DI SAN DONATO Un'osteria, tanto popolare quanto straordinaria, ci insegnavarie cose. Prima fra tutte, che i golosi gaudenti badano pi al piatto che alla tovaglia. Quanto ai tavolL. non ce ne sono due uguali di Cnstina Vigg no diverso dall'altro. Ogni tavolo che Imprezloslsce l'Osteria dei Vinattieri di San Donato Milanese diffe- rente dal vicino. La ragione sta nella varia provenienza dei singoli pezzi d'arredo, visto che mobili, sedie, ban- coni e credenze giungono da vecchie trattorie brianzole o da mercatini dell'antiquariato. Unico leitmotiv il legno, declinato persino nelle pubblicit d'antan che occhieggiano alle pareti. Un posticino tranquillo, questo, senza sfarzi e senza fronzoli, dove il piatto viene appoggiato su semplici tovagliette in carta paglia riciclata. Insomma, un ristoranti no dove sentirsi proprio come a casa. Con qualche attenzione in pi, ovviamente. E' dal 1999 che i due patron Salvatore Buoncore e Stefano La- scatti (titolare intraprendente e volitivo che annovera altri due locali di sua propriet quali il Columbus di Peschiera Borromeo e il Doimoi di Melegnano) portano avanti la stessa filosofia: ser- vizio cortese e prodotti di prima qualit. Basta assaggiare per accertarsene. Partendo dagli antipasti, preparati al momento con tanto di scenografico taglio dei salumi sullo storico bancone in legno e marmo. Ecco allora la sfilata delle delizie, che variano a seconda della stagione e dell'offerta del mercato: prosciutto di Parma (stagionato 26 mesi), di Langhirano e di Pratomagno, talvolta, il prelibato Pata Negra, culatello di Zibello, mortadella al tartufo, lardo di Colonnata o di cinta senese, bresaola di cervo o di cinghiale, speck d'anatra, salame di Felino, di Varzi o della Val d'Ongina (all'aglio). E ancora formaggi dai sapori inconfondibili come la raspadura di Grana Tipico Lodigiano, il Gorgonzola, la Robiola di Roccaverano, il Piacentinu di Enna, il Pecorino di Osilo e i tomini al peperoncino e al tartufo, sapientemente abbinati a sottoli, mostarde, mieli e marmellate di kiwi, cetrioli e cipolle. Poi, quando tempo di funghi, ci sono pure quelli di Borgotaro, affettati sottili sottili e serviti in insalata con un bel giro d'olio extravergine di oliva. Ma fermarsi qui sarebbe un disonore al menu. Che attenzione, solo un canovaccio. Come nella commedia dell'arte, le variazioni che vanno in scena sono tante, e il giovane chefValerio Fran- chi sa sempre conquistare il palato dei commensali. Merito della sua capacit di unire tradizione e innovazione, dando spazio sia alle classiche ricette italiane sia a proposte creative. Senza mai dimenticare ingredienti poveri e tagli di carne meno nobili, soli- tamente poco utilizzati. Pertanto, accanto al risotto alla milanese con ossobuco, alla zuppa di ceci, alla pasta e fagioli alla toscana, alle penne all'arrabbiata, al nodino di vitello e alla tagliata e al fi- letto di manzo e di cavallo, compaiono lo sformatino di melanza- ne e porcini e quello di broccoli e patate con salsa al Gorgonzola, i ravioli di zucca su salsa di castagne, il petto di faraona in salsa di mele e chicchi di melagrana e il filetto di manzo allo speck. Per terminare in dolcezza con qualche dessert fatto in casa:tiramis, crme caramel, panna cotta, mousse ai tre cioccolati, torta fran- gipane (con pasta di mandorle e fichi), torta alla ricotta e frutti di bosco e, per i pi golosi, al cioccolato, pere e cannella. Ricca la carta dei vini, che spazia da nord a sud suddividendo li a seconda delle loro principali caratteristiche. E cos pure quella delle grappe: una cinquantina di acqueviti nazionali, fra cui pri- meggiano quella di Nero d'Avola invecchiata in barrique e quella stravecchia di Recioto Amarone . ..