Sei sulla pagina 1di 57

IL NUOVO SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI NELLE GESTIONI ASSOCIATE DI FUNZIONI FONDAMENTALI DEI COMUNI

(D.L. 10 ottobre 2012, n. 174 convertito in L. 7 dicembre 2012, n. 213)

- 1-

IL RAPPORTO TRA LE FUNZIONI FONDAMENTALI E LE FUNZIONI PROPRIE DEI COMUNI

La prima definizione delle funzioni fondamentali


Lart. 2, comma 1 , della legge 131/2003 aveva previsto la delega al Governo per lindividuazione delle funzioni <<essenziali per il funzionamento di Comuni, Province e Citt metropolitane nonch per il soddisfacimento di bisogni primari delle comunit di riferimento. >> Lart. 21 della legge 42/2009 aveva poi fornito un primo elenco di funzioni fondamentali, in via transitoria e ai soli fini della determinazione dei fabbisogni standard.

La riforma di agosto 2012


Lart. 19 del D.L. 95/2012 (conv. in L. 135/2012) ha poi integralmente sostituito lart. 14, comma 27 del D.L. 78/2010 (conv. in L. 122/2010), superando la disciplina transitoria fornita dallart. 21 della legge 42/2009. La ridefinizione non finalizzata esclusivamente alla determinazione dei fabbisogni standard ha rappresentato quindi il pieno e stabile esercizio della riserva di competenza statale prevista dallart. 117, secondo comma, lett. P) della Costituzione.

Funzioni fondamentali e funzioni proprie/1


Oltre alla nozione di funzioni fondamentali, lart. 118, comma 2 della Costituzione riconosce la titolarit di funzioni proprie ai Comuni. Le funzioni proprie sono quelle che identificano il Comune come ente esponenziale della collettivit rappresentata, e vanno intese come le funzioni storicamente esercitate per effetto di delega, attribuzione e conferimento antecedenti alla riforma del Titolo V.

Funzioni fondamentali e funzioni proprie/2


Fra queste, ci sono le funzioni esercitate per effetto di legislazione statale (es. il TUEL) o per effetto di legislazione regionale concorrente ed esclusiva. Linserimento delle funzioni ante Bassanini nel novero delle funzioni proprie comunali comporta lespansione del titolo legittimante dal mero esercizio della funzione alla sua piena titolarit. Leffetto sostanziale della espansione del titolo di legittimazione si produce nellarea della potest regolamentare, che viene riconosciuta anche per questa tipologia di funzione.

Verso lequivalenza semantica delle funzioni fondamentali e delle funzioni proprie


Nonostante il dibattito in dottrina, tuttora perdurante, le funzioni fondamentali descritte dal D.L. 95/2012 vanno intese in senso espansivo. Non sono pi solo quelle destinate al soddisfacimento dei bisogni primari delle collettivit ammininistrate, ma ricomprendono anche le funzioni proprie, cio quelle storicamente esercitate (come lorganizzazione dei servizi pubblici locali) o quelle che il legislatore statale intendeva da tempo stabilizzare nella competenza comunale (come il catasto) E un elenco ampio e quasi omnicomprensivo delle funzioni di cui gi oggi ogni comune si occupa.

- 2-

LE FUNZIONI FONDAMENTALI SECONDO LA SPENDING REVIEW E LA LORO INTERPRETAZIONE

Il nuovo elenco di funzioni fondamentali


organizzazione generale dell'amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo; organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale; catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente; la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonch la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovracomunale; attivit, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi;

Il nuovo elenco di funzioni fondamentali


l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi; progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini, secondo quanto previsto dall'articolo 118, quarto comma, della Costituzione; edilizia scolastica, per la parte non attribuita alla competenza delle province, organizzazione e gestione dei servizi scolastici; polizia municipale e polizia amministrativa locale;

Il problema ermeneutico/1
Secondo la legge 42/2009, le funzioni fondamentali (e i relativi servizi) che venivano individuate in via provvisoria, corrispondevano alle funzioni individuate e quantificate dalle corrispondenti voci di spesa, sulla base dellarticolazione in funzioni e relativi servizi prevista dal regolamento sui modelli contabili degli enti locali di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 gennaio 1996, n. 194.

