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Amartya Sen e lidea di giusEzia: nuclei teorici di una teoria - Difesa dellilluminismo comparaEvisEco e non-
trascendentalisEco (e riconoscimento prudente della disEnzione rawlsiana fra ragionevole e razionale). - Difesa della possibilit di raggiungere un grado accePabile di oggeVvit nelle quesEoni eEche e di giusEzia (argomento vicino a quello di H. Putnam). - Vicinanza alla teoria della scelta sociale proposta da Kenneth Arrow, che non riduce la scelta razionale a perseguimento meccanico delluEle individuale.
- Assegnazione di un ruolo di primo piano alla discussione pubblica (anche pi di quanto teorizzato da J. Habermas), capace di per s di rendere ragionevoli le persone, in sosEtuzione della ricerca di pochi principi insosEtuibili. - Enfasi sulle procedure (dunque su un accordo praEco) pi che sulle garanzie ontologiche (accordo teoreEco). - Ampio uElizzo dellargomento dello spePatore imparziale smithiano, della imparzialit aperta e della transposizionalit.
- Orientamento delle strategie della ragione praEca soPo la spinta delle capacit umane, non dei beni primari rawlsiani (con maggiore consonanza a un tema cardinale nelleEca aristotelica). - Difesa di una teoria contenuEsEca della giusEzia: le libert, le opportunit e le capacit umane al centro di ogni discorso sulla realizzazione della giusEzia. - SceVcismo per ogni visione monoprospeVca delluguaglianza.
- Accentuazione sulla preminenza che la libert dovrebbe vedersi aPribuita quale faPore che inuisce sul vantaggio complessivo di un individuo. - SceVcismo per ogni visione monodimensionale della libert. - Difesa del rapporto fra libert umane e diriV: il concePo di diriPo umano implica aermazioni eEche riferite alle libert umane e non pu essere rinchiuso nella sola sfera giuridica.
- Perch una parEcolare libert possa diventare un diriPo, necessario che superi una soglia di rilevanza.
la
nostra
traPazione
della
giusEzia
come
equit
[jus"ce
as
fairness]
parte
dallidea
che
la
societ
vada
concepita
come
un
equo
sistema
di
cooperazione
fra
generazioni
aPraverso
il
tempo.
J.
RAWLS,
Liberalismo
poli"co,
Torino,
Einaudi,
20053,
p.
18.
Denizione
di
persona:
persona
chi
pu
essere
un
ciPadino,
cio
un
membro
normale
e
pienamente
cooperaEvo,
per
tuPa
la
vita,
della
societ;
concepiamo
inoltre
i
ciPadini
come
persone
libere
e
uguali;
lidea
di
base
che
le
persone
siano
libere
grazie
ai
loro
due
poteri
morali
e
ai
poteri
della
ragione.
Capacit di concepire il bene, cio la capacit di ogni singolo partecipante alla vita sociale di concepire e promuovere il proprio vantaggio individuale, ferma restando lequa cooperazione. Rawls parla di questo secondo potere morale anche come del potere di essere razionali.
Il
faPo
di
avere
quesE
poteri
nella
misura
minima
indispensabile
per
essere
membri
pienamente
cooperaEvi
della
societ
rende
uguali
le
persone.
J.
RAWLS,
Liberalismo
poli"co,
Torino,
Einaudi,
20053,
p.
19.
Una
delle
assunzioni
cruciali
del
liberalismo
che
i
ciPadini,
che
sono
uguali,
hanno
concezioni
del
bene
diverse,
e
anzi
inconciliabili
e
incommensurabili;
in
una
societ
democraEca
moderna
lesistenza
di
modi
di
vivere
cos
diversi
considerata
una
condizione
normale,
che
pu
essere
eliminata
solo
da
un
uso
autocraEco
del
potere
statale.
J.
RAWLS,
Liberalismo
poli"co,
Torino,
Einaudi,
20053,
pp.
277-278.
