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649004
LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
sabato 16 febbraio 2013
XVI
Unicuique suum
Anno CLIII n. 39 (46.283)
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ono dispiaciuto per la decisione del Papa di rinunciare al pontificato. Si tratta di una decisione originale, perch egli un uomo originale e coraggioso. Lo considero un leader spirituale straordinario e unico. Ritengo che il contributo di Benedetto XVI abbia avuto un impatto importante. un uomo dal pensiero profondo. Il corpo pu invecchiare, ma la saggezza non invecchia mai. Il suo impegno per la pace e lumanit autentico. Ha la sincerit del vero credente, la saggezza di chi comprende i cambiamenti della storia e la consapevolezza che, nonostante le differenze, non dobbiamo diventare estranei o nemici. Nellambito delle relazioni tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico ha compiuto numerosi gesti. Ha affermato che il popolo ebraico non responsabile della morte di Ges; ha ribadito che gli ebrei sono i
nostri fratelli maggiori e ha detto che Dio non ha mai abbandonato il popolo ebraico. Ha visitato Israele e il Tempio maggiore a Roma per esprimere la sua amicizia e la sua solidariet. In Israele lo ho accompagnato personalmente. Ed stato amichevole in un modo eccezionale e davvero colmo di affetto. Ha pregato per la pace in Medio Oriente, proprio come facciamo io e altri. Non pu essere considerato come il leader amministrativo del Vaticano, ma come la guida spirituale, dotata di profondit, conoscenza e saggezza. Lo considero un amico. Gli auguro ogni bene e rimarr in contatto con lui. A Gerusalemme pregheremo affinch possa riacquistare la forza fisica e offrire la propria saggezza, profondit e amicizia a tutti i popoli, a tutte le religioni. Lo ricorderemo con rispetto e stima per quanto ha fatto. *Presidente di Israele
NOSTRE INFORMAZIONI
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova (Italia), in visita ad limina Apostolorum; le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Martino Canessa, Vescovo di Tortona (Italia), in visita ad limina Apostolorum; Mario Oliveri, Vescovo di Albenga-Imperia (Italia), in visita ad limina Apostolorum; Alberto Maria Careggio, Vescovo di Ventimiglia - San Remo (Italia), in visita ad limina Apostolorum; Alberto Tanasini, Vescovo di Chiavari (Italia), in visita ad limina Apostolorum; Luigi Ernesto Palletti, Vescovo di La Spezia - Sarzana Brugnato (Italia), in visita ad limina Apostolorum; Vittorio Lupi, Vescovo di Savona-Noli (Italia), in visita ad limina Apostolorum. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza il Signor Trian Bsescu, Presidente della Romania, con la Consorte, e Seguito. Il Santo Padre ha nominato Sotto-Segretario della Congregazione per lEducazione Cattolica il Reverendo Padre Friedrich Bechina, F.S.O., Officiale del medesimo dicastero.
Nella mattinata di venerd 15 febbraio, Benedetto XVI ha ricevuto in udienza il presidente della Romania, Trian Bsescu, che successivamente ha incontrato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato di Sua Santit, accompagnato dallarcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. Durante i colloqui, svoltisi in un clima di cordialit, sono state esaminate le buone relazioni tra la Romania e la Santa Sede. In parti-
colare, stata sottolineata la proficua collaborazione a livello europeo per la salvaguardia dei valori comuni e ci si soffermati su alcune prospettive di cooperazione tra la Chiesa Cattolica e lo Stato romeno nellambito educativo. Non si mancato di toccare alcune questioni aperte che interessano le comunit cattoliche in Romania e di rilevare il contributo della Chiesa Cattolica allintegrazione delle comunit romene allestero.
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LOSSERVATORE ROMANO
LFmi esclude la possibilit di uno scontro globale sulle valute I dati dellEurostat sullultimo trimestre del 2012
be pi opportuno parlare di un braccio di ferro fra Stati Uniti e Giappone sullo yen. E proprio a Stati Uniti e al Giappone il G20 secondo una bozza del comunicato chieder di risolvere le incertezze fiscali. Inoltre, i rappresentanti dei venti Paesi metteranno in evidenza la necessit di ununione pi forte dellarea euro sia dal punto di vista economico sia da quello fiscale. Tutto questo in un contesto di debolezza della cre-
scita globale e in presenza di rischi al ribasso. Ci impegniamo a respingere il protezionismo in tutte le sue forme si legge in una bozza del comunicato finale del vertice di Mosca; inoltre, riaffermiamo il nostro impegno al raggiungimento di una duratura riduzione degli squilibri globali attraverso unazione congiunta per evitare disallineamenti persistenti dei tassi di cambio e svalutazioni competitive.
