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N. 7979/07 N. 1756/09

R.G. Notizie di Reato R.G. Tribunale

Sent. N. Del

/ 14.72011

Irrevocabile il ___________________ Al P.M. per esecuz. il _____________ Campione Penale n ______________ Redatta scheda il ________________

TRIBUNALE DI PALERMO
SENTENZA
( artt.544 e segg., 549 c.p.p. )

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale di Palermo Sez. 3 penale composta da: Dott. Vincenzina MASSA Dott. Riccardo CORLEO Dott. Claudia ROSINI Alla pubblica udienza del 14 luglio 2011 mediante lettura del dispositivo la seguente - Presidente - Giudice - Giudice ha pronunziato e pubblicato

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SENTENZA nei confronti di:


CAMMARATA Diego, nato il 27.03.1951 a Palermo e ivi residente in via del Carabiniere n. 32, con domicilio presso il Palazzo delle Aquile, sede del Municipio di Palermo difensore di fiducia lAvv. Giovanni RIZZUTI del foro di Palermo
1.

AVANTI Giovanni, nato il 14.11.1961 a Belmonte Mezzagno (PA), con domicilio dichiarato ex art. 161 c.p.p. in Palermo in via Generale Di Maria n. 20, difensore di fiducia lavv. Claudio GALLINA MONTANA del foro di Palermo
2.

CERAULO Lorenzo, nato il 12.01.1948 a Palermo e ivi residente in via Principe di Belmonte n. 102, con domicilio eletto presso lAssessorato alle Infrastrutture del Comune di Palermo in via Fattori n. 56 difensori di fiducia gli Avvocati
3.

- avv. Giovanni RIZZUTI del foro di Palermo; - avv. Giorgio BISAGNA del foro di Palermo, IMPUTATI TUTTI a1) del reato p. e p. dagli artt. 110 e 328 I e II comma c.p. perch, agendo in concorso tra loro, nelle rispettive qualit sotto-indicate: - CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario per l'attuazione degli "Interventi necessari a fronteggiare l'emergenza determinatasi a Palermo a causa del superamento delle soglie di attenzione dell'inquinamento atmosferico con conseguenti gravi ripercussioni nel settore del traffico e della mobilit" dal 2002 e fino al 31.12.2006 - CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture, Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 al 2008 - AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 e quindi quali responsabili del governo locale del territorio anche in ordine alla salute dellambiente, essendo i Sindaci responsabili della salute dei cittadini residenti in virt delle competenze generali attribuite loro dalla legge ; essendo i Sindaci e gli assessori allambiente altres specificamente obbligati ad adottare doverosi provvedimenti per impedire il deterioramento della qualit dellaria o quanto meno essendo obbligati ad attenuarne gli effetti e lentit ai sensi del Decreto Ministeriale 163 /1999 art 1 comma 2; - essendo i Sindaci in particolare direttamente investiti del potere-dovere di impedire o di attenuare gli effetti del deterioramento della qualit dellaria ambiente fino alla emanazione da parte della Regione del piano di risanamento per larea territoriale omogenea ; - avendo tutti piena consapevolezza delle gravi e attuali conseguenze per la salute umana, dovute alla prolungata esposizione della popolazione a valori di
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www.lexambiente.it inquinanti dellaria superiori ai limiti fissati dalla normativa comunitaria,, anche alla luce del contenuto dei piani sanitari nazionali emanati dal Ministero della Sanit negli ultimi anni (piani 2003-2005, 2006-2008), che recepiscono recenti studi epidemiologici ; avendo tutti piena conoscenza, in quanto giornalmente informati dai risultati delle centraline di rilevamento, dellandamento della qualit dellaria - ambiente sul proprio territorio, del persistere dei fenomeni negativi di inquinamento con superamento dei limiti di legge e della completa incoerenza tra gli obiettivi di qualit imposti dalla legge e il programma di interventi adottati e concordati di anno in anno, sia con riferimento ai limiti per i superamenti dei picchi giornalieri , sia con riferimento agli andamenti delle medie su base annua; indebitamente rifiutavano di adottare atti del loro ufficio che, per ragioni di igiene e sanit, dovevano essere compiuti senza ritardo; in particolare a fronte del superamento dei limiti di legge posti a tutela della qualit dellaria nelle aree urbane dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) con conseguente causazione di emissioni moleste nel territorio del Comune di Palermo, derivanti anche da traffico veicolare, degli inquinanti atmosferici ossido di azoto, biossido di azoto e polveri sottili (PM10) negli anni dal 2001 al 31.12.2004 nella misura dettagliatamente specificata nei capi di imputazione che seguono, rifiutando appunto, di porre in essere provvedimenti amministrativi che portassero al miglioramento della qualit dellaria ambiente per i parametri delle polveri sottili (particolato PM 10) e degli ossidi di azoto (NOX, NO2) tra i quali la limitazione del traffico veicolare e finanche il blocco integrale del traffico veicolare, finalizzati al mantenimento degli standard di qualit dellaria previsti dalla normativa; limitandosi a eseguire interventi programmati palesemente inutili e irrilevanti rispetto alle finalit di tutela della salute imposte dalla legge, in quanto le ordinanze sindacali che imponevano alcune limitazioni del traffico non incidevano, se non in parte trascurabile, sul parco macchine circolante e sullinquinamento provocato; nonch omettevano di adottare i provvedimenti di comunicazione e diffusione al pubblico dello stato della qualit dellaria attraverso la esposizione sui monitor cittadini e con la comunicazione agli organi di stampa, in presenza dellurgenza sostanziale di evitare gravi conseguenze sul bene primario della salute dei cittadini, e ci facendo in violazione degli atti normativi sotto indicati costitutivi nei loro confronti di una specifica posizione di garanzia a tutela della salute e della incolumit di tutte le persone presenti sul territorio del Comune: - art 32 della Costituzione che riconosce e garantisce come bene primario per i cittadini che vivono nel territorio dei Comuni e della Regione il diritto alla salute e a vivere in un ambiente salubre; - la direttiva 96/62/CE del Consiglio del 27 settembre 1996, in materia di valutazione, e di gestione della qualit dell'aria ambiente; - la Direttiva 22 aprile 1999, n. 30 del Consiglio Europeo, concernente i valori limite di qualit dell'aria ambiente con particolare riferimento al biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo (G.U.C.E. 29 giugno 1999 n. L 163) - Testo coordinato con la Decisione della Commissione 17 ottobre 2001 n. 744; - la legge 24 aprile 1998, n. 128, recante "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dalla appartenenza dell'Italia alle Comunit europee (legge comunitaria 19951997)", e in particolare l'allegato B) con cui si attua la direttiva comunitaria 96/62;
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www.lexambiente.it - il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. l12, recante "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59" come specificato in termini generali allart 1 e con particolare riferimento alla materia dellambiente artt. 51 e ss e in particolare art. 74 ( Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale con obbligo in capo alla Regione , sentiti gli enti locali di redazione di piano di risanamento, comma 2 e 4); alla materia dellinquinamento dellaria artt. 82 e ss; alla materia della tutela della salute , artt. 112 e ss e in particolare art. 117; - la legge 4 novembre 1997, n. 413 relativa a "Misure urgenti per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico da benzene, in cui allart 3 vengono attribuiti ai Sindaci poteri di limitazione della circolazione stradale in materia di prevenzione dellinquinamento della qualit dellaria ; -il Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo codice della strada"agli artt. 6 e 7 , in cui nei centri abitati ai Sindaci sono attribuiti poteri di ordinanza per limitare la circolazione stradale per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti (art. 7 lett b) , o per motivi di incolumit pubblica (art 6 comma 4 e 5) o per motivi di tutela della salute (art. 6 comma 1 in relazione allart. 7 comma 1) ; - il decreto legislativo 351/99 che impone alla Regione in collaborazione con i Comuni lo studio preliminare della qualit dellaria ambiente (art. 5) e la valutazione della qualit dellaria ambiente (art. 6) , il rispetto dei valori limite degli inquinanti e della tempistica nel raggiungere tali obiettivi , fissati da apposito decreto ministeriale (dm 60/02) (art. 3) , la adozione dei piani di azione con individuazione dei soggetti responsabili e con gli obiettivi da raggiungere nel breve periodo (art. 7) , le Misure da applicare nelle zone in cui i livelli sono pi alti dei valori limite (art. 8) , la diffusione delle informazioni ai cittadini sulle problematiche inerenti linquinamento dellaria chiare accessibili e comprensibili (art. 11); - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163 in cui allart 1 comma 2 con cui attribuito ai Sindaci dei Comuni appartenenti agli agglomerati ed alle zone di cui agli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 351/99, in cui sussiste il superamento ovvero il rischio di superamento dei valori limite previsti dalla vigente normativa, il potere di adottare, sulla base dei piani e dei programmi di cui ai medesimi articoli, le misure di limitazione della circolazione di cui all'articolo 7, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285; - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163, in cui allart. 3 si stabilisce che fino all'attuazione, da parte delle Regioni, degli adempimenti previsti dall'articolo 7, commi 1 e 2, e dall'articolo 8, commi 1, 2 e 3, del decreto legislativo n. 351/99, continuano ad applicarsi le misure precedentemente adottate dai Sindaci. Tali misure possono essere rimodulate, ai fini del rispetto dei valori limite previste dalla vigente normativa, sulla base delle previsioni di miglioramento o di peggioramento dello stato della qualit dell'aria, alla luce delle informazioni rese disponibili ai sensi dell'articolo 11 del decreto legislativo n. 351/99; - il Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002 , in cui allart 1 comma 1 lett. a) vengono stabiliti i valori limite per gli inquinanti di ossido e biossido di azoto e materiale particolato (PM10), valori limite meglio precisati per gli ossidi di azoto agli artt. da 13 a 16 in relazione allallegato II sezione I e per il materiale particolato agli artt. da 17 a 24 in relazione allallegato III.
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www.lexambiente.it - il Decreto Ministeriale n. 261 del 1 ottobre 2002, che prevede il Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualit dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351 - il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, recante "Attuazione delle direttive 80/779/CEE, 82/884/CEE, 84/360/CEE e 85/203/CEE, concernenti norme in materia di qualit dell'aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali", in cui allart. 4 rimesso alla competenza delle Regioni: la formulazione dei piani di rilevamento, prevenzione, conservazione e risanamento del proprio territorio, nel rispetto dei valori limite di qualit dell'aria (art. 4 lett. A) e la fissazione di valori limite di emissione pi restrittivi per zone particolarmente inquinate o per specifiche esigenze di tutela ambientale, nell'ambito dei piani di cui al punto a), di valori limite delle emissioni pi restrittivi dei valori minimi di emissione definiti nelle linee guida, nonch per talune categorie di impianti la determinazione di particolari condizioni di costruzione o di esercizio; - il Testo Unico ambientale n. 152/2006 allart. 271 comma 3 e 4 in cui , riprendendo la disciplina prevista dal Dpr 203/88 (art 4 lett.a) , la Regione pu stabilire limiti di emissione pi restrittivi ove ci risulti necessario al conseguimento del valori limite e dei valori bersaglio di qualit dell'aria. - il Decreto del Presidente della Repubblica 23 maggio 2003 Approvazione del Piano sanitario nazionale 2003-2005 (GU n. 139 del 18-6-2003- Suppl. Ordinario n.95) con particolare riferimento al punto 4.2 (tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono sottolineati i gravi problemi sanitari in termini di aumento di gravi patologie e di incremento dei decessi causati dallinquinamento dellaria ambiente; - il Piano sanitario nazionale 2006-2008 con particolare riferimento al punto 5.12 (tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono ribadite le emergenze sanitarie del piano sanitario precedente connesse con la qualit dellaria ambiente e in particolare si legge al paragrafo intitolato inquinamento atmosferico e qualit dellaria che Sulla base degli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale ed italiano, si pu affermare con assoluta certezza che allinquinamento atmosferico attribuibile oggi una quota rilevante di morbosit acuta e cronica, la diminuzione della speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato, e che non sembra esserci una soglia al di sotto della quale non si osservano danni e ancora in un passo immediatamente successivo la gravit degli effetti sulla salute umana, sia a breve che a lungo periodo, di questi inquinanti direttamente proporzionale alla concentrazione degli inquinanti, al tempo e/o modalit di esposizione e la associazione con ulteriori fattori di rischio pu rafforzare considerevolmente lentit dei singoli rischi; - la Direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 maggio 2008 relativa alla qualit dellaria ambiente e per unaria pi pulita in Europa poi recepita nel D. Lgs. 13 agosto 2010 n. 155 Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualit dell'aria ambiente e per unaria pi pulita in Europa; in Palermo dal 2001 al 31.12.2004;

www.lexambiente.it TUTTI a) del reato p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv. e 328 I e II comma c.p. perch, agendo in concorso tra loro, con pi omissioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, nelle rispettive qualit sotto-indicate: - CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario per l'attuazione degli "Interventi necessari a fronteggiare l'emergenza determinatasi a Palermo a causa del superamento delle soglie di attenzione dell'inquinamento atmosferico con conseguenti gravi ripercussioni nel settore del traffico e della mobilit" dal 2002 e fino al 31.12.2006 - CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture, Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 al 2008 - AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 e quindi quali responsabili del governo locale del territorio anche in ordine alla salute dellambiente, essendo i Sindaci responsabili della salute dei cittadini residenti in virt delle competenze generali attribuite loro dalla legge ; essendo i Sindaci e gli assessori allambiente altres specificamente obbligati ad adottare doverosi provvedimenti per impedire il deterioramento della qualit dellaria o quanto meno essendo obbligati ad attenuarne gli effetti e lentit ai sensi del Decreto Ministeriale 163 /1999 art 1 comma 2; - essendo i Sindaci in particolare direttamente investiti del potere-dovere di impedire o di attenuare gli effetti del deterioramento della qualit dellaria ambiente fino alla emanazione da parte della Regione del piano di risanamento per larea territoriale omogenea ; - avendo tutti piena consapevolezza delle gravi e attuali conseguenze per la salute umana, dovute alla prolungata esposizione della popolazione a valori di inquinanti dellaria superiori ai limiti fissati dalla normativa comunitaria,, anche alla luce del contenuto dei piani sanitari nazionali emanati dal Ministero della Sanit negli ultimi anni (piani 2003-2005, 2006-2008), che recepiscono recenti studi epidemiologici ; avendo tutti piena conoscenza, in quanto giornalmente informati dai risultati delle centraline di rilevamento, dellandamento della qualit dellaria - ambiente sul proprio territorio, del persistere dei fenomeni negativi di inquinamento con superamento dei limiti di legge e della completa incoerenza tra gli obiettivi di qualit imposti dalla legge e il programma di interventi adottati e concordati di anno in anno, sia con riferimento ai limiti per i superamenti dei picchi giornalieri , sia con riferimento agli andamenti delle medie su base annua; indebitamente rifiutavano di adottare atti del loro ufficio che, per ragioni di igiene e sanit, dovevano essere compiuti senza ritardo; in particolare a fronte del superamento dei limiti di legge posti a tutela della qualit dellaria nelle aree urbane dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) con conseguente causazione di emissioni moleste nel territorio del Comune di Palermo, derivanti anche da traffico veicolare, degli inquinanti atmosferici ossido di azoto, biossido di azoto e polveri sottili (PM10) negli anni dal 1.1.2005 al 31.12.2009 nella misura dettagliatamente specificata nei capi di imputazione che seguono, rifiutando appunto, di
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www.lexambiente.it porre in essere provvedimenti amministrativi che portassero al miglioramento della qualit dellaria ambiente per i parametri delle polveri sottili (particolato PM 10) e degli ossidi di azoto (NOX, NO2) tra i quali la limitazione del traffico veicolare e finanche il blocco integrale del traffico veicolare, finalizzati al mantenimento degli standard di qualit dellaria previsti dalla normativa; limitandosi a eseguire interventi programmati palesemente inutili e irrilevanti rispetto alle finalit di tutela della salute imposte dalla legge, in quanto le ordinanze sindacali che imponevano alcune limitazioni del traffico non incidevano, se non in parte trascurabile, sul parco macchine circolante e sullinquinamento provocato; nonch omettevano di adottare i provvedimenti di comunicazione e diffusione al pubblico dello stato della qualit dellaria attraverso la esposizione sui monitor cittadini e con la comunicazione agli organi di stampa, in presenza dellurgenza sostanziale di evitare gravi conseguenze sul bene primario della salute dei cittadini, e ci facendo in violazione degli atti normativi sotto indicati costitutivi nei loro confronti di una specifica posizione di garanzia a tutela della salute e della incolumit di tutte le persone presenti sul territorio del Comune: - art 32 della Costituzione che riconosce e garantisce come bene primario per i cittadini che vivono nel territorio dei Comuni e della Regione il diritto alla salute e a vivere in un ambiente salubre; - la direttiva 96/62/CE del Consiglio del 27 settembre 1996, in materia di valutazione, e di gestione della qualit dell'aria ambiente; - la Direttiva 22 aprile 1999, n. 30 del Consiglio Europeo, concernente i valori limite di qualit dell'aria ambiente con particolare riferimento al biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo (G.U.C.E. 29 giugno 1999 n. L 163) - Testo coordinato con la Decisione della Commissione 17 ottobre 2001 n. 744; - la legge 24 aprile 1998, n. 128, recante "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dalla appartenenza dell'Italia alle Comunit europee (legge comunitaria 19951997)", e in particolare l'allegato B) con cui si attua la direttiva comunitaria 96/62; - il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. l12, recante "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59" come specificato in termini generali allart 1 e con particolare riferimento alla materia dellambiente artt. 51 e ss e in particolare art. 74 ( Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale con obbligo in capo alla Regione , sentiti gli enti locali di redazione di piano di risanamento, comma 2 e 4); alla materia dellinquinamento dellaria artt. 82 e ss; alla materia della tutela della salute , artt. 112 e ss e in particolare art. 117; - la legge 4 novembre 1997, n. 413 relativa a "Misure urgenti per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico da benzene, in cui allart 3 vengono attribuiti ai Sindaci poteri di limitazione della circolazione stradale in materia di prevenzione dellinquinamento della qualit dellaria ; -il Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo codice della strada"agli artt. 6 e 7 , in cui nei centri abitati ai Sindaci sono attribuiti poteri di ordinanza per limitare la circolazione stradale per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti (art. 7 lett b) , o per motivi di incolumit pubblica (art 6 comma 4 e 5) o per motivi di tutela della salute (art. 6 comma 1 in relazione allart. 7 comma 1) ;
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www.lexambiente.it - il decreto legislativo 351/99 che impone alla Regione in collaborazione con i Comuni lo studio preliminare della qualit dellaria ambiente (art. 5) e la valutazione della qualit dellaria ambiente (art. 6) , il rispetto dei valori limite degli inquinanti e della tempistica nel raggiungere tali obiettivi , fissati da apposito decreto ministeriale (dm 60/02) (art. 3) , la adozione dei piani di azione con individuazione dei soggetti responsabili e con gli obiettivi da raggiungere nel breve periodo (art. 7) , le Misure da applicare nelle zone in cui i livelli sono pi alti dei valori limite (art. 8) , la diffusione delle informazioni ai cittadini sulle problematiche inerenti linquinamento dellaria chiare accessibili e comprensibili (art. 11); - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163 in cui allart 1 comma 2 con cui attribuito ai Sindaci dei Comuni appartenenti agli agglomerati ed alle zone di cui agli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 351/99, in cui sussiste il superamento ovvero il rischio di superamento dei valori limite previsti dalla vigente normativa, il potere di adottare, sulla base dei piani e dei programmi di cui ai medesimi articoli, le misure di limitazione della circolazione di cui all'articolo 7, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285; - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163, in cui allart. 3 si stabilisce che fino all'attuazione, da parte delle Regioni, degli adempimenti previsti dall'articolo 7, commi 1 e 2, e dall'articolo 8, commi 1, 2 e 3, del decreto legislativo n. 351/99, continuano ad applicarsi le misure precedentemente adottate dai Sindaci. Tali misure possono essere rimodulate, ai fini del rispetto dei valori limite previste dalla vigente normativa, sulla base delle previsioni di miglioramento o di peggioramento dello stato della qualit dell'aria, alla luce delle informazioni rese disponibili ai sensi dell'articolo 11 del decreto legislativo n. 351/99; - il Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002 , in cui allart 1 comma 1 lett. a) vengono stabiliti i valori limite per gli inquinanti di ossido e biossido di azoto e materiale particolato (PM10), valori limite meglio precisati per gli ossidi di azoto agli artt. da 13 a 16 in relazione allallegato II sezione I e per il materiale particolato agli artt. da 17 a 24 in relazione allallegato III. - il Decreto Ministeriale n. 261 del 1 ottobre 2002, che prevede il Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualit dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351 - il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, recante "Attuazione delle direttive 80/779/CEE, 82/884/CEE, 84/360/CEE e 85/203/CEE, concernenti norme in materia di qualit dell'aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali", in cui allart. 4 rimesso alla competenza delle Regioni: la formulazione dei piani di rilevamento, prevenzione, conservazione e risanamento del proprio territorio, nel rispetto dei valori limite di qualit dell'aria (art. 4 lett. A) e la fissazione di valori limite di emissione pi restrittivi per zone particolarmente inquinate o per specifiche esigenze di tutela ambientale, nell'ambito dei piani di cui al punto a), di valori limite delle emissioni pi restrittivi dei valori minimi di emissione definiti nelle linee guida, nonch per talune categorie di impianti la determinazione di particolari condizioni di costruzione o di esercizio; - il Testo Unico ambientale n. 152/2006 allart. 271 comma 3 e 4 in cui , riprendendo la disciplina prevista dal Dpr 203/88 (art 4 lett.a) , la Regione pu stabilire limiti di
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www.lexambiente.it emissione pi restrittivi ove ci risulti necessario al conseguimento del valori limite e dei valori bersaglio di qualit dell'aria. - il Decreto del Presidente della Repubblica 23 maggio 2003 Approvazione del Piano sanitario nazionale 2003-2005 (GU n. 139 del 18-6-2003- Suppl. Ordinario n.95) con particolare riferimento al punto 4.2 (tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono sottolineati i gravi problemi sanitari in termini di aumento di gravi patologie e di incremento dei decessi causati dallinquinamento dellaria ambiente; - il Piano sanitario nazionale 2006-2008 con particolare riferimento al punto 5.12 (tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono ribadite le emergenze sanitarie del piano sanitario precedente connesse con la qualit dellaria ambiente e in particolare si legge al paragrafo intitolato inquinamento atmosferico e qualit dellaria che Sulla base degli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale ed italiano, si pu affermare con assoluta certezza che allinquinamento atmosferico attribuibile oggi una quota rilevante di morbosit acuta e cronica, la diminuzione della speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato, e che non sembra esserci una soglia al di sotto della quale non si osservano danni e ancora in un passo immediatamente successivo la gravit degli effetti sulla salute umana, sia a breve che a lungo periodo, di questi inquinanti direttamente proporzionale alla concentrazione degli inquinanti, al tempo e/o modalit di esposizione e la associazione con ulteriori fattori di rischio pu rafforzare considerevolmente lentit dei singoli rischi; - la Direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 maggio 2008 relativa alla qualit dellaria ambiente e per unaria pi pulita in Europa poi recepita nel D. Lgs. 13 agosto 2010 n. 155 Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualit dell'aria ambiente e per unaria pi pulita in Europa; in Palermo dal 1.1.2005 al 31.12.2009; TUTTI b1) del reato p. e p. dagli artt. 110, 40 comma II, 81 cpv., 674 c.p. perch, agendo in concorso tra loro e con pi omissioni esecutive del medesimo disegno criminoso, avendo lobbligo giuridico di impedire levento, in relazione alla posizione di garanzia come specificata nel capo a) e in relazione alle condotte attive e omissive ivi descritte, nelle rispettive qualit sotto indicate - CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario per l'attuazione degli "Interventi necessari a fronteggiare l'emergenza determinatasi a Palermo a causa del superamento delle soglie di attenzione dell'inquinamento atmosferico con conseguenti gravi ripercussioni nel settore del traffico e della mobilit" dal 2002 e fino al 31.12.2006 - CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture, Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 al 2008 - AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 non impedivano il superamento dei limiti di legge stabiliti dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (emanato in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) e dallulteriore normativa di settore
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www.lexambiente.it indicata nei capi a1) ed a) e che qui si intende integralmente richiamata, nel territorio del Comune di Palermo in ordine agli inquinanti atmosferici indicati nelle tabelle sotto riportate consentendo cos che le emissioni, derivanti anche da traffico veicolare, determinassero un superamento dei limiti stabiliti dalla legge per la qualit dellaria nelle aree urbane con conseguente causazione di emissioni atte ad offendere e molestare una pluralit di persone OSSIDI DI AZOTO (valori medi annuali in g/m3) 2001 2002 2003 g/m3 14 20 16 68 92 88 149 144 144 92 106 89 82 104 97 80 77 67 96 106 87 148 163 -

Stazioni Boccadifalco Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit d'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi CEP

2004 21 93 134 98 85 63 83 164 -

Per lintero periodo 2001-2004 per gli ossidi azoto (NOx) non stato rispettato il valore limite della media annuale per la protezione della vegetazione (30 g/m3) in tutte le stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria con esclusione di quella di Boccadifalco. Stazioni Boccadifalco Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit d'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi CEP media BIOSSIDI DI AZOTO 2001 2002 12 19 42 59 73 73 57 67 51 70 50 45 54 60 67 48,2 57,5 2003 15 57 84 58 70 41 55 73 56,6 2004 19 58 71 62 55 40 48 71 53,0

- i valori annuali evidenziati in grassetto sono superiori a quelli previsti dai margini di tolleranza. - i valori limite annuali del Biossido di Azoto per la protezione della salute umana con il margine di tolleranza previsti dal DM 2/4/2002 n. 60 sono i seguenti: Anni 1.01.2001 1.01.2002 1.01.2003 1.01.2004 dal 1/1/2010 Valore limite 58 56 54 52 40
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www.lexambiente.it g/m3 Dalla tabella emerge che per il biossido di azoto (NO2) sono stati rilevati valori superiori al limite annuale per la protezione della salute umana di 40 g/m3, con il relativo margine di tolleranza (VL + MDT): - nelle stazioni di Indipendenza e Castelnuovo negli anni 2002, 2003 e 2004; - nella stazione di Belgio negli anni 2002 e 2003; - nelle stazioni Unit DItalia e Di Blasi negli anni 2002, 2003 e 2004; - nella stazione Giulio Cesare per lintero periodo 2001-2004. Polveri fini PM10 Valori medi annuali (in g/m3 ) stazioni Boccadifalco Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit D'italia Torrelunga Belgio Di Blasi Cep 2001 26 33 40 45 45 34 34 2002 28 38 45 44 43 32 32 49 2003 29 34 45 41 41 31 39 46 2004 28 32 42 39 40 29 38 43 -

- i valori annuali evidenziati in grassetto sono superiori a quelli previsti dai margini di tolleranza. - i valori limite annuali del PM 10 per la protezione della salute umana con il margine di tolleranza previsti dal DM 2/4/2002 n. 60 sono i seguenti: Anni 1.01.2001 1.01.2002 1.01.2003 1.01.2004 1.01.2005 Valore limite 46,4 44,8 43,2 41,6 40 g/m3 Dalla tabella emerge che per le polveri fini PM10 sono stati rilevati valori superiori al limite annuale per la protezione della salute umana di 40 g/m3, con il relativo margine di tolleranza (VL + MDT) nelle stazioni di Giulio Cesare e Di Blasi negli anni 2002, 2003 e 2004. Polveri fini PM10 Numero di superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana (max 35 volte)
stazioni

Boccadifalco Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit d'Italia Torrelunga

2001 3 9 11 25 27 9

2002 13 16 28 30 36 11
11

2003 12 16 43 30 33 8

2004 12 13 45 41 44 8

www.lexambiente.it Belgio Di Blasi CEP 8 0 12 33 31 50 41 47 -

- i valori sono i superamenti verificati rispetto al limite previsto per le 24 ore (50g/m3 + M.d.T.); quelli evidenziati in grassetto rappresentano i superamenti oltre le 35 volte consentite per anno civile. - i valori limite giornalieri del PM10 per la protezione della salute umana con il margine di tolleranza previsti dal DM 2/4/2002 n. 60 sono i seguenti: Anni 1.01.2001 1.01.2002 1.01.2003 1.01.2004 1.01.2005 Valore limite 70 65 60 55 50 * g/m3 * (da non superare pi di 35 volte per anno civile) Dalla tabella emerge che il numero dei superamenti del valore limite giornaliero con riferimento alla concentrazione delle polveri sottili o particolato PM10, pari a 50 g/m3 con il relativo margine di tolleranza (VL + MDT) da cui derivano, alla luce dei pi recenti studi epidemiologici, danni allapparato respiratorio ed allapparato cardiovascolare, risultato superiore alle 35 volte consentite per anno civile: - nella stazione Unit DItalia negli anni 2002 e 2004; - nelle stazioni Castelnuovo e Belgio nellanno 2004; - nelle stazioni Giulio Cesare e Di Blasi negli anni 2003 e 2004. Commessi in Palermo dal 2001 al 31.12.2004. TUTTI b1) del reato p. e p. dagli artt. 110, 40 comma II, 81 cpv., 674 c.p. perch, agendo in concorso tra loro e con pi omissioni esecutive del medesimo disegno criminoso, avendo lobbligo giuridico di impedire levento, in relazione alla posizione di garanzia come specificata nel capo a) e in relazione alle condotte attive e omissive ivi descritte, nelle rispettive qualit sotto indicate - CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario per l'attuazione degli "Interventi necessari a fronteggiare l'emergenza determinatasi a Palermo a causa del superamento delle soglie di attenzione dell'inquinamento atmosferico con conseguenti gravi ripercussioni nel settore del traffico e della mobilit" dal 2002 e fino al 31.12.2006 - CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture, Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 al 2008 - AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 non impedivano il superamento dei limiti di legge stabiliti dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (emanato in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) e dallulteriore normativa di settore indicata nei capi a1) ed a) e che qui si intende integralmente richiamata, nel territorio del Comune di Palermo in ordine agli inquinanti atmosferici indicati nelle tabelle sotto riportate consentendo cos che le emissioni, derivanti anche da traffico veicolare, determinassero un superamento dei limiti stabiliti dalla legge per la qualit dellaria
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www.lexambiente.it nelle aree urbane con conseguente causazione di emissioni atte ad offendere e molestare una pluralit di persone BIOSSIDO DI AZOTO (NO2) Valori medi annuali (in g/m3 ) 2005 2006 2007 2008 2009 Boccadifalco 21 14 17 11 13 Indipendenza 50 42 49 39 41 Giulio Cesare 67 64 67 59 66 Castelnuovo 56 47 54 44 47 Unit D'Italia 46 52 53 53 44 Torrelunga 43 46 37 24 Belgio 53 52 45 41 50 Di Blasi 77 78 75 69 79 CEP 34 23 30 27 29 - i valori annuali evidenziati in grassetto sono superiori a quelli previsti dai margini di tolleranza. - i valori limite annuali del Biossido di Azoto per la protezione della salute umana con il margine di tolleranza previsti dal DM 2/4/2002 n. 60 sono i seguenti: Anni 1.01.05 1.01.06 1.01.07 1.01.08 1.01.20 dal 1/1/2010 Valore limite 50 48 46 44 42 40 3 g/m
stazioni

Dalla tabella emerge che per il biossido di azoto (NO2) sono stati rilevati valori superiori al limite annuale per la protezione della salute umana di 40 g/m3, con il relativo margine di tolleranza (VL + MDT): - nella stazione Castelnuovo negli anni 2005, 2007 e 2009; - nella stazione Indipendenza nellanno 2007; - nella stazione Belgio negli anni 2005, 2006 e 2009; - nella stazione Unit DItalia per il periodo 2006-2009; - nelle stazioni Di Blasi e Giulio Cesare per lintero periodo 2005-2009. Polveri fini PM10 Valori medi annuali (in g/m3 )
stazioni

Boccadifalco Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit D'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi CEP

2005 22 28 40 34 37 28 35 43 29

2006 23 34 40 41 42 33 43 58 32

2007 23 39 44 37 43 34 35 45 32

2008 22 32 40 35 34 31 37 42 29

2009 24 35 41 35 33 32 37 41 29

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www.lexambiente.it - i valori annuali evidenziati in grassetto sono superiori al limite annuale previsto dal DM 2/4/2002 n. 60 pari a 40 g/m3 (valore entrato a regime il 1gennaio 2005 senza pi alcun margine di tolleranza). Dalla tabella emerge che per le polveri fini PM10 sono stati rilevati valori superiori al limite annuale per la protezione della salute umana di 40 g/m3: - nella stazione Giulio Cesare negli anni 2007 e 2009; - nella stazione Unit DItalia negli anni 2006 e 2007; - nelle stazioni Castelnuovo e Belgio nellanno 2006; - nella stazione Di Blasi per lintero periodo 2005-2009. Polveri fini PM10 Numero di superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana (max 35 volte) 2005 2006 2007 2008 2009 Boccadifalco 10 18 14 7 6 Indipendenza 13 38 65 29 29 Giulio Cesare 65 65 76 62 55 Castelnuovo 37 57 41 40 35 Unit D'Italia 54 80 81 33 23 Torrelunga 9 27 39 25 25 Belgio 48 89 42 50 44 Di Blasi 80 210 109 69 51 CEP 31 49 27 24 23 - i valori sono i superamenti verificati rispetto al limite giornaliero previsto dal DM 2/4/2002 n. 60 pari a 50 g/m3 (valore entrato a regime il 1gennaio 2005 senza pi alcun margine di tolleranza); quelli evidenziati in grassetto rappresentano i superamenti oltre le 35 volte consentite per anno civile.
stazioni

Dalla tabella emerge che il numero dei superamenti del valore limite giornaliero per le polveri fini PM10, pari a 50 g/m3, risultato superiore alle 35 volte consentite per anno civile: - nella stazione Unit DItalia negli anni 2005, 2006 e 2007; - nella stazione Castelnuovo nel periodo 2005-2008; - nella stazione Belgio nel periodo 2005-2009; - nella stazione Indipendenza negli anni 2006 e 2007; - nella stazione Torrelunga nellanno 2007; - nelle stazioni di Giulio Cesare e Di Blasi per lintero periodo 2005-2009. Commessi in Palermo dal 1.1.2005 al 31.12.2009;

Parti Civili costituite


1) Alajmo Roberto, Di Napoli Michelangelo, Gemelli Maurizio, Milio Pietro rappresentati e difesi dal procuratore speciale Avv. Giuseppe Scozzola del Foro di Palermo.
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www.lexambiente.it 2) Romeo Fabrizio, Pardo Rosanna, Pardo Maria Teresa, Mutolo Giacomo, Sessa Rosario, Taormina Felicia, Di Carmino Rocco, Romano Maria Stefania, Pecorella Michelangelo, Ottaviano Silvio, Taormina Roberto, Sampino Francesca, Spinoso Michele, Monte Gaetano, Tarantino Pietro, La Neve Umberto, Adelfio Stefania, Comand Giovanni, Messina Giovanni, Anello Carmelo, Glaviano Maurizio, La Rosa Francesca, Sansone Francesco Paolo, Cal Antonio, Galizzi Andrea, Ortaggio Gaspare, Monac Gianfabio, Tubiolo Giusto, Tardo Giovanni- Vigili Urbani del Comune di Palermo rappresentati e difesi dal procuratore speciale Avv. Fabio Lanfranca. 4) Guzzo Francesca e Cudia Giuseppe agenti di Polizia Municipale rappresentate e difese dal procuratore speciale Avv. Davide Martorana. 5) Legambiente, Comitato Regionale Siciliano in persona del Presidente e legale rappresentante pro-tempore Domenico Fontana, rappresentato e difeso dal procuratore speciale Avv. Nicola Giudice. 6) WWF Italia in persona del Presidente Nazionale legale rappresentante pro-tempore, rappresentato e difeso dal procuratore speciale Avv.Davide Bambina.

Con l'intervento del P.M. dott. Calogero Ferrara e con lassistenza del dott. Marco Bertolino, cancelliere. Conclusioni delle parti: Conclusioni del Pubblico Ministero Il P.M. chiede affermarsi la penale responsabilit degli imputati e condannarsi: Cammarata Diego, alla pena di anni due e mesi dieci di reclusione; Avanti Giovanni, alla pena di anni due di reclusione; Ceraulo Lorenzo, alla pena di anni due di reclusione. Conclusioni delle PP.CC. Le parti civili concludono tutte come da comparse che rispettivamente depositano, unitamente alla nota spese. Conclusioni delle difese
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Lavv. Bisagna, nellinteresse di Ceraulo Lorenzo, chiede lassoluzione perch il fatto non sussiste; lavv. Gallina Montana, nellinteresse di Avanti Giovanni, chiede lassoluzione per non avere commesso il fatto; lavv. Rizzuti, nellinteresse di Cammarata Diego e Ceraulo Lorenzo, chiede lassoluzione perch il fatto non sussiste o non costituisce reato.
IN FATTO E IN DIRITTO Con decreto emesso in data 10 marzo 2009, il GUP del Tribunale di Palermo disponeva il rinvio a giudizio dinanzi a questo Tribunale dei nominati in epigrafe, nelle rispettive qualit, chiamati a rispondere dei reati loro rispettivamente ascritti nei capi di imputazione come modificati alludienza preliminare del 20 febbraio 2009. Alludienza del 7.4.2009, il Tribunale dichiarava la contumacia degli imputati Cammarata e Avanti, disponendo su eccezione della difesa nuova notifica del decreto di rinvio a giudizio nei confronti dellimputato Ceraulo e rinviando alludienza del 22.5.2009. In detta ultima udienza si costituivano parti civili nei confronti degli imputati, Roberto Alaimo, lAvv. Michelangelo Di Napoli, lAvv. Maurizio Gemelli, lAvv. Pietro Milio, nonch lAvv. Fabrizio Biondo limitatamente alla seconda ipotesi del 3 capo di imputazione per art. 674 c.p., ventisette Vigili Urbani del Comune di Palermo a mezzo del procuratore speciale Avv. Fabio Lanfranca limitatamente ai capi di imputazione di cui allart. 674 c.p., gli agenti di Polizia Municipale Guzzo Francesca e Cudia Giuseppe limitatamente ai capi b1 e b del decreto che dispone il giudizio relativi al reato di cui allart. 674 c.p., Legambiente Comitato Regionale Siciliano per tutte le ipotesi di reato, il WWF Italia, lAssociazione Movimento in difesa del cittadino. Il difensore degli imputati Cammarata e Ceraulo, Avv. Rizzuti, dunque, eccepiva la nullit dellavviso di fissazione delludienza preliminare non contenente la modifica dei capi di imputazione avvenuta alludienza preliminare e chiedeva un rinvio per esaminare le costituzioni di Parte civile. Non opponendosi il PM, il Tribunale rinviava per il prosieguo preliminarmente alludienza del 22 giugno 2009, nella quale, contumaci gli imputati Cammarata, Avanti e Ceraulo, i procuratori
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speciali persistevano nella costituzione di parte civile, opponendosi ad esse i difensori di tutti gli imputati. Il PM chiedeva il rigetto delle eccezioni di tutte le difese ed anche di quella di nullit. Il Tribunale, con separate ordinanze, decidendo sulle questioni preliminari, escludeva dal processo la sola parte civile Movimento per il cittadino e rigettava la sollevata eccezione di nullit. Indi, il PM chiedeva lesame dei testi in lista e la produzione della documentazione ivi indicata; i difensori degli imputati, non opponendosi alle prove per testi richieste dal PM, in ordine alla documentazione chiedevano termine per esame, domandando tutti lesame dei testi e degli imputati indicati nelle rispettive liste. Il Tribunale ammetteva le prove orali richieste dalle Parti. Il PM procedeva, dunque, alla modifica dei capi di imputazione (ex artt. 516 e 517 c.p.p., come in nota)1.
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TUTTI:

a1) del reato p. e p. dagli artt. 110 e 328 I e II comma c.p. perch, agendo in concorso tra loro, nelle rispettive qualit sotto-indicate: CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario al Traffico CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture. Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 ad oggi AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 COSTANTINO Roberto n.q. di Dirigente Responsabile del Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo fino al 12.1.2005 CARIOTI Attilio n.q. di Dirigente Responsabile del Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo dal 12.1.2005 ad oggi e quindi quali responsabili del governo locale del territorio anche in ordine alla salute dellambiente, essendo i Sindaci responsabili della salute dei cittadini residenti in virt delle competenze generali attribuite loro dalla legge ; essendo i Sindaci e gli assessori allambiente altres specificamente obbligati ad adottare doverosi provvedimenti per impedire il deterioramento della qualit dellaria o quanto meno essendo obbligati ad attenuarne gli effetti e lentit ai sensi del Decreto Ministeriale 163 /1999 art 1 comma 2; essendo i Sindaci in particolare direttamente investiti del potere-dovere di impedire o di attenuare gli effetti del deterioramento della qualit dellaria ambiente fino alla emanazione da parte della Regione del piano di risanamento per larea territoriale omogenea ; avendo tutti piena consapevolezza delle gravi e attuali conseguenze per la salute umana, dovute alla prolungata esposizione della popolazione a valori di inquinanti dellaria superiori ai limiti fissati dalla normativa comunitaria,, anche alla luce del contenuto dei piani sanitari nazionali emanati dal Ministero della Sanit negli ultimi anni ( piani 2003-2005, 2006-2008), che recepiscono recenti studi epidemiologici ; avendo tutti piena conoscenza, in quanto giornalmente informati dai risultati delle centraline di rilevamento, dellandamento della qualit dellaria - ambiente sul proprio territorio, del persistere dei fenomeni negativi di inquinamento con superamento dei limiti di legge e della completa incoerenza tra gli obiettivi di qualit imposti dalla legge e il programma di interventi adottati e concordati di anno in anno, sia con riferimento ai limiti per i superamenti dei picchi giornalieri , sia con riferimento agli andamenti delle medie su base annua; indebitamente rifiutavano di adottare atti del loro ufficio che, per ragioni di igiene e sanit, dovevano essere compiuti senza ritardo; in particolare a fronte del superamento dei limiti di legge posti a tutela della qualit dellaria nelle aree urbane dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) con conseguente causazione di emissioni moleste nel territorio del Comune di Palermo, derivanti anche da traffico veicolare, degli inquinanti atmosferici ossido di azoto, biossido di azoto e polveri sottili (PM10) negli anni dal 2001 al 31.12.2004 nella misura dettagliatamente specificata nei capi di imputazione che seguono, rifiutando appunto, di porre in essere provvedimenti amministrativi che portassero al miglioramento della qualit dellaria ambiente per i parametri delle polveri sottili (particolato PM 10) e degli ossidi di azoto (NOX , NO2 ) tra i quali la limitazione del traffico veicolare e finanche il blocco integrale del traffico veicolare, finalizzati al mantenimento degli standard di qualit dellaria previsti dalla normativa; limitandosi a eseguire interventi programmati palesemente inutili e irrilevanti rispetto alle finalit di tutela della salute imposte dalla legge, in quanto le ordinanze sindacali che imponevano alcune limitazioni del traffico non incidevano, se non in parte trascurabile, sul parco macchine circolante e sullinquinamento provocato; nonch omettevano di adottare i provvedimenti di comunicazione e diffusione al pubblico dello stato della qualit dellaria attraverso la esposizione sui monitor cittadini e con la comunicazione agli organi di stampa, in presenza dellurgenza sostanziale di evitare gravi conseguenze sul bene primario della salute dei cittadini, e ci facendo in violazione dei seguenti atti normativi costitutivi nei loro confronti di una specifica posizione di garanzia a tutela della salute e della incolumit di tutte le persone presenti sul territorio del Comune, a partire dal disposto dell art 32 della Costituzione che riconosce e garantisce come bene primario per i cittadini che vivono nel territorio dei Comuni e della Regione il diritto alla salute e a vivere in un ambiente salubre; - la direttiva 96/62/CE del Consiglio del 27 settembre 1996, in materia di valutazione, e di gestione della qualit dell'aria ambiente; - la Direttiva 22 aprile 1999, n. 30 del Consiglio, concernente i valori limite di qualit dell'aria ambiente con particolare riferimento al biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo. (G.U.C.E. 29 giugno 1999 n. L 163) - Testo coordinato con la Decisione della Commissione 17

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Il difensore dellimputato Avanti faceva presente che il suo assistito non rivestiva pi le funzioni per le quali era contestazione dal 2007 e lAvv. Rizzuti chiedeva il prescritto termine a difesa. Il Tribunale, nella contumacia degli imputati, sospendeva il dibattimento fino alludienza di rinvio del 21 settembre 2009, disponendo la notifica a tutti gli imputati contumaci del verbale con le modifiche dei capi di imputazione.

ottobre

2001

n.

744.

- la legge 24 aprile 1998, n. 128, recante "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dalla appartenenza dell'Italia alle Comunit europee (legge comunitaria 1995-1997)", e in particolare l'allegato B) con cui si attua la direttiva comunitaria 96/62; - il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. l12, recante "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59" come specificato in termini generali allart 1 e con particolare riferimento alla materia dellambiente artt 51 e ss e in particolare artt 74 ( Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale con obbligo in capo alla Regione , sentiti gli enti locali di redazione di piano di risanamento , comma 2 e 4 ); alla materia dellinquinamento dellaria artt 82 e ss; alla materia della tutela della salute , artt 112 e ss e in particolare art 117; - la legge 4 novembre 1997, n. 413 relativa a "Misure urgenti per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico da benzene, in cui allart 3 vengono attribuiti ai Sindaci poteri di limitazione della circolazione stradale in materia di prevenzione dellinquinamento della qualit dellaria ; -il Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo codice della strada"agli artt 6 e 7 , in cui nei centri abitati ai Sindaci sono attribuiti poteri di ordinanza per limitare la circolazione stradale per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti ( art 7 lett b) , o per motivi di incolumit pubblica (art 6 comma 4 e 5) o per motivi di tutela della salute ( art 6 comma 1 in relazione allart 7 comma 1) ; - il decreto legislativo 351/99 che impone alla Regione in collaborazione con i Comuni lo studio preliminare della qualit dellaria ambiente (art 5) e la valutazione della qualit dellaria ambiente ( art 6) , il rispetto dei valori limite degli inquinanti e della tempistica nel raggiungere tali obiettivi , fissati da apposito decreto ministeriale ( dm 62/02) ( art 3) , la adozione dei piani di azione con individuazione dei soggetti responsabili e con gli obiettivi da raggiungere nel breve periodo (art 7) , le Misure da applicare nelle zone in cui i livelli sono pi alti dei valori limite ( art 8 ) , la diffusione delle informazioni ai cittadini sulle problematiche inerenti linquinamento dellaria chiare accessibili e comprensibili (art 11); - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163 in cui allart 1 comma 2 con cui attribuito ai Sindaci dei Comuni appartenenti agli agglomerati ed alle zone di cui agli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 351/99, in cui sussiste il superamento ovvero il rischio di superamento dei valori limite previsti dalla vigente normativa, il potere di adottare, sulla base dei piani e dei programmi di cui ai medesimi articoli, le misure di limitazione della circolazione di cui all'articolo 7, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285; - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163 , in cui allart 3 con cui si stabilisce che fino all'attuazione, da parte delle Regioni, degli adempimenti previsti dall'articolo 7, commi 1 e 2, e dall'articolo 8, commi 1, 2 e 3, del decreto legislativo n. 351/99, continuano ad applicarsi le misure precedentemente adottate dai Sindaci. Tali misure possono essere rimodulate, ai fini del rispetto dei valori limite previste dalla vigente normativa, sulla base delle previsioni di miglioramento o di peggioramento dello stato della qualit dell'aria, alla luce delle informazioni rese disponibili ai sensi dell'articolo 11 del decreto legislativo n. 351/99. - il Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002 , in cui allart 1 comma 1 lett a) vengono stabiliti i valori limite per gli inquinanti di ossido e biossido di azoto e materiale particolato, valori limite meglio precisati per gli ossidi di azoto agli artt da 13 a 16 in relazione allallegato II sezione I e per il materiale particolato agli articoli da 17 a 24 in relazione allallegato III. - il Decreto Ministeriale n. 261 del 1 ottobre 2002, che prevede il Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualit dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351 - il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, recante "Attuazione delle direttive 80/779/CEE, 82/884/CEE, 84/360/CEE e 85/203/CEE, concernenti norme in materia di qualit dell'aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali", in cui allart 4 rimesso alla competenza delle Regioni : la formulazione dei piani di rilevamento, prevenzione, conservazione e risanamento del proprio territorio, nel rispetto dei valori limite di qualit dell'aria (art 4 lett. A) e la fissazione di valori limite di emissione pi restrittivi per zone particolarmente inquinate o per specifiche esigenze di tutela ambientale, nell'ambito dei piani di cui al punto a) , di valori limite delle emissioni pi restrittivi dei valori minimi di emissione definiti nelle linee guida, nonch per talune categorie di impianti la determinazione di particolari condizioni di costruzione o di esercizio; - il Testo Unico ambientale n. 152/2006 allart 271 comma 3 e 4 in cui , riprendendo la disciplina prevista dal Dpr 203/88 ( art 4 lett.a) , la Regione pu stabilire limiti di emissione pi restrittivi ove ci risulti necessario al conseguimento del valori limite e dei valori bersaglio di qualit dell'aria. - il Decreto del Presidente della Repubblica 23 maggio 2003 Approvazione del Piano sanitario nazionale 2003-2005. (GU n. 139 del 18-6-2003Suppl. Ordinario n.95) con particolare riferimento al punto 4.2 (tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono

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Alludienza del 21.9.2009 contumaci gli imputati e presenti i difensori di parte civile, il Tribunale, stante la diversa composizione del Collegio, disponeva la rinnovazione degli atti ai sensi dellart. 525 c.p.p.. Il PM e i difensori si riportavano, dunque, alle richieste gi formulate. Il Tribunale disponeva lammissione delle prove richieste. Il PM rinunziava allesame dei testi Muscarella, Milazzo e Sapuppo, chiedendo di produrre le annotazioni di servizio del 19.2.2007, 17.7.2007 e 28.2.2009 a firma dei due ultimi. Rigettata dal Tribunale la richiesta delle difese di poter riproporre le eccezioni preliminari, i difensori tutti prestavano il consenso alla rinunzia ai
sottolineati i gravi problemi sanitari in termini di aumento di gravi patologie e di incremento dei decessi causati dallinquinamento dellaria ambiente ; - il Piano sanitario nazionale 2006-2008 con particolare riferimento al punto 5.12 ( tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono ribadite le emergenze sanitarie del piano sanitario precedente connesse con la qualit dellaria ambiente e in particolare si legge al paragrafo intitolato inquinamento atmosferico e qualit dellaria , Sulla base degli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale ed italiano , si pu affermare con assoluta certezza che allinquinamento atmosferico attribuibile oggi una quota rilevante di morbosit acuta e cronica, la diminuzione della speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato , e che non sembra esserci una soglia al di sotto della quale non si osservano danni e ancora in un passo immediatamente successivo la gravit degli effetti sulla salute umana, sia a breve che a lungo periodo, di questi inquinanti direttamente proporzionale alla concentrazione degli inquinanti, al tempo e/o modalit di esposizione e la associazione con ulteriori fattori di rischio pu rafforzare considerevolmente lentit dei singoli rischi.; in Palermo dal 2001 al 31.12.2004; Diego CAMMARATA, Lorenzo CERAULO, Giovanni AVANTI e Attilio CARIOTI: a) del reato p. e p. dagli artt. 110, 81 cpv. e 328 I e II comma c.p. perch, agendo in concorso tra loro, con pi omissioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, nelle rispettive qualit sotto-indicate: CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario al Traffico CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture. Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 ad oggi AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 CARIOTI Attilio n.q. di Dirigente Responsabile del Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo dal 12.1.2005 ad oggi; e quindi quali responsabili del governo locale del territorio anche in ordine alla salute dellambiente, essendo i Sindaci responsabili della salute dei cittadini residenti in virt delle competenze generali attribuite loro dalla legge ; essendo i Sindaci e gli assessori allambiente altres specificamente obbligati ad adottare doverosi provvedimenti per impedire il deterioramento della qualit dellaria o quanto meno essendo obbligati ad attenuarne gli effetti e lentit ai sensi del Decreto Ministeriale 163 /1999 art 1 comma 2; essendo i Sindaci in particolare direttamente investiti del potere-dovere di impedire o di attenuare gli effetti del deterioramento della qualit dellaria ambiente fino alla emanazione da parte della Regione del piano di risanamento per larea territoriale omogenea ; avendo tutti piena consapevolezza delle gravi e attuali conseguenze per la salute umana, dovute alla prolungata esposizione della popolazione a valori di inquinanti dellaria superiori ai limiti fissati dalla normativa comunitaria, anche alla luce del contenuto dei piani sanitari nazionali emanati dal Ministero della Sanit negli ultimi anni ( piani 2003-2005, 2006-2008), che recepiscono recenti studi epidemiologici ; avendo tutti piena conoscenza, in quanto giornalmente informati dai risultati delle centraline di rilevamento, dellandamento della qualit dellaria - ambiente sul proprio territorio, del persistere dei fenomeni negativi di inquinamento con superamento dei limiti di legge, e della completa incoerenza tra gli obiettivi di qualit imposti dalla legge e il programma di interventi adottati e concordati di anno in anno, sia con riferimento ai limiti per i superamenti dei picchi giornalieri , sia con riferimento agli andamenti delle medie su base annua; indebitamente rifiutavano di adottare atti del loro ufficio che, per ragioni di igiene e sanit, dovevano essere compiuti senza ritardo; in particolare a fronte del superamento dei limiti di legge posti a tutela della qualit dellaria nelle aree urbane dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) con conseguente causazione di emissioni moleste nel territorio del Comune di Palermo, derivanti anche da traffico veicolare, degli inquinanti atmosferici ossido di azoto, biossido di azoto e polveri sottili (PM10) negli anni dal 1.1.2005 al 31.12.2008 nella misura dettagliatamente specificata nei capi di imputazione che seguono, rifiutando appunto di porre in essere provvedimenti amministrativi che portassero al miglioramento della qualit dellaria ambiente per i parametri delle polveri sottili (particolato PM 10) e degli ossidi di azoto (NOX , NO2 ) tra i quali la limitazione del traffico veicolare e finanche il blocco integrale del traffico veicolare, finalizzati al mantenimento degli standard di qualit dellaria previsti dalla normativa; limitandosi ad eseguire interventi programmati palesemente inutili e irrilevanti rispetto alle finalit di tutela della salute imposte dalla legge, in quanto le ordinanze sindacali che imponevano alcune limitazioni del traffico non incidevano, se non in parte trascurabile, sul parco macchine circolante e sullinquinamento provocato; nonch omettevano di adottare i provvedimenti di comunicazione e diffusione al pubblico dello stato della qualit dellaria attraverso la esposizione sui monitor cittadini e con la comunicazione agli organi di stampa, in presenza dellurgenza sostanziale di evitare gravi conseguenze sul bene primario della salute dei cittadini, e ci facendo in violazione dei seguenti atti normativi costitutivi nei loro confronti di una specifica posizione di garanzia a tutela della salute e della incolumit di tutte le persone presenti sul territorio del Comune a partire dal disposto dell art 32 della Costituzione che riconosce e garantisce come bene primario per i cittadini che vivono nel territorio dei Comuni e della Regione il diritto alla salute e a vivere in un ambiente salubre; - la direttiva 96/62/CE del Consiglio del 27 settembre 1996, in materia di valutazione, e di gestione della qualit dell'aria ambiente;

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testi del PM ed alla produzione dei suddetti atti di PG, revocando il Collegio parzialmente, e corrispondentemente, lordinanza ammissiva delle prove. Alludienza di rinvio del 2 ottobre 2009, nella persistente contumacia degli imputati Cammarata e Avanti, veniva revocata lordinanza dichiarativa della contumacia dellimputato Ceraulo presente. Il PM chiedeva di poter produrre i dati acquisiti dallAMIA sullinquinamento atmosferico costituenti allegati alla consulenza tecnica del PM e la relazione di consulenza.
- la Direttiva 22 aprile 1999, n. 30 del Consiglio, concernente i valori limite di qualit dell'aria ambiente con particolare riferimento al biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo. (G.U.C.E. 29 giugno 1999 n. L 163) - Testo coordinato con la Decisione della Commissione 17 ottobre 2001 n. 744. - la legge 24 aprile 1998, n. 128, recante "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dalla appartenenza dell'Italia alle Comunit europee (legge comunitaria 1995-1997)", e in particolare l'allegato B) con cui si attua la direttiva comunitaria 96/62; - il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. l12, recante "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59" come specificato in termini generali allart 1 e con particolare riferimento alla materia dellambiente artt 51 e ss e in particolare artt 74 ( Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale con obbligo in capo alla Regione , sentiti gli enti locali di redazione di piano di risanamento , comma 2 e 4 ); alla materia dellinquinamento dellaria artt 82 e ss; alla materia della tutela della salute , artt 112 e ss e in particolare art 117; - la legge 4 novembre 1997, n. 413 relativa a "Misure urgenti per la prevenzione dell'inquinamento atmosferico da benzene, in cui allart 3 vengono attribuiti ai Sindaci poteri di limitazione della circolazione stradale in materia di prevenzione dellinquinamento della qualit dellaria ; -il Decreto Legislativo 30 aprile 1992, n. 285 "Nuovo codice della strada"agli artt 6 e 7 , in cui nei centri abitati ai Sindaci sono attribuiti poteri di ordinanza per limitare la circolazione stradale per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti ( art 7 lett b) , o per motivi di incolumit pubblica (art 6 comma 4 e 5) o per motivi di tutela della salute ( art 6 comma 1 in relazione allart 7 comma 1) ; - il decreto legislativo 351/99 che impone alla Regione in collaborazione con i Comuni lo studio preliminare della qualit dellaria ambiente (art 5) e la valutazione della qualit dellaria ambiente ( art 6) , il rispetto dei valori limite degli inquinanti e della tempistica nel raggiungere tali obiettivi , fissati da apposito decreto ministeriale ( dm 62/02) ( art 3) , la adozione dei piani di azione con individuazione dei soggetti responsabili e con gli obiettivi da raggiungere nel breve periodo (art 7) , le Misure da applicare nelle zone in cui i livelli sono pi alti dei valori limite ( art 8 ) , la diffusione delle informazioni ai cittadini sulle problematiche inerenti linquinamento dellaria chiare accessibili e comprensibili (art 11); - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163 in cui allart 1 comma 2 con cui attribuito ai Sindaci dei Comuni appartenenti agli agglomerati ed alle zone di cui agli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 351/99, in cui sussiste il superamento ovvero il rischio di superamento dei valori limite previsti dalla vigente normativa, il potere di adottare, sulla base dei piani e dei programmi di cui ai medesimi articoli, le misure di limitazione della circolazione di cui all'articolo 7, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285; - il decreto ministeriale 21 aprile 1999 n. 163 , in cui allart 3 con cui si stabilisce che fino all'attuazione, da parte delle Regioni, degli adempimenti previsti dall'articolo 7, commi 1 e 2, e dall'articolo 8, commi 1, 2 e 3, del decreto legislativo n. 351/99, continuano ad applicarsi le misure precedentemente adottate dai Sindaci. Tali misure possono essere rimodulate, ai fini del rispetto dei valori limite previste dalla vigente normativa, sulla base delle previsioni di miglioramento o di peggioramento dello stato della qualit dell'aria, alla luce delle informazioni rese disponibili ai sensi dell'articolo 11 del decreto legislativo n. 351/99. - il Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002 , in cui allart 1 comma 1 lett a) vengono stabiliti i valori limite per gli inquinanti di ossido e biossido di azoto e materiale particolato, valori limite meglio precisati per gli ossidi di azoto agli artt da 13 a 16 in relazione allallegato II sezione I e per il materiale particolato agli articoli da 17 a 24 in relazione allallegato III. - il Decreto Ministeriale n. 261 del 1 ottobre 2002, che prevede il Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualit dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351 - il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, recante "Attuazione delle direttive 80/779/CEE, 82/884/CEE, 84/360/CEE e 85/203/CEE, concernenti norme in materia di qualit dell'aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali", in cui allart 4 rimesso alla competenza delle Regioni : la formulazione dei piani di rilevamento, prevenzione, conservazione e risanamento del proprio territorio, nel rispetto dei valori limite di qualit dell'aria (art 4 lett. A) e la fissazione di valori limite di emissione pi restrittivi per zone particolarmente inquinate o per specifiche esigenze di tutela ambientale, nell'ambito dei piani di cui al punto a) , di valori limite delle emissioni pi restrittivi dei valori minimi di emissione definiti nelle linee guida, nonch per talune categorie di impianti la determinazione di particolari condizioni di costruzione o di esercizio; - il Testo Unico ambientale n. 152/2006 allart 271 comma 3 e 4 in cui , riprendendo la disciplina prevista dal Dpr 203/88 ( art 4 lett.a) , la Regione pu stabilire limiti di emissione pi restrittivi ove ci risulti necessario al conseguimento del valori limite e dei valori bersaglio di qualit dell'aria.

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Veniva ammessa la sola produzione documentale e si procedeva, dunque, allesame dellimputato di procedimento connesso Carioti Attilio, il quale si avvaleva della facolt di non rispondere ed il Tribunale rigettava, nellassenza di consenso delle difese degli imputati, la richiesta del PM di acquisizione del relativo verbale di interrogatorio del 26.7.2007. Allo stesso modo, Costantino Roberto, imputato in procedimento connesso, si avvaleva della facolt di non rispondere ed il Tribunale rigettava, nellassenza di consenso delle difese degli imputati, la richiesta del PM di acquisizione del relativo verbale di interrogatorio del 10 settembre 2007 .
- il Decreto del Presidente della Repubblica 23 maggio 2003 Approvazione del Piano sanitario nazionale 2003-2005. (GU n. 139 del 18-6-2003Suppl. Ordinario n.95) con particolare riferimento al punto 4.2 (tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono sottolineati i gravi problemi sanitari in termini di aumento di gravi patologie e di incremento dei decessi causati dallinquinamento dellaria ambiente ; - il Piano sanitario nazionale 2006-2008 con particolare riferimento al punto 5.12 ( tutela della salute in relazione allinquinamento atmosferico) ove vengono ribadite le emergenze sanitarie del piano sanitario precedente connesse con la qualit dellaria ambiente e in particolare si legge al paragrafo intitolato inquinamento atmosferico e qualit dellaria , Sulla base degli studi epidemiologici condotti in ambito internazionale ed italiano , si pu affermare con assoluta certezza che allinquinamento atmosferico attribuibile oggi una quota rilevante di morbosit acuta e cronica, la diminuzione della speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato , e che non sembra esserci una soglia al di sotto della quale non si osservano danni e ancora in un passo immediatamente successivo la gravit degli effetti sulla salute umana, sia a breve che a lungo periodo, di questi inquinanti direttamente proporzionale alla concentrazione degli inquinanti, al tempo e/o modalit di esposizione e la associazione con ulteriori fattori di rischio pu rafforzare considerevolmente lentit dei singoli rischi.; in Palermo dal 1.1.2005 al 31.12.2008; tutti: b1) del reato p. e p. dagli artt. 110, 40 comma II, 81 cpv, 674 c.p. perch, agendo in concorso tra loro e con pi omissioni esecutive del medesimo disegno criminoso, avendo lobbligo giuridico di impedire levento, in relazione alla posizione di garanzia come specificata nel capo a) e in relazione alle condotte attive e omissive ivi descritte, nelle rispettive qualit sotto indicate CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario al Traffico, CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture. Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 ad oggi AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007 COSTANTINO Roberto n.q. di Dirigente Responsabile del Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo fino al 12.1.2005 CARIOTI Attilio n.q. di Dirigente Responsabile del Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo dal 12.1.2005 ad oggi non impedivano il superamento dei limiti di legge stabiliti dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (emanato in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) nel territorio del Comune di Palermo in ordine agli inquinanti atmosferici indicati nella tabella sotto riportata consentendo cos che le emissioni, derivanti anche da traffico veicolare, determinassero un superamento dei limiti stabiliti dalla legge per la qualit dellaria nelle aree urbane con conseguente causazione di emissioni atte ad offendere e molestare una pluralit di persone OSSIDI DI AZOTO Stazioni2001200220032004g/m3Boccadifalco14201621Indipendenza68928893Giulio Cesare149144144134Castelnuovo921068998Unit d'Italia821049785Torrelunga80776763Belgio961068783Di Blasi-148163164CEP----Ossidi di azoto (NOX) concentrazione media annuale (valore limite per la protezione della salute umana = 30 g/m 3) Per lintero periodo 2001-2004 per gli ossidi azoto (NO x) non stato rispettato il valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (30 g/m3) in tutte le stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria con esclusione di quella di Boccadifalco.

BIOSSIDI DI AZOTO Stazioni2001200220032004VL+MTD g/m358565452Boccadifalco12191519Indipendenza42595758Giulio Cesare73738471Castelnuovo57675862Unit d'Italia51707055Torrelunga50454140Belgio54605548Di Blasi-677371CEP---media48,257,556,653,0Biossido di azoto (NO2) concentrazione media annuale (valore limite per la protezione della salute umana = 40 g/m 3) Per lintero periodo 2001-2004 per il biossido di azoto (NO 2) non stato rispettato il valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40g/m3 + M.D.T.) in tutte le stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria con esclusione di quelle di Boccadifalco e di piazza Torrelunga PM10 (media annuale) Stazioni2001200220032004VL+MTD g/m346,444,843,241,6Boccadifalco26282928Indipendenza33383432Giulio Cesare40454542Castelnuovo45444139Unit d'Italia45434140Torrelunga34323129Belgio34323938Di Blasi-494643CEP---media36,738,938,336,4PM10 concentrazione media annuale (valore limite per la protezione della salute umana = 40 g/m 3) Per gli anni 2002, 2003 e 2004 per il PM 10 non stato rispettato il valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m3 + M.D.T.) nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Piazza Giulio Cesare e di via Evangelista Di Blasi e per lanno

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Veniva, quindi, esaminato il teste Colimberti Orazio, dipendente dellA.M.I.A. quale dirigente dellarea tecnica dal maggio 1986 e dal 5 novembre 2002 direttore generale. Si procedeva, quindi allesame del teste Vultaggio Marcello e si proseguiva collesame del teste Pedicone Maurizio. Rinviato, quindi, il dibattimento alludienza del 16.10.2009, contumaci gli imputati Cammarata e Avanti ed assente il Ceraulo, preliminarmente il PM produceva, col consenso delle altre Parti, copia della sentenza n. 239/09 irrevocabile di non doversi procedere per non aver commesso il fatto emessa dal GUP presso il Tribunale di Palermo nei confronti di Carioti Attilio e di Costantino Roberto in data 10 marzo 2009 ed il
2005 nella sola stazione di monitoraggio di via Evangelista Di Blasi.

