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IL PONTE mensile della Parrocchia di S.

Antonio Abate in San Domenico Siena

GIORNALE PARROCCHIALE

il Ponte

Sempre aggiornato e ricco di notizie consultabile anche online al sito www.basilicacateriniana.com

Santa Maria, donna bellissima, attraverso Te vogliamo ringraziare il Signore per il mistero della bellezza. Egli lha disseminata qua e l nella terra, perch lungo la strada, tenga deste, nel nostro cuore di viandanti, le nostalgie insopprimibili del cielo. Mons. Tonino Bello.
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Leditoriale del Parroco
MAGGIO: PREGHIERA DELLUOMO SORRISO DI DIO
Quando ebbi finito il Rosario attesta Bernardette, la Vergine mi salut sorridente. Cari Parrocchiani, sono davvero singolari queste parole di S. Bernardette sul Rosario e poi, francamente, in questo mese di maggio dedicato a Maria S.S. arrivano al cuore. La veggente di Massabielle e la Madre di Dio, pregano insieme col Rosario, e la B. Vergine Maria, al termine della preghiera, la saluta sorridente. Pu bastare, la spiegazione, pensando al fatto che la Madonna gioisce dellinnocenza e della bont di ogni creatura? Potrebbe bastare, ma non pu essere tutto! Pertanto, per dare una spiegazione alta far riferimento a Dante. Mi colpiva, leggendo la Divina Commedia, una frase, con un bel commento, che si trova nel canto IX, esattamente ai versetti 70 71 del Paradiso: Per letiziar l su fulgor sacquista / s come riso qui . Per Dante, i concetti di letizia di riso e di luce, sono quasi sinonimi. Su questa correlazione si basa pertanto uno dei motivi fondamentali del Paradiso. La beatitudine e la gioia delle anime, si esprime nella luce di cui sono rivestiti ,che aumenta con laumento della gioia; e la luce corrisponde al sorriso degli uomini viventi. Il sorriso per Dante, lesternare lo stato danimo interiore. Da ci lestensione del sorriso addirittura delle stelle. Le turbe di splendori che Dante, nel cielo ottavo vede tripudiare in onore di Cristo e di Maria, gli appaiono come un sorriso delluniverso. Un cielo pieno di stelle brillanti, non solo un fatto fisico, ma espressione di Dio che riempie della sua letizia luniverso intero. Pertanto sembra che il sorriso, comprensivo di gioia e luce, siano la risposta del cielo alle nostre preghiere. Quanto pi quello della Madre di Dio! Cari Parrocchiani, bene allora che dalla terra, salga al cielo la nostra fervida preghiera. Tutti possiamo pregare, ricordiamoci: la preghiera sempre pi grande di chi la fa! Paolo VI amava ripetere: Preghiamo col S. Rosario, rimedio dimmensi mali, e rivolgiamoci a Maria S. S. la Donna vestita di sole, nella quale i raggi purissimi della bellezza umana sincontrano con quelli sovrumani, ma accessibili, della bellezza soprannaturale. Ella era l sono ancora le parole di Bernardette dolce e sorridente come una mamma affettuosa che guarda i suoi figli. Tutti benedico di cuore con affetto. P. Alfredo Parroco 2

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IL FINE E I FRUTTI DELLA SANTA MESSA

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Il ricavato della fiera parrocchiale del dolce e del salto tenutasi domenica 14 aprile 2013 nel chiostro della nostra Chiesa stato di :

. 531,50
Il Parroco ringrazia quanti hanno partecipato alla riuscita della raccolta.

Eccoci tutti nel Chiostro !!!

Per la gioia di tutti, grandi e piccini !!!

