28 Novembre 2011 13:53 Nuova Scienza Avendo interagito con soggetti vittime di interferenze aliene, ci siamo trovati nella condizione di dare una spiegazione alle ragioni alla base di un tale fenomeno, cercando di non essere elusivi nei confronti di chi, vittima di un inquietante problema, avverte la necessit di capire e inquadrare ogni tessera del suo intricato puzzle. Si ampiamente argomentato in merito alle motivazioni che spingono esseri di altri mondi o altre realt a interagire meschinamente con lUomo; altrettanto diffusamente si sono illustrate quelle che, allo stato dellarte, sembrano essere i meccanismi e i presupposti che consentono alladdotto di porre fine alla sua condanna. Facciamo per un passo indietro Storicamente riconosciuto che la rivoluzione copernicana, con la sua portata impetuosa, rovesci i principi geocentrici ritenuti indissolubili fino ad allora, accendendo la scintilla per tutto ci che nei secoli a seguire determin la vera rivoluzione scientifica. Al pensiero copernicano si aggiunse (o si sostitu) successivamente la visione cartesiana delluniverso alla cui base vi era la volont di ridefinire la realt. Cartesio introdusse forse per la prima volta lidea della dualit. Nella cosmologia cartesiana erano contemplati due elementi chiave che costituivano luniverso: una sostanza infinita (il Dio creatore) e una sostanza finita (il mondo creato da Dio). Conseguentemente vi era la rappresentazione di una realt duale, spesso contrapposta e che vedeva da una parte lessere supremo e dallaltra parte la sua creazione in una costante e perpetua contrapposizione che ne determinava un distacco netto e imprescindibile. Questo si traduce in una classificazione della realt secondo la teorizzazione di due verit fondanti (http://www.storiafilosofia.it/cartesio/): a) la psicologia, la quale sostiene che: Lanima una realt insopprimibile, cio una sostanza. Lanima, in quanto pensiero, non occupa spazio alcuno ed quindi distinta dal corpo. Lanima immortale. b) la teologia, cio lesistenza di Dio, di cui vengono date due principali dimostrazioni: nel mio pensiero vi lidea di un essere perfetto, il quale, per essere veramente tale, implica lesistenza, non soltanto possibile, ma necessaria ed eterna. nel mio pensiero vi lidea di un essere perfetto, che deve avere una causa adeguata: questa causa non posso essere io, essere imperfetto, ma un essere perfetto, Dio. La psicologia quindi si occupa di anima, la teologia si occupa di Dio (o della coscienza diremmo alla luce degli studi sulle abductions). La sostanza finita poi era anchessa a forma duale: la res extensa e la res cogitans, ossia la materia e la mente, la fisicit della materia e limmaterialit del pensiero. La prima affidata alla scienza, la seconda affidata alla chiesa e alla religione. Questa separazione tra mente e materia annullava, secondo Cartesio, la possibilit che tra esse vi fosse una qualche relazione o una forma di collegamento che potesse determinare i cambiamenti della realt. Dovendo per spiegare il libero arbitrio, e quindi linterazione tra mente e materia, Cartesio affermava che una forma di collegamento tra i due mondi doveva necessariamente esserci (http://it.wikipedia.org/wiki/Res_cogitans_e_res_extensa) e lo trov nella ghiandola pineale la quale agirebbe quindi da trent d'union tra anima e corpo. Se per la mente non pu influire sulla materia significa allora che la realt e i suoi cambiamenti sono stabiliti solo da altra materia, con il passaggio di informazioni e lo scambio di energia tra massa e massa. Per Cartesio la mente, intesa come non-materialit dellUniverso, diviene un elemento assolutamente secondario e questo sar, nei secoli a venire, la base sulla quale verranno fondate le visioni di stampo riduzionista e materialista che hanno determinato la nascita della cosiddetta scienza ufficiale nella quale lelemento costante diviene la dualit della realt (mente/corpo, osservatore/fenomeno, creato/creatore, etc.). Le cose appaiono per un pochino diverse. Brain processing Il cervello umano ha enormi capacit di data processing, soprattutto nella sua parte inconscia. Si calcolato che la parte conscia della mente possa elaborare circa 2000 bit al secondo mentre linconscio arriva a computarne 400 miliardi al secondo. Da ci ne consegue una straordinaria capacit di strutturare e organizzare le informazioni che sono poi alla base della nostra soggettiva realt. Elaborare informazioni significa, infatti, creare qualcosa che la risultante di infinite iterazioni e modifiche ai dati di input. In altri termini i processi rielaborativi determinano, nellistante stesso in cui si compiono, la formazione di una realt che non pi oggettiva, ossia misurabile, ma comunque reale. In quel preciso istante creiamo o modifichiamo la nostra mappa del territorio che diviene cos realt creata mediante rielaborazione di informazioni e contenuti esterni. I fenomeni percepiti pertanto hanno valore in quanto esiste un percipiente. Non il fenomeno in s che denota la sua realt ma il fatto che il fenomeno viene percepito. Quindi il percipiente che gioca un ruolo fondamentale. In altri termini possiamo affermare che reale e non reale (intendendo con questo definire la realt fisica da quella psichica) sono due rappresentazioni della stessa realt. Citando Metzger, autore de I fondamenti della psicologia della Gestalt, possiamo dire che Luomo incontra le cose e gli esseri animati in un mondo che comprende questi ultimi e lui stesso, egli si trova in un tale mondo. Sappiamo dalla fisiologia che tutto questo mondo di cose e di esseri esistono per lui soltanto se determinati stimoli cadono sui suoi organi di senso e se da qui determinate eccitazioni provengono in certe zone della corteccia Da questo sembra conseguire inevitabilmente che il mondo deve in effetti stare in qualche posto nella testa delluomo; qui dovrebbe trovarsi ci che egli vede e ode, ci che egli palpa e sente (Metzger, 1941). In altre parole lUomo parte del mondo esterno o il mondo non affatto esterno ma una parte intima e interiore dellUomo? Stando cos le cose diventa difficile sostenere il concetto di dualit e la netta separazione tra causa ed effetto. I ruoli si interscambiano, losservato e losservatore non appaiono pi inscindibili e appartenenti a realt diverse. Luno determina laltro. Sostanzialmente quindi losservazione di un fenomeno, di una realt, di un evento, interagisce intimamente con losservatore su base psichica, o meglio coscienziale, determinando la creazione di una nuova e differente realt. Non meno vera! Lesperimento di Young In questo senso va ricordato lesperimento di Thomas Young il quale sosteneva una tesi contraria a quanto creduto fino ad allora, ossia che la luce avesse solo struttura corpuscolare. Si riteneva infatti che sparando un fascio di particelle attraverso una fenditura per poi raccoglierle su uno schermo posto oltre la fenditura, le particelle avrebbero disegnato una banda durto sulla parete opposta, esattamente come farebbero delle palline. Young allest un esperimento che voleva dimostrare invece una cosa diversa, ossia che la luce ha una natura ondulatoria. Fece incidere un fascio di luce dapprima su una fenditura e successivamente su un ostacolo avente una doppia fenditura. Not che la luce raccolta su uno schermo formava frange di interferenza che si evidenziavano con unalternanza di luce e buio. Se viceversa la luce fosse stata corpuscolare cosa sarebbe accaduto nello specifico? Sullo schermo di raccolta si sarebbe vista un'unica zona luminosa circondata da penombra e poi da buio. Immaginiamo si sparare un fascio di fotoni contro un ostacolo avente una fenditura al centro e di raccogliere ci che passa su uno schermo posto a una certa distanza. Se i fotoni fossero piccoli pezzettini di materia si comporterebbero esattamente come si comporterebbe una manciata di biglie di