Sei sulla pagina 1di 22

gennaio 2014

Giuseppe Carpentieri
http://peppecarpentieri.wordpress.com

prima edizione gennaio 2014
seconda edizione marzo 2014
terza edizione aprile 2014





Dalla resilienza alla rigenerazione
la politica industriale per il lavoro utile
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
2





















































Immagini in copertina tratte da
Luca Reale, La citt compatta, Gangemi Editore, 2012
Vauban quartiere di Friburgo
Morgan e Sindall http://annualreport2009.morgansindall.com/directors-report/business-review/urban-regeneration.html
Art&Build Waterwalk http://www.artbuild.eu/projects/master-planning/waterwalk
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
3

Dalla resilienza alla rigenerazione
Questa breve premessa ha la modesta ambizione si suggerire un'autocritica all'intero sistema
educativo poich concepito secondo un modello sociale figlio della concezione l'illuministica e del
mondo industriale, attraverso la diffusione del ragionamento deduttivo e lo studio dei classici.
Scuola e universit di basano ancora su un modello cognitivo che sviluppa esclusivamente un'abilit
di tipo accademica, e in questo modo il modello educativo esprime giudizi errati su individui
brillanti (pensiero divergente) che si convincono di non essere intelligenti, perch giudicati da un
modello obsoleto che distrugge la creativit anzich riconoscerla. Siamo a cavallo di un'epoca e il
nostro modello educativo obsoleto rispetto al processo di cambiamento che stiamo vivendo. Ad
esempio, l'arte penalizzata dall'odierno modello educativo poich anestetizza i giovani che
subiscono un'istruzione stile linea di fabbrica (crescita standardizzata e conformizzata), divisi per
classi ed et. Questo approccio sbagliato stato accettato da buona parte delle universit per logiche
di profitto (copyright, brevetti, royalties), e cos un'obsoleta cultura industriale ha prodotto
convenzioni economiche (estimo, creazione della moneta dal nulla, borse telematiche) prive di
valenze scientifiche, biologiche e fisiche in maniera tale da condizionare le scelte politiche che
governano il territorio e l'ambiente. Nella realt, i nostri diritti di apprendere sono gi
circoscritti
1
, afferma il premio nobel Robert B. Laughlin. Michel Foucault: Sappiamo bene che
luniversit e in generale tutto il sistema scolastico, in apparenza fatto per distribuire il sapere,
fatto per mantenere al potere un certa classe sociale e per escludere dagli strumenti del potere tutte
le altri classi
2
Nell'epoca post-industriale, nell'epoca della post-crescita (Fabris 2010), della fine del lavoro,
accade che gli interessi mercantili delle multinazionali si concentrano nei paesi chiamati in via di
sviluppo, mentre nell'Europa i cittadini possono riappropriarsi degli strumenti necessari
(organizzazione politica, tecnologie alternative) per rigenerare la propria citt, senza attendere che
le autorit istituzionali diano il corretto impulso politico, sia perch la classe politica spesso lenta
e inadeguata per farlo, sia perch non ha interesse nel farlo. Invece la storia e le attuali tecnologie ci
insegnano che oggi possiamo realizzare alcuni sogni descritti dagli utopisti dell'ottocento. Alcune
citt europee, sviluppando la resilienza (Beatley 2012; Coyle 2011), stanno cogliendo l'opportunit
di "aggiustare" la propria citt, ed sufficiente confrontare le esperienze per avviare questo
cambiamento nelle altre citt (Bazzanella, et al. 2012).
. Queste considerazioni tendono a suggerire il fatto che le conoscenze e le tecnologie
utili ad un'evoluzione esistono, ma non vengono distribuite affinch tutti possano migliorare la
propria esistenza.

La storia ci insegna che l'umanit ha saputo realizzare un ottimo equilibrio fra citt, abitanti e
ambiente, un equilibrio durato circa sei millenni fino alla prima rivoluzione industriale, cio fino
alle met del XVIII secolo. Le innovazioni tecnologiche delle rivoluzioni industriali sono dipese
dalle fonti energetiche fossili (petrolio e gas) determinando una dipendenza delle comunit dalle
stesse. Queste innovazioni hanno stimolato l'aumento della popolazione nelle citt e un aumento
dell'inquinamento atmosferico (Lima 2010), delle acque potabili e dei suoli prodotto dagli scarti di
queste tecnologie, poich non biocompatibili. I sistemi di comunicazione hanno trasformato i valori
delle comunit attraverso la programmazione mentale (pubblicit e istruzione). Secondo il critico
conservatore Joseph Epstein, sono sempre pi numerosi gli adulti prigionieri di uno stato mentale
assimilabile a quello dello studente di liceo
3

1
Robert B. Laughlin, Crimini della ragione, Bruno Mondatori, 2009
, nella sostanza c' una regressione verso l'ethos
infantilistico che rende gli individui incapaci scegliere in autonomia a con consapevolezza (Barber
2010).
2
Estratto dal video condiviso su youtube: Foucault Chomsky: PARTE I Potere e Societ Futura (ita) <
http://www.youtube.com/watch?v=8dgtXCTmAoI>
3
Benjamin R. Barber, Consumati, da cittadini a clienti, Einaudi, 2010, pag. 26
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
4

Grazie alle innovazioni tecnologiche in poco meno di 200 anni le citt sono transitate dalle fonti
rinnovabili alle fonti fossili tramite le reti del gas. Carbone e carbonella furono sostituite dal gas, si
diffuse la rete elettrica e le automobili sostituirono i cavalli, poi nacquero i sistemi di trasporto
pubblici. All'inizio del secolo scorso si costruirono reti fognarie, reti idriche e sistemi di raccolta dei
rifiuti urbani. Si stima che l'umanit abbia raggiunto il primo miliardo di abitanti intorno al 1830
impiegando due milioni di anni, il secondo miliardo stato raggiunto nel 1930, mentre si giunti a
sei miliardi nel 1999. Un'altra teoria calcola che dodicimila anni fa, quando nacque l'era agricola, la
popolazione mondiale era stimata in circa 10 milioni di abitanti, con l'avvento dell'era cristiana si
arriv a 250 milioni ed alla fine del XVIII secolo si sfiorava il miliardo di abitanti. Con
l'accelerazione post industriale, dal 1950 al 2000, si pass da 2,5 a 6,1 miliardi di abitanti (Lima
2010).
All'esplosione demografica ha corrisposto un aumento dei consumi e la crescita illimitata di merci
inutili. L'onnipotenza di tale sviluppo prodotta dalla sinergia tra l'innovazione permanente della
tecnoscienza, la globalizzazione mercatista e la pervasivit mondiale della finanza, senza frontiera,
anonima e on-line. Essa giunta a un supersfruttamento biotech della terra al punto da distruggere
un terzo dei prodotti annuali; e una sterminata produzione di merci che invade ogni angolo del
globo
4

.
L'intero sistema culturale costruito negli ultimi 150 anni questi secoli ha commesso l'errore di
cancellare valori umani e leggi della natura attraverso un'ideologia dannosa e obsoleta. In biologia
lautopoiesi la capacit di riprodurre s stessi che caratterizza i sistemi viventi in quanto dotati di
un particolare tipo di organizzazione, i cui elementi sono collegati tra loro mediante una rete di
processi di produzione, atta a ricostruire gli elementi stessi e, soprattutto, a conservare invariata
lorganizzazione del sistema (dizionario Treccani). Il termine resilienza viene usato in meccanica,
in ingegneria per indicare la capacit dei materiali a resistere, mentre in psicologia indica la capacit
umana ad adattarsi e di affrontare le avversit della vita.
Mentre per rigenerazione si intende nel senso sociale, morale o religioso, rinascita, rinnovamento
radicale, redenzione che si attua in una collettivit: rigenerazione morale, civile, politica di un
popolo, di una nazione, della societ (dizionario Treccani). Il termine rigenerazione urbana
appare nel lessico della pianificazione urbanistica inglese alla met degli anni settanta. Nel 1993 fu
istituita unagenzia a livello nazionale, Urban Regeneration Agency (URA) con competenze nel
tema della rigenerazione urbana. In ambito urbanistico possibile individuare una
periodizzazione del concetto di rigenerazione urbana che parte dal dopoguerra piani di
ricostruzione fino agli anni novanta, cio dalla ricostruzione dei centri storici ed urbani promossa
dallo Stato fino alla nascita delle agenzie pubbliche-private degli anni ottanta.
Secondo il Metropolitan Istitute at Virginia Tech la "rigenerazione urbana" ha principi base: avviare
un coordinamento fra i settori, creare una visione olistica, rigenerare le persone prima dei luoghi,
creare partenariati a tutti i livelli di governo, creare capacit nel settore pubblico, coinvolgere la
comunit locale nella pianificazione. Pertanto la rigenerazione si basa sulla "scienza della
sostenibilit" con particolare attenzione ai bisogni sociali delle comunit. Circa l'obiettivo
rigenerare le persone dal 1991 nasce una rete internazionale INURA
5
che prova a realizzare
progetti di auto gestione locale dal basso. Nel giugno 1996 INURA "premia" l'esperienza Exodus
6


nel campo dello sviluppo sociale (Cottino 2009).
Prima della rigenerazione, lurbanistica conobbe un concetto simile: il rinnovamento urbano
(urban renewal) che nacque in Inghilterra come reazione alle cattive condizioni igieniche degli

4
Manifesto UIA, "Dalla crisi di megacity e degli ecosistemi verso eco-metropoli e l'era post-comunista", in Per
un'architettura come ecologia umana, (a cura di) Antonietta Iolanda Lima, Jaca Book, pag. 260, 2010
5
International Network for Urban Research and Action
6
E' l'esperienza di auogestione del collettivo Exodus nel quartiere Marsh Farm a Luton.
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
5

