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la Gazzetta NOTIZIE DALLA REDAZIONE

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la Gazzetta
IL GIORNALINO della SCUOLA ELEMENTARE E MEDIA DEL COTTOLENGO
Anno V - N. 3 - maggio 2014 - COPIA OMAGGIO
Scuola S. Giuseppe Cottolengo
Primaria Paritaria e
Secondaria di I grado
Via Cottolengo 14 -10152 Torino
Con il patrocinio della
La scuola che NON fa la differenza
conoscere
cooperare
crescere
2 aprile 2014
Giornata Mondiale
sullAutismo
C
iao a tutti! sbocciato un nuovo numero de La
Gazzetta! Come sempre, abbiamo fatto del nostro
meglio per proporvi articoli interessanti, buffi,
emozionanti, fantasiosi e divertenti.
Avete anche voi storie, avventure e disavventure da con-
dividere? Saremo veramente contenti di riceverle in-
sieme a commenti e critiche positive. Se ci state il nostro
indirizzo e-mail : lagazzetta.cotto@libero.it
Buona lettura!
La Redazione
leditoriale
la Gazzetta
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DALLA REDAZIONE
C
ome si dice in queste occasioni... come volato
il tempo, ma come sempre ragazzi io sono dalla
vostra parte e quindi... DAI quasi finita!
Un altro anno passato, altre emozioni, a volte litigi,
a volte incomprensioni ma sempre comunque in-
sieme. E allora quasi quasi viene voglia di goderseli
bene questi ultimi giorni di scuola, provare a recu-
perare auliche insufficienze di troppo, provare a
chiarire con quei compagni che magari ci tengono il
muso per qualche parola di troppo, tentare di ascol-
tare gli insegnanti perch... vedendo cosa ci cir-
conda... forse, anche se rompi scatole... Ci vogliono
bene!
Gi forse poi proprio questo il segreto... ultimi
giorni, che a volte sembrano eterni... in realt scor-
rono cos veloci quando sappiamo, essere i soli ri-
manenti per tutte queste cose da fare.
E allora buon fine anno, tutti insieme, per sorridere
alla vita divertirci costruendo un futuro di amicizie
e conoscenze che varr la pena portarci dietro, per-
ch? Beh perch siamo alla scuola Cottolengo!
Billy Spaccaossa
Eccoci qui!
la Gazzetta
DALLA REDAZIONE
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Emergenza
inquinamento
Crediamo che tutto il mondo
sia ai nostri piedi e quindi
possiamo fare quello
che vogliamo...
C
iao. Vorrei dirvi che dovremo avere sempre
una missione da fare: quella di non inquinare.
Queste settimane in scienze abbiamo imparato
tante cose sullinquinamento e, ovviamente, che
non dobbiamo inquinare, perch non facciamo
male non solo allambiente, ma anche a noi stessi.
Pensate a quante meraviglie ci sarebbero nel mondo
se non inquinassimo.
Le foreste sarebbero magnifiche e non con gli alberi
tagliati e bruciati, poi immaginate anche i mari non
inquinati dal petrolio... Avrebbero un colore bellis-
simo e una marea di pesci. In poche parole sarebbe
bello tutto il mondo, ancora pi di adesso e noi ab-
biamo il dovere di salvaguardare le meraviglie che
sono rimaste, cos proteggiamo anche noi stessi.
Qualcuno pu pensare: Io non inquino, ma gli
altri s, quindi non serve a niente. Noi per fac-
ciamo la nostra parte e se vediamo qualcuno che in-
quina, facciamogli capire che sbaglia; a sua volta
potr farlo capire ad altri e cos via.
Se tutti non inquiniamo, la Terra, sar sempre il pia-
neta pi bello delluniverso.
di Edrin Rokaj
Un angelo
del cielo tra noi
Solo lamore che non incondizionato
cieco: il vero amore ci permette
di vedere e amare nonostante tutto.
