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Girolamo De Michele Tre uomini paradossali Einaudi

Lautore e leditore devolvono lo 0,5% dei proventi derivanti dalla vendita di questo libro a Emergency. Questo libro stato stampato su carta ecosostenibile CyclusOffset, prodotta dalla cartiera danese Dalum Papir A/S con fibre riciclate e sbiancate senza uso di cloro. Per maggiori informazioni: www.greenpeace.it/scrittori Si consente la riproduzione parziale o totale dellopera e la sua diffusione per via telematica, purch non a scopi commerciali e a condizione che questa dicitura sia riprodotta 2004 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino www.einaudi.it isbn 88-06-16750-2

Tre uomini paradossali

Cosa avr il sapiente pi dellidiota?

Nota dellautore I fatti qui di seguito narrati hanno luogo fra il 3 e il 19 settembre 1993. Al settembre 1993 risale altres la prima stesura di questo romanzo: lautore non ha ritenuto di modificare la cronologia nel corso delle successive riscritture. Per una migliore intelligenza del testo si fa presente che: successivamente agli eventi narrati le scarpe scozzesi George Hogg sono tornate in commercio a Bologna, seppure con modelli di qualit inferiore alle originali degli anni Ottanta; i personaggi di questo romanzo sono forzatamente ignari, per ragioni cronologiche, di Pulp Fiction e Natural Born Killers; nella Borsa valori di Milano non era ancora stato introdotto il listino telematico; il Lance Haffners TKO Professional Boxing Game un programma computerizzato esclusivo della rivista sportiva The Ring, che simula incontri di boxe; lautore, non abitando pi nel quartiere Bolognina, non in grado di dare altre informazioni sulla donna che agli inizi degli anni Novanta viveva in una macchina in piazza dellUnit, e che effettivamente esisteva, a dispetto del fatto che pi volte le telecamere (con annessi e aggiunti giornalisti e commentatori) delle televisioni le siano passate accanto senza notarla. La menzione dellapprezzato lavoro storico e letterario di Nanni Balestrini e Corrado Stajano frutto della fantasia dellautore; parimenti immaginario larticolo a firma Alberoni qui presente. Il riferimento a una nota trasmissione televisiva artificioso nel suo montaggio, bench reale nelle singole parti qui assemblate; lautore deve doverosamente ricordare che nessuno degli ignari cittadini a loro insaputa tirati in ballo in diretta nel corso del detto programma ha poi deciso di commettere suicidio: il noto conduttore qui fittiziamente citato non dunque, suo malgrado, responsabile della perdita di alcuna vita umana. Lautore si scusa con lamico Claudio Lolli per la paranoica percezione della sua persona che alberga nella mente del narratore. Le poesie di Danilo Crespo Bonvicini sono state raccolte dopo la sua morte nel volume Sottili come la polvere (Bologna 1988, fuori commercio). La citazione in esergo tratta da Qohlet, VI, 8 (tr. G. Ceronetti). I diversi capitoli sono introdotti da parole di D. Bonvicini, G. Flaubert, C.E. Gadda, J. Prvert, E. Ruggeri. Lo studio di Francis Bacon presente nel romanzo uninvenzione dellautore. Il disco che compare nelle pagine finali Tea for the Tillerman (Freshwater Music/Island Rec., 1972) di Cat Stevens, che anche autore dellimmagine di copertina dellalbum Lautore desidera amichevolmente ringraziare il gruppo di lettori-giapsters I Quindici e i Wu Ming per aver segnalato alla casa editrice il manoscritto di questo romanzo.

Ai vecchi amici Forever Young

0. Nebbie

Siamo rimasti soli ora che Dio se n andato

1. 17 aprile 1980, alba Sveglia. Luce. Filtra dalle tapparelle semichiuse. C luce perch primavera. Stavo sognando linverno. primavera. Aprile. Caff. La moka gi pronta, basta accendere. Aprile il mese pi crudele C silenzio. Accendo la radio.
Oh, and I guess that I just dont know Oh, and I guess that I just dont know

Lou Reed. No, c la viola di John Cale. I Velvet.


Heroin, be the death of me Heroin, its my wife and its my life

La moka gorgoglia. Una goccia bollente mi schizza sulla mano. Ho dimenticato il filtrino interno. Verso il caff e lo butto gi per svegliarmi. C Crespo in radio, stamattina: la sua musica. Devessere rimasto su tutta la notte. Mi piacerebbe restare ad ascoltarlo, ma ho da fare. Suonano. il Cina. Sali su, c del caff anche per te.
And all the politicians makin crazy sounds And everybody puttin everybody else down And all the dead bodies piled up in mounds

Tutto bene? Tutto bene. Le nostre biciclette sono nel portone, gli altri ci aspettano davanti alla Feltrinelli. Com questa idea delle biciclette? Volevi rubare cinque moto? In bici si taglia la zona universitaria, e ci si disperde in via Zamboni. Il Comandante?

Marco ci aspetta sul posto. Resta di retroguardia, in copertura. Perch resta indietro? Perch abbiamo deciso cos. Dice che ha lavorato allinchiesta, e lautista potrebbe riconoscerlo. E a te va bene? A me va bene. Siamo in cinque, il Pedro fa il palo pi avanti per ogni evenienza, voi tre restate a coprire la strada, io ammazzo il maiale. Marco resta accanto alle biciclette. Liscio come lolio, se nessuno fa cazzate. Ci alziamo col sapore del caff ancora in bocca. Avrei voglia di un caff fatto come si deve, ma non posso andare a berlo stamattina. Fuori, in strada, un cielo basso e grigio come non si era mai visto, laria fredda immobile come cemento, poche voci spente e forme cariche di solitudine. Una noia pesante riga le cose e la gente come fili di saliva. Impiccano i poeti alle torri pi alte. Restano i guerrieri a festeggiare la vittoria. Non mi nascondo. Non cerco aiuto. Entro in una farmacia a cercare la vita. Cazzo stai ascoltando? Crespo. Perch ascolti quello sfigato? Perch mi piace. Come fa a piacerti? I tuoi nichilisti sono solo dei controrivoluzionari, te lo vuoi mettere in testa? Allora sono un controrivoluzionario anchio. E comunque ha delle cose da dire. Quello l? Quello finisce male, tal dig m. (Perch, noi come finiamo?)

2. Arriviamo in piazza Ravegnana in un quarto dora, scendendo da via Matteotti e via Indipendenza. Gli altri tre sono l. Ripassiamo i movimenti, poi in silenzio ci infiliamo nelle stradine, verso le Sette Chiese. Marco dallaltra parte del portico. Scendiamo dalle bici fingendo di non vederlo, e aspettiamo. Pedro tira dritto, con un sacchetto di granaglie in mano. Ma ti pare il momento? S, perch? C foschia a questora, meglio cos. Arriva puntuale. Scende dalla macchina senza salutare lautista, e si avvia verso il portone senza accorgersi del Pedro, mentre la Mercedes si allontana. Ci muoviamo, chiacchierando con indifferenza. Attraversiamo la piazza in parata. Gli altri tre si fermano. Io proseguo. Ho la pistola in pugno, il braccio steso lungo il corpo. La manica dellimpermeabile mi copre parzialmente la mano. Mi scusi, dottore Prego? Il dottor Varisi, se non sono in errore? Sono io. Desidera? Volevo solo dirle questo, dottore: chi lupo per luomo, merita di essere trattato da lupo. Il primo colpo lo coglie in pieno petto, con ancora in volto lo stupore per una citazione di cui non sapr mai lautore. Aspetto con calma che si accasci, mi piego leggermente in avanti e gli sparo un secondo colpo in fronte. Mi giro con indifferenza, e senza correre raggiungo le biciclette. Marco gi partito.

3. Ci sono stati testimoni, ma non sono serviti a molto. Un geometra ha sentito i due colpi mentre si radeva, si affacciato alla finestra del bagno e ha scorto delle biciclette infilarsi nel vicoletto a destra. Quante, non sa dire: tre, forse quattro. Un passante, troppo distante per aggiungere nuovi particolari, conferma, e ricorda un ragazzo molto alto, che andato via dallaltra parte dopo aver gettato del becchime ai colombi. Infine, unanziana signora gi sveglia da unora, che dagli scuri semiaperti ha visto passare prima un giovane alto, poi gli altri quattro, dei quali d una sommaria descrizione. Il primo era castano biondo, robusto, con occhiali e un bel palt. Il secondo era pi piccolo, bruno, con basette, laria furbetta. Il terzo aveva laria nervosa, ha detto qualcosa in napoletano, o almeno cos le sembrato. Il quarto era biondo, alto, baffetti e basette sottili e accurati. Hanno superato la finestra, e sono andati oltre la sua visuale. Il primo colpo le sembrato il botto di una lavatrice che inizia a centrifugare, il secondo non lo ha sentito. Ha rivisto passare uno dei quattro, poi altri due, mentre sentiva uno rimasto un po pi indietro (quello castano e robusto) dire, con un accento bolognese un po sporco: Va ban a fer dal pugnatt, padrone. Ne rimane un altro nascosto dalla foschia, avvolto dalle sottili nebbie del mattino. Le nebbie di aprile lo avvolgono, le nebbie della storia avvolgeranno le idee, i fatti e gli individui che hanno creduto di esserne protagonisti. I segni verranno cancellati, le ragioni dimenticate. Resteranno solo le nebbie.

1. Notturno

Dismela k intra de nn: ona volta leva minga come al d dinkou

1. me ne sono accorto un pomeriggio, alla Casa dello Studente di Pisa. Si aspettava il Gran Premio di automobilismo, e il telegiornale aveva parlato di un grosso incendio che divampava a Todi. Interruzione del programma, tig speciale, e nel silenzio sospeso un mormorio di apprensione: Todi Todi ed era invece la prima nave argentina colpita dai siluri britannici che affondava nelloceano: boato di giubilo, pugni di esultanza a fendere laria, VITTORIA! VITTORIA!, tutti in piedi E le Ferrari via a vincere sportello contro sportello, i polmoni dei marinai argentini a gonfiarsi dacqua salsa
cause the Times, They Are a Changing

insensibilmente, gli autunni cessarono di essere caldi e le primavere fondamentali. Gli inverni li scoprimmo sempre pi freddi, sempre pi lunghi. Lestate, come prima, ci rimase buona per andare in vacanza durante quegli anni furono venduti e acquistati titoli e azioni vaporosi come gas leggeri, finch il grande Zeppelin, sollevatosi da terra, urt contro le punte di cristallo del lampadario, ed esplose. Qualcuno si spazz i detriti dalla giacca con un gesto della mano, altri rimasero sepolti, altri ancora pulirono il pavimento. Il gioco fu cos divertente da essere replicato molte volte per Natale la televisione regal una rivoluzione in mondovisione, con divertimento e soddisfazione quasi unanimi. Un vecchio dittatore pietrificato in una smorfia di stupore scopr che, anche nella televisione, non tutto finzione ragazzini troppo a lungo cresciuti nella bambagia smisero di mirare al cuore dello Stato colpendo il questurino, il portaborse o lusciere di Montecitorio, mentre uomini senza volto, seri e maturi, passavano dalle canne mozze alle autobomba. In uno degli ultimi scampoli di asilo infantile un industriale mor durante un gioco pi grande di lui, e di quasi tutti i partecipanti. Anni dopo il gioco fu ripreso per caso e concluso da un omicidio per interposta persona. Lesecuzione fu affidata a me, ma non ne fui informato. Sono sempre stato troppo buono, uno di quelli che si fidano alcuni cantanti continuarono a morire, come negli anni Sessanta, ma con meno clamore, in genere. Ian Curtis si impicc, John Lennon fu ucciso a revolverate, David Crosby si convinse di essere la prossima vittima e fu arrestato con una pistola nella tasca della giacca (e centoventi chili di ciccia, pi o meno), e quando si disse che Cat Stevens, convertitosi al partito degli dei ingiusti e sanguinari, aveva inneggiato allassassinio di Salman Rushdie nessuno gli mand a dire just relax, take it easy Qualcun altro mor di cancro, ma i suoi amici non glielo dissero per non guastare lo show-business, il libroremember, il film-reliquia e lalbum gi pronto per le esequie: finiti gli anni ruggenti e gli anni di piombo, anche la musica si adatt (non sempre) ai ritornanti anni di merda

qualcuno scolp Modigliani falsi col BlacknDecker, e Salvator Dal mor mentre il suo segretario firmava decine di Dal autentici. Tre tele di Bacon furono rubate, e solo due furono ritrovate prima della sua morte le guerre divennero sempre pi banali, e qualcuna fu trasmessa per televisione, ma il grande scoop della Guerra Definitiva fu annullato per linsolvenza di uno dei partecipanti. I biglietti gi venduti non sono ancora stati rimborsati solo gli operai continuarono, imperterriti, a scivolare gi da impalcature, ponteggi, passerelle prive di corrimano, pensili senza parapetto, cercando invano di librarsi in aria come uccelli dalle ali sottili. Ministri, capi del governo e generali avevano purtroppo finito la scorta di medaglie al valore e onorificenze al merito di strette di mano, unta di grasso e calce, fangosa o polverosa, neanche a parlarne! Limpasto di ossa, carne, sangue, tute, fango, grasso, vite, passioni che continuano a lasciare nelle fabbriche e sui selciati contribuisce ancora, per fortuna, a fornire quellindispensabile senso di continuit alle umane vicende, altrimenti condannate a un indescrivibile caos di soluzioni di continuit
da unintervista a Pino C., romanziere italiano: Perch il mio personaggio vomita sempre? Perch credo che vomitare sia lunico atteggiamento etico possibile nei confronti degli anni Ottanta

Istantanee dal catalogo dellEsposizione permanente: Migliaia di ragazzi inerpicati sopra un muro sbrecciato. Un piccolo uomo fermo al centro della strada blocca quattro carri armati. Un calciatore con la maglietta azzurra le braccia aperte la faccia felice e un sorriso da bambino. Un uomo soffoca sommerso da una valanga di corpi ammassati con colori e sciarpe della propria squadra. La Bastiglia invasa da bandiere rosse in un giorno di vittoria. Roma invasa da bandiere rosse in un giorno di lutto. Una navicella spaziale esplosa traccia una biforcazione di fumo bianco nel cielo. Autobus urbani drappeggiati con lenzuola pieni di corpi straziati via dalla stazione di Bologna (di questi non ci sono foto, ma io li ho visti, ve lo giuro, gi per via Indipendenza, quel pomeriggio) e ancora presidenti e first-lady, attori e atleti, uomini comuni e non, bambini sazi e affamati, vecchi Il Lance Haffners TKO Professional Boxing Game (The Ring, nov. 1991, $ 2.50, pp. 48-49) ha stabilito che Muhammad Ali stato il pi grande pugile di tutti i tempi, ai punti su Joe Louis il bombardiere nero che sino alla penultima ripresa era in vantaggio, ma lultima ripresa di Cassius, quel destro-gancio-destro
KNOCKDOWN!

Ali dances and shouts and smiles to the fans, Louis takes command in the championship rounds, pinning Ali against the ropes and punching strongly to the mid-section. Ali recovers in the 14th, and, at the start of the 15th, waves Louis toward him. Ali then hammers Louis with a right-hook-rught combo and scores the bouts only knockdown. It is enough to secure him the decision. Scoring: 144-142, 144-141, and 144-142.

(Joe Louis morto in miseria nutre i vermi al Cimitero degli Eroi, mentre Muhammad Ali seduto scruta la sua mano galleggiare silenziosamente fra s e il tavolo centimetro dopo centimetro verso il bicchiere ed entrambi avrebbero battuto Mike Tyson con una sola mano) Verso la fine in molti si sono lavati la coscienza con detergenti ecologici, e per essere pi credibili hanno cominciato a frequentare i sagrati delle chiese, alla ricerca di qualche bara su cui sputare. Io ho vissuto
Braves gens coutez ma complainte coutez lhistoire de ma vie

ho vissuto per molto tempo con una ragazza che amavo, anche se non ha mai saputo fare un caff decente una ragazza che aveva amato la pittura, la boxe e la radio e per qualche tempo anche me, credo una ragazza che una volta aveva anche amato la politica, come tutti noi; e che era poi riuscita a scivolare via da quello spettacolo assurdo e sanguinoso che chiamano Storia, come quasi tutti noi una ragazza che un mattino mi sono alzato, che ho messo i miei vestiti in una borsa, che le ho rimesso il cucchiaino nel barattolo del caff e sono andato via. Una ragazza che per sei mesi ogni mattino ho continuato ad ascoltare la sua voce per radio. Che ogni mattino, per sei mesi, ho riempito la moka di caff ho messo la caffettiera sul fuoco ho acceso il fuoco ho aspettato lemersione del caff ho respirato il suo aroma esplodere nella stanza ho bevuto il caff (continuando ad ascoltare la sua voce per radio) senza avere il coraggio di maledirla. Poi, una sera di settembre, volata gi dalla balconata di una discoteca, con una strana porcheria che le girava nelle vene. Iddio raccoglie tutto ci che cade con le sue grandi mani , mentiva un suo poeta: ma non quella sera Da allora, per molto tempo, sono andato a letto sbronzo. Tutto questo successo prima.

2.
E mi ricordo chi voleva al potere la fantasia erano giorni di grandi sogni, sai, eran vere anche le utopie ma non ricordo se chi cera aveva queste facce qui non mi dire che proprio cos non mi dire che son quelli l

Ecco qui, guardi mo: suola, cucitura, sopratacchi. Pu andar bene? Guardi che tutto lavoro fatto a mano, eh S,va benissimo. Quanto le devo? Eh, ban ban Qui c il lavoro, il materiale poi il tempo, sa Quegli attrezzi, son quelli che mi ha lasciato mio marito, puverin Sarebbero pi di ventzencmil franc facciamo, guardi mo, venti diciannovemila ( dalla radio, scampoli di canzoni e parole in libert preannunciano lavvicinarsi del mitico Vascodi) La pago in fretta, prima che sia lei a pagare me. Le raccolgo un ferro caduto per terra (per lamor di Dio, valgono un patrimonio) ed esco dal bugigattolo in cui la vecchina ciabatta tra una scarpa e laltra, in attesa di misurare i piedi del vecchio falegname ai cancelli del Cielo. una delle mie fissazioni, attraversare mezza Bologna per farmi restaurare le scarpe dalla vecchia ciabattina di piazza dellUnit. Ogni tanto adotto un vecchio mendicante, un pensionato, un avanzo smozzicato della vecchia Bologna, solo per il gusto amaro di sentire una voce proveniente da un passato cos lontano da sembrare finto. Del resto a queste Hogg ci sono affezionato: sono scozzesi, comode, calde, eterne, le cambierei solo con un paio identico, ma da un paio danni a Bologna non se ne trovano, solo imitazioni Piazza dellUnit immersa nella nebbia serale. La nebbia, a Bologna, ha una sua particolarit: non ha il carattere forte del nebbione che cela alla vista la Bassa, non la spessa zuppa biancastra che odora di salume ferrarese. una nebbiolina sgocciolante, umidiccia, che non nasconde, ma si accontenta di avvolgere: non comanda, le basta esserci, sdrucciolare sul marciapiede, luccicare acqua sullasfalto. Afferra le cose, le priva della loro consistenza, e le restituisce tremule, oscillanti: lascia intendere che potrebbe cancellarle, ma si accontenta di accennare il movimento. La sua vittoria non nello scacciare gli uomini, ma nel trasformarli in fantasmi, in spettri semitrasparenti. Forse nella nebbia i fantasmi di quei sette ragazzi immortalati sulla lapide ritornano in questa piazza, e riprendono a vigilare sulla Bolognina, in attesa dei tedeschi che verranno ad ammazzarli. Pi in l, la barbona che da due anni abita nella macchina parcheggiata allangolo sotto il bar dispiega i giornali per coprire i vetri, e si prepara al cambio dabito serale. Via Matteotti balugina tra i fasci di luce delle auto che fendono la pioggerellina

nebbiosa. Ora che ci penso, devessere la prima serata di nebbia della stagione. Mi avvio verso il centro, alla ricerca del primo Margarita della serata. Cos, con la mente gi immersa nella schiuma bianca e salata del cocktail, non faccio caso al passante che incrociandomi si volta silenzioso a guardarmi per un istante. Se mi voltassi anchio, riconoscerei un mio vecchio amico, forse lultimo che mi sia rimasto, sempre che si ricordi ancora di me. diretto verso piazza dellUnit. Non ha autunni da inaugurare n scarpe da risuolare, non ha amici da consolare n vecchini con cui ciacolare. Si fermer davanti a un vecchio palazzo, fisso a scrutarne la stinta facciata da edilizia popolare Vai, vai pure, Andrea Vannini. Vai a sfamare la tenia sottile che ti coltivi dentro, aggiungi un pelo, una scaglia, qualche goccia dei tuoi peggiori umori, qualche brandello di te al fibroma che ti cresci dentro con amore, come fosse un figlio. E continua a credere che questa tua ossessione sia vita uno di quegli appartamenti dove, anni fa, successo qualcosa. Un qualcosa nascosto fra le tapparelle verdastre e lintonaco scalcinato, che continua a ossessionarlo. Come se i muri potessero parlargli, fargli capire il perch, raccontargli cosa manca alla sua storia per essere finalmente compresa e accettata. Suturargli le ferite, e spiegargli che lui non ne ha colpa. Restano cos, lui e il caseggiato, luno di fronte allaltro. Pietra contro pietra, muti.

2. Esterno

Un jour un gnral ou bien, ctait une nuit un gnral eut donc

1. 3 settembre 1993. Alba Il corpo giace sulla poltrona, innaturalmente piegato attorno al bracciolo. La giacca da camera si apre sopra il nodo allentato della cintura. Il petto, cosparso di radi peluzzi bianchi, urta contro il granata della stoffa. La giacca di ottima fattura. Sul perlato di Sicilia, una macchia quasi nera si sta rassodando: sarebbe rossa, in un fumetto o un film. Luomo che osserva la scena riuscir ad abituarsi, prima o poi. La scrivania in mogano scuro, intonata al colore della notte che filtra dalla grande vetrata non schermata dalle pesanti tende (avrebbe dovuto tirarle, prima? e se non lo ha fatto, perch non gli importava, o perch aveva altri pensieri? e se ne aveva, erano ricorrenti, o sono apparsi allimprovviso? da quanto tempo si stavano facendo strada verso la tempia destra, verso il pavimento, gorgoglianti dentro quella piccola pozza?) Sul caminetto un po tetro un busto (di chi?), giocattoli rari, una scatola vuota (cofanetto Sperlari), lorologio a cuc, una sedia in damasco. E il gran lampadario in mezzo alla sala, che specchia e moltiplica il pessimo gusto. Le carte sulla scrivania non sembrano scompigliate; nel loro ordine sommario, lasciano intendere che lultimo foglio quello di carta intestata, bianco crema, col monogramma in rilievo dorato in alto nellangolo, e nullaltro. Bianco crema: niente ultime parole famose. Nel resto della stanza c tutto quanto ci si aspetterebbe di trovare in una signorile villa sui colli: una villa con un passato ben pi nobile e raccomandabile di quello del suo ultimo proprietario, e un presente abitato, sino ad ora, da un uomo che se potesse ancora parlare si definirebbe, con orgoglio, fatto da s. Probabilmente sar felice di parlare di lui qualcuno di quelli che per farsi da s ha dovuto, non sempre metaforicamente, disfare, cancellare, annientare. Quadri dautore alle pareti, accostati con gusto dozzinale; libreria di rappresentanza, imponente come una piazza darmi che schiera un reggimento di libri intonsi; un inginocchiatoio depoca, inatteso come la posizione assunta dal suo proprietario, che del resto non lo ha mai usato. In una cornicetta dargento, la foto di un monastero orientale, o qualcosa che gli somiglia, con un cerchietto in rosso attorno a una finestra. Che diavolo sta a significare, pensa il funzionario di polizia mentre si gira con la foto in mano, quasi avesse dimenticato a chi sta rivolgendo la sua domanda. con questa buffa espressione, a met fra lo stupito e il sentimento di essere un idiota, che vede per la prima volta la mano destra spuntare appena, schiacciata contro il pesante bracciolo della poltrona, di sotto il corpo. Nella mano destra, la pistola. Quella pistola fuori posto. Luomo avvolto dallimpermeabile chiaro, la faccia stanca per la sveglia indesiderata, la fissa con una strana espressione, come se quella mano stringesse un ferro da stiro o lombrello di Mary Poppins. Quella pistola non deve essere in quella mano, tutto qui. Anche se, ovviamente, chiaro che sempre stata in uno dei suoi cassetti. Ci sono investigatori che grazie al loro quoziente di intelligenza non sbagliano mai; altri che sono immancabilmente informati da una fitta lombare o un reumatismo che si presentano, puntuali come a un pranzo importante, nei momenti topici; altri ancora che sono baciati dalla fortuna proprio quando ti

aspetti che debba succedere, in genere verso il penultimo capitolo. Poi, fuori dai libri, ci sono quelli che vengono dalla gavetta e si limitano a ricordarsi alcune delle cose accadute negli anni, magari perch hanno un buon metodo di archiviazione, o semplicemente una buona memoria. Come quello che, quindici anni prima, era dattilografo alla sezione balistica, presso la questura di Milano, e ha battuto il rapporto sulle armi che spararono, durante una manifestazione, contro la sede dellAssolombarda. Armi quasi tutte assenti dai normali schedari, e soprattutto da quelli politici, a eccezione di quella stupida Smith & Wesson a tamburo, puntualmente registrata e protetta da regolare porto darmi, che lanno precedente aveva quasi paralizzato un vagabondo a cavalcioni del muro di recinzione di Villa Dondi. Cos quel bossolo era stato archiviato, ed era rispuntato fuori quindici mesi dopo, partito dalle mani di uno di quelli del Comitato della Solferina e recapitato contro una finestra, e da l in una porta in legno, dove si era infine arrestato. Due stanze pi in l, il proprietario della Smith & Wesson guardava in basso, protetto da un vetro antiproiettile, assieme ad alcuni colleghi daffari. Alberoni gli avrebbe dedicato il suo fondo, due giorni dopo:
EDIPO A MILANO

Una generazione che non ha saputo far dono ai propri figli di amore e felicit, scopre ora che il benessere non lenisce i conflitti fra padri e figli, ma anzi li ripropone su scala sociale: non pi attorno al tavolo, allora di cena, ma nelle strade, sul lavoro, nel mondo. Quella di due giorni fa non stata una manifestazione politica, ma una rappresentazione edipica. Due generazioni che, separate da un muro, non hanno altro da dirsi se non inviarsi messaggi di eccetera eccetera eccetera

Per alcuni di loro, gi in basso, cerano forse Edipo, col suo carro sporco di sangue, il suo incombente destino e il suo piedone rigonfio. Per altri, cerano i propri figli in carne, ossa e revolver. Che non avevano bisogno di ricorrere ai consueti mercanti per procurarsi le armi: bastava il cassetto della scrivania di pap. O la cassaforte di Villa Dondi, dalla quale la Smith & Wesson risultava misteriosamente scomparsa. Quel giovane agente che batteva il rapporto balistico aveva poi cambiato ufficio, e tempo dopo materialmente timbrato larchiviazione della denuncia contro ignoti per il furto della pistola. Del resto, anche i ragazzacci della Solferina erano rimasti ignoti, ed erano stati quasi tutti archiviati negli uffici contro cui, in quel nebbioso giorno di marzo, scaricavano una selva di proiettili, vanamente ostacolati dallattonito servizio dordine. Avevano smesso di votare nelle assemblee levando in alto la pistola, e avevano imparato a votare sollevando la delega e contandosi per pacchetti azionari: cos va il mondo, cosa ci vuoi fare? Poi, una notte di settembre, quella Smith & Wesson ricompare, si appoggia sulla tempia destra di un facoltoso industriale e lascia uscire un proiettile che si fa strada attraverso due pareti ossee e un agglomerato di tessuto spugnoso e molliccio sino alla porta del bagno privato, dove resta conficcato. Se non unabitudine, ci manca poco. Naturalmente il mondo pieno di Smith & Wesson, e Andrea Vannini, rinchiuso dentro un impermeabile senza fodera, non potrebbe giurare che si tratti della stessa pistola; ma quando incontrer il perito balistico, gli consiglier di fare immediatamente un certo raffronto. Il giorno dopo, nessuna sorpresa: la pistola quella.

Nel frattempo lispettore Vannini appoggia sul suo tavolo, accanto a un bicchierino di carta pieno di caff bollente e una sigaretta spenta dopo un paio di boccate, il fascicolo di Alberto Dondi, figlio di Gian Maria Dondi. Sono le 9.24 del 4 settembre. Ventotto ore prima, il sangue di Gian Maria Dondi si raffreddava sul pavimento, mentre il personale di servizio veniva sommariamente interrogato. Angelo Romboli, cuoco, cinquantatre anni, in servizio nella villa da tre. Faccia da macellaio toscano, amichevole ma severa. Il cadavere lo ha trovato lui, poco dopo le quattro del mattino. La sua stanza al piano terra, accanto alla cucina, e andando in bagno ho notato la luce che filtrava sotto la porta dello studio in fondo al corridoio: pensando che il signor Dondi si fosse addormentato sulla poltrona, ho aperto la porta. S, accadeva a volte che il signor Dondi lavorasse sino allalba, per inviare via fax agli agenti di borsa, o ai suoi pi stretti collaboratori, le istruzioni per la giornata a venire: il signor Dondi preferiva cos, piuttosto che svegliarsi prima dellapertura dei mercati e degli uffici, ma no, non ho notato nulla di insolito negli ultimi tempi, e no, il signor Dondi non dava confidenza al personale, e no, non ho alcuna idea, n alcun sospetto, sulle cause del suo gesto, e certo che mi sono rivestito mentre attendevo che arrivassero gli agenti, non amo farmi vedere in pigiama. Giulia Baracca, responsabile del personale, trentasei anni, in servizio da due come responsabile, e in precedenza per altri due come cameriera. Lei, a differenza del cuoco, si limitata a gettarsi addosso una vestaglia da camera, che tiene stretta con le mani, mi scusi, ma non sono riuscita a trovare la cintura (in compenso si infilata le calze scure, per abitudine: erano sul letto, e meccanicamente, sa), no, sono lunico membro della servit a dimorare in villa, a parte il cameriere, certo, stato lui a svegliarmi, e ho chiamato immediatamente i carabinieri (come continuer a dire allispettore di polizia che smetter, dopo la seconda volta, di correggerla). Guarda spesso in terra, arrossisce leggermente ogni volta che risponde, e veramente no, non ho controllato se il signor Dondi fosse gi morto, o ancora in vita, ma sembrava cos cos cos morto, capisce, il mio compito specifico di dirigere il personale, che arriva in villa in parte alle sette del mattino (lautista, la prima cameriera, laddetta alla lavanderia), in parte a mezzogiorno (la seconda cameriera, laiuto cuoco, lautista per la signora Dondi, che per in questi giorni in congedo, perch la signora in Svizzera, in villeggiatura). Probabilmente, nel dirigere il personale, fa uso di quellautoritarismo un po stridulo, ma efficiente, tipico delle persone insicure. Ha un quasi impercettibile sbafo di rossetto poco sopra il labbro superiore, che non si noterebbe se non avesse una leggerissima peluria bianca. Donato Vinciguerra, custode e giardiniere, trentasei anni, in servizio da nove. Tracagnotto, capelli corti e arricciati, con un principio di stempiatura, sbarbato con molta cura, in divisa, laria leggermente seccata, come se lo irritasse una piccola imperfezione dovuta al caso, o a una indebita interferenza altrui, che rester comunque a infastidire il suo senso della perfezione. Abita nel casotto allinizio del viale, da dove non potevo aver sentito alcunch, il mio compito sorvegliare lingresso della villa, attraverso un sistema di telecamere a circuito chiuso, e no, nello studio privato del signor Dondi non c una telecamera, come, del resto, negli altri appartamenti privati, c un interfono per comunicare, ma il signor Dondi stasera non lo ha mai usato, da dove ero non potevo sentire un rumore come un colpo di pistola esploso in questa stanza, se posso ritenermi libero, mi perdoni, ho paura che il mio cane stia abbaiando, molto vecchio, comprenda, il vostro arrivo lo ha svegliato, e sar certamente inquieto, la ringrazio. Otto ore dopo Andrea Vannini tira gi due righe di appunti, prima del rapporto ufficiale.

Gian Maria Dondi, industriale e uomo daffari, sessantadue anni, sposato, un figlio. Azionista di maggioranza della FederFin, societ di importanza nazionale con interessi prevalentemente nel campo chimico. Arriva alla FederFin nel 1980, attraverso una serie di spericolate operazioni borsistiche. In precedenza si era costruito una posizione con la ChemiBrianza (societ con sede a Bologna, ma con interessi prevalenti nel nord Italia), di cui stato co-fondatore e vice-presidente sino allomicidio, di matrice terroristica, del suo socio, Gilberto Varisi, avvenuto nel 1980 (gruppo responsabile sgominato, esecutori materiali arrestati). Residente a Milano dal 1960. Acquista una villa sui colli bolognesi nel 1976, e vi si trasferisce lanno successivo, continuando per a fare la spola con Milano, dove la famiglia continua a risiedere sino al 1981. La moglie attualmente in Svizzera, ufficialmente in villeggiatura, in realt in una casa di cura per malattie della psiche. Il primario, Philippe Roche, la ritiene non curabile. Di famiglia borghese, sposa il Dondi nel 56, quattro mesi prima della nascita dellunico figlio. Comincia a dare segni di squilibrio allinizio del 1981. Il figlio irreperibile da oltre un decennio. Ha avuto qualche problema negli anni settanta (politica), apparentemente niente di serio. Le sue tracce si perdono in Irlanda, nel 1983, da dove forse si imbarca per lIndia. Probabilmente recita mantra con una sottana arancione, e si fa chiamare Dolcepetalodiqualchecosa. Patrimonio accertato notevole, in buona parte consolidato in immobili. Rapporti con la famiglia dorigine, inesistenti. Il Consiglio di Amministrazione della FederFin resta convocato per domattina. Ipotesi sulle cause: nessuna, per ora.
PS. La pistola usata compare nellassalto allAssolombarda. La cosa fu messa a tacere con una denuncia per furto contro ignoti, probabilmente per coprire il figlio. Chiedere una scheda informativa sul figlio. NOTA BENE: La ChemiBrianza riemp di sostanze cancerogene una fetta della provincia di Cuneo, dove aveva uno stabilimento, nel 1974. Una piccola Seveso, passata inosservata, o quasi. Rivedere anche quel fascicolo.