Il problema ermeneutico/2
Lobbligo di ricorrere a un preciso criterio ermeneutico per la classificazione delle spese collegate alle funzioni fondamentali venuto meno nella ridefinizione operata dal D.L. 95/2012, ma tuttora consentito in assenza di altri e diversi criteri interpretativi. La facolt di utilizzare la tassonomia di bilancio amplia la sfera di intervento del regolamento comunale, permettendo a una fonte secondaria di interpretare in modo relativamente elastico una nozione riservata alla potest legislativa statale, come quella di funzione fondamentale.

-3-

IL RAFFRONTO CON LE FUNZIONI FONDAMENTALI PER LA LEGGE 42/2009 E CON LE FUNZIONI DEL BILANCIO COMUNALE

FUNZIONI FONDAMENTALI PER LA LEGGE 42/2009

FUNZIONI FONDAMENTALI PER IL D.L. 95/2012

FUNZIONI CLASSIFICATE NEL BILANCIO COMUNALE

a)

funzioni generali di a) organizzazione generale amministrazione, di dell'amministrazione, gestione e di controllo gestione finanziaria e contabile e controllo;

Funzione 1 - Funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo

d) funzioni nel campo della viabilit e dei trasporti

b) organizzazione dei servizi Funzione 8 - Funzioni nel pubblici di interesse campo della Viabilit e generale di ambito dei Trasporti comunale, ivi compresi i servizi di trasporto pubblico comunale

14

FUNZIONI FONDAMENTALI PER LA LEGGE 42/2009

FUNZIONI FONDAMENTALI PER IL D.L. 95/2012

FUNZIONI CLASSIFICATE NEL BILANCIO COMUNALE

e) funzioni riguardanti la gestione del territorio e dellambiente, fatta eccezione per il servizio di edilizia residenziale pubblica e locale e piani di edilizia nonch per il servizio idrico integrato

c)

catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente d) la pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale nonch la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovracomunale e) attivit, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi f) l'organizzazione e la gestione dei servizi di raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi tributi

Funzione 9 - Funzioni riguardanti la gestione del Territorio e dell'Ambiente

15

FUNZIONI FONDAMENTALI PER LA LEGGE 42/2009

FUNZIONI FONDAMENTALI PER IL D.L. 95/2012

FUNZIONI CLASSIFICATE NEL BILANCIO COMUNALE

f) funzioni del settore sociale.

g) progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini

Funzione 10 - Funzioni nel settore Sociale

c) funzioni di istruzione pubblica, ivi compresi i servizi per gli asili nido e quelli di assistenza scolastica e refezione, nonch ledilizia scolastica

h) edilizia scolastica per la parte non attribuita alla competenza delle province, organizzazione e gestione dei servizi scolastici

Funzione 4 - Funzioni di Istruzione pubblica

16

FUNZIONI FONDAMENTALI PER LA LEGGE 42/2009

FUNZIONI FONDAMENTALI PER IL D.L. 95/2012

FUNZIONI CLASSIFICATE NEL BILANCIO COMUNALE

b) funzioni di polizia locale

i) polizia municipale e polizia amministrativa locale

Funzione 2 - Funzioni relative alla Giustizia Funzione 3 - Funzioni di Polizia locale (v. Funzione 1)

l) tenuta dei registri di stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici nonch in materia di servizi elettorali e statistici, nell'esercizio delle funzioni di competenza statale (N.B. questa funzione non soggetta allobbligo di esercizio in forma associata)

17

- 4-

LA FUNZIONE FONDAMENTALE ORGANIZZAZIONE GENERALE DELL'AMMINISTRAZIONE, GESTIONE FINANZIARIA E CONTABILE E CONTROLLO E LA SUA ARTICOLAZIONE IN SERVIZI/ATTIVITA

I servizi della funzione 01 (d.P.R. 194/1996)