abitanti nel periodo della rivoluzione industriale del XIX secolo. In Italia venne approvata la legge
2359/1865 che riguardava lespropriazione per pubblica utilit ed intervenire per risanare le citt,
poi la legge 2892/1885 per risanare Napoli. In quel secolo Ildelfons Cerd nel 1854 pubblic
la teoria dellurbanizzazione prima, e nel 1867 la Teoria generale dellurbanizzazione. Cerd ebbe
l'enorme merito di iniziare la scienza dell'urbanistica ponendo al centro del dibattito il tema della
corretta pianificazione per consentire a tutti i cittadini, senza distinzioni di classi sociali, di poter
godere ed usufruire dei servizi in funzione dei bisogni umani: igiene, circolazione urbana e giusta
politica fondiaria. Dello stesso secolo la pubblicazione di Camillo Sitte, Der Stdtebau nach seinen
knstlerischen Grundstzen (1889), Larte di costruire la citt. Nel 1898 Ebenezer Howard
pubblica Tomorrow, a peaceful path to real reform, poi ripubblicato col titolo Garden cities of
tomorrow. Lo scopo di Howard era migliorare le condizioni abitative attraverso il controllo della
densit, l'affollamento e trasferendo parti delle citt grandi in piccole citt pi equilibrate. Il
finanziamento di questa operazione si reggeva sulla rendita fondiaria mescolando cooperazione e
competizione per trasferire i profitti alla comunit.
Dal punto di vista della sensibilit ecologica nel 1828 Gilbert Laing Meason ispirato dai dipinti
verdeggianti dei pittori italiani pubblica On the landscape architecture of the great painters of Italy.
Lo scopo di Meason era quello di importare nel sul paese una corretta progettazione del paesaggio
per integrare le residenze con parchi e giardini. La sua iniziativa ha fatto nascere una
specializzazione della progettazione "l'architettura del paesaggio", e nel 1899 nacque l'American
Society of landscape architects.
Nel 1915 Patrick Geddes pubblica Cities in evolution una sorta di manuale per guardare e progettare
le citt cogliendone lo spirito e la bellezza, capace di alimentare l'interesse e la volont collettiva,
dove ogni problema trova la sua soluzione. Geddes crea una citt concettuale, Eutopia, fatta di
impiego razionale delle risorse e della popolazione, di progresso dell'uomo e di miglioramento
dell'ambiente.
Pertanto nel filone dell'urban renewal accade che negli USA, nel 1958 venne approvato un
programma per il rinnovamento urbano (Federal Urban Renewal programm) e favorire le
trasformazioni urbanistiche per migliorare le condizioni ambientali nelle citt. In Italia, ci furono
i piani di ricostruzione D.L. 145/1945 per soddisfare il fabbisogno abitativo (dagli anni 50 fino
agli anni 70), poi ci fu la L.457/1978 con le zone di recupero ed i piani per il recupero del
patrimonio edilizio esistente, poi vennero i programmi complessi e la programmazione
regionale, cio interventi di recupero e riqualificazione urbana attraverso diversi strumenti
tecnico-giuridici.
I programmi complessi trovavano copertura finanziaria sia dai fondi europei che da quelli
nazionali e dalle Regioni (Ombuen e Ricci 2000). Ad esempio, lesperienza dei Programmi Urban
nei centri storici, avviata nel 1994 fino al 1999, che coinvolse 16 Comuni, poi ci furono 46
Comuni coinvolti dai Contratti di Quartiere approvati dal Comitato esecutivo del CER, e poi 9
aggiuntivi approvati dal Parlamento, con risorse della legge 94/1982 che poi trovano la luce a
gennaio del 1998. E poi lesperienza dei programmi PRUSST (Programmi di Riqualificazione
Urbana e di Sviluppo Sostenibile sul Territorio) ove 127 furono dichiarati idonei, con 87 casi
finanziati con risorse del CIPE di cui alla legge 341/1995. A questi dati vanno aggiunti le
esperienze dei piani regionali con gli interventi di recupero, i programmi integrati di intervento ed
i programmi di recupero urbano. Di recente i Governi hanno lanciato liniziativa piano citt, ma
con scarse risorse: 318 milioni.

Cittadini e istituzioni hanno la grande opportunit di rigenerare le citt. Si potrebbe ri-adottare il
metodo ideato da Saverio Muratori per i centri (Lettura delledilizia di base), e la "scienza della
sostenibilit" per quelle parti di citt ove sono stati costruiti edifici pubblici INA e PEEP. Per l'Italia
determinante finanziare un piano di prevenzione nazionale circa il rischio sismico e intervenire sul
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
6

patrimonio storico-artistico con interventi di miglioramento e adeguamento
7

, poich si rende
necessario applicare la prassi della manutenzione, presupposto primario della prevenzione.
Nel 2000 Peter Roberts e Hugh Sykes pubblicano il Manuale della rigenerazione urbana (Urban
regeneration, a handbook). Attualmente, in Inghilterra il legislatore promuove Agenzie di
Rigenerazione Urbana
8
(URCs) per fornire una rigenerazione sostenibile e stimolare gli
investimenti nelle citt, mentre negli USA il Metropolitan Istitute at Virginia Tech
9
Nel 2008 Path Murphy pubblica Plan C
promuove
ricerche e programmi concreti sulla rigenerazione urbana: Vacant Property Research Network
Background (VPRN). Nell'ambito della ricerca accademica, per le grandi metropoli emerge il tema
del giusto dimensionamento delle citt abbandonate e/o in contrazione (shrinking cities), o di parti
di esse che sono diventate obsolete rispetto ai cambiamenti in corso: recessione e crisi energetica.
10
Sul tema della qualit urbana, nel 2011, il Comune di Roma incarica l'associazione Audis
(Associazione delle aree urbane dismesse) per scrivere un protocollo atto a valutare la qualit dei
progetti di trasformazione urbanistica. Il risultato una matrice che indica gli obiettivi generali ed
operativi della qualit urbanistica, architettonica, dello spazio pubblico, sociale, economica,
ambientale, energetica, culturale e paesaggistica. Il lavoro di definizione del protocollo si basa sulla
Carta della Qualit della Rigenerazione Urbana, pubblicata da Audis nel 2008, risultato ultimo di un
lungo confronto tra soggetti pubblici e privati impegnati con successo nei piani e progetti di
rigenerazione urbana in tutta Italia.
per chiunque fosse interessato a vivere con un consumo
energetico pi basso, pi sano ed uno stile di vita pi sostenibile. Nel 2012 Joseph Shilling ed Allan
Mallach pubblicano una guida per i pianificatori: Cities in Transition: a guide for practicing
planners.

Nel mondo professionale esiste una competenza, una strategia per uscire dalla recessione, e ci sono
numerosi casi studio che mostrano buoni e cattivi esempi, buoni e cattivi modelli (Angotti 2011;
Berry, Deddis e McGreal 2013; Colantonio e Dixon 2011). La sperimentazione e gli errori hanno
consentito di migliorare le proposte progettuali, cos come migliorare i modelli gestionali,
amministrativi, economici e politici (Diamond, et al. 2010). Il patrimonio edilizio italiano che va
dagli anni 50 sino agli anni 80, dimostra che non c tempo da perdere, e bisogna intervenire per
prevenire danni (rischio sismico, idrogeologico) e sprechi evitabili (efficienza energetica), e
ripensare lambiente costruito di quelle citt e di quei quartieri ove la qualit di vita ancora bassa
(servizi, comfort, ambiente e mobilit sostenibile) (Di Biagi 2001; Turchini e Grecchi 2006).

Dal punto di vista degli architetti che si occupano di conservazione e restauro noto che bisogna
produrre piani e programmi industriali volti a tutelare il patrimonio esistente attraverso la
prevenzione
11

7
D.M.24/01/1986. La migliore ipotesi di intervento la verifica statica e la relativa manutenzione del costruito
valutando caso per caso. Pertanto, per gli edifici in muratura si opera una diagnosi dei dissesti ed i conseguenti metodi
di bonifica controllando i singoli elementi strutturali effettuando il maggior numero di verifiche possibili.
che consente di fare interventi puntali poco costosi, ma efficaci (minimo intervento)
che ci consentono di prolungare la vita degli edifici e di continuare a godere dei beni pubblici e
privati evitando i danni e i costi di interventi drastici. Nel 1960, sotto la guida culturale di Giovanni
Astengo, fu promosso il manifesto denominato Carta di Gubbio al fine di individuare linee guida
per salvaguardare e risanare i centri storici. Un Paese come l'Italia non pu permettersi di non
programmare la tutela della propria ricchezza che determina l'identit stessa del nostro territorio.
8
http://collections.europarchive.org/tna/20100911035042/http:/www.homesandcommunities.co.uk/urban_regeneration_
companies
9
http://www.mi.vt.edu/research/urban-regeneration/
10
http://www.communitysolution.org/plancbook.html
11
Giovanni Carbonara, "Questioni di tutela, economia e politica dei beni culturali", in Avvicinamento al restauro,
Liguori editore, 1997, pag. 597.
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
7


Dal punto di vista dell'uso razionale dell'energia importante ridurre la domanda di energia da fonte
fossile (petrolio e gas) perch esistono sprechi evitabili con limpiego di diversi accorgimenti e
luso di nuove tecnologie. Gli edifici sono sistemi termotecnici e quelli che non disperdono energia
facendoci stare bene anche destate sono i migliori (comfort). I materiali hanno caratteristiche
termofisiche e per farsi unidea corretta sufficiente comprendere queste misure
12
smart grid
(conduzione,
convezione, irraggiamento). Un edificio che disperde energia termica produce un costo/spreco, e
questo pu rappresentare la base economica per finanziare la ristrutturazione edilizia. E il tipico
ragionamento economico-finanziario delle ESCo (Energy Service Company) che realizzano profitti
tramite progetti finalizzati allefficienza energetica e luso degli incentivi alle fonti alternative. I
cittadini potrebbero avviare una ESCo, tramite la banca locale, e finanziare la ristrutturazione
edilizia dei volumi esistenti con lobiettivo di realizzare una rete intelligente ( ). In questo
modo diventeranno produttori e consumatori (prosumer) di energia, ma soprattutto liberi e
indipendenti dalle SpA. Latteggiamento appena descritto si pu tradurre concretamente
promuovendo cooperative edilizie ad hoc (iniziativa privata), e gi esistono esempi progettuali di
questo tipo che stanno rigenerando interi quartieri migliorando la qualit di vita.

Dal punto di vista della resilienza urbanisti, progettisti, sociologi, agronomi, geologi, biologi e
fisici, possono informarci sul fatto che le citt e le loro istituzioni non stanno governando luoghi e
risorse in maniera responsabile ed equilibrata, poich abitanti ed ambiente si trovano in condizioni
di forte disarmonia dal punto vista ecologico, sociale ed economico (Wheeler 2013; Tallen 2013).
Dal punto di vista sanitario secondo l'OMS i fattori che determinano uno stato di benessere sono
biologici, ambientali, sociali, culturali, economici; lo stato di salute condizionato da un equilibrio
psicofisico del soggetto in s e nel suo rapporto con l'ambiente che lo accoglie
13
. Secondo l'OSCE e
l'TTI
14
uno degli aspetti che determina l'aumento delle patologie
15
(decessi, disturbi respiratori,
disturbi cardiovascolari) nelle citt l'inerzia politica che fa aumentare la complessit del problema
(congestione del traffico). Da questo punto di vista Amburgo e Copenaghen rappresentano esempi
da seguire poich puntano a ridurre drasticamente l'uso delle automobili per favore pedoni e
biciclette
16
Si rende necessario pensare ed organizzare le istituzioni in maniera resiliente per affrontare
correttamente i momenti di crisi, e attivare risorse utili a raggiungere lequilibrio: ecologico,
sociale, ed economico. Una progettazione resiliente, tramite lapproccio olistico, si occupa di
stimolare lorganizzazione necessaria per realizzare citt sostenibili e prosperose, non pi
dipendenti da minacce esterne o interne (crisi morale, didentit, culturale, alimentare, energetica,
ambientale ed economica). Dal punto di vista della decrescita, una progettazione resiliente
lopposto dellobsolescenza pianificata
.
17