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MEDICI PER LAFRICA


I coniugi Barbara Tommasini e Stefano Zani hanno raccontato la loro esperienza di medici missionari in Africa durante lultimo incontro de I gioved di San Domenico, liniziativa culturale dei Padri Domenicani di Siena organizzata nellAnno della Fede. La dottoressa Tommasini, fin da giovane, fa parte del Cuamm, unassociazione che raccoglieva medici missionari che operavano in Africa, poi dopo aver conosciuto il dottor Stefano Zani, insieme hanno condiviso lesperienza di missionari laici in Kenya, in una citt che dista circa 250 chilometri da Nairobi. In questa terra la mortalit infantile molto alta, molti bambini nascono cerebrolesi a causa delle difficili condizioni in cui la mamma partorisce, parti molto lunghi e difficoltosi. Anche le distanze da percorrere in strade sterrate sono una delle cause della mortalit infantile e delle nascite con gravi problemi. Inoltre lassistenza sanitaria in questi Paesi a pagamento, per cui chi non ha sufficienti risorse non pu essere assistito in modo adeguato. Per questo nato il progetto Prima le mamme e i bambini, che sostiene un impegno quotidiano per migliorare laccesso ai servizi sanitari e al parto sicuro. Il progetto riguarda quattro paesi africani, Angola, Etiopia, Uganda e Tanzania dove il tasso di mortalit materna tra i pi alti del mondo. Il contatto con queste persone ha arricchito soprattutto noi, ha detto la dottoressa Tommasini. Grazie ad un accordo tra lOspedale senese Santa Maria alle Scotte e lospedale del Kenya stato possibile creare una sinergia che permette una presenza pi costante accanto a coloro che hanno bisogno. Il dottor Zani, ha invece sottolineato limportanza di far capire alle autorit politiche del luogo che migliorare la cultura dei cittadini e soprattutto delle donne, vuol dire un guadagno in termini economici e quindi gli investimenti in tal senso sono da incrementare per poter migliorare la qualit della vita della popolazione. Medici con lAfrica Cuamm la prima organizzazione non governativa in campo sanitario riconosciuta in Italia. Opera per garantire il diritto alla salute e per rendere laccesso ai diritti sanitari disponibile a tutti. E nata nel 1950 per volere di Francesco Canova con lo scopo di formare medici per i Paesi in via di sviluppo. Franca Piccini

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Domenica 28 Aprile 2013 festeggiamenti in onore di Santa Caterina

Il Cardinale Dionigi Tettamanzi tra: Don Enrico Grassini e P. Alfredo

Il noviziato nazionale presente per le feste di Santa Caterina


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I fratelli novizi con le suore di San Sisto.