01) FUNZIONI GENERALI DI AMMINISTRAZIONE, DI GESTIONE E DI CONTROLLO, LA CUI ARTICOLAZIONE IN SERVIZI LA SEGUENTE: 01) ORGANI ISTITUZIONALI, PARTECIPAZIONE E DECENTRAMENTO 02) SEGRETERIA GENERALE, PERSONALE E ORGANIZZAZIONE 03) GESTIONE ECONOMICA, FINANZIARIA, PROGRAMMAZIONE PROVVEDITORATO E CONTROLLO DI GESTIONE 04) GESTIONE DELLE ENTRATE TRIBUTARIE E SERVIZI FISCALI 05) GESTIONE DEI BENI DEMANIALI E PATRIMONIALI 06) UFFICIO TECNICO 07) ANAGRAFE, STATO CIVILE, ELETTORALE, LEVA E SERVIZIO STATISTICO 08) ALTRI SERVIZI GENERALI

Il rapporto tra i servizi della funzione 01 e lobbligo di gestione associata


Data lequivalenza interpretativa fra la nuova funzione fondamentale e la funzione 01 del bilancio, necessario considerare che, per i comuni soggetti agli obblighi di gestione associata, tutte le spese imputate su detta funzione devono riportare, alternativamente:
A una gestione convenzionale A una unione di comuni

-5-

I SERVIZI 01-02-03: ATTIVITA ISTITUZIONALI, SEGRETERIA, GESTIONE ECONOMICOFINANZIARIA E CONTROLLI INTERNI

Lattivit di rendicontazione di inizio e di fine mandato: caratteristiche


Uno dei servizi pi nuovi e rilevanti della funzione 01 supportare la rendicontazione di inizio e di fine mandato degli Organi di Governo. Gli artt. 4 e 4-bis del D. Lgs. 6 settembre 2011, n. 149, come modificati dal D.L. 174/2012 hanno codificato la relazione di inizio mandato e la relazione di fine mandato come strumenti standard di accountability degli enti locali, superando le episodiche esperienze di bilancio di fine mandato realizzate dal 2005 in poi.

Lattivit di rendicontazione di inizio e di fine mandato: caratteristiche


Secondo la COPAFF (http://federalismo.sspa.it/?p=2117): La relazione una dichiarazione certificata dei saldi prodotti e delle iniziative intraprese, deliberata prima delle elezioni amministrative, attraverso la quale i cittadini vengono informati sulle reali ed effettive condizioni finanziarie dellente La relazione si configura come strumento che garantisce la massima responsabilizzazione, leffettivit e la trasparenza del controllo democratico nei confronti degli eletti.

Lattivit di rendicontazione di inizio e di fine mandato: effetti sulle gestioni associate


La responsabilit tecnica della relazione in capo al Segretario Comunale/Provinciale o al Responsabile del Servizio Finanziario, secondo lorganizzazione interna al Comune. Afferendo alla funzione 01, quindi anchessa unattivit esercitabile/da esercitare in forma associata. Lesercizio in forma associata dellattivit di rendicontazione pu offrire la visione cd. corporate degli effetti delle politiche pubbliche sul territorio.

Adempimenti collegati alla relazione di fine mandato


Deve essere redatta, approvata dal Consiglio e sottoscritta entro 90 gg prima della scadenza della consiliatura Entro i successivi 10 gg deve risultare certificata dall'organo di revisione dell'ente locale e, nello stesso termine, trasmessa al Tavolo tecnico interistituzionale (se verr istituito) e alla Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti (art. 3bis, introdotto dal D.L. 174/2012) Il rapporto del Tavolo tecnico interistituzionale e la relazione di fine mandato sono pubblicati sul sito istituzionale della provincia o del comune entro il giorno successivo alla data di ricevimento del rapporto Entrambi i documenti sono inoltre trasmessi dal presidente della provincia o dal sindaco alla Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica.