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GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
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Mentre in tutta la Siria continuano i combattimenti Uccisi un poliziotto e un manifestante
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MANAMA, 15. Un poliziotto rimasto ucciso nella notte negli scontri con i manifestanti ad Al Sahla, un villaggio sciita vicino alla capitale Manama. Lo ha annunciato il ministero dellInterno bahreinita, precisando che lagente stato raggiunto da una bottiglia molotov. Lagente Mohamed Atef, colpito da una bottiglia incendiaria, stato ferito gravemente ed morto durante il tragitto in ospedale ha detto oggi il capo della polizia, generale Tarek Al Hassan. Inoltre, ha aggiunto il ministero dellInterno, ununit impegnata nella lotta antiterrorismo ha disinnescato ieri sera una bomba di
due chilogrammi piazzata su un ponte che dal 1986 collega il Bahrein alla provincia orientale dellArabia Saudita. Sempre ieri violenti scontri si sono verificati in diversi villaggi sciiti dellisola con i giovani manifestanti che hanno messo in piedi blocchi stradali e barricate in occasione del secondo anniversario della protesta della maggioranza sciita nel Paese contro il Governo diretto da una monarchia sunnita. Nei disordini un giovane dimostrante rimasto ucciso. La causa della morte non ancora chiara e sar avviata uninchiesta ha affermato un portavoce del Governo di Manama.
Non si fermano gli attacchi e i saccheggi dei ribelli nella Repubblica Centroafricana
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Lesperienza del Vaticano raccontata da Benedetto durante il tradizionale incontro con il clero di Roma per linizio della Quaresima
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C stato il concilio dei padri il vero concilio e il concilio dei media Il primo si mosso allinterno della fede, il secondo in unottica politica Il concilio virtuale stato pi forte di quello reale E ha creato calamit problemi, miserie: seminari e conventi chiusi liturgia banalizzata Ma la forza del concilio reale realizza la vera riforma e il vero rinnovamento della Chiesa
Quando il cardinale di Colonia Joseph Frings ebbe paura di perdere la porpora per un testo sul concilio scritto per lui dal giovane teologo Joseph Ratzinger
za e profondit della liturgia, che era finora quasi chiusa nel Messale Romano del sacerdote, mentre la gente pregava con propri libri di preghiera, i quali erano fatti secondo il cuore della gente, cos che si cercava di tradurre i contenuti alti, il linguaggio alto, della liturgia classica in parole pi emozionali, pi vicine al cuore del popolo. Ma erano quasi due liturgie parallele: il sacerdote con i chierichetti, che celebrava la Messa secondo il Messale, ed i laici, che pregavano, nella Messa, con i loro libri di preghiera, insieme, sapendo sostanzialmente che cosa si realizzava sullaltare. Ma ora era stata riscoperta proprio la bellezza, la profondit, la ricchezza storica, umana, spirituale del Messale e la necessit che non solo un rappresentante del popolo, un piccolo chierichetto, dicesse Et cum spiritu tuo eccetera, ma che fosse realmente un dialogo tra sacerdote e popolo, che realmente la liturgia dellaltare e la liturgia del popolo fosse ununica liturgia, una partecipazione attiva, che le ricchezze arrivassero al popolo; e cos si riscoperta, rinnovata la liturgia. Io trovo adesso, retrospettivamente, che stato molto buono cominciare con la liturgia, cos appare il primato di Dio, il primato delladorazione. Operi Dei nihil praeponatur: questa parola della Regola di san Benedetto (cfr. 43, 3) appare cos come la suprema regola del Concilio. Qualcuno aveva criticato che il Concilio ha parlato su tante cose, ma non su Dio. Ha parlato su Dio! Ed stato il primo atto e quello sostanziale parlare su Dio e aprire tutta la gente, tutto il popolo santo, alladorazione di Dio, nella comune celebrazione della liturgia del Corpo e Sangue di Cristo. In questo senso, al di l dei fattori pratici che sconsigliavano di cominciare subito con temi controversi, stato, dicia-