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LA SPIRITUALITA DOMENICANA E SANTA CATERINA


Il tema da trattare quanto mai vasto: La Spiritualit Domenicana e Santa Caterina. Pertanto non sembri riduttivo nel modo di trattarlo, perch proprio in quanto vasto, ho dovuto per forza di cose sintetizzarlo al massimo. Da poco tempo stato pubblicato dalle Edizioni Studio Domenicano un bel libro dal titolo: Il vino nuovo della Spiritualit Domenicana, una bevanda chiamata felicit di Fr. Paul Murray, con una prefazione del gi Maestro Generale dellOrdine Fr. Timothy Radcliffe, ovviamente questa la pi recente pubblicazione oltre alle insuperabili pubblicazioni del P. Clerissac del P. Pietro Lippini, del P. Innocenzo Colosio del P. Giacinto DUrso . Mi colpiva, di questa introduzione, una frase di P. Radcliffe che evidenzia ci che la spiritualit domenicana. La spiritualit Domenicana non ha a che fare con dei modi di pregare. Riguarda lessere vivi in Dio e per gli altri. Ed da questa vita, che scaturisce la nostra predicazione. La predicazione della Verit Divina, questa lanima della Spiritualit Domenicana. Dio soprattutto Somma Verit al cui culto esplicito i Domenicani consacrano tutta la loro vita. Colpisce e non poco il motto che Mons. Castellano,gi Arcivescovo di Siena e Frate Domenicano, scelse da porre nel suo stemma episcopale Veritas in Caritate V erit nella carit. Bisogna dire che il principio movente di ogni spiritualit e in modo specifico del Domenicano sempre la Carits, lAmore! LAmore il primo movente della contemplazione ed il suo ultimo termine e coronamento. Il raggiungimento della Verit Divina poi lo scopo della creazione il fine che costituisce la salvezza dellanima. Il culto di Dio come Veritas, lamore a Dio prima Veritas: ecco quindi la sostanza, lanima direi della Spiritualit Domenicana. Il Domenicano autentico quindi il figlio della Verit, in quanto essa ci genera, ci struttura, ci modella; ci conferisce la nostra particolare fisionomia spirituale. Ancora, il domenicano lo sposo della Verit come auspicava Santa Caterina in una sua lettera al beato Raimondo ( L.102 ) Scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi sposo vero della verit e seguitatore e amatore dessa verit. Ma non veggo il modo che possiamo gustare e abitare con questa verit se noi non conosciamo noi medesimi. Perocch nel conoscimento di noi troviamo ancora la recreazione che Dio ci fece, ricreandoci a Grazia nel sangue dellunigenito suo Figliolo; il quale sangue ci manifesta la verit di Dio Padre.il Domenicano ama la verit, convive sempre con essa, le si unisce s, da formare una cosa sola con la medesima, da cui gli provengono tutte le gioie. Egli come dice Santa Caterina del Santo Padre Domenico; prende lufficio del Verbo, il cui compito rivelare il Padre, Se stesso e lo Spirito Santo. Pertanto il Frate domenicano trasfonde, aiutato dalla grazia divina, nelle anime la luce increata, la Verit sussistente, la Verit fontale, cio la conoscenza delle grandi verit sapienziali, ordinatrici di tutto il sapere. Pertanto per i Domenicani si addice quel bellissimo verso del sommo poeta, del canto XXII del Paradiso: La verit che tanto ci sublima. Ebbene penso che questa frase ben si addice alla nostra Santa, la Quale nellOrazioneXV esprime totale stupore per il dono della verit, di quella verit che sidentifica con Dio stesso, che il Figlio di Dio adempie e comunica e che va accolta nella sua pienezza. Condotto davanti a Pilato, Ges svela la sua vocazione: io sono nato per questo e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verit.( Gv. 18, 37 ) Di fronte a questa rivelazione, Pilato risponde con una scettica domanda: Che cos la verit? Non aveva capito che la verit era davanti a lui. La domanda di Pilato risuona in tutte le epoche e si fa pressante tanto pi, quanto pi i servitori della menzogna mostrano falsi sentieri, sostenendo che luomo sufficiente a se stesso e che non c nessuna verit. Eppure luomo non pu vivere senza verit, come non pu vivere senza luce e senza amore.

