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SICUREZZA E CONSERVAZIONE

RIFLESSIONI SUL CALCOLO DELLINDICE SISMICO Is PER TORRI E CAMPANILI STORICI


S. RUSSO1, E. SPEROTTO1
1

Universit IUAV di Venezia

SOMMARIO
Il lavoro presenta i primi passi dellattivit di studio finanziata dallUnit di Ricerca Controllo delle Strutture Monumentali dellUniversit Iuav di Venezia, che ha come oggetto La risposta allazione sismica di torri e campanili storici, studio che concentrer la sua attenzione sugli effetti dei sismi su torri e campanili storici. Dopo una prima fase di studio sui manufatti storici danneggiati in Italia dai diversi eventi sismici dagli anni 70 ad oggi, ci si soffermati sulla valutazione della loro sicurezza sismica, in riferimento alle direttive proposte dalle Linee Guida Ministeriali, secondo il livello di valutazione LV1. La valutazione si concretizza nella determinazione dellidoneo Indice di Sicurezza (Is), parametro condizionato dalle caratteristiche geometrico-meccaniche della struttura. Si propone unanalisi dellinfluenza della variazione di questi parametri sullIndice sismico e di come q uesto valore, oltre a definire le priorit di un intervento rispetto ad un altro, possa essere un modo per verificare se e come le ricostruzioni compiute in seguito ad un terremoto garantiscano tuttora la sicurezza sismica.

ABSTRACT
The work introduces the first phase of the activity of study financed by the unity of Search "Control of the Monumental Structures" of the Iuav University in Venice, that has as object Mechanical behavior of historical towers subjected to seismic action, study that will assemble its attention on the effects of the earthquake on towers and historical bell tower. After a first phase of study on the damaged historical manufactured in Italy from the different seismic events from the years '70 to today, its detained on the evaluation of their seismic safety, in reference to the directives propo sed by the Linee Guida Ministeriali , according to the level of evaluation LV1. The evaluation is concretized in the determination of the fit safety Index, (Is) parameter conditioned by the characteristics geometric-mechanics of a structure. This work proposes an analysis of the influence of the variation of these parameters on the seismic index and of as, this value, over defining the priorities of an intervention in comparison to another, can be a way to verify if and as the finished reconstructions subsequently to an earthquake today guarantees everything the seismic safety.

1. INTRODUZIONE
La vulnerabilit allazione sismica di torri e campanili storici dipende da diversi parametri quali la snellezza, la qualit meccanica della muratura, il grado di ammorsamento delle pareti, leventuale presenza di strutture adiacenti pi basse, in grado di fornire un vincolo orizzontale, e la presenza nella parte sommitale di elementi architettonici snelli (guglie, vele campanarie, merlature, ecc.) o comunque vulnerabili (celle campanarie). Detti elementi che accomunano queste strutture fanno si che le torri rappresentino un tema comunque complesso che pu essere studiato attraverso modelli meccanici semplificati. La valutazione del rischio sismico attraverso questi modelli di tipo speditivo e, in quanto tale, pu causare una facilit di errore. Per ridurre al massimo tali rischi necessario porre particolare attenzione alla scelta delle diverse variabili e grandezze fisiche che caratterizzano il modello e dichiararle

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esplicitamente, valutando di volta in volta i dati forniti dalla normativa in vigore. La normativa diventa un punto di riferimento continuo per lapplicazione delle Linee Guida ed anche levoluzione della normativa stessa porta a dei cambiamenti consistenti nella valutazione. Per esaminare l indice sismico Is, grandezza che indica la sicurezza sismica a livello di indice territoriale, si propone lo sviluppo delle seguenti fasi: 1. Calcolo dellIs della Torre di Santo Stefano di Sessanio secondo lOPCM 3431 del 03/05/05 ponendo particolare attenzione nella scelta delle diverse variabili. 2. Correlazione dellIndice sismico con le caratteristiche meccaniche della muratura. 3. LIs come elemento di verifica degli interventi post-sisma nel caso del Campanile del Duomo di Gemona del Friuli.