diametro inferiore alla larghezza della fenditura, lanciate ad altissima velocit contro questi due ipotetici ostacoli: sullo schermo di raccolta troveremmo disegnata una zona durto corrispondente alla porzione di schermo colpita dalle biglie. Analogamente se le fenditure sul primo ostacolo fossero due, le biglie incidenti disegnerebbero sullo schermo di raccolta due distinte zone dimpatto. Eppure Young dimostr che non era cos. O meglio... che non era SOLO cos. Inizialmente si giustificarono i risultati di questo esperimento ritenendo che le particelle di luce, rimbalzando caoticamente luna contro laltra, dovessero determinare quel modello (pattern). Gli scienziati provarono allora a superare questo problema sparando sulle due fenditure un fotone per volta, allo scopo di evitare collisioni tra di loro. Ma malgrado questo accorgimento nulla cambiava; sullo schermo continuavano a formarsi figure di interferenza costruttiva (luce) e distruttiva (buio). Successivamente i ricercatori decisero di osservare meglio il comportamento del fotone misurando in prossimit delle fenditure, cosa passava e da quale fenditura passava. Il fotone torn a comportarsi da particella producendo una zona durto come una qualsiasi particella di materia e non un pattern di interferenza La funzione donda, ossia la particolare funzione matematica che determina la probabilit che una particella si trovi in un posto anzich in un altro, collassa quando ha luogo losservazione del fenomeno. In altri termini il processo di misurazione perturba i fotoni stabilendo uninterazione assoluta tra osservatore e fenomeno osservato. Durante la misurazione i fotoni si trovano in un punto x dello spazio. La funzione donda, che fornisce una descrizione completa di un sistema quantistico, ci dice anche che durante il processo di misurazione (o meglio osservazione) i fotoni si trovano in una sovrapposizione di onde di probabilit ed essa solo potenzialmente presente in differenti punti dello spazio simultaneamente. La conclusione nellesperimento di Young che il fotone parte come particella, si trasforma in onda quando incide sulle due fenditure e interferisce con s stesso determinando la creazione di figure di interferenza quando raggiunge la parete opposta. In altri termini come se il fotone avesse cambiato la propria natura in quanto cosciente che qualcuno lo stava osservando. Questa significa che il mondo attorno a noi non esiste in maniera indipendente dalla nostra esperienza ma che anzi la nostra esperienza a determinare la realt delle cose. la coscienza delle cose quindi a determinare la realt fenomenica, esattamente come aveva sostenuto David Bohm. Nellesperimento di Young con la doppia fenditura, la particella attraversa la prima apertura o la seconda mentre londa, coesistente alla particella, attraversa entrambe le aperture contemporaneamente, a sancire una natura in cui le due entit, corpuscolare e ondulatoria, non possono essere considerate parti a s ma una sola cosa. Questo significa che la componente materiale e quella immateriale esistono sincronicamente luna con laltra. In altri termini materia e coscienza sono indissolubili. Alla luce di questo possiamo affermare che la virtualit delluniverso, ossia la caratteristica di modificabilit delluniverso, conseguente allazione creatrice della coscienza. A nostro avviso la coscienza non crea spazio, tempo ed energia ma crea la materia di cui spazio tempo e energia sono attributi. Lo spazio, infatti, un attributo della materia. Spazio pu esservi solo se esistono dei corpi, altrimenti non avremmo spazio ma avremmo il nulla, il vuoto. La presenza dello spazio inteso come entit tridimensionale che impedisce a due corpi di toccarsi o inteso come sistema di coordinate tridimensionali nei quali i corpi possono muoversi o essere dislocati, implica la presenza della grandezza tempo, ossia quellentit a cui sono legati i movimenti dei corpi e quindi la concezione