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Leggendo le poesie di Emily Dickinson mi colpiva l obliquit di una sua celebre dichiarazione:D tutta la verit/ ma dilla sbieca/ il successo, sta nellaggirare. Ma la Dickinson anche maestra della franchezza e questo la porter a dire: La verit una cosa rara cos rara che piacevolissimo dirla. Dichiar a Higginson nel 1870. Ebbene a differenza della Dickinson e di Pilato, Santa Caterina non si pone la domanda: che cos la verit, non ha dubbi. Di fatto ha gi trovato risposta: Lanima che per amore seguita la dottrina della tua Verit, diventa un altro te per amore. Ben confesso, dunque che la Verit tua dice la verit .( oraz. XXI ). Il punto centrale del pensiero spirituale di Santa Caterina come ben sa ogni studioso della Santa, la dottrina del vero conoscimento, ossia della conoscenza della verit del proprio essere di creatura e creatura peccatrice, e della verit della bont e dellamore di Dio verso la creatura che ha in s ragione, amore creatore e amore redentore e santificatore. Nel Dialogo della divina Provvidenza , elabora, dopo la dottrina delle lacrime e prima della dottrina del corpo mistico della santa Chiesa, la dottrina della verit. Lei ha fatto lesperienza di Dio e questa sua passione desidera comunicarla; Lei s, una straordinaria Maestra della verit. Questa verit non la tenne per s, ma la comunic con ardente zelo ai suoi contemporanei dimentichi di Dio e continua a comunicarla ancora alla Chiesa, per la quale ha offerto la sua vita. Santa Caterina, in quanto Terziaria del nostro Ordine, fu giuridicamente una vera Domenicana; seppe perfettamente interpretare ed attuare il carisma di San Domenico e visse integralmente la spiritualit. La casa paterna della nostra Santa sorgeva non lontano dal convento dei Domenicani, e dal suo frequentare la chiesa e dal contatto con quei maestri dello spirito e con fra Tommaso della Fonte suo cugino, impar a conoscere il fondatore e a stimare la regola di perfezione che il Santo aveva lasciata. Questo fa certamente da sfondo allattrazione, al fascino, che Caterina sub nella scelta dellabito e la vocazione domenicana. Fu la Divina Provvidenza a volerla domenicana, perch solo appartenendo a un Ordine votato alla predicazione per la salvezza delle anime, avrebbe avuto la possibilit in quanto donna , di esercitare nella societ di quel tempo, con la parola e con gli scritti, quella intensa attivit che lha resa unica nella storia della Chiesa. A 16 anni divenne Domenicana, promettendo obbedienza simpegnava ad osservare scrupolosamente la Regola detta dei Fratelli e delle Sorelle della penitenza di San Domenico promulgata nel 1285 dal Maestro dellOrdine Munio de Zamora. Si trattava di una regola molto impegnativa, che prescriveva, ad esempio, luso dellabito domenicano, la recita quotidiana delle Ore canoniche o di preghiere sostitutive, la partecipazione allufficio divino sia diurno che notturno coi frati nelle domeniche e negli altri giorni festivi, il digiuno in Avvento e in Quaresima e lastinenza dalle carni quattro volte alla settimana. Luso moderato dei propri beni patrimoniali secondo lo spirito evangelico, una condotta di vita cristiana ineccepibile e addirittura di chiedere di volta in volta il permesso per partecipare a feste e per allontanarsi dalla propria citt. Dopo aver affermato che il Terziario come figlio p rediletto di San Domenico doveva essere emulatore e ardente difensore, secondo il suo stato di vita, della verit della fede cattolica; concludeva col dire vogliamo e stabiliamo che tutti i Fratelli e le Sorelle della penitenza del Beato Domenico, dovunque si trovino, siano sottoposti alla direzione e correzione del Maestro dellOrdine e del priore provinciale della loro provincia di appartenenza, ubbidendo totalmente ad essi in ci che riguarda la conservazione e il progresso della vita spirituale . chi entrava nel Terzordine diventava giuridicamente a tutti gli effetti membro dellOrdine dei Frati Predicatori. Nella biografia della vita di Santa Caterina e nel Dialogo della divina Provvidenza, troviamo due passi che ci dimostrano che la sua scelta d ellabito Domenicano, fu una scelta ponderata, dopo aver compreso il carisma di san Domenico ed aver voluto condividerne gli impegni.