C
ara Angela, quando la nostra catechista ci ha
invitato a scriverti un saluto, ci siamo preoccu-
pati, perch non ci sentivamo capaci di espri-
merti quello che abbiamo provato quando ti
abbiamo conosciuto. Noi siamo dei ragazzini di un-
dici anni, frequentiamo la prima media e veniamo
al catechismo una volta la settimana. Spesso siamo
vivaci e irrequieti, ma di fronte a te siamo rimasti
ammutoliti, nessuno parlava. I nostri occhi erano ri-
volti verso di te. Ci hai stregato e ci hai comunicato
una grande gioia. La tua felicit e la tua serenit ci
hanno fatto capire quanto sia grande la bont di
Dio, quanto sia importante affidarsi a Lui. Di fronte
a te ci siamo sentiti piccoli, piccoli, con i nostri pro-
blemi, le nostre incertezze, le nostre paure, in un at-
timo abbiamo dimenticato tutto. Grazie Angela, per
noi sei un mito e non lo dimenticheremo mai.
Angela, noi ti vogliamo bene come una mamma!
Matilde, Enrico, Eleonora, Nicol, Elena,
Federico, Elena, Cecilia, Maria, Elen
...un ragazzo autistico
disegno i miei pensieri. Il mio
mondo un arcobaleno di colori.
I colori sono i miei umori
e le parole che non riesco a dire...
Andry e la farina, che abbia
lanimo del Pizzaiolo?
A
ndry ha una passione sfrenata per la Farina
00, voi penserete che abbia lanimo di un
Pizzaiolo? In realt tutto era legato alla sua
passione per la Pizza, ben sapendo che il sabato
sera, Sonia cucina la Pizza (che buonissima, tran-
quillamente allaltezza di quella di una Pizzeria), ma
il venerd pomeriggio che prepara limpasto, cos
Andry fino a qualche mese fa preparava sulla tavola
il tagliere, il mattarello e il coltello grande, ma at-
tendeva con ansia larrivo della confezione della fa-
rina 00, pronto col dito a mo di lancia per bucare
la confezione; di solito a lui bastava fare un buchino
e Sonia rimediava mettendo la confezione dentro
ad un sacchetto di nylon, poi quando la farina ter-
minava Sonia dava ad Andry il sacchetto vuoto e lui
si divertiva a strapparlo in tanti pezzetti.
Non so quando successo il fattaccio probabil-
mente una volta, ad Andry capitato tra le mani un
sacchetto ancora un po pieno e nello strapparlo
successa una cosa bellissima, una nuvola bianca si
sprigionata tra le sue mani una sensazione mera-
vigliosa, assolutamente da ripetere e Andry non si
fatto pregare, col risultato che il pavimento di casa
apparso spesso stranamente imbiancato.
La ovvia contromisura stata di cambiare posto alla
farina 00 e metterla dentro la dispensa chiusa a
chiave, ma qui subentrata la gara dintelligenza tra
noi e lui sulla ricerca del nascondiglio delle chiavi,
quando Andry vinceva, il risultato facilmente im-
maginabile, ma ultimamente Sonia ha ideato un na-
scondiglio straordinario in lavanderia ha messo 3
secchielli di plastica (del bucato) un sopra laltro e
dentro lultimo ha messo le chiavi, ed un mese che
Andry non lo scova e quindi la sua frustrazione di
non rompere il sacchetto aumentata, col risultato
di farci la posta come un Condor quando
DALLA REDAZIONE la Gazzetta
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DALLA REDAZIONE
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apriamo lanta della sgabuzzino e piombare con una
notevole irruenza per arpionare il sacchetto e rom -
per lo. Nuova contromisura, Sonia ha comprato dei
contenitori di plastica con il coperchio e ci mette
dentro la farina 00, cos laltro giorno ho aperto io
lo sportellino, il Condor Andry si avventato ed
io con sufficienza e un po di sadismo, lho lasciato
fare perch tanto non poteva pi rompere nulla, ma
accidenti, il bastardello ha ignorato il contenitore
della Farina 00 e si appropriato del sacchetto della
Farina Manitoba (che io non sapevo nemmeno
esistesse, ma Andry evidentemente s) ed io ne sono
rimasto cos sorpreso che non mi sono nemmeno
scansato, la nuvola di farina mi ha avvolto ed io
sono invecchiato di colpo, dai capelli alle
scarpe. Ho riempito di maledizioni Sonia che mi ha
candidamente risposto: La Farina Manitoba nella
dispensa c sempre stata, ma Andry non lha mai
degnata di uno sguardo, cos ho capito che Andry
discrimina piuttosto bene tra le Farine, giustamente
Andry prendeva la 00 per fare le Pizze, ma in caso
di necessit, si capito che a lui non importa molto
se la Manitoba adatta per fare le torte.
