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Via Crucis: la parte di Giuda

intervita a Gianfranco Ravasi a cura di Carlo Brambilla in la Repubblica del 5 aprile 2007 Il pentimento di Giuda. La sua delusione politica. La sua tragedia interiore. Non ancora una riabilitazione ufficiale, ma quasi. Lapostolo traditore, simbolo di tutte le infedelt, di tutte le apostasie, viene riscoperto adesso, nella sua umanit sofferente, non da fiction in cerca di fortuna, come Il Vangelo secondo Giuda di Jeffrey Archer (Mondadori), ma da un biblista raffinato, Gianfranco Ravasi, prefetto della biblioteca Ambrosiana di Milano, chiamato a scrivere i testi delle meditazioni che verranno lette domani sera al Colosseo, nel corso della solenne Via Crucis del Venerd Santo, con Benedetto XVI. Ravasi ha deciso di non seguire questanno le 14 stazioni tradizionali, che hanno al loro interno diverse scene apocrife. Ma di seguire la trama del Vangelo di Luca. Scegliendo cos di dedicare la seconda stazione al tradimento e al pentimento di Giuda. Monsignor Ravasi, il "pentimento di Giuda" sembra indicare una via di assoluzione. Forse una riabilitazione? Nella storia della letteratura e della tradizione la figura di Giuda stata riproposta con infinite variazioni. E lorientamento stato quello di cercare una giustificazione trascendente al suo atto. Egli faceva parte, si dice, di un piano superiore. E questo piano superiore in qualche modo giustifica il suo atto. Questo per dal punto di vista teologico non corretto. Perch bisogna sempre riconoscere la libert delluomo di essere peccatore. Lei descrive il groviglio maligno che si annida nel cuore disperato di Giuda. "Forse illuso e deluso". Cosa turbava liscariota? molto probabile che Giuda abbia tradito per una delusione politica. Lui aveva sognato forse di vedere in Ges un messia di tipo nazionalistico. Poi vede che questuomo scardina le strutture pi allinterno che allesterno. Quello che vuole mutare sono le coscienze degli uomini. Cos lo tradisce, poi si dispera e si suicida. Verrebbe da immaginare Giuda tra le fiamme dellinferno. Questo non possiamo dirlo. Come non potremmo mai dichiararlo di nessuno. Nellassoluto momento di solitudine che listante supremo della morte, quando si tra il tempo e linfinito, resta ancora una possibilit di scegliere. E io vedo nelle ultime ore della sua tragedia interiore, nel gesto delle monete scagliate, il fiorire del pentimento. Un pentimento presente nella tradizione cristiana. Caterina da Genova racconta della visione in cui le appare Cristo. Esprimendo la sua curiosit, domanda a Ges: "Che ne stato di Giuda"? E lui risponde, sorridendo: "Se tu sapessi che cosa io ho fatto per Giuda..." Dimostrando, in qualche modo, che Giuda era stato riassorbito dallamore redentore di Cristo. Questo elemento allinterno della tradizione mistica cristiana. Un filone di pensiero alla base del quale c unimportante componente teologica: nel momento ultimo noi non possiamo mai giudicare quale sia la scelta di una persona. La linea che va nella direzione della riabilitazione di Giuda arriva fino al romanzo di Jeffrey Archer. Un modesto, modestissimo libro, scritto idealmente dal figlio di Giuda. Chi vede in Giuda Iscariota uno strumento di Dio affinch si possa compiere il percorso terreno di Ges, fino alla crocifissione, non pu che considerarlo innocente. Un artefice del messaggio finale della Via Crucis. Questo un terreno delicato. Molte possono essere le interpretazioni, ma bisogna essere rigidi dal punto di vista teorico. La sua azione inserita in una visione religiosa, in un disegno pi alto. Per cui acquista un significato trascendente che non annulla latto in s. Giuda non una marionetta usata da Dio, in modo crudele. Jaques Bossuet, vescovo e grande predicatore del Seicento, diceva: "Dio scrive

dritto nelle righe storte degli uomini". Unimmagine suggestiva che ben rende lidea: sei tu che tracci quella riga storta. Dio per pu far trasformare un atto negativo in un disegno superiore. Torniamo alla Via Crucis. Ci sono altri elementi nuovi, oltre alla riflessione sulla figura di Giuda, che rendono attuale il percorso doloroso di questo Venerd Santo? La Via Crucis sorta con le crociate. Quando tornarono i guerrieri e i pellegrini volevano ricostruire nelle loro citt quello che avevano visto con i loro occhi. I luoghi della Terra Santa. Il Santo Sepolcro. Nel 1750 il frate francescano Leonardo da Porto Maurizio port per la prima volta la Via Crucis allinterno del Colosseo. A rendere ancora attuale questa celebrazione la violenza che dilaga nel mondo. Penso alla tortura, alla pena di morte, alla folla che si diverte e partecipa come a teatro davanti a certe esecuzioni capitali. Ma Cristo, contro ogni regola, introduce la scelta del perdono. Lultimo gesto di Ges sulla croce il perdono del "buon ladrone" che, convertitosi, dice: Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Dopo Giuda, un altro malfattore da riabilitare. Il buon ladrone era in realt un rivoluzionario antiromano. Che per questo era stato condannato a morte. E Ges risponde: "Oggi sarai con me in paradiso". C da un lato la celebrazione della violenza, il rituale di cui siamo attori e testimoni, e dallaltro un progetto completamente antitetico. Il grande fascino della Via Crucis, ancora oggi, sembra quello di parlare del dramma di tutti i drammi: la solitudine estrema delluomo. Nella Via Crucis scorrono tutti i possibili dolori delluomo: la paura della morte, gli amici che scappano, il tradimento, la sofferenza fisica, il carcere, le torture e, soprattutto, il silenzio di Dio ("Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato"). Il figlio di Dio che sente il padre lontano, silenzioso, muto nei suoi cieli dorati. La solitudine totale.

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