12
Prima di tutto bisogna prendere familiarit con la
. Ad esempio, uno degli obiettivi sintetici della sostenibilit
conducibilit termica [W/mk] (capacit di un materiale a condurre
calore) e questa caratteristica deve essere ben evidenziata. Pi la conducibilit di un materiale bassa e maggiore sar il
vostro risparmio. La resistenza termica s/ [m
2
K/W] e in fine bisogna conoscere la trasmittanza termica
U=1/R
T
[W/m
2
K]. Ad esempio, le case certificate come CasaClima Oro hanno U <0,15 W/m
2
K sia per la parete
esterna, sia per il tetto e U
w
0,80 W/m
2
K per i serramenti. Solitamente, dopo una diagnosi energetica utile a rilevare
dispersioni lungo i ponti termici (nodi strutturali, finestre ) i progettisti intervengono con materiale coibente e con
infissi migliori per ridurre la domanda di energia termica (gas metano) e poi integrano la domanda di energia elettrica
con limpiego di un mix tecnologico rispetto alle risorse locali (sole, vento, acqua, geotermico).
13
Stefano Campolongo (a cura di), Qualit urbana, stili di vita, salute, Hoepli, 2009, pag. 3.
14
Texas Transportation Institute
15
OMS, ANPA, ITARIA studio del 1998 su Torino, Genova, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo, in
Qualit urbana, stili di vita, salute, Hoepli, 2009, pag. 165.
16
Marta Alb, "Amburgo addio alle auto entro 20 anni. Sar la prima citt car-free d'Europa",
<http://www.greenme.it/informarsi/citta/12213-amburgo-car-free>(ultimo accesso 10 gennaio 2014)
17
Fonte Wikipedia: L'obsolescenza programmata o pianificata (in inglese: planned obsoloscence o built-in
obsolescence) in economia industriale una politica volta a definire il ciclo vitale (la durata) di un prodotto in modo da
renderne la vita utile limitata a un periodo prefissato. Il prodotto diventa cos inservibile dopo un certo tempo, oppure
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
8

forte il benessere ecologico, sociale ed economico, ma non necessariamente crescita, con analisi
multi-criteria obbligatorie
18
. Una citt o una societ progettata male spreca risorse e fa aumentare il
PIL
19
quando non sarebbe affatto necessario, una citt resiliente una comunit del buon senso, una
citt durevole ed equilibrata, poco energivora
20
e riduce il PIL selettivamente poich non prevede
gli sprechi delle citt progettate male. Per rigenerare le citt dal punto di vista energetico
necessario avere un approccio strutturale e possiamo sintetizzare in quattro punti la strategia da
attuare: 1) minimizzare la necessit di energia negli edifici (ridurre/cancellare la domanda di
energia da fonte fossile); 2) minimizzare la necessit di energia nei trasporti; 3) utilizzare le
tecnologie che garantiscono la massima efficienza energetica; 4) massimizzare la quota di fonti
rinnovabili nel mix energetico. Secondo il "Protocollo della qualit urbana"
21

gli obiettivi operativi
puntano a migliorare forma ed efficienza della citt attraverso un ampio equilibrio e integrazione tra
residenze, servizi, lavoro e tempo libero per costruire aree urbane vissute lungo l'arco della giornata.
Si punta a migliorare le connessioni territoriali dell'area, del quartiere e della citt, considerando i
temi della sostenibilit ambientale. Dal punto di vista della qualit architettonica si considerano le
esigenze dei nuovi modi di abitare, del vivere, del lavorare e della socialit considerando l'obiettivo
del risparmio energetico. La rigenerazione deve tener conto di soluzioni residenziali diversificate
per fasce di reddito, et, dimensione del nucleo familiare; bisogna offrire servizi alle imprese ed ai
lavoratori e sviluppare l'interazione col contesto urbano conservando l'attivit lavorativa all'interno
dell'area considerata. Tutto ci deve accadere in equilibrio con l'ambiente creando spazi pubblici
che favoriscono la convivenza, l'aggregazione sociale e la partecipazione.
I piani di ricostruzione (anni '50) e le espansioni delle citt progettate male durante le speculazioni
edilizie, quelle del boom economico degli anni 60 e le espansioni urbanistiche degli anni recenti
dal 1996 al 2007, sono poco resilienti poich non sono state il frutto di un'attenta valutazione e
maturazione culturale dal punto di vista della sostenibilit, esse fanno aumentare il PIL poich
sprecano risorse e peggiorano la qualit della vita. Cos come sono state poco resilienti le
costruzioni abusive "sanate" a partire dagli anni '80. Per nulla resiliente l'ideologia dell'ossimoro
sviluppo sostenibile che sorregge l'impianto culturale delle prime direttive europee circa la
valutazione ambientale
22
, e persino la matrice del "Protocollo di Roma Capitale" conserva un
indicatore obsoleto circa la qualit economica dei progetti e cio la crescita economica duratura
nel tempo, ignorando ancora una volta sia l'entropia e sia i limiti naturali, e andando in
contraddizione con la sostenibilit forte che auspica il benessere ecologico, sociale ed economico,
ma non necessariamente crescita
23
. La tutela del paesaggio
24

semplicemente "fuori moda", in modo da giustificare l'entrata nel mercato di un modello nuovo.
<
se continua ad essere concepita nel
piano ideologico della crescita difficilmente trover un vera tutela, che pu essere tradotta in azioni
http://it.wikipedia.org/wiki/Obsolescenza_programmata>(ultimo accesso 31/12/2013)
18
Giuseppe Longhi, "Sostenibilit urbana e territoriale", in Il nuovo manuale dell'urbanistica, a cura di Leonardo
Benevolo, Mancosu editore, 2009, pag.D15.
19
Secondo il Ministero dello Sviluppo Economico quasi il 90% del patrimonio edilizio italiano (pi o meno 13,5
milioni di edifici) ha un fabbisogno energetico di circa 220-250 kWh/m anno, ovvero consumi di 25 litri di gasolio per
m. Una quantit pazzesca di energia dissipata; il vero buco nero del sistema energetico nazionale. Se si vuole
incidere veramente sui consumi energetici bisogna quindi pensare di ridurre innanzitutto i consumi termici delle
preesistenze architettoniche. Stefano Fattor, "Obiettivo 2018: risanare le preesistenze a costo zero", in CasaClima N.1,
Agenzia CasaClima, 2009, pag.20.
20
Persino lultima direttiva europea (2012/27/UE) parla di un piano di decrescita energetica che intende ridurre la
dipendenza dagli idrocarburi per aumentare limpiego delle fonti alternative. Lefficienza energetica costituisce un
valido strumento per affrontare tali sfide. Essa migliora la sicurezza di approvvigionamento dellUnione, riducendo il
consumo di energia primaria e diminuendo le importazioni di energia.
21
AUDIS, Protocollo qualit urbana di Roma Capitale, 2012
22
D.Lgs. 3 aprile 2006 n.152
23
in Il nuovo manuale dell'urbanistica, a cura di Leonardo Benevolo, Mancosu editore, 2009, pag.D15.
24
art.10 Legge 6 settembre 2002 n. 137 e D.Lgs. 22 gennaio 2004 n.42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio)
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
9

efficaci se il legislatore compie un salto culturale adottando principi di bioeconomia e nuovi
paradigmi culturali, non pi mercantili.
Una parte della ricerca architettonica e urbanistica ritiene che bisogna "riprogettare" l'isolato
25
Ripensare quelle espansioni in maniera resiliente significa prevedere una riduzione del PIL nel
luogo periodo e garantire una qualit della vita alle future generazioni, garantire subito nuova
occupazione utile e creare prosperit. Una comunit resiliente quando lintero patrimonio
culturale, storico, artistico, architettonico non subisce gravi danni dallazione del sisma e dal rischio
idrogeologico poich la comunit ha saputo realizzare un adeguato piano di conservazione e
riuso. Rigenerare pensando alla resilienza significa che i cittadini insieme alle istituzioni diventano
produttori e consumatori di energia grazie alla generazione distribuita che sfrutta lefonti
energetiche

controllando la densit al fine di migliorare la qualit urbana, ed evitare di sprecare risorse.
Attraverso la corretta comprensione dell'isolato si possono immaginare strategie di ri-costruzione
per periferie, centri e parti di citt (Panarei, Castex e Depaule 2008; L. Reale 2012).
26
alternative, significa che gli abitanti si spostano prevalentemente a piedi, con "bici
pedelec" (a pedalata assistita) o con i mezzi pubblici, significa che una parte del cibo auto
prodotta, o proviene dallambito regionale grazie allagricoltura sinergica, significa che le citt
hanno giacimenti di risorse regionali provenienti dalle demolizioni selettive
27
Ecco un esempio pratico di processo resiliente, creativo e razionale: scuole, universit, cittadinanza
ed istituzioni si concentrano a sviluppare competenze specifiche forti per gli individui circa il
tema delleco-efficienza (scienza della sostenibilit), mentre istituzioni, imprese e associazioni
sviluppano competenze traversali attraverso unorganizzazione e un metodo di lavoro
per processi, sui progetti; il risultato sar una facile rigenerazione territoriale. Tutte le energie
mentali si concentrano sui progetti, e si attivano modalit di lavoro condivise per tendere
allobiettivo comune: prosperit attraverso la rigenerazione. Sarebbe saggio istituire una cabina di
regia nazionale per garantire copertura finanziaria valutando la qualit dei progetti di rigenerazione
urbana e rispettare i tempi prefissati.
e che tutte le materie
prime seconde (i rifiuti) sono riciclate e riutilizzate; significa che lacqua pubblica. Una comunit
resiliente equilibrata, e pertanto si cancellano le disuguaglianze dando unopportunit a tutti gli
abitanti.

Alcuni casi studio circa interventi di recupero edilizio e sostenibilit: in Francia (Operation
Programme dAmelioration de lHabitat, fine anni settanta) con il quartiere Perseigne nel Comune
di Alenon in Normandia con un intervento di recupero di un quartiere di edilizia sociale con le
teorie della partecipazione, il quartiere Bethoncourt intervento di recupero con piccole demolizioni
e ricostruzioni, il complesso residenziale Quai de Rohan a Lorient con un intervento di
rimodellazione con aggiunta e sottrazione di volumi; in Germania (Istitut fur Erhaltung und
Moderniieung von Bauwerken, primo progetto del 1991 su Berlino Est): edifici residenziali in
Bchnerstrasse a Leinefelde in Thringen; e in Danimarca (Urban Renewal Company, 1994):
blocco residenziale Hedebaygade sito in Outer Vesterbro a Copenaghen, per quanto la citt danese
stessa rappresenta un modello di architettura sostenibile, tutela del paesaggio urbano e mobilit
urbana ove la bicicletta l'alternativa costante all'automobile. Questi casi studio rappresentano
un miglioramento della qualit funzionale e spaziale con strategie di riqualificazione alla scala di
quartiere, delledificio e dellalloggio e limpiego di tecnologie con sfruttamento dellenergia solare
con sistemi passivi ed attivi.


25
Luca Reale, La citt compatta, Gangemi editore, 2012
26
Giuseppe Carpentieri, "energia basta poco", 28 marzo 2011, dal diario peppecarpentieri.wordpress.com
<http://peppecarpentieri.wordpress.com/2011/03/28/energia-basto-poco/> (ultimo accesso 31/12/2013)
27
Giuseppe Carpentieri, "societ e lavoro", 26 settembre 2013, dal diario peppecarpentieri.wordpress.com
<http://peppecarpentieri.wordpress.com/2013/09/26/societa-e-lavoro/>(ultimo accesso 31/12/2013)
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
10

Esempi concreti sono presenti in diverse citt europee
28
. Le rivoluzioni industriali hanno
trasformato le nostre citt in ambienti per le automobili
29
, adesso bisogna ridisegnare i luoghi
urbani partendo dalluomo
30
piste
ciclabili
e quindi notiamo laumento delle aree pedonalizzate, e delle
. Quando i motori a combustione saranno sostituiti con i pi efficienti motori elettrici
avremo anche unaria pi pulita. Gli edifici hanno le forme che gli architetti preferiscono ma
sembrano prevalere rapporti e forme classiche. Densit ragionevoli affinch si prevenga la
sovrappopolazione.
Uso del suolo, acqua, rifiuti, energia, biodiversit, mobilit, sociale e morfologia urbana sono i
paradigmi di una citt sostenibile.
Citiamo alcuni esempi: Hammarby Sjstad (Stoccolma): un quartiere per 25 mila abitanti che
recupera unarea industriale e portuale, Hafen city (Amburgo): prevede anche la realizzazione di
aree a tutela della biodiversit, Rieselfeld (Friburgo) l'area di 70 ettari con 4200 alloggi e 12.000
abitanti comprende anche il quartiere Vauban di 34 ettari ove, fra il 1998 e il 2006, si riqualifica
un'area militare dismessa e si insediano 5000 abitanti con servizi pubblici, verde pubblico, attivit
commerciali, artigianali e industriali; GWL (Amsterdam): recupero di unarea urbana
precedentemente occupata da unazienda, Bo01 (Malmo), recupero di una vasta area portuale. A
San Jose, California nel 1995 sorge un progetto di rivitalizzazione di un'area produttiva dismessa
(30 ettari) e si interviene con alta densit e mixit funzionale e sociale; in localit Bremerton
Dowtown, Washington si recuperano quartieri ("citt della marina e centro culturale") con alta
densit, mix di funzioni e spazi pubblici di qualit; a Parigi su un'area di 50 ettari nel quartiere
Bercy (realizzazione 1988-1992) intervenendo con mixit sociale, social housing e nuovi spazi
pubblici; in Scozia a Glasgow nel quartiere Gorbals progettazione di funzioni miste (realizzazione:
2002): abitazioni, attivit direzionali e commerciali, residenze per studenti, usi alberghieri, attivit
artigianali e verde pubblico. Un altro esempio paradigmatico la rigenerazione del quartiere
francese nella cittadina di Tbingen in Baden-Wrttemberg (Germania), un'area di 60 ettari
riprogettata da cooperative edilizie puntando alla densit edilizia con mixit funzionale, uso di
energie rinnovabili e filiera corta.