Mentre Renzo Tramaglino usciva dal lazzaretto, si scatenava su Milano un temporale dallinusitata violenza, che il giovane tessitore lombardo, ebbro di felicit, avrebbe bevuto senza riparo, come un Gene Kelly inciampato in una sfasatura temporale e riemerso nella Lombardia del XVII secolo. Dicono le cronache dellepoca che quel benefico diluvio abbia lavato via la peste da Milano. a questo che pensa, in piedi davanti alla finestra, lispettore Vannini. Un simile nubifragio, allinizio di settembre, non capitava da tempo immemorabile a Bologna. In silenzio, mentre osserva un vaso di rose che, strappato dalle raffiche di vento dal suo sottovaso, precipita tonfando sul marciapiede sottostante, Vannini pensa a tre persone ossessionate, direttamente o indirettamente dai Promessi sposi. Una di queste lo legge da anni. Ininterrottamente. Gli altri due pensano a lui da anni. Ininterrottamente. Non la buona pioggia che spazza via la peste, la pioggia radioattiva, uno scampolo tardato di Cernobyl che porta gi la peste, che irradier le coscienze e far grondare sangue dai tetti delle case: il quarto cavaliere che suona la tromba, e chiama a s le sue armate Questo diluvio gli fa salire un brivido lungo la schiena. Mentre impugna la fiaschetta dove residua un ultimo sorso di Bushmills. spegne la sigaretta appena accesa, lascia scendere il whisky gi per la gola, e compone un numero di telefono a memoria. Risponde una segreteria telefonica. Andrea Vannini lascia un messaggio, ne lascer altri, sino alla mezzanotte, nel corso del giorno, maledicendo il sabato. Quando mette gi il ricevitore ha lo sguardo fisso verso un punto imprecisamente al di l delle mura del suo ufficio. Pensa alla sua Irlanda, alla baia di Galway, allerba che cresce sul filo del mare, nel

Connemare, e ai pony che la brucano, mentre rialza la cornetta, revoca i quindici giorni di congedo che aveva chiesto da tempo, e annulla la prenotazione per Dublino. Tutto ha sotto il cielo una sua ora, un suo tempo. Il tempo di uccidere, e il tempo di curare.

2. mentre giro la chiave nella serratura che sento gli ultimi rintocchi dellorologio. Secondo lui mezzanotte. Da qualche parte, nella mia testa, la mia voce (versione sarcastica) cantilena che lorologio indietro di un quarto dora. Sono cos scemo da ascoltarmi mentre schiaccio linterruttore e avanzo. Quando lo sgabello millividisce lo stinco lo riconosco, e penso che non dovrebbe suonare come un vaso che va in pezzi. Poi il tappeto mi urta con violenza la faccia, riempiendomi la bocca di polvere. Fossi Paul Newman, farei perno con un piede ruotando su me stesso, e userei laltra gamba come una forbice per colpire chiunque mi stia attorno nel raggio di un metro. Invece sono solo un povero investigatore privato, per di pi bruno, ubriaco come ogni fine settimana da quando ho smesso di bere nei giorni feriali, che avrebbe dovuto comperare la lampadina nuova. La mia vita piena di se non: se avessi cambiato la lampadina non sarei entrato in una stanza buia, se non avessi giocato a chi beve pi tequila alla messicana mi sarei accorto che la luce era rimasta spenta nonostante linterruttore premuto, se fossi capace di riassettare questo fottuto soggiorno allamericana (o, se preferite, questo delizioso monolocale con spazio cucina e bagno-con-doccia, cio senza vasca) non avrei lasciato uno sgabello nel mezzo della stanza, se lavassi i piatti non avrei il lavabo pieno e non sarei costretto a usare uno sgabello poggia-piedi come reggi-piatti-da-lavare (quando i piatti raggiungono lo sgabello segno che vanno lavati: in genere funziona cos). Forse lordine dei se non non logicamente inattaccabile, ma d un senso allinsieme. Inoltre ho scoperto cos quel rumore di vaso rotto, e la cosa mi rassicura (lultima volta che successo sono rimasto per mezzora per terra, con la testa che dava un party a cui era invitato tutto il quartiere Fuorigrotta nella notte di Capodanno, a chiedermi da dove spuntasse fuori quel vaso che avevo rotto senza averlo mai posseduto). Cos, rassicurato dal rumore che le rotelle fanno dentro la mia testa mentre compongo poemi logici riservati a pochi spettatori non paganti (i piatti e il bicchiere che ho rotto), posso rialzarmi e cercare con circospezione la scrivania, prima che la catena dei se non si srotoli da sola verso terreni delimitati da minacciosi cartelli (Hic sunt leones!) In quel momento la lampadina sovrastante la scrivania, sollecitata da un impulso proveniente dal suo interruttore, si accende, per un attimo gli occhi mi si riempiono di luce (quante probabilit ci sono di riuscire ad accendere unalogena al buio mentre i tuoi occhi non le sono accanto?), e resto un attimo imbambolato, mentre la vocina rassegnata mi dice, col suono di un corpo che cade su una poltrona (il mio, credo) che troppo tardi. Dovrei trovare il modo di togliermi dalla testa questa maledetta concatenazione di se non O quanto meno, dovrei trovare il modo di disattivarla. Se fossi rimasto, forse non sarebbe finito tutto. Forse avremmo trovato una soluzione. Forse Barbara sarebbe ancora viva. Forse

(ormai troppo tardi, tanto vale lasciar libero corso ai miei pensieri) La vocina ipocrita dice, con tono sicuro, che lultima volta, ma questa volta per davvero. Da domani niente pi alcol, neanche di sabato sera. Lo squillo che la mette a tacere devessere un nuovo programma, una specie di salvaschermo, qualcosa di simile al tostapane con le ali che ti attraversa il monitor quando un po che non batti un tasto. Non ricordo di averlo inserito, ma sono contento che ci sia. Laltra voce non ha smesso di tormentarmi, per lei non ci sono sistemi di sicurezza. Se fossi stato con lei, Barbara non sarebbe volata dal tetto della discoteca Caribea, sorretta da una purpurea nube di ecstasy. Anche se non ha senso ripetermelo, continuo a pensare che lunica cosa che Barbara detestava pi delle droghe era la musica sudamericana, in tutte le sue varianti. E, in ogni caso, non aveva pi let per lecstasy. Sto per imbarcarmi in una caterva di recriminazioni, quando lo scatto meccanico della segreteria telefonica mi fa capire cosera quello squillo. (e io avrei pensato tutto questo nello spazio di quattro squilli del telefono?) Se non altro, i cattivi pensieri fuggono spaventati nelludire un: da oggi pomeriggio che ti cerco gracchiante dal registratore. Quanto a capire chi mi cerca, un altro paio di maniche. Ci penser domani, come diceva sempre la mia eroina preferita. Lultima immagine che ricordo mentre mi addormento sulla poltrona di me, in abito da Magnifico Rettore, mentre consegno la laurea honoris causa a Scarlet OHara per il suo contributo dato alla soluzione dei problemi dellumanit. Andrea Vannini sempre stato un tipo fuori dal comune. Non ci ha mai detto perch, un bel mattino, ha lasciato Universit e collettivo per entrare in Polizia. E nessuno di noi glielo ha mai chiesto. Ai funerali di Barbara mand un mazzo di fiori, e a me un biglietto: Scusami, non posso venire. Mi spiace, Andrea. Lultima volta che si fatto vivo stato, credo, pi di due anni fa. Anche allora una telefonata, come non ci si vedesse da due o tre giorni, un appuntamento al solito pub irlandese (lunico che abbia la Guinness alla spina, quasi vera, come fosse Donegal ), una serata di chiacchiere, come tra amici che si vedono abitualmente (quella volta l, erano solo due anni che non si faceva vivo: i tempi si allungano, devessere stato molto impegnato), senza mai nominare I quattro gatti, come ci chiamavano con sarcasmo quelli pi impegnati, quelli pi organizzati, quelli pi armati, quelli pi fedeli alla linea. Quelli pi stronzi. Noi quattro cani sciolti, sempre insieme sin dai tempi del liceo, anzi, ancor prima, sin dai tempi di quel baretto dove giocavamo al calcio balilla, e Andrea aveva quel tiro secco, potente, con cui segnava dalla difesa
ancora? Al bar, a calcetto, quando ancora non sapevamo niente di politica, da ragazzini insomma. Ma eravamo in cinque, cera anche quel ragazzo taciturno dalla testa grossa, e lo chiamavamo Giovannino Testagrossa, e un pomeriggio, in piscina, sbagli il tuffo, cos come si pu sbagliare un congiuntivo per troppa enfasi, e continuando a sorridere piomb in acqua, scomposto come una frase sgrammaticata, e lo recuperarono i bagnini, e tu eri l, presente, ma ogni volta che parli del circolo del calcetto ridiventiamo quattro, possibile? Ed era lui a tirare secco, di prima, Andrea aveva quel tiro obliquo, carezzava la palla e la effettava dolcemente, e non capivi se era un tiro o un passaggio, e gli altri pupazzetti giravano a vuoto come marionette dislessiche,

mentre la palla rotolante varcava sempre pi lenta la soglia della porta avversaria, talmente lenta che a volte la si recuperava con la mano prima che andasse gi, e si giocava con una palla in pi

e noi da sempre impegnati a litigare sui western, a dividerci in fazioni organizzate, con statuti, documenti, comunicati che venivano stampati e volantinati nelle assemblee, affissi alluniversit: da sinistra (allestrema, ovviamente) la Colonna Clint Eastwood accusava John Wayne di essere un compagno che sbaglia, un elemento propulsivo del movimento ormai oggettivamente trasformatosi in ostacolo alla dialettica interna alla classe; da destra, il Nucleo John Wayne rivendicava lortodossia di linea dura e senza cedimenti contro lo spericolato soggettivismo dei Peckinpah e degli Aldrich, che utilizzavano poche citazioni di John Ford tirate e allungate come il chewing-gum per affermare una linea avventuristica, oggettivamente al servizio delle forze della controguerriglia psicologica. Quando arrestarono Cristiano smettemmo di ridere quasi di colpo. Pochi giorni prima si era alzato allalba per volantinare davanti ai cancelli della Weber, assieme ad Andrea (che aveva da poco ottenuto il trasferimento a Bologna, e smontava proprio allora dal servizio, pensa te se lo riconoscevano che casino) un duro volantino (Le discese ardite e le risalite) contro lultimo film di Walter Hill, I cavalieri dalle lunghe ombre, opera di un agente della controguerriglia reazionaria, una fastidiosa zanzara estiva che svolazza sulla fanghiglia ai bordi dellinarrestabile fiume in piena della rivoluzione Da allora con Andrea cos: ci si vede solo quando vuole lui, si parla di niente, e ciascuno dei due (con Andrea, anche quando Barbara era ancora viva, mai pi uscite di gruppo) sa che dietro quel muro di niente c il non aver capito che, mentre noi ci limitavamo a giocare ai cow-boy, Cristiano sparava per davvero. E ammazzava. da oggi pomeriggio che ti cerco. Chiamami a casa quando rientri, oppure domattina in ufficio. In quale momento, ieri sera, ho inserito nel registratore una delle vecchie registrazioni delle trasmissioni di Barbara? In ogni caso, durante la notte devo avere abbassato il volume (ci metter due giorni a ritrovare il comando a distanza dello stereo sotto il cuscino della poltrona). Cos, mentre sgranocchio fiocchi davena e latte freddo, mi riascolto il pezzo dei Residents con cui terminava ogni volta Il t del contadino. Mentre la moka gorgoglia (ecco unaltra cosa da fare: devo comperare un nuovo filtro), sento la voce bassa di Barbara che sussurra, dietro la voce profonda del cantante: E anche per oggi tutto. E, mi raccomando, non dimenticate di offrire il t alluomo dellaratro, una bistecca al sole splendente, e un bicchiere di vino alla fatina della buona pioggia. Dopo esserci lasciati, inizi quella trasmissione musicale, lei che possedeva s e no venti dischi. Mai saputo cosa diavolo volesse dire, con quelle frasi finali. Barbara aveva i suoi segreti. La sigla di chiusura si intitolava Pain & Pleasure. Almeno questo so perch lo aveva scelto. Paura e piacere ci girano intorno, sinch non comprendiamo che sono una cosa sola. Cos diceva, pi o meno, quella canzone, appena arrivatale dallAmerica. Aveva amici a San Francisco, che ogni tanto la aggiornavano sugli ultimi scampoli della declinante scena Californiana.

Mentre aggancio il casco alla ruota anteriore della mia Vespa mi sovviene che la prima volta che metto piede nellufficio di Andrea. Dellispettore Vannini, mi correggo davanti al giovane poliziotto al quale, soprappensiero, ho chiesto: Dove posso trovare Andrea?

3. Fammi capire. Ti fai vivo dopo due anni, di domenica (ieri era sabato, ma fa lo stesso), e la prima cosa che mi dici, come fossi il tuo commercialista, : raccontami tutto della scalata alla FederFin del 1980. Ho capito bene, o mi sono perso qualcosa di essenziale, come scusa se non mi sono fatto vivo per tutti questi anni, oppure ti poi passata lasma? Hai capito male. Non voglio che mi racconti tutto. Ho gi letto il dossier, e non ci ho capito niente. O meglio, ho annusato una gran puzza. Voglio che tu me lo racconti saltando le fasi intermedie, le finanziarie dappoggio, i giri fasulli di azioni, i prestanome, e cos via. In trenta righe: una cartella secca. Sei tu che capisci leconomia: io mi fermo al modello 101. Le scuse te le faccio dopo. Uno pari, palla a te. Fammi sognare. In un mondo in frenetica trasformazione, consolante scoprire che non tutto cambia. Negli anni del liceo circolavano leggende sul tatto e la sensibilit di Andrea Vannini. Visto che alla fine vincer lui, rinuncio a combattere. Mi guardo intorno, tanto per far sbollire lirritazione. Le pareti sono bianche, o almeno lo erano quando cera Scelba. A parte il crocefisso e il presidente, non c nulla che ravvivi, per cos dire, il muro. Mentre mi giro verso Andrea, scopro una piccola foto sul mobiletto in legno, fissata con una puntina colorata. Sandro Pertini, col braccio sinistro sul fianco e il braccio destro imperiosamente levato in aria, elegantissimo come sempre, circondato da giovani armati e impolverati. Milano 1945. Andrea Vannini, non cambierai mai. Lunico, nelloccupazione del 74, a intervenire in una tumultuosa assemblea, gelando il frastuono, i fischi, il marasma citando il compagno Sandro Pertini. Chi? Il compagno Sandro Pertini. E lassemblea tace, nello sconcerto di quasi tutti i capetti abituati a citare nome improbabili come Cenpot, Trschi, Rudidsc-che, ai quali proprio non sovviene quale linea, quale tendenza di destra o di sinistra, spontaneista ovvero operaista faccia capo al compagno Sandro Pertini. Sotto la foto di Pertini, un ritaglio di giornale:
RITROVATE A PARMA LE TELE DI BACON

Bacon lo conosco. Barbara era stata in Svizzera a vedere una collezione privata, e mi aveva mandato una cartolina con un suo quadro. Una specie di pugile, una via di mezzo fra Picasso e un piatto di fegatelli, con dietro un saluto: la mia ultima scoperta. Te ne parler, quando ci rivedremo. Timbro postale, 29 agosto. Non ci vedevamo da sei mesi. Lho rivista sotto un lenzuolo, col collo spezzato, quando mi hanno cercato per il riconoscimento. Larticolo racconta della brillante operazione condotta dal giovane neo-ispettore Andrea Vannini, che si spacciato per un acquirente interessato per sgominare una centrale specializzata nella compravendita

di opere darte trafugate. Oltre alle due tele, rubate a Londra nell82, ritrovati numerosi vasi etruschi, monete doro di epoca romana, degli acquerelli del Il tuo primo successo? Cos c scritto. Quando risponde cos, vuol dire che qualcosa non funziona. Cosa c che non va in questo articolo? Le tele rubate a Londra erano tre. Ne abbiamo recuperate solo due. Mancava la tela centrale. E di quella non ne ho trovato neanche le tracce. Svanita nel nulla. Mai immessa sul mercato. Qualcuno, da qualche parte, si sveglia al mattino e se la guarda. Io al mattino posso al massimo contemplare limmondezzaio comunale. Poetica e retorica degli appartamenti Iacp. Sul suo tavolo, in una carpetta di cartone giallo-ittero, laffare FederFin. Una pagina gloriosa della finanza italiana. La prendo in mano, e sollevandola scopro che sotto c n unaltra, dello stesso colore, ma con meno documenti allinterno. Sopra c scritto: Alberto Dondi. Il nome mi dice qualcosa, ma non ricordo le circostanze. Anche la foto non mi dice niente. Dietro la carpetta, il volto inespressivo di Andrea. Quando avrai finito di studiare il panorama, ricordati di me Continuo a leggere, come non lo avessi sentito. Alberto Dondi, di Gian Maria e Andreina Pagnin, nato a Fiesole ( FI) nel 1956. Segnalato in numerose manifestazioni dellultrasinistra, senza fissa collocazione. Nel 78 una nota informativa lo segnala attivo nel Comitato della Solferina (vedi fascicolo), organizzazione la cui pericolosit emersa nella primavera dello stesso anno. Iscritto a giurisprudenza, otto esami sostenuti in cinque anni. Irreperibile dalla fine del 79. Sospettato di contatti con Prima Linea. Nel settembre 1982 viene fermato a Londra, con documenti propri. Estradizione non concessa per mancanza di riscontri alle accuse. Lanno successivo si imbarca su un volo Dublino-Ankara-Bombay. Quelli della Solferina me li ricordo. Figli di pap che hanno giocato ai soldatini per un paio danni, per poi scomparire nel nulla. Non avevano certo problemi a procurarsi le armi: in genere, sfoggiavano quelle di famiglia. Una volta uno di loro, dimentico di cambiarsi le scarpe, scoperto in assemblea con le Peter Flower ai piedi aveva tirato fuori un revolver spropositato, mancando di un niente uno di quelli che gli stavano sputando addosso. Anni affollati, gente Cosa centrano quei fighetti della Solferina? Probabilmente niente. Parlami delle gesta del padre di quel campione. Gian Maria Dondi, lo squalo che si fatto da s? Prego? cos che lo chiamano, nei salotti buoni. Non credo che lo chiameranno ancora. E se lo faranno, non credo che risponder. Devessere successo qualcosa. Forse dovrei ascoltare i notiziari, prima di uscire di casa. Forse dovrei addirittura comprarmi un televisore. (dovrei farlo, ma in questo caso non sarebbe servito a niente. La notizia del suicidio non ancora in mano alla stampa) Inizio a raccontare. Sono sempre stato bravo, nelle sintesi. Sono le analisi a fregarmi. per questo che mi sono specializzato nelle investigazioni finanziarie: al livello a cui opero io, in genere vengono a cercarmi con gi tutti i dati in mano, e io devo solo compiere quelle piccole correzioni alle vigenti normative per scoprire dov che i fili si sono annodati.

Laffare ChemiBrianza-Federfin. Tragedia in cinque atti e un intermezzo. Atto primo. La FederFin, azienda chimica di peso nazionale, numero due nel settore concimi, decide di accrescere il proprio peso sul mercato acquisendo la ChemiBrianza, spregiudicata azienda staccatasi da una costola dellIcmesa, specializzata nei materiali plastici. Obiettivo della fusione, la creazione a medio termine del terzo polo nazionale nel settore chimico, meno grosso ma pi agile di Eni e Montedison. Con un accordo fra le due societ, la Federfin acquisisce il pacchetto di maggioranza della ChemiBrianza, di propriet dei fondatori Gilberto Varisi e Gian Maria Dondi, a un prezzo rivalutato. Parte delle quote viene scambiato col sette per cento delle azioni FederFin, quattro per cento al Varisi e tre per cento al Dondi. Per finanziare loperazione, il dieci per cento delle azioni FederFin viene immesso sul mercato, mentre un altro dodici per cento viene acquistato da una finanziaria canadese, la Logan Ent. Incom., apparentemente interessata a farsi spazio sul mercato nordamericano con lapertura di un ramo canadese della Federfin. Loperazione pulita, apparentemente senza problemi: la FederFin si espande, Varisi e Dondi rivendono le proprie azioni realizzando una plusvalenza impensata, e per soprammercato entrano, come soci di minoranza, nel salotto buono della chimica, nel giro che conta. La Logan Ent. Incom. garantisce una presenza su un mercato dove i concorrenti europei non sono ancora presenti. Infine, il dieci per cento delle azioni, polverizzato sul mercato, non preoccupa nessuno. Chiaro, fin qui? Pi o meno. Spiegami perch la FederFin mette in vendita qualcosa come il ventinove per cento complessivo delle proprie azioni. Per due ragioni. Primo, ma questo non lo dovrebbe sapere quasi nessuno, ha nei piedi pi argilla di quanto sembri: non ha liquidit necessaria per un boccone come la ChemiBrianza, e non pu correre il rischio che qualcun altro ci arrivi per primo. Secondo, il quarantatre per cento delle azioni FederFin in mano alla famiglia Cabacci Cabacci. Nella chimica italiana da tre generazioni. Lesperienza al servizio del mercato e con una quota di maggioranza cos robusta i Cabacci si sentono al sicuro. Dopo tutto, il dodici per cento che parte per il Canada meno di quanto part da Torino in direzione Tripoli ai tempi dellintesa Agnelli-Gheddafi. Forte e chiaro. Atto secondo? Sono soddisfatto di come riesco a dipanare quel groviglio di serpi con poche frasi, eliminando tutti i passaggi intermedi, soprattutto quelli fatti apposta per depistare non solo un povero ignorante come Andrea Vannini, ma soprattutto le commissioni di controllo. Che, del resto, non chiedono che di essere prese per il naso in modo credibile, senza che la cosa appaia troppo evidente. Mi servo da solo un caff dalla macchinetta automatica, per coprire quel retrogusto di tequila che mi tormenta il palato. Atto secondo. Al momento della collocazione (Dio, che schifo! Con cosa lo fanno il caff qui, coi ceci tostati?) della collocazione del dieci per cento sul mercato, qualcuno gi pronto, con capitali liquidi freschissimi e ben oliati. Le azioni FederFin vengono rastrellate nel giro di quarantotto ore. Nel giro grosso cominciano a guardarsi lun laltro di traverso. I canadesi fanno la voce forte: se questa la credibilit e la riservatezza del mercato italiano, grazie tanto, non ci stiamo. I Cabacci sudano sette camicie per convincerli a rimanere nellaccordo. Intermezzo. Un dirigente dellIcmesa viene ucciso, a Monza. Seveso, tanto per capirci. Qualcuno di quelli che sparano pensa che sia una buona idea. Malauguratamente per Varisi, questo qualcuno si ricorda anche di quella nuvoletta che sorvol Cuneo una mattina di qualche anno prima. Morale, Varisi viene ucciso il 17 aprile 1980. (quando dico la data esatta, io che di solito non sono capace di ricordare la data di morte di Napoleone, Andrea mi fulmina. Non muove un muscolo, un sopracciglio, un labbro. Si limita a

incenerirmi con lo sguardo e aspetta che io ricomponga misericordiosamente le mie ceneri. Cristiano Malavasi, che cazzo hai combinato?) Atto terzo. Nel mese di luglio, mentre lItalia parte per le vacanze, Gian Maria Dondi, che ha acquisito le azioni del suo socio e ha dichiarato, in una commovente commemorazione pubblica, che il programma di questa azienda, che noi abbiamo creato iniziando a lavorare con le toppe sotto i pantaloni e le maniche di camicie rivoltate, continuer immutato, perch alla sua testa saremo sempre in due, come lo siamo stati per trentanni, rileva le azioni dei canadesi. Si scoprir in seguito che la Logan stata creata da un gruppo di finanzieri per svolgere operazioni sporche come questa. Dondi e Varisi erano evidentemente della ballotta. Nel giro di due anni la Logan si scioglier nel nulla. A met agosto, nuovo colpo di scena: il dieci per cento immesso sul mercato lo ha in mano Dondi, che ha utilizzato, per rastrellarlo, i soldi con cui la FederFin ha acquistato la sua baracca velenosa. Fermo un attimo. Vuoi dire che la FederFin ha pagato in anticipo le azioni della ChemiBrianza? Non imparer mai. Scommetto che continua ad avere un conto in banca con interesse del due per cento, e paga pi interessi passivi di quanto non guadagni col deposito. Voglio dire che Dondi e Varisi si erano fatti anticipare, da qualche finanziaria lussemburghese o svizzera, i soldi per loperazione, utilizzando come garanzia e copertura i futuri introiti. A questo punto, Dondi ha in mano il ventinove per cento delle azioni della FederFin, e con piccoli azionisti di minoranza dalle comuni frequentazioni politiche costruisce una cordata che arriva al trentotto per cento. Cos, la situazione pericolosamente in stallo. I Cabacci hanno ancora il quarantatre per cento, ma una cordata rivale del trentotto per cento fa paura. Ciascuno dei due partiti sarebbe costretto a sorvegliare il mercato in unopera di costante accaparramento delle azioni disponibili, e la cosa non conviene a nessuno dei due. Per di pi, i Cabacci, ad agosto, hanno la cassa vuota. Dondi lo intuisce, e propone un accordo. Atto quarto. La Carbofibre, societ controllata dal maggior polo chimico nazionale, che possiede un simbolico due per cento della Federfin, acquista il tre per cento dai Cabacci, il cinque per cento dal Dondi e il tre per cento dai suoi soci di cordata. Situazione: Cabacci, quaranta per cento e due lire in cassa, per buona misura; Dondi, ventiquattro per cento; i suoi amichetti, sei per cento; a far da arbitro, col tredici per cento, la Carbofibre, che afferma di temere una guerra interna che dissangui il mercato e apra la porta principale ai gruppi chimici tedeschi e svizzeri. estate, lItalia suda, e quando non suda pensa a una stazione ferroviaria saltata in aria, e nessuno ha voglia di scavare sotto questa tregua. (credo di avere un pezzo di cicoria bruciata al posto della lingua: peggio per me, perch ho bisogno di un altro caff) Atto quinto, il gran finale. Allanno nuovo, Dondi acquista lintero pacchetto Carbofibre, e diventa il socio di maggioranza della FederFin. Dondi aveva una tale liquidit? Cosa posso fare? Eppure ha studiato, e il suo quoziente intellettuale nella norma Dondi li trova, i liquidi. Appesi al caminetto, nella calza della befana, se preferisci. E diventa il padrone della FederFin. Ai Cabacci, cornuti e mazziati, non resta che vendere parte delle loro azioni, per reperire un po di fondi con i quali andare a nascondersi da qualche parte. E adesso, indovina il buon Dondi, il gran prestigiatore che fa comparire capitali dal cappello come fossero conigli, cosa fa, per prima cosa? Cede alla Carbofibre il controllo della ChemiBrianza. Adesso, se hai studiato bene, dovresti sapermi dire la morale della storia. Schiaccia nel posacenere la sigaretta fumata a met e abbozza un sorriso. Fammi indovinare. Dondi era un piccolo padroncino, e ora possiede una societ dieci volte pi grande. I Cabacci, che con la loro debolezza rischiavano di essere scalati da altri gruppi, sono stati

spazzati via dal mercato senza che i grossi calibri si sporcassero le mani. E la Carbofibre, stando a questo dossier, diventa (legge sul dossier) azienda leader nel settore delle plastiche chimiche. Li scrivono cos, i dossier, i nostri tutori dellordine: copiandoli dalle inserzioni pubblicitarie sui giornali. Azienda leader nel settore delle plastiche chimiche ora di pranzo (o di cena, per chi non ha fatto colazione a mezzogiorno inoltrato con caffelatte e fiocchi davena), e ho una trib di vermi solitari nello stomaco. Andrea mi guarda, e abbozza un sorriso. Sento le labbra che gli si screpolano per linusualit del gesto, mentre mi dice: Vieni da me, ti racconto il resto a casa. Devi farmi un altro favore.

4. Lultima volta che ho visto quel manifesto di Ombre rosse era sulla parete del nostro covo, un paio di piccole stanze, una delle quali foderata con i contenitori delle uova, che si dice assorbano i suoni (non hanno mai assorbito alcunch se non gli albumi delle uova rotte nel trasporto, ma del resto neanche noi ci abbiamo mai suonato). Adesso ha qualche strappo, ma protetto da una cornice a giorno. Su una mensola, alcuni libri familiari, una vecchia sveglia, di quelle che fanno tic-tac e suonano col martelletto sulle campanelle, un Monopoli e una foto di gruppo. Quattro ragazzi sorridenti, destinati a un brillante avvenire. Due sono in questa stanza, con un bicchiere in mano, mentre nel forno si scaldano due pizze surgelate. Ci metto un po a riconoscere i Quicksilver nellaria. Hai dimenticato John Cipollina? Credo di s. Adesso che la musica va mi ritorna in mente qualcosa. Una classifica, che non mai stata definitiva. Primo, a seconda degli umori, Eric o Jimi. Dietro, John Cipollina: sempre stato terzo, in ogni classifica. Forse mi piaceva per questo. Cos che ti rode, in questo caso? Un riccone si spara: e allora? Niente messaggio? Probabilmente non ha mai saputo scrivere. Forse voleva scrivere un addio, ma non sapeva quante d usare Hai controllato se nella stanza aveva un vocabolario? Non questo. Tra laltro, uno che la famiglia lha dispersa fra manicomi svizzeri, conventi tibetani e case popolari nella bassa magari non sa neanche a chi scriverlo, il biglietto daddio. Ma non mi va a genio lo stesso. A cominciare da quella pistola. Adesso, probabilmente, sono io a sembrare lo scemo del villaggio. Il fatto che in quella pistola non ci trovo niente di strano: quelli della Solferina, lo sapevamo che gente era. Adesso sappiamo che il figlio di Dondi era uno di loro o meglio, c anche un indizio, perch lo sapevamo gi. E allora? Non il figlio. Quel coglione adesso sar diventato un arancione (lo ha detto sottintendendo un coglione arancione) chi se ne frega. Al massimo, posso usare la pistola come pretesto per tenere la faccenda aperta per qualche giorno. il quadro dinsieme, o forse lo sfondo, che non mi convince. Immaginati Dondi: parte dal nulla, si fa strada a gomitate negli occhi degli amici, e ogni singolo successo deve sembrargli un brandello strappato con i denti dalla bocca di un mondo ostile. Come credi che funzioni la testa di un uomo cos? Quando parte per la tangente, inutile provare a rispondergli. Non sta dialogando: monologa ad alta voce. Mentre continua per conto suo, sforno le pizze, prima che si carbonizzino. Cerco dei piatti che non siano di plastica, invano. Io, anche se non li lavo di frequente, almeno mangio in piatti veri. Avrei voglia di chiedergli quando ha smesso di mangiare decentemente, ma non credo di voler ascoltare la risposta. Come uno che vive nel lusso, ma non butta via niente. Ho dato unocchiata nelle stanze: ci sono vecchi mobili che sono stati sostituiti nelluso da mobili nuovi, pi belli e confortevoli, ma sono rimasti al loro posto. Persino quella stupida pistola, che poteva creargli qualche grattacapo, rimasta conservata da qualche parte. stata la sua prima arma, comperata quando gli si manifestato per la prima volta il timore di essere derubato. uno status-symbol: possono derubarmi, dunque sono ricco. Invece la servit

non resta in servizio per pi di quattro-cinque anni, durante i quali frequenta la villa lo stretto indispensabile per svolgere le proprie mansioni. Un uomo cos, soprattutto dopo che la moglie andata fuori dai coppi, dovrebbe aver piacere ad avere qualche vecchio servitore attorno: anche loro sono uno status-symbol, e lo aiuterebbero a sentirsi meno solo. E invece no. Tranne il custode. Che per non pu sorvegliare linterno della villa. Forse non si fida del tutto, o forse non vuole essere osservato. Ma allora, perch non rivolgersi a una sorveglianza privata? Cos uno spreco di denaro, paga come custode un giardiniere. Ti sembra il tipo? (no, non mi sembra, ma se il vecchio pirata aveva qualche mania cosa posso farci?) Poi unaltra cosa, anche questa quasi insignificante. Ho parlato con i suoi soci daffari. I quali, visto il modo in cui ha conquistato la societ, lo tenevano docchio, tanto per non farsi sorprendere con le braghe calate. Per farla breve, il Dondi ha dato disposizioni, due mesi fa, di trasferire una quota del suo pacchetto in affidamento a una finanziaria britannica, di cui si sa quasi niente, e che mantiene le labbra cucite. Per sembra che tra le disposizioni testamentarie ci sia qualcosa che riguarda un eventuale decesso. Stai dicendo che questa societ fantasma potrebbe essere divenuta proprietaria delle azioni ricevute in custodia? Esatto. Una quota non molto rilevante ai fini di uneventuale scalata, anche se convertibile in un gruzzolo cospicuo. Per ammetterai che la cosa ha poco senso. Gi. Non si lascia qualche miliardo in eredit a una scatola di cartone buona per tutte le stagioni. La puntina gratta sullultimo solco del disco. Andrea si alza, e comincia a scartabellare fra i dischi. Sei ancora convinto che i Cream siano stati il pi grande gruppo di tutti i tempi? mi chiede perplesso. Ho paura di non ricordarmi pi neanche chi fossero, i Cream, ma non faccio in tempo a dirglielo. Quando parte White Room crollano gi interi muri di oblio. Questo mondo fa un po meno schifo quando riesci a renderlo pi vivibile. questo il favore che devi chiedermi? No, c dellaltro. Nelle ultime settimane sono stati vendute piccolissime quote azionarie della FederFin. Niente di serio, e se gli amministratori della FederFin non avessero tenuto gli occhi ben aperti probabilmente non se ne sarebbe accorto nessuno. Ma a operare sembrano essere uno o due di quei barracuda del mercato che non lavorano mai con materiale di propriet, ma sempre per conto terzi. E i signori in questione sono convinti che quelle azioni provenissero proprio dalle mani del Dondi. Ora, perch uno che ha molti soldi fa vendere di nascosto, attraverso dei personaggi inaffidabili, le proprie azioni? Perch ha bisogno di contante senza passare dalle banche? Ridicolo. Chiss quanti conti in nero avr avuto. Per non parlare delle possibilit di lavare tutto il contante che voleva Lo penso anchio. A meno che non fosse qualcun altro a non fidarsi di lui. Prova a pensare: qualcuno deve incassare dei soldi, ma vuol essere sicuro che non risultino da nessuna parte. E non si fida del Dondi. E non uno di quelli che ha le mani in pasta con finanziarie bidone, conti in nero e cose simili. Tanto vero che si rivolge, come intermediario, a uno che, a quanto ne so, venderebbe sua sorella a una banda di stupratori. Comincio a capire. E allora voglio che tu domani mi vai a tenere docchio il mercato azionario, per vedere cosa succede. Cos capisco subito se il caso di andare avanti o no. E come ci arrivo a Milano per le otto del mattino? domenica sera, e non ho mai posseduto unautomobile. E anche se la possedessi, non ho la patente Quando si rimette in moto la fabbrica del se non segno che ho gi perso. per questo che quando lo sento dire: Non ti chiedo di andarci in Vespa. Ti faccio dare un passaggio da una macchina

che a Milano, per servizio, ci va tra un poco, non reagisco neanche. Lo so che quella macchina casualmente gi sotto casa, che aspetta. Sar una lunga notte, penso mentre salgo sul sedile posteriore e guardo le facce dei miei compagni di viaggio. Sicuramente la serata sar allietata da barzellette sui carabinieri, l opera omnia di Mino Reitano e birra nazionale. Certe cose si leggono sulle pieghe del viso, come fossero scritte col neon fosforescente.