2. CALCOLO DELLIS SECONDO LOPCM 3431 DEL 03/05/2005


2.1. Semplificazioni iniziali Come suggerito dalle linee guida si procede a verifiche specifiche, ancorch approssimate per effettuare una valutazione quantitativa della risposta sismica di torri e campanili, facendo riferimento a modelli meccanici semplificati al collasso per pressoflessione. Si considera il campanile/torre come una mensola, sollecitata da un sistema di forze orizzontali oltre che dal proprio peso, che pu andare in crisi in una generica sezione per schiacciamento nella zona compressa, a seguito della parzializzazione della sezione resistente. La verifica a pressoflessione di una struttura snella in muratura viene effettuata confrontando il momento agente di calcolo con il momento ultimo resistente calcolato assumendo la muratura non resistente a trazione ed unopportuna distribuzione non lineare delle compressioni. La verifica viene eseguita a diverse altezze non essendo infatti possibile identificare a priori la sezione pi critica (presenza di rastremazioni nello spessore della muratu ra ed indebolimenti per la presenza di aperture) [1].

Figura 1. Schema statico della torre 2.2. Torre di Santo Stefano di Sessanio Lo schema statico di riferimento con le condizioni al contorno e la sezione portante muraria della Torre di S. Stefano di Sessanio (AQ) sono indicati in Figura 2.

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Sez A-A

18m
Sez AA

4m

7m

Figura 2. Schema statico della torre di S.Stefano di Sessanio Spessore muratura portante 1,50 m Partizioni interne: n.2 in legno, n.1 sommitale in c.a. (n.3 partizioni globali) con altezza di interpiano pari a 5 metri Peso di ogni orizzontamento ligneo: 9 000 N Peso dellorizzontamento in c.a.: 60 000 N

Figura 3. Elaborato Torre di Santo Stefano di Sessanio Ipotesi di calcolo: - stante la sezione circolare della torre, la verifica viene eseguita in corrispondenza di una sola direzione principale di inerzia; - stante la tipologia del manufatto e lassenza di aperture, non vi sono sostanziali riduzioni delle aree resistenti ; - da un punto di vista dei conci meccanici di riferimento vengono considerati n.4 settori, di cui n.3 con caratteristiche meccaniche assimilabili; - la muratura viene considerata non resistente a trazione, con una distribuzione non lineare delle tensioni a compressione; - sezione rettangolare cava (per utilizzare il metodo proposto dalle linee guida) con area sezione resistente pari a quella circolare cava pari a 25,92 m 2;

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area sezione cava rettangolare (dalle Linee Guida) corrisponde ad una sezione rettangolare avente i lati ai = bi pari a

(1) (2)

Dal punto 3.1 e 3.2 dellOPCM 2005 si definisce l azione sismica [2] : - il territorio nazionale viene suddiviso in zone sismiche, contrassegnate da un diverso valore del parametro ag, accelerazione orizzontale massima su suolo con probabilit di superamento del 10% in 50 anni : S.Stefano di Sessanio Zona 2 ag = 0,25 g; - individuando la categoria del sottosuolo (tipo B) si ottengono dalla tabella 3.1 i valori del coefficiente di profilo stratigrafico S = 1,25, e i periodi che separano i diversi rami dello spettro TB =0,15, TC=0,50 e TD=2,0 da cui possibile definire lo spettro di risposta elastico, dipendente anche dal periodo proprio di vibrazione di una struttura. Periodo proprio di vibrazione di una mensola [3] (3) Che dipende dalle caratteristiche geometriche della torre (l = luce della trave, quindi l altezza della torre, a = lato e r = J momento di inerzia/A) e dalle caratteristiche meccaniche dei materiali costruttivi ( = peso a unit di volume, E = modulo elastico) individuate nellallegato 11.D, Tabella 11.D.1 dellOPCM, muratura a conci sbozzati con paramento di limitato spessore e nucleo interno E = 1440 MPa, = 20000 N/m 3. Con TB < T1 > TC lo spettro di risposta elastico orizzontale (4) Dove q il coefficiente di struttura, definito al punto 8.1.3. dellOPCM . Si valuta il Momento resistente e il Momento agente di ogni settore di caratteristiche omogenee, e dal loro confronto possibile valutare laccelerazione di collasso aSLU. Di tutti i valori trovati si assume valido per lintera struttura quello minore, in questo caso localizzato nella sezione alla base. M,u RESISTENTE: determinato dalle caratteristiche geometriche della torre e dalle caratteristiche meccaniche del materiale, in particolare il peso della struttura e la resistenza a compressione di progetto definite sempre dalla Tabella 11.D.1 dellOPCM. (5) M,u PROGETTO (6)

dove

(7)

