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LA COMMISSIONE EUROPEA APPROVA 4 NUOVI OGM

Lo scorso giugno, i ministri dell'Agricoltura dell'Unione Europea, scatenando aspre


polemiche e facendo gridare alla fine dell'epoca biologica, avevano approvato un nuovo
regolamento che consente di etichettare come “bio” anche i prodotti che contengono lo
0,9% di OGM da contaminazione accidentale. Una rivoluzione rispetto la precedente
soglia dello 0,1%, il cosiddetto “zero tecnico” (perché al di sotto di questa percentuale gli
OGM non sono rintracciabili).

Subito è scattato l'allarme per i prodotti


trasformati come riso, dolci, cereali,
marmellate e snack, cioè tutti quelli
derivati da mais e soia provenienti dai
mercati extraeuropei (come USA, Cina
e Argentina): è proprio durante
l'importazione, infatti, che gli ingredienti
naturali possono essere
accidentalmente contaminati da quelli
transgenici, per esempio se vengono
caricati sulla stessa nave. “Purtroppo, il
Consiglio UE non ha dimostrato quella
sensibilità che ci saremmo augurati”,
commentava il ministro per le Politiche agricole Paolo De Castro, che a Lussemburgo si è
battuto per non fare passare il regolamento insieme a Belgio, Grecia, Ungheria e Polonia.
“Con questa scelta i ministri hanno tradito le indicazioni dell'Europarlamento sulla
necessità di avere una soglia di tolleranza pari allo 0,1%”, denunciavano Monica Frassoni,
co-presidente dei Verdi a Strasburgo, riferendosi al parere non vincolante espresso
dell'Assemblea. Posizione a cui hanno fato eco tutte le associazioni, da Legambiente alla
Coldiretti, secondo cui il nuovo regolamento comunitario “ignora la volontà dei cittadini
europei”.

Più recentemente, la Commissione europea ha autorizzato definitivamente il commercio di


nuovi OGM: una varietà di barbabietola da zucchero (“H7-1”) e di tre varietà di mais (il
“1507xnk603”, il “603xmon810” e il “59122”, chiamato anche “Herculex Rw”) destinati
all'alimentazione umana e animale. Sulla questione, i 27 Stati membri non sono riusciti ad
ottenere una maggioranza né favorevole né contraria e con questa decisione termina la
lunga procedura di autorizzazione. La Commissione ha stabilito che queste varietà
transgeniche potranno essere importate in Europa da Monsanto, Pioneer e Dow
AgroSciences, ma non potranno essere coltivati sul territorio europeo. Una scelta
duramente contestata dai governi e dalle associazioni anti-OGM che hanno accusato
Bruxelles di avere ignorato l'opposizione della maggior parte delle capitali.

Dal 2004, sono 15 i nuovi OGM autorizzati nella UE per l'importazione mentre nessun
OGM è stato autorizzato per la coltivazione. Anche se la Commissione non si è ancora
pronunciata sull'approvazione o meno della coltivazione della “superpatata” biotech
prodotta dalla Basf. L'eventuale sì alla coltivazione della patata Basf “Amflora”
rappresenterebbe davvero una vera rivoluzione nei confronti della politica europea nei
confronti degli OGM. Su questa varietà di patata infatti gravano ancora seri dubbi sulla sua
sicurezza in quanto potrebbe causare una resistenza dell'organismo agli antibiotici.
Attualmente, l'UE non si è ancora data delle regole contro la contaminazione accidentale
delle culture biologiche da parte di quelle geneticamente modificate. Il commissario UE
alla Salute, Stavros Dimas, con il sostegno di molte capitali, Roma e Parigi in testa, sta
bloccando la decisione con una serie di richieste di accertamenti sui rischi per i
consumatori. Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti Genetici, ha affermato:
“Ancora una volta la Commissione Europea decide di autorizzare la commercializzazione
di un prodotto OGM nonostante la maggioranza dei Paesi membri abbia espresso la
propria contrarietà. È un fatto molto grave. Questa decisione dimostra in modo evidente
come alcuni tecnocrati si sostituiscano nella decisione alla volontà dei popoli europei».