I
ni
cosEtuzionalmente
specici
della
societ,
come
quelli
indicaE
nel
preambolo
di
una
carta
cosEtuzionale
[]
cadono
invece
soPo
una
concezione
pubblica
della
giusEzia
e
della
sua
ragione
pubblica
[].
Segue
Molte
societ
del
passato
la
pensavano
in
modo
diverso,
perseguivano
come
ni
ulEmi
la
religione
e
limpero,
il
dominio
e
la
gloria
[].
SoPo
questo
aspePo,
tali
societ
concepivano
se
stesse
come
associazioni.
J.
RAWLS,
Liberalismo
poli"co,
Torino,
Einaudi,
20053,
pp.
39-40.
Rawls vorrebbe trovare laccordo fra due tradizioni di pensiero poliEco fondamentali: Qual il valore poliEco pi elevato? La libert o luguaglianza? Grazie ai due principi di giusEzia, Rawls pensa di essere arrivato a una forma egualitaria di liberalismo (cfr. J. RAWLS, Liberalismo poli"co, 20053, p. 8).
IdenEcare
le
iniquit
che
si
possono
correggere
non
soltanto
lo
sEmolo
che
ci
induce
a
riePere
su
giusEzia
e
ingiusEzia:
anche
un
faPore
centrale
nella
teoria
della
giusEzia.
A.
SEN,
Lidea
di
gius"zia,
Milano,
Mondadori,
2009,
p.
3.
Sen riprende la tradizione secondo cui i giudizi morali e dunque anche i giudizi sulla giusEzia possono essere espressi assumendo una posizione da spePatore, cio una prospeVva da sguardo esterno: A grandi linee, si pu pensare lequit come unistanza di imparzialit (A. SEN, 2009, p. 67).
Si
traPa
poi
di
temperare
il
primo
giudizio,
suscitato
da
percezioni
immediate,
con
la
riessione:
A d a m
S m i t h
e r a
u n
c o n v i n t o
a s s e r t o r e
dellimportanza
del
senEmento
morale,
ma
non
per
questo
si
asteneva
dal
perseguire
lelaborazione
di
una
teoria
dei
senEmenE
morali
(A.
SEN,
2009,
p.
4).
A Sen non interessa risolvere quesEoni concernenE la natura della perfePa giusEzia. molto pi interessato ai vantaggi del metodo comparaEvo, che in una vasta generalit di casi pu dare risposte certe.
Ci
che
importa
cogliere
come
elemento
centrale
per
quanto
concerne
lidea
di
giusEzia
il
faPo
che
possiamo
provare
un
forte
senso
di
ingiusEzia
sulla
scorta
di
pi
ragioni
tra
loro
diverse,
senza
per
questo
[]
individuare
una
di
esse
come
la
ragione
prevalente.
A.
SEN,
Lidea
di
gius"zia,
Milano,
Mondadori,
2009,
p.
18.
Il
valore
dellincompletezza
La
permanenza
di
parE
non
perfePamente
compiute
[]
viene
a
volte
considerata
alla
stregua
di
una
mancanza
che
pregiudica
anche
i
contribuE
posiEvi
di
un
teoria
della
giusEzia.
In
realt,
[lasciare]
sistemaEcamente
spazio
allincompletezza
pu
comunque
consenEre
di
arrivare
a
giudizi
neV
e
di
grande
rilevanza,
[]
senza
il
bisogno
di
formulare
valutazioni
altamente
speciche
su
ogni
quesEone
poliEca
o
sociale
rispePo
a
ogni
altra
quesEone
[].
A.
SEN,
Lidea
di
gius"zia,
Milano,
Mondadori,
2009,
p.
114.
Comparazione
Occidente-Oriente
La
prima
comparazione
quella
fra
idee
occidentali
e
idee
orientali
sulla
giusEzia.
Sen
sosEene
che
si
possono
ritrovare
pi
punE
di
contaPo
di
quanto
in
genere
si
pensi.