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(8) (9) (9) Imponendo luguaglianza tra il momento ultimo e il momento di progetto possibile ricavare il valore dellordinata dello spettro di risposta critico, con il quale possibile determinare laccelerazione di collasso aSLU . Imponendo luguaglianza tra il momento ultimo e il momento di progetto possibile ricavare il valore dellordinata dello spettro di risposta critico, con il quale possibile determinare laccelerazione di collasso aSLU . (10 ) T1< TC (10 ) (11)

T1< TC (11) Ora possibile trovare lindice sismico della torre, dal rapporto tra laccelerazione di collasso e laccelerazione massima attesa sito trovare lindice sismico della torre, dal rapporto tra laccelerazione di collasso e laccelerazione massima Ora nel possibile attesa nel sito < 1 al quale corrisponde una vulnerabilit alta (12) < 1 al quale corrisponde una vulnerabilit alta (12) 2.3. Correlazione dellIndice sismico con le caratteristiche geometrico -costruttive della struttura Nella2.3. determinazione dellIndice sismico si introducono i valori delle caratteristiche meccaniche della muratura che, nel caso Correlazione dellIndice sismico con le caratteristiche geometrico -costruttive della struttura non sussistano prove in situ, vengono forniti dalla normativa, in delle particolare dal gi citato Allegato della 11.D muratura dellOPCM 343 1. caso Nella determinazione dellIndice sismico si introducono i valori caratteristiche meccaniche che, nel scelta diprove questi condiziona molto il valore dellIndice sismico, citato perci di fondamentale importanza che le nonLa sussistano inparametri situ, vengono forniti dalla normativa, in particolare dal gi Allegato 11.D dellOPCM 3431. scelte di colui che si presta a definire la vulnerabilit sismica siano valutate attentamente caso per caso. Si presenta ora La scelta di questi parametri condiziona molto il valore dellIndice sismico, perci di fondamentale importanza che le come diversi incidano sul valore dellindice sismico. Nella fig.4 si vede come la variazione in base alla scelte idi colui parametri che si presta a definire la vulnerabilit sismica siano valutate attentamente caso per dellindice caso. Si presenta ora tipologia di muratura scelta tra quelle proposte dalla normativa sia consistente. come i diversi parametri incidano sul valore dellindice sismico. Nella fig.4 si vede come la variazione dellindice in base alla tipologia di muratura scelta tra quelle proposte dalla normativa sia consistente.
0,35 0,30 0,35 0,25 0,30 0,20 0,25 0,15 0,20 0,10 0,15 0,05 0,10 0,00 0,05 0,00

Is

Is

1 1

2 2

8 8

9 9

tipologie di muratura da tabella 11.D.1 3 4 5 6 dell'OPCM 7

tipologie di muratura da tabella 11.D.1 dell'OPCM Figura 4. Variazione dellIs rispetto alle diverse tipologie di muratura Figura 4. Variazione dellIs rispetto alle diverse tipologie di muratura In ascissa sono riportate le diverse tipologie di muratura indicate nella normativa, riferite alle condizioni di malta di caratteristiche scarse, assenza di ricorsi (listature), paramenti semplicemente accostati o mal muratura non In ascissa sono riportate le diverse tipologie di muratura indicate nella normativa, riferite allecollegati, condizioni di malta di consolidata. caratteristiche scarse, assenza di ricorsi (listature), paramenti semplicemente accostati o mal collegati, muratura non 1. muratura in pietrame disordinata; consolidata. 2-3. muratura sbozzati, con paramento di limitato spessore; ; 1. muratura a in conci pietrame disordinata 4-5. muratura in conci pietresbozzati a spaccocon conparamento buona tessitura; 2-3 muratura a di limitato spessore;

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6-7. 8-9.

muratura a blocchi lapidei squadrati; muratura in mattoni pieni e malta di calce.