Contenuti della relazione di fine mandato/1


La relazione deve contenere la descrizione dettagliata delle principali attivita' normative e amministrative svolte durante il mandato, con specifico riferimento a:

a) sistema ed esiti dei controlli interni; b) eventuali rilievi della Corte dei conti; c) azioni intraprese per il rispetto dei saldi di finanza pubblica programmati e stato del percorso di convergenza verso i fabbisogni standard;

Contenuti della relazione di fine mandato/2


d) situazione finanziaria e patrimoniale, anche evidenziando le carenze riscontrate nella gestione degli enti controllati dal comune o dalla provincia ai sensi dei numeri 1 e 2 del comma primo dell'articolo 2359 del codice civile, ed indicando azioni intraprese per porvi rimedio; e) azioni intraprese per contenere la spesa e stato del percorso di convergenza ai fabbisogni standard, affiancato da indicatori quantitativi e qualitativi relativi agli output dei servizi resi, anche utilizzando come parametro di riferimento realta' rappresentative dell'offerta di prestazioni con il miglior rapporto qualita-costi; f) quantificazione della misura dell'indebitamento provinciale o comunale.

Sanzioni per il mancato adempimento


Art. 4 comma 6 del D.lgs. 149/2011 come modif. dallart. 1-bis del D.L. 174/2012. In caso di mancato adempimento dell'obbligo di redazione e di pubblicazione, nel sito istituzionale dell'ente, della relazione di fine mandato, al sindaco e, qualora non abbia predisposto la relazione, al responsabile del servizio finanziario del comune o al segretario generale e' ridotto della meta', con riferimento alle tre successive mensilita', rispettivamente, l'importo dell'indennita' di mandato e degli emolumenti. Il sindaco e', inoltre, tenuto a dare notizia della mancata pubblicazione della relazione, motivandone le ragioni, nella pagina principale del sito istituzionale dell'ente"

La generalizzata disapplicazione dellobbligo


Sono tantissimi i sindaci uscenti, tra quelli a capo dei 719 Comuni che andranno al voto il prossimo 26/27 maggio, ad essersi (auto)esentati dal dovere politico-amministrativo di redigere la relazione di fine mandato. L'adempimento stato del tutto trascurato in occasione delle elezioni comunali/provinciali del maggio 2012 a causa della mancata adozione dello schema ministeriale, ma anche perch, a suo tempo, non era costituito il previsto Tavolo tecnico interistituzionale (articolo 4, comma 2, Dlgs 149/2011). Un organismo della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica chiamato a conoscere del contenuto della relazione certificata dall'organo di revisione del relativo ente locale. L'handicap stato superato dalla modifica introdotta dalla legge 213/2013 che ne ha previsto, in ogni modo, l'assolvimento.
(Il Sole 24 Ore del 20 maggio 2013)

Gli effetti sul ciclo di programmazione e controllo


Le nuove norme sulla premialit e sanzioni introdotte dal D.L. 174/2012 e le attivit a supporto della rendicontazione di inizio/fine mandato sono comunque destinate a modificare lorganizzazione del ciclo di programmazione e controllo e a influenzare i suoi principali strumenti :
Relazione Previsionale e Programmatica Piano Esecutivo di Gestione Controllo di regolarit amministrativo/contabile Controllo di gestione Verifica degli equilibri finanziari Controllo strategico

-6-

LE FORME DEL CONTROLLO INTERNO SECONDO IL D.L. 174/2012.

Lattivit di controllo interno


Lattivit di controllo interno incardinata nella funzione 01 e interferisce con i servizi:
02) SEGRETERIA GENERALE, PERSONALE E ORGANIZZAZIONE 03) GESTIONE ECONOMICA, FINANZIARIA, PROGRAMMAZIONE PROVVEDITORATO E CONTROLLO DI GESTIONE 04) GESTIONE DELLE ENTRATE TRIBUTARIE E SERVIZI FISCALI 05) GESTIONE DEI BENI DEMANIALI E PATRIMONIALI

Per detta attivit si deve porre quindi il problema di come organizzarla in gestione associata, qualora il Comune sia interessato dai relativi obblighi e scadenze

Classificazione e finalit dei controlli interni


Il nuovo art. 147 TUEL: Tipologia dei controlli interni. 1. Gli enti locali, nell'ambito della loro autonomia normativa e organizzativa, individuano strumenti e metodologie per garantire, attraverso il controllo di regolarita' amministrativa e contabile, la legittimita', la regolarita' e la correttezza dell'azione amministrativa. 2. Il sistema di controllo interno e' diretto a: a) verificare, attraverso il controllo di gestione, l'efficacia, l'efficienza e l'economicita' dell'azione amministrativa, al fine di ottimizzare, anche mediante tempestivi interventi correttivi, il rapporto tra obiettivi e azioni realizzate, nonche' tra risorse impiegate e risultati; b) valutare l'adeguatezza delle scelte compiute in sede di attuazione dei piani, dei programmi e degli altri strumenti di determinazione dell'indirizzo politico, in termini di congruenza tra i risultati conseguiti e gli obiettivi predefiniti;