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Nella Legenda Major il beato Raimondo narra di una visione raccontatagli da Fra Bartolomeo Dominici, che ne aveva avuto la confidenza della Santa , poi da lui confermata al Processo Castellano e ripresa anche da Fra Tommaso Caffarini in cui Caterina, in una vigilia della festa di San Domenico aveva visto leterno Padre nellatto di generare dalla bocca del Verbo a Lui coeterno, e contemporaneamente aveva scorto uscirgli dal petto come figlio adottivo il Fondatore dei Frati predicatori. Di fronte alla sua meraviglia per quanto stava vedendo, lEterno Padre le aveva dato questa spiegazione: Come questo Figlio secondo natura, Verbo Eterno della mia bocca, predic al mondo quelle cose che gli furono da me comandate, e rese testimonianza alla Verit, come egli disse a Pilato, cos il figlio mio adottivo Domenico predic la verit delle mie parole al mondo, fra gli eretici e fra i cattolici, e non solo mentre visse , ma anche pei suoi successori per mezzo dei quali seguita a predicare e predicher ancora. Perch come il Figlio naturale mand i suoi discepoli, cos questo adottivo mand i suoi frati; per cui, come il Figlio naturale il mio Verbo, cos questo adottivo banditore e portatore del mio Verbo di pi, come il Figlio naturale ordin tutta la sua vita e tutte le sue azioni alla salute delle anime, cos il figlio mio adottivo Domenico pose tutto il suo studio e tutte le sue forze per liberare le anime dalle insidie dellerrore e dai vizi. Questa la principale intenzione per la quale egli fond e coltiv il suo Ordine: lo zelo delle anime. Ebbene di questa visione, cos testimoniata, non possiamo dubitare. Essa dimostra chiaramente quale concetto avesse la Santa, del carisma di San Domenico. E la conferma la troviamo in quello che lei stessa ha scritto nel Dialogo, dove nel mettere in bocca alleterno Padre lelogio del dolce Spagnolo come affettuosamente chiama San Domenico, si sente leco della visione sunnominata, e dove, meglio che in essa, precisa chiaramente quale sia il carisma e quello dellOrdine da lui fondato. Se tu pensi alla navicella del padre tuo Domenico, mio figlio diletto, egli lha ordinata perfettame nte, perch volle che i suoi attendessero solo allonore mio e alla salvezza delle anime col lume della scienza. Su questo lume egli volle porre il suo principio, non togliendo per la povert vera e volontaria Ma quale obiettivo pi specifico egli scelse il lume della scienza per estirpare gli errori che in quel tempo si erano diffusi. Egli assunse dunque lufficio del verbo unigenito mio figlio. Addirittura egli nel mondo sembrava un apostolo, tanta era la verit e il lume con cui seminava la mia parola, togliendo via le tenebre e donando la luce. Egli fu un lume che io offrii al mondo per mezzo di Maria, posto nel corpo mistico della santa Chiesa come estirpatore di eresie.. Dicendo:prese lufficio del Verbo, vuol dire che manifesta al mondo la verit del Padre, mediante la predicazione evangelica.E questo nostro carisma domenicano della predicazione, dopo averlo capito e interpretato meravigliosamente, Caterina in quanto domenicana si sforz di attuare in modo eccezionale. Si pu predicare in maniera indiretta, con la testimonianza della propria vita e con la preghiera che ottiene soprannaturalmente efficacia alla predicazione fatta da altri. E questo tutti i santi lo hanno sempre fatto. Ma Caterina bench donna del 300, predic anche in maniera diretta. Diciamo di pi: fece della predicazione e della diffusione del messaggio cristiano la ragione dessere di tutta la sua vita. E questo nessun altra donna prima di lei aveva fatto e far per molti secoli ancora dopo di lei. Ed con ci che dimostra di aver vissuto in pieno il carisma dellOrdine che ebbe dal Papa e dalla Chiesa il titolo ufficiale di Ordine dei Predicatori. Inizia la sua predicazione a Siena, evangelizzando i poveri, vegliando e curando gli ammalati, visitando i carcerati. Poi estende la sua predicazione alla Toscana, allItalia che percorre come ambasciatrice di pace ma soprattutto annunciatrice delle verit eterne. Predicatrice pi tardi alla corte di Avignone, dove convince il Papa a ritornare a Roma. Pi tardi sar a Roma, quando lunit della Chiesa viene infranta dal grande scisma dOccidente, si fa predicatrice instancabile dellunit della Chiesa fino a morirne di dolore.San Domenico, non si limit a fondare un ordine che avesse come carisma la predicazione tout- court, ma volle che la predicazione dei suoi figli fosse alimentata e resa efficace da una intensa vita di studio e di preghiera.