concreta nellepiscopato e nella vita della Chiesa. Ancora pi conflittuale era il problema della Rivelazione. Qui si trattava della relazione tra Scrittura e Tradizione, e qui erano interessati soprattutto gli esegeti per una maggiore libert; essi si sentivano un po diciamo in una situazione di inferiorit nei confronti dei protestanti, che facevano le grandi scoperte, mentre i cattolici si sentivano un po handicappati dalla necessit di sottomettersi al Magistero. Qui, quindi, era in gioco una lotta anche molto concreta: quale libert hanno gli esegeti? Come si legge bene la Scrittura? Che cosa vuol dire Tradizione? Era una battaglia pluridimensionale che adesso non posso mostrare, ma importante che certamente la Scrittura la Parola di Dio e la Chiesa sta sotto la Scrittura, obbedisce alla Parola di Dio, e non sta al di sopra della Scrittura. E tuttavia, la Scrittura Scrittura soltanto perch c la Chiesa viva, il suo soggetto vivo; senza il soggetto vivo della Chiesa, la Scrittura solo un libro e apre, si apre a diverse interpretazioni e non d unultima chiarezza. Qui, la battaglia come ho detto era difficile, e fu decisivo un intervento di Papa
Nelle anime comincia a risvegliarsi la Chiesa diceva Guardini. E cos cresceva la consapevolezza che la Chiesa non solo una struttura ma un corpo vivo di cui ogni cristiano elemento costruttivo
La decisione dei padri di non votare subito le liste gi pronte dei membri delle commissioni non fu un atto rivoluzionario ma un gesto di coscienza e di responsabilit Siamo noi il soggetto dissero e vogliamo fare le nostre scelte
Paolo VI. Questo intervento mostra tutta la delicatezza del padre, la sua responsabilit per landamento del Concilio, ma anche il suo grande rispetto per il Concilio. Era nata lidea che la Scrittura completa, vi si trova tutto; quindi non si ha bisogno della Tradizione, e perci il Magistero non ha niente da dire. Allora, il Papa ha trasmesso al Concilio mi sembra 14 formule di una frase da inserire nel testo sulla Rivelazione e ci dava, dava ai Padri, la libert di scegliere una delle 14 formule, ma disse: una deve essere scelta, per rendere completo il testo. Io mi ricordo, pi o meno, della formula non omnis certitudo de veritatibus fidei potest sumi ex Sacra Scriptura, cio la certezza della Chiesa sulla fede non nasce soltanto da un libro isolato, ma ha bisogno del soggetto Chiesa illuminato, portato dallo Spirito Santo. Solo cos poi la Scrittura parla ed ha tutta la sua autorevolezza. Questa frase che abbiamo scelto nella Commissione dottrinale, una delle 14 formule, decisiva, direi, per mostrare lindispensabilit, la necessit della Chiesa, e cos capire che cosa vuol dire Tradizione, il Corpo vivo nel quale vive dagli inizi questa Parola e dal quale riceve la sua luce, nel quale nata. Gi il fatto del Canone un fatto ecclesiale: che questi scritti siano la Scrittura risulta dallilluminazione della Chiesa, che ha trovato in s questo Canone della Scrittura; ha trovato, non creato, e sempre e solo in questa comunione della Chiesa viva si pu anche realmente capire, leggere la Scrittura come Parola di Dio, come Parola che ci guida nella vita e nella morte. Come ho detto, questa era una lite abbastanza difficile, ma grazie al Papa e grazie diciamo alla luce dello Spirito Santo, che era presente nel Concilio, stato creato un documento che uno dei pi belli e anche innovativi di tutto il Concilio, e che deve essere ancora molto pi studiato. Perch anche oggi lesegesi tende a leggere la Scrittura fuori dalla Chiesa, fuori dalla fede, solo nel cosiddetto spirito del metodo storico-critico, metodo importante, ma mai cos da poter dare soluzioni come ultima certezza; solo se crediamo che queste non sono parole umane, ma sono parole di Dio, e solo se vive il soggetto vivo al quale ha parlato e parla Dio, possiamo interpretare bene la Sacra Scrittura. E qui come ho detto nella prefazione del mio libro su Ges (cfr. vol. I) c ancora molto da fare per arrivare ad una lettura veramente nello spirito del Concilio. Qui lapplicazione del Concilio ancora non completa, ancora da fare. E, infine, lecumenismo. Non vorrei entrare adesso in questi problemi, ma era ovvio soprattutto dopo le passioni dei cristiani nel tempo del nazismo che i cristiani potessero trovare lunit, almeno cercare lunit, ma era chiaro anche che solo Dio pu dare lunit. E