. 3) , la adozione dei piani di azione con individuazione dei soggetti responsabili e con gli obiettivi da raggiungere nel breve periodo (art. 7) , le Misure da applicare nelle zone in cui i livelli sono pi alti dei valori limite (art. 8) , la diffusione delle informazioni ai cittadini sulle problematiche inerenti linquinamento dellaria chiare accessibili e comprensibili (art. 11); - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163 in cui allart 1 comma 2 con cui attribuito ai Sindaci dei Comuni appartenenti agli agglomerati ed alle zone di cui agli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 351/99, in cui sussiste il superamento ovvero il rischio di superamento dei valori limite previsti dalla vigente normativa, il potere di adottare, sulla base dei piani e dei programmi di cui ai medesimi articoli, le misure di limitazione della circolazione di cui all'articolo 7, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285; - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163, in cui allart. 3 si stabilisce che fino all'attuazione, da parte delle Regioni, degli adempimenti previsti dall'articolo 7, commi 1 e 2, e dall'articolo 8, commi 1, 2 e 3, del decreto legislativo n. 351/99, continuano ad applicarsi le misure precedentemente adottate dai Sindaci. Tali misure possono essere rimodulate, ai fini del rispetto dei valori limite previste dalla vigente normativa, sulla base delle previsioni di miglioramento o di peggioramento dello stato della qualit dell'aria, alla luce delle informazioni rese disponibili ai sensi dell'articolo 11 del decreto legislativo n. 351/99; - il Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002 , in cui allart 1 comma 1 lett. a) vengono stabiliti i valori limite per gli inquinanti di ossido e biossido di azoto e materiale particolato (PM10), valori limite meglio precisati per gli ossidi di azoto agli artt. da 13 a 16 in relazione allallegato II sezione I e per il materiale particolato agli artt. da 17 a 24 in relazione allallegato III. - il Decreto Ministeriale n. 261 del 1 ottobre 2002, che prevede il Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualit dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351 - il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, recante "Attuazione delle direttive 80/779/CEE, 82/884/CEE, 84/360/CEE e 85/203/CEE, concernenti norme in materia di qualit dell'aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali", in cui allart. 4 rimesso alla competenza delle Regioni: la formulazione dei piani di rilevamento, prevenzione, conservazione e risanamento del proprio territorio, nel rispetto dei valori limite di qualit dell'aria (art. 4 lett. A) e la fissazione di valori limite di emissione pi restrittivi per zone particolarmente inquinate o per specifiche esigenze di tutela ambientale, nell'ambito dei piani di cui al punto a), di valori limite delle emissioni pi restrittivi dei valori minimi di emissione definiti nelle linee guida, nonch per talune categorie di impianti la determinazione di particolari condizioni di costruzione o di esercizio; - il Testo Unico ambientale n. 152/2006 allart. 271 comma 3 e 4 in cui , riprendendo la disciplina prevista dal Dpr 203/88 (art 4 lett.a) , la Regione pu stabilire limiti di
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www.lexambiente.it emissione pi restrittivi ove ci risulti necessario al conseguimento del valori limite e dei valori bersaglio di qualit dell'aria. - il Decreto del Presidente della Repubblica 23 maggio 2003 Approvazione del Piano sanitario nazionale 2003-2005 (GU n. 139 del 18-6-2003- Suppl. Ordinario n.95) con particolare riferimento al punto 4.2 (tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono sottolineati i gravi problemi sanitari in termini di aumento di gravi patologie e di incremento dei decessi causati dallinquinamento dellaria ambiente; - il Piano sanitario nazionale 2006-2008 con particolare riferimento al punto 5.12 (tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono ribadite le emergenze sanitarie del piano sanitario precedente connesse con la qualit dellaria ambiente e in particolare si legge al paragrafo intitolato inquinamento atmosferico e qualit dellaria che Sulla base degli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale ed italiano, si pu affermare con assoluta certezza che allinquinamento atmosferico attribuibile oggi una quota rilevante di morbosit acuta e cronica, la diminuzione della speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato, e che non sembra esserci una soglia al di sotto della quale non si osservano danni e ancora in un passo immediatamente successivo la gravit degli effetti sulla salute umana, sia a breve che a lungo periodo, di questi inquinanti direttamente proporzionale alla concentrazione degli inquinanti, al tempo e/o modalit di esposizione e la associazione con ulteriori fattori di rischio pu rafforzare considerevolmente lentit dei singoli rischi; - la Direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 maggio 2008 relativa alla qualit dellaria ambiente e per unaria pi pulita in Europa poi recepita nel D. Lgs. 13 agosto 2010 n. 155 Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualit dell'aria ambiente e per unaria pi pulita in Europa; in Palermo dal 1.1.2005 al 31.12.2009; TUTTI b1) del reato p. e p. dagli artt. 110, 40 comma II, 81 cpv., 674 c.p. perch, agendo in concorso tra loro e con pi omissioni esecutive del medesimo disegno criminoso, avendo lobbligo giuridico di impedire levento, in relazione alla posizione di garanzia come specificata nel capo a) e in relazione alle condotte attive e omissive ivi descritte, nelle rispettive qualit sotto indicate - CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario per l'attuazione degli "Interventi necessari a fronteggiare l'emergenza determinatasi a Palermo a causa del superamento delle soglie di attenzione dell'inquinamento atmosferico con conseguenti gravi ripercussioni nel settore del traffico e della mobilit" dal 2002 e fino al 31.12.2006 - CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture, Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 al 2008 - AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 non impedivano il superamento dei limiti di legge stabiliti dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (emanato in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) e dallulteriore normativa di settore
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www.lexambiente.it indicata nei capi a1) ed a) e che qui si intende integralmente richiamata, nel territorio del Comune di Palermo in ordine agli inquinanti atmosferici indicati nelle tabelle sotto riportate consentendo cos che le emissioni, derivanti anche da traffico veicolare, determinassero un superamento dei limiti stabiliti dalla legge per la qualit dellaria nelle aree urbane con conseguente causazione di emissioni atte ad offendere e molestare una pluralit di persone OSSIDI DI AZOTO (valori medi annuali in g/m3) 2001 2002 2003 g/m3 14 20 16 68 92 88 149 144 144 92 106 89 82 104 97 80 77 67 96 106 87 148 163 -

Stazioni Boccadifalco Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit d'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi CEP

2004 21 93 134 98 85 63 83 164 -

Per lintero periodo 2001-2004 per gli ossidi azoto (NOx) non stato rispettato il valore limite della media annuale per la protezione della vegetazione (30 g/m3) in tutte le stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria con esclusione di quella di Boccadifalco. Stazioni Boccadifalco Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit d'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi CEP media BIOSSIDI DI AZOTO 2001 2002 12 19 42 59 73 73 57 67 51 70 50 45 54 60 67 48,2 57,5 2003 15 57 84 58 70 41 55 73 56,6 2004 19 58 71 62 55 40 48 71 53,0

- i valori annuali evidenziati in grassetto sono superiori a quelli previsti dai margini di tolleranza. - i valori limite annuali del Biossido di Azoto per la protezione della salute umana con il margine di tolleranza previsti dal DM 2/4/2002 n. 60 sono i seguenti: Anni 1.01.2001 1.01.2002 1.01.2003 1.01.2004 dal 1/1/2010 Valore limite 58 56 54 52 40
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www.lexambiente.it g/m3 Dalla tabella emerge che per il biossido di azoto (NO2) sono stati rilevati valori superiori al limite annuale per la protezione della salute umana di 40 g/m3, con il relativo margine di tolleranza (VL + MDT): - nelle stazioni di Indipendenza e Castelnuovo negli anni 2002, 2003 e 2004; - nella stazione di Belgio negli anni 2002 e 2003; - nelle stazioni Unit DItalia e Di Blasi negli anni 2002, 2003 e 2004; - nella stazione Giulio Cesare per lintero periodo 2001-2004. Polveri fini PM10 Valori medi annuali (in g/m3 ) stazioni Boccadifalco Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit D'italia Torrelunga Belgio Di Blasi Cep 2001 26 33 40 45 45 34 34 2002 28 38 45 44 43 32 32 49 2003 29 34 45 41 41 31 39 46 2004 28 32 42 39 40 29 38 43 -

- i valori annuali evidenziati in grassetto sono superiori a quelli previsti dai margini di tolleranza. - i valori limite annuali del PM 10 per la protezione della salute umana con il margine di tolleranza previsti dal DM 2/4/2002 n. 60 sono i seguenti: Anni 1.01.2001 1.01.2002 1.01.2003 1.01.2004 1.01.2005 Valore limite 46,4 44,8 43,2 41,6 40 g/m3 Dalla tabella emerge che per le polveri fini PM10 sono stati rilevati valori superiori al limite annuale per la protezione della salute umana di 40 g/m3, con il relativo margine di tolleranza (VL + MDT) nelle stazioni di Giulio Cesare e Di Blasi negli anni 2002, 2003 e 2004. Polveri fini PM10 Numero di superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana (max 35 volte)
stazioni

Boccadifalco Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit d'Italia Torrelunga

2001 3 9 11 25 27 9

2002 13 16 28 30 36 11
11

2003 12 16 43 30 33 8

2004 12 13 45 41 44 8

www.lexambiente.it Belgio Di Blasi CEP 8 0 12 33 31 50 41 47 -

- i valori sono i superamenti verificati rispetto al limite previsto per le 24 ore (50g/m3 + M.d.T.); quelli evidenziati in grassetto rappresentano i superamenti oltre le 35 volte consentite per anno civile. - i valori limite giornalieri del PM10 per la protezione della salute umana con il margine di tolleranza previsti dal DM 2/4/2002 n. 60 sono i seguenti: Anni 1.01.2001 1.01.2002 1.01.2003 1.01.2004 1.01.2005 Valore limite 70 65 60 55 50 * g/m3 * (da non superare pi di 35 volte per anno civile) Dalla tabella emerge che il numero dei superamenti del valore limite giornaliero con riferimento alla concentrazione delle polveri sottili o particolato PM10, pari a 50 g/m3 con il relativo margine di tolleranza (VL + MDT) da cui derivano, alla luce dei pi recenti studi epidemiologici, danni allapparato respiratorio ed allapparato cardiovascolare, risultato superiore alle 35 volte consentite per anno civile: - nella stazione Unit DItalia negli anni 2002 e 2004; - nelle stazioni Castelnuovo e Belgio nellanno 2004; - nelle stazioni Giulio Cesare e Di Blasi negli anni 2003 e 2004. Commessi in Palermo dal 2001 al 31.12.2004. TUTTI b1) del reato p. e p. dagli artt. 110, 40 comma II, 81 cpv., 674 c.p. perch, agendo in concorso tra loro e con pi omissioni esecutive del medesimo disegno criminoso, avendo lobbligo giuridico di impedire levento, in relazione alla posizione di garanzia come specificata nel capo a) e in relazione alle condotte attive e omissive ivi descritte, nelle rispettive qualit sotto indicate - CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario per l'attuazione degli "Interventi necessari a fronteggiare l'emergenza determinatasi a Palermo a causa del superamento delle soglie di attenzione dell'inquinamento atmosferico con conseguenti gravi ripercussioni nel settore del traffico e della mobilit" dal 2002 e fino al 31.12.2006 - CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture, Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 al 2008 - AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 non impedivano il superamento dei limiti di legge stabiliti dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (emanato in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) e dallulteriore normativa di settore indicata nei capi a1) ed a) e che qui si intende integralmente richiamata, nel territorio del Comune di Palermo in ordine agli inquinanti atmosferici indicati nelle tabelle sotto riportate consentendo cos che le emissioni, derivanti anche da traffico veicolare, determinassero un superamento dei limiti stabiliti dalla legge per la qualit dellaria
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www.lexambiente.it nelle aree urbane con conseguente causazione di emissioni atte ad offendere e molestare una pluralit di persone BIOSSIDO DI AZOTO (NO2) Valori medi annuali (in g/m3 ) 2005 2006 2007 2008 2009 Boccadifalco 21 14 17 11 13 Indipendenza 50 42 49 39 41 Giulio Cesare 67 64 67 59 66 Castelnuovo 56 47 54 44 47 Unit D'Italia 46 52 53 53 44 Torrelunga 43 46 37 24 Belgio 53 52 45 41 50 Di Blasi 77 78 75 69 79 CEP 34 23 30 27 29 - i valori annuali evidenziati in grassetto sono superiori a quelli previsti dai margini di tolleranza. - i valori limite annuali del Biossido di Azoto per la protezione della salute umana con il margine di tolleranza previsti dal DM 2/4/2002 n. 60 sono i seguenti: Anni 1.01.05 1.01.06 1.01.07 1.01.08 1.01.20 dal 1/1/2010 Valore limite 50 48 46 44 42 40 3 g/m
stazioni

Dalla tabella emerge che per il biossido di azoto (NO2) sono stati rilevati valori superiori al limite annuale per la protezione della salute umana di 40 g/m3, con il relativo margine di tolleranza (VL + MDT): - nella stazione Castelnuovo negli anni 2005, 2007 e 2009; - nella stazione Indipendenza nellanno 2007; - nella stazione Belgio negli anni 2005, 2006 e 2009; - nella stazione Unit DItalia per il periodo 2006-2009; - nelle stazioni Di Blasi e Giulio Cesare per lintero periodo 2005-2009. Polveri fini PM10 Valori medi annuali (in g/m3 )
stazioni

Boccadifalco Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit D'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi CEP

2005 22 28 40 34 37 28 35 43 29

2006 23 34 40 41 42 33 43 58 32

2007 23 39 44 37 43 34 35 45 32

2008 22 32 40 35 34 31 37 42 29

2009 24 35 41 35 33 32 37 41 29

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www.lexambiente.it - i valori annuali evidenziati in grassetto sono superiori al limite annuale previsto dal DM 2/4/2002 n. 60 pari a 40 g/m3 (valore entrato a regime il 1gennaio 2005 senza pi alcun margine di tolleranza). Dalla tabella emerge che per le polveri fini PM10 sono stati rilevati valori superiori al limite annuale per la protezione della salute umana di 40 g/m3: - nella stazione Giulio Cesare negli anni 2007 e 2009; - nella stazione Unit DItalia negli anni 2006 e 2007; - nelle stazioni Castelnuovo e Belgio nellanno 2006; - nella stazione Di Blasi per lintero periodo 2005-2009. Polveri fini PM10 Numero di superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana (max 35 volte) 2005 2006 2007 2008 2009 Boccadifalco 10 18 14 7 6 Indipendenza 13 38 65 29 29 Giulio Cesare 65 65 76 62 55 Castelnuovo 37 57 41 40 35 Unit D'Italia 54 80 81 33 23 Torrelunga 9 27 39 25 25 Belgio 48 89 42 50 44 Di Blasi 80 210 109 69 51 CEP 31 49 27 24 23 - i valori sono i superamenti verificati rispetto al limite giornaliero previsto dal DM 2/4/2002 n. 60 pari a 50 g/m3 (valore entrato a regime il 1gennaio 2005 senza pi alcun margine di tolleranza); quelli evidenziati in grassetto rappresentano i superamenti oltre le 35 volte consentite per anno civile.
stazioni

Dalla tabella emerge che il numero dei superamenti del valore limite giornaliero per le polveri fini PM10, pari a 50 g/m3, risultato superiore alle 35 volte consentite per anno civile: - nella stazione Unit DItalia negli anni 2005, 2006 e 2007; - nella stazione Castelnuovo nel periodo 2005-2008; - nella stazione Belgio nel periodo 2005-2009; - nella stazione Indipendenza negli anni 2006 e 2007; - nella stazione Torrelunga nellanno 2007; - nelle stazioni di Giulio Cesare e Di Blasi per lintero periodo 2005-2009. Commessi in Palermo dal 1.1.2005 al 31.12.2009;

Parti Civili costituite


1) Alajmo Roberto, Di Napoli Michelangelo, Gemelli Maurizio, Milio Pietro rappresentati e difesi dal procuratore speciale Avv. Giuseppe Scozzola del Foro di Palermo.
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www.lexambiente.it 2) Romeo Fabrizio, Pardo Rosanna, Pardo Maria Teresa, Mutolo Giacomo, Sessa Rosario, Taormina Felicia, Di Carmino Rocco, Romano Maria Stefania, Pecorella Michelangelo, Ottaviano Silvio, Taormina Roberto, Sampino Francesca, Spinoso Michele, Monte Gaetano, Tarantino Pietro, La Neve Umberto, Adelfio Stefania, Comand Giovanni, Messina Giovanni, Anello Carmelo, Glaviano Maurizio, La Rosa Francesca, Sansone Francesco Paolo, Cal Antonio, Galizzi Andrea, Ortaggio Gaspare, Monac Gianfabio, Tubiolo Giusto, Tardo Giovanni- Vigili Urbani del Comune di Palermo rappresentati e difesi dal procuratore speciale Avv. Fabio Lanfranca. 4) Guzzo Francesca e Cudia Giuseppe agenti di Polizia Municipale rappresentate e difese dal procuratore speciale Avv. Davide Martorana. 5) Legambiente, Comitato Regionale Siciliano in persona del Presidente e legale rappresentante pro-tempore Domenico Fontana, rappresentato e difeso dal procuratore speciale Avv. Nicola Giudice. 6) WWF Italia in persona del Presidente Nazionale legale rappresentante pro-tempore, rappresentato e difeso dal procuratore speciale Avv.Davide Bambina.

Con l'intervento del P.M. dott. Calogero Ferrara e con lassistenza del dott. Marco Bertolino, cancelliere. Conclusioni delle parti: Conclusioni del Pubblico Ministero Il P.M. chiede affermarsi la penale responsabilit degli imputati e condannarsi: Cammarata Diego, alla pena di anni due e mesi dieci di reclusione; Avanti Giovanni, alla pena di anni due di reclusione; Ceraulo Lorenzo, alla pena di anni due di reclusione. Conclusioni delle PP.CC. Le parti civili concludono tutte come da comparse che rispettivamente depositano, unitamente alla nota spese. Conclusioni delle difese
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Lavv. Bisagna, nellinteresse di Ceraulo Lorenzo, chiede lassoluzione perch il fatto non sussiste; lavv. Gallina Montana, nellinteresse di Avanti Giovanni, chiede lassoluzione per non avere commesso il fatto; lavv. Rizzuti, nellinteresse di Cammarata Diego e Ceraulo Lorenzo, chiede lassoluzione perch il fatto non sussiste o non costituisce reato.
IN FATTO E IN DIRITTO Con decreto emesso in data 10 marzo 2009, il GUP del Tribunale di Palermo disponeva il rinvio a giudizio dinanzi a questo Tribunale dei nominati in epigrafe, nelle rispettive qualit, chiamati a rispondere dei reati loro rispettivamente ascritti nei capi di imputazione come modificati alludienza preliminare del 20 febbraio 2009. Alludienza del 7.4.2009, il Tribunale dichiarava la contumacia degli imputati Cammarata e Avanti, disponendo su eccezione della difesa nuova notifica del decreto di rinvio a giudizio nei confronti dellimputato Ceraulo e rinviando alludienza del 22.5.2009. In detta ultima udienza si costituivano parti civili nei confronti degli imputati, Roberto Alaimo, lAvv. Michelangelo Di Napoli, lAvv. Maurizio Gemelli, lAvv. Pietro Milio, nonch lAvv. Fabrizio Biondo limitatamente alla seconda ipotesi del 3 capo di imputazione per art. 674 c.p., ventisette Vigili Urbani del Comune di Palermo a mezzo del procuratore speciale Avv. Fabio Lanfranca limitatamente ai capi di imputazione di cui allart. 674 c.p., gli agenti di Polizia Municipale Guzzo Francesca e Cudia Giuseppe limitatamente ai capi b1 e b del decreto che dispone il giudizio relativi al reato di cui allart. 674 c.p., Legambiente Comitato Regionale Siciliano per tutte le ipotesi di reato, il WWF Italia, lAssociazione Movimento in difesa del cittadino. Il difensore degli imputati Cammarata e Ceraulo, Avv. Rizzuti, dunque, eccepiva la nullit dellavviso di fissazione delludienza preliminare non contenente la modifica dei capi di imputazione avvenuta alludienza preliminare e chiedeva un rinvio per esaminare le costituzioni di Parte civile. Non opponendosi il PM, il Tribunale rinviava per il prosieguo preliminarmente alludienza del 22 giugno 2009, nella quale, contumaci gli imputati Cammarata, Avanti e Ceraulo, i procuratori
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speciali persistevano nella costituzione di parte civile, opponendosi ad esse i difensori di tutti gli imputati. Il PM chiedeva il rigetto delle eccezioni di tutte le difese ed anche di quella di nullit. Il Tribunale, con separate ordinanze, decidendo sulle questioni preliminari, escludeva dal processo la sola parte civile Movimento per il cittadino e rigettava la sollevata eccezione di nullit. Indi, il PM chiedeva lesame dei testi in lista e la produzione della documentazione ivi indicata; i difensori degli imputati, non opponendosi alle prove per testi richieste dal PM, in ordine alla documentazione chiedevano termine per esame, domandando tutti lesame dei testi e degli imputati indicati nelle rispettive liste. Il Tribunale ammetteva le prove orali richieste dalle Parti. Il PM procedeva, dunque, alla modifica dei capi di imputazione (ex artt. 516 e 517 c.p.p., come in nota)1.
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TUTTI:

a1) del reato p. e p. dagli artt. 110 e 328 I e II comma c.p. perch, agendo in concorso tra loro, nelle rispettive qualit sotto-indicate: CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario al Traffico CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture. Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 ad oggi AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 COSTANTINO Roberto n.q. di Dirigente Responsabile del Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo fino al 12.1.2005 CARIOTI Attilio n.q. di Dirigente Responsabile del Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo dal 12.1.2005 ad oggi e quindi quali responsabili del governo locale del territorio anche in ordine alla salute dellambiente, essendo i Sindaci responsabili della salute dei cittadini residenti in virt delle competenze generali attribuite loro dalla legge ; essendo i Sindaci e gli assessori allambiente altres specificamente obbligati ad adottare doverosi provvedimenti per impedire il deterioramento della qualit dellaria o quanto meno essendo obbligati ad attenuarne gli effetti e lentit ai sensi del Decreto Ministeriale 163 /1999 art 1 comma 2; essendo i Sindaci in particolare direttamente investiti del potere-dovere di impedire o di attenuare gli effetti del deterioramento della qualit dellaria ambiente fino alla emanazione da parte della Regione del piano di risanamento per larea territoriale omogenea ; avendo tutti piena consapevolezza delle gravi e attuali conseguenze per la salute umana, dovute alla prolungata esposizione della popolazione a valori di inquinanti dellaria superiori ai limiti fissati dalla normativa comunitaria,, anche alla luce del contenuto dei piani sanitari nazionali emanati dal Ministero della Sanit negli ultimi anni ( piani 2003-2005, 2006-2008), che recepiscono recenti studi epidemiologici ; avendo tutti piena conoscenza, in quanto giornalmente informati dai risultati delle centraline di rilevamento, dellandamento della qualit dellaria - ambiente sul proprio territorio, del persistere dei fenomeni negativi di inquinamento con superamento dei limiti di legge e della completa incoerenza tra gli obiettivi di qualit imposti dalla legge e il programma di interventi adottati e concordati di anno in anno, sia con riferimento ai limiti per i superamenti dei picchi giornalieri , sia con riferimento agli andamenti delle medie su base annua; indebitamente rifiutavano di adottare atti del loro ufficio che, per ragioni di igiene e sanit, dovevano essere compiuti senza ritardo; in particolare a fronte del superamento dei limiti di legge posti a tutela della qualit dellaria nelle aree urbane dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) con conseguente causazione di emissioni moleste nel territorio del Comune di Palermo, derivanti anche da traffico veicolare, degli inquinanti atmosferici ossido di azoto, biossido di azoto e polveri sottili (PM10) negli anni dal 2001 al 31.12.2004 nella misura dettagliatamente specificata nei capi di imputazione che seguono, rifiutando appunto, di porre in essere provvedimenti amministrativi che portassero al miglioramento della qualit dellaria ambiente per i parametri delle polveri sottili (particolato PM 10) e degli ossidi di azoto (NOX , NO2 ) tra i quali la limitazione del traffico veicolare e finanche il blocco integrale del traffico veicolare, finalizzati al mantenimento degli standard di qualit dellaria previsti dalla normativa; limitandosi a eseguire interventi programmati palesemente inutili e irrilevanti rispetto alle finalit di tutela della salute imposte dalla legge, in quanto le ordinanze sindacali che imponevano alcune limitazioni del traffico non incidevano, se non in parte trascurabile, sul parco macchine circolante e sullinquinamento provocato; nonch omettevano di adottare i provvedimenti di comunicazione e diffusione al pubblico dello stato della qualit dellaria attraverso la esposizione sui monitor cittadini e con la comunicazione agli organi di stampa, in presenza dellurgenza sostanziale di evitare gravi conseguenze sul bene primario della salute dei cittadini, e ci facendo in violazione dei seguenti atti normativi costitutivi nei loro confronti di una specifica posizione di garanzia a tutela della salute e della incolumit di tutte le persone presenti sul territorio del Comune, a partire dal disposto dell art 32 della Costituzione che riconosce e garantisce come bene primario per i cittadini che vivono nel territorio dei Comuni e della Regione il diritto alla salute e a vivere in un ambiente salubre; - la direttiva 96/62/CE del Consiglio del 27 settembre 1996, in materia di valutazione, e di gestione della qualit dell'aria ambiente; - la Direttiva 22 aprile 1999, n. 30 del Consiglio, concernente i valori limite di qualit dell'aria ambiente con particolare riferimento al biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo. (G.U.C.E. 29 giugno 1999 n. L 163) - Testo coordinato con la Decisione della Commissione 17

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Il difensore dellimputato Avanti faceva presente che il suo assistito non rivestiva pi le funzioni per le quali era contestazione dal 2007 e lAvv. Rizzuti chiedeva il prescritto termine a difesa. Il Tribunale, nella contumacia degli imputati, sospendeva il dibattimento fino alludienza di rinvio del 21 settembre 2009, disponendo la notifica a tutti gli imputati contumaci del verbale con le modifiche dei capi di imputazione.

ottobre

2001

n.

744.