Si confrontano ora i valori dellIs ottenibili con le caratteristiche meccaniche desunte dalla normativa con i valori dellIs dove vengono impiegati dati sperimentali ottenuti da prove in laboratorio, fig.5. Serie 1: muratura contemporanea 1. muratura contemporanea, da prove di laboratorio fm = 9,58 MPa, E= 2723 MPa [4] 2. muratura da normativa fk = 8,60 MPa, E= 8600 MPa Serie 2: muratura storica 1. muratura storica, risultati da prove di laboratorio fm = 4,20 MPa, E= 2300 MPa [5] 2. muratura in mattoni pieni e malta di calce da opcm fm = 2,80 MPa, E= 2400 MPa Dove fm la resistenza a compressione di progetto della muratura, fk la resistenza caratteristica a compressione ed E il modulo elastico della muratura.
0,40 0,30 0,20 0,10 0,00 normativa prove lab Muratura contemporanea[4] Muratura storica [5]

Is

Figura 5. Andamento Is rispetto ai dati sperimentali e tabulati Si pu osservare che per la muratura contemporanea non si assiste a particolari variazioni dellindice simico in riferimento ai dati forniti dalla normativa e a quelli dati dalle prove in laboratorio; per la muratura storica si verifica una maggiore differenza tra il valore dellIs ricavato da normativa e lindice ricavato da prove di laboratorio, questultimo maggiore, riducendo l a vulnerabilit sismica. Questo testimonia come la normativa agisca in favore della sicurezza, aumentando la vulnerabilit delloggetto in esame soprattutto quando siamo di fronte ad un materiale da costruzione estremamente vario come la muratura storica. Le caratteristiche meccaniche che incidono maggiormente nella determinazione dellindice sismico sono la resistenza a compressione della muratura, il modulo elastico e il peso specifico. Per capire qual il contributo che ciascuna grandezza porta alla vulnerabilit sismica osserviamo nelle Fig. 6-7-8-9 le variazioni dellIs rispetto a queste grandezze fondamentali (nelle fig. 6-7-9 si mantengono costanti di volta in volta gli altri due parametri).
0,25 0,2 0,15 0,1 0,05 0 0,90 1,10 1,55 2,00

Is

resistenza media a compressione (MPa)


Figura 6. Relazione Is - Resistenza media compressione

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0,25 0,20 0,15 0,10 0,05 0,00 21 20 19 15

Is

peso specifico (KN/m3) Figura 7. Relazione Is - Peso specifico chiaro come lIs sia fortemente influenzato dalla resistenza a compressione della muratura e dal peso della struttura. Il primo fondamentale per la valutazione del momento resistente mentre il peso della struttura interviene sia nel calcolo del momento resistente e sia nel valore del momento agente. Pi consistente comunque il contributo della resistenza a compressione e questo si pu verificare anche in fig.8 dove, man mano che si aumenta fm, la variazione del peso specifico diventa meno incisiva nella variazione dellindice.
0,35
0,3 0,25 0,2
g = 19 g = 11 g = 10 g = 20 g = 21 g = 11 g = 11 g = 11 g = 21 g = 22 g = 22 g = 12 g = 22 g = 12 g = 12

Is
0,15

0,1
0,05 0 60
g = 10 g = 19 g = 20

60

90

90

110

110

150

150

155

155

200

200

300

300

400

400

600

600

fm ( MPa )
Figura 8. Relazione Is ( fm, E )

g =peso specifico [ KN/m3 ]

Il modulo elastico, pur incidendo sul periodo di vibrazione proprio della torre, non modifica minimamente lindice sismico . Nel caso della torre di S.Stefano, ad esempio, essendo il periodo proprio della torre minore rispetto a Tc, esso non interviene in nessun modo nelle formulazioni che conducono allindividuazione dellindice sismico (fig.9).
0,2 0,2 0,15 0,15 0,1 0,1 0,05 0 690 1020 1440 1500

