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IN CANTIERE

Opere interne, cenerentole immotivate


I lavori legati alla realizzazione dellopera al rustico sono spesso considerati non meritevoli di particolari attenzioni. Sono, invece, quegli interventi per i quali pi frequente laccadimento infortunistico, causato da incuria e dallabbassamento del livello di guardia che interviene, quasi naturalmente, quando il volume della costruzione si concretizza con la realizzazione della copertura del fabbricato. Un riepilogo dei casi pi frequenti di mancata valutazione dei rischi e di omissione delle misure di tutela dei lavoratori in cantiere

Testo di Carmelo G. Catanoso, Lino Emilio Ceruti e Luca Mangiapane

Gli eventi infortunistici legati ai lavori interni rappresentano, ancora oggi, un importante nervo scoperto della sicurezza nei cantieri. Sono rischi diversi da quelli riscontrati, o riscontrabili, durante la costruzione dellopera al rustico ma, alla pari dei primi, risultano altrettanto infidi e pericolosi se non preventivamente individuati, analizzati, eliminati o ridotti a termini accettabili. Le soluzioni progettuali che compongono queste fasi di lavoro allinterno degli edifici sono molteplici; nelle opere residenziali, le pi comuni sono: tamponamenti perimetrali con murature composte e isolate; distribuzione funzionale di tavolati interni; intonaci interni realizzati al rustico; impianti idro-termo-sanitari con relativa assistenza muraria; impianti elettrici con relativa assistenza muraria; caldane di sottofondo predisposte al ricevimento delle pavimentazioni; intonaci interni al civile su intonaco rustico; pavimenti e rivestimenti; serramenti; tinteggiature interne. Inoltre, capita diffusamente che nei Piani di Sicurezza e Coordinamento non si riscontri la presenza di adeguati e appropriati cronoprogrammi contenenti lanalisi delle fasi di lavoro interferenziali ma, ancorch presenti fino a contemplare i lavori interni, nella maggioranza dei casi queste interferenze spazio-temporali, per ovvii motivi, non risultano aggiornate. Occorre, quindi, predisporre una analisi dei rischi costruita attraverso opportune e indispensabili riu-

nioni di coordinamento con le rispettive figure interessate al processo costruttivo dellopera, considerando che le fasi di lavoro esterne non sono ancora ultimate e continuano in contemporaneit con quelle interne. Purtroppo, anche durante il riesame di questi rischi, spesso viene data poca importanza ai lay-out di cantiere che dovrebbero rappresentare la situazione dellaccantieramento con indicate le previsioni concordate e inserite fra gli obbiettivi prioritari del Coordinatore della Sicurezza in fase di Esecuzione. La redazione di questo strumento offrirebbe la possibilit di una lettura immediata, da parte di tutti gli attori dellopera, sullorganizzazione del luogo di lavoro, che consentirebbe di evitare banali e pericolose interferenze fra diverse lavorazioni di altrettanto diverse imprese esecutrici. Risulterebbero evidenziate, per esempio, le posizioni dei passaggi protetti pedonali in modo che lattraversamento dellarea di cantiere non risulti interferente con le lavorazioni esterne in corso. Per evidenziare la viabilit di cantiere destinata allo scarico dei materiali, servirebbe la posizione delle autobetoniere e delle autopompe durante il loro utilizzo per lavorazioni interne. Risulterebbero, inoltre, evidenziate le aree da destinare a deposito provvisorio dei materiali e delle attrezzature necessarie alla realizzazione dellimpianto idro-termo-sanitario, elettrico, di pavimentazione e di rivestimento, al fine di evitare pericolose ammucchiate, dato il loro utilizzo da parte di imprese esecutrici diverse. Il tutto inserito sotto levidenziata interferenza dello sbraccio della gru ancora utilizzabile per numerose fasi di lavoro in cantiere.

Gli infortuni che comunemente avvengono durante le lavorazioni con macchine movimento terra sono principalmente dovuti al ribaltamento delle stesse e al conseguente possibile schiacciamento dell'operatore

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ALCUNI DEI CASI PI FREQUENTI DI MANCATA VALUTAZIONE DEI RISCHI E DI OMISSIONE DELLE MISURE DI TUTELA DEGLI OPERATORI DEL CANTIERE
Per la protezione dei passaggi pedonali non pu essere considerata sufficiente quella che utilizza la parte sottostante e in proiezione dei ponteggi. Con la gru e le autopompe in attivit, lingresso al fabbricato in costruzione e luscita sullarea di cantiere devono risultare protetti su tutto il tragitto necessario agli operatori per il trasporto del proprio materiale e delle proprie attrezzature. Nelle fasi di lavoro in cui verr riscontrata la necessit di utilizzare i cavalletti, occorrer inserire specifiche richieste di misure preventive e protettive, integrative rispetto a quelle contenute nel Piano di Sicurezza e Coordinamento, a garanzia della stabilit dei materiali e delle attrezzature da utilizzare. Potrebbero sembrare poco importanti, ma il rischio di ribaltamento e di investimento di un altro operatore potrebbe portare a infortuni importanti.

Da non sottovalutare il posizionamento dellautopompa rispetto allo sbraccio della gru nella realizzazione dei sottofondi di pavimento: risulter inevitabile la prescrizione nel Piano di Sicurezza e Coordinamento del rinvio di questa fase di lavoro in presenza di vento forte se i due bracci (autopompa e gru) e il castello della stessa gru risultassero interferenti. Lo sbraccio, infatti, in caso di forte vento, deve mantenere la possibilit di ruotare a 360 a freno libero. In ogni caso, si dovr prescrivere che un incaricato (formato sul posto) avr il compito di guidare le manovre del braccio dellautopompa in tutti quei casi in cui lingresso del tubo in pressione allinterno del fabbricato risulter nascosto alla vista delloperatore.