PM10 (superamenti giornalieri) Stazioni2001200220032004VL+MTD g/m370656055Boccadifalco3131212 Indipendenza9161613 Giulio Cesare11284345

Castelnuovo25303041 Unit d'Italia27363344 Torrelunga91188 Belgio8123141 Di Blasi0335047 CEP----Totali92179223251PM10 numero dei superamenti dei valori giornalieri del PM10 per la protezione della salute umana (max 35 volte per anno civile) Per lintero periodo 2001-2004 si registrato un incremento del numero dei superamenti dei valori limite giornalieri del PM 10 rispetto ai 35 tollerati per anno civile considerando tutte le stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria; in particolare, con riferimento alla concentrazione delle polveri sottili o particolato (PM10) da cui derivano, alla luce dei pi recenti studi epidemiologici, danni allapparato respiratorio ed allapparato cardiovascolare, si registrato il superamento dei limiti giornalieri per 92 volte nel corso dellanno 2001, per 179 volte nel corso dellanno 2002, per 223 volte nel corso dellanno 2003, per 251 volte nel corso dellanno 2004. Fatto commesso in Palermo dal 2001 al 31.12.2004. Diego CAMMARATA, Lorenzo CERAULO, Giovanni AVANTI e Attilio CARIOTI: b) del reato p. e p. dagli artt. 110, 40 comma II, 81 cpv, 674 c.p. perch, agendo in concorso tra loro e con pi omissioni esecutive del medesimo disegno criminoso, avendo lobbligo giuridico di impedire levento, in relazione alla posizione di garanzia come specificata nel capo a) e in relazione alle condotte attive e omissive ivi descritte, nelle qualit sotto indicate CAMMARATA Diego n.q. di Sindaco del Comune di Palermo dal 2001 ad oggi e di Commissario straordinario al Traffico CERAULO Lorenzo n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 29.12.2005 al 7.9.2006 e di Assessore alle Infrastrutture. Mobilit e Traffico del Comune di Palermo dal 14.12.2001 ad oggi AVANTI Giovanni n.q. di Assessore allAmbiente del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 28.12.2005 e dal 8.9.2006 al 21.5.2007; CARIOTI Attilio n.q. di Dirigente Responsabile del Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo dal 12.1.2005 ad oggi non impedivano il superamento dei limiti di legge stabiliti dal D.Lgs. 4 agosto 1999 n. 351 (emanato in attuazione della Direttiva 96/62/CE) e dal D.M. 60/02 (che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE) nel territorio del Comune di Palermo in ordine agli inquinanti atmosferici ANNO 2005 o con riferimento alla concentrazione delle polveri sottili o particolato (PM10) da cui derivano, alla luce dei pi recenti studi epidemiologici, danni allapparato respiratorio ed allapparato cardiovascolare, si registrato il superamento dei limiti giornalieri per 115 giorni -rispetto ai 35 tollerati per anno- considerando tutte le stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria nonch si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m 3 + M.D.T.) nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Di Blasi; o con riferimento alla concentrazione di biossido di azoto (NO2) si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m3 + M.D.T.) in tutte le stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria con esclusione di quelle di Boccadifalco e di Piazza Torrelunga per una media di 49,7 media annua; ANNO 2006 con riferimento alla concentrazione delle polveri sottili o particolato (PM10) da cui derivano, alla luce dei pi recenti studi epidemiologici, danni allapparato respiratorio ed allapparato cardiovascolare, si registrato il superamento dei limiti giornalieri per 225 giorni -rispetto ai 35 tollerati per anno- considerando tutte le stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria nonch si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m 3 + M.D.T.) nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Piazza Giulio Cesare, Piazza Castelnuovo, Piazza Unit dItalia, via Belgio e via Evangelista Di Blasi; con riferimento alla concentrazione di biossido di azoto (NO2) si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m 3 + M.D.T.) nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Piazza Giulio Cesare, Piazza Unit dItalia, via Belgio e via Evangelista Di Blasi per una media di 48 annua; ANNO 2007

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dibattimento veniva rinviato alludienza del 9.11.2009 su richiesta del PM al fine di citare i consulenti da sottoporre ad esame. Alludienza del 9.11.2009, veniva sottoposto ad esame il consulente tecnico del P.M. Sanna Mauro e sullaccordo delle Parti, il PM produceva la relazione di consulenza tecnica dal Sanna (redatta collegialmente con gli altri consulenti Felici Rino e Sanna Cecilia), che costui confermava integralmente, e copia del verbale di conferimento dellincarico. Quindi, nulla osservando le altre Parti, il PM rinunziava allesame degli altri consulenti Felici Rino e Cecilia Sanna. Indi il dibattimento veniva rinviato alludienza del 27.11.2009 per lesame degli imputati. In detta ultima udienza persistendo lo stato di contumaci del Cammarata e dellAvanti, il Ceraulo rimaneva assente ed a causa dellastensione proclamata dallUnione delle Camere Penali cui aderiva la Camera Penale di Palermo (ed alla quale i difensori tutti dichiaravano di aderire), il processo era rinviato al 29.1.2010. Alludienza del 29.1.2010 tutti i difensori preliminarmente dichiaravano di aderire allastensione dalle udienze proclamata dagli organismi di categoria per i giorni 27, 28 e 29 gennaio e, nulla osservando il PM, il processo era rinviato al 12.2.2010 per esame dellimputato Ceraulo. In detta ultima udienza, presente limputato Ceraulo e contumaci gli altri, sullaccordo delle Parti, il PM produceva copia del verbale di interrogatorio del Ceraulo in data 11.1.2008 e memoria difensiva dello stesso Ing. Ceraulo con allegati acquisiti dal Tribunale; indi si procedeva allesame di detto ultimo imputato.

con riferimento alla concentrazione delle polveri sottili o particolato (PM10) da cui derivano, alla luce dei pi recenti studi epidemiologici, danni allapparato respiratorio ed allapparato cardiovascolare, si registrato il superamento dei limiti giornalieri per 132 giorni -rispetto ai 35 tollerati per anno- considerando tutte le stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria nonch si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m 3 + M.D.T.), sebbene i mesi oggetto di indagine siano inferiori a sei, nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Piazza Unit dItalia e via Evangelista Di Blasi con riferimento alla concentrazione di biossido di azoto (NO2) si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m 3 + M.D.T.) nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Piazza Indipendenza, Piazza Giulio Cesare, Piazza Castelnuovo, Piazza Unit dItalia e via Evangelista Di Blasi per una media di 46 annua; ANNO 2008 con riferimento alla concentrazione delle polveri sottili o particolato (PM10) da cui derivano, alla luce dei pi recenti studi epidemiologici, danni allapparato respiratorio ed allapparato cardiovascolare, si registrato il superamento dei limiti giornalieri per 89 giorni -rispetto ai 35 tollerati per anno- considerando tutte le stazioni della rete di rilevamento della qualit dellaria nonch si registrato il superamento del valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (40 g/m 3 + M.D.T.), sebbene i mesi oggetto di indagine siano inferiori a sei, nelle stazioni della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Piazza Unit dItalia e via Evangelista Di Blasi

consentendo cos che le emissioni, derivanti anche da traffico veicolare, determinassero un superamento dei limiti stabiliti dalla legge per la qualit dellaria nelle aree urbane con conseguente causazione di emissioni atte ad offendere e molestare una pluralit di persone; Fatto commesso in Palermo dal 1.1.2005 al 31.12.2008

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Quindi il processo veniva rinviato alludienza del 26.2.2010 nella quale il dibattimento veniva rinviato per diversa composizione del Collegio alludienza del 4.3.2010. Anche in questa persistendo la diversa composizione del Collegio il processo veniva rinviato alludienza del 19.3.2010. In questultima, contumaci gli imputati Cammarata e Avanti ed assente il Ceraulo veniva esaminato il teste Volpe Maurizio, quindi ludienza veniva rinviata al 19.4.2010. In detta ultima udienza, contumace limputato Cammarata ed assente il Ceraulo veniva revocata lordinanza dichiarativa di contumacia nei confronti dellimputato Avanti, che si sottoponeva ad esame, esaurito il quale ludienza veniva rinviata al 30.4.2010, nella quale, assenti gli imputati Avanti e Ceraulo e contumace il Cammarata, si procedeva allesame della testimone Livreri Patrizia. Seguiva nella medesima udienza lesame del teste Cirrincione Carmelo. Veniva esaminato in prosieguo nel medesimo contesto il teste Reina Nunzio. Di seguito si procedeva allesame del teste Romano Benedetto. Indi a che il dibattimento veniva rinviato alludienza del 3.5.2010. In detta udienza assenti gli imputati Avanti e Ceraulo e contumace il Cammarata veniva sottoposto ad esame il teste Rodi Sergio (presidente dellAMAT e poi dellAMAT s.p.a., di cui socio unico il Comune di Palermo, dal 2002 al 2008). Quindi, nella medesima udienza, venivano esaminati i testi Lo Cicero Gaetano, Di Mauro Benedetto, Caminiti Domenico, Pilara Renato. Quindi il dibattimento veniva rinviato alludienza del 27.5.2010. In questa, contumace limputato Cammarata assente lAvanti e presente il Ceraulo, si procedeva allesame dei teste della difesa Ciralli Marco e Librici Luigi. Quindi si procedeva allesame del teste a difesa Mazzon Antonio; poi era la volta del teste Sunseri Carmelo. Veniva, quindi esaminato il teste Stefanizzi Ferdinando. In conclusione della medesima udienza del 27.5.2010, a seguito di richieste di produzione documentale come da allegato indice dellAvv. Gallina Montana, PM e difese di parte civile chiedevano termine per esame; sulla richiesta di produzione (di un recente studio pubblicato nel 2009 dal Ministero concernente linquinamento atmosferico e la salute contenente dati ufficiali riguardanti dieci citt italiane tra cui Palermo riferentisi al periodo 2001-2005 nel quale sono esaminati gli effetti dellinquinamento e gli interventi fatti dalle varie citt) avanzata dallAvv. Giudice nellinteresse della parte civile Lega Ambiente Comitato Regionale Siciliano, cui il PM non si opponeva, le difese chiedevano termine per esame. Il Collegio rinviava, dunque, il dibattimento alludienza dell11.6.2010. In questa, contumace il Cammarata, ed assenti lAvanti ed il Ceraulo il processo, per diversa composizione del
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Collegio, era rinviato alludienza del 17.6.2010, nella quale, presente il Ceraulo, si rinviava alludienza del 25.6.2010, essendo ancora il Collegio diversamente composto. In questultima, contumace limputato Cammarata ed assenti il Ceraulo e lAvanti veniva esaminato il teste della difesa Camilleri Salvatore ed acquisita, sullaccordo delle parti, la nota a sua firma n. 92813 del 9 febbraio 2007. Quindi il processo era rinviato alludienza dell8.7.2010 onerandosi le difese di citare i propri testi. In detta ultima udienza per legittimo impedimento dellAvv Gallina, che in apposita istanza depositata in Cancelleria rinunziava contestualmente allesame dei testi dal nr. 1 al 24 della sua lista, sospesa dal Tribunale la prescrizione fino a tale udienza, veniva disposto il rinvio del dibattimento alludienza dell1.10.2010. In questa, per la diversa composizione del Collegio, il processo veniva rinviato alludienza del 25.10.2010. Alla detta udienza, contumace limputato Cammarata, presente il Ceraulo ed assente lAvanti, il Tribunale, sentite le parti, che prestavano il loro consenso, disponeva la rinnovazione degli atti (stante la diversa composizione del Collegio) e dichiarava lutilizzabilit di tutti quelli acquisiti dinanzi al precedente Collegio. LAvv Gallina Montana rinunziava, dunque, allesame dei suoi testi residui ad eccezione dellAlaimo e lAvv. Bisagna a tutti i propri testi in lista, ad eccezione del Marino, quindi il Tribunale, sullaccordo delle altre Parti alle rinunzie, revocava, parzialmente e corrispondentemente alle rinunzie formulate dalle difese, lordinanza ammissiva delle prove. Si procedeva, quindi, allesame del teste a difesa Di Peri Serafino. Quindi ludienza veniva rinviata al 29 novembre 2010 per lesame dei testi Alaimo e Marino, onerandosi il difensore Avv. Rizzuti della citazione di tutti i suoi testi. Alludienza del 29.10.2010 il dibattimento veniva rinviato al 14.1.2011, nellassenza dei testi dellAvv. Rizzuti per la comunicata impossibilit di celebrarsi il dibattimento per la prevista assenza del Presidente (poi non verificatasi per un rinvio del ricovero per ragioni di salute) e limpossibilit di ricitarli tempestivamente allatto della comunicata sopravvenuta possibilit di dar corso allesame di essi nelludienza gi calendata. Alludienza del 14.1.2011, nella contumacia dellimputato Cammarata, presente limputato Ceraulo ed assente limputato Avanti, sulla reiterata rinunzia dellAvv. Gallina contenuta allesame dei residui testi in lista (eccettuato il consulente di parte Alaimo), col consenso del PM e nulla osservando le altre Parti, il Tribunale corrispondentemente revocava parzialmente lordinanza ammissiva delle prove.
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Quindi, previa acquisizione sullaccordo della Parti della relazione di consulenza tecnica, si procedeva allesame del consulente di parte (degli imputati Ceraulo e Avanti) Prof. Rosario Alaimo. Rinviato il dibattimento alludienza del 24.2.2011 il PM chiedeva di produrre numerosi documenti cartacei ed informatici per lacquisizione agli atti (memoria difensiva dellimputato Ceraulo con i relativi allegati, relazione dei carabinieri di Palermo, un cdrom contenente la consulenza tecnica sulla qualit dellaria della citt di Palermo, un cdrom realizzato dai carabinieri di Palermo avente ad oggetto i dati rete monitoraggio AMIA del 2007 e un altro cdrom sempre realizzato dai carabinieri di Palermo, avente ad oggetto rete di monitoraggio inquinamento atmosferico di Palermo e un cdrom avente ad oggetto il decreto assessoriale di zonizzazione della citt; un cdrom, contenente documenti come da allegato elenco e la consulenza tecnica del pubblico ministero e la relazione preliminare di consulenza tecnica; una cartella denominata documenti progetti EPIAR, monografia avente ad oggetto i risultati di uno studio degli effetti a breve termine dellinquinamento atmosferico in dieci citt italiane nel periodo 2001 2005 effettuata dal centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie; il file contenente la modifica del capo di imputazione effettuata in dibattimento, denominato modifica capo Cammarata dibattimento, un file contenente una sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Unione Europea in data 25 luglio 2008 in tema di valutazione e gestione della qualit dellaria e ambiente e copia cartacea; un file denominato sentenza GUP Petruzzella contenente la sentenza del GUP del Tribunale di Palermo divenuta irrevocabile in data 10 marzo 2009; un file denominato normativa qualit anche in copia cartacea, altro file denominato valutazione relazione Alaimo aria PA avente ad oggetto le deduzioni dei consulenti tecnici del pubblico ministero, in ordine a quanto evidenziato dal consulente tecnico della difesa professore Alaimo e copia cartacea). LAvv. Bisagna nellinteresse dellimputato Ceraulo chiedeva, altres, di essere ammesso a produrre copia della richiesta di archiviazione del procedimento precedente al presente, relativo al periodo fino al 2006 e del relativo decreto di archiviazione, non opponendosi il PM, purch venisse prodotta, altres, copia del decreto di riapertura delle indagini. Su richiesta della difesa (Avv. Rizzuti) di termine per esame in ordine alle deduzioni dei consulenti del pubblico ministero sulla consulenza tecnica di parte (anche per formulare eventuali sollecitazioni ex art. 507 c.p.p. al Tribunale), il Tribunale ammessa la produzione documentale dellAvv. Bisagna
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nellinteresse

dellimputato

Ceraulo

lacquisizione agli atti dei documenti indicati per la produzione dallAvv. Gallina Montana

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nellinteresse dellimputato Avanti e dallAvv. Giudice nellinteresse della parte civile Legambiente, rinviava il processo alludienza del 4.3.2011. Alla detta udienza, il Tribunale, sentito il difensore Avv. Rizzuti nellinteresse degli imputati Cammarata e Ceraulo, decidendo sulle istanze di produzione documentale avanzate dal PM alludienza del 24.2.2011 ammetteva tutte le produzioni documentali ad eccezione di quelle di cui ai nn. 6 e 7 dellelenco alligato, la cui acquisizione subordinava allesame dei consulenti tecnici del PM e della difesa, e, nellassenza di questi, il dibattimento veniva rinviato per lesame degli stessi alludienza del 24.3.2011. Alludienza del 24 marzo 2011, sentite le parti in relazione alle produzioni documentali e/o informatiche del PM alludienza predetta, il Tribunale ammetteva le produzioni documentali indicate dal PM ed, allesito dellesame del consulente tecnico di parte Dott. Rino Felici, ammetteva, altres, la documentazione dallo stesso PM indicata (denominata Normativa qualit e valutazione relazione Alaimo aria PA), rigettando la richiesta delle difese di disporre lesame quali testimoni assistiti, ex art. 507 c.p.p., dei gi coindagati Carioti Attilio e Costantino Roberto e disponendo, sempre ai sensi dellart. 507 c.p.p. procedersi a nuovo esame del consulente tecnico degli imputati Avanti e Ceraulo, Prof. Alaimo. Quindi, allesito dellesame del consulente tecnico Dott. Felici Rinio, il PM anticipava la Sua intenzione di procedere ad ulteriore modifica dei capi di imputazione, e, pertanto, il dibattimento veniva brevemente rinviato per consentire al PM la redazione dei nuovi capi di imputazione alludienza del 28 marzo 2011. In questa ultima udienza, il PM procedeva alla modifica dei capi di imputazione nei termini precisati in epigrafe e, disponendosene linserimento a verbale e la notifica dei capi di imputazione medesimi e del verbale per estratto agli imputati, il Tribunale rinviava il dibattimento alludienza del 5.5.2011. In detta ultima udienza il processo veniva rinviato per diversa composizione del Collegio (assenza per partecipazione a seminario della Dott. Massa) alludienza del 19 maggio 2011. In questa, nulla osservando le difese in ordine alla modifica dei capi di imputazione, il dibattimento veniva rinviato alludienza del 16.6.2011 per lesame del consulente tecnico Alaimo Rosario e venivano altres calendate le udienze del 20.6.2011 per la discussione del PM e delle Parti Civili e del 27.6.2011 per la discussione delle altre difese e la decisione. Alludienza del 16.6.2011 si procedeva a nuovo esame del consulente tecnico di parte Prof. Rosario Alaimo, veniva acquisito sullaccordo delle parti il rapporto ISPRA 2010 ed il
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dibattimento veniva rinviato alludienza gi calendata per il 20.6.2011 per linizio della discussione (del PM e delle Parti Civili), destinando allo scopo le ulteriori udienze del 27.6.2011 e dell1.7.2011, questultima per consentire allAvv. Claudio Gallina, difensore dellimputato Avanti, di poter svolgere la propria discussione, essendo questi impegnato in altra attivit professionale incompatibile e non rinviabile nelludienza del 27.6.2011 (gi fissata per la discussione dei difensori degli imputati). Alludienza del 20.6.2011, acquisito il supporto informatico del rapporto ISPRA 2010 (documento cartaceo gi prodotto) e rigettate le ulteriori richieste di produzione documentale del PM, il Tribunale dichiarava chiusa listruttoria dibattimentale e si dava corso alla discussione del PM e delle Parti Civili. Quindi, il processo veniva rinviato per la discussione degli altri difensori alla successiva udienza del 27 giugno, calendandosi, altres, quelle dell 1 luglio (Avv. Bisagna) e 14 luglio (Avv. Rizzuti) per esaurire la discussione. Alludienza dell1.7.2011 discuteva la causa lAvv. Bisagna e la discussione veniva rinviata alludienza del 14.7.2011 per la discussione dellAvv. Rizzuti, eventuali repliche del PM e discussione. In detta ultima udienza, esaurita la discussione, rinunziando il PM alla facolt di replica, il Tribunale pronunziava sentenza come da dispositivo che segue. ******* Nel corso della complessa istruzione dibattimentale sono stati acquisiti molteplici elementi di prova di natura eterogenea (documenti, esami testimoniali, audizioni e relazioni di consulenti tecnici). Prima di scendere nel dettaglio delle risultanze istruttorie, sembra opportuno tratteggiare sinteticamente, in premessa, levoluzione della normativa di settore in materia di qualit dellaria, anche alla luce della refluenza della normativa comunitaria su quella nazionale, come puntualmente ricostruita dai consulenti tecnici del P.M. e dallo stesso rappresentante della pubblica accusa in sede di requisitoria. Normativa della Comunit Europea La normativa comunitaria in tema di controllo dellinquinamento atmosferico si rapidamente evoluta. Sono state dapprima emanate la direttiva madre 96/62/CE e le direttive figlie 1999/30/CE, 2000/69/CE e 2002/3/CE.
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La direttiva madre 96/62/Ce, in materia di valutazione e di gestione della qualit dell'aria ambiente, definiva i principi base affinch gli Stati membri fissassero gli obiettivi concernenti la qualit dell'aria ambiente (aria esterna della troposfera); i metodi e sistemi comuni di valutazione dell'aria; acquisissero e diffondessero informazioni sulla qualit dell'aria. Con la stessa direttiva 96/62/Ce, Parlamento europeo e Consiglio Ue fissavano i valori limite e soglie di allarme per: anidride solforosa; diossido di azoto ed ossidi di azoto; particelle e piombo; benzene e monossido di carbonio; ozono; idrocarburi policiclici aromatici (IPA), il cadmio, l'arsenico, il nickel ed il mercurio. La direttiva 96/62/CE stata interamente recepita dal D. Lgs n. 351 del 4 agosto 1999, cos come le direttive figlie 1999/30/CE (concernente i valori limite per il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto, il biossido di azoto, le polveri PM e il piombo) e 2000/69/CE (concernente i valori limite per il benzene e il monossido di carbonio) sono state recepite con il Decreto del Ministero dellAmbiente e della Sanit n 60 del 4 aprile 2002. La direttiva 2002/3/CE, interamente dedicata al parametro ozono, stata recepita dal D. Lgs. n. 183 del 21 maggio 2004 (pubblicato nel Supplemento ordinario n.127 alla Gazzetta ufficiale 23 luglio 2004 n. 171) solo nel luglio 2004 rispetto alla data del 9 settembre 2003 secondo quanto indicato nellart. 15 della direttiva stessa. La direttiva 2004/107/CE del 15 dicembre 2004 concernente larsenico, il cadmio, il mercurio, il nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici nellaria ambiente entrata in vigore il 15 febbraio 2005. A tenore della stessa gli stati membri avrebbero avuto tempo fino al 15.2.2007 per dare attuazione alle nuove prescrizioni comunitarie, trasponendo sul piano nazionale i "valori obiettivo" fissati dalla direttiva in questione. La direttiva introduceva lobbligatoriet del monitoraggio del mercurio, nichel, arsenico, cadmio e benzo(a)pirene e fissava nellAllegato 1 i valori obbiettivo per il tenore totale della frazione PM10 calcolata in media su un anno di calendario da rispettare entro il 2012. In base alla direttiva in questione, gli Stati membri avrebbero dovuto trasmettere annualmente alla Commissione UE (ed a partire dal 2007) tutte le informazioni relative a: elenchi delle zone e degli agglomerati in questione; aree di superamento; valori di concentrazione valutati; motivi del superamento, in particolare le fonti che vi contribuiscono; popolazione esposta a tale superamento; misure per il contenimento dellinquinamento.
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Normativa statale Nella legislazione italiana, il primo provvedimento in materia di tutela dellaria dallinquinamento atmosferico la L. 13 luglio 1966, n. 615. Successivamente, sono stati emanati i regolamenti di esecuzione, ma anche leggi specifiche e disposizioni contenute in leggi generali, come la L. 3 giugno 1971 n. 437 (omologazione del tipo e delle modifiche alle caratteristiche costruttive dei veicoli ad accensione comandata), la L. 30 aprile 1976 n. 373 (contenimento dei consumi energetici), il D.P.R. 24 luglio 1977 n. 616 (trasferimento dei compiti residui dallo Stato alle Regioni ed agli Enti Locali), la L. 23 dicembre 1978 n. 833 (istituzione del Servizio Sanitario Nazionale). I primi rilevamenti della qualit dellaria mediante sistemi automatici fissi risalgono alla met degli anni settanta, principalmente con lobiettivo di controllare le ricadute degli impianti industriali, ma solo dalla met degli anni ottanta che lattenzione si sposta sulle immissioni e sulla qualit dellaria in generale, con lintroduzione dei limiti sulla qualit dellaria previsti dal DPCM 28 marzo 1983 n. 30. Tali valori limite venivano identificati come limiti massimi di accettabilit delle concentrazioni degli inquinanti direttamente rilevabili nellambiente esterno e come limiti massimi di esposizione, dati dal prodotto delle concentrazioni per le rispettive durate temporali. I valori in questione sono stati modificati dal successivo D.P.R. n. 203/1988 che, recependo talune Direttive Comunitarie in materia di inquinamento atmosferico, ha adeguato gli standard di qualit dellaria alle disposizioni normative europee ed ha introdotto, accanto ai limiti massimi, i valori guida di qualit dellaria (ovvero le concentrazioni da raggiungere progressivamente per garantire la massima tutela dellambiente e della salute umana). In tale decreto si stabilisce anche la competenza delle Regioni nella formulazione dei Piani di Risanamento dellAtmosfera. I criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualit dellaria e quelli per lelaborazione dei piani regionali per il risanamento e la tutela della qualit dellaria sono oggetto di due decreti ministeriali successivi. Il DM 15/04/94, aggiornato ed integrato dal DM 25/11/94, definisce i livelli di attenzione e di allarme e stabilisce i criteri per lindividuazione degli stati di emergenza in funzione dei dati rilevati dai vari tipi di stazioni di monitoraggio installate nelle aree urbane, nonch gli obblighi di informazione alla popolazione sui livelli di inquinamento raggiunti. Altro provvedimento normativo fondamentale ai fini del controllo dellinquinamento atmosferico urbano il DM 25/11/94, poich prescrive lobbligatoriet della raccolta dei dati
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riguardanti il particolato aerodisperso (PM10), il benzene e gli IPA nel particolato, da parte delle autorit competenti nelle aree urbane a maggior rischio, indica i metodi di riferimento per il campionamento e la misura di tali sostanze, fissa gli obiettivi di qualit dellaria per le sostanze citate. Per completare il quadro normativo nazionale, occorre menzionare anche il DM 16/05/96, interamente dedicato al parametro ozono ed abrogato con il recepimento da parte del governo italiano della Direttiva 2002/3/CE avvenuta con il D.Lgs. n. 183 del 21 maggio 2004. Infine, il DM 21/4/99 n. 163 fissa i criteri in base ai quali i sindaci adottano eventuali provvedimenti di limitazione della circolazione o blocco totale della circolazione veicolare nelle aree urbane al fine di garantire un concreto miglioramento della qualit dellaria. Gran parte di questi provvedimenti stata abrogata in seguito allemanazione del D. Lgs. 351/1999 e del DM 60/2002, che hanno rappresentato una svolta nella strategia di monitoraggio della qualit dellaria. Il D. Lgs. 4 agosto 1999, n. 351, dando attuazione alla Direttiva Madre 96/62/CE, aveva introdotto importanti novit quali lestensione del numero di inquinanti da sottoporre a monitoraggio e la definizione di valori limite pi restrittivi rispetto ai precedenti, sia per gli inquinanti convenzionali (biossido di zolfo, biossido di azoto, polveri totali sospese, ozono, monossido di carbonio e Piombo) sia per i non convenzionali (polveri fini PM10, benzene, Idrocarburi Policiclici Aromatici, ma anche metalli pesanti quali Cadmio, Arsenico, Nichel, Mercurio). Il suddetto decreto aveva inoltre individuato il nuovo contesto allinterno del quale si sarebbe dovuta effettuare la valutazione e la gestione della qualit dellaria, secondo criteri armonizzati in tutto il territorio dellUnione Europea, demandando a decreti attuativi successivi la definizione dei parametri tecnico-operativi specifici per ciascuno degli inquinanti ed introducendo le seguenti definizioni: Livello: concentrazione nell'aria ambiente di un inquinante. Valutazione: impiego di metodologie per misurare, calcolare, prevedere o stimare il livello di un inquinante nell'aria ambiente. Valore limite: livello fissato in base alle conoscenze scientifiche al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti dannosi sulla salute umana o per l'ambiente nel suo

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complesso; tale livello deve essere raggiunto entro un dato termine e in seguito non superato. Valore obiettivo: livello fissato al fine di evitare, a lungo termine, ulteriori effetti dannosi sulla salute umana o per l'ambiente nel suo complesso; tale livello deve essere raggiunto per quanto possibile nel corso di un dato periodo. Previsto dal decreto legislativo sullozono. Soglia di allarme: livello oltre il quale vi un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunto il quale si deve immediatamente intervenire a norma del D.Lgs. 351/1999. Prevista solo per NO2 ed SO2. Margine di tolleranza: percentuale del valore limite nella cui misura tale valore pu essere superato alle condizioni stabilite dal D.Lgs. n. 351/1999. Soglia di valutazione superiore: livello al di sotto del quale le misurazioni possono essere combinate con le tecniche di modellizzazione al fine di valutare la qualit dell'aria ambiente. Soglia di valutazione inferiore: livello al di sotto del quale consentito ricorrere soltanto alle tecniche di modellizzazione o di stima oggettiva al fine di valutare la qualit dell'aria ambiente. Le definizioni introdotte delineavano la nuova strategia di valutazione e di gestione della qualit dellaria. Da un lato, infatti il decreto in esame (art. 6, comma 2), fissava i criteri per stabilire dove fosse obbligatorio il monitoraggio della qualit dellaria tramite rete fissa. In particolare, la misurazione era obbligatoria nelle seguenti zone: a) agglomerati ; b) zone in cui il livello, durante un periodo rappresentativo, e' compreso tra il valore limite e la soglia di valutazione superiore stabilita ai sensi dell'articolo 4, comma 3, lettera c); c) altre zone dove tali livelli superano il valore limite. Nel decreto era, inoltre, stabilito in quali casi la misurazione con rete fissa poteva essere combinata con tecniche modellistiche e in quali altri consentito il solo uso di modelli. La classificazione delle zone e degli agglomerati doveva essere riesaminata almeno ogni cinque anni.

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Parallelamente, il D. Lgs. 351/1999 prevedeva, allart. 5, che le regioni effettuassero la valutazione preliminare della qualit dellaria indispensabile in fase conoscitiva per individuare in prima applicazione, le zone nelle quali applicare rispettivamente i Piani di azione (art. 7), Piani di Risanamento (art. 8) e di Mantenimento (art. 9), tenendo conto delle direttive tecniche emanate con decreto del Ministero dellAmbiente di concerto con il Ministero della Sanit (DM n. 261 del 1 ottobre 2002, Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualit dellaria, i criteri per lelaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351). La gestione della qualit dellaria si esplicava, quindi, attraverso una pianificazione integrata a medio e lungo termine su tutto il territorio, sia nelle zone in cui erano superati i limiti al fine di raggiungere e non pi superare tali limiti, sia in quelle in cui la situazione era gi buona, ai fini di conservare i livelli al di sotto dei valori limite preservando la migliore qualit dellaria compatibile con lo sviluppo sostenibile. Era prevista anche una pianificazione a breve termine nelle zone in cui i livelli di uno o pi inquinanti comportavano il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme. Il 28 aprile 2002 entrato in vigore il DM 60/2002, che recepisce le disposizioni delle Direttive 99/30/CE e 2000/69/CE. Tale decreto stabilisce per biossido di zolfo, biossido di azoto, ossido di azoto, polveri PM10 , piombo, monossido di carbonio e benzene, i nuovi valori limite con i rispettivi margini di tolleranza rispetto ai quali effettuare la valutazione preliminare della qualit dellaria e la conseguente zonizzazione; il provvedimento fissa anche le soglie di valutazione inferiore e superiore da considerare al fine di stabilire in quali zone obbligatorio il monitoraggio con rete fissa, ai sensi del D.Lgs. 351/1999. Il quadro riassuntivo dei valori di riferimento riportato nella seguente tabella nella quale si considerano le soglie dallarme e i valori limite per ciascun tipo di inquinante, con i rispettivi margini di tolleranza riferiti a ciascun anno:

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Il DM n. 60/2002, nellallegato VIII, fornisce indicazioni in merito allubicazione su macroscala e microscala dei punti di campionamento per la misurazione di biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, polveri PM10 e piombo, monossido di carbonio e benzene. Per quanto riguarda lubicazione su macroscala dei siti di misura, si deve fare riferimento a due parametri: la protezione della salute umana e la protezione della vegetazione. In particolare, il decreto prevede che i punti di campionamento concernenti la protezione della salute umana siano scelti in modo da fornire:
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dati relativi a zone dove si verificano le concentrazioni massime alle quali la popolazione pu essere esposta; dati sui livelli di inquinamento nelle altre zone, rappresentativi dellesposizione della popolazione in generale. Nellallegato IX viene stabilito il numero minimo dei punti di campionamento per la misurazione delle concentrazioni di biossido di zolfo, ossido di azoto, ossidi di azoto, polveri PM10, piombo, monossido di carbonio e benzene, nelle aree in cui il monitoraggio della qualit dellaria effettuato obbligatoriamente con rete fissa. Per quanto riguarda lubicazione su microscala, lallegato VIII contiene indicazioni del tutto innovative, da considerare soprattutto nella valutazione del corretto posizionamento di una stazione di misura. E fondamentale, infatti, la rappresentativit di un sito di misura, intendendo per rappresentativit larea allinterno della quale la concentrazione non differisce dalla concentrazione misurata nella stazione, pi di una certa quantit prefissata. A tale scopo, i punti di campionamento devono essere situati in modo da evitare misurazioni di microambienti molto ridotti; orientativamente un luogo di campionamento dovrebbe trovarsi in un luogo rappresentativo della qualit dellaria per una zona circostante non inferiore a 200 m.q., nel caso di siti orientati a traffico, e per vari chilometri quadrati nel caso di siti di background urbano. I punti di campionamento dovrebbero, laddove possibile, essere rappresentativi di ubicazioni simili nelle loro vicinanze. I punti di campionamento concernenti la protezione degli ecosistemi o della vegetazione dovrebbero essere situati a pi di 20 km dagli agglomerati o a pi di 5 km da altre aree edificate, impianti industriale o autostrade. Per quanto riguarda le stazioni di traffico, queste devono essere posizionate ad almeno 25 m. di distanza dai grandi incroci e a non meno di 4 m. di distanza dal centro della corsia di traffico pi vicina. Il DM 60/2002 attribuisce inoltre alle Regioni ladempimento dellinformazione al pubblico. Le informazioni sugli inquinanti, da aggiornare con una frequenza prestabilita, devono essere chiare e accessibili; nel caso di superamento delle soglie di allarme (ossido di zolfo e biossido di azoto) vengono individuati i contenuti minimi delle informazioni da fornire).

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Le autorit competenti devono garantire la disponibilit delle informazioni in merito alle concentrazioni degli inquinanti, alle azioni di risanamento intraprese e ai risultati conseguiti, al pubblico e alle associazioni di categoria. Va ancora evidenziato che lart. 39 del DM 60/2002 ha modificato sostanzialmente il cd. decreto benzene (DM n. 163/1999), allineando il territorio interessato dalla norma a quello individuato dalle Regioni ai sensi degli artt. 7, 8 del D. Lgs. n. 351/1999 e stabilendo che i Sindaci dei Comuni appartenenti agli agglomerati ed alle zone in cui sussiste il superamento ovvero il rischio di superamento dei valori limite o delle soglie di allarme previste dalla vigente normativa, adottano, sulla base dei piani e programmi di cui ai medesimi articoli le misure di limitazione della circolazione previste dallart. 7 del D. Lgs. 30 aprile 1992, n. 285. Le stesse misure devono essere adottate dai sindaci dei Comuni individuati dallallegato III del DM 25/11/94, da quelli dei comuni con popolazione inferiore per i quali lentit delle emissioni facciano prevedere possibili superamenti dellobiettivo di qualit del benzo(a)pirene individuato dalla stesso decreto e infine dai sindaci degli altri comuni precedentemente individuati dalle regioni allinterno dei piani di risanamento e tutela dellatmosfera previsti dallart. 4 del DPR 203/88. Lart. 39 stabilisce, al comma 3, che fino allattuazione, da parte delle regioni, degli adempimenti previsti dagli artt. 7 e 8 del D. Lgs. 351/1999 (predisposizione dei piani di azione e risanamento) si continuino ad applicare le misure precedentemente adottate dai sindaci. Il 20 settembre 2002 sono stati emanati due decreti ministeriali: Modalit per la garanzia della qualit del sistema delle misure di inquinamento atmosferico e Attuazione dellart. 5 della legge 28 dicembre 1993, n. 549, recante misure a tutela dellozono stratosferico. Il primo individua gli organismi incaricati a svolgere le seguenti funzioni tecniche: a) la preparazione, la certificazione e il mantenimento di campioni primari e di riferimento delle miscele gassose di inquinanti (CNR - Istituto di metrologia "G. Colonnetti" e dal CNR - Istituto sull'inquinamento atmosferico). b) la garanzia di qualit delle misurazioni effettuate dai dispositivi di misurazione, nonch l'accertamento del rispetto di tale qualit, in particolare mediante controlli effettuati nel rispetto, tra l'altro, dei requisiti delle norme europee in materia di inquinamento atmosferico (ANPA per quanto riguarda la garanzia di qualit dei dati, CNR - Istituto sull'inquinamento atmosferico per quanto riguarda l'accertamento del rispetto di tale qualit).
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c) l'approvazione delle apparecchiature di campionamento e di misura nonch dei sistemi di misura per l'inquinamento atmosferico e la definizione delle relative procedure (CNR - Istituto sull'inquinamento atmosferico e dagli altri laboratori pubblici dallo stesso allo scopo accreditati). d) l'accreditamento di laboratori di misura e di campionamento pubblici e privati (CNR Istituto sull'inquinamento atmosferico. I laboratori che operano nel campo del monitoraggio della qualit dell'aria devono risultare conformi, per le relative singole misure, alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025). e) il coordinamento sul territorio italiano dei programmi di garanzia di qualit su scala comunitaria organizzati dalla Commissione Europea (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, avvalendosi dell'ANPA, del CNR - Istituto sull'inquinamento atmosferico, dell'ISPESL, dell'Istituto Superiore Sanit, di seguito denominato ISS, e dell'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente, di seguito denominato ENEA). f) l'approvazione delle reti di misura in riferimento ai requisiti di cui al decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351, e successivi provvedimenti attuativi (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, d'intesa con il Ministero della salute, sulla base dell'istruttoria svolta da una commissione tecnica appositamente nominata e costituita da rappresentanti dell'ANPA, del CNR Istituto sull'inquinamento atmosferico, dell'ISPESL, dell'ISS e dell'ENEA). g) l'analisi e l'approvazione di metodi di valutazione della qualit dell'aria, compresi l'utilizzo dei modelli e dei metodi di valutazione obiettiva di cui all'art. 6 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351, e dei metodi indicativi di cui all'art. 3, comma 3, del decreto ministeriale 2 aprile 2002, n. 60 (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, d'intesa con il Ministero della salute, sulla base dell'istruttoria svolta da una commissione tecnica appositamente nominata e costituita da rappresentanti dell'ANPA, del CNR Istituto sull'inquinamento atmosferico, dell'ISPESL, dell'ISS e dell'ENEA). Il secondo decreto ministeriale disciplina le norme tecniche e le modalit per la prevenzione delle emissioni in atmosfera delle sostanze lesive lozono stratosferico (clorofluorocarburi e idroclorofluorocarburi), durante le operazioni di recupero di apparecchiature fuori uso quali frigoriferi, condizionatori daria, pompe di calore. Con il D.Lgs. 21 maggio 2004, n. 183 (attuazione della direttiva 2002/3/CE) era stata introdotta la nuova disciplina per il controllo dell'ozono, che avrebbe impegnato fino al 2010 Ministero dellAmbiente, APAT, Regioni e Province autonome nel rilevamento dei livelli di
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inquinamento, elaborazione di piani nazionali e locali ed adozione delle misure per il rispetto di nuovi valori limite. I punti cardine della normativa nazionale per il contenimento dellozono erano lindividuazione delle aree ad alto inquinamento ed adozione di misure per la protezione di cittadini e ambiente. Competenze rilevanti venivano assegnate agli Enti locali, cui spettava la valutazione della qualit dell'aria, lindividuazione delle aree ad alto inquinamento, ladozione delle misure per rientrare nei parametri di legge e delle altre azioni per la protezione di cittadini e ambiente. Gli stessi Enti locali avrebbero dovuto, poi, trasmettere a Ministero dellAmbiente e Ministero della Salute (tramite lAgenzia nazionale per la protezione dell'ambiente) le informazioni assunte e le misure adottate. Le nuove disposizioni previste dal D. Lgs. in questione erano le seguenti: determinazione di valori bersaglio e obiettivi a lungo termine, stabiliti allallegato I parte II e III
Valori bersaglio

Obiettivi a lungo termine

I valori bersaglio sono i livelli di concentrazione di ozono da non superare a partire dal 2010 per evitare gli effetti nocivi sulla salute umana e sullambiente. Regioni e Province autonome avrebbero dovuto redigere lelenco delle zone in cui i valori si rivelassero superiori ai parametri di legge ed elaborare i piani dazione per abbassarli. Con gli obiettivi a lungo termine si mirava invece a contenere le concentrazioni di ozono al di sotto dei livelli con effetti nocivi improbabili. Gli Enti locali avrebbero dovuto individuare le zone a rischio e predisporre le misure per contenere l'inquinamento.

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soglia di allarme e di informazione al fine di prevenire o ridurre gli effetti nocivi sulla salute umana e sull'ambiente, stabiliti allallegato II parte I e II
Soglie di informazione e di allarme

Vengono di seguito riportate le informazioni minime da fornire al pubblico, su scala sufficientemente ampia e nei tempi pi brevi possibili, ai sensi dellarticolo 7, commi 1 e 2, qualora si sia verificato o sia previsto un superamento della soglia di informazione o allarme: 1) Informazioni sui superamenti registrati: localit o area in cui si verificato il superamento, tipo di soglia superata (di informazione o di allarme), ora d'inizio e durata del superamento, massima concentrazione media di 1 ora e di 8 ore. 2) Previsione per il pomeriggio e il giorno/i seguenti: area geografica dei superamenti previsti della soglia di informazione o di allarme, tendenza dell'inquinamento prevista (in termini di miglioramento, stabilizzazione, peggioramento). 3) Informazioni circa i gruppi della popolazione colpiti, i possibili effetti sulla salute e la precauzioni raccomandate: informazione sui gruppi di popolazione a rischio, descrizione dei sintomi riscontrabili, precauzioni raccomandate per la popolazione colpita, sedi presso cui ottenere ulteriori informazioni. 4) Informazioni sulle azioni preventive da attuare per la riduzione dell'inquinamento o dell'esposizione all'inquinamento: - indicazione delle principali fonti di emissione; - azioni raccomandate per la riduzione delle emissioni.
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Le Soglie di allarme e di informazione costituivano, dunque, i livelli oltre i quali vi era un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunti i quali gli Enti locali avrebbero dovuto sospendere le attivit produttive inquinanti, bloccare il traffico locale, informare la popolazione sulle precauzioni da adottare. i criteri per lubicazione dei punti di campionamento per la rilevazione delle concentrazioni di ozono e dei relativi precursori nellaria (sostanze composti organici volatili che contribuiscono alla formazione dellozono a livello del suolo); misure volte a consentire linformazione del pubblico in merito alle concentrazioni e a mantenere la qualit dell'aria laddove la stessa risulta buona in relazione all'ozono, nonch le azioni dirette a consentirne il miglioramento negli altri casi; modalit di cooperazione con gli altri Stati membri dell'Unione europea ai fini della riduzione dei livelli di ozono. Il D. Lgs. 21 maggio 2004, n. 171, al fine di tutelare lambiente e la salute umana dagli effetti nocivi causati dalla acidificazione, dalla eutrofizzazione del suolo e dalla presenza di ozono al livello del suolo, ha individuato gli strumenti per assicurare che le emissioni nazionali annue per il biossido di zolfo, per gli ossidi di azoto, per i composti organici volatili e per l'ammoniaca, raggiungano entro il 2010 e negli anni successivi, i seguenti limiti di emissione, stabiliti nellallegato 1.
SO2 (kton) 475 NOX (kton) 990 COV (kton) 1159 NH3 (kton) 419

Come hanno ben chiarito i consulenti tecnici del PM, dal 2002 al 2010 non vi stato alcun intervento normativo che modificasse i metodi di valutazione della qualit dellaria ed i relativi adempimenti nel caso di superamenti dei limiti fissati. La normativa attualmente vigente contenuta nel D. Lgs. 13 agosto 2010 n. 155 Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualit dell'aria ambiente e per unaria pi pulita in Europa, entrato in vigore il 30 settembre 2010. Con detto Decreto Legislativo (art. 21) si proceduto allabrogazione a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto stesso delle seguenti norme: a) il decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351; b) il decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 183; c) il decreto legislativo 3 agosto 2007, n. 152;
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d) il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, fatte salve le disposizioni di cui il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, preveda l'ulteriore vigenza; e) l'articolo 3 della legge 4 novembre 1997, n. 413; f) il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 28 marzo 1983, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 145 del 28 maggio 1983; g) il decreto del Ministro dell'ambiente 20 maggio 1991, recante criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualita' dell'aria, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 126 del 31 maggio 1991; h) il decreto del Ministro dell'ambiente 20 maggio 1991, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 126 del 31 maggio 1991, recante i criteri per l'elaborazione dei piani regionali per il risanamento e la tutela della qualita' dell'aria; i) il decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1992, recante atto di indirizzo e coordinamento in materia di sistema di rilevazione dell'inquinamento urbano, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 7 del 10 gennaio 1992; l) il decreto del Ministro dell'ambiente 6 maggio 1992, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 111 del 14 maggio 1992, recante la definizione del sistema nazionale finalizzato a controllo ed assicurazione di qualita' dei dati di inquinamento atmosferico ottenuti dalle reti di monitoraggio; m) il decreto del Ministro dell'ambiente 15 aprile 1994, concernente le norme tecniche in materia di livelli e di stati di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 107 del 10 maggio 1994; n) il decreto del Ministro dell'ambiente 25 novembre 1994, recante l'aggiornamento delle norme tecniche in materia di limite di concentrazione e di livelli di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane e disposizioni per la misura di alcuni inquinanti di cui al decreto del Ministro dell'ambiente 15 aprile 1994, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 290 del 13 dicembre 1994; o) il decreto del Ministro dell'ambiente 16 maggio 1996, recante attivazione di un sistema di sorveglianza di inquinamento da ozono, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 163 del 13 luglio 1996; p) il decreto del Ministro dell'ambiente 21 aprile 1999, n. 163, recante norme per l'individuazione dei criteri ambientali e sanitari in base ai quali i sindaci adottano le misure di limitazione della circolazione, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 135 dell'11 giugno 1999;
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q) il decreto del Ministro dell'ambiente 2 aprile 2002, n. 60, recante recepimento della direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999 del Consiglio concernente i valori limite di qualita' dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualita' dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13 aprile 2002; r) il decreto del Ministro dell'ambiente 20 settembre 2002, recante le modalita' per la garanzia della qualita' del sistema delle misure di inquinamento atmosferico, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 231 del 2 ottobre 2002; s) il decreto del Ministro dell'ambiente 1 ottobre 2002, n. 261, recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualita' dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano o dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 272 del 20 novembre 2002. Con detto Decreto stata recepita la direttiva 2008/50/CE e sono state sostituite le disposizioni di attuazione della direttiva 2004/107/CE, istituendo un quadro normativo unitario in materia di valutazione e di gestione della qualita' dell'aria ambiente finalizzato a (art. 1 Principi e finalit): a) individuare obiettivi di qualita' dell'aria ambiente volti a evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana e per l'ambiente nel suo complesso; b) valutare la qualita' dell'aria ambiente sulla base di metodi e criteri comuni su tutto il territorio nazionale; c) ottenere informazioni sulla qualita' dell'aria ambiente come base per individuare le misure da adottare per contrastare l'inquinamento e gli effetti nocivi dell'inquinamento sulla salute umana e sull'ambiente e per monitorare le tendenze a lungo termine, nonche' i miglioramenti dovuti alle misure adottate; d) mantenere la qualita' dell'aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi; e) garantire al pubblico le informazioni sulla qualita' dell'aria ambiente; f) realizzare una migliore cooperazione tra gli Stati dell'Unione europea in materia di inquinamento atmosferico. Per realizzare i fini suddetti (previsti dal comma 1 art. 1) il decreto stabilisce: a) i valori limite per le concentrazioni nell'aria ambiente di biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio,piombo e PM10;
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b) i livelli critici per le concentrazioni nell'aria ambiente di biossido di zolfo e ossidi di azoto; c) le soglie di allarme per le concentrazioni nell'aria ambiente di biossido di zolfo e biossido di azoto; d) il valore limite, il valore obiettivo, l'obbligo di concentrazione dell'esposizione e l'obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione per le concentrazioni nell'aria ambiente di PM2,5; e) i valori obiettivo per le concentrazioni nell'aria ambiente di arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene. ed altresi' i valori obiettivo, gli obiettivi a lungo termine, le soglie di allarme e le soglie di informazione per l'ozono. I principi informatori del decreto, enunciati nello stesso art. 1, sono i seguenti: a) il sistema di valutazione e gestione della qualita' dell'aria rispetta ovunque standard qualitativi elevati ed omogenei al fine di assicurare un approccio uniforme su tutto il territorio nazionale e di assicurare che le stesse situazioni di inquinamento siano valutate e gestite in modo analogo; b) il sistema di acquisizione, di trasmissione e di messa a disposizione dei dati e delle informazioni relativi alla valutazione della qualita' dell'aria ambiente e' organizzato in modo da rispondere alle esigenze di tempestivita' della conoscenza da parte di tutte le amministrazioni interessate e del pubblico e si basa su misurazioni e su altre tecniche di valutazione e su procedure funzionali a tali finalita' secondo i canoni di efficienza, efficacia ed economicita'; c) la zonizzazione dell'intero territorio nazionale e' il presupposto su cui si organizza l'attivita' di valutazione della qualita' dell'aria ambiente. A seguito della zonizzazione del territorio, ciascuna zona o agglomerato e' classificata allo scopo di individuare le modalita' di valutazione mediante misurazioni e mediante altre tecniche in conformita' alle disposizioni del decreto stesso. d) la zonizzazione del territorio richiede la previa individuazione degli agglomerati e la successiva individuazione delle altre zone. Gli agglomerati sono individuati sulla base dell'assetto urbanistico, della popolazione residente e della densita' abitativa. Le altre zone sono individuate, principalmente, sulla base di aspetti come il carico emissivo, le caratteristiche orografiche, le caratteristiche meteo-climatiche e il grado di urbanizzazione del territorio, al fine di individuare le aree in cui uno o piu' di tali aspetti sono predominanti nel determinare i livelli degli inquinanti e di accorpare tali aree in zone contraddistinte dall'omogeneita' degli aspetti predominanti;
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e) la valutazione della qualita' dell'aria ambiente e' fondata su una rete di misura e su un programma di valutazione. Le misurazioni in siti fissi, le misurazioni indicative e le altre tecniche di valutazione permettono che la qualita' dell'aria ambiente sia valutata in conformita' alle disposizioni del decreto medesimo; f) la valutazione della qualita' dell'aria ambiente condotta utilizzando determinati siti fissi di campionamento e determinate tecniche di valutazione si considera idonea a rappresentare la qualita' dell'aria all'interno dell'intera zona o dell'intero agglomerato di riferimento qualora la scelta dei siti e delle altre tecniche sia operata in conformita' alle disposizioni del decreto; g) ai fini della valutazione della qualita' dell'aria ambiente e' evitato l'uso di stazioni di misurazione non conformi e, nel rispetto dei canoni di efficienza, di efficacia e di economicita', l'inutile eccesso di stazioni di misurazione. Le stazioni di misurazione che non sono inserite nella rete di misura e nel programma di valutazione non sono utilizzate per le finalita' del decreto; h) la rete di misura e' soggetta alla gestione o al controllo pubblico. Il controllo pubblico e' assicurato dalle regioni o dalle province autonome o, su delega, dalle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente. Le stazioni di misurazione non soggette a tale gestione o controllo non sono utilizzate per le finalita' del decreto; i) la valutazione della qualita' dell'aria ambiente e' il presupposto per l'individuazione delle aree di superamento dei valori, dei livelli, delle soglie e degli obiettivi previsti dal decreto; l) i piani e le misure da adottare ed attuare in caso di individuazione di una o piu' aree di superamento all'interno di una zona o di un agglomerato devono agire, secondo criteri di efficienza ed efficacia, sull'insieme delle principali sorgenti di emissione, ovunque localizzate, che influenzano tali aree, senza l'obbligo di estendersi all'intero territorio della zona o dell'agglomerato, ne' di limitarsi a tale territorio. Nel medesimo articolo (co 5) precisato che le funzioni amministrative relative alla valutazione ed alla gestione della qualita' dell'aria ambiente competono allo Stato, alle regioni e alle province autonome e agli enti locali, nei modi e nei limiti previsti dal decreto stesso. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di seguito Ministero dell'ambiente, si puo' avvalere, nei modi e per le finalita' previsti dal presente decreto, del supporto tecnico dell'Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, di seguito ISPRA, e dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, di seguito ENEA.
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I compiti tecnici finalizzati ad assicurare la qualita della valutazione in materia di aria ambiente sono assicurati dalle autorita' e dagli organismi di cui all'articolo 17, in conformita' al disposto dell'allegato I, paragrafo 3. E lart. 17 intitolato Qualita' della valutazione in materia di aria ambiente stabilisce che: Con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute, adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 13 agosto 1988, n. 400, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sulla base delle linee guida tecniche dell'ISPRA, sono stabilite: a) le procedure di garanzia di qualita' previste per verificare il rispetto della qualita' delle misure dell'aria ambiente; b) le procedure per l'approvazione degli strumenti di campionamento e misura della qualita' dell'aria. 2. Le procedure di approvazione previste al comma 1 sono finalizzate ad accertare e ad attestare che gli strumenti di campionamento e misura soddisfano i requisiti fissati dal presente decreto. 3. Le regioni e le province autonome o, su delega, le agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, effettuano le attivita' di controllo volte ad accertare che il gestore delle stazioni di misurazione rispetti le procedure di garanzia di qualita' di cui al comma 1, lettera a). Ai fini di tale controllo, si verifica anche se il gestore abbia partecipato ai programmi di cui al comma 4 ed abbia applicato le eventuali correzioni prescritte dal laboratorio nazionale di riferimento designato ai sensi del comma 8. 4. Il laboratorio nazionale di riferimento designato ai sensi del comma 8 organizza, con adeguata periodicita', programmi di intercalibrazione su base nazionale correlati a quelli comunitari ai quali devono partecipare tutti i gestori delle stazioni di misurazione utilizzate ai fini del presente decreto. Nel caso in cui i risultati della intercalibrazione per una o piu' stazioni non siano conformi, tale laboratorio nazionale indica al gestore le correzioni da apportare. 5. Le approvazioni degli strumenti di campionamento e misura, sulla base delle procedure previste dal comma 1, lettera b) e l'approvazione dei metodi di analisi della qualita' dell'aria equivalenti a quelli di riferimento, con le modalita' previste dall'allegato VI, competono ai laboratori pubblici accreditati secondo le procedure stabilite dalla norma ISO/IEC 17025 nella versione piu' aggiornata al momento dell'accreditamento in relazione al pertinente metodo previsto da tale allegato. Tali laboratori accettano, previa verifica della documentazione, i
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rapporti delle prove condotte da laboratori privati accreditati secondo le procedure stabilite dalla norma ISO/IEC 17025 nella versione piu' aggiornata al momento dell'accreditamento in relazione al pertinente metodo previsto da tale allegato. Non e' ammessa l'approvazione di strumenti e metodi da parte di laboratori che possiedono diritti sui medesimi; il laboratorio che procede all'approvazione dichiara con apposito atto, da allegare alla documentazione di approvazione, di non possedere diritti sullo strumento o sul metodo approvato. 6. L'Istituto nazionale di ricerca metrologica (I.N.RI.M) assicura la certificazione dei campioni primari e di riferimento, nonche' la preparazione ed il mantenimento dei campioni primari e di riferimento delle miscele gassose di inquinanti. In tale certificato si determinano la composizione chimica, la concentrazione, la purezza, le proprieta' fisiche o le particolari caratteristiche tecniche del campione. 7. Il laboratorio nazionale di riferimento designato ai sensi del comma 8 assicura la partecipazione alle attivita' di intercalibrazione a livello comunitario per gli inquinanti disciplinati dal presente decreto. 8. Con decreto del Ministro dell'ambiente sono individuati uno o piu' laboratori nazionali di riferimento tra quelli pubblici accreditati secondo la norma ISO/IEC 17025 per i metodi previsti dal presente decreto, sono designate le relative funzioni e sono stabiliti i relativi obblighi di comunicazione nei confronti del Ministero dell'ambiente. 9. Fino alla data di entrata in vigore del decreto previsto al comma 8 le funzioni di cui ai commi 4 e 7 sono assicurate dai soggetti a tal fine competenti ai sensi del decreto del Ministro dell'ambiente 20 settembre 2002. Allart. 2 il decreto prevede le definizioni applicabili: a) aria ambiente: l'aria esterna presente nella troposfera, ad esclusione di quella presente nei luoghi di lavoro definiti dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81; b) inquinante: qualsiasi sostanza presente nell'aria ambiente che puo' avere effetti dannosi sulla salute umana o sull'ambiente nel suo complesso; c) livello: concentrazione nell'aria ambiente di un inquinante o deposizione di questo su una superficie in un dato periodo di tempo;
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d) valutazione: utilizzo dei metodi stabiliti dal presente decreto per misurare, calcolare, stimare o prevedere i livelli degli inquinanti; e) zona: parte del territorio nazionale delimitata, ai sensi del presente decreto, ai fini della valutazione e della gestione della qualita' dell'aria ambiente; f) agglomerato: zona costituita da un'area urbana o da un insieme di aree urbane che distano tra loro non piu' di qualche chilometro oppure da un'area urbana principale e dall'insieme delle aree urbane minori che dipendono da quella principale sul piano demografico, dei servizi e dei flussi di persone e merci, avente: 1) una popolazione superiore a 250.000 abitanti oppure; 2) una popolazione inferiore a 250.000 abitanti e una densita di popolazione per km2 superiore a 3.000 abitanti; g) area di superamento: area, ricadente all'interno di una zona o di un agglomerato, nella quale e' stato valutato il superamento di un valore limite o di un valore obiettivo; tale area e' individuata sulla base della rappresentativita' delle misurazioni in siti fissi o indicative o sulla base delle tecniche di modellizzazione; h) valore limite: livello fissato in base alle conoscenze scientifiche, incluse quelle relative alle migliori tecnologie disponibili, al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana o per l'ambiente nel suo complesso, che deve essere raggiunto entro un termine prestabilito e che non deve essere successivamente superato; i) livello critico: livello fissato in base alle conoscenze scientifiche, oltre il quale possono sussistere effetti negativi diretti su recettori quali gli alberi, le altre piante o gli ecosistemi naturali, esclusi gli esseri umani; l) margine di tolleranza: percentuale del valore limite entro la quale e' ammesso il superamento del valore limite alle condizioni stabilite dal presente decreto; m) valore obiettivo: livello fissato al fine di evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana o per l'ambiente nel suo complesso, da conseguire, ove possibile, entro una data prestabilita; n) soglia di allarme: livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di adottare provvedimenti immediati; o) soglia di informazione: livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione nel
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suo complesso ed il cui raggiungimento impone di assicurare informazioni adeguate e tempestive; p) obiettivo a lungo termine: livello da raggiungere nel lungo periodo mediante misure proporzionate, al fine di assicurare un'efficace protezione della salute umana e dell'ambiente; q) indicatore di esposizione media: livello medio da determinare sulla base di misurazioni effettuate da stazioni di fondo ubicate in siti fissi di campionamento urbani presso l'intero territorio nazionale e che riflette l'esposizione della popolazione. Permette di calcolare se sono stati rispettati l'obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione e l'obbligo di concentrazione dell'esposizione; r) obbligo di concentrazione dell'esposizione: livello fissato sulla base dell'indicatore di esposizione media al fine di ridurre gli effetti nocivi sulla salute umana, da raggiungere entro una data prestabilita; s) obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione: riduzione, espressa in percentuale, dell'esposizione media della popolazione, fissata, in relazione ad un determinato anno di riferimento, al fine di ridurre gli effetti nocivi per la salute umana, da raggiungere, ove possibile, entro una data prestabilita; t) misurazioni in siti fissi: misurazioni dei livelli degli inquinanti effettuate in stazioni ubicate presso siti fissi, con campionamento continuo o discontinuo, eccettuate le misurazioni indicative; u) misurazioni indicative: misurazioni dei livelli degli inquinanti, basate su obiettivi di qualita' meno severi di quelli previsti per le misurazioni in siti fissi, effettuate in stazioni ubicate presso siti fissi di campionamento o mediante stazioni di misurazione mobili, o, per il mercurio, metodi di misura manuali come le tecniche di campionamento diffusivo; v) tecniche di stima obiettiva: metodi matematici per calcolare le concentrazioni a partire da valori misurati in luoghi o tempi diversi da quelli a cui si riferisce il calcolo, basati su conoscenze scientifiche circa la distribuzione delle concentrazioni; z) soglia di valutazione superiore: livello al di sotto del quale le misurazioni in siti fissi possono essere combinate con misurazioni indicative o tecniche di modellizzazione e, per l'arsenico, il cadmio, il nichel ed il benzo(a)pirene, livello al di sotto del quale le misurazioni in siti fissi o indicative possono essere combinate con tecniche di modellizzazione; aa) soglia di valutazione inferiore: livello al di sotto del quale e' previsto, anche in via esclusiva, l'utilizzo di tecniche di
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modellizzazione o di stima obiettiva; bb) contributo di fonti naturali: emissione di sostanze inquinanti non causata in modo diretto o indiretto da attivita umane, come nel caso di eruzioni vulcaniche, attivita' sismiche, attivita' geotermiche, incendi spontanei, tempeste di vento ed altri eventi naturali, aerosol marini, emissioni biogeniche, trasporto o risospensione in atmosfera di particelle naturali dalle regioni secche; cc) rete di misura: sistema di stazioni di misurazione degli inquinanti atmosferici da utilizzare ai fini del presente decreto; ilnumero delle stazioni della rete di misura non eccede quello sufficiente ad assicurare le funzioni previste dal presente decreto. L'insieme di tali stazioni di misurazione presenti sul territorio nazionale costituisce la rete di misura nazionale; dd) programma di valutazione: il programma che indica le stazioni di misurazione della rete di misura utilizzate per le misurazioni in siti fissi e per le misurazioni indicative, le tecniche di modellizzazione e le tecniche di stima obiettiva da applicare ai sensi del presente decreto e che prevede le stazioni di misurazione, utilizzate insieme a quelle della rete di misura, alle quali fare riferimento nei casi in cui i dati rilevati dalle stazioni della rete di misura, anche a causa di fattori esterni, non risultino conformi alle disposizioni del presente decreto, con particolare riferimento agli obiettivi di qualita' dei dati di cui all'allegato I ed ai criteri di ubicazione di cui agli allegati III e VIII; ee) garanzia di qualita': realizzazione di programmi la cui applicazione pratica consente l'ottenimento di dati di concentrazione degli inquinanti atmosferici con precisione e accuratezza conosciute; ff) campioni primari: campione designato come avente le piu' alte qualita' metrologiche ed il cui valore e' accettato senza riferimento ad altri campioni della stessa grandezza; gg) campioni di riferimento: campioni riconosciuti da una decisione nazionale come base per fissare il valore degli altri campioni della grandezza in questione; hh) deposizione totale: massa totale di sostanze inquinanti che, in una data area e in un dato periodo, e' trasferita dall'atmosfera al suolo, alla vegetazione, all'acqua, agli edifici e a qualsiasi altro tipo di superficie; ii) PM10: il materiale particolato che penetra attraverso un ingresso dimensionale selettivo conforme al metodo di riferimento per il campionamento e la misurazione del PM10 (norma
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UNI EN 12341), con un'efficienza di penetrazione del 50 per cento per materiale particolato di un diametro aerodinamico di 10 m; ll) PM2,5: il materiale particolato che penetra attraverso un ingresso dimensionale selettivo conforme al metodo di riferimento per il campionamento e la misurazione del PM2,5 (norma UNI EN 14907), con un'efficienza di penetrazione del 50 per cento per materiale particolato di un diametro aerodinamico di 2,5 m; mm) ossidi di azoto: la somma dei rapporti di mescolamento in volume (ppbv) di monossido di azoto (ossido nitrico) e di biossido di azoto espressa in unita' di concentrazione di massa di biossido di azoto (g/m); nn) idrocarburi policiclici aromatici: composti organici con due o piu' anelli aromatici fusi, formati interamente da carbonio e idrogeno; oo) mercurio gassoso totale: vapore di mercurio elementare (Hg 0) e mercurio gassoso reattivo, intesi come specie di mercurio idrosolubili con una pressione di vapore sufficientemente elevata per esistere nella fase gassosa; pp) composti organici volatili: tutti i composti organici diversi dal metano provenienti da fonti antropogeniche e biogeniche, i quali possono produrre ossidanti fotochimici reagendo con gli ossidi di azoto in presenza di luce solare; qq) precursori dell'ozono: sostanze che contribuiscono alla formazione di ozono a livello del suolo. Allart. 3 sono dettati i criteri e le competenze per la Zonizzazione del territorio ed in esso si prevede che l'intero territorio nazionale e' suddiviso in zone e agglomerati da classificare ai fini della valutazione della qualita' dell'aria ambiente e che alla zonizzazione provvedono le regioni e le province autonome sulla base dei criteri indicati nell'appendice I dello stesso decreto. La zonizzazione e' suscettibile di essere riesaminata in caso di variazione dei presupposti su cui e basata (ai sensi dell'appendice I). Il decreto disciplina anche puntualmente i termini e le competenze per la procedura di riesame stabilendo che per il riesame di ciascuna zonizzazione in atto alla data di entrata in vigore del presente decreto il progetto di zonizzazione e di classificazione di cui al comma 3 e' presentato entro i successivi quattro mesi. I progetti di zonizzazione sono trasmessi dalle regioni o province autonome al Ministero dell'ambiente e all'ISPRA. Il Ministero dell'ambiente, avvalendosi dell'ISPRA valuta, entro i successivi
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quarantacinque giorni, anche attraverso un esame congiunto nel Coordinamento 2 (di cui all'articolo 20), la conformita' del progetto alle disposizioni del decreto ed agli indirizzi espressi dallo stesso Coordinamento e tenendo conto della coerenza dei progetti di zonizzazioni regionali relativamente alle zone di confine. In caso di mancata conformita' il Ministero dell'ambiente, con atto motivato diretto alla regione o alla provincia autonoma, indica le variazioni e le integrazioni da effettuare ai fini dell'adozione del provvedimento di zonizzazione e di classificazione. E previsto anche che le regioni e le province autonome possano individuare d'intesa, sulla base dei criteri dell'appendice I, zone sovraregionali. In tal caso, le regioni e le province autonome interessate individuano apposite modalita' di coordinamento per assicurare una valutazione ed una gestione unitaria dell'aria ambiente nelle zone sovraregionali. Lart. 4, poi, si occupa della Classificazione di zone e agglomerati ai fini della valutazione della qualita' dell'aria ambiente, stabilendo che "Ai fini della valutazione della qualita' dell'aria, la classificazione delle zone e degli agglomerati e' effettuata, per ciascun inquinante di cui all'articolo 1, comma 2, sulla base delle soglie di valutazione superiori e inferiori previste dall'allegato II, sezione I, e secondo la procedura prevista dall'allegato II, sezione II. e che La classificazione delle zone e degli agglomerati e' riesaminata almeno ogni cinque anni e, comunque, in caso di significative modifiche delle attivita' che incidono sulle concentrazioni nell'aria ambiente degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2.E anche previsto nello stesso articolo che Nella comunicazione prevista all'articolo 3, comma 3, sono allegati, per ciascuna classificazione, gli esiti del monitoraggio e delle valutazioni sulla cui base le zone e gli agglomerati sono stati classificati. Quanto alla competenza stabilisce lo stesso art. 4 che Alla classificazione delle zone e degli agglomerati provvedono le regioni e le province autonome. Di fondamentale importanza , poi, lart. 5, intitolato Valutazione della qualita' dell'aria ambiente, che detta puntualmente i criteri e le modalit (commi 3, 4 e 5 dellart. 1) per la valutazione (allegato III, relativo all'ubicazione delle stazioni di misurazione, appendice II,
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E' istituito, presso il Ministero dell'ambiente, un Coordinamento tra i rappresentanti di tale Ministero, del Ministero della salute, di ogni regione e provincia autonoma, dell'Unione delle province italiane (UPI) e dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI). Partecipano al Coordinamento rappresentanti dell'ISPRA, dell'ENEA e del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e di altre autorita' competenti all'applicazione del presente decreto, e, su indicazione del Ministero della salute, rappresentanti dell'Istituto superiore di sanita', nonche', su indicazione della regione o provincia autonoma di appartenenza, rappresentanti delle agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente. Il Coordinamento opera attraverso l'indizione di riunioni periodiche e la creazione di una rete di referenti per lo scambio di dati e di informazioni. 2. Il Coordinamento previsto dal comma 1 assicura, anche mediante gruppi di lavoro, l'elaborazione di indirizzi e di linee guida in relazione ad aspetti di comune interesse e permette un esame congiunto di temi connessi all'applicazione del presente decreto, anche al fine di garantire un'attuazione coordinata e omogenea delle nuove norme e di prevenire le situazioni di inadempimento e le relative conseguenze.