- 1II ! I VINATTIERI FUORI ORARIO Pi semplice ma ugualmente allettante la proposta del mezzogiorno: niente menu fisso ma una scelta fra due primi del giorno (da 4,50 a 5 euro), un secondo (da 8,50 euro), insalatone,taglieri di salumi (6,50) e formaggi (7,50) e un gustoso piatto unico come il timballo di riso pilaf con carne e verdure (lO euro), Il tocco bucolico? Nella bella stagione si pu pranzare (e cenare) nel dhors, sotto un fresco pergolato, THE HAPPY"VINATTIERI" OF SAN DONATO This popular and extraordinary eating house teaches us many things. First of ali: gluttonous pay attention to the dish and not to the tablecloth.As concerns tables ... They are ali different! Every table that embellish the portemouse "Vinattieri" in San Donato Milanese is different from the contiguous ones, The reason is that any single piece of furnitu re comes from different places, seen that furniture, chairs, counters and sideboards arrive from oId eating houses or from flea markets, Unique leitmotiv here is wood, Such a quite piace, without ostentations, where the dish is laid down on simple placemats made with recycled papero So, a restaurant where you can feel like at home, Obviously with a special care, It is since 1999 that both the owners Salvatore Buoncore and Stefano Lascatti (who owns other two places: Columbus and Doimoi) carry out the same philosophy: nice servi ce and high quality products. You just need to try it to be sure. Startlng from the hors d'oeuvre, prepared as you wait with the famous slice of salami on the memorable counter made with wood and marble. So let's start with the delicacies parade, which varies according to the season and to the offer of the market: ham from Parma (aged of26 months), from Langhirano and from Pratomagno, Culatello from Zibello, Bologna with truffies, lard from Colonnata or of Cinta Senese, venison or wild boar dried beef, goose speck ham, Felino salami, ofVarzi or from Val d'Ongina (with garlic) and, sometimes, the greedy Pata Negra.And then, cheeses with their unmistakable taste like raspadura of Grana Tipico Lodigiano, Gorgonzola cheese, Robiola cheese from Roccaverano, and Piacentinu from Enna, Pecorino cheese from Osilo and final- Iy tornino cheese with pepper and truffies, wisely matched with oil veggies, mustard, honey and kiwi jams, cucumber and onion. And then mushrooms from Borgotaro, thin sliced and served with salad and oiled with extra virgin olive oi!. But stopping here would dishonor the menu which is only a canvas. Like it happens in commedia dell'arte, there are a lot variations that make their entry. and the young chef knows per- fedly how to win the paiate of his guests. Thanks to his ability to join tradition and innovation, giving room both to the c1assicItalian recipes and to the most creative ones, Without forgetting poor ingredients and slices of less noble meat, which are not used that much.Therefore, next to the c1assicMilanese risotto with marrowbone, chick-peas soup, macaroni and beans, spicy pasta, veal cutlet, veal and horse fillets, and then aubergines and pure mushrooms pie and that with broccoli and potatoes with Gorgonzola cheese sauce, pumpkin ravioli and chestnut sauce, guinea fowl chest with apple sauce and pomegranate grains and finally veal fillet with speck ham. In conclusion, home made desserts: tiramisu, cream caramel, panna cotta, chocolate mousse, frangipane cake (with almond paste and figs), ricotta cheese and soft fruits, and for the gluttonous ones, chocolate, pears and cinnamon cakes. Even the wine menu is rich, it ranges from north to south divided according to their main features. And so, even for grappa: about fifty different kind of Italian grappa, among which stands out that made with Nero d'Avola matured in barrels and the Stravecchia di Recioto Amarone, AFTER HOURS More simple but alluring the same way is the lunch offer: you can choose between two first courses of the day (from 4,50 to 5 euro), a second course (8,50 euro), big salads, salami chopping block (6,50) and cheese (7,50) and a greedy ali in one course as pilaf rice pie with meat and veggies (IO euro). And that bucolic touch? During summer you can have lunch (or dine)outside. 45