Il ministro italiano delle Politiche Agricole, Paolo De Castro, ha sottolineato che insieme ad
un numero crescente di colleghi farà di tutto per spingere la Commissione a tornare sui
suoi passi. Alfonso Pecoraro Scanio, ministro dell'Ambiente, sostiene che il via libera della
UE dimostra ancora una volta “l'urgenza di riformare profondamente il sistema di
autorizzazione degli OGM”. Secondo Ludger Fischer, responsabile del tavolo
agroalimentare della UE, vi sono altri alimenti OGM che possono entrare nella nostra
alimentazione, magari attraverso una pizza. Spiega l'esperto che non basta affidarsi
all'etichetta: “La farina di granturco non ha OGM approvati in Europa e quindi ha pochi
obblighi di etichettatura. Il lievito è quasi tutto OGM, per aumentarne il potere di
lievitazione e anche in questo caso non vi sono obblighi di etichettatura. Per quanto
riguarda il formaggio, potrebbe contenere enzimi OGM ma, siccome sono distrutti nel
processo produttivo, non c'è l'obbligo di dichiararlo in etichetta. Per quanto riguarda invece
additivi del gusto, enzimi e acidi di soia, sono stati approvati dall'UE e il produttore ha
l'obbligo di riportarlo nell'etichettatura. L'olio – conclude Fischer – è un punto delicato. Gli
olii di colza e di soia hanno una grande produzione OGM a livello mondiale, mentre in
Europa non vengono prodotti ma è consentita importazione ed esportazione”.

Tutto questo avviene nonostante il “Protocollo di Cartagena”, entrato in vigore nel 2003,
che si rifà direttamente all'Articolo 19 della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) e
al Principio di precauzione così come definito all'Articolo 15 della Dichiarazione di Rio
sull'ambiente e lo sviluppo, riconosca la necessità di indagare a fondo i potenziali rischi
associati agli organismi geneticamente modificati, al fine di garantire un elevato livello di
protezione - con particolare riferimento alla diversità biologica - e assegni alle Parti della
Convenzione il compito di assumere le necessarie misure legali, amministrative e politiche
al fine di prevenire eventuali rischi.

APPROVAL: European Commission approves GE maize and


sugar beet for food and feed 25 ottobre 2007

H7-1 - GMO Authorisation in the EU

1507 x NK603 - GMO Authorisation in the EU

Genetically modified food controversies - Wikipedia

LIBERI DA OGM: DOSSIER SULL'EFSA

La Coalizione “ItaliaEuropa - liberi da OGM” denuncia scarsa indipendenza negli studi


dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Nei suoi primi cinque anni di
attività, l'EFSA non ha mai esercitato le funzioni assegnatele di autorità scientifica
indipendente nella valutazione del rischio
sanitario e ambientale degli OGM.

“L'EFSA - ha dichiarato Capanna - come


emerge dal dossier che abbiamo appena
realizzato - “OGM, tutta la verità sull'EFSA” -
non esegue una valutazione indipendente del
rischio, non svolge ricerche di laboratorio, sottovaluta evidenze di rischio, adotta
procedure poco trasparenti, impegna gran parte dei fondi europei con cui viene finanziata
in semplici ricerche bibliografiche e in viaggi. Ciò è tanto più grave per il fatto che i pareri
dell'EFSA sono sempre risultati determinanti nelle decisioni che hanno permesso alla
Commissione Europea di autorizzare, a più riprese, la commercializzazione per uso
alimentare in Europa di 12 OGM”.

"OGM, tutta la verità sell'Efsa"

AUMENTANO GLI OGM IN EUROPA

E così, nonostante tutti i divieti, le contrarietà, gli allarmi e il diffuso scetticismo, secondo
EuropaBio, l'associazione delle industrie europee di biotecnologia, «in Europa negli ultimi
12 mesi abbiamo assistito ad un incremento massiccio del 77% della superficie coltivata a
colture geneticamente modificate. Il raccolto di mais GM ha raggiunto gli oltre 1.000
chilometri quadrati».

Davanti a questa crescita, EuropaBio


ha chiesto di poter ampliare
ulteriormente le coltivazioni, in
particolare di mais Bt, e una più celere
approvazione di più di 60 altre colture
«bloccate tra gli arretrati» a livello
europeo. Il mais Bt è l'unica coltura
OGM finora autorizzata nell'UE: è
resistente alla piralide del granturco,
una larva di tarma che colpisce circa il
25% del mais dell'UE e agevola la
diffusione di funghi potenzialmente
tossici, ma elimina anche altri insetti
benefici. Il mais Bt è autorizzato in otto paesi UE, compresi 21 mila ettari in Francia, dove
però il presidente Nicolas Sarkozy ha appena sospeso tutte le coltivazioni di prodotti
OGM.