Ulteriore contromisura, anche la Manitoba finita
dentro ad un contenitore con coperchio ma Andry
ancora una volta si distinto per la sua genialit,
ieri sera Sonia uscita dalla cucina per mettere a ri-
posare limpasto della Pizza e quando tornata,
sopra al tavolo non cera pi il contenitore della fa-
rina (che era vuoto) sparito, volatilizzato, forse ru-
bato? Andry non sembrava essersi allontanato,
perch era in cucina che fischiettava come un mer-
lotto tutto soddisfatto, ma malgrado Sonia lo guar-
dasse con aria indagatrice, con quella facciona cos
angelica non poteva essere stato lui il ladro o
no? Comunque a farla breve, malgrado serrate ri-
cerche, il contenitore in casa non si trovato da nes-
suna parte, ma il mistero si risolto il mattino dopo,
quando la Zia Mea (sorella di Sonia) entrata in
casa nostra con il contenitore in mano chiedendo
se doveva buttarlo via e come mai lavevamo messo
nel cestello della sua bici insieme alla plastica e alle
cose riciclabili che erano da portare allEco Centro
per la raccolta differenziata dei rifiuti.
Capito? Andry si era impossessato del contenitore,
era uscito da casa come una freccia, aveva deposi-
tato il contenitore sulla bici della Zia Mea ed era
rientrato in casa giusto in tempo per non essere sco-
perto! Una cosa veramente Grandiosa!
Roberto Rusticali
*
La scuola Cottolengo quella che
in numeri proporzionali ha la pi alta
densit di soggetti autistici.
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La scuola al tempo dei nonni
Accadeva davvero in Italia?
Molto spesso, quando raccontiamo in casa ci che accade a scuola, magari
lamentandoci di questo e di quello, qualcuno (di solito un nonno o la nonna) dice:
Eh, ai miei tempi... Cosa avveniva davvero a quei tempi? La curiosit ci ha spinti
a raccogliere testimonianze di alcuni nonni.Beh, era davvero unaltra scuola!
Nonna Giulia racconta
Mia nonna ha frequentato la scuola fino alla quinta
elementare. Le piaceva studiare, ma era stanca per il
tanto lavoro che doveva fare prima di andare a
scuola. La sua materia preferita era lItaliano.
Andava a scuola tutti i giorni della settimana tranne
la domenica, dalle 8.30 alle 12.00. La sua classe era
composta di due classi insieme. Si faceva cos perch
non cerano aule a sufficienza per tutti. Lei non an-
data mai alla scuola materna, ha iniziato subito con
la prima elementare. Nella sua aula cerano i banchi
di legno con attaccato il calamaio e linchiostro, la
penna era di legno con il pennino attaccato. Quando
linchiostro era troppo faceva la macchia sul foglio e
allora aveva una carta assorbente per asciugare la
macchia. I quaderni erano piccoli, con poche pagine
e non si potevano sprecare. La fodera era nera, senza
figure disegnate. Aveva solo due libri: uno ditaliano
e uno di matematica. Nellintervallo solo la maestra
poteva uscire e loro erano tutti contenti, ma come la
maestra sentiva il chiasso, rientrava e batteva la bac-
chetta sulla cattedra. La maestra era unica. Era molto
severa, aveva sempre la bacchetta in mano, non la
mollava mai. Per fortuna che oggi la scuola cam-
biata! Preferisco certamente le maestre di oggi!
Sul filo della memoria a cura di Salvatore Acquas
Nonna Carla
e Nonno Ugo raccontano
I miei nonni quando erano bambini abitavano in un
piccolo paese di montagna e la scuola era molto lon-
tana dalla loro abitazione. La mattina dovevano al-
zarsi presto per percorrere alcuni chilometri a piedi
e arrivare a scuola. L'edificio scolastico era una ca-
setta con poche stanze e, poich i bambini erano
pochi, c'era una sola maestra per tutte le classi. Le
materie scolastiche non erano molte. Sinsegnava
l'italiano, la matematica, la storia e la geografia. I
miei nonni hanno frequentato solo la scuola elemen-
tare perch pochi bambini a quei tempi continua-
vano gli studi. Gli insegnanti non davano mai
compiti da svolgere a casa. Il materiale scolastico era
molto povero: solo un paio di quaderni dentro una
cartella di stoffa. Non cerano diari, astucci e penne
colorate come adesso.