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relativa alla scelta della rete di misura, e l'appendice III, relativa ai metodi di valutazione diversi dalla misurazione) della qualit dellaria ambiente per ciascun inquinante (di cui allart. 1, comma 2), individuando nelle regioni e nelle province autonome gli enti territoriali competenti alla valutazione della qualit dellaria ambiente. I commi 2, 3 stabiliscono: 2. Nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, lettere a), b), c) e d), superano la rispettiva soglia di valutazione superiore, le misurazioni in siti fissi sono obbligatorie e possono essere integrate da tecniche di modellizzazione o da misurazioni indicative al fine di fornire un adeguato livello di informazione circa la qualita' dell'aria ambiente. Se il superamento interessa gli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, lettera e), le misurazioni in siti fissi sono obbligatorie e possono essere integrate da tecniche di modellizzazione al fine di fornire un adeguato livello di informazione circa la qualita' dell'aria ambiente. 3. Nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, lettere a), b), c) e d), sono compresi tra la rispettiva soglia di valutazione inferiore e la rispettiva soglia di valutazione superiore, le misurazioni in siti fissi sono obbligatorie e possono essere combinate con misurazioni indicative o tecniche di modellizzazione. Se il superamento interessa gli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, lettera e), le misurazioni in siti fissi o indicative mediante stazioni di misurazione sono obbligatorie e possono essere combinate con tecniche di modellizzazione al fine di fornire un adeguato livello di informazione circa la qualita' dell'aria ambiente. Come prevede il comma 4, soltanto Nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, sono inferiori alla rispettiva soglia di valutazione inferiore, sono utilizzate, anche in via esclusiva, tecniche di modellizzazione o di stima obiettiva. Ed ancora il comma 5 prevede che Ai fini della determinazione del numero delle stazioni di misurazione per le misurazioni in siti fissi nei casi in cui vi e' integrazione o combinazione tra misurazioni in siti fissi e tecniche di modellizzazione o misurazioni indicative, si applicano i criteri previsti dall'articolo 7, commi 2 e 3. Ai sensi del comma 6, poi, Le regioni e le province autonome trasmettono al Ministero dell'ambiente, all'ISPRA e all'ENEA, entro otto mesi dall'entrata in vigore del presente decreto, un progetto volto ad adeguare la propria rete di misura alle relative disposizioni, in conformita'
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alla zonizzazione risultante dal primo riesame previsto dall'articolo 3, comma 2, ed in conformita' alla connessa classificazione. Il progetto indica anche la data prevista per l'adeguamento e contiene il programma di valutazione da attuare nelle zone e negli agglomerati. competendo al Ministero dell'ambiente, che si avvale a tal fine dell'ISPRA e dell'ENEA, la valutazione anche attraverso un esame congiunto del Coordinamento di cui all'articolo 20, di conformit del progetto alle disposizioni del decreto ed agli indirizzi espressi dallo stesso Coordinamento. In caso di mancata conformita' il Ministero dell'ambiente, con atto motivato diretto alla regione o alla provincia autonoma, indica le variazioni e le integrazioni da effettuare ai fini dell'attuazione del progetto di adeguamento. Tale procedura si applica anche ai successivi progetti di modifica o di integrazione della rete di misura. Ed, inoltre, Al fine di ottimizzare il coordinamento tra le reti, i progetti di adeguamento, modifica o integrazione delle reti di misura regionali sono altresi' inviati dalle regioni o province autonome a quelle confinanti. Quanto, poi, alla gestione delle reti di misurazione, al comma 7 stabilito che Le stazioni di misurazione previste nel programma di valutazione di cui al comma 6 devono essere gestite dalle regioni e dalle province autonome ovvero, su delega, dalle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente oppure da altri soggetti pubblici o privati. In quest'ultimo caso, sono sottoposte al controllo delle regioni e delle province autonome ovvero, su delega, delle agenzie regionali. Il controllo si esercita sulla base di appositi protocolli approvati dalle regioni e dalle province autonome o, in caso di delega, dalle agenzie regionali e deve prevedere una continua supervisione su tutte le modalita' di gestione della stazione e di raccolta, trattamento e validazione dei dati. Per le stazioni di misurazione esistenti, gestite da enti locali o soggetti privati, il Ministero dell'ambiente promuove la sottoscrizione di accordi tra il gestore, le regioni o le province autonome e le agenzie regionali al fine di assicurare la sottoposizione a tale controllo. In ordine allesercizio e manutenzione delle stazioni di misurazione il comma 8 prevede che Le stazioni previste nel programma di valutazione di cui al comma 6 sono esercite e manutenute in condizioni atte ad assicurare le funzioni previste dal presente decreto. Per i casi in cui i dati rilevati da una stazione della rete di misura, anche a causa di fattori esterni, non risultino conformi alle disposizioni del presente decreto, con particolare riferimento agli obiettivi di qualita' dei dati di cui all'allegato I ed ai criteri di ubicazione di cui all'allegato III e
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all'allegato VIII, si utilizza, sulla base del programma di valutazione, un'altra stazione avente le stesse caratteristiche in relazione alla zona oppure, nello stesso sito fisso di campionamento, una stazione di misurazione mobile al fine di raggiungere la necessaria copertura dei dati. Il numero delle stazioni di misurazione previste dal programma di valutazione deve essere individuato nel rispetto dei canoni di efficienza, efficacia ed economicita'. Nel caso in cui risultino variati il contesto territoriale, le attivita' e le altre circostanze da cui dipende la classificazione e l'ubicazione di una o piu' stazioni della rete di misura ai sensi degli allegati III, IV, VIII e X, le regioni e le province autonome provvedono comunque al conseguente adeguamento del programma di valutazione, nei limiti delle risorse finanziarie destinate a tali finalita', in base alla legislazione vigente. E poi stabilito dal comma 11 che Le misurazioni e le altre tecniche utilizzate per la valutazione della qualita' dell'aria ambiente devono rispettare gli obiettivi di qualita' previsti dall'allegato I. Sono inoltre previsti (art. 6) casi speciali di valutazione della qualita' dell'aria ambiente: 1. Con decreti del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute e sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997, sono scelte, in modo da individuare le variazioni geografiche e l'andamento a lungo termine delle concentrazioni nell'aria ambiente e, ove previsto, delle deposizioni: a) almeno tre stazioni di misurazione di fondo in siti fissi di campionamento rurali, scelte nell'ambito delle reti di misura regionali, in cui si effettuano misurazioni finalizzate ad acquisire informazioni circa la concentrazione di massa totale e le concentrazioni per speciazione chimica del PM2,5 su base annuale. Il decreto di individuazione puo' altresi' stabilire forme di coordinamento con le attivita' svolte in attuazione del programma denominato monitoring and evaluation of pollutants (EMEP). Sulla base di appositi accordi con altri Stati tali stazioni di misurazione possono essere comuni a piu' Stati in riferimento a zone confinanti. A tali stazioni di misurazione si applicano gli allegati I, II, IV e VI. I paragrafi 1 e 3 dell'allegato I devono essere tuttavia riferiti alle sole concentrazioni di massa totale; b) almeno sette stazioni di misurazione del benzo(a)pirene, scelte nell'ambito delle reti di misura regionali, in cui si effettua la misurazione delle concentrazioni nell'aria ambiente di benzo(a)antracene, benzo(b)fluorantene, benzo(j)fluorantene, benzo(k)fluorantene, indeno (1,2,3-cd)pirene e dibenzo(a,h)antracene, al fine di verificare la costanza dei rapporti nel tempo
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e nello spazio tra il benzo(a)pirene e gli altri idrocarburi policiclici aromatici di rilevanza tossicologica. A tali stazioni di misurazione si applicano l'allegato I, l'allegato III e l'allegato VI; c) almeno tre stazioni di misurazione di fondo, scelte nell'ambito delle reti di misura regionali e di quelle appartenenti alla rete realizzata in sede di attuazione del programma denominato European monitoring and evaluation of pollutants (EMEP), in cui si effettua la misurazione indicativa delle concentrazioni nell'aria ambiente dell'arsenico, del cadmio, del nichel, del benzo(a)pirene e degli altri idrocarburi policiclici aromatici di cui alla lettera b) e la misurazione indicativa della deposizione totale di tali inquinanti. Tale misurazione indicativa ha altresi' ad oggetto le concentrazioni nell'aria ambiente del mercurio gassoso totale e la deposizione totale del mercurio. Con il decreto di individuazione si selezionano, tra le stazioni scelte, ove tecnicamente fattibile alla luce degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, quelle in cui si effettua anche la misurazione indicativa del mercurio bivalente particolato e gassoso. Sulla base di appositi accordi con altri Stati, nel rispetto degli indirizzi forniti dalla Commissione europea, tali stazioni di misurazione possono essere comuni a piu' Stati in riferimento a zone confinanti. A tali stazioni di misurazione si applicano l'allegato I, l'allegato III e l'allegato VI; d) sette stazioni di misurazione in sito fisso urbano, scelte preferibilmente tra quelle di cui alla lettera b), in cui si effettuano misurazioni finalizzate ad acquisire informazioni circa la concentrazione di massa totale e le concentrazioni per speciazione chimica del PM10 e del PM2,5 su base annuale. A tali stazioni di misurazione si applicano gli allegati I, III, IV e VI. I paragrafi 1 e 3 dell'allegato I devono essere tuttavia riferiti alle sole concentrazioni di massa totale. 2. Nella scelta delle stazioni di misurazione si deve valutare la possibilita' di utilizzare le medesime stazioni per entrambe le finalita' di cui alle lettere a) e c) del comma 1. Possono essere individuate stazioni diverse soltanto se, da una valutazione tecnica, emerge che tali finalita' non sarebbero conseguite per tutti gli inquinanti. 3. Nel caso in cui le stazioni di misurazione prescelte siano gestite da enti di ricerca, i decreti previsti al comma 1 disciplinano le modalita' ed i tempi con i quali tali enti devono trasmettere i dati e le informazioni rilevati al Ministero dell'ambiente e all'ISPRA. I decreti disciplinano altresi' le modalita' ed i tempi con i quali i dati e le informazioni rilevati da tutte le stazioni di misurazione ai sensi del comma 1, lettere a), b), c) e d), sono messi a disposizione di tutte le regioni e province autonome. Disciplinano inoltre, per le stazioni di misurazione di cui al
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comma 1, lettera a), i metodi da utilizzare e le modalita' di comunicazione di tali metodi alla Commissione europea, per le stazioni di misurazione di cui al comma 1, lettera d), i metodi da utilizzare e, per le stazioni di misurazione di cui al comma 1, lettere b) e c), i metodi da utilizzare ai fini del campionamento e dell'analisi degli idrocarburi policiclici aromatici diversi dal benzo(a)pirene. Di fondamentale importanza lart. 7, che regola le Stazioni di misurazione in siti fissi di campionamento: 1. Nelle zone e negli agglomerati in cui le misurazioni in siti fissi costituiscono l'unica fonte di informazioni sulla qualita' dell'aria ambiente e' assicurato un numero minimo di stazioni di misurazione di ciascun inquinante di cui all'articolo 1, comma 2, pari a quello previsto all'allegato V, paragrafi 1, 2 e 3. 2. Nelle zone e negli agglomerati in cui le misurazioni in siti fissi sono integrate da tecniche di modellizzazione o da misurazioni indicative, il numero complessivo delle stazioni di misurazione di cui all'allegato V puo' essere ridotto fino ad un massimo del 50 per cento, purche': a) le tecniche di valutazione utilizzate ad integrazione delle misurazioni in siti fissi permettano di ottenere un adeguato livello d'informazione ai fini della valutazione della qualita' dell'aria in relazione ai valori limite, ai valori obiettivo ed alle soglie di allarme previsti dal presente decreto, nonche' un adeguato livello d'informazione del pubblico; b) il numero delle stazioni di misurazione e la risoluzione spaziale delle tecniche di modellizzazione permettano di valutare i livelli in conformita' agli obiettivi di qualita' dei dati di cui all'allegato I, paragrafo 1, e di soddisfare i requisiti di cui all'allegato I, paragrafo 2. 3. Nelle zone e negli agglomerati in cui le misurazioni in siti fissi sono combinate con tecniche di modellizzazione o misurazioni indicative, il numero complessivo delle stazioni di misurazione di cui all'allegato V puo' essere ridotto oltre il 50 per cento, purche' si rispettino le condizioni previste al comma 2. 4. In relazione ai livelli critici di cui all'allegato XI le riduzioni previste ai commi 2 e 3 si applicano a condizione che il numero delle stazioni di misurazione e la risoluzione spaziale delle tecniche di modellizzazione permettano di valutare i livelli in conformita' agli obiettivi di qualita' dei dati di cui all'allegato I, paragrafo 1. 5. Ai fini della misurazione della qualita' dell'aria ambiente, si applicano i metodi di riferimento o i metodi equivalenti previsti all'allegato VI. Art. 8
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Valutazione della qualita' dell'aria ambiente e stazioni di misurazione in siti fissi di campionamento in relazione all'ozono 1. La valutazione della qualita' dell'aria ambiente e' effettuata, per l'ozono, sulla base dei criteri previsti dai commi successivi e dagli allegati VII e VIII e dalle appendici II e III. 2. Nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli di ozono superano, in almeno uno sui cinque anni civili precedenti, gli obiettivi a lungo termine previsti all'allegato VII, paragrafo 3, le misurazioni in siti fissi in continuo sono obbligatorie. Se non si dispone di dati sufficienti per i cinque anni civili precedenti, e' consentito determinare il superamento anche mediante una combinazione di campagne di misurazione di breve durata, effettuate in passato nel periodo dell'anno e nei luoghi in cui si potrebbero registrare i massimi livelli di inquinamento, e tecniche di modellizzazione, utilizzando a tal fine anche le informazioni ricavate dagli inventari delle emissioni. 3. Nelle zone e negli agglomerati in cui le misurazioni in siti fissi in continuo costituiscono l'unica fonte di informazioni sulla qualita' dell'aria ambiente, fatto salvo quanto previsto dal comma 5, e' assicurato un numero minimo di stazioni di misurazione dell'ozono pari a quello previsto dall'allegato IX, paragrafo 1 ed un numero di stazioni di misurazione del biossido di azoto pari a quello previsto dall'allegato IX paragrafo 3. 4. Nelle zone e negli agglomerati in cui le misurazioni in siti fissi sono integrate da tecniche di modellizzazione o da misurazioni indicative, il numero complessivo delle stazioni di misurazione previsto dall'allegato IX, paragrafo 1, puo' essere ridotto alle condizioni previste dal paragrafo 2 di tale allegato. 5. Nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli di ozono sono stati inferiori, in tutti i cinque anni civili precedenti, agliobiettivi a lungo termine previsti dall'allegato VII, paragrafo 3, il numero delle stazioni di misurazione di ozono e di biossido di azoto e' stabilito in conformita' all'allegato IX, paragrafo 4. 6. Con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute e sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997, sono individuate, nell'ambito delle reti di misura regionali, le stazioni di misurazione di fondo in siti fissi di campionamento rurali per l'ozono. Il numero di tali stazioni, su tutto il territorio nazionale, e' compreso tra sei e dodici, in funzione dell'orografia, in riferimento alle zone ed agli agglomerati di cui al comma 2, ed e' pari ad almeno tre in riferimento alle zone ed agli agglomerati di cui al comma 5.
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7. La misurazione dei precursori dell'ozono e' svolta nei modi indicati all'allegato X. Con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute e sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997, sono individuate, sul territorio nazionale, nell'ambito delle reti di misura regionali, almeno tre stazioni di misurazione dei precursori dell'ozono ai sensi dell'allegato X e sono disciplinate le modalita' di comunicazione dei metodi di campionamento e di misurazione utilizzati alla Commissione europea. 8. Alla valutazione della qualita' dell'aria ambiente ed alla classificazione delle zone e degli agglomerati provvedono le regioni e le province autonome. 9. Si applica, anche in riferimento al presente articolo, quanto previsto dall'articolo 4, comma 3, e dall'articolo 5, commi da 6 a 9 e comma 11. 10. Ai fini della misurazione della qualita' dell'aria ambiente, si applicano i metodi di riferimento o i metodi equivalenti previsti dall'allegato VI. Di fondamentale rilievo nel processo si rivela, ancora, il disposto dellart Art. 9 (Piani e misure per il raggiungimento dei valori limite e dei livelli critici, per il perseguimento dei valori obiettivo e per il mantenimento del relativo rispetto), che recita: 1. Se, in una o piu' aree all'interno di zone o di agglomerati, i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, superano, sulla base della valutazione di cui all'articolo 5, i valori limite di cui all'allegato XI, le regioni e le province autonome, nel rispetto dei criteri previsti all'appendice IV, adottano un piano che contenga almeno gli elementi previsti all'allegato XV e che preveda le misure necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree di superamento ed a raggiungere i valori limite nei termini prescritti. In caso di superamenti dopo i termini prescritti all'allegato XI il piano deve essere integrato con l'individuazione di misure atte a raggiungere i valori limite superati nel piu' breve tempo possibile. Se, in una o piu' aree all'interno di zone o di agglomerati, e' superato il valore obiettivo previsto per il PM2,5 all'allegato XIV, il piano contiene, ove individuabili, le misure che non comportano costi sproporzionati necessarie a perseguirne il raggiungimento. 2. Se, in una o piu' aree all'interno di zone o di agglomerati, i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, superano, sulla base della valutazione di cui all'articolo 5, i valori obiettivo di cui all'allegato XIII, le regioni e le province autonome, adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, le misure che non comportano costi sproporzionati necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree di superamento ed a perseguire il raggiungimento dei valori obiettivo entro il 31
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dicembre 2012. Il perseguimento del valore obiettivo non comporta, per gli impianti soggetti al decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59, condizioni piu' rigorose di quelle connesse all'applicazione delle migliori tecniche disponibili. 3. Le regioni e le province autonome adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, le misure necessarie a preservare la migliore qualita' dell'aria ambiente compatibile con lo sviluppo sostenibile nelle aree in cui, sulla base della valutazione di cui all'articolo 5, i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, rispettano i valori limite e i valori obiettivo. Le misure interessano, anche in via preventiva, le principali sorgenti di emissione che possono influenzare i livelli degli inquinanti in tali aree e sono inserite, laddove adottati, nei piani di cui al comma 1. 4. Se, in una o piu' aree all'interno di zone o di agglomerati, i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, comma 2, superano, sulla base della valutazione di cui all'articolo 5, i livelli critici di cui all'allegato XI, le regioni e le province autonome adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, le misure necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree di superamento ed a raggiungere i livelli critici nei termini prescritti. 5. I piani e le misure di cui ai commi 1, 2 e 4, relativi ad un'area di superamento all'interno di una zona o di un agglomerato, devono agire sull'insieme delle principali sorgenti di emissione, puntuali o diffuse, aventi influenza su tale area anche se localizzate in altre aree o in altre zone e agglomerati della regione o della provincia autonoma. 6. Se lo stesso insieme di sorgenti di emissione determina il superamento dei valori limite o dei valori obiettivo per piu' inquinanti, le regioni e le province autonome predispongono un piano integrato per tali inquinanti. 7. Ai fini dell'elaborazione e dell'attuazione dei piani previsti dal presente articolo le regioni e le province autonome assicurano la partecipazione degli enti locali interessati mediante opportune procedure di raccordo e concertazione, ai sensi della normativa vigente. Si provvede anche, con tali procedure, ad individuare e coordinare, all'interno dei piani, i provvedimenti di attuazione previsti dall'articolo 11, al fine di assicurare che gli stessi concorrano in modo efficace e programmato all'attuazione dei piani. Le regioni e le province autonome provvedono, nel rispetto del quadro delle competenze amministrative in materia territoriale e ambientale, con apposita normativa e comunque in conformita' al proprio ordinamento, ad adottare i piani di cui al presente decreto, assicurando il coordinamento di tali piani e degli obiettivi stabiliti dagli
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stessi con gli altri strumenti di pianificazione settoriale e con gli strumenti di pianificazione degli enti locali. 8. Nel caso in cui, sulla base di una specifica istruttoria svolta da una regione o provincia autonoma, risulti che le principali sorgenti di emissione aventi influenza su un'area di superamento sono localizzate in una diversa regione o provincia autonoma, devono essere adottate da entrambe le regioni o province autonome misure coordinate finalizzate al raggiungimento dei valori limite o al perseguimento dei valori obiettivo. Il Ministero dell'ambiente promuove l'elaborazione e l'adozione di tali misure nell'ambito del Coordinamento di cui all'articolo 20. 9. Nel caso in cui, sulla base di una specifica istruttoria svolta, su richiesta di una o piu' regioni o province autonome, nell'ambito del Coordinamento di cui all'articolo 20, risulti che, tutte le possibili misure individuabili dalle regioni e dalle province autonome nei propri piani di qualita' dell'aria non sono in grado di assicurare il raggiungimento dei valori limite in aree di superamento influenzate, in modo determinante, da sorgenti di emissione su cui le regioni e le province autonome non hanno competenza amministrativa e legislativa, si procede all'adozione di misure di carattere nazionale. In tali casi e' convocato, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, su richiesta del Ministero dell'ambiente, un comitato tecnico con il compito di presentare un programma di misure di carattere nazionale alla cui elaborazione partecipano anche i Ministeri aventi competenza su specifici settori emissivi, quali trasporti, energia, inclusi gli usi civili, attivita' produttive e agricoltura. Il programma e' approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il comitato e' istituito senza oneri a carico dello Stato ed opera per il tempo strettamente necessario ad elaborare il programma. Ai soggetti che partecipano, a qualsiasi titolo, al comitati non e' dovuto alcun compenso o rimborso spese o altro tipo di emolumento per tale partecipazione. Per lo svolgimento di tale attivita' il Ministero dell'ambiente si avvale del supporto dell'ISPRA e dell'ENEA. 10. Nelle zone e negli agglomerati per i quali la Commissione europea conceda le deroghe previste dall'articolo 22 della direttiva 2008/50/CE secondo la procedura ivi disciplinata, i valori limite previsti dall'allegato XI per il biossido di azoto ed il benzene si applicano a partire dalla data individuata nella decisione della Commissione e i valori limite previsti dall'allegato XI per il PM10 si applicano a partire dall'11 giugno 2011. Il Ministero dell'ambiente cura, in accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l'esecuzione di tale procedura in collaborazione con le regioni e le province autonome, coordinando le attivita' istruttorie finalizzate a
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dimostrare i requisiti richiesti all'articolo 22 della direttiva 2008/50/CE per la concessione delle deroghe. Il Ministero dell'ambiente coordina, in particolare, l'adeguamento, da parte delle regioni e delle province autonome, dei vigenti piani di qualita dell'aria al fine di introdurre gli elementi richiesti dall'articolo 22 della direttiva 2008/50/CE per la concessione delle deroghe e di dimostrare che, presso tali zone e agglomerati, i valori limite oggetto di deroga saranno rispettati entro i nuovi termini. Nel caso in cui da una specifica istruttoria risulti che il rispetto dei nuovi termini possa essere ottenuto solo con il contributo di misure di carattere nazionale, il Ministero dell'ambiente presenta un programma di misure alla cui elaborazione partecipano anche, sotto il coordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Ministeri aventi competenza su specifici settori emissivi, quali trasporti, energia, inclusi gli usi civili, attivita' produttive e agricoltura. Il programma e' approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Per lo svolgimento delle attivita' istruttorie previste dal presente articolo il Ministero dell'ambiente si avvale dell'ISPRA e dell'ENEA. Fino alla data di entrata in vigore dei valori limite oggetto di deroga, le regioni e le province autonome attuano, in tali zone e agglomerati, tutte le misure necessarie a raggiungere e mantenere i livelli degli inquinanti interessati al di sotto dei valori limite aumentati del relativo margine di tolleranza massimo previsti dall'allegato XI. 11. Nella elaborazione dei piani previsti dal presente articolo e' assicurata la coerenza con le prescrizioni contenute nella pianificazione nazionale per la riduzione delle emissioni di gas responsabili dell'effetto serra, nei piani e nei programmi adottati ai sensi del decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 171, e del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 194, nei provvedimenti regionali di attuazione dell'articolo 2, comma 167, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, ed in tutti gli altri strumenti di pianificazione e di programmazione regionali e locali, come i piani energetici, i piani dei trasporti e i piani di sviluppo. Anche le autorita' competenti all'elaborazione e all'aggiornamento di tali piani, programmi e provvedimenti assicurano la coerenza degli stessi con le prescrizioni contenute nei piani di qualita' dell'aria previsti dal presente articolo. 12. I piani previsti dal presente articolo sono soggetti all'obbligo di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo n. 152 del 2006, esclusivamente nel caso in cui sia stata verificata la condizione prevista dall'articolo 6, comma 1, di tale decreto secondo la procedura ivi disciplinata all'articolo 12.
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Si rivela di particolare interesse anche la seguente disposizione comunitaria, riportata in nota nel decreto stesso al citato art. 9, che, per comodit espositiva e di consultazione, sembra opportuno qui richiamare: Il testo dell'art. 24 della direttiva 2008/50/CE (Qualita' dell'aria ambiente e per un'aria piu' pulita in Europa) cosi' recita: Art. 24 (Piani d'azione a breve termine). - 1. Se in determinate zone o agglomerati sussiste il rischio che i livelli degli inquinanti superino una o piu' soglie di allarme di cui all'allegato XII gli Stati membri provvedono a elaborare piani d'azione contenenti indicazioni sui provvedimenti da adottare nel breve termine per ridurre il rischio o la durata del superamento. Se il rischio riguarda uno o piu' valori limite o valori-obiettivo di cui agli allegati VII, XI e XIV, gli Stati membri possono, se opportuno, elaborare tali piani d'azione a breve termine. Tuttavia, se sussiste il rischio che venga superata la soglia di allarme per l'ozono indicata nell'allegato XII, punto B, gli Stati membri preparano i piani d'azione a breve termine solo se, a loro parere, alla luce delle condizioni geografiche, meteorologiche ed economiche nazionali, le possibilita' di ridurre il rischio, la durata o la gravita' del superamento sono significative. Nella redazione dei piani d'azione a breve termine gli Stati membri tengono conto della decisione 2004/279/Ce. 2. I piani d'azione a breve termine di cui al paragrafo 1 possono, in funzione del caso singolo, contemplare provvedimenti efficaci per limitare e, se necessario, sospendere le attivita' che contribuiscono al rischio che i rispettivi valori limite, valori-obiettivo o soglie di allarme siano superati. Tali piani d'azione possono prevedere provvedimenti connessi con la circolazione dei veicoli a motore, i lavori di costruzione, le navi all'ormeggio e con l'attivita' degli impianti industriali e l'uso di prodotti nonche' il riscaldamento domestico. Nel quadro di tali piani possono anche essere prese in considerazione azioni specifiche volte a tutelare gruppi sensibili di popolazione, compresi i bambini. 3. Quando gli Stati membri elaborano un piano d'azione a breve termine, mettono a disposizione del pubblico e delle associazioni interessate, quali le associazioni ambientaliste, le associazioni dei consumatori, le associazioni che rappresentano gli interessi dei gruppi di popolazione sensibili, gli altri organismi sanitari pertinenti e le associazioni di categoria interessate, sia i risultati delle loro indagini sulla fattibilita' e sul contenuto dei piani d'azione specifici a breve termine, sia informazioni sull'attuazione di tali piani.
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4. Per la prima volta anteriormente all'11 giugno 2010 ed a intervalli regolari successivamente, la Commissione pubblica esempi delle migliori pratiche per l'elaborazione dei piani d'azione a breve termine, compresi esempi delle migliori prassi per la protezione di gruppi sensibili di popolazione, compresi i bambini. Proseguendo nella disamina del D. Lgs. n. 155/2010, lart. 10 intitolato Piani per la riduzione del rischio di superamento dei valori limite, dei valori obiettivo e delle soglie di allarme prevede che le regioni e le province autonome adottano (obbligatoriamente) piani d'azione nei quali si prevedono gli interventi da attuare nel breve termine per i casi in cui insorga, presso una zona o un agglomerato, il rischio che i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, commi 2 e 3, superino le soglie di allarme previste all'allegato XII. In caso di rischio di superamento delle soglie di allarme di cui all'allegato XII, paragrafo 2, i piani d'azione sono adottati se, alla luce delle condizioni geografiche, meteorologiche ed economiche, la durata o la gravita' del rischio o la possibilita' di ridurlo risultano, sulla base di un'apposita istruttoria, significative. Esistono, poi, casi nei quali le regioni e le province autonome possono adottare piani d'azione nei quali si prevedono gli interventi da attuare nel breve termine per i casi in cui insorga, presso una zona o un agglomerato, il rischio che i livelli degli inquinanti di cui all'articolo 1, commi 2 e 3, superino i valori limite o i valori obiettivo previsti dagli allegati VII e XI. All'adozione si procede nel caso in cui sia possibile individuare le situazioni previste al comma 3. Nei casi previsti al comma 2 i piani d'azione (facoltativi) hanno ad oggetto specifiche circostanze contingenti, non aventi carattere strutturale o ricorrente, che possono causare un superamento o che possono pregiudicare il processo di raggiungimento dei valori limite o di perseguimento dei valori obiettivo e che, per effetto di tale natura, non sono prevedibili e contrastabili attraverso i piani e le misure di cui agli articoli 9 e 13. Gli interventi previsti nei piani d'azione sono diretti a ridurre il rischio o a limitare la durata del superamento. I piani d'azione possono prevedere, se necessario per le finalita' di legge, interventi finalizzati a limitare oppure a sospendere le attivita che contribuiscono all'insorgenza del rischio di superamento dei valori limite, dei valori obiettivo e delle soglie di allarme. Gli indirizzi formulati dalla Commissione europea ai sensi dell'articolo 24 della direttiva 2008/50/CE integrano i requisiti previsti dal presente articolo per l'adozione dei piani d'azione. Le regioni e le province autonome che adottano un piano d'azione mettono a disposizione del pubblico le informazioni relative ai risultati dell'istruttoria svolta circa la fattibilita del piano e le informazioni relative ai contenuti ed all'attuazione del piano.
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Lart. 11 prevede, ancora le Modalita' e procedure di attuazione dei piani, disponendo che: 1. I piani di cui agli articoli 9, 10 e 13 possono anche individuare, con le modalita' e per le finalita' dagli stessi previste: a) criteri per limitare la circolazione dei veicoli a motore; b) valori limite di emissione, prescrizioni per l'esercizio, criteri di localizzazione ed altre condizioni di autorizzazione per gli impianti di cui alla parte quinta, titolo I, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, secondo le relative disposizioni; c) valori limite di emissione, prescrizioni per l'esercizio e criteri di localizzazione per gli impianti di trattamento dei rifiuti che producono emissioni in atmosfera; d) valori limite di emissione, prescrizioni per l'esercizio e criteri di localizzazione per gli impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale che producono emissioni in atmosfera; e) valori limite di emissione, prescrizioni per l'esercizio, caratteristiche tecniche e costruttive per gli impianti di cui alla parte quinta, titolo II, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, secondo le relative disposizioni; f) limiti e condizioni per l'utilizzo dei combustibili ammessi dalla parte quinta, titolo III, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, secondo le relative disposizioni e nel rispetto delle competenze autorizzative attribuite allo Stato ed alle regioni; g) limiti e condizioni per l'utilizzo di combustibili nei generatori di calore sotto il valore di soglia di 0,035 MW nei casi in cui l'allegato X alla parte quinta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, prevede il potere dei piani regionali di limitare l'utilizzo dei combustibili negli impianti termici civili; h) prescrizioni per prevenire o limitare le emissioni in atmosfera che si producono nel corso delle attivita' svolte presso qualsiasi tipo di cantiere, incluso l'obbligo che le macchine mobili non stradali ed i veicoli di cui all'articolo 47, comma 2, lett. c) - categoria N2 e N3 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, utilizzati nei cantieri e per il trasporto di materiali da e verso il cantiere rispondano alle piu' recenti direttive comunitarie in materia di controllo delle emissioni inquinanti o siano dotati di sistemi di abbattimento delle emissioni di materiale particolato; i) prescrizioni per prevenire o limitare le emissioni in atmosfera prodotte dalle navi all'ormeggio; l) misure specifiche per tutelare la popolazione infantile e gli altri gruppi sensibili della popolazione;
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m) prescrizioni per prevenire o limitare le emissioni in atmosfera che si producono nel corso delle attivita' e delle pratiche agricole relative a coltivazioni, allevamenti, spandimento dei fertilizzanti e degli effluenti di allevamento, ferma restando l'applicazione della normativa vigente in materia di rifiuti, combustibili, fertilizzanti, emissioni in atmosfera e tutela sanitaria e fito-sanitaria; n) prescrizioni di limitazione delle combustioni all'aperto, in particolare in ambito agricolo, forestale e di cantiere, ferma restando l'applicazione della normativa vigente in materia di rifiuti, combustibili, emissioni in atmosfera e tutela sanitaria e fito-sanitaria. 2. Con decreto del Ministero dell'ambiente, di concerto con i Ministeri competenti per materia, sentita la Conferenza Unificata, possono essere emanate linee guida per l'individuazione delle misure di cui al comma 1 relativamente ai settori non disciplinati da norme statali. Il comma 3 disciplina le competenze allattuazione dei piani con specifico riferimento alla limitazione della circolazione dei veicoli a motore, individuando nei sindaci o nella diversa autorita' individuata dalle regioni o dalle province autonome i soggetti deputati, e prevede i poteri sostitutivi, in caso di inerzia, delle regioni o delle province autonome o della diversa autorita' individuata dalle regioni o dalle province autonome ai sensi della vigente normativa regionale. Il comma 3 cos recita: 3. All'attuazione delle previsioni contenute nei piani in merito alla limitazione della circolazione dei veicoli a motore, ai sensi del comma 1, lettera a), provvedono i sindaci o la diversa autorita' individuata dalle regioni o dalle province autonome. In caso di inerzia, provvedono in via sostitutiva le regioni o le province autonome o la diversa autorita' individuata dalle regioni o dalle province autonome ai sensi della vigente normativa regionale. La normativa regionale stabilisce idonee forme di raccordo e coordinamento tra regioni o province autonome ed autorita' competente ad adottare i provvedimenti di limitazione della circolazione. Le modalita' e la durata delle limitazioni devono essere funzionali alle finalita' dei diversi piani di cui agli articoli 9, 10 e 13. Le ordinanze di cui all'articolo 7, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, possono essere adottate dai sindaci per motivi connessi all'inquinamento atmosferico nei casi e con i criteri previsti dal presente comma. Resta fermo, in assenza dei piani di cui agli articoli 9, 10 e 13 o qualora i piani non individuino i casi ed i criteri di limitazione della circolazione dei veicoli a motore, il potere del sindaco di imporre tali limitazioni per motivi connessi all'inquinamento atmosferico attraverso le ordinanze
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previste dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. I sindaci possono, comunque, vietare la circolazione nei centri abitati per tutti gli autoveicoli che non hanno effettuato il controllo almeno annuale delle emissioni secondo la procedure fissate dal decreto Ministro dei trasporti e della navigazione 5 febbraio 1996. 4. All'attuazione delle previsioni contenute nei piani ai sensi del comma 1, lettere b), e) e f), provvedono le autorita' competenti per l'autorizzazione o per i controlli ai sensi della parte quinta, titoli I, II e III, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nei modi ivi previsti. All'attuazione delle previsioni contenute nei piani ai sensi del comma 1, lettere c) e d), provvedono le autorita' competenti al rilascio delle autorizzazioni ivi indicate. 5. All'attuazione delle previsioni contenute nei piani, nei casi non previsti dai commi 3 e 4, procedono le regioni, le province autonome e gli enti locali mediante provvedimenti adottati sulla base dei poteri attribuiti dalla legislazione statale e regionale. Resta ferma, a tal fine, la ripartizione dei poteri previsti dalla vigente normativa. 6. Le previsioni contenute nei piani in merito ai cantieri, ai sensi del comma 1, lettera h), sono altresi' inserite come prescrizioni nelle decisioni di valutazione di impatto ambientale adottate dalle autorita' competenti ai fini della realizzazione delle opere sottoposte a tale procedura di valutazione. 7. Le modalita' e le procedure di attuazione previste dal presente articolo si applicano anche in caso di misure adottate ai sensi degli articoli 9 e 13 al di fuori dei piani regionali. Fra le note all'art. 11 merita menzione, per il rilevante interesse nel processo ai fini dellindividuazione della posizione di garanzia attribuita al Sindaco nei capi di imputazione il testo del comma 1, lettere a) e b) dell'art. 7 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 maggio 1992, n. 114 supplemento ordinario, che cosi' recita: Art. 7 (Regolamentazione della circolazione nei centri abitati). - 1. Nei centri abitati i comuni possono, con ordinanza del sindaco: a) adottare i provvedimenti indicati nell'art. 6, commi 1,2 e 4; b) limitare la circolazione di tutte o di alcune categorie di veicoli per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti e di tutela del patrimonio artistico, ambientale e naturale, conformemente alle direttive impartite dal Ministro dei lavori pubblici, sentiti, per le
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rispettive competenze, il Ministro dell'ambiente, il Ministro per i problemi delle aree urbane ed il Ministro per i beni culturali e ambientali. Nella medesima prospettiva va menzionato il D. Lgs. 18 agosto 2000 n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali - art. 31 legge 3 agosto 1999, n. 265), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28 settembre 2000. A norma del suddetto T.U. Enti Locali (art. 50 co. 5), il Sindaco, in caso di emergenze sanitarie o di emergenza pubblica a carattere esclusivamente locale, adotta le ordinanze contingibili e urgenti in qualit di rappresentante della comunit locale. Ai sensi dellart. 54 co. 4, il Sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumita' pubblica e la sicurezza urbana. I provvedimenti di cui al presente comma sono tempestivamente comunicati al prefetto anche ai fini della predisposizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione. Come poi dispone il comma 5, qualora i provvedimenti di cui ai commi 1 e 4 possano comportare conseguenze sull'ordinata convivenza delle popolazioni dei comuni contigui o limitrofi, il prefetto indice un'apposita conferenza alla quale prendono parte i sindaci interessati, il presidente della provincia e, qualora ritenuto opportuno, soggetti pubblici e privati dell'ambito territoriale interessato dall'intervento. Il comma 6 stabilisce che in casi di emergenza, connessi con il traffico o con l'inquinamento atmosferico o acustico, ovvero quando a causa di circostanze straordinarie si verifichino particolari necessita' dell'utenza o per motivi di sicurezza urbana, il sindaco puo' modificare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei servizi pubblici, nonche', d'intesa con i responsabili territorialmente competenti delle amministrazioni interessate, gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici localizzati nel territorio, adottando i provvedimenti di cui al comma 4. Lart. 12 del D. Lgs. n. 155/2010 (Obbligo di concentrazione dell'esposizione e obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione per il PM2,5) prevede che: 1. In relazione ai livelli di PM2,5 nell'aria ambiente, le regioni e le province autonome adottano, sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, le misure necessarie ad assicurare il rispetto dell'obbligo di concentrazione dell'esposizione di cui all'allegato XIV e le misure che non comportano costi sproporzionati necessarie a perseguire il raggiungimento dell'obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione disciplinato dal medesimo allegato.
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2. Al fine di calcolare se l'obbligo di concentrazione dell'esposizione e l'obiettivo nazionale di riduzione dell'esposizione di cui al comma 1 sono stati rispettati si utilizza l'indicatore di esposizione media di cui all'allegato XIV. Tale indicatore e' fissato sulla base di misurazioni effettuate da stazioni di fondo ubicate in siti fissi di campionamento urbani, il cui numero, non inferiore a quello previsto all'allegato V, paragrafo 2, e la cui distribuzione in zone e agglomerati dell'interoterritorio devono essere tali da riflettere in modo adeguato l'esposizione della popolazione. Tali stazioni sono scelte con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute e sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997, nell'ambito delle reti di misura regionali, in modo da individuare le variazioni geografiche e l'andamento a lungo termine delle concentrazioni. Lart. 13 (Gestione della qualita' dell'aria ambiente in relazione all'ozono) prevede che 1. Se, in una o piu' aree all'interno di zone o di agglomerati, i livelli dell'ozono superano, sulla base della valutazione di cui all'articolo 8, i valori obiettivo di cui all'allegato VII, le regioni e le province autonome adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, le misure che non comportano costi sproporzionati necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree ed a perseguire il raggiungimento dei valori obiettivo nei termini prescritti. Tali misure devono essere previste in un piano, adottato nel rispetto dei criteri di cui all'appendice IV, che contenga almeno gli elementi di cui all'allegato XV e che tenga anche conto delle misure contenute nel programma nazionale di riduzione delle emissioni di cui al decreto legislativo n. 171 del 2004. Il piano deve essere integrato con i piani di qualita' dell'aria di cui all'articolo 9. 2. Se, in una o piu' aree all'interno di zone o di agglomerati, i livelli dell'ozono superano, sulla base della valutazione di cui all'articolo 8, gli obiettivi a lungo termine e sono inferiori o uguali ai valori obiettivo di cui all'allegato VII, le regioni e le province autonome adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, le misure che non comportano costi sproporzionati necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione aventi influenza su tali aree ed a perseguire il raggiungimento degli obiettivi a lungo termine nei termini prescritti. Tali misure devono essere coerenti con quelle previste nel piano di cui al comma 1, nei piani di qualita' dell'aria di cui all'articolo 9 e nel programma nazionale di riduzione delle emissioni di cui al decreto legislativo n. 171 del 2004. 3. Le regioni e le province autonome adottano, anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20, e nella misura in cui cio' sia consentito da fattori come la
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natura transfrontaliera dell'inquinamento da ozono e le condizioni meteorologiche, le misure necessarie a preservare la migliore qualita' dell'aria ambiente compatibile con lo sviluppo sostenibile ed a garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e della salute umana nelle aree in cui, sulla base della valutazione di cui all'articolo 8, i livelli dell'ozono sono inferiori o uguali agli obiettivi a lungo termine. Le misure interessano, anche in via preventiva, le principali sorgenti di emissione che possono influenzare i livelli dell'ozono in tali aree. 4. Si applica, anche in relazione ai piani e alle misure previste dal presente articolo, quanto disposto dall'articolo 9, commi 6, 7, 8, 9, 11 e 12. Lart. 14 (Misure per il superamento delle soglie di informazione e di allarme) stabilisce che 1. Se, in una zona o in un agglomerato, i livelli degli inquinanti superano, sulla base delle valutazioni di cui agli articoli 5 e 8, la soglia di informazione o una soglia di allarme prevista all'allegato XII, le regioni o le province autonome adottano tutti i provvedimenti necessari per informare il pubblico in modo adeguato e tempestivo attraverso radio, televisione, stampa, internet o qualsiasi altro opportuno mezzo di comunicazione. 2. In caso di superamento della soglia di informazione o delle soglie di allarme, le regioni e le province autonome trasmettono al Ministero dell'ambiente informazioni circa i livelli misurati e la durata del superamento entro lo stesso termine previsto all'articolo 19, comma 8, lettera a), numero 1). Il Ministero dell'ambiente comunica tali informazioni alla Commissione europea e al Ministero della salute nei termini previsti all'articolo 19, comma 9, lettera e), in caso di soglie riferite all'ozono, ed entro tre mesi dalla data della misurazione in caso di soglie riferite ad altri inquinanti. Lart. art. 15 (Esclusioni) prevede, poi, che 1. Le regioni e le province autonome comunicano al Ministero dell'ambiente, per l'approvazione e per il successivo invio alla Commissione europea, l'elenco delle zone e degli agglomerati in cui, relativamente ad un determinato anno, i livelli degli inquinanti previsti all'articolo 1, comma 2, superano i rispettivi valori limite o livelli critici a causa del contributo di fonti naturali. La comunicazione e' accompagnata da informazioni sui livelli degli inquinanti e le relative fonti e contiene gli elementi atti a dimostrare il contributo dato dalle fonti naturali ai superamenti, sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20 ed utilizzando, ove esistenti, gli indirizzi
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formulati dalla Commissione europea. I superamenti oggetto di tale comunicazione non rilevano ai sensi del presente decreto. 2. Con decreto del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute, sentita la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo n. 281 del 1997, sono stabiliti i criteri per la valutazione del contributo di cui al comma 1. 3. Le regioni e le province autonome comunicano al Ministero dell'ambiente, per l'approvazione e per il successivo invio alla Commissione europea, l'elenco delle zone e degli agglomerati in cui i livelli del PM10 superano il rispettivo valore limite per effetto della risospensione del particolato a seguito della sabbiatura o della salatura delle strade nella stagione invernale. La comunicazione e' accompagnata da informazioni sui livelli del PM10 e le relative fonti e contiene gli elementi atti a dimostrare che il superamento e' dovuto a tale risospensione e che sono state comunque adottate misure ragionevoli per ridurre i livelli. I superamenti dovuti a tale risospensione non impongono l'adozione dei piani di cui agli articoli 9 e 10, ferma restando l'adozione di ragionevoli misure di riduzione da individuare anche sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20 ed utilizzando, ove esistenti, gli indirizzi formulati dalla Commissione europea, e l'integrale applicazione del presente decreto ai superamenti dei livelli del PM10 dovuti ad altre cause. Lart. 16 prevede lipotesi di Inquinamento transfrontaliero: 1. In caso di superamento di un valore limite aumentato del margine di tolleranza, di un valore obiettivo, di una soglia di allarme o di un obiettivo a lungo termine, a causa del trasporto transfrontaliero di quantitativi significativi di sostanze inquinanti o dei relativi precursori, il Ministero dell'ambiente, d'intesa con le regioni e le province autonome interessate, provvede a consultare le autorita' competenti degli Stati appartenenti all'Unione europea che risultano coinvolti al fine di individuare le iniziative da avviare in modo congiunto per eliminare il superamento attraverso provvedimenti adeguati e proporzionati. In tal caso possono essere adottati piani comuni, da attuare in modo coordinato, per il raggiungimento dei valori limite ed il perseguimento dei valori obiettivo e degli obiettivi a lungo termine. All'adozione dei piani provvedono le regioni e le province autonome interessate, d'intesa con il Ministero dell'ambiente. 2. In caso di rischio di superamento di un valore limite o di un valore obiettivo di cui agli allegati VII e XI o di una soglia di allarme di cui all'allegato XII presso zone di Stati appartenenti all'Unione europea, prossime ai confini nazionali, sono adottati, nei casi e nei limiti previsti dall'articolo 10, piani d'azione a breve termine comuni che si applicano alle zone
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confinanti degli Stati coinvolti. All'adozione dei piani provvedono le regioni e le province autonome interessate, d'intesa con il Ministero dell'ambiente. Il Ministero dell'ambiente riceve le richieste di piani comuni che gli Stati confinanti in cui sussiste tale rischio di superamento trasmettano all'Italia ed invia agli Stati confinanti, anche su indicazione della regione o della provincia autonoma interessata, le richieste di piani comuni nel caso in cui tale rischio sussista nel proprio territorio. In presenza di zone di Stati appartenenti all'Unione europea, prossime ai confini nazionali, presso le quali e' stato adottato un piano d'azione a breve termine, le regioni e le province autonome interessate, d'intesa con il Ministero dell'ambiente, assicurano l'invio di tutte le informazioni utili alle autorita' competenti dello Stato confinante. 3. In caso di superamento delle soglie di informazione o delle soglie di allarme di cui al presente decreto in zone o agglomerati prossimi ai confini nazionali, le regioni e le province autonome interessate, d'intesa con il Ministero dell'ambiente, provvedono a informare tempestivamente le autorita' competenti degli Stati confinanti appartenenti all'Unione europea, anche al fine di consentire che tali informazioni possano essere rese disponibili al pubblico. 4. Nell'esecuzione degli adempimenti previsti dai commi precedenti devono essere altresi' assunte, ove opportuno, le iniziative utili ad assicurare una cooperazione con Stati non appartenenti all'Unione europea, con particolare riferimento a quelli confinanti ed a quelli che sono candidati all'adesione. L art. 18 disciplina, ancora, lInformazione del pubblico individuando i relativi obblighi da parte delle amministrazioni e gli altri enti che esercitano le funzioni previste dal decreto, i quali debbono assicurare, per quanto di competenza, l'accesso del pubblico e la diffusione al pubblico delle seguenti informazioni: a) le informazioni relative alla qualita' dell'aria ambiente previste all'allegato XVI; b) le decisioni con le quali sono concesse o negate le deroghe previste all'articolo 9, comma 10; c) i piani di qualita' dell'aria previsti all'articolo 9 e all'articolo 13 e le misure di cui all'articolo 9, comma 2, e di cui all'articolo 13, comma 2; d) i piani di azione previsti all'articolo 10; e) le autorita' e gli organismi titolari dei compiti tecnici di cui all'articolo 17. Per la diffusione al pubblico di tali informazioni si prevede lutilizzo della radiotelevisione, stampa, pubblicazioni, pannelli informativi, reti informatiche o altri strumenti di adeguata potenzialita e di facile accesso, senza oneri aggiuntivi per il pubblico. Quanto alle specifiche caratteristiche delle informazioni diffuse al pubblico il decreto prevede che esse devono essere
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aggiornate e precise e devono essere rese in forma chiara e comprensibile. I piani e un documento riepilogativo delle misure di cui al comma 1, lettera c), devono essere, in tutti i casi, pubblicati su pagina web. E previsto, anche, che le regioni e le province autonome elaborino e mettano a disposizione del pubblico relazioni annuali aventi ad oggetto tutti gli inquinanti disciplinati dal decreto e contenenti una sintetica illustrazione circa i superamenti dei valori limite, dei valori obiettivo, degli obiettivi a lungo termine, delle soglie di informazione e delle soglie di allarme con riferimento ai periodi di mediazione previsti, con una sintetica valutazione degli effetti di tali superamenti. Per pubblico, come nel decreto stesso precisato si intendono anche le associazioni ambientaliste, le associazioni dei consumatori, le associazioni che rappresentano gli interessi di gruppi sensibili della popolazione, nonche' gli altri organismi sanitari e le associazioni di categoria interessati. Lart. 19 (Relazioni e comunicazioni) stabilisce gli obblighi di comunicazione e relazione per le regioni e le province autonome allo Stato ed allISPRA, individuandone i contenuti e precise cadenze temporali nelle diverse ipotesi disciplinate: Fatto salvo quanto previsto per le sostanze inquinanti oggetto delle comunicazioni disciplinate ai commi 3, 5 e 7, le regioni e le province autonome trasmettono i seguenti dati ed informazioni al Ministero dell'Ambiente ed all'ISPRA: a) per le zone di cui all'articolo 9, comma 1: 1) entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, i livelli che superano i valori limite oltre il margine di tolleranza o che superano i valore limite degli inquinanti per i quali non e stabilito un margine di tolleranza, le date o i periodi in cui il superamento si e' verificato, nonche i valori misurati, utilizzando a tal fine il formato dell'appendice VI; 2) entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, i motivi di ciascun superamento, utilizzando a tal fine il formato dell'appendice VI; 3) entro diciotto mesi dalla fine dell'anno durante il quale sono stati misurati o valutati i livelli di cui al numero 1), i piani di cui all'articolo 9, comma 1, nonche' le informazioni di cui all'appendice VII nel formato ivi previsto; 4) entro due mesi dalla relativa adozione, le modifiche, le integrazioni e gli aggiornamenti dei piani trasmessi ai sensi del punto 3); b) entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, gli aggiornamenti intervenuti nell'elenco delle zone e degli agglomerati di cui all'articolo 9, commi 1 e 3, utilizzando a tal fine il formato dell'appendice VI;
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c) ricorrendone i presupposti, la relazione prevista dall'allegato I, paragrafo 2, da inviare unitamente alle informazioni trasmesse ai sensi della lettera a), punti 1) e 2), e delle lettere b) ed f); d) entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, i dati sui livelli di concentrazione di cui all'articolo 6, comma 1, lettera a), utilizzando il formato stabilito nel decreto previsto da tale articolo; e) entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, i dati sui livelli di concentrazione di cui all'articolo 6, comma 1, lettera d), utilizzando il formato stabilito nel decreto previsto da tale articolo; f) per tutte le zone e gli agglomerati, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, la determinazione del superamento delle soglie di valutazione superiore o inferiore utilizzando a tal fine il formato dell'appendice VI. Lo stesso articolo prevede gli obblighi e i tempi di comunicazione da parte del Ministero dellambiente alla Commissione europea dei dati e delle informazioni ricevute in ordine ai i livelli degli inquinanti ed ai valori misurati, le modifiche, le integrazioni e gli aggiornamenti dei piani, gli aggiornamenti intervenuti nell'elenco delle zone e degli agglomerati: Il Ministero dell'ambiente, sulla base dei dati e delle informazioni di cui al comma 1 verificati ai sensi del comma 12, comunica alla Commissione europea: a) entro nove mesi dalla fine di ciascun anno, i dati e le informazioni di cui al comma 1, lettera a), numeri 1) e 2), e lettere b), c) ed f); b) entro due anni dalla fine dell'anno in cui sono stati misurati o valutati i livelli di cui al comma 1, lettera a), numero 1), le informazioni di cui all'appendice VII nel formato ivi previsto; c) entro due anni dalla fine dell'anno in cui sono stati per la prima volta misurati o valutati i livelli di cui al comma 1, lettera a), numero 1), i piani di cui al comma 1, lettera a), numero 3); d) entro tre mesi dalla relativa ricezione, le modifiche, le integrazioni e gli aggiornamenti di cui al comma 1, lettera a), numero 4); e) entro tre mesi dalla relativa ricezione, i dati e le informazioni di cui al comma 1, lettera d). Alle regioni e province autonome fatto, altres obbligo di trasmettere utilizzando il formato dell'appendice VI, al Ministero dell'ambiente e all'ISPRA i dati sui livelli di concentrazione e sulle deposizioni di cui all'articolo 6, comma 1, lettere b) e c), e, per tutte le zone e gli agglomerati la determinazione del superamento delle soglie di valutazione superiore o inferiore di cui all'allegato II, paragrafo 1, tabella 7, nonche', in relazione alle zone ed agli agglomerati di cui all'articolo 9, comma 2, i seguenti dati e informazioni: a) l'elenco di tali zone e agglomerati, con individuazione delle aree di superamento;
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b) i livelli di concentrazione degli inquinanti oggetto di valutazione; c) le informazioni sui motivi dei superamenti, con particolare riferimento alle fonti; d) le informazioni sulla popolazione esposta ai superamenti. I dati e le informazioni di cui al comma 3 e, ricorrendone i presupposti, la relazione prevista all'allegato I, paragrafo 2, sono trasmessi con cadenza annuale entro il 30 giugno dell'anno successivo a quello a cui si riferiscono. 5. Le regioni e le province autonome trasmettono tempestivamente al Ministero dell'ambiente e all'ISPRA: a) la documentazione relativa all'istruttoria effettuata al finedi individuare le misure necessarie a perseguire il raggiungimento dei valori obiettivo di cui all'allegato XIII e di individuare, tra le stesse, quelle che non comportano costi sproporzionati; b) nei casi in cui l'istruttoria svolta dalla regione o provincia autonoma ha esito positivo, le misure adottate ai sensi dell'articolo 9, comma 2. Ed, ancora, il Ministero dell'ambiente, entro i tre mesi successivi alla data prevista nel comma 4, comunica alla Commissione europea i dati e le informazioni previsti da tale comma verificati ai sensi del comma 12, nonche', limitatamente agli idrocarburi policiclici aromatici ed ai metalli, i dati e le informazioni di cui all'articolo 6, comma 3, verificati ai sensi del comma 12. Il Ministero dell'ambiente comunica inoltre alla Commissione europea la documentazione e le misure di cui al comma 5 verificate ai sensi del comma 12, entro tre mesi dalla relativa ricezione. Al comma settimo dello stesso articolo si prevede che Le regioni e le province autonome trasmettono i seguenti dati ed informazioni al Ministero dell'ambiente ed all'ISPRA: a) entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, gli aggiornamenti intervenuti nell'elenco delle zone e degli agglomerati di cui all'articolo 13, commi 1, 2 e 3, utilizzando a tal fine il formato di cui all'appendice VI; b) entro diciotto mesi dalla fine dell'anno in cui sono stati misurati o valutati superamenti del valore obiettivo di cui all'allegato VII, le informazioni previste all'appendice VIII, sezione I, inclusa la documentazione relativa all'istruttoria effettuata al fine di individuare le misure necessarie a perseguire il raggiungimento del valore obiettivo e di individuare, tra le stesse, quelle che non comportano costi sproporzionati; c) per le zone di cui all'articolo 13, commi 1 e 2, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, i livelli di ozono che superano il valore obiettivo e l'obiettivo a lungo termine, le date in cui il
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superamento si e' verificato, nonche' le relative cause ed i valori misurati, utilizzando a tal fine il formato di cui all'appendice VI; d) per tutte le zone e gli agglomerati, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno, i livelli di ozono che superano le soglie di informazione e di allarme, le date in cui il superamento si e' verificato, nonche' le relative cause ed i valori misurati, utilizzando il formato di cui all'appendice VI; e) per tutte le zone e gli agglomerati, entro 6 mesi dalla fine di ciascun anno, le altre informazioni previste per l'ozono e per i relativi precursori di cui all'appendice VI; f) ogni tre anni, entro il 30 marzo successivo alla fine di ciascun triennio, le informazioni previste all'appendice VIII, sezioni II e III, con la documentazione relativa all'istruttoria effettuata al fine di individuare le misure necessarie a perseguire il raggiungimento dell'obiettivo a lungo termine e di individuare, tra le stesse, quelle che non comportano costi sproporzionati; g) ricorrendone i presupposti, la relazione prevista all'allegato I, paragrafo 2, da inviare unitamente alle informazioni trasmesse ai sensi delle lettere a), c), d) ed e). Al comma ottavo sono poi disciplinati e calendati gli altri obblighi di comunicazione delle regioni e province autonome di dati ed informazioni all'ISPRA. 9. Il Ministero dell'ambiente, sulla base dei dati e delle informazioni di cui al comma 7 verificati ai sensi del comma 12, comunica alla Commissione europea: a) entro nove mesi dalla fine di ciascun anno, le informazioni di cui al comma 7, lettera a); b) entro due anni dalla fine dell'anno in cui sono stati misurati o valutati i superamenti del valore obiettivo, le informazioni di cui al comma 7, lettera b); c) entro nove mesi dalla fine di ciascun anno, le informazioni di cui al comma 7, lettere c), d) e) e g); d) ogni tre anni, entro il 30 settembre successivo alla fine di ciascun triennio, le informazioni di cui al comma 7, lettera f); e) entro i cinque giorni successivi alla scadenza del termine previsto al comma 13, lettera a), le informazioni ivi previste e, entro il 31 ottobre di ciascun anno, le informazioni previste al comma 13, lettera b). 10. Per la trasmissione dei dati e delle informazioni di cui al presente articolo si osservano, ove gia' definite, le modalita' stabilite dalla Commissione europea.
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11. La trasmissione dei dati e delle informazioni di cui ai commi 1, 4, 5 e 7 e' effettuata mediante supporto informatico non riscrivibile. 12. L'ISPRA, d'intesa con il Ministero dell'ambiente, verifica la completezza e la correttezza dei dati e delle informazioni ricevuti ai sensi dei commi 1, 4, 5 e 7, e dell'articolo 6, comma 3, nonche' la conformita' del formato, ed, a seguito di tale verifica, aggrega su base nazionale tutti i dati e le informazioni delle appendici da VI a IX, mantenendone il formato. A tale aggregazione si procede per la prima volta nel 2013 con riferimento ai dati ed alle informazioni relativi al 2012. Sono esclusi da tale verifica i piani e le relative modifiche ed integrazioni di cui al comma 1, lettera a), punti 3 e 4. In caso di dati ed informazioni incompleti o difformi rispetto ai requisiti previsti, il Ministero dell'ambiente informa le regioni e le province autonome interessate che provvedono tempestivamente ad un nuovo invio all'ISPRA ed al Ministero stesso. 13. L'ISPRA verifica la completezza e la correttezza dei dati e delle informazioni ricevuti ai sensi del comma 8 e li invia al Ministero dell'ambiente nel formato di cui all'appendice IX, sezioni I e II, entro: a) quindici giorni nel caso di cui al comma 8, lettera a), punto 1); b) venti giorni nel caso di cui al comma 8, lettera a), punto 2). 14. L'ISPRA carica tempestivamente, sulla banca dati appositamente individuata dall'Agenzia europea per l'ambiente, i dati e le informazioni trasmessi dal Ministero dell'ambiente ai sensi dei commi 2, 6 e 9. 15. Il Ministero dell'ambiente, d'intesa con il Ministero della salute, comunica alla Commissione europea le autorita' e gli organismi di cui all'articolo 1, comma 6. 16. I dati relativi ai livelli misurati oggetto di trasmissione ai sensi del comma 1, lettere a) ed e), del comma 3, lettera b), del comma 7, lettere c) e d), e del comma 8 si riferiscono a tutte le stazioni di misurazione previste nel programma di valutazione. 17. I dati e le informazioni necessari ai fini dell'applicazione del sistema di scambio reciproco previsto dalla decisione della Commissione europea 97/101/CE del 27 gennaio 1997 sono trasmessi dalle regioni e dalle province autonome o, su delega, dalle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, all'ISPRA entro il 30 aprile di ciascun anno. Tale trasmissione ha ad oggetto i dati
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rilevati dalle stazioni di misurazione previste nei relativi programmi di valutazione, nonche' le correlate informazioni. La successiva trasmissione, da parte dell'ISPRA all'Agenzia europea per l'ambiente, entro il 1 ottobre di ciascun anno, include anche i dati rilevati dalle altre stazioni di misurazione previste all'articolo 6. Allart. 22 (Disposizioni transitorie e finali) poi stabilito che I provvedimenti di zonizzazione e di classificazione, la rete di misura, i piani e le misure di qualita' dell'aria esistenti ai sensi della normativa previgente sono adeguati alle disposizioni del presente decreto nel rispetto delle procedure e dei termini fissati dagli articoli che precedono, anche alla luce di un esame congiunto nel Coordinamento di cui all'articolo 20. In caso di mancato adeguamento si applicano i poteri sostitutivi previsti all'articolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e all'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131. In esso si prevede, poi, che i provvedimenti generali attributivi di finanziamenti o di altri benefici alle regioni, alle province autonome ed agli enti locali, adottati dal Ministero dell'ambiente in materia di qualita' dell'aria o di mobilita' sostenibile, prevedono, tra le cause ostative all'erogazione, la reiterata violazione degli obblighi di trasmissione o di conformazione previsti all'articolo 3, comma 3, all'articolo 5, comma 6, all'articolo 19 ed ai commi 1, 3 e 4 del presente articolo, nonche' l'indisponibilita' a sottoscrivere, in un dato termine, gli accordi di cui all'articolo 5, comma 7. Esso poi definisce lobbligo per lo Stato, le regioni e le province autonome ad elaborare i rispettivi inventari delle emissioni, aventi adeguata risoluzione spaziale e temporale, in conformita' ai criteri previsti all'appendice V, prevedendo la specifica competenza dell'ISPRA (ogni cinque anni, e per la prima volta entro il 2012 con riferimento all'anno 2010), a scalare su base provinciale l'inventario nazionale disciplinato all'articolo 4 del decreto legislativo n. 171 del 2004, al fine di consentire l'armonizzazione con gli inventari delle regioni e delle province autonome (questi ultimi predisposti con cadenza triennale e per la prima volta con riferimento all'anno 2010). All'ENEA, in collaborazione con l'ISPRA, assegnato il compito di provvedere a scalare ulteriormente, in coerenza con la risoluzione spaziale del modello nazionale, l'inventario nazionale scalato su base provinciale entro sei mesi dall'elaborazione di quest'ultimo, al fine di ottenere gli elementi di base per le simulazioni modellistiche di cui al comma 5 e consentire il confronto previsto da tale comma e le valutazioni necessarie all'esercizio dei poteri sostitutivi di cui al comma 1. I risultati di tali elaborazioni sono resi
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disponibili alle regioni e alle province autonome per le valutazioni di cui al comma 1 e di cui agli articoli 5 e 8. E ancora prevista lo Stato, le regioni e le province autonome elaborano i rispettivi scenari energetici e dei livelli delle attivita produttive, con proiezione agli anni in riferimento ai quali lo Stato provvede a scalare l'inventario nazionale su base provinciale e, sulla base di questi, elaborano i rispettivi scenari emissivi. Gli scenari energetici e dei livelli delle attivita' produttive si riferiscono alle principali attivita produttive responsabili di emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera, ai piu' importanti fattori che determinano la crescita economica dei principali settori, come l'energia, l'industria, i trasporti, il riscaldamento civile, l'agricoltura, e che determinano i consumi energetici e le emissioni in atmosfera, individuati nell'appendice IV, parte II. Ancora all'ISPRA compete lelaborazione dello scenario energetico e dei livelli delle attivita produttive nazionale che provvede a scalare su base regionale e, sulla base di tale scenario, allENEA il compito di elaborare, secondo la metodologia a tali fini sviluppata a livello comunitario, lo scenario emissivo nazionale. Le regioni e le province autonome armonizzano i propri scenari con le rispettive disaggregazioni su base regionale dello scenario nazionale sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento (di cui all'articolo 20). Le regioni e le province autonome assicurano la coerenza tra gli scenari elaborati e gli strumenti di pianificazione e programmazione previsti in altri settori, quali, per esempio, l'energia, i trasporti, l'agricoltura. Lo Stato, le regioni e le province autonome selezionano le rispettive tecniche di modellizzazione, da utilizzare per la valutazione e la gestione della qualita' dell'aria ambiente, sulla base delle caratteristiche e dei criteri individuati dall'appendice III. Il confronto tra le simulazioni effettuate con il modello nazionale e le simulazioni effettuate con i modelli delle regioni e delle province autonome e' operato sulla base dei parametri individuati nell'appendice III e sulla base degli indirizzi espressi dal Coordinamento di cui all'articolo 20. L'ENEA elabora ogni cinque anni, e per la prima volta entro il mese di giugno 2014 con riferimento all'anno 2010, simulazioni modellistiche della qualitadell'aria su base nazionale, utilizzando l'inventario delle emissioni nazionale opportunamente scalato. I risultati di tali elaborazioni sono resi disponibili alle regioni e alle province autonome per le valutazioni di cui al comma 1 e di cui agli articoli 5 e L'ENEA elabora inoltre, su richiesta del Ministero dell'ambiente, proiezioni su base modellistica della qualita' dell'aria in relazione a specifiche circostanze quali, ad esempio, procedure comunitarie, azioni previste all'articolo 16 e situazioni di inadempimento (previste al
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comma 1). L'ENEA partecipa regolarmente agli esercizi di intercomparazione fra modelli avviati nell'ambito dei programmi comunitari riferiti alla valutazione della qualita' dell'aria. Per l'invio dei dati e delle informazioni di cui all'articolo 19, comma 4, riferiti al 2008, continuano ad applicarsi i termini previsti dall'articolo 8 del decreto legislativo n. 152 del 2007. Per l'invio delle informazioni di cui all'articolo 19, comma 7, lettera f), relative al triennio 20072009, continuano ad applicarsi i termini previsti dall'articolo 9, comma 1, lettera g), e comma 2, lettera g), del decreto legislativo n. 183 del 2004. Con apposito regolamento ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 17 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'ambiente, di concerto con il Ministro della salute, da adottare entro l'inizio del secondo anno civile successivo all'entrata in vigore della decisione prevista all'articolo 28, comma 2, della direttiva 2008/50/CE, si provvede, in conformita' a tale decisione, alla disciplina delle attivita' di relazione e comunicazione in sostituzione di quanto previsto all'articolo 14, comma 2, ed all'articolo 19. Normativa regionale Di seguito vengono indicati i principali provvedimenti emanati dalla Regione Siciliana in materia di inquinamento atmosferico : - D. A. 21 agosto 1989 Istituzione della rete regionale di rilevamento dellinquinamento atmosferico - D. A. n. 888/17 del 18 novembre 1993 Modifiche al D. A. 12 luglio 1991, concernente norme di comportamento per la limitazione delle emissioni nocive nellarea industriale di Siracusa - L.R. 3 ottobre 1995, n. 71 Disposizioni urgenti in materia di territorio e ambiente - D. A. 3 febbraio 1995, n. 50/17 Modalit per il rilascio alle imprese delle autorizzazioni previste dagli artt.4 e 5 del D.P.R. 25 luglio 1991 - D.P. Regione 24 marzo 1997, n. 73 - D. A. 14 luglio 1997 Fissazione degli adempimenti a carico delle imprese che generano emissioni diffuse di polveri - D. A. n. 67/17 del 13 febbraio 1998 Direttive per il contenimento dellinquinamento atmosferico nellarea industriale di Milazzo - D. A. n. 66/17 del 13 febbraio 1998 Direttive per il contenimento dellinquinamento atmosferico nellarea industriale di Gela
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- D.A. n. 298/17 del 26 giugno 1998 Interconnessione delle reti di rilevamento e approvazione delle norme di comportamento per le industrie ricadenti nellarea industriale di Milazzo - D. P. Regione 17 novembre1998, n. 374 - D. A. 18 marzo 1999 Disposizioni relative alle analisi periodiche delle emissioni per alcune attivit a ridotto inquinamento atmosferico - D. A. 18 aprile 2001 nuove direttive per lottenimento di autorizzazioni alle emissioni in atmosfera, ai sensi del D.P.R. 24 maggio 1988, n. 203. ******* Venendo al resoconto delle prove dichiarative assunte nel corso delistruzione dibattimentale, il teste Colimberti Orazio, dipendente dellA.M.I.A. quale dirigente dellarea tecnica dal maggio 1986 e dal 5 novembre 2002 direttore generale dellAzienda, ha riferito in ordine al progetto per linstallazione di una rete di rilevamento dati relativi allinquinamento atmosferico affidato alla stessa A.M.I.A. tra il 1995 ed il 1996, di concerto con lAmministrazione Comunale. Unappendice contrattuale prevedeva il corrispettivo legato al costo delloperazione, che contemplava linstallazione delle centraline, lacquisizione del personale necessario e lavvio del sistema. LA.M.I.A. aveva curato la realizzazione del progetto, linstallazione, la direzione dei lavori, il rilevamento dati, la validazione e la trasmissione degli stessi con frequenza quotidiana allAmministrazione Comunale. Era stata dunque creata una struttura deputata al controllo ambientale, inserita in un dipartimento che curava i sistemi informativi, la logistica etc. Successivamente tale struttura, gi negli anni 2000, era stata assegnata ad altro dipartimento dellA.M.I.A., il Dipartimento Impianti, diretto dal 2001 fino a met del 2007 dalling. Cutrone; quindi, la direzione era passata alling. Leone. LUfficio di controllo ambientale aveva sempre avuto un coordinatore nella persona delling. Vultaggio. I dati rilevati dal sistema erano trasmessi al settore ambiente del Comune per via telematica ed il periodo di osservazione quotidiana copriva ogni giorno le ventiquattro ore; i dati venivano trasmessi al Comune la mattina successiva, fra le ore 9,00 e le ore 10,00, a validazione effettuata; loperazione avveniva, dunque, a distanza di circa dieci ore rispetto al rilevamento. Il numero delle centraline previste inizialmente in progetto (otto o dieci) fu poi aumentato (a dieci o a dodici); la scelta del numero fu conforme alla previsione normativa.
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Il teste ha soggiunto che venivano stilate anche delle tabelle annuali e che i sistemi di rilevamento sono tuttoggi in funzione, come pure il sistema di comunicazione quotidiana dei dati. Nel corso del periodo compreso tra il 2001 e il 2008 si sono verificate talune avarie, ma la resa dei sistemi sempre stata prossima al 100%. Il teste non ha ricordato di essere stato convocato per partecipare a riunioni che avevano ad oggetto problemi concernenti la risoluzione della problematica dellinquinamento, ma si detto certo che ve ne fossero state e che vi avessero partecipato il direttore del Dipartimento e ling. Vultaggio. Nel corso del suo esame dibattimentale, il teste Vultaggio Marcello, in servizio allA.M.I.A., ha confermato di essersi occupato dal 1995 della gestione tecnico-operativa della rete di rilevamento della qualit dellaria del Comune di Palermo, curando la direzione dei lavori allatto dellinstallazione della rete; nel 2001, al momento dellampliamento della rete, cur il progetto e la messa in servizio; tuttora coordina il gruppo di sei persone, composto da tecnici, che in seno allA.M.I.A. si occupa del controllo ambientale. Le centraline in atto installate in citt sono nove, pi una stazione meteo sulla discarica di Bellolampo. Nel 1995, con un primo stralcio del finanziamento del Ministero dellAmbiente erano state realizzate sette centraline, che nel 2001 come del resto previsto nel progetto iniziale - grazie ad un successivo finanziamento furono portate a nove, in quanto la nuova normativa richiedeva il monitoraggio di altri parametri inquinanti. Il teste ha spiegato che il meccanismo di rilevamento si svolge in diverse fasi: il ciclo di monitoraggio si svolge dalle ore 00,00 alle ore 24,00 di ogni giorno. Alle 7,00-7,30 (inizio della giornata operativa) del giorno successivo, si procede alla analisi dei dati e alla loro validazione, verificando che rispondano ai criteri di qualit e affidabilit tecnica richiesti dalla vigente normativa; quindi si stila il bollettino sintetico dei dati della qualit dellaria, che veniva trasmesso a mezzo fax - o, attualmente, via e-mail - a tutti gli enti interessati e competenti (Direzione A.M.I.A. e Settore Ambiente e Mobilit del Comune, nelle persone prima delling. Costantino e, in epoca successiva, delling. Carioti). Il numero di centraline installate era corrispondente a quello richiesto dalle previsioni normative allora vigenti, alla stregua delle direttive tecniche Istisan, del D.P.R. n. 203/1988 e
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del D.P.R. 24.11.1991; successivamente, nel 2008, il quadro normativo mut; nellallocazione delle stazioni di rilevamento furono comunque seguiti i criteri imposti dalla legge. Il teste ha aggiunto che, a sua memoria, non si registrarono anomalie, in quanto la rete era dotata di apparecchiature di scorta utilizzabili nel giro di ventiquattro ore; non stato in grado di escludere con certezza che talvolta si fossero verificate disfunzioni nel sistema. Negli anni compresi tra il 2001 e il 2008 riscontr personalmente il superamento dei limiti imposti dalla normativa ed ebbe modo di partecipare a riunioni indette dal Comune di Palermo per fronteggiare il problema dellinquinamento atmosferico, anche con frequenza settimanale. Nel corso di tali riunioni si discuteva di eventuali provvedimenti finalizzati ad abbattere linquinamento e si avanzavano varie ipotesi, tutte orientate a ridurre il volume di autovetture circolanti, essendo il traffico veicolare uno degli elementi di pressione sullambiente. Furono adottati provvedimenti che imponevano la circolazione a targhe alterne e la limitazione del traffico in alcune fasce orarie; pi recentemente, furono istituite le ZTL (Zone a Traffico Limitato). Vi furono poi proposte legate allottimizzazione della mobilit, fra cui quella dei cd. semafori intelligenti. Alle riunioni partecipavano lAssessore allAmbiente Avanti, lAssessore al Traffico Ceraulo e, talvolta, anche il Sindaco. Il teste ha precisato che, a Palermo, le fonti principali dellinquinamento atmosferico dellaria sono costituite prevalentemente dal traffico veicolare, ma anche dalle emissioni delle navi presenti nel bacino portuale, nonch da qualche fenomeno isolato relativo a modeste attivit industriali. A seconda della tipologia di inquinante si utilizzano metodologie diverse per il rilevamento: ad esempio, per gli inquinanti gassosi si ricorre a tecniche di tipo chimico-fisico, con limpiego di sensori che lavorano nel campo della spettrometria sfruttando la risposta elettromagnetica propria di alcune molecole sottoposte a irraggiamento (come per il monossido di carbonio, che assorbe una particolare radiazione infrarossa). Per la rilevazione delle polveri sottili prevista dalla normativa, il PM10 (materiale particellare con diametro aerodinamico equivalente inferiore a dieci micron), che sulla base degli studi scientifici la frazione metrica pi pericolosa perch riesce a superare la prime vie aeree, si procede alla raccolta delle polveri su filtro (membrana filtrante porosa) e alla successiva analisi del materiale raccolto, che non costituito esclusivamente da sostanze inquinanti, ma anche da aerosol marino, essendo Palermo una citt di mare.
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La normativa non richiede la differenziazione delle sostanze raccolte dalla membrana filtrante; scirocco e libeccio, ha soggiunto il teste, apportano rilevanti quantitativi di inquinanti, tant che nei periodi in cui soffiano tali venti si registrano valori di concentrazione estremamente alti. Ad esempio, il limite previsto dalla normativa vigente per il PM10 di 50 microgrammi per metro cubo, ma nei giorni in cui spira il vento di scirocco si registrano anche concentrazioni di 200/300 microgrammi per metro cubo. Gli sforamenti dei 50 microgrammi metro cubo giornalieri, per il PM10, non possono essere pi del 10% allanno, ovvero pi di trentacinque allanno. La direttiva europea prevede, poi, una serie di casi, i c.d. eventi eccezionali, in cui possibile scorporare dal computo i superamenti rilevati. Di solito in un anno si verificano da dieci a quindici sforamenti dovuti ad eventi eccezionali (in particolare venti di scirocco o di libeccio). Lo spray marino non viene considerato evento eccezionale e si somma alle polveri sottili, poich dal punto di vista tecnico non si pu scorporare; in una citt di mare, quindi, i valori registrati sono superiori a quelli di altre citt non interessate dal fenomeno. In uno studio condotto unitamente allUniversit per valutare la composizione chimica delle polveri emerso che, nellarco di due settimane, tra la centralina pi vicina al mare e quella pi lontana si riscontravano variazioni dal 10% al 30%. Tuttavia tale analisi, costosa, laboriosa e non richiesta dalla normativa in materia, non veniva effettuata quando si verificava un superamento. Oggetto della comunicazione era quindi, in questo caso, il dato oggettivo costituito dallo sforamento. Dopo avere ribadito che la normativa europea prevede che in caso di eventi eccezionali (i quali vengono regolarmente segnalati), il dato possa essere sottratto dal computo complessivo, il teste ha precisato di non sapere se tale sottrazione venisse effettivamente operata; ha infine aggiunto che il fenomeno meteo-climatico di inversione termica, quale quello riscontrato il 21.6.2006, non considerato dalla normativa come un evento eccezionale e dunque non viene segnalato. Il teste Pedicone Maurizio, Comandante della Polizia Municipale di Palermo dal febbraio del 2003 allagosto del 2007, ha riferito in ordine alla nota da lui redatta in data 23.11.2005 (documento n. 8 della produzione documentale esibitagli dal P.M.) in riscontro ad una richiesta del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, con la quale si sollecitava lindicazione degli atti e provvedimenti adottati dal Comando della Polizia Municipale in relazione al superamento dei limiti segnalato dalle centraline.
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Si trattava perci di una nota di trasmissione, con allegati i documenti concernenti lattivit del Corpo in merito ai dispositivi attuati nel momento in cui perveniva la comunicazione via fax alla C.O. da parte del Settore Ambiente del Comune di Palermo. I dati pervenivano il giorno successivo al rilevamento ed a seconda che venissero superate una o laltra delle soglie di allarme, scattava un dispositivo diverso di intervento, pi o meno incisivo; venivano diramati gli ordini alle pattuglie dedicate e queste si recavano immediatamente nellarea circostante alle centraline provvedendo alla fluidificazione del traffico, con unazione di contrasto alle doppie file e a qualunque altro ostacolo allo scorrimento veicolare, come la presenza di ambulanti abusivi. Gli interventi erano oggetto di programmazione con il vice-comandante e venivano concordati con lAmministrazione Comunale. Nel protocollo degli interventi programmati non era contemplato il blocco del traffico, poich il corpo era fortemente carente di organico (a fronte delle 1.800 unit previste in pianta ve ne erano, di fatto, poco pi di 1.300). Ci indusse a ridurre il personale dislocato negli uffici, che venne trasferito in numero di 140 unit ai servizi operativi di Polizia Stradale. Il provvedimento fu per duramente avversato dai sindacati, che indissero assemblee soprattutto nei giorni di gioved senzauto istituiti dallAmministrazione Comunale prima dellavvio delle ZTL. Le doglianze riguardavano anche le ripercussioni sulla salute degli operatori trasferiti su strada; come da protocollo, costoro venivano sottoposti a visite mediche, al pari di tutto il personale della Polizia Municipale. Il medico competente aveva disposto luso delle mascherine che filtrano il particolato PM10, a scopo esclusivamente preventivo. I suddetti interventi erano concordati con lAssessore al Traffico Ceraulo. Quando si tenevano tavoli tecnici concernenti il problema dellinquinamento atmosferico (ci si verificava una o due volte al mese), in qualit di Comandante della Polizia Municipale egli era regolarmente chiamato ad intervenire, con la presenza ora dellAssessore Avanti, ora dellAssessore Ceraulo. In quel contesto, il teste sent parlare dellorganizzazione dei gioved senzauto, delle ZTL corredate da un dispositivo di videosorveglianza e dei semafori intelligenti, in merito ai quali ha riferito di avere saputo dellesistenza di un progetto Onda, che prevedeva che lAMG
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mettesse a punto un sistema semaforico volto ad ottimizzare le soste; tuttavia il sistema, avviato a livello sperimentale, per carenza di fondi non ebbe carattere continuativo. Sent parlare, ancora, del car-sharing, anche se non era un servizio di sua competenza. Nulla ha saputo riferire circa gli scuolabus, mentre ha ricordato che la misura delle targhe alterne era stata una delle opzioni proposte. stato quindi esaminato il dott. Mauro Sanna, consulente tecnico del P.M., che dopo avere premesso di essere un chimico e di essersi interessato alla materia ambientale sin dal 1971, avendo svolto indagini sullinquinamento atmosferico anche in altre citt, ha precisato di essere dipendente dellARPA Lazio. Quanto alloggetto della consulenza, il dott. Sanna stato incaricato di prendere in esame i dati delle centraline di rilevamento dislocate nella citt di Palermo per il periodo compreso dal 2001 al 2005 e di rispondere ai seguenti quesiti: indicare se la rete di monitoraggio installata fosse adeguata; se la rete stessa fosse rispondente e conforme agli obiettivi da perseguire; se i provvedimenti adottati dagli enti competenti per ridurre le conseguenze dellinquinamento atmosferico fossero conformi alle specifiche norme tecniche a tutela della salute. Le risposte ai primi due quesiti sono state affermative; anzi, con riferimento al primo si accertato che la rete di monitoraggio era addirittura ridondante. La risposta al terzo quesito stata invece negativa, in quanto i dati rilevati dalle centraline nel periodo oggetto di esame in relazione a vari parametri, e precisamente PM10, NO2, NO3 sono risultati non conformi ai limiti previsti, nel senso che furono registrati numerosi superamenti della soglia massima prevista dalla legge per i diversi parametri e, nel tempo, non vi fu alcun miglioramento. I provvedimenti adottati dai vari organi competenti, fra i quali il Sindaco quale Commissario straordinario, non furono efficaci, poich i dati rimasero superiori ai limiti tabellari. In ordine alla provenienza e alla composizione del particolato, nella relazione non stata operata alcuna distinzione, poich i consulenti si sono basati sui dati oggettivi rilevati dalle centraline, evidenziando comunque come un rilevante quantitativo di PM10 fosse da addebitare allinquinamento atmosferico determinato dal traffico urbano. Secondo i dati di letteratura (p. 37 della relazione) la causa preponderante delle emissioni di PM10 il traffico urbano, in una percentuale del 62%, mentre la parte rimanente da attribuire alle emissioni degli impianti di riscaldamento e degli impianti industriali.
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Quanto al terzo quesito, i provvedimenti adottati non sono stati esaminati nel merito, ma gli effetti di essi sono risultati del tutto trascurabili, in quanto la situazione rimase invariata. Il consulente ha precisato di non essere in grado di valutare se i vigili urbani fossero maggiormente esposti a rischi, in quanto tale valutazione presupporrebbe la necessit di unindagine epidemiologica. Laddove nella relazione (p. 41-48) si descrivono gli effetti dellinquinamento atmosferico sulla salute umana, ha soggiunto il consulente, egli si limitato a riferire dati di letteratura. Il dott. Sanna ha inoltre dichiarato che, per quanto gli risulta, non stato eseguito alcuno studio sullincidenza di fonti inquinanti diverse dal traffico veicolare nella citt di Palermo; i fattori ambientali, cio le peculiari caratteristiche di ogni territorio, sono comunque rilevanti (ad esempio, un bacino chiuso circondato da montagne con una certa insolazione e una data pressione atmosferica assai diverso da un bacino aperto, soggetto allazione dei venti). Ha ribadito che in sede di consulenza non stata fatta effettuata una verifica sullincidenza percentuale dei diversi fattori inquinanti e che non sono stati eseguiti altri rilevamenti, ma si sono esaminati unicamente i dati rilevati dalle centraline. Il consulente ha poi precisato che non ha preso in esame le opere programmate dagli organi competenti, affermando che in via generale le opere, sia di carattere strutturale permanente, sia di natura temporanea, dovrebbero essere pianificate secondo un programma adeguato agli obiettivi. Ha aggiunto che comunque, pur non potendo rispondere nel dettaglio, le misure adottate per il contrasto allinquinamento da traffico veicolare non servirono a nulla o quasi; la situazione antecedente rimase infatti invariata. I piani di competenza della Regione non furono adottati in via sostitutiva dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri; secondo il dott. Sanna, tuttavia, in assenza di un piano predisposto dalla Regione Siciliana, il Sindaco avrebbe avuto lobbligo di intervenire, nella sua veste di Commissario straordinario per lemergenza traffico. Alcune centraline erano posizionate in modo errato e perci i consulenti hanno fornito indicazioni per allocarle meglio; il numero delle centraline era comunque in esubero rispetto a quello previsto dalla legge. Al di l dellesame dei dati rilevati dalle centraline, non stata eseguita unanalisi sulla qualit dellaria in citt.
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Come emerge dalla lettura della relazione, in definitiva, con riguardo al primo quesito (se lattuale configurazione della rete di monitoraggio dellinquinamento atmosferico della citt sia rappresentativa e rispondente alla normativa tecnica vigente) i consulenti tecnici del P.M. hanno risposto in senso affermativo, in quanto la rete di monitoraggio della qualit dellaria della citt di Palermo era costituita da ben dieci stazioni di rilevamento, osservando, tuttavia, che sulla base delle norme tecniche (Allegato IX del DM n. 60/02), la sua configurazione ottimale in funzione del numero delle stazioni, della tipologia di stazione e della zona, avrebbe dovuto essere quella di seguito rappresentata :
Popolazione Numer Tipologia Tipologia Caratteristiche zona Palermo o stazione zona stazioni Background Urbana Residenziale/Commerciale Background Urbana Parchi/impianti sportivi e/o scolastici Background Suburbana Non nelle immediate vicinanze 6

dellarea di massima emissione, sottovento rispetto alle direzioni del vento, in condizioni favorevoli alla formazione dozono dellarea di massima emissione, sottovento rispetto alle direzioni del vento, in condizioni favorevoli alla formazione dozono.
Residenziale Residenziale/Commerciale rappresentativa dellagglomerato

711.311

Background Urbana Residenziale/Commerciale Background Urbana Parchi/impianti sportivi e/o scolastici Background Suburbana Non nelle immediate vicinanze

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Traffico Traffico Traffico Meteo

Urbana Urbana -

Suburbana Residenziale/Commerciale/industriale

A differenza di quanto previsto dalla normativa tecnica, la rete di monitoraggio era invece costituita da sette stazioni di tipologia da traffico, ampiamente sufficienti per valutare la qualit dellaria dellagglomerato di Palermo, mentre erano solo due le stazioni di tipologia background urbano che, secondo quella stessa normativa di riferimento, costituivano il numero minimo ai fini della valutazione ed erano, pertanto, del tutto sproporzionate rispetto a quelle di tipologia da traffico. I sensori installati nelle stazioni sono stati ritenuti conformi a quelli raccomandati dalle norme, sicch i consulenti hanno giudicato la dotazione strumentale delle centraline come idonea ai fini della rilevazione delle sostanze inquinanti ai fini della protezione della salute umana. Relativamente allubicazione delle singole stazioni rispetto alle indicazioni delle specifiche norme tecniche, emerso che :
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le stazioni Indipendenza, Castelnuovo, Unit dItalia e Belgio erano ubicate in una zona contigua ad unarea verde e, quindi, erano di fatto esposte solo su un lato al traffico veicolare, mantenendo alle spalle un ampio polmone non aperto alla circolazione stradale; tale ubicazione, a giudizio dei consulenti del P.M., non rispecchiava il generale tessuto urbano della citt di Palermo;

per quanto concerne le stazioni Belgio, Castelnuovo e Unit dItalia, in corrispondenza dei punti in cui erano collocate il traffico veicolare procedeva in un solo senso di marcia; per le cabine Belgio e Castelnuovo, tale senso di marcia riguardava, di fatto, solo il traffico locale e non le direttrici di grande traffico;

per le stazioni Torrelunga e Unit dItalia, non era stata rispettata la prescritta distanza di almeno 25 metri dagli incroci; per le stazioni Giulio Cesare, Belgio, Torrelunga e Indipendenza non era stata rispettata la distanza di 25 metri dai parcheggi; per la stazione Giulio Cesare non era stata rispettata la distanza di 4 metri dal centro della corsia di traffico pi vicina; infine, per la stazione Belgio non era stata rispettata la distanza di 25 metri dai semafori.