Is Is

modulo elastico E (Mpa) Figura 9. Relazione Is Modulo Elastico

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Nellipotesi che il periodo proprio di vibrazione fosse maggiore del periodo Tc, esso porterebbe a delle variazioni sia nel calcolo dello spettro di risposta elastico e sia nel calcolo dellaccelerazione di collasso e condizionerebbe lindice sismico, allaumentare del modulo elastico si verificherebbe una riduzione dellindice, come si pu osservare dal grafico in figura 10.

0,080 0,060

0,040
0,020 0,000 690 1020 1050 1980 2340 2820

Is

E (MPa) Figura 10. Relazione Is Modulo Elastico In che proporzione il modulo elastico incida nella determinazione dellIndice sismico, relazionato alla resistenza media a compressione, visibile nella fig.11. A parit di resistenza a compressione vediamo come il modulo elastico riduce lIndice sismico, aumentando la vulnerabilit allazione sismica della torre. Interessante osservare come la variazione dellindi ce rispetto al modulo elastico aumenti sensibilmente con laumentare della resistenza .

0,500 0,450 0,400 0,350 0,300 0,250 0,200 0,150 0,100 0,050 0,000

E= 690 E= 690 D Is = 0,22 E= 1980 E 8 E= 2820 E= 1980 E 198 E 2820 E= D Is = 0,035 E= 1980 E= 2820 E= 2820

E= 690 E= 1980 E= 690

Is

6
E = [ MPa ]

fm (MPa) Figura 11. Relazione Is (Fm ,E)

Lintervallo usato per il calcolo dellIs costante ma per un fm = 3 MPa si verifica una variazione dellindice pari a 0,035 mentre per fm = 6 MPa si rileva una variazione di 0,22: la resistenza a compressione della muratura risulta essere la variabile maggiormente determinante per la valutazione della vulnerabilit sismica.

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3. LIS APPLICATO A STRUTTURE GI COLPITE DAL SISMA


Essendo lindice sismico fortemente legato alle caratteristiche geometrico-meccaniche della struttura, pu diventare un parametro in grado di indicare se e come un intervento eseguito su un edificio colpito da un sisma sia stato efficace nel ridurne la vulnerabilit. Di seguito si propone come caso di studio il campanile del Duomo di Gemona del Friuli. 3.1. Is del campanile del Duomo di Gemona prima del sisma Il campanile del Duomo di Santa Maria Assunta di Gemona costruito nella versione originale tra il 1341 e il 1369, si trova in posizione isolata, completamente indipendente dalla struttura del Duomo. Il sisma del 1976 lo ha fortemente colpito, stato lesionato con fessurazioni in mezzeria che partono dalla cella e attraversano verticalmente tutte le pareti che ne hanno portato al crollo quasi totale. La torre crollata su se stessa in linea verticale depositando tutti gli elementi lapidei al suo interno e nellimmediato intorno sino al sagrato della chiesa. Le porzioni sopravvissute al crollo presentano evidenti lesion i ad alcuni conci dangolo [6].

Figura 12. Sezione della torre prima del sisma

Figura 13. Campanile prima del sisma Figura 14. Campanile dopo il sisma Altezza totale fusto e cella campanaria: 47 m Spessore muratura portante da 2,00 m alla base Sezione rettangolare cava con area sezione resistente pari a 36 m 2