I cinque anni di scuola elementare si concludevano
con un esame generale su tutte le materie, dopo il
quale veniva consegnato un diploma di studio.
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Nonna Maria racconta
"La mia scuola, la pi antica, si chiamava Scuola Sac-
coni e accoglieva tutti i bambini di S. Benedetto. Era
dignitosa e dallaspetto severo. Si iniziava ad andare
a scuola a sei anni compiuti e si frequentava dal 1
ottobre fino a giugno. Le aule erano arredate con
banchi molto alti, e non tavolinetti, dove si arrivava
appena a scrivere. Alla destra del banco, in alto, cera
il calamaio con linchiostro e ogni volta che ne ca-
deva una goccia sui quaderni aiuto! Tanti rimpro-
veri. La nostra salvezza era la carta assorbente. Il
primo libro era il sillabario e i metodi di studio erano
ben diversi e non sempre adatti allo spirito dei bam-
bini. A scuola si lavorava molto e spesso non si ca-
piva bene ci che il maestro volesse dire. Allora
erano guai A casa dovevamo ricorrere ai genitori
o ai parenti. Il primo insegnamento si basava sulle
aste: cio su segni che preparavano alla scrittura."
Nonno
Giuseppe
racconta
Quando mio nonno andava a scuola nel 1931 a Mes-
sina, ci andava a piedi perch la scuola era lontana
dalla sua casa. Nonno, per non rovinare le scarpe, le
teneva dentro la cartella e se le metteva prima di im-
boccare il portone della scuola. D'inverno, chi arri-
vava prima degli altri aveva il compito di accendere
la stufa a legna e a turno gli allievi portavano dei
pezzi di legna per riscaldarsi. Le classi erano nume-
rose, di soli maschi, di sole femmine o miste.
Le maestre e i maestri erano severissimi. Tutte le
mattine la maestra faceva l'ispezione di pulizia: os-
servava le unghie, le orecchie, il collo e se erano spor-
che mandava i bambini a lavarsi. Prima di iniziare la
lezione si recitava la preghiera guardando il croce-
fisso che si trovava sempre in alto dietro alla catte-
dra. Quando entrava il direttore o un insegnante,
tutti si alzavano in piedi e dicevano Buon giorno!.
Nonno aveva poche cose nella cartella fatta di pezza:
un quaderno, un libro, un astuccio di legno con la
matita, il "cannello" con il pennino e una boccetta
d'inchiostro. Per scrivere, infatti, usavano il cannello
con il pennino: intingevano il pennino nell'inchiostro
che stava nel calamaio infilato in un buco del banco.
La Scuola Cottolengo di un tempo.....
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DALLA REDAZIONE
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Abbiamo raggiunto oltre un milione e seicentomila
visitatori individuali. Il link del giornalino gratuito
La Citt nascosta on-line :
http://www.afnews.info/wordpress/speciali/la-citta-nascosta
DISEGNI DI MARCELLO RESTALDI
IDEAZIONE E SCENEGGIATURA DI NICO VASSALLO
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DALLA REDAZIONE
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la Gazzetta DALLA REDAZIONE
Linfanzia rubata
i bambini iniziano a lavorare con il cuore aperto e
il viso disteso, perch il lavoro allinizio appare come un
divertimento. Poi finiscono nel Cumulo dei rifiuti umani.
In molti paesi del mondo i bambini lavorano anche
dodici ore il giorno e non hanno alcuna pausa per i pasti
e mangiano mentre lavorano
IL LAVORO MINORILE
F
orse noi non lo sappiamo, ma
molti degli oggetti che utilizziamo
quotidianamente (videogiochi,
smartphone, abbigliamento sportivo,
cibo), sono frutto del lavoro e della
sofferenza di migliaia di bambini mal-
trattati e denutriti.
Si tratta di bambini che non hanno
avuto la possibilit di andare a scuola,
di poter scegliere il proprio lavoro. A causa della povert delle famiglie gi da
piccoli sono mandati nelle fabbriche, nei campi a lavorare. Si tratta di bambini
che lavorano in condizioni disumane e poco dignitose. Non hanno nemmeno
il tempo per mangiare, lo fanno lavorando. Gli ambienti sono malsani, e quindi
i bambini non crescono bene, hanno problemi di salute, malattie respiratorie.