5. Mi sbagliavo: Mino Reitano roba passata. Toto Cotugno devo essermelo perso, nascosto fra le pieghe temporali che separano il periodo in cui ascoltavo musica, ma non quella italiana, da quello in cui sono rimasto senza radio, e per qualche anno non lho pi ricomprata. Oltretutto, allepoca ascoltavo musica in case di amici, e compravo non pi di due-tre dischi lanno. Adesso sono abituato ad accendere su un canale, e a dimenticarmelo acceso mentre faccio altre cose, e magari esco senza spegnere. Ci penso mentre faccio colazione vicino alla centrale di polizia, in un bar ( cara el me Cavenagh) chiassosissimo, affollato da credibilissimi hippy, spacciatori, ruffiani ( ona volta leva minga come al d dinkou) e quantaltro il catalogo del perfetto poliziotto-infiltrato-ma-riconoscibile prescrive. Dalla radio del bar ( dismela k intra de nn ) sento lEnzo cantare Lui era dritto che scrutava nella nebbia, e mi sembra giustissimo come inno di questo circolo privato. Magari sono io a essere prevenuto. Essere passato dalla politica alle investigazioni private, restando sempre ai gradini pi bassi ( da due-tre anni che mi sono specializzato nelle indagini economiche e finanziarie, e riesco a dir di no ai tradimenti coniugali, pedinamenti dei figli per conto dei padri, mariti che mentono alle proprie mogli sui debiti di gioco mentre si ipotecano la casa, e via degradando), mi d una certa competenza, che al delinquente medio dovrebbe essere negata. Magari un travestimento cos serve da specchietto per le allodole, mentre il vero infiltrato passa inosservato. Magari sono semplicemente di cattivo umore, e cerco un pretesto per non cominciare a pensare male di Milano. Il fatto che odio Milano, lho sempre odiata. Non so che farci, io a Milano vorrei starci il meno possibile. Mai combinato alcunch di utile, e spesso litigato con tutti (e specialmente con Barbara): una depressione, sempre una citt che mi dice male, ha niente da dirmi, non mi importa alcunch, perci trovo inutile venirci. Non so che farmene del Campari in Galleria e del retaggio asburgico e della Madnina e delle cotolette e dei risottini allo zafferano e del burro. Amaro Ramazzotti, per me, no grazie, e la nebbia che belesa, la va gi per i pulmn, figuriamoci. Basta gettare uno sguardo lungo corso Buenos Aires e vedere la gente andar di fretta e i panni firmati Fiorucci, e subito mi viene una gran voglia di pizza come la sanno fare a Napoli, da Michele ai Tribunali, olio doliva e vino primitivo e zuppe di pesce. Lo so, ormai, che faccio uno sbaglio tutte le volte che ci vengo, forse perch era milanese tutto ci che non mi mai andato gi di Barbara, compreso il suo orribile caff allungato che lasciava nello stomaco un rigurgito dacqua calda e predisponeva a una pessima mattinata. Forse, semplicemente, sto diventando paranoico. Ho pensato a lei ieri, in questura e poi a casa di Andrea, e adesso sono solo le sei e tre quarti. In genere, quando non bevo, riesco a non pensarla. Talvolta riesco (persino) a uscire con altre ragazze, e ogni tanto mi capita (addirittura) di non dormire a casa mia. Provo a concentrarmi sul mio personale, privatissimo odio verso Milano, per togliermela di testa. Brutto segno: per riuscirci, devo arrivare a prospettare lidea di una destinazione di Milano quale poligono di prova per la bomba al neutrone (larchitettura della vecchia Milano, devo essere sincero, non male, e il Duomo mi sempre piaciuto). Cos, solleticato dalla visione di una Milano deserta, penso a don Abbondio, al suo auspicio di una peste ricorrente, che ogni tanto ripulisca e sgomberi le strade del mondo dal fango e dal sudiciume, e distrattamente faccio lerrore di ordinare un secondo caff. Mentre bevo la porcheria,

penso a qualche tortura da infliggere al barista, finch la mia stupida mente, lasciata troppo libera, mi punisce con unaltra feroce associazione di idee. Cristiano, che passa le sue giornate a leggere e rileggere Manzoni. Cristiano, conosciuto come fra Cristoforo in quel di San Vittore, dove attualmente risiede. Non colpa di Milano, in fondo. Milano solo brutta. questo mondo che peggio. Esco dal bar.
Milano mia, portami via ho tanto freddo, schifo, non ne posso pi

luned, ho dormito da schifo in una macchina della polizia mentre percorrevo lautostrada di notte, mi sono ripulito al diurno della stazione, ho fatto colazione con una pasta risalente ai tempi in cui la linea pi breve fra due punti era sempre un lancio di Michel Platini (cosa ti aspetti, allalba di luned: croissant appena sfornati per te?) e sono pronto per una radiosa missione: entrare nel tempio della finanza e vedere cosa succede. Facile: centinaia di persone agitate, un listino di cui conosco a mala pena la met dei titoli, una confusione inenarrabile, e io l in mezzo che cerco di capire se qualcuno ha laria di aver saputo della piccola tempesta in un bicchier dacqua che verr annunciata alla stampa solo alla chiusura delle trattative. E ovviamente scoprire cosa sta trattando questo fantomatico veggente, e prendere mentalmente nota di tutto. Sono mesi che non metto piede qui dentro. Come sempre, scelgo a caso quale tesserino usare. Quello di operatore lho lasciato a casa, per cui sfodero la tessera verde scuro dellOrdine dei giornalisti (bei tempi, quelli in cui Stampa Alternativa la regalava a chiunque), poi vedo che lusciere di quelli che conosco, ed entro con un sorriso radioso, sfoggiando ottimismo da ogni poro. (Oggi Li Spacco In Quattro, dovrebbe essere la traduzione letterale della mia smorfia) Una volta dentro inspiro, pi che altro per il bisogno dun gesto che dia inizio alla ricerca, mi guardo intorno un paio di volte, poi comincio a fissare un codino unto che penzola sopra un Ermenegildo Zegna sicuramente sopra le righe. Giampiero Lamanna, una delle prove viventi che lAids non stato mandato da Dio per punire gli ingiusti e i malvagi, ancora sulla piazza, purtroppo in ottima salute. Non so se si riferivano a lui, gli amministratori della FederFin, quando hanno usato il termine barracuda: se cos, sono stati benevoli. Giampiero Lamanna un piccolo predatore della societ, passato attraverso unesistenza nomade non per vocazione, ma per necessit. Per anni ha pendolato fra quattro o cinque citt, ogni volta scomparendo dalloggi al domani, ogni volta lasciandosi dietro un refolo di sospetti su un magazzino di vestiti svaligiato, un Tir rubato e ritrovato vuoto, un ricco turista austriaco derubato di tutto. Tutto questo vagare, sfuggendo come unanguilla gi unta ma che non si riesce a mettere in padella, fra le maglie della giustizia penale lo ha temprato. Il Lama, come lo chiamano qui a Milano, morto molte volte, e ogni volta rinato pi forte, pi infido, pi repellente. Due anni fa lho incrociato, proprio qui. Annusai qualcosa, ma non era implicato nelle indagini che svolgevo, e lo lasciai al suo destino. Che evidentemente quello di incrociarmi ogni volta che passo di qui. Il Lamanna non , propriamente parlando, un operatore di borsa. Ma pu capitare che lo faccia. Cos, quando compare, quasi sempre allapertura (il Lamanna si muove sempre per conto terzi, e dunque tendenzialmente sa gi in partenza cosa fare), viene quasi sempre circondato da una piccola folla di

mini-speculatori, pesci-pattumiera che nuotano al seguito dello squalo per cibarsi dei suoi scarti. Se il Lamanna vende, si pu esser certi che probabilmente vender sottocosto. Se compra, per rastrellare, e dunque comprer sovrapprezzo. Il Lamanna fa pagare a caro prezzo lincompetenza di chi si rivolge a lui. Del resto, rivolgersi a lui significa non solo incompetenza, ma soprattutto mancanza di alternative. In definitiva, un elemento tipico, come ce ne sono molti, n meglio n peggio di lui. Ma dal momento che ho piena libert di movimento, tanto vale scoprire cosa venuto a fare qui. Cos mi accodo alla torma di giovani unti che si guadagneranno la giornata sul grasso che gli cola dai capelli tirati allindietro. Oltretutto il Lamanna deve avere un solo incarico da espletare, perch butta unocchiata distratta sul listino dapertura (daccordo, pu esserselo studiato sul televideo), rilegge un paio di volte un appunto su un taccuino quadrettato, e va a piazzarsi in pole-position. Oggi devessere la mia giornata fortunata, penso quando lo vedo alzare la mano e cominciare a vendere FederFin una sullaltra, sempre dando limpressione di non conoscere le quotazioni del titolo che, anche se di pochissimo, iniziano a calare in apertura. Me lo mangio con gli occhi, pensando che tutto troppo facile. Intorno, infarti precoci acquistano non appena il titolo comincia a scendere, qualcuno butta ogni tanto due conti su un foglietto, molti guardano ansiosamente il tabellone, in attesa del momento pi conveniente per rivendere. Usciranno di qui tutti alla stessa ora, andranno a riempirsi di colesterolo e grassi ultraveloci nello stesso posto, guadagneranno tutti le stesse quattro lire (oggi giornata facile), a rimorchio su una piccola speculazione altrui, ma fondamentale per ciascuno di loro che quelle quattro lire entrino entro le dieci e mezza. Dopo quel limite, iniziano le palpitazioni, le ansie, i sudori, le azioni delle coramine fluttuano in alto, gli ansiolitici dilagano, le toilette cominciano ad affollarsi e le narici a sgocciolare, il tutto esattamente in questa sequenza. Io odio i miei se non per vari motivi. Uno di questi che hanno sempre ragione. Ad esempio, se qualche minuto fa non mi fossi fatto fregare dalla mia vena moralisteggiante (solo per pochi minuti, il Seneca di piazza Affari, signori e signori!) non mi sarei inavvertitamente avvicinato troppo al Lamanna. Quando mi accorgo che mi sta fissando, resto imbambolato, stupito dallespressione inattesa del suo volto. Listintiva vampata dodio che dilaga dai suoi occhi sfuma immediatamente in un irritato stupore, poi si scioglie in un lago di disprezzo che si accartoccia attorno alla piega delle labbra, come una ruga di troppo. Nel momento in cui distolgo lo sguardo da quegli occhi sottili, appiccicati a zampe di gallina eccessive per la sua et, ma non certo per la suo tenore di vita, il Lamanna chiude di scatto il taccuino, si tuffa nella calca e scompare. Per un attimo mi chiedo se seguirlo, poi desisto. A che fine? Vendere non un reato, e quello che dovevo fare lho fatto. Vado a cercare un telefono, e compongo lo 051. Se mi va bene, sono sullIntercity di mezzogiorno. Quando nel pomeriggio passo a trovare Andrea, resto deluso. Mi aspettavo unespressione pi aperta, sollevata. Invece rabbuiato come ieri, se non di pi. Evitiamo il solito bar di servizio, e andiamo a prendere un aperitivo in centro, dal mio barman. Il mio solito, per due! gli grido oltre la gente al bancone. E tramezzini. Quattro. Anzi, sei, aggiunge Andrea. Anche stasera la sua cena servita. In dispensa, se non ricordo male, ha sempre un paio di scatolette di tonno, se rincasando dovesse avere ancora fame. Allora? Allora, se di mezzo c uno come Lamanna, mi dice con la bocca impastata di maionese, mentre i tramezzini scompaiono uno alla volta nelle sue fauci, la cosa mi piace poco. Ho fatto fare un paio di accertamenti da quelli di Milano. Lamanna non rincasato, almeno sino a mezzora fa. E la cifra che ha realizzato oggi non indifferente, quanto a denaro. Per poteva aspettare, senza dare nellocchio. E invece sembra aver venduto tutto, e in una volta sola. Cosa ne dici?

Il cameriere arriva con i due cocktail, le olive e i salatini. Aspetto che appoggi il tutto sul tavolo e si allontani. Dico che domani, quando la morte di Dondi sar di pubblico dominio, i titoli FederFin caleranno, almeno per un paio di giorni. E se quello che mi hai detto sulla finanziaria londinese vero, ci sar da ballare. Ma, nellincertezza, probabile che i soci di maggioranza del Dondi rastrellino il mercato, per coprirsi le spalle: e quindi sarebbe stato pi conveniente vendere fra qualche giorno, anche se forse pi rischioso. In conclusione, se tutto ci significa qualcosa, forse Lamanna sapeva della morte di Dondi. Ma non sa altro. E quindi E quindi ha senso, ma non quadra. O non basta. Lamanna solo un pupazzo, ma dietro di lui c qualcuno che forse si sta servendo anche di lui. Come se volesse farsi notare da noi, o da altri tramite noi. In ogni caso c stato movimento di denaro, e questo gi qualcosa. Tu hai qualche informatore che non collabora anche con noi? Uno che sappia se c del movimento, in questo momento, in altri ambiti? Credo di s. Lo vado a trovare stasera, e ti faccio sapere. Bene. A proposito, cos questa roba? Southern Comfort, angostura e succo darancia. Ti piace? No. Troppo dolce. Almeno in questo non cambiato.

6. qualche anno che non vado al luna-park. Adesso che ci sono, so anche perch: questo posto triste, a partire dalla polvere sino alla sommit delle giostre, che a me danno il mal di mare solo a guardarle. Quandero piccolo ci venivo, e mi sembrava divertente. In questo momento non riesco a ricordarmi, a parte il tunnel dellorrore, cosa mi piacesse tanto, ma dal momento che otto volante e cose simili mi davano il voltastomaco sin da allora (non vero: adesso mi danno il voltastomaco, allora era una sacrosanta paura infantile), devono esserci delle giostre che col tempo sono venute a mancare, e che mi sono dimenticato. Do una rapida occhiata in giro, so chi cercare, e naturalmente non c. La mostra dei serpenti (ORRIBILI RETTILI VIVI!, minaccia linsegna luminosa, lasciando immaginare iguane, cobra, piccoli coccodrilli, e quantaltro potrebbe rovinarmi la digestione per un paio di sere) al suo posto, ma Ruggero non lhanno neanche sentito nominare. Figurarsi. Ci metto dieci minuti a entrare nel Festival dellUnit e a trovare il capannone-libreria. Ormai non hanno neanche pi il pudore di tenere separati luna-park e festival. Chiss come faranno, a fine festival, a impedire che il popolo della sinistra vada a cercare il comizio del Segretario generale al banco dei pupazzi giganti in peluche (tre centri si vince lorsetto, cinque e si vince il tricheco!) E non solo questo: anche se lestate finita, si sente ancora del tanfo, come (per dire) lo scarico di una porcilaia che parte dallArena Parco Nord e arriva (sempre per dire) fino in Costarica. Sfoglio le cartoline, alla ricerca di un Togliatti purchessia. Eccolo l, il Migliore, con una bambina vestita alla marinara (anche a Yalta, evidentemente) che gli regala dei fiori, pochi giorni prima della fine. Potrebbe bastare, se non mi sentissi osservato da unaltra cartolina, leggermente pi piccola. Peppone Stalin aveva un modo tutto suo di sorridere, come fosse il vecchio nonno partigiano che ti racconta a mo di favola le storie dellinverno del 44 davanti a una fumante scodella di latte e caff. Scommetto che, nonostante tutto, la pi venduta. Ne prendo una anchio, so a chi darla. Le ho gi detto che questo Ruggero neanche lo conosco. Poi non sono neanche di qui: giro per le feste, e dove c una fiera vengo con i miei serpenti. Vuole un biglietto? No, grazie, mai serpenti dopo il tramonto. Anche se non sa neanche chi , gli dia questa, e gli dica che lo aspetto laggi, dietro quella giostra, per i prossimi quindici minuti. Prende la cartolina come fosse una carta da salame unta, con la faccia di chi intenzionato a buttarla via appena volto le spalle. Probabilmente neanche sa chi c sopra. In fondo, neanchio. So soltanto che Ruggero Passarini, ex topo dappartamento, attualmente di professione incerta persino fra la vecchia malavita bolognese, nel 48, scalando un terzo piano, si prese un colpo di fucile (a salve, per fortuna) nelle gambe. E siccome quel giorno, a Roma, attentarono alla vita di Togliatti, la voce Hanno sparato a Togliatti si sovrappose, nella gente delle case fuori porta, alla voce che voleva Ruggero colpito a morte. Sopravvissero tutti e due, mentre Bartali andava a vincere il Tour. Chiss cosa sarebbe stato del suo vecchio soprannome, lacrobata, se la fucilata lo avesse mancato e fosse fuggito in bicicletta. Ma da allora Ruggero, per la sua gente, Togliatti. Gente ormai scomparsa, scacciata dalla periferia agricola

dalla crescita della citt, emigrata con i figli in centro, o nella cintura di paesini circostanti. Che ha smesso di arrangiarsi, perch let si fa sentire, e una notte sue tetti bella a ventanni, ma non a cinquanta. E perch il vecchio coltello non fa pi paura a nessuno, e in compenso fanno paura quelli che ci sono adesso. Non perch siano armati di pistole, non per i giubbotti antiproiettile che sfoggiano di tanto in tanto, non per la loro arroganza. Da queste parti i tedeschi non sono passati, ci si sono fermati, ci vuol altro. Fanno paura per laura di morte che li circonda, per laspetto di chi non arriver alla pensione. E per lo sguardo di chi tutto questo lo sa, e non gli frega niente. Mentre aspetto Ruggero, mi guardo intorno. Lunico posto pi triste di un luna-park un luna-park semivuoto. Oltre, c solo un concerto di Claudio Lolli al Parco Nord, di mercoled. Lolli lho incrociato una domenica sera, in via Mascarella, solo, con un cane al guinzaglio, come quel tipo l in fondo. Chiss se quelli che si sentono soli portano a spasso i loro cani sperando di condividere la loro solitudine con altri solitari cinomuniti. Magari prima o poi Lolli scriver una canzone sulla solitudine dei cani da guinzaglio in un lunapark desolato. O magari sui mangiatori di crescentine che vanno a fare il giro a trecentosessanta gradi su queste giostre, per vomitare la crescentina e ricominciare a mangiarne. Di sicuro Ruggero si devessere chiesto chi si ricorda ancora del suo vecchio soprannome. Di solito quando lo cerco non ho mai molta fretta, e non ho bisogno di farlo correre. Ma mio zio, il Togliatti lo conosceva bene, e me ne parlava spesso. Tutti e due soldati in Grecia, poi prigionieri, poi, sempre insieme, evasi, e, sempre insieme, partigiani. Mio zio torn nel 45, Ruggero si concesse lillusione di una rivoluzione, un altro inverno fra i monti, e ancora prigioniero. Il primo soprannome se lo guadagn raccontando la sua seconda evasione, e il suo imbarco clandestino su una nave inglese in rotta verso Brindisi. Il Togliatti mi ha cresciuto sulle ginocchia, per certi versi. E quando, trentanni dopo, ho avuto bisogno di lui, sono stato contento di saperlo ancora in attivit. Cos, adesso hai unofficina poco fuori Bentivoglio. Ma con i rettili hai ancora a che fare, vedo. Non ce n poi molta di gente in grado di acchiappare una vipera con le mani. Cos, quando questo baraccone a Bologna, tiro su qualche lira in pi come guardiano dei rettili, se cos posso dire. Di solito, se qualche ragazzotto non ha alzato troppo il gomito, vengo pagato per nulla. Ma sai che preferisco guardare le serpi, invece che altri animali, magari a due gambe. Negli occhi di un serpente ci leggi una cosa sola, ed quella. Fosse tutto cos semplice Potrebbe essere linizio di un lungo sproloquio sulluomo doggi (prospettive e problemi), ma a Ruggero per fortuna non mai piaciuto troppo parlare. Neanche farsi notare, se per questo. Cos, anche se nessuno ha conti in sospeso con lui, preferisce far dire che non c. Movimenti di denaro, di questi tempi Droga, armi, donnine venute dallest? Devi dirmelo tu, Togliatti. Qualsiasi cosa. Non lo so neanche io cosa cercare. Ci pensa un po su. Ti dir. Te lo ricordi lo Strabico? diventato di colpo popolare. Giovanotti con i capelli impomatati, abbronzatissimi, col telefonino in tasca, hai presente? Be, sembra che trovino interessante la compagnia dello Strabico, ultimamente. Cos lo Strabico si messo nel giro della polvere bianca. E in un giro impegnativo, a quanto pare. Quanto, ultimamente? Oh, sai, diciamo una ventina di giorni? E in giro cosa si dice, in quel ramo? Nulla di nuovo. In qualche baretto di quartiere sono finite le scorte, ma sembra che il rifornimento arriver puntuale. E lo Strabico in mezzo? Non credo, mi dice grattandosi la testa sotto il berretto di lana. Forse sta cercando una toccata e fuga. Ma, attento, senza far torto a nessuno! Anzi, si dice in giro che a posto. Il che vuol dire che sta

comprando da quelli giusti, e vender a gente altrettanto giusta. Insomma, gli vogliono tutti quanti un gran bene. Prima di salutarlo, gli faccio un regalo. La foto del Piccolo Padre, sorridente accanto a una rubizza compagna russa. La prende senza dir nulla, con gli occhi che brillano. Questa qui, quando passo da quel semaforo dove ci sono i russi a lavare i vetri, la tiro fuori e ci dico: lava mo questa! Certi inverni sui monti non si dimenticano facilmente. Quando faccio per allontanarmi, mi chiama. Di mo, non mica questo il tuo lavoro, vero? No, in effetti non per lavoro. Sto dando la mano a un vecchio amico, che forse non avresti piacere a incontrare. Si fruga nelle tasche, cava fuori un mozzicone di matita, tira fuori dal taschino del giubbotto un foglietto e ci scrive sopra dei numeri, sbuffando. Se hai bisogno, cercami qui. E fai attenzione. Gli uomini, per certe cose, sono per niente diversi dai serpenti. Mettili insieme, e si mangiano tra di loro. Sembra preoccupato. Marcello Caracciolo uno di quei soggetti che fanno preferire a Ruggero i serpenti. Beninteso, ci vede benissimo. Anche troppo, se per questo. Ma non ha mai guardato qualcuno dritto negli occhi: la prima volta che guard di sbieco qualcuno, devessere stato quando la puerpera lo sculacci per farlo piangere (e c chi sostiene che quel giorno, dalla sala parto, manc un forcipe). Cos, tutti lo conoscono come lo Strabico. E tutti, in questo caso, lespressione giusta. Lo Strabico ha frequentato innumerevoli ambienti, compreso i miei. Era uno di quelli che andava ai campeggi alternativi, e tornava con una tenda o uno zaino in pi. Una volta, si prese un sacco di legnate, per aver quasi violentato una ragazzina coi capelli ricci, la gonna a fiori e le polacchine ai piedi (se non ho rimosso qualcosa, stata lunica volta che ho picchiato qualcuno. Raccolsi da terra un manico di piccone, e gli andai a cercare il setto nasale con violenta intenzione. Lo trovai al primo colpo) e cambi aria. Per un po galleggi dalle parti di Lotta Continua, poi, dopo un paio di aggressioni notturne, si attir addosso il sospetto di fare il doppio gioco, e spar. C chi disse di averlo visto in un bar di fascisti, tempo dopo, con i capelli tinti. Tutto questo senza aspettare i famigerati anni Ottanta. Se vi dicono che negli anni Settanta era tutto latte e miele, mostrategli una foto dello Strabico. Poi spar per davvero, almeno dalla mia vista. Due o tre volte si fatto una vacanza in S. Giovanni in Monte: una volta per un carico di vasellame etrusco, unaltra per aver bucato un semaforo con un furgone rubato, la terza per una carta didentit falsa con cui aveva cercato di incassare un assegno contraffatto. Adesso in fondo al luna-park, dietro un bancone del tiro a segno. Abitualmente, quando ci incrociamo, ciascuno dei due fa finta di non riconoscerlo. Il silenzio il modo pi educato e meno chiassoso che abbiamo per scambiarci il reciproco disprezzo. Vedo che gli rimasto il naso alla Blueberry. Mi sfilo limpermeabile e lo appoggio al bancone, per essere pi libero. Compro dieci proiettili, e scelgo la carabina. In genere sono bravo, con questi affari. Sono quelli veri a darmi dei problemi. Ho provato ad andare a un poligono di tiro, ma continuo ad avere le mani troppo piccole, e ogni volta il rinculo mi sposta la pistola. per questo che, anche se ho il porto darmi, non ho una pistola. Dopotutto, anche se fosse vera, potrei solo usarla per scena: a quel punto, meglio non averla del tutto. Quando punti una pistola contro uno, poi quello capace di incazzarsi per davvero. In genere, ripeto, sono bravo. Non sbaglio mai di tanto come questa volta. per questo che mi sento preso per i fondelli. Tipico dello Strabico, deviare

lallineamento del mirino per non pagare troppi premi. Per capire di quanto ha deviato il mirino mi ci vuole un altro colpo. Poi comincio a fargliela pagare. La paperotta gialla. Lorsetto. Unaltra paperotta. Non so cosa farmene, non ho nessuno a cui fare dei regalini, ma visto che vuole la guerra, lavr. Per Duffy Duck servono due centri. Prima buco il cuoricino di sopra, poi quello di sotto. Ne ho ancora tre. Bugs Bunny ha sulla testa un cartoncino con tre cuoricini. Centro prima quello in basso, poi quello in alto, infine quello al centro. Mi sembra di sentire una sirena. Mi giro. Non una sirena. una bocca spalancata, che urla. Appartiene a una signora bionda, con un guinzaglio nella mano. Attaccato al guinzaglio, un botolo che, sentendola urlare, inizia ad abbaiare. Continuo a guardarli senza capire, mentre il tripudio di strepiti cresce. Lei continua a guardare me. Non me. La carabina ad aria compressa che ho ancora in mano. Lo Strabico ancora seduto sul suo sgabello, con la testa leggermente inclinata e un piccolo tondino rosso al centro della fronte, da cui scivola un rivoletto di sangue, gi gi sino al colletto della camicia. Due colpi sbagliati, ma pur sempre sul cartellino segnapunti. Tre pupazzetti da uno, e fanno cinque. E lo Strabico era ancora l, seduto dietro il bancone, me lo ricordo che incitava distrattamente i possibili, improbabili clienti. Due su Duffy Duck. Tre su Bugs Bunny, tutti a centro. Fanno dieci. Non posso essere stato io. Poi mi accorgo dellimpermeabile che avevo appoggiato sul bancone accanto a me, strappato. allora che la carabina ad aria compressa mi scivola di mano. La seguo con gli occhi per un attimo, sino ad accorgermi del bordo scheggiato del bancone, fra me e limpermeabile, a un niente da dovero appoggiato. Non una scheggiatura. un proiettile dallaria sottile che ci si conficcato dentro. Istintivamente provo a estirparlo con la punta delle dita. ancora caldo. Che ci faccio qui io, investigatore privato di seconda scelta, al luna-park, a mezzanotte circa, nel Parco Nord di Bologna, sulla frontiera meridionale della ventura Repubblica del Nord, al margine estremo del prossimo immondezzaio materiale e culturale dellimpero nippo-americano, mentre stanno per cedere le dighe sotto la pressione dei nuovi mongoli e gli alieni di Betelgeuse, delusi dallaverci studiati senza costrutto per qualche millennio, si stanno allontanando in silenzio, avendo gi deciso che non vale la pena di scendere a bere un grappino insieme?

7. Adesso mi spieghi per filo e per segno cosa cazzo mi hai mandato a fare! Per davvero, intendo! Cazzo, ci godo un mondo, io, a farmi sparare cos, per sport! notte inoltrata, non so neanche dove ho messo lorologio, e quello da camera si fermato. Probabilmente sbraito per non attaccarmi a canna alla bottiglia. Mai pi in casa, ho promesso a me stesso. Andrea, neanche a dirlo, mi guarda impassibile, come fossi un pupazzo di pelo, di quelli che si regalano al luna-park. O che fanno da bersaglio. Ricapitoliamo, con calma. Agitarsi non serve a niente. Il tuo informatore ti mette sulle piste dello Strabico, che sta per fare un certo acquisto, a quanto pare. Quindi apparentemente la gallina dalle uova doro. Per sua sfortuna, proprio quando tutti sembrano volergli bene qualcuno gli apre il terzo occhio con un proiettile di piccolo calibro destinato a te. Un proiettile sparato da una pistola piuttosto piccola, di quelle da borsetta. Hai notato qualcuno che ti seguiva? No, nessuna signorina. Se lavessi notata, le avrei offerto in dono i pupazzetti vinti. Chi ti dice che fosse una donna? Chi va in giro ad ammazzare la gente con una pistola nella borsetta, secondo te? La gang dei travestiti? La nonnina che trasforma i poliziotti in fiori? Prego? (dimenticavo che Andrea non legge romanzi gialli) Non detto che una pistola da borsetta debba necessariamente presupporre una borsetta. Sta comoda anche in una tasca dimpermeabile, senza farsi notare. O nelle mani di un uomo dalle mani piccole, come le tue. In ogni caso, c qualcuno che ce lha con te. E non riesco a capire perch. Hai fatto movimenti strani, ultimamente? Adesso esagera. Un miliardario solitario decide di privare il mondo della sua presenza, ma a lui non basta, vuole sapere il perch. Mi viene a cercare, e mi manda a Milano, dove scopro quello che chiunque avrebbe scoperto. E anche se i movimenti del Lamanna non sono un mistero per nessuno, qualcuno decide di farmi fuori. Nel frattempo, il Lamanna scomparso. Bella giornata Un mio vecchio amico, signori e signore. In futuro, cercate di spararmi in un giorno tranquillo, altrimenti sar troppo impegnato per venire alle mie esequie. Lo so che questa mia fissazione sul suicidio del Dondi non la capisci. Allora, prova a metterti nei miei panni. Ci provo. E, dal momento che lui non ha mai promesso di non bere a casa mia Tu credi che un fatto sia qualcosa di reale, di oggettivo e indiscutibile, vero? Che le cose accadano, e quando accadono noi ci sbattiamo contro il muso, e reagiamo. Be, non cos, non nel mio mestiere, e neanche in questo schifo di mondo, per quel che ne so. Un fatto reale solo se e quando riesci a ricostruirlo, a spiegare i come e i perch. In un universo ubriaco, il mio lunico atollo su cui continua a regnare la legge di causa ed effetto. Cos un corpo diventa un cadavere solo quando ho scoperto chi, e

perch, ha estinto le sue amabili funzione neurovegetative. Sino ad allora, solo una macchia informe sotto un lenzuolo bianco. Affascinante. Pensare che quello che ha studiato filosofia, dei due, sono io. Cos, per ora ho in obitorio un industriale congelato, con al pollice un cartellino che mi dice che quellammasso di ossa, muscoli inflacciditi e carne in via di putrefazione appartiene a un signore sulla cui carta didentit c scritto Gian Maria Dondi. Quando avr scoperto una pena damore, un debito di gioco, un crack finanziario, allora e solo allora avr il corpo del suicida Gian Maria Dondi. Tira il fiato. A te magari tutto questo ti sembrer campato in aria. (credo proprio di s) Allora capovolgi la situazione. tutto sotto controllo, non c niente di strano, Gian Maria Dondi si sparato perch non sopportava di vedersi invecchiare, o perch qualcuno gli ha detto che il Bologna non pi lo squadrone che tremare il mondo fa. Zero problema. Per il Dondi ha messo in allarme, nel modo pi ridicolo possibile, il mercato azionario, cos, per gioco. E non venirmi a dire che non sapeva di essere tenuto sotto controllo. E qualcun altro si libera in fretta e in furia di un paio di centinaia di milioni in azioni FederFin, come sapesse che Dondi morto. E lo fa senza preoccuparsi di attirare lattenzione. O magari in modo da attirarla. E tu, che ne sai poco pi dellannunciatore del telegiornale regionale, per questo qualcuno dovresti andare a suonare larpa assieme a Brian Jones. E ci si mette anche il caso, facendomi inciampare nella morte accidentale di un balordo a cui stavo dietro da almeno cinque anni. Liscio come lolio, non trovi? Trovo. A parte il fatto che ho sempre detestato gli Stones. Quando mi sono iscritto a filosofia coltivavo la segreta speranza di riuscire un giorno ad aver ragione, almeno una volta, in una discussione con Andrea Vannini. Dalla finestra aperta filtra la luce dellalba. Non mi ero accorto di quanto fosse tardi. Scendiamo al bar a far colazione, assieme alle lavoratrici della notte che smontano e agli ultimi ubriachi che non trovano pi la strada di casa. Allora, vediamo se ho imparato io la lezione, questa volta. Dondi ha un cuoco che ha labitudine di svegliarsi in piena notte. Una cameriera che dorme con calze sexy di prima qualit sul bordo del letto. E un guardiano che non pu guardare allinterno della casa. Ho dimenticato di sospettare di qualcuno? No, impari in fretta, risponde Andrea mentre il suo cappuccino scompare sotto la polvere del cacao amaro. Come comunicava Dondi col guardiano, in caso di urgenza? Con un interfono unidirezionale. Un interfono. Unidirezionale. Il barista mi allunga il pezzo di crescente che ho fatto scaldare. Mentre lo assaggio mi torna in mente Mario, laddetto al laboratorio di fisica del liceo. Un tipo strano. A modo suo, un anarchico. Era disposto ad accettare lautorit solo quando questa era rappresentata da una persona degna. E i criteri di giudizio di Mario erano assolutamente personali. In ogni caso, il preside del liceo non era degno di rappresentare lautorit. E cos, ricordi, Mario aveva reso bidirezionale linterfono con cui il preside comunicava con i bidelli ai vari piani. Quando era nel suo laboratorio, al piano interrato, apriva linterfono e ascoltava quello che succedeva nellufficio del preside. E lo stronzone che non riusciva a capire come facevamo a essere sempre informati dei nominativi che passava alla polizia, dei professori e degli studenti che gli facevano le spiate, e cos via. Era Mario che ci teneva sempre informati. Mica perch fosse in accordo con noi: semplicemente, noi meritavamo la sua amicizia, il preside il suo disprezzo. Andrea mi guarda, con gli occhi leggermente socchiusi.

C una morale in questa storia. Mai fidarsi di un interfono unidirezionale.

3. Interno

Il programma di Suo gradimento? Ps: esattezza e mistero!

1. 7 settembre 1993. Pomeriggio Sono le cinque di pomeriggio, quando ci inerpichiamo su per i colli di Bologna in direzione Villa Dondi. Andrea Vannini conosce la maggior parte degli abitanti delle ville che superiamo, e di tanto in tanto me li nomina. Una volta ha pattugliato la zona per mesi, tutte le notti. Pensavano che il mostro di Firenze potesse essere un camionista, o comunque un pendolare di professione, e avevano supposto che potesse estendere il suo raggio dazione lungo lintero arco dei suoi percorsi abituali. Finirono col fermare un camionista pervertito, che dopo aver avuto il suo quarto dora di gloria sui giornali e a Telefono giallo
sono una sensitiva, e devo testimoniare una cosa importante, perch io quello l lho conosciuto, vivevamo insieme, poi una sensazione interiore, sa, una di quelle che mi dicono i fatti veri, cos che io riesco a vedere il futuro e il passato, se vuole fissare un appuntamento posso dimostrarglielo, sa, s, insomma, una di quelle sensazioni che non mentono mi ha detto che, guardi, io non posso fare affermazioni senza prove perch anchio sono una garantista che paga le tasse, anche sulle mie fatture, per ho sentito qualcosa, diciamo, qualcosa di brutto, ma voglio dire veramente brutto, sa, e allora sono andata via

risult del tutto estraneo. Quando andarono a dirglielo, mentre lo stimato conduttore rettificava con sentite e doverose scuse nella puntata successiva, lo trovarono appeso a un chiodo. Non so perch, ma mi viene in mente che sono secoli che non ci si vedeva per tre giorni di fila. Vorrei chiedergli se sa qualcosa di Cristiano, ma non me la sento. Lui non cos delicato. Mi dispiaciuto davvero per non esserci stato, al funerale di Barbara. Non vado mai ai funerali, lo sai. Pensare che lavevo rivista circa un mese prima. Non lo sapevo. Come mai? Mi chiam lei. stato quando ritrovammo quelle tele di Bacon. Lei voleva vederle, ma rimase delusa: sperava di vedere soprattutto quella che mancava. Mi disse che stava studiando qualcosa che riguardava Bacon, ma non so cosa. Non Bacon. Flaubert. Stava scrivendo un libro su Flaubert. Aveva un incarico in letteratura francese, lo sai. Andrea sobbalza, e trasmette alla macchina il movimento di scarto. Mi capitato di rado di vederlo sorpreso. Flaubert, certo. Che stupido: Flaubert e Salamb. Salamb? S, Salamb. Il romanzo di Flaubert su Cartagine. Sembra che Bacon avesse dipinto una delle tre teste africane ispirandosi a Salamb, la principessa cartaginese. per questo che rimase delusa. Era proprio la tela mancante. Prova a immaginartela, una specie di ritratto di una Sinead OConnor nera, su uno sfondo scuro, con la bocca deformata in una specie di urlo. Tipico di Bacon. Adesso sembra felice come un bambino, per la scoperta appena fatta.