N"
e
Nyya
Nel
pensiero
indiano
si
rintracciano
due
nozioni
di
giusEzia:
n"
e
nyya.
Il
primo
si
riferisce
sia
alladeguatezza
di
unisEtuzione
sia
alla
correPezza
di
un
comportamento;
il
secondo
riguarda
i
daE
riscontrabili
e
il
modo
in
cui
si
presentano,
in
parEcolare
la
vita
che
le
persone
sono
eeVvamente
in
grado
di
condurre.
2) Al confronto fra i modi in cui la vita delle persone pu svolgersi, inuenzata [anche] dalleeVvo comportamento degli individui, dalle interazioni sociali e da altri importanE faPori si consolidato laltro lone dellIlluminismo, che comprende i nomi di Smith, Condorcet, Wollstonecraz, Bentham, Marx, J.S. Mill.
b) Rawls mostra disinteresse per le forme e i risultaE di una discussione pubblica sulla correzione delle ingiusEzie. c) Rawls adoPa una nozione troppo limitante di ci che razionale. d) Rawls tende a far passare i beni primari dalla condizione esclusiva di mezzi in vista dei ni desideraE alla condizione di indicatore primario dellequit distribuEva.
e) Rawls mostra uneccessiva ducia nei suoi due principi di giusEzia, salvo poi senErsi costrePo a introdurre correVvi ad hoc per le persone parEcolarmente svantaggiate a causa di menomazioni o handicap.
LinterrogaEvo che qui ci dobbiamo porre : quali riforme internazionali sono necessarie per rendere il mondo un po meno ingiusto? Questo Epo di discussione su come promuovere la giusEzia in generale, e su come aumentare quella globale nel mondo, sembrer una chiacchiera sterile a chi convinto della tesi hobbesiana, e rawlsiana,
secondo
cui
necessario
uno
stato
sovrano
che
applichi
i
principi
di
giusEzia
aPraverso
un
sistema
isEtuzionale
perfePo:
una
conseguenza
implicita
e
direPa
dellavere
impostato
le
quesEoni
relaEve
alla
giusEzia
in
unoVca
isEtuzionalista- trascendentale.
A.
SEN,
Lidea
di
gius"zia,
Milano,
Mondadori,
2009,
pp.
39-41.
Limparzialit
aperta
La
procedura
che
consente
di
arrivare
a
unidea
di
giusEzia
condivisa
deve
fare
leva
sulla
gura
dello
spePatore
imparziale
smithiano:
Se
dobbiamo
una
certa
aPenzione
agli
altri
che
siano
lontani
o
vicini,
e
anche
se
la
denizione
di
tale
responsabilit
rimane
alquanto
vaga
,
allora
una
teoria
della
giusEzia
adeguatamente
comprensiva
dovr
includere
tuV
quesE
soggeV
nelle
nostre
riessioni
sulla
giusEzia
(e
non
nella
sfera,
diversa,
della
benevolenza
umanitarista).
Una
teoria
dellimparzialit
che
si
limita
esaPamente
ai
conni
di
uno
Stato
sovrano
segue
un
punto
di
vista
territoriale
che
ha
senzaltro
legiVmit
giuridica,
ma
pu
non
essere
altrePanto
plausibile
sul
piano
poliEco
e
morale.
Con
ci,
non
nego
che
spesso
pensiamo
la
nostra
idenEt
in
termini
di
gruppo,
includendo
alcuni
soggeV
ed
escludendo
rigidamente
altri.
Ma
nel
concepire
le
nostre
idenEt
ne
abbiamo
infaV
pi
duna
non
ci
fermiamo
ai
conni
del
nostro
paese.
Ci
idenEchiamo
con
le
persone
che
professano
la
nostra
stessa
religione,
che
parlano
la
nostra
lingua,
che
appartengono
alla
nostra
razza
o
al
nostro
sesso,
che
hanno
le
nostre
convinzioni
poliEche
o
svolgono
la
nostra
professione.