Ci sono state diverse esperienze e buone pratiche di recupero urbano, dal punto di vista energetico
ed urbano, con lobiettivo di migliorare la qualit tecnologica delle abitazioni e la qualit urbana
degli spazi aperti. Anche in Italia, met anni 90 (programmi complessi), abbiamo avuto casi di
recupero nei centri storici attraverso specifici piani e strumenti legislativi, e riqualificazione delle
aree urbane degradate.

I modelli pi recenti e interessanti sono rappresentati da progetti di comunit e di pianificazione
partecipata. La ricaduta positiva di questi interventi il soddisfacimento del bisogno di casa,
lofferta di lavoro, e la realizzazione di spazi comfortevoli. Da un lato ci sono i metodi di
ispirazione liberista ove i progetti sono sostenuti dal capitale privato che trasforma interi quartieri
secondo logiche speculative, e da un altro lato ci sono i progetti di comunit tramite progetti che
puntano alla sostenibilit, alla coesione sociale e alla tutela di tutti gli abitanti. Gli strumenti
utilizzati sono i diradamenti urbanistici, le demolizioni e le ricostruzioni, e la razionalizzazione
delle aree pubbliche, tutto ci al fine di creare migliori condizioni di vita, migliore qualit edilizia e
incentivare il mix funzionale.
Uninteressante visione raccontata da Claudio Saragosa in Citt tra passato e futuro, altri
suggerimenti sono espressi nella collana Natura e artefatto di Donzelli editore; altrettanto

28
Giuseppe Carpentieri, "citt sostenibile 2", 20 marzo 2013, dal diario peppecarpentieri.wordpress.com
<http://peppecarpentieri.wordpress.com/2013/03/20/citta-sostenibile2/>(ultimo accesso 31/12/2013)
29
Giuseppe Carpentieri, "possedere un'auto", 12 aprile 2011, dal diario peppecarpentieri.wordpress.com
<http://peppecarpentieri.wordpress.com/2011/04/12/possedere-un-auto/>(ultimo accesso 31/12/2013)
30
Giuseppe Carpentieri, "decrescita e architettura", 19 ottobre 2011, dal diario peppecarpenteiri.wordpress.com
<http://peppecarpentieri.wordpress.com/2011/10/19/decrescita-e-architettura/>(ultimo accesso 31/12/2013)
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
11

interessante la proposta di rileggere I classici dellurbanistica moderna al fine di interpretare
correttamente il cambiamento necessario che avvolge i temi del territorio, labitare e gli
insediamenti umani.

Verso la fine del 2010, Legacoop lancia una suggestione denominata cooperative di comunit per
affrontare lattuale recessione e tentare di soddisfare i bisogni dei cittadini. Lo scopo mantenere
vive e valorizzare comunit locali a rischio di deperimento, quando non di estinzione. Alcune per
far fronte alla mancanza o al venir meno di servizi basilari per la comunit, come scuole, negozi,
servizi socio-assistenziali. Altre da motivazioni ambientalistiche e di valorizzazione delle risorse del
territorio. Altre ancora dalla necessit di rispondere a crisi occupazionali determinatesi nelle aree
circostanti.

Il mondo delle professioni ha soluzioni, mentre in questa fase del dibattito politico, sembra
che lapproccio italiano
31
al tema sia alquanto immaturo ed anacronistico: stop al consumo di
suolo (auspicio condivisibile, ma strano e tardivo), poich il consumo indiscriminato del suolo c
gi stato, ed ha visto lapice della battaglia negli anni 60 con la sconfitta della proposta dellallora
Ministro, Fiorentino Sullo, che mirava a risolvere il problema della speculazione edilizia legata alla
rendita e al regime dei suoli. Gi nel 1946 Hans Bernoulli affront il tema pubblicando Die stadt
und ihr Boden e denunciando i guasti provocati dalla privatizzazione dei suoli che determina
l'impossibilit di una gestione collettiva della pianificazione urbana. Sullo propose l'esproprio
preventivo delle aree edificabili al fine di applicare l'interesse pubblico esercitato dai Comuni. La
proposta di Sullo risolve alla radice il problema della rendita poich acquisite le aree, il Comune
provvede alle opere di urbanizzazione primarie e cede, a mezzo di asta pubblica, il diritto di
superficie sulle aree destinate all'edificazione, che restano di propriet del Comune. A base d'asta
pubblica viene assunto un prezzo pari all'indennit di esproprio maggiorata del costo delle opere di
urbanizzazione e di una quota per spese generali
32
Dopo la Carta di Atene del 1933 un gruppo di progettisti ritenne utile aggiornarla e nel 1977
proposero la Carta urbanistica di Machu Pichu in undici punti: citt e regione; la crescita urbana; le
funzioni integrate; l'abitazione; i trasporti; la disponibilit del suolo urbano; risorse naturali e
inquinamento ambientale; tutela e preservazione dei valori culturali e del patrimonio storico-
monumentale; la tecnologia; attuazione dei piani; progettazione urbana e architettonica. Nonostante
le evidenze, sin dagli anni '80 prevalse l'ideologia dell'ossimoro sviluppo sostenibile, nel solco della
crescita infinita. Solamente dopo l'evidente crisi morale e finanziaria, e la rilettura dei rapporti
pubblicati sull'ambiente e la salute umana, torn nel pensiero degli urbanisti una vera sensibilit
ecologista che oggi tende alla scienza della sostenibilit, e prende in considerazione il concetto di
bioeconomia antitetico allo sviluppo sostenibile.
.
Per realizzare la sostenibilit lo Stato dispone ancora dello strumento giuridico dell'esproprio per
pubblica utilit, sempre meno utilizzato per favorire logiche politiche ispirate dal liberismo per
soddisfare interessi e capricci privati che spesso usurpano diritti, ambiente e territori.
L'atteggiamento immaturo dei politici italiani circa il governo del territorio si riscontra anche nelle
recenti proposte di legge che assecondano il desiderio delle lobbies, riproponendo gli strumenti
della crescita che auspicano lo "stop al consumo del suolo" attraverso la spinta della rendita
immobiliare, perch considerano corretto assegnare premi volumetrici al fine di realizzare progetti
convenienti attraverso la rendita stessa. Tutt'oggi la convenienza economica dei progetti non si
misura con l'etica, l'ecologia e la qualit urbana. La radice culturale che sta dietro a questo pensiero
l'ossimoro sviluppo sostenibile. L'economia ortodossa ed i criteri estimativi non conoscono la

31
Giuseppe Carpentieri, "sul governo del territorio", 13 luglio 2013, dal diario peppecarpentieri.wordpress.com
<http://peppecarpentieri.wordpress.com/2013/07/13/sul-governo-del-territorio/>(ultimo accesso 31/12/2013)
32
Edoardo Salzano, Fondamenti di urbanistica, Editori Laterza, pag. 120
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
12

bioeconomia
33
, e nella consuetudine politica si continua a confondere i concetti di valore e prezzo,
ignorando cosa sia la reale ricchezza
34
Fra gli specialisti dell'urbanistica noto che la gestione collettiva dei beni comuni subisce una
visione proprietaria del territorio che orienta la visione della politica. Politica e beni vengono
edulcorati da raffinati tecnicismi e dispositivi di perequazione e compensazione utilizzati per
organizzare il disegno dello spazio e assegnare i diritti in assenza di una vera e propria visione
politica, piuttosto alla presenza di una sempre pi diffusa inconsapevolezza delle conseguenze
: capacit creativa, flussi di energia e materia, paesaggio e
patrimonio.
35

.
Una seconda fase di speculazione c' stata fra il 1996 ed il 2007 attraverso un'espansione edilizia
con un'enorme concentrazione delle risorse verso il mattone, operata da famiglie, imprese e settore
pubblico. Fra il 2007 e il 2013 il valore delle costruzioni perde il 30% e il mercato crolla del 50%,
gli occupati si riducono di 400mila unit. In Italia ci sono 250-300mila nuove abitazioni invendute e
le imprese falliscono
36
. Secondo lOsservatorio Oice/Informatel le gare di ingegneria e architettura
mai cos male dal 1997
37
, questo dato drammatico mostra la possibile distruzione di un ambito
strategico: la progettazione. Il paradigma della crescita ha indirizzato i progettisti verso soluzioni
insostenibili e creato questa eccessiva produzione edilizia in maniera analoga al boom della
speculazione degli anni '60, creando il paradosso di una nuova domanda abitativa per i ceti meno
abbienti. Se queste risorse fossero state finalizzate all'eco-efficienza attraverso la rigenerazione,
oggi non avremmo alloggi invenduti, ma quartieri migliori, non avremmo disoccupati, ma imprese
pi qualificate attraverso l'innovazione richiesta dall'impiego delle nuove tecnologie necessarie per
migliorare gli edifici esistenti. A questa inadeguatezza culturale rispetto alla transizione epocale che
stiamo vivendo, si aggiunge il danno economico dell'incapacit amministrativa, tant' che in ambito
locale Regioni e Comuni non riescono a spendere i soldi pubblici dei Programmi Operativi
Regionali e dei Programmi Operativi Nazionali, e cos in Provincia di Salerno solo l11% dei fondi
disponibili stato erogato
38
Secondo l'Istat nell'ottobre 2013 il tasso di disoccupazione giunto al 12,5% , quella giovanile al
41,2% (15-24 anni), e l'inattivit 36,4% (15-64 anni). Nonostante i dati allarmanti Parlamento e
grandi imprese non sembrano capaci di stimolare la creazione di lavoro utile. L'espansione
urbanistica condizionata da un paradigma culturale obsoleto, la crescita, e dalla finanza locale
snaturata dall'uso del diritto privato in ambito pubblico, dall'obbligo del pareggio bilancio e l'uso di
oneri di urbanizzazione per la spesa corrente, con la conseguenza di distruggere ambiente e
paesaggio, di fatto violando la Costituzione.
, 129 milioni su 1,2 miliardi disponibili.
Il legislatore ha indirizzato Regioni, Sindaci e Consigli comunali nel dare priorit alla ragioneria
contabile attraverso la svendita della ricchezza e del valore unico dello Stato: acqua, cibo,
paesaggio, patrimonio architettonico, storico ed ambientale. Il problema culturale degli
amministratori confondere il concetto di valore col concetto di prezzo e costo, cos che la reale
ricchezza viene distrutta.