- la legge 24 aprile 1998, n. 128, recante "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dalla appartenenza dell'Italia alle Comunit europee (legge comunitaria 1995-1997)", e in particolare l'allegato B) con cui si attua la direttiva comunitaria 96/62; - il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. l12, recante "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59" come specificato in termini generali allart 1 e con particolare riferimento alla materia dellambiente artt 51 e ss e in particolare artt 74 ( Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale con obbligo in capo alla Regione , sentiti gli enti locali di redazione di piano di risanamento , comma 2 e 4 ); alla materia dellinquinamento dellaria artt 82 e ss; alla materia della tutela della salute , artt 112 e ss e in particolare art 117; - la legge 4 novembre 1997, n. 413 relativa a "Misure urgenti per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico da benzene, in cui allart 3 vengono attribuiti ai Sindaci poteri di limitazione della circolazione stradale in materia di prevenzione dellinquinamento della qualit dellaria ; -il Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo codice della strada"agli artt 6 e 7 , in cui nei centri abitati ai Sindaci sono attribuiti poteri di ordinanza per limitare la circolazione stradale per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti ( art 7 lett b) , o per motivi di incolumit pubblica (art 6 comma 4 e 5) o per motivi di tutela della salute ( art 6 comma 1 in relazione allart 7 comma 1) ; - il decreto legislativo 351/99 che impone alla Regione in collaborazione con i Comuni lo studio preliminare della qualit dellaria ambiente (art 5) e la valutazione della qualit dellaria ambiente ( art 6) , il rispetto dei valori limite degli inquinanti e della tempistica nel raggiungere tali obiettivi , fissati da apposito decreto ministeriale ( dm 62/02) ( art 3) , la adozione dei piani di azione con individuazione dei soggetti responsabili e con gli obiettivi da raggiungere nel breve periodo (art 7) , le Misure da applicare nelle zone in cui i livelli sono pi alti dei valori limite ( art 8 ) , la diffusione delle informazioni ai cittadini sulle problematiche inerenti linquinamento dellaria chiare accessibili e comprensibili (art 11); - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163 in cui allart 1 comma 2 con cui attribuito ai Sindaci dei Comuni appartenenti agli agglomerati ed alle zone di cui agli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 351/99, in cui sussiste il superamento ovvero il rischio di superamento dei valori limite previsti dalla vigente normativa, il potere di adottare, sulla base dei piani e dei programmi di cui ai medesimi articoli, le misure di limitazione della circolazione di cui all'articolo 7, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285; - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163 , in cui allart 3 con cui si stabilisce che fino all'attuazione, da parte delle Regioni, degli adempimenti previsti dall'articolo 7, commi 1 e 2, e dall'articolo 8, commi 1, 2 e 3, del decreto legislativo n. 351/99, continuano ad applicarsi le misure precedentemente adottate dai Sindaci. Tali misure possono essere rimodulate, ai fini del rispetto dei valori limite previste dalla vigente normativa, sulla base delle previsioni di miglioramento o di peggioramento dello stato della qualit dell'aria, alla luce delle informazioni rese disponibili ai sensi dell'articolo 11 del decreto legislativo n. 351/99. - il Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002 , in cui allart 1 comma 1 lett a) vengono stabiliti i valori limite per gli inquinanti di ossido e biossido di azoto e materiale particolato, valori limite meglio precisati per gli ossidi di azoto agli artt da 13 a 16 in relazione allallegato II sezione I e per il materiale particolato agli articoli da 17 a 24 in relazione allallegato III. - il Decreto Ministeriale n. 261 del 1 ottobre 2002, che prevede il Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualit dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351 - il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, recante "Attuazione delle direttive 80/779/CEE, 82/884/CEE, 84/360/CEE e 85/203/CEE, concernenti norme in materia di qualit dell'aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali", in cui allart 4 rimesso alla competenza delle Regioni : la formulazione dei piani di rilevamento, prevenzione, conservazione e risanamento del proprio territorio, nel rispetto dei valori limite di qualit dell'aria (art 4 lett. A) e la fissazione di valori limite di emissione pi restrittivi per zone particolarmente inquinate o per specifiche esigenze di tutela ambientale, nell'ambito dei piani di cui al punto a) , di valori limite delle emissioni pi restrittivi dei valori minimi di emissione definiti nelle linee guida, nonch per talune categorie di impianti la determinazione di particolari condizioni di costruzione o di esercizio; - il Testo Unico ambientale n. 152/2006 allart 271 comma 3 e 4 in cui , riprendendo la disciplina prevista dal Dpr 203/88 ( art 4 lett.a) , la Regione pu stabilire limiti di emissione pi restrittivi ove ci risulti necessario al conseguimento del valori limite e dei valori bersaglio di qualit dell'aria. - il Decreto del Presidente della Repubblica 23 maggio 2003 Approvazione del Piano sanitario nazionale 2003-2005. (GU n. 139 del 18-6-2003Suppl. Ordinario n.95) con particolare riferimento al punto 4.2 (tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono

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Alludienza del 21.9.2009 contumaci gli imputati e presenti i difensori di parte civile, il Tribunale, stante la diversa composizione del Collegio, disponeva la rinnovazione degli atti ai sensi dellart. 525 c.p.p.. Il PM e i difensori si riportavano, dunque, alle richieste gi formulate. Il Tribunale disponeva lammissione delle prove richieste. Il PM rinunziava allesame dei testi Muscarella, Milazzo e Sapuppo, chiedendo di produrre le annotazioni di servizio del 19.2.2007, 17.7.2007 e 28.2.2009 a firma dei due ultimi. Rigettata dal Tribunale la richiesta delle difese di poter riproporre le eccezioni preliminari, i difensori tutti prestavano il consenso alla rinunzia ai
sottolineati i gravi problemi sanitari in termini di aumento di gravi patologie e di incremento dei decessi causati dallinquinamento dellaria ambiente ; - il Piano sanitario nazionale 2006-2008 con particolare riferimento al punto 5.12 ( tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono ribadite le emergenze sanitarie del piano sanitario precedente connesse con la qualit dellaria ambiente e in particolare si legge al paragrafo intitolato inquinamento atmosferico e qualit dellaria , Sulla base degli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale ed italiano , si pu affermare con assoluta certezza che allinquinamento atmosferico attribuibile oggi una quota rilevante di morbosit acuta e cronica, la diminuzione della speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato , e che non sembra esserci una soglia al di sotto della quale non si osservano danni e ancora in un passo immediatamente successivo la gravit degli effetti sulla salute umana, sia a breve che a lungo periodo, di questi inquinanti direttamente proporzionale alla concentrazione degli inquinanti, al tempo e/o modalit di esposizione e la associazione con ulteriori fattori di rischio pu rafforzare considerevolmente lentit dei singoli rischi.; in Palermo dal 2001 al 31.12.2004; Diego CAMMARATA, Lorenzo CERAULO, Giovanni AVANTI e Attilio CARIOTI: a) del reato p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv. e 328 I e II comma c.p. perch, agendo in concorso tra loro, con pi omissioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, nelle rispettive qualit sotto-indicate: CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario al Traffico CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture. Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 ad oggi AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 CARIOTI Attilio n.q. di Dirigente Responsabile del Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo dal 12.1.2005 ad oggi; e quindi quali responsabili del governo locale del territorio anche in ordine alla salute dellambiente, essendo i Sindaci responsabili della salute dei cittadini residenti in virt delle competenze generali attribuite loro dalla legge ; essendo i Sindaci e gli assessori allambiente altres specificamente obbligati ad adottare doverosi provvedimenti per impedire il deterioramento della qualit dellaria o quanto meno essendo obbligati ad attenuarne gli effetti e lentit ai sensi del Decreto Ministeriale 163 /1999 art 1 comma 2; essendo i Sindaci in particolare direttamente investiti del potere-dovere di impedire o di attenuare gli effetti del deterioramento della qualit dellaria ambiente fino alla emanazione da parte della Regione del piano di risanamento per larea territoriale omogenea ; avendo tutti piena consapevolezza delle gravi e attuali conseguenze per la salute umana, dovute alla prolungata esposizione della popolazione a valori di inquinanti dellaria superiori ai limiti fissati dalla normativa comunitaria, anche alla luce del contenuto dei piani sanitari nazionali emanati dal Ministero della Sanit negli ultimi anni ( piani 2003-2005, 2006-2008), che recepiscono recenti studi epidemiologici ; avendo tutti piena conoscenza, in quanto giornalmente informati dai risultati delle centraline di rilevamento, dellandamento della qualit dellaria - ambiente sul proprio territorio, del persistere dei fenomeni negativi di inquinamento con superamento dei limiti di legge, e della completa incoerenza tra gli obiettivi di qualit imposti dalla legge e il programma di interventi adottati e concordati di anno in anno, sia con riferimento ai limiti per i superamenti dei picchi giornalieri , sia con riferimento agli andamenti delle medie su base annua; indebitamente rifiutavano di adottare atti del loro ufficio che, per ragioni di igiene e sanit, dovevano essere compiuti senza ritardo; in particolare a fronte del superamento dei limiti di legge posti a tutela della qualit dellaria nelle aree urbane dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) con conseguente causazione di emissioni moleste nel territorio del Comune di Palermo, derivanti anche da traffico veicolare, degli inquinanti atmosferici ossido di azoto, biossido di azoto e polveri sottili (PM10) negli anni dal 1.1.2005 al 31.12.2008 nella misura dettagliatamente specificata nei capi di imputazione che seguono, rifiutando appunto di porre in essere provvedimenti amministrativi che portassero al miglioramento della qualit dellaria ambiente per i parametri delle polveri sottili (particolato PM 10) e degli ossidi di azoto (NOX , NO2 ) tra i quali la limitazione del traffico veicolare e finanche il blocco integrale del traffico veicolare, finalizzati al mantenimento degli standard di qualit dellaria previsti dalla normativa; limitandosi ad eseguire interventi programmati palesemente inutili e irrilevanti rispetto alle finalit di tutela della salute imposte dalla legge, in quanto le ordinanze sindacali che imponevano alcune limitazioni del traffico non incidevano, se non in parte trascurabile, sul parco macchine circolante e sullinquinamento provocato; nonch omettevano di adottare i provvedimenti di comunicazione e diffusione al pubblico dello stato della qualit dellaria attraverso la esposizione sui monitor cittadini e con la comunicazione agli organi di stampa, in presenza dellurgenza sostanziale di evitare gravi conseguenze sul bene primario della salute dei cittadini, e ci facendo in violazione dei seguenti atti normativi costitutivi nei loro confronti di una specifica posizione di garanzia a tutela della salute e della incolumit di tutte le persone presenti sul territorio del Comune a partire dal disposto dell art 32 della Costituzione che riconosce e garantisce come bene primario per i cittadini che vivono nel territorio dei Comuni e della Regione il diritto alla salute e a vivere in un ambiente salubre; - la direttiva 96/62/CE del Consiglio del 27 settembre 1996, in materia di valutazione, e di gestione della qualit dell'aria ambiente;

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testi del PM ed alla produzione dei suddetti atti di PG, revocando il Collegio parzialmente, e corrispondentemente, lordinanza ammissiva delle prove. Alludienza di rinvio del 2 ottobre 2009, nella persistente contumacia degli imputati Cammarata e Avanti, veniva revocata lordinanza dichiarativa della contumacia dellimputato Ceraulo presente. Il PM chiedeva di poter produrre i dati acquisiti dallAMIA sullinquinamento atmosferico costituenti allegati alla consulenza tecnica del PM e la relazione di consulenza.
- la Direttiva 22 aprile 1999, n. 30 del Consiglio, concernente i valori limite di qualit dell'aria ambiente con particolare riferimento al biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo. (G.U.C.E. 29 giugno 1999 n. L 163) - Testo coordinato con la Decisione della Commissione 17 ottobre 2001 n. 744. - la legge 24 aprile 1998, n. 128, recante "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dalla appartenenza dell'Italia alle Comunit europee (legge comunitaria 1995-1997)", e in particolare l'allegato B) con cui si attua la direttiva comunitaria 96/62; - il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. l12, recante "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59" come specificato in termini generali allart 1 e con particolare riferimento alla materia dellambiente artt 51 e ss e in particolare artt 74 ( Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale con obbligo in capo alla Regione , sentiti gli enti locali di redazione di piano di risanamento , comma 2 e 4 ); alla materia dellinquinamento dellaria artt 82 e ss; alla materia della tutela della salute , artt 112 e ss e in particolare art 117; - la legge 4 novembre 1997, n. 413 relativa a "Misure urgenti per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico da benzene, in cui allart 3 vengono attribuiti ai Sindaci poteri di limitazione della circolazione stradale in materia di prevenzione dellinquinamento della qualit dellaria ; -il Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo codice della strada"agli artt 6 e 7 , in cui nei centri abitati ai Sindaci sono attribuiti poteri di ordinanza per limitare la circolazione stradale per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti ( art 7 lett b) , o per motivi di incolumit pubblica (art 6 comma 4 e 5) o per motivi di tutela della salute ( art 6 comma 1 in relazione allart 7 comma 1) ; - il decreto legislativo 351/99 che impone alla Regione in collaborazione con i Comuni lo studio preliminare della qualit dellaria ambiente (art 5) e la valutazione della qualit dellaria ambiente ( art 6) , il rispetto dei valori limite degli inquinanti e della tempistica nel raggiungere tali obiettivi , fissati da apposito decreto ministeriale ( dm 62/02) ( art 3) , la adozione dei piani di azione con individuazione dei soggetti responsabili e con gli obiettivi da raggiungere nel breve periodo (art 7) , le Misure da applicare nelle zone in cui i livelli sono pi alti dei valori limite ( art 8 ) , la diffusione delle informazioni ai cittadini sulle problematiche inerenti linquinamento dellaria chiare accessibili e comprensibili (art 11); - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163 in cui allart 1 comma 2 con cui attribuito ai Sindaci dei Comuni appartenenti agli agglomerati ed alle zone di cui agli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 351/99, in cui sussiste il superamento ovvero il rischio di superamento dei valori limite previsti dalla vigente normativa, il potere di adottare, sulla base dei piani e dei programmi di cui ai medesimi articoli, le misure di limitazione della circolazione di cui all'articolo 7, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285; - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163 , in cui allart 3 con cui si stabilisce che fino all'attuazione, da parte delle Regioni, degli adempimenti previsti dall'articolo 7, commi 1 e 2, e dall'articolo 8, commi 1, 2 e 3, del decreto legislativo n. 351/99, continuano ad applicarsi le misure precedentemente adottate dai Sindaci. Tali misure possono essere rimodulate, ai fini del rispetto dei valori limite previste dalla vigente normativa, sulla base delle previsioni di miglioramento o di peggioramento dello stato della qualit dell'aria, alla luce delle informazioni rese disponibili ai sensi dell'articolo 11 del decreto legislativo n. 351/99. - il Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002 , in cui allart 1 comma 1 lett a) vengono stabiliti i valori limite per gli inquinanti di ossido e biossido di azoto e materiale particolato, valori limite meglio precisati per gli ossidi di azoto agli artt da 13 a 16 in relazione allallegato II sezione I e per il materiale particolato agli articoli da 17 a 24 in relazione allallegato III. - il Decreto Ministeriale n. 261 del 1 ottobre 2002, che prevede il Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualit dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351 - il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, recante "Attuazione delle direttive 80/779/CEE, 82/884/CEE, 84/360/CEE e 85/203/CEE, concernenti norme in materia di qualit dell'aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali", in cui allart 4 rimesso alla competenza delle Regioni : la formulazione dei piani di rilevamento, prevenzione, conservazione e risanamento del proprio territorio, nel rispetto dei valori limite di qualit dell'aria (art 4 lett. A) e la fissazione di valori limite di emissione pi restrittivi per zone particolarmente inquinate o per specifiche esigenze di tutela ambientale, nell'ambito dei piani di cui al punto a) , di valori limite delle emissioni pi restrittivi dei valori minimi di emissione definiti nelle linee guida, nonch per talune categorie di impianti la determinazione di particolari condizioni di costruzione o di esercizio; - il Testo Unico ambientale n. 152/2006 allart 271 comma 3 e 4 in cui , riprendendo la disciplina prevista dal Dpr 203/88 ( art 4 lett.a) , la Regione pu stabilire limiti di emissione pi restrittivi ove ci risulti necessario al conseguimento del valori limite e dei valori bersaglio di qualit dell'aria.

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Veniva ammessa la sola produzione documentale e si procedeva, dunque, allesame dellimputato di procedimento connesso Carioti Attilio, il quale si avvaleva della facolt di non rispondere ed il Tribunale rigettava, nellassenza di consenso delle difese degli imputati, la richiesta del PM di acquisizione del relativo verbale di interrogatorio del 26.7.2007. Allo stesso modo, Costantino Roberto, imputato in procedimento connesso, si avvaleva della facolt di non rispondere ed il Tribunale rigettava, nellassenza di consenso delle difese degli imputati, la richiesta del PM di acquisizione del relativo verbale di interrogatorio del 10 settembre 2007 .
- il Decreto del Presidente della Repubblica 23 maggio 2003 Approvazione del Piano sanitario nazionale 2003-2005. (GU n. 139 del 18-6-2003Suppl. Ordinario n.95) con particolare riferimento al punto 4.2 (tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono sottolineati i gravi problemi sanitari in termini di aumento di gravi patologie e di incremento dei decessi causati dallinquinamento dellaria ambiente ; - il Piano sanitario nazionale 2006-2008 con particolare riferimento al punto 5.12 ( tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono ribadite le emergenze sanitarie del piano sanitario precedente connesse con la qualit dellaria ambiente e in particolare si legge al paragrafo intitolato inquinamento atmosferico e qualit dellaria , Sulla base degli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale ed italiano , si pu affermare con assoluta certezza che allinquinamento atmosferico attribuibile oggi una quota rilevante di morbosit acuta e cronica, la diminuzione della speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato , e che non sembra esserci una soglia al di sotto della quale non si osservano danni e ancora in un passo immediatamente successivo la gravit degli effetti sulla salute umana, sia a breve che a lungo periodo, di questi inquinanti direttamente proporzionale alla concentrazione degli inquinanti, al tempo e/o modalit di esposizione e la associazione con ulteriori fattori di rischio pu rafforzare considerevolmente lentit dei singoli rischi.; in Palermo dal 1.1.2005 al 31.12.2008; tutti: b1) del reato p. e p. dagli artt. 110, 40 comma II, 81 cpv, 674 c.p. perch, agendo in concorso tra loro e con pi omissioni esecutive del medesimo disegno criminoso, avendo lobbligo giuridico di impedire levento, in relazione alla posizione di garanzia come specificata nel capo a) e in relazione alle condotte attive e omissive ivi descritte, nelle rispettive qualit sotto indicate CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario al Traffico, CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture. Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 ad oggi AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 COSTANTINO Roberto n.q. di Dirigente Responsabile del Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo fino al 12.1.2005 CARIOTI Attilio n.q. di Dirigente Responsabile del Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo dal 12.1.2005 ad oggi non impedivano il superamento dei limiti di legge stabiliti dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (emanato in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) nel territorio del Comune di Palermo in ordine agli inquinanti atmosferici indicati nella tabella sotto riportata consentendo cos che le emissioni, derivanti anche da traffico veicolare, determinassero un superamento dei limiti stabiliti dalla legge per la qualit dellaria nelle aree urbane con conseguente causazione di emissioni atte ad offendere e molestare una pluralit di persone OSSIDI DI AZOTO Stazioni2001200220032004g/m3Boccadifalco14201621Indipendenza68928893Giulio Cesare149144144134Castelnuovo921068998Unit d'Italia821049785Torrelunga80776763Belgio961068783Di Blasi-148163164CEP----Ossidi di azoto (NOX) concentrazione media annuale (valore limite per la protezione della salute umana = 30 g/m 3) Per lintero periodo 2001-2004 per gli ossidi azoto (NO x) non stato rispettato il valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (30 g/m3) in tutte le stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria con esclusione di quella di Boccadifalco.

BIOSSIDI DI AZOTO Stazioni2001200220032004VL+MTD g/m358565452Boccadifalco12191519Indipendenza42595758Giulio Cesare73738471Castelnuovo57675862Unit d'Italia51707055Torrelunga50454140Belgio54605548Di Blasi-677371CEP---media48,257,556,653,0Biossido di azoto (NO2) concentrazione media annuale (valore limite per la protezione della salute umana = 40 g/m 3) Per lintero periodo 2001-2004 per il biossido di azoto (NO 2) non stato rispettato il valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40g/m3 + M.D.T.) in tutte le stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria con esclusione di quelle di Boccadifalco e di piazza Torrelunga PM10 (media annuale) Stazioni2001200220032004VL+MTD g/m346,444,843,241,6Boccadifalco26282928Indipendenza33383432Giulio Cesare40454542Castelnuovo45444139Unit d'Italia45434140Torrelunga34323129Belgio34323938Di Blasi-494643CEP---media36,738,938,336,4PM10 concentrazione media annuale (valore limite per la protezione della salute umana = 40 g/m 3) Per gli anni 2002, 2003 e 2004 per il PM 10 non stato rispettato il valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m3 + M.D.T.) nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Piazza Giulio Cesare e di via Evangelista Di Blasi e per lanno

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Veniva, quindi, esaminato il teste Colimberti Orazio, dipendente dellA.M.I.A. quale dirigente dellarea tecnica dal maggio 1986 e dal 5 novembre 2002 direttore generale. Si procedeva, quindi allesame del teste Vultaggio Marcello e si proseguiva collesame del teste Pedicone Maurizio. Rinviato, quindi, il dibattimento alludienza del 16.10.2009, contumaci gli imputati Cammarata e Avanti ed assente il Ceraulo, preliminarmente il PM produceva, col consenso delle altre Parti, copia della sentenza n. 239/09 irrevocabile di non doversi procedere per non aver commesso il fatto emessa dal GUP presso il Tribunale di Palermo nei confronti di Carioti Attilio e di Costantino Roberto in data 10 marzo 2009 ed il
2005 nella sola stazione di monitoraggio di via Evangelista Di Blasi.

PM10 (superamenti giornalieri) Stazioni2001200220032004VL+MTD g/m370656055Boccadifalco3131212 Indipendenza9161613 Giulio Cesare11284345

Castelnuovo25303041 Unit d'Italia27363344 Torrelunga91188 Belgio8123141 Di Blasi0335047 CEP----Totali92179223251PM10 numero dei superamenti dei valori giornalieri del PM10 per la protezione della salute umana (max 35 volte per anno civile) Per lintero periodo 2001-2004 si registrato un incremento del numero dei superamenti dei valori limite giornalieri del PM 10 rispetto ai 35 tollerati per anno civile considerando tutte le stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria; in particolare, con riferimento alla concentrazione delle polveri sottili o particolato (PM10) da cui derivano, alla luce dei pi recenti studi epidemiologici, danni allapparato respiratorio ed allapparato cardiovascolare, si registrato il superamento dei limiti giornalieri per 92 volte nel corso dellanno 2001, per 179 volte nel corso dellanno 2002, per 223 volte nel corso dellanno 2003, per 251 volte nel corso dellanno 2004. Fatto commesso in Palermo dal 2001 al 31.12.2004. Diego CAMMARATA, Lorenzo CERAULO, Giovanni AVANTI e Attilio CARIOTI: b) del reato p. e p. dagli artt. 110, 40 comma II, 81 cpv, 674 c.p. perch, agendo in concorso tra loro e con pi omissioni esecutive del medesimo disegno criminoso, avendo lobbligo giuridico di impedire levento, in relazione alla posizione di garanzia come specificata nel capo a) e in relazione alle condotte attive e omissive ivi descritte, nelle qualit sotto indicate CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario al Traffico CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture. Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 ad oggi AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007; CARIOTI Attilio n.q. di Dirigente Responsabile del Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo dal 12.1.2005 ad oggi non impedivano il superamento dei limiti di legge stabiliti dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (emanato in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) nel territorio del Comune di Palermo in ordine agli inquinanti atmosferici ANNO 2005 o con riferimento alla concentrazione delle polveri sottili o particolato (PM10) da cui derivano, alla luce dei pi recenti studi epidemiologici, danni allapparato respiratorio ed allapparato cardiovascolare, si registrato il superamento dei limiti giornalieri per 115 giorni -rispetto ai 35 tollerati per anno- considerando tutte le stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria nonch si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m 3 + M.D.T.) nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Di Blasi; o con riferimento alla concentrazione di biossido di azoto (NO2) si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m3 + M.D.T.) in tutte le stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria con esclusione di quelle di Boccadifalco e di Piazza Torrelunga per una media di 49,7 media annua; ANNO 2006 con riferimento alla concentrazione delle polveri sottili o particolato (PM10) da cui derivano, alla luce dei pi recenti studi epidemiologici, danni allapparato respiratorio ed allapparato cardiovascolare, si registrato il superamento dei limiti giornalieri per 225 giorni -rispetto ai 35 tollerati per anno- considerando tutte le stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria nonch si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m 3 + M.D.T.) nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Piazza Giulio Cesare, Piazza Castelnuovo, Piazza Unit dItalia, via Belgio e via Evangelista Di Blasi; con riferimento alla concentrazione di biossido di azoto (NO2) si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m 3 + M.D.T.) nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Piazza Giulio Cesare, Piazza Unit dItalia, via Belgio e via Evangelista Di Blasi per una media di 48 annua; ANNO 2007

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dibattimento veniva rinviato alludienza del 9.11.2009 su richiesta del PM al fine di citare i consulenti da sottoporre ad esame. Alludienza del 9.11.2009, veniva sottoposto ad esame il consulente tecnico del P.M. Sanna Mauro e sullaccordo delle Parti, il PM produceva la relazione di consulenza tecnica dal Sanna (redatta collegialmente con gli altri consulenti Felici Rino e Sanna Cecilia), che costui confermava integralmente, e copia del verbale di conferimento dellincarico. Quindi, nulla osservando le altre Parti, il PM rinunziava allesame degli altri consulenti Felici Rino e Cecilia Sanna. Indi il dibattimento veniva rinviato alludienza del 27.11.2009 per lesame degli imputati. In detta ultima udienza persistendo lo stato di contumaci del Cammarata e dellAvanti, il Ceraulo rimaneva assente ed a causa dellastensione proclamata dallUnione delle Camere Penali cui aderiva la Camera Penale di Palermo (ed alla quale i difensori tutti dichiaravano di aderire), il processo era rinviato al 29.1.2010. Alludienza del 29.1.2010 tutti i difensori preliminarmente dichiaravano di aderire allastensione dalle udienze proclamata dagli organismi di categoria per i giorni 27, 28 e 29 gennaio e, nulla osservando il PM, il processo era rinviato al 12.2.2010 per esame dellimputato Ceraulo. In detta ultima udienza, presente limputato Ceraulo e contumaci gli altri, sullaccordo delle Parti, il PM produceva copia del verbale di interrogatorio del Ceraulo in data 11.1.2008 e memoria difensiva dello stesso Ing. Ceraulo con allegati acquisiti dal Tribunale; indi si procedeva allesame di detto ultimo imputato.

con riferimento alla concentrazione delle polveri sottili o particolato (PM10) da cui derivano, alla luce dei pi recenti studi epidemiologici, danni allapparato respiratorio ed allapparato cardiovascolare, si registrato il superamento dei limiti giornalieri per 132 giorni -rispetto ai 35 tollerati per anno- considerando tutte le stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria nonch si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m 3 + M.D.T.), sebbene i mesi oggetto di indagine siano inferiori a sei, nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Piazza Unit dItalia e via Evangelista Di Blasi con riferimento alla concentrazione di biossido di azoto (NO2) si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m 3 + M.D.T.) nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Piazza Indipendenza, Piazza Giulio Cesare, Piazza Castelnuovo, Piazza Unit dItalia e via Evangelista Di Blasi per una media di 46 annua; ANNO 2008 con riferimento alla concentrazione delle polveri sottili o particolato (PM10) da cui derivano, alla luce dei pi recenti studi epidemiologici, danni allapparato respiratorio ed allapparato cardiovascolare, si registrato il superamento dei limiti giornalieri per 89 giorni -rispetto ai 35 tollerati per anno- considerando tutte le stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria nonch si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m 3 + M.D.T.), sebbene i mesi oggetto di indagine siano inferiori a sei, nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Piazza Unit dItalia e via Evangelista Di Blasi

consentendo cos che le emissioni, derivanti anche da traffico veicolare, determinassero un superamento dei limiti stabiliti dalla legge per la qualit dellaria nelle aree urbane con conseguente causazione di emissioni atte ad offendere e molestare una pluralit di persone; Fatto commesso in Palermo dal 1.1.2005 al 31.12.2008

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Quindi il processo veniva rinviato alludienza del 26.2.2010 nella quale il dibattimento veniva rinviato per diversa composizione del Collegio alludienza del 4.3.2010. Anche in questa persistendo la diversa composizione del Collegio il processo veniva rinviato alludienza del 19.3.2010. In questultima, contumaci gli imputati Cammarata e Avanti ed assente il Ceraulo veniva esaminato il teste Volpe Maurizio, quindi ludienza veniva rinviata al 19.4.2010. In detta ultima udienza, contumace limputato Cammarata ed assente il Ceraulo veniva revocata lordinanza dichiarativa di contumacia nei confronti dellimputato Avanti, che si sottoponeva ad esame, esaurito il quale ludienza veniva rinviata al 30.4.2010, nella quale, assenti gli imputati Avanti e Ceraulo e contumace il Cammarata, si procedeva allesame della testimone Livreri Patrizia. Seguiva nella medesima udienza lesame del teste Cirrincione Carmelo. Veniva esaminato in prosieguo nel medesimo contesto il teste Reina Nunzio. Di seguito si procedeva allesame del teste Romano Benedetto. Indi a che il dibattimento veniva rinviato alludienza del 3.5.2010. In detta udienza assenti gli imputati Avanti e Ceraulo e contumace il Cammarata veniva sottoposto ad esame il teste Rodi Sergio (presidente dellAMAT e poi dellAMAT s.p.a., di cui socio unico il Comune di Palermo, dal 2002 al 2008). Quindi, nella medesima udienza, venivano esaminati i testi Lo Cicero Gaetano, Di Mauro Benedetto, Caminiti Domenico, Pilara Renato. Quindi il dibattimento veniva rinviato alludienza del 27.5.2010. In questa, contumace limputato Cammarata assente lAvanti e presente il Ceraulo, si procedeva allesame dei teste della difesa Ciralli Marco e Librici Luigi. Quindi si procedeva allesame del teste a difesa Mazzon Antonio; poi era la volta del teste Sunseri Carmelo. Veniva, quindi esaminato il teste Stefanizzi Ferdinando. In conclusione della medesima udienza del 27.5.2010, a seguito di richieste di produzione documentale come da allegato indice dellAvv. Gallina Montana, PM e difese di parte civile chiedevano termine per esame; sulla richiesta di produzione (di un recente studio pubblicato nel 2009 dal Ministero concernente linquinamento atmosferico e la salute contenente dati ufficiali riguardanti dieci citt italiane tra cui Palermo riferentisi al periodo 2001-2005 nel quale sono esaminati gli effetti dellinquinamento e gli interventi fatti dalle varie citt) avanzata dallAvv. Giudice nellinteresse della parte civile Lega Ambiente Comitato Regionale Siciliano, cui il PM non si opponeva, le difese chiedevano termine per esame. Il Collegio rinviava, dunque, il dibattimento alludienza dell11.6.2010. In questa, contumace il Cammarata, ed assenti lAvanti ed il Ceraulo il processo, per diversa composizione del
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Collegio, era rinviato alludienza del 17.6.2010, nella quale, presente il Ceraulo, si rinviava alludienza del 25.6.2010, essendo ancora il Collegio diversamente composto. In questultima, contumace limputato Cammarata ed assenti il Ceraulo e lAvanti veniva esaminato il teste della difesa Camilleri Salvatore ed acquisita, sullaccordo delle parti, la nota a sua firma n. 92813 del 9 febbraio 2007. Quindi il processo era rinviato alludienza dell8.7.2010 onerandosi le difese di citare i propri testi. In detta ultima udienza per legittimo impedimento dellAvv Gallina, che in apposita istanza depositata in Cancelleria rinunziava contestualmente allesame dei testi dal nr. 1 al 24 della sua lista, sospesa dal Tribunale la prescrizione fino a tale udienza, veniva disposto il rinvio del dibattimento alludienza dell1.10.2010. In questa, per la diversa composizione del Collegio, il processo veniva rinviato alludienza del 25.10.2010. Alla detta udienza, contumace limputato Cammarata, presente il Ceraulo ed assente lAvanti, il Tribunale, sentite le parti, che prestavano il loro consenso, disponeva la rinnovazione degli atti (stante la diversa composizione del Collegio) e dichiarava lutilizzabilit di tutti quelli acquisiti dinanzi al precedente Collegio. LAvv Gallina Montana rinunziava, dunque, allesame dei suoi testi residui ad eccezione dellAlaimo e lAvv. Bisagna a tutti i propri testi in lista, ad eccezione del Marino, quindi il Tribunale, sullaccordo delle altre Parti alle rinunzie, revocava, parzialmente e corrispondentemente alle rinunzie formulate dalle difese, lordinanza ammissiva delle prove. Si procedeva, quindi, allesame del teste a difesa Di Peri Serafino. Quindi ludienza veniva rinviata al 29 novembre 2010 per lesame dei testi Alaimo e Marino, onerandosi il difensore Avv. Rizzuti della citazione di tutti i suoi testi. Alludienza del 29.10.2010 il dibattimento veniva rinviato al 14.1.2011, nellassenza dei testi dellAvv. Rizzuti per la comunicata impossibilit di celebrarsi il dibattimento per la prevista assenza del Presidente (poi non verificatasi per un rinvio del ricovero per ragioni di salute) e limpossibilit di ricitarli tempestivamente allatto della comunicata sopravvenuta possibilit di dar corso allesame di essi nelludienza gi calendata. Alludienza del 14.1.2011, nella contumacia dellimputato Cammarata, presente limputato Ceraulo ed assente limputato Avanti, sulla reiterata rinunzia dellAvv. Gallina contenuta allesame dei residui testi in lista (eccettuato il consulente di parte Alaimo), col consenso del PM e nulla osservando le altre Parti, il Tribunale corrispondentemente revocava parzialmente lordinanza ammissiva delle prove.
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Quindi, previa acquisizione sullaccordo della Parti della relazione di consulenza tecnica, si procedeva allesame del consulente di parte (degli imputati Ceraulo e Avanti) Prof. Rosario Alaimo. Rinviato il dibattimento alludienza del 24.2.2011 il PM chiedeva di produrre numerosi documenti cartacei ed informatici per lacquisizione agli atti (memoria difensiva dellimputato Ceraulo con i relativi allegati, relazione dei carabinieri di Palermo, un cdrom contenente la consulenza tecnica sulla qualit dellaria della citt di Palermo, un cdrom realizzato dai carabinieri di Palermo avente ad oggetto i dati rete monitoraggio AMIA del 2007 e un altro cdrom sempre realizzato dai carabinieri di Palermo, avente ad oggetto rete di monitoraggio inquinamento atmosferico di Palermo e un cdrom avente ad oggetto il decreto assessoriale di zonizzazione della citt; un cdrom, contenente documenti come da allegato elenco e la consulenza tecnica del pubblico ministero e la relazione preliminare di consulenza tecnica; una cartella denominata documenti progetti EPIAR, monografia avente ad oggetto i risultati di uno studio degli effetti a breve termine dellinquinamento atmosferico in dieci citt italiane nel periodo 2001 2005 effettuata dal centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie; il file contenente la modifica del capo di imputazione effettuata in dibattimento, denominato modifica capo Cammarata dibattimento, un file contenente una sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Unione Europea in data 25 luglio 2008 in tema di valutazione e gestione della qualit dellaria e ambiente e copia cartacea; un file denominato sentenza GUP Petruzzella contenente la sentenza del GUP del Tribunale di Palermo divenuta irrevocabile in data 10 marzo 2009; un file denominato normativa qualit anche in copia cartacea, altro file denominato valutazione relazione Alaimo aria PA avente ad oggetto le deduzioni dei consulenti tecnici del pubblico ministero, in ordine a quanto evidenziato dal consulente tecnico della difesa professore Alaimo e copia cartacea). LAvv. Bisagna nellinteresse dellimputato Ceraulo chiedeva, altres, di essere ammesso a produrre copia della richiesta di archiviazione del procedimento precedente al presente, relativo al periodo fino al 2006 e del relativo decreto di archiviazione, non opponendosi il PM, purch venisse prodotta, altres, copia del decreto di riapertura delle indagini. Su richiesta della difesa (Avv. Rizzuti) di termine per esame in ordine alle deduzioni dei consulenti del pubblico ministero sulla consulenza tecnica di parte (anche per formulare eventuali sollecitazioni ex art. 507 c.p.p. al Tribunale), il Tribunale ammessa la produzione documentale dellAvv. Bisagna
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nellinteresse

dellimputato

Ceraulo

lacquisizione agli atti dei documenti indicati per la produzione dallAvv. Gallina Montana

