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Assemblea CSA Comune di Grugliasco 24 ottobre 2013

La Citt Metropolitana Torinese nel disegno di legge Delrio


Marco Orlando marco.orlando70@yahoo.it

Di cosa parleremo Area e citt metropolitana come fenomeni territoriali: le precedenti delimitazioni La citt metropolitana come fenomeno giuridico: i modelli legislativi nel tempo Il disegno di legge Delrio (A.C. 1542) I problemi applicativi della riforma

Le delimitazioni dellarea metropolitana in Piemonte dal 1972 al 2012

Delimitazioni dellA.M. /1
Risale al DPGR 719/72 la prima delimitazione dell'area metropolitana secondo la Regione Piemonte, composta da 54 comuni. Con il successivo DCR 978/3905 del 1995, stata indicato un nuovo perimetro composto da 33 comuni

Delimitazioni dellA.M. /2
Adottato nel 1999 dalla Provincia di Torino (e in seconda edizione nel 2010), Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale individua un ambito di riferimento dell'area metropolitana comprendente Torino e 16 comuni limitrofi.

Delimitazioni dellA.M. /3
Attiva fra il 2000 e il 2004, formata da 38 Comuni, la Conferenza Metropolitana Torinese intendeva divenire una sede stabile di confronto tra le amministrazioni locali, per mettere in comune i problemi e ricercare soluzioni congiunte.

Delimitazioni dellA.M. /4

Un Tavolo Metropolitano formato da 17 comuni e istituito dai sindaci a inizio 2008 e ancora attivo, intende affrontare i temi del governo locale che hanno una rilevanza intercomunale.

I modelli legali di area e citt metropolitana dal 1990 al 2012

Il modello legale di area metropolitana nel Testo Unico Enti Locali


Art. 22. Aree metropolitane. 1. Sono considerate aree metropolitane le zone comprendenti i comuni di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli e gli altri comuni i cui insediamenti abbiano con essi rapporti di stretta integrazione territoriale e in ordine alle attivit economiche, ai servizi essenziali alla vita sociale, nonch alle relazioni culturali e alle caratteristiche territoriali. 2. Su conforme proposta degli enti locali interessati la Regione procede entro centottanta giorni dalla proposta stessa alla delimitazione territoriale dell'area metropolitana. Qualora la Regione non provveda entro il termine indicato, il Governo, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, invita la Regione a provvedere entro un ulteriore termine, scaduto il quale procede alla delimitazione dell'area metropolitana. 3. Restano ferme le citt metropolitane e le aree metropolitane definite dalle regioni a statuto speciale.

I modelli legali di citt metropolitana nel Testo Unico Enti Locali/1


Art. 23. Citt metropolitane. 1. Nelle aree metropolitane di cui all'articolo 22, il comune capoluogo e gli altri comuni ad esso uniti da contiguit territoriale e da rapporti di stretta integrazione in ordine all'attivit economica, ai servizi essenziali, ai caratteri ambientali, alle relazioni sociali e culturali possono costituirsi in citt metropolitane ad ordinamento differenziato. 2. A tale fine, su iniziativa degli enti locali interessati, il sindaco del comune capoluogo e il presidente della provincia convocano l'assemblea dei rappresentanti degli enti locali interessati. L'assemblea, su conforme deliberazione dei consigli comunali, adotta una proposta di statuto della citt metropolitana, che ne indichi il territorio, l'organizzazione, l'articolazione interna e le funzioni. 3. La proposta di istituzione della citt metropolitana sottoposta a referendum a cura di ciascun comune partecipante, entro centottanta giorni dalla sua approvazione. Se la proposta riceve il voto favorevole della maggioranza degli aventi diritto al voto espressa nella met pi uno dei comuni partecipanti, essa presentata dalla Regione entro i successivi novanta giorni ad una delle due Camere per l'approvazione con legge.