Passano tutto il tempo seduti a lavorare senza avere mai la possi bilit di giocare
liberamente allaria aperta. Tutto questo per farci capire che ci sono tanti bam-
bini che soffrono, soffrono tanto. E noi ci arrabbiamo perch la mamma non ci compra le figurine. Dobbiamo
pensare alle loro vite, alle sofferenze quotidiane e magari dovremmo fare qualche rinuncia per mandare dei
pensierini ai bimbi poveri.
di Edrin Rokaj
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la Gazzetta
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DALLA REDAZIONE
Un laboratorio...
gustoso!
I
l mese di febbraio per noi delle seconde stato
un mese da leccarsi i baffi, anche se non li ab-
biamo ancora. Grazie alla Coop abbiamo parte-
cipato ad unattivit didattica interessantissima
Tutti i gusti sono giusti dove, attraverso il cibo e
le abitudini alimentari, abbiamo conosciuto culture
diverse dalla nostra. Gioved 6 febbraio abbiamo
svolto in classe un incontro volante girando il
mondo con il planisfero, il pc e la nostra bravissima
animatrice, che ci ha guidati attraverso i vari Paesi,
facendo crescere in noi il senso sia di accoglienza
che di appartenenza. Gioved 13 febbraio stato il
momento di sfoderare tutta la nostra bravura. Dopo
un breve ed intenso viaggio sui mezzi della GTT,
schiacciati come delle sardine, siamo giunti allIper-
Coop di Corso Umbria. Prima di entrare nel grande
magazzino abbiamo svegliato i negozianti che
aprivano len tamente le serrande dei negozi e ci
guardavano con aria curiosa. Siamo stati scambiati
per degli alieni? Mah Una volta iniziato il labo-
ratorio, chieste e ricevute le debite spiegazioni, di-
visi in gruppi, abbiamo ingranato le marce e
via!!! Come saette sfrecciavamo tra gli scaffali a cer-
care i prodotti provenienti dai Paesi di cui avevamo
sentito parlare. stata una caccia al tesoro gran-
diosa!! Gli altri acquirenti ci guardavano stupefatti
dalla nostra rapidit nel mettere in disordine i
prodotti! Una volta trovati, nella sala adibita a la-
boratorio, abbiamo giocato ad indovinare da quali
Paesi provenissero i prodotti dei vari gruppi e alla
fine abbiamo assaggiato i piatti migliori. Slurp, che
bont! stato un lavoro entusiasmante e ci ha fatto
capire che tutte le culture, tutto il cibo e, natural-
mente, tutte le persone sono UGUALI.
Le classi seconde
Storia?
S, grazie!
LEgitto, dono del Nilo
Q
uestanno in Storia, insieme alla maestra Suor
Claudia, abbiamo studiato la civilt egizia e
mi sono appassionato molto. Gli Egiziani, mi-
gliaia di anni fa, costruirono degli edifici enormi
con pietre pesantissime: le piramidi, come quelle di
Micerino e Chefren. Le piramidi erano le tombe dei
re, i faraoni. Al loro interno ne custodivano, dentro
sarcofaghi, i corpi insieme a gioielli, oggetti in oro,
materiali preziosi e tessuti pregiati. Durante la le-
zione, grazie alla lavagna multimediale, abbiamo
anche la possibilit di guardare documentari e fil-
mati che ci fanno capire meglio le civilt passate. In
uno di essi abbiamo visto che i faraoni, dopo la
morte, venivano mummificati. Erano cio lavati,
trattati con unguenti vari e quindi avvolti in len-
zuola di lino. Le pareti interne delle piramidi erano
decorate con tante iscrizioni in geroglifico, lalfa-
beto egizio. Alcuni geroglifici sono stati trovati
scritti sul papiro, carta ricavata da piante che cre-
scono lungo il Nilo, il fiume che attraversa ancora
oggi lEgitto. Gli Egizi adoravano tante divinit fra
cui Anubi, dio dal corpo umano e la testa di scia-
callo e Iside, la dea madre. Insomma, come avete
capito, la storia egiziana mi piace moltissimo,
quindi a volte anche una materia come Storia pu
diventare veramente interessante.
Matteo Lanzafame
DALLA REDAZIONE la Gazzetta
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Dove le parole finiscono,
inizia la musica.
I fiori, la musica e i bambini,
sono i gioielli della vita.