del trascorrere degli eventi in termini di modificazioni della materia tra un prima che identifica uno stato di partenza e un dopo che identifica uno stato di arrivo (o intermedio). Infine lenergia, intesa come energia potenziale, quella particolare forma di energia intrinseca allesistenza. Ogni corpo, per il solo fatto di esistere e avere una massa, ha energia potenziale. Queste pertanto sono le grandezze fisiche fondamentali alla base dellUniverso virtuale. per necessario allargare un pochino questa visione perch in realt lo spazio non esiste, quantomeno nella sua concezione pi classica. In questo senso ci aiuta la descrizione dellesperimento di Alain Aspect. Questo fisico francese, con lesperimento del 1982 diventato famoso perch ribaltava il concetto di non localit dei fenomeni quantici, riusc a dimostrare che c un legame indissolubile e che si manifesta in tempo reale tra una coppia di fotoni postai a distanza. Questo rimetteva in completa discussione il principio del localismo secondo il quale due oggetti separati, esistono indipendentemente l'uno dall'altro, nel senso che l'azione compiuta su uno di essi non modifica le propriet oggettive dell'altro. L'esperimento di Alain Aspect semplice: un atomo di calcio venne posto al centro di un sistema contraddistinto da due diramazioni. In una delle due biforcazioni fu inserito un cristallo bifrangente con la capacita di deviare il corso di un fotone con una probabilit del 50%. L'atomo di calcio decadendo gener due fotoni i quali percorsero separatamente le due diramazioni: il primo fotone diretto lungo la diramazione contenente il cristallo bifrangente; il secondo fotone lungo laltra diramazione. Fu osservato che quando il primo fotone non subiva alcuna deviazione da parte del cristallo, allora i due fotoni proseguivano indisturbati il proprio percorso fino al termine della canalizzazione dove venne posto un fotorivelatore. Quando invece il primo fotone subiva lazione deviante da parte del cristallo si not che anche il secondo mut il suo percorso verso l'alto. Questo dimostrava sperimentalmente che particelle, come quelle componenti la luce, non sono locali, quindi i due fotoni sono in realt lo stesso fotone. Per dirla con parole dellastrofisico Massimo Teodorani La ragione che esiste un unico ente, un'unica anima che unisce questa particelle gemelle (La mente di Dio, Massimo Teodorani ed. Macro Edizioni). Le particelle costituenti la materia sono anche lo spazio che intercorre tra loro, ne sono la stessa cosa. Ed per questo che affermiamo che in realt lo spazio non esiste. Tutto quindi in connessione, tutto UNO. Il gigantesco ologramma A questa visione non pu non essere collegata la concezione olografica delluniverso che teorizz David Bohm. Bohm, come noto, sostenne la non esistenza della realt oggettiva ma piuttosto un principio diverso secondo cui la realt , di fatto, un grande ologramma. Un ologramma unimmagine realizzata con un opportuno setup ottico e una sorgente laser, che tende a imprimere su una superficie unimmagine tridimensionale. La caratteristica principale dellologramma che sezionando in pi parti la superficie su cui esso stato impresso, ogni frammento conterr ancora limmagine intera. Se vero quanto abbiamo sostenuto prima, ossia che le particelle sono anche lo spazio che intercorre tra di loro, significa (e lesperimento di Aspect lo dimostra) che le particelle non hanno bisogno di comunicare o scambiarsi informazioni connettendosi tra loro perch in realt non sono mai disgiunte. Questo si traduce nel fatto che ogni particella di fatto un ologramma, una rappresentazione del macromondo nel micromondo. Ogni particella quindi il tutto. la coscienza che ci permette di osservare questa realt e provare a comprenderla per quello che consentendoci di passare da un livello ad un altro. Tutto gi presente nel gigantesco ologramma delluniverso e quindi, tramite la coscienza, ne diventiamo solo