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Convinzione questa che San Domenico esprimeva nellesortazione che egli ripeteva continuamente ai suoi frati e volle che fosse messa anche nel le Costituzioni: parlate sempre con Dio o di Dio. E volle altres inserire nelle Costituzioni dellOrdine che di giorno e di notte, in casa e per strada i frati leggessero e meditassero sempre qualcosa. Permettendo tra laltro che essi potessero venire dispensati da ogni altra pratica conventuale per motivi di studio, facendo cos dello studio, al posto del lavoro monacale, uno dei mezzi ascetici del nuovo Ordine. anta Caterina, bench illetterata, dimostra di essere ben consapevole dellimportanza data allo studio da San Domenico quando, nel brano citato del Dialogo, ricorda chegli scelse il lume della scienza per estirpare gli errori che in quel tempo si erano diffusi e vede in questa sua scelta la differenza specifica tra la sua spiritualit e quella di San Francesco: Francesco e Domenico sono state due colonne della santa Chiesa: Francesco con la povert che in modo particolare gli propria e Domenico con la scienza. La nostra Santa in un primo tempo, quando era ancora analfabeta, pot imitare il Santo fondatore anche nellamore allo studio, approfittando degli insegnamenti che le venivano dal suo Direttore spirituale e dalle letture che venivano fatte in chiesa. San Domenico, a chi un giorno gli aveva chiesto quale fosse la fonte principale della sua dottrina aveva risposto: ho studiato sul libro della carit pi che in ogni altro . E a questa sembra alludere anche Santa Caterina, quando nel Dialogo scrive di lui: su quale mensa egli fa nutrire i suoi figli col lume della scienza , alla mensa del la croce egli non vuole che i suoi figli ad altro attendano che stare su questa mensa col lume della scienza. Anche Santa Caterina, studiando soprattutto in questo libro dai cinque capoversi , che sono le piaghe di Cristo, acquis quella scienza, che al dire della bolla di canonizzazione ;scritta dal grande umanista senese il Papa Pio II Piccolomini: Fu pi infusa che acquisita. Quanto poi alla preghiera, questo elemento della spiritualit domenicana, della quale San Domenico fu personalmente assiduo sia di giorno che di notte , la si riscontra con maggiore evidenza nella vita e negli scritti della Santa . Caterina inizia la sua attivit apostolica pi o meno a venti anni, ma ad essa si era preparata da tempo con una intensa vita interiore. Ancora bambina fugge di casa per poter vivere in una grotta come eremita, ricondotta a casa, cerca luoghi appartatati per pregare in pace; e gli stessi scalini della casa le danno loccasione per elevarsi spiritualmente. Privata della sua camera si fa una cella nel cuore, mediante la quale impara a stare in orazione con Ges. Non ancora mantellata di San Domenico regola la giornata al suono delle campane del vicino convento domenicano, in modo da passare in preghiera le ore nelle quali i frati sono chiamati al riposo o allo studio, e di riposare invece quando essi scendono al Coro, instaurando cos con la comunit dei frati una specie di ciclo perpetuo di preghiera. Entrata nell Ordine, si uniforma maggiormente alla sua spiritualit, la quale, pur non escludendo, anzi sollecitando ogni altra forma di preghiera, d la preferenza a quella Corale. Ed ecco allora Caterina pronta a mezzanotte e allalba alle porte della chiesa, aspettandone lapertura, per poter partecipare coi religiosi alla recita solenne delle Ore canoniche. Il discorso della preghiera, sia personale che corale, visto da Santa Caterina come laveva visto San Domenico, come preparazione e mezzo fruttuoso per la predicazione. Alla luce di quanto ho espresso , anche se davvero,in modo molto sintetico ,possiamo dire che Santa Caterina fu Domenicana non solo giuridicamente in quanto Terziaria e quindi membro effettivo dellOrdine, ma lo fu anche per il carisma e la spiritualit dei quali comprese appieno la bellezza e che, compatibilmente con la sua condizione di Mantellata di San Domenico o Sorella della penitenza di san Domenico seppe realizzare pienamente raggiungendo le vette altissime del misticismo. E grazie soprattutto allappartenenza al terzordine di San Domenico che le era stato possibile il suo strao rdinario apostolato totalmente dedito al servizio della Chiesa, per la quale sacrificher la sua vita.

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Morir a Roma il 29 aprile 1380 e sar canonizzata il 29 giugno 1461 dal Papa Pio II. Il 18 giugno 1939 sar proclamata Patrona dItalia dal Papa Pio XII e dal Papa Giovanni Paolo IIil 1 ottobre 1999 sar proclamata Patrona dEuropa. Pur essendo illetterat a, ha lasciato a noi, quello che lei chiamava Il Libro e che adesso ha come titolo Dialogo della Divina Provvidenza .26 Orazioni e 381 lettere che compongono lEpistolario. Opere queste, di dottrina eccelsa e sempre attuali. Arricchiscono la Chiesa ed per questo che ha ricevuto il titolo di Dottore della Chiesa Universale dal Papa Paolo VI nel 1970. Le sue opere e i suoi scritti, nonostante siano passati tanti secoli, rimangono ancora oggi di grande attualit, Santa Caterina cos Maestra di vita cristiana: il suo stesso apostolato sapienziale che descrive: infatti nel Dialogo si rivela una Mistica che parla con la Persona del Padre e apprende da Lui come fa a salvare il mondo. Nelle lettere si rivela Profeta che applica alle situazioni concrete e alle persone del suo tempo quella stessa dottrina. Nelle Orazioni si Manifesta Apostolo che , partendo dalla sua stessa dottrina e obbedendo a infuocati slanci damore, contempla linfinita bellezza di Dio e gli rivolge accorate invocazioni per i bisogni della chiesa e di tutta lumanit. La santit di Caterina cos legata alla sua dottrina e la sua dottrina legata alla sua santit. una dottrina infusa dallalto: il suo un dono di sapienza che fiorisce da una carit infuocata e nello stesso tempo un tuttuno con la sua testimonianza di vita e il suo apostolato