Eventuali interventi correttivi di tali discrasie avrebbero potuto ottimizzare laffidabilit e lefficienza della rete di monitoraggio adeguandola alla normativa tecnica, ma i consulenti hanno evidenziato come, in ogni caso, tali anomalie non fossero tali da pregiudicare, nel loro insieme, la rappresentativit dei dati rilevati per la qualit dellaria della citt di Palermo ai fini della protezione della salute umana. Anche per quanto riguarda il secondo quesito (se lattuale gestione della rete di monitoraggio dellinquinamento atmosferico della citt sia rappresentativa e rispondente alla normativa tecnica vigente), la risposta stata affermativa, atteso che la gestione della rete di monitoraggio (v. cap. 5 dellla relazione di consulenza), valutata sulla base della documentazione acquisita e degli elementi assunti nel corso del sopralluogo svolto nel Centro raccolta ed elaborazioni dati dellAMIA, risultata conforme alle norme tecniche di riferimento. Quanto al terzo quesito (se gli eventuali atti, disposizioni e provvedimenti, adottati dagli enti competenti, per attenuare o ridurre le cause dellinquinamento atmosferico urbano, siano conformi alle specifiche norme tecniche ed adeguati alla tutela della salute pubblica), i consulenti hanno concluso osservando che: - per il biossido di azoto e per il PM10, i valori di inquinamento atmosferico rilevati nel corso degli anni 2001, 2002, 2003, 2004 e 2005 nelle stazioni della rete di monitoraggio, hanno
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evidenziato significativi superamenti dei valori limite e che nel tempo la situazione rimasta pressoch invariata; - per il biossido di azoto (NO2), nel periodo considerato (2001-2005), in tutte le stazioni della rete, escluse quelle di Boccadifalco e Torrelunga, non stato rispettato il valore limite della media annuale per la protezione della salute umana (1). - la comparazione della media dei valori annuali del biossido di azoto (NO2), riscontrati in tutte le stazioni, con i limiti annuali previsti dalla normativa, ha evidenziato nel tempo la tendenza ad un progressivo miglioramento, anche se per negli anni 2002, 2003 e 2004 le concentrazioni medie hanno superato i valori limite previsti. Solo nellanno 2005, rispetto al valore limite tollerato di 50 g/m3, il valore medio riscontrato stato di 49,7g/m3 (si veda, per un quadro di insieme, la tabella di seguito riportata, tenendo presente che i valori annuali evidenziati in grassetto sono superiori ai valori-limite previsti dalla normativa):
Valori annuali (in g/m3 ) del Biossido di Azoto riscontrati nelle diverse stazioni
stazioni BOCCADIFALCO Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit D'italia Torrelunga Belgio Di Blasi Cep media Valore limite g/m3 2001 12 42 73 57 51 50 54 48,2 58 2002 19 59 73 67 71 45 60 67 57,5 56 2003 15 57 84 58 70 41 55 73 56,6 54 2004 19 58 71 62 55 40 48 71 53,0 52 2005 21 50 67 56 46 43 53 77 34 49,7 50

La concentrazione del PM10 nelle stazioni Giulio Cesare e Di Blasi, per gli anni 2002, 2003 e 2004, stata sempre superiore al valore limite della media annuale previsto per la protezione della salute umana, mentre nellanno 2005 tale valore stato superato solo nella stazione Di Blasi. Considerando tutti i dati rilevati dalle stazioni, i consulenti hanno rilevato un incremento del numero dei superamenti dei valori limite giornalieri del PM10 rispetto alla soglia di 35 prevista dalla normativa per anno civile, anche a fronte di un decremento dei valori medi annuali di PM10 riscontrati dal 2003 al 2005 [2003 (38,3 g/m 3), 2004 (36,4 g/m3) e 2005 (32,9 g/m3)]; i superamenti accertati sono stati infatti 92 nellanno 2001, 179 nellanno 2002, 223 nellanno

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2003, 251 nellanno 2004 e 347 superamenti nellanno 2005; i dati sono efficacemente riassunti nella tabella che segue:
Valori annuali (in g/m3 ) del PM10 riscontrati nelle diverse stazioni
Stazioni BOCCADIFALCO Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit D'italia Torrelunga Belgio Di Blasi Cep media Valore limite g/m3 2001 26 33 40 45 45 34 34 36,7 46,4 2002 28 38 45 44 43 32 32 49 38,9 44,8 2003 29 34 45 41 41 31 39 46 38,3 43,2 2004 28 32 42 39 40 29 38 43 36,4 41,6 2005 22 28 40 34 37 28 35 43 29 32,9 40

Per quanto attiene agli ossidi di azoto (NOx), in tutte le stazioni della rete, esclusa quella di Boccadifalco, per lintero periodo preso in esame non stato rispettato il valore limite della media annuale per la protezione della vegetazione (30 g/m3). In relazione al benzene (C6H6), il valore della media annuale riscontrata nellanno 2002 (10,3 g/m3) e nellanno 2004 (10,5 g/m3) nella stazione Di Blasi stato superiore a quello consentito dalla normativa vigente (10 g/m3). Secondo i consulenti del P.M., nella citt di Palermo il traffico veicolare rappresenta il maggior contributo emissivo per tutti gli inquinanti, ed in particolare per le emissioni di PM10 (circa il 62,2% medio); trattandosi, dunque, del principale fattore di pressione, era ed necessario intervenire su tale aspetto per ridurre i livelli di inquinamento dellaria nella citt. Muovendo da tale presupposto, i consulenti hanno analizzato gli atti amministrativi e le azioni intraprese dagli Enti preposti per contrastare linquinamento atmosferico urbano nel corso degli anni presi in esame (2001-2005), evidenziando criticamente linsufficienza di tali misure o, comunque, la loro sostanziale inefficacia rispetto allobiettivo perseguito. In particolare: - lAssessorato al Territorio ed Ambiente (Dipartimento Territorio ed Ambiente) della Regione Siciliana non ha adottato gli atti amministrativi previsti dalle norme vigenti, con specifico riferimento alle competenze previste dal D. Lgs. N. 351/1999 (v. cap. 10 della relazione); ed infatti, in base allart. 8 co. del citato complesso normativo, la Regione Siciliana, in considerazione dei valori medi annuali relativi al PM10, al biossido di azoto (NO2) e al
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benzene (C6H6) rilevati nellanno 2002 nelle stazioni della citt di Palermo, avrebbe dovuto adottare entro diciotto mesi dalla fine dellanno in cui si era registrato il superamento stesso (cio entro il giugno del 2004), un piano o un programma per pervenire al rispetto dei valori limite ai fini della protezione della salute della popolazione. Linadempienza della Regione Siciliana stata espressamente evidenziata nel 1 Rapporto APAT (Edizione 2004) sulla Qualit dellAmbiente Urbano, in cui si anche sottolineato che lEnte territoriale regionale non ha informato, come previsto dalle norme vigenti, i Ministeri dellAmbiente e della Salute, inviando la comunicazione del superamento dei valori limite stabiliti dalla normativa (modulo previsto negli allegati XII al D.M. n. 60/2002). Inoltre, hanno soggiunto i consulenti, con riferimento alle inadempienze delle Regione - peraltro riguardanti lintero territorio della Sicilia - non risulta siano stati esercitati i poteri sostitutivi spettanti al Presidente del Consiglio dei Ministri, di cui allart. 5 del D. Lgs. 31 marzo 1998 n. 112 e allart. 38 co. 5 del D.M. 60/2002; - lAssessorato Ambiente ed Edilizia del Comune di Palermo ha adottato soltanto provvedimenti di natura contingente, limitati nel tempo e non strutturali, per gestire o prevenire i superamenti dei valori limite degli inquinanti (i consulenti hanno menzionato nella relazione lordinanza sindacale n1437 del 26.3.1999 e tre note: n479 del 6.3.2002, n583 del 15.3.2002 e n2917 del 18.10.2002); - il Sindaco del Comune di Palermo, anche in virt dei poteri di Commissario straordinario conferitigli con ordinanza n. 3255 della Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 29.11.2002, ha adottato una serie di atti amministrativi al fine di realizzare le opere (parcheggi, strade, piani per il trasporto pubblico, ecc.) atte a favorire la mobilit e la fluidificazione del traffico cittadino, quindi con lo scopo ultimo di attenuare linquinamento atmosferico, relazionando con cadenza trimestrale al Dipartimento della Protezione Civile di Roma, ai sensi dellart. 5 dellordinanza n. 3255, in merito alle iniziative intraprese e sul relativo stato di attuazione; dopo avere precisato che leffettiva realizzazione di tali opere non ha formato oggetto della loro indagine, i consulenti hanno comunque ribadito che tutte le azioni intraprese da parte dellAmministrazione Comunale nel corso degli anni 2001/2005 non hanno determinato una significativa riduzione dei valori dellinquinamento atmosferico (in particolare del biossido di azoto (NO2) e del PM10), posto che la qualit dellaria nella citt di Palermo rimasta nel tempo sostanzialmente invariata. Per quanto concerne gli effetti sulla salute dei cittadini, i consulenti hanno conclusivamente affermato che:
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- sulla base degli studi epidemiologici condotti in Italia ed in ambito internazionale (elencati nel cap. 8 della relazione), allinquinamento atmosferico oggi attribuibile una quota rilevante di morbosit acuta e cronica; - la speranza di vita dei cittadini che vivono in aree con livelli di inquinamento elevato diminuita; - i gruppi di popolazione pi colpiti dallinquinamento ambientale sono soprattutto gli anziani e i soggetti in condizioni di salute maggiormente compromesse, come quelli affetti da patologie cardiache e respiratorie, per i quali lesposizione ad inquinamento ambientale peggiora la prognosi e aumenta le probabilit di morte; stato inoltre documentato che, per effetto dellesposizione agli inquinanti, i bambini tendono ad ammalarsi pi frequentemente per cause respiratorie e che peggiora lo stato di malattia in bambini affetti da compromissione cronica delle vie aeree; anche i neonati, infine, risultano soggetti a un particolare rischio di morte per effetto dellinquinamento ambientale, a conferma che esso costituisce un problema di sanit pubblica molto rilevante, come risulta dalle stime di impatto condotte dalla Organizzazione Mondiale della Sanit. Resta da aggiungere che i dati relativi ai giorni di superamento con riferimento alle polveri sottili (PM10) - dei limiti giornalieri per la protezione della salute umana concernenti il periodo 2005-2008, sono indicati nella relazione di servizio redatta dai Carabinieri del NOE di Palermo in data 30.4.2009 (acquisita agli atti), cui sono allegati quattro fascicoli con le tabelle relative ai detti giorni di superamento. I dati sono i seguenti: anno 2005 : giorni di superamento n. 115; data di raggiungimento del 35 giorno di superamento 29 aprile; anno 2006 : giorni di superamento n. 225; data di raggiungimento del 35 giorno di superamento 25 marzo; anno 2007 : giorni di superamento n. 132; data di raggiungimento del 35 giorno di superamento 19 marzo; anno 2008 : giorni di superamento n. 89; data di raggiungimento del 35 giorno di superamento 20 aprile. Proseguendo nella disamina delle acquisizioni emerse dalle prove orali assunte, nel corso del suo esame, limputato Ceraulo Lorenzo ha riferito che nel periodo compreso tra il 2002 e il 2008 stato ininterrottamente Assessore al Traffico, alla mobilit ed alle infrastrutture, e che
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per un breve arco di tempo, dal dicembre 2005 al luglio-agosto 2006, quando lAssessore allAmbiente rassegn le proprie dimissioni per candidarsi alle elezioni regionali, ricevette dal Sindaco anche la delega allambiente. Quale Assessore al Traffico, le sue competenze comprendevano lattuazione di tutti i provvedimenti idonei a fronteggiare le esigenze del traffico cittadino e di mobilit nella citt, sulla base delle iniziative adottate dal Sindaco o dalla Giunta Comunale. Il tema specifico della lotta allinquinamento era il principale obiettivo dellAmministrazione Comunale e suo personale. Talora venivano adottate misure immediate per far fronte a dette esigenze, in base alle notizie e agli input che provenivano anche dal collega Assessore allAmbiente. Nellambito delle sue competenze in materia di viabilit, furono adottati provvedimenti temporanei per mitigare il fenomeno dellinquinamento atmosferico; in particolare, nel periodo in cui ebbe anche la delega allambiente, furono numerose le iniziative di chiusura del traffico domenicale e di circolazione a targhe alterne. Su suo impulso, ha precisato limputato, e dintesa con il Sindaco, per tutto il 2006 fu mantenuto il provvedimento di chiusura totale del traffico le domeniche e i luned per quattro o cinque ore, ovvero di imposizione della circolazione a targhe alterne. Tuttavia vi furono notevoli defaillances, perch in concomitanza con detti provvedimenti il personale della Polizia Municipale si riun in varie assemblee, di fatto vanificando lefficacia di tali provvedimenti, che venivano scarsamente osservati dalla cittadinanza. Ogni settimana limputato convocava riunioni con gli Uffici ambiente e traffico, con lA.M.A.T (che aveva la responsabilit del servizio di pubblico trasporto), con il Comando di Polizia Municipale, per richiamare lattenzione del personale del Corpo (oltre che con provvedimenti scritti) sulle zone in cui le centraline di rilevamento dati dellinquinamento atmosferico avevano registrato degli sforamenti o dove lopinione pubblica lamentava problemi derivanti dalleccessivo volume del traffico veicolare. Senonch, per la carenza di personale o per questioni di altra natura, il problema del traffico, dovuto in particolare alle soste in doppia fila e al parcheggio selvaggio, non poteva essere affrontato in modo efficace. Infatti, oltre ai mezzi pesanti (autobus non ecologici e camion), influiva sullinquinamento atmosferico il numero delle autovetture circolanti, pi o meno inquinanti (euro 0, euro 1, euro 2), le continue soste e ripartenze dei veicoli con il motore acceso che non consentivano la
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fluidificazione del traffico, anche tenuto conto del fatto che le strade cittadine non sono sufficientemente larghe. LAssessore allAmbiente Avanti aveva proposto un provvedimento, poi condiviso dalla Giunta, che prevedeva listituzione delle Z.T.L. (zone a traffico limitato); losservanza di tale provvedimento era stata in un primo tempo rimessa soltanto al controllo della Polizia Municipale; ci era avvenuto nel 2005-2007; in seguito, sempre su iniziativa dellAvanti, era stato elaborato un progetto di controllo mediante telecamere dei varchi di accesso alle ZTL (A e B), nel 2007-2008, ma il progetto si era arenato. Laccesso alle ZTL era sguarnito e non controllato dalla Polizia Municipale, sicch lAssessorato allAmbiente rinvi la concreta attuazione del piano fino allattivazione del sistema di videosorveglinza, gi appaltato ad una societ. Fu necessario attendere quasi tutto lanno 2007 per mettere a punto il sistema. Nel corso dello stesso anno, poich vi erano diversi fattori che in aggiunta al traffico veicolare interferivano con linquinamento atmosferico, furono convocate riunioni tra gli uffici interessati, con cadenza settimanale; proprio per avviare il sistema delle ZTL venne istituito un tavolo di concertazione con le associazioni di categoria, acquisendone il consenso al provvedimento interinale, in attesa della realizzazione delle infrastrutture. Il provvedimento istitutivo delle ZTL ebbe concreta attuazione, ma fu bloccato da un ricorso accolto dal TAR. Nel periodo di funzionamento delle ZTL (circa tre settimane) - come risulta dai dati in possesso dellA.M.I.A. - vi fu quasi un dimezzamento del numero di superamenti rilevati dalle centraline. In quel periodo i cittadini rispettarono il provvedimento, in quanto (a prescindere dal fatto che laccesso alle ZTL era a pagamento) i veicoli che trasgredivano erano ripresi dalle telecamere, ci che consentiva di sanzionare i conducenti. Contemporaneamente allavvio delle ZTL fu aperto il grande parcheggio di via Ernesto Basile pure frutto di quel tavolo di concertazione - che insieme a quello di piazzale Giotto, doveva funzionare da parcheggio di scambio per i cittadini non residenti, che potevano ivi lasciare lautovettura e raggiungere con i mezzi pubblici il centro cittadino. Lattivazione delle ZTL avvenne nellaprile-maggio 2008, ma pochi mesi dopo intervenne la sentenza del TAR, secondo la quale listituzione delle zone a traffico limitato avrebbe dovuto essere preceduta dalla redazione e approvazione in consiglio comunale del Piano Urbano del Traffico.
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Fu chiesto un parere al Ministero dei LL.PP., che si espresse in senso conforme alle statuizioni giudiziali, pur precisando che il sistema poteva sopravvivere a condizione di non far gravare sui cittadini il costo del pass, attivandolo (gratuitamente per lutenza) a spese dellamministrazione. Dopo la bocciatura di tale provvedimento, ha soggiunto il Ceraulo, nel 2008 egli rassegn le dimissioni. La sua idea era quella di modificare il provvedimento ponendo le spese a carico dellAmministrazione, ma essa non fu accolta dallAvvocatura comunale. Limputato ha quindi proseguito affermando che la chiusura totale del traffico (anche in giorni lavorativi) presuppone, come emerso dalla limitata sperimentazione non andata a buon fine, un controllo particolarmente penetrante del personale di Polizia Municipale e che non possibile adottare un provvedimento di tal sorta in una citt come Palermo che, allatto dellinsediamento della Giunta (dicembre 2001), aveva una situazione viaria assolutamente insufficiente. Fu per questa ragione che immediatamente dopo linsediamento, la Giunta come riportato nella memoria dette impulso a tutti i progetti, anche quelli esistenti, per la realizzazione di strutture e infrastrutture (viarie su rotaia, tram, metropolitana), i cui lavori sono in fase di realizzazione. Lopposizione alle ZTL da parte di tutte le associazioni di categoria chiamate a partecipare al tavolo tecnico fu dovuta al fatto che la citt non era dotata di una sufficiente rete di mezzi pubblici. Nel frattempo furono adottati alcuni provvedimenti mirati a ridurre il peso del trasporto privato (come precisato pure in memoria) che, per quanto emerso dai dati rilevati dallA.M.I.A., avevano sortito risultati, certo non eccellenti, ma comunque positivi. Ad esempio, listituzione delle zone blu a pagamento che servivano a disincentivare luso dellauto privata da parte degli impiegati, listituzione di nuove corsie preferenziali, di nuove isole pedonali e la realizzazione di piste ciclabili. Purtroppo, secondo limputato, la Polizia Municipale non esercit i necessari controlli per evitare la sosta sulle piste ciclabili. Il Ceraulo ha sottolineato che tali provvedimenti attenevano alle sue competenze quale Assessore al Traffico, mentre non avendo la delega alla Polizia Municipale, non avrebbe potuto occuparsi anche dellorganizzazione e del funzionamento del Corpo. Fra le altre misure significative, il Ceraulo ha ricordato la creazione dei parcheggi: quello adiacente al Tribunale, quello interrato nella piazza Sturzo, gi affidato in concessione, quelli
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nella piazza Basile e nella piazza Giulio Cesare; gli studi hanno infatti confermato che la maggior parte del traffico indotto causato da chi cerca il posto per parcheggiare; limputato ha inoltre menzionato le rotatorie, che specialmente nelle parti periferiche della citt sono state realizzate per evitare gli incroci diretti e le emissioni connesse allarresto ed alla partenza delle auto (stop and go). Tutti i provvedimenti adottati non furono mai accolti con favore per il problema della mancanza di mezzi pubblici alternativi. Laccoglimento del ricorso al TAR relativo allistituzione delle ZTL da parte di alcune associazioni di consumatori vanific le altre iniziative messe in campo, come ad esempio il potenziamento dei mezzi pubblici e la creazione di altre corsie preferenziali per velocizzarne la marcia. Neppure listituzione di unisola pedonale nel centro storico, secondo il Ceraulo, sarebbe stata tecnicamente fattibile. Per economia espositiva va qui precisato che nel verbale di interrogatorio in data 11 gennaio 2008 reso al P.M. ed acquisito sullaccordo delle parti, lodierno imputato, dopo avere premesso che riteneva di avere correttamente adempiuto ai propri doveri istituzionali, afferm di aver ricoperto la carica di Assessore al Settore Infrastrutture e Traffico del Comune di Palermo dal 19.12.2001 al 25.9.2007 ed anche allAmbiente dal 29.12.2005 all8.9.2006; in atto, era anche esperto nominato dal Sindaco in materia di Infrastrutture per la Mobilit, Traffico e Polizia Municipale. Inoltre, aveva lavorato presso il Ministero delle Infrastrutture per 32 anni con la carica di Dirigente dellUfficio Opere Marittime di Palermo a decorrere dal 1998. Fin dallinsediamento, la Giunta Comunale di Palermo aveva programmato ed attuato una serie di interventi finalizzati a contrastare il problema del traffico veicolare a Palermo, attraverso la disincentivazione delluso del mezzo privato da parte della cittadinanza. La programmazione aveva riguardato tre fronti: potenziamento del trasporto pubblico su rotaia (tre linee tram:da Roccella a Stazione Centrale; da Borgo Nuovo al CEP; dal CEP alla Stazione Notarbartolo, di cui in atto sono iniziati i lavori solo per la prima; il raddoppio della linea ferroviaria Punta-Raisi-Brancaccio, con creazione di ulteriori 10 stazioni che comporter la realizzazione di una metropolitana che attraverser longitudinalmente tutta la citt, lavori appaltati e affidati dalla Ferrovia Italiana con tempi previsti per lultimazione di cinque anni; la chiusura dellanello ferroviario, con creazione
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delle Stazioni Porto e Politeama, lavori affidati dalle Ferrovie, da iniziare entro giugno 2008; la progettazione del primo tratto, da Oreto a Notarbartolo, di una linea metropolitana leggera automatica); miglioramento della viabilit (realizzazione di rotonde e sottopassi sulla circonvallazione, in fase di esecuzione quello Perpignano e corsie laterali del ponte sul fiume Oreto; previsione di sovrappassi pedonali per eliminare i semafori pedonali sulla circonvallazione; progettazione di una galleria sottostante la via del mare, dal Porto alla zona di via Belgio; piccoli interventi per eliminare alcuni tappi nella viabilit); realizzazione di parcheggi (costruiti una decina di parcheggi di piccole e medie dimensioni, altri, anche di grosse dimensioni, in corso di realizzazione piazza Orlando, piazza Sturzo, in fase di affidamento, stazione di Piazza Giulio Cesare, in corso di affidamento, e trasformazione in sotterraneo del parcheggio gi esistente in Piazzale Ungheria). Allesito del completamento di tali opere sarebbe stata intenzione dellAmministrazione chiudere completamente al traffico il centro storico della citt. Gli interventi oggetto della programmazione avviata nel 2001 si sarebbero dovuti concludere nellarco di circa 10-15 anni. Nelle more lAmministrazione aveva adottato altri provvedimenti per tamponare lemergenza dellinquinamento derivante dal traffico veicolare con la: realizzazione delle zone blu; lintroduzione delle targhe alterne (in alcuni giorni dellanno), rivelatasi inefficace per abbattere le soglie dellinquinamento; listituzione della zona a traffico limitato (nel 2001, riguardante la zona del centro da via Notarbartolo alla Stazione, con accesso consentito alle sole vetture catalizzate); listituzione della zona b a traffico limitato, introdotta a fine 2005- inizio 2006 ed estesa fino allo Stadio, con accesso consentito ai veicoli Euro1, Euro2 e ai residenti; finanziamento della realizzazione per la zona di fascia A, di sette varchi elettronici (controllo remoto) funzionanti attraverso telecamere collegate a un sistema di monitoraggio delle targhe, che consente in tempo reale di verificare se si tratti di veicolo Euro 3 o Euro 4 o di persona residente; affidamento a societ privata della creazione di un data-base per individuare tutti i veicoli abilitati ad accedere nelle due ZTL. In atto il controllo remoto non era operativo a causa di notevoli ritardi nella gara dappalto per la creazione del data-base. Si prevedeva unordinanza
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per reintrodurre le ZTL, ma lefficacia sarebbe stata rinviata di qualche mese per la necessit di rilasciare i pass alle vetture autorizzate (residenti, Euro3 ed Euro 4 per zona A, ed anche Euro1 ed Euro2 per fascia B) al costo di 15 per i residenti e di 30 per i non residenti. Il controllo previsto sarebbe stato attraverso telecamere per la fascia A e con controllo del possesso del pass per la fascia B. Infine il Comune aveva redatto un piano strategico per la mobilit sostenibile, che, confermando i progetti in fase di attuazione, aveva indicato ulteriori linee guida per la tutela dellambiente nella citt; il Ministero per lAmbiente aveva gi finanziato quattro di tali progetti. Nella memoria difensiva depositata presso la Procura della Repubblica di Palermo il 19.2.2008 ed acquisita agli atti, i difensori del Ceraulo hanno sviluppato gli argomenti difensivi gi trattati sinteticamente nel corso del suo interrogatorio, sostenendo in conclusione la non configurabilit, a fronte delle iniziative adottate dallo stesso Ceraulo e dai coindagati, sia sotto il profilo dellelemento materiale, sia di quello psicologico, del delitto di cui allart. 328 c.p.; ed altres la mancata integrazione dellelemento psicologico per la ipotizzata contravvenzione di cui allart. 674 c.p., non reputando sufficiente, per fondare la penale responsabilit, la constatazione dellelemento materiale e sollecitando, dunque, larchiviazione del procedimento. Nella corposa memoria, in estrema sintesi, si passavano in rassegna i provvedimenti adottati dallAmministrazione Comunale: 1) provvedimenti utili alla limitazione del traffico veicolare - ordinanza del 13.02.2003 chiusure domenicali - ordinanza del 11.01.2006 istituzione Z.T.L. "B" -ordinanza del 03.01.2006 divieto di sosta v.le Regione Siciliana (Perpignano NazarioSauro) per la fluidificazione del traffico nell'area Di Blasi - ordinanza del 07.02.2006 limitazione - ordinanza del 17.02.2006 limitazione 17,30) - ordinanza del 03.03.2006 limitazione circolazione domenica 5/3 (15,00 -17,30) - ordinanza del 10.03.2006 limitazione luned 13/3(09,30-12,30)
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asse

Libert-Maqueda (tutt'ora vigente)

circolazione domenica circolazione domenica

12/2 (15,00-20,00) 19/2 (15,00-17,30)

- ordinanza del 24.02.2006 limitazione circolazione domenica 26/3 e luned 27/3 (15,00-

circolazione domenica 12/3 (15,00 - 17,30) e

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- ordinanza del 17.03.2006 limitazione circolazione domenica 19 e luned 20/3 (09,3012,30) - ordinanza del 23.03.2006 limitazione circolazione domenica 26 e luned 27/3 (09,3012,30) - ordinanza del 06.04.2006 istituzione targhe alterne mercoled e gioved (15,00 - 20,00) sino al 29/6 interruzione dei provvedimenti per la chiusura delle scuole e il periodo estivo - ordinanza del 17.10.2006 chiusura del centro (Z.T.L. A) gioved 19/10 (09,00-13,00) -ordinanza del 25.10.2006 chiusura del centro gioved 26/10 (09,00 -13,00) -ordinanza del 08.11.2006 chiusura del centro gioved 9/11 (09,00 -13,00) - ordinanza del 14.11.2006 chiusura del centro gioved 16/11 (09,00 -13,00) - ordinanza del 19.12.2006 revoca dell'ordinanza di istituzione delle Z.T.L. nelle more dell'elaborazione del sistema necessario per la creazione di una banca dati dei veicoli da ammettere alla circolazione all'interno della Z.T.L., previa emissione di nuova ordinanza -ordinanza del 10.12.2007 istituzione targhe alterne dal luned al sabato nella Z.T.L. "A" 2) piano strategico per la mobilita sostenibile Finanziamento di euro 480.000,00 per la redazione concesso con decreto N 191/2005 del Dirigente Generale del Dipartimento Programmazione della Regione, con quota di cofinanziamento di euro 72.000,00 a carico del Comune; consegna del documento intermedio come da contratto nel marzo 2007 e sottoposizione al comitato regionale di valutazione che lo esitava giudicandolo congruente con le finalit di cui alle linee guida, sottoposizione alla concertazione col territorio attraverso un processo di Agenda 21 in apposito forum telematico dove veniva discusso con i portatori di interesse e licenziato favorevolmente per i successivi approfondimenti da trattare nel definitivo; consegna del documento definitivo, che veniva ancora sottoposto allesame del comitato di valutazione regionale, nel luglio 2007 al Servizio Ambiente ed Ecologia 17 ottobre 2007 - comunicazione osservazioni al documento e discussione delle stesse con i rappresentanti dellA.T.I. aggiudicataria 12 novembre 2007 - approvazione della Giunta municipale con delibera n 300; Protocollo dintesa tra Comune di Palermo, Assessorato Ambiente e Universita di Palermo, Facolta di Ingegneria, A.R.P.A. (Agenzia per la protezione ambiente sicilia), Centro per la protezione ambientale (CEPA), Fondazione Belisario
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sottoscritto nel novembre 2006 per affrontare il problema dellinquinamento dellaria nella citt di Palermo (studio origine, modalit, diffusione, reperimento di ulteriori rimedi per ottenere il rientro degli indicatori di inquinamento atmosferico allinterno di quelli normali previsti dalla normativa) 3) Piste ciclabili da realizzare Interventi appaltati 1 itinerario (ciclabile via Ammiraglio Rizzo- piazzale Giotto) 2 itinerario (percorso pedonale ciclabile costiero dalla via Messina Marine a Mondello) Interventi in avanzato livello di progettazione 1 Intervento Progetto percorso pedonale ciclabile Parco della Favorita 2 Intervento Percorso in mountain bike (Parco della Favorita) Nello scritto difensivo sono, poi, indicati altri interventi cofinanziati dal Ministero dellAmbiente concernenti la realizzazione di due tratte di pista ciclabile allinterno della ZTL, la sostituzione dei mezzi inquinanti della flotta comunale, con altri a basse emissioni, il potenziamento delle stazioni di distribuzione del gas metano per la flotta pubblica nel deposito di via Roccazzo, la sicurezza nei percorsi pedonali A piedi sicuri 4) Zone a traffico limitato Con la realizzazione dei varchi per il monitoraggio degli accessi ed il rilevamento dei flussi veicolari nelle ZTL nelle vie Libert e Cavour ultimati e collaudati nel dicembre 2007, i varchi messi a regime con emananda ordinanza sarebbero stati quelli di via Libert, via Cavour, via Maqueda, via di Porto Salvo, Corso Vittorio Emanuele, via Roma. Nella memoria sono riportate in dettaglio le motivazioni dello slittamento della riattivazione della ZTL sospesa con ordinanza del 19.12.2006, sospensione connessa a ragioni concernenti lo slittamento dellaffidamento del servizio di gestione telematica. E precisato che con ordinanza n. 36 del 18.2.2008 stata disposta la riattivazione delle Zone a Traffico Limitato A e B sospese con ordinanza n. 275 del 19.12.2006 e che nellambito della concertazione con le parti sociali e le categorie interessate stata programmata la chiusura ad isola pedonale dellasse Ruggero Settimo- Maqueda da Piazza Politeama sino al Corso Vittorio Emanuele. 5) Cortei e manifestazioni
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Le numerosissime manifestazioni e i cortei tenutisi in citt vengono nella memoria indicati come fattori che hanno influenzato negativamente landamento del traffico cittadino e, conseguentemente, i valori dellinquinamento (se ne allega un nutrito elenco, prodotto dal Comando di Polizia Municipale relativo al periodo gennaio- settembre 2007) 6) Valori dei tassi di inquinamento Si rileva nella memoria che, come emerge dai diagrammi delle medie annuali elaborati dallAMIA (di cui sono riportati i grafici) ottenuti con la media delle centraline installate nel territorio urbano, per il PM10 i valori presentano una costante riduzione dal 2002 al 2005 (da 39 mg/m3 nel 2002 a 33 mg/m3 nel 2005), pur nella costanza o aumento del parco circolante in citt. Nel 2006 vi uninversione di tendenza, registrandosi valori di 39 mg/m3, giustificabili con il fenomeno climatico dellinversione termica, tant che si tratta dellanno in cui lAmministrazione aveva adottato provvedimenti di chiusura totale del traffico o di targhe alterne, come sarebbe dimostrato dal fatto che nel 2007 ripresa la diminuzione del valore annuale medio delle polveri sottili (37 mg/m3). Analogo landamento dellNO2. 7) Interventi per la riduzione delle emissioni inquinanti dei veicoli a motore In aderenza alla normativa di settore (ed in particolare ai criteri guida per la pianificazione del traffico di cui alle Direttive per la redazione, adozione ed attuazione dei Piani Urbani del traffico emanate il 12.4.1995 ai sensi dellart. 36 D.lgs n. 285/92) gli interventi dellAmministrazione Comunale e, in particolare, dellAssessorato al Traffico si sono svolti in maniera complementare e parallela, in una logica globale del sistema della mobilit sul piano delle procedure per la progettazione e realizzazione di un sistema di infrastrutture per la mobilit (sistemi di trasporto a guida vincolata tram, metropolitana, ferrovia e parcheggi) con orizzonte temporale a lungo e medio termine per la complessit degli interventi; nonch sul piano delle misure a breve termine atte a migliorare le condizioni di circolazione e sicurezza stradale e a ridurre i fenomeni dellinquinamento. Nel breve periodo, tale riduzione stata perseguita dallAssessorato alle Infrastrutture attraverso interventi di fluidificazione del traffico e orientamento e controllo della domanda di mobilit, nonch limitazione della circolazione veicolare, non mancando di tener conto degli obiettivi e principi della Mobilit Sostenibile: sosta tariffata;
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ZTL; isole pedonali; regolamentazione della circolazione dei mezzi pesanti (soprattutto in zone portocirconvallazione-autostrade); miglioramento della circolazione stradale mediante: semaforizzazione e installazione di semafori a chiamata; rotatorie; interventi a tutela della sicurezza stradale volti a limitare la velocit dei veicoli (fra cui zona 30 in via Libert- attraversamenti pedonali rialzati per imporre la riduzione della velocit dei veicoli); bollino.blu (nel quadro del progetto Autopulita per il controllo periodico dei gas di scarico); preferenziazione del trasporto pubblico (altri 6 Km di corsie preferenziali). Ma come precisato in memoria vi furono, poi, altri provvedimenti, adottati con procedure ordinarie sulla scorta delle indicazioni strategiche del Sindaco (n.q di Commissario Straordinario ex O.C.P.M. n. 3255/2002) e dellAssessore alla Mobilit, volte a: fluidificare la circolazione stradale; scoraggiare luso del mezzo privato con tariffazione della sosta in ampie zone della citt; orientare lutenza verso un maggior uso del mezzo pubblico; aumentare la velocit commerciale dei mezzi pubblici. Fra tali provvedimenti sono compresi anche quelli emessi in ordine alla realizzazione (curata da maestranze comunali, dell'A.M.I.A. e dell'AMAT) di interventi di ristrutturazione di incroci stradali complessi con sistemazioni a rotatoria, la cui progettazione stata curata dal Settore Mobilit e Traffico, finalizzate a fluidificare la circolazione stradale in alternativa alla scelta di regolamentazione semaforica che determina le condizioni di stop and go pi sfavorevoli per le emissioni inquinanti. Atti Oggetto Ordinanza Dirigenziale n. 87 del 27/01/06 Tariffazione della sosta nelle zone P7 e P13 -Modifica parziale della regolamentazione; Ordinanza Dirigenziale n. 211 del 23/02/06 Incrocio tra le vie Imperatore Federico, Sadat e M. L. King - Istituzione della regolamentazione a rotatoria della circolazione veicolare;
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Ordinanza Dirigenziale n. 495 del 06/4/06 Incrocio tra le vie San Lorenzo, Lanza di Scalea e casino Grande - Sistemazione a rotatoria; Deliberazione di G. M. n. 129 del 08/5/06 Delimitazione di aree pedonali nell'ambito della Citt di Palermo: piazzetta della Messinese e vicolo del Teatro di S. Cecilia; Deliberazione di G. M. n. 180 del 22/6/06 Ampliamento dellarea P3 destinata al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta - modifica alla Delibera di G. M. n. 382 del 09/9/05; Ordinanza Dirigenziale n. 1066 del 05/7/06 Indicazione del senso di parcheggio per i motocarri, autovetture ed autocarri (categora N 1), motocarrozzette, quadricicli e motocicli) e per i posti H generici previsti nei tratti interessati al pagamento della sosta nella zona P17; Ordinanza Dirigenziale n. 1134 del 17/7/06 Regolamentazione della sosta degli autoveicoli (motocarri, autovetture ed autocarri (categora N1), motocarrozzette, quadricicli e motocicli) e individuazione degli stalli di sosta (posti H generici) per i portatori di handicap nelle strade ricadenti nella zona P19 e soggette a tariffazione della sosta; Ordinanza Dirigenziale n. 1170 del 02/8/06 Regolamentazione della sosta degli autoveicoli (motocarri, autovetture ed autocarri (categoria N1), motocarrozzette, quadricicli e motocicli) e individuazione degli stalli di sosta (posti H generici) per i portatori di handicap nelle strade ricadenti nella zona P2 e soggette a tariffazione della sosta; Ordinanza Dirigenziale n. 1171 del 02/8/06 Regolamentazione della sosta degli autoveicoli (motocarri, autovetture ed autocarri (categoria N1), motocarrozzette, quadricicli e motocicli) e individuazione degli stalli di sosta (posti H generici) per i portatori di handicap nelle strade ricadenti nella zona P20 e soggette a tariffazione della sosta; Ordinanza Dirigenziale n. 1172 del 02/8/06 Regolamentazione della sosta degli autoveicoli (motocarri, autovetture ed autocarri (categoria N1), motocarrozzette, quadricicli e motocicli) e individuazione degli stalli di sosta (posti H
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generici) per i portatori di handicap nelle strade ricadenti nella zona P4 e soggette a tariffazione della sosta. Inoltre, nel 2007 furono emessi ulteriori provvedimenti e precisamente: la deliberazione di G.M. n. 142 del 27.4.2007, avente ad oggetto lindividuazione di via SantAgostino quale Zona a Traffico Limitato nellambito della citt di Palermo; la deliberazione di G.M. n. 170 del 7.5.2007, avente ad oggetto la delimitazione di aree pedonali nellambito della citt di Palermo (Vicolo della Guardiola - via Castrofilippo); ordinanza dirigenziale n. 894 del 30.5.2007, avente ad oggetto la delimitazione di aree pedonali in vicolo della Guardiola (intero tratto) e via Castrofilippo (area compresa fra la via Castrofilippo e la via Teatro Garibaldi). 8) Controllo impianti termici Con deliberazione del Consiglio Comunale n. 480 del 6.12.2004 era stato approvato il Regolamento per il controllo del rendimento di combustione e dello stato di esercizio e manutenzione degli impianti termici, che disciplina lesecuzione degli adempimenti connessi alle verifiche dello stato di manutenzione e di esercizio, nonch del rendimento di combustione degli impianti termici di edifici pubblici e privati ubicati nel Comune di Palermo, prevedendo che i controlli necessari ad accertare lo stato di manutenzione e di esercizio degli impianti termici vengano effettuati da tecnici qualificati; classifica gli impianti in cinque categorie in base alla loro potenza; stabilisce tempi e modalit di verifica e determina, inoltre, le sanzioni. Con deliberazione della Giunta Municipale n. 107 del 30.3.2007 (di immediata esecuzione) fu approvata lImplementazione del contratto di servizio con AMG Energia s.p.a. con i servizi aggiuntivi di Energy Auditing e Controllo Impianti Termici. Con deliberazione della Giunta Municipale n. 306 del 16.11.2007 (di immediata esecuzione) era stata approvata la parziale modifica della precedente deliberazione. Il teste Volpe Maurizio, funzionario tecnico del coordinamento del Gruppo energia e mobilit sostenibile del Servizio Ambiente che fa capo allAssessorato allAmbiente del Comune di Palermo, ha premesso di essere entrato a far parte di tale articolazione comunale nel 2006, quando lAssessore Avanti era gi Assessore allAmbiente. Ha chiarito che, in ordine al monitoraggio dellinquinamento atmosferico, rientra nella competenza specifica dellAssessorato Ambiente il controllo della gestione delle cabine di monitoraggio, tuttora affidata allA.M.I.A., in forza di un contratto di servizio tra la stessa Azienda e lAmministrazione Comunale.
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LA.M.I.A., infatti, gestisce dieci centraline di monitoraggio ambientale in relazione allinquinamento acustico ed atmosferico, anche se alcune stazioni sono deputate esclusivamente al monitoraggio dellinquinamento atmosferico. La stessa Azienda quotidianamente pubblica sul suo sito internet un bollettino dal quale si evincono i dati dellinquinamento ambientale e, qualora vi siano dei superamenti dei limiti della qualit dellaria, lAssessorato Ambiente ed il Servizio ambiente ed ecologia hanno il compito di comunicare il superamento di tali limiti ai mezzi di informazione, al Sindaco, allAssessore al Traffico, al Dirigente del Settore Traffico del Comune ed al Comandante della Polizia Municipale. La comunicazione in argomento veniva puntualmente eseguita scaricando i dati validati e pubblicati sul bollettino il giorno successivo al rilevamento. Quanto allattivit svolta dallAssessore Avanti (per quanto ebbe modo di constatare personalmente, essendo entrato in forza al predetto Gruppo del Servizio Ambiente nei primi giorni di novembre del 2006), il teste ha dichiarato che il Servizio Ambiente era stato istituito perch fortemente voluto dallo stesso Avanti, che lo aveva creato prelevando personale dallallora Settore urbanistica. Il Servizio Ambiente ed Ecologia tuttora esistente e fa capo allAssessorato Ambiente e Territorio. In ordine ai compiti specifici dell Assessorato Ambiente e Territorio, il Volpe ha puntualizzato che essi sono costituiti dalla pianificazione ambientale (predisposizione dei progetti volti alla mitigazione dei fenomeni di inquinamento atmosferico, dovuti anche allelevata pressione antropica presente nei centri urbani e cio, in particolare, al traffico veicolare). Detti progetti erano dunque mirati alla riduzione del traffico veicolare ovvero alla conversione degli autoveicoli, da mezzi altamente inquinanti a mezzi a basso impatto ambientale (ad es. proprio il Servizio cui apparteneva il teste istruito il progetto Metano, volto ad erogare finanziamenti ministeriali ad aziende che intendessero aprire nuovi distributori di metano in tutta Italia). Ma, oltre a tali iniziative a corto raggio ve ne furono altre, quali la riformulazione del progetto Autopulita, noto come bollino blu (un protocollo dintesa con le associazioni di categoria per assicurare che le vetture circolanti nel perimetro urbano soddisfacessero determinati requisiti nellemissione di gas di scarico) e quella chiamata Palermo a tutto gas, che prevedeva lerogazione da parte del Comune ai privati di un contributo pari al 15% per la trasformazione degli autoveicoli con alimentazione a benzina, in veicoli alimentati a GPL o metano.
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Tali progetti furono avviati dal 2004 al 2006, tranne liniziativa Palermo a tutto gas, sviluppata nei primi mesi del 2007. Tra il 2004 e il 2006 lAssessore Avanti istitu un gruppo, allinterno del Servizio Ambiente, chiamato Agenda 21, con lo scopo di pianificare e verificare lo stato dellambiente; nel 2006 fu pubblicato anche un volume denominato Relazione dello stato dellambiente. Lintento di Agenda 21 era quello di pianificare a medio raggio la mobilit sostenibile per il ventunesimo secolo, abbandonando la logica degli interventi di emergenza. Sempre su impulso dellAssessorato, il Servizio Ambiente ed Ecologia partecip ad un bando di finanziamento regionale per la stesura di un piano strategico per la mobilit sostenibile (stilato tra il 2005 e il 2007, approvato dalla Regione nello stesso 2007), in cui venivano individuate le strategie da seguire per unefficace azione amministrativa in ordine ai temi dellinquinamento atmosferico, della mobilit e dei servizi pubblici per la cittadinanza. Dal 2004 al 2006 si verific una riduzione, non elevata, dei livelli di inquinamento atmosferico desunta dagli indici della qualit dellaria (parametri che, mettendo insieme diversi inquinanti, forniscono il quadro della pressione esercitata sulla popolazione). Fu ancora uniniziativa dellAssessore Avanti quella di studiare la natura chimica e morfologica del particolato atmosferico (le polveri sospese), avviando uno specifico tavolo tecnico. A tale tavolo tecnico, a parte lAmministrazione Comunale (rappresentata dallAssessore Avanti e dal dirigente Carioti), parteciparono lA.R.P.A., lUniversit di Palermo (dipartimento ingegneria chimica, facolt di chimica), ma anche la CEPA (un laboratorio privato che si occupa di indagini ambientali) e la fondazione Bellisario. Detti enti, intervenuti a titolo gratuito, studiarono campioni disponibili presso lA.M.I.A. di particolato atmosferico, rilevando nel documento di sintesi che vi una parte sensibile di derivazione naturale, perch le polveri sottili possono provenire da sostanze di natura antropica. Le proposte di pianificazione emerse dal tavolo tecnico ed espresse nel piano strategico per la mobilit sostenibile venivano indirizzate allAmministrazione, che aveva la possibilit di adeguarsi inserendo nel proprio programma triennale le iniziative ritenute prioritarie per labbattimento dellinquinamento atmosferico. Liter di approvazione del piano strategico, varato nel 2007, si protrasse fino al 2008. Vi furono comunque altri interventi, come le domeniche ecologiche, le proposte di chiusura in certe fasce orarie del traffico veicolare, la chiusura del gioved, la sostituzione, sempre
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negli anni in cui lAvanti ricopr la carica di Assessore, dei mezzi inquinanti in dotazione allAmministrazione con mezzi a basso impatto ambientale. LAssessorato Ambiente riusc, infatti, ad acquisire fondi per dotare lamministrazione di trentatr scooter elettrici destinati ai dipendenti, mezzi che furono acquistati e utilizzati. LAssessore Avanti partecip in prima persona ai tavoli tecnici per lo studio dellinquinamento atmosferico, avviando e concludendo la stipula di protocolli dintesa con le associazioni di categoria per la trasformazione delle autovetture alimentate a benzina in veicoli alimentati a GPL e a metano. Nel 2004 fu redatto un progetto approvato dalla Giunta comunale, nel quale si individuavano le procedure per i controlli dei gas di scarico da compiersi nelle autofficine preposte al rilascio del bollino blu. Era sempre il Servizio Ambiente ad esitare le richieste di autorizzazione presentate dalle autofficine. Il tema della pianificazione aveva una grande importanza per lAssessore Avanti, che in tale prospettiva riteneva necessario coinvolgere le categorie interessate e sensibilizzarle nei confronti del problema dellinquinamento atmosferico. Spesso si verificavano divergenze di opinioni, quando venivano toccati interessi particolaristici (ad esempio, la Confcommercio non vedeva di buon occhio la chiusura, seppure temporanea, di determinate arterie viarie, considerata lesiva dei propri interessi economici). I dati dellinquinamento, pubblicati dallA.M.I.A. quotidianamente in un bollettino giornaliero ed in una relazione biennale sullo stato dellambiente, venivano acquisiti giornalmente dal Servizio Ambiente ed Ecologia, seguiti ed analizzati periodicamente, ma non con una cadenza prestabilita. Nel 2007 e nel 2008, ha soggiunto il teste, si registrarono sensibili miglioramenti nei livelli di PM10 rilevati dalle nove centraline rispetto al 2006. Nel 2007/2008 i giorni di sforamento (che ai sensi del D.M. n. 60/2002 non dovevano superare la soglia di 35 allanno) furono intorno ai 70/75, mentre nel 2006 erano stati pi di 100. Non fu effettuato alcun approfondimento concernente la prevenzione per la salute dei cittadini in ragione dei dati che venivano elaborati dal suo ufficio, n esisteva un organo di controllo a ci deputato. Per lincentivazione del trasporto pubblico fu istituito il servizio di car-sharing; il teste ha infine precisato che lAssessore allAmbiente era sempre in contatto col Sindaco (il quale sigl il
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protocollo dintesa per lo studio del particolato) riguardo alla problematica dellinquinamento atmosferico. Limputato Avanti, sottoposto ad esame, ha precisato di essere stato nominato Assessore allAmbiente dal Sindaco Cammarata nel dicembre 2001, rimanendo in carica sino al dicembre del 2005, allorch rassegn le dimissioni, rientrando in giunta nel settembre del 2006, fino al giugno del 2007. Allepoca del suo primo insediamento, lAssessorato Ambiente del Comune di Palermo non esisteva, nel senso che nella struttura politico-amministrativa del Comune non esisteva alcun settore che si occupasse delle materie ambientali; fino ad allora non era mai stata assegnata dalle precedenti amministrazioni una delega allAmbiente. In seno allAssessorato Urbanistica vi era un gruppo di tre funzionari, tra cui un ingegnere, che seguiva la questione della mobilit sostenibile con riferimento ai progetti comunitari e, di fatto, anche le problematiche legate allinquinamento atmosferico. Dal momento del suo insediamento, egli si preoccup di costituire un Servizio allinterno della struttura organizzativa comunale che assumesse tutte le competenze amministrative afferenti alle problematiche di carattere ambientale che investivano il territorio, che non erano soltanto quelle relative allinquinamento atmosferico. Furono dunque insediate in questo servizio tre unit operative: una si occupava di parchi e riserve, una di energia e mobilit sostenibile e, la terza, di bonifiche di siti inquinati. Tra le competenze dellunit operativa energia e mobilit sostenibile rientrava anche la materia dellinquinamento atmosferico ed acustico. LAssessorato allAmbiente aveva competenza sul controllo della rete di monitoraggio di cui dotato il Comune di Palermo, costituita inizialmente da sette stazioni di rilevamento (poi portate a dieci) collocate allinterno del centro urbano; la manutenzione e la gestione del servizio erano e sono affidate allA.M.I.A.; lAssessorato Ambiente provvedeva giornalmente alla valutazione dei risultati del rilevamento effettuato per il controllo della qualit dellaria nel territorio comunale ed allindividuazione dei provvedimenti da proporre. Le ulteriori tre centraline installate (mediante un progetto finanziato dal Ministero dellAmbiente) erano destinate al monitoraggio della concentrazione in atmosfera del benzene e degli idrocarburi policiclici aromatici. Nellambito delle competenze specifiche dellUnit Operativa Energia e Mobilit Sostenibile si svilupparono iniziative legate al risparmio energetico e alla realizzazione di impianti di
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produzione di energia da fonti rinnovabili; con specifico riferimento alla mobilit sostenibile, furono intraprese varie iniziative di comunicazione di eventi o di sensibilizzazione alluso del mezzo pubblico o di mezzi alternativi alluso del mezzo privato. In particolare, venne richiesto alla Regione Siciliana un finanziamento per un piano strategico sulla mobilit sostenibile che consentisse di individuare quali interventi e quali infrastrutture a breve, medio e lungo termine dovessero essere realizzati nella citt di Palermo, per mitigare gli effetti dellimpatto della mobilit di tipo veicolare sulla qualit della vita e sulla qualit dellaria. Il piano fu finanziato e realizzato a seguito di una gara aggiudicata ad un raggruppamento di imprese; fu lUniversit di Palermo a predisporre il piano. Si ottenne poi il finanziamento di un progetto di car-sharing, oggi portato a compimento e gestito dallA.M.I.A.. Il progetto in questione era stato presentato dal suo Assessorato e finanziato dal Ministero dellAmbiente. Si tratta di un metodo innovativo, utilizzato in tutta Europa, che consente di condividere tra pi soggetti unautovettura pubblica a qualunque ora del giorno e in tutti i giorni della settimana. Fu realizzato anche uno scooter-sharing con lacquisto di scooter elettrici utilizzati secondo le stesse modalit; vennero poi intraprese iniziative tese a promuovere luso della bicicletta o di mezzi ecologici, nonch ad incentivare la conversione delle auto con alimentazione a benzina ad alimentazione a GPL o a metano. Al riguardo, aderendo alliniziativa del Ministero dellAmbiente il suo Assessorato riusc a promuovere combustibili a basso impatto e finanziamenti diretti ai singoli cittadini per la trasformazione delle loro autovetture; ben 15.000 palermitani ebbero la possibilit di accedere a tali finanziamenti. I programmi in questione ebbero inizio a partire dal 2002 e gi nel 2003 Palermo (che aveva un parco auto molto vecchio e unelevata percentuale di veicoli non catalizzati che avevano un impatto fortemente negativo sulla qualit dellaria) risult la seconda citt, dopo Roma, ad aver effettuato il maggior numero di trasformazioni di tal fatta. Inoltre, unitamente alle associazioni di categoria, alle associazioni degli autoriparatori e alle officine furono sviluppate iniziative che promuovevano la suddetta conversione delle auto non catalizzate, in modo da consentire a chi non aveva la possibilit di acquistare unautovettura nuova di ricevere un contributo che assorbiva quasi totalmente il costo della trasformazione.
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Ci consent di realizzare un intervento strutturale, accanto allistituzione delle ZTL, avvenuta nel marzo del 2002, che inibiva laccesso in una vasta area del centro urbano alle auto non catalizzate; il risultato ottenuto fu un incremento delle trasformazioni. LAssessorato allAmbiente non aveva competenze specifiche sulla mobilit del traffico, in quanto le relative ordinanze erano sindacali; quando si rilevavano superamenti o comunque si ponevano problematiche concernenti la qualit dellaria, lAssessorato proponeva iniziative allUfficio traffico se esse riguardavano limitazioni del traffico; alla Polizia Municipale, se orientate a interventi di fluidificazione del traffico; se invece interessavano il potenziamento di alcune linee di trasporto pubblico, destinataria era lA.M.A.T. Al riguardo, ha precisato limputato, egli convoc una serie di conferenze di servizi allo scopo di sollecitare ai diversi attori provvedimenti e attivit finalizzati a una maggiore fluidificazione del traffico e alla conseguente mitigazione del fenomeno dellinquinamento atmosferico. Quotidianamente lAssessorato riceveva dallA.M.I.A. i dati rilevati dalle centraline; se i dati erano nella norma, venivano messi agli atti; se i valori registrati superavano i limiti normativi, allora ne veniva data comunicazione allUfficio Traffico, alla Polizia Municipale ed allUfficio Stampa, perch fossero diffusi allesterno. Ci avveniva giornalmente. Negli anni 2002-2003 vi fu una maggiore presenza di sforamenti di CO e di NO2, ma quando il parco circolante divenne prevalentemente diesel anche la normativa europea cominci ad essere pi stringente, a partire dal 2005. LAvanti ha soggiunto che il particolato viene misurato in modo fisico, per caduta libera; vi un imbuto sulla sommit della centralina, alla cui base viene collocato un dischetto che nellarco delle 24 ore assorbe le sostanze presenti nellatmosfera. A fine giornata si preleva il dischetto e si misura la differenza tra il peso del dischetto senza inquinanti e il peso con le sostanze assorbite nelle 24 ore. Questa metodologia, prevista dalla normativa, prevede anche il rilevamento di sostanze e materiali sospesi in atmosfera non provenienti dal traffico veicolare, come per esempio polveri in sospensione legate alle giornate di scirocco, ovvero altre sostanze; ad esempio, il traffico veicolare produce il sollevamento delle polveri presenti sulla strada; di conseguenza queste polveri vanno in sospensione e possono incidere anche sui valori del PM10; ancora, in caso di lavori in corso o di incendi in prossimit della centralina il valore viene alterato, tant che la
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normativa europea tiene conto del fatto che si possono verificare fenomeni naturali o procurati dalluomo non dipendenti da traffico veicolare. In sostanza, ha proseguito limputato, ai fini della valutazione dellinquinamento atmosferico non si pu prendere in considerazione solo il traffico veicolare, ma in particolare a Palermo, per esempio nei mesi invernali, qualcosa prende dal riscaldamento, qualcosa prende dalla presenza, anzi pi di qualcosa, delle navi nel nostro porto. Ci perch il porto addossato al centro urbano e le navi ormeggiate in attesa di partire devono alimentare i gruppi elettrogeni per consentire lo svolgimento delle ordinarie attivit di bordo, tenendo quindi i motori accesi tutto il giorno. E le emissioni di questi grossi motori navali, che ovviamente non sono soggetti ai controlli che si posono effettuare sui motori degli autoveicoli, hanno un notevole impatto sul livello di inquinamento, riversandosi sulla citt con la brezza marina. Inoltre, ha soggiunto lAvanti, la citt di Palermo ha una particolare struttura urbanistica, con talune strade poste in maniera perpendicolare rispetto al mare, mentre la maggior parte corre parallelamente alla linea della costa. Ci comporta che se vi sono inquinanti in atmosfera, la brezza marina che potrebbe spazzarli di fatto non riesce a penetrare; si crea quindi una sorta di effetto canyon; la polvere permane in sospensione e pu rimanere in tale condizione, senza precipitare, anche per settimane; si tratta infatti di sostanze molto leggere, che possono essere mantenute in sospensione anche da venti modesti. L imputato ha precisato di essersi posto il problema della distribuzione del PM10 sul territorio comunale, anche per comprenderne meglio la natura e la sorgente. Per tale ragione promosse un tavolo tecnico attraverso un protocollo di intesa a titolo gratuito nel dicembre del 2006, con Universit, ARPA, un istituto di ricerca privato e la fondazione Bellisario, cui aveva chiesto di condividere con lAssessorato un progetto di studio e di analisi innovativo che soprattutto guardasse alla caratterizzazione delle polveri presenti nei campioni prelevati dalle centraline. La caratterizzazione era utile, perch in funzione delle sostanze che venivano ritrovate nei campioni prelevati dalle centraline si poteva risalire alla sorgente, cio allorigine della fonte inquinante. Ha soggiunto lAvanti che quando viene effettuata la pesatura del dischetto, lAMIA manda lallarme, a meno che non abbia ricevuto una segnalazione ufficiale che in quella giornata si
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verificato un fenomeno di inversione termica o di scirocco, ci che consente di non considerare quella misurazione. A proposito del tavolo tecnico, ha aggiunto che questo gruppo di lavoro scientifico esegu una serie di analisi sui campioni prelevati da pi centraline e soprattutto da quelle ubicate nella piazza Castelnuovo e nella Via Belgio, maggiormente significative. In tali campioni fu rilevata una rilevante percentuale di sostanze di provenienza naturale e, in particolare, di sostanze provenienti dallaerosol marino; sicch gli esperti, in una relazione prodotta nel marzo 2007, segnalarono che buona parte del PM10 misurato dalle centraline aveva appunto origine da tale aerosol marino, prodotto dallevaporazione dellacqua del mare che precipita nuovamente sotto forma di sale e rimane in sospensione. Nel periodo in cui fu Assessore, ha precisato limputato, erano operative dieci centraline; il progetto era stato approvato dal Ministero dellAmbiente. Le centraline furono collocate in diverse zone della citt per ottenere una significativa mappatura della presenza di inquinanti; una, per esempio, fu installata a Boccadifalco, che una zona lontana dal centro abitato, perch la normativa imponeva di stabilire un valore di fondo degli inquinanti. Se si considerano i valori di fondo di Boccadifalco e i valori registrati in citt, lanalisi forniva risultati diversi. LAssessorato allAmbiente acquist inoltre altre apparecchiature mobili per il rilevamento degli inquinanti, pi leggere e di pi agevole installazione, collocate in alcune vie dove non vi erano stazioni di monitoraggio (per esempio in via Roma, in via Maqueda, vale a dire in zone ritenute sensibili, per avere un quadro pi chiaro della situazione). Ha precisato, ancora, di avere personalmente partecipato a consulte e associazioni con colleghi Assessori allAmbiente di altre citt italiane o del resto di Europa; al riguardo, ha evidenziato che la normativa europea propone una serie di politiche cosiddette strutturali per mitigare il fenomeno dellinquinamento atmosferico. Le azioni sviluppate furono infatti molteplici, proprio per attenuare il fenomeno alla radice: ricambio del parco auto, interventi infrastrutturali, potenziamento del trasporto pubblico locale, realizzazione di nuovi parcheggi, sosta tariffata, progettazione del piano integrato del trasporto pubblico di massa. Per esempio, in precedenza, non era mai stato adottato nella citt di Palermo un provvedimento di limitazione del traffico.
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Il primo provvedimento di limitazione del traffico fu adottato nel febbraio del 2002; su proposta dellAssessorato fu prevista una ZTL per unarea estesa circa 380 ettari nel centro abitato, coincidente con larea che di fatto era stata chiusa nellambito delliniziativa domeniche senza auto, iniziativa attuata nel 2001, nel 2002 e nel 2003, proprio per incentivare luso del mezzo pubblico. Il progetto della ZTL non consentiva laccesso ai veicoli non catalizzati nel centro abitato e avrebbe prodotto, nel tempo, un miglioramento del fenomeno dellinquinamento atmosferico, insieme agli altri provvedimenti ed al ricambio del parco auto. Chiaramente, i risultati di questi provvedimenti e di questi interventi non avrebbero potuto vedersi immediatamente, ma andavano valutati nel tempo. Secondo limputato, se oggi si analizzassero i valori si verificherebbe che vi stato un progressivo miglioramento; sicuramente cio avvenuto con riguardo ai valori di CO, notevolmente abbattuti. Quanto ai superamenti del PM10, si registrarono superamenti di poche unit soltanto quando la normativa divenne pi stringente, ma se la soglia normativamente prevista fosse rimasta costante i superamenti sarebbero stati di entit irrisoria, essendosi registrati valori di 51, 52 quando la soglia massima era 50. Mettendo a confronto tali valori con quelli delle altre citt italiane, gli sforamenti in citt del nord mostravano valori di 200, 250 microgrammi al metro cubo a fronte di quelli registrati a Palermo di 51, 52. Per, anche con riguardo alle altre citt del nord, dal confronto con altri colleghi emerse che i provvedimenti giornalieri di chiusura al traffico temporaneo non funzionavano, perch di fatto il particolato rimane sospeso in atmosfera anche per due, tre, quattro giorni ed anche laddove si dovesse chiudere al traffico lintero centro urbano esso non si attenua. Vi furono poi iniziative di sensibilizzazione alle buone pratiche nella mobilit sostenibile attraverso la partecipazione a progetti. Nel 2002 lAmministrazione partecip a un progetto denominato european mobility management day, uniniziativa di sensibilizzazione per incentivare la mobilit sostenibile; nello stesso anno, lAmministrazione Comunale var unordinanza che riguardava la circolazione dei mezzi pesanti. Limputato ha precisato che si trattava di una proposta del suo Assessorato, recepita dallUfficio traffico: al di fuori della fascia oraria 14,00-17,00 e 20,00-08,00, a tali mezzi non
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veniva consentito lingresso nella citt e si prescriveva un percorso che dal porto seguiva lasse di via Francesco Crispi e via Messina Marine per raggiungere viale Regione Siciliana e le autostrade A19 e A29 per Trapani e Catania. Unaltra ordinanza fu emessa, sempre nel 2002, per la regolamentazione del trasporto delle merci, il cosiddetto scarico e carico delle merci, per tutti i negozi del centro citt. Si trattava sempre di unordinanza sindacale, predisposta dallUfficio traffico, che non consentiva lo scarico e il carico delle merci nelle attivit commerciali e private, se non dalle ore 14,00 alle ore 17,00 e dalle 20,00 alle 08,00 del giorno successivo. Altre iniziative dellAssessorato furono volte a trasformare il parco veicolare dellAmministrazione Comunale; vennero acquistati mezzi elettrici e a metano; ben duecento autovetture furono convertite, nei sistemi di alimentazione, da benzina a metano; lAMAT acquist 66 autobus a metano e ibridi, sempre su sollecitazione dellAssessorato, nellarco degli anni 2002-2003. Parte di tali iniziative, intraprese nel 2001 e completate nel 2003/2004, furono realizzate con fondi comunali, altre con finanziamento del Ministero dellAmbiente, altre con finanziamento di progetti comunitari. Si cerc di disincentivare luso spropositato dellautovettura da parte dei privati cittadini; nel 2002, fu chiuso lasse di via Libert. Furono poi istituite le zone blu (con delibera di giunta approvata il 19 febbraio del 2002); la sosta tariffata inizi a funzionare nel marzo del 2002, con la regolamentazione di ben venticinquemila posti auto in tredici zone individuate nella citt; il sistema consentiva il ricambio delle auto parcheggiate e di conseguenza permetteva di trovare pi facilmente posteggio, evitando la circolazione a vuoto e, di fatto, la produzione di ulteriore inquinamento. Altre iniziative consistettero nella partecipazione a manifestazioni come la settimana della mobilit, che si celebra a livello europeo, dal 16 al 22 settembre 2002, con provvedimenti di chiusura del traffico e progetti di educazione ambientale anche nelle scuole, nonch le domeniche ecologiche, promosse dal Ministero dellAmbiente, per gli anni 2002/2003. Su impulso del suo Assessorato fu inoltre regolamentata lemissione del bollino blu. Fu infatti siglato un accordo con le associazioni di categoria e, in particolare, con le officine di autoriparatori per sottoporre a controllo i gas di scarico delle auto; fu concordato il costo del bollino blu; venne inoltre costituita una commissione paritetica tra le associazioni e lAmministrazione, per effettuare controlli periodici anche nelle officine e verificare se esse
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operassero correttamente, ma anche per stabilire le procedure e le modalit secondo le quali doveva essere eseguita la misurazione dei gas di scarico. Soltanto chi aveva ottenuto il bollino blu (anche se si trattava di autovettura catalizzata) avrebbe potuto entrare nella ZTL. Unaltra iniziativa risalente al 2003- 2004 si era concretata in un accordo per incentivare luso del GPL; la convenzione fu stipulata con il Consorzio Ecogas e lAssociazione degli autoriparatori; si trattava di un protocollo di intesa che prevedeva uno sconto per i cittadini che trasformavano la propria autovettura installando il sistema di alimentazione a GPL e anche un buono carburante per chi appunto accedeva a questa iniziativa. Si ader al progetto Metano del Ministero dellAmbiente (anno 2002); a tale riguardo, Palermo era - insieme a Torino - una delle citt capofila; nellambito di tale programma, vennero erogati contributi ai cittadini per lacquisto delle auto a metano, soprattutto veicoli commerciali e taxi, che con i tradizionali sistemi di alimentazione contribuiscono notevolmente ad accrescere il livello di inquinamento. Un distributore a metano, ubicato in via Lanza di Scalea, fu finanziato attraverso questo progetto. Altra iniziativa dellAssessorato fu lintroduzione di stazioni portatili di rilevamento dellinquinamento atmosferico ed acustico inserite soprattutto per dotare il sistema di rilevamento della qualit dellaria di apparecchiature aventi dimensioni ridotte per il monitoraggio continuo e automatico anche in zone ove non possibile lutilizzo di strumenti convenzionali. Si realizz, ancora, un progetto per il controllo centralizzato dei varchi di accesso alla ZTL, che non potevano essere sorvegliati altrimenti; era stata perci prevista linstallazione di particolari telecamere che riescono a leggere la targa e quindi a trasmettere le relative immagini ad una centrale operativa istituita presso la polizia municipale; il controllo con database avrebbe consentito di verificare se si trattava di vetture catalizzate ovvero non catalizzate, per emettere automaticamente la contravvenzione qualora il veicolo non fosse stato abilitato a circolare allinterno della zona a traffico limitato. Limputato ha poi menzionato lo scooter sharing; la settimana della mobilit sostenibile del settembre del 2003 e un programma di tutela ambientale finanziato dal Ministero dellAmbiente, relativo ad interventi infrastrutturali e di sensibilizzazione al tema della mobilit sostenibile.
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Promoses era un progetto comunitario finanziato dalla Comunit Europea per lanalisi e lo studio dei temi innovativi di mobilit sostenibile; il progetto Zen per zero emissioni venne finanziato sempre dalla Comunit Europea; si trattava di progetti condivisi con altre citt europee per lo scambio di buone pratiche. Il progetto Promoses, in particolare, mirava ad implementare il servizio di car sharing in diverse citt europee partecipanti e quindi lAssessorato verific la validit delle iniziative di car sharing, poi realizzate attraverso il finanziamento del Ministero dellAmbiente. Lodierno imputato ha ribadito che il fenomeno dellinquinamento atmosferico doveva essere affrontato in termini strutturali e con il coinvolgimento di tutti; non era un problema risolvibile solo da unamministrazione o dallAssessore allAmbiente o dal sindaco, ma era un problema culturale di sensibilit ambientale che richiedeva interventi a 360 gradi. LAvanti ha citato come esempi di intervento strutturale idoneo a mitigare il fenomeno dellinquinamento atmosferico lavere realizzato un piano parcheggi, che consente di lasciare lautovettura in luoghi periferici e di arrivare in centro a piedi o con il mezzo pubblico; il potenziamento del trasporto pubblico di massa, con un progetto che prevede la chiusura dellanello ferroviario, il passante ferroviario, la rete tranviaria e la metropolitana, tutte grandi opere che sono la chiave di volta per la risoluzione del problema. In passato tali interventi non erano mai stati realizzati n progettati nella citt di Palermo. In altre citt europee esiste il tram, accanto alla metropolitana e ad altri sistemi di trasporto pubblico che sono realmente concorrenziali rispetto al trasporto privato; per lasciare il proprio mezzo privato, infatti, il cittadino deve trovare un sistema alternativo appetibile. Si tratta di interventi che richiedono grandi investimenti e lunghi tempi di realizzazione, ma non possono essere dissociati dagli aspetti culturali e dalla sensibilit alle tematiche ambientali dei singoli cittadini. Tornando ad altre iniziative, limputato ha indicato i controlli su impianti termici. Nel dicembre 2004 fu approvato dal Consiglio comunale, su proposta dellAssessorato allAmbiente, un regolamento che disciplina i controlli sul rendimento di combustione degli impianti pubblici e privati di riscaldamento, anche questo un elemento che incide fortemente sullinquinamento atmosferico. Furono trasformate a metano tutte le centrali termiche degli edifici comunali, al fine di contribuire alla riduzione delle emissioni, sempre nel 2004.
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Negli anni precedenti, la AMG aveva promosso una campagna di incentivazione anche nei confronti dei privati, offrendo gratuitamente la trasformazione della caldaia a metano per ottenere una riduzione dellemissione di inquinanti in atmosfera; le vecchie caldaie a kerosene o a gasolio, infatti, emettevano rilevanti quantitativi di sostanze inquinanti. Rispetto al tema della mobilit alternativa, lAmministrazione Comunale potenzi la rete delle piste ciclabili, realizzandone svariati chilometri con un finanziamento dellAssessorato Regionale al Turismo e ai Trasporti. Al periodo 2003/2004 risale la relazione sullo stato dellambiente, avente lobiettivo di affrontare le tematiche ambientali non in termini emergenziali, ma programmando un modello di sviluppo sostenibile per riuscire a pianificare una serie di interventi; anche in questo caso fu ottenuto un finanziamento dal Ministero dellAmbiente. Fu inoltre redatto il piano strategico della mobilit sostenibile, con lobiettivo di realizzare un processo di decisione e partecipazione che portasse a definire in ambito urbano sistemi alternativi di mobilit, capaci di integrare il sistema del trasporto pubblico e di garantire allo stesso tempo la libert di movimento che apparentemente solo il veicolo privato sembra offrire. Il piano fu redatto da una societ che si era aggiudicata la redazione allesito di una gara pubblica e consegnato nel marzo del 2007; esso prevedeva una serie di iniziative da attuare nel breve e medio termine che, interessando tutte le attivit umane nella citt di Palermo, potevano appunto contribuire al miglioramento della qualit dellambiente. Numerose proposte emerse dal piano strategico della mobilit sostenibile erano gi state concretamente percorse e sviluppate dallAmministrazione Comunale, sia in termini infrastrutturali, sia in termini di sensibilizzazione ai temi ambientali. Nel corso del 2006, quando la normativa ridusse la soglia del PM10, fu adottata una serie di provvedimenti a breve termine per limitare la circolazione e controllare lemissione di inquinanti nellatmosfera, sebbene vi fosse la consapevolezza che non si sarebbero ottenuti particolari risultati. In una prima fase fu istituita una grande isola pedonale domenicale. In una vasta area delimitata dal viale Regione Siciliana e dalla via Crispi a monte e a valle, da via Galletti a viale Lazio ad est e a ovest veniva effettuato dalle ore 15 alle ore 20 il blocco totale della circolazione veicolare. Il blocco fu esteso anche al luned mattina, dalle ore 9.30 alle ore 12.30, sempre su proposta dellAssessorato allAmbiente (ci avvenne quando limputato non era Assessore); il
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provvedimento fu poi modificato nella misura che prevedeva la circolazione a targhe alterne per due giorni alla settimana, il mercoled e il gioved; tale misura fu adottata fino al 29 giugno 2006 e successivamente nellottobre del 2006, quando egli era gi rientrato nella compagine dellAmministrazione Comunale assumendo nuovamente la delega allAmbiente. Si istitu il cosiddetto gioved senza auto per larea della ZTL perch, esaminando i risultati dellintera settimana relativi ai valori di PM10, si era rilevato come questi ultimi riuscissero a ridursi tra il sabato e la domenica, mentre il luned iniziavano a crescere in maniera lineare, raggiungendo al sabato il picco pi elevato. Si pens con i tecnici di prevedere nel mezzo della settimana una giornata di blocco totale del traffico, al fine di consentire una riduzione del valore del PM10, nella convinzione che i superamenti che si verificavano erano di poche unit rispetto al valore di soglia e, quindi, sarebbe stato sufficiente ridurre anche del 10% o 15% il valore del PM10 per scendere al di sotto del valore limite. Anche questa fu una proposta dellAssessorato allAmbiente adottata dagli organi competenti; tuttavia, in alcune di tali giornate fu indetto uno sciopero dei vigili urbani che si riunirono in assemblea; ci non consent di controllare i varchi in maniera adeguata e di realizzare pienamente liniziativa; si era comunque verificato, sotto il profilo statistico, che questo genere di misura consentiva di ritornare sotto la soglia limite del PM10, arrecando il minore disagio possibile alla cittadinanza. Al riguardo, lo stesso imputato ha sostenuto che quando si emette un provvedimento di chiusura totale della citt al traffico, si configura anche un problema di esclusione sociale, poich occorre considerare le necessit di chi deve muoversi per potere svolgere le proprie attivit giornaliere lavorative, ovvero per ragioni di salute, con riferimento a tutte le fasce della comunit, a tutte le fasce di et, a tutti i ceti; chi non si pu permettere di avere una vettura non inquinante non potrebbe accedere in alcune parti della citt, ma ci comporta un problema di accessibilit ai servizi, sovente ubicati nel centro abitato. In epoca successiva alliniziativa del gioved senza auto, che si concluse nel novembre del 2006, fu avviata la concertazione con le associazioni di categoria (commercianti, artigiani, consumatori) per discutere una bozza di una nuova ordinanza sindacale che istituisse una seconda ZTL e rendesse pi rigido laccesso alla prima. Le due ZTL, nella proposta, erano tra loro concentriche.
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Lo zoccolo duro, nella zona centrale della citt, era costituito dalla vecchia ZTL, ove laccesso era consentito solo ai veicoli euro 3 - euro 4 e a quelli non inquinanti; nella ZTL B, potevano invece accedere anche i veicoli euro 1 e euro 2, chiaramente non gli euro 0, non catalizzati. Quindi si era prevista, di fatto, una griglia pi rigida nellaccesso al centro citt. Nel novembre del 2006 fu attivato quellosservatorio permanente, il tavolo tecnico gi menzionato, composto da Arpa, Universit di Palermo, Assessorato Ambiente, Fondazione Bellisario e Cepa (che un centro di ricerca). Losservatorio aveva lobiettivo di effettuare la caratterizzazione della composizione degli inquinanti, la stima del contributo allinquinamento proveniente da ogni sorgente e quindi una modellazione di dispersione degli inquinanti nella area urbana per la distribuzione delle aree a rischio e la realizzazione di un sistema informativo territoriale dedicato; questo era loggetto dellincarico, stabilito con un protocollo di intesa. Venne inoltre intrapresa una ulteriore iniziativa, attraverso unintesa con la ASI e le associazioni di categoria, per la realizzazione del progetto Di Meno, che riguardava per il trasporto delle merci in ambito urbano, la cosiddetta distribuzione dellultimo miglio. Con questo sistema, ubicando la piattaforma logistica fuori dal centro urbano, chi viene a consegnare la merce in citt pu utilizzare mezzi ecologici, riducendo limpatto dello smistamento e del carico - scarico merci. Questo progetto fu promosso dallAssessorato allAmbiente. Un'altra iniziativa fu quella denominata Palermo a tutto gas, consistente in una campagna promozionale effettuata nel marzo 2007 e valida fino al 22 settembre 2007, che prevedeva una riduzione del 15% su prezzi di listino per la conversione. Siccome si erano esauriti i finanziamenti del Ministero dellAmbiente per le trasformazioni in GPL e metano, fu promossa questa intesa con le associazioni di categoria per incentivare ulteriore conversioni a sistemi di alimentazione meno inquinanti; un altro accordo fu stipulato con le associazioni di autoriparatori, per garantire un controllo pi attento dei gas di scarico e concedere vantaggi economici ai cittadini che si sottoponevano al test di verifica delle emissioni. un intervento infrastrutturale relativo alla costruzione e alla gestione di una piattaforma logistica