33
Nicholas Georgescu-Roegen (1906 - 1994) ide il concetto di bioeconomia, una pietra fondante della decrescita, il
quale fece notare che l'economia deve tener conto della ineluttabilit delle leggi della fisica, ed in particolare del
secondo principio della termodinamica
34
Secondo Frederick Soddy (1877 - 1956) la reale ricchezza dipende dai flussi di materia e di energia prodotti dalla
natura, e pertanto il danaro non pu comportarsi come una macchina perpetua poich contraddice il principio
termodinamico dell'entropia
35
Camilla Perrone, Il governo del consumo del territorio, Firenze Univerity Press, 2012, pag. IX
36
Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, in Il giornale dell'architettura N.116, inverno 2013
37
Olimpia Ogliari, "Osservatorio Oice gare di ingegneria e architettura mai cos male dal 1997",
(http://www.edilone.it/osservatorio-oice-gare-di-ingegneria-e-architettura-mai-cosi-male-dal-
1997_news_x_19880.html), 21 novembre 2013
38
Ansa, "Fondi UE speso solo l'11%, 1mld bloccato", (http://www.ansa.it/web/notizie/notiziari/oec/2013/11/04/Fondi-
Ue-speso-solo-11-1-mld-bloccato_9565943.html), 4 novembre 2013.
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
13

Oggi, gli stessi costruttori edili hanno dubbi circa l'espansione urbanistica per ovvie ragioni,
nessuno comprerebbe le nuove case per la perdita di potere d'acquisto dei salari. Negli anni
duemila, parlare di "stop al consumo di suolo" non serve, poich la recessione ha fatto implodere il
sistema delle costruzioni, e le citt italiane presentano molti problemi: alcuni omogenei come la
consuetudine a deliberare piani urbanistici sovradimensionati, e molti altri problemi eterogenei
(cattiva progettazione degli spazi urbani, assenza e/o cattiva distribuzione di standard e servizi, alta
densit, bassa densit, inquinamento atmosferico, degrado urbano, etc.), grazie a cattive decisioni
politiche del passato, e allobsoleta cultura della crescita per la crescita
39
La religione della finanza, non solo ha distrutto il capitalismo, ma anche la democrazia
rappresentativa favorendo una recessione legata ad obsoleti paradigmi: PIL, petrolio ed espansione
monetaria (rapporto debito/PIL e spread) (Stiglitz, Fitoussi e Sen 2010). E giunto il momento di
distinguere il concetto di lavoro dal concetto di utilit. Per creare lavoro utile bisogna fare
un'evoluzione culturale e ridurre gli sprechi, e questa idea di buon senso entra anche nel campo
urbanistico ed edilizio. Si tratta di avere il giusto atteggiamento verso il danaro, strumento di
misura, e finalizzare il lavoro in obiettivi precisi ed utili.
fine a se stessa.
Sul piano culturale i progettisti stanno sperimentando la "scienza della sostenibilit", ed il ruolo
delle committenze pubbliche e private deve cogliere questa opportunit per realizzare soluzioni
migliori. Se distacchiamo il concetto di lavoro dal concetto di utilit possiamo intuire che non tutti i
lavori sono utili e scegliere di sostenere solo quelli utili. Finalizzando il lavoro sulla rigenerazione
urbana attraverso la sostenibilit possibile creare occupazione virtuosa avendo cura degli ambienti
costruiti e garantendo un prolungamento di vita delle citt, consentendo alle future generazioni di
crescere in ambienti migliori dal punto di vista ecologico, culturale, sociale e occupazionale.
Persino le leggi
40

suggeriscono di adottare il concetto di qualit architettonica e urbanistica come
bene sociale, il fine tutelare la qualit dell'ideazione e della realizzazione architettonica cui si
riconosce la rilevanza pubblica ai fini della tutela del paesaggio e il miglioramento dell'ambiente e
della qualit della vita. Anche in questa proposta ancora presente l'ossimoro sviluppo sostenibile
che contrasta con la sostenibilit, ma sufficiente cancellare l'ossimoro.
Dal punto di vista dell'urbanistica una direzione giusta, molto nota, la discussione decennale
intorno agli standard (quantitativi e qualitativi). La Legge Urbanistica Nazionale (LUN, L.
1150/1942) ed il noto D.M. 1444/68 introdussero le cosiddette dotazioni minime (attrezzature e
servizi) da garantire agli abitanti delle citt (18 mq/ab per i Comuni che hanno una previsione di
abitanti superiore ai 10mila). Tutti i Comuni hanno l'obbligo di garantire questi spazi minimi, ma
altrettanto noto il fatto che gli standard non considerano le peculiarit locali: ad esempio i flussi
turistici e il pendolarismo, ed in questo modo la valutazione fatta sugli abitanti residenti risulta
sottodimensionata. Nel corso del tempo la cultura cambia, e mutano i bisogni della popolazione con
un incremento della domanda di servizi legati alla cultura e al tempo libero. Il dibattito suggerisce
di introdurre uno strumento denominato Piano integrativo dei Servizi Urbani (PSU), per
assecondare sia le capacit creative progettuali, e sia i bisogni reali dei cittadini individuando le
giuste misure (dimensionamento), le giuste densit e la corretta distruzione funzionale, morfologica,
tipologica, ambientale ed ecologica degli standard considerando le caratteristiche dei luoghi. Mentre
la prassi progettuale si occupa dei numeri (la quantit minima: 18 mq/ab), da diversi anni si parla di
standard qualitativi. L'obiettivo progettare piani urbanistici con servizi di qualit e non solo di
quantit. Alcune Regioni si sono dotate della possibilit di un piano dei servizi, ma il PSU non
previsto dalla LUN, pertanto il legislatore dovrebbe introdurre il PSU al fine di garantire maggiore
flessibilit ai piani mirando alla qualit dei servizi minimi necessari.


39
Giuseppe Carpentieri, "questa crescita distruttiva", 8 maggio 2013, dal diario peppecarpentieri.wordpress.com
<http://peppecarpentieri.wordpress.com/2013/05/08/questa-crescita-e-distruttiva/>(ultimo accesso 31/12/2013)
40
Riforma Urbani, disegno di legge sulla qualit architettonica presentato il 5 dicembre 2008 (S. 1264)
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
14

Dal punto di vista culturale, la scelta politica di puntare sulla bellezza dellItalia
41
un insieme di
strategie che vanno nella direzione di migliorare la qualit della vita, e per farlo bisogna agire
parallelamente in tanti ambiti finora sottovalutati o ignorati. Esistono diverse linee politiche in
ambito europeo: Patto dei Sindaci, Rete rurale nazionale
42
, Smart cities
43
, European green
capital
44
Per fortuna nostra la Costituzione ancora in vigore, inapplicata, ed obbliga legislatore e istituzioni
nell'intervenire per soddisfare la domanda di abitazione e servizi per tutti i cittadini. L'esperienza
dimostra che in passato lo Stato, attraverso i Comuni, ha soddisfatto il bisogno dell'alloggio (anni
'60), ma non ha saputo tutelare l'ambiente; per evitare gli stessi errori bisogna finanziare l'idea
culturale: la rigenerazione urbana, anzich l'alloggio. Bisogna stimolare i Comuni nel cambiare i
propri piani regolatori prevedendo la qualit urbana, architettonica ed ecologica dei progetti
attraverso la sostenibilit, cos da un lato si evita il consumo del suolo e da un altro si prevede il
sostegno alla qualit urbana rispettando il territorio e migliorando la qualit di vita degli abitanti,
ove mancano ancora gli standard urbanistici e gli standard di qualit del BES
che possono essere adottate, queste vanno nella direzione giusta, ma lUE un blocco
giuridico, poco democratico, e burocratico molto lento rispetto alle esigenze di cambiamento dei
Paesi periferici che abbisognano di piani nazionali urgenti, con moneta sovrana libera dal debito
immediatamente disponibile, come fanno USA e Giappone. Cittadini e progettisti devono produrre
soluzioni credibili, suggerire modifiche sulla fiscalit e indirizzare il credito pubblico e privato
verso la qualit ecologica della rigenerazione.
45
. Il 15 giugno 2013
ISTAT e CNEL pubblicano il primo rapporto UrBES
46

41
Giuseppe Carpentieri, "Bellezza e lavoro, rigenerare i piccoli centri", 7 maggio 2013, dal diario
peppecarpentieri.wordpre.com, <
, cio il benessere equo e sostenibile nelle
citt. Se il 5% dei prossimi finanziamenti europei 2014-2020 andranno per un "piano citt", bisogna
http://peppecarpentieri.wordpress.com/2013/05/07/bellezza-e-lavoro-rigenerare-i-
piccoli-centri/>(ultimo accesso 31/12/2013)
42
Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali
http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1
43
Commissione europea, http://setis.ec.europa.eu/set-plan-implementation/technology-roadmaps/european-initiative-
smart-cities
44
Commissione europea, http://ec.europa.eu/environment/europeangreencapital/
45
Istat e Cnel, BES 2013, pag. 186. "Una grande ricchezza non adeguatamente tutelata". Il patrimonio culturale del
nostro Paese, frutto congiunto di una straordinaria stratificazione di civilt e della ricchezza e diversit dei suoi quadri
ambientali, rappresenta un valore inestimabile per la collettivit. La lunga e complessa continuit storica
dellinsediamento umano su un territorio relativamente piccolo e fortemente eterogeneo del punto di vista climatico e
geomorfologico ha prodotto, infatti, unaccumulazione di beni culturali e un mosaico di paesaggi umani unici al mondo
per consistenza e rilevanza. Tuttavia, il patrimonio storico e artistico soffre, oltrech delle contenute risorse economiche
destinate al settore, di un insufficiente rispetto delle norme e di una non puntuale azione di controllo da parte delle
Amministrazioni: il paesaggio minacciato da una continua e spesso incontrollata espansione edilizia, cui si
aggiungono le conseguenze negative determinate dalle radicali trasformazioni dellagricoltura, con labbandono di
ampie porzioni del territorio rurale. Il disagio che ne deriva avvertito da una quota non marginale della popolazione
italiana, in termini di insoddisfazione per il paesaggio nel luogo di vita e, pi generale, di preoccupazione per il
depauperamento delle risorse paesaggistiche: un segnale allarmante per quello che per secoli stato identificato come
il giardino dEuropa.
46
Istat e Cnel, rapporto UrBES, giugno 2013, pag. 6. Il nucleo centrale del Rapporto costituito dai 15 capitoli redatti
dai Comuni, con i quali si voluto fornire una prima descrizione delle tendenze e dei livelli di benessere nelle citt
italiane, applicando in termini omogenei i concetti e le metodologie del Bes. Ogni citt stata chiamata a leggere i dati
che la riguardano, in modo da fornire una rappresentazione multidimensionale dello stato del benessere nella propria
realt locale e delle linee di evoluzione che si sono manifestate nel periodo dal 2004 al 2011-2012, in modo da includere
la crisi economica iniziata nel 2008 che rappresenta un preciso momento di demarcazione. A differenza di altri approcci
molto diffusi nella letteratura sulla qualit della vita, non si voluto dare un rilievo specifico alle graduatorie tra
territori; laccento, invece, stato posto prioritariamente sulle dinamiche di sviluppo in direzione di un crescente
benessere nonch sulle criticit e i margini di miglioramento che ogni territorio presenta nei diversi ambiti del Bes. Ci
ha comportato una sfida impegnativa sul piano delle scelte concettuali e degli indicatori da utilizzare. Gli indicatori del
Bes erano stati pensati in modo da essere disaggregabili a livello regionale e, quindi, stata necessaria una riflessione
attenta su quali informazioni potessero essere adottate per descrivere il benessere delle citt. Pertanto, il Rapporto
UrBes si basa su un sottoinsieme di indicatori Bes disponibili a livello comunale o almeno provinciale.
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
15