Johann Vanhemelrijck, segretario generale di EuropaBio, ha detto in un'intervista che «se


la valutazione del rischio dà il via libera sulla sicurezza del prodotto, quest'ultimo dovrebbe
ricevere un'approvazione quasi automatica» ed ha chiesto ai responsabili delle politiche di
basare le loro decisioni sulle ricerche scientifiche in maniera più affidabile. «Solo così le
società continueranno a investire nella ricerca. Non è possibile continuare a chiedere alle
aziende di contribuire per due terzi al 3% dell'obiettivo di Lisbona per la ricerca se non si
consente la commercializzazione dei prodotti che scaturiscono da tale ricerca». Secondo
EuropaBio «l'impiego di mais Bt aumenta la competitività, contribuisce a ridurre le
emissioni di CO2 e fa bene ai consumatori, perché consente di ingerire meno tossine da
fungo presenti sul grano danneggiato dall'insetto».
Marc van Montague, uno dei pionieri dell'ingegneria genetica sulle piante, dice: «La resa
maggiore garantita dalle colture GM si rivelerà presto necessaria per alimentare la
popolazione mondiale in crescita e soddisfarne il fabbisogno energetico. Gli scienziati
hanno già creato molte altre soluzioni che potrebbero essere importanti per i consumatori,
per l'ambiente e per i paesi in via di sviluppo». Esisterebbero già colture OGM resistenti
alla siccità. «Ma in assenza della struttura economica non possiamo commercializzare tali
prodotti. Verranno comunque coltivati in alcuni paesi e gli altri finiranno per seguirne
l'esempio, perché se gli agricoltori e l'industria ne vedranno gli effetti, questa scienza
diventerà inarrestabile».

Una tesi che sembra smentita non solo da numerosi esperti ed agricoltori ma anche dai
risultati del progetto europeo “Quality Low Input Food” (QLIF), secondo cui, frutta, verdure
e latte biologici «potrebbero essere più nutrienti rispetto ai cibi prodotti non biologicamente
e contenere più elevate concentrazioni di antiossidanti che si ritiene riducano il rischio di
patologie cardiache e cancro», esattamente il 40% in più dei prodotti coltivati non
biologicamente, il latte biologico conterrebbe addirittura il 60% in più di antiossidanti e di
acidi grassi dall'effetto benefico.

Si tratta del più grande progetto di ricerca mai realizzato sui vantaggi dell'agricoltura e dei
cibi biologici. Il coordinatore del progetto, Carlo Leifert, dell'università di Newcastle (Regno
Unito), ha sottolineato che «mangiare alimenti biologici è equivalente a ingerire una
porzione supplementare di frutta e verdura al giorno. Adesso ci sono sufficienti prove a
dimostrazione dei maggiori benefici presenti nel biologico. Pertanto, chiediamo all'Agenzia
per la Sicurezza Alimentare (FSA) di riconoscere e ammettere pubblicamente i vantaggi
nutrizionali del cibo biologico prodotto con sistemi agricoli biologici gestiti in modo
corretto».

Il progetto QLIF, finanziato con 18 milioni di euro nell’ambito del sesto programma quadro
dell'Ue è stato realizzato da un consorzio di 31 centri di ricerca, imprese e accademie
europee e dei Paesi vicini ed è basato sull'approccio “dal produttore al consumatore”. Per
Leifert occorre «esplorare i meccanismi sottesi grazie ai quali i metodi biologici, al
contrario di quelli non biologici, producono concentrazioni così elevate di nutrienti
benefici».

EU-funded Quality Low Input Food project indicates significant


nutritional benefits from organic food 30 ottobre 2007

QualityLowInputFood

ECOCIDIO

La più importante agenzia statale americana per il controllo sui cibi e sui farmaci, la Food
And Drug Administration, ha approvato i cibi modificati geneticamente malgrado le morti
che avevano causato e gli avvertimenti dei suoi stessi scienziati sui gravi rischi che essi
comportano.

Perché è avvenuto tutto questo?