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Assumendo valide le ipotesi di calcolo precedentemente indicate per la torre di Santo Stefano si procede a determinare lazione sismica, dal punto 3.1 e 3.2 dellOPCM 2005: - Gemona del Friuli Zona 1 ag = 0,35 g; - categoria del sottosuolo (tipo C) profilo stratigrafico S = 1,25, i periodi TB =0,15, TC=0,50 e TD=2,0. Periodo proprio di vibrazione per una mensola a sezione rettangolare : (13)

assumendo dalla tabella 11.D.1 dellOPCM m uratura a blocchi lapidei squadrati E = 2820 MPa, = 2000 N/m 3 (si sceglie questo tipo di muratura perch quella a sacco prevista dalla normativa presenta muratura a conci sbozzati mentre in questo caso presente un consistente paramento in pietra squadrata verso lesterno). Con T1 >TD lo spettro di risposta elastico orizzontale (14) Una volta scelte le caratteristiche geometrico-costruttive del campanile si procede allindividuazione dellaccelerazione di collasso aSLU per ogni settore in cui viene suddivisa la torre. Dei valori trovati quello da assumere per lintera struttura il minore che in questo caso si trova nella sezione alla base. T1>TC A cui corrisponde un indice sismico pari a < 1 al quale corrisponde una vulnerabilit alta (16) (15)

3.2. Is del campanile del Duomo di Gemona dopo la ricostruzione In seguito ai danni provocati dal terremoto si ricostruito il campanile del Duomo con lo stesso aspetto e le stesse dimensioni del precedente, riutilizzando le pietre ricavate dal crollo. Si scelto per di prediligere una struttura portante in calcestruzzo armato; la nuova fondazione stata realizzata con una soletta fortemente armata che abbraccia i muri esistenti e si connette ai 32 micropali, inseriti successivamente, spinti ad una profondit di 10 m ed iniettati con boiacca. Le murature superstiti sono state consolidate con cemento, mentre il rivestimento interno stato fatto con un particolare tipo di mattoni a vista. I conci del paramento esterno sono stati fissati con spezzoni di ferro poi sigillati con cemento e collegati allanima dellarmatura interna. Sono state realizzate , inoltre, sette solette, sempre in cemento armato, di controventamento. Sotto la cella campanaria stata ricostruita la volta a botte in mattoni con cappa superiore in calcestruzzo e rete elettrosaldata alla quale sinnestano i quattro pilastri in cemento armato, rivestiti in pietra, della cella campanaria [7].

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Figura 15. Lavori di ricostruzione

Figura 16. Il campanile ricostruito

Le variazioni fondamentali stanno nella struttura portante, con il passaggio da muratura a struttura in calcestruzzo armato, dove le pietre vengono usate solo come rivestimento del campanile per ottenere laspetto post-intervento uguale o comunque molto simile allo stato pre-sisma.

Figura 17. Sezione della torre post-intervento -

Figura 18. Sezione alla base della torre post-intervento

Spessore muratura da 2,00 m struttura in c.a. rivestita esternamente di pietra e internamente in laterizi (la parte strutturale viene considerata solo quella in c.a); Modulo elastico, desunto dalle caratteristiche meccaniche del c.a. Ec = 25170 MPa ; Densit c.a. : 25000 N/mc ; Resistenza a compressione fd = 11,76 MPa (si ipotizza lutilizzo di un cls con Rck = 25 MPa) Partizioni interne: n.7 in c.a;. Peso di ogni orizzontamento c.a.: 46.700 N;

Ipotesi di calcolo: - stante la tipologia del manufatto e lassenza di aperture, non vi sono sostanziali riduzioni delle aree resistenti se non nella parte della cella campanaria. Il basamento invece viene riempito di calcestruzzo alleggerito, pertanto si considera la sezione alla base non cava ma piena; - vengono considerati n.9 settori, con riduzione dellarea reagente per quanto riguarda la cella campanaria .

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Ovviamente le caratteristiche dellazione sismica in riferimento al sito restano invariate . Cambia invece il periodo proprio di vibrazione che, dipendendo dalle caratteristiche geometriche-meccaniche della torre, aumenta notevolmente T1 = 6,54 s. Come precedentemente illustrato si individua laccelerazione di collasso minore rispetto a tutti i nove settori in cui stata suddivisa la torre. La sezione con laSLU risulta essere quella in corrispondenza della quota di ingresso della torre, che si trova ad un livello di +5,20 m rispetto alla piazza, nel punto di passaggio tra la parte basamentale riempita di calcestruzzo e il fusto della torre. T1>TC A cui corrisponde un indice sismico pari a > 1 al quale corrisponde una vulnerabilit sismica praticamente nulla (18) (17)