siamo ancora in questo cammino. Ora, con questi temi, lalleanza renana per cos dire aveva fatto il suo lavoro. La seconda parte del Concilio molto pi ampia. Appariva, con grande urgenza, il tema: mondo di oggi, epoca moderna, e Chiesa; e con esso i temi della responsabilit per la costruzione di questo mondo, della societ, responsabilit per il futuro di questo mondo e speranza escatologica, responsabilit etica del cristiano, dove trova le sue guide; e poi libert religiosa, progresso, e relazione con le altre religioni. In questo momento, sono entrate in discussione realmente tutte le parti del Concilio, non solo lAmerica, gli Stati Uniti, con un forte interesse per la libert religiosa. Nel terzo periodo questi hanno detto al Papa: Noi non possiamo tornare a casa senza avere, nel nostro bagaglio, una dichiarazione sulla libert religiosa votata dal Concilio. Il Papa, tuttavia, ha avuto la fermezza e la decisione, la pazienza di portare il testo al quarto periodo, per trovare una ma-
turazione ed un consenso abbastanza completi tra i Padri del Concilio. Dico: non solo gli americani sono entrati con grande forza nel gioco del Concilio, ma anche lAmerica Latina, sapendo bene della miseria del popolo, di un continente cattolico, e della responsabilit della fede per la situazione di questi uomini. E cos anche lAfrica, lAsia, hanno visto la necessit del dialogo interreligioso; sono cresciuti problemi che noi tedeschi devo dire allinizio, non avevamo visto. Non posso adesso descrivere tutto questo. Il grande documento Gaudium et spes ha analizzato molto bene il problema tra escatologia cristiana e progresso mondano, tra responsabilit per la societ di domani e responsabilit del cristiano davanti alleternit, e cos ha anche rinnovato letica cristiana, le fondamenta. Ma, diciamo inaspettatamente, cresciuto, al di fuori di questo grande documento, un documento che rispondeva in modo pi sintetico e pi concreto alle sfide del tempo, e cio la Nostra aetate. Dallinizio erano presenti i nostri amici ebrei, che hanno detto, soprattutto a noi tedeschi, ma non solo a noi, che dopo gli avvenimenti tristi di questo secolo nazista, del decennio nazista, la Chiesa cattolica deve dire una parola sullAntico Testamento, sul popolo ebraico. Hanno detto: anche se chiaro che la Chiesa non responsabile della Shoah, erano cristiani, in gran parte, coloro che hanno commesso quei crimini; dobbiamo approfondire e rinnovare la coscienza cristiana, anche se sappiamo bene che i veri credenti sempre hanno resistito contro queste cose. E cos era chiaro che la relazione con il mondo dellantico Popolo di Dio dovesse essere oggetto di riflessione. Si capisce anche che i Paesi arabi i Vescovi dei Paesi arabi non fossero felici di questa cosa: temevano un po una glorificazione dello Stato di Israele, che non volevano, naturalmente. Dissero: Bene, unindicazione veramente teologica sul popolo ebraico buona, necessaria, ma se parlate di questo, parlate anche dellIslam; solo cos siamo in equilibrio; anche lIslam una grande sfida e la Chiesa deve chiarire anche la sua relazione con lIslam. Una cosa che noi, in quel momento, non abbiamo tanto capito, un po, ma non molto. Oggi sappiamo quanto fosse necessario. Quando abbiamo incominciato a lavorare anche sullIslam, ci hanno detto: Ma ci sono anche altre religioni del mondo: tutta lAsia! Pensate al Buddismo, allInduismo... E cos, invece di una Dichiarazione inizialmente pensata solo sullantico Popolo di Dio, si creato un testo sul dialogo interreligioso, anticipando quanto solo trentanni dopo si mostrato in tutta la sua intensit e importanza. Non posso entrare adesso in questo tema, ma se si legge il testo, si vede che molto denso e preparato veramente da persone che conoscevano le realt, e indica brevemente, con poche parole, lessenziale. Cos anche il fondamento di un dialogo, nella differenza, nella diversit, nella fede sullunicit di Cristo, che uno, e non possibile, per un credente, pensare che le religioni siano tutte variazioni di un tema. No, c una realt del Dio vivente che ha parlato, ed un Dio, un Dio incarnato, quindi una Parola di Dio, che realmente Parola di Dio. Ma c lesperienza religiosa, con una certa luce umana della creazione, e quindi necessario e possibile entrare in dialogo, e cos aprirsi luno allaltro e aprire tutti alla pace di Dio, di tutti i suoi figli, di tutta la sua famiglia. Quindi, questi due documenti, libert religiosa e Nostra aetate, connessi con Gaudium et spes sono una trilogia molto importante, la cui importanza si mostrata solo nel corso dei decenni, e ancora stiamo lavorando per capire meglio questo insieme tra unicit della Rivelazione di Dio, unicit dellunico Dio incarnato in Cristo, e la mol-