Durante l'amministrazione Reagan, quando l'economia degli Stati Uniti aveva seri problemi
e c'era un grosso squilibrio negli scambi commerciali, molti esperti erano alla ricerca di
aree attraverso il cui sviluppo si poteva rilanciare l'economia USA e, in particolare,
l'esportazione. All'epoca, la giovane tecnologia della bioingegneria era uno dei settori più
promettenti. È stata quindi emessa una direttiva per tutte le Agenzie federali, come l'FDA,
l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (EPA) e il Dipartimento di Agricoltura:
promuovere al massimo l'industria biotecnologica e facilitare l'introduzione dei nuovi
prodotti sia negli USA che nei paesi esteri. Questo tipo di politica fu spinta moltissimo
anche sotto la presidenza di Bush e poi di Clinton.

Nel maggio 1998, l'Alliance for Bio-Integrity, una coalizione di scienziati, leaders religiosi e
consumatori, ha fatto causa alla Food and Drug Administration per ottenere test obbligatori
di sicurezza e l'etichettatura dei cibi geneticamente modificati, perché si riteneva che la
politica dell'FDA fosse scientificamente scorretta e moralmente irresponsabile. La Corte
Federale ha quindi obbligato l'FDA a consegnare all'avvocato dei querelanti le 44.000
pagine del suo archivio interno. L'analisi di questi documenti ha dimostrato che l'agenzia
ha violato la legge americana su cibo, medicine e cosmetici permettendo che i cibi
geneticamente modificati fossero introdotti sul mercato senza essere sottoposti a
sperimentazioni, generalmente riconosciuti sicuri da esperti pseudo-qualificati.

In seguito, l'FDA ha ammesso di aver operato sotto una direttiva volta a favorire l'industria
biotech americana sulla base del presupposto che i cibi bioingegnerizzati sono
essenzialmente uguali agli altri. Tesi oggi rivelatasi del tutto infondata poiché la
bioingegneria, alterando l'attività cellulare, può condurre alla produzione di tossine
inaspettate, allergeni e sostanze cancerogene. La Dott.ssa Linda Kahl, funzionario
dell'FDA, incaricata di sintetizzare tutte le affermazioni degli scienziati dell'agenzia, ha
affermato che l'agenzia stava “cercando di far entrare un piolo quadrato in un buco
rotondo”. Inoltre, il Dott. Jim Maryanski, Coordinatore della Biotecnologia dell'FDA, ha
riconosciuto che, nella comunità scientifica in generale, non c'è alcun consenso sulla
sicurezza dei cibi modificati geneticamente che dovrebbero essere sempre sottoposti a
speciali test, inclusi i test tossicologici.

L'FDA dunque, per promuovere l'industria biotech, non solo ha ignorato gli avvertimenti dei
suoi stessi scienziati sui rischi specifici dei cibi manipolati geneticamente, ma ha nascosto
le prove della pericolosità di tali cibi, mentendo spudoratamente in una dichiarazione
ufficiale: “L'agenzia non è a conoscenza di alcuna informazione che dimostra che i cibi
derivanti da questi metodi nuovi differiscono dagli altri cibi in alcun modo significativo o
uniforme...”.

L'avvocato Druker ha affermato che, se fosse stata detta la verità, nessun cibo manipolato
geneticamente sarebbe potuto entrare negli anni 92/95 nel mercato americano che poi li
ha esportati in Europa e in tutto il mondo e la popolazione mondiale non sarebbe stata
esposta a questo grave rischio.

Si può parlare di “ecocidio legalizzato”

(articolo tratto dal libro “DOSSIER OGM - Pericoli e danni causati da semi e cibi
transgenici” edito a cura dell'Associazione S.U.M. -
Stati Uniti del Mondo).

La Truffa del Transgenico13 marzo 2001

BIODECEPTION: How the Food and Drug


Administration Is Misrepresenting the Facts About
Risks of Genetically Engineered Foods and Violating the Laws Meant to Regulate
Them

Anche L'EFSA (European Food Safety Authority) sapeva dei pericoli per la salute causati
dal mais Mon 863 della Monsanto. Ma decise di liquidare la questione con un'alzata di
spalle: «non hanno rilevanza biologica». E questo anche se erano proprio gli studi eseguiti
dalla stessa Monsanto a provare che il Mon863 causava malformazioni nei topi usati come
cavie.

Nel 2002, insieme alla richiesta di autorizzazione per l'entrata del Mon863 nel mercato UE,
«tutta la documentazione scientifica - si legge nella nota firmata Monsanto - è stata
prodotta integralmente alle autorità competenti inclusa l'EFSA. Alcuni paesi membri hanno
chiesto approfondimenti e Monsanto ha risposto a tutte le richieste integrative tra il 2003 e
il 2004. Il 2 aprile 2004 EFSA ha dato parere favorevole».