C
iao a tutti, oggi vi voglio parlare di un tipo di
musica che a me piace molto: la musica clas-
sica. Per musica classica intendiamo quella
composta a partire dal Seicento sino a tutto lOtto-
cento. Il primo compositore degno di nota Clau-
dio Monteverdi, un autore cremonese del Seicento,
il quale invent un nuovo modo di recitare can-
tando: il melodramma.
Oggi per, quando sentono parlare di musica clas-
sica, probabilmente molti di noi non penseranno di
certo a Monteverdi, ma ad altri illustri compositori
come Mozart e Beethoven.
Dovete sapere che Mozart e Beethoven, pur es-
sendo dei geni musicali non hanno avuto una vita
molto diversa da quella della maggior parte degli
uomini colti della loro epoca. Hanno composto
per dei pezzi musicali che ormai tanti conoscono,
magari solo per averli sentiti in qualche pubblicit!
Ma ora, finalmente, arriviamo al mio compositore
preferito: Giuseppe Verdi.
Nacque nel 1813 a Roncole di Busseto, un paesino
del parmense. Verdi cominci a suonare il piano-
forte da bambino e, una volta cresciuto, decise di
iscriversi al conservatorio di Milano, scuola supe-
riore in cui si imparano a suonare gli strumenti mu-
Musica classsica:
che emozione!
di Marco Visentin
sicali. Sor prendentemente, per, non fu ammesso.
Ironia della sorte, oggi lo stesso conservatorio porta
il suo nome!
Nonostante il rifiuto, Verdi, con molto impegno e
grazie ad alcune lezioni private di musica, riusc a
mettere a frutto il proprio talento e a lasciarci opere
liriche quali ad esempio lAida, La Traviata, il Na-
bucco, solo per citare le pi note, che fanno parte
del patrimonio culturale del nostro Paese.
Ogni volta che andiamo a vederle a teatro ci pos-
sono trasmettere emozioni molto forti, in quanto in-
centrate su temi universali e sempre attuali come
lamore, il coraggio, la paura e la fierezza.
Consiglio a tutti, prima di etichettare la musica clas-
sica in generale come roba vecchia, di provare ad
ascoltare anche pochi minuti di una delle opere che
ho citato e penso che potreste cambiare idea.
Infatti la musica classica, come altri generi musi-
cali pop, musica leggera pu agire molto forte-
mente sul nostro stato danimo.
Una melodia lenta, ad esempio, ci pu fare rilassare
o riflettere, mentre unaltra vivace e ritmata pu
darci la forza per affrontare anche i momenti pi
difficili, come un complicato compito
la Gazzetta
DALLA REDAZIONE
di Giorgia Torres Espinoza
13
Una Famiglia
moderna
Il legame che unisce la mia vera famiglia
non quello del sangue, ma quello del
rispetto e della gioia per le reciproche vite.
Le famiglie felici si somigliano tutte
L
a mia una famiglia allargata, un po partico-
lare. Mia madre dal suo primo matrimonio ha
avuto tre figlie, le mie sorelle Giulia, Sara e An-
tonietta, queste due sono gemelle. Anche mio pap
ha avuto tre figli dal precedente matrimonio: Stefa-
nia, Ronny e Ray. Io ho anche una doppia cittadi-
nanza: sono per met italiana perch la mia mamma
nata in Puglia, in provincia di Foggia; e per met
ecuadoregna, mio padre nato a Quito, capitale
dellEcuador. Nonostante tutte queste diversit di
lingua, cultura ed et, siamo una famiglia molto
unita. Ci divertiamo quando siamo tutti insieme e
andiamo molto daccordo!
Un pomeriggio
particolare
Il segreto della felicit:
...sii felice della gioia degli altri!
I
l 28 febbraio tutti noi della quarta B siamo andati
in visita al reparto dellAnnunziata, dove sono
ospitate persone anziane. Poich si era in conco-
mitanza con il carnevale, abbiamo deciso di recarci
in costume, per rendere la nostra visita divertente e
festosa. Gli ospiti del reparto ci attendevano con
ansia e, appena arrivati, abbiamo cantato e ballato
per loro. Eravamo molto colorati con varie ma-
schere: cerano Spiderman, il medico, la cantante e
la principessa. Io ero la fatina dei boschi, con un ve-
stito verde e una corona di fiori tra i capelli. Con le
nonnine abbiamo mangiato biscotti e torta e bevuto
the e succhi di frutta. Il giorno dopo ne abbiamo par-
lato in classe e tutti non vediamo lora di tornare a
trovare i nostri amici, per rallegrarli il pomeriggio.