teplicit delle religioni, con le quali cerchiamo la pace e anche il cuore aperto per la luce dello Spirito Santo, che illumina e guida a Cristo. Vorrei adesso aggiungere ancora un terzo punto: cera il Concilio dei Padri il vero Concilio , ma cera anche il Concilio dei media. Era quasi un Concilio a s, e il mondo ha percepito il Concilio tramite questi, tramite i media. Quindi il Concilio immediatamente efficiente arrivato al popolo, stato quello dei media, non quello dei Padri. E mentre il Concilio dei Padri si realizzava allinterno della fede, era un Concilio della fede che cerca lintellectus, che cerca di comprendersi e cerca di comprendere i segni di Dio in quel momento, che cerca di rispondere alla sfida di Dio in quel momento e di trovare nella Parola di Dio la parola per oggi e domani, mentre tutto il Concilio come ho detto si muoveva allinterno della fede, come fides quaerens intellectum, il Concilio dei giornalisti non si realizzato, naturalmente, allinterno della fede, ma allinterno delle categorie dei media di oggi, cio fuori dalla fede, con unermeneutica diversa. Era unermeneutica politica: per i media, il Concilio era una lotta politica, una lotta di potere tra diverse correnti nella Chiesa. Era ovvio che i media prendessero posizione per quella parte che a loro appariva quella pi confacente con il loro mondo. Cerano quelli che cercavano la decentralizzazione della Chiesa, il potere per i Vescovi e poi, tramite la parola Popolo di Dio, il potere del popolo, dei laici. Cera questa triplice questione: il potere del Papa, poi trasferito al potere dei Vescovi e al potere di tutti, sovranit popolare. Naturalmente, per loro era questa la parte da approvare, da promulgare, da favorire. E cos anche per la liturgia: non interessava la liturgia come atto della fede, ma come una cosa dove si fanno cose comprensibili, una cosa di attivit della comunit, una cosa profana. E sappiamo che cera una tendenza, che si fondava anche storicamente, a dire: La sacralit una cosa pagana, eventualmente anche dellAntico Testamento. Nel Nuovo vale solo che Cristo morto fuori: cio fuori dalle porte, cio nel mondo profano. Sacralit quindi da terminare, profanit anche del culto: il culto non culto, ma un atto dellinsieme, della partecipazione comune, e cos anche partecipazione come attivit. Queste traduzioni, banalizzazioni dellidea del Concilio, sono state virulente nella prassi dellapplicazione della Riforma liturgica; esse erano nate in una visione del Concilio al di fuori della sua propria chiave, della fede. E cos, anche nella questione della Scrittura: la Scrittura un libro, storico, da trattare storicamente e nientaltro, e cos via. Sappiamo come questo Concilio dei media fosse accessibile a tutti. Quindi, questo era quello dominante, pi efficiente, ed ha creato tante calamit, tanti problemi, realmente tante miserie: seminari chiusi, conventi chiusi, liturgia banalizzata... e il vero Concilio ha avuto difficolt a concretizzarsi, a realizzarsi; il Concilio virtuale era pi forte del Concilio reale. Ma la forza reale del Concilio era presente e, man mano, si realizza sempre pi e diventa la vera forza che poi anche vera riforma, vero rinnovamento della Chiesa. Mi sembra che, 50 anni dopo il Concilio, vediamo come questo Concilio virtuale si rompa, si perda, e appare il vero Concilio con tutta la sua forza spirituale. Ed nostro compito, proprio in questo Anno della fede, cominciando da questo Anno della fede, lavorare perch il vero Concilio, con la sua forza dello Spirito Santo, si realizzi e sia realmente rinnovata la Chiesa. Speriamo che il Signore ci aiuti. Io, ritirato con la mia preghiera, sar sempre con voi, e insieme andiamo avanti con il Signore, nella certezza: Vince il Signore! Grazie!