Il caso Mon863 scoppiò in Francia già nella primavera del 2004. Fu l'organizzazione
ambientalista Comité de Recherche et d'Information Indépendentes sur le Géenie
Génétique (CRII-GEN), presieduta dall'ex ministro all'ambiente Corinne Lepage, a far
scoppiare il caso, rendendo pubbliche le conclusioni dello studio fatto dalla Monsanto che
dimostravano come il Mon863 producesse malformazione e riduzione dei reni oltre che
modificazioni della composizione del sangue nei topi da laboratorio. Già allora fu chiesto a
Monsanto di rendere noto per intero il contenuto del lungo dossier di oltre mille pagine che
descriveva l'esperimento e, proprio come oggi, Monsanto si rifiutò appellandosi al segreto
industriale.

L'agenzia francese per la sicurezza sanitaria degli alimenti, però, comandò ad una
commissione scientifica nazionale (CGB) di occuparsi della questione. Guarda caso, la
CGB, si comportò proprio come l'EFSA: prima ammise che lo studio Monsanto
evidenziava «significative differenze» tra i ratti alimentati con mais tradizionale e quelli
alimentati con il Mon863, ma un anno dopo fece marcia indietro. Sulla base un nuovo
studio, ancora di Monsanto, realizzato in un laboratorio scelto dalla Monsanto e addirittura
utilizzando un altro tipo di mais.

Clamoroso, tanto che le polemiche sulla decisione non unanime all'interno della CGB
finirono su Le Monde e il Mon863 destò perplessità persino in Germania, paese che pure
è delegato dall'UE a portare avanti la pratica di autorizzazione.

In seguito, anche Greenpeace-Italia ha chiesto alle autorità competenti di rendere pubblico


integralmente il famoso dossier: Monsanto si è categoricamente rifiutata ed è ricorsa in
tribunale. «È difficile non dubitare dell'imparzialità di EFSA - commentò Luca Colombo di
Greenpeace - è sempre favorevole agli OGM, i suoi giudizi si basano su studi compiuti
dalle aziende che dovrebbero essere esaminate e si limitano ad un verifica letterale, mai
sperimentale. Il tutto in un clima di forte pressione delle multinazionali».

Ivan Verga di Verdi Ambiente e Società per questo ha chiesto un'indagine della
commissione UE sull'operato di EFSA e la senatrice dei Verdi Loredana de Petris ha
ribadito l'importanza di una «ricerca scientifica pubblica e indipendente». Mentre
Legambiente, Coldiretti e CIA chiedono il rispetto del principio di precauzione.

In conclusione, i rappresentanti italiani a Bruxelles non hanno dato parere favorevole


all'introduzione del Mon863 nel mercato comunitario. L'Inghilterra invece ha votato sì.
Nonostante ben tre studi sui quattro commissionati dal governo britannico in questi anni
abbiano bocciato gli OGM, ha vinto la linea Blair, da sempre favorevole agli OGM e ben
disposta verso gli interessi dei giganti agroalimentari americani.

Rapporto segreto su mais ogm Mon 863 Greenpeace 18 Dicembre 2002

Monsanto's GM corn MON863 shows kidney, liver toxicity in animal studies 10 aprile
2007

REFERENDUM POPOLARE SUGLI OGM

Risulta sempre più evidente come la globalizzazione portata avanti da Stati e società
multinazionali favorevoli alla produzione di OGM, del tutto estranea agli interessi dei
cittadini, sia in grado di condizionare con efficacia e tempestività, tramite corruzione,
concussione, controllo dei mass-media, le scelte della Comunità Europea ad ogni livello.

Il risultato è che, nonostante la contrarietà diffusa presso l'opinione pubblica, sono state
introdotte sul territorio coltivazioni di OGM che producono un inquinamento irreversibile,
una volta introdotti nell'ambiente, di tutte le aree agricole. Di questo inquinamento
irreversibile parla anche la Direttiva 2001/18/CE, del Parlamento Europeo e del Consiglio,
del 12 marzo 2001: “gli organismi viventi immessi nell'ambiente in grandi o piccole
quantità per scopi sperimentali o come prodotti commerciali possono riprodursi e
diffondersi oltre le frontiere nazionali, interessando così altri Stati membri; gli effetti di tali
emissioni possono essere irreversibili”.

