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Giovanni 1°A

Martinelli

Laocoonte
Agesandro, Polidoro e Atenodoro di Rodi

Laocoonte e I suoi figli


Materiale Marmo
Autori Agesandro, Polidoro e Atenodoro di Rodi
Altezza 242 cm
Ubicazione Musei Vaticani, Roma
Data Copia marmorea realizzata intorno al I
secolo d.C. di un originale bronzeo del
150 a.C. circa
Ritrovamento 14 Gennaio 1506

Il gruppo scultoreo Laocoonte e i suoi figli, più comunemente chiamato Gruppo del Laocoonte o
semplicemente Laocoonte, rappresenta il celebre episodio raccontato nell’Eneide dal poeta
romano Virgilio nel quale un sacerdote troiano di Apollo, per l’appunto Laocoonte, viene assalito
da dei serpenti marini inviati da Atena a causa del suo tentativo di impedire che il cavallo di legno
costruito dagli Achei fosse introdotto all’interno della rocca. Insieme a lui vi sono anche i suoi due
figli, che egli cerca invano di salvare.
L’opera raffigura il momento di
massima tensione, sia narrativa che
muscolare, e l’inutile tentavo di
Laocoonte di salvare i figli, che lo porta
ad essere stritolato a sua volta dai
serpenti, risulta nel complesso
estremamente drammatico, come si può
vedere dal volto straziato e angosciato
del sacerdote, che trasmette tutta la
disperazione del momento, tanto da
apparire quasi vivo (immagine a
sinistra).

L’opera è realizzata da tre artisti


diversi, Polidoro, Atenodoro di Rodi e
Agesandro, ognuno dei quali realizza
uno dei tre personaggi.
Un recente studio tuttavia mette in
dubbio l’autenticità del Laocoonte,
attribuendolo invece al ben noto
scultore Michelangelo Buonarroti, che
l’avrebbe scolpito nel pieno della sua
giovinezza e in seguito spacciato per
“opera antica” come pare accade con il
precedente “Cupido addormentato” e
altre opere delle quali lo scultore
fiorentino organizzò il ritrovamento
dopo averle invecchiate e seppelite.
Questa teoria non è stata tuttavia
confermata, dunque per ora si accettano
ancora come autori i tre artisti di Rodi.

1. Al centro vi è
Laocoonte,
poggiato all’altare

2. Ai lati del
sacerdote vi sono i
due figli

3. I tre personaggi
sono collegati dai
due serpenti che
avvolgono l’intera
scultura

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