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nellinteresse dellimputato Avanti e dallAvv. Giudice nellinteresse della parte civile Legambiente, rinviava il processo alludienza del 4.3.2011. Alla detta udienza, il Tribunale, sentito il difensore Avv. Rizzuti nellinteresse degli imputati Cammarata e Ceraulo, decidendo sulle istanze di produzione documentale avanzate dal PM alludienza del 24.2.2011 ammetteva tutte le produzioni documentali ad eccezione di quelle di cui ai nn. 6 e 7 dellelenco alligato, la cui acquisizione subordinava allesame dei consulenti tecnici del PM e della difesa, e, nellassenza di questi, il dibattimento veniva rinviato per lesame degli stessi alludienza del 24.3.2011. Alludienza del 24 marzo 2011, sentite le parti in relazione alle produzioni documentali e/o informatiche del PM alludienza predetta, il Tribunale ammetteva le produzioni documentali indicate dal PM ed, allesito dellesame del consulente tecnico di parte Dott. Rino Felici, ammetteva, altres, la documentazione dallo stesso PM indicata (denominata Normativa qualit e valutazione relazione Alaimo aria PA), rigettando la richiesta delle difese di disporre lesame quali testimoni assistiti, ex art. 507 c.p.p., dei gi coindagati Carioti Attilio e Costantino Roberto e disponendo, sempre ai sensi dellart. 507 c.p.p. procedersi a nuovo esame del consulente tecnico degli imputati Avanti e Ceraulo, Prof. Alaimo. Quindi, allesito dellesame del consulente tecnico Dott. Felici Rinio, il PM anticipava la Sua intenzione di procedere ad ulteriore modifica dei capi di imputazione, e, pertanto, il dibattimento veniva brevemente rinviato per consentire al PM la redazione dei nuovi capi di imputazione alludienza del 28 marzo 2011. In questa ultima udienza, il PM procedeva alla modifica dei capi di imputazione nei termini precisati in epigrafe e, disponendosene linserimento a verbale e la notifica dei capi di imputazione medesimi e del verbale per estratto agli imputati, il Tribunale rinviava il dibattimento alludienza del 5.5.2011. In detta ultima udienza il processo veniva rinviato per diversa composizione del Collegio (assenza per partecipazione a seminario della Dott. Massa) alludienza del 19 maggio 2011. In questa, nulla osservando le difese in ordine alla modifica dei capi di imputazione, il dibattimento veniva rinviato alludienza del 16.6.2011 per lesame del consulente tecnico Alaimo Rosario e venivano altres calendate le udienze del 20.6.2011 per la discussione del PM e delle Parti Civili e del 27.6.2011 per la discussione delle altre difese e la decisione. Alludienza del 16.6.2011 si procedeva a nuovo esame del consulente tecnico di parte Prof. Rosario Alaimo, veniva acquisito sullaccordo delle parti il rapporto ISPRA 2010 ed il
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dibattimento veniva rinviato alludienza gi calendata per il 20.6.2011 per linizio della discussione (del PM e delle Parti Civili), destinando allo scopo le ulteriori udienze del 27.6.2011 e dell1.7.2011, questultima per consentire allAvv. Claudio Gallina, difensore dellimputato Avanti, di poter svolgere la propria discussione, essendo questi impegnato in altra attivit professionale incompatibile e non rinviabile nelludienza del 27.6.2011 (gi fissata per la discussione dei difensori degli imputati). Alludienza del 20.6.2011, acquisito il supporto informatico del rapporto ISPRA 2010 (documento cartaceo gi prodotto) e rigettate le ulteriori richieste di produzione documentale del PM, il Tribunale dichiarava chiusa listruttoria dibattimentale e si dava corso alla discussione del PM e delle Parti Civili. Quindi, il processo veniva rinviato per la discussione degli altri difensori alla successiva udienza del 27 giugno, calendandosi, altres, quelle dell 1 luglio (Avv. Bisagna) e 14 luglio (Avv. Rizzuti) per esaurire la discussione. Alludienza dell1.7.2011 discuteva la causa lAvv. Bisagna e la discussione veniva rinviata alludienza del 14.7.2011 per la discussione dellAvv. Rizzuti, eventuali repliche del PM e discussione. In detta ultima udienza, esaurita la discussione, rinunziando il PM alla facolt di replica, il Tribunale pronunziava sentenza come da dispositivo che segue. ******* Nel corso della complessa istruzione dibattimentale sono stati acquisiti molteplici elementi di prova di natura eterogenea (documenti, esami testimoniali, audizioni e relazioni di consulenti tecnici). Prima di scendere nel dettaglio delle risultanze istruttorie, sembra opportuno tratteggiare sinteticamente, in premessa, levoluzione della normativa di settore in materia di qualit dellaria, anche alla luce della refluenza della normativa comunitaria su quella nazionale, come puntualmente ricostruita dai consulenti tecnici del P.M. e dallo stesso rappresentante della pubblica accusa in sede di requisitoria. Normativa della Comunit Europea La normativa comunitaria in tema di controllo dellinquinamento atmosferico si rapidamente evoluta. Sono state dapprima emanate la direttiva madre 96/62/CE e le direttive figlie 1999/30/CE, 2000/69/CE e 2002/3/CE.
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La direttiva madre 96/62/Ce, in materia di valutazione e di gestione della qualit dell'aria ambiente, definiva i principi base affinch gli Stati membri fissassero gli obiettivi concernenti la qualit dell'aria ambiente (aria esterna della troposfera); i metodi e sistemi comuni di valutazione dell'aria; acquisissero e diffondessero informazioni sulla qualit dell'aria. Con la stessa direttiva 96/62/Ce, Parlamento europeo e Consiglio Ue fissavano i valori limite e soglie di allarme per: anidride solforosa; diossido di azoto ed ossidi di azoto; particelle e piombo; benzene e monossido di carbonio; ozono; idrocarburi policiclici aromatici (IPA), il cadmio, l'arsenico, il nickel ed il mercurio. La direttiva 96/62/CE stata interamente recepita dal D. Lgs n. 351 del 4 agosto 1999, cos come le direttive figlie 1999/30/CE (concernente i valori limite per il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto, il biossido di azoto, le polveri PM e il piombo) e 2000/69/CE (concernente i valori limite per il benzene e il monossido di carbonio) sono state recepite con il Decreto del Ministero dellAmbiente e della Sanit n 60 del 4 aprile 2002. La direttiva 2002/3/CE, interamente dedicata al parametro ozono, stata recepita dal D. Lgs. n. 183 del 21 maggio 2004 (pubblicato nel Supplemento ordinario n.127 alla Gazzetta ufficiale 23 luglio 2004 n. 171) solo nel luglio 2004 rispetto alla data del 9 settembre 2003 secondo quanto indicato nellart. 15 della direttiva stessa. La direttiva 2004/107/CE del 15 dicembre 2004 concernente larsenico, il cadmio, il mercurio, il nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici nellaria ambiente entrata in vigore il 15 febbraio 2005. A tenore della stessa gli stati membri avrebbero avuto tempo fino al 15.2.2007 per dare attuazione alle nuove prescrizioni comunitarie, trasponendo sul piano nazionale i "valori obiettivo" fissati dalla direttiva in questione. La direttiva introduceva lobbligatoriet del monitoraggio del mercurio, nichel, arsenico, cadmio e benzo(a)pirene e fissava nellAllegato 1 i valori obbiettivo per il tenore totale della frazione PM10 calcolata in media su un anno di calendario da rispettare entro il 2012. In base alla direttiva in questione, gli Stati membri avrebbero dovuto trasmettere annualmente alla Commissione UE (ed a partire dal 2007) tutte le informazioni relative a: elenchi delle zone e degli agglomerati in questione; aree di superamento; valori di concentrazione valutati; motivi del superamento, in particolare le fonti che vi contribuiscono; popolazione esposta a tale superamento; misure per il contenimento dellinquinamento.
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Normativa statale Nella legislazione italiana, il primo provvedimento in materia di tutela dellaria dallinquinamento atmosferico la L. 13 luglio 1966, n. 615. Successivamente, sono stati emanati i regolamenti di esecuzione, ma anche leggi specifiche e disposizioni contenute in leggi generali, come la L. 3 giugno 1971 n. 437 (omologazione del tipo e delle modifiche alle caratteristiche costruttive dei veicoli ad accensione comandata), la L. 30 aprile 1976 n. 373 (contenimento dei consumi energetici), il D.P.R. 24 luglio 1977 n. 616 (trasferimento dei compiti residui dallo Stato alle Regioni ed agli Enti Locali), la L. 23 dicembre 1978 n. 833 (istituzione del Servizio Sanitario Nazionale). I primi rilevamenti della qualit dellaria mediante sistemi automatici fissi risalgono alla met degli anni settanta, principalmente con lobiettivo di controllare le ricadute degli impianti industriali, ma solo dalla met degli anni ottanta che lattenzione si sposta sulle immissioni e sulla qualit dellaria in generale, con lintroduzione dei limiti sulla qualit dellaria previsti dal DPCM 28 marzo 1983 n. 30. Tali valori limite venivano identificati come limiti massimi di accettabilit delle concentrazioni degli inquinanti direttamente rilevabili nellambiente esterno e come limiti massimi di esposizione, dati dal prodotto delle concentrazioni per le rispettive durate temporali. I valori in questione sono stati modificati dal successivo D.P.R. n. 203/1988 che, recependo talune Direttive Comunitarie in materia di inquinamento atmosferico, ha adeguato gli standard di qualit dellaria alle disposizioni normative europee ed ha introdotto, accanto ai limiti massimi, i valori guida di qualit dellaria (ovvero le concentrazioni da raggiungere progressivamente per garantire la massima tutela dellambiente e della salute umana). In tale decreto si stabilisce anche la competenza delle Regioni nella formulazione dei Piani di Risanamento dellAtmosfera. I criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualit dellaria e quelli per lelaborazione dei piani regionali per il risanamento e la tutela della qualit dellaria sono oggetto di due decreti ministeriali successivi. Il DM 15/04/94, aggiornato ed integrato dal DM 25/11/94, definisce i livelli di attenzione e di allarme e stabilisce i criteri per lindividuazione degli stati di emergenza in funzione dei dati rilevati dai vari tipi di stazioni di monitoraggio installate nelle aree urbane, nonch gli obblighi di informazione alla popolazione sui livelli di inquinamento raggiunti. Altro provvedimento normativo fondamentale ai fini del controllo dellinquinamento atmosferico urbano il DM 25/11/94, poich prescrive lobbligatoriet della raccolta dei dati
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riguardanti il particolato aerodisperso (PM10), il benzene e gli IPA nel particolato, da parte delle autorit competenti nelle aree urbane a maggior rischio, indica i metodi di riferimento per il campionamento e la misura di tali sostanze, fissa gli obiettivi di qualit dellaria per le sostanze citate. Per completare il quadro normativo nazionale, occorre menzionare anche il DM 16/05/96, interamente dedicato al parametro ozono ed abrogato con il recepimento da parte del governo italiano della Direttiva 2002/3/CE avvenuta con il D.Lgs. n. 183 del 21 maggio 2004. Infine, il DM 21/4/99 n. 163 fissa i criteri in base ai quali i sindaci adottano eventuali provvedimenti di limitazione della circolazione o blocco totale della circolazione veicolare nelle aree urbane al fine di garantire un concreto miglioramento della qualit dellaria. Gran parte di questi provvedimenti stata abrogata in seguito allemanazione del D. Lgs. 351/1999 e del DM 60/2002, che hanno rappresentato una svolta nella strategia di monitoraggio della qualit dellaria. Il D. Lgs. 4 agosto 1999, n. 351, dando attuazione alla Direttiva Madre 96/62/CE, aveva introdotto importanti novit quali lestensione del numero di inquinanti da sottoporre a monitoraggio e la definizione di valori limite pi restrittivi rispetto ai precedenti, sia per gli inquinanti convenzionali (biossido di zolfo, biossido di azoto, polveri totali sospese, ozono, monossido di carbonio e Piombo) sia per i non convenzionali (polveri fini PM10, benzene, Idrocarburi Policiclici Aromatici, ma anche metalli pesanti quali Cadmio, Arsenico, Nichel, Mercurio). Il suddetto decreto aveva inoltre individuato il nuovo contesto allinterno del quale si sarebbe dovuta effettuare la valutazione e la gestione della qualit dellaria, secondo criteri armonizzati in tutto il territorio dellUnione Europea, demandando a decreti attuativi successivi la definizione dei parametri tecnico-operativi specifici per ciascuno degli inquinanti ed introducendo le seguenti definizioni: Livello: concentrazione nell'aria ambiente di un inquinante. Valutazione: impiego di metodologie per misurare, calcolare, prevedere o stimare il livello di un inquinante nell'aria ambiente. Valore limite: livello fissato in base alle conoscenze scientifiche al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti dannosi sulla salute umana o per l'ambiente nel suo

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complesso; tale livello deve essere raggiunto entro un dato termine e in seguito non superato. Valore obiettivo: livello fissato al fine di evitare, a lungo termine, ulteriori effetti dannosi sulla salute umana o per l'ambiente nel suo complesso; tale livello deve essere raggiunto per quanto possibile nel corso di un dato periodo. Previsto dal decreto legislativo sullozono. Soglia di allarme: livello oltre il quale vi un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunto il quale si deve immediatamente intervenire a norma del D.Lgs. 351/1999. Prevista solo per NO2 ed SO2. Margine di tolleranza: percentuale del valore limite nella cui misura tale valore pu essere superato alle condizioni stabilite dal D.Lgs. n. 351/1999. Soglia di valutazione superiore: livello al di sotto del quale le misurazioni possono essere combinate con le tecniche di modellizzazione al fine di valutare la qualit dell'aria ambiente. Soglia di valutazione inferiore: livello al di sotto del quale consentito ricorrere soltanto alle tecniche di modellizzazione o di stima oggettiva al fine di valutare la qualit dell'aria ambiente. Le definizioni introdotte delineavano la nuova strategia di valutazione e di gestione della qualit dellaria. Da un lato, infatti il decreto in esame (art. 6, comma 2), fissava i criteri per stabilire dove fosse obbligatorio il monitoraggio della qualit dellaria tramite rete fissa. In particolare, la misurazione era obbligatoria nelle seguenti zone: a) agglomerati ; b) zone in cui il livello, durante un periodo rappresentativo, e' compreso tra il valore limite e la soglia di valutazione superiore stabilita ai sensi dell'articolo 4, comma 3, lettera c); c) altre zone dove tali livelli superano il valore limite. Nel decreto era, inoltre, stabilito in quali casi la misurazione con rete fissa poteva essere combinata con tecniche modellistiche e in quali altri consentito il solo uso di modelli. La classificazione delle zone e degli agglomerati doveva essere riesaminata almeno ogni cinque anni.

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Parallelamente, il D. Lgs. 351/1999 prevedeva, allart. 5, che le regioni effettuassero la valutazione preliminare della qualit dellaria indispensabile in fase conoscitiva per individuare in prima applicazione, le zone nelle quali applicare rispettivamente i Piani di azione (art. 7), Piani di Risanamento (art. 8) e di Mantenimento (art. 9), tenendo conto delle direttive tecniche emanate con decreto del Ministero dellAmbiente di concerto con il Ministero della Sanit (DM n. 261 del 1 ottobre 2002, Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualit dellaria, i criteri per lelaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351). La gestione della qualit dellaria si esplicava, quindi, attraverso una pianificazione integrata a medio e lungo termine su tutto il territorio, sia nelle zone in cui erano superati i limiti al fine di raggiungere e non pi superare tali limiti, sia in quelle in cui la situazione era gi buona, ai fini di conservare i livelli al di sotto dei valori limite preservando la migliore qualit dellaria compatibile con lo sviluppo sostenibile. Era prevista anche una pianificazione a breve termine nelle zone in cui i livelli di uno o pi inquinanti comportavano il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme. Il 28 aprile 2002 entrato in vigore il DM 60/2002, che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 2000/69/CE. Tale decreto stabilisce per biossido di zolfo, biossido di azoto, ossido di azoto, polveri PM10 , piombo, monossido di carbonio e benzene, i nuovi valori limite con i rispettivi margini di tolleranza rispetto ai quali effettuare la valutazione preliminare della qualit dellaria e la conseguente zonizzazione; il provvedimento fissa anche le soglie di valutazione inferiore e superiore da considerare al fine di stabilire in quali zone obbligatorio il monitoraggio con rete fissa, ai sensi del D.Lgs. 351/1999. Il quadro riassuntivo dei valori di riferimento riportato nella seguente tabella nella quale si considerano le soglie dallarme e i valori limite per ciascun tipo di inquinante, con i rispettivi margini di tolleranza riferiti a ciascun anno:

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Il DM n. 60/2002, nellallegato VIII, fornisce indicazioni in merito allubicazione su macroscala e microscala dei punti di campionamento per la misurazione di biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, polveri PM10 e piombo, monossido di carbonio e benzene. Per quanto riguarda lubicazione su macroscala dei siti di misura, si deve fare riferimento a due parametri: la protezione della salute umana e la protezione della vegetazione. In particolare, il decreto prevede che i punti di campionamento concernenti la protezione della salute umana siano scelti in modo da fornire:
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dati relativi a zone dove si verificano le concentrazioni massime alle quali la popolazione pu essere esposta; dati sui livelli di inquinamento nelle altre zone, rappresentativi dellesposizione della popolazione in generale. Nellallegato IX viene stabilito il numero minimo dei punti di campionamento per la misurazione delle concentrazioni di biossido di zolfo, ossido di azoto, ossidi di azoto, polveri PM10, piombo, monossido di carbonio e benzene, nelle aree in cui il monitoraggio della qualit dellaria effettuato obbligatoriamente con rete fissa. Per quanto riguarda lubicazione su microscala, lallegato VIII contiene indicazioni del tutto innovative, da considerare soprattutto nella valutazione del corretto posizionamento di una stazione di misura. E fondamentale, infatti, la rappresentativit di un sito di misura, intendendo per rappresentativit larea allinterno della quale la concentrazione non differisce dalla concentrazione misurata nella stazione, pi di una certa quantit prefissata. A tale scopo, i punti di campionamento devono essere situati in modo da evitare misurazioni di microambienti molto ridotti; orientativamente un luogo di campionamento dovrebbe trovarsi in un luogo rappresentativo della qualit dellaria per una zona circostante non inferiore a 200 m.q., nel caso di siti orientati a traffico, e per vari chilometri quadrati nel caso di siti di background urbano. I punti di campionamento dovrebbero, laddove possibile, essere rappresentativi di ubicazioni simili nelle loro vicinanze. I punti di campionamento concernenti la protezione degli ecosistemi o della vegetazione dovrebbero essere situati a pi di 20 km dagli agglomerati o a pi di 5 km da altre aree edificate, impianti industriale o autostrade. Per quanto riguarda le stazioni di traffico, queste devono essere posizionate ad almeno 25 m. di distanza dai grandi incroci e a non meno di 4 m. di distanza dal centro della corsia di traffico pi vicina. Il DM 60/2002 attribuisce inoltre alle Regioni ladempimento dellinformazione al pubblico. Le informazioni sugli inquinanti, da aggiornare con una frequenza prestabilita, devono essere chiare e accessibili; nel caso di superamento delle soglie di allarme (ossido di zolfo e biossido di azoto) vengono individuati i contenuti minimi delle informazioni da fornire).

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Le autorit competenti devono garantire la disponibilit delle informazioni in merito alle concentrazioni degli inquinanti, alle azioni di risanamento intraprese e ai risultati conseguiti, al pubblico e alle associazioni di categoria. Va ancora evidenziato che lart. 39 del DM 60/2002 ha modificato sostanzialmente il cd. decreto benzene (DM n. 163/1999), allineando il territorio interessato dalla norma a quello individuato dalle Regioni ai sensi degli artt. 7, 8 del D. Lgs. n. 351/1999 e stabilendo che i Sindaci dei Comuni appartenenti agli agglomerati ed alle zone in cui sussiste il superamento ovvero il rischio di superamento dei valori limite o delle soglie di allarme previste dalla vigente normativa, adottano, sulla base dei piani e programmi di cui ai medesimi articoli le misure di limitazione della circolazione previste dallart. 7 del D. Lgs. 30 aprile 1992, n. 285. Le stesse misure devono essere adottate dai sindaci dei Comuni individuati dallallegato III del DM 25/11/94, da quelli dei comuni con popolazione inferiore per i quali lentit delle emissioni facciano prevedere possibili superamenti dellobiettivo di qualit del benzo(a)pirene individuato dalla stesso decreto e infine dai sindaci degli altri comuni precedentemente individuati dalle regioni allinterno dei piani di risanamento e tutela dellatmosfera previsti dallart. 4 del DPR 203/88. Lart. 39 stabilisce, al comma 3, che fino allattuazione, da parte delle regioni, degli adempimenti previsti dagli artt. 7 e 8 del D. Lgs. 351/1999 (predisposizione dei piani di azione e risanamento) si continuino ad applicare le misure precedentemente adottate dai sindaci. Il 20 settembre 2002 sono stati emanati due decreti ministeriali: Modalit per la garanzia della qualit del sistema delle misure di inquinamento atmosferico e Attuazione dellart. 5 della legge 28 dicembre 1993, n. 549, recante misure a tutela dellozono stratosferico. Il primo individua gli organismi incaricati a svolgere le seguenti funzioni tecniche: a) la preparazione, la certificazione e il mantenimento di campioni primari e di riferimento delle miscele gassose di inquinanti (CNR - Istituto di metrologia "G. Colonnetti" e dal CNR - Istituto sull'inquinamento atmosferico). b) la garanzia di qualit delle misurazioni effettuate dai dispositivi di misurazione, nonch l'accertamento del rispetto di tale qualit, in particolare mediante controlli effettuati nel rispetto, tra l'altro, dei requisiti delle norme europee in materia di inquinamento atmosferico (ANPA per quanto riguarda la garanzia di qualit dei dati, CNR - Istituto sull'inquinamento atmosferico per quanto riguarda l'accertamento del rispetto di tale qualit).
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c) l'approvazione delle apparecchiature di campionamento e di misura nonch dei sistemi di misura per l'inquinamento atmosferico e la definizione delle relative procedure (CNR - Istituto sull'inquinamento atmosferico e dagli altri laboratori pubblici dallo stesso allo scopo accreditati). d) l'accreditamento di laboratori di misura e di campionamento pubblici e privati (CNR Istituto sull'inquinamento atmosferico. I laboratori che operano nel campo del monitoraggio della qualit dell'aria devono risultare conformi, per le relative singole misure, alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025). e) il coordinamento sul territorio italiano dei programmi di garanzia di qualit su scala comunitaria organizzati dalla Commissione Europea (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, avvalendosi dell'ANPA, del CNR - Istituto sull'inquinamento atmosferico, dell'ISPESL, dell'Istituto Superiore Sanit, di seguito denominato ISS, e dell'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente, di seguito denominato ENEA). f) l'approvazione delle reti di misura in riferimento ai requisiti di cui al decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351, e successivi provvedimenti attuativi (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, d'intesa con il Ministero della salute, sulla base dell'istruttoria svolta da una commissione tecnica appositamente nominata e costituita da rappresentanti dell'ANPA, del CNR Istituto sull'inquinamento atmosferico, dell'ISPESL, dell'ISS e dell'ENEA). g) l'analisi e l'approvazione di metodi di valutazione della qualit dell'aria, compresi l'utilizzo dei modelli e dei metodi di valutazione obiettiva di cui all'art. 6 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351, e dei metodi indicativi di cui all'art. 3, comma 3, del decreto ministeriale 2 aprile 2002, n. 60 (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, d'intesa con il Ministero della salute, sulla base dell'istruttoria svolta da una commissione tecnica appositamente nominata e costituita da rappresentanti dell'ANPA, del CNR Istituto sull'inquinamento atmosferico, dell'ISPESL, dell'ISS e dell'ENEA). Il secondo decreto ministeriale disciplina le norme tecniche e le modalit per la prevenzione delle emissioni in atmosfera delle sostanze lesive lozono stratosferico (clorofluorocarburi e idroclorofluorocarburi), durante le operazioni di recupero di apparecchiature fuori uso quali frigoriferi, condizionatori daria, pompe di calore. Con il D.Lgs. 21 maggio 2004, n. 183 (attuazione della direttiva 2002/3/CE) era stata introdotta la nuova disciplina per il controllo dell'ozono, che avrebbe impegnato fino al 2010 Ministero dellAmbiente, APAT, Regioni e Province autonome nel rilevamento dei livelli di
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inquinamento, elaborazione di piani nazionali e locali ed adozione delle misure per il rispetto di nuovi valori limite. I punti cardine della normativa nazionale per il contenimento dellozono erano lindividuazione delle aree ad alto inquinamento ed adozione di misure per la protezione di cittadini e ambiente. Competenze rilevanti venivano assegnate agli Enti locali, cui spettava la valutazione della qualit dell'aria, lindividuazione delle aree ad alto inquinamento, ladozione delle misure per rientrare nei parametri di legge e delle altre azioni per la protezione di cittadini e ambiente. Gli stessi Enti locali avrebbero dovuto, poi, trasmettere a Ministero dellAmbiente e Ministero della Salute (tramite lAgenzia nazionale per la protezione dell'ambiente) le informazioni assunte e le misure adottate. Le nuove disposizioni previste dal D. Lgs. in questione erano le seguenti: determinazione di valori bersaglio e obiettivi a lungo termine, stabiliti allallegato I parte II e III
Valori bersaglio

Obiettivi a lungo termine

I valori bersaglio sono i livelli di concentrazione di ozono da non superare a partire dal 2010 per evitare gli effetti nocivi sulla salute umana e sullambiente. Regioni e Province autonome avrebbero dovuto redigere lelenco delle zone in cui i valori si rivelassero superiori ai parametri di legge ed elaborare i piani dazione per abbassarli. Con gli obiettivi a lungo termine si mirava invece a contenere le concentrazioni di ozono al di sotto dei livelli con effetti nocivi improbabili. Gli Enti locali avrebbero dovuto individuare le zone a rischio e predisporre le misure per contenere l'inquinamento.

