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Venerd 24 maggio 2013


DI SERGIO FRIGO

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LE NOVIT

LE ALTRE MOSTRE

La prima volta del Vaticano e di Tuvalu


A pagina 25

Da Quinn a Vedova, da Motherwell alla Collezione Pinault


A pagina 26

iennale
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esempio, o gli svizzeri Peter Fischli e David Weiss (scomparso lo scorso anno) nel Padiglione centrale; lartista e regista inglese ("Shame") Steve McQueen, alle Corderie, lamericano Paul McCarthy col suo maxi-orsachiotto eviscerato, assieme a Carole Rama o a Charles Ray nella "sala Sherman", sempre alle Corderie, e Bruce Nauman alle Artiglierie. E ci sarebbero da segnalare il "Drive in" allestito dal polacco Erik van Lisehout di fronte al bacino dellArsenale (la visione del cinema), o le 90 statue a grandezza naturale di veri veneziani realizzate dal polacco Pawel Althamer alle Corderie. Ma Gioni si sofferma anche sulla grande chiesa vietnamita ricostruita allArsenale, o sulla barca islandese con un sestetto di ottini a bordo, che navigher "fellinianamente" davanti alle Gaggiandre. Non detto che tutti questi artisti siano riusciti nel loro progetto di rappresentazione del mondo - conclude il direttore - ma meglio fallire provandoci che non provare affatto, no? E in ogni caso conto che da questa Biennale esca unidea dellarte come strumento di comprensione e rappresentazione del mondo.
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Un labirinto, una Torre di Babele, un Palazzo Enciclopedico... Ci sono circa 4mila "oggetti" (opere darte, video, installazioni, reperti del passato o della quotidianit), in mostra alla prossima Biennale (la maggiore manifestazione veneziana, e il pi importante evento artistico italiano), che si apre il primo giugno per la cura di Massimiliano Gioni. Il presidente Paolo Baratta lha definita una "mostra-ricerca", che vuole rispondere al quesito su quale sia il mondo degli artisti, quale lo spunto della loro creativit, quali le loro relazioni coi maestri del passato e coi loro contemporanei. Ma cosa ci ha messo dentro il direttore, che coi suoi 40 anni il pi giovane di sempre nella storia dellistituzione? E cosa c fuori dagli spazi dellArsenale e del Padiglione Centrale ai Giardini, occupati dalla mostra principale "Il Palazzo Enciclopedico"? Cosa presentano gli 88 padiglioni nazionali, cosa i 47 eventi collaterali? E cosa succede nel frattempo in una citt che a partire dalla prossima settimana sar elettrizzata dalla febbre dellarte, e monopolizzata da mostre, eventi mondani, kermesse di ogni genere? A tutto questo cerchiamo di rispondere nelle prossime pagine, partendo proprio con Massimiliano Gioni.

Il1giugnosiaprelarassegnadarteincentratasulPalazzoEnciclopedico 150artisti, 4000 opere esposte. Parla il giovane direttore Massimiliano Gioni

Lobiettivo di questa mostra documentare - a partire dal Palazzo Enciclopedico dellartista-autodidatta Marino Auriti come artisti, scrittori, scienziati e profeti hanno cercato, spesso invano, di costruire unimmagine del mondo capace di sintetizzarne linfinita variet e ricchezza. Dei due poli della mostra il Padiglione centrale, ai Giardini, racconta lintrospezione interiore, mentre lArsenale (trasformato da Anna Dek Serdof in un vero e proprio labirinto di stanze adatte a esporre anche opere di piccole dimensioni) si amplia alle visioni del mondo, partendo dalle forme della natura per

Biennale,larte chetenta disintetizzareilmondo


arrivare al ruolo della tecnologia in questo percorso esplorativo. Sono quattro quelle che io ritengo le "pietre angolari" dellesposizione - spiega Gioni Il Libro Rosso di Gustav Jung, nel Padiglione, che racconta le sue visioni auto-indotte e non mai stato presentato in Italia; il grande modello (4 metri, ndr) del Palazzo Enciclopedico di Auriti, allinizio delle Corderie; la mostra nella mostra curata da Cindy Sherman ancora alle Corderie, con pi di 200 opere di oltre 30 artisti che mettono in scena il suo personale museo immaginario; e infine linstallazione di Walter De Maria, che chiude la mostra alle Artiglierie ed esalta la purezza della geometria e sintetizza a partire da complessi calcoli numerologici le infinite possibilit dellimmaginazione. Tra questi punti cardinali si collocano le opere di oltre 150 artisti provenienti da 38 nazioni, che si sono cimentati con le modalit pi diverse nel tentativo di rappresentare il loro mondo. Fra di essi ci sono anche molti big dellarte mondiale: le due "leonesse" alla carriera, Maria Lassnig e Marisa Merz, ad DIRETTORE Massimiliano Gioni. In alto unopera di Helen Marten, che coi suoi 28 anni lartista pi giovane

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