cogliere l'opportunit di migliorare l'ambiente costruito e desiderare di progettare dentro i quartieri
dell'edilizia pubblica degli anni '50, '60, '70 privi di qualit.
Cittadini e istituzioni dovrebbero puntare alla scelte strategica di costruire nuove abilit e capacit
per rigenerare quartieri e citt, poich attraverso la partecipazione diretta, alla co-progettazione
possibile rispondere in maniera adeguata ai bisogni reali degli abitanti e agevole l'inclusione sociale
attraverso nuova occupazione che deriva dal prendersi cura della propria citt. Questo processo
differenzia la riqualificazione urbana dalla rigenerazione urbana. Attraverso la rigenerazione oltre
alla qualit dei progetti c' la qualit della partecipazione attiva degli abitanti che diventano
protagonisti del cambiamento. Si tratta di sviluppare la capacit di riconoscere i problemi locali
(capacity building), attrarre risorse per risolverli e inventare soluzioni efficaci
47
E evidente che le citt italiane presentano ancora diversi problemi che non sono stati risolti
e possono avere una buona soluzione con un cambio di paradigma culturale, attraverso il
. La comunit degli
abitanti pu avere l'opportunit di essere parte attiva nella riorganizzazione dei sistema delle
competenze locali.
ripristino
della sovranit degli Stati. (Krugman 2013)
Inoltre sappiamo bene che non esistono solo le citt, ma anche i piccoli centri urbani e pertanto
abituati a credere che le citt siano il centro delluniverso abbiamo commesso lerrore di trascurare i
piccoli centri e la campagna
48
La crisi industriale innescata dai processi di globalizzazione e dallassenza di piani e di politiche
monetarie adeguate ai cambiamenti in corso, la disoccupazione creata dalle imprese che
preferiscono delocalizzare per massimizzare i profitti (violando palesemente la Costituzione), la
crisi della manifattura e dallartigianato e tutti gli effetti recessivi di questa transizione suggeriscono
che bisogna ripartire da una nuova politica economica che non trascuri i piccoli centri. Un nuovo
paradigma economico alternativo all'obsoleta economia del debito ha l'energia di sostenere
programmi politici e "piani citt" per gestire il territorio e la pianificazione, per riusare e recuperare
quartieri e luoghi urbani aumentando il comfort e la qualit della vita. Unadeguata politica agricola
a sostegno delle tecniche naturali e della qualit dei prodotti, ed un riuso dei luoghi urbani
abbandonati con linserimento di servizi culturali, e la qualit degli spazi urbani, potrebbero
rappresentare una strategia efficace per nuova occupazione e migliorare le condizioni di vita per
circa dieci milioni di italiani che vivono nei piccoli comuni.
. Se ci pensiamo bene negli ultimi quarantanni abbiamo trascurato e
danneggiato un immenso patrimonio culturale ed ambientale. Rafforzare la politica dei parchi e
adottare il concetto rigenerativo per i piccoli centri rappresenta un'opportunit per le piccole
comunit e transitare verso la "civilt contadina modernizzata" con le tecnologie alternative e
puntare alla sovranit alimentare.
I costi della rigenerazione
La valutazione di un'attivit si misura con indicatori economici e finanziari figli di un'epoca che
volge al termine e sta lasciando alle presenti e future generazioni danni irreversibili. La pubblica
amministrazione (PA) e gli advisor delle banche valutano l'analisi dei costi di un progetto rispetto ai
flussi di cassa entrate-uscite che devono produrre un profitto in un arco di tempo. PA e advisor
valutano gli indici di redditivit (TIR tasso interno di rendimento e VAN valore attuale netto) e gli
indici bancabilit (DSCR debt service cover ratio e LLCR loan life cover ratio), i valori e la lettura
di questi indici sintetici insieme all'analisi del bilancio (DER debt equity ration, debito/equity,
posizione finanziaria netta PFN/equity, ICR interest cover ratio) ci dicono se esiste l'equilibrio
economico finanziario dell'attivit. Questi indicatori non hanno alcun collegamento con le leggi che
governano la vita di questo pianeta, soprattutto gli indici finanziari hanno come unico scopo
l'espansione dell'economia del debito e produrre denaro dal denaro, ad esempio la percentuale del

47
Paolo Cottino, Competenze possibili, Jaca Book, 2009
48
Giuseppe Carpentieri, "I luoghi della decrescita felice", 21novembre 2012, dal diario peppecarpentieri.wordpress.com
<http://peppecarpentieri.wordpress.com/2012/11/20/i-luoghi-della-decrescita-felice/>(ultimo accesso 31/12/2013)
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
16

TIR Equity o TIR degli azionisti che misura la redditivit che gli azionisti riusciranno ad ottenere
dal capitale proprio investito. Per capire meglio di cosa stiamo parlando sufficiente sapere che i
piani finanziari sono costruiti per garantire un profitto monetario agli investitori attraverso il debito,
anche se l'attivit dovesse fallire. Nel sistema attuale - finanza di progetto - esiste un paradosso,
un'attivit che non ricorre al debito risulta pi sconveniente per gli investitori privati. Come si
risolve? E' sufficiente che lo Stato torni ad essere sovrano sulle politiche monetarie e industriali
dando priorit alla sostenibilit sociale ed ecologica dei progetti, anzich finanziaria, anzich
perseguire un profitto poich non l'obiettivo della pubblica amministrazione.
La bioeconomia ci informa che bisogna tener conto di costi che l'economia classica ignora sempre:
gli effetti collaterali di cattive progettazioni e trasformazioni che fanno aumentare l'entropia. Le
citt costruite male stanno facendo pagare i danni ambientali, sanitari, e sociali a tutti i cittadini. Un
esempio banale per capire di cosa parliamo, pensiamo all'effetto di una pessima mobilit, di una
cattiva distribuzione dei servizi che peggiora la nostra qualit di vita poich trascorriamo ore nel
traffico consumando idrocarburi inquinanti, oppure gli edifici che disperdono energia perch
progettati male. Come misurare il danno economico per l'assenza di biblioteche civiche? Come
misurare l'infelicit per l'assenza di teatri? L'assenza di piste ciclabili? Come misurare l'infelicit
per l'assenza di parchi, spazi aperti e il mare pulito? Come non tener conto della felicit di coltivare
un orto sinergico? Come ignorare l'opportunit di realizzare quartieri autosufficienti
energeticamente? L'economia classica ignora questi costi mentre l'approccio multi-criteria considera
anche questi aspetti che fanno comprendere l'importanza di rigenerare le citt costruite male.

Il contenuto tecnico di un piano regolatore generale (piano strutturale comunale, piano urbanistico
comunale) attribuisce a ciascun suolo (zona) particolari destinazioni d'uso e particolari quantit e
tipologie di edificazione, espresse in indici e parametri di carattere sintetico e analitico. La citt
percepita come prodotto d'un processo economico ed i soggetti che interagiscono misurano gli
scambi di questo processo con la moneta. Una volta lo Stato forniva la moneta necessaria per
soddisfare gli obiettivi dei piani regolatori - costruzione degli standard minimi necessari - attraverso
l'istituto dell'esproprio, e il finanziamento diretto. Da qualche decennio consuetudine cercare la
moneta necessaria nel libero mercato, pertanto mercificando i suoli saranno i soggetti privati a
finanziare gli standard minimi necessari previsti per legge. Pertanto, circa il governo del territorio i
Comuni applicano un paradigma materialista e si comportano come i soggetti privati cercando un
profitto attraverso le logiche del mercato per pagare i servizi pubblici. In questo processo i Comuni
attribuiscono un prezzo ai suoli edificabili - generando una rendita - ed i privati per realizzare i
propri interessi pagano quel costo e la costruzione dei servizi pubblici. La rendita fondiaria un
plusvalore monetario generato dal nulla senza alcun criterio di merito, essa un costo/prezzo che
avvantaggia solo i privati e non l'interesse generale, oggi consuetudine usare le tecniche
perequative nei piani al fine di realizzare l'interesse generale, ma gli interessi privati prevalgono sul
bene comune. Facciamo un esempio per capire/ricordare di cosa parliamo, nel 2009 un suolo
agricolo bolognese poteva costare 3 /mq e reso edificabile poteva avere il prezzo di 50 /mq,
questo plusvalore prodotto senza merito e senza lavorare, ma generato dal nulla da una semplice
deliberazione politica non mai stato utilizzato per il bene comune. Esistono criteri e metodi per
recuperare questa ricchezza prodotta dal nulla e destinarla alla realizzazione di standard e servizi
pubblici.
Le Amministrazioni pubbliche condizionate dall'obbligo del pareggio di bilancio hanno usato/usano
i proventi dell'attivit edilizia (oneri di urbanizzazione) per pagare la "spesa corrente" dei comuni,
di fatto incentivando il consumo di suolo agricolo per conseguire l'obbligo del pareggio di bilancio.
Il problema di questo processo noto, poich non si tiene conto della profonda differenza
concettuale fra valore, e prezzo e costo. I piani, nonostante debbano garantire la realizzazione di
standard minimi, possono distruggere valore - paesaggio, ambiente, patrimonio architettonico - ad
un determinato prezzo e smentire il principio costituzionale della tutela del paesaggio, dei patrimoni
e del diritto alla salute. Per questo motivo l'espansione urbanistica che produce un aumento dei
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
17

capitali non di per se un valore, se questa operazione danneggia l'ambiente, il paesaggio e la
qualit morfologica della citt. Nei piani regolatori generali tutto ci che riguarda indici e superfici
edificabili (carico urbanistico) rappresenta una merce, ma non certo che questa merce sia un
valore per la collettivit e per l'interesse pubblico. I piani dovrebbero distinguere i beni dalle merci
e pensare in un modo diverso. Le tecniche di scambio come la perequazione dovrebbero riflettere
un cambio di paradigma poich i premi volumetrici generano una rendita che probabilmente non
necessaria per l'interesse pubblico. Bisognerebbe comprendere che i valori, i beni, sono prioritari
rispetto alle merci, e quindi bisognerebbe puntare al bene sociale, all'eco-efficienza e alla
sufficienza energetica, alla sovranit alimentare, alla prevenzione del rischio sismico, alla tutela del
patrimonio storico-architettonico poich sono beni e non merci.
Di recente ci sono state a Barcellona e Monaco esperienze di recupero del valore fondiario al fine di
combattere le rendite di posizione e trovare risorse monetarie per realizzare servizi di qualit
(Nespolo 2012).