In concreto, ciò significa che gli Stati, produttori degli OGM, debbono inquinare con gli
OGM stessi tutto il mondo per non restare fuori dai mercati e dai Paesi che rifiutano gli
OGM. Ma ciò significa anche che, inquinato irreversibilmente l'ambiente con gli OGM, il
produttore agricolo sarà per sempre privato del diritto millenario di coltivare vegetali
convenzionali (privi, cioè, di OGM) e, dunque, della libertà di produrli.

Di fronte alla gravità di ciò, e alla impossibilità di fare affidamento sulle istituzioni preposte,
appare quanto mai urgente chiamare in causa l'intera collettività, alla quale, almeno sulla
carta, appartiene la sovranità (di cui all'art. 1 della Costituzione) e il diritto-dovere di
scegliere, in prima persona, cosa coltivare e cosa mangiare per gli anni futuri. Tanto più
che la stessa Direttiva comunitaria sopra indicata, prevede la consultazione del popolo
prima di legalizzare l'introduzione di OGM in agricoltura e nell'ambiente.

Anche il protocollo di Cartagena, entrato nel nostro ordinamento con la legge 15 gennaio
2004, n. 27, impone una rigida valutazione dei rischi connessi all'utilizzazione, alla
manipolazione ed ai movimenti transfrontalieri degli OGM. L'art. 23, comma 2, di tale
legge (n. 27/04) più specificamente prevede che: 2Le Parti, conformemente alle loro
rispettive leggi e regolamenti, consultano il pubblico nel momento dell'adozione di
decisioni relative agli organismi viventi modificati che permettono.

Al punto in cui siamo, l'esito di un referendum consultivo assume valore essenzialmente


politico, che il legislatore, comunitario e nazionale, non potrà in ogni caso ignorare. In
ragione di tutto ciò, prima di stabilire con disposizioni vincolanti l'introduzione e la
coltivazione degli OGM sul territorio nazionale o su parte di esso, con il rischio fondato di
inquinare con gli OGM, irreversibilmente, tutte le aree agricole, si ritiene opportuno
sollecitare il parere dell'intero corpo elettorale, tramite referendum consultivo, ai sensi e
per gli effetti di quanto previsto dagli artt. 9 e 32 della Direttiva 2001/18/CE e dagli artt. 12,
26 e all.VIII, del d.lvo 224 del 2003, e succ. mod., che ha attuato la Direttiva 2001/18/CE in
questione.

Il quesito referendario sarà: "Volete che gli organismi geneticamente modificati, detti
OGM, sotto ogni forma o derivato, siano introdotti nell'ambiente, nell'alimentazione umana
ed animale, coltivati, prodotti, in Italia, sì o no". L'informazione del pubblico sull'argomento,
nei due mesi precedenti la consultazione, dovrà essere fornita dai mezzi radiotelevisivi
pubblici e privati secondo le regole previste per le consultazioni elettorali generali,
provvedendo, in ogni caso, a che gli spazi informativi, riservati ai favorevoli e ai contrari
all'introduzione degli OGM sul territorio, siano ripartiti in forma paritaria.

Leggi popolari su Sovranità Alimentare e Referendum contro gli OGM


07 settembre 2007

Proposta di legge per l'Istituzione del Referendum popolare sugli


Organismi Geneticamente Modificati (OGM)

RISCHI DERIVANTI DALLA MANIPOLAZIONE DI MATERIALE GENETICO

(di John b. Fagan, Ph. D. Presidente, Dipartimento di Chimica Maharishi University of


Management Fairfield)

Il Dr. John Fagan si dedica da oltre 24 anni alle tecniche genetiche all'avanguardia nelle
ricerche sul cancro. Secondo Fagan, l'incapacità dei biologi di controllare e di prevedere
completamente le conseguenze delle alterazioni genetiche sugli organismi per
l'alimentazione è dovuta a tre fattori: la complessità dell'organismo ricevente; la tendenza
delle manipolazioni ricombinate del DNA a indurre mutazioni in punti casuali all'interno del
genoma dell'organismo ricevente; l'ambiguità e la specificità del tipo di cellula
dell'informazione genetica regolatoria.

La complessità biologica porta all'incapacità di controllare o prevedere gli effetti delle


manipolazioni del DNA ricombinato. Le strutture e le funzioni anche del più semplice
microrganismo monocellulare sono talmente complesse, che gli sviluppatori non possono
tenere in conto tutte le componenti del sistema quando considerano l'impatto di una
determinata alterazione genetica. In tali situazioni, le brutte sorprese sono inevitabili, tipo
l'aumento di allergenicità e tossicità.