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soglia di allarme e di informazione al fine di prevenire o ridurre gli effetti nocivi sulla salute umana e sull'ambiente, stabiliti allallegato II parte I e II
Soglie di informazione e di allarme

Vengono di seguito riportate le informazioni minime da fornire al pubblico, su scala sufficientemente ampia e nei tempi pi brevi possibili, ai sensi dellarticolo 7, commi 1 e 2, qualora si sia verificato o sia previsto un superamento della soglia di informazione o allarme: 1) Informazioni sui superamenti registrati: localit o area in cui si verificato il superamento, tipo di soglia superata (di informazione o di allarme), ora d'inizio e durata del superamento, massima concentrazione media di 1 ora e di 8 ore. 2) Previsione per il pomeriggio e il giorno/i seguenti: area geografica dei superamenti previsti della soglia di informazione o di allarme, tendenza dell'inquinamento prevista (in termini di miglioramento, stabilizzazione, peggioramento). 3) Informazioni circa i gruppi della popolazione colpiti, i possibili effetti sulla salute e la precauzioni raccomandate: informazione sui gruppi di popolazione a rischio, descrizione dei sintomi riscontrabili, precauzioni raccomandate per la popolazione colpita, sedi presso cui ottenere ulteriori informazioni. 4) Informazioni sulle azioni preventive da attuare per la riduzione dell'inquinamento o dell'esposizione all'inquinamento: - indicazione delle principali fonti di emissione; - azioni raccomandate per la riduzione delle emissioni.
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Le Soglie di allarme e di informazione costituivano, dunque, i livelli oltre i quali vi era un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunti i quali gli Enti locali avrebbero dovuto sospendere le attivit produttive inquinanti, bloccare il traffico locale, informare la popolazione sulle precauzioni da adottare. i criteri per lubicazione dei punti di campionamento per la rilevazione delle concentrazioni di ozono e dei relativi precursori nellaria (sostanze composti organici volatili che contribuiscono alla formazione dellozono a livello del suolo); misure volte a consentire linformazione del pubblico in merito alle concentrazioni e a mantenere la qualit dell'aria laddove la stessa risulta buona in relazione all'ozono, nonch le azioni dirette a consentirne il miglioramento negli altri casi; modalit di cooperazione con gli altri Stati membri dell'Unione europea ai fini della riduzione dei livelli di ozono. Il D. Lgs. 21 maggio 2004, n. 171, al fine di tutelare lambiente e la salute umana dagli effetti nocivi causati dalla acidificazione, dalla eutrofizzazione del suolo e dalla presenza di ozono al livello del suolo, ha individuato gli strumenti per assicurare che le emissioni nazionali annue per il biossido di zolfo, per gli ossidi di azoto, per i composti organici volatili e per l'ammoniaca, raggiungano entro il 2010 e negli anni successivi, i seguenti limiti di emissione, stabiliti nellallegato 1.
SO2 (kton) 475 NOX (kton) 990 COV (kton) 1159 NH3 (kton) 419

Come hanno ben chiarito i consulenti tecnici del PM, dal 2002 al 2010 non vi stato alcun intervento normativo che modificasse i metodi di valutazione della qualit dellaria ed i relativi adempimenti nel caso di superamenti dei limiti fissati. La normativa attualmente vigente contenuta nel D. Lgs. 13 agosto 2010 n. 155 Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualit dell'aria ambiente e per unaria pi pulita in Europa, entrato in vigore il 30 settembre 2010. Con detto Decreto Legislativo (art. 21) si proceduto allabrogazione a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto stesso delle seguenti norme: a) il decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351; b) il decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 183; c) il decreto legislativo 3 agosto 2007, n. 152;
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d) il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, fatte salve le disposizioni di cui il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, preveda l'ulteriore vigenza; e) l'articolo 3 della legge 4 novembre 1997, n. 413; f) il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 28 marzo 1983, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 145 del 28 maggio 1983; g) il decreto del Ministro dell'ambiente 20 maggio 1991, recante criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualita' dell'aria, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 126 del 31 maggio 1991; h) il decreto del Ministro dell'ambiente 20 maggio 1991, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 126 del 31 maggio 1991, recante i criteri per l'elaborazione dei piani regionali per il risanamento e la tutela della qualita' dell'aria; i) il decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1992, recante atto di indirizzo e coordinamento in materia di sistema di rilevazione dell'inquinamento urbano, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 7 del 10 gennaio 1992; l) il decreto del Ministro dell'ambiente 6 maggio 1992, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 111 del 14 maggio 1992, recante la definizione del sistema nazionale finalizzato a controllo ed assicurazione di qualita' dei dati di inquinamento atmosferico ottenuti dalle reti di monitoraggio; m) il decreto del Ministro dell'ambiente 15 aprile 1994, concernente le norme tecniche in materia di livelli e di stati di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 107 del 10 maggio 1994; n) il decreto del Ministro dell'ambiente 25 novembre 1994, recante l'aggiornamento delle norme tecniche in materia di limite di concentrazione e di livelli di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane e disposizioni per la misura di alcuni inquinanti di cui al decreto del Ministro dell'ambiente 15 aprile 1994, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 290 del 13 dicembre 1994; o) il decreto del Ministro dell'ambiente 16 maggio 1996, recante attivazione di un sistema di sorveglianza di inquinamento da ozono, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 163 del 13 luglio 1996; p) il decreto del Ministro dell'ambiente 21 aprile 1999, n. 163, recante norme per l'individuazione dei criteri ambientali e sanitari in base ai quali i sindaci adottano le misure di limitazione della circolazione, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 135 dell'11 giugno 1999;
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q) il decreto del Ministro dell'ambiente 2 aprile 2002, n. 60, recante recepimento della direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999 del Consiglio concernente i valori limite di qualita' dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualita' dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13 aprile 2002; r) il decreto del Ministro dell'ambiente 20 settembre 2002, recante le modalita' per la garanzia della qualita' del sistema delle misure di inquinamento atmosferico, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 231 del 2 ottobre 2002; s) il decreto del Ministro dell'ambiente 1 ottobre 2002, n. 261, recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualita' dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano o dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 272 del 20 novembre 2002. Con detto Decreto stata recepita la direttiva 2008/50/CE e sono state sostituite le disposizioni di attuazione della direttiva 2004/107/CE, istituendo un quadro normativo unitario in materia di valutazione e di gestione della qualita' dell'aria ambiente finalizzato a (art. 1 Principi e finalit): a) individuare obiettivi di qualita' dell'aria ambiente volti a evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana e per l'ambiente nel suo complesso; b) valutare la qualita' dell'aria ambiente sulla base di metodi e criteri comuni su tutto il territorio nazionale; c) ottenere informazioni sulla qualita' dell'aria ambiente come base per individuare le misure da adottare per contrastare l'inquinamento e gli effetti nocivi dell'inquinamento sulla salute umana e sull'ambiente e per monitorare le tendenze a lungo termine, nonche' i miglioramenti dovuti alle misure adottate; d) mantenere la qualita' dell'aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi; e) garantire al pubblico le informazioni sulla qualita' dell'aria ambiente; f) realizzare una migliore cooperazione tra gli Stati dell'Unione europea in materia di inquinamento atmosferico. Per realizzare i fini suddetti (previsti dal comma 1 art. 1) il decreto stabilisce: a) i valori limite per le concentrazioni nell'aria ambiente di biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio,piombo e PM10;
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b) i livelli critici per le concentrazioni nell'aria ambiente di biossido di zolfo e ossidi di azoto; c) le soglie di allarme per le concentrazioni nell'aria ambiente di biossido di zolfo e biossido di azoto; d) il valore limite, il valore obiettivo, l'obbligo di concentrazione dell'esposizione e l'obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione per le concentrazioni nell'aria ambiente di PM2,5; e) i valori obiettivo per le concentrazioni nell'aria ambiente di arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene. ed altresi' i valori obiettivo, gli obiettivi a lungo termine, le soglie di allarme e le soglie di informazione per l'ozono. I principi informatori del decreto, enunciati nello stesso art. 1, sono i seguenti: a) il sistema di valutazione e gestione della qualita' dell'aria rispetta ovunque standard qualitativi elevati ed omogenei al fine di assicurare un approccio uniforme su tutto il territorio nazionale e di assicurare che le stesse situazioni di inquinamento siano valutate e gestite in modo analogo; b) il sistema di acquisizione, di trasmissione e di messa a disposizione dei dati e delle informazioni relativi alla valutazione della qualita' dell'aria ambiente e' organizzato in modo da rispondere alle esigenze di tempestivita' della conoscenza da parte di tutte le amministrazioni interessate e del pubblico e si basa su misurazioni e su altre tecniche di valutazione e su procedure funzionali a tali finalita' secondo i canoni di efficienza, efficacia ed economicita'; c) la zonizzazione dell'intero territorio nazionale e' il presupposto su cui si organizza l'attivita' di valutazione della qualita' dell'aria ambiente. A seguito della zonizzazione del territorio, ciascuna zona o agglomerato e' classificata allo scopo di individuare le modalita' di valutazione mediante misurazioni e mediante altre tecniche in conformita' alle disposizioni del decreto stesso. d) la zonizzazione del territorio richiede la previa individuazione degli agglomerati e la successiva individuazione delle altre zone. Gli agglomerati sono individuati sulla base dell'assetto urbanistico, della popolazione residente e della densita' abitativa. Le altre zone sono individuate, principalmente, sulla base di aspetti come il carico emissivo, le caratteristiche orografiche, le caratteristiche meteo-climatiche e il grado di urbanizzazione del territorio, al fine di individuare le aree in cui uno o piu' di tali aspetti sono predominanti nel determinare i livelli degli inquinanti e di accorpare tali aree in zone contraddistinte dall'omogeneita' degli aspetti predominanti;
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e) la valutazione della qualita' dell'aria ambiente e' fondata su una rete di misura e su un programma di valutazione. Le misurazioni in siti fissi, le misurazioni indicative e le altre tecniche di valutazione permettono che la qualita' dell'aria ambiente sia valutata in conformita' alle disposizioni del decreto medesimo; f) la valutazione della qualita' dell'aria ambiente condotta utilizzando determinati siti fissi di campionamento e determinate tecniche di valutazione si considera idonea a rappresentare la qualita' dell'aria all'interno dell'intera zona o dell'intero agglomerato di riferimento qualora la scelta dei siti e delle altre tecniche sia operata in conformita' alle disposizioni del decreto; g) ai fini della valutazione della qualita' dell'aria ambiente e' evitato l'uso di stazioni di misurazione non conformi e, nel rispetto dei canoni di efficienza, di efficacia e di economicita', l'inutile eccesso di stazioni di misurazione. Le stazioni di misurazione che non sono inserite nella rete di misura e nel programma di valutazione non sono utilizzate per le finalita' del decreto; h) la rete di misura e' soggetta alla gestione o al controllo pubblico. Il controllo pubblico e' assicurato dalle regioni o dalle province autonome o, su delega, dalle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente. Le stazioni di misurazione non soggette a tale gestione o controllo non sono utilizzate per le finalita' del decreto; i) la valutazione della qualita' dell'aria ambiente e' il presupposto per l'individuazione delle aree di superamento dei valori, dei livelli, delle soglie e degli obiettivi previsti dal decreto; l) i piani e le misure da adottare ed attuare in caso di individuazione di una o piu' aree di superamento all'interno di una zona o di un agglomerato devono agire, secondo criteri di efficienza ed efficacia, sull'insieme delle principali sorgenti di emissione, ovunque localizzate, che influenzano tali aree, senza l'obbligo di estendersi all'intero territorio della zona o dell'agglomerato, ne' di limitarsi a tale territorio. Nel medesimo articolo (co 5) precisato che le funzioni amministrative relative alla valutazione ed alla gestione della qualita' dell'aria ambiente competono allo Stato, alle regioni e alle province autonome e agli enti locali, nei modi e nei limiti previsti dal decreto stesso. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di seguito Ministero dell'ambiente, si puo' avvalere, nei modi e per le finalita' previsti dal presente decreto, del supporto tecnico dell'Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, di seguito ISPRA, e dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, di seguito ENEA.
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I compiti tecnici finalizzati ad assicurare la qualita della valutazione in materia di aria ambiente sono assicurati dalle autorita' e dagli organismi di cui all'articolo 17, in conformita' al disposto dell'allegato I, paragrafo 3. E lart. 17 intitolato Qualita' della valutazione in materia di aria ambiente stabilisce che: Con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute, adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 13 agosto 1988, n. 400, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sulla base delle linee guida tecniche dell'ISPRA, sono stabilite: a) le procedure di garanzia di qualita' previste per verificare il rispetto della qualita' delle misure dell'aria ambiente; b) le procedure per l'approvazione degli strumenti di campionamento e misura della qualita' dell'aria. 2. Le procedure di approvazione previste al comma 1 sono finalizzate ad accertare e ad attestare che gli strumenti di campionamento e misura soddisfano i requisiti fissati dal presente decreto. 3. Le regioni e le province autonome o, su delega, le agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, effettuano le attivita' di controllo volte ad accertare che il gestore delle stazioni di misurazione rispetti le procedure di garanzia di qualita' di cui al comma 1, lettera a). Ai fini di tale controllo, si verifica anche se il gestore abbia partecipato ai programmi di cui al comma 4 ed abbia applicato le eventuali correzioni prescritte dal laboratorio nazionale di riferimento designato ai sensi del comma 8. 4. Il laboratorio nazionale di riferimento designato ai sensi del comma 8 organizza, con adeguata periodicita', programmi di intercalibrazione su base nazionale correlati a quelli comunitari ai quali devono partecipare tutti i gestori delle stazioni di misurazione utilizzate ai fini del presente decreto. Nel caso in cui i risultati della intercalibrazione per una o piu' stazioni non siano conformi, tale laboratorio nazionale indica al gestore le correzioni da apportare. 5. Le approvazioni degli strumenti di campionamento e misura, sulla base delle procedure previste dal comma 1, lettera b) e l'approvazione dei metodi di analisi della qualita' dell'aria equivalenti a quelli di riferimento, con le modalita' previste dall'allegato VI, competono ai laboratori pubblici accreditati secondo le procedure stabilite dalla norma ISO/IEC 17025 nella versione piu' aggiornata al momento dell'accreditamento in relazione al pertinente metodo previsto da tale allegato. Tali laboratori accettano, previa verifica della documentazione, i
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rapporti delle prove condotte da laboratori privati accreditati secondo le procedure stabilite dalla norma ISO/IEC 17025 nella versione piu' aggiornata al momento dell'accreditamento in relazione al pertinente metodo previsto da tale allegato. Non e' ammessa l'approvazione di strumenti e metodi da parte di laboratori che possiedono diritti sui medesimi; il laboratorio che procede all'approvazione dichiara con apposito atto, da allegare alla documentazione di approvazione, di non possedere diritti sullo strumento o sul metodo approvato. 6. L'Istituto nazionale di ricerca metrologica (I.N.RI.M) assicura la certificazione dei campioni primari e di riferimento, nonche' la preparazione ed il mantenimento dei campioni primari e di riferimento delle miscele gassose di inquinanti. In tale certificato si determinano la composizione chimica, la concentrazione, la purezza, le proprieta' fisiche o le particolari caratteristiche tecniche del campione. 7. Il laboratorio nazionale di riferimento designato ai sensi del comma 8 assicura la partecipazione alle attivita' di intercalibrazione a livello comunitario per gli inquinanti disciplinati dal presente decreto. 8. Con decreto del Ministro dell'ambiente sono individuati uno o piu' laboratori nazionali di riferimento tra quelli pubblici accreditati secondo la norma ISO/IEC 17025 per i metodi previsti dal presente decreto, sono designate le relative funzioni e sono stabiliti i relativi obblighi di comunicazione nei confronti del Ministero dell'ambiente. 9. Fino alla data di entrata in vigore del decreto previsto al comma 8 le funzioni di cui ai commi 4 e 7 sono assicurate dai soggetti a tal fine competenti ai sensi del decreto del Ministro dell'ambiente 20 settembre 2002. Allart. 2 il decreto prevede le definizioni applicabili: a) aria ambiente: l'aria esterna presente nella troposfera, ad esclusione di quella presente nei luoghi di lavoro definiti dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81; b) inquinante: qualsiasi sostanza presente nell'aria ambiente che puo' avere effetti dannosi sulla salute umana o sull'ambiente nel suo complesso; c) livello: concentrazione nell'aria ambiente di un inquinante o deposizione di questo su una superficie in un dato periodo di tempo;
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d) valutazione: utilizzo dei metodi stabiliti dal presente decreto per misurare, calcolare, stimare o prevedere i livelli degli inquinanti; e) zona: parte del territorio nazionale delimitata, ai sensi del presente decreto, ai fini della valutazione e della gestione della qualita' dell'aria ambiente; f) agglomerato: zona costituita da un'area urbana o da un insieme di aree urbane che distano tra loro non piu' di qualche chilometro oppure da un'area urbana principale e dall'insieme delle aree urbane minori che dipendono da quella principale sul piano demografico, dei servizi e dei flussi di persone e merci, avente: 1) una popolazione superiore a 250.000 abitanti oppure; 2) una popolazione inferiore a 250.000 abitanti e una densita di popolazione per km2 superiore a 3.000 abitanti; g) area di superamento: area, ricadente all'interno di una zona o di un agglomerato, nella quale e' stato valutato il superamento di un valore limite o di un valore obiettivo; tale area e' individuata sulla base della rappresentativita' delle misurazioni in siti fissi o indicative o sulla base delle tecniche di modellizzazione; h) valore limite: livello fissato in base alle conoscenze scientifiche, incluse quelle relative alle migliori tecnologie disponibili, al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana o per l'ambiente nel suo complesso, che deve essere raggiunto entro un termine prestabilito e che non deve essere successivamente superato; i) livello critico: livello fissato in base alle conoscenze scientifiche, oltre il quale possono sussistere effetti negativi diretti su recettori quali gli alberi, le altre piante o gli ecosistemi naturali, esclusi gli esseri umani; l) margine di tolleranza: percentuale del valore limite entro la quale e' ammesso il superamento del valore limite alle condizioni stabilite dal presente decreto; m) valore obiettivo: livello fissato al fine di evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana o per l'ambiente nel suo complesso, da conseguire, ove possibile, entro una data prestabilita; n) soglia di allarme: livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di adottare provvedimenti immediati; o) soglia di informazione: livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione nel
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suo complesso ed il cui raggiungimento impone di assicurare informazioni adeguate e tempestive; p) obiettivo a lungo termine: livello da raggiungere nel lungo periodo mediante misure proporzionate, al fine di assicurare un'efficace protezione della salute umana e dell'ambiente; q) indicatore di esposizione media: livello medio da determinare sulla base di misurazioni effettuate da stazioni di fondo ubicate in siti fissi di campionamento urbani presso l'intero territorio nazionale e che riflette l'esposizione della popolazione. Permette di calcolare se sono stati rispettati l'obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione e l'obbligo di concentrazione dell'esposizione; r) obbligo di concentrazione dell'esposizione: livello fissato sulla base dell'indicatore di esposizione media al fine di ridurre gli effetti nocivi sulla salute umana, da raggiungere entro una data prestabilita; s) obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione: riduzione, espressa in percentuale, dell'esposizione media della popolazione, fissata, in relazione ad un determinato anno di riferimento, al fine di ridurre gli effetti nocivi per la salute umana, da raggiungere, ove possibile, entro una data prestabilita; t) misurazioni in siti fissi: misurazioni dei livelli degli inquinanti effettuate in stazioni ubicate presso siti fissi, con campionamento continuo o discontinuo, eccettuate le misurazioni indicative; u) misurazioni indicative: misurazioni dei livelli degli inquinanti, basate su obiettivi di qualita' meno severi di quelli previsti per le misurazioni in siti fissi, effettuate in stazioni ubicate presso siti fissi di campionamento o mediante stazioni di misurazione mobili, o, per il mercurio, metodi di misura manuali come le tecniche di campionamento diffusivo; v) tecniche di stima obiettiva: metodi matematici per calcolare le concentrazioni a partire da valori misurati in luoghi o tempi diversi da quelli a cui si riferisce il calcolo, basati su conoscenze scientifiche circa la distribuzione delle concentrazioni; z) soglia di valutazione superiore: livello al di sotto del quale le misurazioni in siti fissi possono essere combinate con misurazioni indicative o tecniche di modellizzazione e, per l'arsenico, il cadmio, il nichel ed il benzo(a)pirene, livello al di sotto del quale le misurazioni in siti fissi o indicative possono essere combinate con tecniche di modellizzazione; aa) soglia di valutazione inferiore: livello al di sotto del quale e' previsto, anche in via esclusiva, l'utilizzo di tecniche di
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modellizzazione o di stima obiettiva; bb) contributo di fonti naturali: emissione di sostanze inquinanti non causata in modo diretto o indiretto da attivita umane, come nel caso di eruzioni vulcaniche, attivita' sismiche, attivita' geotermiche, incendi spontanei, tempeste di vento ed altri eventi naturali, aerosol marini, emissioni biogeniche, trasporto o risospensione in atmosfera di particelle naturali dalle regioni secche; cc) rete di misura: sistema di stazioni di misurazione degli inquinanti atmosferici da utilizzare ai fini del presente decreto; ilnumero delle stazioni della rete di misura non eccede quello sufficiente ad assicurare le funzioni previste dal presente decreto. L'insieme di tali stazioni di misurazione presenti sul territorio nazionale costituisce la rete di misura nazionale; dd) programma di valutazione: il programma che indica le stazioni di misurazione della rete di misura utilizzate per le misurazioni in siti fissi e per le misurazioni indicative, le tecniche di modellizzazione e le tecniche di stima obiettiva da applicare ai sensi del presente decreto e che prevede le stazioni di misurazione, utilizzate insieme a quelle della rete di misura, alle quali fare riferimento nei casi in cui i dati rilevati dalle stazioni della rete di misura, anche a causa di fattori esterni, non risultino conformi alle disposizioni del presente decreto, con particolare riferimento agli obiettivi di qualita' dei dati di cui all'allegato I ed ai criteri di ubicazione di cui agli allegati III e VIII; ee) garanzia di qualita': realizzazione di programmi la cui applicazione pratica consente l'ottenimento di dati di concentrazione degli inquinanti atmosferici con precisione e accuratezza conosciute; ff) campioni primari: campione designato come avente le piu' alte qualita' metrologiche ed il cui valore e' accettato senza riferimento ad altri campioni della stessa grandezza; gg) campioni di riferimento: campioni riconosciuti da una decisione nazionale come base per fissare il valore degli altri campioni della grandezza in questione; hh) deposizione totale: massa totale di sostanze inquinanti che, in una data area e in un dato periodo, e' trasferita dall'atmosfera al suolo, alla vegetazione, all'acqua, agli edifici e a qualsiasi altro tipo di superficie; ii) PM10: il materiale particolato che penetra attraverso un ingresso dimensionale selettivo conforme al metodo di riferimento per il campionamento e la misurazione del PM10 (norma
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UNI EN 12341), con un'efficienza di penetrazione del 50 per cento per materiale particolato di un diametro aerodinamico di 10 m; ll) PM2,5: il materiale particolato che penetra attraverso un ingresso dimensionale selettivo conforme al metodo di riferimento per il campionamento e la misurazione del PM2,5 (norma UNI EN 14907), con un'efficienza di penetrazione del 50 per cento per materiale particolato di un diametro aerodinamico di 2,5 m; mm) ossidi di azoto: la somma dei rapporti di mescolamento in volume (ppbv) di monossido di azoto (ossido nitrico) e di biossido di azoto espressa in unita' di concentrazione di massa di biossido di azoto (g/m); nn) idrocarburi policiclici aromatici: composti organici con due o piu' anelli aromatici fusi, formati interamente da carbonio e idrogeno; oo) mercurio gassoso totale: vapore di mercurio elementare (Hg 0) e mercurio gassoso reattivo, intesi come specie di mercurio idrosolubili con una pressione di vapore sufficientemente elevata per esistere nella fase gassosa; pp) composti organici volatili: tutti i composti organici diversi dal metano provenienti da fonti antropogeniche e biogeniche, i quali possono produrre ossidanti fotochimici reagendo con gli ossidi di azoto in presenza di luce solare; qq) precursori dell'ozono: sostanze che contribuiscono alla formazione di ozono a livello del suolo. Allart. 3 sono dettati i criteri e le competenze per la Zonizzazione del territorio ed in esso si prevede che l'intero territorio nazionale e' suddiviso in zone e agglomerati da classificare ai fini della valutazione della qualita' dell'aria ambiente e che alla zonizzazione provvedono le regioni e le province autonome sulla base dei criteri indicati nell'appendice I dello stesso decreto. La zonizzazione e' suscettibile di essere riesaminata in caso di variazione dei presupposti su cui e basata (ai sensi dell'appendice I). Il decreto disciplina anche puntualmente i termini e le competenze per la procedura di riesame stabilendo che per il riesame di ciascuna zonizzazione in atto alla data di entrata in vigore del presente decreto il progetto di zonizzazione e di classificazione di cui al comma 3 e' presentato entro i successivi quattro mesi. I progetti di zonizzazione sono trasmessi dalle regioni o province autonome al Ministero dell'ambiente e all'ISPRA. Il Ministero dell'ambiente, avvalendosi dell'ISPRA valuta, entro i successivi
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quarantacinque giorni, anche attraverso un esame congiunto nel Coordinamento 2 (di cui all'articolo 20), la conformita' del progetto alle disposizioni del decreto ed agli indirizzi espressi dallo stesso Coordinamento e tenendo conto della coerenza dei progetti di zonizzazioni regionali relativamente alle zone di confine. In caso di mancata conformita' il Ministero dell'ambiente, con atto motivato diretto alla regione o alla provincia autonoma, indica le variazioni e le integrazioni da effettuare ai fini dell'adozione del provvedimento di zonizzazione e di classificazione. E previsto anche che le regioni e le province autonome possano individuare d'intesa, sulla base dei criteri dell'appendice I, zone sovraregionali. In tal caso, le regioni e le province autonome interessate individuano apposite modalita' di coordinamento per assicurare una valutazione ed una gestione unitaria dell'aria ambiente nelle zone sovraregionali. Lart. 4, poi, si occupa della Classificazione di zone e agglomerati ai fini della valutazione della qualita' dell'aria ambiente, stabilendo che "Ai fini della valutazione della qualita' dell'aria, la classificazione delle zone e degli agglomerati e' effettuata, per ciascun inquinante di cui all'articolo 1, comma 2, sulla base delle soglie di valutazione superiori e inferiori previste dall'allegato II, sezione I, e secondo la procedura prevista dall'allegato II, sezione II. e che La classificazione delle zone e degli agglomerati e' riesaminata almeno ogni cinque anni e, comunque, in caso di significative modifiche delle attivita' che incidono sulle concentrazioni nell'aria ambiente degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2.E anche previsto nello stesso articolo che Nella comunicazione prevista all'articolo 3, comma 3, sono allegati, per ciascuna classificazione, gli esiti del monitoraggio e delle valutazioni sulla cui base le zone e gli agglomerati sono stati classificati. Quanto alla competenza stabilisce lo stesso art. 4 che Alla classificazione delle zone e degli agglomerati provvedono le regioni e le province autonome. Di fondamentale importanza , poi, lart. 5, intitolato Valutazione della qualita' dell'aria ambiente, che detta puntualmente i criteri e le modalit (commi 3, 4 e 5 dellart. 1) per la valutazione (allegato III, relativo all'ubicazione delle stazioni di misurazione, appendice II,
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E' istituito, presso il Ministero dell'ambiente, un Coordinamento tra i rappresentanti di tale Ministero, del Ministero della salute, di ogni regione e provincia autonoma, dell'Unione delle province italiane (UPI) e dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI). Partecipano al Coordinamento rappresentanti dell'ISPRA, dell'ENEA e del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e di altre autorita' competenti all'applicazione del presente decreto, e, su indicazione del Ministero della salute, rappresentanti dell'Istituto superiore di sanita', nonche', su indicazione della regione o provincia autonoma di appartenenza, rappresentanti delle agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente. Il Coordinamento opera attraverso l'indizione di riunioni periodiche e la creazione di una rete di referenti per lo scambio di dati e di informazioni. 2. Il Coordinamento previsto dal comma 1 assicura, anche mediante gruppi di lavoro, l'elaborazione di indirizzi e di linee guida in relazione ad aspetti di comune interesse e permette un esame congiunto di temi connessi all'applicazione del presente decreto, anche al fine di garantire un'attuazione coordinata e omogenea delle nuove norme e di prevenire le situazioni di inadempimento e le relative conseguenze.