Non sapevo ti fossi fatto una cultura, ultimamente. Ti ho lasciato che rileggevi le opere di Zane Gray, il Salgari del Far West. Lascia stare Zane Gray. E comunque, per tua informazione, non ho cambiato abitudini: continuo a rileggere ogni anno Shane, il cavaliere della valle solitaria. Ma, dopotutto, anche Salamb un romanzo western, soprattutto nelle descrizioni delle battaglie. Credo che pi di uno sceneggiatore lo abbia saccheggiato a piene mani. Quanto a Bacon, recuperare quelle tele fu come gettare un amo. Nel mese di attesa, mi sono fatto prestare tutti i cataloghi esistenti, e me li sono studiati uno per uno. Sempre scrupoloso, Andrea. E con una memoria da elefante. Siamo arrivati. Ci fermiamo prima del cancello e scendiamo dalla macchina. Ci viene ad aprire il guardiano, prima ancora di suonare il campanello. Donato Vinciguerra ha laria indefinibilmente distante, come se tutto quello che fa fosse secondario rispetto a qualcosa di veramente importante. Al tempo stesso ha unaria affidabile, forse per un non so che di puntiglioso che ispira fiducia nello svolgimento delle mansioni. estate, solo in villa, eppure in divisa. E stava sorvegliando lesterno, come il soldato giapponese che vigilava da solo sulla sua isoletta, finch quarantanni dopo non sono venuti a dirgli che la guerra era finita. Un samurai con delle scarpe curatissime, tirate quasi a lucido, nonostante cammini nelle aiuole. Prego, si accomodi. Lho riconosciuta sullo schermo, ispettore. Meglio cos. Andrea non deve neanche mentirgli per giustificare la mia presenza: per lui sono evidentemente un altro poliziotto. Purtroppo non trover nessuno, in casa. Ma se gradisce un caff, lo prenderemo nel mio appartamento, se cos posso ancora dire. Mentre ci fa strada sul vialetto si ferma un attimo, ci fa segno di attendere, si piega verso una rosa rampicante e strappa via una piccola piantina verde spuntata troppo vicino alle sue radici. Vede, questa primavera stata particolarmente ventosa, e cos molti semi sono stati portati dal vento, e ora le piantine infestano qua e l. Ogni tanto me ne sfugge qualcuna, nonostante controlli ogni sera. Come Le dicevo, non trover nessuno nella villa. Si creata una situazione che se non fosse per la tragedia del signor Dondi, potrei definire curiosa. Il fatto che in questo momento nessun parente del signor Dondi in villa, essendo la signora ancora in villeggiatura (e il figlio uccel di bosco, sottintende). e poich la lettura del testamento non avverr che venerd prossimo, in questo momento nessuno sa a chi andr questa propriet, e soprattutto se gli attuali collaboratori debbono considerarsi ancora in servizio. Cos il cuoco andato in citt per annullare le abituali forniture, in attesa di nuove disposizioni, mentre la signorina Baracca ha deciso di prendersi una settimana libera per riprendersi dallo spavento. Le pulizie le faccio io di mattina, almeno per qualche giorno. E lei, Vinciguerra, perch continua a lavorare? La domanda dellispettore lascia il custode un po stupito. Scuote un attimo la testa, prima di rispondere. Perch nessuno mi ha ancora detto di smettere. Poi, vede, ispettore, io qui ci abito. Non ho una casa in citt, e tutto quel che ho qui con me. In fondo, se si vive da soli, due stanze sono pi che sufficienti. E questo giardino lho mantenuto io per tanti di quegli anni, che un po come fosse il mio. Spero che i nuovi proprietari vorranno apprezzarlo. Cos dicendo, abbassa una mano verso il muso del cane che gli corso intorno, e lo accarezza. un cane lupo, piuttosto grande e visibilmente vecchio, di quelli che non hanno pi la forza di saltarti intorno, e ti fanno festa con lo sguardo riconoscente. La versione pulciosa dei vecchini con in mano lo spesso bicchiere di vetro pieno di vino primitivo nelle vecchie osterie. Donato Vinciguerra ha laria di un

Robinson Crusoe volontario, che ha scelto questo giardino come unisola da modellare a propria immagine. E quel cane devessere il suo Venerd. No, non ha un nome. Gli do del tu, e lui mi capisce. Lho trovato sotto un cassonetto, li ricorda, ispettore, quelli vecchi, bombati, pesanti?, con una zampa spezzata, che aveva neanche un anno, e da allora sempre stato qui. Quando mi capita di fare un viaggio sempre una tragedia, se non posso portarmelo dietro. A volte debbo anticipare il ritorno, perch rischia di morirmi di solitudine. Caff per tre? Non usa la moka. Riempie il dosatore, lo pressa sotto lapposito pomello e lo inserisce nella macchina per espresso da bar. Devessere uno che va di fretta, anche se sa quel che vuole. Cos, il personale oggi via esordisce Andrea, mentre porta alla bocca la tazza in finta ceramica, colma di caff senza zucchero. Ma come Le dicevo in precedenza, ispettore, il cuoco fuori solo per un impegno. Dovrebbe rientrare in serata. stato via anche nei giorni scorsi? Solo ieri. Il luned il suo giorno libero. Mi sono permesso io di disdire la giornata allaiuto, che incaricato di sostituirlo al luned, appunto. E dunque ieri sera la villa era vuota A parte me, s. A parte lei, certo. E il cane, immagino. Poi, quasi soprappensiero, Andrea aguzza leggermente i lineamenti e chiede: E, se posso, potrei sapere come abitualmente si veste il personale quando esce la sera, in libert? La domanda talmente balorda da stupire il Vinciguerra. In questa stagione, intende? In questi giorni. Be, il cuoco, lo avr notato, ha un fisico un po appesantito, e quindi veste sempre molto classico. raro che manchi della giacca, e che io abbia notato non ha giacche sfoderate. Ha sempre la cravatta al collo, spesso dei papillon, ma di quelli da poco, quelli gi annodati, con lelastico dietro. La signorina Baracca, invece, veste piuttosto sportiva, e talvolta un po alla maschietto, come si sarebbe detto una volta. Jeans, o comunque pantaloni comodi, e maglietta. Quasi sempre uno spolverino estivo, color crema. Non ricordo di averle mai visto una borsetta. Preferisce tenere tutto nelle tasche del soprabito. Secondo me, per questo che lo porta anche quando non piove. Credo usi avere un piccolo necessaire da trucco nel cruscotto della macchina. Andrea sembra del tutto disinteressato alle risposte. Fissa con lo sguardo assente le stampe appese al muro. Poi guarda lora. Segno che tocca a me. Scusi, ispettore, se permette io darei unocchiata al giardino. Sa, qui allinterno devono esserci di peli di cane, e il mio raffreddore allergico La mia uscita sembra passare inosservata. Faccio un giro panoramico seguendo il viale alberato, poi taglio per un cespuglio, facendo attenzione a non calpestare unaiuola, e raggiungo lingresso di servizio della villa. Non devo neanche usare il mio passepartout, la porta chiusa, ma senza giro di chiave. Mancano cinque minuti alle sei. Sbaglio un paio di volte, a dispetto della pianta mnemonica della villa che Andrea ha vanamente cercato di farmi memorizzare, poi vedo nella penombra del corridoio la porta dello studio personale di Dondi. Col pretesto della conferma del suicidio dopo lautopsia, Andrea ha disposto la rimozione dei sigilli in mattinata, prima di appisolarsi sulla sedia per tutta la mattinata. Lo studio in realt un salone, grande pi o meno come il mio monolocale. Sto soppesando leventualit di includere anche il mio bagno nella metratura complessiva del raffronto, quando la voce di Andrea mi richiama al dovere.

Uno due tre prova. Vinciguerra via. Aspetta trenta secondi, poi di qualcosa, magari al telefono. Sono le sei in punto. Puntuale come non mai, una volante deve aver raggiunto lingresso della villa, distogliendo il custode e permettendo ad Andrea di pistolare sullinterfono. Mi siedo sulla poltrona, afferro un immaginario telefono accanto a quello vero, e imitando la voce di Mike Bongiorno domando: Chi era lattrice che affiancava John Wayne in Un uomo tranquillo? Era Maureen OHara, somaro. Ci sono stato, in quel cottage. Vieni via. Invece mi trattengo per qualche minuto, e mi siedo sul grande seggiolone a braccioli che troneggia da una parte del tavolo, rivolto verso la libreria. Devessere del Seicento, probabilmente lombardo, con la spalliera alta e quadrata che termina con due ornamenti in legno vagamente a mo di corna, e qualche grossa borchia: una poltrona da Azzeccagarbugli, si direbbe. E in petto, i libri schierati sui piani di ciliegio. Librerie come questa mi hanno sempre fatto rabbia, soprattutto se lunica fatica fatta dal proprietario quella di togliere il cellophane dai libri. Ho sempre desiderato possedere lintera collezione Ricciardi dei classici della letteratura italiana, ad esempio. Ed eccola l, pressoch intonsa, giusto al di sopra dello scomparto Pliade. Forse li acquistava in abbonamento, o magari il suo libraio di fiducia glieli inviava a pacchi di dieci. Sto per uscire, quando lo vedo. uno dei pochi libri consunti, sicuramente lo ha acquistato usato, magari solo perch gli hanno chiesto un prezzo spropositato. Langolo inferiore della controcopertina leggermente lacero, le pagine sono ingiallite, e qua e l il primo proprietario ha leggermente sottolineato a matita qualche verso. Ossi di seppia, edizione Gobetti. Nello scorso giugno da Docet ne hanno venduto un esemplare per otto milioni. Oltretutto pi esile di quanto pensassi, forse per via della carta invecchiata, forse perch, semplicemente, lo pensavo grosso io. Potrei piangere, e morire contento per averlo avuto, almeno un momento, nelle mie mani. Non sono le mie mani, quelle che si muovono ora. Sono quelle di un giovane studente che arrotondava la settimana sottraendo qualche libro alla Feltrinelli e rivendendoselo poi sotto i portici dellUniversit. Basta allargare di un attimo gli altri libri nello scomparto Poeti Molto Importanti, e lassenza del Testo Sacro si riduce a un nulla. Un nulla ch tutto, mi viene da pensare con ebete felicit, mentre il cuore mi batte forsennatamente allaltezza della tasca interna dellimpermeabile. Per fortuna minacciava di piovere. Andrea ancora dentro la casa del custode. Fissa un cavalletto con su una tela dipinta a met. Opera sua, Vinciguerra? S, purtroppo. Come vede non valgo molto, come pittore. Chiss qual il campo, celato dietro quel come pittore, in cui eccelle. La volante ancora davanti al cancello. Andrea ne approfitta per impartire ordini alla radio interna, poi mi fa cenno di salire sulla sua macchina. Non penso sia il caso di dirgli perch ho tardato. Piuttosto, ho qualche domanda da fargli. Ma aspetto che cominci lui. E cos, il nostro custode ascoltava ci che avveniva nella stanza dei bottoni. Non poteva guardarci dentro, ma si arrangiava con le orecchie. Ti ha dato lidea di essere un ficcanaso? Francamente, no. Mi d lidea di essere uno che sa quello che vuole. Hai notato come cura la pulizia delle scarpe? Sempre con la tua mania di osservare le scarpe alla gente? vero, una mania che ho da sempre, o quasi. Dai tempi in cui sbigliettavo ai concerti di autosovvenzionamento, e avevo elaborato una mia teoria personale sulle scarpe della gente: quando venivano a chiedermi lingresso gratuito (cio, compagno, non cho una lira) gli osservavo le scarpe. A quel tempo ci si vestiva tutti allo stesso modo, stile lacero-casual, prima che Fiorucci avesse lidea delle boutique finto-punk, ma il figlio di pap che si faceva il viaggio

dellhippy era spesso identificato da un paio di scarpe casual, ma costose. Magari non era vero, ma limportante era avere un criterio personale. S, infatti. Prima di Nanni Moretti Comunque avete lo stesso tipo di scarpe, a quel che vedo. A proposito, significa qualcosa il righino verde nel tacco? No no, solo il segno di riconoscimento delle Hogg. Sono scarpe scozzesi importate qui in Italia sei-sette anni fa. Devono essere nuove, a giudicare da come spicca quella striscia verde: a me quasi scomparsa (cosa c di particolare in un paio di mocassini Hogg nuovi e puliti?) Cosa pensi? Non lo so a qualcosa che dovrebbe venirmi in mente, credo. C qualcosa di quel custode che non mi piace: abbarbicato nella vecchia villa, solo con un cane Non so, ricordi cosa dice Dracula quando compra casa a Londra, e vuole che sia vecchia e isolata? Non cerco gioia n allegria, mi pare Dice anche qualcosaltro al giovane incaricato che lo va a trovare: Entri liberamente, di sua spontanea volont Gi di sua spontanea volont A proposito, perch non hai chiesto anche a lui come si veste la sera? Perch per il momento non mi interessa. E, detto fra noi, non allabbigliamento serale del personale che sono interessato. a quello notturno. Spiegati meglio. Che nesso c fra le cravatte del cuoco e i suoi pigiami? Ne parliamo gioved. Domani faccio un salto fuori citt, a sentire una persona che forse ha delle cose da dirmi. Chiamami in ufficio dopodomani, entro il primo pomeriggio. Ha staccato i contatti. Tra un po li riaccender, ma scommetto che sar per parlare ad alta voce con se stesso. Non che stia invecchiando, ha sempre fatto cos quando non voleva parlare di qualcosa che gli ronzava per la testa. Perch, questo certo, c qualcosa che di sicuro sta rimuginando. Sai, in realt il cottage che ho visitato non quello originale. una copia, costruita in sostituzione di quello del film, che praticamente distrutto. Ma anche se unattrazione turistica, quando varchi la soglia la vedi l, Maureen OHara, sul punto di darti un ceffone sulla guancia partito per la tangente, ormai. Quando mi fa scendere, sta ancora raccontando della mitica exmezzala irlandese del Celtic Glasgow che ha aperto un pub a Donegal. Il miglior mescitore di birra alla spina dellintera Irlanda. Se capitate da quelle parti, ricordatevi di non chiedergli mai solo una mezza pinta di birra. Si offende, se non ordinate la pinta intera.

2. mercoled sera. Ho dormito fino a mezzogiorno, e ho passato il pomeriggio a fare nulla. Ho religiosamente avvolto la Reliquia in un panno morbido, e lho nascosta in un cassetto, per qualche giorno. Devo ancora decidere se ho fatto bene o no. Poi ho lavato i piatti, le stoviglie, i bicchieri, e ho cambiato il filtro alla macchinetta del caff. Ho fatto in tempo ad acquistare una bottiglia di tequila, per festeggiare i bicchieri puliti. Sullo sgabello c un vassoio, pieno di sale e di scorze di limone smangiucchiate. La bottiglia quasi finita, il fegato comincia a battere con la scopa sul soffitto. Dovrei cominciare a preoccuparmi: il fegato poco innervato, e se fa male vuol dire che non se la passa per niente bene. Daltronde, probabilmente una somatizzazione. Ti sembra bello, avere delle somatizzazioni a ventiquattro anni? mi disse allepoca il mio medico curante. Adesso va meglio: ne ho una dozzina di pi, di anni. Pi o meno, let giusta per qualche legittima somatizzazione. Andrea via. Poteva lasciarmi da solo. Invece sono qui, a una tavola rotonda a cui sono invitati il mio fegato e i miei passati ricordi. Barbara seduta alla consolle, con unimprobabile cuffia che le copre le orecchie, mentre parla e mixa da sola, come nelle prime, eroiche radio degli anni ruggenti. Nella trasmissione di oggi, add 30 luglio 1988, il tema un suo vecchio cavallo di battaglia, i grandi pugili perdenti: quelli che hanno trovato sulla loro strada i maggiori, o che sono arrivati troppo tardi; quelli traditi dalla sorte, o da un manager privo di scrupoli. Quelli che hanno sempre fatto da soli, perch lass nessuno li ama: quelli come Jack Sharkey, the Boston Gob, che a trentaquattro anni resistette per tre riprese contro Joe Louis, e gli rimase ancora abbastanza senso irlandese dellhumour da rispondere: Quanto vale Joe Louis? Io ho trentaquattro anni, Joe ventidue, e stasera valeva abbastanza da battermi: ma vorrei solo sapere come si sentir Joe tra dodici anni
E allora, chi ha ucciso Jack Sharkey, indomito fighter nellepoca di Jack Dempsey, Gene Tunney e Joe Louis, Jack Sharkey che riusc a vestire la corona mondiale strappandola a Max Schmeling per perderla poi in una notte sfortunata contro Primo Carnera? Jack Sharkey, icona del pugilatore indomito: a lui nessuno ha dedicato un film che lo rendesse famoso, com invece accaduto a pugili meno meritevoli di lui. Eppure le fredde cifre gli danno torto, e di certo non fra i dieci pi grandi, Jack Sharkey che dai pi grandi fu sempre battuto, ma che avrebbe potuto, una sola volta, batterli. Jack Sharkey quel tipo di pugile che si ama col cuore, non con la testa, quel tipo di pugile che ha sempre sperato invano che, per una sola notte nella sua carriera, qualcuno lass lo amasse: perch quella notte anche il pi grande sarebbe potrebbe cadere sotto i suoi testardi pugni irlandesi. Questo era il fascino della boxe, nobile arte ormai scomparsa

Il brano sfuma sui Residents, mentre i discorsi sulla nobile arte si perdono nelletere, e la commemorazione sfuma nella solita raccomandazione finale:

E, mi raccomando, non dimenticate di offrire il t alluomo dellaratro, una bistecca al sole splendente, e un bicchiere di vino alla fatina della buona pioggia. Buona notte.

Seduto pi in l, con un libro in mano, Cristiano ascolta distrattamente. Magari aveva altro da fare, ma stato costretto a venire. Il socio di Dondi, quella nebbiosa mattina di aprile, lo ha ammazzato lui. Due colpi, uno al corpo e uno alla testa. Sei anni prima, la sua fabbrichetta in Piemonte aveva giocato danticipo sullIcmesa, sfornando la prima nube chimica di cui si sia accorta la stampa. Mentre la sua vittima agonizzava, a Cuneo crescevano dei bambini su cui nessuno avrebbe fatto le solite battute piemontesi sui nati nella Provincia Granda. Anche perch non era probabile che potessero sentirle, e ancor meno capirle. E in ogni caso, nessuno di loro sarebbe vissuto ancora a lungo. Chiss quale fortuita cabala aveva designato Varisi al posto di Dondi. Magari un appostamento mancato per una sveglia mal puntata. C anche Andrea, appoggiato allo stipite della porta. Sta passando in rassegna le ultime vicende, contando mentalmente. Quando lo fa, muove le dita contando allinglese, dal mignolo verso lindice. Per gli inglesi, indice e medio levati insieme sono un insulto. Cerco di raccogliere le poche idee che fluttuano in mari di tequila salata. Comincio dai fatti. Dondi si spara, cos per sport. Il custode ascoltava le sue telefonate (forse). E dipinge. Cose a macchie, da quel che ricordo. Anche Bacon fa cose a macchie, per con pi forma. E piaceva a Barbara. Piaceva anche ad Andrea, che per si era lasciato sfuggire il ritratto di Flaubert, mentre Barbara scriveva un libro su Sinead OConnor. E qualcuno si guarda il ritratto di Sinead OConnor tutte le mattine, mentre Andrea cerca di sapere come si vestono un cuoco e una cameriera quando escono di sera. E Lamanna vende azioni, e poi non torna a casa. E Vinciguerra ha un cane, e vive da solo, ma dipinge, mentre Claudio Lolli l che bacia Anna di Francia che ride e non sar per te un orologio il lampadario che ti toglie il reggiseno quando tardi e notte Perch per tutto questo io dovevo morire? mercoled sera. Andrea Vannini si lascia alle spalle luscita per Reggio Emilia, direzione Modena Nord. Guida tranquillo, per niente infastidito dalla leggera pioggia che spazza via dal parabrezza con un colpo di tergicristalli ogni tanto. Potrebbe essere alla guida di un B-52, con destinazione Hiroshima, nel 1945, a giudicare dallespressione che ha sul viso. Uno dei motivi per cui ignora le quattro gocce che bagnano lautostrada che le nuvole grigiastre che lo sovrastano sono nulla rispetto alla spessa coltre di nubi nere che traspaiono dai suoi occhi. La prima volta stata cinque anni prima, quando aveva scoperto quasi per caso due delle tele rubate a Londra nell82. Quella volta ha rischiato di ammazzarsi, tanto guidava veloce: aveva in mano un capo che poteva portarlo al centro di un bandolo cui dava la caccia da quasi dieci anni. Quel filo gli sfuggito di mano ed tornato a mimetizzarsi nel mondo. Ha ricominciato ad aspettare, pazientemente. Modena Nord. Supera senza rallentare un autostoppista bagnato, con un cartello che invoca un passaggio per Firenze. Tre anni addietro, aveva rifatto quel viaggio. Un altro indizio, pi esile ma non abbastanza da essere ignorato. Nel viaggio di ritorno aveva caricato allaltezza di Parma un romano logorroico e invadente. Non stava zitto un minuto, non apprezzava la musica che stava girando nel mangianastri, e a un certo punto aveva tolto la cassetta dallautoradio: Te la do io della musica come si deve, roba nuova, mica da museo come questa. Rimetti quella cassetta dove lhai trovata. Invece aveva introdotto una cassetta di fnchirimmbahah, mixata da un evidentemente moltofamosoddiggei. Nei successivi cento metri dautostrada Vannini aveva messo la mano sotto la

giacca tratto fuori la pistola dordinanza fermato lautomobile aperto lo sportello del passeggero. In uno dei passaggi descritti la cassetta doveva essere volata fuori dal finestrino, perch mentre lospite sgradito scendeva, pallido e attonito, la lenta mano di Eric Clapton aveva ricominciato a sfiorare le corde della sua chitarra. la terza volta che quel filo gli ricompariva fra le mani. Questa volta ha la sensazione che sia qualcosa di pi solido: per questo che cos silenzioso. C un modo tutto particolare, che Andrea Vannini conosce bene, di essere silenziosi quando si soli con se stessi. La mente sgombra da pensieri, libera da concatenazioni logiche, ragionamenti, previsioni, ogni singolo pensiero appare e scompare sulla tavola bianca della mente come i cartelli pubblicitari ai bordi dellautostrada. Ai margini di questo schermi bianco, il bordo nero di un pensiero scacciato via, che si rintanato in una lontana estremit, e da l, di tanto in tanto, balugina e inquieta. Amicizie vecchie di ventanni, ventanni di storia, di passioni, di condivisioni, che gli ultimi anni di solitudine non hanno scalfito. Ventanni che stanno per finire, fatalmente, dolorosamente, inevitabilmente. Modena Sud alle spalle. Andrea Vannini si accende una sigaretta. Come sempre quando sta per giungere a casa, la chitarra di Alvin Lee comincia la sua interminabile suite. Dopo due boccate, la sigaretta finisce nel posacenere. Lamicizia un concetto astratto, gli amici sono concreti, carne, ossa, passioni, sentimenti, lacrime, sorrisi, e un pizzico di qualcosa che nessuno riuscir mai a definire, e che, a dispetto della sua inesprimibilit, l, saldo come un muro, bronzeo e duraturo come una scultura. per questo che non si pu usare un amico come mezzo, qualunque sia il fine. Di solito. Questa volta invece non c via duscita. Luno o laltro, senza possibilit di riconciliazione. Come in una partita di biliardo, tutto gi deciso dallapertura. Una volta smazzato il triangolo delle bocce, ogni sfera ha un posto, e dal suo posto detta i colpi possibili, secondo delle leggi gi scritte nel grande libro della geometria. Qualcuno ha aperto, pi di dieci anni prima, dividendo quattro amici. Da allora le regole sono gi date, gli angoli che le palle descrivono sulle sponde sono immutabili, come immutabili sono i ruoli: il pallino, le bocce, la stecca, la mano che stringe la stecca. Anche questo gi scritto. Solo, alcuni lo sanno, altri no. Uscita Borgo Panigale. Andrea Vannini quasi arrivato a casa.

3. Gioved pomeriggio, al solito bar. Andrea pi scuro del solito. Mi verrebbe da scherzare dicendo che dal giorno della morte di John Wayne che non lo vedevo cos, ma capisco che questa volta qualcosa di veramente serio. Cos evito di scherzare. Novit? Il Lamanna uccel di bosco. Non posso imputargli niente, ma lo sto facendo cercare. Sembra dissolto nella Brianza. Cosa pensi? Ai jeans della signorina Baracca. Voglio dire, una che gira vestita da ragazzo per stare comoda ti pare che si infila meccanicamente un paio di calze nere da quarantamila lire? E ti pare che dorma truccata, una che non si porta in giro neanche rossetto e specchietto per rifarsi il trucco in bagno? Perch dici che dormiva truccata? Perch quello sbafo che le ho visto sul volto era lultima traccia di un rossetto che si era tirato via con un fazzoletto subito prima. Cavolo, non sar un esperto, ma qualcosa ne so anchio di trucchi e belletti. Andrea uno che di solito sa sempre dove arrivare, quando parte. Io no. Cos aspetto che mi faccia sentire un imbecille, rivelandomi un segreto da due lire. Insomma, secondo te cosa ci fa una in calze nere e rossetto, in piena notte? O uscita cos, ed appena rientrata, oppure Oppure si vestita e truccata per la notte? No, non proprio. Che si fosse agghindata per una notte extra, certo. Quello che non so per chi si era agghindata. Secondo te, fra il Romboli, il Vinciguerra e il Dondi, a chi piaceva questo tipo di erotismo? E dovera la nostra lady desiderio, al momento del suicidio? Potrebbe esserci di mezzo il cuoco. Questo spiegherebbe il fatto che era in piedi alle quattro del mattino. Anche se, di questa stagione, la notte fa un caldo che tiene svegli. Andrea fa una smorfia di disapprovazione. O non cos, o gli suona troppo banale. Suona banale anche a me, se devo essere sincero. Ma se poi Romboli e la Baracca facevano dei giochetti fra di loro, siamo al punto di partenza. Se fossimo in un buon giallo, azzardo, adesso dovremmo andare a pescare. Cos incontreremmo un ragazzino pi sveglio di noi, che inizierebbe a parlarci della pesca, e cos facendo ci direbbe sicuramente qualcosa di illuminante su questa indagine. Indagine un corno. Ufficialmente non c nulla, a parte il tuo tentato omicidio e la morte dello Strabico. Che per pu essere inciampato in una guerra fra bande. Guerra fra bande, con una pistola come quella? Non ci crede nemmeno lui. Insomma, per fortuna saltata fuori la Smith & Wesson del 78, altrimenti facevo fatica anche a tenere ancora aperto il fascicolo. E comunque, ufficialmente io sto indagando per scoprire se quella pistola davvero ricomparsa, o magari sempre stata l. Ma allepoca gli perquisirono la casa, vero?

La casa di Dondi, nel 78? Starai scherzando Te lo sei dimenticato, come eravamo disorganizzati e pasticcioni? (Andrea era entrato in polizia da pochi mesi. Nessuno ha mai capito chi, e perch, gli abbia cancellato la schedatura perch, compagni, siamo tutti schedati e controllati) Ci abbiamo messo tanto, a capire come si lavora seriamente, che i dietrologi sono ancora l a scrivere libri per dimostrare che le nostre indagini da operetta erano parte del Grande Complotto. Te lo ricordi lo scandalo del comandante Marco, tanto per dire? Il comandante Marco era uno di Prima Linea. Uno degli ultimi arrivati, uno feroce, uno di cui si sono perse le tracce prima di sapere il suo vero nome. Aveva cercato di costruire un gruppo di fuoco a Bologna, nonostante lassemblea del Movimento avesse rotto con i giochi di guerra. Be, quando ancora non si parlava di pentiti, salta fuori da una mezza soffiata di un infiltrato che questo tale era tutte le sere a passeggio in piazza dellUnit, puntuale come un orologio. Per una settimana quel rapporto rest su una scrivania, coperto da altra roba. Cos, quando fu finalmente letto, era troppo tardi. Fermammo un paio di ragazzotti, che erano l per ritrovo abituale. Per trovare il covo ci voluta una confessione, mesi dopo. Su questa storia ci hanno ricamato sopra per anni. E tu mi vieni a chiedere se fu perquisita Villa Dondi? Non dovrebbe prendersela tanto. E soprattutto, non dovrebbe usare il noi. Allepoca, lui era lultimo arrivato, e non era mai stato alla sezione politica. Neanche in seguito, se per questo. Tornando a noi, pensi che dovremmo andare a pescare? Sarai scemo. Lo mangi tu, il pesce del Reno. Per, almeno, possiamo andare a comperarlo fresco, e farci una cena decente. Per stasera, niente scatolette. Gli vedo negli occhi un lontano balugino della luce degli anni doro, quando ci sfidavamo a risotti. Credevo che il pesce arrivasse fresco il venerd. Continua a crederlo, se vuoi. Per il pesce fresco del venerd arriva il gioved pomeriggio. E non c fila, di gioved. Infatti sono in pochi anche questo gioved. Comincio a guardare con interesse qualcosa da friggere, poi penso che non ho voglia di portarmi dietro lodore del fritto per giorni (maledetto monolocale) e decido di far gustare ad Andrea una fetta di tonno al forno. Il pescivendolo intento a discutere con una vecchina. Parlano di delfini. Oh, salve, Professore! Per lui, sono sempre il Professore. Una volta devo avergli detto che sono laureato. Glielo spieghi Lei, professore, alla signora, perch non bisogna mangiare il tonno in scatola. Con tutti quei poveri delfini uno dei miei cavalli di battaglia, la triste storia dei delfini che vengono catturati, macellati e inscatolati dai pescatori di tonno. Vede, signora, il fatto che i delfini non sono semplici pesci. Anzi, non sono per niente pesci, sono mammiferi come noi. E sono molto intelligenti: per questo soffrono pi dei pesci. E oltretutto non c ragione di non mangiare del tonno fresco, invece di mangiare una scatoletta che viene dal Giappone. E sce scono cosc intellignti, come l che sci fanno catturare con i tonni? Per sfortuna, signora. Loro vanno per i propri mari, e purtroppo le loro strade si incrociano con quelle dei tonni. E cos ci vanno di mezzo, senza saperlo. Ma sce scono davvero intelligenti continua a biascicare la vecchiarda. Guardo con disprezzo la sporta in cui ha messo languilla appena comperata. una di quelle che le anguille le compera solo se hanno smesso di muoversi, perch me, le anguille vive le mangia brisa. Quellanguilla che finir soffocata dallo strutto sar morta da quattro giorni. Sto per risponderle a tono, quando sento Andrea che sussurra: Proprio cos. A volte, anche i delfini si comportano da tonni. Come noi

Proprio cos: siamo due tonni ubriachi. Qualcuno mi segue con cura, trova il momento adatto per sparare senza che il rumore degli spari si oda, coperto dalla musica da balera del tiro a segno, e poi spara cos male. Tre colpi, tre errori. A meno che non avesse fatto tre centri, colpendo tutto quello che voleva colpire, compreso lo Strabico. E quei due colpi che mi hanno sfiorato, l a far credere che dovevo essere io il bersaglio. Da lontano sento la voce del pescivendolo che mi chiede perch il tonno in scatola viene dal Giappone. Gli rispondo soprappensiero che il tonno mediterraneo viene venduto ai giapponesi, che ci danno in cambio, oltre ai soldi, i loro scadenti tonni con gli occhi a mandorla da mettere in scatola. Andrea sembra divertito. Mi faccio tagliare due fette di tonno, le pago, intasco il resto senza contarlo. Passando davanti alla sbiascicante vecchiarda infilo la mano nella vasca dei capitoni, e con gesto cortese le chiedo se sa come si riconosce il capitone fresco e prima che lei capisca cosa le ho detto, gli rispondo: Se si avvolge tre volte attorno al polso quando lo afferra per la testa, allora di giornata e vado via, aspettando che si accorga dellumido viscidume di ci che le ho messo nella mano. Il suo urlo tracima oltre la pescheria, si rovescia per le strette viuzze dei Pavaglioni e sinfrange su via Rizzoli. Due ore dopo le fette di tonno sono calde e fumanti in tavola, con prezzemolo, finocchietto, cipolle e olive, come piacciono a me. Andrea continua a scuotere la testa, di tanto in tanto. Spiegami una cosa: che ci fanno quelle teste di pesce nel tuo freezer? Quando compro le alici per spinarle conservo le teste, cos se devo farmi un risotto di mare posso farmi il fumetto di pesce. Perch, tu le alici le spini e le sali da te? Perch, tu invece come fai? Compri le scatolette? Sono comode, le scatolette. Ti fanno risparmiare un sacco di tempo E del tempo risparmiato cosa ne hai fatto, in questi anni? Mettiamola cos, fa Andrea. Hanno giocato il tutto per tutto, e ci sono riusciti. E noi ci siamo caduti come polli. Finisco di masticare un boccone di pane per pulirmi la bocca e mi verso da bere. Non direi che ci siano riusciti. Dopotutto, ci hanno preso in giro solo per poco. esattamente quello che volevano. Ammettendo che volessero togliere di mezzo proprio lo Strabico, hanno cercato di farci credere che lobiettivo vero potessi essere tu. Ma questa storia non poteva reggere a lungo, siamo seri. Non era detto neanche che funzionasse, ma valeva la pena di provarci. Il Caracciolo andava eliminato in fretta, e tu gli hai dato loccasione per un piccolo diversivo. Vuol dire che in questi tre giorni in cui noi ci siamo concentrati sullo Strabico, avevano qualcosaltro da fare. davvero agitato, adesso. Solleva la cornetta, telefona in centrale, d ordine di perquisire di nuovo lappartamento del Caracciolo, lo so che ci avete gi trovato cinque grammi di coca, un coltello a serramanico e dei bossoli. Ma questa volta dovete perquisirlo sul serio. Guardate dentro ogni libro, dentro ogni calzino. Niente cani. Non droga quello che dovete trovare. No, non lo so cosa c da cercare. So solo che c, ed in quella casa. E ci passate dentro il fine settimana, se serve. Lo vedo che continua ad agitarsi, cercando di afferrare qualcosa di impalpabile davanti al suo pugno. Lo fai ancora, il tuo famoso caff napoletano? (comprende immediatamente di aver fatto la domanda sbagliata al momento sbagliato) Te ne faccio uno con la moka. Per la miscela buona, vedrai.