I modelli legali di citt metropolitana nel Testo Unico Enti Locali/2


4. All'elezione degli organi della citt metropolitana si procede nel primo turno utile ai sensi delle leggi vigenti in materia di elezioni degli enti locali. 5. La citt metropolitana, comunque denominata, acquisisce le funzioni della provincia; attua il decentramento previsto dallo statuto, salvaguardando l'identit delle originarie collettivit locali. 6. Quando la citt metropolitana non coincide con il territorio di una provincia, si procede alla nuova delimitazione delle circoscrizioni provinciali o all'istituzione di nuove province, anche in deroga alle previsioni di cui all'articolo 21, considerando l'area della citt come territorio di una nuova provincia. Le regioni a statuto speciale possono adeguare il proprio ordinamento ai princpi contenuti nel presente comma. 7. Le disposizioni del comma 6 possono essere applicate anche in materia di riordino, ad opera dello Stato, delle circoscrizioni provinciali nelle regioni a statuto speciale nelle quali siano istituite le aree metropolitane previste dalla legislazione regionale

Caratteristiche della citt metropolitana nel TUEL


Ente locale eventuale/volontario a ordinamento differenziato rispetto agli altri enti locali Alternative possibili: la sola delimitazione dellA.M., la costituzione di ambiti sovralocali di cooperazione o la costituzione della C.M. per determinate materie Necessarie la contiguit territoriale tra i comuni e il rapporto di stretta integrazione territoriale e in ordine alle attivit economiche, ai servizi essenziali alla vita sociale, nonch alle relazioni culturali e alle caratteristiche territoriali I confini dellA.M. possono dunque non coincidere con quelli della C.M. Il rapporto tra Provincia e C.M. di ritaglio territoriale e funzionale (acquisisce le funzioni nel territorio) ma non prevede ulteriori funzioni alla C.M.

La citt metropolitana per la legge costituzionale n. 3/2001


Equiparazione agli altri enti locali Ente giuridicamente necessitato Competenza legislativa esclusiva statale in ordine alla sua legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali Sottrazione allautonomia comunale/regionale Ente prefigurato con funzioni originarie e non ottenute per ritaglio da altri livelli di governo

La citt metropolitana per la legge 42/2009


La disciplina transitoria introdotta dalla legge 42/2009 deve essere contestualizzata in un periodo storico di forte pressione sul Governo delle citt capoluogo di regione per ottenere la trasformazione ipso facto in Citt Metropolitane. I 10 capoluoghi pi grandi avrebbero acquisito uno status migliorativo e i poteri delle province entro i limiti delle cinte daziarie, senza necessariamente coinvolgere ladesione dei comuni limitrofi. Nelle aree metropolitane di Milano e di Venezia erano state avviate delle procedure istitutive secondo il modello della legge 42/2009, che tuttavia non sono arrivate alla conclusione delliter.

Gli esperimenti avviati sul modello: effetti sulla governance

La citt metropolitana per il D.L. 95/2012 (Spending Review)

La spending review dellagosto 2012 aveva abrogato espressamente i precedenti modelli di Area e Citt metropolitana e li aveva sostituiti con un modello interamente regolato dalla legge dello Stato Il modello partiva dalla coincidenza del territorio della Citt Metropolitana con quello delle attuali province soppresse.

La bocciatura della Corte Costituzionale


Con la sentenza n. 220 del 31 luglio 2013, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la riforma Monti censurando pesantemente il metodo riformatore usato dal Governo. Secondo la Corte non si pu determinare un nuovo assetto ordinamentale dei poteri democratici per via di decreto-legge o, comunque, di legislazione emergenziale.

Il disegno di legge Delrio

Finalit istituzionali della Citt Metropolitana


il disegno di legge individua le citt metropolitane come enti territoriali di secondo livello, cio a rappresentativit democratica indiretta, e attribuisce loro due finalit istituzionali:
lo sviluppo strategico del territorio metropolitano mediante la programmazione e la gestione integrata dei servizi; la promozione e le relazioni esterne (financo internazionali) della comunit metropolitana.