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relativa alla scelta della rete di misura, e l'appendice III, relativa ai metodi di valutazione diversi dalla misurazione) della qualit dellaria ambiente per ciascun inquinante (di cui allart. 1, comma 2), individuando nelle regioni e nelle province autonome gli enti territoriali competenti alla valutazione della qualit dellaria ambiente. I commi 2, 3 stabiliscono: 2. Nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, lettere a), b), c) e d), superano la rispettiva soglia di valutazione superiore, le misurazioni in siti fissi sono obbligatorie e possono essere integrate da tecniche di modellizzazione o da misurazioni indicative al fine di fornire un adeguato livello di informazione circa la qualita' dell'aria ambiente. Se il superamento interessa gli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, lettera e), le misurazioni in siti fissi sono obbligatorie e possono essere integrate da tecniche di modellizzazione al fine di fornire un adeguato livello di informazione circa la qualita' dell'aria ambiente. 3. Nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, lettere a), b), c) e d), sono compresi tra la rispettiva soglia di valutazione inferiore e la rispettiva soglia di valutazione superiore, le misurazioni in siti fissi sono obbligatorie e possono essere combinate con misurazioni indicative o tecniche di modellizzazione. Se il superamento interessa gli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, lettera e), le misurazioni in siti fissi o indicative mediante stazioni di misurazione sono obbligatorie e possono essere combinate con tecniche di modellizzazione al fine di fornire un adeguato livello di informazione circa la qualita' dell'aria ambiente. Come prevede il comma 4, soltanto Nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, sono inferiori alla rispettiva soglia di valutazione inferiore, sono utilizzate, anche in via esclusiva, tecniche di modellizzazione o di stima obiettiva. Ed ancora il comma 5 prevede che Ai fini della determinazione del numero delle stazioni di misurazione per le misurazioni in siti fissi nei casi in cui vi e' integrazione o combinazione tra misurazioni in siti fissi e tecniche di modellizzazione o misurazioni indicative, si applicano i criteri previsti dall'articolo 7, commi 2 e 3. Ai sensi del comma 6, poi, Le regioni e le province autonome trasmettono al Ministero dell'ambiente, all'ISPRA e all'ENEA, entro otto mesi dall'entrata in vigore del presente decreto, un progetto volto ad adeguare la propria rete di misura alle relative disposizioni, in conformita'
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alla zonizzazione risultante dal primo riesame previsto dall'articolo 3, comma 2, ed in conformita' alla connessa classificazione. Il progetto indica anche la data prevista per l'adeguamento e contiene il programma di valutazione da attuare nelle zone e negli agglomerati. competendo al Ministero dell'ambiente, che si avvale a tal fine dell'ISPRA e dell'ENEA, la valutazione anche attraverso un esame congiunto del Coordinamento di cui all'articolo 20, di conformit del progetto alle disposizioni del decreto ed agli indirizzi espressi dallo stesso Coordinamento. In caso di mancata conformita' il Ministero dell'ambiente, con atto motivato diretto alla regione o alla provincia autonoma, indica le variazioni e le integrazioni da effettuare ai fini dell'attuazione del progetto di adeguamento. Tale procedura si applica anche ai successivi progetti di modifica o di integrazione della rete di misura. Ed, inoltre, Al fine di ottimizzare il coordinamento tra le reti, i progetti di adeguamento, modifica o integrazione delle reti di misura regionali sono altresi' inviati dalle regioni o province autonome a quelle confinanti. Quanto, poi, alla gestione delle reti di misurazione, al comma 7 stabilito che Le stazioni di misurazione previste nel programma di valutazione di cui al comma 6 devono essere gestite dalle regioni e dalle province autonome ovvero, su delega, dalle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente oppure da altri soggetti pubblici o privati. In quest'ultimo caso, sono sottoposte al controllo delle regioni e delle province autonome ovvero, su delega, delle agenzie regionali. Il controllo si esercita sulla base di appositi protocolli approvati dalle regioni e dalle province autonome o, in caso di delega, dalle agenzie regionali e deve prevedere una continua supervisione su tutte le modalita' di gestione della stazione e di raccolta, trattamento e validazione dei dati. Per le stazioni di misurazione esistenti, gestite da enti locali o soggetti privati, il Ministero dell'ambiente promuove la sottoscrizione di accordi tra il gestore, le regioni o le province autonome e le agenzie regionali al fine di assicurare la sottoposizione a tale controllo. In ordine allesercizio e manutenzione delle stazioni di misurazione il comma 8 prevede che Le stazioni previste nel programma di valutazione di cui al comma 6 sono esercite e manutenute in condizioni atte ad assicurare le funzioni previste dal presente decreto. Per i casi in cui i dati rilevati da una stazione della rete di misura, anche a causa di fattori esterni, non risultino conformi alle disposizioni del presente decreto, con particolare riferimento agli obiettivi di qualita' dei dati di cui all'allegato I ed ai criteri di ubicazione di cui all'allegato III e
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all'allegato VIII, si utilizza, sulla base del programma di valutazione, un'altra stazione avente le stesse caratteristiche in relazione alla zona oppure, nello stesso sito fisso di campionamento, una stazione di misurazione mobile al fine di raggiungere la necessaria copertura dei dati. Il numero delle stazioni di misurazione previste dal programma di valutazione deve essere individuato nel rispetto dei canoni di efficienza, efficacia ed economicita'. Nel caso in cui risultino variati il contesto territoriale, le attivita' e le altre circostanze da cui dipende la classificazione e l'ubicazione di una o piu' stazioni della rete di misura ai sensi degli allegati III, IV, VIII e X, le regioni e le province autonome provvedono comunque al conseguente adeguamento del programma di valutazione, nei limiti delle risorse finanziarie destinate a tali finalita', in base alla legislazione vigente. E poi stabilito dal comma 11 che Le misurazioni e le altre tecniche utilizzate per la valutazione della qualita' dell'aria ambiente devono rispettare gli obiettivi di qualita' previsti dall'allegato I. Sono inoltre previsti (art. 6) casi speciali di valutazione della qualita' dell'aria ambiente: 1. Con decreti del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute e sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997, sono scelte, in modo da individuare le variazioni geografiche e l'andamento a lungo termine delle concentrazioni nell'aria ambiente e, ove previsto, delle deposizioni: a) almeno tre stazioni di misurazione di fondo in siti fissi di campionamento rurali, scelte nell'ambito delle reti di misura regionali, in cui si effettuano misurazioni finalizzate ad acquisire informazioni circa la concentrazione di massa totale e le concentrazioni per speciazione chimica del PM2,5 su base annuale. Il decreto di individuazione puo' altresi' stabilire forme di coordinamento con le attivita' svolte in attuazione del programma denominato monitoring and evaluation of pollutants (EMEP). Sulla base di appositi accordi con altri Stati tali stazioni di misurazione possono essere comuni a piu' Stati in riferimento a zone confinanti. A tali stazioni di misurazione si applicano gli allegati I, II, IV e VI. I paragrafi 1 e 3 dell'allegato I devono essere tuttavia riferiti alle sole concentrazioni di massa totale; b) almeno sette stazioni di misurazione del benzo(a)pirene, scelte nell'ambito delle reti di misura regionali, in cui si effettua la misurazione delle concentrazioni nell'aria ambiente di benzo(a)antracene, benzo(b)fluorantene, benzo(j)fluorantene, benzo(k)fluorantene, indeno (1,2,3-cd)pirene e dibenzo(a,h)antracene, al fine di verificare la costanza dei rapporti nel tempo
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e nello spazio tra il benzo(a)pirene e gli altri idrocarburi policiclici aromatici di rilevanza tossicologica. A tali stazioni di misurazione si applicano l'allegato I, l'allegato III e l'allegato VI; c) almeno tre stazioni di misurazione di fondo, scelte nell'ambito delle reti di misura regionali e di quelle appartenenti alla rete realizzata in sede di attuazione del programma denominato European monitoring and evaluation of pollutants (EMEP), in cui si effettua la misurazione indicativa delle concentrazioni nell'aria ambiente dell'arsenico, del cadmio, del nichel, del benzo(a)pirene e degli altri idrocarburi policiclici aromatici di cui alla lettera b) e la misurazione indicativa della deposizione totale di tali inquinanti. Tale misurazione indicativa ha altresi' ad oggetto le concentrazioni nell'aria ambiente del mercurio gassoso totale e la deposizione totale del mercurio. Con il decreto di individuazione si selezionano, tra le stazioni scelte, ove tecnicamente fattibile alla luce degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, quelle in cui si effettua anche la misurazione indicativa del mercurio bivalente particolato e gassoso. Sulla base di appositi accordi con altri Stati, nel rispetto degli indirizzi forniti dalla Commissione europea, tali stazioni di misurazione possono essere comuni a piu' Stati in riferimento a zone confinanti. A tali stazioni di misurazione si applicano l'allegato I, l'allegato III e l'allegato VI; d) sette stazioni di misurazione in sito fisso urbano, scelte preferibilmente tra quelle di cui alla lettera b), in cui si effettuano misurazioni finalizzate ad acquisire informazioni circa la concentrazione di massa totale e le concentrazioni per speciazione chimica del PM10 e del PM2,5 su base annuale. A tali stazioni di misurazione si applicano gli allegati I, III, IV e VI. I paragrafi 1 e 3 dell'allegato I devono essere tuttavia riferiti alle sole concentrazioni di massa totale. 2. Nella scelta delle stazioni di misurazione si deve valutare la possibilita' di utilizzare le medesime stazioni per entrambe le finalita' di cui alle lettere a) e c) del comma 1. Possono essere individuate stazioni diverse soltanto se, da una valutazione tecnica, emerge che tali finalita' non sarebbero conseguite per tutti gli inquinanti. 3. Nel caso in cui le stazioni di misurazione prescelte siano gestite da enti di ricerca, i decreti previsti al comma 1 disciplinano le modalita' ed i tempi con i quali tali enti devono trasmettere i dati e le informazioni rilevati al Ministero dell'ambiente e all'ISPRA. I decreti disciplinano altresi' le modalita' ed i tempi con i quali i dati e le informazioni rilevati da tutte le stazioni di misurazione ai sensi del comma 1, lettere a), b), c) e d), sono messi a disposizione di tutte le regioni e province autonome. Disciplinano inoltre, per le stazioni di misurazione di cui al
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comma 1, lettera a), i metodi da utilizzare e le modalita' di comunicazione di tali metodi alla Commissione europea, per le stazioni di misurazione di cui al comma 1, lettera d), i metodi da utilizzare e, per le stazioni di misurazione di cui al comma 1, lettere b) e c), i metodi da utilizzare ai fini del campionamento e dell'analisi degli idrocarburi policiclici aromatici diversi dal benzo(a)pirene. Di fondamentale importanza lart. 7, che regola le Stazioni di misurazione in siti fissi di campionamento: 1. Nelle zone e negli agglomerati in cui le misurazioni in siti fissi costituiscono l'unica fonte di informazioni sulla qualita' dell'aria ambiente e' assicurato un numero minimo di stazioni di misurazione di ciascun inquinante di cui all'articolo 1, comma 2, pari a quello previsto all'allegato V, paragrafi 1, 2 e 3. 2. Nelle zone e negli agglomerati in cui le misurazioni in siti fissi sono integrate da tecniche di modellizzazione o da misurazioni indicative, il numero complessivo delle stazioni di misurazione di cui all'allegato V puo' essere ridotto fino ad un massimo del 50 per cento, purche': a) le tecniche di valutazione utilizzate ad integrazione delle misurazioni in siti fissi permettano di ottenere un adeguato livello d'informazione ai fini della valutazione della qualita' dell'aria in relazione ai valori limite, ai valori obiettivo ed alle soglie di allarme previsti dal presente decreto, nonche' un adeguato livello d'informazione del pubblico; b) il numero delle stazioni di misurazione e la risoluzione spaziale delle tecniche di modellizzazione permettano di valutare i livelli in conformita' agli obiettivi di qualita' dei dati di cui all'allegato I, paragrafo 1, e di soddisfare i requisiti di cui all'allegato I, paragrafo 2. 3. Nelle zone e negli agglomerati in cui le misurazioni in siti fissi sono combinate con tecniche di modellizzazione o misurazioni indicative, il numero complessivo delle stazioni di misurazione di cui all'allegato V puo' essere ridotto oltre il 50 per cento, purche' si rispettino le condizioni previste al comma 2. 4. In relazione ai livelli critici di cui all'allegato XI le riduzioni previste ai commi 2 e 3 si applicano a condizione che il numero delle stazioni di misurazione e la risoluzione spaziale delle tecniche di modellizzazione permettano di valutare i livelli in conformita' agli obiettivi di qualita' dei dati di cui all'allegato I, paragrafo 1. 5. Ai fini della misurazione della qualita' dell'aria ambiente, si applicano i metodi di riferimento o i metodi equivalenti previsti all'allegato VI. Art. 8
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Valutazione della qualita' dell'aria ambiente e stazioni di misurazione in siti fissi di campionamento in relazione all'ozono 1. La valutazione della qualita' dell'aria ambiente e' effettuata, per l'ozono, sulla base dei criteri previsti dai commi successivi e dagli allegati VII e VIII e dalle appendici II e III. 2. Nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli di ozono superano, in almeno uno sui cinque anni civili precedenti, gli obiettivi a lungo termine previsti all'allegato VII, paragrafo 3, le misurazioni in siti fissi in continuo sono obbligatorie. Se non si dispone di dati sufficienti per i cinque anni civili precedenti, e' consentito determinare il superamento anche mediante una combinazione di campagne di misurazione di breve durata, effettuate in passato nel periodo dell'anno e nei luoghi in cui si potrebbero registrare i massimi livelli di inquinamento, e tecniche di modellizzazione, utilizzando a tal fine anche le informazioni ricavate dagli inventari delle emissioni. 3. Nelle zone e negli agglomerati in cui le misurazioni in siti fissi in continuo costituiscono l'unica fonte di informazioni sulla qualita' dell'aria ambiente, fatto salvo quanto previsto dal comma 5, e' assicurato un numero minimo di stazioni di misurazione dell'ozono pari a quello previsto dall'allegato IX, paragrafo 1 ed un numero di stazioni di misurazione del biossido di azoto pari a quello previsto dall'allegato IX paragrafo 3. 4. Nelle zone e negli agglomerati in cui le misurazioni in siti fissi sono integrate da tecniche di modellizzazione o da misurazioni indicative, il numero complessivo delle stazioni di misurazione previsto dall'allegato IX, paragrafo 1, puo' essere ridotto alle condizioni previste dal paragrafo 2 di tale allegato. 5. Nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli di ozono sono stati inferiori, in tutti i cinque anni civili precedenti, agliobiettivi a lungo termine previsti dall'allegato VII, paragrafo 3, il numero delle stazioni di misurazione di ozono e di biossido di azoto e' stabilito in conformita' all'allegato IX, paragrafo 4. 6. Con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute e sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997, sono individuate, nell'ambito delle reti di misura regionali, le stazioni di misurazione di fondo in siti fissi di campionamento rurali per l'ozono. Il numero di tali stazioni, su tutto il territorio nazionale, e' compreso tra sei e dodici, in funzione dell'orografia, in riferimento alle zone ed agli agglomerati di cui al comma 2, ed e' pari ad almeno tre in riferimento alle zone ed agli agglomerati di cui al comma 5.
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7. La misurazione dei precursori dell'ozono e' svolta nei modi indicati all'allegato X. Con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute e sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997, sono individuate, sul territorio nazionale, nell'ambito delle reti di misura regionali, almeno tre stazioni di misurazione dei precursori dell'ozono ai sensi dell'allegato X e sono disciplinate le modalita' di comunicazione dei metodi di campionamento e di misurazione utilizzati alla Commissione europea. 8. Alla valutazione della qualita' dell'aria ambiente ed alla classificazione delle zone e degli agglomerati provvedono le regioni e le province autonome. 9. Si applica, anche in riferimento al presente articolo, quanto previsto dall'articolo 4, comma 3, e dall'articolo 5, commi da 6 a 9 e comma 11. 10. Ai fini della misurazione della qualita' dell'aria ambiente, si applicano i metodi di riferimento o i metodi equivalenti previsti dall'allegato VI. Di fondamentale rilievo nel processo si rivela, ancora, il disposto dellart Art. 9 (Piani e misure per il raggiungimento dei valori limite e dei livelli critici, per il perseguimento dei valori obiettivo e per il mantenimento del relativo rispetto), che recita: 1. Se, in una o piu' aree all'interno di zone o di agglomerati, i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, superano, sulla base della valutazione di cui all'articolo 5, i valori limite di cui all'allegato XI, le regioni e le province autonome, nel rispetto dei criteri previsti all'appendice IV, adottano un piano che contenga almeno gli elementi previsti all'allegato XV e che preveda le misure necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree di superamento ed a raggiungere i valori limite nei termini prescritti. In caso di superamenti dopo i termini prescritti all'allegato XI il piano deve essere integrato con l'individuazione di misure atte a raggiungere i valori limite superati nel piu' breve tempo possibile. Se, in una o piu' aree all'interno di zone o di agglomerati, e' superato il valore obiettivo previsto per il PM2,5 all'allegato XIV, il piano contiene, ove individuabili, le misure che non comportano costi sproporzionati necessarie a perseguirne il raggiungimento. 2. Se, in una o piu' aree all'interno di zone o di agglomerati, i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, superano, sulla base della valutazione di cui all'articolo 5, i valori obiettivo di cui all'allegato XIII, le regioni e le province autonome, adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, le misure che non comportano costi sproporzionati necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree di superamento ed a perseguire il raggiungimento dei valori obiettivo entro il 31
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dicembre 2012. Il perseguimento del valore obiettivo non comporta, per gli impianti soggetti al decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, condizioni piu' rigorose di quelle connesse all'applicazione delle migliori tecniche disponibili. 3. Le regioni e le province autonome adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, le misure necessarie a preservare la migliore qualita' dell'aria ambiente compatibile con lo sviluppo sostenibile nelle aree in cui, sulla base della valutazione di cui all'articolo 5, i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, rispettano i valori limite e i valori obiettivo. Le misure interessano, anche in via preventiva, le principali sorgenti di emissione che possono influenzare i livelli degli inquinanti in tali aree e sono inserite, laddove adottati, nei piani di cui al comma 1. 4. Se, in una o piu' aree all'interno di zone o di agglomerati, i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, superano, sulla base della valutazione di cui all'articolo 5, i livelli critici di cui all'allegato XI, le regioni e le province autonome adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, le misure necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree di superamento ed a raggiungere i livelli critici nei termini prescritti. 5. I piani e le misure di cui ai commi 1, 2 e 4, relativi ad un'area di superamento all'interno di una zona o di un agglomerato, devono agire sull'insieme delle principali sorgenti di emissione, puntuali o diffuse, aventi influenza su tale area anche se localizzate in altre aree o in altre zone e agglomerati della regione o della provincia autonoma. 6. Se lo stesso insieme di sorgenti di emissione determina il superamento dei valori limite o dei valori obiettivo per piu' inquinanti, le regioni e le province autonome predispongono un piano integrato per tali inquinanti. 7. Ai fini dell'elaborazione e dell'attuazione dei piani previsti dal presente articolo le regioni e le province autonome assicurano la partecipazione degli enti locali interessati mediante opportune procedure di raccordo e concertazione, ai sensi della normativa vigente. Si provvede anche, con tali procedure, ad individuare e coordinare, all'interno dei piani, i provvedimenti di attuazione previsti dall'articolo 11, al fine di assicurare che gli stessi concorrano in modo efficace e programmato all'attuazione dei piani. Le regioni e le province autonome provvedono, nel rispetto del quadro delle competenze amministrative in materia territoriale e ambientale, con apposita normativa e comunque in conformita' al proprio ordinamento, ad adottare i piani di cui al presente decreto, assicurando il coordinamento di tali piani e degli obiettivi stabiliti dagli
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stessi con gli altri strumenti di pianificazione settoriale e con gli strumenti di pianificazione degli enti locali. 8. Nel caso in cui, sulla base di una specifica istruttoria svolta da una regione o provincia autonoma, risulti che le principali sorgenti di emissione aventi influenza su un'area di superamento sono localizzate in una diversa regione o provincia autonoma, devono essere adottate da entrambe le regioni o province autonome misure coordinate finalizzate al raggiungimento dei valori limite o al perseguimento dei valori obiettivo. Il Ministero dell'ambiente promuove l'elaborazione e l'adozione di tali misure nell'ambito del Coordinamento di cui all'articolo 20. 9. Nel caso in cui, sulla base di una specifica istruttoria svolta, su richiesta di una o piu' regioni o province autonome, nell'ambito del Coordinamento di cui all'articolo 20, risulti che, tutte le possibili misure individuabili dalle regioni e dalle province autonome nei propri piani di qualita' dell'aria non sono in grado di assicurare il raggiungimento dei valori limite in aree di superamento influenzate, in modo determinante, da sorgenti di emissione su cui le regioni e le province autonome non hanno competenza amministrativa e legislativa, si procede all'adozione di misure di carattere nazionale. In tali casi e' convocato, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, su richiesta del Ministero dell'ambiente, un comitato tecnico con il compito di presentare un programma di misure di carattere nazionale alla cui elaborazione partecipano anche i Ministeri aventi competenza su specifici settori emissivi, quali trasporti, energia, inclusi gli usi civili, attivita' produttive e agricoltura. Il programma e' approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il comitato e' istituito senza oneri a carico dello Stato ed opera per il tempo strettamente necessario ad elaborare il programma. Ai soggetti che partecipano, a qualsiasi titolo, al comitati non e' dovuto alcun compenso o rimborso spese o altro tipo di emolumento per tale partecipazione. Per lo svolgimento di tale attivita' il Ministero dell'ambiente si avvale del supporto dell'ISPRA e dell'ENEA. 10. Nelle zone e negli agglomerati per i quali la Commissione europea conceda le deroghe previste dall'articolo 22 della direttiva 2008/50/CE secondo la procedura ivi disciplinata, i valori limite previsti dall'allegato XI per il biossido di azoto ed il benzene si applicano a partire dalla data individuata nella decisione della Commissione e i valori limite previsti dall'allegato XI per il PM10 si applicano a partire dall'11 giugno 2011. Il Ministero dell'ambiente cura, in accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l'esecuzione di tale procedura in collaborazione con le regioni e le province autonome, coordinando le attivita' istruttorie finalizzate a
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dimostrare i requisiti richiesti all'articolo 22 della direttiva 2008/50/CE per la concessione delle deroghe. Il Ministero dell'ambiente coordina, in particolare, l'adeguamento, da parte delle regioni e delle province autonome, dei vigenti piani di qualita dell'aria al fine di introdurre gli elementi richiesti dall'articolo 22 della direttiva 2008/50/CE per la concessione delle deroghe e di dimostrare che, presso tali zone e agglomerati, i valori limite oggetto di deroga saranno rispettati entro i nuovi termini. Nel caso in cui da una specifica istruttoria risulti che il rispetto dei nuovi termini possa essere ottenuto solo con il contributo di misure di carattere nazionale, il Ministero dell'ambiente presenta un programma di misure alla cui elaborazione partecipano anche, sotto il coordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Ministeri aventi competenza su specifici settori emissivi, quali trasporti, energia, inclusi gli usi civili, attivita' produttive e agricoltura. Il programma e' approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Per lo svolgimento delle attivita' istruttorie previste dal presente articolo il Ministero dell'ambiente si avvale dell'ISPRA e dell'ENEA. Fino alla data di entrata in vigore dei valori limite oggetto di deroga, le regioni e le province autonome attuano, in tali zone e agglomerati, tutte le misure necessarie a raggiungere e mantenere i livelli degli inquinanti interessati al di sotto dei valori limite aumentati del relativo margine di tolleranza massimo previsti dall'allegato XI. 11. Nella elaborazione dei piani previsti dal presente articolo e' assicurata la coerenza con le prescrizioni contenute nella pianificazione nazionale per la riduzione delle emissioni di gas responsabili dell'effetto serra, nei piani e nei programmi adottati ai sensi del decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 171, e del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 194, nei provvedimenti regionali di attuazione dell'articolo 2, comma 167, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, ed in tutti gli altri strumenti di pianificazione e di programmazione regionali e locali, come i piani energetici, i piani dei trasporti e i piani di sviluppo. Anche le autorita' competenti all'elaborazione e all'aggiornamento di tali piani, programmi e provvedimenti assicurano la coerenza degli stessi con le prescrizioni contenute nei piani di qualita' dell'aria previsti dal presente articolo. 12. I piani previsti dal presente articolo sono soggetti all'obbligo di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo n. 152 del 2006, esclusivamente nel caso in cui sia stata verificata la condizione prevista dall'articolo 6, comma 1, di tale decreto secondo la procedura ivi disciplinata all'articolo 12.
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Si rivela di particolare interesse anche la seguente disposizione comunitaria, riportata in nota nel decreto stesso al citato art. 9, che, per comodit espositiva e di consultazione, sembra opportuno qui richiamare: Il testo dell'art. 24 della direttiva 2008/50/CE (Qualita' dell'aria ambiente e per un'aria piu' pulita in Europa) cosi' recita: Art. 24 (Piani d'azione a breve termine). - 1. Se in determinate zone o agglomerati sussiste il rischio che i livelli degli inquinanti superino una o piu' soglie di allarme di cui all'allegato XII gli Stati membri provvedono a elaborare piani d'azione contenenti indicazioni sui provvedimenti da adottare nel breve termine per ridurre il rischio o la durata del superamento. Se il rischio riguarda uno o piu' valori limite o valori-obiettivo di cui agli allegati VII, XI e XIV, gli Stati membri possono, se opportuno, elaborare tali piani d'azione a breve termine. Tuttavia, se sussiste il rischio che venga superata la soglia di allarme per l'ozono indicata nell'allegato XII, punto B, gli Stati membri preparano i piani d'azione a breve termine solo se, a loro parere, alla luce delle condizioni geografiche, meteorologiche ed economiche nazionali, le possibilita' di ridurre il rischio, la durata o la gravita' del superamento sono significative. Nella redazione dei piani d'azione a breve termine gli Stati membri tengono conto della decisione 2004/279/Ce. 2. I piani d'azione a breve termine di cui al paragrafo 1 possono, in funzione del caso singolo, contemplare provvedimenti efficaci per limitare e, se necessario, sospendere le attivita' che contribuiscono al rischio che i rispettivi valori limite, valori-obiettivo o soglie di allarme siano superati. Tali piani d'azione possono prevedere provvedimenti connessi con la circolazione dei veicoli a motore, i lavori di costruzione, le navi all'ormeggio e con l'attivita' degli impianti industriali e l'uso di prodotti nonche' il riscaldamento domestico. Nel quadro di tali piani possono anche essere prese in considerazione azioni specifiche volte a tutelare gruppi sensibili di popolazione, compresi i bambini. 3. Quando gli Stati membri elaborano un piano d'azione a breve termine, mettono a disposizione del pubblico e delle associazioni interessate, quali le associazioni ambientaliste, le associazioni dei consumatori, le associazioni che rappresentano gli interessi dei gruppi di popolazione sensibili, gli altri organismi sanitari pertinenti e le associazioni di categoria interessate, sia i risultati delle loro indagini sulla fattibilita' e sul contenuto dei piani d'azione specifici a breve termine, sia informazioni sull'attuazione di tali piani.
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4. Per la prima volta anteriormente all'11 giugno 2010 ed a intervalli regolari successivamente, la Commissione pubblica esempi delle migliori pratiche per l'elaborazione dei piani d'azione a breve termine, compresi esempi delle migliori prassi per la protezione di gruppi sensibili di popolazione, compresi i bambini. Proseguendo nella disamina del D. Lgs. n. 155/2010, lart. 10 intitolato Piani per la riduzione del rischio di superamento dei valori limite, dei valori obiettivo e delle soglie di allarme prevede che le regioni e le province autonome adottano (obbligatoriamente) piani d'azione nei quali si prevedono gli interventi da attuare nel breve termine per i casi in cui insorga, presso una zona o un agglomerato, il rischio che i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, commi 2 e 3, superino le soglie di allarme previste all'allegato XII. In caso di rischio di superamento delle soglie di allarme di cui all'allegato XII, paragrafo 2, i piani d'azione sono adottati se, alla luce delle condizioni geografiche, meteorologiche ed economiche, la durata o la gravita' del rischio o la possibilita' di ridurlo risultano, sulla base di un'apposita istruttoria, significative. Esistono, poi, casi nei quali le regioni e le province autonome possono adottare piani d'azione nei quali si prevedono gli interventi da attuare nel breve termine per i casi in cui insorga, presso una zona o un agglomerato, il rischio che i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, commi 2 e 3, superino i valori limite o i valori obiettivo previsti dagli allegati VII e XI. All'adozione si procede nel caso in cui sia possibile individuare le situazioni previste al comma 3. Nei casi previsti al comma 2 i piani d'azione (facoltativi) hanno ad oggetto specifiche circostanze contingenti, non aventi carattere strutturale o ricorrente, che possono causare un superamento o che possono pregiudicare il processo di raggiungimento dei valori limite o di perseguimento dei valori obiettivo e che, per effetto di tale natura, non sono prevedibili e contrastabili attraverso i piani e le misure di cui agli articoli 9 e 13. Gli interventi previsti nei piani d'azione sono diretti a ridurre il rischio o a limitare la durata del superamento. I piani d'azione possono prevedere, se necessario per le finalita' di legge, interventi finalizzati a limitare oppure a sospendere le attivita che contribuiscono all'insorgenza del rischio di superamento dei valori limite, dei valori obiettivo e delle soglie di allarme. Gli indirizzi formulati dalla Commissione europea ai sensi dell'articolo 24 della direttiva 2008/50/CE integrano i requisiti previsti dal presente articolo per l'adozione dei piani d'azione. Le regioni e le province autonome che adottano un piano d'azione mettono a disposizione del pubblico le informazioni relative ai risultati dell'istruttoria svolta circa la fattibilita del piano e le informazioni relative ai contenuti ed all'attuazione del piano.
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Lart. 11 prevede, ancora le Modalita' e procedure di attuazione dei piani, disponendo che: 1. I piani di cui agli articoli 9, 10 e 13 possono anche individuare, con le modalita' e per le finalita' dagli stessi previste: a) criteri per limitare la circolazione dei veicoli a motore; b) valori limite di emissione, prescrizioni per l'esercizio, criteri di localizzazione ed altre condizioni di autorizzazione per gli impianti di cui alla parte quinta, titolo I, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, secondo le relative disposizioni; c) valori limite di emissione, prescrizioni per l'esercizio e criteri di localizzazione per gli impianti di trattamento dei rifiuti che producono emissioni in atmosfera; d) valori limite di emissione, prescrizioni per l'esercizio e criteri di localizzazione per gli impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale che producono emissioni in atmosfera; e) valori limite di emissione, prescrizioni per l'esercizio, caratteristiche tecniche e costruttive per gli impianti di cui alla parte quinta, titolo II, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, secondo le relative disposizioni; f) limiti e condizioni per l'utilizzo dei combustibili ammessi dalla parte quinta, titolo III, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, secondo le relative disposizioni e nel rispetto delle competenze autorizzative attribuite allo Stato ed alle regioni; g) limiti e condizioni per l'utilizzo di combustibili nei generatori di calore sotto il valore di soglia di 0,035 MW nei casi in cui l'allegato X alla parte quinta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, prevede il potere dei piani regionali di limitare l'utilizzo dei combustibili negli impianti termici civili; h) prescrizioni per prevenire o limitare le emissioni in atmosfera che si producono nel corso delle attivita' svolte presso qualsiasi tipo di cantiere, incluso l'obbligo che le macchine mobili non stradali ed i veicoli di cui all'articolo 47, comma 2, lett. c) - categoria N2 e N3 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, utilizzati nei cantieri e per il trasporto di materiali da e verso il cantiere rispondano alle piu' recenti direttive comunitarie in materia di controllo delle emissioni inquinanti o siano dotati di sistemi di abbattimento delle emissioni di materiale particolato; i) prescrizioni per prevenire o limitare le emissioni in atmosfera prodotte dalle navi all'ormeggio; l) misure specifiche per tutelare la popolazione infantile e gli altri gruppi sensibili della popolazione;
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m) prescrizioni per prevenire o limitare le emissioni in atmosfera che si producono nel corso delle attivita' e delle pratiche agricole relative a coltivazioni, allevamenti, spandimento dei fertilizzanti e degli effluenti di allevamento, ferma restando l'applicazione della normativa vigente in materia di rifiuti, combustibili, fertilizzanti, emissioni in atmosfera e tutela sanitaria e fito-sanitaria; n) prescrizioni di limitazione delle combustioni all'aperto, in particolare in ambito agricolo, forestale e di cantiere, ferma restando l'applicazione della normativa vigente in materia di rifiuti, combustibili, emissioni in atmosfera e tutela sanitaria e fito-sanitaria. 2. Con decreto del Ministero dell'ambiente, di concerto con i Ministeri competenti per materia, sentita la Conferenza Unificata, possono essere emanate linee guida per l'individuazione delle misure di cui al comma 1 relativamente ai settori non disciplinati da norme statali. Il comma 3 disciplina le competenze allattuazione dei piani con specifico riferimento alla limitazione della circolazione dei veicoli a motore, individuando nei sindaci o nella diversa autorita' individuata dalle regioni o dalle province autonome i soggetti deputati, e prevede i poteri sostitutivi, in caso di inerzia, delle regioni o delle province autonome o della diversa autorita' individuata dalle regioni o dalle province autonome ai sensi della vigente normativa regionale. Il comma 3 cos recita: 3. All'attuazione delle previsioni contenute nei piani in merito alla limitazione della circolazione dei veicoli a motore, ai sensi del comma 1, lettera a), provvedono i sindaci o la diversa autorita' individuata dalle regioni o dalle province autonome. In caso di inerzia, provvedono in via sostitutiva le regioni o le province autonome o la diversa autorita' individuata dalle regioni o dalle province autonome ai sensi della vigente normativa regionale. La normativa regionale stabilisce idonee forme di raccordo e coordinamento tra regioni o province autonome ed autorita' competente ad adottare i provvedimenti di limitazione della circolazione. Le modalita' e la durata delle limitazioni devono essere funzionali alle finalita' dei diversi piani di cui agli articoli 9, 10 e 13. Le ordinanze di cui all'articolo 7, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, possono essere adottate dai sindaci per motivi connessi all'inquinamento atmosferico nei casi e con i criteri previsti dal presente comma. Resta fermo, in assenza dei piani di cui agli articoli 9, 10 e 13 o qualora i piani non individuino i casi ed i criteri di limitazione della circolazione dei veicoli a motore, il potere del sindaco di imporre tali limitazioni per motivi connessi all'inquinamento atmosferico attraverso le ordinanze
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previste dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. I sindaci possono, comunque, vietare la circolazione nei centri abitati per tutti gli autoveicoli che non hanno effettuato il controllo almeno annuale delle emissioni secondo la procedure fissate dal decreto Ministro dei trasporti e della navigazione 5 febbraio 1996. 4. All'attuazione delle previsioni contenute nei piani ai sensi del comma 1, lettere b), e) e f), provvedono le autorita' competenti per l'autorizzazione o per i controlli ai sensi della parte quinta, titoli I, II e III, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nei modi ivi previsti. All'attuazione delle previsioni contenute nei piani ai sensi del comma 1, lettere c) e d), provvedono le autorita' competenti al rilascio delle autorizzazioni ivi indicate. 5. All'attuazione delle previsioni contenute nei piani, nei casi non previsti dai commi 3 e 4, procedono le regioni, le province autonome e gli enti locali mediante provvedimenti adottati sulla base dei poteri attribuiti dalla legislazione statale e regionale. Resta ferma, a tal fine, la ripartizione dei poteri previsti dalla vigente normativa. 6. Le previsioni contenute nei piani in merito ai cantieri, ai sensi del comma 1, lettera h), sono altresi' inserite come prescrizioni nelle decisioni di valutazione di impatto ambientale adottate dalle autorita' competenti ai fini della realizzazione delle opere sottoposte a tale procedura di valutazione. 7. Le modalita' e le procedure di attuazione previste dal presente articolo si applicano anche in caso di misure adottate ai sensi degli articoli 9 e 13 al di fuori dei piani regionali. Fra le note all'art. 11 merita menzione, per il rilevante interesse nel processo ai fini dellindividuazione della posizione di garanzia attribuita al Sindaco nei capi di imputazione il testo del comma 1, lettere a) e b) dell'art. 7 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 maggio 1992, n. 114 supplemento ordinario, che cosi' recita: Art. 7 (Regolamentazione della circolazione nei centri abitati). - 1. Nei centri abitati i comuni possono, con ordinanza del sindaco: a) adottare i provvedimenti indicati nell'art. 6, commi 1,2 e 4; b) limitare la circolazione di tutte o di alcune categorie di veicoli per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti e di tutela del patrimonio artistico, ambientale e naturale, conformemente alle direttive impartite dal Ministro dei lavori pubblici, sentiti, per le
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rispettive competenze, il Ministro dell'ambiente, il Ministro per i problemi delle aree urbane ed il Ministro per i beni culturali e ambientali. Nella medesima prospettiva va menzionato il D. Lgs. 18 agosto 2000 n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali - art. 31 legge 3 agosto 1999, n. 265), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28 settembre 2000. A norma del suddetto T.U. Enti Locali (art. 50 co. 5), il Sindaco, in caso di emergenze sanitarie o di emergenza pubblica a carattere esclusivamente locale, adotta le ordinanze contingibili e urgenti in qualit di rappresentante della comunit locale. Ai sensi dellart. 54 co. 4, il Sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumita' pubblica e la sicurezza urbana. I provvedimenti di cui al presente comma sono tempestivamente comunicati al prefetto anche ai fini della predisposizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione. Come poi dispone il comma 5, qualora i provvedimenti di cui ai commi 1 e 4 possano comportare conseguenze sull'ordinata convivenza delle popolazioni dei comuni contigui o limitrofi, il prefetto indice un'apposita conferenza alla quale prendono parte i sindaci interessati, il presidente della provincia e, qualora ritenuto opportuno, soggetti pubblici e privati dell'ambito territoriale interessato dall'intervento. Il comma 6 stabilisce che in casi di emergenza, connessi con il traffico o con l'inquinamento atmosferico o acustico, ovvero quando a causa di circostanze straordinarie si verifichino particolari necessita' dell'utenza o per motivi di sicurezza urbana, il sindaco puo' modificare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici, nonche', d'intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici localizzati nel territorio, adottando i provvedimenti di cui al comma 4. Lart. 12 del D. Lgs. n. 155/2010 (Obbligo di concentrazione dell'esposizione e obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione per il PM2,5) prevede che: 1. In relazione ai livelli di PM2,5 nell'aria ambiente, le regioni e le province autonome adottano, sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, le misure necessarie ad assicurare il rispetto dell'obbligo di concentrazione dell'esposizione di cui all'allegato XIV e le misure che non comportano costi sproporzionati necessarie a perseguire il raggiungimento dell'obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione disciplinato dal medesimo allegato.
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2. Al fine di calcolare se l'obbligo di concentrazione dell'esposizione e l'obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione di cui al comma 1 sono stati rispettati si utilizza l'indicatore di esposizione media di cui all'allegato XIV. Tale indicatore e' fissato sulla base di misurazioni effettuate da stazioni di fondo ubicate in siti fissi di campionamento urbani, il cui numero, non inferiore a quello previsto all'allegato V, paragrafo 2, e la cui distribuzione in zone e agglomerati dell'interoterritorio devono essere tali da riflettere in modo adeguato l'esposizione della popolazione. Tali stazioni sono scelte con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute e sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997, nell'ambito delle reti di misura regionali, in modo da individuare le variazioni geografiche e l'andamento a lungo termine delle concentrazioni. Lart. 13 (Gestione della qualita' dell'aria ambiente in relazione all'ozono) prevede che 1. Se, in una o piu' aree all'interno di zone o di agglomerati, i livelli dell'ozono superano, sulla base della valutazione di cui all'articolo 8, i valori obiettivo di cui all'allegato VII, le regioni e le province autonome adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, le misure che non comportano costi sproporzionati necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree ed a perseguire il raggiungimento dei valori obiettivo nei termini prescritti. Tali misure devono essere previste in un piano, adottato nel rispetto dei criteri di cui all'appendice IV, che contenga almeno gli elementi di cui all'allegato XV e che tenga anche conto delle misure contenute nel programma nazionale di riduzione delle emissioni di cui al decreto legislativo n. 171 del 2004. Il piano deve essere integrato con i piani di qualita' dell'aria di cui all'articolo 9. 2. Se, in una o piu' aree all'interno di zone o di agglomerati, i livelli dell'ozono superano, sulla base della valutazione di cui all'articolo 8, gli obiettivi a lungo termine e sono inferiori o uguali ai valori obiettivo di cui all'allegato VII, le regioni e le province autonome adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, le misure che non comportano costi sproporzionati necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree ed a perseguire il raggiungimento degli obiettivi a lungo termine nei termini prescritti. Tali misure devono essere coerenti con quelle previste nel piano di cui al comma 1, nei piani di qualita' dell'aria di cui all'articolo 9 e nel programma nazionale di riduzione delle emissioni di cui al decreto legislativo n. 171 del 2004. 3. Le regioni e le province autonome adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, e nella misura in cui cio' sia consentito da fattori come la