Una volta, facevo un caff come Cristo comanda (a Napoli: nelle altre citt lascia fare) Comperavo il caff in grani, scegliendo le miscele pi dolci. Lo macinavo a mano, con un macinino in legno
e rimanevi incantato a guardare la teoria di chicchi di caff che sincalzavano lun laltro, i pi grossi spingendo via i pi piccoli, per rotolare gi gi gi nellimbuto, verso la macina che li sfrangeva spolverizzandoli tutti uguali, i grandi e i piccoli, i giusti e gli ingiusti. Credevi di fare il caffettiere, e facevi er fisolofo caffettiere

lo mettevo nella macchinetta napoletana, col mezzo cucchiaino di cacao, la spolverata di caff macinato fresco fresco sul fondo, o coppitiello e carta e tutti i crismi. Lo bevevo nella tazzina a vetro, e mi sembrava di avere accanto Eduardo che mi sorrideva. Quando andai via da Barbara, macinino e napoletana restarono da lei. Sua madre me li mand, assieme alle altre cose che avevo lasciato da lei e i suoi quaderni e appunti, pensando che anche queste cose sarebbero state meglio da me. ancora tutto negli scatoloni in cantina, non li ho mai aperti. Mentre bevo il caff mi ricordo di una cosa che mi ha detto mentre andavamo in Villa Dondi. Perch stavi dietro lo Strabico? Non che ci stessi proprio dietro. Lho avuto in pugno ai tempi delle tre tele di Bacon: sicuro che fosse il tramite fra i ladri e i ricettatori che arrestammo, lo lasciai libero, sperando che mi portasse alla terza tela. Invece, niente. O quella tela era gi destinata a qualche acquirente, o allestero, o non so. Magari a chi le aveva in mano piaceva solo quella centrale, vai a sapere Fatto sta che non mai comparsa sul mercato. Per Caracciolo mi rimasto qui, come una spina in gola. una soddisfazione che mi sarei voluto togliere volentieri. Andrea non era presente, mentre gli spaccavo il naso con uno Stalin: arrivato dopo, a fatti compiuti, e forse lo Strabico gli rimasto sul gozzo da allora. Squilla il telefono, risponde direttamente Andrea. Deve aver dato il numero in centrale, perch per lui. Fa una smorfia indecifrabile, poi ricompone la sua faccia. Quando mette gi si versa direttamente la mezza tazza rimasta sul fondo della caffettiera, poi mi guarda, di nuovo insondabile. Ci sono novit. Non belle. Di che genere? Giulia Baracca. Sembra che si sia impiccata. Poi, fissando la tazzina ancora piena e dice, pi a se stesso che a me: come la favola di Pollicino. Qualcuno ci cammina davanti, sbriciolando perch gli si possa andar dietro. Dove vuole lui.

4. In canottiera e mutandine, Giulia Baracca doveva essere una bella donna. Bench pallida come il marmo, vien da pensarlo anche ora. Il segno viola sul collo spicca visibilmente. Per fortuna quando arriviamo noi il medico legale gi sul posto, e il corpo stato staccato dal lampadario a cui era appeso. Il cappio di nylon resistente avvolto per terra: un tirante da campeggio, probabilmente. Gli agenti rovistano nei cassetti e negli armadi. Una ragazza bionda molto impallidita accoccolata sul sof, un plaid indosso e un bicchiere di cognac in mano. Non piange, ma scossa dai singhiozzi, non trovandola n in casa n in villa sono venuta a cercarla nella sua casa, certo, avevo le chiavi perch quando Giulia dormiva in villa potevo usare queste due stanze in citt come pied--terre Evidentemente aveva anche lincarico di curare le piante che, nonostante il caldo soffocante, sembrano gli unici esseri viventi in buona salute, stasera. Ispettore, venga a dare unocchiata qui. Da una cassa in legno di quelle vecchie, quelle che si comprano in Montagnola, salta fuori, assieme ad altre cose in questo momento irrilevanti, lintero catalogo della seduzione in stile Madonna. Calze a rete, gupire, reggiseni in pizzo, un corsetto in stecche di balena dallaria autentica, e un paio di manette, un bavaglio in cuoio, uno staffile in pelle. Tutto il necessario, insomma, per un erotismo alla moda. Il sadomaso da un po di tempo lultimo grido. Andrea continua a fissare quel corpo fragile disteso sul letto. Scambia sottovoce qualche parola col medico, indicando qualcosa in modo vago. Poi scosta leggermente il lenzuolo che copre il corpo per osservare meglio un piccolo livido stretto e sottile sulla natica. Non sembra una di quelle che si limitavano a recitarla, la parte della vittima sottomessa. Sul volto non ci sono segni. Le unghia non sono da manicure, ma nulla di eccessivo: dopotutto le mani le usava per lavorare. Il segno del cappio, subito sotto il mento, sembra quasi voler pulsare, come una innaturale vena disegnata con un rossetto violento. Se fosse pi scuro potrebbe essere un nastro a cui appendere un cammeo. Andrea ci passa sopra un dito. Avanti, indietro. Le mette la mano sotto la nuca. Le solleva la testa. A volte Andrea riesce a dare limpressione che il tempo si sia arrestato di colpo, cristallizzando tutto ci che era in movimento. il suo modo di afferrare un pensiero e svolgerlo come un rosario, mentre tutto il resto giace in animazione sospesa. Resta cos per qualche interminabile minuto, con la piccola testa esangue nel palmo della mano, gli occhi fissi sul collo. Poi, con calma, riappoggia la testa sul cuscino e le passa la mano sugli occhi, quasi a voler ripetere il gesto pietoso con cui qualcun altro li ha chiusi. Fa un cenno di intesa al medico legale, che glielo restituisce assentendo con gli occhi. Ispettore, venga qui. Guardi nel cassetto, c una pistola.

una piccola pistola, tanto piccola da far quasi tenerezza. Spesso le pistole sono pi grandi di quello che ci si immagina, questa no. Andrea fa una smorfia e si lascia sfuggire un naturalmente che resta per un attimo sospeso in aria. Esce come sospinto da un soffio di vento strascicando fra i denti un andiamo via che risuona nel gelo di questa torrida notte.

5. C modo di togliere un po di dolce dal tuo cocktail? Gli faccio segno di s, chiamo il barman, e gli chiedo: Due del solito, ma secco. Canadese? Bravo. Ha la fronte meno corrugata. Qualcosa deve avergliela distesa, anche se gli occhi sono ancora plumbei. Ha fretta Chiunque sia ha una dannata fretta E deve improvvisare Tutto questo non doveva succedere voglio dire, non stato lui a metterlo in moto, successo qualcosa che ha scatenato tutto questo. E per quanto bravo sia, comincia a sbagliare. Arrivano i due bicchieri accompagnati dalle consuete olive e patatine, che resteranno l. Nessuno ha fame stasera. Dove avrebbe sbagliato? Francamente non ci arrivo. Solleva le sopracciglia e sospira: Vedrai Spero di poter leggere nellautopsia quello che penso. Ammettendo che tu abbia ragione? Tanto vale per ora dargli corda e lasciarlo fare. Vediamo cosa vuole farci capire. Sembra sicuro di s. Mentre lui torna in questura, io vado a casa a dormire. Mi sveglia alle cinque. Va bene ricominciare a vedersi, ma adesso esagera. Oltretutto non neanche il mio lavoro. Cosa centro, in fondo? Ti passo a prendere fra mezzora, mi servi. Poi ho da farti vedere una cosa. Lui capace di non dormire per notti e notti, e di recuperare rubacchiando qualche ore di sonno sulla poltrona dellufficio. Io no. per questo che bevo tanto caff.

6. Dove siamo diretti? Sei sempre lo stesso. Ci siamo passati tre giorni fa da questa strada, e gi non te la ricordi? Magari tre giorni fa ero pi sveglio. Comunque, adesso capisco che stiamo di nuovo andando a Villa Dondi. Tu sei stato nello studio di Dondi, hai avuto modo di dargli unocchiata. Magari c qualche piccolo particolare che hai osservato distrattamente, ma che pu avere il suo peso. E siccome ho limpressione che il nostro uomo ci far trovare qualcosa, voglio che tu sia presente al momento del ritrovamento. Ormai partito in quarta: parla di questa misteriosa entit, gli d quasi del tu, lo personalizza, e scommetto che cerca di immaginarne i tratti somatici, il carattere, i gesti. Quando leggevamo insieme un romanzo, Andrea Vannini non si soffermava mai sulle descrizioni dei personaggi, se li ricreava lui attribuendo loro un volto, designava gli attori che avrebbero dovuto impersonarli sulla pellicola di un suo personalissimo film. Ma hai almeno qualche idea su chi sia? No, purtroppo. Per noi questa storia inizia solo dal suicidio di Dondi. come entrare al cinema con un quarto dora di ritardo: devi cercare di immaginare cosa ti sei perso, e non detto che ci riesca. Prima del suicidio c qualcosa che deve averlo ha causato, e non ho idea di cosa possa essere. E magari non neanche il fatto principale. Magari Dondi che, non volendolo, ha fatto scattare qualcosa con la sua morte. Il fatto che noi non possiamo non ragionare in termini di causa ed effetto, per non perdere il contatto col poco che abbiamo in pugno. Ma se si sono incrociate storie differenti, c qualcosa che fa sballare tutti i calcoli. Chiaro? E se provassimo a partire dagli ambienti in cui si muovevano i nostri personaggi? Troppo complicato. Prendi il Dondi: finanza, grande industria, e magari, vai a sapere, c dellaltro tipo politica o massoneria che ancora non venuto fuori. C la scalata alla FederFin, e pi indietro la nube tossica. E questo ancora il meno. Ma con personaggi come il Lama e lo Strabico, potresti andare a parare ovunque. E allora? Siamo arrivati. Scendiamo dalla vettura, e suoniamo allingresso. E allora, come se qualcuno ci stesse inviando un messaggio di cui non riusciamo a decifrare il significato. E dobbiamo cercare di capire se ci conviene cominciare a cercare chi ci manda il messaggio, o cercare prima di capire cosa significa. Il cancello si apre, il Vinciguerra ci guarda, inespressivo. Prende in mano il mandato di perquisizione, ma non lo guarda nemmeno. Ormai per lui lispettore Vannini sta diventando un ospite fisso. Metto su un caff, ispettore? Avrei voglia di spiegare ad Andrea che a volte i messaggi si formano da soli, senza che alcuno li generi. E significano qualcosa a seconda di chi li riceve. Questo, almeno, quello che ho imparato sui libri. Se poi vero anche in questo fazzoletto di realt in cui il suicidio sta diventando unabitudine, allora Andrea lo sa di certo meglio di me.

Mentre gli agenti svolgono diligentemente il loro compito, dividendosi per il momento fra la stanza della Baracca e lo studio di Dondi non credo che ci sar bisogno di passare ai piani alti. Andrea Vannini si guarda attorno quasi seccato, apre una carpetta, sfoglia un paio di appunti, solleva un pesante dizionario. Il non dover far caso a eventuali impronte digitali gi rilevate, per scrupolo, dopo il suicidio rende tutto pi celere. Alla fine succede quello che doveva succedere. Un giovane agente rosso in viso porge ad Andrea un libro tratto dallo scaffale accanto a quello dal quale, tre giorni prima, ho sfilato via il Montale depoca. Posso anche sbagliarmi, ma quei libri li avevo lasciati pi scostati gli uni dagli altri. Adesso sono di nuovo serrati. Nel libro ci sono tre foto. Giulia nuda, con le mani legate dietro la schiena, in pugno un grosso vibratore. Giulia indossa la sola gupire, imbavagliata e oscenamente legata a una sedia rovesciata, con le natiche rigate da segni rossi. Una donna, presumibilmente sempre lei, col volto coperto da un cappuccio di cuoio con una lampo al posto della bocca, ammanettata alla spalliera del letto, indosso solo un paio di calze a rete. Lambiente sembra essere la stanza della servit nella quale Giulia Baracca dormiva. In tutte le foto il volto girato verso il fotografo. Almeno, mi viene da pensare, le piaceva farlo. Ci scambiamo, io e Andrea, un sorriso amaro. Non posso dimostrarlo, ma quelle foto sono state messe l dentro negli ultimi due giorni. Prima di andar via, Andrea si ferma davanti alla stanza del cuoco, ancora assente, e d un altro dei suoi ordini bizzarri: rilevare a tappeto tutte le impronte digitali nella stanza del Romboli. Vede, ispettore, sembra scusarsi il Vinciguerra, la signorina Baracca non dormiva pi qui da domenica. Ma non avevo motivo di preoccuparmi, perch si era presa una settimana di libert. Del cuoco invece non saprei dirLe alcunch, magari tornato qualche giorno a Viareggio a godersi un po di mare, magari invece, avendo terminato di sistemare le pendenze con i fornitori, si ritiene libero del suo incarico, e prima o poi mander a prendere le sue cose, magari ritorner stasera, chi pu dirlo. Sta di fatto che da tre giorni qui non si vede nessuno. E quindi, se qualcuno ha voluto introdursi nella villa, lo ha fatto di mattina, quando il custode cessava la sorveglianza notturna e dormiva. Magari non stato facile, ma sicuramente possibile. Il custode, con la mano perennemente sulla testa del suo cane, sembra essere lunico punto fermo in questa storia. Tutti gli altri si dividono in due categorie: quelli che muoiono, e quelli che scompaiono. A proposito di scomparsi: notizie del Lamanna? Figurarsi. Conoscendolo, adesso pu essere a Lisbona, a Bucarest, magari in Baviera. Da quando ha allargato il suo giro di affari, ha pi passaporti lui che peli quel cane l. Devessere vero. Oltretutto quel vecchio cane decisamente spelacchiato.

7. Indovina dove teneva segnati i numeri di telefono, lo Strabico? Stiamo tornando indietro. Andrea ha laria pensosa. Io continuo a sentirmi in ritardo di dieci minuti rispetto a tutto. Sulle banconote, nel portamonete. Evidentemente quelle da spendere erano nel portafogli. E indovina chi abbiamo trovato, su questa specie di agenda privata? Un paio di numeri col telefonino, il capello unto e le tasche piene di banconote sporche, immagino. A parte quelli, voglio dire. Il numero del telefono sulla scrivania del Suicida Numero Uno. E quello del Lamanna, con accanto un altro numero. Probabilmente una cassetta di sicurezza. Stiamo controllando tutte le filiali in citt e provincia. Se non troviamo niente, proveremo con quelle della regione intera. Cosa ti aspetti di trovarci? Azioni della FederFin. Il pedaggio di un bieco ricatto, suppongo scettico, e credo di sapere perch. Ma sento che c dellaltro. Una volta trovato il bandolo, era ovvio che ci saremmo arrivati. E poich il nostro uomo non ha fatto nulla per impedircelo, chiaro che troveremo qualcosa che colleghi Dondi allo Strabico. Ci siamo fermati davanti a un vecchio palazzo nel centro, fra lUniversit e la stazione. Andrea ha le chiavi del portone e della porta. lappartamento dello Strabico. Vieni, ti faccio vedere una cosa. Appartamento una parola grossa. un sottoscala umido, con la pavimentazione scoscesa e le scale scivolose, e linterno anche peggio. Il dito di polvere ingrassata sul fondo delle pentole appese alla parete della cucina non d lidea di un amante della vita casalinga. Te lo ricordi il vecchio lenzuolo con Michelangelo? Lo Strabico aveva una vera passione per i soldi. Cos aveva conservato, dentro una cornicetta a giorno, alcune banconote fuori corso legale. C aria di anni Sessanta e Settanta, in quella cornice. Guarda dietro quelle banconote. Smonta pure la cornice, ci abbiamo gi guardato noi. Lo guardo incuriosito, con la vaga sensazione di stare per scoprire qualcosa di cui mi pentir. Smonto il vetro, e rivolto una per una le banconote. Su quasi tutte, ci sono dei numeri di telefono. Guardo Andrea, perplesso. Abbiamo gi controllato quei numeri. Vecchie conoscenze, in buona parte. A parte questa, forse mi dice indicando il biglietto da cinquecento lire 359672. Questo numero non devessere molto vecchio. Non preoccuparti. Non sono numeri degli anni Settanta, sono relativamente recenti. Uno di questi deve averlo scritto pochi mesi or sono, se ho capito a cosa si riferisce. Diciamo che usava la collezione come unagenda sui generis. C uno strido di falso, nel quadro dinsieme, che non mi convince affatto. Ma non riesco a capire che cosa non va, e al tempo stesso questo ronzo subliminale mi impedisce di concentrarmi sul numero

di telefono. come se quei sei numeri fossero sfuocati. Poi, a poco a poco, diventano sempre pi chiari. Quando ridiventano perfettamente visibili, capisco perch avrei preferito non saperlo. 359672 359672 359672: il numero di telefono di Barbara. Glielo cambiarono pochi giorni dopo che io andai via, e non lho mai usato. Ma lho sempre saputo a memoria. Quando ho avuto fra le mani la strisciata della Sip ci sono rimasto male anchio. Tra laltro, non detto che labbia scritto quando era il numero di Barbara. E, in teoria, il suo nome non dovrebbe dirmi niente, cos come i nomi di quelli che hanno avuto questo numero, prima e dopo di lei. Ma Ma c qualcosaltro. E a questo punto, ci arrivo da solo. (sto diventando bravo?) Ma c quella storia di quadri, vero? Lo Strabico cera in mezzo, e Barbara ti aveva cercato quando tu li hai recuperati Infatti. Per poco che possa essere, lunico legame plausibile che ho trovato fra questo numero e e cosa? Lo Strabico? Il furto di tele? La morte di Barbara? Lintera storia? Restiamo a guardarci in silenzio, ciascuno dei due con una possibile risposta che sostituisca quei puntini sospensivi che puntellano i nostri discorsi. Con una possibile risposta, nella speranza che faccia meno male del dubbio che abbiamo dentro. Vediamoci stasera, da me. Abbiamo bisogno di pensarci su. No, meglio da me, mi risponde. Se non mi arrivano certe carte in ufficio, me le faccio portare a casa.

8. Sono arrivato fino in centro. C una frase che mi ronza nelle orecchie
Le cose si stanno sfaldando dai bordi

e non riesco a ricordarmi dove lho letta. Ho limpressione che qualcosa stia lentamente sbiadendo, che si stia perdendo la nettezza dei contorni. Qualcuno, correndo dietro un autobus, mi urta alle spalle. Sobbalzando, mi accorgo di essere fermo davanti al mio negozio di scarpe. (mio, per modo di dire. Due paia in otto anni: se i maniaci della cura delle scarpe come me aumentassero, qui dentro dovrebbero vendere formaggi) Cerco il modello che ho ai piedi, senza trovarlo. Donato Vinciguerra e io abbiamo lo stesso modello, stessa marca, col bordino verde nel tacco Perch questa coincidenza mi ossessiona? E, soprattutto, quali cose si stanno sfaldando dai bordi? Immerso in questi pensieri, quasi senza accorgermene sono passato da via Orefici e ho comperato un etto di caff in grani, miscela dolce. Arrivato a casa, sono sceso in cantina a recuperare uno degli scatoloni che ho archiviato laggi da cinque anni. Fuor di metafora, se non il mio inconscio ci manca poco. Dentro lo scatolone, scatole pi piccole. In una, avvolti nel cellophane, il vecchio macinino in legno chiaro, la napoletana da due tazze, i bicchierini da caff in vetro. Uno purtroppo si scheggiato, ma gli altri sono intatti. Mani amorevoli li hanno riempiti di carta, prima di imballarli. Macino un pugno di chicchi, tanto per ridare lodore del caff al macinino. La macchinetta pulita, la faccio andare con del caff che avevo in casa, tanto per rinfrancare anche lei. Lavo i bicchieri. Poi macino il caff, con calma. Riempio il filtro della napoletana, intercalando un pizzico di cacao in polvere, di quello che ho. (domani ne comprer di migliore) Riempio la macchinetta con acqua minerale (nellacqua di Bologna c troppo calcare) e lascio un mezzo cucchiaino di polvere di caff sul fondo per rafforzare laroma. Mentre aspetto che lacqua bolla preparo un coppino di carta, che infilo sul beccuccio prima di voltare la macchinetta. Aspetto. Devo anche ricordarmi di ricomprare i cremini Majani. Lunico piacere superiore a una tazza di caff una tazza di caff dopo un cremino Majani. Barbara non ha mai capito questa mia passione per il caff. Lei lo comperava gi macinato, e lasciava sempre il cucchiaino dentro il barattolo. Era lunica cosa che non avevamo in comune, il caff. Per lei era unabitudine senza finalit recondite, per me un momento di meditazione. Qualunque cosa io stessi facendo poteva aspettare, qualunque cosa il mondo volesse da

me doveva attendere il lento sgocciolare del caff verso il fondo della napoletana. Nel corso di questi anni il caff diventato un medicinale per lenire il cerchio alla testa del primo mattino, un sapore forte in grado di coprire il gusto di Campari nel periodo dei quattro Negroni a sera, una droga per star sveglio, uno stupefacente che sostituisse la voglia di alcol quando ho smesso di bere (nei giorni di lavoro). In questi cinque anni ho perso molte cose. Dopo il caff, comincio a guardare cosaltro c nello scatolone. Alcuni maglioni, qualche poster, le cartoline dei musei. Lultima cartolina non mia. la riproduzione della tela centrale del trittico Studio per una testa africana di Bacon. Mi piacerebbe conoscere questa Sinead OConnor alla quale questa tela dovrebbe assomigliare, devessere una bella ragazza. Alla cartolina fissato, con una graffetta, un foglio scritto a stilo.
Bologna, 15 settembre Spett. etc. etc. Il solenne evento avr luogo luned. Se linfluenza non sar passata, tanto peggio, cazzo! Le mie sincere scuse per averLa fatta attendere cos a lungo. Ecco il programma: 1 Comincer a urlare esattamente alle 4. Venite dunque verso le 3. 2 Alle 7, cena allorientale. Sar servita della carne umana, delle cervella di borghese e clitoridi di tigre saltati nel burro di rinoceronte. 3 Dopo il caff, ripresa della piazzata, sino alla deflagrazione delluditore. Il programma di Suo gradimento?
PS:

esattezza e mistero!

15 settembre. Quattro giorni prima della sua morte ed morta di luned, ne sono sicuro. Non pu essere vero. Cerco unagenda, un calendario, trovo solo un ritaglio di giornale, lo stesso che ho visto nellufficio di Andrea, rifaccio i conti due, tre volte, fra la data dellarticolo e il 19 settembre. Che un luned. Il solenne evento avr luogo luned Cosa vuol dire? Quale evento? Sfoglio gli altri appunti dattiloscritti, ma tutta roba di lavoro, sono una quarantina di pagine. Sullultima, il titolo di un articolo del 1912 sul Misticismo poetico in Flaubert. Non sono appunti, un abbozzo di traduzione. Sua madre non deve aver guardato, si limitata a mettere tutto in una scatola. A parte questo, non c altro. tutto quello che mi resta di Barbara: la traduzione di un articolo vecchio di ottantanni, e una lettera delirante in cui fissa un appuntamento per il giorno della sua morte.

9. Ci conosciamo da anni, ormai. O meglio, sono io a conoscerti, anche se non so che faccia hai. Devi essertela fatta nuova in qualche clinica privata, o magari a casa tua. Lo so che sei qui intorno. Ti diverti un mondo a osservarmi, nascosto nella tua ombra, e probabilmente non ti passa per la testa che qualcuno possa aver capito cosa nascondi nel tuo cono dombra. Pensare di aver commesso un errore non fa parte del tuo modo di vedere le cose. Eppure questa volta ne hai gi commesso pi duno. La fretta non il tuo forte, vero? O magari pensi che sia anche pi interessante, un gioco con qualche inevitabile errore. Ma gi!, di certo non te li attribuisci. Non sono colpa tua, il caso che li fa accadere, questi cosiddetti errori, vero? Cos, solo il caso pu rendere vulnerabile la tua innata perfezione. E per quello hai un rimedio sempre pronto. Hai cambiato molte armi, ma come se ne usassi sempre e solo una: tu non lo sai, ma io conosco la tua firma, lo scarabocchio che lasci su ogni cadavere. Ogni volta che uccidi, ti lasci dietro un segno contorto, come una lumaca che sbava inchiostro, e ogni volta, prima o poi, arrivo io. Non importa se arrivo in ritardo, mi basta la bava nera che ti lasci dietro. Sono anni che la studio, che sono lesperto calligrafo di un uomo che non ho mai visto. Non mimporta se arrivo sempre dopo di te. solo una questione di tempo. E di tempo ne ho quanto me ne serve. Ho tutta la vita, se occorre. Ti sono sempre pi vicino, e prima o poi ti trover, forse prima di quanto tu possa pensare. Credi di essere invincibile, vero? Di poter prevedere, calcolare ogni cosa? Allora sappi che hai gi perso. Se anche questa volta sei di nuovo tu, se sei quello che penso, hai perso. Ti mander contro qualcuno che non puoi prevedere, che non potrai anticipare. Una variabile impazzita, la mia arma segreta. Anche se mi coster caro. Molto, molto caro.

10. Sul tavolo di Andrea i resti di uninsalata di pomodori e delfini in scatola. In compenso, il whisky buono anzi, il whiskey, un Paddys del sud dellIrlanda. Per aria, un altro di quei brani che una volta conoscevo bene. In-A-Gadda-Da-Vida. Lassolo di batteria pi lungo della storia del rock. Nessuno dei due ha voglia di cominciare a parlare di cose serie. Ci lasciamo trascinare dalla musica negli anni beati in cui mescolavamo biliardino e rivoluzione nella stessa casa, in un turbino di coinquilini di cui restano solo brandelli di nomi, piccoli episodi, frammenti di storie il geloso di sinistra, te lo ricordi? quello che le storie sono cos, e le coppie aperte, naturalmente quelle degli altri, le sue no, e la gelosia roba passata, e infatti scenate da vergognarsi come ladri per la tromba delle scale, e alla fine gli abbiamo dovuto spiegare, non che il preserva ti si sfila in ragione della tua priapica mascolinit, ma perch va infilato sullammiraglio gi eretto sullattenti, non prima il meneghino che gett del cavolo nelle pere alla bella Elena, perch era in dispensa, ed era un peccato andasse a male, cavolo e pere, buon dio (si scade nel picaresco, ma non dura) e quel mezzo mafioso, talmente analfabeta che doveva farsi correggere anche le cartoline, tutto un cchi spacchiu vui, piccio e i cose dda casa un sanna ccuntari allistranei , come si chiamava, Clemente Armerina Cammarota, figgjhiu i Aldo Armerina Cammarota minchia u figghiu du Sinnaco! che gli chiedemmo una volta ma come hai fatto a farti promuovere se non spiccichi due parole ditaliano, e lui tutto fiero ci dice del padre avvocato che gli aveva passato il compito da sotto la porta del cesso della scuola e ppoi minchia! io a quattordici anni ggi fficcavo, aah! perch quando passi la tua vita a fare da tappeto a Salvo Lima che si struscia le scarpe sulla tua faccia quando viene a visitare il tuo paese, e magari fai anche finta di non vedere la sua mano che si allunga sul culo di tua moglie, di tempo per educare i figli te ne resta ben poco, e se te ne viene fuori uno minchione pi facile decidere che sono cose che capitano, e ne fai un altro sperando che cresca su meglio perch cosa se ne fa del periodo ipotetico un minchione educato a pensare che tutto resta immobile e niente pu cambiare, se lunica cosa che ha letto e si ricorda quella pagina del Gattopardo, non tutto il libro, solo quella pagina con langolo piegato per poterla leggere ad alta voce ogni volta che serve, perch senza leggere non lo sa dire da solo che bisogna cambiare tutto perch niente cambi perch la vera struttura portante, la macchina riproduttiva della mafia sono i piglianculo come lavvocato Armerina Cammarota, che vivono per mettere al mondo dei quaqquaraqqu

perch la vita un cassonetto che ogni tanto vomita topi come quello, e ti fa rabbia che siano talmente meschini da non aver voglia di riaprire il cassonetto per ributtarcelo dentro, che ci guadagneresti solo una giacca sporcata perch in fondo, se ci pensi, ce ne sono tanti cos: e a volte capita che il cassonetto si riapre, ed esce fuori un altro topo di fogna, magari al femminile minchia ta pozzu cuntari na cosa porca assai ca ci piaci fari a ma fimmina?, che si prende a mano il primo minchia meschino, avi truvari a fimmina ricca, e aggiu truvato chista, cca teni i milioni du patre (come suonano nella bocca, quei venticinque milioni del padre) cuciti intru materassu (e si segna con un mozzicone di matita sullagendina le diecimila lire prestate, e il pacco di zucchero gi a mezzo, e le mortadelline in offerta tre-per-due) e il cassonetto si riapre di nuovo, e scompaiono tutti e due, rintanati davanti alla televisione perch uscire la sera costa, diamine, ppoi non vro che non usciaamo maai, Clm, siamo gi usciti giovd sraa , e il mondo sembra un po pi pulito se non li incontri pi Quando il disco termina, Andrea si alza. Laltra facciata non proprio il caso. Questaltro, invece, dovresti proprio ricordartelo. Laria si riempie di una musica zuccherosa, ma accattivante. Una specie di canzoncina per bambini, caro vecchio Robert Sinclair, con il suo confettoso mondo grigio-rosa. Ho trovato un appunto di Barbara. Ti dice qualcosa? Nel ricopiarlo non ho messo la data. Lo vedo annuire, mentre legge. S. Glielo sentii recitare lultima volta che trasmise per radio. Sai, quando salutava con quei consigli strani? Le ultime trasmissioni me le persi, ero in Jugoslavia, ai tempi in cui la Jugoslavia esisteva ancora. Anche Barbara, se per questo. Domani faccio un salto in radio, chiss che non labbiano registrata e conservata loro. Andrea si accende una sigaretta. Novit? Conferme, pi che altro. Lamanna e Romboli sembrano essersi fatti di nebbia. E il resto? Stringe leggermente gli occhi. Sa cosa voglio sapere. Nella stanza del cuoco quasi non abbiamo trovato impronte. Neanche le sue. O Vinciguerra fa le pulizie meglio della cameriera, o Romboli girava con i guanti. Scegli tu. La risposta, se lo conosco bene, non n luna n laltra. Lautopsia? Niente droghe. Niente lividi. Morte per strangolamento. Ma non suicidio. Lo dice come se fosse la cosa pi ovvia di questo mondo. Vuoi dire che si fatta impiccare? Prima di rispondermi, schiaccia la cicca nel posacenere. No. Voglio dire che qualcuno lha strangolata con quel tirante, poi lha appesa al lampadario per simulare un suicidio. Ti ricordi il segno del cappio, dritto come fosse un nastro? Il segno di unimpiccagione non dritto, diagonale, perch il nodo dietro la nuca pi in alto rispetto al punto in cui la corda stringe sotto il mento. Sembra una stronzata, ma quasi sempre per cose del genere che finiamo col prendere tutti quei cervelloni che credono di essere capaci di compiere il delitto perfetto. Mi sembra troppo. Continuo a pensare a quel corpo. stata la seconda volta che ho visto un cadavere livido e irrigidito, cos che ho capito la differenza fra morire e crepare. E dopo averla strangolata, hanno messo in scena la farsa del suicidio, e quellaltra pagliacciata delle foto Niente segni di scasso alla serratura, pochissime possibili tracce di resistenza. Si fidava di lui, gli ha aperto, girava in canottiera e non aveva motivo per non voltargli le spalle.