La classificazione dei controlli interni


Segue art. 147 TUEL: Tipologia dei controlli interni.
c) garantire il costante controllo degli equilibri finanziari della gestione di competenza, della gestione dei residui e della gestione di cassa, anche ai fini della realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica determinati dal patto di stabilita' interno, mediante l'attivita' di coordinamento e di vigilanza da parte del responsabile del servizio finanziario, nonche' l'attivita' di controllo da parte dei responsabili dei servizi; d) verificare, attraverso l'affidamento e il controllo dello stato di attuazione di indirizzi e obiettivi gestionali, anche in riferimento all'articolo 170, comma 6, la redazione del bilancio consolidato, l'efficacia, l'efficienza e l'economicita' degli organismi gestionali esterni dell'ente; e) garantire il controllo della qualita' dei servizi erogati, sia direttamente, sia mediante organismi gestionali esterni, con l'impiego di metodologie dirette a misurare la soddisfazione degli utenti esterni e interni dell'ente.

La tempistica di attuazione dei controlli interni


Segue art. 147 TUEL: Tipologia dei controlli interni.
3. Le lettere d) ed e) del comma 2 si applicano solo agli enti locali con popolazione superiore a 100.000 abitanti in fase di prima applicazione, a 50.000 abitanti per il 2014 e a 15.000 abitanti a decorrere dal 2015. 4. Nell'ambito della loro autonomia normativa e organizzativa, gli enti locali disciplinano il sistema dei controlli interni secondo il principio della distinzione tra funzioni di indirizzo e compiti di gestione, anche in deroga agli altri principi di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, e successive modificazioni. Partecipano all'organizzazione del sistema dei controlli interni il segretario dell'ente, il direttore generale, laddove previsto, i responsabili dei servizi e le unita' di controllo, laddove istituite. 5. Per l'effettuazione dei controlli di cui al comma 1, piu' enti locali possono istituire uffici unici, mediante una convenzione che ne regoli le modalita' di costituzione e di funzionamento.

Focus sulla responsabilit gestionale dei controlli interni


Art. 147, comma 4, secondo periodo: Partecipano all'organizzazione del sistema dei controlli interni il segretario dell'ente, il direttore generale, laddove previsto, i responsabili dei servizi e le unita' di controllo, laddove istituite. Nelle gestioni associate mediante convenzione, la condivisione delle responsabilit richiede la costituzione di un ufficio comune (quindi non ammessa la delega di funzioni). Nelle gestioni associate mediante Unione, deve essere previsto un ufficio di coordinamento fra i responsabili dei servizi associati.

-7-

IL PARERE DI REGOLARITA AMMINISTRATIVO-CONTABILE SUGLI ATTI DEGLI ORGANI DI INDIRIZZO POLITICO

Il parere di regolarit amministrativo-contabile


Il nuovo art. 49 del TUEL - Pareri dei responsabili dei servizi
1. Su ogni proposta di deliberazione sottoposta alla Giunta e al Consiglio

che non sia mero atto di indirizzo deve essere richiesto il parere, in ordine alla sola regolarita' tecnica, del responsabile del servizio interessato e, qualora comporti riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio dell'ente, del responsabile di ragioneria in ordine alla regolarita' contabile. I pareri sono inseriti nella deliberazione. 2 2. Nel caso in cui l'ente non abbia i responsabili dei servizi, il parere e' espresso dal segretario dell'ente, in relazione alle sue competenze. 3. I soggetti di cui al comma 1 rispondono in via amministrativa e contabile dei pareri espressi. 4. Ove la Giunta o il Consiglio non intendano conformarsi ai pareri di cui al presente articolo, devono darne adeguata motivazione nel testo della deliberazione.