A.
SEN,
Lidea
di
gius"zia,
Milano,
Mondadori,
2009,
p.
139.
La
transposizionalit
Coniugando
il
discorso
sulle
idenEt
plurime
al
discorso
sullimparzialit
aperta,
Sen
pu
sostenere
la
transposizionalit,
vale
a
dire
il
superamento
degli
steccaE
o
pregiudizi
posizionali,
relaEvi
alle
conoscenze
o
capacit
parEcolari
di
un
individuo
in
un
determinato
contesto.
MePendo
alla
berlina
Edmund
Burke
per
avere
sostenuto
la
Rivoluzione
Americana
senza
essersi
dato
alcun
pensiero
per
la
condizione
degli
schiavi,
come
se
la
libert
propugnata
per
i
bianchi
dAmerica
non
dovesse
valere
per
i
loro
schiavi,
Mary
Wollstonecraz
si
pronunciava
in
favore
di
una
concezione
universalisEca
capace
di
superare
il
pregiudizio
posizionale
e
il
favoriEsmo
parEcolarista.
A.
SEN,
Lidea
di
gius"zia,
Milano,
Mondadori,
2009,
p.
171.
Anche il dialogo, ospitato nel Mahbhrata, che si svolge fra Arjuna e Krishna prima della grande baPaglia di Kurukshetra, e che ci racconta delle esitazioni delleroe Arjuna, un esempio di come in situazioni dicili o complesse possano essere giusEcatamente portate sia ragioni posizionali sia transposizionali (A. SEN, 2009, pp. 219-223).
La libert preziosa per almeno due ragioni. AnzituPo perch ci ore maggiori opportunit per perseguire i nostri obieVvi, ovvero ci a cui diamo valore. Accresce, per esempio, la nostra facolt di scegliere lo sEle di vita che desideriamo e di realizzare i ni che vogliamo promuovere. SoPo questo aspePo la libert riguarda la nostra capacit di raggiungere ci che per noi ha valore, indipendentemente dal processo che ci porta a questa conquista.
In
secondo
luogo,
possibile
dare
importanza
anche
al
processo
stesso
della
scelta:
potremmo,
per
esempio,
decidere
di
assicurarci
che
la
condizione
in
cui
ci
troviamo
non
sia
il
fruPo
di
unimposizione
esterna.
A.
SEN,
Lidea
di
gius"zia,
Milano,
Mondadori,
2009,
p.
238.
indipendentemente
dal
paese
in
cui
vengono
aPuate,
e
vanno
assolutamente
esErpate
perch
ledono
la
libert
di
chi
le
subisce,
indipendentemente
dal
faPo
che
i
potenziali
immigraE
divenEno
o
no
immigraE
eeVvi.
Il
punto
qui
riguarda
essenzialmente
la
libert
in
generale,
segnatamente
quella
delle
donne
in
quesEone.
Il
faPo
che
certe
praEche
oendano
altre
persone
i
vecchi
residenE
non
certo
largomento
pi
forte
per
contrastarle:
laccento
va
posto
sulle
viVme,
non
sui
vicini.
A.
SEN,
Lidea
di
gius"zia,
Milano,
Mondadori,
2009,
p.
247
n.
La
ricerca
di
pesi
ssi
e
predeterminaE
non
solo
concePualmente
infondata,
ma
non
Eene
conto
del
faPo
che
i
valori
e
i
pesi
da
usare
possono
ragionevolmente
essere
inuenzaE
dal
nostro
esame
incessante,
nonch
dalla
portata
del
dibaVto
pubblico.
A.
SEN,
Lidea
di
gius"zia,
Milano,
Mondadori,
2009,
pp.
251-252.