Con chi abbiamo a che fare, Andrea? Continuo a non saperlo. A non sapere che tipo di gente . Anche se per me non sono in molti, forse uno solo. Uno che non ha alcuno scrupolo a servirsi degli altri, sino ad usare le loro vite, magari semplicemente per respirare un momento. Ma furbo, nonostante tutto. Potrebbe inventarsi qualche depistaggio apparentemente pi credibile, ma non lo fa. Anche se costretto a correre dei rischi, vuole restare su un terreno che conosce bene, in cui si sente sicuro. Per lui tutto questo serve solo a prendere tempo. Il che vuol dire che sta per succedere qualcosa, dopo di che non sar pi in pericolo. Oppure, che far succedere questo qualcosa il suo scopo. E non so neanche se fra questi morti, Dondi, lo Strabico, la Baracca, qualcuno era estraneo a questo gioco, o se erano coinvolti tutti quanti. Ho fatto interrogare per quattro ore il custode oggi, dal momento che, fra morti e scomparsi, era lunico che potesse dirci qualcosa. Non emerso alcunch: uno che vive in un suo piccolo mondo, col suo cane e i suoi pennelli. Il massimo dello svago una vecchia Harley Davidson che tiene sempre a punto. Viaggia poco. Uno cos da tutta questa vicenda ha solo da rimetterci. Se i nuovi proprietari della villa non volessero tenerlo, non saprebbe cosa fare. Fa parte del paesaggio, un elemento del giardino. Oggi cera lapertura del testamento, se non ricordo male. Infatti. Niente di straordinario. Ha elemosinato ai parenti briciole del suo patrimonio, tanto per non farsi maledire. Ha lasciato cifre simboliche (dal suo punto di vista, naturalmente), ai membri del personale, e al figlio. La stessa cifra che ha lasciato al cuoco, in un conto intestato a lui, se mai dovesse ritornare. Hai notato la foto del monastero, sulla scrivania? Comunque, praticamente unelemosina. Peggio di unelemosina, mi viene da pensare. Lasciargli gli stessi soldi che si lascia a un cameriere, per quella gente peggio che lasciargli niente. Alla clinica che cura la moglie ha lasciato di che mantenere la poveraccia alloggiata in una suite privata per i prossimo cinquantanni. E alla moglie, a ogni buon conto, vanno tutti i beni immobili. Inoltre, una notevole elargizione ai due figli del suo vecchio socio, probabilmente per sdebitarsi di essere morto da solo per le colpe di tutti e due. Chi avrebbe mai detto che avesse un cuore, da qualche parte Il resto? Sar amministrato dalla sua societ. Compreso il pacchetto di maggioranza. Tranne quelle azioni regalate alla finanziaria londinese di cui sai. Il disco ricomincia da solo. Non c ragione di cambiarlo, per il momento. Come lhanno presa, i suoi soci? Contenti di non aver avuto sorprese. Ho sentito uno degli amministratori della FederFin. Hanno gi un contatto con i londinesi, che sono pronti a vendergli quel blocchetto di azioni, senza passare dalla borsa. Quella delle finanziarie misteriose era una mania del Dondi. Mi servo da solo un altro Paddys, e ne verso anche per lui. C modo di sapere perch ha inviato a Londra qualche miliardo, mentre il figlio piange miseria? Non credo che pianga. Sar dura persino farglielo sapere, della morte del padre. Mi sono preso la briga di contattare i consolati italiani in India e Nepal, nel caso lo rintracciassero, per informarlo. Comunque, no: non c modo di sapere chi c dietro i londinesi, n perch aveva fatto vendere azioni prima della morte. La cassetta di sicurezza? Ancora niente. Domani passiamo alle altre provincie. Adesso non c davvero altro. Abbiamo sfogliato il carciofo, e siamo arrivati al cuore. Tanto vale togliersi subito il dente. Andrea lo capisce, e si alza per cambiare musica. Anche questa roba che ho dimenticato? No, direi di no. I dischi della 4AD sono degli anni Ottanta

(gli anni Ottanta, musicalmente parlando, li ho cancellati allorigine, a parte, chiss perch, i Bauhaus e gli Wire) per questo un pezzo di Terry Riley (Terry Riley?) Secondo te, cosa ci fa quel numero di telefono su quel biglietto da cinquecento? Non lo so. Forse Barbara aveva saputo, non certo da me, che Caracciolo era implicato nelle tele di Bacon, e ha cercato di contattarlo per cercare la terza tela. Chiedendo in giro, poteva arrivare a sapere che il biondino era nella storia. Sbuffa via un filo di fumo, da una sigaretta che si devessere acceso mentre versavo da bere. Non mi sembra probabile. Barbara era capace di mettersi a cercare un quadro rubato solo per poterlo vedere. Sarebbe stata capace di fotografarlo e di tenersi la foto sul letto, senza pensare alle conseguenze. Ma era lo Strabico a tenere quel numero nella sua agenda segreta, insieme ai numeri di spacciatori, strozzini, mercanti di armi e simile gente. Perch era importante, per lui, tenere presente il suo numero di telefono? Perch non segnarselo su una normale agendina, visto che non aveva niente da temere? O doveva avere dei motivi che a noi sfuggono? Continua a esserci qualcosa che mi disturba. Una mosca nellinsalata, o gi di l. Poi ho unaltra impressione, che non so neanche come esprimere. come se qualcuno stia stringendo una rete nella quale senza saperlo siamo impigliati tutti noi. Come i delfini con i tonni. E la tonnara si sta avvicinando. Prendi questa storia, un pezzo alla volta. Lo Strabico smercia delle tele, e ci siete di mezzo tu e Barbara. Dondi muore, e c di mezzo lo Strabico. Lo Strabico muore, e ci siamo dentro tu e io. Dimentichi qualcosa. Questo tono di voce lo avr usato non pi di due-tre volte, da quando lo conosco. Quando uccisero Pasolini mi zitt con quello stesso tono di voce: Non stato quel ricciolino. Non da solo. Lo hanno voluto ammazzare. un tono assolutamente normale, se non fosse quella nota leggermente bassa che ti stringe il cuore come in un pugno di ghiaccio. Dondi e Varisi fanno un affare, e Varisi muore. C di mezzo Cristiano. E fanno quattro: io, te, Barbara e Cristiano. la prima volta che lo nomina, in questi tredici anni. Non devessere passato giorno in cui che Andrea abbia ripercorso un qualche momento della nostra amicizia, alla ricerca del momento in cui avremmo dovuto capire che Cristiano aveva una seconda vita, clandestina, nascosta, della quale non aveva mai parlato. Il cuore di Andrea un impasto di risentimento per unamicizia tradita, e senso di colpa per quello che gli passato sopra la testa senza che lui se ne accorgesse. Tu che hai studiato, cosa faresti? Perch lo chiedi a me? Perch sono io lo sbirro. E se lo sbirro non ci arriva, vuol dire che non bisogna pensare da sbirri. esattamente quello che si aspetta da me: che io pensi da sbirro. E, anche se riesco ad arrivargli vicino, a lui basta tenermi indietro di una pagina. Cos, il momento di partire in contropiede. E visto che lo sbirro sono io, la palla passa a te. Questa musica bella, ma adesso comincia ad angosciarmi. Chiss se c chi scrive musica per dialoghi come questi Fammi ascoltare qualcosaltro di nuovo. Prende su una cassetta, e la fa partire. una sua antologia personale. Ti stupir, scoprire che in questi anni c stato anche un gruppo punk-folk irlandese (infatti)

Cerco di farmi un quadro della situazione, inutilmente. Ogni volta che ci provo, finisco col ragionare come lui. Ci sono troppe cose che mi sfuggono: informazioni, soprattutto. e quando le informazioni mancano, bisogna procurarsele. E per procurarsele, bisogna andarle a cercare da chi le ha. O da chi ne ha di diverse, o le manipola in modo diverso da noi. Uscire dal sistema. (bravo, trenta e lode! E adesso?) Hai unidea pi precisa? Laltro giorno hai elencato tutta una serie di ambienti specifici. Borsa, finanza, politica. L ci sono informazioni, ma noi non possiamo entrarci. Allora dobbiamo cercarle altrove. Dove ne hanno di meno precise, ma in compenso ne hanno di pi. In un posto dove passano molte persone diverse fra loro, e ciascuna di loro lascia qualche informazione. In carcere. Sei davvero convinto che debba essere io a fare la prossima mossa? Andrea annuisce, con lo sguardo interessato. Se non lo conoscessi, direi che pende dalle mie labbra. Allora trova il modo di farmi parlare con Cristiano. Dalla piastra, la stereofonia rimasterizzata di un vecchio interrogativo che mi stupiva ogni volta
and I wander, yes I wander, Wholl stop the Rain?

4. Chiostro

polvere, troppi ricordi, meglio esser sordi, e forse gi tardi

1. 12 settembre 1993. Mezzogiorno


Sapessi amore mio come mi piace partire mentre Milano dorme ancora vederla sonnecchiare, e scoprire quanto bella prima che cominci a correre e a urlare

Ci sono uomini che fanno quello che fanno per scaricarsi la coscienza da un peso eccessivo. Altri fanno le stesse cose per farsi perdonare qualcosa di ingiusto che hanno commesso. Altri ancora le fanno perch devono, punto e basta. Andrea Vannini uno di questi ultimi. Inginocchiato nel reparto sotterraneo del grande negozio di dischi usati, dopo aver scartabellato invano le casse contenenti i dischi corrispondenti alla lettera S, sta ora scorrendo con locchio i dischi riposti, allimpiedi nello scaffale in basso. In unaltra giornata si lascerebbe andare alla suggestione delle assonanze, dei casuali accoppiamenti che si creano in un quarto di secolo di musica rock iniziante per S, da Sly & the Family Stones ai Soundgarden, da Sting a Stephen Stills, passando attraverso i Sugar Cubes e i Supertramp, mentre il locale rimbomba delle stronzate di un ibrido yuppi-Fiorucci no, no, briansole: delle parti nostre, sigra, della Briansa, porca lEva le friulane son tutte infingarde, le modenesi, poi e le reggiane con la montatura degli occhiali alla Augusto Daolio e il saffi ancora odorante di pacili avvolto attorno al cellulare, sventolante un disco che al confronto con quelli di una volta, en podi propi p, ona volta s che oggi invece nlokir cn sti stinchigrve
Limbomaniacs, mentecatto. Stinky Grooves il titolo dellalbum

Ma oggi Andrea Vannini non ha voglia di acculturare gli incolti: si limita ad augurargli un prossimo, e possibilmente lentissimo, cancro, tale quale il portatore originale della sua montatura docchiale. Oggi cerca un solo disco, e sa gi che lo trover qui, da qualche parte
e un bicchiere di vino alla fatina della buona pioggia

Un colpo da maestro, pensa fra s e s. In certi detti popolari il colpo da maestro non il virtuosismo del campione, ma lultimo colpo di ferro da stiro che il sarto d sul vestito gi stirato dallapprendista, per allisciare lultima pieghetta e

completare il lavoro. Sarebbe bello, se alla fine di questo sporco lavoro non ci fosse che una piega o una stropicciatura da appianare con un colpo da maestro. Ci sono pieghe che non si lasciano stirare, increspature che non torneranno mai pi liscie, macchie che ormai fanno parte del tessuto, strappi i cui orli recalcitrano a ogni accomodamento, lacerazioni talmente profonde da preesistere al vestito. nelle piccole cose quotidiane che si sperimenta il senso dellirrimediabile. Ed da qui che nasce il senso del dovere. Ci sono cose che devono esser fatte, anche se non riparano ci che non pi riparabile: devono esser fatte, tutto qui. Andrea Vannini sfila il disco a lungo cercato, lo paga e si avvia alluscita. Il nebbioso squallore di via Padova lo avvolge come un palt.

2. Riassunto degli ultimi tre giorni. Nessuna notizia del Romboli. I familiari hanno sporto denuncia per la sua scomparsa. Sono molto preoccupati. Anche il Lamanna resta introvabile, e nessuno sembra preoccuparsene. Andrea ha cominciato a esaminare i rapporti sui ritrovamenti di cadaveri non identificati avvenuti nel centro-nord nellultima settimana. La cassetta di sicurezza dello Strabico era a Reggio Emilia. Cerano dentro azioni FederFin, denaro, un po di oro, qualche orologio, un paio di agende. Alcuni dei numeri di telefono, scritti da destra verso sinistra, corrispondono a numeri trovati sulle banconote. Qua e l alcuni conti, e qualche sigla: tutta roba risalente agli ultimi due anni, che non ha prodotto sconvolgimenti nel sottobosco padano. Comunque, qualche ladro di polli ha pensato bene di sparire dalla circolazione per un po. Niente di preoccupante: tutti segnalati in casa di amici o parenti, in altre citt. Ho trovato una registrazione dellultima trasmissione di Barbara, negli archivi della radio. Le sue ultime parole sono state la lettura, senza alcuna premessa, dellenigmatica lettera che ho trovato. Poi i consueti saluti alluomo dellaratro, alla fatina della buona pioggia, eccetera. In teoria avrei dovuto riaprire la mia agenzia e ricominciare a lavorare. Ma ho prolungato di una settimana le mie ferie, e ho detto alla mia segretaria di fare altrettanto. Ho controllato il mio conto in banca, tanto per essere certo di potermi permettere, per una volta, di lavorare per conto di una persona di cui mi fido: me stesso. Il Togliatti mi ha fatto sapere che una grossa partita di eroina improvvisamente comparsa sul mercato, in vendita in blocco a prezzo doccasione. E che, nel giro di 48 ore, un acquirente venuto da fuori ha fatto sapere di essere in cerca di una partita pi o meno equivalente, che era sul punto di acquistare quando lo Strabico si fatto uccidere. Morale della storia: lo Strabico stava per acquistare una grossa partita di eroina, da rivendere a stretto giro di posta. Questi acquisti si fanno in contanti, evidentemente da qualche parte devesserci una grossa quantit di denaro che era sul punto di giungere, o forse era appena giunta, nelle tasche del fu Caracciolo. Cristiano ha accettato di parlarmi. un onore, dopotutto: in tredici anni non ci sono riusciti n Nanni Balestrini, alla ricerca di un soggetto per un romanzo sugli anni Settanta
Caro Nanni, ti ringrazio per la cortesia, ma debbo declinare la tua offerta. Ho troppa stima per te e per i tuoi libri da permetterti di scriverne uno su di un soggetto balordo come me

n Corrado Stajano, impegnato in una riedizione del suo LItalia nichilista poi non pi effettuata
Spett. dott. Stajano,

debbo confessarmi sinceramente stupito per linteressamento da Lei mostrato alle mie vicende. Dette vicende sono purtuttavia private, e tali hanno da restare, oltre che dimenticate dai pi, e, in futuro, anche dai ricercatori seri e scrupolosi come Lei. Se aggiorner il libro, me ne mandi cortesemente una copia, che legger con interesse: credo di avere ancora molto da capire, su questo argomento.

Quanto a noi, nessuno ha mai pensato di andare a trovarlo: Andrea fece capire sin dallinizio che non ci avrebbe concesso udienza. A me ha scritto tre lettere nellarco di dodici anni (lultima nel 91), in ciascuna delle quali ignorava deliberatamente tutte quelle che gli avevo scritto, e che non ho neanche modo di sapere se sono giunte a destinazione. In compenso si messo a studiare Manzoni. Sembra lo conosca a memoria. Anni addietro suscit scalpore la pubblicazione di un suo saggio sulle Ricorrenze manzoniane nel primo Montale, pubblicato sullautorevolissima Rivista di Filologia e Storia della Lingua Italiana, con un intervento (nientemeno) di Gianfranco Contini che ne illustrava linnovativo apporto agli studi montaliani. In seguito alle vibrate proteste di illustri professori e studiosi, Cristiano fece sapere che avrebbe rinunciato a pubblicare ulteriori scritti, riservandosi di raccogliere le future fatiche dei suoi studi in un volume da pubblicarsi alla data della sua scarcerazione, allincirca nellagosto 2011, mese pi mese meno non essendo ci che scrivo in alcun modo connesso alle cronache presenti, e dunque rivolto unicamente a un lontano passato, dal cui punto di vista pochi decenni appaiono unaccettabile proroga Prima di uscire di casa, ho riletto quel saggio. La comparsa del verbo abbattersi, riflessivamente usato, deve intendersi un richiamo alla ricorrenza manzoniana, nei cui Promessi Sposi ha significato di imbattersi, quasi sempre connesso con un moto di sorpresa (e una variante dallaccezione festosa in Arbasino, Fratelli dItalia, 1963), talvolta di timore. Cos lincontro delladolescente col proprio amante si concerta in quellabbattersi che, recuperando una significazione desueta, ne rafforza un sommovimento emotivo che non pu essere negato alladolescente, per la quale ogni futuro salvaguardato con un crollar di spalle, e dunque anche lappuntamento prefissato giunge inatteso. In quellabbattersi nelle braccia dellamante la giovinetta esperisce Nove anni prima, in uno scritto dal tono molto meno aulico, Cristiano aveva per la prima volta usato il verbo abbattere in modo maledettamente transitivo.
Comunicato n. 1 A tutte le avanguardie di massa del proletariato metropolitano Un nucleo combattente per il comunismo ha abbattuto ieri Gilberto Varisi, boia al servizio delle multinazionali imperialistiche, colpevole della produzione illegale di armi chimiche yankee usate nello sterminio del popolo del Vietnam, principale responsabile della nube tossica che

Due mesi dopo, larresto in un covo, come si diceva allora. Al processo non ha detto una parola. Non si dichiarato prigioniero politico, non ha confessato, non si pentito, non ha risposto n alle domande del giudice n a quelle dei giornalisti. Non ha mai commentato la condanna.

Semplicemente, iniziava nellaula del tribunale un silenzio pressoch ininterrotto. Degli altri del suo nucleo combattente, quello arrestato con lui si pentito, ha ricostruito, almeno in parte, lomicidio Varisi, e in questo momento dovrebbe essere in Provenza dietro il bancone di una pizzeria. Gli altri due dovrebbero essere in Australia, dopo aver causato una rissa con piccoli malavitosi milanesi conclusasi con tre morti ammazzati. In tutti questi anni Cristiano non ha mai chiesto riduzioni di pena, affidamenti esterni o altro. Vista la sua condotta ne avrebbe pi che diritto: il fatto che non sembra intenzionato a far altro, se non continuare a studiare per i prossimi ventanni circa. In carcere, a San Vittore, il suo silenzio oggetto di rispetto persino fra i pi incalliti soggiornanti. Si dice che una volta in sua difesa, contro un catanese di peso che aveva interpretato la sua indifferenza per mancanza di rispetto, sia intervenuto il bel Ren, uno dei nomi pi noti nelle cronache della Milano anni Settanta. Cos, un po per la voce che lo vuole convertito, un po per il suo aspetto vagamente pretesco la barba sale e pepe, la chierica, gi accennata durante il processo, ora decisamente aperta sulla sua testa diventato per tutti fra Cristoforo. Che io sappia, anche Barbara gli ha scritto, senza ottenere risposta. Quanto ad Andrea, il nome di Cristiano Malavasi era semplicemente impronunciabile in sua presenza, sino a tre giorni addietro. Adesso guida in silenzio lauto di servizio con cui mi accompagna nellex carcere speciale (attuale carcere ordinario), poco fuori citt, dove Cristiano stato trasferito, col suo consenso, per una settimana. Quando vedo Andrea rimanere seduto nellufficio del direttore del carcere, capisco che il nostro colloquio non avr testimoni.

3. Ci ritroviamo in una stanzetta spoglia, un tavolo senza cassetti e due sedie, come due amanti che si reincontrano dopo un decennio di separazione. Cos, per rompere il ghiaccio, Cristiano sorridente mi apostrofa con un O animal grazoso e benigno, che visitando vai per laere perso! Una volta, al liceo, discusse a lungo col professore di italiano sul quinto canto dellInferno, sostenendo che la chiave dellintero dialogo fra Dante e Francesca non erano i versi damore, ma quel Se fosse amico il re de luniverso che sottintendeva ed evidenziava linimicizia di Dio verso i peccatori, inimicizia che rende impossibile ogni sentimento di postuma piet o compassione. Me lo ricordo ancora, asserire con sicurezza che quelli erano versi che potrebbero essere pronunciati da ogni dannato della terra, da ogni prigioniero di questo carcere che la vita su questa terra ingiusta. In quegli anni ingiusto era un aggettivo che implicava sempre un elemento di provvisoriet, di transitoriet. Oggi la vita ci appare ingiusta, senza sensi reconditi. Semplicemente, ineluttabilmente ingiusta. Non ci saranno discussioni. Non sta a noi rievocare, recriminare, riesumare. Niente spiegazioni, chiarimenti, delucidazioni, i dubbi resteranno dubbi, le domande sospese resteranno nellaria, le nostre vite riprenderanno a marciare faticosamente sopra i fangosi sentieri che percorriamo, ciascuno per conto suo, anche dopo il nostro incontro. Non abbiamo niente da saldare, non ci sono conti in sospeso, fra noi. Solo, vorrei averlo saputo prima di vedere la sua faccia da francescano, vorrei esser stato capace di questa leggerezza stamattina, mentre in silenzio facevo colazione, a radio spenta, dopo aver riesumato il vecchio rasoio a mano libera ed essermi rasato, il pi lentamente possibile, col leccasapone di tanti anni fa. Fammi vedere se sei ancora il pi bravo a riassumere in poche parole. Ma non omettere niente: da quanto mi ha fatto sapere per telefono Andrea, devessere un maledetto guazzabuglio. Cos ha preferito telefonargli. Chiss perch, ero convinto che Andrea sarebbe andato sino a Milano, a incontrarlo per preparare il nostro colloquio. Su cosa debbo soffermarmi, in particolare? Sulle domande. E sui volti. Cerca di farmi capire come sono i volti di quelli che sono coinvolti. Devessere stata una regola del Nucleo John Wayne, quello di esprimersi per enigmi che io capisco solo il giorno dopo. O forse sono io a essere sempre in ritardo, come i meloni in aprile. Cos gli racconto tutto, per filo e per segno. Senza essere sintetico, per una volta. Ci metto quasi unora. Quando smetto, Cristiano ha laria di star sgranando un invisibile rosario. Mi piacerebbe sapere cosa c al posto dei grani. Si alza, bussa alla porta, chiede al piantone se possibile avere due caff. Arrivano quasi subito. Siamo trattati con i guanti, sembra dire il volto del piantone. Cosaltro? si limita a dirmi.

In che senso? Tutto questo lavoro di Andrea. Io non centro. Mi dispiace che ti abbiano sparato addosso, ma ancora non centro. E tu lo sai. Se sei convinto che io debba aiutarti, devi dirmi perch. C arrivato prima del previsto. Anni addietro abbiamo imparato, in modo feroce, che il pi imprevedibile del gruppo era lui. Senza dirgli nulla, gli mostro lo stesso foglio dattiloscritto che ho fatto leggere tre giorni prima ad Andrea. Resta un attimo perplesso, poi mi chiede cos. Un appunto di Barbara. Cosa ti dice? una lettera di Flaubert. Flaubert era una specie di allucinato naturale, di quelli che respiravano visioni con laria, di prima mattina. Con i nervi tesi come corde di violino. Questa lettera la invi ai suoi editori, per leggergli il suo romanzo su Cartagine. un buon esempio di come funzionava la sua testa, quando era al lavoro. Si ferma un attimo, lascia che unombra gli passi sul volto. Barbara doveva mandarmi un articolo su Flaubert. Mi aveva scritto che mi sarebbe piaciuto molto. Non ha fatto in tempo. Non era una traduzione di lavoro, dunque. Era per Cristiano, che allepoca non conosceva il francese. Lo ha imparato in seguito. Cosa c di strano in questo appunto? Era il lavoro di Barbara, Flaubert, o no? Forse. Per lo ha letto per radio prima di morire. Sono praticamente le sue ultime parole. Riprende a sgranare il suo immaginario rosario, per alcuni minuti. Poi sospira. Con quella lettera, Flaubert invitava delle persone importanti i suoi editori a una seduta durante la quale avrebbe letto il suo Salamb. Col cerebrale senso dellumorismo di Barbara, si pu ipotizzare che volesse raccontare a qualcuno qualcosa su Salamb. Il romanzo? No. La tela di Bacon, lo Studio per un ritratto africano. Quella che Barbara voleva vedere, e che il Caracciolo aveva forse avuto per le mani. Ma non credo che si possa immaginare lo Strabico come destinatario della lettera, non era tipo da capire certe sfumature. Oltretutto era un mezzo analfabeta. Poi, unaltra cosa. Mi guarda negli occhi. Lo so che sta per dirmi qualcosa che non voglio sentire. Tu pensi che Barbara sia stata uccisa vero? E che da qualche parte, in questa storia complicata in cui tu e Andrea vi siete imbarcati, ci sia il bandolo che porta al suo assassino. Non ho bisogno di rispondergli. Ebbene, lo Strabico era un rifiuto dellumanit, ma non era un assassino. Non per scrupolo morale, evidentemente: semplicemente, non ne era capace. Era un vigliacco, non avrebbe potuto uccidere neanche una donna, neanche prendendola alle spalle. Come fai a esserne cos certo? Lo abbiamo perso di vista tanti anni fa Perch quando spar dalla circolazione, alla fine degli anni Settanta, io lho reincontrato. Fu lui a procurarci le armi. Era nel mercato da tempo. Questa proprio non me laspettavo! Cristiano che compra armi da quel farabutto, come se fossero limoni dal fruttivendolo dietro langolo. Vedo che la cosa ti sorprende, mi dice con un sorriso irridente. Devo essere diventato rosso, come tutte le volte che sto per incazzarmi. Ma cosa credevi, che le armi crescessero sugli alberi? Che ci fossero mercanti buoni che vendevano ai buoni, e mercanti cattivi per i cattivi? E magari, che ci fossero buoni e cattivi? Cerano armi, esplosivo e quantaltro, perch cera chi ne faceva commercio. E chi ci guadagnava lo faceva per i soldi, non per lideale, senza guardare in faccia a chi comperava. E noi che comperavamo non potevamo certo permetterci di guardare in faccia a chi vendeva: la Rivoluzione non un letto di rose, ricordi? Era questa

la differenza tra chi parlava di armi senza averle mai viste e chi invece le usava: voi credevate che sarebbero spuntate dal nulla e nel nulla avrebbero fatto ritorno, una volta cessata la breve necessit del loro uso, noi sapevamo da dove venivano, e ci stava bene cos: non avevamo il tempo, noi, di cercare il punto di giunzione pi alto fra la scientificit delle armi della critica e la necessit pratica della critica delle armi. Tutto il resto chiacchiera da salotto parigino. vero. Le differenze sono spesso molto pi sottili di quanto appaiano. Questo uno dei miei migliori amici, con cui ho passato almeno un terzo della mia vita. Una mattina ha piantato un proiettile nel cuore di un uomo che aveva moglie e figli, un uomo che conosceva a malapena, solo perch sui giornali aveva letto che era il responsabile di qualcosa come una nube tossica, un qualcosa che forse non avrebbe saputo, allora, nemmeno spiegare. E subito dopo gli ha piazzato un secondo proiettile nella testa, chinandosi sul corpo steso sul marciapiede, senza neanche accertarsi se stava sparando su un corpo ancora vivo o su un cadavere. Eppure io sono qui a guardarlo negli occhi, e riesco a indignarmi solo quando scopro che il mio amico comperava armi da un mancato stupratore di ragazzine a cui ho spaccato la faccia anni addietro.
come quella volta a Napoli, quando ci incontrammo tutti alla solita pizzeria dietro ai tribunali, con la pizza nel foglio di carta appoggiata sul marmo, scesi gi ciascuno per proprio conto, ciascuno di nascosto dagli altri, perch la riunione era di quelle importanti, di quelle dove si decidono cose serie, perch il treno della rivoluzione sta partendo e chi c si sbrighi a salire, e gli altri resteranno a terra, e allora gi in autostop, in treno, in moto, a macerarsi nel dubbio di aver deciso di scendere senza dirlo agli altri, e appena arrivati a mangiare una pizza sul marmo da Michele ai Tribunali, e guarda caso eccoci tutti l, a scoppiare a ridere, e tutto un prometterci che la carboneria non fa per noi quanto di meglio abbiamo avuto? davvero, quanto di meglio abbiamo avuto?

Va bene, lasciamo perdere. Cosa ne sai di quelle tele rubate? Non pi di quanto ne sapete tu e Andrea. Il Caracciolo ha fatto da tramite, ed passato indenne fra le dita di Andrea. Credo che Andrea abbia fatto bene a tentare di usarlo come esca. E perch non ha funzionato, secondo te? Perch questa storia non passata attraverso il solito giro di furti dopere darte. Il furto a Londra stato commissionato da qualcuno che non aveva interesse a rivendere le tele, credo. Poi, per qualche motivo, sei anni dopo si sbarazzato delle due tele laterali del trittico. Magari non gli piacevano, vai a sapere. Ma la testa di Salamb non mai stata sul mercato. E nessuno ha mai saputo dove fosse. Fino al ritrovamento del 1988, non si sapeva neanche se fossero mai uscite dallInghilterra. Per Ricomincia a sgranare il rosario. Sta cercando qualcosa su uno dei personaggi di questa storia, e non ci riesce. Per, non si uccide per un quadro. Neanche per un quadro di questo livello. A meno che A meno che quel furto non fosse una copertura? Non servisse a nascondere qualcosa di ancora pi grosso? Ci pensa un istante, scuote la testa. No, inverosimile. Chi si attirerebbe addosso lInterpool per coprirsi? Per a volte accade che cominci a spazzare, e il mucchio di polvere si accumula sempre pi, e magari da sotto larmadio salta fuori un pupazzetto dimenticato da tempo. E magari al pupazzetto questo non va gi, o non va gi a qualcuno che il pupazzetto non sia pi sotto larmadio

Credo di capire. Mi stai dicendo che cercando il possessore della tela rubata, Barbara pu essere inciampata in qualcuno che non voleva essere visto? Magari la stessa persona che possedeva il quadro? O magari no. Per pu essere successo. Mi sento sempre pi confuso. Cera gi troppa gente in questa storia. Adesso ne salta fuori un altro, di cui non sappiamo niente. Non vero che non ne sappiamo niente. sicuramente collegato al Caracciolo. Peccato che Gi. Peccato che la parlantina dello Strabico ultimamente sia un po a secco. Adesso sono io ad avere voglia di un altro caff. Mentre facciamo unaltra pausa, ci scambiamo qualche battuta sugli ultimi Clint Eastwood. E su Silverado, che Cristiano ha visto in televisione, e che per una volta ci mette daccordo, altro che Grande freddo, Silverado il vero manifesto nostalgicopolitico di Kasdan, mentre l fuori il grande freddo dilaga, mentre le cose sono davvero cambiate e non nel senso in cui sperava Bob Dylan! non resta che la nostalgia per i tempi in cui esistevano delle leggi, in cui non si ammazzavano donne e bambini, in cui anche il pi cinico dei criminali rispettava le regole leali del duello in cui non si ammazzava con un colpo al cuore e uno alla fronte?

4. Qui in carcere ho imparato un nuovo gioco, una specie di versione cinese degli scacchi, lo giocava anche il Presidente. La cosa pi importante non come muovi i pezzi, ma come li disponi sulla scacchiera: una filosofia di vita. Ho capito, vuol giocare agli scacchi di Mao. Per ci sono alcune pedine che ancora non sono schierate e altre che forse non sono al loro posto. Io le mie pedine le ho gi sistemate, gli rispondo. Adesso devi metterne gi una tu. Ora lui ad aver sentito qualcosa che non voleva sentire. Ma sa gi dove voglio arrivare. Varisi, cos? per questo che sei venuto? Non solo per questo. Anche per Barbara. Soprattutto per lei. Se non fossi convinto che in questa vicenda c finita dentro anche lei, non ti chiederei di parlarmene. Ma Varisi morto nel bel mezzo di una storia che pu aver lasciato strascichi pesanti, di cui non sappiamo nulla. E devi aiutarmi tu. Si alza, bussa alla porta, scambia due parole col piantone, torna con una sigaretta accesa. In carcere aveva smesso di fumare. Ti ricordi il processo, vero? La confessione del Cina? Be, non s inventato nulla: tutto scritto l, nero su bianco, e quel ch scritto la verit. Fino a quellinverno avevamo trasportato armi per conto terzi, rapinato alcune banche per autofinanziamento, bruciato qualche auto, tirato qualche molotov. Quellinverno ci che restava di Prima Linea mand gi uno del loro gruppo di fuoco, il Comandante Marco, per cercare di aprire un nuovo fronte che allentasse la tensione su Milano. Ci fu chiesta la disponibilit a unazione di guerra, una specie di esame dammissione. Accettammo. La schedatura e i pedinamenti della nostra vittima erano gi stati effettuati, non so da chi. Forse questo Marco non era il solo a essere sceso a Bologna. Sta di fatto che sapemmo solo una settimana prima chi dovevamo colpire. E lo facemmo. Poi ci arrestarono, quasi subito. Ma ormai il nucleo era in pezzi, per colpa di quei due coglioni Ha gi fumato la sigaretta per met. Guarda il fumo che sale verso il soffitto. Erano i due che avevano il contatto con il Comandante Marco. Erano andati a Milano per un incontro con la direzione strategica. La sera stessa, ubriachi, si sono accapigliati con dei piccoli malavitosi a Quarto Oggiaro. Uno dei tre ha estratto la mitraglietta e ha lasciato partire una raffica: tre morti, uno dei quali appena entrato a bere un caff. Da quanto ne so, gli hanno dato documenti falsi per sparire dallaltra faccia della terra. storia anche questa, ormai. Hai detto uno dei tre Socchiude gli occhi per un istante, come se stesse prendendo la mira. Consuma la sigaretta con unultima, lunghissima boccata. Erano in tre. Cera qualcuno con loro, non ho mai saputo chi. Quelli di Prima Linea non ne sanno niente. E forse stato proprio quello che ha tirato fuori le armi per primo: noi non avevamo mitragliette, quei giocattoli sono meno facili da usare di quanto uno possa pensare.

Cos anche Cristiano ha una zona dombra. Nella sua storia c qualcosa che non quadra, un piccolo, appena percettibile tarlo. Che appena perso di vista si allarga, sino a trasformarsi in un sospetto insopportabile. Secondo te, dove sono finiti i soldi dello Strabico? Nelle tasche del Lamanna. Lo Strabico aveva azioni FederFin, ma non sapeva niente di finanza. Il Lamanna ha venduto le azioni FederFin, e non era tipo da speculare in proprio. Dunque, lo Strabico si rivolto al Lamanna. Ecco perch il Lamanna non tornato a casa, dopo la seduta in Borsa: doveva portare il denaro allo Strabico. Ma volente o meno, qualcuno lo ha convinto a non farlo. E adesso che allo Strabico non servono pi, magari se li sta godendo da solo. Resta da capire perch Dondi avesse dato azioni allo Strabico. Se tu sei sicuro che quelle foto non centrano, allora Dondi doveva avere qualcosaltro da nascondere. E lo Strabico lo aveva scoperto. Per anche questo suona falso. Perch non pagarlo direttamente in denaro? Tanto pi che lidea di farsi pagare in azioni non pu essere stata del Caracciolo Abbiamo finito, temo. Tutte le pedine sono sulla scacchiera, ma non sappiamo come andare avanti. un guazzabuglio di linee che non si intersecano, o si intersecano nei posti sbagliati. Bisognerebbe correggere qualche posizione, ma non sappiamo neanche quale. Certo sapere che fine ha fatto il cuoco ci aiuterebbe molto. Che il Lamanna sia morto o meno, sposta poco. Ma che posizione assegnare a Romboli, questo proprio non te lo saprei dire. perplesso. Si rende conto che una di queste linee, attraverso un percorso che non sappiamo individuare, potrebbe portare al tetto di una piccola discoteca che programmava musica salsa. E che da qualche parte potrebbe esserci unaltra linea, per ora invisibile, che parte dallo Strabico e arriva sino a un giorno daprile di tredici anni fa. Sto per salutarlo, quando gli sovviene qualcosa. Stiamo dimenticando questo custode, o giardiniere. Dove lo mettiamo? Voglio dire, potrebbe aver sentito qualcosa con quellinterfono modificato, no? E magari aveva una buona ragione per pulire cos coscienziosamente la stanza del cuoco. Certo. O magari stato lui a sfogliare uno di quei libri che sono stati manomessi nello scaffale. Magari potrebbe non esserci stato nessun misterioso visitatore notturno, a Villa Dondi. Magari, quelle foto sono sempre state l, il vecchio finanziere giocava al marchese de Sade con la cameriera, lo Strabico lo ha saputo, chiss come, e lo ha ricattato, e lui si sparato. No, non quadrerebbe neanche cos. Tanto vale continuare per la nostra strada. Che tipo questo Vinciguerra? Te lo ricordi Claudio Lolli? Gli racconto della volta che ho visto Lolli, solo con un cane in via Mascarella. Credevo di fare una battuta. Evidentemente non sono bravo a far ridere la gente. Parlami del cane. E dello sguardo del Vinciguerra. E di qualunque particolare ti venga in mente. Gli descrivo il sacco di pulci, gli racconto della sua cura per il giardino, gli ripeto tutto quello che gli ho sentito dire. E gli parlo del suo sguardo. Niente a che vedere con la faccia di Lolli, dopotutto. Ora che mi ci fai pensare, il suo sguardo mi ricorda un po quello di Ruggeri. Il comico? No, il cantante. Scuote la testa.

Era il cantante dei Decibel. Li abbiamo visti insieme i Decibel, quando erano ancora
polvere, troppi ricordi meglio esser sordi e forse gi tardi per togliere la polvere dagli ingranaggi dai volti dei saggi

Ha cambiato volto, letteralmente. pallidissimo. Gli occhi sono due fessure gelide circondate da rughe rocciose. Gli sta pulsando una vena, sullangolo della fronte: per un attimo perso che stia per esplodergli. Ascoltami attentamente. Ci sono alcune cose che devi fare, piccole conferme che io non posso cercare in fretta come te. Mi d dei compiti facili, ma strani. E mi fissa un appuntamento per domani. Ne parlo con Andrea? No, non per ora. Digli solo che devi rivedermi domani, che sistemi lui la cosa col direttore del carcere. Adesso stai lavorando da solo. Ricordati cosa diceva il Presidente: contare sempre sulle proprie forze. Gli guizza via un bagliore dagli occhi.