Qual il responsabile del servizio interessato?/1


Lespressione responsabile del servizio interessato rimanda alla disponibilit della spesa relativa al provvedimento, come essa viene individuata nel Piano Esecutivo di Gestione del Comune o del soggetto responsabile della gestione associata. Nel caso di gestione associata mediante Unione, il parere deve essere reso dal soggetto individuato dal relativo Regolamento sullOrdinamento degli Uffici e dei Servizi dellUnione. In ogni caso si determina uno spostamento della competenza sullattivit di controllo preventivo.

Qual il responsabile del servizio interessato?/2


La gestione in forma associata comporta quindi un dovere di collaborazione della forma associativa allattivit di controllo di ogni singolo Comune aderente. Questo dovere deve essere tradotto in una procedura di lavoro codificata fra i due Enti, nellambito della convenzione o di un Regolamento unionale, che determina la disapplicazione in parte qua del Regolamento comunale.

-8-

IL CONTROLLO PREVENTIVO E SUCCESSIVO SUGLI ATTI GESTIONALI

Il controllo preventivo e successivo sugli atti gestionali/1


LArt. 147-bis. Del TUEL Controllo di regolarita' amministrativa e contabile 1. Il controllo di regolarita' amministrativa e contabile e' assicurato, nella fase preventiva della formazione dell'atto, da ogni responsabile di servizio ed e' esercitato attraverso il rilascio del parere di regolarita' tecnica attestante la regolarita' e la correttezza dell'azione amministrativa. Il controllo contabile e' effettuato dal responsabile del servizio finanziario ed e' esercitato attraverso il rilascio del parere di regolarita' contabile e del visto attestante la copertura finanziaria.

Il controllo preventivo e successivo sugli atti gestionali/2


Segue Art. 147-bis. del TUEL Controllo di regolarita' amministrativa e contabile 2. Il controllo di regolarita' amministrativa e' inoltre assicurato, nella fase successiva, secondo principi generali di revisione aziendale e modalita' definite nell'ambito dell'autonomia organizzativa dell'ente, sotto la direzione del segretario, in base alla normativa vigente. Sono soggette al controllo le determinazioni di impegno di spesa, i contratti e gli altri atti amministrativi, scelti secondo una selezione casuale effettuata con motivate tecniche di campionamento. 3. Le risultanze del controllo di cui al comma 2 sono trasmesse periodicamente, a cura del segretario, ai responsabili dei servizi,((unitamente alle direttive cui conformarsi in caso di riscontrate irregolarita', nonche')) ai revisori dei conti e agli organi di valutazione dei risultati dei dipendenti, come documenti utili per la valutazione, e al consiglio comunale.

-9-

IL CONTROLLO STRATEGICO

Finalit del controllo strategico


Art. 147-ter del TUEL - (Controllo strategico). 1. Per verificare lo stato di attuazione dei programmi secondo le linee approvate dal Consiglio, l'ente locale con popolazione superiore a 100.000 abitanti in fase di prima applicazione, a 50.000 abitanti per il 2014 e a 15.000 abitanti a decorrere dal 2015 definisce, secondo la propria autonomia organizzativa, metodologie di controllo strategico finalizzate alla rilevazione dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi predefiniti, degli aspetti economico-finanziari connessi ai risultati ottenuti, dei tempi di realizzazione rispetto alle previsioni, delle procedure operative attuate confrontate con i progetti elaborati, della qualita' dei servizi erogati e del grado di soddisfazione della domanda espressa, degli aspetti socio-economici. L'ente locale () puo' esercitare in forma associata la funzione di controllo strategico.