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Lazione di controllo e di monitoraggio, ha affermato limputato, era esercitata in modo puntuale; di volta in volta veniva data comunicazione a tutti i soggetti che dovevano sviluppare iniziative o assumere provvedimenti. Affermava, ancora, limputato che secondo una valutazione scientifica dei valori relativi alle sostanze inquinanti, dallanno 2000 ad oggi si registrato un trend continuo di miglioramento anche perch intervenuto un ricambio del parco circolante, si accresciuta la sensibilit ambientale di molti cittadini e quindi alcuni interventi strutturali cominciano a dare risultati positivi. I ricercatori la definiscono performance positiva del risultato; daltronde, ha asserito lAvanti, per quanto riguarda linquinamento atmosferico la situazione di Palermo migliore rispetto a quella di altre citt. Tornando al tema delle navi che giungono in porto e che incidono fortemente sullinquinamento atmosferico, lodierno imputato ha riferito che alcune autorit portuali, per evitare che i natanti rimangano con i motori accesi durante il giorno, forniscono lalimentazione elettrica per garantire i servizi durante la permanenza in banchina e ci consente chiaramente di evitare ulteriori apporti di inquinanti. Quanto al tema dellincidenza dellaerosol marino, lAvanti ha soggiunto che per quanto emerse dalle valutazioni scientifiche del gruppo di esperti, doveva imputarsi a tale componente una percentuale di quasi il 40% in termini di inquinamento. Alla domanda del difensore se la normativa europea imponesse alcunch alle Amministrazioni Comunali dei vari Stati membri per abbattere linquinamento nel momento in cui si superavano i limiti previsti, limputato ha risposto che le direttive comunitarie stabiliscono una serie di modalit in ordine alla misurazione degli inquinanti e che la logica seguita nelle riunioni convocate allo scopo era quella di intervenire a 360 gradi per far regredire il fenomeno, certamente complesso e non facilmente gestibile, con programmi e iniziative strutturali e strutturate nel tempo; liniziativa temporanea infatti episodica e non d nessun beneficio, mentre un provvedimento strutturato nel tempo, come appunto quello della ZTL, consente di conseguire benefici stabili. Quanto alla mancata adozione di misure di blocco integrale del traffico, lAvanti ha sostenuto che in una citt come Palermo tale provvedimento non facilmente realizzabile, sia per la scarsa educazione civica degli automobilisti, sia perch chiudere lintera citt al traffico comporta la necessit di uno stringente controllo di tutti i varchi di accesso e la conseguente
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disponibilit di risorse umane da destinare allo scopo; e ci considerato anche che la citt capoluogo di regione meta di molti autoveicoli provenienti dalla provincia e quindi non vi solo il traffico legato alla mobilit urbana dei cittadini palermitani. Al di l di tali considerazioni, lodierno imputato ha ribadito che, a suo giudizio, sul piano sociale tale misura non era praticabile, per i problemi che ne sarebbero derivati rispetto alla accessibilit ai servizi; ha quindi sostenuto che un provvedimento di tal sorta non rientra nelle competenze dellAssessorato allAmbiente, in quanto esso dovrebbe essere adottato con unordinanza sindacale a seguito di una proposta avanzata dallUfficio Traffico. Listituzione della ZTL era una proposta scaturita da una conferenza di servizi promossa dallAssessorato allAmbiente; lUfficio Traffico aveva poi predisposto lordinanza che fu firmata dal Sindaco. In occasione dellavvio della concertazione con le associazioni di categoria per la seconda ZTL, nel settembre del 2006, vi fu unaccesa polemica, riportata dalla stampa cittadina, a causa dellopposizione dei commercianti e di altre categorie; di fatto, lordinanza relativa a questa doppia ZTL pi rigida fu firmata solo un anno e mezzo dopo, alla fine del 2007. Avverso tale provvedimento i commercianti proposero vittoriosamente ricorso al TAR, che rilev come il Comune non avesse previamente adottato il piano urbano del traffico. Al riguardo lAvanti ha tuttavia sostenuto che in realt il Comune aveva adottato un piano urbano per la mobilit sostenibile, avente tutte le caratteristiche di un piano urbano del traffico. Con il sindaco Cammarata e lingegnere Ceraulo, come ha chiarito, egli lavor sempre in sintonia. Lunico momento in cui si verificarono divergenze di opinione fu quando, nel novembre del 2006, insistette per adottare lordinanza istitutiva della doppia ZTL che avrebbe ristretto laccesso al centro abitato, mentre il sindaco ritenne di rinviare di qualche mese ladozione di tale provvedimento perch inseriva una griglia molto rigida e quindi occorreva preparare la cittadinanza; allora si decise insieme di insediare il tavolo tecnico scientifico per avviare la caratterizzazione degli inquinanti. Le perplessit del Sindaco, la riserva sui tempi e la necessit di insediare un tavolo tecnico erano legata anche a quelle tensioni sociali, in quanto lo stesso Cammarata si poneva il problema dellaccessibilit dei cittadini ai servizi. Il Sindaco, nella qualit di Commissario per lemergenza traffico (nominato nel 2003 fino al dicembre dello stesso anno, con proroga fino al dicembre del 2004), adott una serie di
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provvedimenti - legati al piano parcheggi -, fondamentali, a giudizio dellAvanti, per la mitigazione del traffico veicolare, tutti legati al piano integrato del trasporto pubblico di massa; tali provvedimenti, consistiti nella eliminazione di alcuni tappi e in vari interventi di tipo infrastrutturale, ebbero una positiva ricaduta sul territorio comunale, consentendo la fluidificazione dei flussi di traffico. A domanda del P.M. in merito alla normativa vigente in materia di blocco totale del traffico, limputato ha sostenuto che il DM 60/2002 , abrogando alcune parti del DM del 1999, introdusse la nuova filosofia degli interventi strutturali e strutturati che si fondava su iniziative di limitazione del traffico e non di blocco totale, poich sia in Europa, sia nel resto di Italia, le direttive comunitarie avevano mutato orientamento, non indicando pi interventi puntuali, ma interventi strutturati nel tempo per consentire la mitigazione complessiva del fenomeno. Nel 2002, quando lAssessorato ambiente inizi la sua attivit, era gi in vigore il DM 60/2002, che prevedeva la possibilit di limitare il traffico. Il DM del 1999 prescriveva la redazione del rapporto annuale sulla qualit dellaria per redigere il piano per lanno successivo ed individuare i provvedimenti da adottare per la mitigazione dei fenomeni di inquinamento atmosferico; con lintroduzione del DM 60/2002 il rapporto annuale della qualit dellaria non ricadde pi nella responsabilit dei Comuni, perch la Comunit Europea stabil che le problematiche legate allinquinamento atmosferico erano di area vasta e quindi andavano affrontate anche da un livello pi ampio, quello regionale. La Regione avrebbe dovuto predisporre i piani di risanamento ambientale ed inserirvi le misure da porre in essere sullarea vasta, nel quadro di politiche pi ampie che consentissero di affrontare il problema in maniera corretta. Limputato ha quindi soggiunto che, in ogni caso, la normativa divenne pi stringente rispetto al valore di soglia per il PM10, diminuendo anche il numero di superamenti annuali consentiti, che da quaranta furono portati a trentacinque. Daltra parte, nella citt di Palermo i superamenti, se pur formalmente erano tali, a volte erano limitati ad un microgrammo rispetto al valore di soglia. LAvanti ha poi espresso lopinione che il numero di superamenti non dovesse essere determinato sommando i superamenti di tutte le centraline, ma che la normativa prescrivesse di considerare il numero di superamenti per ogni singola centralina; mentre, invece, nel capo di imputazione, invece, il numero di superamenti viene calcolato sommando i superamenti di tutte le centraline (mentre per alcune centraline il numero dei superamenti era stato inferiore a 35).
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Nellarco del 2006, ha proseguito lAvanti, si prov ad adottare provvedimenti di chiusura totale di porzioni della citt, ma si verific che non producevano alcun effetto, perch le polveri permanevano sospese in aria. Quanto ai danni alla salute connessi allinquinamento atmosferico da traffico o acustico nella citt di Palermo, ha affermato che il suo Assessorato non ebbe mai alcuna comunicazione in tal senso, n predispose ricerche, non essendo competente in materia. Le piste ciclabili, progettate dallAssessorato allUrbanistica e finanziate dallAssessorato regionale ai Trasporti, furono tutte realizzate, come per esempio il percorso che va da Via Messina Marine fino a Mondello, con sedi appropriate e non dipinte sui marciapiedi; unaltra pista ciclabile attraversa la citt in senso verticale, con lobiettivo di realizzare il collegamento con la pista ciclabile in corso di realizzazione da parte della Provincia di Palermo, per consentire di arrivare fino a Ficuzza e nella zona di Corleone. La pista ciclabile di via Messina Marine, progettata nel 2003, fu completata alla fine del 2007 o nei primi mesi del 2008; anche il car sharing, progettato nel 2003, cominci a funzionare nel 2008. Le telecamere poste a presidio dei varchi delle ZTL funzionarono per un certo periodo di tempo; successivamente (quando limputato non era pi Assessore), lAmministrazione adott un provvedimento che regolava lemissione dei permessi di accesso alla ZTL; fu previsto un cartellino che individuava la tipologia dellautovettura; il rilascio del cartellino avrebbe consentitoa limplementazione del database per redigere lelenco delle autovetture ammesse alla ZTL e rendere operativa la parte legata alle sanzioni. Pur se le telecamere funzionavano gi da tempo, non fu attivata la parte relativa alle contravvenzioni, perch era necessario il database per confrontare la targa rilevata con lelenco delle autovetture che potevano accedere nella zona a traffico limitato. Interrogato in ordine allefficacia delle ZTL, limputato ha riferito che vi erano statistiche legate alle contravvenzioni emesse allinterno delle ZTL e al trend di alcuni inquinanti che diminuivano nel tempo; tali studi avevano ingenerato la convinzione che il provvedimento fosse valido dal punto di vista tecnico. La teste Livreri Patrizia, docente universitaria della Facolt di Ingegneria di Palermo, ha premesso di essere il responsabile regionale della Fondazione Marisa Belisario, che si occupa di imprenditoria femminile e giovanile.
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In tale qualit fu convocata nel 2006 dallallora Assessore all'Ambiente Giovanni Avanti, che le prospett la volont di istituire un tavolo tecnico al quale avrebbero dovuto sedere tutte le parti presenti nel territorio metropolitano che potevano contribuire ad una soluzione scientifica del problema dellinquinamento nella citt di Palermo. Il tavolo tecnico fu insediato nellottobre del 2006. Il primo obiettivo era quello di accertare la natura degli inquinanti, dal punto di vista della composizione chimico fisica. Il secondo obiettivo era quello di individuare le sorgenti che influivano sull'inquinamento urbano e quindi di distinguere tra sorgenti antropogeniche (imputabili alluomo, come il traffico veicolare o le attivit industriali) e sorgenti di tipo naturale (e quindi, per esempio, come confermato poi dalla ricerca, aerosol marino o altre polveri). LAvanti chiese la presenza dellUniversit degli Studi di Palermo, della Facolt di Ingegneria, dei direttori dei dipartimenti di chimica organica e inorganica coinvolti in relazione alloggetto della ricerca e di tutte le personalit che a qualunque titolo svolgevano un'attivit che potesse offrire un contributo nello studio del fenomeno. Era presente anche l'ARPA. Alla prima riunione, nellottobre del 2006, furono tutti presenti. Le riunioni si svolgevano ogni dieci giorni; lincarico era a titolo gratuito. L'assessore Avanti chiese di eseguire la ricerca non soltanto sul PM 10 grossolano, ma di estenderla anche al PM 2,5 e PM 1, sebbene, allepoca, la normativa della Comunit Europea prendesse in considerazione solo i valori del particolato di tipo PM 10. Ci perch pi piccolo il particolato, maggiore la profondit di penetrazione nei polmoni; lAvanti era interessato a capire, al di l della normativa, quanto il fenomeno potesse coinvolgere negativamente la salute dei cittadini; oggi la Comunit Europea ha reso obbligatorio lo studio del PM 2,5. Lassessore apriva e chiudeva le riunioni, alle quali partecipava personalmente. Il protocollo firmato il 18 dicembre del 2006 fu pubblicato su una rivista scientifica online e venne citato come buona prassi, come modello di sostenibilit ambientale. Era l'anno in cui la Comunit Europea impose la diminuzione del numero di superamenti annui consentiti, da 50 a 35; l'Assessore Avanti chiese di rientrare entro la soglia dei 35 sforamenti.

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Quellanno venne definito come il non inverno per la citt di Palermo; l'AMIA registr soltanto due giornate da sottrarre al computo complessivo degli sforamenti, classificate come giornate di variante meteoclimatica, secondo quanto previsto dalla normativa comunitaria. Le centraline, ha proseguito la teste, non hanno un microprocessore intelligente e non riescono a separare la fonte; quindi non sono in grado di stabilire se lo sforamento sia dovuto ad aerosol marino, sabbia, o al PM 10, ovvero se il superamento sia dovuto ad uno degli IPA che compongono il particolato PM. Anche questo aspetto fu oggetto di studio; infatti venne effettuata pure una analisi per capire se lo sforamento fosse determinato da un'IPA di tipo cancerogeno (come il benzopirene contenuto anche nelle sigarette). Nel 2006 vi furono molti giorni caldi, causati da venti di libeccio e di scirocco, o da una situazione di variante termica che provocava la formazione di una cappa sulla citt di Palermo, impedendo lo smaltimento degli inquinanti. A fronte di tale situazione, appunto di non inverno, assolutamente atipica, furono registrate soltanto due giornate da sottrarre dal computo degli sforamenti annui (l'anno precedente ne vennero sottratte quattro e l'anno seguente sette); secondo la teste, invece, almeno cinque giornate avrebbero dovuto essere sottratte e quindi il dato complessivo di superamenti (che di tipo numerico, non qualitativo) sarebbe rimasto sotto soglia. La Livreri ha soggiunto che gli studiosi riuniti nel tavolo tecnico giudicarono come buona la qualit dell'aria nella citt di Palermo. Fu eseguito anche uno studio sulla qualit dell'aria dal 2006 al 2008 e si verific che l'andamento era migliorato nel tempo. Quando l'Assessore Avanti rientr nella Giunta e convoc gli studiosi nel tavolo tecnico, nellottobre 2006, comunic che nel marzo dello stesso anno la Comunit Europea aveva invitato tutte le citt metropolitane afflitte da problemi di inquinamento ambientale a presentare specifici progetti per lo studio e il finanziamento; chiese quindi di preparare un progetto che poi avrebbe proposto al Sindaco, il quale avrebbe dovuto farsi portavoce presso la Comunit Europea. A seguito della relazione, la proposta di progetto fu inoltrata dallAssessore Avanti, ma tramite il Rettore si apprese, poi, che per ben due volte essa era stata bocciata dall'Amministrazione Comunale e che quindi il Sindaco non aveva presentato il progetto alla Comunit Europea.
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Lattivit del tavolo tecnico prosegu anche quando l'Assessore Avanti lasci lAssessorato; egli comunque, riconvoc il gruppo di esperti nel suo nuovo ruolo di Presidente della Provincia, in quanto sosteneva che il problema dell'inquinamento ambientale non localizzabile e ascrivibile a un territorio, ma deve essere guardato su larga scala. Venne eseguito un sopralluogo nella centralina di via Di Blasi e si verific che lo sforamento da questa segnalato era indice di una collocazione erronea. A seguito di tale indagine, l'Assessore propose di collocare la centralina in modo corretto, secondo quanto previsto dalla normativa. La teste ha quindi precisato che i quesiti posti agli studiosi che componevano il tavolo tecnico erano quattro; il primo riguardava l'analisi composizionale delle particelle inquinanti (analisi chimica e morfologica) nell'area urbana di Palermo; il secondo concerneva l'analisi di tutte le sorgenti inquinanti, quelle antropogeniche (di natura industriale e veicolare) e quelle naturali (come laerosol marino), perch all'inquinamento contribuiscono non soltanto le autovetture e le industrie, ma anche le caldaie o i camini dei panifici; proprio per la variet e la complessit de dati da studiare, secondo la Livreri, si renderebbe necessaria la figura del mobility manager, mai istituita, perch con un diverso approccio qualunque soluzione pu essere priva di logica o, peggio ancora, creare danni ulteriori. Il terzo quesito, una volta chiarito il quadro delle sorgenti inquinanti, mirava alla modellazione di eventuali aree di rischio; si voleva cio stabilire quali aree della citt sono pi esposte al fenomeno dellinquinamento per potervi attuare misure drastiche, di tipo non soltanto veicolare ma anche attinenti al problema del riscaldamento, sempre sottovalutato. Il quarto punto riguardava la costituzione di un osservatorio permanente con il compito di analizzare i dati e di valutarli, investito anche di un ruolo propositivo nei confronti allAssessore, che a sua volta avrebbe dovuto svolgere un ruolo analogo nei confronti del Sindaco. Nel 2006, i valori del PM 10 fecero registrare un numero di sforamenti superiore alla soglia di 35 prevista dalla normativa vigente. Allesito dellattivit di studio, si stabil che il particolato aveva una duplice natura; il 40 per cento era costituito da aerosol marino (sali solubili); la restante parte percentuale, quindi il 60 per cento, era di tipo veicolare e non veicolare.

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Lo studio era per incompleto, in quanto era importante capire quanto incidesse la parte microcorpuscolare, ma a tale scopo sarebbe stato necessario disporre delle opportune strumentazioni. Quanto alle iniziative assunte per la risoluzione dei problemi ambientali ascrivibili alloperato dellAssessore Avanti, il teste Cirrincione Carmelo, perito chimico, dipendente del Comune che si occupava delle problematiche inerenti al traffico ed alle centraline di monitoraggio dellinquinamento atmosferico, ha ricordato che con cadenza quasi mensile lodierno imputato convocava conferenze di servizio tra le varie articolazioni del Comune di Palermo (Ufficio Traffico, Ambiente, Urbanistica). Le soluzioni prospettate con una certa regolarit erano attinenti alla fluidificazione del traffico; quando si verificavano fenomeni di inquinamento, a termine di legge, il Sindaco, nella qualit di ufficiale di governo, assumeva i provvedimenti adeguati. L'ufficio cui il teste apparteneva aveva funzioni meramente propositive, non potendo disporre alcunch in materia di traffico veicolare, di competenza non del Servizio Ambiente, ma di altre ripartizioni comunali. LAMIA trasmetteva giornalmente per via telematica o fax o e-mail i dati dellinquinamento certificati nelle 24 ore precedenti, che poi venivano diffusi tramite due monitor, uno sito alla stazione Notarbartolo, uno alla stazione centrale. Inoltre, ha soggiunto il teste, egli stesso inviava ogni giorno comunicazione sia al Sindaco, sia all'ufficio stampa per la comunicazione alla cittadinanza; il Giornale di Sicilia attingeva queste notizie dall'ufficio stampa del Comune di Palermo e le pubblicava. Attualmente l'AMIA pubblica quotidianamente sul sito internet i dati sull'inquinamento atmosferico. In ordine alle proposte avanzate dall'Assessore Avanti all'Amministrazione Comunale, il Cirrincione ha ramentato che fu chiesto all'AMAT di spostare tutti i mezzi che gravitavano sulla stazione centrale al Foro Italico, perch la zona della stazione era quella pi interessata dal problema dellinquinamento; la proposta non aveva avuto seguito per motivi logistici dellAzienda. Furono, poi, adottati dall'Amministrazione Comunale provvedimenti che imponevano la circolazione a targhe alterne, su proposta del servizio ambiente (dell'assessore praticamente). Talvolta il Comando della Polizia Municipale oppose qualche resistenza, giustificata con la carenza di personale.
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In talune conferenze di servizio si propose di bloccare totalmente il traffico nelle ZTL (zone a traffico limitato), ma vi furono resistenze da parte dell'associazione dei commercianti, preoccupati delle conseguenze negative sul volume di affari; l'organo competente non emise lordinanza proposta. Dal canto suo, il teste Reina Nunzio, Presidente di Confartigianato Imprese di Palermo, ha riferito di essere stato convocato in numerose occasioni dall'Assessore Avanti per partecipare a tavoli di concertazione in ordine ai problemi ambientali. L'oggetto era l'inquinamento nella citt di Palermo; l'Assessore Avanti chiedeva di bloccare il traffico veicolare; la Confartigianato in modo particolare si opponeva a tale misura, ritenendo che la chiusura al traffico avrebbe prodotto effetti negativi per le attivit produttive. La Confartigianato fu appunto una di quelle associazioni che non appena venne deliberata listituzione delle ZTL e la chiusura al traffico nella citt di Palermo, fece ricorso al TAR, ottenendo una sentenza di annullamento dellordinanza in quanto mancava il Piano del traffico urbano. Il testimone Romano Benedetto, Presidente dell'Adiconsum (Associazione Difesa consumatori), ha riferito di essersi incontrato negli anni con l'ex Assessore all'Ambiente Giovanni Avanti per motivi legati al problema dell'inquinamento, affermando che da quando lodierno imputato si era insediato come Assessore lindirizzo precedente era cambiato, perch per suo stile personale egli perseguiva la politica della concertazione, cercando il maggiore consenso sociale possibile. Vi furono molti incontri sin dal 2002 e, su proposta di Adiconsum, lAssessore prese in considerazione non solo il problema del traffico, ma anche quello della regolamentazione del fumo dei camini e delle emissioni delle caldaie. LAdiconsum tronc i rapporti con lAvanti quando lAssessore propose un blocco del traffico; la proposta non era condivisa da commercianti e artigiani, che chiedevano di limitare il blocco al centro storico. Vi fu una levata di scudi da parte di categorie professionali antagoniste, portatrici di interessi diversi, che esercitarono pressioni sul Sindaco, il quale blocc liniziativa. Secondo il teste, sembrava che vi fosse una specie di scollamento tra l'Assessore allAmbiente e il Sindaco, perch il primo, raccogliendo le istanze delle categorie rappresentate da Adiconsum, cercava di individuare le varie fonti di inquinamento atmosferico, mentre il secondo, invece, guardava soltanto al problema del traffico veicolare.
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LAdiconsum agit anche il tema dellinquinamento provocato dalle navi che stazionavano in porto con i motori accesi e lAvanti, convenendo sullesistenza del problema, afferm che occorreva discuterne anche con l'ente portuale, proponendo al riguardo l'istituzione di centraline elettriche per evitare che le navi mantenessero i motori in funzione; a tuttoggi la situazione invariata. Il teste ha quindi ricordato che vi fu uno studio, condotto forse dall'universit, relativo alle cause dellinquinamento. Non venivano redatti verbali delle riunioni tenute nei tavoli di concertazione cui partecipava, n aveva luogo una votazione. Questi tavoli di concertazione avevano natura consultiva; poi erano gli organi comunali competenti a decidere autonomamente. Il teste Rodi Sergio (presidente dellAMAT e poi dellAMAT s.p.a., di cui socio unico il Comune di Palermo, dal 2002 al 2008), interrogato in relazione alle sue competenze istituzionali e sullattivit dimpulso svolta dallAmministrazione Comunale con specifico riferimento alle problematiche dellinquinamento ed al contenimento del traffico veicolare nel periodo in cui rivest detta carica, ha ricordato che lAmministrazione, guidata dallattuale Sindaco, esord nella presentazione della sua attivit alla cittadinanza e alla stampa con il piano del sistema infrastrutturale per la mobilit di Palermo, individuando alcune linee strategiche fondamentali, una delle quali era costituita dalla realizzazione delle tramvie (tre linee), attualmente in corso di esecuzione; proprio lA.M.A.T. cur la pubblicit e la gestione della gara, e a tuttoggi esprime la direzione dei lavori. LAMAT, inoltre, si occup del controllo delle zone blu a sosta tariffata, altra iniziativa volta a disincentivare luso del mezzo privato. Unulteriore iniziativa, nella medesima prospettiva, fu quella della istituzione della navetta gratuita che collegava i parcheggi a Mondello durante il periodo estivo. Altre misure riguardarono la riduzione della velocit lungo la via Libert mediante lapposizione di dossi e lincremento delle corsie privilegiate a favore del mezzo pubblico. Quanto, poi, alla dotazione dei mezzi pubblici, lAmministrazione Comunale segu una linea volta a stimolare lacquisto di mezzi meno inquinanti. Furono effettivamente acquistati centosessanta autobus, alcuni ibridi, altri a metano ed altri ancora di classe Euro5.
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In quel periodo fu poi lanciato il car-sharing, un sistema mirante a favorire luso di una stessa vettura bipower (alimentata a metano e altro combustibile) da parte di pi cittadini, autorizzata a percorrere le corsie privilegiate; ci serviva anche ad evitare il formarsi delle code in prossimit degli attraversamenti, che tanto incidono sullinquinamento atmosferico. Altra iniziativa riguard la chiusura dellanello ferroviario col raddoppio del passante ferroviario, che comporter il raddoppio della velocit della metropolitana. Nellambito della realizzazione delle tramvie, lAMAT ne propose il prolungamento da Corso Calatafimi al viale delle Scienze, per raccordarla con la stazione DOrleans. LAmministrazione Comunale accolse favorevolmente la proposta, presentata alla Regione Siciliana, che la inser nel suo programma pluriennale per i finanziamenti europei. Il teste ha poi menzionato la circolazione a targhe alterne e la realizzazione del sistema di videosorveglianza, preliminare allimposizione della chiusura al traffico della zona centrale del nucleo urbano, affermando quindi che in una citt con la struttura urbanistica di Palermo il blocco totale del traffico non una misura concretamente attuabile. Al riguardo, infatti, ha chiarito che la struttura della citt si sviluppata lungo un asse principale, che quello che collega il mare della Cala con il Palazzo Reale e con Monreale. Tuttintorno si realizzata unurbanistica a merletto; ci avvenuto nel corso dei secoli, ma improvvisamente, allinizio degli anni 60, la citt ha cambiato lasse di rotazione a novanta gradi, cominciando a svilupparsi parallelamente al mare, senza che per venissero potenziate le infrastrutture di penetrazione. Oggi vi sono sono sostanzialmente la via Crispi, la via Roma e lasse di Libert/via Maqueda, superato il quale, venendo dal mare, occorre arrivare fino alla circonvallazione per trovare un altro asse di attraversamento. Immaginare di interrompere completamente il collegamento est-ovest attraverso la chiusura dei due assi principali Libert, Maqueda e Roma, significa inibire sostanzialmente la fruibilit della citt, a meno che non si realizzi una metropolitana con mezzi veloci sotterranei. Il teste ha inoltre precisato che lAzienda utilizz tutte le risorse disponibili per migliorare, sia pure in minima parte, la qualit dei servizi e per ridurre i tassi di inquinamento. Ha quindi specificato che il numero degli autobus in circolazione nei giorni feriali era, in media, di 320 al giorno; ha addebitato i problemi di efficienza dei mezzi di trasporto pubblico alleccessivo traffico veicolare e a comportamenti abituali degli automobilisti (in sosta davanti
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agli esercizi commerciali) che ostacolano (soprattutto in certe zone a viabilit complessa, come Corso Alberto Amedeo e Corso Calatafimi) la mobilit degli autobus. Effettivamente si ricontrarono problemi relativi alle eccessive attese degli utenti alle fermate; ogni giorno, per cause diverse (manutenzione, malattie degli autisti), numerosi mezzi restavano fermi (da 70 a 80 per ragioni di manutenzione). Egli partecip a diverse riunioni di concertazione, cui presenziavano non solo lAssessore, ma anche la parti sociali (i sindacati, la Camera di Commercio, lAssociazione industriali), aventi ad oggetto il problema del traffico e dellinquinamento. Il teste Lo Cicero Gaetano ha precisato di avere ricoperto la carica di direttore generale del comune di Palermo dal novembre del 2002 fino ad oggi, fatta eccezione per una breve parentesi nel 2007. LAmministrazione Comunale riteneva che per limitare linquinamento atmosferico fosse essenziale lattivazione di una ZTL in unampia zona della citt. Si trattava di due zone, ZTL A e ZTL B, che coprivano la gran parte dellarea urbanizzata della citt. Vi furono, tuttavia, varie difficolt operative che si frapposero al raggiungimento dellobiettivo, concernenti la gara per laffidamento del servizio, i pass, lattivazione del sistema di telecamere per controllare i varchi di accesso alle ZTL. Nelle more si adottarono dei provvedimenti-tampone volti ad arginare la situazione in attesa dellentrata in vigore della ZTL, fra cui la chiusura del traffico in determinate ore del giorno (in giorni che nel tempo furono diversamente individuati), la circolazione a targhe alterne. Furono inoltre indette moltissime riunioni con le categorie produttive della citt (che si opponevano al progetto) per individuare misure di limitazione del traffico concordate. Le disposizioni impartite al Comando della Polizia Municipale furono orientate nel senso di adibire il maggior numero possibile di operatori ai servizi su strada (prelevandoli dagli uffici). LAmministrazione cerc di aumentare il numero di vigili urbani in servizio; in particolare nel 2004 fu sbloccato un concorso fermo da diverso tempo per lassunzione di personale della Polizia Municipale. Di fatto, per, dei 400 vigili assunti ne entrarono in servizio appena 200, a causa di un contenzioso ancora in atto intrapreso da coloro che erano stati ritenuti dallA.S.L inidonei al servizio.
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Nel 2007 fu poi raggiunto un accordo con le organizzazioni sindacali per far confluire nel Corpo della Polizia Municipale circa 350 L.S.U. stabilizzati, ma a tuttoggi ne sono entrati solo 180. Inoltre, vi fu un lungo braccio di ferro con le organizzazioni sindacali che boicottavano le varie misure adottate dallAmministrazione, ad esempio indicendo assemblee nei giorni di chiusura del traffico e quindi vanificando lefficacia dei provvedimenti emessi al riguardo; altro punto di contrasto riguardava le indennit per i soli vigili urbani che operavano su strada. Nel corso del suo esame dibattimentale, il teste Di Mauro Benedetto, dal luglio del 2002 al marzo del 2005 coordinatore del settore opere pubbliche del Comune di Palermo e, in seguito, capo area infrastrutture e territorio del Comune di Palermo, ha ricordato limpulso politico impresso dallAmministrazione Comunale (Sindaco, Assessori alle infrastrutture e al traffico) sullattivit progettuale concernente la viabilit, i parcheggi ed il trasporto di massa; furono approvati i progetti relativi alla tramvie, alla chiusura dellanello ferroviario (lavori recentemente consegnati) e al passante ferroviario; fu inoltre affidato lincarico a un professionista esterno per la redazione del progetto preliminare della metropolitana automatica leggera. Per ci che concerne la viabilit, furono redatti vari progetti interni ed esterni allufficio (per lasse circonvallazione: espletamento della gara di appalto per il raddoppio del Ponte Oreto, di quella per lo svincolo Perpignano, conclusione dei lavori dello svincolo di via Leonardo Da Vinci); i lavori sono stati poi aggiudicati ed in alcuni casi consegnati. Si progettarono anche diversi parcheggi, taluni dei quali recentemente realizzati (es. parcheggio Emiri, parcheggio Basile). Furono inoltre espletate le gare per i parcheggi multipiano Sturzo e Giulio Cesare. Utilizzando i fondi europei si realizzarono le piste ciclabili, quella c.d. mare-monte ultimata alla fine del 2009 e laltra, che va dalla via Messina Marine allingresso del parco della Favorita. Il Settore Urbanistica predispose nel 2002 un atto di rimodulazione del piano integrato trasporti, con annesso un piano di viabilit, che fu poi approvato dal Consiglio comunale, nel quale si sollecitavano le varie ripartizioni comunali a sviluppare le iniziative progettuali citate. Dopo lapprovazione in Consiglio e lavvio di tali iniziative, fu emessa unordinanza del Commissario Straordinario che acceler tale attivit, lOPCM del 2002. Nel 2003 fu costituito unufficio alle dirette dipendenze del Sindaco, che sovrintendeva alle attivit svolte dai diversi uffici dellAmministrazione.
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Il teste ha riferito che, per quanto gli risulta, non fu mai approvato un piano urbano del traffico, attualmente in corso di elaborazione. Il teste Caminiti Domenico, dirigente dellAMAT Palermo s.p.a. dal 1991, dal 2002 rivest il ruolo di direttore della Sezione del Dipartimento di Programmazione e Sviluppo. In tale veste, gli fu conferito lincarico di responsabile unico del procedimento per la realizzazione del sistema tram citt di Palermo. Il progetto, appaltato nel 2006, aveva avuto la sua genesi a livello di progettazione a partire dagli anni 90. Vi erano state due gare di appalto, una andata deserta, la seconda aggiudicata appunto nel 2006; i lavori iniziarono prima con la progettazione esecutiva e poi con la realizzazione dellopera, tuttora in corso. Nellanno 2000, su iniziativa del Comune di Palermo si avvi la realizzazione di un servizio sperimentale con autovetture elettriche affidato allAMAT e gestito con due parcheggi, uno presso la Stazione Notarbartolo, laltro in Piazza Giulio Cesare, nei pressi della Stazione Centrale. Successivamente, sempre per iniziativa del Comune di Palermo che aveva aderito al circuito nazionale iniziativa car-sharing (che coinvolge dieci citt dItalia), lAMAT attiv il servizio, oggi gestito con una rete molto fitta di parcheggi sul territorio (ben quarantadue sul territorio comunale) e quaranta auto a metano. LAMAT faceva capo allAssessorato Lavori Pubblici del Comune di Palermo, retto da Lorenzo Ceraulo; il servizio entr in funzione nel marzo del 2009. Il teste Pilara Renato, dopo avere precisato che fino allaprile del 2008 ha espletato la sua attivit nella Direzione Servizi Speciali dellAMAT, che si occupa dei servizi di segnaletica stradale, di rimozione dei veicoli e di sosta tariffata, ha riferito che, agendo in sinergia col Comune in esecuzione di un contratto di servizio, lufficio in questione in particolare preposto allapposizione della segnaletica prevista dal Codice della Strada in relazione alle limitazioni o variazioni della circolazione stradale disposte dal Comune di Palermo. Vi furono riunioni periodiche con frequenza quasi settimanale, con la partecipazione di tutti i settori della pubblica amministrazione coinvolti a vario titolo nella gestione del traffico veicolare; egli partecipava personalmente in rappresentanza dellAMAT; erano presenti il Comandante della Polizia Municipale, lo staff dellAssessore al Traffico, sovente tecnici dellufficio emergenza traffico e, per problemi specifici, tecnici dellA.M.I.A. e dellA.M.G.. Le riunioni erano di solito presiedute dallAssessore Ceraulo.
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Il teste Ciralli Marco, funzionario del Comune di Palermo dal 2002 al 2006 con funzioni di responsabile dello staff tecnico del capo area infrastrutture, dal 2003 al 2006 con funzioni di responsabile dellufficio costituito dal Commissario delegato per lemergenza traffico nel comune di Palermo e dal luglio 2006 dirigente di questultimo ufficio, ha dichiarato di aver curato tutti gli interventi infrastrutturali posti in essere dallAmministrazione Comunale con lo scopo specifico di ridurre il traffico veicolare nella citt di Palermo, di disincentivare lutilizzo del mezzo pubblico e di favorire la mobilit collegata col trasporto pubblico di massa della citt. Loriginario programma del Sindaco era quello di disincentivare luso del mezzo pubblico realizzando interventi volti a ridurre il traffico urbano, fra cui la realizzazione di parcheggi ed altre misure nel campo del trasporto di massa (tram, metropolitane). Nel 2002 fu adottato il primo atto di Giunta che dava mandato agli uffici tecnici comunali di predisporre la rimodulazione del piano parcheggi, ci che avvenne con delibera del Consiglio Comunale nel 2003. Venne inoltre individuato un ordine prioritario per circa trenta parcheggi (in parte da realizzarsi in esecuzione diretta, per altra parte facendo parzialmente ricorso a finanziamenti privati). Unaltra delibera emessa nel 2002 dal consiglio comunale rimodul il piano integrato del trasporto pubblico di massa a guida vincolata (tre linee tranviarie oggi in corso di costruzione, lanello ferroviario e la metropolitana automatica leggera), stabilendo i percorsi e liter procedurale per la cantierizzazione di tali interventi. Alla fine del 2002 fu prorogato lo stato di emergenza ambientale nella citt di Palermo con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri; nel novembre dello stesso anno, con unordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, il Sindaco fu nominato Commissario delegato per lattuazione di tutti gli interventi infrastrutturali necessari per fronteggiare lemergenza ambientale nella citt di Palermo, con riferimento al traffico ed alla mobilit. Nel 2003 il Sindaco eman unordinanza con la quale individuava tutti gli interventi che riteneva strategici per la citt di Palermo, suddivisi in tre macro-categorie: la prima era quella del trasporto pubblico di massa a guida vincolata, la seconda atteneva ai parcheggi e la terza alla viabilit. La concreta realizzazione di quegli interventi (tram, anello ferroviario e metropolitana automatica leggera) fu avviata proprio durante la fase del commissariamento, perdurato fino al 2006; in particolare, furono affidati i lavori della metropolitana automatica leggera; vennero
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appaltati i lavori (dellimporto di circa 125 milioni di euro) relativi alla realizzazione dellanello ferroviario (che consente di creare un circuito metropolitano urbano, collegando la stazione Notarbartolo con il porto e Malaspina), in atto prossimi ad iniziare, dopo vari ricorsi delle tre imprese aggiudicatarie. Con riguardo al tram, anche i relativi lavori (del valore di 50-60 milioni di euro) consistenti nella realizzazione di tre linee tranviarie (Roccella Stazione Centrale, Borgo Nuovo Stazione Notarbartolo, CEP - Notarbartolo, questa con deviazione su viale Regione Siciliana sino allincrocio con Corso Calatafimi), furono approvati nel periodo del commissariamento e sono in corso di esecuzione. Per converso, lintervento relativo alla metropolitana automatica leggera - che originariamente si sarebbe dovuta sviluppare su un percorso di venti chilometri, dallo svincolo Oreto fino alla localit balneare di Mondello, ma del quale, per carenza di risorse, si era disposto un primo stralcio da Oreto alla Stazione Notarbartolo per circa sette chilometri con previsione di dieci fermate a carattere urbano - non ancora stato avviato, in quanto il progetto stato inviato inviato al Ministero e al CIPE per il finanziamento. In corso invece laltro intervento, inserito nel programma degli interventi straordinari infrastrutturali dal Commissario delegato, costituito dalla realizzazione del passante ferroviario, una linea di circa venti chilometri che attraversa tutta la citt da Brancaccio fino a Tommaso Natale, che prevede la realizzazione di nove nuove stazioni di fermata (da aggiungersi alle nove gi esistenti). Nel medesimo programma di interventi commissariali erano compresi i parcheggi; ad oggi ne erano stati realizzati una decina, per poco pi di tremila posti auto. Quanto agli altri parcheggi da realizzarsi con contributo privato - quindi in concessione, e non in esecuzione diretta - i progetti sono stati approvati, ma i lavori non sono ancora iniziati per problemi procedurali; fra tali parcheggi, il teste ha menzionato quelli di Piazza Sturzo e piazza Giulio Cesare, per i quali, dopo lintervenuta laggiudicazione provvisoria, si attende la stipula della convenzione con lATI aggiudicataria. A quellepoca, lAssessore Ceraulo aveva la doppia veste di Assessore per le opere pubbliche e di componente del comitato tecnico scientifico (composto da tecnici specializzati nel settore) a supporto del Commissario delegato, previsto dallordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (come pure lufficio emergenza traffico, composto da funzionari comunali, che curava lattivit consequenziale alle scelte decisionali del Commissario e del comitato scientifico).
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Il teste ha quindi affermato che lAssessore Ceraulo dette un notevole impulso alla definizione di tutte le complesse attivit amministrative connesse alla prosecuzione e alla cantierizzazione degli interventi; spesso si faceva promotore di iniziative specifiche, necessarie per accelerare liter burocratico; ci gli risulta personalmente, ha soggiunto il Ciralli, avendo egli ricoperto il ruolo di responsabile dellufficio del Commissario. Il Ceraulo chiedeva di essere aggiornato sullo stato delle procedure e scandiva i tempi per accelerare lattuazione degli interventi. Quanto agli interventi a breve termine, si trattava di una materia non direttamente seguita dal teste, che ha comunque citato le ordinanze di limitazione della circolazione stradale (targhe alterne, zone a traffico limitato) e gli interventi di pi agevole realizzazione come le piste ciclabili. Nel corso del suo esame, il teste Librici Luigi, direttore del Dipartimento ARPA di Palermo, ha riferito che in numerose occasioni il Comune di Palermo avanz allARPA la richiesta di partecipare ai tavoli tecnici; in particolare, le richieste promanavano dallAssessorato allAmbiente (fin dallepoca della sua costituzione); in una prima fase lAssessore era Arcuri, poi subentr lAvanti. In particolari casi, lARPA cur anche lesecuzione di rilievi, ad esempio in relazione alla problematica del benzene. Il Comune coinvolse lARPA per ottenere un supporto tecnico, allorch si propose di redigere un Rapporto sulla qualit dellaria. Il teste ha aggiunto che fu personalmente coinvolto in occasione della costituzione di un tavolo tecnico scientifico, convocato per la prima volta nel novembre 2006 e poi ripetutamente riconvocato fino al marzo-aprile 2007, per lapprofondimento della problematica riguardante le polveri sottili, con la finalit di individuare unitamente agli altri soggetti coinvolti (fra cui anche lUniversit) interventi tecnici risolutivi o di importanza strategica. Fu eseguito uno studio particolare sul particolato PM 10 e PM 2,5, di cui si occup direttamente lARPA su mandato dellAssessore al territorio ed allambiente; lo studio mirava alla caratterizzazione del particolato ed aveva la funzione di fornire supporto tecnico allAssessorato per le sue determinazioni; si trattava di effettuare lanalisi chimica del particolato raccolto dai filtri delle centraline che avevano segnalato il superamento dei valori soglia; lanalisi serviva alla verifica della qualit del contenuto delle polveri sottili, che possono avere varie origini (possono essere di origine minerale se sollevate dal vento e provenienti ad esempio dalla
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montagna o dal terreno, ovvero di origine veicolare, ma possono provenire anche dalla salinit del mare). Lo studio, su specifico mandato assessoriale, riguard filtri che interessavano vari periodi, al fine di operare una valutazione statistica della composizione delle polveri sottili raccolte. Il Librici ha dichiarato di non essere in grado di riportare le conclusioni di quello studio, ma ha rammentato che in determinate cabine, come i punti di aspirazione di Piazza Castelnuovo, emerse che la composizione del particolato risentiva della salinit proveniente dal mare in funzione delle condizioni meteorologiche, oltre che del traffico veicolare che, in generale, in tutte le grandi citt influisce in misura preponderante. Il teste Mazzon Antonio, ingegnere in servizio allAssessorato ambiente ed ecologia del Comune di Palermo dal 1998 ad oggi, in forza allufficio energia e mobilit sostenibile, ha esordito ricordando che lAssessorato allambiente fu istituito nel 2001, per iniziativa dellAvanti. Riferendo sulle iniziative caldeggiate dallassessore Avanti in relazione al problema dellinquinamento, ha precisato che fu potenziata lattivit di monitoraggio gi in atto mediante la rete in precedenza istituita con i finanziamenti del Ministero dellAmbiente attraverso un progetto denominato DISIA 2, che aveva consentito laggiornamento delle centraline di monitoraggio in relazione alle normative che nel tempo si erano succedute. Furono attivati finanziamenti per la trasformazione dei mezzi inquinanti a metano a ad alimentazione GPL (gli incentivi riguardarono non solo lAmministrazione, ma anche i cittadini); si dette corso al progetto Metano che prevedeva lassegnazione di finanziamenti ministeriali a tutte le citt italiane per le infrastrutture di ricarica di metano; lassessore Avanti era il presidente, in rappresentanza di tutti i comuni italiani. Palermo fu tra le citt promotrici di unaltra iniziativa promossa e finanziata dal Ministero dellAmbiente, denominata car-sharing; lassessore Avanti fu il presidente della commissione nazionale alluopo istituita dal Ministero (il servizio attualmente operativo in citt ed gestito dallAMAT, con molti parcheggi ed autovetture ibride a benzina e a metano). Furono acquistati anche scooter elettrici destinati allAmministrazione ed attivate le procedure per il conseguimento di finanziamenti finalizzati allacquisto di autobus a metano. Quanto allistituzione della ZTL, il teste ha precisato che la prima, comprendente la sola via Maqueda, attivata dallAssessore Arcuri, venne poi abolita dallAssessore Avanti, il quale
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istitu nel 2002 la prima grande ZTL denominata A (che comprendeva 380 ettari del centro storico ed era tra le pi grandi dItalia). Laccesso alla ZTL era consentito a mezzi a basso impatto: euro3, euro4, metano, GPL, elettrici. In taluni periodi furono inoltre emessi provvedimenti che disciplinavano la circolazione a targhe alterne. La limitazione della circolazione in detta zona venne gradualmente aggiornata, con provvedimenti che permettevano laccesso ad autovetture con minore impatto ambientale; si trattava di provvedimenti emessi di concerto fra lAssessorato allAmbiente e quello al Traffico. Fu poi istituita anche una ZTL B, che si estendeva dalla stazione centrale fino alla via Notarbatolo e al viale Lazio, poi ulteriormente ampliata fino al viale Strasburgo. Larea complessivamente ricompresa nelle ZTL era pari a circa 600 ettari. La ZTL fu sospesa per circa un anno, fino a quando non fu attivato il sistema telematico di controllo, e ci perch il controllo operato dalla Polizia Municipale - che non disponeva di un organico adeguato - si era rivelato insufficiente in relazione ad unarea cos vasta. LAssessore Avanti realizz, inoltre, la campagna del bollino blu, svilupp il piano strategico per la mobilit sostenibile e liniziativa delle domeniche ecologiche, nata nel 2000 su proposta del Ministero dellAmbiente, promosse la delibera sulladesione allassociazione citt metropolitane, che era un protocollo dintesa tra le citt pi grandi per studiare i fenomeni dellinquinamento atmosferico e creare sinergie per ottimizzare gli interventi e i risultati. LAssessorato avvi anche un protocollo dintesa per lo studio delle polveri sottili, coinvolgendo lARPA e lUniversit, in quanto non disponeva delle necessarie competenze allinterno della ripartizione. LAvanti present la proposta ed ottenne il finanziamento per il progetto DI.ME.NO. (Distribuzione Merci No impact, che poi non ebbe seguito, perch non si riusc a coinvolgere le associazioni dei commercianti), mirante alla movimentazione delle merci allinterno della citt in modo sostenibile, mediante la creazione di una piattaforma logistica che permettesse di veicolare le merci allinterno del centro urbano con mezzi a basso impatto ambientale. Lo stesso Assessore si fece promotore di una serie di conferenze di servizi con le associazioni dei commercianti che maggiormente osteggiavano la limitazione del traffico allinterno dellarea urbana centrale, allo scopo di indurle a non opporsi a tali limitazioni fino a quando
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non si fossero realizzate le infrastrutture (tram, anello ferroviario, raddoppio del passante ferroviario) che avrebbero consentito ai cittadini di muoversi pi agevolmente in quella zona. Lesito di tali riunioni fu laccordo raggiunto sullo stop delle autovetture in uno dei giorni della settimana. Si tent anche di stabilire dei giorni di fermo della circolazione in alcuni orari, ma tutta questa attivit dimostr che lunica soluzione praticabile era quella dellistituzione di una zona a traffico limitato con controllo automatizzato. Il teste ha precisato che lufficio (energia e mobilit sostenibile) di cui faceva parte aveva competenze in materia di programmazione e progettazione, nonch di attivazione di provvedimenti di tipo strutturale, ma non aveva il compito di gestire lemergenza. Quanto al Piano Urbano del Traffico, ha soggiunto che era stato consegnato al Consiglio Comunale sin dai tempi del Sindaco Orlando, ma liter per lapprovazione era rimasto fermo per moltissimi anni e il piano non era stato mai esitato. AllAssessorato Ambiente non fu conferito il formale incarico di redigere un Piano Urbano del Traffico (di cui si era sempre occupato lUfficio traffico), mentre fu affidato lincarico di redigere il Piano Strategico per la Mobilit Sostenibile, che contiene in nuce molti degli elementi tipici del Piano Urbano del Traffico. Il teste ha quindi escluso che lAssessorato Ambiente avesse competenza sulo sviluppo del P.U.T. Il Mazzon ha riferito che nel corso degli anni vi fu, a livello nazionale, un aumento dellinteresse per i finanziamenti destinati allambiente ed anche a Palermo lAmministrazione Comunale, a partire da quella precedente, matur progressivamente una maggior presa di coscienza del problema, cos come si incrementarono le iniziative in materia, sotto limpulso di una pressione culturale sempre crescente; il suo ufficio partecip a tutti i bandi di finanziamento del Ministero dellAmbiente e nel 99% dei casi i finanziamenti furono ottenuti; ha infine imputato il rallentamento di alcuni procedimenti allo stato di sofferenza del bilancio comunale dal 2001-2002. Il teste Sunseri Carmelo, professore universitario di chimica fisica applicata allUniversit di Palermo- Dipartimento di Ingegneria Chimica, ha riferito nel corso della sua audizione dibattimentale che, convocato dallAssessore Avanti, assunse il coordinamento di un tavolo tecnico per la caratterizzazione delle polveri sottili; lincarico fu conferito nel settembre-ottobre
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2006; lattivit del gruppo, per, si interruppe quando lAvanti lasci lAssessorato e lincarico non fu riconfermato. In quel contesto si accert che il particolato (PM 10) era composto anche da aerosol marino e da silicati carbonati, dovuti alla polvere che viene sollevata dalla strada. Non fu calcolata la percentuale di incidenza del PM 10 prodotto dal traffico veicolare, perch ci sarebbe dovuto avvenire in una seconda fase dello studio. A specifica domanda, il cattedratico ha riferito che il PM 10 di natura antropica costituito da particelle carboniose, IPA e quantaltro possa avere un impatto sulla salute; il PM 10 di natura ambientale-meteo, a seconda della sua natura, pu avere un impatto maggiore o minore; laerosol di NACL (cloruro di sodio, aerosol marino) probabilmente non ha un impatto rilevante, mentre la dispersione di silicati o carbonati in atmosfera pu avere anche conseguenze negative sulla salute umana. Si constat, inoltre, che quando vi erano navi attraccate nelle banchine del porto, talvolta la centralina di Piazza Castelnuovo sforava. stato quindi esaminato il teste Stefanizzi Ferdinando, in atto responsabile del NOPA, che organizz nella fase iniziale, cio negli anni 1999/2005, il reparto gas di scarico auto abbandonate. A seguito dellentrata in vigore del decreto benzene, fu organizzata una sezione che si occupava delle emissioni gassose dei veicoli circolanti, utilizzando misuratori di emissioni gassose, analogamente a quanto avviene oggi per il cd. bollino blu. Inizialmente furono destinate al servizio poche unit di personale, poi vi fu unampliamento; dal 2001 fino al 2006-2007 vi fu un incremento dellattivit, avvenuto in sinergia con il Sindaco e con lAssessore Avanti. Vi furono conferenze di servizi, nel corso delle quali si decise di incrementare lattivit di controllo dei veicoli, svolta in postazioni strategicamente ubicate ove vi era il maggiore flusso di traffico. Utilizzando un furgone e la necessaria strumentazione, venivano attuati blocchi stradali e controllati specialmente i veicoli pi risalenti, per verificarne le emissioni gassose mediante specifiche apparecchiature. In una prima fase, quando si riscontravano emissioni eccessive che indicavano il malfunzionamento del mezzo, si applicava lart. 97 C. d. S. con lobbligo per il conducente di sottoporre il veicolo a revisione; successivamente si applic unordinanza sindacale che
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prevedeva una certificazione, il cd. bollino blu, rilasciata dopo un controllo preventivo nei mezzi (art. 7 C. d. S.); a prescindere dalla normale funzionalit, i veicoli dovevano rispondere a precisi canoni per la carburazione e lemissione in ambiente degli scarichi; le cadenze dei controlli erano pi o meno lunghe a seconda dellepoca di costruzione del veicolo, fino a divenire molto brevi (un anno) in alcune fasi in cui si adott una politica pi restrittiva. Il teste ha soggiunto di aver collaborato anche con lAssessorato Ambiente per la bonifica e la fluidificazione della circolazione nella via Macello, in esecuzione di un incarico affidatogli a seguito dello svolgimento di conferenze di servizio alle quali erano presenti lAssessore Avanti e altri dirigenti. Per svolgere il servizio, talvolta il personale utilizzava le mascherine in dotazione, distribuite in numero sufficiente; per il resto non vi erano altri strumenti o presidi forniti a tutela degli operatori, che indossavano la divisa ordinaria. Il servizio fu intensificato su impulso dellAssessore Avanti; il teste ha ricordato che lAssessore aveva il suo numero di utenza cellulare e spesso gli indicava personalmente le zone di maggiore traffico veicolare, affinch con il posizionamento del furgone utilizzato per il controllo dei gas di scarico venisse esercitata unazione dissuasiva; aumentarono le unit di personale e fu adibito al controllo anche un secondo furgone. Nel corso del suo esame dibattimentale, il teste Camilleri Salvatore ha premesso di aver rivestito dal 2002 al 2005 il ruolo di dirigente dellUfficio per il coordinamento degli interventi di scavo e manutenzione, creato allindomani della metanizzazione della citt per porre rimedio ai dissesti verificatisi a causa del mancato raccordo tra lAMG e lA.M.I.A. (che si erano appunto occupate della metanizzazione). In coincidenza con il 31 dicembre 2005, data di collocamento in pensione del precedente dirigente dellUfficio Traffico (ing. Cuppari), lAmministrazione Comunale lo incaric di dirigere anche quellufficio, in seguito accorpando i due uffici che egli diresse effettivamente fino al giugno 2008. Fra i provvedimenti con effetti benefici sul traffico, il teste ha ricordato che lAmministrazione adott quello della sosta a pettine, che rendeva pi difficile il parcheggio in doppia fila. Ha aggiunto di aver constatato linteresse al problema manifestato dallAssessore, che per contenere il fenomeno del parcheggio in doppia fila oltre che per individuare provvedimenti utili, pressava sulla Polizia Municipale, con sollecitazioni verbali o durante le riunioni indette periodicamente per vari motivi.
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Esibita al teste la nota a sua firma del 9.2.2007, indirizzata al Comando Carabinieri Nucleo Operativo Ecologico, in cui sono elencati i provvedimenti emanati nel 2006 volti a contenere il fenomeno dellinquinamento nel Comune di Palermo, lo stesso Camilleri ha chiarito di aver redatto lelenco su richiesta dellA.G.. Fra i suddetti provvedimenti, quello di chiusura domenicale del centro (o per la fine settimana) fu accolto con favore dai cittadini e, come segnalato dagli esperti dellambiente, sort effetti positivi sullinquinamento, per quanto emerse dai rilevamenti delle centraline. Anche il teste Camilleri si soffermato sullistituzione delle ZTL A e B, una di seguito allaltra, nel 2005 (allepoca della dirigenza Cuppari), ricordando che a quellepoca il Sindaco, nella qualit di Commissario straordinario ed in forza dei poteri che gli competevano, aveva potuto bypassare una serie di obblighi, che altrimenti avrebbe dovuto rispettare, come la redazione del Piano Urbano del Traffico. Al riguardo, ha precisato che si tratta di un piano complesso, che lAmministrazione deve emanare in attesa che vengano realizzate le infrastrutture destinate a risolvere il problema in via definitiva, prevedendo dei provvedimenti- tampone; fra questi, ha citato listituzione di una ZTL e di un piano tariffato per la sosta, misure effettivamente adottate dallAmministrazione Comunale. In tale contesto ebbe modo di constatare la presenza costante dellAssessore Ceraulo e lazione dallo stesso esercitata non soltanto nei confronti dellUfficio Traffico, ma anche nei confronti del Corpo di Polizia Municipale e di tutte le categorie coinvolte nel problema (commercianti, imprenditori, noleggiatori di auto, albergatori). Dopo il 2005 vi furono numerose conferenze di servizi fra lAmministrazione (politici e tecnici) e le forze economico-sociali, per giungere ad elaborare un provvedimento finale che avesse il massimo del consenso. Nel periodo 2006-2007, si cerc di realizzare concretamente la possibilit che venissero rispettate le ZTL mediante un sistema di telecamere che in automatico (in raccordo con il Comando di Polizia Municipale) consentisse di controllare gli accessi. Alloperato dellAssessore vennero frapposti ostacoli da parte del Comando dei Vigili Urbani, preoccupati che in caso di inefficienze del sistema potessero essere chiamati a rispondere dei danni erariali dinanzi alla Corte dei Conti, come si era gi verificato in altre citt (ad esempio, a Roma), al momento dellavvio delle ZTL.
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Al riguardo, il teste ha in particolare ricordato una sua lettera di reprimenda indirizzata al comandante o al vicecomandante del Corpo, nella quale si segnalava la necessit di attivarsi per la piena realizzazione del progetto delle ZTL, essenziale ai fini del contenimento dellinquinamento ambientale. Il teste Di Peri Serafino, dirigente del Servizio Viabilit della Polizia Municipale del Comune di Palermo, nel periodo 2002/2008, ha riferito che lAmministrazione Comunale guardava con preoccupazione al problema dellinquinamento atmosferico e dellaumento del traffico veicolare. Per tale ragione si svolsero diverse riunioni nellufficio dellAssessore al Traffico pro-tempore, ing. Ceraulo, con il servizio viabilit, lufficio traffico, lAMIA, lAMAT e le varie associazioni di categoria. Le riunioni che attenevano al tema del traffico si tenevano con cadenza settimanale, in modo che in occasione di ciascun incontro si potesse riscontrare quanto discusso e realizzato nella settimana precedente. Allepoca dei fatti, il personale adibito alla viabilit, suddiviso in due turni, era di appena un centinaio di unit; solo di recente, a seguito della stabilizzazione degli LSU, si sono acquisite altre dieci unit con un contratto part-time; lorganico complessivo deficitario, perch a fronte delle previste 2100 unit di personale ve ne sono attualmente in servizio 1500, mentre nel periodo interessato dalle indagini erano 1300. In passato, per brevi periodi si provveduto, in casi di emergenza, allo spostamento di unit dagli uffici al servizio traffico, ma ha soggiunto il teste - a prescindere dal fatto che let media del personale di 53/54 anni e che vi una mole di lavoro considerevole da svolgere in ufficio, il personale gi adibito per 10 o 15 anni a servizi di viabilit o di polizia urbana, vede con sfavore il proprio impiego nei servizi su strada, considerandolo un provvedimento punitivo. Il Di Peri ha inoltre segnalato la difficolt di verbalizzare come pure si fa sistematicamente le infrazioni relative alla sosta in doppia fila e che, a tale proposito, lAmministrazione si sta attrezzando al pari di altre grandi citt per adottare un sistema elettronico di rilevamento della doppia fila, fenomeno purtroppo molto diffuso. In ordine al protocollo operativo seguito quando vi erano segnalazioni da parte dellAMIA del rilevamento di superamenti della concentrazione di PM10, il teste ha precisato che si metteva in atto un dispositivo di fluidificazione del traffico, che prevedeva il dirottamento delle pattuglie anche adibite ad altri servizi verso gli assi principali maggiormente congestionati.
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Ha confermato che a causa di un malumore diffuso fra il personale, che non vedeva di buon occhio la dislocazione nelle zone della citt pi soggette al fenomeno dellinquinamento, furono spesso indette assemblee alle quali i vigili partecipavano dalle ore 9.30 alle 12,00, lasciando il servizio che comunque poi terminava alle 13,30. In tali occasioni, verificatesi negli anni 2004/2005, i provvedimenti adottati per la fluidificazione del traffico non trovavano quindi attuazione. Successivamente, il personale fu dotato di apparecchiature (simili a quelle utilizzate per gli infartuati), al fine di verificare se i livelli di inquinamento cui venivano esposti fossero nocivi per la loro salute; tali strumenti non segnalarono problemi per gli operatori; tra laltro, si adott laccorgimento di istituire turnazioni ogni due ore circa, dietro specifiche richieste sindacali, e di movimentare il personale creando un turnover di quello impegnato nelle zone dove si registravano elevati livelli di inquinamento, come la circonvallazione, via Perpignano, Piazza Einstein. Gli interventi adottati in quel periodo non riuscirono comunque a risolvere il problema della fluidificazione del traffico veicolare. LAMIA comunicava direttamente gli sforamenti a mezzo fax; le comunicazioni pervenivano, dunque, al fax della centrale radio del Comando e nel giro di quindici/trenta minuti veniva messo in atto il descritto dispositivo. Nel corso della sua lunga deposizione, Alaimo Rosario, professore ordinario di geochimica e consulente tecnico degli imputati Ceraulo e Avanti, ha in primo luogo specificato che nella sua relazione stato esaminato il problema dellinquinamento atmosferico della citt di Palermo dal 2001 al 2008. Con riferimento alle indagini ed alle conclusioni cui sono pervenuti i consulenti tecnici del PM, il prof. Alaimo ha osservato che erroneamente questi ultimi hanno preso in considerazione, con riferimento al PM10, la sommatoria dei superamenti registrati da ogni singola centralina (nove in tutto); a giudizio del consulente, infatti, il metodo in questione non pu essere considerato rappresentativo dellarea omogenea, non tenendo conto del fatto che larea omogenea individuata dalla Regione Siciliana con un decreto emanato nel 2008 ha unestensione di 80.000 m.q., mentre quella monitorata da ogni centralina ha una superficie di 200 m.q. Il prof. Alaimo ha dunque proposto in alternativa, come metodo rappresentativo, quello della c.d. stazione virtuale, individuata sulla scorta di unanalisi statistica dei dati relativi a tutte le nove centraline fondata sulle medie giornaliere e annuali.
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Ha soggiunto che, utilizzando detto metodo, negli anni dal 2001 al 2008 non risultano superati i limiti normativamente stabiliti (35 sforamenti annui). Ha quindi evidenziato come la legislazione della Comunit Europea, negli ultimi anni, abbia individuato metodi statistici di misurazione degli inquinanti e metodi di misurazione spot, sottolineando lincidenza sullinquinamento atmosferico delle diversit climatiche e della struttura urbanistica; al riguardo anche lARPA, divenuta depositaria delle centraline, nellultima riunione tenuta per presentare il piano regionale 2008 si mossa nel senso di ridurre il numero delle centraline, individuando metodi diversi e pi rappresentativi. Altra puntuale osservazione critica alla relazione dei consulenti tecnici del P.M. ha riguardato lomessa considerazione del fenomeno della rimobilitazione delle polveri. Il consulente ha poi illustrato i risultati ottenuti dopo aver condotto unanalisi dellIQA (indice di qualit dellaria), concludendo che approssimativamente per il 67% laria ottima o buona e per il restante 30% discreta o mediocre, ma mai insalubre o molto insalubre, con un graduale aumento dal 2001 al 2008 dellaria buona a discapito di quella discreta, pur tenuto conto del fatto che Palermo si trova inarea mediterranea in cui il peso del PM10 costituito anche da sostanze non tossiche, la cui presenza dovuta alle condizioni ambientali e climatiche locali. Quanto al picco maggiore (ma sempre inferiore ai 40 mg) registrato nel 2006, lanno senza inverno, il consulente ha sostenuto che ci fu dovuto alle particolari condizioni climatiche di quellanno. Con riferimento alla centralina della via Di Blasi, ha in particolare precisato come essa fosse stata introdotta molti anni dopo rispetto alle altre, per monitorare una situazione di traffico intenso come quella della circonvallazione di Palermo. Per linquinante NO2, il prof. Alaimo ha chiarito che la media oraria nella citt di Palermo non mai superiore ai 200 mg e quella annua rispetta il trend evolutivo; per il 2008 il dato inferiore al valore previsto dalla normativa. Sembra comunque opportuno, per maggiore completezza espositiva, riepilogare i passaggi essenziali della articolata relazione di consulenza predisposta dal prof. Alaimo. Con riferimento al concetto di stazione virtuale per la misurazione del PM10 e degli altri inquinanti, il consulente ha preliminarmente evidenziato la metodologia seguita dallARPA in una delle aree maggiormente inquinate dItalia, e precisamente, lArea 1 della Regione Lombardia (territorio di Bergamo).
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In questa zona esistono 14 centraline; per ottenere un valore che rappresenti un buon indicatore della esposizione della popolazione allinquinamento dellaria, dopo aver calcolato la media giornaliera dei valori di ogni centralina per un determinato parametro (ad esempio, PM10), viene operata la media dei valori di tutte le centraline; questo diventa il dato riassuntivo nei bollettini giornalieri per la qualit dellarea nellagglomerato in questione; in altri termini, lARPA costruisce una centralina virtuale, che esprime la situazione della qualit dellaria dellintera zona giorno per giorno. Sul piano normativo, il prof. Alaimo ha ricordato che con il D.M. n. 60/2002 il limite
PM10 - Valori di PM10 per la protezione della salute umana anni 2001 giornaliero del concentrazioni medie mensili ed annuale (g/m ) negliviene mediato su 24 ore, con un 2008genfebmaraprmaggiulugagosetottNovDicANNUALE 200132354030453736323342442636200236364154323337373436383237200330323738 valore limite, al 2005, pari a 50 mg/m3; tale limite non deve essere superato 424540363342463238200430523832313333343444343836200528274031383837303338 322633200630313741454539333644403938200737313438343439423149393137200838 un anno civile. 342837343431273540363434
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pi di 35 volte in

A partire dal 2001 era stato fissato il valore di 70 mg/m3, per giungere nel 2005 alla soglia di 50 mg/m3. Il limite annuale mediato sullanno civile pari a 40 mg/m3; a partire dal 2001 si era fissato il valore di 46,4 mg/m3, ridotto gradatamente fino al 2005, anno in relazione al quale fu stabilita appunto la soglia di 40 mg/m3. Definiti i limiti normativi e precisato che la citt di Palermo inserita in unica zona a rischio inquinamento, secondo il Decreto Assessoriale del Territorio ed Ambiente n 94/GAB del 24 luglio 2008, il prof. Alaimo ha evidenziato che adottando lo stesso criterio usato dallARPA lombarda e quindi il criterio della stazione virtuale, per quanto concerne le medie annuali per il PM10 (cio 40 mg/m3), in otto anni di osservazioni non si ottengono valori che superino i citati limiti previsti dal D.M. n. 60/2002, secondo quanto emerge dalla tabella in nota 3. Quanto al numero di superamenti annuali, ha osservato il prof. Alaimo, se si considerano i superamenti giornalieri medi di ogni centralina e si valutano i risultati di ogni punto di rilevamento sommando tali numeri, come hanno fatto i consulenti del P.M., si utilizza un criterio erroneo, in quanto non rappresentativo della situazione ambientale della citt di Palermo (e neppure dellarea metropolitana, indicata nel citato D.A., che comprende Palermo ed il territorio circostante); inoltre altamente censurabile, secondo il prof. Alaimo, la scelta del punto di rilevamento fisso di via Di Blasi, ubicata sulla circonvallazione della citt (quella che sfora pi volte il valore-limite), sia per il fatto che stata installata su un asse viario che collega
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lautostrada Palermo-Trapani con quella Palermo-Messina, sia perch si trova nei pressi di un muro parallelo alla stessa circonvallazione che sicuramente, dato il tipo di sorgente inquinante, interferisce nella circolazione dellaria, bloccando almeno da un lato la diffusione del particolato. Includendo comunque nel calcolo la centralina di via Di Blasi, definita anomala, sulla base dei valori medi della centralina virtuale la situazione del numero di superamenti annuali relativi al particolato PM10 quella descritta dalla seguente tabella:

PM10 - stazione virtuale. Superamenti mensili ed annuali negli anni 2001 2008 gen feb mar apr mag giu Lug ago set 2001 0 0 2 0 5 0 0 0 0 2002 0 0 1 4 1 0 3 3 0 2003 0 0 0 2 0 3 5 2 0 2004 0 5 3 1 0 0 1 3 1 2005 0 0 9 1 4 5 5 2 3 2006 1 0 5 3 6 12 2 3 2 2007 5 1 4 3 1 7 3 8 1 2008 6 3 0 5 0 1 1 0 6

ott 1 3 3 8 4 10 7 4

nov 3 3 5 2 1 7 7 5

Dic 0 0 2 3 0 2 0 3

ANNUALE 11 18 22 27 34 53 47 34

I dati, ha proseguito il prof. Alaimo, mostrano che negli otto anni presi in considerazione (dal 2001 al 2008) a Palermo non viene mai superato il valore medio annuale previsto dalla normativa per il PM10, e che il numero di superamenti annuali, sottratte le giornate nelle quali si sono verificati significativi fenomeni naturali, si mantiene sotto la soglia di 35, fatta eccezione per il 2006, anno nel quale lAMIA ha indicato solo due giorni di scirocco, sebbene si sia trattato proprio dellanno definito dai meteorologi come anno senza inverno, che porta come conseguenza anche una risospensione maggiore della polvere depositata (a giudizio del consulente lAMIA sarebbe incorsa in una svista, tenuto conto che uno studio del CNR di Roma individua in circa 100 giorni quelli nei quali si hanno venti di scirocco, ovviamente di durata variabile, sicch sarebbe impensabile che in un anno, a Palermo, possano essere segnalati solo due giorni di scirocco da sottrarre dal computo complessivo). Il consulente si poi soffermato sullinquinamento da NO2 nella citt di Palermo, ricordando che in base al D.M. n. 60/2002 esistono, per il biossido di azoto, due valori-limite con diversi periodi di mediazione, riferiti ambedue alla salute umana:

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- periodo di mediazione 1 ora con limite 200 mg/m3, in vigore dal 1 gennaio 2010 (per gli anni precedenti era prevista una graduale diminuzione della soglia, che al giorno 1.1.2001 era fissata in 290 mg/m3); - periodo di mediazione anno civile con limite di 40 mg/m3, in vigore al 1 gennaio 2010 (anche in questo caso, per gli anni precedenti era prevista la graduale diminuzione della soglia, che al 1.1.2001 era fissata in 58 mg/m3). Esaminando i dati raccolti a Palermo dal 2001 fino ad oggi, ha osservato il consulente, non vi una sola ora che superi il limite di 200 mg/m3 in ciascuna delle stazioni di rilevamento ( dunque evidente che allo stesso risultato, in termini di rispetto della soglia prevista dalla normativa, si perviene utilizzando il metodo della stazione virtuale). Se invece si esamina il periodo di mediazione sullanno civile, facendo sempre ricorso al metodo della stazione virtuale rappresentativa di tutta larea urbana di Palermo, la situazione quella rappresentata dalla seguente tabella, nella quale sono esposti i valori di NO2 ottenuti con tre diversi metodi consigliati nel calcolo dei valori che appunto competono ad una stazione virtuale (cio la semplice media, la mediana o la media +/- il 20%, secondo quanto si legge in un articolo dellARPA Toscana riportato nella relazione di consulenza):
NO2 Valori di concentrazione annuali (g/m3) medie, mediane e medie 20%, riferiti alla stazione virtuale 2001 Media Mediana media(+20%) Valore limite 48 51 51 58 2002 58 64 63 56 2003 56 58 57 54 2004 53 57 56 52 2005 50 50 50 50 2006 46 47 48 48 2007 47 49 50 46 2008 41 41 41 44