La seconda fonte di incertezza riguardo agli effetti delle manipolazioni del DNA
ricombinato deriva dall'attuale tecnica, estremamente rozza, del trasferimento dei geni.
L'informazione genetica introdotta nell'organismo può essere definita precisamente in
sequenza, ma è inserita casualmente nel genoma dell'organismo ricevente. Ogni evento
d'inserzione è in realtà un evento mutageno casuale. Praticamente, trasferire dei geni
significa innestare un processo mutageno che può distruggere ognuno dei processi ai
quali partecipano il DNA e l'RNA e i luoghi dove accadranno tali mutazioni saranno
casuali, cioè incontrollabili: non c'è modo di prevedere che gene o processo di regolazione
verrà smembrato come risultato della mutagenesi indotta dal trasferimento. Inattivando o
alterando l'espressione dei geni che codificano gli enzimi, che catalizzano importanti
processi di biosintesi, gli eventi mutageni potrebbero alterare l'allergenicità del cibo o
renderlo tossico, o comunque alterare la qualità nutrizionale di un alimento.
Di fatto, le alterazioni genetiche hanno una definita probabilità di alterare le proprietà
dell'organismo, così che le proprietà del cibo da esso derivato saranno pericolose per la
salute. In molti casi, le procedure utilizzate per modificare gli organismi che producono gli
alimenti inseriscono non soltanto una ma diverse coppie di un gene nel genoma
dell'organismo ricevente; in questo modo, possono verificarsi molteplici eventi casuali
mutageni che aumenteranno fortemente la probabilità di alterare la qualità del cibo.

I rischi relativi alla manipolazione dei genomi degli organismi che producono alimenti, sono
inerenti ai meccanismi attraverso i quali le tecniche del DNA ricombinato provocano
trasformazioni genetiche. Questi rischi non possono essere sminuiti indicando il pomodoro
“FlavrSavr” (il primo ortaggio progettato geneticamente a venire commercializzato dalla
Calgene nel tardo 1991) e dicendo che con esso non vi sono stati problemi e che pertanto
altri prodotti transgenici saranno anch'essi probabilmente sicuri. Ogni organismo
transgenico che produce alimenti sarà sottoposto a differenti eventi di mutazione e
risponderà all'informazione genetica in esso introdotta in modo differente, portando ad una
serie di alterazioni inaspettate. Perciò, non vi sono giustificazioni scientificamente valide
per queste estrapolazioni.

Vi sono molti esempi nella letteratura della biologia molecolare nei quali i geni ricombinati,
caratterizzati in un tipo di cellula, sono espressi a livelli 100 volte o perfino 1.000 volte più
alti in un altro tipo di cellula dello stesso organismo. Tale differenze non possono essere
previste semplicemente conoscendo la sequenza dell'acido nucleico di un gene
ricombinato. Il solo modo per conoscerle è la raccolta di informazioni empiriche,
introducendo effettivamente il gene nel secondo tipo di cellula ed esaminando il risultato.

Se questo è il caso per differenti tipi di cellule all'interno di un singolo organismo, il livello
di imprevedibilità potrà certamente essere pari o maggiore per i trasferimenti nell'incrocio
delle specie del tipo comunemente eseguito dall'ingegneria transgenica in agricoltura: dal
momento che differenti proteine regolatorie sono espresse in differenti tipi di cellule e in
differenti specie, una data sequenza di DNA funzionerà come segnale di regolazione
soltanto in alcuni tipi di cellule e in alcune specie e non in altre. La nostra conoscenza del
“codice di regolazione” è incompleta.

Perciò, non possiamo esaminare la sequenza della molecola di un acido nucleico e


prevedere la sua funzione regolatoria in un dato organismo. Inserire sequenze DNA che
possiedono attività regolatorie impreviste nel genoma di un organismo produttore di cibo
può disgregare ognuno dei processi cellulari ai quali partecipano DNA e RNA, inclusi
riproduzione, trascrizione, traduzione, ricombinazione e trasposizione. La disgregazione
della trascrizione o della traduzione potrebbe alterare il livello o il tempo dell'espressione
di ogni proteina che viene normalmente espressa in un organismo produttore di cibo. Ciò
può alterare l'allergenicità o la tossicità del cibo derivato da questo organismo, e può
anche alterare le sue caratteristiche nutrizionali o altre ancora.