Le funzioni fondamentali della Citt Metropolitana/1


Art. 9: <<Alla citt metropolitana sono attribuite le funzioni delle province nonch, ai sensi dellarticolo 117, primo comma, lettera p), della Costituzione () le seguenti funzioni fondamentali: a) adozione annuale del piano strategico del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo per lente e per lesercizio delle funzioni dei comuni e delle unioni dei comuni compresi nellarea, anche rispetto allesercizio di funzioni delegate o assegnate dalle regioni; b) pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture di interesse della comunit metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi allattivit e allesercizio delle funzioni dei comuni ricompresi nellarea;

Le funzioni fondamentali della Citt Metropolitana/2


c) strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano; d) mobilit e viabilit, anche assicurando la compatibilit e la coerenza della pianificazione urbanistica comunale nellambito metropolitano; e) promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, anche assicurando sostegno e supporto alle attivit economiche e di ricerca innovative e coerenti con la vocazione della citt metropolitana come delineata nel piano strategico annuale del territorio; f) promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano.

Le residue funzioni fondamentali delle Province


pianificazione territoriale di coordinamento e valorizzazione dellambiente pianificazione del trasporto pubblico e autorizzazione del trasporto privato, gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione; programmazione della rete scolastica

La governance della Citt Metropolitana


la Citt Metropolitana avr un Sindaco metropolitano, un Consiglio metropolitano e una Conferenza metropolitana Dal 1 gennaio 2014 il Sindaco Metropolitano sar per legge il Sindaco di Torino Lo Statuto potr poi prevedere, in alternativa, che il Sindaco metropolitano sia eletto a suffragio universale

La governance della Citt Metropolitana

Il Consiglio metropolitano avr una composizione variabile nellarco dei primi tre anni (2014-2017) e a regime preveder la presenza dei sindaci dei comuni superiori a 15.000 abitati e dei presidenti delle Unioni di Comuni sopra i 10.000 abitanti Lo Statuto potr poi prevedere, in alternativa, che il Consiglio sia eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali oppure a suffragio universale e diretto, ma non prima del 2017

La governance della Citt Metropolitana

La Conferenza metropolitana sar costituita dai 315 sindaci della Provincia, salvo che 1/3 dei comuni o comuni che rappresentano 1/3 della popolazione non deliberino di recedere entro il 28 febbraio 2014

La governance della Citt Metropolitana

Leventuale elezione a suffragio universale e diretto del Sindaco e del Consiglio dovr comunque essere preceduta dalla riarticolazione della Citt di Torino in pi comuni La procedura prevede un referendum tra tutti i cittadini della Citt Metropolitana e una legge regionale di istituzione dei nuovi comuni

La governance della Citt Metropolitana

Il Consiglio e la Conferenza Metropolitana avranno poteri deliberativi con voto ponderato, secondo la rappresentativit territoriale

Le specificit territoriali e socioeconomiche della Citt Metropolitana

Caratteristiche territoriali della Citt Metropolitana Torinese


La Citt Metropolitana Torinese sar composta da 315 comuni distribuiti su un territorio di 6.832,3 Kmq e abitato da 2.302.353 persone, pari al 3,8% della popolazione italiana. Sar un ente territoriale di tipo tradizionale, dotato di autonomia statutaria, regolamentare, finanziaria e di organizzazione rispetto ai comuni aderenti.

IL CONFRONTO FRA LE CITTA METROPOLITANE ITALIANE


fonte: Servizio Urbanistica della Provincia di Torino - 2012

Provincia 4. Torino 9. Roma 19. Bari 21. Bologna

Sup. kmq

Provincia

6.830 1. Torino 5.381 13. Milano 3.825 15. Roma 3.702 27. Reggio C. 3.514 30. Napoli 3.183 49. Genova 2.466 56. Bologna 1.838 73. Venezia 1.579 74. Firenze 1.171 76. Bari

N. comun Provincia i 315 1. Roma 134 2. Milano 121 3. Napoli 97 4. Torino

Pop. 4.194.06 8 3.156.69 4 3.080.87 3 2.302.35 3

Provincia 1. Napoli 3. Milano 5. Roma 8. Genova

Dens. ab./kmq 2.631 1.999 779 480

26. Firenze 35. Reggio C. 55. Venezia 77. Genova 83. Milano 96. Napoli

92 5. Bari 67 11. Firenze 60 12. Bologna 44 18. Genova 44 20. Venezia 41 31. Reggio C.

1.258.70 15. 6 Venezia 998.098 17. Torino 991.924 18. Bari 882.718 26. Firenze 863.133 30. Bologna 566.977 53. Reggio C.