Le pubblicazioni di Kevin Lynch
49
e Gordon Cullen
50

ci insegnano che oltre alle analisi funzionali
le citt possono essere studiate attraverso le emozioni, le percezioni soggettive che ci consentono di
aggiungere qualit all'idea di citt. Si tratta di dare maggiore attenzione ai valori percettivi della
forma urbana dando valore agli interessi locali e sociali. L'economia ortodossa e l'estimo non
contemplano le interpretazioni suggerite da Lynch e Cullen, e questo aspetto suggerisce il fatto che
ragionando in termini di costi non potremmo avere indicazioni utili e corrette.
In generale si tratta di usare le tasse per un interesse pubblico: rigenerare. Lo Stato deve
promuovere una politica economica espansiva associata alla bioeconomia, progetti di qualit
compatibili con le risorse finite. Il legislatore pu modificare il "patto di stabilit e crescita" interno
e liberare investimenti, aumentando la spesa pubblica (il deficit) per l'obiettivo della rigenerazione.
Governo e Parlamento possono coordinare una nuova politica economia insieme ai paesi
"periferici" e far modificare/cancellare il "patto", e creare nuovi investimenti utili per creare nuova
occupazione verso strategie virtuose. L'euro pu diventare moneta sovrana a credito.
Possiamo immaginare un finanziamento pubblico diretto tramite Cassa Depositi e Prestiti
controllata dal Governo e quindi usata come banca pubblica, poich la maggioranza delle quote
azionarie di Banca d'Italia sono nelle mani dei privati.
Possiamo usare la Banca Europea degli Investimenti (BEI) poich ha strumenti finanziari ad hoc per
politiche di efficienza energetica degli edifici.
I Comuni potrebbero adottare una "tassa di scopo" (un referendum decide se finanziare l'intervento
con una tassa ad hoc). Un'altra soluzione per finanziare la rigenerazione urbana la costituzione di
"aree libere da tasse" (zone franche urbane) o "aree di federalismo fiscale" (le tasse di cittadini e
imprese non vanno allo Stato centrale, ma finanziano il costo dell'intervento). La prima ipotesi,
"aree libere da tasse" regolarmente usata per attrarre imprese che possono proliferare pagando
poche tasse, e si sono scelti questi vantaggi: esenzione dalle imposte sui redditi, esenzione dall'Irap,
esenzione dall'ICI, ed esonero dal versamento dei contributi previdenziali. Nel resto del mondo ci
sono zone franche ancora pi permissive e speculative che possono generare forme di illegalit sui
diritti civili. Si tratta di uno scambio, e lo scopo far costruire i servizi pubblici alle imprese
attraverso i "paradisi" della globalizzazione. La seconda circa "aree di federalismo fiscale"
l'ipotesi di versare direttamente le tasse agli Enti locali, al Comune, per finanziare la rigenerazione.
La prima ipotesi di ispirazione liberista poich le imprese private condizionano i progetti, la
seconda nel solco dello Stato sociale previsto dalla Costituzione. Gi nel progetto "piani citt"
attraverso dei criteri (dimensione demografica e tasso di disoccupazione nel Sistema Locale del

49
Kevin Lynch, The image of the city, 1960
50
Gordon Cullen, Townscape, 1961; traduzione italiana di Roberto D'Agostino, Il paesaggio urbano. Morfologia e
progettazione, Calderini, Bologna, 1976
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
18

Lavoro) erano state individuate 22 citt "aree libere da tasse" (zone franche urbane). Il legislatore
pu immaginare di aprire una finestra temporale per cambiare il regime fiscale in quelle citt che
hanno deliberato l'obiettivo: rigenerazione urbana.

Lo Stato, attraverso Governo, Parlamento e Comuni, pu avviare un processo virtuoso di
responsabilizzazione delle comunit locali, poich se la cittadinanza intende cogliere l'opportunit
straordinaria di "aggiustare" la propria citt, deve incentivare un comportamento civile ed equo
affinch tutti, in maniera progressiva al reddito, paghino le tasse agganciate all'obiettivo della
rigenerazione e questo pu avvenire con l'uso di strumenti di democrazia partecipativa ampiamente
usati in diversi paesi, ormai maturi in processi standardizzati. L'Italia uno dei quei Paesi che li ha
usati meno, ma alcuni Comuni hanno usato la "pianificazione partecipata" per migliorare
l'organizzazione territoriale e pianificare interventi ad hoc di riqualificazione urbanistica. In Europa,
fuori dall'Italia, Vienna ha un'esperienza di ben 35 anni di processi partecipativi per osteggiare il
degrado urbano e riqualificare centro storico e citt moderna
51
Inoltre, per evitare processi speculativi, sarebbe saggio che lo Stato imponesse la rigenerazione
rispetto al costo di costruzione (progettazione, demolizioni, ricostruzione) senza l'utile, anzich
ricorrere all'uso tradizionale della rendita attraverso la stima del prezzo di mercato. In questo modo
si avr un ingente risparmio rispetto alle operazioni effettuate tramite il "libero mercato". Rimarr
solo la verifica circa la congruit dei prezzi per il costo di costruzione, controllo abbastanza
semplice da svolgere.
. Nel 1989 in Brasile nacque la
straordinaria esperienza del "Bilancio Partecipativo", poi diffusa nel resto del mondo (Allegretti
2003).
Una cabina di regia nazionale in grado di misurare il gettito delle tasse rispetto all'area
considerata, e distribuire le risorse conservando il costo dei servizi pubblici locali, coprendo il costo
di costruzione della rigenerazione valutando le proposte progettuali dando vita all'equilibrio sociale,
ecologico ed economico dell'intero percorso.
Un insieme di operazioni potr favorire il buon risultato: l'avvio di una comunicazione efficace
circa la cultura del cambiamento, il coinvolgimento attivo della cittadinanza che potr conoscere
come migliorare la propria qualit di vita e partecipare al processo, l'avvio di nuova occupazione
per raggiungere l'obiettivo, l'adeguamento dei piani regolatori e l'uso di strumenti giuridici veloci
per l'acquisizione di aree, conservazione del patrimonio architettonico, demolizioni e ricostruzioni
di grande qualit, tutte queste operazioni favorite da un regime fiscale vantaggioso potranno essere
svolte in tempi adeguati per restituire velocemente citt migliori di prima ed abbattere
definitivamente le diseguaglianze.

L'odierno sistema capitalistico imploso su stesso
52

poich i suoi dogmi: moneta, petrolio e PIL
sono crollati. Questo cambiamento comporta un passaggio epocale e implica anche un processo
evolutivo di consapevolezza per migliorare la societ secondo paradigmi nuovi, e in questa visione
auspicabile che i sogni, le aspirazioni, le ricerche e i suggerimenti di Sitte, Howard, Geddes,
Bernoulli, Lynch e Cullen possano realizzarsi in questo secolo.







51
Diego Caltana, "35 anni di progettazione partecipata", in Il giornale dellArchitettura, dicembre 2009 n.79, Umberto
Alemanni & C, pag. 26
52
Hyman Minsky, Keynes e l'instabilit del capitalismo, Bollati Boringhieri, 2009
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
19

Bibliografia
A.A.V.V. Vivere meglio con p democrazia. Creative Commons, 2011.
Alberti, Francesco. Processi di riqualificazione urbana. Metodologie operative per il recupero dei
tessuti urbani esistenti. Firenze: Alinea editrice, 2006.
Allegretti, Giovanni. L'insegnamento di Porto Alegre. Firenze: Alinea editrice, in luoghi [10], 2003.
. L'insegnamento di Porto Alegre. Firenze: Alinea editrice, in luoghi [10], 2003.
Angotti, Tom. New York for sale. L'urbanistica partecipata affronta il mercato immobiliare
mondiale. Firenze: Editpress, 2011.
Anthony, N. Robert, David F. Hawkins, Diego M. Macr, e Kenneth A. Merchant. Analsi dei costi.
Milano: McGraw-Hill, 2008.
Associazione nazionale urbanisti. La nuova carta di Atene 1998. I principi del CEU per la
pianificazione della citt. Firenze: Alinea editrice, 2000.
Babalis, Dimitra. Ecopolis. Firenze: Alinea editrice, 2006.
Barber, Benjamin R. Consumati, da cittadini clienti. Torino: Einaudi, 2010.
Battisti, Alessandra. Urban Farming: due esperienze di ricerca di riqulificazione tecnologico-
ambientale a confronto. Il progetto sostenibile, 2011: 94-97.
Bauman, Zygmunt. La societ individualizzata. Bologna: Il Mulino, 2001.
Bazzanella, Liliana, Luca Caneparo, Franco Corsico, e Giuseppe Roccasalva. The Future of Cities
and Regions: Simulation, Scenario and Visioning, Governance and Scale. Dordrecht, New York:
Springer, 2012.
Beatley, Timothy. Biophilic Cities: Integrating Nature Into Urban Design and Planning.
Washington: Island Press, 2011.
. Green Cities of Europe: Global Lessons on Green Urbanism. Washington: Island Press, 2012.
. Green Urbanism: Learning from European Cities. Washington: Island Press, 2000.
Benevolo, Leonardo. Il Nuovo Manuale di Urbanistica. Gruppo Mancosu editore, 2009.
. La fine della citt. Bari: Editori Laterza, 2011.
. Storia della citt: La citt contemporanea. Bari: Laterza, 1993.
Berry, J.N., N.G. Deddis, e W.S. McGreal. Urban Regeneration: Property Investment and
Development. Taylor & Francis, 2013.
Boniburini, Ilaria (a cura di). Alla ricerca della citt vivibile. Firenze: Alinea editrice, 2009.
Bottero, Bianca. Progettare e costruire nella complessit, lezioni di bioarchitettura. Napoli: Liguori
editore, 1993.
Campalongo, Stefano. Qualit urbana, stili di vita, salute. Milano: Hoepli, 2009.
Caniggia, Gianfranco, e Gian Luigi Maffei. Il progetto nell'edilizia di base. Venezia: Marsilio
Editori, 1984.
. Lettura dell'edilizia di base. Firenze: Alinea Editrice, 2008.
Carbonara, Giovanni. Avvicinamento al restauro. Napoli: Liguori editore, 1997.
Cerd, Ildefonso. Teoria generale dell'urbanizzazione. Milano: Jaca Book, 1995.
Clementi, Matteo, Valentina Dess, e Monica Lavagna. La rivoluzione sostenibile. Maggioli editore,
2009.
Colantonio, Andrea, e Tim Dixon. Urban Regeneration and Social Sustainability: Best Practice
from European Cities. Chichester: John Wiley & Sons, 2011.
Colombo, Guido, Fortunato Pagano, e Mario Rossetti. Manuale di urbanistica. Milano:
Gruppo24ore, 2013.
Corradi, Valerio, e Enrico Maria Tacchi. Nuove societ urbane. Trasformazioni della citt tra
Europa e Asia: Trasformazioni della citt tra Europa e Asia. Firenze: Franco Angeli, 2013.
Cottino, Paolo. Competenze possibili. Milano: Jaca Book, 2009.
Coyle, Stephen J. Sustainable and Resilient Communities : A Comprehensive Action Plan for
Towns, Cities, and Regions. John Wiley & Sons, 2011.
Cullen, Gordon. The concise townscape. Oxford: Butterworth Architecture, 1994.
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
20