Responsabilit del controllo strategico


Segue art. 147-ter del TUEL - (Controllo strategico). 2. L'unita' preposta al controllo strategico, che e' posta sotto la direzione del direttore generale, laddove previsto, o del segretario comunale negli enti in cui non e' prevista la figura del direttore generale, elabora rapporti periodici, da sottoporre all'organo esecutivo e al consiglio per la successiva predisposizione di deliberazioni consiliari di ricognizione dei programmi. Nelle gestioni associate mediante convenzione lattivit del controllo strategico deve seguire lorganizzazione delle convenzioni di segreteria generale. Nelle gestioni associate mediante Unione, deve essere istituito un tavolo di coordinamento tra il Segretario dellUnione e i Segretari dei Comuni

Strumenti e fasi del controllo strategico/1


Strumenti: La definizione dei programmi strategici effettuata annualmente dalla Giunta, sulla base della Relazione Previsionale e Programmatica e del Ciclo di Gestione della Performance. La Giunta identifica i principali risultati da realizzare eventualmente indicando progetti speciali e scadenze intermedie. La Giunta definisce altres i meccanismi e gli strumenti di monitoraggio e valutazione dellattuazione degli obiettivi strategici che saranno validati dal Nucleo di Valutazione/O.I.V. Il Segretario Generale, avvalendosi dei Responsabili dei Servizi forniscono alla Giunta elementi per lelaborazione dei programmi strategici da attuare.

Strumenti e fasi del controllo strategico/2


Fasi privilegiate di controllo strategico: lapprovazione del rendiconto della gestione; la verifica annuale dellattuazione delle linee programmatiche, presentate al Consiglio dal Presidente, in occasione della ricognizione degli equilibri di bilancio. rapporti sintetici semestrali sui risultati del controllo, sullo stato di attuazione dei progetti e sullutilizzo delle risorse. A seguito dellesame dei rapporti semestrali sul controllo strategico, nelle delibere Consiliari di ricognizione dei Programmi, possono essere formulate indicazioni per una pi puntuale rispondenza tra indirizzo politico ed azione amministrativa.

Effetti del controllo strategico sulla pianificazione di mandato


Il controllo strategico fornisce indicatori di outcome (efficacia delle politiche pubbliche sullambiente di riferimento. Pu verificare ladeguatezza delle scelte contenute nella pianificazione ordinaria (RPP) e provocare azioni correttive Si affianca allordinario controllo di gestione per trarre gli indicatori di lungo corso dellazione amministrativa

- 10 -

GLI ALTRI CONTROLLI INTERNI: SISTEMA DELLE PARTECIPAZIONI, VERIFICA DEGLI EQUILIBRI DI BILANCIO, QUALITA DEI SERVIZI

Controlli sul sistema delle partecipazioni


Art.147-quater (Controlli sulle societa' partecipate non quotate). 1. L'ente locale definisce, secondo la propria autonomia organizzativa, un sistema di controlli sulle societa' non quotate, partecipate dallo stesso ente locale. Tali controlli sono esercitati dalle strutture proprie dell'ente locale, che ne sono responsabili. 2. Per l'attuazione di quanto previsto al comma 1 del presente articolo, l'amministrazione definisce preventivamente, in riferimento all'articolo 170, comma 6, gli obiettivi gestionali a cui deve tendere la societa' partecipata, secondo parametri qualitativi e quantitativi, e organizza un idoneo sistema informativo finalizzato a rilevare i rapporti finanziari tra l'ente proprietario e la societa', la situazione contabile, gestionale e organizzativa della societa', i contratti di servizio, la qualita' dei servizi, il rispetto delle norme di legge sui vincoli di finanza pubblica.

Controlli sul sistema delle partecipazioni


Segue Art.147-quater (Controlli sulle societa' partecipate non quotate). 3. Sulla base delle informazioni di cui al comma 2, l'ente locale effettua il monitoraggio periodico sull'andamento delle societa' non quotate partecipate, analizza gli scostamenti rispetto agli obiettivi assegnati e individua le opportune azioni correttive, anche in riferimento a possibili squilibri economico-finanziari rilevanti per il bilancio dell'ente. 4. I risultati complessivi della gestione dell'ente locale e delle aziende non quotate partecipate sono rilevati mediante bilancio consolidato, secondo la competenza economica. 5. Le disposizioni del presente articolo si applicano agli enti locali con popolazione superiore a 100.000 abitanti in fase di prima applicazione, a 50.000 abitanti per il 2014 e a 15.000 abitanti a decorrere dal 2015. Le disposizioni del presente articolo non si applicano alle societa' quotate e a quelle da esse controllate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile. A tal fine, per societa' quotate partecipate dagli enti di cui al presente articolo si intendono le societa' emittenti strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati.