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natura transfrontaliera dell'inquinamento da ozono e le condizioni meteorologiche, le misure necessarie a preservare la migliore qualita' dell'aria ambiente compatibile con lo sviluppo sostenibile ed a garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e della salute umana nelle aree in cui, sulla base della valutazione di cui all'articolo 8, i livelli dell'ozono sono inferiori o uguali agli obiettivi a lungo termine. Le misure interessano, anche in via preventiva, le principali sorgenti di emissione che possono influenzare i livelli dell'ozono in tali aree. 4. Si applica, anche in relazione ai piani e alle misure previste dal presente articolo, quanto disposto dall'articolo 9, commi 6, 7, 8, 9, 11 e 12. Lart. 14 (Misure per il superamento delle soglie di informazione e di allarme) stabilisce che 1. Se, in una zona o in un agglomerato, i livelli degli inquinanti superano, sulla base delle valutazioni di cui agli articoli 5 e 8, la soglia di informazione o una soglia di allarme prevista all'allegato XII, le regioni o le province autonome adottano tutti i provvedimenti necessari per informare il pubblico in modo adeguato e tempestivo attraverso radio, televisione, stampa, internet o qualsiasi altro opportuno mezzo di comunicazione. 2. In caso di superamento della soglia di informazione o delle soglie di allarme, le regioni e le province autonome trasmettono al Ministero dell'ambiente informazioni circa i livelli misurati e la durata del superamento entro lo stesso termine previsto all'articolo 19, comma 8, lettera a), numero 1). Il Ministero dell'ambiente comunica tali informazioni alla Commissione europea e al Ministero della salute nei termini previsti all'articolo 19, comma 9, lettera e), in caso di soglie riferite all'ozono, ed entro tre mesi dalla data della misurazione in caso di soglie riferite ad altri inquinanti. Lart. art. 15 (Esclusioni) prevede, poi, che 1. Le regioni e le province autonome comunicano al Ministero dell'ambiente, per l'approvazione e per il successivo invio alla Commissione europea, l'elenco delle zone e degli agglomerati in cui, relativamente ad un determinato anno, i livelli degli inquinanti previsti all'articolo 1, comma 2, superano i rispettivi valori limite o livelli critici a causa del contributo di fonti naturali. La comunicazione e' accompagnata da informazioni sui livelli degli inquinanti e le relative fonti e contiene gli elementi atti a dimostrare il contributo dato dalle fonti naturali ai superamenti, sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20 ed utilizzando, ove esistenti, gli indirizzi
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formulati dalla Commissione europea. I superamenti oggetto di tale comunicazione non rilevano ai sensi del presente decreto. 2. Con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute, sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997, sono stabiliti i criteri per la valutazione del contributo di cui al comma 1. 3. Le regioni e le province autonome comunicano al Ministero dell'ambiente, per l'approvazione e per il successivo invio alla Commissione europea, l'elenco delle zone e degli agglomerati in cui i livelli del PM10 superano il rispettivo valore limite per effetto della risospensione del particolato a seguito della sabbiatura o della salatura delle strade nella stagione invernale. La comunicazione e' accompagnata da informazioni sui livelli del PM10 e le relative fonti e contiene gli elementi atti a dimostrare che il superamento e' dovuto a tale risospensione e che sono state comunque adottate misure ragionevoli per ridurre i livelli. I superamenti dovuti a tale risospensione non impongono l'adozione dei piani di cui agli articoli 9 e 10, ferma restando l'adozione di ragionevoli misure di riduzione da individuare anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20 ed utilizzando, ove esistenti, gli indirizzi formulati dalla Commissione europea, e l'integrale applicazione del presente decreto ai superamenti dei livelli del PM10 dovuti ad altre cause. Lart. 16 prevede lipotesi di Inquinamento transfrontaliero: 1. In caso di superamento di un valore limite aumentato del margine di tolleranza, di un valore obiettivo, di una soglia di allarme o di un obiettivo a lungo termine, a causa del trasporto transfrontaliero di quantitativi significativi di sostanze inquinanti o dei relativi precursori, il Ministero dell'ambiente, d'intesa con le regioni e le province autonome interessate, provvede a consultare le autorita' competenti degli Stati appartenenti all'Unione europea che risultano coinvolti al fine di individuare le iniziative da avviare in modo congiunto per eliminare il superamento attraverso provvedimenti adeguati e proporzionati. In tal caso possono essere adottati piani comuni, da attuare in modo coordinato, per il raggiungimento dei valori limite ed il perseguimento dei valori obiettivo e degli obiettivi a lungo termine. All'adozione dei piani provvedono le regioni e le province autonome interessate, d'intesa con il Ministero dell'ambiente. 2. In caso di rischio di superamento di un valore limite o di un valore obiettivo di cui agli allegati VII e XI o di una soglia di allarme di cui all'allegato XII presso zone di Stati appartenenti all'Unione europea, prossime ai confini nazionali, sono adottati, nei casi e nei limiti previsti dall'articolo 10, piani d'azione a breve termine comuni che si applicano alle zone
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confinanti degli Stati coinvolti. All'adozione dei piani provvedono le regioni e le province autonome interessate, d'intesa con il Ministero dell'ambiente. Il Ministero dell'ambiente riceve le richieste di piani comuni che gli Stati confinanti in cui sussiste tale rischio di superamento trasmettano all'Italia ed invia agli Stati confinanti, anche su indicazione della regione o della provincia autonoma interessata, le richieste di piani comuni nel caso in cui tale rischio sussista nel proprio territorio. In presenza di zone di Stati appartenenti all'Unione europea, prossime ai confini nazionali, presso le quali e' stato adottato un piano d'azione a breve termine, le regioni e le province autonome interessate, d'intesa con il Ministero dell'ambiente, assicurano l'invio di tutte le informazioni utili alle autorita' competenti dello Stato confinante. 3. In caso di superamento delle soglie di informazione o delle soglie di allarme di cui al presente decreto in zone o agglomerati prossimi ai confini nazionali, le regioni e le province autonome interessate, d'intesa con il Ministero dell'ambiente, provvedono a informare tempestivamente le autorita' competenti degli Stati confinanti appartenenti all'Unione europea, anche al fine di consentire che tali informazioni possano essere rese disponibili al pubblico. 4. Nell'esecuzione degli adempimenti previsti dai commi precedenti devono essere altresi' assunte, ove opportuno, le iniziative utili ad assicurare una cooperazione con Stati non appartenenti all'Unione europea, con particolare riferimento a quelli confinanti ed a quelli che sono candidati all'adesione. L art. 18 disciplina, ancora, lInformazione del pubblico individuando i relativi obblighi da parte delle amministrazioni e gli altri enti che esercitano le funzioni previste dal decreto, i quali debbono assicurare, per quanto di competenza, l'accesso del pubblico e la diffusione al pubblico delle seguenti informazioni: a) le informazioni relative alla qualita' dell'aria ambiente previste all'allegato XVI; b) le decisioni con le quali sono concesse o negate le deroghe previste all'articolo 9, comma 10; c) i piani di qualita' dell'aria previsti all'articolo 9 e all'articolo 13 e le misure di cui all'articolo 9, comma 2, e di cui all'articolo 13, comma 2; d) i piani di azione previsti all'articolo 10; e) le autorita' e gli organismi titolari dei compiti tecnici di cui all'articolo 17. Per la diffusione al pubblico di tali informazioni si prevede lutilizzo della radiotelevisione, stampa, pubblicazioni, pannelli informativi, reti informatiche o altri strumenti di adeguata potenzialita e di facile accesso, senza oneri aggiuntivi per il pubblico. Quanto alle specifiche caratteristiche delle informazioni diffuse al pubblico il decreto prevede che esse devono essere
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aggiornate e precise e devono essere rese in forma chiara e comprensibile. I piani e un documento riepilogativo delle misure di cui al comma 1, lettera c), devono essere, in tutti i casi, pubblicati su pagina web. E previsto, anche, che le regioni e le province autonome elaborino e mettano a disposizione del pubblico relazioni annuali aventi ad oggetto tutti gli inquinanti disciplinati dal decreto e contenenti una sintetica illustrazione circa i superamenti dei valori limite, dei valori obiettivo, degli obiettivi a lungo termine, delle soglie di informazione e delle soglie di allarme con riferimento ai periodi di mediazione previsti, con una sintetica valutazione degli effetti di tali superamenti. Per pubblico, come nel decreto stesso precisato si intendono anche le associazioni ambientaliste, le associazioni dei consumatori, le associazioni che rappresentano gli interessi di gruppi sensibili della popolazione, nonche' gli altri organismi sanitari e le associazioni di categoria interessati. Lart. 19 (Relazioni e comunicazioni) stabilisce gli obblighi di comunicazione e relazione per le regioni e le province autonome allo Stato ed allISPRA, individuandone i contenuti e precise cadenze temporali nelle diverse ipotesi disciplinate: Fatto salvo quanto previsto per le sostanze inquinanti oggetto delle comunicazioni disciplinate ai commi 3, 5 e 7, le regioni e le province autonome trasmettono i seguenti dati ed informazioni al Ministero dell'Ambiente ed all'ISPRA: a) per le zone di cui all'articolo 9, comma 1: 1) entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, i livelli che superano i valori limite oltre il margine di tolleranza o che superano i valore limite degli inquinanti per i quali non e stabilito un margine di tolleranza, le date o i periodi in cui il superamento si e' verificato, nonche i valori misurati, utilizzando a tal fine il formato dell'appendice VI; 2) entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, i motivi di ciascun superamento, utilizzando a tal fine il formato dell'appendice VI; 3) entro diciotto mesi dalla fine dell'anno durante il quale sono stati misurati o valutati i livelli di cui al numero 1), i piani di cui all'articolo 9, comma 1, nonche' le informazioni di cui all'appendice VII nel formato ivi previsto; 4) entro due mesi dalla relativa adozione, le modifiche, le integrazioni e gli aggiornamenti dei piani trasmessi ai sensi del punto 3); b) entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, gli aggiornamenti intervenuti nell'elenco delle zone e degli agglomerati di cui all'articolo 9, commi 1 e 3, utilizzando a tal fine il formato dell'appendice VI;
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c) ricorrendone i presupposti, la relazione prevista dall'allegato I, paragrafo 2, da inviare unitamente alle informazioni trasmesse ai sensi della lettera a), punti 1) e 2), e delle lettere b) ed f); d) entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, i dati sui livelli di concentrazione di cui all'articolo 6, comma 1, lettera a), utilizzando il formato stabilito nel decreto previsto da tale articolo; e) entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, i dati sui livelli di concentrazione di cui all'articolo 6, comma 1, lettera d), utilizzando il formato stabilito nel decreto previsto da tale articolo; f) per tutte le zone e gli agglomerati, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, la determinazione del superamento delle soglie di valutazione superiore o inferiore utilizzando a tal fine il formato dell'appendice VI. Lo stesso articolo prevede gli obblighi e i tempi di comunicazione da parte del Ministero dellambiente alla Commissione europea dei dati e delle informazioni ricevute in ordine ai i livelli degli inquinanti ed ai valori misurati, le modifiche, le integrazioni e gli aggiornamenti dei piani, gli aggiornamenti intervenuti nell'elenco delle zone e degli agglomerati: Il Ministero dell'ambiente, sulla base dei dati e delle informazioni di cui al comma 1 verificati ai sensi del comma 12, comunica alla Commissione europea: a) entro nove mesi dalla fine di ciascun anno, i dati e le informazioni di cui al comma 1, lettera a), numeri 1) e 2), e lettere b), c) ed f); b) entro due anni dalla fine dell'anno in cui sono stati misurati o valutati i livelli di cui al comma 1, lettera a), numero 1), le informazioni di cui all'appendice VII nel formato ivi previsto; c) entro due anni dalla fine dell'anno in cui sono stati per la prima volta misurati o valutati i livelli di cui al comma 1, lettera a), numero 1), i piani di cui al comma 1, lettera a), numero 3); d) entro tre mesi dalla relativa ricezione, le modifiche, le integrazioni e gli aggiornamenti di cui al comma 1, lettera a), numero 4); e) entro tre mesi dalla relativa ricezione, i dati e le informazioni di cui al comma 1, lettera d). Alle regioni e province autonome fatto, altres obbligo di trasmettere utilizzando il formato dell'appendice VI, al Ministero dell'ambiente e all'ISPRA i dati sui livelli di concentrazione e sulle deposizioni di cui all'articolo 6, comma 1, lettere b) e c), e, per tutte le zone e gli agglomerati la determinazione del superamento delle soglie di valutazione superiore o inferiore di cui all'allegato II, paragrafo 1, tabella 7, nonche', in relazione alle zone ed agli agglomerati di cui all'articolo 9, comma 2, i seguenti dati e informazioni: a) l'elenco di tali zone e agglomerati, con individuazione delle aree di superamento;
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b) i livelli di concentrazione degli inquinanti oggetto di valutazione; c) le informazioni sui motivi dei superamenti, con particolare riferimento alle fonti; d) le informazioni sulla popolazione esposta ai superamenti. I dati e le informazioni di cui al comma 3 e, ricorrendone i presupposti, la relazione prevista all'allegato I, paragrafo 2, sono trasmessi con cadenza annuale entro il 30 giugno dell'anno successivo a quello a cui si riferiscono. 5. Le regioni e le province autonome trasmettono tempestivamente al Ministero dell'ambiente e all'ISPRA: a) la documentazione relativa all'istruttoria effettuata al finedi individuare le misure necessarie a perseguire il raggiungimento dei valori obiettivo di cui all'allegato XIII e di individuare, tra le stesse, quelle che non comportano costi sproporzionati; b) nei casi in cui l'istruttoria svolta dalla regione o provincia autonoma ha esito positivo, le misure adottate ai sensi dell'articolo 9, comma 2. Ed, ancora, il Ministero dell'ambiente, entro i tre mesi successivi alla data prevista nel comma 4, comunica alla Commissione europea i dati e le informazioni previsti da tale comma verificati ai sensi del comma 12, nonche', limitatamente agli idrocarburi policiclici aromatici ed ai metalli, i dati e le informazioni di cui all'articolo 6, comma 3, verificati ai sensi del comma 12. Il Ministero dell'ambiente comunica inoltre alla Commissione europea la documentazione e le misure di cui al comma 5 verificate ai sensi del comma 12, entro tre mesi dalla relativa ricezione. Al comma settimo dello stesso articolo si prevede che Le regioni e le province autonome trasmettono i seguenti dati ed informazioni al Ministero dell'ambiente ed all'ISPRA: a) entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, gli aggiornamenti intervenuti nell'elenco delle zone e degli agglomerati di cui all'articolo 13, commi 1, 2 e 3, utilizzando a tal fine il formato di cui all'appendice VI; b) entro diciotto mesi dalla fine dell'anno in cui sono stati misurati o valutati superamenti del valore obiettivo di cui all'allegato VII, le informazioni previste all'appendice VIII, sezione I, inclusa la documentazione relativa all'istruttoria effettuata al fine di individuare le misure necessarie a perseguire il raggiungimento del valore obiettivo e di individuare, tra le stesse, quelle che non comportano costi sproporzionati; c) per le zone di cui all'articolo 13, commi 1 e 2, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, i livelli di ozono che superano il valore obiettivo e l'obiettivo a lungo termine, le date in cui il
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superamento si e' verificato, nonche' le relative cause ed i valori misurati, utilizzando a tal fine il formato di cui all'appendice VI; d) per tutte le zone e gli agglomerati, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, i livelli di ozono che superano le soglie di informazione e di allarme, le date in cui il superamento si e' verificato, nonche' le relative cause ed i valori misurati, utilizzando il formato di cui all'appendice VI; e) per tutte le zone e gli agglomerati, entro 6 mesi dalla fine di ciascun anno, le altre informazioni previste per l'ozono e per i relativi precursori di cui all'appendice VI; f) ogni tre anni, entro il 30 marzo successivo alla fine di ciascun triennio, le informazioni previste all'appendice VIII, sezioni II e III, con la documentazione relativa all'istruttoria effettuata al fine di individuare le misure necessarie a perseguire il raggiungimento dell'obiettivo a lungo termine e di individuare, tra le stesse, quelle che non comportano costi sproporzionati; g) ricorrendone i presupposti, la relazione prevista all'allegato I, paragrafo 2, da inviare unitamente alle informazioni trasmesse ai sensi delle lettere a), c), d) ed e). Al comma ottavo sono poi disciplinati e calendati gli altri obblighi di comunicazione delle regioni e province autonome di dati ed informazioni all'ISPRA. 9. Il Ministero dell'ambiente, sulla base dei dati e delle informazioni di cui al comma 7 verificati ai sensi del comma 12, comunica alla Commissione europea: a) entro nove mesi dalla fine di ciascun anno, le informazioni di cui al comma 7, lettera a); b) entro due anni dalla fine dell'anno in cui sono stati misurati o valutati i superamenti del valore obiettivo, le informazioni di cui al comma 7, lettera b); c) entro nove mesi dalla fine di ciascun anno, le informazioni di cui al comma 7, lettere c), d) e) e g); d) ogni tre anni, entro il 30 settembre successivo alla fine di ciascun triennio, le informazioni di cui al comma 7, lettera f); e) entro i cinque giorni successivi alla scadenza del termine previsto al comma 13, lettera a), le informazioni ivi previste e, entro il 31 ottobre di ciascun anno, le informazioni previste al comma 13, lettera b). 10. Per la trasmissione dei dati e delle informazioni di cui al presente articolo si osservano, ove gia' definite, le modalita' stabilite dalla Commissione europea.
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11. La trasmissione dei dati e delle informazioni di cui ai commi 1, 4, 5 e 7 e' effettuata mediante supporto informatico non riscrivibile. 12. L'ISPRA, d'intesa con il Ministero dell'ambiente, verifica la completezza e la correttezza dei dati e delle informazioni ricevuti ai sensi dei commi 1, 4, 5 e 7, e dell'articolo 6, comma 3, nonche' la conformita' del formato, ed, a seguito di tale verifica, aggrega su base nazionale tutti i dati e le informazioni delle appendici da VI a IX, mantenendone il formato. A tale aggregazione si procede per la prima volta nel 2013 con riferimento ai dati ed alle informazioni relativi al 2012. Sono esclusi da tale verifica i piani e le relative modifiche ed integrazioni di cui al comma 1, lettera a), punti 3 e 4. In caso di dati ed informazioni incompleti o difformi rispetto ai requisiti previsti, il Ministero dell'ambiente informa le regioni e le province autonome interessate che provvedono tempestivamente ad un nuovo invio all'ISPRA ed al Ministero stesso. 13. L'ISPRA verifica la completezza e la correttezza dei dati e delle informazioni ricevuti ai sensi del comma 8 e li invia al Ministero dell'ambiente nel formato di cui all'appendice IX, sezioni I e II, entro: a) quindici giorni nel caso di cui al comma 8, lettera a), punto 1); b) venti giorni nel caso di cui al comma 8, lettera a), punto 2). 14. L'ISPRA carica tempestivamente, sulla banca dati appositamente individuata dall'Agenzia europea per l'ambiente, i dati e le informazioni trasmessi dal Ministero dell'ambiente ai sensi dei commi 2, 6 e 9. 15. Il Ministero dell'ambiente, d'intesa con il Ministero della salute, comunica alla Commissione europea le autorita' e gli organismi di cui all'articolo 1, comma 6. 16. I dati relativi ai livelli misurati oggetto di trasmissione ai sensi del comma 1, lettere a) ed e), del comma 3, lettera b), del comma 7, lettere c) e d), e del comma 8 si riferiscono a tutte le stazioni di misurazione previste nel programma di valutazione. 17. I dati e le informazioni necessari ai fini dell'applicazione del sistema di scambio reciproco previsto dalla decisione della Commissione europea 97/101/CE del 27 gennaio 1997 sono trasmessi dalle regioni e dalle province autonome o, su delega, dalle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, all'ISPRA entro il 30 aprile di ciascun anno. Tale trasmissione ha ad oggetto i dati
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rilevati dalle stazioni di misurazione previste nei relativi programmi di valutazione, nonche' le correlate informazioni. La successiva trasmissione, da parte dell'ISPRA all'Agenzia europea per l'ambiente, entro il 1 ottobre di ciascun anno, include anche i dati rilevati dalle altre stazioni di misurazione previste all'articolo 6. Allart. 22 (Disposizioni transitorie e finali) poi stabilito che I provvedimenti di zonizzazione e di classificazione, la rete di misura, i piani e le misure di qualita' dell'aria esistenti ai sensi della normativa previgente sono adeguati alle disposizioni del presente decreto nel rispetto delle procedure e dei termini fissati dagli articoli che precedono, anche alla luce di un esame congiunto nel Coordinamento di cui all'articolo 20. In caso di mancato adeguamento si applicano i poteri sostitutivi previsti all'articolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e all'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131. In esso si prevede, poi, che i provvedimenti generali attributivi di finanziamenti o di altri benefici alle regioni, alle province autonome ed agli enti locali, adottati dal Ministero dell'ambiente in materia di qualita' dell'aria o di mobilita' sostenibile, prevedono, tra le cause ostative all'erogazione, la reiterata violazione degli obblighi di trasmissione o di conformazione previsti all'articolo 3, comma 3, all'articolo 5, comma 6, all'articolo 19 ed ai commi 1, 3 e 4 del presente articolo, nonche' l'indisponibilita' a sottoscrivere, in un dato termine, gli accordi di cui all'articolo 5, comma 7. Esso poi definisce lobbligo per lo Stato, le regioni e le province autonome ad elaborare i rispettivi inventari delle emissioni, aventi adeguata risoluzione spaziale e temporale, in conformita' ai criteri previsti all'appendice V, prevedendo la specifica competenza dell'ISPRA (ogni cinque anni, e per la prima volta entro il 2012 con riferimento all'anno 2010), a scalare su base provinciale l'inventario nazionale disciplinato all'articolo 4 del decreto legislativo n. 171 del 2004, al fine di consentire l'armonizzazione con gli inventari delle regioni e delle province autonome (questi ultimi predisposti con cadenza triennale e per la prima volta con riferimento all'anno 2010). All'ENEA, in collaborazione con l'ISPRA, assegnato il compito di provvedere a scalare ulteriormente, in coerenza con la risoluzione spaziale del modello nazionale, l'inventario nazionale scalato su base provinciale entro sei mesi dall'elaborazione di quest'ultimo, al fine di ottenere gli elementi di base per le simulazioni modellistiche di cui al comma 5 e consentire il confronto previsto da tale comma e le valutazioni necessarie all'esercizio dei poteri sostitutivi di cui al comma 1. I risultati di tali elaborazioni sono resi
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disponibili alle regioni e alle province autonome per le valutazioni di cui al comma 1 e di cui agli articoli 5 e 8. E ancora prevista lo Stato, le regioni e le province autonome elaborano i rispettivi scenari energetici e dei livelli delle attivita produttive, con proiezione agli anni in riferimento ai quali lo Stato provvede a scalare l'inventario nazionale su base provinciale e, sulla base di questi, elaborano i rispettivi scenari emissivi. Gli scenari energetici e dei livelli delle attivita' produttive si riferiscono alle principali attivita produttive responsabili di emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera, ai piu' importanti fattori che determinano la crescita economica dei principali settori, come l'energia, l'industria, i trasporti, il riscaldamento civile, l'agricoltura, e che determinano i consumi energetici e le emissioni in atmosfera, individuati nell'appendice IV, parte II. Ancora all'ISPRA compete lelaborazione dello scenario energetico e dei livelli delle attivita produttive nazionale che provvede a scalare su base regionale e, sulla base di tale scenario, allENEA il compito di elaborare, secondo la metodologia a tali fini sviluppata a livello comunitario, lo scenario emissivo nazionale. Le regioni e le province autonome armonizzano i propri scenari con le rispettive disaggregazioni su base regionale dello scenario nazionale sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento (di cui all'articolo 20). Le regioni e le province autonome assicurano la coerenza tra gli scenari elaborati e gli strumenti di pianificazione e programmazione previsti in altri settori, quali, per esempio, l'energia, i trasporti, l'agricoltura. Lo Stato, le regioni e le province autonome selezionano le rispettive tecniche di modellizzazione, da utilizzare per la valutazione e la gestione della qualita' dell'aria ambiente, sulla base delle caratteristiche e dei criteri individuati dall'appendice III. Il confronto tra le simulazioni effettuate con il modello nazionale e le simulazioni effettuate con i modelli delle regioni e delle province autonome e' operato sulla base dei parametri individuati nell'appendice III e sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20. L'ENEA elabora ogni cinque anni, e per la prima volta entro il mese di giugno 2014 con riferimento all'anno 2010, simulazioni modellistiche della qualitadell'aria su base nazionale, utilizzando l'inventario delle emissioni nazionale opportunamente scalato. I risultati di tali elaborazioni sono resi disponibili alle regioni e alle province autonome per le valutazioni di cui al comma 1 e di cui agli articoli 5 e L'ENEA elabora inoltre, su richiesta del Ministero dell'ambiente, proiezioni su base modellistica della qualita' dell'aria in relazione a specifiche circostanze quali, ad esempio, procedure comunitarie, azioni previste all'articolo 16 e situazioni di inadempimento (previste al
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comma 1). L'ENEA partecipa regolarmente agli esercizi di intercomparazione fra modelli avviati nell'ambito dei programmi comunitari riferiti alla valutazione della qualita' dell'aria. Per l'invio dei dati e delle informazioni di cui all'articolo 19, comma 4, riferiti al 2008, continuano ad applicarsi i termini previsti dall'articolo 8 del decreto legislativo n. 152 del 2007. Per l'invio delle informazioni di cui all'articolo 19, comma 7, lettera f), relative al triennio 20072009, continuano ad applicarsi i termini previsti dall'articolo 9, comma 1, lettera g), e comma 2, lettera g), del decreto legislativo n. 183 del 2004. Con apposito regolamento ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 17 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute, da adottare entro l'inizio del secondo anno civile successivo all'entrata in vigore della decisione prevista all'articolo 28, comma 2, della direttiva 2008/50/CE, si provvede, in conformita' a tale decisione, alla disciplina delle attivita' di relazione e comunicazione in sostituzione di quanto previsto all'articolo 14, comma 2, ed all'articolo 19. Normativa regionale Di seguito vengono indicati i principali provvedimenti emanati dalla Regione Siciliana in materia di inquinamento atmosferico : - D. A. 21 agosto 1989 Istituzione della rete regionale di rilevamento dellinquinamento atmosferico - D. A. n. 888/17 del 18 novembre 1993 Modifiche al D. A. 12 luglio 1991, concernente norme di comportamento per la limitazione delle emissioni nocive nellarea industriale di Siracusa - L.R. 3 ottobre 1995, n. 71 Disposizioni urgenti in materia di territorio e ambiente - D. A. 3 febbraio 1995, n. 50/17 Modalit per il rilascio alle imprese delle autorizzazioni previste dagli artt.4 e 5 del D.P.R. 25 luglio 1991 - D.P. Regione 24 marzo 1997, n. 73 - D. A. 14 luglio 1997 Fissazione degli adempimenti a carico delle imprese che generano emissioni diffuse di polveri - D. A. n. 67/17 del 13 febbraio 1998 Direttive per il contenimento dellinquinamento atmosferico nellarea industriale di Milazzo - D. A. n. 66/17 del 13 febbraio 1998 Direttive per il contenimento dellinquinamento atmosferico nellarea industriale di Gela
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- D.A. n. 298/17 del 26 giugno 1998 Interconnessione delle reti di rilevamento e approvazione delle norme di comportamento per le industrie ricadenti nellarea industriale di Milazzo - D. P. Regione 17 novembre1998, n. 374 - D. A. 18 marzo 1999 Disposizioni relative alle analisi periodiche delle emissioni per alcune attivit a ridotto inquinamento atmosferico - D. A. 18 aprile 2001 nuove direttive per lottenimento di autorizzazioni alle emissioni in atmosfera, ai sensi del D.P.R. 24 maggio 1988, n. 203. ******* Venendo al resoconto delle prove dichiarative assunte nel corso delistruzione dibattimentale, il teste Colimberti Orazio, dipendente dellA.M.I.A. quale dirigente dellarea tecnica dal maggio 1986 e dal 5 novembre 2002 direttore generale dellAzienda, ha riferito in ordine al progetto per linstallazione di una rete di rilevamento dati relativi allinquinamento atmosferico affidato alla stessa A.M.I.A. tra il 1995 ed il 1996, di concerto con lAmministrazione Comunale. Unappendice contrattuale prevedeva il corrispettivo legato al costo delloperazione, che contemplava linstallazione delle centraline, lacquisizione del personale necessario e lavvio del sistema. LA.M.I.A. aveva curato la realizzazione del progetto, linstallazione, la direzione dei lavori, il rilevamento dati, la validazione e la trasmissione degli stessi con frequenza quotidiana allAmministrazione Comunale. Era stata dunque creata una struttura deputata al controllo ambientale, inserita in un dipartimento che curava i sistemi informativi, la logistica etc. Successivamente tale struttura, gi negli anni 2000, era stata assegnata ad altro dipartimento dellA.M.I.A., il Dipartimento Impianti, diretto dal 2001 fino a met del 2007 dalling. Cutrone; quindi, la direzione era passata alling. Leone. LUfficio di controllo ambientale aveva sempre avuto un coordinatore nella persona delling. Vultaggio. I dati rilevati dal sistema erano trasmessi al settore ambiente del Comune per via telematica ed il periodo di osservazione quotidiana copriva ogni giorno le ventiquattro ore; i dati venivano trasmessi al Comune la mattina successiva, fra le ore 9,00 e le ore 10,00, a validazione effettuata; loperazione avveniva, dunque, a distanza di circa dieci ore rispetto al rilevamento. Il numero delle centraline previste inizialmente in progetto (otto o dieci) fu poi aumentato (a dieci o a dodici); la scelta del numero fu conforme alla previsione normativa.
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Il teste ha soggiunto che venivano stilate anche delle tabelle annuali e che i sistemi di rilevamento sono tuttoggi in funzione, come pure il sistema di comunicazione quotidiana dei dati. Nel corso del periodo compreso tra il 2001 e il 2008 si sono verificate talune avarie, ma la resa dei sistemi sempre stata prossima al 100%. Il teste non ha ricordato di essere stato convocato per partecipare a riunioni che avevano ad oggetto problemi concernenti la risoluzione della problematica dellinquinamento, ma si detto certo che ve ne fossero state e che vi avessero partecipato il direttore del Dipartimento e ling. Vultaggio. Nel corso del suo esame dibattimentale, il teste Vultaggio Marcello, in servizio allA.M.I.A., ha confermato di essersi occupato dal 1995 della gestione tecnico-operativa della rete di rilevamento della qualit dellaria del Comune di Palermo, curando la direzione dei lavori allatto dellinstallazione della rete; nel 2001, al momento dellampliamento della rete, cur il progetto e la messa in servizio; tuttora coordina il gruppo di sei persone, composto da tecnici, che in seno allA.M.I.A. si occupa del controllo ambientale. Le centraline in atto installate in citt sono nove, pi una stazione meteo sulla discarica di Bellolampo. Nel 1995, con un primo stralcio del finanziamento del Ministero dellAmbiente erano state realizzate sette centraline, che nel 2001 come del resto previsto nel progetto iniziale - grazie ad un successivo finanziamento furono portate a nove, in quanto la nuova normativa richiedeva il monitoraggio di altri parametri inquinanti. Il teste ha spiegato che il meccanismo di rilevamento si svolge in diverse fasi: il ciclo di monitoraggio si svolge dalle ore 00,00 alle ore 24,00 di ogni giorno. Alle 7,00-7,30 (inizio della giornata operativa) del giorno successivo, si procede alla analisi dei dati e alla loro validazione, verificando che rispondano ai criteri di qualit e affidabilit tecnica richiesti dalla vigente normativa; quindi si stila il bollettino sintetico dei dati della qualit dellaria, che veniva trasmesso a mezzo fax - o, attualmente, via e-mail - a tutti gli enti interessati e competenti (Direzione A.M.I.A. e Settore Ambiente e Mobilit del Comune, nelle persone prima delling. Costantino e, in epoca successiva, delling. Carioti). Il numero di centraline installate era corrispondente a quello richiesto dalle previsioni normative allora vigenti, alla stregua delle direttive tecniche Istisan, del D.P.R. n. 203/1988 e
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del D.P.R. 24.11.1991; successivamente, nel 2008, il quadro normativo mut; nellallocazione delle stazioni di rilevamento furono comunque seguiti i criteri imposti dalla legge. Il teste ha aggiunto che, a sua memoria, non si registrarono anomalie, in quanto la rete era dotata di apparecchiature di scorta utilizzabili nel giro di ventiquattro ore; non stato in grado di escludere con certezza che talvolta si fossero verificate disfunzioni nel sistema. Negli anni compresi tra il 2001 e il 2008 riscontr personalmente il superamento dei limiti imposti dalla normativa ed ebbe modo di partecipare a riunioni indette dal Comune di Palermo per fronteggiare il problema dellinquinamento atmosferico, anche con frequenza settimanale. Nel corso di tali riunioni si discuteva di eventuali provvedimenti finalizzati ad abbattere linquinamento e si avanzavano varie ipotesi, tutte orientate a ridurre il volume di autovetture circolanti, essendo il traffico veicolare uno degli elementi di pressione sullambiente. Furono adottati provvedimenti che imponevano la circolazione a targhe alterne e la limitazione del traffico in alcune fasce orarie; pi recentemente, furono istituite le ZTL (Zone a Traffico Limitato). Vi furono poi proposte legate allottimizzazione della mobilit, fra cui quella dei cd. semafori intelligenti. Alle riunioni partecipavano lAssessore allAmbiente Avanti, lAssessore al Traffico Ceraulo e, talvolta, anche il Sindaco. Il teste ha precisato che, a Palermo, le fonti principali dellinquinamento atmosferico dellaria sono costituite prevalentemente dal traffico veicolare, ma anche dalle emissioni delle navi presenti nel bacino portuale, nonch da qualche fenomeno isolato relativo a modeste attivit industriali. A seconda della tipologia di inquinante si utilizzano metodologie diverse per il rilevamento: ad esempio, per gli inquinanti gassosi si ricorre a tecniche di tipo chimico-fisico, con limpiego di sensori che lavorano nel campo della spettrometria sfruttando la risposta elettromagnetica propria di alcune molecole sottoposte a irraggiamento (come per il monossido di carbonio, che assorbe una particolare radiazione infrarossa). Per la rilevazione delle polveri sottili prevista dalla normativa, il PM10 (materiale particellare con diametro aerodinamico equivalente inferiore a dieci micron), che sulla base degli studi scientifici la frazione metrica pi pericolosa perch riesce a superare la prime vie aeree, si procede alla raccolta delle polveri su filtro (membrana filtrante porosa) e alla successiva analisi del materiale raccolto, che non costituito esclusivamente da sostanze inquinanti, ma anche da aerosol marino, essendo Palermo una citt di mare.
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La normativa non richiede la differenziazione delle sostanze raccolte dalla membrana filtrante; scirocco e libeccio, ha soggiunto il teste, apportano rilevanti quantitativi di inquinanti, tant che nei periodi in cui soffiano tali venti si registrano valori di concentrazione estremamente alti. Ad esempio, il limite previsto dalla normativa vigente per il PM10 di 50 microgrammi per metro cubo, ma nei giorni in cui spira il vento di scirocco si registrano anche concentrazioni di 200/300 microgrammi per metro cubo. Gli sforamenti dei 50 microgrammi metro cubo giornalieri, per il PM10, non possono essere pi del 10% allanno, ovvero pi di trentacinque allanno. La direttiva europea prevede, poi, una serie di casi, i c.d. eventi eccezionali, in cui possibile scorporare dal computo i superamenti rilevati. Di solito in un anno si verificano da dieci a quindici sforamenti dovuti ad eventi eccezionali (in particolare venti di scirocco o di libeccio). Lo spray marino non viene considerato evento eccezionale e si somma alle polveri sottili, poich dal punto di vista tecnico non si pu scorporare; in una citt di mare, quindi, i valori registrati sono superiori a quelli di altre citt non interessate dal fenomeno. In uno studio condotto unitamente allUniversit per valutare la composizione chimica delle polveri emerso che, nellarco di due settimane, tra la centralina pi vicina al mare e quella pi lontana si riscontravano variazioni dal 10% al 30%. Tuttavia tale analisi, costosa, laboriosa e non richiesta dalla normativa in materia, non veniva effettuata quando si verificava un superamento. Oggetto della comunicazione era quindi, in questo caso, il dato oggettivo costituito dallo sforamento. Dopo avere ribadito che la normativa europea prevede che in caso di eventi eccezionali (i quali vengono regolarmente segnalati), il dato possa essere sottratto dal computo complessivo, il teste ha precisato di non sapere se tale sottrazione venisse effettivamente operata; ha infine aggiunto che il fenomeno meteo-climatico di inversione termica, quale quello riscontrato il 21.6.2006, non considerato dalla normativa come un evento eccezionale e dunque non viene segnalato. Il teste Pedicone Maurizio, Comandante della Polizia Municipale di Palermo dal febbraio del 2003 allagosto del 2007, ha riferito in ordine alla nota da lui redatta in data 23.11.2005 (documento n. 8 della produzione documentale esibitagli dal P.M.) in riscontro ad una richiesta del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, con la quale si sollecitava lindicazione degli atti e provvedimenti adottati dal Comando della Polizia Municipale in relazione al superamento dei limiti segnalato dalle centraline.
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Si trattava perci di una nota di trasmissione, con allegati i documenti concernenti lattivit del Corpo in merito ai dispositivi attuati nel momento in cui perveniva la comunicazione via fax alla C.O. da parte del Settore Ambiente del Comune di Palermo. I dati pervenivano il giorno successivo al rilevamento ed a seconda che venissero superate una o laltra delle soglie di allarme, scattava un dispositivo diverso di intervento, pi o meno incisivo; venivano diramati gli ordini alle pattuglie dedicate e queste si recavano immediatamente nellarea circostante alle centraline provvedendo alla fluidificazione del traffico, con unazione di contrasto alle doppie file e a qualunque altro ostacolo allo scorrimento veicolare, come la presenza di ambulanti abusivi. Gli interventi erano oggetto di programmazione con il vice-comandante e venivano concordati con lAmministrazione Comunale. Nel protocollo degli interventi programmati non era contemplato il blocco del traffico, poich il corpo era fortemente carente di organico (a fronte delle 1.800 unit previste in pianta ve ne erano, di fatto, poco pi di 1.300). Ci indusse a ridurre il personale dislocato negli uffici, che venne trasferito in numero di 140 unit ai servizi operativi di Polizia Stradale. Il provvedimento fu per duramente avversato dai sindacati, che indissero assemblee soprattutto nei giorni di gioved senzauto istituiti dallAmministrazione Comunale prima dellavvio delle ZTL. Le doglianze riguardavano anche le ripercussioni sulla salute degli operatori trasferiti su strada; come da protocollo, costoro venivano sottoposti a visite mediche, al pari di tutto il personale della Polizia Municipale. Il medico competente aveva disposto luso delle mascherine che filtrano il particolato PM10, a scopo esclusivamente preventivo. I suddetti interventi erano concordati con lAssessore al Traffico Ceraulo. Quando si tenevano tavoli tecnici concernenti il problema dellinquinamento atmosferico (ci si verificava una o due volte al mese), in qualit di Comandante della Polizia Municipale egli era regolarmente chiamato ad intervenire, con la presenza ora dellAssessore Avanti, ora dellAssessore Ceraulo. In quel contesto, il teste sent parlare dellorganizzazione dei gioved senzauto, delle ZTL corredate da un dispositivo di videosorveglianza e dei semafori intelligenti, in merito ai quali ha riferito di avere saputo dellesistenza di un progetto Onda, che prevedeva che lAMG
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mettesse a punto un sistema semaforico volto ad ottimizzare le soste; tuttavia il sistema, avviato a livello sperimentale, per carenza di fondi non ebbe carattere continuativo. Sent parlare, ancora, del car-sharing, anche se non era un servizio di sua competenza. Nulla ha saputo riferire circa gli scuolabus, mentre ha ricordato che la misura delle targhe alterne era stata una delle opzioni proposte. stato quindi esaminato il dott. Mauro Sanna, consulente tecnico del P.M., che dopo avere premesso di essere un chimico e di essersi interessato alla materia ambientale sin dal 1971, avendo svolto indagini sullinquinamento atmosferico anche in altre citt, ha precisato di essere dipendente dellARPA Lazio. Quanto alloggetto della consulenza, il dott. Sanna stato incaricato di prendere in esame i dati delle centraline di rilevamento dislocate nella citt di Palermo per il periodo compreso dal 2001 al 2005 e di rispondere ai seguenti quesiti: indicare se la rete di monitoraggio installata fosse adeguata; se la rete stessa fosse rispondente e conforme agli obiettivi da perseguire; se i provvedimenti adottati dagli enti competenti per ridurre le conseguenze dellinquinamento atmosferico fossero conformi alle specifiche norme tecniche a tutela della salute. Le risposte ai primi due quesiti sono state affermative; anzi, con riferimento al primo si accertato che la rete di monitoraggio era addirittura ridondante. La risposta al terzo quesito stata invece negativa, in quanto i dati rilevati dalle centraline nel periodo oggetto di esame in relazione a vari parametri, e precisamente PM10, NO2, NO3 sono risultati non conformi ai limiti previsti, nel senso che furono registrati numerosi superamenti della soglia massima prevista dalla legge per i diversi parametri e, nel tempo, non vi fu alcun miglioramento. I provvedimenti adottati dai vari organi competenti, fra i quali il Sindaco quale Commissario straordinario, non furono efficaci, poich i dati rimasero superiori ai limiti tabellari. In ordine alla provenienza e alla composizione del particolato, nella relazione non stata operata alcuna distinzione, poich i consulenti si sono basati sui dati oggettivi rilevati dalle centraline, evidenziando comunque come un rilevante quantitativo di PM10 fosse da addebitare allinquinamento atmosferico determinato dal traffico urbano. Secondo i dati di letteratura (p. 37 della relazione) la causa preponderante delle emissioni di PM10 il traffico urbano, in una percentuale del 62%, mentre la parte rimanente da attribuire alle emissioni degli impianti di riscaldamento e degli impianti industriali.
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Quanto al terzo quesito, i provvedimenti adottati non sono stati esaminati nel merito, ma gli effetti di essi sono risultati del tutto trascurabili, in quanto la situazione rimase invariata. Il consulente ha precisato di non essere in grado di valutare se i vigili urbani fossero maggiormente esposti a rischi, in quanto tale valutazione presupporrebbe la necessit di unindagine epidemiologica. Laddove nella relazione (p. 41-48) si descrivono gli effetti dellinquinamento atmosferico sulla salute umana, ha soggiunto il consulente, egli si limitato a riferire dati di letteratura. Il dott. Sanna ha inoltre dichiarato che, per quanto gli risulta, non stato eseguito alcuno studio sullincidenza di fonti inquinanti diverse dal traffico veicolare nella citt di Palermo; i fattori ambientali, cio le peculiari caratteristiche di ogni territorio, sono comunque rilevanti (ad esempio, un bacino chiuso circondato da montagne con una certa insolazione e una data pressione atmosferica assai diverso da un bacino aperto, soggetto allazione dei venti). Ha ribadito che in sede di consulenza non stata fatta effettuata una verifica sullincidenza percentuale dei diversi fattori inquinanti e che non sono stati eseguiti altri rilevamenti, ma si sono esaminati unicamente i dati rilevati dalle centraline. Il consulente ha poi precisato che non ha preso in esame le opere programmate dagli organi competenti, affermando che in via generale le opere, sia di carattere strutturale permanente, sia di natura temporanea, dovrebbero essere pianificate secondo un programma adeguato agli obiettivi. Ha aggiunto che comunque, pur non potendo rispondere nel dettaglio, le misure adottate per il contrasto allinquinamento da traffico veicolare non servirono a nulla o quasi; la situazione antecedente rimase infatti invariata. I piani di competenza della Regione non furono adottati in via sostitutiva dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri; secondo il dott. Sanna, tuttavia, in assenza di un piano predisposto dalla Regione Siciliana, il Sindaco avrebbe avuto lobbligo di intervenire, nella sua veste di Commissario straordinario per lemergenza traffico. Alcune centraline erano posizionate in modo errato e perci i consulenti hanno fornito indicazioni per allocarle meglio; il numero delle centraline era comunque in esubero rispetto a quello previsto dalla legge. Al di l dellesame dei dati rilevati dalle centraline, non stata eseguita unanalisi sulla qualit dellaria in citt.
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Come emerge dalla lettura della relazione, in definitiva, con riguardo al primo quesito (se lattuale configurazione della rete di monitoraggio dellinquinamento atmosferico della citt sia rappresentativa e rispondente alla normativa tecnica vigente) i consulenti tecnici del P.M. hanno risposto in senso affermativo, in quanto la rete di monitoraggio della qualit dellaria della citt di Palermo era costituita da ben dieci stazioni di rilevamento, osservando, tuttavia, che sulla base delle norme tecniche (Allegato IX del DM n. 60/02), la sua configurazione ottimale in funzione del numero delle stazioni, della tipologia di stazione e della zona, avrebbe dovuto essere quella di seguito rappresentata :
Popolazione Numer Tipologia Tipologia Caratteristiche zona Palermo o stazione zona stazioni Background Urbana Residenziale/Commerciale Background Urbana Parchi/impianti sportivi e/o scolastici Background Suburbana Non nelle immediate vicinanze 6