5. Umberto e Vittoria Varisi sono pi o meno miei coetanei. Hanno ereditato ci che la loro madre aveva ereditato dal marito, e hanno liquidato tutto. Gestiscono unagenzia di viaggi ben avviata, non sembrano passarsela male. I loro nomi tradiscono lorientamento politico del padre, vecchio padrone del vapore daltri tempi. Nella sede dellagenzia, una foto del padre, giovane ma riconoscibile, e la foto del papa. Manca il presidente della Repubblica, mi viene da pensare. Umberto e Vittoria Incorniciata, la pagina del Resto del Carlino del 19 aprile 1980 con la notizia dei funerali di Gilberto Varisi. Accanto al dimenticato ministro Rognoni, Vittoria, allora giovane, si stringe alla madre. Umberto uno dei sei che sorreggono la bara, in completo scuro, col volto semicoperto da un paio di occhiali da sole a specchio, di quelli che una volta erano una dichiarazione didentit politica. Vede, la nostra famiglia non ha voluto prendere parte alle esequie del Cavaliere la prima volta che sento chiamare Gian Maria Dondi Cavaliere. Del lavoro, suppongo. Il tono falsamente ossequioso lascia intendere una sfumatura di disprezzo, come se stessero parlando dei Cavalieri del lavoro di Catania. Quelli che, sino a poco tempo addietro, tenevano appesi per ornamento un paio di ministri alla catenella dellorologio. Ai tempi della tragedia che colp la nostra famiglia, nostra madre ebbe un violento diverbio col Cavaliere. Lei non approv il comportamento che Dondi tenne nel prosieguo della fusione con la FederFin, anche se prefer parlargliene a quattrocchi piuttosto che in consiglio damministrazione non nostro stile sciorinare in pubblico i panni di famiglia. Non volle mai credere che tutta la manovra fosse stata orchestrata in accordo con nostro padre. Nostro padre era uomo dai ferrei principi morali. Torn indietro dalla Russia a piedi, attraverso la Polonia e la Germania, quando aveva ventanni. E con la stessa forza di volont ha creato la ChemiBrianza. Nostro padre, dopo la guerra, non ha mai detto ad alcuno signors, non si mai voluto piegare a chi era pi potente di lui, a costo di correre il rischio di spezzarsi. E di certo non avrebbe accettato di venir meno alle sue rigide convinzioni morali, tantomeno per conto dei signori della CarboFibre, come fece, dopo la sua morte, il signor Dondi. per questo che abbiamo preferito cambiare attivit. Anche quel signori della CarboFibre detto con una vena di disprezzo. Dovrei fare una verifica, ma ho limpressione che dietro lintransigenza morale del defunto Varisi ci fosse lavversione verso quei potentati giudo-pluto-bolscevici che nei suoi ambienti (e in quelli del figlio maggiore?) aveva portato acqua e denaro al mulino del principe Valerio Borghese, negli anni Sessanta. In definitiva, Voi escludete che, ad esempio, vostro padre fosse a conoscenza della vera natura della Logan Ent. Incom? Prendo appunti su un taccuino, mentre ascolto. Ho dovuto fingere di essere un giornalista. Le ripeto, egregio signore, che nostro padre era uomo di rigidissimi principi morali. Era un uomo allantica, come non ce n pi, purtroppo. Questa volta la figlia a rispondere con voce stridula. Questo decennio lha invecchiata oltre il lecito: potrebbe essere la madre della bella ragazza che si sorregge al braccio della vedova nella foto.

Mi si materializza davanti agli occhi il ricordo di una foto di quasi ventanni prima, pubblicata su un settimanale. Un bambino di pochi mesi, la faccia da cavallo e gli occhi coperti da una membrana di pelle. Se posso permettermi unultima domanda Prego, ci mancherebbe. Sarei interessato a sapere se nei rigidissimi principi morali di suo padre era contemplata anche quella nube tossica che suo padre produsse e diffuse in Piemonte, in spregio a tutte le norme di sicurezza, per conto di una multinazionale svizzera Lo dico con deliberata ferocia. Quella nube ha ucciso non meno di una dozzina di bambini nellarco di un decennio ( e modificato la fauna allungando edere nane sino a due metri, creato una nuova razza di topi, e attratto ciellini cattointegralisti radioattivi, di una radiazione pi pericolosa di quella presente nelle acque, nellaria e nel sangue della gente) Come si permette, Lei? E, a proposito, per quale giornale lavora? Faccia rivedere il suo tesserino, prego. il momento di andar via. Un pesante inserviente mi incrocia proprio mentre esco. Appena fuori, lo vedo accorrere allingresso e guardarmi in cagnesco, mentre gli faccio ciao-ciao sventolando il dito medio. Dovr tenermi a mente questa agenzia, in futuro. Intanto, devo cercarne unaltra. Speravo di prendere due piccioni con una fava, ma l dentro non ero persona gradita, oramai. Ci metto poco, comunque. no, non una direttiva europea, perch nelle isole britanniche mancano alcune malattie canine, e il divieto di fatto di introdurre animali serve a scongiurare il rischio che si possano propagare, no, sulla Francia non saprei dire, parlo per esperienza personale, potrei garantirle che in Austria possibile, ma tenga poi presente che dipende anche dagli aeroporti, ad esempio allaeroporto di Bologna non possono atterrare cani, perch il veterinario dellaeroporto Non sono molto precisi, ma almeno mi confermano quello che Cristiano voleva sapere: in Inghilterra pressoch impossibile introdurre un cane. Si avvicina lora di cena. Prima di tornare a casa devo passare da Andrea. Non in ufficio, ma si aspettava che passassi, perch trovo un messaggio chiuso in una busta.
Chiamami per telefono dalle 21 in poi, oppure vieni direttamente da me. Ci sono altre novit. scomparso anche Vinciguerra. Andrea V.

Di questo passo toccher a me spegnere la luce, uscendo da questa storia. Vado a cercarmi un fast-food cinese per mangiare qualcosa alla svelta. Ho la testa che ribolle. Le linee di questa storia sembrano improvvisamente pi nitide, qualcosa di nuovo sta congiungendo due disegni che sembravano distinti nello spazio e nel tempo. La chiave Donato Vinciguerra, ne sono certo: se a Cristiano ha fatto venire in mente qualcuno, tanto da mandarmi a cercare notizie apparentemente irrilevanti, vuol dire che fra loro deve esserci stato un qualche legame. E se congiungo sulla mia ipotetica scacchiera Cristiano col custode, devo cambiare posizione alla sua pedina. Devo metterlo al centro del gioco. Ma che senso ha? Perch proprio lui?

Gli involtini primavera sono, al solito, bollenti sotto la crosta dorata. Mi scotto la lingua col ripieno. Ricomincio da capo. Se lo Strabico ricattava Dondi, vuol dire che doveva aver scoperto qualcosa su di lui. Ogni volta che lo Strabico compare, qualcuno deve morire. Varisi muore sotto i colpi di una pistola venduta dallo Strabico, Barbara muore alla ricerca di un quadro passato fra le mani dello Strabico, Dondi muore ricattato dallo Strabico. Giulia Baracca muore per proseguire un depistaggio che ha a che fare con la morte dello Strabico. Ma che nesso c fra tutti questi morti? Quindici anni fa gli spacco la faccia con un manico di piccone, una settimana fa sono a giocare al suo tiro a segno mentre lui muore. Oggi capisco il vero motivo del decennale silenzio di Cristiano. E Cristiano ha conosciuto Vinciguerra da qualche parte, ma ha bisogno di conferme. Devo avere la bocca amara, perch questo pollo al bamb mi fa schifo. Bocconcini di cane, mi viene da pensare. Mentre lo penso, passa davanti alla vetrina del cinese uno skinhead con sulla maglietta disegnato il bulldog con i colori dellInghilterra. E mentre mormoro fra me e me ( il cagnaccio britannico) Mi si spezza la forchetta fra le dita (neanche mi ero accorto di aver usato le posate di plastica, invece dei bastoncini). Cristiano vuol sapere se si possono portate i cani in Inghilterra, e spera che la risposta sia no. E quelle scarpe nuove: mocassini nuovi, marca George Hogg. Le mie vecchie Hogg le ho dovute far risuolare questanno dalla vecchia calzolaia in piazza dellUnit, perch non sono riuscito a comprarne un paio nuove: sono due anni che non le importano pi. Donato Vinciguerra stato in Inghilterra, se le devessere comprate l. E assomiglia a Ruggeri
non mi cercare, non mi riconoscerai

E ha un cane. Il cane di Donato Vinciguerra. Quando ero al luna-park mi sono ricordato di Claudio Lolli e del suo cane. A Cristiano questo paragone non fa ridere. A me venuto in mente al luna-park, quando in lontananza quando ho visto passare un uomo. Un uomo con un cane al guinzaglio. Con un cane al guinzaglio Adesso so chi davvero Donato Vinciguerra. pazzesco, sembra il delirio di un paranoico, ma questa volta sono sicuro di non sbagliarmi. Sono quindici anni che mi sbaglio su quelli come lui. E su di lui. questo il nesso fra tutti questi morti: non abbiamo mai davvero capito chi questa specie di demone della morte, n io, n Cristiano, n Andrea. N Barbara. Ma adesso ha smesso, per sempre. Perch giuro che questa volta gli brucio le ali. Per davvero. Smetto di mangiare, cerco nel portafogli il biglietto dellautobus su cui ho segnato un numero di telefono. Faccio una telefonata. Appuntamento alle ventitre. Adesso devo andare da Andrea.

6. Mi viene ad aprire con ancora indosso limpermeabile sfoderato. Non che sia appena rincasato, si semplicemente dimenticato di toglierselo. il suo modo di concentrarsi: quando comincia a dimenticare questi particolari, vuol dire che sta pensando a una sola cosa. Era sicuro che sarei passato, perch sulla piastra aveva messo due bistecche che sono ormai stracotte da un lato. Pazienza. Del resto, non credo di poter mangiare carne in questo momento. Vinciguerra. Ci ha fatto perdere una settimana di tempo. E mentre noi giravamo a vuoto, lui ci osservava. Ha sempre avuto la situazione in pugno. Non sembra stupito. Ha riempito un termos di caff, per poterne bere tutta la notte. Mi servo da solo, mentre mi riassume i suoi movimenti. Lo so. scomparso da ieri sera. La villa era sorvegliata, ma per un custode-giardiniere devessere stato uno scherzo scavalcare il muro da qualche albero o rampicante. Devessere in moto, perch la sua Harley Davidson non labbiamo trovata. Lho segnalato a tutti i caselli autostradali della regione. Sono sicuro che ancora qui. Ma se ha un passaporto falso pu imbarcarsi su qualunque aereo. Oltretutto, non si chiama Donato Vinciguerra. Mi allunga un certificato di nascita.
DONATO VINCIGUERRA

12.06.1956, ROVERETO

Un trucco da manuale, che funziona quasi sempre. Questo Donato Vinciguerra morto giovanissimo, di leucemia. Si creato unidentit falsa a partire da documenti veri, per avere meno problemi nel falsificare i documenti. Nel 1984 era gi a Bologna, con questo nome. Prima non sappiamo neanche che nome avesse. Le sue impronte digitali non sono in alcun archivio, quindi non lo abbiamo mai arrestato. Una mammola, si direbbe. Resto muto. Quanto al cuoco, temo che non ricomparir tanto presto. Ho fatto perquisire la sua casa in Toscana. Non una prova, ma a giudicare dai filmini e dalle riviste trovategli, direi che era lui il patito del sadomaso. Quelle foto erano sue. Ecco perch Vinciguerra aveva pulito tanto bene la sua stanza: per cancellare le impronte che doveva avere certamente lasciato mentre cercava le foto dei giochetti privati della servit. E ho come limpressione che quando Vinciguerra gli ha perquisito la stanza, lui non fosse pi interessato alla violazione della propria privacy. Un disinteresse pressoch definitivo. Domani iniziamo a cercarlo nel giardino, sempre che sia seppellito l. Chiss perch, adesso mi fa quasi schifo limmagine della ragazza dal corpo minuto sottomessa a quella specie di omone grasso e sudato. Lamanna?

Chiss. Magari era daccordo anche lui col Vinciguerra, alle spalle dello Strabico. Magari invece non mai arrivato a Bologna. Mi viene da pensare che fra Milano e Bologna scorre il Po Credo che ieri avrei trovato tutto ci interessante. Adesso ho solo bisogno di una conferma. Ti ricordi quello che mi hai detto, su quel tale Comandante Marco? Quello che passeggiava in piazza dellUnit tutte le sere? S. Aveva un covo in Bolognina Non importa, non una buona ragione. Migliaia di persone abitano in Bolognina, ma non trovano piazza dellUnit tanto attraente da passeggiarci a orari fissi tutte le sere. C una targa che ricorda una battaglia fra nazisti e un gruppo di partigiani, quattro alberi, panchine, la pi anziana calzolaia di Bologna, e una poveraccia che dorme da anni in una macchina perch non ha una casa. Ti sembra tanto bello da andarci a passeggio? Adesso lui a non capirmi. Voglio dire, ti ricordi il verbale di quella confessione? Perch passeggiava tutte le sere? Non saprei. Allepoca non ero neanche in servizio a Bologna. Ma cosa mai pu Lo so io, lasciami fare. Conosci qualcuno di quelli che hanno letto quel verbale? Avvocati, questurini, un giudice, un giornalista? Ci pensa sopra, si gratta il mento coperto da una barba di due giorni. Credo di s. Sempre se non vuoi aspettare fino a domattina. Non se ne parla neanche. Domattina, in questo momento, non esiste. Sfoglia unagenda, scorre la lettera L, poi compone il numero. Buona sera, signora. Mi scusi lora, sono lispettore Vannini. S, grazie. No, non si preoccupi, ho solo bisogno di uninformazione, non glielo faccio uscire di casa. Ciao, Leandri. S, Vannini. Lascia stare, e non preoccuparti. Dimmi solo una cosa. Ti ricordi quel mezzo infiltrato che prendeste per caso, e che confess? S, nellinverno dell80. Battesti tu la confessione, vero? S. S, hai ragione, vi hanno dato addosso ingiustamente. S, so bene che non fu colpa vostra. No, lasciami parlare, scusa: ti ricordi quando parl delle passeggiate del cosiddetto Marco in piazza dellUnit? Ecco, appunto. No, volevo solo sapere se ti ricordi se vi disse anche perch faceva quelle passeggiate. Come? Davvero? S, capisco che una cosa cos resti impressa. S, buffo, infatti. No, no, tuttaltro. Tu te la passi bene? I piedi nelle pantofole, vero? Fai bene, certo. Ti lascio. A presto, grazie. Mette gi il ricevitore, con calcolata lentezza. Il suo volto ha lespressione di una miccia a combustione lenta. Si ferma prima di esplodere. Il cane. Portava a spasso il cane, tutte le sere. Poi, quasi sibilante: lui. Lo abbiamo trovato. Per Per non funziona, lo so. Non cos semplice come crede, ma non posso farci niente. Non sto pi lavorando per lui. Il fatto che in questo momento non me ne frega niente degli anni di piombo, delle pendenze degli anni Settanta, del destino del Comandante Marco. Non voglio sapere niente di giustizia penale, di polizia, di processi. A questo punto solo una questione personale, punto e basta. E ho anche una vaga idea di dove potrebbe essere nascosto. Quanto ci vuole ad avere dal catasto lelenco dei beni immobili di propriet di Gian Maria Dondi? Scuote la testa, sorridendo. Lo so che mi crede un dilettante. Ci avevo gi pensato. Dondi possedeva, in citt e provincia, sedici appartamenti fra quelli intestati a lui e quelli di propriet delle sue societ. Pi altri cinque intestati alla moglie. Tutti controllati. Al figlio non intestato niente. Valeva la pena di provarci, ma non in uno degli appartamenti del fu Dondi che si nascosto il Vinciguerra.

Di questo ne ero sicuro. Prima che me ne dimentichi: domani torno a trovare Cristiano. Parli tu con il direttore del carcere? Annuisce.

7. Losteria in cui mi ha dato appuntamento il Togliatti fuori citt, verso Bentivoglio. Credo che abiti da queste parti, ultimamente. Quella dei domicili del Togliatti una storia tutta da raccontare, avendo tempo: magari sai dove lavora, magari persino come si fa chiamare, ma dove dorma, be, questo un altro paio di maniche. Appoggiata al muro dellosteria, la sua inconfondibile bicicletta, una vecchissima Bianchi col sellino modellato da quattro decenni di uso, e un semi-sbiadito patacchino di Garibaldi sul parafango, residuo storico dei tempi del Fronte Democratico Popolare. Durante la campagna elettorale del 48 il Togliatti si fece qualche giorno di carcere, col pretesto di un furto attribuitogli, forse non a torto, proprio alla vigilia del 18 aprile. Cos gli rimase in casa una scatola di manifestini che non riusc a distribuire. Da allora la sua bicicletta sempre decorata dal volto di Garibaldi incorniciato da una stella. Ha fatto plastificare un po di quelli rimasti, cos gli durano pi a lungo. Si dice che ogni giorno di elezioni uno di quei manifestini compaia sulla porta di casa del Togliatti: ma siccome nessuno sa mai dove abita, nessuno pu confermare o smentire questa diceria. Il Togliatti, in fondo, fatto cos, un impasto di storia e leggenda, in cui non sai mai dove finisce luna e dove inizia laltra. Col passare degli anni si appesantito, assomiglia un po a Cesco Baseggio, indimenticabile attore dei suoi tempi. Il berretto di lana nera, indispensabile strumento di lavoro in giovent, adesso altrettanto indispensabile, perch tante notti sui tetti in una citt umida come questa fomentano dolori reumatici di prima categoria. In compenso, stargli dietro col vino sempre dura. Sul suo tavolo c una brocca di vino scuro e due bicchieri di vetro, ad aspettarmi. Quella da mezzo litro, vuota, deve avergli tenuto compagnia mentre mi aspettava. Allora, ragazzino, siamo arrivati, finalmente. la tua, quella motoretta che ho sentito arrivare? Proprio cos. Non sono mai stato capace di imparare a guidare unautomobile. Neanche di tenere un carburatore a punto, a quel che sento. Passa a trovarmi in officina uno di questi giorni, che te lo regolo io, sciagurato. In genere, quando sono in giro con la Vespa non bevo. In genere, per altro, non vado in giro a caccia di pluriomicidi (Sempre che sia io il cacciatore) Cos accetto volentieri il bicchiere pieno con cui brindiamo. Intorno si gioca a briscola e a dama, si discute e si litiga, come fanno sempre i vecchini di Bologna, senza che vecchie amicizie vengano incrinate. Mi viene in mente che il pollo lho lasciato quasi per intero al cinese, e che la bistecca di Andrea non lho neanche assaggiata perch era troppo cotta. Mi faccio portare un piatto di affettati e del formaggio, che divido con Ruggero. Allora, cosa c? In che pasticci ti sei cacciato? Non lo so se sono guai. Comunque una storia molto complicata, e non saprei neanche come fare a raccontartela per intero. Te la ricordi la mia ragazza? Te lho fatta conoscere, una volta. La Barbara? Quella biondina che

Quella che mor cadendo da un tetto. Be, non credo che sia caduta per caso. Credo che labbiano buttata di sotto, perch si era cacciata senza saperlo in una gran brutta storia. Mi ascolta con unespressione che, progressivamente, gli cambia i lineamenti del volto. Come se ringiovanisse. Adesso credo di aver scoperto chi stato. E non una bella storia. Se chi che penso io, ha ucciso almeno due persone, e forse altre due. E in passato ne ha fatte uccidere altre. uno di quelli che tradiscono gli amici. Adesso il suo sguardo fa quasi paura. Sono sicuro che lo stesso che, al di l dei fal accesi per scaldarsi, scrutava in basso, sui monti greci, ai tempi della Resistenza. Cos, ho bisogno di un paio di cose, e ne ho bisogno in fretta. Si limita ad annuire. Non gli ho ancora chiesto niente, ma gi so che non ci sar problema. Il Togliatti ha da qualche parte una specie di borsa di Eta Beta. Basta chiedere: un piede di porco, un motore truccato, la Corazzata Potmkin? Ci pensa lui. Ho bisogno di una di quelle tue famose chiavi magiche, quelle che aprono tutte le porte. Non so che serratura aspettarmi, e i miei passepartout potrebbero non bastarmi. Annuisce, condiscendente. E ho bisogno di una pistola, possibilmente pulita. Non ne ho mai avuta una, e credo di averne bisogno. E dei proiettili. Adesso non annuisce pi. Mi guarda fisso. Sei sicuro di quello che fai? Guarda che certe cose non sono come nei film. S, sono sicuro. E devo vedermela da solo. una storia mia. Scuote la testa. Ascolta, ragazzino, ascolta uno che ne sa pi di te. Certe cose bisogna saperle fare, e tu non le hai mai fatte. Magari hai tirato qualche sasso, magari qualche bottiglia, ma qui non sei in un corteo. Qui sei solo, e non detto che questa persona voglia affrontarti come nei film dei cavalli e degli indiani, guardandoti in faccia. Magari ti prende alle spalle. E se spari per primo e non lo prendi bene? Di, ci hai pensato? S, ci ho pensato. E ho anche pensato a unaltra cosa. Ho pensato a quello che avresti fatto tu, al mio posto. Tira un lungo sospiro, si versa un altro bicchiere e riempie anche il mio. Quando vado ad afferrare il mio bicchiere mi prende la mano dentro le sue, e me la guarda con attenzione. Stringi qua, pi forte che puoi. Obbedisco, senza capire. Va bene, basta cos. Ho capito che mano hai. Sembrava peggio, a vederla. Ho io la pistola che fa per te. Adesso dimmi, sinceramente: sei capace di usarla? Potrei cercare di mentirgli, ma non ne sono capace. No, temo proprio di no. Chat vgna un cancher Svuota quel bicchiere, e seguimi con la tua motoretta. Andiamo in un posto che so io, che almeno ti insegno qualcosa.

8. Il trillo della sveglia pi doloroso del solito, stamattina. Sono le 7.30, ho dormito per tre sole ore, e non posso fare altrimenti. Scaldo una tazza di caff e mi trascino al telefono. Qualcuno, fra trenta secondi, mi maledir. Peggio per me. Ciao, Michela. Lo so che mi odierai, ma davvero importante. La sento annaspare, dallaltro capo della cornetta. davvero cos urgente? Assolutamente. Mi di cinque minuti, per farmi un caff? Ti richiamo io. Per fortuna non si riaddormenta, anche se evidente che una tazza di caff non le bastata. Ho bisogno di te. Devi farmi una ricerca catastale, e devi farmela allapertura del catasto, perch ho una fretta dannata. Devi controllarmi delle propriet, fra il 1975 e il 1980. Va bene. Dammi i dati. Non ho dati. Ho un nome. Devi scoprire se questa persona possedeva appartamenti, e se s, scoprire a chi sono attualmente intestati. E ovviamente gli indirizzi. Chiamami non appena lo scopri, e se non mi trovi lasciami un messaggio sulla segreteria telefonica. Ricevuto. Di che si tratta, se posso? Meglio per te non saperlo. Quando sar finita, te lo dir. Ricarico la napoletana, e lascio venir su un caff vero. Lo bevo lentamente, poi vado alla ricerca di un cartone di latte in frigo. scaduto. Scendo a fare colazione in latteria. Prendo un cappuccino e due paste alla crema. I giornali sportivi hanno titoloni esagerati. Do unocchiata, ma solo la quarta giornata di serie A. Il calcio una di quelle cose che hanno smesso di interessarmi, con la politica, la musica e linsieme delle terre emerse, compresa lincidentale e provvisoria presenza di alcuni miliardi di esseri brulicanti. Il mio mondo si compone di una mezza dozzina di anime, almeno una delle quali ha rinunciato da tempo al proprio corpo. Gli altri erano diventati altrettanto inconsistenti, negli ultimi anni. Adesso che sono di nuovo qui di fronte, la loro solidit mi mette a disagio. Non ci ero pi abituato. Risalgo, sempre pi lentamente. Mi lavo la faccia con acqua molto calda, per far aprire bene i pori. Monto la schiuma da barba col pennello, in silenzio. Sfodero il mio Solingen, lo affilo sulla coramella di cuoio che ho appeso in bagno, passo e ripasso il filo della lama sul palmo della mano per ammorbidirlo. Mi rado con calma. Quando ho finito, mi getto sul volto manate di acqua fredda, mi asciugo con lasciugamano di lino bianco, passo il dopobarba in gel sul volto, e ne aspiro lodore di sandalo. Poi pulisco il rasoio, e lo passo sulla pietra di Candia, per mantenere il filo. Pulisco tutto, con cura. Ho una piccola ferita superficiale che sanguina sul mento, e unaltra, un po pi in profondit, che ha ripreso a sanguinare da poco. Crederla rimarginata stata unillusione. Chiamo un taxi. Cinque minuti dopo, il taxista mi chiama al citofono. Sono pronto.

9. Cristiano ha laria stanca. Se tutta questa storia potesse essere valutata in termini di insonnia, raggiungerebbe quotazioni altissime. Parlami del Comandante Marco. Fa un gesto vago, come per scacciare uninvisibile nuvola di fumo. lui, vero? Credo proprio di s. Per ho bisogno di sapere qualcosa su di lui. Si stringe le spalle. Non ho molto da dirti. Era uno venuto fuori dalla galassia polverizzata dellestrema sinistra milanese, negli ultimi mesi di vita di Prima Linea. Come biglietto da visita aveva una guardia giurata uccisa a sangue freddo durante una rapina. Era uno che prendeva decisioni di testa sua. Come quella di scendere a Bologna, probabilmente. E anche il nome che aveva dato in giro era falso. Era uno di quei montati che pur essendo incensurati, giravano con documenti falsi anche per andare la sera in pizzeria. Quindi, quasi nessuno sa chi fosse davvero, e quelli che pensano di saperlo sono di quelli che non parlano. In un certo senso stato il nostro demiurgo, salvo sganciarsi prima che venissero ad arrestarci. E anche su, a Milano, si attir sospetti pesantissimi, che conferm scomparendo dalla circolazione. Nessuno lo ha pi rivisto, per quel che ne so. Neanche fra i parigini. Non ha laria tesa, tuttaltro. Ha un tono quasi accademico, come se parlasse della colonizzazione della Tanzania nel XIX secolo, e non della sua vita. Tu hai dei sospetti, Cristiano? Hai mai creduto di sapere chi fosse? S. Adesso mi sembra di averlo saputo da sempre, anche se fino a ieri non mi sarebbe mai venuto in mente. un maledetto uovo di Colombo. E adesso credo di sapere anche il perch di tutta questo bagno di sangue che dura da quindici anni. Quindici anni Quindici anni fa, in una nebbiosa mattina, Cristiano aveva il braccio destro carico di volantini. Quando arrivai, me ne pass uno, senza dirmi niente. Me lo ricordo ancora, il titolo
IL TEMPO DELLE ESITAZIONI FINITO! NON PI TEMPO DI ROTOLARCI NELLA MERDA!

Te lo ricordi, vero? S. S, credo di ricordarmelo. Cosera il titolo? Una frase celebre di qualche Padre Fondatore? No, non esattamente. Sono due versi di una vecchia canzone. Li scelsi perch il verso successivo dice: Prova, possiamo solo perdere Fa un gesto indecifrabile con la mano, come se mi stesse mostrando qualcosa. Adesso ha cambiato espressione.

Stai attento. Stai molto, molto attento. Per lui le vite degli altri valgono meno di un vestito usato, buono per una sola stagione: al cambio, se occupa troppo spazio nellarmadio, lo butta via senza scrupoli n rimpianti. Ci lasciamo cos, senza dirci altro. Non ci siamo visti per tredici anni. Adesso abbiamo tutta la vita, per ritrovarci. A partire da domani. Per oggi ho lagenda piena.

10. Ore 12.04 Ciao, sono io. No, ti chiamo dal baretto sotto casa. S, dimmi. Due appartamenti nel 76? E dopo? Per procura, alla Gabetti? Attualmente? S, prendo nota. No. Laltro? Sicura? Passaggi successivi? Un attimo che scrivo. Mi ripeti pi lentamente il nome? Grazie mille. Ti richiamo domani, per spiegarti. Sei stata eccezionale. S, ciao. Come pensavo. Gian Maria Dondi aveva intestato due appartamenti anche al figlio, non appena questi aveva raggiunto la maggiore et. Dopo la sua scomparsa, li ha rivenduti. Evidentemente, non voleva pi sentirlo nominare, neanche attraverso una cartella esattoriale. Uno dei due appartamenti stato acquistato da un agente immobiliare londinese, che lo ha ceduto, in seguito, a unaltra agenzia britannica. Telefono ad Andrea. Ore 12.08 Andrea? Io. No, non vengo da te. Ascoltami bene, e prendi nota. Ti do il nome di unagenzia immobiliare, con sede a Soho, Londra. Cerca di sapere se in qualche modo intrecciata con quella finanziaria a cui il Dondi ha lasciato in eredit un pacchetto di azioni. Hai da scrivere? Ti faccio lo spelling Sgancio il casco dalla Vespa, controllo il percorso sullo stradario e metto in moto, senza risalire su in casa. Quello di cui ho bisogno lho qui, sotto il sedile. Ingranando la quarta mi viene in mente che forse sono senza i documenti della moto. Tanto peggio. Taglio il centro, passo porta S. Felice e mi addentro in via Saffi. Supero lospedale. La seconda, la terza, a sinistra. Ancora unaltra svolta. Parcheggio la Vespa, sollevo il sedile, recupero la borsa e me la infilo nel tascone interno dellimpermeabile. Non ho bisogno di trovare lappartamento: sul marciapiede c una Harley parcheggiata. Prendo nota del numero di targa, richiamo Andrea e gli faccio controllare il numero. Quel numero non esiste pi da un anno, apparteneva a una Bmw ritirata dalla circolazione. Un vecchio trucco anche questo: o una targa non pi esistente, o una non ancora in circolazione. Metto gi prima che Andrea possa chiedermi dove sono. Ore 12.58 La targhetta sul campanello assicura un anonimo Ovidio Menarini. Nella buchetta delle lettere un volantino pubblicitario. Salgo al terzo piano. Geom. Menarini, ribadisce la targhetta sulla porta. Suono il campanello. Nessuna risposta. Mi chino a osservare la serratura: una di quelle apparentemente innocue, che a uno sguardo esperto minacciano rogne. Sarebbe ostica per il mio grimaldello: con le chiavi del Togliatti cede quasi subito. Entro. Lappartamento semi-arredato. Un salottino con due poltrone, un tavolino per il telefono, un televisore a colori appoggiato su un mobiletto sistemato sul tappeto. Lo guardo meglio, e mi accorgo che c anche un videoregistratore. Per terra, appoggiati alle pareti, due oggetti incartati. Potrebbero essere quadri, dalla forma. Li scarto. Mi sono sbagliato di poco: dentro due rassicuranti cornici in pesante legno

scuro due stampe, una riproduzione di un Casorati che ho gi visto da qualche parte, e una copia di un costruttivista russo, un luminoso cuneo rosso che si infligge implacabile nella palude amorfa della reazione bianca. El Lissitsky, se non ricordo male. Non apprezzo il senso dellumorismo. La cucina vuota, sul lavandino un fornelletto da campeggio. La camera da letto, molto piccola, consta di un letto rifatto, un comodino, una cassettiera con su una macchina da caff espresso-bar e un piccolo frigorifero contenente due lattine di birra e una bottiglia di vino. Sopra il frigorifero un paio di riviste e un giornale di ieri. Larmadio a una sola anta quasi vuoto: in basso, in una scatola, cinque cassette numerate. Ho idea che siano le registrazioni fatte, via interfono, dallo studio del Dondi. Unaltra stanza completamente vuota. Torno in sala. Scommetto che questo telefono ha fatto molte chiamate a Londra, in questi ultimi giorni. Peccato non poter chiamare Andrea per verificare. Allimprovviso una voce mi coglie di sorpresa, alle spalle. Ho ancora la mano impigliata nella tasca dellimpermeabile quando capisco che una segreteria telefonica. Risponde la segreteria telefonica del geometra Menarini. Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico, prego. Sta chiamando da un altro apparecchio, per ascoltare eventuali messaggi. Non ce ne sono. Chi dovrebbe lasciare messaggi per un geometra che non esiste, e il cui numero, come verifico, non sullelenco? Se ha un appuntamento dovrebbe essere qui, o chiamare lui. Chi si aspetta che lo cerchi? Il Lamanna, forse? Accanto alla segreteria telefonica un piccolo walkman, collegato a una scatola che conosco bene. Ne ho usati spesso, di oggetti cos: talvolta il mio lavoro consiste nel fare cose che di norma la polizia non fa, o quantomeno nega di fare, come invadere una vita privata con un microfono grande come un bottone di camicia. Dentro il walkman una cassetta. La mando un po allindietro, schiaccio play, e mi sento dire: se questa persona possedeva appartamenti, e se s scoprire a chi sono attualmente intestati. E, ovviamente, gli indirizzi. Chiamami non appena lo scopri, e se non mi trovi lasciami un messaggio sulla segreteria telefonica. Ha messo una cimice nella mia cornetta. I veri investigatori sono bravissimi a spargere quei piccoli oggetti elettronici nelle case altrui, ma sono ancor pi bravi nel pensare che nessuno potrebbe mai rifargli lo scherzo. Mi siedo per terra, con la testa appoggiata al bracciolo della poltrona. Non il Lamanna che sta aspettando. Aspetta una telefonata da me. Ci arrivo sempre dopo. Se il Lamanna lo ha incontrato, quel luned, deve avergli detto che lo stavo osservando. Forse non mi conosce di faccia, ma sa il mio nome, sa che ho unagenzia investigativa. Risponde la segreteria telefonica del geometra Menarini. Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico, prego. Continua. Forse si aspetta che io faccia lerrore di alzare la cornetta, o forse davvero convinto che possa avergli lasciato un messaggio. Al contrario di lui, io sono sullelenco: ho il mio bel riquadro, con la lente dingrandimento e il cappello alla Sherlock Holmes (o alla Bob Rock, penso nei momenti di esaltazione spirituale), con i due numeri di telefono, quello dufficio e quello di casa. E sulla mia segreteria telefonica c il messaggio della Michela. Chiss dov adesso. Mi viene in mente una cosa. Ridiscendo le scale, entro nel bar di fronte alla casa, chiamo la Michela. Per una volta ho fortuna. Quando mi ha cercato, si limitata ha dirmi di richiamarla. E io lho richiamata da un telefono pubblico. Ho ancora un piccolo vantaggio: per quel che ne sa, non ho ancora richiamato Michela, e non ho lindirizzo del suo appartamento. Risalgo. Ore 14.30

Risponde la segreteria telefonica del geometra Menarini. Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico, prego. Continua a controllare. Chiss dov. Intanto mi sono sistemato per lincontro. Ho approfittato delle sue birre, innanzitutto. Poi ho svolto il pacchetto del Togliatti, ringraziandolo mentalmente per la sua secolare saggezza. Ho chiuso la porta della camera da letto, dalla cui finestra filtrava lunica luce che illumina la sala. Qui le tapparelle sono abbassate. Accendo il televisore, dopo aver tolto laudio, per fare un minimo di luce. Controllo la posizione del contatore della luce. Aspetto. Ore 16.50 un burattinaio, convinto di essere un maestro nellarte di tirare i fili. Tredici anni fa si servito di Cristiano per uccidere Varisi. Poi ha scatenato quella carneficina a Quarto Oggiaro, per bruciare chi avrebbe potuto incastrarlo. Probabilmente soldi e documenti per lespatrio in Australia li ha forniti lui. sicuramente un perfezionista. per questo che pericoloso. Risponde la segreteria telefonica del geometra Menarini. Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico, prego. Doveva avere molti soldi, durante la latitanza. E frequentare ambienti non consoni a un latitante politico, se ha potuto togliersi lo sfizio di acquistare delle tele rubate di quel livello, o magari di commissionare lui stesso il furto. Conoscendolo, possibile che abbia addirittura avuto parte nellimpresa. uno che si sente infallibile. Ore 17.42 La casa pulita, anche se evidentemente poco frequentata. latitante, ormai sa di avere mezza questura alle costole, per tiene pulito il pavimento, spolvera i mobili, si rif il letto. un correlato del suo paranoico senso di superiorit, questa ossessione dellordine. Persino i vetri dei quadri sono tirati a lucido. i vetri dei quadri Riaccendo la luce della cucina per illuminare meglio la sala senza che filtri luce allesterno. Perch le stampe sono montate dentro cornici cos pesanti e ingombranti? Basterebbero dei vetri a giorno, o al massimo delle cornici leggere. E queste cornici sono troppo spesse. Smonto la riproduzione del Casorati. Fra la stampa e il compensato posteriore della cornice c qualcosa, minuziosamente avvolto. Scarto loggetto: una tela dipinta, appoggiata su un sottile listello di legno. Non conosco n il quadro n la firma, ma non ci vuol molto a capire che di valore. Rimonto la stampa, e mi occupo del cuneo rosso. So gi cosa trover. Quando scarto il listello nascosto, per, nonostante la semioscurit, la sorpresa mi toglie il fiato. Un volto di donna dalla pelle scura, allucinatamente deformato da un urlo agghiacciante, su uno sfondo cupo. La materializzazione della claustrofobia, linsostenibile percezione di uno spazio troppo stretto, soffocante: solo, quello spazio non una piazza, o una stanza, e neanche quella specie di cubo sghembo entro cui inscritta la testa nera. la testa stessa, a essere soffocante, a dare quellidea di compressione che lurlo cerca disperatamente di lacerare. Vederla cos, a trenta centimetri di distanza, non come vedere una cartolina: unesperienza tragica. per questa tela che Barbara morta, povero uccello senzali volato gi in una sera destate? Risponde la segreteria telefonica del geometra Menarini. Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico, prego. Il messaggio mi scuote. Non sono venuto qui per fare critica darte. Appoggio la tela sulla cornice, cerco la carta per impacchettarla, ma quando la tiro a me sento uno strappo. Ci avevo messo un piede

sopra. Pazienza. Incarto alla meglio il Bacon, lo sistemo nella cornice, cerco il vetro e la stampa. Li ho appoggiati sul bracciolo della poltrona. Allungo il braccio verso il vetro. Lascensore sul pianerottolo si ferma rumorosamente. Siano benedetti i vecchi ascensori, con i loro sobbalzi, le porte che sbattono, lincombente minaccia di lasciarti bloccato fra due piani e tutto il resto. Stava per prendermi di sorpresa. Corro a spegnere la luce il cucina, mentre sento la chiave che gira nella toppa. Mi appiattisco accanto al contatore e faccio saltare il salvavita. Vedo la sua sagoma scura allungare un braccio verso linterruttore e farlo scattare a vuoto. Una volta, due. Resta immobile, per un attimo. Dovrei sparargli adesso, mentre ancora nel fascio di luce che viene dalle scale, ma deve darmi delle spiegazioni. Ho la Beretta nella destra, e la sinistra sul carrello. La luce delle scale si spegne. Non c pi. Sento la porta chiudersi di scatto, e un rumore felpato mi dice che si tuffato da qualche parte. Una spessa oscurit ha riconquistato la sala. Passa del tempo, secondi o minuti, non so. Intuisco una sagoma guizzare per un attimo dietro laltra poltrona, istintivamente tiro indietro il carrello e lascio partire un colpo. Movimento unico, come mi ha insegnato il Togliatti. La teoria pi che accettabile. Quanto a prenderci, un altro paio di maniche. Il problema saperlo. Resto in ascolto, ma non sento alcun suono: o lho mancato, o lho fatto secco. Mi abbasso, chiss perch, e affianco la poltrona. Qualcosa di gelido mi si appoggia sulla tempia destra. Al suo contatto, per effetto di una di quelle immotivate associazioni di idee che mi capitano nei momenti meno opportuni, mi accorgo di un raggio di luce gialla che penetra attraverso un foro nella tapparella abbassata, nelloscurit della stanza. Una tapparella larga solo un metro e mezzo, alta poco pi di due metri, e lho centrata al primo colpo, da quasi due metri di distanza. Potrei avere un futuro come pistolero, se queste due entit conosciute come io e futuro (il mio futuro) non si stessero irrimediabilmente divaricando, istante dopo istante. Allargo la mano, e sento dita pi sicure che mi sfilano la Beretta. Una voce beffarda mi dice, sussurrando: Cos, da bravo. Fine dei giochi. I bambini vadano a letto. La parola passa ai grandi.