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LOSSERVATORE ROMANO
Benedetto ai membri dellassociazione Pro Petri Sede
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tentico spirito del concilio, di ribadirci la giusta ermeneutica con cui comprendere i testi conciliari, di incoraggiarci a conoscerli pi profondamente e ad assimilarli allinterno della tradizione della Chiesa, perch esso possa diventare ancora di pi una grande luce per il rinnovamento della comunit ecclesiale e di ciascuno di noi. Riviviamo il concilio Vaticano II - Ricordi e speranze di un testimone. Questo il tema di cui ora le chiediamo di parlarci, cos che anche le generazioni di sacerdoti che non hanno vissuto quella stagione di grazia possano dalla bocca del successore di Pietro, su cui Cristo Signore
ha edificato la Chiesa (Lumen gentium, 19), essere confermati nella fede e nella retta dottrina. Padre Santo! Nel corso di questi anni ella ci ha sempre chiesto di accompagnarla con la preghiera e in questi giorni difficili la sua richiesta si fatta pi pressante. Posso assicurare vostra Santit, a nome di tutti i sacerdoti romani, che al Papa vogliono davvero bene, che ci impegniamo a pregare ancora di pi per lei e per le sue intenzioni, perch lamore riconoscente se possibile si fatto ancora pi grande. Grazie, Padre Santo, e ci benedica.
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Commenti di cardinali sulla rinuncia di Benedetto al pontificato
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Maestro di umilt
Un maestro rimane un maestro, anche se non esplica pi il suo compito per motivi di et; e ha il diritto di essere pienamente rispettato, anche se non pi in grado di insegnare. Parole del presidente dellAssemblea rabbinica italiana, rav Elia Richetti, che al Sir riassume le reazioni della comunit ebraica alla rinuncia di Benedetto XVI al pontificato, parlando di sorpresa, emozione, smarrimento, profondo rispetto. Rispetto, soprattutto, per una scelta che sicuramente di grande coraggio sia per il fatto che una decisione storica sia per le implicazioni pi a livello umano, perch si tratta di riconoscere e di mettere anche in piazza il fatto che il Papa sente il peso degli anni e della salute. Con laugurio che possa continuare a vivere ancora per molti anni, godendosi il meritato riposo, utilizzandolo come lui spera: per lapprofondimento, la preghiera e la crescita spirituale. Per Richetti che ha ricordato le visite di Benedetto XVI ad Auschwitz e al Muro del Pianto e le
Messaggero di pace
Sar difficile dimenticare la vostra fede autentica, il sentire cum Ecclesia, il senso del dovere che si realizza nella fedelt e nellimpegno, lesempio di onest intellettuale, la grande semplicit e la profonda umilt. quanto scrive lassemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa in una lettera indirizzata a Benedetto XVI. Assicurando la vicinanza e il sostegno della preghiera, i presuli ricordano con gratitudine le due visite compiute dal Papa, nel maggio del 2009 e nel giugno del 2010, nei Paesi di Terra Santa, nel corso delle quali i credenti delle religioni monoteiste sono stati invitati a vivere nellamore gli uni per gli altri, e nellarmonia gli uni con gli altri. In questo senso, i presuli si fanno portavoce della gratitudine di tutti credenti della regione martoriata da ostilit: ebrei, cristiani, musulmani, drusi. Sentimenti di speciale gratitudine sono stati espressi anche in una nota diffusa dalla Conferenza dei vescovi latini nelle regioni arabe. Con umilt scrivono i presuli rivolgendosi direttamente al Papa avete rimesso il ministero petrino per il profondo amore per la Chiesa, dandoci lesempio dellumile servitore che sa consegnare la vigna tanto amata