Dalla tabella si evince che negli anni 2002, 2003, 2004 e 2007 vi sono scostamenti in eccesso rispetto ai valori annuali previsti dalla normativa, mentre negli anni 2001, 2005, 2006 e 2008 si ottengono valori pari o inferiori al valore-limite annuale per protezione della salute umana; il trend del biossido di azoto risulta comunque in diminuzione nel periodo considerato, in linea con la progressiva riduzione del valore-limite; ci significa, secondo il consulente, che i provvedimenti a breve e medio termine adottati dagli organi competenti, oltre alle nuove tecnologie nel settore dellautotrasporto, hanno prodotto e stanno producendo effetti positivi, avendo consentito di tenere sotto controllo i valori di NO2 nellintera citt. Inoltre, ha soggiunto il prof. Alaimo, sebbene vi sia labitudine di legare il particolato atmosferico alla concentrazione di NO2 perch in genere si ritiene che entrambi i parametri
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siano strettamente legati al traffico veicolare, riportando su un grafico binario le due componenti si osserva che non vi una correlazione cos diretta; ci vuol dire che in uno dei due parametri, ovvero in ambedue, esistono componenti non legate al traffico veicolare, delle quali si pu solo supporre lorigine, ma non si conosce lentit. Certamente si pu chiamare in causa anche la componente meteoclimatica (pressione atmosferica, umidit relativa, temperatura), che ha un ruolo specifico perch agisce sullincremento dellinquinante a causa di una minore diffusione ed una maggiore persistenza nellatmosfera di NO2; per il PM10 va maggiormente considerata la componente naturale (venti di libeccio e scirocco, risospensione di materiali depositati) che proprio a Palermo, citt posta al centro del Mediterraneo, assume un peso rilevante, neppure preso in considerazione dai consulenti dellaccusa. Per quanto riguarda linquinamento da ozono (O3), il prof. Alaimo ha premesso che lorigine di tale inquinante non di tipo antropogenico diretto, ma ha natura secondaria, essendo legato alle reazioni fotochimiche con i precursori, tra cui gli idrocarburi e gli ossidi di azoto prevalentemente legati al traffico veicolare. Con riferimento al tempus commissi delicti, poich i valori-limite previsti dal D.Lgs del 21.5.2004 sono entrati in vigore nel 2010, secondo il C.T. vanno presi in considerazione i valori-limite stabiliti dal D.M. del 15.5.1996 per la salute umana e quindi la media mobile trascinata su otto ore, che deve essere al massimo pari a 110 mg/m3 (tale valore, con il il D.Lgs. del 21.5.2004, stato portato a 120 mg/m3 e non deve essere superato pi di 25 giorni per anno civile come media di tre anni). Nella citt di Palermo sono installati solo due rivelatori che misurano ozono; il primo, nella centralina da traffico di Piazza Castelnuovo, il secondo nella centralina sub-urbana di Boccadifalco. Per quanto riguarda lozono, ha affermato il consulente, il valore nel punto di misura non rappresentativo, in quanto, tra laltro, le concentrazioni di O3 sono in genere pi basse nelle zone vicine alle sorgenti rispetto a quelle pi lontane ed inoltre, in certe condizioni, la diminuzione delle emissioni di HC e NOx pu produrre un aumento delle concentrazioni di O3. Tale particolare comportamento dellozono, secondo il prof. Alaimo, porta alla conclusione che, ancora una volta, la stazione virtuale deve essere considerato come lunico criterio attendibile per la valutazione dei dati in unarea omogenea.
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Nella tabella seguente il C.T. ha riportato i valori di concentrazione medi di O3, mensili ed annuali, di pertinenza della stazione virtuale, che dal 2001 al 2008 non hanno mai superato il limite massimo di 110mg/m3:
O3 - stazione virtuale. Valori di concentrazioni medie mensili (g/m3) negli anni 2001 2008 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic 2001 51 68 62 76 89 95 81 92 65 81 60 51 2002 61 63 74 98 83 81 81 78 94 83 71 62 2003 67 77 95 106 125 111 115 121 79 62 54 56 2004 58 65 74 86 87 83 90 74 71 62 56 58 2005 61 73 80 76 106 83 92 81 81 66 58 51 2006 49 66 73 87 91 89 92 80 77 57 60 54 2007 61 72 80 89 86 68 71 72 75 68 64 47 2008 54 62 79 92 87 77 69 60 63 57 56 65

ANNUALE 73 77 89 72 76 73 71 68

Nel prosieguo della relazione, il prof. Alaimo ha quindi sottoposto ad una severa valutazione critica il metodo e le conclusioni raggiunte dai consulenti tecnici del P.M., osservando tra laltro che:
-

nella relazione dei suddetti consulenti non viene fatto alcun cenno alla particolarit delle condizioni della citt di Palermo, non si coglie alcun tentativo di individuare i reali valori geochimici di base e di spiegarne levoluzione, per comprendere gli eventuali sforamenti anche alla luce di interferenze con fattori di origine naturale; in assenza di tali approfondimenti, i dati non potevano essere brutalmente considerati come punti di partenza sicuri per giungere alle conclusioni cui sono pervenuti gli stessi consulenti del P.M.;

altra anomalia rappresentata dal metodo di determinazione del numero dei superamenti, valutati come la somma dei superamenti di tutte le centraline; un criterio giudicato erroneo, in quanto, secondo il prof. Alaimo, occorre distinguere tra misurazione dei valori di qualit dellaria relativa ad alcuni parametri nelle stazioni fisse (e quindi riferibile ad unarea non eccedente i 200 m.q.), e qualit dellaria della citt di Palermo, da valutare con opportuni metodi statistici o modelli matematici partendo, ovviamente, dalle misure e soprattutto dai relativi superamenti delle stazioni fisse;

in particolare, i consulenti tecnici del P.M. hanno operato una semplice somma di tutti i superamenti, senza ricordare che una centralina pu essere al massimo rappresentativa di una superficie pari a 0,4 km.q., contro gli 80 km.q. sui quali si sviluppa la citt di Palermo, e senza considerare il resto della zona omogenea, cos come definita
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dallAssessorato Territorio ed Ambiente, comprendente i comuni di Capaci, Isola delle Femmine, Torretta, Palermo e Villabate. In altre parole, secondo il prof. Alaimo, non concepibile che larea di influenza di una sola centralina, qualunque essa sia, rappresenti la qualit dellaria di una superficie pi vasta di almeno 200 volte rispetto a quella della sola citt di Palermo; per quanto riguarda le sorgenti di inquinamento della citt di Palermo, i consulenti dellaccusa hanno fatto riferimento, in particolare, al Rapporto APAT del 2005. Secondo il prof. Alaimo, i valori riportati dallAPAT - ripresi nella relazione di consulenza oggetto di esame critico - sono meramente indicativi, in quanto non tengono conto delle caratteristiche urbanistiche specifiche delle singole citt, degli apporti naturali (a Palermo, a titolo di esempio, lo scirocco e laerosol marino cristallizzato nei filtri come cloruro di sodio) e non prendono in considerazione la rimobilizzazione delle polveri, che hanno peso specifico elevato (es. calcite, dolomite, frazioni argillose, quarzo, paligorskite, cloruro di sodio ecc.); a Palermo peraltro, ha evidenziato il prof. Alaimo, per questioni climatiche, la rimobilizzazione maggiore rispetto a Milano o a qualsiasi altra citt esaminata nel citato rapporto APAT del 2005. Il prof. Alaimo si quindi soffermato sui pi recenti orientamenti delineatisi in ambito comunitario, segnalando i punti ritenuti pi significativi della direttiva 2008/50/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 maggio 2008 relativa alla qualit dellaria ambiente e per unaria pi pulita in Europa. In particolare, ai punti 5 e 6 si afferma che: pertanto opportuno classificare il territorio di ciascuno Stato membro in base a zone o agglomerati che rispecchino la densit della popolazione. Ove possibile, opportuno utilizzare tecniche di modellizzazione onde consentire uninterpretazione dei dati puntuali in termini di distribuzione geografica della concentrazione. Ci potrebbe costituire una base per il calcolo dellesposizione collettiva della popolazione nella zona interessata. Ci sembrerebbe confermare, ha osservato il prof. Alaimo, lassunto sul quale si impernia la consulenza, e cio che il valore rilevato da una singola centralina non pu essere rappresentativo di una intera area, mentre per ottenere dati credibili e significativi deve farsi ricorso alla creazione di una stazione virtuale.
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A sostegno delle sue argomentazioni, il consulente ha inoltre richiamato quanto si legge nelle considerazioni di premessa alla D.E. del 2008, al punto 15: I contributi da fonti naturali possono essere valutati, ma non possono essere controllati. Pertanto, qualora i contributi naturali a inquinanti nellaria ambiente possano essere determinati con sufficiente certezza e qualora i superamenti siano dovuti in tutto o in parte a tali contributi naturali, questi possono essere detratti, alle condizioni previste dalla presente direttiva, al momento della valutazione del rispetto dei valori limite della qualit dellaria. I contributi ai superamenti dei valori limite per il materiale particolato PM10 dovuti alla sabbiatura o salatura invernali delle strade possono anchessi essere detratti allatto della valutazione della conformit ai valori limite per la qualit dellaria, semprech siano state adottate misure ragionevoli per diminuire le concentrazioni. Un ulteriore passaggio della relazione di consulenza dedicato allindice di qualit dellaria (IQA), un indicatore in grado di esplicitare in modo semplice ed immediato il livello qualitativo dellaria che si respira in una determinata area, fornendo una rappresentazione esauriente e sistematica di tutte le componenti che direttamente e indirettamente agiscono sullo stato dellambiente. LAgenzia per la protezione dellambiente americana (EPA) ha adottato un indice che prende il nome di Air Quality Index (AQI); altri Paesi europei hanno adottato modelli analoghi, come ad esempio la Francia (ATMO) e la Gran Bretagna (simile allAQI americano). In Italia, lindice viene chiamato IQA; la regione Piemonte stata la prima ad adottare un indice di qualit dellaria definito con una procedura adattata alla situazione italiana. In particolare, ai fini del calcolo vengono presi in considerazione, fra i vari parametri per i quali la legge impone il controllo, le sostanze inquinanti maggiormente significative nel nostro territorio nei diversi periodi dellanno, i cui effetti sono rappresentativi dellimpatto dellinquinamento atmosferico sulla salute umana e cio: ozono (O3), polveri fini (PM10), e biossido di azoto (NO2). In relazione alla citt di Palermo, gli IQA giornalieri sono stati calcolati dal 2001 al 2008 per ogni singola centralina e quindi riferiti ad una stazione virtuale, per avere la migliore rappresentativit dellintera area urbana. Dai dati e dagli istogrammi riportati nella relazione di consulenza si pu osservare che la classe pi significativa nella citt di Palermo quella che compete ad una aria buona con il 65%; una percentuale del 11% di aria ottima; nel tempo, si riscontra mediamente un aumento
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dellaria buona a scapito di quella discreta (che diminuisce), mentre insignificante la rappresentazione della qualit dellaria ascrivibile alle classi poco salubre, insalubre o molto insalubre. Sulla base delle considerazioni esposte nel suo elaborato, il prof. Alaimo ha quindi concluso che la situazione di Palermo appare la migliore tra quelle dei grandi agglomerati urbani, essendo risultata, in linea di massima, allineata ai parametri indicati nel D.M. n. 60/2002; ferma restando, in ogni caso, la necessit di monitorare opportunamente i livelli di inquinamento dellaria. Rispetto a detta relazione di consulenza, il cui contenuto stato confermato in sede di esame dal prof. Alaimo, hanno controdedotto i consulenti tecnici del P.M. con un secondo elaborato datato 8.2.2011, denominato Considerazioni sulla relazione sullo stato ambientale dellaria della citt di Palermo redatta dal prof. Alaimo, in merito al quale stato esaminato in dibattimento uno degli estensori, il dott. Rino Felici, funzionario dellARPA Lazio in quiescenza. Nel corso della sua audizione, il dott. Felici ha illustrato dettagliatamente le controdeduzioni del collegio di consulenti del P.M., chiarendo, in particolare, che lo stato delle conoscenze scientifiche sul fenomeno dellinquinamento si oggi notevolmente affinato rispetto a quello relativo al periodo in cui venne conferito il primo incarico ed evidenziando che anche laddove, in altre regioni dItalia, stato adottato il blocco integrale del traffico, non sempre sono stati conseguiti risultati soddisfacenti nellabbattimento dei livelli di concentrazione delle polveri sottili, sui quali influiscono anche fattori meteorologici. Con specifico riguardo al contenuto del secondo elaborato versato in atti, in estrema sintesi, i consulenti tecnici del P.M. hanno replicato quanto segue alle osservazioni pi pregnanti del prof. Alaimo: nella prima relazione, essi hanno tenuto conto di quanto previsto dalla normativa vigente in materia, sia con riguardo alla valutazione della configurazione e gestione della rete di monitoraggio della qualit dellaria di Palermo, sia in riferimento allanalisi dei valori rilevati degli inquinanti pi significativi (biossido di azoto e polveri fini PM10), finalizzata alla valutazione della qualit dellaria ambiente della citt di Palermo per la protezione della salute umana; il metodo di valutazione dei dati seguito dal prof. Alaimo (selezione dei valori e loro media), del tutto arbitrario e non conforme a quanto previsto dalla normativa di riferimento; vero, infatti, che ai fini della divulgazione dei dati ogni ARPA pu
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effettuare una propria elaborazione dei valori rilevati, ma la loro conformit ai limiti imposti dalla normativa deve essere verificata per ogni stazione; di conseguenza, non conforme alle norme vigenti elaborare i dati di pi stazioni, mediandoli e selezionandoli per realizzare una stazione virtuale;
-

il metodo innovativo proposto dal prof. Alaimo pu essere considerato un esercitazione accademica, ma non pu sostituire i criteri di valutazione previsti dalla normativa (anche quella pi recente, comunitaria e nazionale, che ha ribadito la necessit di osservare i limiti con riguardo alle singole stazioni);

a dispetto di quanto sostenuto dal consulente della difesa, la Regione Siciliana, basandosi sullinfluenza di eventuali apporti geochimici, tramite il Ministero dellAmbiente ha richiesto alla Commissione Europea in data 5 maggio 2009, ai sensi dellart. 22 c. 4 della direttiva 2008/50/Ce, la deroga ai valori limite per il PM10 per la qualit dellaria in 5 zone del territorio regionale, tra cui la zona di Palermo, per il rispetto del valore limite giornaliero (alle stazioni di Belgio, Giulio Cesare, Unit dItalia, Castelnuovo e Di Blasi) e annuale (alla stazione Di Blasi) per il PM10, in relazione ai valori riscontrati nellanno 2005 in dette stazioni; la Commissione Europea, nella Decisione del giorno 1.2.2010, non ha concesso la deroga per difetto o assenza di informazioni e/o specifiche azioni di risanamento; per valutare la qualit dellaria, dunque, tanto la Regione Siciliana, quanto la stessa Commissione, si sono riferite semplicemente al superamento dei valori limite previsti dalla normativa vigente, senza fare alcun cenno al sistema delle medie e della stazione virtuale;

ed infatti, il numero dei superamenti del valore limite giornaliero per le polveri fini PM10, pari a 50 g/m3 con il relativo margine di tolleranza, deve essere riferito - come previsto dalla normativa vigente - alla singola stazione;

al riguardo, le stazioni di misurazione devono essere ubicate in modo tale da risultare, per quanto possibile, rappresentative anche di aree simili a quelle in cui inserito il sito fisso di campionamento, incluse quelle che non si situano nelle immediate vicinanze;

la valutazione della qualit dellaria effettuata nellarea in cui inserito il sito fisso di campionamento pu essere considerata rappresentativa della qualit dellaria anche per le aree simili. Larea di rappresentativit della stazione di misurazione perci estesa alle aree simili; ci significa, ad esempio, che i valori annuali e/o giornalieri delle polveri fini PM10 riscontrati in una stazione da traffico urbano rappresentano ai fini
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della protezione della salute umana lo stato della qualit dellarea in cui ubicato il sito fisso e contestualmente anche quello di aree urbane simili. integrando i dati esposti nella prima relazione con riguardo allinquinamento da PM10 nella citt di Palermo fino allanno 2005, i consulenti del P.M. hanno rappresentato nelle tabelle che seguono le medie annuali e il numero dei superamenti giornalieri delle polveri fini PM10 registrati nella rete comunale di Palermo per il periodo 2002- 2009:
Polveri fini PM10 - Concentrazione media annuale (g/m3 ) stazioni

Boccadifalco Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit D'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi CEP - i valori annuali evidenziati in grassetto e corsivo sono superiori a quelli previsti dai margini di tolleranza. - i valori limite annuali del PM 10 per la protezione della salute umana con il margine di tolleranza previsti dal DM
2/4/2002 n. 60 sono i seguenti: Anni 1.01.2002 1.01.2003 1.01.2004 1.01.2005 1.01.2006 1.01.2007 1.01.2008 1.01.2009 dal 1/1/2010 Valore limite g/m3 44,8 43,2 41,6 40 40 40 40 40 40

2002 28 38 45 44 43 32 32 49 -

2003 29 34 45 41 41 31 39 46 -

2004 28 32 42 39 40 29 38 43 -

2005 22 28 40 34 37 28 35 43 29

2006 23 34 40 41 42 33 43 58 32

2007 23 39 44 37 43 34 35 45 32

2008 22 32 40 35 34 31 37 42 29

2009 24 35 41 35 33 32 37 41 29

Dalla tabella che precede emerge che per le polveri fini PM10 sono stati rilevati valori superiori al limite annuale per la protezione della salute umana di 40 g/m3, con il relativo margine di tolleranza: alla stazione di Giulio Cesare negli anni 2002, 2003, 2004, 2007 e 2009; alla stazione Unit DItalia negli anni 2006 e 2007; alle stazioni di Castelnuovo e Belgio nellanno 2006; alla stazione Di Blasi per lintero periodo 2002-2009.

Polveri fini PM10 - Numero di superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana (max 35 volte) stazioni

Boccadifalco Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit D'Italia Torrelunga Belgio

2002 13 16 28 30 36 11 12

2003 13 16 43 30 33 8 31

2004 12 13 45 41 44 8 41

2005 10 13 65 37 54 9 48
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2006 18 38 65 57 80 27 89

2007 14 65 76 41 81 39 42

2008 7 29 62 40 33 25 50

2009 6 29 55 35 23 25 44

www.lexambiente.it Di Blasi 33 50 47 80 210 109 69 51 CEP 31 49 27 24 23 - i valori sono i superamenti verificati rispetto al margine di tolleranza previsto per le 24 ore; quelli evidenziati

in grassetto e corsivo rappresentano i superamenti oltre le 35 volte consentite per anno civile. - i valori limite giornalieri del PM10 per la protezione della salute umana con il margine di tolleranza previsti dal DM 2/4/2002 n. 60 sono i seguenti: Anni 1.01.2002 1.01.2003 1.01.2004 1.01.2005 1.01.2006 1.01.2007 1.01.2008 1.01.2009 dal 1/1/2010 Valore limite g/m3 65 60 55 50 50 50 50 50 50 * * (da non superare pi di 35 volte per anno civile)

dalla seconda tabella, emerge che il numero dei superamenti del valore limite giornaliero per le polveri fini PM10, pari a 50 g/m3 con il relativo margine di tolleranza, risultato superiore alle 35 volte consentite per anno civile:

alla stazione Unit DItalia negli anni 2002, 2004, 2005, 2006 e 2007; alla stazione Castelnuovo nel periodo 2004-2008; alla stazione Belgio nel periodo 2004-2009; alla stazione Indipendenza negli anni 2006 e 2007; alla stazione di Torrelunga nellanno 2007; alle stazioni di Giulio Cesare e Di Blasi per lintero periodo 2003-2009; quanto al rilievo che nella prima relazione di consulenza non erano stati considerati, nel calcolo del numero dei superamenti annuali, i superamenti dovuti a cause naturali come previsto dallart. 22 del D.M. n. 60/2002, i consulenti del P.M. hanno obiettato che nel 2005 la Regione (competente in materia, ai sensi del citato art. 22) non aveva eseguito studi sulla influenza da fonti naturali del PM10 che con la loro presenza avrebbero determinato superamenti dei valori giornalieri alle stazioni di Palermo; gli studi eseguiti nel maggio 2009, allegati alla richiesta di deroga che la Regione Siciliana, tramite il Ministero dellAmbiente ha presentato alla Commissione Europea in data 5 maggio 2009, ai sensi dellart. 22 c. 4 della direttiva 2008/50/Ce, si sono comunque rivelati insufficienti, in quanto la Commissione Europea, nella citata Decisione del giorno 1.2.2010, non ha concesso la deroga;

per quanto attiene allinquinamento da NO2 nella citt di Palermo, i consulenti del P.M. hanno rappresentato nella tabella che segue le medie annuali del biossido di azoto registrate nella rete comunale di Palermo per il periodo 2002- 2009:
Biossido di Azoto (NO2) - Concentrazione media annuale (g/m3 ) stazioni

Boccadifalco

2002 19

2003 15

2004 19

2005 21
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2006 14

2007 17

2008 11

2009 13

www.lexambiente.it Indipendenza Giulio Cesare Castelnuovo Unit D'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi CEP 59 73 67 71 45 60 67 57 84 58 70 41 55 73 58 71 62 55 40 48 71 50 67 56 46 43 53 77 34 42 64 47 52 46 52 78 23 49 67 54 53 37 45 75 30 39 59 44 53 24 41 69 27 41 66 47 44 50 79 29

i valori annuali evidenziati in grassetto e corsivo sono superiori a quelli previsti dai margini di tolleranza. i valori limite annuali del Biossido di Azoto per la protezione della salute umana con il margine di tolleranza previsti dal DM 2/4/2002 n. 60 sono i seguenti: Anni 1.01.2002 1.01.2003 1.01.2004 1.01.2005 1.01.2006 1.01.2007 1.01.2008 1.01.2009 dal 1/1/2010 Valore limite g/m3 56 54 52 50 48 46 44 42 40

Dalla tabella emerge che per il biossido di azoto (NO2) sono stati rilevati valori superiori al limite annuale per la protezione della salute umana di 40 g/m3, con il relativo margine di tolleranza: alla stazione di Castelnuovo negli anni 2002, 2003, 2004, 2005, 2007 e 2009; alla stazione di Indipendenza negli anni 2002, 2003, 2004 e 2007; alla stazione di Belgio negli anni 2002, 2003, 2005, 2006 e 2009; alla stazione Unit DItalia nei periodi 2002-2004 e 2006-2009; alle stazioni Di Blasi e Giulio Cesare per lintero periodo 2002-2009;

Il C.T. ha poi afermato che il recente D. Lgs. 13 agosto 2010 n. 155 Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualit dell'aria ambiente e per unaria pi pulita in Europa, non ha introdotto variazioni rispetto a quanto gi previsto dalla precedente normativa in relazione alla classificazione delle aree, alla tipologia delle stazioni di misurazione ed al loro significato. Quanto, infine allindice di qualit dellaria descritto dal prof. Alaimo, i consulenti del P.M. hanno evidenziato che si tratta di una metodologia impiegata per rappresentare sinteticamente e visivamente la qualit dellaria a fini divulgativi, sulla base dei valori riscontrati dalle postazioni, nei vari siti internet che riportano lo stato dellinquinamento nelle diverse citt italiane; tale indice, tuttavia, non pu sostituire le modalit previste dalle norme vigenti in materia per la valutazione dei dati registrati dalle centraline. Nuovamente esaminato alludienza del 16.6.2011 (a seguito della modifica dei capi di imputazione), il prof. Alaimo ha ribadito con forza le proprie posizioni, riconoscendo che i consulenti del P.M. si sono attenuti, nei loro elaborati, ai valori limite previsti dalla normativa vigente, ma sostenendo che tale normativa non un dogma e va interpetrata alla luce delle nuove acquisizioni scientifiche; ha affermato che il numero massimo di 35 superamenti annui
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previsti per il particolato PM10 e, in generale, i parametri imposti dalle norme vigenti ben possono essere messi in discussione dalla comunit scientifica, poich tali limiti dovrebbero essere adattati alle situazioni ambientali locali; ha evidenziato che lelaborazione dei dati secondo il metodo della stazione virtuale conduce, per la citt di Palermo, a risultati sostanzialmente coincidenti a quelli che si ottengono utilizzando il sistema dellindice della qualit dellaria; entrambe le metodologie dimostrano, secondo il prof. Alaimo, che i livelli di inquinamento atmosferico non sono tali da creare una situazione di allarme; daltra parte, ha soggiunto il consulente della difesa, il D. Lgs. n. 155/2010 ha introdotto, accanto ai rilevamenti delle stazioni fisse, anche limpiego di metodi statistici, tra i quali ben pu essere ricompreso, in virt del suo algoritmo, anche lIQA. ******* Le imputazioni elevate ai sensi dellart. 328 c.p. La complessa istruttoria dibattimentale, articolatasi mediante lesame di numerosi testimoni e lacquisizione di una considerevole mole di prove documentali, stata dunque arricchita da contributi tecnici di indiscutibile valore scientifico, compendiati nelle relazioni dei consulenti tecnici del P.M. e delle difese. Ora, nellambito di una vicenda processuale che, per la particolare natura delle contestazioni, inevitabilmente interferisce con questioni di carattere tecnico-scientifico prima ancora che giuridico, il prof. Alaimo ha introdotto osservazioni certamente pregevoli sulle cause dellinquinamento atmosferico e sulle metodologie utilizzabili per una misurazione dotata di efficacia rappresentativa della situazione di un territorio, offrendo un contributo scientifico di elevato livello. Non vi dubbio, tuttavia, che la normativa vigente allepoca dei fatti imponeva ed impone tuttora, nella sua pi recente evoluzione - determinati valori limite, fissati al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana; e che tali parametri erano (e sono) previsti con riferimento ad ogni singola stazione di rilevamento dei dati. In altri termini, al di l delle legittime osservazioni critiche formulate da un autorevole studioso della materia, resta il fatto che, allo stato, il metodo della stazione virtuale e lIQA non sono contemplati dalla normativa di settore (che pure ha recentemente aperto allintroduzione di tecniche di modellizzazione).
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Non si pu che concordare, dunque, con la linea dei consulenti del P.M., i quali si sono coerentemente attenuti alle univoche indicazioni normative; sicch, sotto lo specifico profilo del superamento dei valori-soglia sul quale sono state costruite le contestazioni dei reati omissivi per cui si procede, limpostazione accusatoria appare ineccepibile, non essendovi spazio alcuno, nel contesto di un processo penale in cui si discute di una ipotetica violazione rispetto al modello normativo, per lintroduzione di metodi alternativi di valutazione dei livelli di concentrazione di inquinanti nellaria ambiente che, al di l della loro verosimile attendibilit scientifica, non siano quelli previsti dalle norme vigenti nella prospettiva della protezione della salute umana, salve, ovviamente, possibili future modifiche legislative suggerite dallevoluzione del dibattito scientifico; e proprio in tale prospettiva, a titolo esemplificativo, sembra opportuno segnalare quanto si legge nel Rapporto ISPRA Qualit dellambiente urbano edizione 2010, acquisito agli atti: Linquinamento da materiale particolato PM10 regolato in Italia dal D.Lgs. 155 del 2010 che, confermando quanto gi definito dalla precedente normativa, stabilisce due valori limite per la protezione della salute umana che corrispondono a 40 g/m3 per la media annuale e 50 g/m3 da non superarsi pi di 35 volte in un anno per la media giornaliera. Tali valori sono stati confermati per quanto in oltre 10 anni di monitoraggio sia apparsa evidente la loro incongruenza. In termini concreti si verifica che, data una serie di concentrazioni giornaliere misurate per un anno in una determinata stazione, essi non possono essere rispettati contemporaneamente; ci a meno di non registrare un valore medio annuo molto inferiore al limite di legge. In prima approssimazione, si pu stimare intorno ai 30 g/m3 la concentrazione media annua che consentirebbe il rispetto anche del valore limite giornaliero (lentit dello scarto varia in base allarea geografica e alle condizioni meteorologiche, soprattutto di stabilit atmosferica e rimescolamento, che determinano la distribuzione delle concentrazioni). Il limite annuale di 40 g/m3 non giustificato da particolari ragioni tecniche o evidenze sanitarie, in quanto non corrisponde a nessuno degli obiettivi posti dallOrganizzazione Mondiale della Sanit (OMS) per questo inquinante n a limiti posti in altre parti del mondo (gli Stati Uniti hanno abrogato da anni il limite annuale per il PM10, mantenendo solo quello giornaliero). ****** opportuno, altres, precisare in premessa che con sentenza emessa in data 10.3.2009, divenuta irrevocabile il 22.9.2009, il G.U.P. del Tribunale di Palermo ha dichiarato non luogo a procedere per non aver commesso il fatto nei confronti di Costantino Roberto e di Carioti
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Attilio, nelle rispettive qualit di Dirigente Responsabile del Servizio Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo, in ordine ai reati come loro rispettivamente contestati fino al 12.1.2005 e dal 12.1.2005 alla data della richiesta di rinvio a giudizio (nellodierno procedimento, il Costantino e il Carioti sono stati citati nella qualit di imputati di reati connessi, ma entrambi si sono avvalsi della facolt di non rispondere). In estrema sintesi (cfr., per una pi ampia disamina della motivazione, la sentenza acquisita in copia agli atti), quel decidente, pur considerando sussistente lelemento materiale dei reati omissivi contestati e pur valutando che il Giudice penale ben pu sindacare il provvedimento amministrativo tecnico-discrezionale allorch si riveli prima facie assolutamente illogico rispetto ad un intervento conforme ai dettami delle elaborazioni del settore ed alle esperienze di tecnici competenti, ha tuttavia ritenuto che i suddetti imputati non si fossero resi partecipi delle omissioni penalmente rilevanti loro addebitate, in quanto essi non erano investiti di poteri decisori, ma avevano poteri meramente propulsivi nella materia in cui, secondo la prospettazione accusatoria, si erano rivelati carenti - e perci omissivi - i provvedimenti adottati. La dibattuta questione affrontata nella sentenza del G.U.P. del Tribunale di Palermo (sindacato del giudice penale sul provvedimento amministrativo discrezionale e, conseguentemente, configurabilit della condotta omissiva integrante il delitto di cui allart. 328 c.p. anche in ipotesi di inerzia dei pubblici amministratori nelladozione di atti amministrativi discrezionali), ha formato oggetto della requisitoria del P.M., ma stata anche uno degli argomenti centrali delle tesi difensive prospettate in sede di discussione; sicch pare opportuno, in via preliminare, enunciare la posizione del Collegio al riguardo. Secondo il costante orientamento espresso dalla Suprema Corte ed integralmente condiviso da questo Tribunale, ai fini della configurabilit del reato di rifiuto di atti di ufficio, non basta che l'atto rientri in una delle categorie tipiche indicate dalla norma, n che sussistano le previste condizioni di urgenza, ma occorre che latto sia dovuto, e, dunque, non rientri nellambito della discrezionalit del pubblico ufficiale (Cass., sez. IV, n. 19358, 6.3.2007; nella fattispecie, concernente gli interventi che gli amministratori di un ospedale avrebbero dovuto eseguire per evitare il diffondersi di uninfezione, la Corte ha escluso la configurabilit del reato di rifiuto di atti di ufficio sul presupposto del carattere intrinsecamente discrezionale dellattivit tecnica rifiutata).
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Nella perspicua motivazione della sentenza indicata, i Giudici di legittimit hanno diffusamente affrontato la questione in termini considerati da questo Collegio assolutamente ineccepibili, evidenziando che lart. 328 co. 1 c.p. punisce l'indebito "rifiuto" da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio di compiere un atto d'ufficio che deve essere posto in essere "senza ritardo" in vista della soddisfazione delle specifiche esigenze (di giustizia, di sicurezza pubblica, di ordine pubblico, di igiene e sanit) prese in considerazione dalla norma; che latto dufficio rifiutato, perch sia integrata unomissione penalmente rilevante, deve essere un atto "qualificato" dall'appartenenza ad una delle suddette categorie "tipiche"; e che esso deve presentare i caratteri della "doverosit" e della "indifferibilit" (dati inequivocabilmente ricavabili dallo stesso tenore letterale della norma, atteso che il rifiuto deve essere "indebito" e latto va compiuto "senza ritardo"). Orbene, sotto il primo profilo sufficiente osservare che proprio perch la norma qualifica il rifiuto come "indebito", il rifiuto penalmente significativo non pu riguardare un atto discrezionale, ma deve invece riferirsi ad un atto dovuto, imposto al pubblico funzionario da una norma imperativa immediatamente precettiva, di rango primario o addirittura di rango costituzionale, che imponga di provvedere per la tutela di specifici beni ritenuti meritevoli di tutela; latto rifiutato incriminabile, inoltre, deve essere "indifferibile" ed "urgente", come appunto si desume dalla locuzione "senza ritardo" inserita nella norma incriminatrice. La Suprema Corte ha poi precisato che il requisito dellindifferibilit pu desumersi ex se, direttamente da unesplicita previsione normativa, ovvero dalle emergenze fattuali della vicenda, indicative, in modo inequivoco, della necessit inderogabile ed indilazionabile delladozione di un determinato atto dufficio posto dalla norma a carico del pubblico funzionario. Convenendo, in premessa, sul fatto che in quella specifica fattispecie (esaminata dalla Suprema Corte nella sentenza in esame) gli atti amministrativi (finalizzati ad evitare il diffondersi di unepidemia di legionella), potessero, almeno in via di ipotesi, farsi rientrare fra quelli presi in considerazione dallart. 328 c.p., ed in particolare nel genus degli atti in materia di sanit e di igiene - dovendosi ritenere riconducibili a tale materia gli atti connessi alla tutela della salute individuale e collettiva - e che, sempre in astratto, le specifiche circostanze della vicenda potessero fondare le condizioni per l'"indifferibilit" di un intervento finalizzato a salvaguardare la salute (in quel caso, dei degenti della struttura sanitaria dal rischio di infezione), la Corte ha tuttavia evidenziato che difettava comunque il requisito della "doverosit" dellatto; e ci in
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quanto per la configurabilit del reato non basta che latto rientri in una delle categorie tipizzate, n che possano ritenersi sussistenti le condizioni per un intervento "urgente" ed "indifferibile", occorrendo che ricorra anche laltro presupposto congiuntamente richiesto dalla norma incriminatrice: deve trattarsi, quindi, di un atto non solo "tipico" ed "indifferibile", ma anche "doveroso", cio tale che il pubblico ufficiale tenuto ad eseguirlo senza avere alcuna discrezionalit al riguardo (cfr. anche Cass., sez. VI, 21.9.1995, Durante). La "doverosit" dellatto che deve essere eseguito va dunque correlata al carattere "indebito" del rifiuto di eseguirlo; in altri termini, per rilevare penalmente ex art. 328 co. 1 c.p., il rifiuto deve risultare "indebito", cio contrario ad una norma imperativa, di rango costituzionale o comunque primario, che imponga in via immediata e diretta al pubblico funzionario ladozione dellatto, e deve quindi riguardare un "atto dovuto". In tale prospettiva, la "doverosit" dellatto da compiere esclude dallambito di applicazione della norma gli atti rientranti nellambito della discrezionalit amministrativa (cfr. Cass., sez. VI, 9.10.1997, P.G. in proc. De Muro). La Suprema Corte ha peraltro soggiunto, nellimportante pronuncia in commento, che vi una differenza significativa tra la fattispecie incriminatrice di cui allart. 328 co. 1 c.p. e quella prevista dal successivo co. 2, giacch in questultima ipotesi delittuosa lomissione e/o il ritardo possono invece riguardare anche atti discrezionali. In definitiva, nella fattispecie decisa dalla Corte di Cassazione non veniva in rilievo unattivit vincolata, che poteva e doveva essere posta in essere, vertendosi piuttosto nellambito di interventi intrinsecamente caratterizzati da una evidente discrezionalit tecnica, rispetto ai quali le determinazioni assunte dagli imputati avrebbero semmai potuto e dovuto essere censurate (se ritenute in concreto inidonee e laddove fosse stato dimostrato il nesso eziologico con i decessi verificatisi) sotto il profilo della colpa, ma non certo ricorrendo ad una contestazione qualificata da un atteggiamento doloso, come laddebito mosso ai sensi dellart. 328 del codice penale. Al riguardo, ben noto che poich il rifiuto penalmente rilevante deve essere indebito, per la sussistenza del reato in esame necessario il dolo, occorrendo nellagente non solo la consapevolezza e la volont di rifiutare un atto del proprio ufficio, ma anche la consapevole volont di agire in violazione dei doveri impostigli (cfr. Cass., sez. VI, 15.4.2003, Zurzolo ed altro; e Cass., sez. V, 17.10.1990, Rampa); in altri termini, necessaria la consapevolezza delle ragioni che qualificano l'atto da compiere, della "doverosit" dell'atto e della sussistenza delle condizioni di urgenza che impongono di agire "senza ritardo".
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Orbene, nellodierno giudizio lorgano dellAccusa ha contestato agli imputati ripetute violazioni dellart. 328 c.p. (capi a1 e a), ex art. 110 c.p., facendo loro carico tanto dellipotesi prevista dal primo comma, quanto di quella contemplata dal secondo comma, ritenute avvinte dal nesso della continuazione. Un primo evidente limite dellimpianto accusatorio costituito dal fatto che il reato stato contestato a titolo di concorso, sebbene per un certo periodo gli odierni prevenuti non avessero ricoperto contemporaneamente le cariche cui si riferisce lipotizzato inadempimento dei doveri istituzionali ritenuto penalmente rilevante, sub specie di rifiuto ed omissione di atto di ufficio. Osserva inoltre il Collegio che, per entrambe le fattispecie, limputazione elevata ai sensi dellart. 328 co. 2 c.p. appare impropria e non coglie nel segno, poich nelluno e nellaltro caso, anche a tenore delle stesse contestazioni, avrebbe, semmai, dovuto ipotizzarsi in via esclusiva la violazione del primo comma della suddetta norma incriminatrice. Ci che in entrambi i capi di imputazione si contesta agli imputati, infatti, di aver rifiutato di porre in essere provvedimenti amministrativi, che consentissero di pervenire allobiettivo del miglioramento della qualit dellaria ambiente per i parametri delle polveri sottili (particolato PM 10) e degli ossidi di azoto (NOX , NO2) - tra i quali la limitazione del traffico veicolare e finanche il blocco integrale del traffico - finalizzati al mantenimento degli standard di qualit dellaria previsti dalla normativa vigente, limitandosi, invece, ad interventi palesemente inutili e irrilevanti rispetto alle finalit di tutela della salute imposte dalla legge, in quanto le ordinanze sindacali che imponevano alcune limitazioni del traffico non furono idonee ad incidere, se non in parte trascurabile, sul parco macchine circolante e sullinquinamento provocato; e di aver, inoltre, omesso di adottare i provvedimenti di comunicazione e diffusione al pubblico dello stato della qualit dellaria attraverso lesposizione sui monitor cittadini e con la comunicazione agli organi di stampa, in presenza dellurgenza sostanziale di evitare gravi conseguenze sul bene primario della salute dei cittadini; ci in violazione degli individuati atti normativi ritenuti costitutivi, nei confronti degli imputati stessi, di una specifica posizione di garanzia a tutela della salute e della incolumit di tutte le persone presenti nel territorio del Comune. Ma, a ben vedere, entrambe le condotte, cos come descritte nei capi di imputazione, non sono riconducibili nellarea di operativit della fattispecie prevista dal secondo comma dellart. 328 c.p.. Infatti, in tale ipotesi delittuosa alla quale deve riconoscersi una natura residuale, per la presenza di unespressa clausola di riserva (Fuori dei casi previsti dal primo comma) - la
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richiesta scritta assume la natura e la funzione tipica della diffida ad adempiere, dovendo la stessa essere rivolta a sollecitare il compimento dellatto o lesposizione delle ragioni che lo impediscono ed il reato si consuma quando, in presenza di tale presupposto, sia decorso il termine di trenta giorni senza che latto richiesto sia stato compiuto, o senza che il mancato compimento sia stato giustificato (cfr., da ultimo, Cass., sez. VI, 27.10.2010, n. 40008). E, daltra parte, lazione tipica del delitto di cui allart. 328 co. 2 c.p. integrata dal mancato compimento di un atto dellufficio da parte del pubblico ufficiale o dellincaricato di pubblico servizio, ovvero dalla mancata esposizione delle ragioni del ritardo, entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi ha interesse; con la conseguenza che il reato in esame, omissivo proprio e a consumazione istantanea, deve intendersi perfezionato con la scadenza del predetto termine (cfr. Cass., sez. VI, 19.2.2008, Mascia). Nulla di tutto ci si rinviene nella fattispecie sottoposta al vaglio del Tribunale, nella quale tanto gli obblighi di porre in essere i provvedimenti amministrativi finalizzati al mantenimento degli standard di qualit dellaria previsti dalla normativa di settore, quanto quelli di adottare i provvedimenti di comunicazione e diffusione al pubblico dello stato della qualit dellaria obblighi che si assumono tutti inadempiuti, nella prospettazione accusatoria - troverebbero origine e titolo, a tenore delle stesse imputazioni, nelle disposizioni normative puntualmente richiamate nei capi di accusa. In punto di qualificazione giuridica del fatto, deve aggiungersi che il rifiuto di un atto dufficio (ipotesi contemplata dal primo comma dellart. 328 c.p.) si verifica non solo a fronte di una richiesta o di un ordine, ma anche quando sussista unurgenza sostanziale, impositiva del compimento dellatto, in modo tale che linerzia del pubblico ufficiale assuma, per lappunto, la valenza del consapevole rifiuto dellatto medesimo (cfr. Cass., sez. VI, 7.1.2010, n. 4995). Va inoltre evidenziato, quanto alla condotta di rifiuto di atto di ufficio concernente i provvedimenti contigibili ed urgenti in tema di limitazione del traffico, che se non pu esservi dubbio sulla doverosit ed indifferibilit degli atti amministrativi in ipotesi rifiutati, certo , invece, (e ci pacifico anche alla stregua della formale contestazione che individua il rifiuto nelladozione consapevole e volontaria di provvedimenti inadeguati a fronteggiare lemergenza sanitaria conseguente allinquinamento atmosferico) che i provvedimenti in questione non rispondevano al requisito della tipicit, trattandosi di atti squisitamente discrezionali. In sostanza, il vulnus e, a un tempo, il limite del costrutto accusatorio si rivelano, a giudizio del Collegio, nellavere lUfficio del P.M. previa verifica, alla stregua delle conclusioni dei propri
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consulenti tecnici, della inadeguatezza dei provvedimenti adottati dal Sindaco e, nei limiti delle rispettive competenze, dagli Assessori comunali tratti a giudizio - addebitato a costoro come un fatto penalmente rilevante, in quanto conseguenza di un uso improprio della discrezionalit tecnico-amministrativa e, addirittura, a titolo di dolo, linsuccesso di tali misure, che non si rivelarono idonee ad arginare il fenomeno dellinquinamento atmosferico nella citt di Palermo, non avendo ottenuto il risultato di ridurre entro i limiti di legge i valori degli inquinanti dispersi in atmosfera; e, pur avendo gli odierni imputati adottato molteplici provvedimenti (spot e strutturali) mirati a quel risultato, nellaver dato loro carico di essersi limitati ad eseguire interventi programmati palesemente inutili e irrilevanti rispetto alle finalit di tutela della salute imposte dalla legge. A tenore delle stesse imputazioni per cui si procede, lorgano dellaccusa, dunque, ha censurato non gi linerzia dei pubblici amministratori tratti a giudizio, ma linefficienza e linefficacia (rivelatesi ex post) di unazione amministrativa comunque dispiegata (si vedr in quali termini) dagli odierni imputati in materia di contrasto allinquinamento atmosferico, ritenendo che sia possibile invocare dal Giudice penale lesercizio di un controllo, oltre che sulla conformit dellatto alla legge, anche sui profili visibili di logica intrinseca ed estrinseca dellatto (v. requisitoria). Ma evidente che al di l di specifiche ipotesi di plateale contraddittoriet della motivazione dei provvedimenti, di palese incongruenza delle misure adottate, ovvero di lampante irragionevolezza delle scelte assunte rispetto alla materia nella quale la P.A. chiamata ad agire tutte ipotesi che costituiscono possibili indici sintomatici di una strumentalizzazione volontaria dellatto e che comunque, per quanto si dir in prosieguo, non ricorrono allevidenza nel caso di specie il sindacato del Giudice penale su un provvedimento di natura discrezionale (e sui risultati da esso conseguiti) si risolve in una indebita ingerenza nel campo pi tipico dellazione amministrativa. Nella memoria di replica il P.M. ha aggiustato il tiro, sostenendo di non avere inteso censurare, muovendo gli addebiti per cui si procede, il merito delle scelte discrezionali della P.A. nellazione di contrasto allinquinamento atmosferico, ma di avere in realt contestato che tale azione di contrasto non vi mai stata, atteso che le misure adottate si sarebbero rivelate, gi con una valutazione ex ante propria della causalit omissiva, palesemente inefficaci e incoerenti rispetto agli obblighi posti dalla normativa comunitaria, tanto da potere essere considerate inesistenti.
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Ma anche questa tesi, come si vedr di qui a poco, del tutto infondata, essendo smentita in punto di fatto - oltre che dalla congerie di provvedimenti adottati in materia di traffico veicolare, di per s tale da documentare che vi fu comunque un impegno dellAmministrazione Comunale sul versante del contrasto ad un fenomeno particolarmente complesso come quello dellinquinamento atmosferico dalla specifica vicenda relativa allistituzione e alla successiva cancellazione delle ZTL. ****** La ricognizione critica di un compendio probatorio quantomai corposo ed eterogeneo ha consentito di verificare che le condotte degli imputati si rivelarono complessivamente inadeguate, dal punto di vista della concreta azione amministrativa, ad affrontare il delicato problema dellinquinamento dellaria ambiente, ma anche di accertare che i pubblici amministratori tratti a giudizio, lungi dallessere rimasti inerti o dallaver rifiutato latto di ufficio come richiesto dallart. 328 co. 1 c.p. (dellipotesi di cui al capoverso dello stesso articolo si gi detto come la relativa contestazione si debba ritenere eccentrica ed impropria rispetto alla fattispecie concreta), posero in essere, ciascuno nellambito di propria competenza, una serie di atti (provvedimenti amministrativi ed iniziative a vario titolo volte a fronteggiare il fenomeno), mirati al contenimento a breve e lungo termine dei livelli degli inquinanti indicati nelle imputazioni (PM10, NOX e NO2). Se, dunque, provvedimenti di limitazione del traffico e comunque volti a contrastare, sia pure in modo indiretto, il fenomeno dellinquinamento atmosferico furono emanati, come stato dimostrato nellodierno giudizio, deve concludersi che i reati omissivi contestati ex art. 328 c.p. non sono configurabili, pur in presenza di oggettivi superamenti dei parametri previsti dalla normativa vigente. qui innanzitutto necessaria una premessa circa ladeguatezza dellapparato amministrativo preposto a fronteggiare il fenomeno. Va al riguardo evidenziato un dato storico rilevante, emerso dallesame dellimputato Avanti, ma riscontrato anche dalle dichiarazioni dei testi Volpe e Mazzon, e cio il fatto che lAssessorato allAmbiente fu istituito fra il 2001 e il 2002 per iniziativa dello stesso Avanti, che alluopo prelev dal Settore Urbanistica il personale necessario alla creazione della nuova articolazione amministrativa. Infatti nel dicembre del 2001, quando lAvanti fu nominato Assessore allAmbiente dal Sindaco Cammarata (restando in carica fino al dicembre 2005, per poi rientrare in giunta nel settembre
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2006 e fino al giugno 2007), in seno alla struttura amministrativa del Comune di Palermo non esisteva, di fatto, alcun servizio deputato alla trattazione delle materie ambientali; n, fino ad allora, era mai stata assegnata dalle precedenti amministrazioni una delega allAmbiente. Come emerso dal quadro delle deposizioni testimoniali, in precedenza esisteva soltanto un gruppo di tre funzionari, tra cui un ingegnere in servizio allAssessorato Urbanistica che si occupava di mobilit sostenibile e, di fatto, anche delle problematiche legate allinquinamento atmosferico. Solo a seguito dellinsediamento dellAssessore Avanti e su sua iniziativa che, per avere trovato attuazione, era stata presumibilmente assentita dal Sindaco Cammarata - fu istituito un Servizio, articolato su tre unit operative, che accentrava tutte le competenze amministrative afferenti alle problematiche di carattere ambientale che investivano il territorio (e, fra queste, quella relativa allinquinamento atmosferico). Dalle convergenti dichiarazioni di numerosi testimoni (Volpe, Mazzon, Livreri, Cirrincione, Romano, Librici) emerso come proprio allAssessore Avanti si debbano svariate ed importanti iniziative, anche in forma di proposte avanzate ad altri organi competenti, volte allo studio ed al contenimento del fenomeno dellinquinamento atmosferico, anche mediante il reperimento delle necessarie risorse attraverso finanziamenti pubblici. Il teste Volpe ha in particolare ricordato la riformulazione del progetto autopulita, noto come bollino blu; liniziativa Palermo a tutto gas; listituzione del gruppo di lavoro denominato Agenda 21, con lo scopo di pianificare la mobilit sostenibile, che port alla pubblicazione, nel 2006, di un volume intitolato Relazione dello stato dellambiente; la stesura del piano strategico per la mobilit sostenibile; lavvio di un tavolo tecnico per lo studio della natura chimica e morfologica del particolato atmosferico, al quale parteciparono dipartimenti universitari, lARPA, laboratori ed enti privati (v., sul punto, anche la deposizione del teste Librici); le domeniche ecologiche e le iniziative volte a favorire la trasformazione degli autoveicoli alimentati a benzina in mezzi a basso impatto ambientale. Anche la teste Livreri ha rammentato che in occasione delle riunioni del suddetto tavolo tecnico istituito per volont dellAssessore Avanti, questultimo pose la questione della necessit di dare attuazione alla normativa comunitaria e di rientrare entro la soglia massima dei 35 sforamenti annui, sollecitando i partecipanti a studiare non soltanto la natura del PM 10, ma anche il PM 2,5 e il PM1; lattivit del tavolo tecnico prosegu anche dopo che lAvanti lasci lAssessorato; in ogni caso, a dimostrazione del suo persistente interesse alla tematica
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dellinquinamento ambientale, lodierno imputato riconvoc il tavolo anche nel suo nuovo ruolo di Presidente della Provincia, in quanto sosteneva che il problema non era ascrivibile a un singolo territorio, ma doveva essere studiato ed affrontato su larga scala. Il teste Cirrincione, dal canto suo, ha riferito che lAssessore Avanti convocava con cadenza quasi mensile conferenze di servizio sul tema dellinquinamento, ricordando che lodierno imputato assunse liniziativa non andata a buon fine - di richiedere allAMAT il trasferimento nella zona del Foro Italico degli autobus che gravitavano nellarea della stazione centrale, maggiormente interessata dalla elevata concentrazione di inquinanti; anche le targhe alterne furono adottate dallAmministrazione Comunale su proposta dellAssessorato allAmbiente. Nello stesso senso depongono le dichiarazioni dei testi Reina e Romano, che parteciparono a vario titolo (luno nella qualit di presidente della Confartigianato, laltro quale presidente dellAdiconsum) ai tavoli di concertazione promossi dallAssessore Avanti; entrambi hanno ricordato che lodierno imputato propugnava la necessit di un blocco integrale del traffico; la proposta fu fieramente avversata dalle categorie dei commercianti e dagli artigiani, che esercitarono con successo forti pressioni sul Sindaco perch liniziativa fosse respinta (e ci dimostra loggettiva difficolt di perseguire in questa materia unefficace azione politicoamministrativa, che nella realt concreta deve spesso scontare lopposizione di intere categorie economiche, se non anche di larghe parti della cittadinanza); al riguardo, il teste Romano ha in particolare evidenziato che lAssessore Avanti mostr di avere una visione pi ampia del problema dellinquinamento atmosferico e delle molteplici sorgenti di tale fenomeno, mentre quella del Sindaco era limitata alla questione del traffico veicolare. Anche il teste Mazzon ha menzionato, tra le iniziative promosse e sostenute dallAssessore Avanti, il potenziamento dellattivit di monitoraggio, la campagna per il cd. bollino blu, il piano strategico per la mobilit sostenibile, il conseguimento del finanziamento per il progetto DI.ME.NO., che mirava alla creazione di una piattaforma logistica per una movimentazione sostenibile delle merci allinterno del nucleo urbano, la trasformazione dei sistemi di alimentazione dei mezzi inquinanti (a metano e a GPL), il progetto METANO che prevedeva lerogazione di finanziamenti ministeriali a tutte le citt italiane per le infrastrutture di ricarica di metano, il car-sharing, lacquisto di scooter elettrici per i dipendenti dellAmministrazione e lattivazione delle procedure per il conseguimento di finanziamenti destinati allacquisto di autobus a metano, le domeniche ecologiche, nate nel 2000 su proposta del Ministero dellAmbiente, la delibera sulladesione ad un protocollo dintesa tra le citt metropolitane per
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studiare i fenomeni dellinquinamento atmosferico e per ottimizzare gli interventi e i risultati con unazione sinergica. Il Mazzon ha inoltre precisato che i provvedimenti di limitazione del traffico erano emessi di concerto fra lAssessorato allAmbiente e quello al Traffico; fu proprio lAssessore Avanti ad istituire, nel 2002, la prima grande ZTL denominata A (che era tra le pi vaste in tutta Italia), seguita dalla creazione di una ZTL B, per unarea complessiva di circa complessivi 600 ettari. Altri testimoni e gli stessi coimputati hanno reso dichiarazioni in merito alle misure adottate e, pi in generale, allattivit dispiegata dal Sindaco Cammarata, anche nella veste di Commissario straordinario per lemergenza traffico. A tale ultimo proposito va, infatti, chiarito che la specificit della situazione della citt di Palermo, sotto il profilo normativo e amministrativo, era rappresentata dal fatto che il Sindaco, su sua richiesta, era stato nominato Commissario con lO.P.C.M. n. 3255/2002, per fronteggiare lemergenza determinatasi nella citt proprio a causa del superamento delle soglie di attenzione dellinquinamento atmosferico; tali poteri straordinari erano stati prorogati fino al 31.12.2006; il Sindaco aveva relazionato trimestralmente, ai sensi dellart. 5 dellordinanza, al Dipartimento della protezione civile di Roma, in merito alle iniziative intraprese e sul relativo stato di attuazione per favorire la mobilit ed il traffico cittadino con lo scopo ultimo di attenuare linquinamento atmosferico. Tanto precisato e tornando ad esaminare i contributi conoscitivi offerti dai testi escussi e dagli imputati esaminati, lAssessore Avanti ha riferito che i provvedimenti adottati dal Sindaco o dalla Giunta comunale dallo stesso guidata per fare fronte al problema del congestionamento del traffico cittadino e alle esigenze della mobilit furono molteplici, dalla chiusura del traffico domenicale alla circolazione a targhe alterne; tali misure, come ha precisato il coimputato Ceraulo, furono accompagnate da unattivit di programmazione di una serie di interventi finalizzati alla fluidificazione del traffico mediante il potenziamento del trasporto pubblico su rotaia, il miglioramento della viabilit e la realizzazione di parcheggi. Gli interventi oggetto della programmazione, avviata nel 2001, si sarebbero dovuti concludere nellarco di circa 10-15 anni, ma nelle more lAmministrazione Comunale non rimase inerte, adottando numerosi provvedimenti-tampone (gi ripetutamente menzionati) per il contrasto allinquinamento derivante dal traffico veicolare. Come bene ha chiarito lAvanti, lunica divergenza di vedute con il Cammarata si verific nel novembre del 2006, poich in quel periodo lo stesso Avanti premeva per emanare unordinanza istitutiva della doppia ZTL che restringesse laccesso al centro abitato, mentre il Sindaco
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ritenne di rinviare di qualche mese ladozione del provvedimento, perch si trattava di una misura fortemente limitativa della circolazione stradale allinterno del nucleo urbano ed occorreva preparare adeguatamente la cittadinanza ad un nuovo concetto di mobilit; ma fu comunque di comune accordo con il Cammarata, ha precisato lAvanti, che si decise di insediare il tavolo tecnico scientifico per avviare la caratterizzazione degli inquinanti. Occorre peraltro rilevare come la riserva manifestata dal Sindaco in ordine alla immediata istituzione delle ZTL non fosse immotivata, trovando ragione anche nelle tensioni sociali che erano emerse a seguito dellannuncio della possibile adozione di provvedimenti che avrebbero oggettivamente limitato laccessibilit ai servizi da parte dei cittadini palermitani. Non vi dubbio, infatti, che il tema fosse assai delicato e richiedesse la necessit di contemperare interessi contrapposti; lo stesso Avanti ha ricordato che lAdiconsum (una nota associazione di consumatori) abbandon il tavolo di concertazione quando egli avanz la proposta di un blocco totale del traffico, in quanto le categorie dei commercianti e degli artigiani si opponevano a una misura cos radicale. Daltra parte il Sindaco Cammarata, nella qualit di Commissario straordinario per lemergenza traffico (dal 2003 fino al dicembre del 2004), adott una serie di provvedimenti essenziali per la mitigazione del traffico veicolare, legati al piano parcheggi e al piano integrato del trasporto pubblico di massa, varando anche misure di tipo infrastrutturale parimenti volte alla fluidificazione dei flussi di traffico. stato in particolare il teste Rodi a ricordare che il Cammarata esord, nella presentazione del suo programma alla cittadinanza e alla stampa, annunciando il piano del sistema infrastrutturale per la mobilit, nel quale si individuavano le linee strategiche dellAmministrazione, tra le quali la realizzazione delle tramvie, i cui lavori sono tuttora in corso. Anche il teste Ciralli ha confermato che loriginario programma del Sindaco era volto a incentivare lutilizzo del mezzo pubblico mediante interventi idonei ad incidere sul volume del traffico veicolare, menzionando in particolare la rimodulazione del piano parcheggi (in parte attuato con la realizzazione di circa tremila posti auto), il piano integrato del trasporto pubblico di massa a guida veicolata comprendente le tre linee tranviarie, lanello ferroviario e la metropolitana automatica leggera, interventi tutti approvati nel periodo del commissariamento ed oggi parzialmente in corso di esecuzione, al pari di unulteriore opera infrastrutturale, pure inserita nel programma del Commissario, costituita dalla realizzazione del passante ferroviario,
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una linea di circa venti chilometri che attraversa la citt da Brancaccio fino a Tommaso Natale e prevede la creazione di nove nuove stazioni di fermata, in aggiunta alle nove gi esistenti. Le prove testimoniali assunte in dibattimento hanno inoltre asseverato le dichiarazioni dellAssessore Ceraulo, il quale ha rivendicato, sia in sede di esame dibattimentale, sia nella memoria acquisita agli atti, il proprio personale contributo a tutte le iniziative e le misure (gi menzionate) che furono adottate dallAmministrazione Comunale nel periodo in contestazione. Limputato ha, inoltre, ricordato i provvedimenti assunti in materia di sosta tariffata, isole pedonali, regolamentazione della circolazione dei mezzi pesanti, miglioramento della circolazione stradale mediante semaforizzazione e installazione di semafori a chiamata, sistemazione degli incroci a rotatorie, corsie preferenziali per il trasporto pubblico e piste ciclabili. Il teste Ciralli, al riguardo, ha riferito che lAssessore Ceraulo dette un forte impulso alla definizione delle complesse attivit amministrative connesse alla cantierizzazione e alla realizzazione degli interventi infrastrutturali, assumendo specifiche iniziative volte ad accelerare le procedure; i testi Pedicone e Vultaggio, dal canto loro, hanno rammentato la regolare presenza dellodierno imputato alle riunioni indette per fronteggiare il problema del traffico veicolare e dellinquinamento atmosferico. Non sembra necessario immorare ulteriormente sulle iniziative e sulle specifiche misure adottate dagli odierni imputati, in quanto le deduzioni difensive e le collimanti prove dichiarative acquisite nel corso del dibattimento hanno trovato ampia conferma nella cospicua mole di documenti rispettivamente prodotti dal P.M. e dalle difese. infatti rimasto accertato che, nel periodo cui si riferiscono le contestazioni, gli organi competenti dellAmministrazione Comunale emanarono numerosi provvedimenti volti alla fluidificazione del traffico veicolare e, di conseguenza, al contrasto del fenomeno dellinquinamento atmosferico. Per il periodo compreso tra il 2002 e il 2005, qui sufficiente richiamare lelenco inserito nella prima relazione dei consulenti tecnici del P.M.: Provvedimenti emanati dallAssessorato Ambiente ed Edilizia del Comune di Palermo: Nota n479/ss/del 06/03/2002 avente per oggetto: Situazione dellinquinamento atmosferico cittadino. Superamento dei limiti di attenzione fissati dal DPR. 15.04.94. Nota n583 del 15/03/2002 avente per oggetto: Situazione dellinquinamento atmosferico cittadino. Superamento dei limiti di attenzione fissati dal DPR. 15.04.94.
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Nota n2917 del 18/10/2002 avente per oggetto: Situazione dellinquinamento atmosferico cittadino. Superamento dei limiti di attenzione fissati dal DPR. 15.04.94. Dichiarazione dello stato di attenzione cittadino. Copia fotostatica dellOrdinanza Sindacale n1437 del 26/03/1999 avente per oggetto: provvedimenti contingibili urgenti in materia di inquinamento atmosferico. Deliberazione della Giunta Comunale n311 del 30/09/2002 avente per oggetto: iniziativa Domeniche Ecologiche di progetti di sensibilizzazione ed informazione dei cittadini sulle tematiche della mobilit sostenibile, nonch di realizzazione di interventi infrastrutturali finalizzati alla riduzione dellimpatto ambientale del traffico urbano, ed alla promozione di sistemi di mobilit sostenibile. D.M. del 25.01.2000 e D. D. del 17.02.2000 del Ministero dellAmbiente. Affidamento di servizi allAMIA. Provvedimenti emanati dal Commissario delegato allEmergenza Traffico del Comune di Palermo: LOrdinanza n. 07/2003, emanata ai sensi dell'art.1, comma 3, punto a.1 dellO.P.C.M. n. 3255/2002 e s.m.i., finalizzata allampliamento del Sistema Telematico di controllo centralizzato della Zona a Traffico Limitato, avvalendosi dei finanziamenti derivante dalla convenzione Urbana tra l'Amministrazione Comunale e il Ministero dei LL.PP. Delibere emesse ai sensi dellart.1, comma 3, punto a.2 dellO.P.C.M. n. 3255/2002 e s.m.i., per le idonee soluzioni per la gestione della sosta tariffata che prevedano l'affidamento delle concessioni, nel periodo temporale di vigenza dello stato di emergenza, e del piano tariffario: Delibera n.16 del 24/12/2003, avente per oggetto l'affidamento all' AMAT della gestione del servizio di parcheggi a pagamento di n. 15.450 stalli di sosta ricadenti nelle 13 aree individuate dalle deliberazioni di Giunta Municipale n. 19 del 19/02/2002 e n. 135 del 12/6/2003; Delibera n. 6 del 11/06/2004, avente per oggetto l'affidamento all' AMAT della gestione del servizio di parcheggi a pagamento degli stalli di sosta ricadenti nelle aree denominate P14 e P15 individuate dalla deliberazione di Giunta Municipale n. 180 del 04/06/2002; Delibera n. 19 del 27/12/2004, avente per oggetto il Nuovo "Piano della sosta tariffata nella citt di Palermo" e riaffidamento all' AMAT della gestione del servizio della sosta a pagamento; Delibera n.14 del l 0/6/2005, avente per oggetto il Nuovo "Piano della sosta tariffata nella citt di Palermo - aggiornamento al maggio 2005": approvazione del nuovo piano tariffario e
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dell'affidamento ad AMA T Palermo S.p.A. della gestione del servizio della sosta a pagamento nelle zone PI - P3 - P5 - P6 - P7 - P8 - P9 P10 P11 P12 P13 P14 P15 P16 P17 P18. Provvedimenti emanati con riferimento allart. 1, comma 3, punto a.2 dellO.P.C.M. n. 3255/2002 e s.m.i. (conferimento, nel territorio comunale, ai volontari aderenti ad associazioni di volontariato iscritte ai registri generali di cui all'art. 6 della legge Il agosto 1991, n. 266, le funzioni ed i poteri di cui all'art. 17, comma 132, della legge 15 maggio 1997, n. 127, secondo modalit e limiti stabiliti con proprio provvedimento, nonch i poteri per l'utilizzo del segnale distintivo, di cui all'art. 12, comma 5, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 ed all'art. 24 del decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495.),sono stati prodotti i seguenti provvedimenti: Ordinanza n. 12 del 31/12/2003, avente per oggetto l'affidamento all' Associazione di volontariato D.I.P.A.S. dell'attivit di cui all'art. 17, comma 132, della L. 15/05/1997 n. 127 Ausiliari Traffico; Delibera n. 04 del 28/01/2005, avente per oggetto la proroga dell'affidamento all' Associazione D.I.P.A.S. dell'attivit di cui all'art. 17, comma 132, della L. 15/05/1997 n. 127 - Ausiliari del Traffico; Delibera n. 08 del 30/03/2005, avente per oggetto un'ulteriore proroga dell'affidamento all'Associazione D.I.P.A.S. dell'attivit di cui all'art. 17, comma 132, della L. 15/05/1997 n. 127- Ausiliari del Traffico. Funzioni e poteri di cui all'art. 17, comma 132, della L. 127/97, conferiti, limitatamente ad attivit da esplicarsi in prossimit di strutture scolastiche, di parchi e giardini, in ausilio ai vigili urbani, in prossimit di punti critici della rete stradale urbana; Delibera n.13 del 09/6/2005, avente per oggetto l'ulteriore proroga dell'affidamento allAssociazione D.I.P.A.S. dell'attivit di cui all'art. 17, comma 132, della L. 15/05/1997 n. 127- Ausiliari del Traffico; LOrdinanza n. 10 del 03/11/2003 emanata con riferimento all'art. 1, comma 3, lett. d) ed f) dell'O.P.C.M. n. 3255/2002 e s.m.i. (possibilit di individuare, progettare e realizzare, se del caso assumendo il ruolo di stazione appaltante, un programma straordinario di opere e di interventi, diretto tra l'altro alla realizzazione urgente di parcheggi pubblici, anche di interscambio, e volto altres, ad integrare e completare strutture ed impianti gi esistenti o in corso di costruzione, anche mediante il ricorso alla trattativa privata e semprech la particolare urgenza non consenta l'espletamento dei procedimenti di gara). Con tale ordinanza
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stato individuato il seguente programma straordinario di opere ed interventi rientranti nelle finalit ed attivit comunali di cui allO.P.C.M. n 3255 del 29/11/2002, con l'individuazione dei soggetti attuatori: A. Piano integrato trasporto pubblico di massa: 1) n. 3 linee tram ("Roccella - Calatafimi - Leonardo da Vinci") - Soggetto attuatore: Azienda Amat, giusta convenzione del 12/06/03. 2) Chiusura anello ferroviario - Soggetto attuatore R.F.I., gs. protocollo d'intesa rep.no 02 del 2/12/2002; 3) raddoppio passante ferroviario. Soggetto attuatore: R.F.I.; 4) metropolitana automatica leggera. Soggetto attuatore: Amministrazione Comunale di Palermo; 5) parcheggi dinterscambio individuati nelle planimetrie 1/10.000 del P.I.T.P.M. con priorit per i seguenti parcheggi, Soggetto attuatore: Amministrazione Comunale di Palermo; a) Zona svincolo Oreto; b) Zona svincolo Calatafimi; c) Zona Viale del Fante (ingresso Favorita); B. Programma Urbano Parcheggi Soggetto attuatore: Amministrazione comunale di Palermo. Parcheggio di Piazza Vittorio Emanuele Orlando Parcheggio di via del Vespro Parcheggio di via Generale di Maria Parcheggio di Sferracavallo Punta Barcarello Parcheggio di via Iris - Mondello Parcheggio di via Saline - Mondello Parcheggio di via Fattori Parcheggio di via San Lorenzo / Resuttana Parcheggio di via Aldisio - Strasburgo Parcheggio di Via Belgio Parcheggio Piazzale Alcide de Gasperi Parcheggio di Via Malaspina Parcheggio Piazzale Mario Francese - Nord Parcheggio Via Umberto Giordano
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Parcheggio Via Arimondi Parcheggio Piazza Principe di Camporeale Parcheggio Via Schillaci - Sferracavallo Parcheggio Via Zisa Parcheggio Via Serradifalco e strada di collegamento Via Serradifalco e Via Pacinotti; Parcheggio Via Emiri e strada di collegamento Via Nina Siciliana e Via Regione Siciliana Parcheggio Via Libero Grassi Parcheggio Fondo Alfano Parcheggio Piazza Generale Turba Parcheggio Via Buonpensiero e nuova via di P.R.G. di collegamento con ingresso cimitero S.Orsola. Parcheggio Via Basile -Universit Parcheggio Piazzale Giotto Parcheggio Via Danimarca Parcheggio Via OretoNia Decollati Parcheggio Papireto Parcheggio Piazza Giulio Cesare Parcheggio Piazza Sturzo Parcheggio Via Rao Parcheggio Via SantErasmo. C. Viabilit 1) Riqualificazione dell'asse viario della Circonvallazione di Paleremo - Viale Regione Siciliana, - Soggetto attuatore: Amministrazione Comunale di Palermo: a. costruzione dei ponti Oreto; b. progetto per la realizzazione del sottopasso delle carreggiate centrali della Via Regione Siciliana, all'incrocio con la Via Perpignano; c. lavori di costruzione di n 15 sovrappassi pedonali sulla circonvallazione di Palermo d. prolungamento del viale Francia; e. svincolo De Gasperi; f. svincolo Pitr: 2) Realizzazione e completamento degli assi di penetrazioni interna
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a. Circonvallazione interna - Via Imera (da Via G.le Di Maria al polo sanitario civico Policlinico) - Soggetto attuatore: Amministrazione Comunale di Palermo; b. strada Porto /Circonvallazione lato Nord - Soggetto attuatore: Autorit Portuale; c. strada Porto/Circonvallazione lato sud - Soggetto attuatore: Amministrazione Comunale di Palermo: d. Riqualificazione dell'asse viario di Viale Strasburgo da Villa Adriana a via Belgio. Soggetto attuatore: Amministrazione Comunale di Palermo; D. Realizzazione di tratti stradali interni indispensabili all'eliminazione dei punti di criticit per la fluidificazione del traffico - Soggetto attuatore: Amministrazione Comunale di Palermo. VIII Circoscrizione l) "Sistemazione dell'area compresa tra le vie Borremans, Molinari, Tiziano e Galilei e annesso parcheggio" 2) "Completamento della Via Tramontana"; 3) Sistemazione del prolungamento di Via Ammiraglio Persano con Via Ammiraglio Rizzo e raccordi intermedi; VII Circoscrizione 4) Progetto per il completamento di Via Porta di Mare; 5) Sistemazione di Via Palinuro; 6) Sistemazione di Via Patroclo; 7) Sistemazione della Via Lucrezio 8) Sistemazione della Via Eufrosina; 9) Sistemazione viaria Via Cagni, Via Caterina, Viale M. di Savoia/Via Cagni, Via Spata. VI Circoscrizione 10) Sistemazione di Via Mirabella 11) Sistemazione di Via Carta 12) Sistemazione di Via Monti Iblei; V Circoscrizione 13) progetto per il completamento di Via Corradino di Sveva con sbocco su Via Cipressi; 14) Completamento di Via Bernini; IV Circoscrizione 15) Sistemazione della via Benedetto Croce; 16) Completamento delle vie Argento e Barabba;
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17) Riattamento della via Altarello dalla Circonvallazione a via Pir; 18) Sistemazione della via Petraia Sottana con annesso parcheggio; 19) Intervento di manutenzione straordinaria per la ristrutturazione e consolidamento del Canale Boccadifalco, dal tratto terminale esistente fino a Piazza Boccadifalco, e sistemazione e copertura del canale nel tratto che attraversa l'abitato tra lo scatolare esistente e il ponte su Via Sammartino all'altezza di Via San Pietro, al fine di consentire il superiore transito veicolare, compreso lo studio geologico-geotecnico dell'area di intervento; III Circoscrizione 20) Sistemazione di Piazza Durante e strade limitrofe; 21) Lavori di completamento della Via Luigi Manfredi; II Circoscrizione 22) Sistemazione di Via Pecori Giraldi; 23) Prolungamento della Via Generale Francesco La Ferla dalla Via Generale Albricci alla Via Sperone; 24) Progetto prolungamento di Via del Leone: - Le procedure per la progettazione e realizzazione delle opere contenute nel predetto programmo straordinario di opere ed interventi hanno determinato l'emissione dei seguenti provvedimenti: Ordinanza del 29/09/2003 di adozione, per quanto concerne le procedure espropriative connesse alla realizzazione degli interventi prioritari individuati con ordinanza commissariale n. 5/2003, la procedura prevista dall'art. 22 del T.U. degli espropri di cui al D.P.R. 08/06/2001 n. 327, come modificato dal D. Lgs. 27/12/2002 n. 302; Ordinanza n. Il del 03/11/2003 di approvazione del "Progetto per la realizzazione della terza linea tranviaria per il tratto CEP-Michelangelo-Calatafimi" in variante allo strumento urbanistico vigente; Ordinanza n. 03 del 20/04/2004, con la quale si dispone all'Ingegnere Capo dei lavori della Rotonda di Via Leonardo Da Vinci, di volere porre in essere ogni azione consentita dalla legge per pervenire alla definizione dell'intervento di che trattasi nel minor tempo possibile; Delibera n. 07 del 22/11/2003, avente per oggetto l'approvazione progetto e richiesta assunzione mutuo alla Cassa DD.PP. relativamente all'opera pubblica "Parcheggio di Via Fattori";
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Delibera n. 08 del 22/11/2003, avente per oggetto l'approvazione progetto e richiesta assunzione mutuo alla Cassa DD.PP. relativamente all'opera pubblica "Parcheggio di Via Serradifalco e strada di collegamento tra via Serradifalco e via Falcando"; Delibera n. 09 del 22/11/2003, avente per oggetto l'approvazione progetto e richiesta assunzione mutuo alla Cassa DD.PP. relativamente all'opera pubblica "Parcheggio di Via Schillaci"; Delibera n. lO del 22/11/2003, avente per oggetto l'approvazione progetto e richiesta assunzione mutuo alla Cassa DD.PP. relativamente all'opera pubblica "Parcheggio di Via E. Basile"; Delibera n. Il del 22/11/2003, avente per oggetto l'approvazione progetto e richiesta assunzione mutuo alla Cassa DD.PP. relativamente all'opera pubblica "Parcheggio di Via Zisa "; Delibera n. 12 del 22/11/2003, avente per oggetto l'approvazione progetto e richiesta assunzione mutuo alla Cassa DD.PP. relativamente all'opera pubblica "Parcheggio di Via Saline"; Delibera n. 13 del 24/11/2003, avente per oggetto il formale impegno per concessione mutuo interventi di cui all'Ordinanza Commissariale n. 10/2003 ex circolare CDP n. 1237 del 17/04/2000; Delibera n. 14 del 15 dicembre 2003, avente per oggetto l'approvazione della documentazione tecnica relativa, tra cui il Progetto preliminare, denominato "Piano per il miglioramento della sicurezzapedonale nella circonvallazione di Palermo. Realizzazione di 7 sovrappassi pedonali ", predisposta dal Settore Opere Pubbliche e dall'Ufficio Traffico, ai soli [mi della partecipazione al bando per la realizzazione di interventi strategici per la sicurezza stradale, previsti dal "20 Programma Annuale di Attuazione 2003 del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale; Delibera n. 15 del 24/12/2003, avente per oggetto l'approvazione del progetto di costruzione per il raddoppio della circonvallazione di Palermo relativo al tronco compreso tra la via Giafar e la via Altofonte. Progetto stralcio relativo ai lavori di costruzione per ponti laterali sul fiume Oreto. Progetto definitivo; Delibera n. 4 del 23/04/2004, avente per oggetto l'approvazione del progetto preliminare del "Parcheggio meccanizzato interrato multipiano in piazza Don Sturzo" e dello schema di bando di gara;
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Delibera n. 5 del 18/05/2004, avente per oggetto l'approvazione della rimodulazione del "Programma Urbano Parcheggi"; Delibera n. 7 del 14/06/2004, avente per oggetto Presa d'atto dello studio di fattibilit e la Nomina del Responsabile Unico del Procedimento per la Metropolitana leggera automatica; Delibera n. 8 del 30/06/2004, avente per oggetto "Parcheggio meccanizzato interrato multipiano in piazza Don Sturzo:modifica ed integrazione della Delibera commissariale n. 4 del 23/04/2004; Delibera n. 9 del 06/07/2004, avente per oggetto lapprovazione del progetto preliminare adeguato della Chiusura anelo ferroviario Metroferrovia della citt di Palermo L.488/99 L.388/00 L.211/92; Delibera n. 10 del 07/07/2004, avente per oggetto lapprovazione del progetto preliminare del Parcheggio multipiano a movimentazione automatizzata in Piazza Giulio Cesare e dello schema di bando di gara; Delibera n. 11 del 09/07/2004, avente per oggetto lassunzione con la Cassa Depositi e Prestiti di un mutuo per la Progettazione preliminare della Metropolitana leggera automatica del Comune di Palermo; Delibera n. 12 del 22/10/2004, avente per oggetto la nomina della Commissione Giudicatrice, relativamente allasta pubblica di cui al Bando di gara inerente alla Progettazione preliminare della Metropolitana leggera automatica della citt di Palermo Prima Linea Oreto Notarbartolo; Delibera n. 13 del 29/10/2004, avente per oggetto l'affidamento incarico professionale per la "Rivisitazione della progettazione preliminare del Piazzale Giotto, con particolare riferimento all'area d'intervento delle autolinee, compreso il progetto preliminare del ponte pedonale sul Viale della Regione Siciliana. Progetto definitivo del ponte perdonale e della stazione autolinee"; Delibera n. 14 del 09/11/2004, avente per oggetto l'approvazione del progetto esecutivo e richiesta assunzione mutuo alla Cassa DD.PP. relativamente all'opera pubblica "Parcheggio di Via Danimarca"; Delibera n. 15 del 17/11/2004 avente per oggetto l'approvazione del progetto esecutivo e richiesta assunzione mutuo alla Cassa DD.PP. relativamente all'opera pubblica "Parcheggio in via Libero Grassi";
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Delibera n. 16 del 27/12/2004, avente per oggetto l'approvazione del progetto esecutivo e richiesta assunzione mutuo alla Cassa DD.PP. relativamente all'opera pubblica "Parcheggio S.Lorenzo-Resurrezione"; Delibera n. 17 del 27/12/2004, avente per oggetto l'approvazione del progetto preliminare del "Parcheggio interrato e a raso in via A. Ugo" e dello schema di bando di gara; Delibera n. 18 del 27/12/2004, avente per oggetto l'approvazione del progetto e richiesta assunzione mutuo alla Cassa DD.PP. relativamente all'opera pubblica del "Progetto Esecutivo di via Bemini"; Delibera n. 20 del 27/12/2004, avente per oggetto l'approvazione in variante urbanistica del progetto definitivo per appalto integrato dello stralcio funzionale (tratta NotarbartoloGiachery-Politeama e stazione Libert) della Metroferrovia della Citt di Palermo (Notarbartolo-Politeama) e presa d'atto del progetto preliminare del 20 stralcio funzionale (tratta Politeama-Malaspina-Notarbartolo); Delibera n. 21 del 28/12/2004, avente per oggetto la nomina del Responsabile Unico del Procedimento del "Progetto definitivo dello stralcio funzionale (tratta Notarbartolo-GiacheryPoliteama e stazione Libert) della Metroferrovia della Citt di Palermo (NotarbartoloPoliteama) - Progetto preliminare del 20 stralcio funzionale (tratta Politeama-MalaspinaNotarbartolo )"; Delibera n. 22 del 29/12/2004, avente per oggetto l'approvazione del progetto definitivo per appalto integrato del lo stralcio funzionale (tratta Notarbartolo-Giachery-Politeama e stazione Libert) della Metroferrovia della Citt di Palermo (Notarbartolo-Politeama) - Chiusura dell'anello ferroviario; Delibera n. 23 del 29/12/2004, avente per oggetto l'approvazione del Progetto preliminare per i lavori di costruzione di un "Parcheggio multipiano e nodo di interscambio in Via Imera"; Delibera n. 01 del 13/01/2005, avente per oggetto l'assunzione mutuo di E 68.564.712,29 con la Cassa DD.PP. da destinare al Progetto definitivo del "lO stralcio funzionale (tratta Notarbartolo-Giachery-Politeama e stazione Libert) della Metroferrovia della Citt di Palermo (Notarbartolo-Politeama) Chiusura dell'anello ferroviario" - mutuo a carico del Ministero delle Infrastrutture"; Delibera n. 02 del 19/01/2005, avente per oggetto la nomina Commissione giudicatrice per il parcheggio "Piazza Sturzo";
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Delibera n. 03 del 19/01/2005, avente per oggetto la nomina Commissione giudicatrice per il parcheggio "Giulio Cesare"; Delibera n. 05 del 16/02/2005, avente per oggetto la nomina staff del responsabile unico del procedimento relativo al nodo di Palermo - "Progetto definitivo del l stralcio funzionale (tratta Notarbartolo-Giachery-Politeama e stazione Libert) dena Metroferrovia della Citt di Palermo (Notarbartolo-Politeama) - Progetto preliminare del 20 stralcio funzionale (tratta Politeama-Malaspina-Notarbartolo)"; Delibera n. 06 del 25/02/2005, avente per l'affidamento incarico professionale per la rivisitazione della progettazione preliminare del piazzale Giotto, con particolare riferimento all'area di intervento delle autolinee, compreso il progetto preliminare di un sistema urbano di passerelle. Progetto definitivo completo della prima passerella che connette il parcheggio e la stazione degli autobus su piazzale Giotto con la parte sud del viale Regione Siciliana; Delibera n. 07 del 24/03/2005, avente per oggetto l'approvazione del progetto definitivo in variante urbanistica ed in linea amministrativa del Sistema tranviario citt di Palermo realizzazione di n. 3 linee tram "Roccella - Calatafimi - Leonardo da Vinci"; Delibera n. 09 del 18/04/2005, avente per oggetto l'assunzione di un mutuo di E 21.441.910,00 con la Cassa DD.PP. da destinare al progetto definitivo del sistema tranviario citt di Palermo - realizzazione di n. 3 linee tram "Roccella - Calatafimi - Leonardo da Vinci". Mutuo a carico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Delibera n. 10 del 19/04/2005, avente per oggetto la revoca incarico professionale progetto per la sistemazione della via Pecori Giraldi; Delibera n. 11 del 9/05/2005, avente per oggetto legga n.144/99 Piano Nazionale della Sicurezza stradale. Partecipazione al bando per la realizzazione di interventi strategici per la sicurezza stradale previsti dal 2 programma Annuale di Attuazione 2003 del Piano Nazionale della Sicurezza stradale. Piano per il miglioramento della sicurezza pedonale per la circonvalazzione di Palermo. Realizzazione di 2 sovrapassi pedonali Progetto preliminare; Delibera n. 12 del 27/05/2005, avente per oggetto laffidamento incarico professionale per la realizzazione del sottopasso delle carreggiate centrali della Via Regione Siciliana, allincrocio con la via Perpignano; Delibera n. 15 del 15/06/2005, avente per oggetto ladozione dello stralcio del Programma Triennale delle Opere Pubbliche, dellElenco Annuale, del Bilancio di Previsione 2005,
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relativamente agli interventi individuati dal Commissario delegato con Ordinanza n.10/CT del 03/11/2003; Delibera n. 16 del 27/6/2005, avente per l'approvazione del progetto definitivo per appalto integrato del 1 stralcio funzionale (tratta Notarbartolo-Giachery-Politeama e stazione Libert) della Metroferrovia della Citt di Palermo (Notarbartolo-Politeama) - Chiusura dell'anello ferroviario. Modifica della delibera commissariale n. 22 del 29/12/2005. - Provvedimenti, curati con procedure ordinarie, sulla base delle indicazioni strategiche in tema di mobilit urbana sostenibile, dettate dal Sindaco e dallAssessore alla Mobilit, finalizzati a contrastare gli inquinamenti atmosferici ed acustici: fluidificare la circolazione stradale scoraggiare luso del mezzo privato per gli spostamenti sistematici con la tariffazione della sosta in ampie zone centrali della citt; orientare lutenza verso un uso maggiore del mezzo pubblico in alternativa al mezzo privato; aumentare la velocit commerciale dei mezzi pubblici. - Le attivit avviate dal Sindaco avvalendosi delle procedure ordinarie, e curate dal Settore Mobilit e Traffico (sulla base delle indicazioni dettate dall'Assessore al ramo) e comunicate con nota fax n. 725 del 06/7/05 sono riportate di seguito.
ATTI Ordinanza sindacale n.228 del 12.02.02 Deliberazione di Giunta Municipale n. 56 del 11/3/2002 Ordinanza sindacale 15/03/2002 n. 412 del Oggetto Misure di limitazione della circolazione veicolare Z.T.L. (zona a traffico limitato) Approvazione delimitazione della Z.T.L. (zona a traffico limitato) Rispetto dei limiti delle inquinanti. Regolamentazione e validit del bollino Ordinanza n. 222 del 19-2-2004 blu. Revoca dellO.S. 233 del 14/02/2002 riguardante il carico e scarico delle merci. Ordinanza n. 234 del 14/2/2002 Nuova regolamentazione riguardante Direttiva sulla circolazione da osservare da parte Ordinanza 23/6/2003
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emissioni