11. Ore 18.31


Please to meet you I hope you guess my name

(ecco come funziona il mio cervello: prima di spegnersi definitivamente, si riascolta una vecchia canzone che a me neanche piace) Bravo. Proprio bravo. Ti ho aspettato tutto il giorno sotto casa tua, mentre tu eri venuto a stanare il predatore nella sua tana. Non ti facevo cos ardito, cow-boy. Anche se non ha pi la barba e si rasato a zero i capelli, lo riconosco dagli occhi. Ha indosso un giubbotto di cuoio, ed senza scarpe. per questo che si mosso cos silenziosamente. Vicino allaltra poltrona ci sono due stivaletti bassi, da motociclista. Alberto Dondi, suppongo? O dovrei chiamarti Comandante Marco? Resta sorpreso. Purtroppo non sposta di un centimetro la mano tesa verso di me, una mano dal cui pugno parte, quasi come una protesi, una pistola puntata sul mio naso. La naturalezza con cui larma si integra col braccio la cosa pi impressionante: quella che ha in pugno non una semplice pistola, unescrescenza prodotta dalle sue terminazioni nervose e inviata al di fuori della sua carne per seminare la morte nel mondo. con questa specie di macchina omicida che volevo giocare a mezzogiorno di fuoco? Cos sai anche chi sono. Sempre pi bravo, il nostro Marlowe padano. E dire che allinizio ti credevo poco pi di un contabile, un topo da fatture e bilanci dazienda. Per da un po che cominciavo a ricredermi. Avevi messo una pulce nel mio telefono, vero? Proprio cos. Ma lo sai che quando ti ho riconosciuto come linvestigatore descritto dal Lama, per un attimo ho pensato di mandarti allaltro mondo assieme allo Strabico? Poi ho pensato a una cosa pi divertente Mi sono appoggiato con le mani sulla spalliera della poltrona. Non sono certo che le gambe possano reggermi a lungo. Per ho unidea che pu ancora funzionare, se non mi ammazza prima. ( parla, bastardo continua a parlare) Ho sbagliato, evidentemente. Mai lasciare un lavoro fatto a met, diceva sempre il mio babbo. Alla fine te lo ritrovi sul tavolo il giorno dopo. Povero babbo, che consigli utili! La risata sprezzante con cui chiude la sua affermazione vale pi di una confessione. Si odiavano, si sono sempre odiati. E a un certo punto sono diventati luno indispensabile allaltro. Suo padre gli ha coperto una latitanza doro, ricattato dal patto infame con cui aveva rimosso gli scrupoli morali del

Varisi dalla strada che lo avrebbe portato alla testa della FederFin. E lui deve avergliela fatta pesare ogni giorno, quella dimostrazione di filiale devozione alle ambizioni paterne. Finch Spiegami il ruolo dello Strabico. Credevo foste amici, voi due. Ride. Di un riso silenzioso, quasi immobile. Diciamo piuttosto soci daffari, per alcuni anni. Abbiamo commerciato in armi e in qualcosaltro. Ci eravamo persi di vista, finch un giorno, non so dove, lo Strabico mi ha riconosciuto nonostante la plastica facciale. Ma lo sai quanto costa, farsi rifare la faccia a Londra? Ed riuscito a scoprire dove vivevo, e cosa facevo. Era proprio bravo in queste cose, lo Strabico. Peccato fosse anche stupido. Cos, credendo di aver trovato lEldorado, si devessere chiesto: quanto posso guadagnarci, da questa notizia? E tuo padre ha preferito farla finita, una volta per tutte, con la vita a cui tu lo costringevi, vero? Il suo unico amico ucciso per un pugno di soldi. La famiglia Varisi, con cui era intimo da sempre, che gli sputa in faccia. Sua moglie, che qualcosa deve avere intuito, che perde progressivamente il senno. Sai, la capisco, in fondo, tua madre: chi, al posto suo, non avrebbe preferito dimenticare di avere un marito e un figlio come voi, e ritirarsi dal mondo per crearsene uno, un po meno sordido, in cui passare in solitudine il resto dei propri giorni? Speravo che almeno la madre lo scuotesse un po. Invece niente: lunico risultato ottenuto che ho tirato alla cieca, e ci ho preso. Sono sempre stato bravo in psicologia. Fino allultimo. ( continua a parlare, da bravo fammi tirare il fiato) Gi, pi o meno. Per quel bastardo ha seminato la sua morte di richiami per le allodole. Quelle ridicole vendite di azioni privilegiate, al solo scopo di mettere in allerta i segugi che lo sorvegliavano. Laltrettanto ridicola idea di dare in pegno allo Strabico delle azioni, sapendo che quel somaro, se avesse dovuto convertirle in denaro, si sarebbe mosso sul mercato con la delicatezza di un rinoceronte Pensa che stato lui a convincere Caracciolo ad accettare il pagamento in azioni. E per fargli accettare la cosa, gli ha procurato il contatto col Lamanna. Il mio babbo, col numero del Lama sullagenda: davvero buffo, questo mondo! E lidea di spararsi con la mia pistola dei tempi che furono? Per non parlare della cessione delle azioni alla mia finanziaria registrata sul testamento. Se in questi anni non avessi moltiplicato le scatole cinesi attorno al mio giocattolo preferito, sarebbe stato un bello scherzetto. Bello davvero Chiss, forse suo padre si tirato un colpo in testa come estremo sussulto di un rimorso che lo ha divorato per tutti questi anni, non avendo il coraggio di confessare il suo crimine. Per lui, invece, la morte del padre stato solo un imprevisto, un granello di polvere sui suoi ingranaggi lucenti. cos che risolvi i tuoi problemi, vero? Scegliendo sempre la via pi breve, anche se questo comporta dei morti. Come quei tre di Quarto Oggiaro Ma allora sai proprio tutto, campione. Coserano, amici tuoi anche quelli? No. Avevo altri amici in quel periodo. Quei tre non so neanche chi fossero. Ha la faccia sinceramente stupita. Non un uomo. O forse s, lo , fino in fondo: forse sono io a essere un uomo incompleto, danneggiato da troppi scrupoli morali. E allora perch ti preoccupi tanto? Magari, usciti da quel bar, andavano a violentare una battona, o ad ammazzare di botte una vecchia per un biglietto da diecimila. Magari ho fatto un favore al mondo. Magari Mentre parla vedo il corpo di Barbara allobitorio, con le ossa della testa fratturate e il collo raccorciato. E sento lurlo della testa africana che mi perfora i timpani. Non aspetto che finisca di spiegarmi perch avrebbe fatto un favore al mondo.

Prima che possa aspettarselo, scalcio il vetro che avevo appoggiato sul bracciolo della poltrona e mi tuffo dietro la spalliera. Il movimento brusco, il rumore del vetro infranto, la pioggia di schegge lo disorientano per un istante. Sento un colpo di pistola che mi sibila di un niente sopra la testa. Mi ha mancato. l dietro, sotto la poltrona, che ho nascosto la seconda pistola, il piccolo revolver a tamburo. cos che faceva la guardia sui monti, il Togliatti: col mitra in mano, e una pistola nascosta in un cespuglio. Mentre la raccolgo rotolo su me stesso, e spunto dallaltra parte della poltrona. Il mondo adesso si muove al rallentatore. Alberto Dondi fa un passo verso la poltrona, poi mi vede spuntare dal lato sinistro. Fa un quarto di giro su se stesso, mentre la mano sinistra, con uno stretto movimento semicircolare, va a raggiungere la destra, sotto il calcio della pistola. Mentre le sue mani si ricongiungono, ho rialzato il busto, facendo perno sul ginocchio sinistro. Lascio andare in avanti la mano e premo il grilletto, una sola volta. ( E se spari per primo, e non lo prendi bene? Di, ci hai pensato?) Ci ha pensato il Togliatti, a far s che il primo colpo fosse quello buono. Non lho colpito al tronco, ma solo al braccio destro. Lo so, perch vedo il suo braccio esplodere allaltezza della spalla. Resta l, con la sinistra che cerca infantilmente di fermare una cascata di sangue scrosciante gi dallo squarcio. Mi guarda incredulo, mentre dalla mia pistola parte quasi da solo un secondo colpo. Lo vedo volare via e schiantarsi sul televisore muto, che esplode allimpatto. ( Quando hanno sparato a Reagan, hanno usato questi qui. Ma era roba di scarto, fatta male. Se venivano a chiedere a me, di fargliene, glieli regalavo, e puoi star certo che del presidente restava ben poco. Questi, una volta entrati, fanno un buco grande come una mano. Come una delle mie, mica come quelle da signorina che ti sono toccate in sorte, ragazzino). Ha una sola parola, il Togliatti: quel che promette, mantiene. Resto a guardare le scintille che volano via dal groviglio di televisore e corpo sanguinante. Poi noto una linea di fiammelle che inizia a danzare sul tappeto. Raggiungo la porta dingresso, poi mi fermo. Non posso scappare cos, lasciando che tutto vada in fiamme. Corro in cucina, cerco il secchio dellimmondizia, lo riempio dacqua, e spengo il principio dincendio. Le due tele sono in salvo. Telefono in questura, e chiedo di Andrea Vannini. su una volante. Riesco a farmelo passare, perch ha lasciato il mio nome al centralinista. Gli do lindirizzo. Adesso s, che finita.

12. Andrea arrivato quasi subito, per fortuna. Ha osservato a lungo il corpo dilaniato e bruciacchiato sul pavimento. Aveva unespressione indecifrabile, come un entomologo che scruta una variet di farfalla a lungo cercata e finalmente fissata sulla punta dellago. Si limitato al breve resoconto che gli ho fatto, senza chiedermi nulla. Poi mi ha allungato una fiaschetta piena di Bushmills. Ho bevuto una lunga sorsata, poi ho finito il racconto: Era Alberto Dondi. Ha annuito, in silenzio. Mi ha chiesto se sapevo nulla della tela di Bacon. Gli ho indicato la camera da letto, dove avevo riposto le due tele. Si soffermato su un paio di cassette con su scritto Mark Isham, e ha sibilato con indifferenza ci avrei scommesso che uno stronzo come lui ascoltava la nieigg Credo di dover passare in questura, nei prossimi giorni. Probabilmente mi chiamer lui. In questo momento sono troppo sconvolto per ricordarmi esattamente cosa successo nelle ultime ore. So solo che a un certo punto ho quasi vomitato, e allora Andrea mi ha lasciato andare. Ho girato per un po con la Vespa, senza meta. Poi ho bucato un semaforo: lho visto bene, il rosso, ma non ho neanche rallentato. Un camion con una sirena da allarme aereo e una foto di Samantha Fox sul cofano quasi mi sperona: per evitarlo balzo contromano sul marciapiede, la Vespa mi si impenna, e quando rimetto a terra la ruota anteriore mi ritrovo contro un ippocastano. Tutti salvi, alla fine il camionista, Samantha Fox, la Vespa (un po ammaccata), lalbero e io. Mi siedo sul marciapiede a cercare di raccogliere le idee. Poi alzo la testa: sono di fronte al bar Romagnoli. Ci ho fatto molte volte lalba, l dentro. Entro, e ordino un caff, un grappino e due pezzi di crescente calda, tutti insieme. Poi mi siedo al tavolo. Le cose si stanno sfaldando dai bordi In una foto, i tifosi del Bologna sventolano le loro bandiere. Bandiere Flag, in inglese Flag No, non flag: Flagg, con due g: Randal Flagg il camminatore, Lombra dello scorpione: ecco da dove viene quella maledetta frase. Il male in marcia, con stivali consunti e un cappello da caw-boy. E arriva sempre. Ma cos che si sta sfaldando? Ho la testa che continua a fischiarmi. La foto di Eraldo Pecci mi fissa dal muro del bar ( perch non indossa la maglietta del Torino?) e una voce lamentosa continua a dirmi che le cose non sono mai cos semplici come dovrebbero, e io non capisco cosa voglia da me. Mi alzo per pagare, non ascolto neanche la cifra del conto, pago con un biglietto da dieci e prendo il resto accartocciandolo nella mano. Mi chiamano indietro. Ho lasciato cadere una moneta da cinquecento, dicono. Pu darsi, non me ne sono accorto. Me la porgono. Quando lho in mano, comincio a fissarla, e mi sento un cretino.
S, stupendo! Mi viene il vomito! pi forte di me!

Una moneta da cinquecento. Una moneta da cinquecento, con il centro diverso dal bordo per aiutare i ciechi.
Una moneta da cinquecento

In fondo come un gioco, un gioco che ho ricostruito pezzo per pezzo, quasi per intero. Adesso che tutti i pezzi sono al loro posto, finalmente capisco cosa c che non andava. In questo gioco io credevo di essere uno dei giocatori. Un giocatore, non una pedina. Per fortuna la Vespa si rimette in moto. Taglio la Bolognina, passo per piazza dellUnit dove sei partigiani preferirono morire con le armi in pugno piuttosto che arrendersi ai nazisti e una donna vive da anni allinterno di unautomobile l parcheggiata e un terrorista ha portato a spasso il suo cane e una vecchina mi risuola le scarpe ogni autunno e il pi grande partito comunista dOccidente ha cambiato nome (quali strane e differenti linee si incrociano, attraverso le piazze) e punto verso il centro. Allappartamento dello Strabico ci sono ancora i sigilli. (chi se ne frega) Cerco nella tasca dellimpermeabile il mazzo di chiavi del Togliatti, apro la porta. Accendo la luce. Vado verso la cornice a giorno, quella con le banconote degli anni Settanta, lagenda privata di Marcello Caracciolo detto lo Strabico, che un qualche dio minore possa avere piet di lui. Il biglietto da cinquecento non c pi

5. Certosa

quanto di meglio abbiamo avuto! S, davvero. quanto di meglio

1. 19 settembre 1993. Mattina Sono passati cinque giorni dalla morte di Alberto Dondi. Cinque anni da quella di Barbara. Gli ultimi giorni li ho passati in casa, da solo, in silenzio. Sono uscito solo ieri.
Se trovo quello che ha detto che il tempo un gran dottore lo lego a un sasso stretto stretto e poi lo butto in fondo al mare

(spengo la radio) Sono andato a Venezia a vedere una mostra di Bacon, perch quella testa africana continuava a urlarmi nelle orecchie ogni notte. Andrea non mi ha cercato, neanche per sbrigare le formalit che debbo aver lasciato in sospeso. Ho rassicurato il Togliatti, e lho sentito fiero di s e di me. Gli ripagher le pistole. Ho chiamato la mia segretaria, e le ho detto di presentarsi in ufficio. Domani si ricomincia. Ho letto sui giornali degli ultimi tasselli del mosaico. Il Lamanna riemerso gonfio e violaceo dalle acque del Po. Per un qualche motivo si sganciata una delle cinture da sub che lo zavorravano al fondo limaccioso del fiume. Un pesce gatto aveva trovato rifugio nella sua camicia: lo hanno restituito al fiume, povera bestia dacqua dolce. Il terreno di villa Dondi, invece, ha restituito agli alacri scavatori il corpo di Angelo Romboli, cuoco con lhobby del sadismo (la testa la stanno ancora cercando). Il botolo di Alberto Dondi in una specie di ospizio di lusso per cani, a cui il suo padrone, non potendoselo portare dietro, lo aveva affidato. Visto che ha lautamente pagato per il prossimo anno, e considerato che il quadrupede probabilmente non ha tanto tempo davanti a s, stato lasciato laggi. Assieme alla ricevuta della casa di ricovero per cani cera un coupon di prenotazione per un volo di sola andata Venezia-Londra. Scotland Yard sta attivamente collaborando allindividuazione di immobili e propriet dellex primula rossa. I giornali si sbizzarriscono sulle ricostruzioni, insistono su questo o quellaspetto della vicenda, senza aver presente il quadro complessivo. La notizia del recupero della tela di Bacon stato dato a parte, come fosse unoperazione indipendente, e ha avuto scarso rilievo (laltra tela, un Braque minore, era invece stata regolarmente acquistata). Delle vicende connesse al Comandante Marco stata data in pasto alla stampa solo una versione semplificata: nulla, in assenza di prove certe, stato detto della sparatoria di Quarto Oggiaro, ad esempio. Qualche giornale per fortuna si ricordato anche della nube tossica che Varisi e Dondi scaricarono su Cuneo, smorzando il tronfio elogio all imprenditore tutto dun pezzo che

buona parte della carta stampata ha riservato al Varisi. I figli hanno minacciato querele. Cristiano ritornato a San Vittore. Ha chiesto di anticipare il ritorno al carcere di residenza immediatamente dopo il nostro incontro. Non mi ha lasciato neanche un biglietto
e cosa avrei dovuto scriverti, in quel biglietto? Scuse ipocrite, spiegazioni inutili, un epigramma celebrativo? Mi chiamano fra Cristoforo, ricordi? Sono la copia sbiadita, difettosa allorigine e senza certificato di garanzia, di un monaco di clausura che, al contrario delloriginale, un tempo credeva di dover far del bene al mondo, e per farlo prendeva delle scorciatoie, e ora si rinchiuso nel suo chiostro. Quello che dovevo fare lho fatto, che ognuno torni a casa propria: voi nel vostro mondo, con le vostre parole, io nel mio, con il mio silenzio. Pensami ogni mattina mentre ti prepari il caff, se vuoi, e abbi il coraggio di odiarmi, se puoi. E se non puoi, allora dimenticami, come io cerco di dimenticarmi di me nelle pagine di questo libro che consumo ogni giorno per non intossicarmi con me stesso

Ho provato a chiedere un colloquio, ma dalla direzione del carcere mi hanno fatto sapere che il detenuto Malavasi rifiuta qualsivoglia colloquio, e non vuole essere informato dellidentit del richiedente. Gli ho spedito per posta il dattiloscritto con la traduzione di Barbara. Forse un giorno mi mander una lettera. Ho commissionato a un artigiano una scatola con uno sportello di vetro, in cui riporre il libro che mi sono portato dietro da Villa Dondi. A restituirlo non ci penso nemmeno: tutto quanto ho ricavato da queste ultime due settimane. In attesa che la scatola sia pronta me lo sono portato qui, per rileggermelo con calma. La testa africana ha smesso di urlarmi dentro. Ora c silenzio nella mia testa.

2. Anche in Certosa, questa mattina, c silenzio. I radi visitatori non fanno caso al zovinotto che legge, seduto per terra, un libro. Forse pensano che il libro sia un messale. A Barbara, Montale non mai piaciuto, non so perch. Storceva il suo nasino snob arricciandolo con una smorfia ogni volta che provavo a leggerglielo. Mi sembra di vederla ancora, mentre leggo il mio librino e aspetto. Lo so che non pu tardare. Andrea non mai venuto a trovare Barbara. Lui non va mai ai funerali, non porta fiori ai cimiteri, non firma necrologi. Con la morte ha un rapporto di pura indifferenza. Quando lo vedo arrivare, so che non per lei che venuto. per me. Ha aspettato cinque giorni, perch questo il posto pi adatto. Cosa stai leggendo? Glielo mostro, in silenzio. Fissa a lungo la copertina consunta. Una volta ne abbiamo recuperato uno, di quelli. Ma non in quelledizione. E valeva una fortuna. La tua deve valere anche pi, credo. Faccio segno di s, con la testa. silenzio Lo sai che un reato violare i sigilli? Annuisco di nuovo Hai qualcosa da dirmi, vero? S. In questo momento la cosa pi importante del mondo. E riguarda uno stupido biglietto da cinquecento lire. Lo sai che quel biglietto da cinquecento non c pi, nella cornice? Adesso lui che annuisce Lo sai quando sono andati fuori corso, quei biglietti? Fa di nuovo segno di s. In quella cornice il Caracciolo aveva raccolto biglietti fuori corso degli anni Sessanta e Settanta. Anche se li usava come agenda, era pur sempre una collezione. E quel biglietto da cinquecento era fuori posto, perch ha circolato sino agli Ottanta. Non dice nulla. Lo sa che non sono del tutto stupido: sempre in ritardo, ma prima o poi ci arrivo. Perch hai scritto il numero di telefono di Barbara su quel biglietto, Andrea? Perch mi hai fatto credere che facesse parte della collezione dello Strabico? Mi guarda immobile. cos evidente, cos lampante Perch mi avete fatto credere, tu e Cristiano, che la morte di Barbara fosse un pezzo di questa storia? Si siede lentamente.

Quando arrestarono Cristiano, noi altri tre abbiamo pensato tutti la stessa cosa: che avesse tradito la nostra amicizia. Per nessuno di noi era sincero, nessuno di noi ha smesso di essergli amico. E io per primo. Cos, in questi anni, non ho smesso di cercare quel bastardo che aveva usato Cristiano, che lo aveva mandato ad ammazzare per un proprio tornaconto, e lo aveva venduto. Cristiano ha fatto i conti con la propria coscienza, io ho giurato di farli col suo traditore. Ci sono voluti meno anni di quelli che immaginavo. Lo guardo come se lo vedessi per la prima volta. stato quellappunto che hai trovato, sai, ad aiutarmi. E dire che quella lettera lavevo segnalata io, a Barbara: fosse dipeso da me, non mi sarebbe mai venuto in mente di utilizzarla. Credo che Barbara lavesse trovata divertente da leggere per radio, tutto qui. Tutto qui, infatti. Non solo mi sono fatto fregare come un novellino, ma gli ho anche dato una mano. Sapevi che Alberto Dondi era il Comandante Marco? Annuisce. Si accende una sigaretta, aspira due boccate, poi la butta via, dopo averla spenta contro il tacco della scarpa. S. O almeno, era una delle piste pi probabili. In genere, quelli come lui non andavano a latitare in Inghilterra. Cos, ho provato a ipotizzare che invece che due latitanti ce ne fosse uno solo, in villeggiatura a Londra. Ho anche provato a fare qualche indagine per conto mio, ma con pochi risultati. Ogni volta che sono andato in Irlanda mi sono fermato qualche giorno a Londra. Cos ho sentito delle voci sul furto dei Bacon. Di quel furto non se ne mai saputo molto. Ma una voce diceva che la banda era composta per intero da figli di pap che si erano divertiti a provare lebbrezza di essere degli Arsenio Lupin. E che erano ricercati, pi che da Scotland Yard, dai professionisti del mestiere, ai quali non piace farsi pestare i piedi in casa propria. Guarda caso, uno di loro venne fermato in seguito a una soffiata proveniente dalla malavita londinese. Cos il signorino cap lantifona e cambi aria, inscenando la storia della sua conversione orientale. Alla sceneggiata del viaggio mistico io non ho mai creduto, tantomeno a quella foto proveniente dal Tibet, o da dove diavolo proveniva. per questo che lasciasti andare lo Strabico nell88? Gi. Cristiano mi aveva detto che aveva avuto contatti sia con lui, sia col Comandante Marco, e cos provai a vedere se mi portava dalle parti del giovane Dondi. Inutilmente. Sembra tutto cos semplice, adesso. Persino tutti quei morti sembrano cos lontani. Ti ricordi, quando ti dissi che era come se qualcuno ci avesse inviato un messaggio che non riuscivamo a decifrare? Be, il messaggio era il suicidio di Gian Maria Dondi. Usando quella pistola aveva apposto una specie di firma in calce a una confessione. E aveva lanciato un segnale. Se solo lo avesse fatto in modo meno contorto, o gli fosse venuto il ghiribizzo di confessare per davvero Vai a capire come gli funzionava la testa, a quel disgraziato. Ha fatto ammazzare il suo socio di una vita da suo figlio, e questi gli ha scaricato una strage sulla coscienza. Mi viene in mente quel giorno, allindomani del sopralluogo in Villa Dondi, in cui Andrea stato via. Quel giorno che sei stato via dopo la morte dello Strabico, eri a Milano, vero? Da Cristiano. In questi anni, ci siamo visti alcune volte, io e Cristiano. (c un filo di gelosia che mi prende dentro. Del resto, persino ovvio: io mi rodevo dentro, in solitudine, mentre loro riscoprivano lamicizia virile. Sono loro i patiti di John Wayne) Ogni volta che un filo sembrava spuntar fuori dalla matassa, e lasciava uno spiraglio dindagine. Lo abbiamo fatto anche questa volta. Resta in silenzio. Fissa il volto di Barbara sulla lapide. Non mi hai ancora risposto, Andrea.

Muove la testa. Si passa una mano fra i capelli, e tira indietro un ciuffo che subito gli ricade sulla fronte. Perch era una cosa che non potevo fare di persona. La mia amicizia con Cristiano, prima o poi, sarebbe stata tirata in ballo. Poi non ero sicuro di esserne capace, nonostante tutto. Cos ho pensato a te, a quella volta che spaccasti il naso allo Strabico, allo sguardo che avevi quando arrivai in sezione, e allespressione che ancora mantenevi quando mi raccontasti cosa avevi fatto. Mi spiace aver dovuto ricorrere a Barbara. tutto qui? Mi ha usato come unarma, e mi chiede scusa per aver tirato il grilletto? Ti spiace? Non c altro? Per avermi fatto eseguire una sentenza di morte che non spettava a te emettere, n a me eseguire? di questo che ti dispiace? Per avermi usato per chiudere una storia vecchia e sepolta, di cui quasi nessuno si ricordava pi? Siede sui talloni e si lascia dondolare dal leggero venticello che ha iniziato a soffiare. Se non ricordo male, in quel tuo libro c una poesia che parla di tre uomini coperti di ritagli di giornali. Cercala Infatti
e lo suonano tre uomini paradossali vestiti di ritagli di giornali, con istrumenti mai veduti

Siamo noi io, te e Cristiano, siamo fatti cos. Tutte quelle storie che crediamo di aver dimenticato sono qui, su di noi. Sono la nostra pelle, ce le portiamo addosso tra i vestiti e le ossa, le abbiamo gi indosso quando ci svegliamo, e quando andiamo a letto sono ancora su di noi. Senza di loro ci ritroveremmo seduti sulle panchine come scarti della vita, a rievocare una pizza dal Lurido, una corsa in autostrada o una spaghettata con troppo peperoncino, a domandarci se quanto di meglio abbiamo avuto dalla vita. Quelle storie sono quanto di pi importante abbiamo. Non siamo noi, pi quelle vecchie storie, capisci? Noi siamo quelle vecchie storie, e quelle storie sono noi. E lo sappiamo tutti e tre. Capisco cosa vuol dire. Per non facile accettare lidea che cose cos importanti siano tanto lontane nel tempo. Mi hai fatto uccidere un uomo, Andrea. Hai deciso a mente lucida di compiere un omicidio, e hai usato uno dei tuoi migliori amici per farlo. In cosa sei diverso, tu, da Cristiano, o da Alberto Dondi? Stringe gli occhi. Sta per farmi male. Da Cristiano, in nulla. E tu sei come me. Lunica differenza, fra me e te, che io lo sapevo gi. Tu ci sei arrivato ora. Ha ragione, come sempre. Non ho agito costretto da lui o da altri: mi sono procurato delle armi, ho dovuto superare la diffidenza del Togliatti, mi sono esercitato in una stalla per due ore, in piena notte, alla luce di un lume a petrolio, sono entrato nella casa di Alberto Dondi, ho sistemato la piccola rivoltella sotto la poltrona, e ho caricato la Beretta. E tutto questo lho fatto da solo. E non ho il minimo rimorso. Lunica cosa che mi fa male, di essere stato usato dai miei due migliori amici. Credevo che avesse ucciso Barbara, e non era vero: ma quanti di quelli che Alberto Dondi ha ucciso avevano un ruolo nella vita di altre persone che non conosco, un ruolo magari importante come quello che in questi anni ho costruito attorno al ricordo di Barbara? Quanti, apprendendo la notizia della sua morte, mi hanno

silenziosamente ringraziato sollevando un bicchiere di vino allaltezza degli occhi arrossati dalla rabbia o dal pianto? Dovrei star male, credo. Non sono nato per essere un Angelo Vendicatore, non ho mai desiderato impugnare la spada fiammeggiante. Invece mi sento stranamente leggero. Lautunno si avvicina, cominciano a cadere le prime foglie secche, gli ippocastani disseminano il suolo di castagne gonfie di acqua. Della vita di Alberto Dondi mi importa meno di una di queste castagne che scalcio per il gusto di vederle rotolare. Alberto Dondi luomo che ho ucciso cinque giorni fa. Cosa sono diventato?

3. Ci avviamo verso luscita, calpestando un mare di foglie gialle. e lo suonano tre gnomi fenomenali mormoro. Cosa? Tre gnomi fenomenali. Qualcuno, a matita, ha scritto questo verso accanto a quello originale, con un punto interrogativo sopra. Suona bene, no? S s, anche se preferisco loriginale. Secondo te, cosa pu essere veramente successo a Barbara? Spegne la sigaretta, si guarda intorno. Ti faccio vedere qualcosa. Anzi, qualcuno. Punta verso una piccola lapide. Te lo ricordi il nostro vecchio vicino di casa, lattore? Era un uomo buono, amava la vita. Ricordi quando andammo a sentirlo recitare Lhistoire du cheval? E quando vennero a dirci: non ce lha fatta? E quando ci arriv per posta lultimo suo messaggio? Eccolo qui sotto. Vuoi sapere cosa gli successo? Posso farti parlare con un paio di bravissimi medici legali, che ti spiegheranno tutto delle sue cellule e del suo sistema linfatico impazzito che lo ha divorato in un batter di ciglia. E quando avrai saputo, cellula per cellula, cosa gli successo, potrai dire di sapere davvero cosa gli accaduto? Mi passerai a trovare, per spiegarmi perch? Forse il buon Dio quel giorno era troppo occupato a nutrire i passerotti e a vestire i gigli di campo, per accorgersi di un uomo buono che moriva? ( o forse i gigli hanno splendide vesti, e i passerotti non muoiono di fame, solo perch qualcuno, lass in alto, troppo impegnato con noi per occuparsi di loro?) Si stringe le spalle e scuote la testa. Vieni in macchina con me. Devo darti una cosa. Sul sedile della macchina c una busta di plastica rettangolare. Mi porge il disco che c dentro e mi indica, sul retro, il testo dellultima canzone. Non ci capisco molto. Il mio inglese sempre stato pessimo, lo sai Chiude gli occhi come leggesse qualcosa scritto sotto le palpebre, e recita, lentamente:
Bring tea for the tillerman, Steak for the sun, Wine for the woman who made the rain come. Seaguls sing your hearts away, cause while sinners sin the children play, Oh lord how they play and play, For that happy day for that happy day.

(and I know that I have to go away, I know I have to go)

Guardo il disco, poi Andrea, poi ancora il disco. Sulla copertina c disegnato un simpatico vecchino con la barba rossa Sta bevendo una tazza di t sotto una quercia, mentre due bambini giocano ad arrampicarsi sui rami C un bel sole luminoso dietro di loro sembrano tutti molto felici

Indice

Tre uomini paradossali p. 5 13 23 73 125 181 0. Nebbie 1. Notturno 2. Esterno 3. Interno 4. Chiostro 5. Certosa

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