di Francesca Nizzi
DALLA REDAZIONE la Gazzetta
di Fabio Aquino
di Alexandra Chiribau
Le uova
di Pasqua
O
gni anno, prima di Pasqua, anche se i miei ge-
nitori sono in Italia da tanti anni, ci piace ri-
vivere una tradizione pasquale tipica del mio
paese di origine: la Romania. Nei giorni precedenti,
invitiamo degli amici rumeni e italiani e facciamo
una festicciola. Compriamo tante uova, le mettiamo
bene al caldo avvolte dai tessuti e le posiamo sotto
le piante nei giardini. Noi stiamo l a osservare che
nessuno le tocchi, e nel frattempo giochiamo. Dopo
qualche ora, quando tuorlo e albume si sono indu-
riti, prendiamo tutte le uova e iniziamo a decorarle
con colori, coloranti e tanta, tanta fantasia. Quando
poi saranno asciutte le utilizzeremo per decorare la
tavola del pranzo pasquale.
La diversit
rende speciali...
Ci rende unici e paradossalmente ci d la possibilit di scegliere
ci che va meglio per noi.
Q
uando allinizio della prima elementare tutti i miei compagni incominciavano a leggere e scrivere, per
me era difficile capire tutto ci che era scritto: lettere, sillabe, ecc.; al contrario della matematica (la
mia passione). I miei genitori preoccupati, sono partiti subito alla carica... Inizialmente tutte le mie
visite erano presso i medici, dottori, psicologi; quando finalmente sono stato visitato da uno specialista molto
simpatico, il foniatra, la sua conclusione stata la fatidica
parola: DISLESSIA. Cos ho iniziato un lungo percorso, che
continua ancora oggi, con la logopedia. Quando ho saputo
di essere dislessico mi sono sentito diverso; avevo paura della
reazione dei miei compagni (anche se poi qualcuno mi pren-
deva in giro lo stesso!). Ma con laiuto dei miei insegnanti e
assistenti il cammino stato meno difficile. Tuttora ho qual-
che difficolt di ortografia e di lettura, per me la cavo abba-
stanza... e tutto questo mi fa fatto capire che la mia diversit
non cos grave! Anzi colgo loccasione per ringraziare tutte
le persone che in questi cinque anni di elementari mi hanno
aiutato...
14
la Gazzetta
DALLA REDAZIONE
15
C
arissima Redazione de La Gazzetta, innan-
zitutto complimenti per il vostro giornalino:
molto bello ed interessante. Bravi!
Sono mamma di un ragazzo portatore di handicap
che avevo iscritto presso una scuola pubblica nella
zona in cui abitiamo. Nonostante tantissimi sforzi
mio figlio per non riusciva ancora a leggere e scri-
vere. Durante il colloquio con linsegnante mi sono
sentita rispondere brutalmente che non era possi-
bile seguire il mio ragazzo. La classe era composta
da ventiquattro alunni, di cui circa il sessanta per
cento stranieri: cinesi, marocchini, ecuadoregni, al-
banesi, romeni, africani, ecc. Linsegnante di soste-
gno era presente solo due volte alla settimana e
per un paio dore! Perch non lo iscrivete in una
scuola privata? mi ha suggerito la Direttrice. La
retta per sarebbe stata troppo alta ed era necessa-
rio pagare una quota aggiuntiva per linsegnante di
sostegno. Potresti rivolgerti alla Scuola del Cotto-
lengo, stato allora il consiglio di una mamma.
Cos, eccomi dopo qualche giorno dal Direttore. Mi
sono subito sentita capita ed accolta e ho potuto
spiegargli la nostra situazione: mio marito da due
anni in cassa integrazione, quasi al termine. Io dedico
tutto il tempo alla famiglia e abbiamo altri tre figli.
La risposta del Direttore stata: Signora, suo figlio
sar il benvenuto in questa scuola, cercheremo di
aiutarci a vicenda.
Il cuore mi batteva forte! Non posso esprimere la
gioia di quel momento. Uscita dalla scuola sono
corsa subito in Chiesa, a ringraziare.
Il mio ragazzo questanno finir la scuola elemen-
tare. Ora scrive bene, legge correttamente ed ha un
rapporto bellissimo con in compagni che lo cocco-
lano e sono sempre molto disponibili.