dei conducenti

dei

veicoli

sindacale

n.

1059

del

superiori a 3,5t. Istituzione di nuove corsie riservate per i mezzi

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pubblici nelle vie: - Notarbartolo - tratto compreso tra via Petrarca e piazza Boiardo - Duca di Verdura - tratto compreso tra via Sampolo e via Libert - M.se di Villabianca - tratto compreso tra via Laurana e via Streva - M.se di Roccaforte - tratto compreso tra via Cordova e piazza Don Bosco - Strasburgo - tratto compreso tra via Aldisio e via Maltese - Strasburgo - tratto compreso tra via Maltese e via Aldisio - Alberto Amedeo - tratto compreso tra via Lascaris e c. Calatafimi - Tukory - tratto compreso tra piazza S. Antonino e via F .sco Saverio - C.so dei Mille - tratto compreso tra p.zza Scaffa e via Balsamo - Basile - tratto compreso tra via Solarino e via Filiciuzza - Leonardo da Vinci - tratto compreso tra Ordinanza 23/12/2003 Deliberazione di Giunta Municipale n. 164 del 30/5/2005 sindacale n. 2161 del p.zza O. Ziino e via Munter Istituzione di corsia riservata per i mezzi pubblici in viale Michelangelo - tratto compreso tra via Bernini e via Cruillas Localizzazione delle aree destinate al parcheggio sulle quali la sosta dei veicoli subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata al della maggio sosta 2005 e aggiornamento

localizzazione di zona di particolare rilevanza urbanistica a Mondello.

- Il Settore Traffico, su mandato informale del Sindaco e dell'Assessore al ramo, ha provveduto a progettare e realizzare, avvalendosi delle maestranze comunali, dellA.M.I.A. e dellAMAT,
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la ristrutturazione di incroci stradali complessi con sistemazioni a rotatoria. Tali sistemazioni sono finalizzate a fluidificare la circolazione stradale, in alternativa alla scelta di regolamentazione semaforiche che determina delle condizioni di stop and go pi sfavorevoli per le emissioni inquinanti. Si riportano di seguito interventi attuati: Incrocio tra le vie M. L. King, A. Nicastro G, I. Rabin e P. Bonnanno Piazza Tosti Piazza Bolivar (ristrutturazione di impianto esistente) Piazza San Gabriele Arcangelo Incrocio tra corso Tukory e corso Re Ruggero Incrocio tra le vie dellAntilope, Ermellino e Ernesto Teodoro Moneta Via Paladini (S. Giovanni Bosco) Incrocio tra le vie Lanza Scalea, S. Lorenzo e Casino Grande Via Cappello Via Libero Grassi Piazza Durante Piazza Principe di Camporeale Incrocio tra le vie Cataldo Parisio e Mariano Accardo Via Conte Federico, altezza ponte sull'autostrada Piazza Castelforte (realizzazione in itinere). Listituzione di isole pedonali, atte a frenare luso del mezzo privato in aree nelle quali operare interventi di riqualificazione urbana. Si riporta di seguito l'elenco delle strade e piazze pedonalizzate: omissis - in 43 localit
Descrizione delibera ordinanza

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Via Pr.pe di Belmonte tratto compreso tra le via R. Settimo e Vigo Tratto tra via R. Wagner e via Roma Tratto tra le vie Vigo e Wagner esclusa Via Pr.pe di Granatelli tratto compreso tra le via Roma e via M.Mari Piazza Bologni

N 60 del 28/03/20 03 N 107 del 18/04/20 05 N 182

1055 del 23/06/20 03 673 del 28/4/05 -------

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del 07/05/20 05

deliberazione di Giunta Municipale, in via d'emanazione, per l'estensione della zona a traffico limitato (ZTL) in zone limitrofe alle esistenti, scelta in relazione ai livelli di criticit ambientale; irrigidimento della limitazione alla circolazione nell'attuale ZTL riservando l'ingresso ai soli veicoli catalizzati euro 3 ed euro 4; attivazione del sistema di controllo accessi alle zone a traffico limitato, previo controllo tramite quattro portali, da estendere a 6 sulla basse di una gara aggiudicata allinizio dellanno corrente; realizzazione di un parcheggio per linee di trasporto extraurbano ed urbano area ferroviaria limitrofa alla Stazione Centrale, che consentir di delocalizzare, ottimizzandoli gli attestamenti di tali linee che oggi utilizzano in maniera non efficiente gli spazi stradali adiacenti la stazione, determinando congestione del traffico urbano. - Trasmissione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile in Roma delle relazioni trimestrali, descrittive dellattivit sin qui svolta dal Commissario, - Ordinanza sindacale n. 283 del 23.11.05 avente per oggetto: Misure urgenti per la riduzione dellinquinamento ambientale comunicata con nota fax il giorno 02/01/2006. In un successivo paragrafo intitolato Analisi degli atti amministrativi e delle azioni intraprese dai vari Enti, gli stessi consulenti del P.M. hanno tra laltro osservato: Quanto deliberato dalla Giunta Comunale (n311) ha lo scopo di implementare il monitoraggio di altri inquinanti (IPA) e verificare la conformit dei valori rispetto alla normativa vigente, di potenziare il controllo automatizzato degli accessi nella Zona a Traffico Limitato e con lacquisto di mezzi elettrici di sensibilizzare i cittadini verso i mezzi ecologici e conseguente riduzione dellutilizzo del mezzo a benzina/gasolio. Solo in questo ultimo caso abbiamo teoricamente, come risultato connesso, una riduzione dellinquinamento atmosferico e acustico. Il Sindaco, nominato Commissario delegato con lOrdinanza n. 3255 della Presidenza del Consiglio dei Ministri 29 novembre 2002 per fronteggiare lemergenza determinatasi nella citt di Palermo a causa del superamento delle soglie di attenzione dellinquinamento atmosferico, ha esercitato nel tempo i poteri conferiti dallordinanza prima deliberando e poi realizzando opere nel settore del traffico e della mobilit.
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La realizzazione delle opere (parcheggi, strade e piani per il trasporto pubblico ecc.) per favorire la mobilit ed il traffico cittadino e lemissione dei provvedimenti (divieti preventivi degli autoveicoli allinterno della Z.T.L.) da parte del Sindaco della citt di Palermo, sia con procedure ordinarie che straordinarie, riportate dettagliatamente nel capitolo 9, hanno lo scopo ultimo di una riduzione dellinquinamento atmosferico urbano. Il sindaco ha relazionato trimestralmente, ai sensi dellart. 5 dellordinanza, al Dipartimento della protezione civile di Roma, in merito alle iniziative intraprese e sul relativo stato di attuazione. opportuno richiamare anche le ulteriori osservazioni dei consulenti del P.M. con riferimento ad altri enti ed organi aventi competenza in materia di inquinamento atmosferico: LAssessorato Territorio ed Ambiente (Dipartimento Territorio ed Ambiente) della Regione Siciliana nel periodo considerato (2001 2005) non ha adottato gli atti amministrativi previsti dalle norme vigenti, in particolare non ha ancora adempiuto alle competenze previste del D. Lgs. 351/99. Alla Polizia Giudiziaria stata fornita la nota (prot. n. 711) del 24/06/2005 a firma dei responsabile dellUnit Operativa S3/II Qualit Aria (dr. Salvatore Cammarata) e del responsabile del Servizio 3 Tutela dallinquinamento atmosferico, acustico, elettromagnetico e rischio industriale (dr. Gioacchino Genchi) avente per oggetto: criteri e modalit per la definizione degli interventi in zone ed agglomerati in occasione di superamenti dei limiti previsti dal D.M. 60/2002 inviata allOn.le Assessore ed al Dirigente Generale del Dipartimento Territorio. A margine di tale nota evidenziata la grave carenza di personale dellUnit Operativa preposta alla Qualit dellAria costituita da una persona. Contestualmente, su supporto informatico, stata fornita la bozza di un decreto inerente la zonizzazione del territorio della Regione Siciliana predisposto per la firma dellAssessore (On.le Dott. Francesco Cascio) comprensiva di due allegati. La Regione Siciliana in considerazione dei valori medi annuali, relativi al PM10, biossido di azoto (NO2) e benzene (C6H6), rilevati nellanno 2002 nelle stazioni nellagglomerato di Palermo, in base allart. 8 comma 3 del D. Lgs. 351/99 era obbligata ad adottare entro 18 mesi dalla fine dellanno in cui stato registrato il superamento stesso, cio entro giugno 2004, un piano o un programma per il raggiungimento dei valori limite ai fini della protezione della salute della popolazione.
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Linadempienza, sopra esposta, della Regione Siciliana espressamente evidenziata a pag. 77 del 1 Rapporto APAT (Edizione 2004) sulla Qualit dellAmbiente Urbano; tra laltro nel Rapporto citato tra parentesi che la Regione Siciliana non ha formalizzato con il modulo corrispondente, previsto negli allegati XII al DM 60/02, ai Ministeri dellAmbiente e della Salute il superamento dei valori limite stabiliti dalla normativa. Il comma 5 dellart. 38 del DM 60/02 prevede che in caso di mancato adempimento, da parte delle regioni e degli enti locali, agli obblighi previsti dal medesimo decreto, si applicano i poteri sostitutivi disciplinati dallart. 5 del D. Lgs.31 marzo 1998 n. 112. Non risulta che siano stati proposti, da parte del Ministro dellAmbiente, n deliberati provvedimenti da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri previsti dallart. 5 del D. Lgs. n. 112 /98. Nella nota dei Carabinieri del N.O.E. Palermo in data 28.2.2009 (acquisita agli atti), sono invece illustrati gli esiti di accertamenti che si riferiscono al periodo compreso tra il luglio del 2007 e il dicembre del 2008. Un paragrafo della nota in questione, che appare opportuno riportare nei suoi passaggi pi rilevanti ai fini dellodierno giudizio, dedicato ai provvedimenti adottati dal Comune in materia di inquinamento atmosferico: Per il periodo in esame, il Comune di Palermo, per fronteggiare la problematica dellinquinamento atmosferico, ha attuato una serie di iniziative mirate allattivazione del Sistema telematico di controllo centralizzato della Zona a Traffico Limitato ed ha attuato i provvedimenti di targhe alterne. Le OO.SS. relative al citato sistema telematico di controllo della ZTL sono state annullate integralmente per gli effetti delle sentenze del T.A.R. Sicilia nn. 1110 R.G. e 992 e 1103 R.G. del CGA del 03.09.2008. I provvedimenti di targhe alterne, nel periodo in esame hanno avuto validit dal 14.12.2007 al 26.04.2008 e con O.S. n. 342 del 06.11.2008 il provvedimento entrato nuovamente in vigore dal 24.11.2008. In particolare, i provvedimenti adottati in quel periodo dal Sindaco di Palermo sono stati individuati in queli di seguito indicati: Ordinanza Sindacale n. 249 del 10.12.2007, con la quale veniva disposta la circolazione con targhe alterne (pari/dispari), dalle ore 9 alle ore 20 dei giorni della settimana dal luned al sabato dal 14.12.2007 al 26.04.2008, nelle vie interne alla ZTL A. In
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deroga al divieto potevano circolare i ciclomotori ed i motocicli Euro 1 e successive omologazioni, nonch i veicoli alimentati a metano, gpl (con bollino blu), ibridi o elettrici. Il provvedimento, successivamente, veniva modificato con lO.S. n. 2 del 05.01.2008, ma solo per quanto atteneva labbinamento delle targhe con i giorni. Ordinanza Sindacale n. 78 del 10.04.2008, con la quale venivano revocate le OO.SS. 249/2007 e 2/2008, al fine di dare la possibilit di effettuare le necessarie attivit propedeutiche allattivazione del provvedimento di attivazione delle Zone a Traffico Limitato ZTL A e B. Ordinanza Sindacale n. 36 del 18.02.2008, che revocava lO.S. n. 275 del 19.12.2006 (lO.S. 275/2006 revocava lO.S. 23/06 con la quale era stato ridefinito il perimetro della ZTL A e istituita la ZTL B) e quindi regolava laccesso alle due ZTL per ultimo definite dalla O.S. 23/06. LO.S. n. 36 veniva modificata dalle OO.SS. n. 108 del 02.05.2008 e n. 152 del 13.06.2008. Si specifica nella nota stessa che dette ordinanze non hanno mai avuto efficacia in quanto non mai stato attivato il Sistema telematico di controllo centralizzato della Zona a Traffico Limitato. Ordinanza Sindacale n. 342 del 06.11.2008, con la quale veniva disposto il divieto di circolazione, dalle 8 alle 9.30 e dalle 18.30 alle 20.30 dei giorni feriali a far data dal 24 novembre 2008, a prescindere dalla targa, mentre nella fascia oraria dalle 9.30 alle 18.30 veniva disposto listituzione delle targhe alterne per i veicoli Euro 0, 1, 2 e 3 dal luned al sabato, nelle vie interne alla ZTL A. In deroga al divieto potevano circolare i ciclomotori ed i motocicli Euro 1 e successive omologazioni, nonch i veicoli alimentati a metano, gpl (con bollino blu), ibridi o elettrici. Nella nota viene quindi specificato che, successivamente a questultima ordinanza, il Comune di Palermo non aveva dato avvio a nuovi provvedimenti, soggiungendosi che oltre al citato provvedimento di targhe alterne, nel periodo in esame ed a tuttoggi, nella Citt di Palermo sono in vigore altri provvedimenti di limitazione della circolazione veicolare a prevenzione dellinquinamento atmosferico, che regolano lo scarico e carico delle merci, la circolazione dei mezzi pesanti e il controllo dei gas di scarico dei mezzi. In particolare i provvedimenti in argomento sono i seguenti: O.S. 234/02, modificata dalle OO.SS. 621/02 e 748/02, che consente la circolazione dei veicoli con massa superiore a 3,5 tonnellate dalle 14 alle 17 e dalle 20 alle 8 del giorno
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successivo (alcune arterie di attraversamento della citt, nonch da e per il porto non sono interessate dal divieto). O.S. 222/04, che consente la circolazione dei veicoli con massa fino a 3,5 tonnellate adibiti a trasporto merci, dalle 10 alle 12, dalle 14 alle 16 e dalle 20 alle 7 del giorno successivo. O.S. 179/05, che vieta la circolazione nel territorio del Comune di Palermo di tutti gli autoveicoli di massa complessiva fino a 3,5 tonnellate sprovvisti del c.d. bollino blu, ad eccezione dei veicoli immatricolati da non oltre 4 anni, di quelli elettrici e di quelli immatricolati fuori provincia di propriet di residenti al di fuori del comune (sono escluse dal divieto le vie poste a monte di Viale Regione Siciliana, lo stesso viale pi altre principali strade di penetrazione in citt). Altri provvedimenti riguardano listituzione di isole pedonali, comunque in aree limitate e di regolamentazione della sosta degli autoveicoli (parcheggi a pagamento). ****** Lesito del processo stato, dunque, ab origine condizionato dalla scelta, operata dalla pubblica accusa, di addebitare agli odierni imputati un reato omissivo di natura tipicamente ed esclusivamente dolosa a fronte di condotte che, tuttal pi, avrebbero potuto essere perseguite come colpose (laddove, ad esempio, fosse stato ipotizzato e dimostrato che in conseguenza di condotte omissive concorrenti, i soggetti fruitori dellaria ambiente vale a dire i cittadini palermitani - avessero riportato danni alla salute, o che si fossero verificati decessi causalmente imputabili allomissione di cautele doverose); con la conseguenza che limpostazione accusatoria si incentrata su un generico atteggiamento di inerzia comune a tutti gli imputati, desumendosi la loro responsabilit omissiva (rifiuto) penalmente rilevante dalla verificata inadeguatezza dei provvedimenti adottati per contenere linquinamento atmosferico (in ragione del concreto risultato ottenuto), senza che, per, venissero individuate le singole condotte doverose, urgenti ed indifferibili, e gli specifici provvedimenti che ciascuno degli imputati avrebbe potuto e dovuto adottare in relazione alla rispettiva posizione di garanzia. invero sufficiente osservare, a tale proposito, che nei capi a1) e a) della rubrica sono stati individuati, a titolo meramente esemplificativo (tra i quali) e generico, la limitazione del traffico veicolare e finanche il blocco integrale del traffico veicolare, finalizzati al mantenimento degli standard di qualit dellaria previsti dalla normativa, contestandosi agli
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imputati di essersi limitati a eseguire interventi programmati palesemente inutili e irrilevanti rispetto alle finalit di tutela della salute imposte dalla legge, in quanto le ordinanze sindacali che imponevano alcune limitazioni del traffico non incidevano, se non in parte trascurabile, sul parco macchine circolante e sullinquinamento provocato. La formulazione dei capi di imputazione (gi quelli originari) ricalca, infatti, le conclusioni cui sono pervenuti i consulenti tecnici del P.M., i quali hanno evidenziato che . tutte le azioni intraprese e le opere realizzate o in corso di realizzazione da parte dellAmministrazione Comunale nel corso degli anni (2001-2005), non hanno determinato una significativa riduzione dei valori dellinquinamento atmosferico (in particolare del biossido di azoto (NO2) e del PM10), affermando che la qualit dellaria nella citt di Palermo, nel tempo, rimasta pressoch invariata. A ci si aggiunga unulteriore considerazione. Come riconosciuto in sede di requisitoria dallo stesso rappresentante della Pubblica Accusa, uno dei provvedimenti di limitazione del traffico maggiormente pregnanti adottati dalla Amministrazione comunale, e cio quello istitutivo delle ZTL, aveva parzialmente raggiunto gli obiettivi perseguiti, sia pure per il suo brevissimo periodo di operativit, vale a dire fino alla pronunzia delle sentenze del Giudice amministrativo di primo e secondo grado. Ma anche della sopravvenuta inefficacia di detto provvedimento, scaturita da una pronuncia giudiziale di annullamento confermata in appello, stato dato carico ai pubblici amministratori imputati sub specie di omissione penalmente rilevante, sul presupposto che costoro, con la loro antecedente condotta inerte, avevano creato le condizioni (giuridiche) perch la misura di limitazione del traffico adottata (listituzione delle ZTL), pur rivelatasi in concreto efficace sul piano dei risultati raggiunti in termini di abbattimento del livelli di inquinamento (come peraltro risulta pacificamente dalla nota dei Carabinieri del N.O.E. di Palermo datata 28.2.2009), fosse posta nel nulla in ragione della rilevata mancata adozione del Piano Urbano del Traffico che, a giudizio degli organi giurisdizionali amministrativi, ne costituiva il presupposto imprescindibile. Lassunto, oltre ad apparire intrinsecamente contraddittorio con quanto sostenuto dallo stesso P.M. in memoria di replica circa lasserita sostanziale inesistenza di misure idonee a fronteggiare linquinamento atmosferico nella citt di Palermo, destituito di fondamento e non merita seguito.
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Premesso che il P.U.T. (Piano Urbano del Traffico) consiste in un insieme coordinato di interventi per il miglioramento delle condizioni della circolazione e della sicurezza stradale, per la riduzione dellinquinamento atmosferico e acustico e per il risparmio energetico, deve in primo luogo osservarsi che la competenza alladozione del Piano spettava al Consiglio Comunale e non gi al Sindaco o agli assessori pro-tempore odierni imputati, ai quali pertanto non pu certo imputarsi singolarmente - e, a fortiori, a titolo di concorso - la corrispondente omissione. Daltra parte, va criticamente evidenziata lincongruenza logica e giuridica della tesi daccusa, laddove si assume che anche ladozione di un provvedimento rivelatosi efficace a fronteggiare il fenomeno dellinquinamento atmosferico costituirebbe una condotta censurabile ed addirittura penalmente rilevante a titolo di dolo; presumendosi, dunque, che gi nellomettere indebitamente di adottare il Piano Urbano del Traffico, gli odierni imputati, agendo in concorso tra loro, si fossero prefigurati - ed avessero in tal senso orientato la loro consapevole volont linstaurazione e lesito di un giudizio amministrativo promosso da terzi avverso il provvedimento istitutivo delle ZTL. Lassunto si rivela, sotto il profilo della valenza accusatoria, ben pi che il frutto di una mera congettura, quanto piuttosto il risultato di una costruzione palesemente artificiosa e inverosimile, che non trova alcun riscontro nelle risultanze processuali. Alla luce delle considerazioni che precedono, non si vede su quali basi possa poggiare laddebito di una condotta omissiva dolosa mosso agli odierni imputati, i quali nellambito dellesercizio dei poteri discrezionali propri della P.A., insindacabili in questa sede - adottarono una serie di misure di varia natura contro linquinamento atmosferico, tutte puntualmente documentate. ******** Ora, come messo bene in luce dalle puntuali osservazioni del prof. Alaimo e confermato dallintero compendio probatorio, linquinamento atmosferico costituisce un problema estremamente complesso, che richiede azioni sinergiche ed interventi programmati non soltanto a livello locale (Comune, Regione), ma anche su scala nazionale. Per meglio comprendere la complessit del fenomeno e dellindispensabile pianificazione degli interventi mirati al contenimento dellinquinamento dellaria ambiente, sembra opportuno riportare sinteticamente le osservazioni contenute nel Rapporto APAT 2005, acquisito agli atti, che appare di estremo interesse nelleconomia dellodierno giudizio.
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Il Dipartimento stato dellambiente e metrologia ambientale, con la collaborazione delle ARPA/APPA, degli altri Dipartimenti e Unit dellAPAT, ha infatti predisposto il Rapporto sulla qualit dellambiente urbano edizione 2005, avvalendosi anche di ricercatori, consulenti e collaboratori esterni. Lanalisi stata estesa a quattordici realt metropolitane; stata infatti studiata la qualit ambientale nei comuni e nelle province di Torino, Milano, Genova, Trieste, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania, Messina e Cagliari. Il rapporto fornisce approfondimenti di natura tecnico-scientifica sui diversi temi trattati, valuta le integrazioni dei dati ambientali con le variabili socio-economiche e offre indicazioni sintetiche sulle azioni a miglior rapporto costi-efficacia che possono essere intraprese per affrontare il problema del risanamento ambientale nelle sue varie forme. Nel predetto rapporto ben chiarito che la qualit dellaria nelle citt dipende dalla natura e dalla quantit delle emissioni di sostanze inquinanti rilasciate in atmosfera, ma altrettanto significativa linterazione con gli elementi meteorologici, locali e sinottici, che ne regolano le condizioni di dispersione e di trasporto. La caratterizzazione della meteorologia di un sito ai fini della valutazione dellinfluenza delle emissioni locali sulla qualit dellaria, richiede, oltre allesame degli andamenti sul lungo periodo dei principali parametri meteorologici, una compiuta descrizione delle diverse circolazioni e strutture termodinamiche dellatmosfera che si verificano localmente. Data la complessit del sistema atmosferico e delle sue interazioni con la superficie terrestre, ciascuna situazione meteorologica unica e irripetibile: tuttavia, esaminando i diversi elementi che interagiscono, si possono stabilire similitudini tra le diverse situazioni che si ripetono con una certa frequenza; per cui, seppur in modo approssimato, possibile individuare un numero limitato di situazioni tipiche cui ricondurre ogni singolo caso reale. A tali situazioni tipiche, rilevate dalle configurazioni bariche ai livelli standard, si d il nome di tipo di tempo. Ciascun tipo di tempo induce sul sito determinati andamenti delle circolazioni locali e delle strutture verticali dellatmosfera, in grado di governare la dispersione degli effluenti aeriformi e influenzare ampiamente i livelli di concentrazione rilevati al suolo. Si legge inoltre nel rapporto, quanto al tema dei censimenti delle emissioni, che lo stato della qualit dellaria una tra le problematiche maggiormente sentite ai nostri giorni, per gli alti
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livelli di concentrazione di inquinanti in atmosfera che si registrano sia nei mesi invernali (per le polveri fini o PM10), sia nei mesi estivi (per lozono). Lattenzione particolarmente alta nelle aree urbane, dove maggiori sono le intensit dei picchi episodici e la densit della popolazione. Gli abitanti, ma anche la vegetazione, gli edifici ed i monumenti, sono infatti i recettori su cui maggiormente ricadono gli effetti nocivi dellinquinamento, in termini di qualit della vita, salute umana, danni alle piante, agli edifici ed ai materiali. Poich le concentrazioni in aria ambiente delle sostanze inquinanti forniscono una misura della situazione di fatto, in un preciso momento temporale, della qualit dellambiente, della sua componente atmosferica, esse sono dette indicatori di stato dellambiente. La presenza nellaria di un inquinante frutto dellinterazione tra le emissioni generate dalle attivit antropiche (e naturali) presenti sul territorio ed i complessi meccanismi di trasporto, diffusione, dispersione e trasformazione chimica che queste subiscono in atmosfera. Le emissioni costituiscono quindi la causa prima della pressione esercitata dalle attivit umane sullambiente; di conseguenza, la loro quantificazione consente di determinare degli indicatori di pressione tramite i quali valutare lentit delle cause che generano stress sullambiente. Per modificare lo stato dellambiente (la qualit dellaria) necessario agire sulle emissioni in atmosfera, uniche variabili, tra tutte quelle presenti in quel complesso sistema che linquinamento atmosferico, su cui luomo possa esercitare un controllo (le altre sono di natura meteorologica: vento, temperatura, umidit, radiazione solare, nuvolosit, precipitazione,ecc.). ormai generalmente accettato che la complessit della genesi dellinquinamento atmosferico, e le scale spaziali che lo caratterizzano, sono tali da richiedere che il controllo delle emissioni, affinch sia efficace, deve essere esercitato nellambito dellattuazione di piani e programmi, redatti in base a opportune politiche di ampio respiro ed in sinergia con i livelli decisionali superiori. Nel rapporto vengono citate, a titolo esemplificativo, le interazioni chimiche e fisiche che coinvolgono gli ossidi dazoto, composti generati da qualunque processo di combustione. Nelle prime ore dallemissione essi giocano un ruolo di primaria importanza nellinquinamento fotochimico, essendo sostanze precursori dellozono (insieme ai composti organici volatili). Il processo ossidativo cui sono soggetti in atmosfera, li porta ad essere trasformati in acido nitrico e in nitrati, rientrando cos nelle problematiche relative al particolato (pi precisamente,
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concorrendo

costituire

particolato

secondario),

allacidificazione

dei

suoli

alleutrofizzazione delle acque superficiali (inquinamento transfrontaliero). In questottica, i censimenti delle emissioni di tutte le attivit antropiche e naturali presenti su un territorio possono essere un prezioso strumento danalisi in materia di pianificazione. Essi costituiscono unimmagine dello stato di fatto in un certo istante temporale delle pressioni esercitate dalle attivit emissive, quantificando il peso delle singole categorie (ad esempio, trasporti, riscaldamento, processi produttivi) e consentendone un confronto sulla base di un indicatore ambientale, per fare emergere il vero ruolo di ciascun settore nellalimentare i processi legati alla qualit dellaria. La disponibilit di stime delle emissioni sul territorio, prosegue il rapporto, utile alla predisposizione di piani di settore, agli studi di valutazione della sostenibilit ambientale, agli strumenti di gestione ambientale quali, ad esempio, lAgenda 21 e le relazioni sullo stato dellambiente. Ma linventario delle emissioni dovrebbe anche essere la base sulla quale elaborare politiche dintervento, poich rappresentando lo stato di fatto, da esso si possono ricavare indicazioni in ordine alle direzioni verso le quali vanno indirizzate le risorse disponibili, in modo da raggiungere pi facilmente lobiettivo. Inoltre, una volta redatto linventario dello stato attuale, possibile ottenere andamenti previsionali delle emissioni, tenendo conto delle ipotesi dintervento formulate nelle politiche. Queste previsioni, dette di scenario, consentono quindi di quantificare gli effetti delle diverse politiche direttamente in termini di emissioni in atmosfera. Infine, gli inventari delle emissioni costituiscono soprattutto informazioni essenziali per ulteriori acquisizioni conoscitive, rese possibili dal progresso scientifico nella comprensione dei meccanismi dellinquinamento atmosferico e dalle risorse di calcolo raggiunte dai computer. Essi sono, infatti, input indispensabili alla modellistica atmosferica, che ha sviluppato codici di calcolo capaci di riprodurre i meccanismi della dinamica e della chimica dellatmosfera e, in ultima analisi, di ricostruire lo stato della qualit dellaria. Fornendo le concentrazioni degli inquinanti in atmosfera su tutto il territorio considerato, la modellistica consente di integrare le informazioni fornite dalle reti di monitoraggio nelle aree da queste non coperte; di valutare e confrontare gli effetti di differenti politiche dintervento (mediante simulazioni di scenario); di fornire previsioni sullevoluzione della qualit dellaria guidate da quelle meteorologiche.
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Con specifico riferimento alle emissioni in atmosfera ed alla qualit dellaria, nel Rapporto si precisa inoltre che: il settore trasporti si conferma di gran lunga il principale fattore di pressione per quanto riguarda le emissioni di PM10 primario, di ossidi di azoto (precursori del PM10 secondario e di ozono), di benzene, di composti organici (precursori del PM10 secondario e di ozono), di monossido di carbonio, ed quindi il settore su cui si devono indirizzare principalmente i provvedimenti. Pure rilevante , nei mesi invernali e per le citt del Nord Italia, il contributo del riscaldamento domestico. Praticamente in tutte le quattordici aree metropolitane oggetto di esame vi sono seri problemi di rispetto dei valori-limite di concentrazione di PM10 entrati in vigore nel 2005. Preoccupazioni destano pure le concentrazioni di ozono e biossido di azoto (i cui nuovi valori limite sono entrati in vigore nel 2010).
Il PM10 costituito da polveri di dimensioni inferiore a 10 milionesimi di metro. Il

PM10 primario quello che viene emesso nellatmosfera direttamente come tale dalle fonti di emissione, e si distingue dal PM10 secondario, che si forma in atmosfera a partire da altri inquinanti come ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca e composti organici. La concentrazione in aria di PM10 la somma dei contributi della componente primaria e di quella secondaria. Nelle aree urbane, la componente secondaria contribuisce alla concentrazione in aria di PM10 per una quota che pu arrivare al 50% e oltre, in dipendenza delle condizioni emissive e meteoclimatiche, per cui una strategia di riduzione delle concentrazioni in aria di PM10 nelle aree urbane deve operare sulle emissioni sia di PM10 primario che dei precursori della componente secondaria.
confermato lelevatissimo livello dei volumi di traffico sia allinterno sia in prossimit

delle aree metropolitane, che aggrava la congestione e rende problematica lulteriore riduzione delle emissioni in atmosfera di inquinanti e linversione di tendenza delle emissioni di gas serra. Il tasso di motorizzazione colloca lItalia al secondo posto nelle statistiche europee tra i paesi con il maggior numero di autovetture per abitante ed al primo posto in un confronto internazionale sulle aree urbane.
Si legge, ancora, in detto rapporto: Quello che, in definitiva, emerso dal dibattito la

necessit di provvedere ad una migliore gestione del territorio attraverso gli strumenti di governo del territorio stesso di cui ogni livello istituzionale in grado di disporre. Scelte
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politiche coerenti nel tempo, sia a livello nazionale che locale, supportate da norme congruenti, sono i cardini su cui si deve fondare lazione amministrativa; e che A tale proposito qualche riflessione merita, in particolare, il coinvolgimento dei cittadini. Il decreto legislativo del 19 agosto 2005, n. 195 <<Attuazione della direttiva 2003/4/CE sullaccesso del pubblico allinformazione ambientale>>, argomento di dibattiti volti a comprendere quali siano le condizioni che consentano di determinare leffettiva partecipazione. Probabilmente di ausilio potrebbe essere la prospettiva di porsi dalla parte del fine (i cittadini) piuttosto che del mezzo (le amministrazioni). Una prospettiva che richiede il coinvolgimento dei cittadini perch questi siano non pi spettatori ma attori di un consenso informato; non pi, dunque, una richiesta di adesione fiduciaria a scelte gi assunte da decisori ma condivisione delle scelte. Pi che di informazione quindi pi appropriato parlare di comunicazione. Quanto alla perimetrazione dellarea metropolitana di Palermo, comprendente ventisette comuni (L.R. n. 9/1986 e Decreto Presidente Regione 10/8/1995), nel rapporto si osserva che essa muove dalla considerazione che gli scambi nel sistema palermitano interessano unampia area che va dal territorio del comune di Termini Imerese al territorio del comune di Partinico, coinvolgendo anche i comuni pi interni delle prime pendici dei monti di Palermo. Nello stesso elaborato quindi riportata una lettura ragionata dei dati relativi al PM10 registrati nelle quattordici citt metropolitane nei primi sei mesi dellanno 2005: La qualit dellaria registrata nellanno 2005 nelle maggiori citt italiane conferma quanto osservato negli ultimi dieci, da quando cio si iniziata a monitorare anche la concentrazione di PM10 in aria ambiente: una delle principali minacce per la salute nelle citt italiane sono proprio le polveri fini, per le quali nel 2005 possono essere non pi di 35 i giorni in cui la concentrazione media pu superare il valore limite di 50 milionesimi di grammo per ogni metro cubo di aria. E quanto impone la direttiva comunitaria 99/30/CE, recepita in Italia con il Decreto Ministeriale n. 60 del 2002. Sempre secondo il legislatore, la media annuale non deve essere superiore a 40 g/mc. Per ognuna delle quattordici citt metropolitane si fatto riferimento alla stazione localizzata allinterno del territorio comunale indicata come rappresentativa o, in assenza di tale indicazione, a quella che ha registrato il maggior numero di superamenti.
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Con riguardo alla citt di Palermo, si legge nel rapporto che la rete costituita da otto stazioni di rilevamento del PM10: Boccadifalco, Indipendenza, Giulio Cesare, Castelnuovo, Unit dItalia, Torrelunga, Belgio, CEP, Di Blasi, lultima delle quali ha contato il maggior numero di superamenti (pari a 41) e ha raggiunto il limite dei 35 giorni il 7 giugno. Venendo allanalisi comparata dei dati relativi alle quattordici citt metropolitane, sebbene sia stata sempre presa come riferimento la centralina pi critica, il confronto si presta a possibili distorsioni a causa delle diverse situazioni locali, in particolare per quanto concerne: la localizzazione delle centraline di rilevamento la strumentazione utilizzata i metodi di gestione e manutenzione della strumentazione la percentuale di dati validi. Per quanto attiene alla localizzazione, si evidenzia che le distanze dal ciglio stradale, da punti di manovra e dalla facciata degli edifici sono determinanti soprattutto per il contributo della componente primaria alla concentrazione totale misurata. Determinante risulta anche il tipo di strumentazione utilizzata e le metodiche di manutenzione e gestione delle stesse. Il confronto risulta, inoltre, influenzato dalla percentuale di dati validi: esso tanto meno significativo quanto maggiori sono le differenze tra le percentuali di dati validi delle centraline sottoposte a confronto. Secondo lo studio in questione, nove citt su quattordici hanno superato al 30 giugno (2005) i 35 giorni concessi dalla normativa; in testa Torino, tra laltro la prima ad aver raggiunto quota 35, che ha registrato 104 superamenti; seguono Bari con 91 superamenti, Venezia con 87 e Milano con 80. Quindi Roma (67), Firenze (63), Bologna (59), Cagliari (55) e Palermo (41). Un dato, in particolare, si rivelato di estremo interesse ai fini della comprensione e della valutazione del fenomeno dellinquinamento atmosferico. Esaminate, a titolo di esempio, le medie giornaliere registrate nel gennaio del 2005 nelle citt di Milano e Roma stato osservato, innanzitutto, come le concentrazioni massime registrate a Roma siano sempre inferiori a 100 g/mc, mentre a Milano sono quattordici i giorni nei quali le concentrazioni massime sono superiori a 100 g/mc, con una punta addirittura superiore a 200 g/mc. Da ci emerge chiaramente come durante le giornate di <<targhe alterne>> i valori di concentrazione non mostrino sostanziali riduzioni rispetto ai giorni precedenti e/o successivi.
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Ci vale anche per le domeniche, in cui i volumi di traffico sono decisamente inferiori ai giorni feriali e agli stessi giorni di targhe alterne. A dimostrazione che, se non mutano le condizioni meteorologiche, una riduzione emergenziale del traffico limitata nel tempo non , da sola, in grado di abbassare sensibilmente i valori di concentrazione di PM10. Si conclude, quindi, che lattuale situazione critica non sembra possa essere risolta in breve tempo e non pare esistano soluzioni a portata di mano in grado di far rientrare i valori nei limiti previsti. Soprattutto quando i valori registrati sono ben oltre i 100 g/mc riportare gli stessi entro i 50 g/mc non davvero impresa da poco. Tutti gli Amministratori responsabili hanno tentato di correre ai ripari con targhe alterne, blocchi parziali o totali della circolazione o blocchi estesi anche alle due ruote. Nonostante ci, molte citt hanno esaurito i 35 giorni concessi di superamento gi nei soli primi 3 mesi dellanno. A dimostrazione che misure tipiche di una logica emergenziale non sono in grado, da sole, di risolvere il problema, ma soltanto di costituire unoccasione per mettere in discussione il proprio modello di mobilit, abbandonando, quando richiesto dalle ordinanze, lautomobile ed esercitandosi a sperimentare modalit alternative, come il trasporto collettivo o la bicicletta. Anche perch molto spesso i provvedimenti hanno una durata di poche ore e sono limitati ad ambiti spaziali ridotti e ancora molto elevato il numero di esenzioni e deroghe e poco diffusa la pratica dei controlli: durante le giornate di targhe alterne, ad esempio, la riduzione di traffico non arriva neppure al 15% nelle ore di applicazione del provvedimento, percentuale che risulta inferiore addirittura al 10% a livello giornaliero. Lanalisi dei dati spinge a puntare il dito e lo sguardo al cielo, alle condizioni meteorologiche come responsabili dei superamenti, imputabili soprattutto al contributo della componente secondaria e ai fenomeni di accumulo e persistenza. A dimostrazione che le condizioni meteorologiche e geografiche possono essere particolarmente penalizzanti, si sottolinea, poi, che Milano e Torino presentano una percentuale di cosiddetti veicoli convenzionali di poco superiore al 30%. A Napoli e Palermo la presenza di tali veicoli prossima rispettivamente al 60% e al 50%. Tuttavia Milano e Torino hanno registrato nei primi sei mesi dellanno rispettivamente 104 e 80 superamenti, Palermo appena 41, Napoli addirittura soltanto 25. Anche nelle giornate di targhe alterne o di blocco della circolazione, cos come in alcune domeniche, si sono ugualmente registrati superamenti del livello di 50 g/mc. Neppure Vicenza, che ha bloccato il traffico per 4 giorni consecutivi, riuscita a mantenere i livelli di inquinamento da PM10 sotto la soglia dei 50 g/mc.
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****** Dunque, come emerge con chiarezza dalla lettura della normativa comunitaria e statale che regola la materia, dalle osservazioni contenute nel Rapporto APAT 2005, nonch dallo stesso raffronto dei diversi metodi di valutazione dei dati delle stazioni di monitoraggio, rispettivamente propugnati dai consulenti tecnici del P.M. e da quello degli imputati Avanti e Ceraulo, linquinamento atmosferico costituisce un fenomeno estremamente complesso, che richiederebbe un azione di contrasto strutturale fondata su interventi sinergici di enti locali territoriali ed organi statali, nel quadro di un equilibrato contemperamento tra politiche ambientali e politiche economiche. A fronte della oggettiva complessit di un fenomeno che affligge gran parte dei Paesi avanzati e pu essere efficacemente aggredito solo con politiche coordinate di lungo periodo, lo stato di impreparazione in cui nel 2001 versava la struttura organizzativa dellAmministrazione Comunale, ben descritto dallo stesso Assessore Avanti, non costituiva di certo un buon punto di partenza per fronteggiare il problema, peraltro a tuttoggi irrisolto anche in altre citt italiane ben pi avanzate dal punto di vista culturale, tecnico-amministrativo ed economico. Ci nonostante, dal momento del suo insediamento lAvanti si fece carico di numerose proposte ed iniziative (alcune delle quali allavanguardia, come Agenda 21) sottoposte agli organi di volta in volta competenti, i quali, per, non sempre seppero correttamente interpretare e mettere a frutto gli stimoli propositivi provenienti dallAssessore allAmbiente. Si intende fare riferimento - e ci rileva anche sul piano dellassenza delle indispensabili sinergie per contrastare il fenomeno dellinquinamento atmosferico - allo scollamento talora verificatosi fra le proposte dellAssessore Avanti e le conseguenti determinazioni del Sindaco Cammarata quanto alle politiche di contenimento del fenomeno. Va ricordato, al riguardo, quanto riferito dal teste Romano, a proposito del fatto che nella visione dellAssessore allAmbiente, in linea con le istanze delle categorie rappresentate da Adiconsum, era importante individuare le diverse fonti di inquinamento atmosferico, mentre il Sindaco, invece, era concentrato sui provvedimenti di limitazione del traffico veicolare; la teste Livreri, dal canto suo, ha rammentato lesito infruttuoso delliniziativa dellAssessore Avanti relativa ad un progetto che avrebbe potuto essere finanziato dalla Comunit Europea, arenatosi per latteggiamento del Sindaco che non se ne fece portavoce. Non vi dubbio che le misure poste in essere dallAmministrazione Comunale di Palermo e dal Sindaco, anche nella sua veste qualificata di Commissario straordinario al Traffico, si
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rivelarono di fatto inadeguate o, comunque, insufficienti a raggiungere lobiettivo di un significativo abbattimento della concentrazione di inquinanti in atmosfera. Tuttavia, non si pu fare a meno di rilevare che, come posto in luce dal teste Mazzon nel corso del suo esame, soltanto nel corso degli anni linteresse ai finanziamenti destinati alla tutela dellambiente ha conosciuto un apprezzabile incremento a livello nazionale; anche a Palermo, le varie amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo (a partire da quella guidata dal Sindaco Leoluca Orlando) hanno progressivamente maturato una maggiore presa di coscienza del problema; solo in conseguenza e sotto la pressione di tale processo di maturazione culturale, accompagnato da una crescente sensibilit collettiva nei confronti delle tematiche connesse allinquinamento ambientale, stato possibile intraprendere un maggior numero di iniziative volte a contrastare il fenomeno. N pu trascurarsi di evidenziare che lUfficio energia e mobilit sostenibile (articolazione dellAssessorato Ambiente ed Ecologia del Comune di Palermo) partecip a tutti i bandi di finanziamento del Ministero dellAmbiente e che, nella quasi totalit dei casi, tali finanziamenti furono ottenuti; e deve ritenersi del tutto verosimile che il rallentamento di taluni procedimenti sia stato imputabile alla cronica insufficienza di risorse finanziarie e alla condizione di sofferenza che afflisse il bilancio comunale in quegli anni (cfr., ancora, dichiarazioni del teste Mazzon). evidente, infatti, che fronteggiare il fenomeno dellinquinamento dellaria ambiente con misure efficaci richiede, oltre allindispensabile azione congiunta e coordinata di diversi soggetti pubblici cui dovrebbe saldarsi anche un altrettanto necessario comportamento collaborativo della cittadinanza, rivelatasi spesso insensibile a questi temi - anche uno sforzo economico rilevantissimo, che in una realt economicamente depressa come quella della Sicilia (realt alla quale la citt di Palermo , ovviamente, tuttaltro che estranea), si rivela ancora pi difficilmente praticabile ed esigibile. E proprio con riguardo alle necessarie sinergie evocate nel citato Rapporto APAT 2005 per una efficace azione di contrasto allinquinamento atmosferico, non di marginale rilievo, nellottica di una visione complessiva del problema e del contesto concreto in cui agirono (secondo la prospettazione accusatoria, non agirono) gli amministratori comunali odierni imputati, il fatto che la Regione Siciliana si rese palesemente inadempiente rispetto agli obblighi istituzionali prescritti dalla normativa di settore.
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Al riguardo, come si detto, nella prima relazione i consulenti tecnici del P.M. hanno opportunamente evidenziato che lAssessorato al Territorio ed Ambiente (Dipartimento Territorio ed Ambiente) della Regione Siciliana, nel periodo considerato (2001 2005), non ha adottato gli atti amministrativi previsti dalle norme vigenti, in particolare non ha ancora adempiuto alle competenze previste del D. Lgs. 351/99 (capitolo 10). La Regione siciliana, in considerazione dei valori medi annuali, relativi al PM10, biossido di azoto (NO2) e benzene (C6H6), rilevati nellanno 2002 nelle stazioni della citt di Palermo, in base allart. 8 comma 3 del D. Lgs. 351/99, doveva adottare entro 18 mesi dalla fine dellanno in cui si sia registrato il superamento stesso, cio entro giugno 2004, un piano o un programma per pervenire al rispetto dei valori limite ai fini della protezione della salute della popolazione. Questa inadempienza della Regione siciliana stata espressamente evidenziata a pag. 77 del 1 Rapporto APAT (Edizione 2004) sulla Qualit dellAmbiente Urbano. Nel Rapporto anche riportato che la Regione Siciliana non ha informato, come previsto dalle norme vigenti, i Ministeri dellAmbiente e della Salute, inviando la comunicazione del superamento dei valori limite stabiliti dalla normativa (modulo previsto negli allegati XII al DM 60/02). Inoltre per i mancati adempimenti da parte della Regione, riguardanti peraltro lintero territorio della Sicilia, non risulta siano stati esercitati i poteri sostitutivi da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri disciplinati dallart. 5 del D. Lgs. 31 marzo 1998 n. 112 e stabiliti dal comma 5 dellart. 38 del DM 60/02. A ci si aggiunga, per un verso, che soltanto nel luglio del 2008 la Regione Siciliana ha operato la zonizzazione per O3 e PM10; e che per altro verso, come si legge nella relazione del prof. Alaimo, la Regione nellanno 2005 non aveva svolto studi sulla influenza da fonti naturali del PM10 che con la loro presenza avrebbero determinato superamenti dei valori giornalieri alle stazioni di Palermo. Questi studi anche quando sono stati svolti nel maggio 2009 sono comunque risultati insufficienti.. Il riferimento agli studi allegati alla notifica di deroga che la Regione Siciliana, tramite il Ministero dellAmbiente, ha presentato alla Commissione Europea in data 5 maggio 2009, ai sensi dellart. 22 c. 4 della direttiva 2008/50/CE, deroga non concessa dalla Commissione Europea (Decisione del giorno 1.2.2010). Il 24 novembre 2010, infatti, lItalia (come meglio si dir in seguito) stata deferita alla Corte di Giustizia Europea per non aver rispettato la direttiva sulla qualit dellaria 2008/50/Ce (recepita con D. Lgs n. 155/2010), nei termini che saranno appresso precisati.
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Dunque, per quanto attiene alla tematica dellinquinamento dellaria ambiente la Regione Siciliana fu inadempiente rispetto agli obblighi discendenti dalla normativa di settore, non instaurando le necessarie sinergie con lAmministrazione Comunale. altrettanto indubbio, daltra parte - come listruttoria dibattimentale ha consentito di verificare, al di l del fatto che la circostanza storicamente ben nota ai cittadini palermitani che in pi di unoccasione le azioni messe in campo dallAmministrazione Comunale in materia di contrasto allinquinamento atmosferico incontrarono la ferma opposizione delle associazioni di categoria, le quali fecero quadrato contro i provvedimenti limitativi del traffico (pi o meno drastici) che valutavano come confliggenti con gli interessi particolaristici delle categorie rappresentate. Anche a prescindere dalla concreta incisivit delle misure adottate, ulteriori ostacoli si frapposero alleffettiva operativit di quei provvedimenti limitativi del traffico che postulavano la necessit di una costante attivit di controllo della Polizia Municipale; tale attivit, infatti, sia per gli endemici vuoti di organico che tuttora affliggono il Corpo, sia per le preoccupazioni connesse alla tutela della salute del personale addetto ai servizi di viabilit e quindi esposto allazione degli inquinanti, si era rivelata insufficiente e comunque inidonea a supportare efficacemente lazione amministrativa (v. deposizioni dei testi Pedicone e Di Peri). Persino lA.M.A.T. (lazienda per il trasporto pubblico) per certi versi contribu verosimilmente per ragioni di politica aziendale, alle quali, pure, non pu in assoluto negarsi rilievo - a rendere ancora meno incisiva lazione di contenimento dellinquinamento atmosferico, allorch non ader, come riferito dal teste Cirrincione, alla proposta di spostare al Foro Italico i mezzi che gravitavano nellarea della Stazione Centrale, cio nella zona pi interessata dalla concentrazione di inquinanti. Ma levenienza pi rilevante senza dubbio costituita dalla vicenda giudiziaria relativa allistituzione delle ZTL (aprile/maggio 2008), pi volte ricordata; il provvedimento aveva visto la ferma opposizione di tutte le associazioni di categoria chiamate a partecipare al tavolo di concertazione, anche in considerazione del fatto che la citt non era dotata di una rete sufficiente di mezzi pubblici; la vicenda fu poi definita dai provvedimenti giudiziali amministrativi che annullarono il provvedimento, sulla base del rilievo che listituzione delle zone a traffico limitato doveva essere preceduta dalla redazione e dalla conseguente approvazione in Consiglio Comunale del Piano Urbano del Traffico; si noti che il parere espresso al riguardo dal competente Ministero dei Lavori Pubblici era nel senso che,
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effettivamente, lattivazione delle ZTL avrebbe dovuto essere preceduta dallapprovazione del predetto Piano di cui il Comune era tenuto a dotarsi, ma che il sistema poteva essere comunque avviato e confermato a condizione di non far gravare sui cittadini il costo del pass, attivandolo (gratuitamente per lutenza) a spese dellAmministrazione Comunale (sulla cui situazione di bilancio notoriamente precaria non pare necessario dilungarsi ulteriormente). Quanto alla mancata adozione di misure pi drastiche, di cui nella prospettazione accusatoria viene fatto espressamente carico agli odierni imputati, deve del pari ritenersi che, in assenza di una rete di mezzi pubblici adeguata ed efficiente, lo sviluppo viario e la particolare conformazione urbanistica della citt di Palermo rendono sostanzialmente impraticabile il blocco totale del traffico; al riguardo, il Ceraulo ha sostenuto, con argomenti difficilmente opinabili, che ladozione di una misura cos radicale non pensabile in una citt caratterizzata da una situazione viaria assolutamente insufficiente; anche secondo il teste Rodi, presidente dellAMAT s.p.a. dal 2002 al 2008, non sarebbe stato e non sarebbe possibile disporre il blocco integrale del traffico in una citt con una struttura urbanistica come quella presente a Palermo. Il teste ha infatti spiegato, in modo coerente e convincente, che la struttura della citt si sviluppata nellarco dei secoli lungo un asse principale - che collega il mare al Palazzo Reale e quindi a Monreale - intorno al quale si realizzata unurbanistica a merletto. Tale particolare sviluppo viario rimase costantemente invariato, sino a quando improvvisamente, agli inizi degli anni 60, la disposizione urbanistica della citt vide spostare il proprio asse di rotazione a novanta gradi, iniziando a svilupparsi in senso parallelo al mare, senza che tuttavia venissero potenziate le infrastrutture di penetrazione allinterno del nucleo urbano. Ed indubbio, come precisato dallo stesso Rodi, che venendo dal mare non vi sono veri e propri assi di attraversamento oltre alla via Crispi, alla via Roma e allasse di via Libert/via Maqueda, superato il quale necessario raggiungere la circonvallazione; la conseguenza invitabile, dunque, che se venisse interrotto completamente il collegamento est-ovest attraverso la chiusura dei due assi principali Libert-Maqueda e Roma, verrebbe di fatto inibita alla cittadinanza la fruibilit dellintera citt, con tutti gli effetti che ne deriverebbero sul piano dellaccesso ai servizi. E deve ancora evidenziarsi, con riguardo al trasporto pubblico su gomma, che il teste Rodi anche in questo caso, svolgendo osservazioni pienamente condivisibili da parte di chiunque conosca la realt palermitana - ha addebitato linefficienza del servizio al congestionamento del
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traffico veicolare e alle deprecabili abitudini degli automobilisti, sovente in sosta selvaggia davanti agli esercizi commerciali, che impediscono la mobilit degli autobus soprattutto in certe zone della citt particolarmente sensibili. ****** Va dato conto di altre rilevanti produzioni documentali offerte dal P.M., in relazione al tema pi volte evocato nelle imputazioni - delle conseguenze per la salute umana della prolungata esposizione della popolazione a valori di inquinanti dellaria ambiente (in particolare, il PM10), superiori ai limiti fissati dalla normativa comunitaria. Si tratta del VII rapporto ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) 2010, un reporting (gi menzionato supra) che fornisce un quadro oggettivo ed evolutivo della situazione ambientale nel nostro Paese, sempre pi adeguato alle esigenze di programmazione delle politiche di settore e per linformazione del pubblico sul reale livello di qualit dellambiente. Il rapporto un prodotto dellintero Sistema delle Agenzie Ambientali ISPRA/ARPA/APPA. I suoi contenuti si sono sviluppati in relazione al numero di citt poste sotto osservazione e alla qualit delle informazioni ambientali utilizzate, soprattutto grazie al confronto e al dialogo con Enti e istituzioni locali e centrali, ma ad esso hanno fornito collaborazione anche lANCI, lISTAT ed altri soggetti istituzionali, quali il Corpo Forestale dello Stato, le Regioni, gli Istituti regionali, le Province e i Comuni. Nellultima edizione in esame, il campione di citt esaminate passato da 34 a 48 e si tra laltro affrontato il tema del cambiamento meteoclimatico nellambiente urbano. Nel capitolo concernente Emissioni, qualit dellaria e piani di risanamento, chiarito in premessa che il principale strumento per la valutazione della qualit dellaria rappresentato dalle reti di monitoraggio regionali che, in ottemperanza alla normativa vigente, misurano i livelli degli inquinanti per la verifica del rispetto dei valori limite e obiettivo definiti al fine di tutelare la salute umana e gli ecosistemi. Lintegrazione e la combinazione delle informazioni provenienti dalle reti di misura con dati e informazioni meteorologici e luso di tecniche di stima obiettiva e tecniche modellistiche consentono di comprendere il fenomeno dellinquinamento, la sua evoluzione nel tempo e la sua distribuzione nello spazio. Sebbene molte regioni siano allavanguardia nellapplicazione di un approccio integrato di questo tipo, che anche incoraggiato dalla normativa, nella gran parte di esse i livelli misurati
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in siti fissi rimangono lunica fonte di informazione utile per la valutazione della qualit dellaria. La valutazione della qualit dellaria effettuata sulla base della zonizzazione del territorio, che consiste nella suddivisione del territorio in zone e agglomerati (ai sensi dellart. 2, co. 1, D.Lgs. n. 155/2010, la zona la parte del territorio delimitata ai fini della valutazione e della gestione della qualit dellaria ambiente; lagglomerato una zona costituita da unarea urbana o da un insieme di aree urbane che distano tra loro non pi di qualche chilometro, oppure da unarea urbana principale e dallinsieme delle aree urbane minori che dipendono da quella principale sul piano demografico, dei servizi, e dei flussi di persone e merci, avente una popolazione superiore a 250.000 abitanti oppure una popolazione inferiore a 250.000 abitanti e una densit di popolazione per km.q. superiore a 3.000). Nellambito di tale zonizzazione, le aree urbane, delimitate dai confini comunali, rappresentano una parte limitata come superficie ma importante come popolazione. I dati si riferiscono al 2009/2010. E precisato bene, nel capitolo che qui interessa, che la stima delle emissioni e il monitoraggio della qualit dellaria sono strumenti indispensabili per individuare zone e aree in cui la qualit dellaria non rispetta gli standard previsti, stabilire quali siano le cause, definire le misure di risanamento da realizzare nellambito dei piani e verificarne i risultati. Il D. Lgs. n. 155/2010 (art. 9 comma 1) conferma lobbligo per le Regioni e le Province autonome di predisporre un piano per la qualit dellaria nel caso in cui i livelli degli inquinanti in aria ambiente superino un corrispondente valore limite o valore obiettivo anche per uno solo dei seguenti inquinanti atmosferici: biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo, materiale particolato PM10 e PM2,5. Lelaborazione di un piano di qualit dellaria avviene, secondo quanto definito nel D.Lgs. 155/2010 (Allegato XV) attraverso le seguenti fasi: fase conoscitiva, che comprende lanalisi del quadro normativo, delle caratteristiche del territorio, delle relative condizioni climatiche e meteorologiche, delle fonti di emissione degli inquinanti in aria (inventari delle emissioni), lelaborazione degli scenari energetici e delle attivit produttive e dei rispettivi scenari emissivi; fase valutativa, che consiste nella valutazione della qualit dellaria effettuata mediante misure puntuali di concentrazione fornite dalla rete di rilevamento, mezzi mobili e/o mediante tecniche di modellazione;
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fase propositiva, in cui sono definite le misure di piano. Nel menzionato capitolo viene fornito un quadro sintetico delle misure di risanamento della qualit dellaria adottate nelle aree urbane oggetto di studio, cos come previsto nei Piani per la qualit dellaria predisposti dalle Regioni e dalle Province autonome nellanno 2008. Vi si legge che linquinamento da materiale particolato PM10 regolato in Italia dal D.Lgs. 155 del 2010 che, confermando quanto gi definito dalla precedente normativa, stabilisce due valori limite per la protezione della salute umana che corrispondono a 40 g/m3 per la media annuale e 50 g/m3 da non superarsi pi di 35 volte in un anno per la media giornaliera. Tali valori sono stati confermati, per quanto in oltre dieci anni di monitoraggio sia apparsa evidente la loro incongruenza; in concreto, infatti, si verifica che, data una serie di concentrazioni giornaliere misurate per un anno in una determinata stazione, essi non possono essere rispettati contemporaneamente; ci a meno di non registrare un valore medio annuo molto inferiore al limite di legge. In prima approssimazione, si pu stimare intorno ai 30 g/m3 la concentrazione media annua che consentirebbe il rispetto anche del valore limite giornaliero (lentit dello scarto varia in base allarea geografica e alle condizioni meteorologiche, soprattutto di stabilit atmosferica e rimescolamento, che determinano la distribuzione delle concentrazioni). Il limite annuale di 40 g/m3 non giustificato da particolari ragioni tecniche o evidenze sanitarie, in quanto non corrisponde a nessuno degli obiettivi posti dallOrganizzazione Mondiale della Sanit (OMS) per questo inquinante n a limiti posti in altre parti del mondo (gli Stati Uniti hanno abrogato da anni il limite annuale per il PM10, mantenendo solo quello giornaliero). I dati di PM10 mostrano che in quasi tutte le citt del Nord e del Centro Italia stato superato nel 2009 il limite giornaliero; nei casi di maggiore intensit del fenomeno, il superamento di tale valore stato accompagnato anche da quello del valore limite annuale. Non sono stati registrati superamenti ad Aosta, Bolzano, Trento, Udine, Trieste, Livorno e Latina. Nel Sud, dove i livelli medi di PM10 sono generalmente pi bassi, si registrano valori oltre il limite giornaliero a Pescara (anche per il 2010), Palermo, Messina e Cagliari e valori particolarmente alti a Napoli e Siracusa (dove sono stati rilevati il pi alto numero di superamenti e la pi alta media annua dItalia nel 2009).
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Nella maggior parte dei casi le misure individuate dalle Regioni e Provincie Autonome allo scopo di perseguire gli obiettivi generali di un piano di qualit dellaria interessano lintero territorio regionale e non sono specifiche per le singole realt locali. Lanalisi percentuale del totale delle misure adottate, mostra che la maggior parte di esse relativa al settore trasporti (52%). In tale ambito prevalgono: le misure per una mobilit alternativa allutilizzo del mezzo privato individuale (19%), la diffusione di mezzi di trasporto privato a basso impatto ambientale (17%) le misure di carattere strutturale per la mobilit (14%). Nel settore domestico/commerciale i provvedimenti pi adottati sono: quelli che promuovono un uso razionale dellenergia (83%) quelli che favoriscono limpiego di fonti energetiche rinnovabili (14%). Nel settore attivit produttive, prevalgono: le misure di riduzione delle emissioni degli impianti industriali (circa l83%) la realizzazione di impianti per la produzione di energia alternativa (14%) (soprattutto il teleriscaldamento e la cogenerazione). Nel settore agricoltura e allevamenti, prevalgono: le misure di riduzione del carico azotato negli effluenti di allevamento la realizzazione di impianti agroenergetici (biogas e gassificatori) la realizzazione di impianti che contribuiscono a contenere le emissioni di azoto. Nel capitolo concernente la MOBILITA URBANA SOSTENIBILE vengono, poi, esaminati gli indicatori che forniscono un quadro parziale delle politiche di mobilit sostenibile adottabili dalle amministrazioni locali; si fa inoltre riferimento a misure specifiche, quali il car sharing, il car pooling o il park pricing, che cos come gli interventi mirati alla sostenibilit del traffico connesso al trasporto delle merci in ambito urbano, dovrebbero costituire oggetto di approfondimento per unanalisi pi esauriente del tema della mobilit urbana. Sembra utile riportare le definizioni delle misure sopra citate, alcune delle quali sono fra quelle prese in considerazione ed adottate dallAmministrazione Comunale di Palermo:
Car sharing: uso collettivo di un parco autoveicoli, i quali vengono noleggiati solo per

un determinato lasso temporale. Le autovetture per il car sharing sono in genere

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dislocate presso i nodi della rete di trasporto pubblico locale in modo da favorire laccessibilit al servizio.
Car pooling: condivisione di uno stesso mezzo da parte di pi persone che effettuano un

itinerario di percorso simile.


Park pricing: parcheggi a pagamento (strisce blu), nati con lintento di scoraggiare le

soste di lungo periodo effettuate attraverso luso del mezzo privato. La loro applicazione maggiormente visibile nelle zone centrali delle aree urbane.
Pista ciclabile: parte longitudinale della strada, opportunamente delimitata, riservata alla

circolazione dei velocipedi.


Area pedonale: zona interdetta alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di

emergenza e salvo deroghe per i velocipedi e per i veicoli al servizio di persone con ridotte capacit motorie, nonch per quelli ad emissioni zero aventi ingombro e velocit tali da poter essere assimilati ai velocipedi.
ZTL (zone a traffico limitato): area in cui laccesso e la circolazione veicolare sono

limitati ad ore prestabilite o a particolari categorie di utenti e di veicoli.