4. CONCLUSIONI
Le valutazioni di vulnerabilit sismica sin qui condotte dimostrano come lindice sismico Is pu, oltre a definire le priorit di un intervento rispetto ad un altro, verificare un intervento eseguito in seguito ad un evento sismico. Lesempio scelto sta to oggetto di ricostruzione nel 1985 e risulta interessante verificare come unopera eseguita 25 anni fa possa rispettare le norme sismiche attuali ed essere quindi considerata ancora efficace. Lindice sismico un parametro che dipendendo dalle caratteristiche meccaniche del manufatto, pu orientare un intervento su una struttura colpita da sisma. Oltre alla qualit del materiale, lIndice sismico dipende dallazione sismica, definita nella normativa di riferimento. Levoluzione dellapparato normativo in termini di sismica condiziona molto la valutazione dellIndice in quanto va ad indica re qual laccelerazione massima attesa in un determinato sito, parametro su cui viene verificata lintera struttura. La definizione dellazione sismica in questo momento in trasformazione . Nelle nuove Norme Tecniche 2008 il territorio italiano rappresentato da una serie di punti del reticolo di riferimento definiti in termini di Latitudine e Longitudine, e a ciascun punto sono associati i valori dei parametri ag, F0, T*C ( ag accelerazione orizzontale massima del terreno; Fo valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale; T C *periodo di inizio del tratto a velocit costante dello spettro in accelerazione orizzontale) da utilizzare per definire lazione sismica nei modi previsti dalle NTC. Quindi si tratta di una definiz ione dellazione sismica molto pi precisa rispetto alla modalit proposta dallOPCM dove il territorio italiano veniva suddiviso in quattro zone e per ciascuna zona veniva assegnata unaccelerazione massima del sito. Inoltre i valori TB, TC e TD venivano forniti unicamente in relazione al tipo di sottosuolo scelto, cos come S, coefficiente che tiene conto del sottosuolo di fondazione. Nella N.T.C. questi valori derivano dalle caratteristiche del sito, del sottosuolo e della topografia, garantendo pertanto una pi dettagliata descrizione. Per capire come cambieranno i valori di riferimento basta pensare, ad esempio, che il territorio aquilano nellOPCM inserito in zona 2 a cui corrisponde unaccelerazione a g = 0,25g = 2,45 m/s2, mentre nelle N.T.C 2008 alla citt dellAquila corrisponde unaccelerazione ag = 1,036 m/s2 (per un tempo di ritorno di 50 anni) : si presenta quindi una riduzione sostanziale dellaccelerazione attesa nel sito che porter dei cambiament i rilevanti nella valutazione della vulnerabilit sismica [8].

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BIBLIOGRAFIA
[1] [2] [3] [4] [5] Coordinamento e cura redazionale L. Moro : Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale, Roma, Gangemi, stampa 2006. Testo integrato dellAllegato 2 Edifici allOrdinanza 3274 come modificato dallOPCM 3431 del 3/5/05 O. Belluzzi : Scienza delle costruzioni .Vol.4; Zanichelli, Bologna, 1998 p.359 Russo S., Sciarretta F. : Residual strenght of traditional brick masonry subjected to high temperatures, in Protection of historical buildings, pp. 1417-1422, Prohitech 09, Roma 20-24 giugno 2009 F. Zago, G. Riva : Propriet fisico-meccaniche dei mattoni e comportamento della muratura del centro storico di Venezia Atti dellIstituto Universitario di Scienza delle Costruzioni, Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Scuola Tipografica Emiliana Artigianelli, Venezia, 1982 A. Bellina: L'anastilosi nella ricostruzione del Friuli: limiti e modi del restauro per anastilosi in alcune applicazioni a Gemona e Venzone dopo il sisma del 1976, Amici di Venzone, 1986 G. Franca : Cronistoria di un restauro, Il Duomo di Santa Maria Assunta di Gemona, Comune di Gemona del Friuli, Ufficio beni culturali, 1987 Allegato B alle Norme Tecniche per le Costruzioni 2008: tabella 1

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