Uno dei maggiori rischi presenti durante le fasi di lavoro interne rappresentato dallutilizzo contemporaneo dellenergia elettrica da parte di diverse imprese e/o lavoratori autonomi. Frequentemente si assiste allarrembaggio del quadro di cantiere dellimpresa aggiudicataria con spine multiple destinate alluso civile e formanti vere e proprie catenarie da cui dipartono cavi appoggiati in modo casuale. Consuetudini, queste, vietate non solo dalle norme, ma principalmente dal buon senso: il rischio di elettrocuzione causato da un cavo elettrico tranciato o spellato risulta indiscutibilmente molto elevato, con conseguenze prevedibili e non auspicabili. Altro rischio da tenere nella dovuta considerazione rappresentato dalle fasi di lavoro in ambienti bui o poco illuminati, come gli interrati e i seminterrati. Questi ambienti, notoriamente umidi (o addirittura bagnati), non potranno essere illuminati da lampade alimentate a 220-380 kW, bens da lampade alimentate da corrente a bassa tensione (max 24 Volt).Anche in questi casi risulter opportuno prescrivere nel Piano di Sicurezza e Coordinamento aggiornato che i cavi dovranno rimanere appesi e non appoggiati caoticamente a terra.

Non viene quasi mai considerata linterferenza fra una fase di lavoro e numerosi tipi di materiali stoccati impropriamente vicino allarea di lavoro e utilizzati in altra lavorazione spazialmente vicina. Per esempio, linterferenza di materiale isolante posato sul luogo di lavoro troppo vicino alle operazioni che coinvolgono la realizzazione di tavolati divisori interni. Oppure, linterferenza degli stessi materiali depositati nei vani dove viene svolta la fase relativa allimpianto idro-termo-sanitario. Gli eventi infortunistici pi rilevanti sono quelli causati dallo scivolamento e dal conseguente investimento di materiale (mattoni, pannelli per armature, assiti, guaine, pannelli isolanti) depositato su pallet accatastati in maniera negligente. Ma non sono infrequenti quegli infortuni, ancorch non gravi, dovuti ad abrasioni per sfregamento su parti taglienti o ruvide del materiale depositato ai danni del viso, della schiena, delle mani e delle gambe.

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Non meno pericolose risultano le interferenze dovute alla compresenza di diverse imprese, o diverse squadre della stessa impresa, in ambienti decisamente ristretti, quali disimpegni di passaggio, bagni, angoli cottura, ripostigli, limitati locali di sgombero. In modo particolare se ne conviene facendo riferimento alle opere idro-termo-sanitarie ed elettriche. In questi casi risulter necessario prescrivere nel Piano di Sicurezza e Coordinamento la priorit dellimpresa idraulica rispetto a quella elettrica con la sola ammissione, per entrambe, della compresenza degli operatori dellimpresa edile destinati a eseguire le assistenze murarie.

Pur rientrando negli obblighi in capo al datore di lavoro dellimpresa (articoli 8 e 9, D.Lgs. 494/1996), risulter opportuno che il Coordinatore della Sicurezza in fase di Esecuzione intervenga ogni volta che constata de visu che i posti di lavoro risultano in disordine, al fine di eliminare i rischi infortunistici derivanti da accidentali inciampi degli operatori [articolo 5, comma 1, lettera e: segnalare al committente o al responsabile dei lavori, previa contestazione scritta alle imprese e ai lavoratori autonomi interessati, le inosservanze alle disposizioni degli articoli 7, 8 e 9 () e proporre la sospensione dei lavori, lallontanamento delle imprese o dei lavoratori autonomi dal cantiere, o la risoluzione del contratto () ].

Qualsiasi area di lavoro mantenuta ordinata consentirebbe un lavoro pi consono, rispettoso e dignitoso degli operatori, oltre a risultare pi redditizio per il datore di lavoro. Soprattutto, contribuirebbe a una riduzione importante del rischio dinciampo con conseguente riduzione degli eventi infortunistici quali lesioni al viso, agli occhi, al ventre, alle ginocchia e alle gambe. Il mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI), previsti nei Piani Operativi di Sicurezza delle imprese esecutrici, rimane una questione irrisolta tra operatori del settore e Coordinatori della Sicurezza in fase di Esecuzione. diventata la prassi delle cattive abitudini da un lato, dovute allesagerata e ingiustificata imposizione dei DPI prevista nei Piani Operativi di Sicurezza (per i dipendenti delle imprese) e nei Verbali delle Riunioni di Coordinamento (per i lavoratori autonomi in appalto diretto con il committente) e, dallaltro, frutto della non corretta informazione tra datori di lavoro e propri dipendenti. Sono, invece, molto pericolose le situazioni rappresentate da aperture nelle solette o in adiacenza delle scale non protette sul vuoto. Questa inosservanza pu essere mortalmente pericolosa per gli operatori di altre imprese, ma anche per gli stessi dipendenti o per la squadra preposta, nella zona, alla realizzazione di fasi di lavoro interne. In questi casi, non solo il Coordinatore della Sicurezza in fase di Esecuzione ha lobbligo di intervenire, se venutone a conoscenza, attraverso la sospensione dei lavori (articolo 5, comma 1, lettera f, D.Lgs. 494/1996), ma anche il Direttore dei Lavori rivestito dello stesso obbligo in virt dei poteri assegnati alla sua figura professionale.

Con elevata frequenza si manifestano anche casi di schiacciamento e lesioni per investimento da mezzi e tra mezzi circolanti nella zona di lavoro, per franamenti del terreno e caduta di gravi

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