P.Alfredo Scarciglia o.p

Bozzetto per la statua di Santa Caterina realizzata da Bruno Buracchini

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LA BASILICA DI SAN DOMENICO SI ARRICCHISCE DI DUE NUOVE OPERE


Osare stato positivo, con queste parole la dottoressa Anna Maria Guiducci della Soprintendenza di Siena, ha concluso il suo intervento nel corso dellinaugurazione delle due nuove vetrate artistiche poste ai lati, della grande vetrata di Bruno Cassinari, posta dietro laltare maggiore della basilica cateriniana di San Domenico. Non stato semplice agire in un contesto complicato come quello della basilica di San Domenico di Siena, dove epoche e stili sono presenti e segnano la devozione nella storia, tracciata della mano delluomo. Il Maestro Carlo Pizzichini ha lavorato su committenza dei Padri Domenicani di Siena alla maniera antica, il suo lavoro frutto del suo saper fare, ma accompagnato e seguito da padre Alfredo e dai domenicani, una sinergia che ha reso possibile che le due vetrate siano due spazi teologici che parlano a coloro che entrano nella grande basilica. La vetrata a sinistra dedicata alla Parola che d vita, mentre quella a destra allEucarestia; qui rappresentato un delicatissimo profilo della citt di Siena attraversato da un arcobaleno, con in primo piano una pisside con lostia che sta a ricordare il miracolo eucaristico presente in Siena, le Sacre Particole conservate nella basilica di San Francesco. La simbologia espressa dal maestro Pizzichini in disegni di grisaglia su fondo che reca molteplici scalature di celeste e verde, con dei disegni rossi, che sono note musicali tratte dalla composizione In Paradisum deducant te Angelidel maestro Gianluigi Gelmetti che ha concesso lo spartito. Quindi sono vetrate che suonano e la musica raffigurata nelle vetrate, ha fatto da sottofondo alla spiegazione del maestro Pizzichini al numeroso pubblico intervenuto. Hanno collaborato con lautore, larchitetto Riccardo Butini, il Maestro Maurizio Dones per ladattamento visivo dello spartito, larchitetto Sandro Bagnoli per aver ispirato lidea dello spartito musicale. Le vetrate sono state realizzate dalla storica vetreria La Diana di Angela Nenci e Caterina Pavolini. La spiegazione delle vetrate contenuta in una pubblicazione delleditore Cantagalli di Siena, dal titolo: Carlo Pizzichini. Le vetrate per la basilica di San Domenico a Siena, curata da Riccardo Butini, arricchita con le foto di Bruno Bruchi e il progetto grafico a cura di Eva Camigliano. Alla serata sono intervenute le autorit, il Prefetto Saccone, il Questore Benedetti, il colonnello dei Carabinieri Mortillaro, il comandante provinciale Mazza della Guardia di Finanza, il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Ing. Antonio Albanese e il Pope P. Basilio della Chiesa ortodossa che officia nella chiesa di Santa Maria delle Grazie in via della Sapienza, territorio della parrocchia di SantAntonio Abate in San Domenico. La fabbriceria di San Domenico continua la sua secolare attivit. Franca Piccini 12

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Luned 29 Aprile 2013


Grande successo allinaugurazione delle vetrate di Carlo Pizzichini.