Sono felice e vorrei che tante mamme di ragazzi con
problemi potessero fare la mia stessa esperienza!
Una mamma
La Scuola che
NONfa
la differenza
LANGOLO DEL
SANTO COTTOLENGO
A cura di don Emanuele
Il santo Cottolengo aveva una cura particolare nel-
listruire egli stesso, per quanto poteva, i ricoverati nella
Piccola Casa circa le verit della fede; per questo faceva
il catechismo in chiesa (P.O.: Suor Teresa Rey VI, 49).
Inoltre voleva che in tutte le famiglie della Piccola Casa
sinsegnasse il catechismo, incaricando persone capaci
a tale uffizio, esortando queste a studiare bene ed ap-
profondire le verit contenute nel catechismo, affinch
potessero insegnarlo agli altri con profitto, volendo che
non solo sinsegnasse materialmente ma che si spiegasse
il modo da farlo capire e penetrarne il sentimento
(P.O.: Suor Crescentina Dellavalle X, 147-148).
16
DALLA REDAZIONE la Gazzetta
LA REDAZIONE: Fabio Aquino - Stefano Casafina - Alexandra Chiribau - Stefania Chiribau -
Francesca Nizzi - Giorgio Pari - Giulia Piana - Edrin Rokaj - Giorgia Torres Espinoza - Marco Visentin
COMITATO DI REDAZIONE
DIRETTORE: Andrea Bonsignori
COLLABORATORI: Salvatore Acquas, Daniele Delcarmine e Ario Corapi
PROGETTO GRAFICO: Salvatore Acquas - STAMPA: Tipografia Gravinese, Torino
Questo giornalino ad uso interno della Scuola Primaria e Secondaria del Cottolengo
La Gazzetta consultabile sul sito www.cottolengo.org, entrate a cuore aperto;
http://chaariahospital.blogspot.com/
primavera che festa di colori!
e dolce dormire
L
a stagione invernale gi finita. Oggi ventuno
marzo arrivata la primavera. Dopo tre mesi di
vento, freddo, pioggia arriva la primavera che du-
rer altri tre mesi. In primavera la natura si risveglia.
Gi la linfa degli alberi incomincia a circolare. Alcuni
alberi sono fioriti come il pesco, il mandorlo e altri. Le
giornate sono pi lunghe e c sempre il sole. Gi si
vedono le rondini e molti uccelli che cinguettano e
vanno a farsi il nido per fare i piccoli. La lucertola va
a mettersi dove c il sole perch ha il sangue freddo.
Lo scoiattolo gi si svegliato ed ha mangiato tutto
quello che aveva raccolto e messo nella sua tana. Il
contadino ara la terra e pianta pomodori, zucche e altri
ortaggi. In primavera c la Santa Pasqua. Nei prati ci
sono molti fiori profumati, peccato per che molti
bambini sono allergici a questi ultimi e non potranno
divertirsi come me allaria aperta.
Cagnasso Fatima Magda
Aprile, il gran pittore, va a spasso col pennello
e mette gi colore per fare il mondo bello.
Il primo profumo di fiore
accende la nuova stagione.
La primavera in montagna
I
n montagna pu accadere che la primavera sia pazze-
rella. Il mattino pu sorgere col sole, poi pu arrivare
la pioggia a mezzogiorno e la neve la sera. Gli animali
si adattano a questa situazione uscendo dalle calde tane
di giorno e tornando la sera. Appena la neve si scioglie,
sintravvede il terreno e cominciano a sbocciare i primi
fiori, sono le primule, dei bei fiorellini di vari colori che
non hanno paura del freddo. I mucchi di neve, che si
sono accumulati durante linverno, diventano pi piccoli
giorno dopo giorno, grazie al sole che diventa sempre
pi caldo e alle giornate che diventano sempre pi lun-
ghe. E nellaria si sente gi quellodore buono di erba,
foglie e fiori che sbocciano. Il bianco lascia il posto a dei
bellissimi colori. Evviva la primavera!
Alessandra Nizzi
La primavera...
Piccoli scrittori crescono
Travolte dallentusiasmo del giornalino, due alunne
della classe seconda si sono cimentate con la scrittura.
Anche se il laboratorio aperto agli iscritti dalla quarta
in su, abbiamo voluto premiarle entrambe.
Ci parlano delle loro impressioni sulla primavera.

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