dellarea di massima emissione, sottovento rispetto alle direzioni del vento, in condizioni favorevoli alla formazione dozono dellarea di massima emissione, sottovento rispetto alle direzioni del vento, in condizioni favorevoli alla formazione dozono.
Residenziale Residenziale/Commerciale rappresentativa dellagglomerato

711.311

Background Urbana Residenziale/Commerciale Background Urbana Parchi/impianti sportivi e/o scolastici Background Suburbana Non nelle immediate vicinanze

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Traffico Traffico Traffico Meteo

Urbana Urbana -

Suburbana Residenziale/Commerciale/industriale

A differenza di quanto previsto dalla normativa tecnica, la rete di monitoraggio era invece costituita da sette stazioni di tipologia da traffico, ampiamente sufficienti per valutare la qualit dellaria dellagglomerato di Palermo, mentre erano solo due le stazioni di tipologia background urbano che, secondo quella stessa normativa di riferimento, costituivano il numero minimo ai fini della valutazione ed erano, pertanto, del tutto sproporzionate rispetto a quelle di tipologia da traffico. I sensori installati nelle stazioni sono stati ritenuti conformi a quelli raccomandati dalle norme, sicch i consulenti hanno giudicato la dotazione strumentale delle centraline come idonea ai fini della rilevazione delle sostanze inquinanti ai fini della protezione della salute umana. Relativamente allubicazione delle singole stazioni rispetto alle indicazioni delle specifiche norme tecniche, emerso che :
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le stazioni Indipendenza, Castelnuovo, Unit dItalia e Belgio erano ubicate in una zona contigua ad unarea verde e, quindi, erano di fatto esposte solo su un lato al traffico veicolare, mantenendo alle spalle un ampio polmone non aperto alla circolazione stradale; tale ubicazione, a giudizio dei consulenti del P.M., non rispecchiava il generale tessuto urbano della citt di Palermo;

per quanto concerne le stazioni Belgio, Castelnuovo e Unit dItalia, in corrispondenza dei punti in cui erano collocate il traffico veicolare procedeva in un solo senso di marcia; per le cabine Belgio e Castelnuovo, tale senso di marcia riguardava, di fatto, solo il traffico locale e non le direttrici di grande traffico;

per le stazioni Torrelunga e Unit dItalia, non era stata rispettata la prescritta distanza di almeno 25 metri dagli incroci; per le stazioni Giulio Cesare, Belgio, Torrelunga e Indipendenza non era stata rispettata la distanza di 25 metri dai parcheggi; per la stazione Giulio Cesare non era stata rispettata la distanza di 4 metri dal centro della corsia di traffico pi vicina; infine, per la stazione Belgio non era stata rispettata la distanza di 25 metri dai semafori.

Eventuali interventi correttivi di tali discrasie avrebbero potuto ottimizzare laffidabilit e lefficienza della rete di monitoraggio adeguandola alla normativa tecnica, ma i consulenti hanno evidenziato come, in ogni caso, tali anomalie non fossero tali da pregiudicare, nel loro insieme, la rappresentativit dei dati rilevati per la qualit dellaria della citt di Palermo ai fini della protezione della salute umana. Anche per quanto riguarda il secondo quesito (se lattuale gestione della rete di monitoraggio dellinquinamento atmosferico della citt sia rappresentativa e rispondente alla normativa tecnica vigente), la risposta stata affermativa, atteso che la gestione della rete di monitoraggio (v. cap. 5 dellla relazione di consulenza), valutata sulla base della documentazione acquisita e degli elementi assunti nel corso del sopralluogo svolto nel Centro raccolta ed elaborazioni dati dellAMIA, risultata conforme alle norme tecniche di riferimento. Quanto al terzo quesito (se gli eventuali atti, disposizioni e provvedimenti, adottati dagli enti competenti, per attenuare o ridurre le cause dellinquinamento atmosferico urbano, siano conformi alle specifiche norme tecniche ed adeguati alla tutela della salute pubblica), i consulenti hanno concluso osservando che: - per il biossido di azoto e per il PM10, i valori di inquinamento atmosferico rilevati nel corso degli anni 2001, 2002, 2003, 2004 e 2005 nelle stazioni della rete di monitoraggio, hanno
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evidenziato significativi superamenti dei valori limite e che nel tempo la situazione rimasta pressoch invariata; - per il biossido di azoto (NO2), nel periodo considerato (2001-2005), in tutte le stazioni della rete, escluse quelle di Boccadifalco e Torrelunga, non stato rispettato il valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (1). - la comparazione della media dei valori annuali del biossido di azoto (NO2), riscontrati in tutte le stazioni, con i limiti annuali previsti dalla normativa, ha evidenziato nel tempo la tendenza ad un progressivo miglioramento, anche se per negli anni 2002, 2003 e 2004 le concentrazioni medie hanno superato i valori limite previsti. Solo nellanno 2005, rispetto al valore limite tollerato di 50 g/m3, il valore medio riscontrato stato di 49,7g/m3 (si veda, per un quadro di insieme, la tabella di seguito riportata, tenendo presente che i valori annuali evidenziati in grassetto sono superiori ai valori-limite previsti dalla normativa):
Valori annuali (in g/m3 ) del Biossido di Azoto riscontrati nelle diverse stazioni
stazioni BOCCADIFALCO Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit D'italia Torrelunga Belgio Di Blasi Cep media Valore limite g/m3 2001 12 42 73 57 51 50 54 48,2 58 2002 19 59 73 67 71 45 60 67 57,5 56 2003 15 57 84 58 70 41 55 73 56,6 54 2004 19 58 71 62 55 40 48 71 53,0 52 2005 21 50 67 56 46 43 53 77 34 49,7 50

La concentrazione del PM10 nelle stazioni Giulio Cesare e Di Blasi, per gli anni 2002, 2003 e 2004, stata sempre superiore al valore limite della media annuale previsto per la protezione della salute umana, mentre nellanno 2005 tale valore stato superato solo nella stazione Di Blasi. Considerando tutti i dati rilevati dalle stazioni, i consulenti hanno rilevato un incremento del numero dei superamenti dei valori limite giornalieri del PM10 rispetto alla soglia di 35 prevista dalla normativa per anno civile, anche a fronte di un decremento dei valori medi annuali di PM10 riscontrati dal 2003 al 2005 [2003 (38,3 g/m 3), 2004 (36,4 g/m3) e 2005 (32,9 g/m3)]; i superamenti accertati sono stati infatti 92 nellanno 2001, 179 nellanno 2002, 223 nellanno

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2003, 251 nellanno 2004 e 347 superamenti nellanno 2005; i dati sono efficacemente riassunti nella tabella che segue:
Valori annuali (in g/m3 ) del PM10 riscontrati nelle diverse stazioni
Stazioni BOCCADIFALCO Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit D'italia Torrelunga Belgio Di Blasi Cep media Valore limite g/m3 2001 26 33 40 45 45 34 34 36,7 46,4 2002 28 38 45 44 43 32 32 49 38,9 44,8 2003 29 34 45 41 41 31 39 46 38,3 43,2 2004 28 32 42 39 40 29 38 43 36,4 41,6 2005 22 28 40 34 37 28 35 43 29 32,9 40