de Santoli, Livio. Le comunit dell'energia. Quodlibet, 2011.
Di Biagi, Paola. I classici dell'urbanistica. Roma: Donzelli editore, 2009.
. La grande ricostruzione: il piano Ina-Casa e l'Italia degli anni cinquanta. Roma: Donzelli
Editore, 2001.
Diamond, John, Joyce Liddle, Alan Southern, e Philip Osei. Urban Regeneration Management:
International Perspectives. New York: Routledge, 2010.
Diappi, Lidia. Rigenerazione urbana e ricambio sociale: gentrification in atto nei quartieri storici
italiani. Firenze: Franco Angeli , 2009.
Duany, Andres, Jeff Speck, e Mike Lydon. The Smart Growth Manual. New York: McGraw-Hill
professional, 2011.
Fabris, Giampaolo. La societ della post crescita. Egea, 2010.
Franchetti Pardo, Vittorio, e Libero Andreotti. L'architettura nelle citt italiane del XX secolo:
dagli anni Venti agli anni Ottanta. Milano: Jaca Book, 2003.
Friedman, Yona. Alternative energetiche: Breviario dell'autosufficienza locale. Torino: Bollati
Boringhieri, 2011.
Friedmann, John. Pianificazione e dominio pubblico. Dalla conoscenza all'azione. Bari: Edizioni
Dedalo, 1993.
Gabellini, Patrizia. Tecniche urbanistiche. Roma: Carocci editore, 2002.
Galbraith, John Kenneth. Soldi. Milano: Rizzoli, in BUR saggi, 2013.
Gallerani, Vittorio. Manuale di Estimo. Milano: McGraw-Hill, 2011.
Georgescu-Roegen, Nicholas. Bioeconomia: verso un'altra economia eologicamente e socialmente
sostenible. Torino: Bollati Boringhieri, 2003.
Gibelli, Maria Cristina, e Edoardo Salzano. No sprawl: perch necessario controllare la
dispersione urbana e il consumo di suolo. Firenze: Alinea, 2006.
Gindroz, Ray, Karen Levine, Urban Design Associates, e Rob Robinson. The Urban Design
Handbook: Techniques and Working Methods. New York: W.W. Norton & Company, 2013.
Hall, Peter. Cities of tomorrow: an intellectual history of urban planning and design since 1880.
Hoboken, NJ: Wiley-Blackwell, 2014.
Holmgren, David. Permacultura. Bologna: Arianna editrice, 2002.
Hopkins, Rob. Manuale pratico della transizione. Bologna: Arianna editrice, 2009.
Illich, Ivan. Elogio della bicicletta. Torino: Bolati Boringhieri, 2006.
. La convivialit. Boroli editore, 2005.
Ischia, Ugo. La citt giusta: idee di piano e atteggiamenti etici. Roma: Donzelli editore, 2012.
Julier, Guy, e Liz (a cura di) Moor. Design and Creativity: Policy, Management and Practice. New
York: Berg Publishers, 2009.
Karrer, Francesco, e Manuela Ricci. Citt e nuovo welfare. Roma: Officina edizioni, 2003.
Krugman, Paul. Fuori da questa crisi, adesso! Garzanti, in saggi corsari, 2013.
Latouche, Serge. Come si esce dalla societ dei consumi. Torino: Bollati Boringhieri, 2010.
. La scommessa della decrescita. Milano: Feltrinelli, 2007.
Lerch, Daniel. Post carbon cities. Come affrontare l'incertezza energetica e climatica. Una guida al
picco del petrolio e al riscaldamento globale. Roma: Idea, 2011.
Lima, Antonietta Jolanda (a cura di). Per un'architettura come ecologia umana. Milano: Jaca Book,
2010.
Lingua, Valeria. Riqualificazione urbana alla prova: forme di innovazione nei programmi
complessi dal quartiere all'area vasta. Firenze: Alinea Editrice, 2007 .
Lipton, Bruce, e Steve Bhaerman. Evoluzione spontanea. Macro Edizioni, 2010.
Llewelyn, e Davies. Urban design compendium. London: English Partnerships & The Housing
Copporation, 2000.
Lyle, John Tillman. Regenerative Design for Sustainable Development. New York: John Wiley,
1994.
Lynch, Kevin. L'immagine della citt. Venezia: Marsilio, 2006.
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
21

. Progettare la citt. La qualit della forma urbana. Milano: Etas libri, 1990.
Magnaghi, Alberto (a cura di). Il territorio degli abitanti. Masson, il progetto Dunod, 1998.
Magnaghi, Alberto. Il progetto locale. Torino: Bollati Borighieri, 2000.
Magnaghi, Alberto. Il progetto locale: coscienza di luogo e autosostenibilit. Il progetto
sostenibile, 2011: 12-21.
Malighetti, Laura Elisabetta. Recupero edilizio e sostenibilit. Milano: IlSole24ore, in Tecnologia e
progetto, 2004.
Maretto, Marco. Ecocities. Il progetto urbano tra morfologia e sostenibilit. Milano: Franco
Angeli, 2013.
Martincigh, Lucia. Strumenti di intervento per la riqualificazione urbana. La complessit
dell'ambiente stradale. Roma: Gangemi editore, 2012.
Martinotti, Guido. Metropoli. La nuova morfologia sociale della citt. Bologna: Il Mulino, 1993.
Martinotti, Guido, e Stefano Forbici. La metropoli contemporanea. Guerini e Associati, 2012.
Meadows, Donella, Meadows Dennis, e Jorgen Randers. I nuovi limiti dello sviluppo. La salute del
pianeta nel terzo millennio. Milano: Oscar Mondadori, 2006.
Mieg, Harald A, e Klaus Tpfer. Institutional and Social Innovation for Sustainable Urban
Development. New York: Routledge, 2013.
Minsky, Hyman. Keynes e l'instabilit del capitalismo. Torino: Bollati Boringhieri, 2009.
Morbelli, Guido. Citt e piani d'Europa: la formazione dell'urbanistica contemporanea. Bari:
Edizioni Dedalo, 1997.
Moroni, Stefano. Pianificazione del territorio. Ragioni, bisogni, responsabilit. Torino: CittStudi
Edizioni, 2001.
Mumford, Lewis. La citt nella storia. Milano: Bompiani, in saggi tascabili [96,97,98], 2002.
Musco, Francesco. Rigenerazione urbana e sostenibilit. Milano: Franco Angeli, 2009.
Natali, Carlo. Risorse e analisi del territorio. Firenze: Alinea editrice, 2001.
Nelson, Anitra. Steering Sustainability in an Urbanizing World: Policy, Practice and Performance.
Burlington, England: Ashgate Publishing, Aldershot, 2007.
Nespolo, Luca. Rigenerazione urbana e recupero del plusvalore fondiario: le esperienze di
Barcellona e Monaco di Baviera. IRPET, 2012.
Newman, Peter, Timothy Beatley, e Heather Boyer. Resilient Cities: Responding to Peak Oil and
Climate Change. Washington: Island Press, 2009.
Nuvolati, Giampaolo, e Fortunata Piselli. La citt: bisogni, desideri, diritti. La citt diffusa: stili di
vita e popolazioni metropolitane. Franco Angeli, 2009.
Ombuen, Simone, e Manuela, Segnalini, Ornella Ricci. I programmi complessi. Milano:
IlSole24ore, 2000.
Pacetti, M., G. Passerini, C. A. Brebbia, e G. Latini. The Sustainable City VII: Urban Regeneration
and Sustainability. Southampton, UK: WIT Press, 2012.
Palermo, Pier Carlo. I limiti del possibile. Governo del territorio e qualit dello sviluppo. Milano:
Donzelli editore, 2009.
Pallagst, Karina, Thorsten Wiechmann, e Cristina Martinez-Fernandez. Shrinking Cities:
International Perspectives and Policy Implications. Routledge, 2013.
Pallante, Maurizio. La decrescita felice. La qualit della vita non dipende dal PIL. Roma:
Edizizioni per la Decrescita Felice, 2009.
. La felicit sostenibile. Filosofia e consigli pratici per consumare meno, vivere meglio e uscire
dalla crisi. Milano: Rizzoli, 2009.
. Le tecnologie di armonia. Torino: Bollati Boringhieri, 1994.
Panarei, Philippe, Jean Castex, e Charles j. Depaule. Isolato urbano e citt contemporanea. Torino:
CittStudi edizioni, 2008.
Perrone, Camilla, e Gorelli Gianfranco. Il governo del consumo di territorio. Firenze: Firenze
University Press, in territori [16], 2012.
Rabhi, Pierre. Manifesto per la terra e per l'uomo. Torino: Add editore, 2011.
Documento estratto da Prosperanza, di Giuseppe Carpentieri, Creative Commons, 2014
22

Reale, Luca (a cura di). La citta compatta. Sperimentazioni contemporanee sull'isolato urbano
europeo. Roma: Gangemi, 2012.
Reale, Luca. Densit, citt, residenza. Tecniche di densificazione e strategie anti-sprawl. Roma:
Gangemi editore, 2008.
Regge, Tullio, e Maurizio Pallante. Scienza e ambiente: un dialogo. Torino: Bollati Boringhieri,
1996.
Register, Richard. EcoCities : Rebuilding Cities in Balance with Nature. New Society Publishers,
2013.
Rigotti, Giorgio. Urbanistica. La composizione. Torino: Utet, 1973.
Roberts, Peter, e Hugh Sykes. Urban Regeneration: a handbook. London: Sage, 2000.
Rodwin, Lloyd. Citt e pianificazione urbana. Bari: Edizioni Dedalo, 1989.
Rudlin, David, e Nicholas Falk. Sustainable Urban Neighbourhood. New York: Routledge, 2010.
Salzano, Edoardo. Fondamenti di urbanistica. Bari: Editori Laterza, in Grandi Opere, 2003.
Saragosa, Claudio. Citt tra passato e futuro. Un percorso critico sulla via di Biopoli. Roma:
Donzelli editore, in Natura e Artefatto, 2011.
Sassen, Saskia. Le citt nell'economia globale. Bologna: Il Mulino, 2004.
Settis, Salvatore. Paesaggio Costituzione Cemento. La battaglia per l'ambiente contro il degrado
civile. Torino: Einaudi, 2010.
Shilling, Joseph M., e Mallach Alan. Cities in transition: a guide for practicing planners. Chicago:
American Planning Association, 2012.
Sica, Paolo. Storia dell'urbanistica: Il Novecento. Bari: Laterza, 1996.
Sitte, Camillo. L'arte di costruire la citt. Milano: Jaca Book, 1981.
Stiglitz, Joseph, Jean Paul Fitoussi, e Amartya Sen. La misura sbagliata delle nostre vite. Etas,
2010.
Tachieva, Galina. Sprawl Repair Manual. Washington: Island Press, 2010.
Tallen, Emily. Charter of the new urbanism: congress for the new urbanism. New York: McGraw
Hill Education, 2013.
Tallon, Andrew. Urban Regeneration in the UK. New York: Routledge, 2013.
Turchini, Giuseppe, e Manuela Grecchi. Nuovi modelli per l'abitare. Milano: IlSole24ore, in
Tecnologia e progetto, 2006.
Vescovi, Francesco. Designing the Urban Renaissance: Sustainable and competitive place making
in England. New York: Springer, 2013.
Vicari Haddock, Serena, e Frank Moulaert. Rigenerare la citt: pratiche di innovazione sociale
nelle citt europee. Bologna: Il Mulino, 2009.
Watson, Donald, Alan J Plattus, e Robert G Shibley. Time-Saver Standards for Urban Design. New
York: McGraw-Hill, 2003.
Welter, Volker M, e Iain Boyd Whyte. Biopolis: Patrick Geddes and the City of Life. Cambridge,
Massachusetts: MIT Press, 2002.
Wheeler, Stephen M. Planning for Sustainability: Creating Livable, Equitable and Ecological
Communities, Edition 2. New York: Routledge, 2013.
Wong, Tai-Chee, e Belinda Yuen. Eco-city Planning : Policies, Practice and Design. Berlin:
Springer, 2011.
Wuppertal Institut. Futuro sostenibile. Milano: Edizioni Ambiente, 2008.
. Per un futuro equo. Milano: Feltrinelli, 2007.
Zevi, Bruno. Saper vedere la citt. Torino: Einaudi, 1997.

Potrebbero piacerti anche