Lo smembramento o l'alterazione dei meccanismi di replicazione, ricombinazione o


trasposizione può, tra le altre cose, alterare la stabilità del genoma dell'organismo
ricettore, portando ad un aumento dei livelli di mutagenesi e di conseguenza ad una serie
di altri problemi. Sono stati identificati un certo numero di meccanismi molecolari
attraverso i quali la manipolazione genetica di organismi produttori di cibo può generare
nuovi allergenici o aumentare l'allergenicità di proteine normalmente presenti negli
organismi produttori. Dato che gli alimenti transgenici che contengono allergenici
manterrebbero in molti casi l'aspetto dei loro simili non-allergenici naturali, essi
comportano un serio rischio per il consumatore. I consumatori non saranno più in grado di
evitare questi alimenti allergenici perché non saranno più in grado di distinguerli dagli
alimenti naturali corrispondenti. L'etichettatura di tutti gli alimenti progettati geneticamente
può, certamente, risolvere questo problema, rendendo possibile alle autorità sanitarie di
rintracciare i problemi allergenici che nasceranno.

Attualmente, le evidenze empiriche che riguardano la creazione degli alimenti allergenici


attraverso una generica progettazione sono scarse, dato che pochi degli alimenti in via di
realizzazione con l'ingegneria genetica sono stati esaminati in modo approfondito.
Comunque, un esempio è già venuto alla luce: la Pioneer Hybrid ha sviluppato un fagiolo
di soia con una composizione bilanciata di aminoacidi collocando in questi fagioli il gene di
una proteina contenuta in una noce brasiliana; quando questa proteina ha dimostrato di
essere allergenica ad una parte significativa della popolazione, la Pioneer Hybrid ha
deciso saggiamente di interrompere la commercializzazione di questo prodotto.

Molte sostanze presenti nei cibi come risultato dell'ingegneria genetica saranno proteine
presenti soltanto in concentrazioni tracciate. Tuttavia, questi componenti aggiunti possono
sostanzialmente alterare sia le caratteristiche nutrizionali che biologiche presenti negli
alimenti. Oltre all'allergenicità, la ricombinazione delle proteine può manifestare una
varietà di altre attività biologiche: ad esempio, enzimi ricombinati possono catalizzare la
produzione di altri composti con attività biologiche normalmente assenti in un particolare
alimento, e tali sostanze possono agire come tossine, irritanti, ormoni mascherati, ecc. a
livello biochimico, cellulare, tissutale o organico per disgregare una vastità di funzioni
fisiologiche.

Un esempio di una classe di alimenti progettati geneticamente di particolare


preoccupazione sono quelli che sono stati modificati per produrre agenti di controllo
biologico, come la famiglia dell'enterotossina insetticida Bt. Ognuna delle tossine Bt è
specifica per certi tipi di insetti. La tossina Btk, che è stata usata localmente nelle fattorie
organiche per molti anni, non ha provocato reazioni tossiche nei consumatori quando
viene utilizzata in questo modo. Comunque, non sarebbe una sorpresa se un complesso
come la tossina Btk, che ha una potente attività biologica in una classe di organismi,
potesse anche avere alcune attività biologiche persino in un ceppo distante come i
vertebrati. Tali attività potrebbero diventare evidenti se la tossina viene consumata in
grandi quantità, come succederebbe nei cibi transgenici derivati da organismi progettati
per esprimere questa tossina essenzialmente ad alti livelli.

L' “eccellente” sicurezza registrata dalla tossina Bt applicata localmente non può dunque
garantire che gli alimenti derivati da piante trattate con l'ingegneria genetica per produrre
la tossina Bt siano del tutto sicuri.

RISCHI DERIVANTI DALLA MANIPOLAZIONE DI MATERIALE GENETICO

(Pubblicato su Ecplanet 17 dicembre 2007)

LINKS

EFSA

Europabio
Liberi da OGM

Dichiarazione di Rio

QualityLowInputFood

http://www.associazionesum.it/

Protocollo di Cartagena

Principio di precauzione

Alliance for Bio-Integrity

Fondazione Diritti Genetici

Network of Concerned Farmers

Legge Referendum OGM - testi

Convenzione sulla Diversità Biologica

ORGANISMI GENETICAMENTE MANIPOLATI

LA GUERRA DEGLI OGM

OGM APOCALYPSE

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