Le autorit erano tutte presenti per loccasione

Il P. Lorenzo con il P. Basilio

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Benvenuto Presidente!
ANNO 2013 GENERE: Commedia REGIA: Riccardo Milani ATTORI: Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Remo Girone, Beppe Fiorello, Cesare Bocci.
Peppino un bibliotecario col vizio delle storie e della pesca alla trota. Onesto e genuino, vive in un piccolo paese di montagna sognando un futuro migliore per il suo unico figlio, venditore rampante di un articolo sportivo. A Roma intanto destra, sinistra e centro discutono le sorti del paese e l'identit del nuovo presidente della Repubblica. A sorpresa e per provocazione viene eletto Giuseppe Garibaldi. Generale, patriota e condottiero italiano naturalmente defunto il cui nome e cognome stato per ereditato da almeno cinque italiani. Peppino si fregia di quel nome e dell'et giusta per ricoprire la carica di presidente. Eletto suo malgrado, viene prelevato dalle sponde del fiume e condotto a Roma. Pescatore di trote e di sogni, viene risolutamente invitato a rinunciare al mandato. Ma al momento di pronunciare il discorso alla Camera, Peppino Garibaldi avverte l'opportunit di fare qualcosa e di cambiare finalmente il suo Paese. Rifiutate le dimissioni e con l'aiuto di un'avvenente vice segretario ricomincer dagli italiani. Da qualche tempo e qualche film in Italia il cinema ha perso quel riguardo per l'autorit che relegava il 'politico' in un genere impegnato, aprendolo all'evasione, mettendolo alla berlina, criticandolo duramente e consegnandolo alla libert della fantasia. Se Paolo Sorrentino e Marco Bellocchio hanno trasfigurato la cronaca politica trasformandola in alta meditazione poetica, il cinema medio e popolare italiano cavalca l'onda antipolitica e sceglie l'uomo comune che si ritrova per caso alla presidenza. Esauriti bipolarismi(?), contrapposizioni nord/sud, risate, tarallucci e vino, in sala e in Parlamento scendono politici improvvisati mostrati nella loro umanit e celebrati come paladini del mondo. Pacifico e tenero progressista, Claudio Bisio diventa presidente per 'un giorno' della Repubblica italiana nella nuova commedia di Riccardo Milani, che smaschera cattivi e 'deviati' e propone al Paese un programma di rieducazione civica. La sua inventata figura presidenziale funzionale a fare satira e critica sociale, alludendo all'esistente o puntando chiaramente l'indice. Scritto da Fabio Bonifacci, Benvenuto Presidente, alla maniera di Viva la libert, insedia un 'impostore' al potere producendo risate e gag, qualche volta efficaci. Il segretario di partito di Roberto And e il presidente di Riccardo Milani per sono tutt'altro che figurine sprovvedute che gonfiano il petto e sorridono inetti nel loro abito istituzionale. Professore l'uno, pescatore l'altro, sembrano comprendere bene quello che gli accade attorno, sciogliendo il guinzaglio dei rispettivi consiglieri. Nonostante alcune scene indiscutibilmente retoriche come il soccorso ai senzatetto e l'animazione in ospedale, la commedia di Milani funziona soprattutto per quella grossolana innocenza diffusa nel film e incarnata da Claudio Bisio, che nel monologo sanremese 'sugli elettori impresentabili' aveva anticipato la questione del degrado morale. Questione che riguarda tutti e che stata causata da tutti. Parafrasando De Gregori: la storia (italiana) siamo (anche) noi, nessuno si senta escluso. Controcampo del campo, abitato dal presidente Peppino Garibaldi, allora il popolo italiano (e sovrano), seduto attorno alla tavola apparecchiata e davanti alla televisione accesa, che ripete come un mantra l'idea di una classe politica marcia. Al Paese reale, che si sente assolto, ai nuovi 'comici', che vorrebbero distruggere tutto senza pensare a costruire un luogo altro dell'amministrazione e delle relazioni umane, Milani risponde richiamando(ci) alla responsabilit civile. Lo fa attraverso la metafora dell'uomo qualunque costretto a misurarsi con i gravosi compiti del ruolo. Metafora che non sembra essere n neutra, n ingenua, aprendo all'intervento (e alla coscienza) individuale.

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La Rubrica dei bambini


dallisola che non c al Chiostro di San Domenico

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AVVISI
Appuntamenti del mese di MAGGIO

Mercoled 8 alle ore 12 Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei S. Messa Mercoled 15 alle ore 17 Festa dei bambini del catechismo nellanno della fede. Tutti nel Chiostro con dolci e salati. Partecipate numerosi.
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