Capacit
e
uguaglianza
Lapproccio
delle
capacit
[]
sorge
dalla
consapevolezza
che
linterrogaEvo
realmente
cruciale
non
se
vi
sia
qualche
sfera
in
cui
non
possiamo
fare
a
meno
delluguaglianza,
ma
piuPosto:
uguaglianza
di
che
cosa?.
A.
SEN,
Lidea
di
gius"zia,
Milano,
Mondadori,
2009,
p.
301.
Se
luguaglianza
cos
importante
e
le
capacit
sono
un
faPore
centrale
della
vita
umana
[],
non
sarebbe
correPo
mirare
alluguaglianza
proprio
sul
fronte
delle
capacit?
La
mia
risposta
no.
[]
Per
quanto
signicaEva,
luguaglianza
delle
capacit
non
deve
essere
anteposta
ad
altri
aspeV
degni
di
nota
(inclusi
ulteriori
aspeV
rilevanE
delluguaglianza
stessa)
con
cui
potrebbe
entrare
in
contrasto.
A.
SEN,
Lidea
di
gius"zia,
Milano,
Mondadori,
2009,
p.
303.
Esse
chiedono
il
riconoscimento
di
determinaE
imperaEvi
e
additano
la
necessit
di
fare
qualcosa
per
tradurre
in
realt
le
libert
individuate
dai
diriV
cos
riconosciuE.
A.
SEN,
Lidea
di
gius"zia,
Milano,
Mondadori,
2009,
pp.
363-364.
DiriV
e
legislazione
A
volte
si
d
per
scontato
che
se
un
diriPo
umano
non
codicato
viene
considerato
importante,
sarebbe
allora
meglio
cercare
di
sancirlo
aPraverso
speciche
norme
di
legge.
Questo
per
potrebbe
essere
un
errore.
Per
esempio,
riconoscere
e
sostenere
il
diriPo
delle
mogli
ad
avere
voce
in
capitolo
nelle
decisioni
familiari
(diriPo
spesso
negato
in
societ
tradizionalmente
maschiliste)
Segue
potrebbe
essere
molto
importante.
Ciononostante
gli
stessi
sostenitori
di
tale
diriPo,
pur
soPolineandone
la
rilevanza
eEca
o
poliEca,
potrebbero
ritenere
che
non
sarebbe
opportuno
tradurlo
in
quella
che
Herbert
Hart
denirebbe
una
disposizione
giuridica
coerciEva
(magari
prevedendo
larresto
del
marito
nel
caso
in
cui
trascuri
di
consultare
la
moglie).
A.
SEN,
Lidea
di
gius"zia,
Milano,
Mondadori,
2009,
pp.
370-371.
- Assegnazione di un ruolo di primo piano alla discussione pubblica (anche pi di quanto teorizzato da J. Habermas), capace di per s di rendere ragionevoli le persone, in sosEtuzione della ricerca di pochi principi insosEtuibili. - Enfasi sulle procedure (dunque su un accordo praEco) pi che sulle garanzie ontologiche (accordo teoreEco). - Ampio uElizzo dellargomento dello spePatore imparziale smithiano, della imparzialit aperta e della transposizionalit.
- Orientamento delle strategie della ragione praEca soPo la spinta delle capacit umane, non dei beni primari rawlsiani (con maggiore consonanza a un tema cardinale nelleEca aristotelica). - Difesa di una teoria contenuEsEca della giusEzia: le libert, le opportunit e le capacit umane al centro di ogni discorso sulla realizzazione della giusEzia. - SceVcismo per ogni visione monoprospeVca delluguaglianza.
- Accentuazione sulla preminenza che la libert dovrebbe vedersi aPribuita quale faPore che inuisce sul vantaggio complessivo di un individuo. - SceVcismo per ogni visione monodimensionale della libert. - Difesa del rapporto fra libert umane e diriV: il concePo di diriPo umano implica aermazioni eEche riferite alle libert umane e non pu essere rinchiuso nella sola sfera giuridica.
- Perch una parEcolare libert possa diventare un diriPo, necessario che superi una soglia di rilevanza.