Tipologie di controllo esercitate sul sistema delle partecipazioni


Le tipologie di controllo applicate sono: Il controllo analogo Il controllo giuridico- contabile Il controllo sulla qualit dei servizi erogati. Il controllo si esercita sugli affidamenti dei servizi pubblici locali e dei servizi strumentali a societ partecipate dai comuni e gli organi gestionali delle predette societ, stabilendo obblighi di rendiconto periodico (es. semestrale)

Report sullo stato di attuazione degli obiettivi programmati Elenco aggregato degli acquisti di beni, servizi e lavori, indicando le modalit di individuazione dei fornitori e degli esecutori di lavori Assunzioni e principali atti di gestione del personale Atti di alienazione del patrimonio
Il titolare dellattivit di controllo trasmette rapporti informativi semestrali al Segretario Generale sui risultati delle operazioni di controllo eseguite. I report analizzano gli eventuali scostamenti ed individuano le opportune azioni correttive, anche al fine del rispetto da parte delle societ partecipate delle norme di legge sui vincoli di finanza pubblica.

Responsabilit e disciplina del controllo sugli equilibri finanziari


Art. 147-quinquies. - (Controllo sugli equilibri finanziari). 1. Il controllo sugli equilibri finanziari e' svolto sotto la direzione e il coordinamento del responsabile del servizio finanziario e mediante la vigilanza dell'organo di revisione, prevedendo il coinvolgimento attivo degli organi di governo, del direttore generale, ove previsto, del segretario e dei responsabili dei servizi, secondo le rispettive responsabilita'. 2. Il controllo sugli equilibri finanziari e' disciplinato nel regolamento di contabilita' dell'ente ed e' svolto nel rispetto delle disposizioni dell'ordinamento finanziario e contabile degli enti locali, e delle norme che regolano il concorso degli enti locali alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica, nonche' delle norme di attuazione dell'articolo 81 della Costituzione. 3. Il controllo sugli equilibri finanziari implica anche la valutazione degli effetti che si determinano per il bilancio finanziario dell'ente in relazione all'andamento economico-finanziario degli organismi gestionali esterni.";

La convergenza degli strumenti di pianificazione e controllo ordinario


Art. 169, comma 3-bis. TUEL; Il piano esecutivo di gestione e' deliberato in coerenza con il bilancio di previsione e con la relazione previsionale e programmatica. Al fine di semplificare i processi di pianificazione gestionale dell'ente, il piano dettagliato degli obiettivi di cui all'articolo 108, comma 1, del presente testo unico e il piano della performance di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, sono unificati organicamente nel piano esecutivo di gestione.

Il controllo di qualit
Il controllo di qualit dei servizi erogati deve essere organizzato con risorse interne ed svolto direttamente. Ai fini della certificazione di qualit secondo lo standard UNI EN ISO 9001:2008, lente si deve avvalere di un organismo certificatore esterno. Il controllo di qualit dei servizi erogati dallEnte realizzato sulla base del piano esecutivo di gestione, attraverso la misurazione degli indicatori della qualit dei servizi presenti nel piano dettagliato degli obiettivi e nel piano della performance (oggi unificati nel PEG). Ai sensi dellart. 11 del D.Lgs. 286/99 gli indicatori della qualit dei servizi sono individuati sia come standard quantitativi di qualit del servizio specifico, sia attraverso lapplicazione degli strumenti finalizzati alla misurazione della soddisfazione (qualit percepita) degli utenti interni ed esterni. A tal fine il Comune ( lUnione per i servizi associati) pu predisporre delle carte di servizi riferite alle funzioni esercitate per lutenza esterna; Il controllo di qualit dei servizi attivato anche in attuazione del D.Lgs. 150/09, con particolare riferimento allart. 5 c. 2 lettera c). Il controllo di qualit sempre attivato se l'ente utilizza risorse variabili dei fondi per lincentivazione della produttivit di cui all' art. 17 CCNL 1.4.99.

Grazie per la cortese attenzione


Marco Orlando marco.orlando@provincia.torino.it Cuorgn, 13 giugno 2013 Pinerolo, 26 giugno 2013

Potrebbero piacerti anche