Per quanto attiene agli ossidi di azoto (NOx), in tutte le stazioni della rete, esclusa quella di Boccadifalco, per lintero periodo preso in esame non stato rispettato il valore limite della media annuale per la protezione della vegetazione (30 g/m3). In relazione al benzene (C6H6), il valore della media annuale riscontrata nellanno 2002 (10,3 g/m3) e nellanno 2004 (10,5 g/m3) nella stazione Di Blasi stato superiore a quello consentito dalla normativa vigente (10 g/m3). Secondo i consulenti del P.M., nella citt di Palermo il traffico veicolare rappresenta il maggior contributo emissivo per tutti gli inquinanti, ed in particolare per le emissioni di PM10 (circa il 62,2% medio); trattandosi, dunque, del principale fattore di pressione, era ed necessario intervenire su tale aspetto per ridurre i livelli di inquinamento dellaria nella citt. Muovendo da tale presupposto, i consulenti hanno analizzato gli atti amministrativi e le azioni intraprese dagli Enti preposti per contrastare linquinamento atmosferico urbano nel corso degli anni presi in esame (2001-2005), evidenziando criticamente linsufficienza di tali misure o, comunque, la loro sostanziale inefficacia rispetto allobiettivo perseguito. In particolare: - lAssessorato al Territorio ed Ambiente (Dipartimento Territorio ed Ambiente) della Regione Siciliana non ha adottato gli atti amministrativi previsti dalle norme vigenti, con specifico riferimento alle competenze previste dal D. Lgs. N. 351/1999 (v. cap. 10 della relazione); ed infatti, in base allart. 8 co. del citato complesso normativo, la Regione Siciliana, in considerazione dei valori medi annuali relativi al PM10, al biossido di azoto (NO2) e al
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benzene (C6H6) rilevati nellanno 2002 nelle stazioni della citt di Palermo, avrebbe dovuto adottare entro diciotto mesi dalla fine dellanno in cui si era registrato il superamento stesso (cio entro il giugno del 2004), un piano o un programma per pervenire al rispetto dei valori limite ai fini della protezione della salute della popolazione. Linadempienza della Regione Siciliana stata espressamente evidenziata nel 1 Rapporto APAT (Edizione 2004) sulla Qualit dellAmbiente Urbano, in cui si anche sottolineato che lEnte territoriale regionale non ha informato, come previsto dalle norme vigenti, i Ministeri dellAmbiente e della Salute, inviando la comunicazione del superamento dei valori limite stabiliti dalla normativa (modulo previsto negli allegati XII al D.M. n. 60/2002). Inoltre, hanno soggiunto i consulenti, con riferimento alle inadempienze delle Regione - peraltro riguardanti lintero territorio della Sicilia - non risulta siano stati esercitati i poteri sostitutivi spettanti al Presidente del Consiglio dei Ministri, di cui allart. 5 del D. Lgs. 31 marzo 1998 n. 112 e allart. 38 co. 5 del D.M. 60/2002; - lAssessorato Ambiente ed Edilizia del Comune di Palermo ha adottato soltanto provvedimenti di natura contingente, limitati nel tempo e non strutturali, per gestire o prevenire i superamenti dei valori limite degli inquinanti (i consulenti hanno menzionato nella relazione lordinanza sindacale n1437 del 26.3.1999 e tre note: n479 del 6.3.2002, n583 del 15.3.2002 e n2917 del 18.10.2002); - il Sindaco del Comune di Palermo, anche in virt dei poteri di Commissario straordinario conferitigli con ordinanza n. 3255 della Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 29.11.2002, ha adottato una serie di atti amministrativi al fine di realizzare le opere (parcheggi, strade, piani per il trasporto pubblico, ecc.) atte a favorire la mobilit e la fluidificazione del traffico cittadino, quindi con lo scopo ultimo di attenuare linquinamento atmosferico, relazionando con cadenza trimestrale al Dipartimento della Protezione Civile di Roma, ai sensi dellart. 5 dellordinanza n. 3255, in merito alle iniziative intraprese e sul relativo stato di attuazione; dopo avere precisato che leffettiva realizzazione di tali opere non ha formato oggetto della loro indagine, i consulenti hanno comunque ribadito che tutte le azioni intraprese da parte dellAmministrazione Comunale nel corso degli anni 2001/2005 non hanno determinato una significativa riduzione dei valori dellinquinamento atmosferico (in particolare del biossido di azoto (NO2) e del PM10), posto che la qualit dellaria nella citt di Palermo rimasta nel tempo sostanzialmente invariata. Per quanto concerne gli effetti sulla salute dei cittadini, i consulenti hanno conclusivamente affermato che:
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- sulla base degli studi epidemiologici condotti in Italia ed in ambito internazionale (elencati nel cap. 8 della relazione), allinquinamento atmosferico oggi attribuibile una quota rilevante di morbosit acuta e cronica; - la speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato diminuita; - i gruppi di popolazione pi colpiti dallinquinamento ambientale sono soprattutto gli anziani e i soggetti in condizioni di salute maggiormente compromesse, come quelli affetti da patologie cardiache e respiratorie, per i quali lesposizione ad inquinamento ambientale peggiora la prognosi e aumenta le probabilit di morte; stato inoltre documentato che, per effetto dellesposizione agli inquinanti, i bambini tendono ad ammalarsi pi frequentemente per cause respiratorie e che peggiora lo stato di malattia in bambini affetti da compromissione cronica delle vie aeree; anche i neonati, infine, risultano soggetti a un particolare rischio di morte per effetto dellinquinamento ambientale, a conferma che esso costituisce un problema di sanit pubblica molto rilevante, come risulta dalle stime di impatto condotte dalla Organizzazione Mondiale della Sanit. Resta da aggiungere che i dati relativi ai giorni di superamento con riferimento alle polveri sottili (PM10) - dei limiti giornalieri per la protezione della salute umana concernenti il periodo 2005-2008, sono indicati nella relazione di servizio redatta dai Carabinieri del NOE di Palermo in data 30.4.2009 (acquisita agli atti), cui sono allegati quattro fascicoli con le tabelle relative ai detti giorni di superamento. I dati sono i seguenti: anno 2005 : giorni di superamento n. 115; data di raggiungimento del 35 giorno di superamento 29 aprile; anno 2006 : giorni di superamento n. 225; data di raggiungimento del 35 giorno di superamento 25 marzo; anno 2007 : giorni di superamento n. 132; data di raggiungimento del 35 giorno di superamento 19 marzo; anno 2008 : giorni di superamento n. 89; data di raggiungimento del 35 giorno di superamento 20 aprile. Proseguendo nella disamina delle acquisizioni emerse dalle prove orali assunte, nel corso del suo esame, limputato Ceraulo Lorenzo ha riferito che nel periodo compreso tra il 2002 e il 2008 stato ininterrottamente Assessore al Traffico, alla mobilit ed alle infrastrutture, e che
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per un breve arco di tempo, dal dicembre 2005 al luglio-agosto 2006, quando lAssessore allAmbiente rassegn le proprie dimissioni per candidarsi alle elezioni regionali, ricevette dal Sindaco anche la delega allambiente. Quale Assessore al Traffico, le sue competenze comprendevano lattuazione di tutti i provvedimenti idonei a fronteggiare le esigenze del traffico cittadino e di mobilit nella citt, sulla base delle iniziative adottate dal Sindaco o dalla Giunta Comunale. Il tema specifico della lotta allinquinamento era il principale obiettivo dellAmministrazione Comunale e suo personale. Talora venivano adottate misure immediate per far fronte a dette esigenze, in base alle notizie e agli input che provenivano anche dal collega Assessore allAmbiente. Nellambito delle sue competenze in materia di viabilit, furono adottati provvedimenti temporanei per mitigare il fenomeno dellinquinamento atmosferico; in particolare, nel periodo in cui ebbe anche la delega allambiente, furono numerose le iniziative di chiusura del traffico domenicale e di circolazione a targhe alterne. Su suo impulso, ha precisato limputato, e dintesa con il Sindaco, per tutto il 2006 fu mantenuto il provvedimento di chiusura totale del traffico le domeniche e i luned per quattro o cinque ore, ovvero di imposizione della circolazione a targhe alterne. Tuttavia vi furono notevoli defaillances, perch in concomitanza con detti provvedimenti il personale della Polizia Municipale si riun in varie assemblee, di fatto vanificando lefficacia di tali provvedimenti, che venivano scarsamente osservati dalla cittadinanza. Ogni settimana limputato convocava riunioni con gli Uffici ambiente e traffico, con lA.M.A.T (che aveva la responsabilit del servizio di pubblico trasporto), con il Comando di Polizia Municipale, per richiamare lattenzione del personale del Corpo (oltre che con provvedimenti scritti) sulle zone in cui le centraline di rilevamento dati dellinquinamento atmosferico avevano registrato degli sforamenti o dove lopinione pubblica lamentava problemi derivanti dalleccessivo volume del traffico veicolare. Senonch, per la carenza di personale o per questioni di altra natura, il problema del traffico, dovuto in particolare alle soste in doppia fila e al parcheggio selvaggio, non poteva essere affrontato in modo efficace. Infatti, oltre ai mezzi pesanti (autobus non ecologici e camion), influiva sullinquinamento atmosferico il numero delle autovetture circolanti, pi o meno inquinanti (euro 0, euro 1, euro 2), le continue soste e ripartenze dei veicoli con il motore acceso che non consentivano la
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fluidificazione del traffico, anche tenuto conto del fatto che le strade cittadine non sono sufficientemente larghe. LAssessore allAmbiente Avanti aveva proposto un provvedimento, poi condiviso dalla Giunta, che prevedeva listituzione delle Z.T.L. (zone a traffico limitato); losservanza di tale provvedimento era stata in un primo tempo rimessa soltanto al controllo della Polizia Municipale; ci era avvenuto nel 2005-2007; in seguito, sempre su iniziativa dellAvanti, era stato elaborato un progetto di controllo mediante telecamere dei varchi di accesso alle ZTL (A e B), nel 2007-2008, ma il progetto si era arenato. Laccesso alle ZTL era sguarnito e non controllato dalla Polizia Municipale, sicch lAssessorato allAmbiente rinvi la concreta attuazione del piano fino allattivazione del sistema di videosorveglinza, gi appaltato ad una societ. Fu necessario attendere quasi tutto lanno 2007 per mettere a punto il sistema. Nel corso dello stesso anno, poich vi erano diversi fattori che in aggiunta al traffico veicolare interferivano con linquinamento atmosferico, furono convocate riunioni tra gli uffici interessati, con cadenza settimanale; proprio per avviare il sistema delle ZTL venne istituito un tavolo di concertazione con le associazioni di categoria, acquisendone il consenso al provvedimento interinale, in attesa della realizzazione delle infrastrutture. Il provvedimento istitutivo delle ZTL ebbe concreta attuazione, ma fu bloccato da un ricorso accolto dal TAR. Nel periodo di funzionamento delle ZTL (circa tre settimane) - come risulta dai dati in possesso dellA.M.I.A. - vi fu quasi un dimezzamento del numero di superamenti rilevati dalle centraline. In quel periodo i cittadini rispettarono il provvedimento, in quanto (a prescindere dal fatto che laccesso alle ZTL era a pagamento) i veicoli che trasgredivano erano ripresi dalle telecamere, ci che consentiva di sanzionare i conducenti. Contemporaneamente allavvio delle ZTL fu aperto il grande parcheggio di via Ernesto Basile pure frutto di quel tavolo di concertazione - che insieme a quello di piazzale Giotto, doveva funzionare da parcheggio di scambio per i cittadini non residenti, che potevano ivi lasciare lautovettura e raggiungere con i mezzi pubblici il centro cittadino. Lattivazione delle ZTL avvenne nellaprile-maggio 2008, ma pochi mesi dopo intervenne la sentenza del TAR, secondo la quale listituzione delle zone a traffico limitato avrebbe dovuto essere preceduta dalla redazione e approvazione in consiglio comunale del Piano Urbano del Traffico.
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Fu chiesto un parere al Ministero dei LL.PP., che si espresse in senso conforme alle statuizioni giudiziali, pur precisando che il sistema poteva sopravvivere a condizione di non far gravare sui cittadini il costo del pass, attivandolo (gratuitamente per lutenza) a spese dellamministrazione. Dopo la bocciatura di tale provvedimento, ha soggiunto il Ceraulo, nel 2008 egli rassegn le dimissioni. La sua idea era quella di modificare il provvedimento ponendo le spese a carico dellAmministrazione, ma essa non fu accolta dallAvvocatura comunale. Limputato ha quindi proseguito affermando che la chiusura totale del traffico (anche in giorni lavorativi) presuppone, come emerso dalla limitata sperimentazione non andata a buon fine, un controllo particolarmente penetrante del personale di Polizia Municipale e che non possibile adottare un provvedimento di tal sorta in una citt come Palermo che, allatto dellinsediamento della Giunta (dicembre 2001), aveva una situazione viaria assolutamente insufficiente. Fu per questa ragione che immediatamente dopo linsediamento, la Giunta come riportato nella memoria dette impulso a tutti i progetti, anche quelli esistenti, per la realizzazione di strutture e infrastrutture (viarie su rotaia, tram, metropolitana), i cui lavori sono in fase di realizzazione. Lopposizione alle ZTL da parte di tutte le associazioni di categoria chiamate a partecipare al tavolo tecnico fu dovuta al fatto che la citt non era dotata di una sufficiente rete di mezzi pubblici. Nel frattempo furono adottati alcuni provvedimenti mirati a ridurre il peso del trasporto privato (come precisato pure in memoria) che, per quanto emerso dai dati rilevati dallA.M.I.A., avevano sortito risultati, certo non eccellenti, ma comunque positivi. Ad esempio, listituzione delle zone blu a pagamento che servivano a disincentivare luso dellauto privata da parte degli impiegati, listituzione di nuove corsie preferenziali, di nuove isole pedonali e la realizzazione di piste ciclabili. Purtroppo, secondo limputato, la Polizia Municipale non esercit i necessari controlli per evitare la sosta sulle piste ciclabili. Il Ceraulo ha sottolineato che tali provvedimenti attenevano alle sue competenze quale Assessore al Traffico, mentre non avendo la delega alla Polizia Municipale, non avrebbe potuto occuparsi anche dellorganizzazione e del funzionamento del Corpo. Fra le altre misure significative, il Ceraulo ha ricordato la creazione dei parcheggi: quello adiacente al Tribunale, quello interrato nella piazza Sturzo, gi affidato in concessione, quelli
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nella piazza Basile e nella piazza Giulio Cesare; gli studi hanno infatti confermato che la maggior parte del traffico indotto causato da chi cerca il posto per parcheggiare; limputato ha inoltre menzionato le rotatorie, che specialmente nelle parti periferiche della citt sono state realizzate per evitare gli incroci diretti e le emissioni connesse allarresto ed alla partenza delle auto (stop and go). Tutti i provvedimenti adottati non furono mai accolti con favore per il problema della mancanza di mezzi pubblici alternativi. Laccoglimento del ricorso al TAR relativo allistituzione delle ZTL da parte di alcune associazioni di consumatori vanific le altre iniziative messe in campo, come ad esempio il potenziamento dei mezzi pubblici e la creazione di altre corsie preferenziali per velocizzarne la marcia. Neppure listituzione di unisola pedonale nel centro storico, secondo il Ceraulo, sarebbe stata tecnicamente fattibile. Per economia espositiva va qui precisato che nel verbale di interrogatorio in data 11 gennaio 2008 reso al P.M. ed acquisito sullaccordo delle parti, lodierno imputato, dopo avere premesso che riteneva di avere correttamente adempiuto ai propri doveri istituzionali, afferm di aver ricoperto la carica di Assessore al Settore Infrastrutture e Traffico del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 25.9.2007 ed anche allAmbiente dal 29.12.2005 all8.9.2006; in atto, era anche esperto nominato dal Sindaco in materia di Infrastrutture per la Mobilit, Traffico e Polizia Municipale. Inoltre, aveva lavorato presso il Ministero delle Infrastrutture per 32 anni con la carica di Dirigente dellUfficio Opere Marittime di Palermo a decorrere dal 1998. Fin dallinsediamento, la Giunta Comunale di Palermo aveva programmato ed attuato una serie di interventi finalizzati a contrastare il problema del traffico veicolare a Palermo, attraverso la disincentivazione delluso del mezzo privato da parte della cittadinanza. La programmazione aveva riguardato tre fronti: potenziamento del trasporto pubblico su rotaia (tre linee tram:da Roccella a Stazione Centrale; da Borgo Nuovo al CEP; dal CEP alla Stazione Notarbartolo, di cui in atto sono iniziati i lavori solo per la prima; il raddoppio della linea ferroviaria Punta-Raisi-Brancaccio, con creazione di ulteriori 10 stazioni che comporter la realizzazione di una metropolitana che attraverser longitudinalmente tutta la citt, lavori appaltati e affidati dalla Ferrovia Italiana con tempi previsti per lultimazione di cinque anni; la chiusura dellanello ferroviario, con creazione
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delle Stazioni Porto e Politeama, lavori affidati dalle Ferrovie, da iniziare entro giugno 2008; la progettazione del primo tratto, da Oreto a Notarbartolo, di una linea metropolitana leggera automatica); miglioramento della viabilit (realizzazione di rotonde e sottopassi sulla circonvallazione, in fase di esecuzione quello Perpignano e corsie laterali del ponte sul fiume Oreto; previsione di sovrappassi pedonali per eliminare i semafori pedonali sulla circonvallazione; progettazione di una galleria sottostante la via del mare, dal Porto alla zona di via Belgio; piccoli interventi per eliminare alcuni tappi nella viabilit); realizzazione di parcheggi (costruiti una decina di parcheggi di piccole e medie dimensioni, altri, anche di grosse dimensioni, in corso di realizzazione piazza Orlando, piazza Sturzo, in fase di affidamento, stazione di Piazza Giulio Cesare, in corso di affidamento, e trasformazione in sotterraneo del parcheggio gi esistente in Piazzale Ungheria). Allesito del completamento di tali opere sarebbe stata intenzione dellAmministrazione chiudere completamente al traffico il centro storico della citt. Gli interventi oggetto della programmazione avviata nel 2001 si sarebbero dovuti concludere nellarco di circa 10-15 anni. Nelle more lAmministrazione aveva adottato altri provvedimenti per tamponare lemergenza dellinquinamento derivante dal traffico veicolare con la: realizzazione delle zone blu; lintroduzione delle targhe alterne (in alcuni giorni dellanno), rivelatasi inefficace per abbattere le soglie dellinquinamento; listituzione della zona a traffico limitato (nel 2001, riguardante la zona del centro da via Notarbartolo alla Stazione, con accesso consentito alle sole vetture catalizzate); listituzione della zona b a traffico limitato, introdotta a fine 2005- inizio 2006 ed estesa fino allo Stadio, con accesso consentito ai veicoli Euro1, Euro2 e ai residenti; finanziamento della realizzazione per la zona di fascia A, di sette varchi elettronici (controllo remoto) funzionanti attraverso telecamere collegate a un sistema di monitoraggio delle targhe, che consente in tempo reale di verificare se si tratti di veicolo Euro 3 o Euro 4 o di persona residente; affidamento a societ privata della creazione di un data-base per individuare tutti i veicoli abilitati ad accedere nelle due ZTL. In atto il controllo remoto non era operativo a causa di notevoli ritardi nella gara dappalto per la creazione del data-base. Si prevedeva unordinanza
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per reintrodurre le ZTL, ma lefficacia sarebbe stata rinviata di qualche mese per la necessit di rilasciare i pass alle vetture autorizzate (residenti, Euro3 ed Euro 4 per zona A, ed anche Euro1 ed Euro2 per fascia B) al costo di 15 per i residenti e di 30 per i non residenti. Il controllo previsto sarebbe stato attraverso telecamere per la fascia A e con controllo del possesso del pass per la fascia B. Infine il Comune aveva redatto un piano strategico per la mobilit sostenibile, che, confermando i progetti in fase di attuazione, aveva indicato ulteriori linee guida per la tutela dellambiente nella citt; il Ministero per lAmbiente aveva gi finanziato quattro di tali progetti. Nella memoria difensiva depositata presso la Procura della Repubblica di Palermo il 19.2.2008 ed acquisita agli atti, i difensori del Ceraulo hanno sviluppato gli argomenti difensivi gi trattati sinteticamente nel corso del suo interrogatorio, sostenendo in conclusione la non configurabilit, a fronte delle iniziative adottate dallo stesso Ceraulo e dai coindagati, sia sotto il profilo dellelemento materiale, sia di quello psicologico, del delitto di cui allart. 328 c.p.; ed altres la mancata integrazione dellelemento psicologico per la ipotizzata contravvenzione di cui allart. 674 c.p., non reputando sufficiente, per fondare la penale responsabilit, la constatazione dellelemento materiale e sollecitando, dunque, larchiviazione del procedimento. Nella corposa memoria, in estrema sintesi, si passavano in rassegna i provvedimenti adottati dallAmministrazione Comunale: 1) provvedimenti utili alla limitazione del traffico veicolare - ordinanza del 13.02.2003 chiusure domenicali - ordinanza del 11.01.2006 istituzione Z.T.L. "B" -ordinanza del 03.01.2006 divieto di sosta v.le Regione Siciliana (Perpignano NazarioSauro) per la fluidificazione del traffico nell'area Di Blasi - ordinanza del 07.02.2006 limitazione - ordinanza del 17.02.2006 limitazione 17,30) - ordinanza del 03.03.2006 limitazione circolazione domenica 5/3 (15,00 -17,30) - ordinanza del 10.03.2006 limitazione luned 13/3(09,30-12,30)
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asse

Libert-Maqueda (tutt'ora vigente)

circolazione domenica circolazione domenica

12/2 (15,00-20,00) 19/2 (15,00-17,30)

- ordinanza del 24.02.2006 limitazione circolazione domenica 26/3 e luned 27/3 (15,00-

circolazione domenica 12/3 (15,00 - 17,30) e

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- ordinanza del 17.03.2006 limitazione circolazione domenica 19 e luned 20/3 (09,3012,30) - ordinanza del 23.03.2006 limitazione circolazione domenica 26 e luned 27/3 (09,3012,30) - ordinanza del 06.04.2006 istituzione targhe alterne mercoled e gioved (15,00 - 20,00) sino al 29/6 interruzione dei provvedimenti per la chiusura delle scuole e il periodo estivo - ordinanza del 17.10.2006 chiusura del centro (Z.T.L. A) gioved 19/10 (09,00-13,00) -ordinanza del 25.10.2006 chiusura del centro gioved 26/10 (09,00 -13,00) -ordinanza del 08.11.2006 chiusura del centro gioved 9/11 (09,00 -13,00) - ordinanza del 14.11.2006 chiusura del centro gioved 16/11 (09,00 -13,00) - ordinanza del 19.12.2006 revoca dell'ordinanza di istituzione delle Z.T.L. nelle more dell'elaborazione del sistema necessario per la creazione di una banca dati dei veicoli da ammettere alla circolazione all'interno della Z.T.L., previa emissione di nuova ordinanza -ordinanza del 10.12.2007 istituzione targhe alterne dal luned al sabato nella Z.T.L. "A" 2) piano strategico per la mobilita sostenibile Finanziamento di euro 480.000,00 per la redazione concesso con decreto N 191/2005 del Dirigente Generale del Dipartimento Programmazione della Regione, con quota di cofinanziamento di euro 72.000,00 a carico del Comune; consegna del documento intermedio come da contratto nel marzo 2007 e sottoposizione al comitato regionale di valutazione che lo esitava giudicandolo congruente con le finalit di cui alle linee guida, sottoposizione alla concertazione col territorio attraverso un processo di Agenda 21 in apposito forum telematico dove veniva discusso con i portatori di interesse e licenziato favorevolmente per i successivi approfondimenti da trattare nel definitivo; consegna del documento definitivo, che veniva ancora sottoposto allesame del comitato di valutazione regionale, nel luglio 2007 al Servizio Ambiente ed Ecologia 17 ottobre 2007 - comunicazione osservazioni al documento e discussione delle stesse con i rappresentanti dellA.T.I. aggiudicataria 12 novembre 2007 - approvazione della Giunta municipale con delibera n 300; Protocollo dintesa tra Comune di Palermo, Assessorato Ambiente e Universita di Palermo, Facolta di Ingegneria, A.R.P.A. (Agenzia per la protezione ambiente sicilia), Centro per la protezione ambientale (CEPA), Fondazione Belisario
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sottoscritto nel novembre 2006 per affrontare il problema dellinquinamento dellaria nella citt di Palermo (studio origine, modalit, diffusione, reperimento di ulteriori rimedi per ottenere il rientro degli indicatori di inquinamento atmosferico allinterno di quelli normali previsti dalla normativa) 3) Piste ciclabili da realizzare Interventi appaltati 1 itinerario (ciclabile via Ammiraglio Rizzo- piazzale Giotto) 2 itinerario (percorso pedonale ciclabile costiero dalla via Messina Marine a Mondello) Interventi in avanzato livello di progettazione 1 Intervento Progetto percorso pedonale ciclabile Parco della Favorita 2 Intervento Percorso in mountain bike (Parco della Favorita) Nello scritto difensivo sono, poi, indicati altri interventi cofinanziati dal Ministero dellAmbiente concernenti la realizzazione di due tratte di pista ciclabile allinterno della ZTL, la sostituzione dei mezzi inquinanti della flotta comunale, con altri a basse emissioni, il potenziamento delle stazioni di distribuzione del gas metano per la flotta pubblica nel deposito di via Roccazzo, la sicurezza nei percorsi pedonali A piedi sicuri 4) Zone a traffico limitato Con la realizzazione dei varchi per il monitoraggio degli accessi ed il rilevamento dei flussi veicolari nelle ZTL nelle vie Libert e Cavour ultimati e collaudati nel dicembre 2007, i varchi messi a regime con emananda ordinanza sarebbero stati quelli di via Libert, via Cavour, via Maqueda, via di Porto Salvo, Corso Vittorio Emanuele, via Roma. Nella memoria sono riportate in dettaglio le motivazioni dello slittamento della riattivazione della ZTL sospesa con ordinanza del 19.12.2006, sospensione connessa a ragioni concernenti lo slittamento dellaffidamento del servizio di gestione telematica. E precisato che con ordinanza n. 36 del 18.2.2008 stata disposta la riattivazione delle Zone a Traffico Limitato A e B sospese con ordinanza n. 275 del 19.12.2006 e che nellambito della concertazione con le parti sociali e le categorie interessate stata programmata la chiusura ad isola pedonale dellasse Ruggero Settimo- Maqueda da Piazza Politeama sino al Corso Vittorio Emanuele. 5) Cortei e manifestazioni
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Le numerosissime manifestazioni e i cortei tenutisi in citt vengono nella memoria indicati come fattori che hanno influenzato negativamente landamento del traffico cittadino e, conseguentemente, i valori dellinquinamento (se ne allega un nutrito elenco, prodotto dal Comando di Polizia Municipale relativo al periodo gennaio- settembre 2007) 6) Valori dei tassi di inquinamento Si rileva nella memoria che, come emerge dai diagrammi delle medie annuali elaborati dallAMIA (di cui sono riportati i grafici) ottenuti con la media delle centraline installate nel territorio urbano, per il PM10 i valori presentano una costante riduzione dal 2002 al 2005 (da 39 mg/m3 nel 2002 a 33 mg/m3 nel 2005), pur nella costanza o aumento del parco circolante in citt. Nel 2006 vi uninversione di tendenza, registrandosi valori di 39 mg/m3, giustificabili con il fenomeno climatico dellinversione termica, tant che si tratta dellanno in cui lAmministrazione aveva adottato provvedimenti di chiusura totale del traffico o di targhe alterne, come sarebbe dimostrato dal fatto che nel 2007 ripresa la diminuzione del valore annuale medio delle polveri sottili (37 mg/m3). Analogo landamento dellNO2. 7) Interventi per la riduzione delle emissioni inquinanti dei veicoli a motore In aderenza alla normativa di settore (ed in particolare ai criteri guida per la pianificazione del traffico di cui alle Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei Piani Urbani del traffico emanate il 12.4.1995 ai sensi dellart. 36 D.lgs n. 285/92) gli interventi dellAmministrazione Comunale e, in particolare, dellAssessorato al Traffico si sono svolti in maniera complementare e parallela, in una logica globale del sistema della mobilit sul piano delle procedure per la progettazione e realizzazione di un sistema di infrastrutture per la mobilit (sistemi di trasporto a guida vincolata tram, metropolitana, ferrovia e parcheggi) con orizzonte temporale a lungo e medio termine per la complessit degli interventi; nonch sul piano delle misure a breve termine atte a migliorare le condizioni di circolazione e sicurezza stradale e a ridurre i fenomeni dellinquinamento. Nel breve periodo, tale riduzione stata perseguita dallAssessorato alle Infrastrutture attraverso interventi di fluidificazione del traffico e orientamento e controllo della domanda di mobilit, nonch limitazione della circolazione veicolare, non mancando di tener conto degli obiettivi e principi della Mobilit Sostenibile: sosta tariffata;
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ZTL; isole pedonali; regolamentazione della circolazione dei mezzi pesanti (soprattutto in zone portocirconvallazione-autostrade); miglioramento della circolazione stradale mediante: semaforizzazione e installazione di semafori a chiamata; rotatorie; interventi a tutela della sicurezza stradale volti a limitare la velocit dei veicoli (fra cui zona 30 in via Libert- attraversamenti pedonali rialzati per imporre la riduzione della velocit dei veicoli); bollino.blu (nel quadro del progetto Autopulita per il controllo periodico dei gas di scarico); preferenziazione del trasporto pubblico (altri 6 Km di corsie preferenziali). Ma come precisato in memoria vi furono, poi, altri provvedimenti, adottati con procedure ordinarie sulla scorta delle indicazioni strategiche del Sindaco (n.q di Commissario Straordinario ex O.C.P.M. n. 3255/2002) e dellAssessore alla Mobilit, volte a: fluidificare la circolazione stradale; scoraggiare luso del mezzo privato con tariffazione della sosta in ampie zone della citt; orientare lutenza verso un maggior uso del mezzo pubblico; aumentare la velocit commerciale dei mezzi pubblici. Fra tali provvedimenti sono compresi anche quelli emessi in ordine alla realizzazione (curata da maestranze comunali, dell'A.M.I.A. e dell'AMAT) di interventi di ristrutturazione di incroci stradali complessi con sistemazioni a rotatoria, la cui progettazione stata curata dal Settore Mobilit e Traffico, finalizzate a fluidificare la circolazione stradale in alternativa alla scelta di regolamentazione semaforica che determina le condizioni di stop and go pi sfavorevoli per le emissioni inquinanti. Atti Oggetto Ordinanza Dirigenziale n. 87 del 27/01/06 Tariffazione della sosta nelle zone P7 e P13 -Modifica parziale della regolamentazione; Ordinanza Dirigenziale n. 211 del 23/02/06 Incrocio tra le vie Imperatore Federico, Sadat e M. L. King - Istituzione della regolamentazione a rotatoria della circolazione veicolare;
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Ordinanza Dirigenziale n. 495 del 06/4/06 Incrocio tra le vie San Lorenzo, Lanza di Scalea e casino Grande - Sistemazione a rotatoria; Deliberazione di G. M. n. 129 del 08/5/06 Delimitazione di aree pedonali nell'ambito della Citt di Palermo: piazzetta della Messinese e vicolo del Teatro di S. Cecilia; Deliberazione di G. M. n. 180 del 22/6/06 Ampliamento dellarea P3 destinata al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta - modifica alla Delibera di G. M. n. 382 del 09/9/05; Ordinanza Dirigenziale n. 1066 del 05/7/06 Indicazione del senso di parcheggio per i motocarri, autovetture ed autocarri (categora N 1), motocarrozzette, quadricicli e motocicli) e per i posti H generici previsti nei tratti interessati al pagamento della sosta nella zona P17; Ordinanza Dirigenziale n. 1134 del 17/7/06 Regolamentazione della sosta degli autoveicoli (motocarri, autovetture ed autocarri (categora N1), motocarrozzette, quadricicli e motocicli) e individuazione degli stalli di sosta (posti H generici) per i portatori di handicap nelle strade ricadenti nella zona P19 e soggette a tariffazione della sosta; Ordinanza Dirigenziale n. 1170 del 02/8/06 Regolamentazione della sosta degli autoveicoli (motocarri, autovetture ed autocarri (categoria N1), motocarrozzette, quadricicli e motocicli) e individuazione degli stalli di sosta (posti H generici) per i portatori di handicap nelle strade ricadenti nella zona P2 e soggette a tariffazione della sosta; Ordinanza Dirigenziale n. 1171 del 02/8/06 Regolamentazione della sosta degli autoveicoli (motocarri, autovetture ed autocarri (categoria N1), motocarrozzette, quadricicli e motocicli) e individuazione degli stalli di sosta (posti H generici) per i portatori di handicap nelle strade ricadenti nella zona P20 e soggette a tariffazione della sosta; Ordinanza Dirigenziale n. 1172 del 02/8/06 Regolamentazione della sosta degli autoveicoli (motocarri, autovetture ed autocarri (categoria N1), motocarrozzette, quadricicli e motocicli) e individuazione degli stalli di sosta (posti H
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generici) per i portatori di handicap nelle strade ricadenti nella zona P4 e soggette a tariffazione della sosta. Inoltre, nel 2007 furono emessi ulteriori provvedimenti e precisamente: la deliberazione di G.M. n. 142 del 27.4.2007, avente ad oggetto lindividuazione di via SantAgostino quale Zona a Traffico Limitato nellambito della citt di Palermo; la deliberazione di G.M. n. 170 del 7.5.2007, avente ad oggetto la delimitazione di aree pedonali nellambito della citt di Palermo (Vicolo della Guardiola - via Castrofilippo); ordinanza dirigenziale n. 894 del 30.5.2007, avente ad oggetto la delimitazione di aree pedonali in vicolo della Guardiola (intero tratto) e via Castrofilippo (area compresa fra la via Castrofilippo e la via Teatro Garibaldi). 8) Con