Stallo di sosta a pagamento su strada: area adibita alla sosta di un veicolo, delimitata

da segnaletica orizzontale sulla pavimentazione, per la fruizione della quale previsto il pagamento di una somma di denaro.
Parcheggio di corrispondenza/scambio con il trasporto pubblico: parcheggio situato

in prossimit di stazioni o fermate del trasporto pubblico locale o del trasporto ferroviario, per agevolare lintermodalit. Nello stesso rapporto ISPRA si legge inoltre che dallindagine sul parco veicolare emerge una situazione di luci ed ombre. Elementi positivi sono senza dubbio la sensibile diminuzione del numero di auto ogni mille abitanti, registrata su buona parte del campione nel periodo 2005 2009, laumento delle auto con standard emissivi pi recenti e la diminuzione dei veicoli commerciali leggeri con standard emissivo Euro 0. Continua per il trend crescente alluso delle autovetture alimentate a gasolio e delle auto di grande cilindrata (superiori a 2000 cc). I carburanti alternativi, gpl e metano, rimangono ancora soluzioni molto contenute: solo in 12 Comuni, sui 47 analizzati, i veicoli alimentati a gas superano la quota del 10% del parco veicolare. Lutilizzo di tali carburanti appare pi sviluppato in alcune realt regionali, quale ad esempio lEmilia Romagna; e che dallanalisi degli indicatori di mobilit urbana sostenibile
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emergono elementi di criticit gi evidenziati nelle precedenti edizioni del Rapporto. Rimane ancora presente, ad esempio, la disomogeneit territoriale registrata per alcuni indicatori, primi fra tutti la disponibilit di piste ciclabili e di aree pedonali. Lanalisi di lungo periodo degli indicatori di mobilit urbana sostenibile (2000-2009) mostra un trend mediamente crescente, ma non ancora sufficiente a garantire adeguati livelli di sostenibilit nei trasporti e negli spostamenti dei cittadini italiani. E infatti ancora significativo il divario tra le citt italiane e le pi virtuose citt del Nord Europa, ove anni di politiche attente ai temi della sostenibilit e della qualit della vita, hanno garantito unampia diffusione delle forme di trasporto eco-sostenibili. In un confronto con le altre citt europee, sulla base di dati relativi principalmente agli anni 2006 e 2007, le grandi citt italiane, quali Roma, Milano e Napoli, ad esempio, registrano meno di 5 m di piste ciclabili per 100 abitanti, mentre in altre grandi citt quali Monaco e Vienna, lo stesso indicatore supera il valore di 50. Poich la propensione allutilizzo del mezzo ciclabile appare legata a fattori di tipo culturale piuttosto che climatico per il successo delle misure di mobilit sostenibile fondamentale unattenta campagna di informazione e formazione dei cittadini. Ancora un cenno merita il progetto EPIAIR, pi volte evocato nel corso del dibattimento (v. produzione documentale in atti). Si tratta di uno studio condotto in dieci citt italiane (Milano, Mestre-Venezia, Torino, Bologna, Firenze, Pisa, Roma, Taranto, Cagliari e Palermo), che ha preso in esame il periodo 2001-2005. La ricerca ha evidenziato i rischi per la salute in relazione allesposizione ai livelli attuali degli inquinanti atmosferici, confermando che in Italia linquinamento atmosferico urbano, in gran parte originato dal traffico veicolare, costituisce un problema ambientale molto rilevante per la salute pubblica. Nello stesso studio, si sottolinea che lanalisi degli effetti a breve termine sulla mortalit, considerando i decessi per cause naturali, cardiache, cerebrovascolari e respiratorie, ha messo in luce la presenza di eccessi di rischio statisticamente significativamente legati alle polveri fini (PM10), al biossido di azoto (NO2) e allozono (O3). Per il PM10 si sono documentati effetti immediati, anche nel giorno stesso del picco di inquinamento, ed effetti pi prolungati fino a cinque giorni dopo il picco nel caso dei decessi per patologie respiratorie. Anche per lNO2 si osservano effetti rilevanti, pi marcati sulle cause respiratorie, specialmente effetti ritardati. Lassociazione tra ozono e mortalit si dimostrata statisticamente significativa e con una latenza tra 0 e 5 giorni a eccezione della mortalit cerebrovascolare, per la quale si osserva un
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effetto ritardato tra i 2 e i 5 giorni. Tra i fattori individuali indagati, lo studio ha messo in evidenza come let molto avanzata sia un fattore importante di suscettibilit per lesposizione alle polveri fini, mentre i risultati sono meno evidenti per il sesso e la presenza di malattie acute o croniche (Stafoggia et al., pagina 65). Le analisi di suscettibilit relative allNO2 e allozono mostrano caratteristiche diverse che saranno oggetto di analisi separate, in corso di preparazione. Quanto alle cause dellinquinamento atmosferico, vi si legge, tra laltro, che le citt italiane mostrano una situazione critica per quanto riguarda linquinamento ambientale a causa di molteplici fattori, primo fra tutti lalto numero di veicoli circolanti: la media del tasso di motorizzazione nelle dieci citt analizzate di 585 veicoli ogni 1,000 abitanti, un numero ben al di sopra della media europea (EU-27: 452 veicoli). Si tratta di una situazione che pone con forza lurgenza di politiche di contenimento delluso dellauto e del veicolo privato ancora non attive. Il censimento delle politiche di mobilit finora attuate nelle dieci citt EpiAir ha messo in luce un quadro contraddittorio in termini di mobilit sostenibile. A fronte dei molteplici interventi dichiarati a livello locale, vi sono i dati preoccupanti dei livelli di motorizzazione, dei livelli di inquinamento e delle difficolt nella reale implementazione delle politiche di mobilit sostenibile (es: mancanza di un approccio integrato nellaffrontare il problema della mobilit, scarsa certezza nelle regole di applicazione e, soprattutto, mancanza di meccanismi efficaci di controllo). A tuttoggi limpatto delle politiche locali sulla qualit dellaria urbana, nei limitati esempi disponibili, risulta molto contenuto e la ricognizione effettuata ha mostrato la carenza di metodi standardizzati di valutazione (Nuvolone et al., pagina 103). Nella valutazione dei ricoveri ospedalieri, lo studio EpiAir ha dovuto procedere a unaccurata selezione e valutazione dei dati, in quanto emerso che le fonti informative disponibili (scheda di dimissione ospedaliera, SDO) non sono omogenee tra centri nella codifica dei ricoveri avvenuti con caratteristiche di urgenza, ricoveri di particolare interesse epidemiologico per lo studio degli effetti acuti degli inquinanti dellaria. Il Progetto ha analizzato unampia serie di patologie e ha valutato anche gli effetti per la fascia di et pediatrica, viste le prove scientifiche disponibili a supporto dellipotesi di effetti degli inquinanti atmosferici sullapparato respiratorio dei bambini. Anche per i ricoveri ospedalieri sono stati documentati effetti a breve termine del PM10 e dellNO2 per le malattie cardiache nel loro insieme (in particolare, per la sindrome coronarica e
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lo scompenso cardiaco) e per le malattie respiratorie (in particolare, per infezioni respiratorie acute, la broncopneumopatia cronica ostruttiva e lasma bronchiale). Lassociazione pi forte risultata quella tra NO2 e ricoveri per asma, specie nella fascia det 0-14 anni. Non sono state invece osservate associazioni significative tra gli inquinanti e i ricoveri per malattie cerebrovascolari, per diabete e per le cause di tipo accidentale. Insieme con la dimostrazione di importanti effetti a breve termine dellinquinamento sulla mortalit e sui ricoveri ospedalieri, lo studio ha fornito una panoramica sulla situazione degli inquinanti in Italia nel periodo considerato. I risultati presentati non sono confortanti. Lo studio mostra il prevedibile miglioramento dei livelli di inquinamento rispetto agli anni Novanta per quanto riguarda il monossido di carbonio (CO) e lanidride solforosa (SO2), ma concentrazioni sostanzialmente stabili per quanto riguarda linquinamento da polveri fini (PM10) e da biossido di azoto (NO2), particolarmente nei periodi invernali, e per lozono nei periodi estivi. In sintesi, per il periodo compreso tra il 2001 e il 2005, stato osservato che: le polveri fini (PM10) mostrano concentrazioni medie giornaliere superiori a 40 g/m3 nella met delle citt selezionate; in tutte, a eccezione di Cagliari, in pi del 10% dei giorni (ossia pi di 35 giorni lanno) le medie giornaliere di PM10 superano il valore di 50 g/m3. il biossido di azoto (NO2) mostra concentrazioni medie giornaliere pi elevate nei grandi centri metropolitani, con valori superiori a 40 g/m3 a Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma e Palermo. lozono presente in concentrazioni medie superiori a 90 g/m3 (media mobile sulle 8 ore) in sette citt partecipanti su dieci. Nelle stesse citt in pi del 10% dei giorni si supera il valore di 120 g/m3; nel corso dellestate del 2003 si sono osservati valori mediamente pi alti (un incremento medio del 13%), in particolare a Mestre-Venezia, Torino e Palermo. Le informazioni sui livelli di inquinamento fornite dallo studio EpiAir hanno un rilevante interesse epidemiologico, derivando da una selezione delle stazioni delle reti di monitoraggio della qualit dellaria gestite dalle Agenzie regionali per la protezione dellambiente. Le serie orarie e giornaliere delle singole stazioni sono state combinate in ununica serie per citt, dopo

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opportune scelte, in modo da ottenere i dati aggregati e sintetici che rispecchiano i livelli medi di esposizione della popolazione nelle aree urbane. Gli inquinanti selezionati nel Progetto EpiAir (PM10, NO2, ozono) sono quelli per i quali sono stati osservati oggi livelli importanti di concentrazione nellaria urbana. Per quanto riguarda le polveri fini (PM10) e lNO2, sono numerosi gli studi sperimentali e di tossicocinetica che confermano la plausibilit degli loro effetti cardiovascolari e respiratori. Lozono, invece, manifesta i suoi effetti in quanto potente ossidante e irritante delle vie respiratorie; le evidenze scientifiche depongono in modo sempre pi consistente per un effetto indipendente dagli altri inquinanti considerati. Non possibile, secondo lo studio, indicare con certezza quale sia linquinante maggiormente responsabile degli effetti riscontrati; certamente nessuno degli inquinanti presi in esame da EpiAir emerge come lunico agente tossico, atteso che tutti i componenti sono risultati dannosi con una loro specificit. La correlazione esistente tra vari inquinanti (PM10 e NO2, CO e PM2.5, PM10 e PM2.5) indica lesistenza di una miscela tossica fortemente correlata con la frazione pi fine del particolato (PM2,5 e PM0.1), che in questo studio non stato possibile analizzare per assenza dei dati di monitoraggio nel periodo considerato; recenti analisi, tuttavia, hanno messo in luce il possibile ruolo del CO come indicatore della frazione pi fine del particolato. ******** Una prima considerazione si impone, ad avviso del Collegio, nella prospettiva della doverosa valutazione dei pur rilevanti risultati cui pervenuto lo studio epidemiologico di cui al Progetto EPIAIR, sopra sinteticamente illustrato. A tali emergenze, per quanto esse siano dotate di indubbio valore scientifico, non pu attribuirsi una specifica valenza probatoria nellodierno procedimento, in relazione agli effetti dellinquinamento atmosferico sulla salute dei fruitori dellaria ambiente; non almeno nei termini di quella prova certa del nesso causale fra gli effetti dellinalazione dei diversi inquinanti (in particolare delle polveri sottili) e le malattie respiratorie e cardiovascolari che in questa sede si richiederebbe; e ci perch uno studio epidemiologico, come noto, studio della frequenza, distribuzione e determinanti di salute/malattia nella popolazione. Orbene, mentre, nellaccezione comune, per causa si intende un qualsiasi fattore, elemento, circostanza che d origine ad un effetto (malattia) o ad una sequenza di eventi che sfociano
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nelleffetto, con il "determinante" si introduce invece il concetto di causa come "fattore capace di incrementare la probabilit" della malattia. Al concetto di determinante, in altri termini, strettamente connesso quello di rischio, che in epidemiologia rappresenta la probabilit, per un individuo o una popolazione, che un evento (in genere la malattia) si verifichi in un dato momento o in un determinato periodo di tempo. I determinanti primari sono rappresentati dai fattori la cui variazione esercita un effetto maggiore nella genesi della malattia; essi, quindi sono di importanza fondamentale per la comparsa della malattia. I determinanti secondari consistono invece nei fattori la cui variazione esercita un effetto minore nella genesi della malattia e dunque non sono indispensabili, n di importanza fondamentale, per la comparsa della malattia; in molti casi, essi corrispondono ai cosiddetti fattori "predisponenti" o "favorenti". In epidemiologia inoltre estremamente importante il fenomeno iceberg, perch lo studio dei soli individui con malattia conclamata (la parte emersa delliceberg) non sufficiente per disegnare un quadro esauriente dellandamento di una malattia, della sua gravit e della sua importanza. Nel linguaggio comune, poi, con il termine popolazione si intende generalmente indicare linsieme delle persone abitanti un luogo. Nel linguaggio epidemiologico, invece, il termine viene usato con un significato diverso, intendendo un insieme di unit che hanno uno o pi attributi in comune. Solitamente gli attributi vengono scelti con criteri arbitrari, ma utili ai fini dello studio che si intende eseguire. importante definire con precisione la popolazione da studiare; ci si ottiene adottando regole precise per includere o no un elemento nella popolazione, pur se non strettamente necessario che una popolazione comprenda un numero elevato di unit. Negli studi epidemiologici eseguiti su una popolazione, spesso si tende alla la generalizzazione dei risultati ottenuti; in molti casi, infatti, non interessano i risultati ottenuti sulla limitata popolazione esaminata direttamente, ma gli stessi risultati interessano in quanto sono (o dovrebbero essere) generalizzabili a popolazioni pi ampie, secondo un processo logico denominato inferenza. Lo scopo ultimo dellepidemiologia, in definitiva, quello di acquisire dati su cui basare decisioni razionali per la prevenzione ed il controllo delle malattie nelle popolazioni, mediante: la raccolta di informazioni che descrivono la frequenza e la distribuzione dello stato di salute e
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di malattia nelle popolazioni esaminate; lindicazione dei fattori che influenzano la comparsa e landamento delle malattie per limpostazione di azioni di prevenzione, eradicazione, controllo e di profilassi in genere; laccertamento e lo studio dei determinanti di salute e di malattia. Quanto agli obiettivi degli studi epidemiologici, essi possono essere riassunti in due grandi settori principali. Il primo settore comprende la cosiddetta "epidemiologia descrittiva", che ha lo scopo di stimare la frequenza di malattia e le sue caratteristiche a livello di popolazione; lattributo "descrittivo" deriva dal fatto che, nello studio, si osserva e si descrive una situazione senza interferire con la sua evoluzione; in genere, gli studi descrittivi, detti anche "studi ecologici", rappresentano un substrato prezioso per gli studi analitici, e quindi li precedono. Il secondo settore raccoglie tutte quelle attivit che hanno lo scopo di verificare unipotesi; le ipotesi pi frequenti riguardano leffetto di uno o pi (presunti) determinanti di malattia; indagini di questo tipo rientrano nella cosiddetta "epidemiologia analitica. Ci premesso, nel caso di specie il Progetto EPIAIR rappresenta evidentemente uno studio osservazionale (detto anche "ecologico"), nel quale le variabili (cio, nel caso pi semplice, la malattia ed una presunta causa) vengono monitorate, ma non formano oggetto di alcun tipo di intervento. Le considerazioni che precedono, alla luce di quanto autorevolmente insegnato dalla giurisprudenza di legittimit in tema di causalit omissiva impropria, inducono il Collegio decidente a considerare non probante lo studio epidemiologico in questione, che pur essendo dotato di elevata affidabilit scientifica, pur sempre condizionato dal fatto di essere improntato ad un metodo di natura statistica. Al riguardo, in tema di colpa professionale medica (cfr. Sezioni Unite, 10.7.2002, n. 30328, Franzese; Cass., sez. IV, n. 15282, 7.3.2008; Cass., sez. IV, n. 17523, 26.3.2008; Cass., sez. IV, n. 39594, 21.6.2007) la Suprema Corte ha affermato che lesistenza del nesso causale tra la condotta omissiva contestata e levento (nella specie, rischio o danno per la salute dei cittadini) non pu essere dedotta automaticamente dal coefficiente di probabilit espresso dalla legge statistica, poich il giudice deve verificarne la validit nel caso concreto, sulla base delle circostanze del fatto e dellevidenza disponibile, di talch, allesito del ragionamento probatorio che abbia altres escluso linterferenza di fattori alternativi, risulti giustificata e processualmente certa la conclusione che la condotta omissiva sia stata condizione necessaria dell'evento lesivo con "alto o elevato grado di credibilit razionale" o "probabilit logica". In tale prospettiva,
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linsufficienza, la contraddittoriet e lincertezza del riscontro probatorio sulla ricostruzione del nesso causale, quindi il ragionevole dubbio sulla reale efficacia condizionante della condotta omissiva rispetto ad altri fattori interagenti nella produzione dellevento lesivo, comportano lesito assolutorio del giudizio. Analogamente, con la sentenza della sez. IV, n. 22568 del 23.1.2002, Orlando, si affermato che in tema di causalit omissiva, la pur necessaria ricerca delle c.d. "leggi di copertura", universali o statistiche, seguita dallaltrettanto necessaria verifica della loro adattabilit al caso concreto, non pu tuttavia condurre ad affermare la sussistenza del nesso di causalit sulla base di un giudizio di probabilit statistica, essendo invece necessaria la formulazione di un giudizio di probabilit logica, inteso come quello che sia caratterizzato da elevata credibilit razionale, in linea con i criteri di valutazione della prova previsti per tutti gli elementi costitutivi del reato e tale, quindi, da poter giustificare il convincimento che levento specifico sia riconducibile alla condotta dellagente "al di l di ogni ragionevole dubbio". Infatti la "elevata probabilit logica", in presenza della quale pu essere affermata la sussistenza del nesso causale tra condotta ed evento, deve essere fondata sulle concrete acquisizioni probatorie disponibili, che il giudice deve valutare alla stregua delle regole dettate dagli artt. 192 co. 1 e 2 c.p.p. (quanto al ragionamento sullevidenza probatoria) e 546 co.1 lett. e) c.p.p. (quanto alla doverosa ponderazione del grado di resistenza dellipotesi di accusa rispetto alle ipotesi antagoniste od alternative, in termini conclusivi di "certezza processuale" o di "alta probabilit logica" della decisione). E, nel caso in esame, in cui non stata svolta alcuna indagine medico-legale in merito a specifici, concreti episodi di morte e/o malattia ipoteticamente ricollegabili allinalazione degli inquinanti atmosferici di cui nel processo si tratta, sembra doversi escludere che un livello di evidenza probatoria quale quello prescritto dalle norme del codice di rito sia stato raggiunto. ****** Come si accennato supra, lo Stato Italiano ha notificato alla Commissione Europea, ai sensi dellart. 22 della Direttiva 50/2008CE, la deroga allobbligo di applicare i valori limite per il PM 10 di cui allallegato XI (per le caratteristiche di dispersione specifiche del sito, per le condizioni climatiche avverse o per lapporto di inquinanti transfrontalieri) in 12 zone considerate per la qualit dellaria in Campania, Puglia e Sicilia, fra le quali, in particolare Palermo, Villabate, Bagheria, Monreale, Altofonte (come indicato nellallegato alla decisione indicata).
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dunque utile riportare il testo del citato art. 22 (Proroga del termine per il conseguimento e deroga allobbligo di applicare determinati valori limite): 1. Se in una determinata zona o agglomerato non possibile raggiungere i valori limite fissati per il biossido di azoto o il benzene entro i termini di cui allallegato XI, uno Stato membro pu prorogare tale termine di cinque anni al massimo per la zona o lagglomerato in questione, a condizione che sia predisposto un piano per la qualit dellaria a norma dellarticolo 23 per la zona o per lagglomerato cui sintende applicare la proroga; detto piano per la qualit dellaria integrato dalle informazioni di cui allallegato XV, punto B, relative agli inquinanti in questione e dimostra come i valori limite saranno conseguiti entro il nuovo termine. 2. Se in una determinata zona o agglomerato non possibile conformarsi ai valori limite per il PM10 di cui allallegato XI, per le caratteristiche di dispersione specifiche del sito, per le condizioni climatiche avverse o per lapporto di inquinanti transfrontalieri, uno Stato membro non soggetto allobbligo di applicare tali valori limite fino all11 giugno 2011 purch siano rispettate le condizioni di cui al paragrafo 1 e purch lo Stato membro dimostri che sono state adottate tutte le misure del caso a livello nazionale, regionale e locale per rispettare le scadenze. 3. Qualora gli Stati membri applichino i paragrafi 1 o 2, provvedono affinch il valore limite per ciascun inquinante non sia superato oltre il margine di tolleranza massimo indicato nellallegato XI per ciascun inquinante interessato. 4. Gli Stati membri notificano alla Commissione i casi in cui ritengono applicabili i paragrafi 1 o 2 e le comunicano il piano per la qualit dellaria di cui al paragrafo 1, comprese tutte le informazioni utili di cui la Commissione deve disporre per valutare se le condizioni pertinenti sono soddisfatte. In tale valutazione la Commissione tiene conto degli effetti stimati sulla qualit dellaria ambiente negli Stati membri, attualmente e in futuro, delle misure adottate dagli Stati membri e degli effetti stimati sulla qualit dellaria ambiente delle attuali misure comunitarie e delle misure comunitarie previste che la Commissione proporr. Se la Commissione non solleva obiezioni entro nove mesi dalla data di ricevimento di tale notifica, le condizioni per lapplicazione dei paragrafi 1 o 2 sono considerate soddisfatte. In caso di obiezioni, la Commissione pu chiedere agli Stati membri di rettificare i piani per la qualit dellaria oppure di presentarne di nuovi. Ci premesso, dalla documentazione prodotta dal P.M. emerso che in data 1.2.2010 la Commissione Europea ha emesso una decisione, di cui destinataria la Repubblica Italiana, che
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si riferisce alla deroga sopra richiamata, notificata da parte dellItalia con lettera raccomandata del 5 maggio 2009. Nella premessa di detta decisione, si legge, tra laltro, che i valori limite della qualit dellaria per il PM10 sono obbligatori dal 1 gennaio 2005, ai sensi della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999, concernente i valori limite di qualit dellaria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo; in conformit allart 22 paragrafo 2 della direttiva 2008/50/CE uno Stato membro pu derogare allobbligo di applicare i valori limite per il PM 10 purch a livello nazionale, regionale e locale siano state adottate tutte le opportune misure di abbattimento per rispettare tali valori entro il limite stabilito dalla direttiva 1999/30/CE, il superamento di tali valori sia imputabile principalmente alle caratteristiche di dispersione specifiche del sto, a condizioni climatiche avverse o allapporto di inquinanti transfrontalieri e sia predisposto un piano per la qualit dellaria da cui risulti che sar possibile conformarsi ai valori limite entro il nuovo termine. Si precisa, ancora, nella decisione in commento, che la notifica stata valutata in base alle indicazioni contenute nella comunicazione della Commissione relativa alla materia de qua; che la notifica stata trasmessa utilizzando i moduli contenuti nel documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la comunicazione; che avendo rilevato la mancanza di talune informazioni importanti nella notifica iniziale, la Commissione ha chiesto alle autorit italiane, con lettera del 28 settembre 2009, di completare la notifica; che le autorit italiane hanno fornito alcune delle informazioni complementari richieste con lettere del 22 ottobre e dell11 novembre 2009, ma per la Regione Campania non hanno presentato informazioni complementari; che la notifica dellItalia era corredata dai piani regionali per la qualit dellaria per tutte le zone considerate. La valutazione della Commissione, per ci che concerne i piani per le zone da 4 a 12, che essi non comprendono tutte le informazioni richieste ai sensi del punto 7 lett. b), e del punto 8 lett. c, e per tutte le zone da 8 a 12 anche del punto 8 lett. b), della parte A, dellallegato XV della direttiva 2008/50/CE, ossia gli effetti riscontrati dei provvedimenti di miglioramento vigenti anteriormente all11 giugno 2008, la stima dei miglioramenti programmati della qualit dellaria, i tempi previsti per conseguire la riduzione dellinquinamento a seguito dellentrata in vigore della direttiva 2008/50/CE e un calendario per lattuazione delle misure e dei progetti a tale scopo.
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Ha chiarito, inoltre, la Commissione che Per stabilire se sono soddisfatte le condizioni richieste per ottenere una deroga per il PM 10 occorre individuare le fonti di inquinamento principali allorigine delle concentrazioni registrate. E necessario che tale ripartizione per fonte sia abbastanza precisa da consentire di determinare quali provvedimenti prendere per le fonti di inquinamento principali. In particolare, ha osservato che Le autorit italiane hanno presentato unanalisi delle fonti di inquinamento, per settore e per origine, per le zone da 8 a 11. Il traffico in generale la fonte principale a livello locale e urbano..Lapporto degli inquinanti transfrontalieri e delle fonti naturali ben documentato e verosimile per le zone da 8 a 11.. Per le zone 8 e 9 le autorit italiane hanno invocato condizioni specifiche del sito e condizioni climatiche avverse. Tuttavia, non stato dimostrato che il superamento si limita ad un canyon urbano e non sono state trasmesse ulteriori informazioni quantitative da ritenersi equivalenti per dimostrare la presenza di condizioni specifiche del sito. Per quanto riguarda laffermazione relativa alle condizioni climatiche avverse sembrerebbe che i criteri indicati nella comunicazione non siano stati rispettati. Poich non sono stati forniti dati a spiegazione del motivo per cui una velocit media del vento pi alta serva a dimostrare che le condizioni siano soddisfatte, la Commissione ritiene di non essere in grado di valutare se sussistono condizioni climatiche avverse nelle zone 8 e 9. Di conseguenza, in base alle informazioni fornite la Commissione non in grado di valutare se il superamento dei limiti nelle zone 8 e 9 imputabile a condizioni climatiche avverse, allapporto di inquinanti transfrontalieri, alle caratteristiche di dispersione specifiche del sito o ad una combinazione di questi fattori . Ed ancora, premettendo che Per stabilire se sono state adottate tutte le opportune misure entro il termine fissato del 2005, occorre considerare quando si verificato per la prima volta nella zona il superamento dei limiti che ha fatto scattare le misure di abbattimento a norma della direttiva 1999/30/CE, la pertinenza delle misure adottate rispetto alle fonti individuate e lincidenza di fattori esterni, quali condizioni climatiche avverse, la Commissione ha valutato che Nelle zone 6, 8 e 9 il superamento dei limiti che ha fatto scattare lobbligo di adottare misure di abbattimento si verificato per la prima volta ..nel 2003 (zone 8 e 9).. Sebbene i piani della qualit dellaria siano stati adottati tardi, solo nel 2007 (zone 8 e 9) ., la Commissione ritiene nel complesso appropriati i provvedimenti di riduzione nelle zone9 anteriormente al termine del 2005.
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La Commissione ha poi rilevato che Per quanto riguarda le zone..9la notifica indica che una combinazione di misure locali, regionali e nazionali, che si aggiungerebbero alle misure di abbattimento gi vigenti, porteranno ad una riduzione dei livelli di concentrazione tale da garantire il rispetto dei valori limite nel 2011. Dallesame dei documenti presentati dalle autorit competenti si ricava che senza misure nazionali, le sole misure regionali e locali non bastano a ottenere la conformit ai valori consentiti entro il nuovo termine nelle zone..9. Poich le informazioni contenute nella notifica non illustrano a sufficienza le misure che dovrebbero essere attuate a livello nazionale e dal momento che il piano nazionale per la qualit dellaria ancora in fase di stesura ha, quindi, ritenuto che sebbene non sia da escludersi che una combinazione di misure nazionali, regionali e locali potrebbe consentire il rispetto dei valori consentiti, non possibile, sulla base delle informazioni attualmente disponibili e in assenza di un impegno formale a livello nazionale sotto forma di un piano nazionale per la qualit dellaria, stabilire se tali valori saranno rispettati entro il 2011 nelle predette zone. La mancanza di specifiche informazioni sugli effetti delle ulteriori misure regionali e locali in dette zone contribuisce allincertezza sullefficacia delle misure di riduzione adottate a livello locale. La motivazione cos prosegue: Per quanto riguarda il rispetto del valore limite giornaliero e/o annuale nelle zone elencate nellallegato alla presente decisione sulla base delle relazioni sulla qualit dellaria trasmesse dalle autorit competenti, la Commissione ritiene che i livelli di concentrazione dovrebbero essere mantenuti al di sotto del valore limite giornaliero e/o annuale in dette zone e che, considerati i risultati raggiunti in termini di rispetto dei limiti, in dette zone dovrebbe continuare ad applicarsi il valore limite giornaliero e/o annuale pertinente fissato nellallegato XI della direttiva 2008/50/CE senza un margine di tolleranza; conclude, quindi, che Con riguardo alle zone..9.., la Commissione ritiene opportuno sollevare obiezioni contro la deroga allobbligo di applicare i valori limite giornalieri e/o annuali indicati in allegato, poich non stato dimostrato n che il valore limite non pu essere rispettato a causa di condizioni climatiche avverse, di caratteristiche specifiche del sito o di apporto di inquinanti transfrontalieri, n che il rispetto dei valori limite potr essere conseguito entro la scadenza del periodo di deroga nel 2011. In definitiva, nel dispositivo della decisione in commento la Commissione ha tra laltro adottato le seguenti statuizioni: Articolo 1
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1) 2)Vengono sollevate obiezioni alla notifica, da parte dellItalia, di una deroga allobbligo di applicare i valori limite seguenti per il PM 10 di cui allallegato XI della direttiva 2008/50/CE: a)..; b) i valori limite giornaliero ed annuale nelle zone da 5 a 10 e .di cui allallegato alla presente decisione. Articolo 2 1. .. 2 3.. Articolo3 La Repubblica italiana destinataria della presente decisione. ***** Deve qui ribadirsi, ai fini della migliore comprensione del fondamento della predetta decisione, che per quanto concerne le polveri fini PM10, in data 1 gennaio 2005 sono entrati a regime, in tutto il territorio nazionale, i limiti annuali e giornalieri fissati dal D.M. n. 60/2002; fino alla data indicata ed a partire dal 1 gennaio 2002 i valori limite erano diversi, in ragione del margine di tolleranza previsto dalla normativa per il periodo di adeguamento, come rappresentato nelle seguenti tabelle:
valori limite annuali delle polveri fini PM10 per la protezione della salute umana con i margini di tolleranza previsti dal DM 2/4/2002 n. 60: Anni Valore g/m3 valori limite giornalieri delle poveri fini PM10 per la protezione della salute umana con i margini di tolleranza previsti dal DM 2/4/2002 n. 60: Anni Valore g/m3 limite 1.01.200 2 65 1.01.200 3 60 1.01.200 4 55 1.01.200 5 50 in seguito 50 1.01.200 2 limite 44,8 1.01.200 3 43,2 1.01.200 4 41,6 1.01.200 5 40 in seguito 40

(da non superare pi di 35 volte per anno civile)

Ed in proposito, mette conto di sottolineare che nella esaminata decisione la Commissione

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ha

ritenuto nel complesso appropriati i provvedimenti di riduzione nelle zone9

anteriormente al termine del 2005. Sembra a questo punto opportuno svolgere brevi cenni in ordine alla natura giuridica degli atti normativi comunitari e ai poteri del giudice italiano nellinterpretazione della normativa europea. Lart. 249 del Trattato CE stabilisce la tipologia degli atti a mezzo dei quali le istituzioni comunitarie esercitano le competenze loro attribuite: regolamenti, decisioni, direttive, nonch raccomandazioni e pareri. In particolare fra gli atti vincolanti si annoverano, per ci che qui interessa, la decisione e la direttiva. La direttiva, a norma dellart. 249 co. 3, vincola lo Stato membro cui rivolta per quanto riguarda il risultato da raggiungere, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi. Come la decisione, e a differenza dal regolamento, la direttiva non ha portata generale, ma vincola solo lo Stato o gli Stati che ne sono i soli destinatari, salvo ad incidere talvolta sulle situazioni giuridiche dei singoli. Tanto la direttiva, quanto la decisione, producono effetti obbligatori. Infatti, lelemento qualificante della direttiva appunto costituito dallobbligo imposto agli Stati, che in via di principio un obbligo di risultato: lobbligo dello Stato di adottare tutte le misure necessarie per realizzare il risultato voluto dalla direttiva, obbligo cogente che investe tutti gli organi dello Stato, compresi quelli giurisdizionali. La decisione, invece, corrisponde allatto amministrativo dei sistemi giuridici nazionali, in quanto rappresenta lo strumento utilizzato dalle istituzioni quando sono chiamate ad applicare il diritto comunitario alle singole fattispecie concrete. Essa quindi suscettibile di creare, modificare o estinguere situazioni giuridiche soggettive in capo ai destinatari, che possono essere sia gli Stati (anche tutti gli Stati), sia le persone fisiche o giuridiche, senza che latto perda la sua caratteristica individuale. La decisione pu essere adottata dal Consiglio o dalla Commissione, la quale agisce o in virt di un potere proprio o su delega del Consiglio. La decisione va notificata ai destinatari e solo da tale momento produce i suoi effetti nei confronti dei destinatari ed ad essi opponibile.
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Fra i poteri della Commissione vi quello di esecuzione del Trattato e degli atti derivati, sotto il duplice profilo del controllo sullosservanza del diritto comunitario e dellesecuzione in senso proprio. Il potere di controllo (art. 211: vigila sullapplicazione delle disposizioni del presente Trattato e delle disposizioni adottate dalle istituzioni in virt del Trattato stesso) generale e si esplica soprattutto nella verifica dellosservanza degli obblighi comunitari da parte degli Stati membri. Detto potere si esplica attraverso un meccanismo generale di contestazione delle infrazioni che la Commissione attiva nei confronti dello Stato membro inadempiente a mezzo di messa in mora e quindi di un parere motivato, che, nel caso di persistente inadempimento, conduce al ricorso della Commissione dinanzi alla Corte di Giustizia per laccertamento giurisdizionale dellinfrazione. Rispetto ai destinatari le decisioni sono interamente obbligatorie e non di rado, quelle che hanno per destinatari gli Stati membri, impongono ad essi di adottare atti normativi. Si pone il problema se le decisioni che abbiano come destinatari uno o pi Stati membri possano determinare il sorgere di situazioni giuridiche attive di persone fisiche o giuridiche, se cio possano produrre effetti diretti. In proposito, la Corte di Giustizia si espressa in senso affermativo nella sentenza Grad (sent. 6 ottobre 1970, causa 9/70). Aderendo a tale impostazione, il P.M. ha, poi, richiamato la ben pi recente sentenza della Corte di Giustizia Europea Seconda Sezione 25.7.2008 (Direttiva 96/62/CE Valutazione e gestione della qualit dellaria ambiente Fissazione dei valori limite Diritto di un terzo vittima di danni alla salute alla predisposizione di un pianodazione) nel procedimento C237/07, avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dellart. 234 CE, dal Bundesverwaltungsgericht (Germania), con ordinanza 29 marzo 2007, nella causa tra Dieter Janecek e Freistaat Bayern. La domanda di pronuncia pregiudiziale verteva sullinterpretazione dellart. 7, n. 3, della direttiva del Consiglio 27 settembre 1996, 96/62/CE, in materia di valutazione e di gestione della qualit dellaria ambiente, come modificata dal regolamento (CE) del Parlamento europeo e del Consiglio 29 settembre 2003, n. 1882. La domanda era stata presentata nellambito di una controversia sorta in merito ad una domanda diretta ad ottenere che fosse imposto allo Stato Bavarese di predisporre un piano di azione per la qualit dellaria nel settore della Landshuter Allee, in Monaco di Baviera, dove risiedeva linteressato; il piano avrebbe dovuto contenere le misure da adottare a breve termine per
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garantire losservanza del limite autorizzato dalla normativa comunitaria per quanto concerne le emissioni di particelle fini PM10 nellaria ambiente. Tralasciando lo svolgimento della causa principale, le questioni pregiudiziali proposte alla Corte erano le seguenti: 1) Se lart. 7, n. 3, della direttiva () 96/62(), sia da interpretare nel senso che ad un terzo, che abbia subito danni alla salute, viene conferito un diritto soggettivo alladozione di un piano dazione anche allorquando, indipendentemente dal piano dazione, lo stesso in grado di far valere il suo diritto alla difesa contro gli effetti nocivi per la salute dovuti al superamento del valore massimo di emissione fissato per le particelle di polveri fini PM10, agendo in giudizio per ottenere lintervento delle autorit competenti. 2) Qualora la prima questione debba essere risolta in senso affermativo: se un terzo, esposto agli effetti nocivi per la salute prodotti dalle particelle di polveri fini PM10, abbia diritto alladozione di detto piano dazione recante misure da applicare a breve termine, atte a garantire la stretta osservanza del valore massimo di emissione fissato per le particelle di polveri fini PM10. 3) Qualora la seconda questione debba essere risolta in senso negativo: in che misura, grazie ai provvedimenti definiti nel piano dazione, il rischio di superamento del valore massimo debba essere ridotto e la sua durata circoscritta. Se il piano dazione possa limitarsi, alla stregua di un programma graduale, a misure che, pur non garantendo il rispetto del valore massimo, contribuiscano ci nondimeno al miglioramento a breve termine della qualit dellaria. Su tali questioni pregiudiziali, la Corte si pronunciata nei termini che seguono. In riferimento alla prima questione, la disposizione di cui allart. 7, n. 3, della direttiva 96/62 impone agli Stati membri un chiaro obbligo di predisporre piani di azione sia in caso di rischio di superamento dei valori massimi, sia in caso di rischio di superamento delle soglie di allarme. Questa interpretazione, che deriva dalla semplice lettura dellart. 7, n. 3, della direttiva 96/62, confermata del resto dal dodicesimo considerando di questultima. Quanto enunciato in merito ai valori massimi vale a fortiori per quanto riguarda le soglie di allarme relativamente alle quali, del resto, lart. 2 di questa stessa direttiva, il quale definisce le varie nozioni impiegate in questultima, dispone che gli Stati membri devono immediatamente intervenire a norma della presente direttiva. Inoltre, in forza di una giurisprudenza consolidata della Corte, i soggetti dellordinamento possono far valere nei confronti delle autorit pubbliche disposizioni categoriche e
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sufficientemente precise di una direttiva (v., in tal senso, sentenza 5 aprile 1979, causa 148/78, Ratti, Racc. pag. 1629, punto 20). compito delle autorit e dei giudici nazionali interpretare le disposizioni dellordinamento nazionale in un senso che sia compatibile, nella maggiore misura possibile, con gli obiettivi di questa direttiva (v., in tal senso, sentenza 13 novembre 1990, causa C-106/89, Marleasing, Racc. pag. I-4135, punto 8). Qualora non sia possibile formulare uninterpretazione del genere, loro compito disapplicare le norme dellordinamento nazionale incompatibili con la detta direttiva. Come ha ricordato pi volte la Corte, incompatibile con il carattere vincolante che lart. 249 CE riconosce alla direttiva escludere, in linea di principio, che lobbligo che essa impone possa essere invocato dagli interessati. Questa considerazione vale in modo particolare per una direttiva, il cui scopo quello di controllare, nonch ridurre linquinamento atmosferico e che mira, di conseguenza, a tutelare la sanit pubblica. Per tali ragioni la Corte ha dichiarato che, in tutti i casi in cui linosservanza dei provvedimenti imposti dalle direttive relative alla qualit dellaria e a quella dellacqua potabile, e che mirano a tutelare la sanit pubblica, possa mettere in pericolo la salute delle persone, queste ultime devono poter invocare le norme di ordine pubblico che esse contengono (v. citate sentenze 30 maggio 1991, causa C-361/88, Commissione/Germania, e causa C-59/89, Commissione/Germania, nonch 17 ottobre 1991, Commissione/Germania). Da quanto sin qui esposto deriva che le persone fisiche o giuridiche direttamente interessate da un rischio di superamento di valori massimi o di soglie di allarme devono poter ottenere dalle autorit competenti, eventualmente adendo i giudici competenti, la predisposizione di un piano di azione, una volta che esista un rischio del genere. La circostanza che queste persone dispongano di altre procedure, in particolare del potere di pretendere dalle competenti autorit ladozione di misure concrete per ridurre linquinamento, come previsto dallordinamento tedesco, in base a quanto indicato dal giudice del rinvio, irrilevante a tal riguardo. Infatti, da un lato, la direttiva 96/62 non contiene nessuna riserva relativa a provvedimenti che possano essere adottati in forza di altre disposizioni dellordinamento nazionale; dallaltro, essa istituisce una procedura del tutto specifica di pianificazione che mira, come enunciato dal suo dodicesimo considerando, alla tutela dellambiente nel suo complesso, tenendo conto dellinsieme degli elementi da prendere in considerazione quali, in particolare, le esigenze collegate al funzionamento degli impianti industriali o agli spostamenti.
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Di conseguenza, occorre risolvere la prima questione dichiarando che lart. 7, n. 3, della direttiva 96/62 devessere interpretato nel senso che, in caso di rischio di superamento dei valori limite o delle soglie di allarme, i soggetti dellordinamento direttamente interessati devono poter ottenere dalle competenti autorit nazionali la predisposizione di un piano di azione, anche quando essi dispongano, in forza dellordinamento nazionale, di altre procedure per ottenere dalle medesime autorit che esse adottino misure di lotta contro linquinamento atmosferico. Per quanto attiene alla seconda e alla terza questione, la Corte ha cos motivato: Ai sensi dellart. 7, n. 3, della direttiva 96/62, i piani di azione devono contenere le misure da adottare a breve termine in casi di rischio di un superamento dei valori limite e/o delle soglie di allarme, al fine di ridurre il rischio e limitarne la durata. Dalla lettera stessa risulta che gli Stati membri non hanno lobbligo di adottare misure tali da scongiurare qualsiasi superamento.Al contrario, dalleconomia della detta direttiva, la quale mira a una riduzione integrata dellinquinamento, si ricava che spetta agli Stati membri adottare misure idonee a ridurre al minimo il rischio di superamento e la sua durata, tenendo conto di tutte le circostanze presenti e degli interessi in gioco. In questa prospettiva occorre rilevare che, sebbene gli Stati membri dispongano di un potere discrezionale, lart. 7, n. 3, della direttiva 96/62 fissa alcuni limiti allesercizio di questultimo, i quali possono essere fatti valere dinanzi ai giudici nazionali (v., in tal senso, sentenza 24 ottobre 1996, causa C-72/95, Kraaijeveld e a., Racc. pag. I-5403, punto 59), in relazione al carattere adeguato delle misure che il piano di azione deve contenere nei confronti dellobiettivo di riduzione del rischio di superamento e di limitazione della sua durata, in considerazione dellequilibrio che occorre garantire tra tale obiettivo e i diversi interessi pubblici e privati in gioco. Di conseguenza, occorre risolvere le questioni seconda e terza dichiarando che gli Stati membri hanno come unico obbligo di adottare, sotto il controllo del giudice nazionale, nel contesto di un piano di azione e a breve termine, le misure idonee a ridurre al minimo il rischio di superamento dei valori limite o delle soglie di allarme ed a ritornare gradualmente ad un livello inferiore ai detti valori o alle dette soglie, tenendo conto delle circostanze di fatto e dellinsieme degli interessi in gioco. Per questi motivi, la Corte ha cos concluso:
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1) Lart. 7, n. 3, della direttiva del Consiglio 27 settembre 1996, 96/62/CE, in materia di valutazione e di gestione della qualit dellaria ambiente, come modificata dal regolamento (CE) del Parlamento europeo e del Consiglio 29 settembre 2003, n. 1882, devessere interpretato nel senso che, in caso di rischio di superamento dei valori limite o delle soglie di allarme, i soggetti dellordinamento direttamente interessati devono poter ottenere dalle competenti autorit nazionali la predisposizione di un piano di azione, anche quando essi dispongano, in forza dellordinamento nazionale, di altre procedure per ottenere dalle medesime autorit che esse adottino misure di lotta contro linquinamento atmosferico. 2) Gli Stati membri hanno come unico obbligo di adottare, sotto il controllo del giudice nazionale, nel contesto di un piano di azione e a breve termine, le misure idonee a ridurre al minimo il rischio di superamento dei valori limite o delle soglie di allarme ed a ritornare gradualmente ad un livello inferiore ai detti valori o alle dette soglie, tenendo conto delle circostanze di fatto e dellinsieme degli interessi in gioco. ******* Tanto premesso, mentre non si pu che concordare con il P.M. sul fatto che la pronunzia della Corte Europea dei Diritti dellUomo abbia fatto sorgere posizioni giuridiche soggettive in capo ai singoli interessati allapplicazione della direttiva in questione, con la conseguenza che ci vale anche con riferimento ai cittadini italiani, lunico effetto che ne pu derivare nella fattispecie sub iudice che il cittadino, a titolo individuale, pu adire le competenti autorit nazionali per ottenere dagli Stati membri rispettivamente la predisposizione di un piano dazione in materia di qualit dellaria, ovvero il risarcimento dei danni eventualmente subiti; nessuna specifica interferenza sembra, quindi, ravvisabile tra il pur condivisibile principio affermato nella sentenza de qua e la configurabilit del reato omissivo contestato agli amministratori comunali nellodierno giudizio. Analoghe considerazioni valgono con riferimento alla asserita refluenza della decisione della Commissione Europea nel presente procedimento, atteso che il P.M. ha inteso sostenere che a detta decisione dovrebbe annettersi un qualche rilievo sotto il profilo della integrazione delle fattispecie omissive penalmente rilevanti per cui si procede. Come stato affermato dal P.M., la ritenuta sostanzialit della violazione avrebbe indotto la Commissione a coltivare la procedura di infrazione (ex art. 226 e 169 Trattato) dinanzi alla Corte di Giustizia; procedura che a seguito dellatto di messa in mora, delle eventuali obiezioni dello Stato destinatario e del parere motivato della Commissione potrebbe, ove questultima lo
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ritenga nellesercizio di un suo potere discrezionale, anche fermarsi alla fase precontenziosa. Laddove, invece, la procedura venisse coltivata, la stessa sfocerebbe in una decisione della Corte di Giustizia. Infatti, nel caso in cui lo Stato non si conformi al parere motivato (non vincolante) della Commissione nel termine fissato, allora questa pu adire la Corte di Giustizia. In ogni caso, osserva conclusivamente il Collegio, la detta decisione non suscettibile di spiegare alcuna refluenza nellodierno giudizio, nel quale si discute di presunte condotte omissive addebitate agli amministratori comunali di Palermo; avuto riguardo, infatti, alla natura giuridica della decisione della Commissione europea e al soggetto destinatario di tale pronunciamento (nel caso di specie, la Repubblica Italiana), da essa pu al pi nascere lobbligo di natura politica per gli Stati membri di conformarsi al decisum dellorgano comunitario. E, solo in via di ipotesi, anche laddove in esito alla incoata procedura di infrazione la Corte di Giustizia Europea dovesse addivenire alla condanna dello Stato Italiano inadempiente, detta pronunzia avrebbe esclusiva refluenza sulla responsabilit dello Stato membro condannato, in nessun modo potendo integrare il precetto penale (art. 328 c.p.) in malam partem, estendendo i confini della fattispecie (fra le altre sul punto cfr. Cass S.U Penali 25.6-6.10.2009 n. 38691). ******* In definitiva, la valutazione dei dati e delle risultanze processuali non consente di convalidare lipotesi accusatoria cristallizzata nei capi di imputazione (sub a1 e a), secondo la quale il Cammarata, lAvanti e il Ceraulo, nelle rispettive competenze istituzionali, avrebbero agito (o, per meglio dire, omesso di agire), ciascuno rifiutando indebitamente di adottare i provvedimenti amministrativi necessari per fronteggiare linquinamento atmosferico e, in particolare, per evitare il perdurare del superamento dei limiti normativamente previsti, con ununitaria finalit, la consapevolezza del ruolo svolto dagli altri e la volont di agire in comune. In realt, come si detto, di iniziative e misure volte alla riduzione del traffico e della concentrazione di inquinanti in atmosfera ne furono intraprese ed adottate in numero rilevante, alcune di immediata attuazione, altre soprattutto quelle di carattere strutturale - a livello di programmazione; n i lunghi tempi di realizzazione delle opere infrastrutturali oggetto di programmazione - connessi alla definizione delle procedure amministrative, alla risoluzione dei contenziosi talora insorti e alla esecuzione dei lavori - possono essere addebitati agli odierni prevenuti. In presenza di unazione amministrativa che, certo, pu essere astrattamente sottoposta a rilievi critici (come tutte le condotte umane), ma esclude concettualmente uninerzia volontaria nel
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significato penalmente rilevante espresso dallart. 328 c.p., deve affermarsi il principio che la possibile emanazione di provvedimenti diversi e pi drastici sarebbe rientrata nellesercizio della discrezionalit politico-amministrativa, incensurabile in questa sede. Ed infine, non vi alcuna prova del fatto che se tali misure pi incisive fossero state attuate, si sarebbe raggiunto il risultato della riduzione dei livelli di inquinanti entro i limiti previsti dalla normativa comunitaria per la protezione della salute umana, non essendo ovviamente sufficiente, nella prospettiva accusatoria, un mero abbattimento delle concentrazioni che non avesse conseguito quello specifico obiettivo. Ed a tale specifico proposito mette conto di evidenziare che, con riferimento al blocco integrale del traffico - lunica ulteriore misura, tra quelle non adottate, individuata nelle imputazioni come potenzialmente idonea a migliorare la qualit dellaria - stato proprio uno dei consulenti tecnici del P.M. ad ammettere che anche tale drastico provvedimento potrebbe rivelarsi non idoneo allo scopo, in presenza di determinate condizioni ambientali e meteoclimatiche (come del resto diffusamente spiegato nel rapporto APAT 2005). In ogni caso mancherebbe, dunque, anche la prova dellesistenza di un nesso causale tra le presunte condotte omissive degli amministratori e il superamento del limiti normativi, atteso che la concreta efficacia delle iniziative assunte in materia di contrasto allinquinamento atmosferico non pu che essere verificata in concreto ed ex post, soprattutto in presenza di numerose variabili, non governabili dallazione umana. Conclusivamente, per tutte le ragioni sopra evidenziate, con riferimento alle imputazioni di cui ai capi a1) e a) della rubrica le posizioni degli odierni imputati devono essere definite con la corrispondente formula assolutoria perch il fatto non sussiste. ******* Le imputazioni elevate ai sensi dellart. 674 c.p.p. Le contestazioni mosse dallorgano dellaccusa ai capi b1) e b) impongono la necessit di affrontare preliminarmente la travagliata questione della configurazione giuridica del reato contravvenzionale previsto dallart. 674 c.p. (getto pericoloso di cose). Come noto, la prima ipotesi prevista dalla norma citata punisce chiunque getta o versa, in luogo di pubblico transito o in luogo privato di uso comune o di uso altrui, cose atte ad offendere, imbrattare o molestare persone; la seconda ipotesi, invece, punisce chiunque provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo atti ad offendere, imbrattare o molestare persone.
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Le due ipotesi sono accomunate dallo stesso evento di pericolo (attitudine a offendere, imbrattare o molestare persone), ma si distinguono sia per la condotta, che nel primo caso si configura come gettare o versare, mentre nel secondo caso consiste nel provocare emissioni; sia per loggetto materiale del reato, che nel primo caso pu essere qualsiasi cosa e nel secondo caso coincide con gas, vapori o fumi, purch si tratti sempre di cose con attitudine offensiva. Pur trattandosi comunque di un reato di pericolo, la struttura delle due fattispecie appare diversa, giacch la prima si potrebbe qualificare come un reato di mera condotta, mentre la seconda fattispecie sembrerebbe configurarsi come reato di evento a condotta libera, o reato causale puro, in cui levento naturalistico (emissione di gas, vapori o fumi) si distingue concettualmente e materialmente dalla condotta che lo provoca (la quale pu consistere in qualsiasi azione od omissione). La giurisprudenza di legittimit apparsa oscillante sul punto. Secondo una recente pronuncia della Suprema Corte (sez. III, 18.12.2008, Del Balzo), lipotesi del "versamento" deve considerarsi strutturalmente omogenea a quella della "emissione", poich il significato della norma incriminatrice non sarebbe cambiato se il legislatore avesse punito non chiunque "versa", ma chiunque "provoca versamenti" (cos come del resto non sarebbe cambiato se invece che punire chiunque "provoca emissioni", avesse punito chiunque "emette"). In entrambi i casi, dunque, sarebbe ravvisabile un evento (versamento, emissione) distinguibile dalla condotta che lo provoca, la quale pu essere a sua volta sia attiva che omissiva. Si pone, quindi, un problema di qualificazione giuridica quando il fatto contestato consiste nella diffusione di polveri nellatmosfera (nel caso deciso, si trattava di emissioni di polveri provocate nel corso di un'attivit produttiva, a causa di un improprio sistema di scarico, di trasporto e di magazzinaggio del clinker, una sostanza sabbiosa utilizzata per la produzione del cemento). Nella pronuncia sopra citata, la Corte di Cassazione, in linea con un precedente orientamento che aveva ricondotto nel concetto di "gettare" o "versare" anche quello di diffondere polveri nelle aree circostanti (sez. I, 22.9.1993, Pasini; e sez. III, 23.10.2002, Lorusso), ha ritenuto che la diffusione di polveri nellatmosfera rientra nella nozione di "versamento di cose" ai sensi della prima ipotesi dellart. 674 c.p. e non in quella di "emissione di fumo" contemplata dalla seconda ipotesi, in quanto mentre il fumo sempre prodotto della combustione, la polvere prodotto di frantumazione e non di combustione; e ci tenuto conto anche di quanto ha
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osservato una condivisibile dottrina, secondo la quale il "gettare" si riferisce al lancio di materie solide, mentre il "versare" concerne le materie liquide o fluide, oppure le materie solide ma di consistenza sabbiosa o polverosa. Secondo un diverso orientamento, affermatosi soprattutto in materia di emissione di onde elettromagnetiche, la norma incriminatrice prevede in realt un unico ed unitario reato, nel quale la seconda ipotesi non altro che una specificazione della prima, caratterizzata non tanto dal particolare oggetto dellemissione (gas, vapori, fumo), quanto piuttosto dal fatto che possibile che lattivit pericolosa (lemissione), essendo socialmente utile, sia disciplinata dalla legge o da un provvedimento dell'autorit; in tal caso il reato configurabile esclusivamente quando essa non sia consentita, ossia quando siano superati i limiti tabellari previsti per la specifica attivit. Nellambito di tale interpretazione adeguatrice dellart. 674 c.p., si sostenuto che lespressione "nei casi non consentiti dalla legge" - contenuta nella seconda parte della norma penale in relazione alla ipotesi di emissioni di gas, di vapori o di fumo - costituisce una precisa indicazione della necessit che, qualora si tratti di attivit considerata dal legislatore socialmente utile e per tale motivo prevista e disciplinata, per potersi configurare il reato de quo lemissione avvenga in violazione delle norme o prescrizioni di settore che regolano la specifica attivit; la norma contiene infatti una sorta di presunzione di legittimit, ai fini penali, delle emissioni di fumi, vapori o gas che non superino la soglia fissata dalle norme speciali in materia. Pertanto, ha precisato la Corte di Cassazione, perch sia configurabile il reato di cui allart. 674 c.p., non sufficiente il fatto che le emissioni siano astrattamente idonee ad arrecare offesa o molestia, ma indispensabile anche la specifica dimostrazione oggettiva che esse superano i parametri fissati dalle norme speciali. Qualora invece le emissioni, pur quando abbiano arrecato concretamente offesa o molestia alle persone, siano state tuttavia contenute nei limiti di legge, saranno eventualmente applicabili le sole norme di carattere civilistico contenute nellart. 844 del codice civile. In definitiva, secondo tale recente indirizzo, la configurabilit del reato di getto pericoloso di cose esclusa in caso di emissioni provenienti da attivit autorizzata o disciplinata dalla legge e contenute nei limiti previsti dalle leggi di settore o dagli specifici provvedimenti amministrativi che le riguardano, in quanto il rispetto dei predetti limiti implica una presunzione di legittimit del comportamento (cfr., ex plurimis, Cass., sez. III, 9.1.2009, Abbaneo; nello stesso senso, da
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ultimo, Cass., sez. III, 3.3.2010, De Nicolo; e Cass., sez. III, 21.10.2010, Rocchi, nella quale si afferma che il principio appena espresso ormai seguito dal diritto vivente e deve considerarsi valido per entrambe le ipotesi previste dallart. 674 c.p., cio per qualsiasi comportamento materiale getto, lancio, versamento, emissione avente ad oggetto cose materiali o immateriali e che pu provocare offesa o molestia alle persone). Con specifico riferimento al tema delle emissioni nellatmosfera provenienti da veicoli a motore, la Suprema Corte vi ha pi volte ravvisato lelemento oggettivo del reato di cui allart. 674, seconda parte, c.p., affermando che esse possono certamente ricondursi ad una delle tre tipologie indicate dalla norma (gas, vapori, fumo). Non ignora il Collegio che, secondo un recentissimo arresto della stessa Corte di legittimit, la diffusione di polveri nellatmosfera rientra nella nozione di versamento di cose ai sensi della prima ipotesi dellart. 674 c.p. e non in quella di emissione di fumo contemplato dalla seconda ipotesi, in quanto mentre il fumo sempre prodotto della combustione, la polvere prodotto di frantumazione e non di combustione. Tale principio opera a fortiori per il getto del particolato, della cui natura di cosa non pu certo dubitarsi. Ci significa che sia per il getto del particolato sia per lemissione delle polveri che ricadono sul terreno trova applicazione la prima parte dellipotesi prevista dallart. 674 c.p. e non debbono essere presi in esame ai fini della responsabilit gli ulteriori requisiti fissati dalla seconda parte del medesimo articolo (Cass., sez. III, 27.4.2011, PG in proc. Tat ed altri). In relazione alla natura delle emissioni per cui si procede (gas di scarico dei veicoli a motore), sembra tuttavia pi coerente e convincente lindirizzo giurisprudenziale pi risalente. Da tale inquadramento della fattispecie concreta nella seconda ipotesi prevista dalla norma incriminatrice, deriva quindi che la condotta in esame pu assumere rilevanza penale solo se lemissione avviene in casi non consentiti dalla legge, come recita testualmente la suddetta disposizione normativa; senza dire che, secondo le condivisibili osservazioni enunciate dalla Suprema Corte nella sentenza Rocchi sopra citata, tale conclusione pu restare ferma anche qualora si ritenga che le due ipotesi dellart. 674 c.p. debbano restare distinte e separate. Ed invero, una volta che le onde elettromagnetiche o le polveri si sono fatte rientrare nel getto di cose previsto dalla prima ipotesi della disposizione in esame, alle stesse si pu poi applicare, in via analogica, il principio, desumibile dalla seconda ipotesi, secondo cui il comportamento deve presumersi legittimo ed il reato non sussiste quando si tratta di attivit regolamentata e non siano superati i limiti tabellari. In questo caso, invero, si
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tratterebbe di analogia in bonam partem, che quindi non vietata, e che sarebbe diretta a dare una interpretazione adeguatrice della disposizione. Ora, venendo allesame del caso di specie, un primo immediato rilievo di carattere generale appare al Collegio ineludibile, poich non vi dubbio che le emissioni provenienti dai veicoli a motore (responsabili della eccessiva concentrazione di inquinanti in atmosfera) non sono vietate dalla legge, non esistendo ovviamente alcuna previsione normativa che inibisca lemissione di fumi dagli scappamenti dalle automobili circolanti. vero che solo la sommatoria degli effetti derivanti da un numero indeterminato di singoli comportamenti umani, in s perfettamente leciti (posti in essere dalla massa di coloro che accendono il motore dei propri rispettivi veicoli e circolano nel traffico cittadino) pu determinare rectius, concorrere a determinare, sia pure in misura preponderante - il superamento dei limiti normativamente previsti; sotto questo aspetto, dunque, sarebbe il fenomeno del traffico veicolare complessivamente inteso a cagionare levento sanzionato dalla norma penale; ma ci pone, ad avviso del Tribunale, un insormontabile problema giuridico, concernente la stessa possibilit di configurare un concorso mediante omissione - quello addebitato agli amministratori comunali in un fatto, materialmente commesso da altri, che non previsto dalla legge come reato. Lorgano dellaccusa ha infatti sostenuto la configurabilit del reato in esame nella sua forma omissiva, mediante lespresso richiamo alla previsione di cui allart. 40 co. 2 c.p., contestandolo agli odierni prevenuti a titolo di concorso tra loro (senza specificamente ipotizzare un fatto commesso da altri, con il concorso omissivo degli stessi imputati); ed individuando nel superamento delle concentrazioni massime di inquinanti ammesse dalla normativa comunitaria levento criminoso punibile. Dallespresso richiamo al meccanismo previsto dallart. 40 co. 2 c.p., che stabilisce lequiparazione della condotta del soggetto diverso dallautore materiale del fatto a quella dellagente diretto, purch sia individuabile in capo al primo lobbligo giuridico di impedire levento (materialmente cagionato da altri), deriva che, nella prospettazione accusatoria, la responsabilit penale degli pubblici amministratori tratti a giudizio si fonderebbe sul rilievo che essi, nelle rispettive qualit, non impedirono il superamento dei limiti di concentrazione di inquinanti in atmosfera (evento che avevano lobbligo giuridico di impedire); e che, nello stesso tempo, la condotta causativa dellevento fu posta in essere da terzi (proprietari ed utilizzatori di veicoli a motore), che non sono neppure genericamente menzionati nei capi di imputazione.
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Ferme restando le considerazioni gi svolte circa la congerie di provvedimenti e di iniziative adottate per contrastare il fenomeno del traffico urbano ed il conseguente problema dellinquinamento atmosferico a prescindere, lo si ribadisce, da ogni valutazione in merito alla concreta efficacia di tali misure, tali comunque da non consentire di ipotizzare un atteggiamento dolosamente omissivo penalmente rilevante ex art. 328 c.p. in relazione alla natura contravvenzionale del reato contestato resterebbe da esaminare, sotto il profilo del coefficiente psicologico, leventuale sussistenza di un profilo di colpa dei pubblici amministratori; ma come si detto, non vi alcuna prova che ladozione di ulteriori misure rispetto a quelle effettivamente assunte o programmate giacch solo nella omissione di esse potrebbe astrattamente individuarsi una responsabilit a titolo di colpa avrebbe certamente impedito il superamento dei limiti; a meno di non volere ipotizzare la necessit di un provvedimento impositivo del blocco integrale del traffico a tempo indeterminato, che il Collegio ritiene una misura utopica e concretamente impraticabile in una grande citt come Palermo, per le ragioni gi evidenziate supra. Ma in realt, come si gi accennato, sul piano della struttura della fattispecie contestata che la tesi accusatoria - riconducendo nellalveo dellart. 674 c.p., attraverso il richiamo allart. 40 cpv. c.p., la condotta concorsuale degli amministratori comunali (che non avrebbero impedito il superamento dei limiti di legge) - rivela tutta la sua fragilit. certo che, in via generale, non pu escludersi lapplicabilit del principio di causalit omissiva nella fattispecie penale in questione. Come la Suprema Corte ha avuto modo di chiarire nella citata sentenza Del Balzo, ci che la disposizione di cui allart. 40 cpv. c.p. presuppone soltanto che vi sia un evento che limputato ha lobbligo di evitare; tale evento pu essere sia di danno, come nellesempio classico dellomicidio, sia di pericolo, come appunto nella contravvenzione in esame; il soggetto al quale lordinamento attribuisce una posizione di garanzia nei confronti dellinteresse collettivo alla salute e alla incolumit (si pensi al titolare di una impresa che svolge unattivit potenzialmente pericolosa), deve evitare di mettere a repentaglio quellinteresse, in quanto ha lobbligo di evitare ogni evento di pericolo (nellipotesi in esame, lobbligo di evitare il versamento di polveri o l'emissione di gas, vapori e fumi, in quanto pericolosi per la salute pubblica).

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La norma incriminatrice, come integrata dallart. 40 cpv. c.p., mette dunque a suo carico non solo ogni condotta attiva (generalmente dolosa), ma anche ogni condotta omissiva (in genere colposa), che provochi levento pericoloso. Ci premesso, altrettanto certo che, nella fattispecie concreta, lautore diretto del fatto materiale non potrebbe essere chiamato a risponderne, perch pacifico che egli non commette alcun reato; si tratta, infatti, di una condotta priva di rilievo penale e che, isolatamente considerata, apporta un contributo assolutamente irrilevante alla produzione dellevento, essendo evidente che solo la somma dei comportamenti (del tutto leciti) di quanti accendono il motore delle proprie autovetture e circolano nel traffico urbano contribuisce a determinare, se del caso, una concentrazione di inquinanti superiore ai limiti imposti dalla normativa vigente. Daltra parte, non sarebbe ipotizzabile a carico dei singoli autori diretti, n una cooperazione nel delitto colposo ex art. 113 c.p. - poich occorrerebbe che la condotta di ciascun concorrente, singolarmente considerata, violi la regola di cautela, e che tra le condotte medesime esista un legame psicologico (Cass., sez. IV, 10.3.2005, Budano)-, n un concorso di cause colpose indipendenti, configurabile questo nel caso in cui pi soggetti contribuiscono colposamente a cagionare levento, senza la consapevolezza di contribuire alla condotta altrui (Cass., sez. IV, 30.3.2004, Cosciotti); in entrambe le ipotesi, infatti, sarebbe necessario che la condotta del singolo soggetto sia qualificabile come colposa (Cass., sez. III, 9.1.2009, Abbaneo), ci che ovviamente deve escludersi nel caso di specie (automobilista). Su tali basi, imputare ai soli amministratori, come titolari di una posizione di garanzia, la responsabilit in forma omissiva del superamento nellaria ambiente dei limiti di concentrazione di sostanze inquinanti, senza che vi sia alcuna possibilit di contestare a titolo di concorso (art. 110 c.p.) ovvero di cooperazione colposa (art. 113 c.p.) lo stesso fatto agli autori materiali delle singole condotte che, sommate luna allaltra, determinano levento unitario tant che nel caso in esame stato contestato agli odierni imputati di avere agito in concorso tra loro, e non in concorso omissivo nel reato commissivo commesso da altri significa operare un inammissibile salto logico nellapplicazione della norma penale, in quanto proprio laddebito formulato sulla base del descritto meccanismo di equiparazione della causalit omissiva a quella attiva, previsto dallart. 40 co. 2 c.p., presupporrebbe lesistenza di una relazione giuridica tra i pubblici amministratori cui viene addebitato lomesso impedimento dellevento criminoso e ciascuno dei singoli autori delle condotte attive che concorrerebbero ad integrare la fattispecie prevista dallart. 674 c.p.; ma tale relazione non pu essere in alcun modo ipotizzata
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e costruita, perch, come si detto, si tratta di condotte attive pienamente lecite, che non sono vietate da alcuna norma di legge e non sono previste come reato. Muovendo dal presupposto che nella fattispecie concreta viene in rilievo un reato omissivo improprio, il P.M. ha osservato che tale figura rappresenta unautonoma fattispecie incriminatrice, non necessariamente simmetrica rispetto al corripondente schema del reato commissivo; ha conseguentemente qualificato come contra legem limpostazione ermeneutica secondo cui, se non vi un soggetto punibile per il reato commissivo, non potrebbe esservi neppure per il reato omissivo improprio su di esso costruito; ha citato, al riguardo, autorevole dottrina penalistica (Fiandaca Musco), secondo la quale il reato omissivo improprio finisce con lessere ricostruito dallinterprete in base allinnesto della disposizione di cui allart. 40 cpv. c.p. sulle norme di parte speciale che prevedono le ipotesi di reato commissivo suscettive di essere convertite in corrispondenti ipotesi omissive. Proprio per effetto dun simile innesto sorge una nuova fattispecie incentrata sul mancato impedimento dellevento: questa nuova fattispecie non rappresenta per - come pretenderebbe limpostazione tradizionale una semplice forma di manifestazione della fattispecie commissiva espressamente prevista ma ha carattere autonomo. Tale autonomia si spiega considerando che la fattispecie omissiva impropria, in quanto incrimina linosservanza dellobbligo di impedire levento, non pu che essere anchessa imperniata su una norma di comando; ha ancora sostenuto che non sta scritto da nessuna parte che la condotta materiale di gettare cose moleste debba essere posta in essere da soggetti punibili e non gi da eventi naturali o da condotte frazionate non punibili, in quanto nello schema del reato omissivo improprio conta soltanto che levento considerato sia tipico, ossia sia configurabile come getto di cose, che sia obiettivamente molesto (superamento dei valori limite), che taluno aveva lobbligo giuridico di impedire tale evento, che una qualunque azione doverosa in tal senso fosse possibile ed esigibile; ha evocato lesempio di scuola del bagnante che sta per annegare e nonostante il mancato intervento del bagnino viene salvato da altri, riportando tuttavia lesioni personali a seguito del fatto omissivo di chi rivestiva una posizione di protezione; in questo caso, ha soggiunto, non sarebbe pensabile addossare al bagnante una condotta attiva di lesioni contra se; ne ha tratto la conclusione che lomissione impropria non presuppone necessariamente una condotta materiale punibile posta in essere da un soggetto attivo, essendo sufficiente una situazione materiale causata da eventi naturali o da comportamenti non punibili, magari posti in essere dalla stessa persona che poi diviene offesa dallomissione.
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La tesi, accattivante e suggestiva, non tiene conto del fatto che, nellesempio citato, come in tutte le condotte umane, poste in essere da soggetti incapaci, le quali impongono lintervento dei titolari di una posizione di protezione per impedire gesti autolesionistici o dannosi nei confronti di terzi (altro esempio richiamato nella memoria di replica del P.M.), pur nellassenza di una condotta materiale punibile, esiste comunque una specifica relazione biunivoca tra la condotta omissiva e il singolo comportamento attivo corrispondente (seppure non punibile, nei casi menzionati), nel senso che sempre possibile ipotizzare astrattamente la configurabilit di una corrispondente fattispecie commissiva attribuibile a un singolo soggetto agente. Per converso, come si detto, nel caso di specie non potrebbe certo muoversi alcun addebito nei confronti dei singoli comportamenti umani produttivi di smog, in quanto solo la somma di innumerevoli azioni frazionate, per s penalmente irrilevanti, determina il superamento dei valori-limite previsti dalla normativa vigente; seguendo la linea indicata dal P.M., pertanto, nel caso delle emissioni provenienti da veicoli a motore la violazione dellart. 674 c.p. sarebbe applicabile soltanto nella forma omissiva con il ricorso allart. 40 cpv. c.p., non essendo ipotizzabile una corrispondente condotta attiva suscettibile di integrare, di per s sola, gli estremi del reato in esame. Ma tale impostazione, ad avviso del Collegio, deve essere decisamente respinta, non sembrando possibile giungere alla costruzione - ed invocare lapplicazione di una fattispecie omissiva risultante dallintegrazione dellart. 40 cpv. c.p. con la norma incriminatrice, che tuttavia non trovi rispondenza in una speculare fattispecie commissiva attribuibile ad un singolo agente. Lartificiosa opzione interpretativa seguita dallorgano dellaccusa, si ispira ad unelaborazione dottrinale innovativa, che peraltro riconosce lesistenza di una impostazione tradizionale pienamente condivisa da questo Tribunale per la quale la fattispecie omissiva rappresenta una semplice forma di manifestazione della fattispecie commissiva espressamente prevista dalle norme di parte speciale. La tesi accusatoria in commento nasce verosimilmente dallavvertita esigenza di colmare unoggettiva lacuna dellordinamento penale (in cui non si rinviene alcuna norma che sanzioni espressamente il superamento dei limiti normativamente previsti per la concentrazione di inquinanti in atmosfera); ma ad avviso del Tribunale tale costruzione, forzando i limiti strutturali della norma incriminatrice ed ampliando a dismisura larea della punibilit mediante il ricorso al meccanismo di equiparazione previsto dallart. 40 cpv. c.p., trasmoda nella giurisprudenza creativa, finendo con il collidere irrimediabilmente con i principi costituzionali di legalit e di tassativit delle fattispecie penali.
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Nello stesso senso propugnato da questo Collegio, daltra parte, si espressamente pronunciata la Corte di Cassazione (sez. III, 18.6.2004, P.M. in proc. Providenti ed altri, est. Fiale), decidendo un caso del tutto analogo a quello in esame, nel quale erano stati contestati al Sindaco e a taluni Assessori del Comune di Messina tanto il reato di cui allart. 674 c.p., per non avere impedito le emissioni di inquinanti atmosferici provocate dagli autoveicoli in circolazione in unarteria stradale cittadina attinta da eccezionale intensit di passaggi veicolari di transito dagli imbarcaderi verso gli imbocchi autostradali nazionali e viceversa, quanto il reato previsto dallart. 659 c.p., per non avere impedito che, a causa del rumore dovuto al passaggio degli autoveicoli a motore sulla detta arteria stradale e dellabuso di strumenti di segnalazione acustica da parte degli stessi autoveicoli, si arrecasse disturbo alle occupazioni ed al riposo delle persone ivi residenti. Nella sua memoria di replica, il P.M. ha riportato un ampio stralcio della motivazione della sentenza in questione, allo scopo di sostenere la riconducibilit del fatto materiale per cui si procede nellarea di operativit dellart. 674 del codice penale; ha, tuttavia, omesso di richiamare, un successivo passaggio della medesima motivazione relativo alla configurabilit del reato previsto dallart. 659 c.p. (disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone), nel quale la Suprema Corte ha chiaramente affermato che lemissione rumorosa determinata dal complesso del traffico stradale, sia pure intensissimo, non riconducibile alla previsione di cui all'art. 659, 1 comma, cod. pen., finalizzata ad impedire i rumori ingiustificati e comunque evitabili (salve le ipotesi di abusi individuali correlati alle prescrizioni degli artt. 155 e 156 del codice della strada ed allart. 350 del relativo regolamento di esecuzione e di attuazione). Non pu configurarsi, pertanto, una fattispecie commissiva <<convertibile>> in fattispecie omissiva impropria e non si pone, conseguentemente, il problema dellindividuazione di un obbligo di garanzia incombente, al riguardo, sugli amministratori comunali. Il percorso logico-giuridico seguito dalla Corte di Cassazione, nella sentenza citata, in relazione allart. 659 c.p. altrettanto valido e ripetibile per la fattispecie di cui allart.674 c.p. (finalizzata ad impedire getti di cose ingiustificati, ovvero emissioni di gas o di fumo in casi non consentiti dalla legge), stante levidente parallelismo esistente tra lemissione rumorosa determinata dal traffico stradale nel suo complesso e le emissioni inquinanti parimenti causate dalla massa degli automobilisti che ogni giorno circolano nel traffico cittadino, non riconducibili allipotesi contravvenzionale in esame.
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La conclusione obbligata che le presunte condotte omissive addebitate agli odierni imputati restano al di fuori della sfera della punibilit; anche con riguardo ai reati contestati ai capi b1) e b) della rubrica, dunque, il Cammarata, lAvanti e il Ceraulo vanno mandati assolti per insussistenza del fatto. La complessit del procedimento e la particolare natura delle questioni giuridiche affrontate giustificano lindicazione del termine di novanta giorni per il deposito della sentenza. P. Q. M. Il Tribunale, letto lart. 530 c.p.p., ASSOLVE Cammarata Diego, Avanti Giovanni e Ceraulo Lorenzo dalle imputazioni loro in concorso ascritte perch il fatto non sussiste. Indica in gg. 90 il termine per il deposito della sentenza. Palermo, 14.7.2011 Il Giudice est. Il Presidente est.

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