350 337 329 284 268 178

Rapporti di interdipendenza tra il capoluogo e il territorio: IL CASO DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE

fonte: Servizio Urbanistica della Provincia di Torino - 2012

IL POLICENTRISMO territoriale della Provincia di Torino

fonte: Servizio Urbanistica della Provincia di Torino - 2012

La riorganizzazione dei servizi/1


Il disegno di legge Delrio propone una ri-articolazione dei sistemi di erogazione su tre diverse dimensioni di scala: la dimensione di prossimit, affidata di norma alla cura delle unioni di comuni e dei comuni singoli se superiori a 5.000 abitanti in pianura o 3.000 abitanti in collina e montagna.

La riorganizzazione dei servizi/2


la dimensione metropolitana, affidata alla cura della Citt Metropolitana, la quale in prima istanza viene prevista con un territorio pari allintero territorio delle relative attuali province; Se qualche comune dovesse recedere dalla Citt Metropolitana, il governo intermedio sar conteso fra due o pi enti che si divideranno il territorio che oggi della Provincia di Torino. Le ricostituite province avranno comunque vita solo fino alla soppressione costituzionale (A.C. 1543).

La riorganizzazione dei servizi/3


la dimensione di area vasta, affidata in teoria a unioni di comuni competitive nei territori non compresi nella Citt Metropolitana (nelle altre exprovince del Piemonte) Probabilmente, il governo di area vasta verr attratto alla competenza gestionale delle regioni, che saranno le probabili destinatarie delle funzioni oggi gestite dalle 102 province non metropolitane.

Patrimonio e risorse umane della Citt Metropolitana


Nellipotesi migliore, il patrimonio e le risorse umane transitano integralmente nel nuovo Ente Nellipotesi in cui una parte del territorio eserciti il recesso, dovr essere attuato un piano di riparto tra la Citt Metropolitana e le ricostituite piccole province E garantita la componente fissa della retribuzione (ma lUPI ha proposto un emendamento che salvaguarda lintero trattamento giuridico ed economico)

I problemi applicativi del disegno di legge Delrio

Problemi applicativi della riforma/1


Oggi i servizi cd. a rete (acqua, energia, trasporti, rifiuti) della Provincia di Torino sono gi organizzati su una scala territoriale che esorbita dalla conurbazione torinese e che, in alcuni casi eccede perfino la circoscrizione provinciale. Nellipotesi in cui, durante il passaggio organizzativo dalla Provincia alla Citt Metropolitana si determini la secessione di una parte dei comuni, si corre il rischio di dover prima disarticolare e poi riarticolare i servizi a rete su scale dimensionali pi piccole (Area Metropolitana + Aree esterne/Valli).

Problemi applicativi della riforma/2


La Provincia di Torino molto disomogenea: un sistema territoriale e sociale in cui si passa da quasi 1.000 abitanti/kmq in pianura a soli 314 abitanti/kmq in montagna. Inoltre, dei 315 comuni che la compongono solo quattordici hanno una popolazione superiore a 20.000 abitanti, e dolo uno (Torino) ha pi di 60.000 abitanti. Degli altri 301, ben 140 comuni hanno tra 1000 e 5000 abitanti e 114 hanno meno di 1000 abitanti: complessivamente, quindi, 254 comuni su 315 (l81%) sono classificati come <<piccoli>> o <<piccolissimi>>.

Problemi applicativi della riforma/3


Diminuendo il territorio (nellipotesi della secessione) si riduce la capacit delle amministrazioni di far fronte alle esigenze di bilancio attraverso le entrate derivanti dalla riscossione dei tributi propri ed aumenta il loro grado di dipendenza finanziaria dalle entrate derivate da trasferimenti, di parte statale e regionale. In una dimensione di area vasta (territorio ampio e consistenza demografica) come lattuale Provincia di Torino si riescono a realizzare delle economie di scala che sono invece impossibili nelle aree di minori dimensioni territoriali e demografiche.

Problemi applicativi della riforma/4


il disegno di legge nazionale non permette al legislatore regionale di intervenire differenziando la disciplina della Citt Metropolitana Torinese in funzione delle disomogeneit del territorio. E questo sicuramente da annoverare tra i pi gravi limiti della riforma in esame.

Grazie per la cortese attenzione

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