consapevoli. Se tutto esiste, e tutto contenuto nel piccolo e quindi in ognuno di noi, esseri costituiti nella parte materiale da particelle, allora abbiamo la capacit di influire sullordine manifesto del mondo virtuale perch la realt cos come la percepiamo non altro che una delle infinite possibilit della coscienza che si manifesta quando collassa la nostra funzione donda. Unit e Dualit Le antiche tradizioni dei Veda basavano la propria sostanza sul fatto che materia e spirito fossero inseparabili in quanto manifestazioni del Tutto. Gli orientali hanno sempre riconosciuto nella primariet della coscienza la vera forza creatrice che d origine alla materia e alla cosiddetta realt oggettiva. la coscienza che crea e non, come nel modello copernicano, il Dio creatore. Su questa visione si crea la dicotomia tra il pensiero occidentale e il pensiero orientale. Per il primo Dio fuori, al di l, in una dimensione irraggiungibile ed estranea, come fosse qualcosa di terzo ed estraneo rispetto alla Natura e allUniverso. Per gli orientali Dio la coscienza, qui e ora, in ogni luogo e in ogni manifestazione della natura. In altre parole Dio dentro di noi, o meglio Dio siamo noi. Su il principio dellunitariet (tutto UNO) si basa tutta la struttura della coscienza. Se tutto UNO significa che il tutto contiene ogni cosa, ogni possibilit e che ogni manifestazione della realt frutto dellazione creatrice della coscienza che ci permette quindi di diventare consapevoli dellUNO o di una sua manifestazione. LUNO contiene ogni cosa, pertanto nulla pu uscire o apparire sotto forma di cosa nuova. Per poterlo fare deve esserci un distacco, un allontanamento e questo ci che ci permette di fare lesperienza della conoscenza. Losservazione di un fenomeno genera quindi un punto di riferimento, un punto zero, che diviene il punto di consapevolezza iniziale utilizzato come specchio per diventare consapevoli della realt. Per farlo perci necessario spostarsi e osservare lo specchio, allontanandosi dal punto zero. in questo istante che si crea la dualit perch la contemplazione delluniverso e della realt si attua quando collassa la funzione donda e si ha lo spostamento e loscillazione su due punti. In questo preciso momento nasce la dualit. In altre parole: per osservare lUNO c bisogno di due punti, della dualit. Cos nasce il prima e il dopo, il qui e il l e cos via. Questo ci che percepiamo e viviamo (in termini di esperienza) su questo piano della realt. Livelli diversi, pi alti, sono raggiungibili su piani energetici (e di frequenza) pi alti. In questottica il Dio cristiano (la coscienza) collassa e crea il Figlio (la coscienza secondaria) per fare lesperienza in una realt mobile e oscillante. Dio immobile (realt) mentre il Figlio (virtualit) fa lesperienza che serve alla coscienza per acquisire conoscenza di s. In fondo ci che sperimenta laddotto quando decide di porre fine alla sua condizione di schiavit. Collassa la propria funzione donda e percorre un cammino esperenziale nuovo che genera una nuova realt, permettendo il compimento di quel processo di acquisizione di coscienza che quasi sempre si dimostra risolutivo. Alex Torinesi Bibliografia La mente di Dio, di Massimo Teodorani ed. Macro Edizioni Dalla PNL alla quantistica, di Alberto Lori ed. Bruno Editore UFO e Alieni, il crepuscolo della scienza di Alex Torinesi, ed. Lampidistampa Il Tao della fisica di Fritjof Capra, ed. Adelphi, 1982 La conoscenza del mondo esterno, di Bertrand Russell, ed. TEA S.p.a. Tutto Uno di Michael Talbot ed. Apogeo Fondamenti filosofici della fisica, Carnap Rudolf ed. Il Saggiatore, Milano 1971 Alieni o demoni, la battaglia per la vita eterna, di Corrado Malanga, ed. Chiaraluna Edizioni, Citt di castello (PG) 2007 Misticismo e logica, di Bertrand Russell, TEA S.p.a. Dal Big Bang ai buchi neri, di Stephen Hawking ed. RCS Libri S.p.a., Milano 1997 LUno detto Dio di Vittorio Marchi ed. Macro Edizioni 2006