a un coltivatore pi vigoroso. I vescovi ribadiscono, poi, la loro gratitudine per lesortazione postsinodale Ecclesia in Medio Oriente, frutto del Sinodo dei vescovi nel 2010 e per linteresse dimostrato dal Pontefice verso i nostri Paesi con richieste incessanti a favore della pace e per fermare i combattimenti tra fratelli, allo scopo di trovare soluzioni per una riconciliazione giusta e duratura. Di scossa positiva per la Chiesa e per il mondo ha parlato in un suo messaggio il cardinale Bchara Boutros Ra, Patriarca di Antiochia dei Maroniti. Questo annuncio che ha scioccato il mondo, ha provocato una scossa positiva nei cuori e costituisce un modello di comportamento. Infatti, si tratta di un grande atto di fede, di coraggio e di sincerit. Questa decisione rappresenta una lezione per tutti; essa testimonia che la fede un grande gesto di amore a Cristo e alla sua Chiesa, un atto di abbandono totale alla volont di Dio, e un profondo segno di abnegazione e umilt. In particolare, si tratta di una grande testimonianza per tutti quelli che hanno incarichi di responsabilit nella Chiesa, nella societ, nello Stato. Questa responsabilit deve infatti essere esercitata in piena coscienza, e dobbiamo tornare di continuo a essa, per ascoltare la voce di Dio che interroga i cuori e le coscienze, garantendo uno svolgimento della missione al servizio del bene comune, che il bene al tempo stesso di ognuno e di tutti. Di Benedetto XVI come di un modello universale di umilt parla il Patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphal I Sako. Il Papa ha detto ha mostrato tutta la sua grandezza al mondo, la meraviglia del suo animo. Ha compiuto una scelta che tutta la storia ricorder, a partire da noi uomini del clero e della Chiesa. Il Pontefice ha ricordato una volta di pi che la sede fatta per servire, non per essere serviti.
Quando la durezza e il peso della croce si fanno sentire, non dubitate che la knosis di Cristo gi vittoria pasquale: il 2 febbraio scorso, festa della Presentazione del Signore, parlando ai membri degli istituti di vita consacrata e delle societ di vita apostolica in occasione della Giornata della vita consacrata, Benedetto XVI esortava a una fede che sappia riconoscere la sapienza della debolezza. A ricordare quelle parole padre Jos Rodrguez Carballo, ministro generale dellOrdine francescano dei Frati minori, che, come presidente dellUnione dei superiori generali (Usg), esprime il ringraziamento, la vicinanza, la riconoscenza di tutti i consacrati al Papa. La forza autorevole di queste sue parole scrive Rodrguez Carballo diviene per noi licona nella quale ammirare il gesto damore col quale ella, lasciando il pontificato, intende dedicarsi con tutto il cuore a una vita di preghiera per il bene della Chiesa. S, proprio nella sua kenosi, Santo Padre, noi contempliamo la vittoria pasquale di Cristo. Proprio nel suo volto, scorgiamo la luce gloriosa di Colui che, morto
sulla croce, ci ha inondati di splendore. Il grazie del presidente dellUsg per la parresia evangelica con cui ha rintracciato le vie della purificazione, fino a chiedere perdono per il peccato dei suoi membri, per il suo sguardo attento alla complessit del mondo, alle sue debolezze, alle vacue attrattive di ci che penultimo, ai lacci seducenti del consumismo e, ancor pi, al pericolo del relativismo. Il grazie , soprattutto, per il suo amore verso la vita consacrata, per averci pi volte scosso, riportandoci a fare continua memoria del primo amore con cui il Signore ci ha incontrati e fatti suoi. Per averci richiamato il primato dello stare con il Signore per poterlo poi annunciare e lavorare per Lui. Per indicarci lurgenza della missione e della nuova evangelizzazione, cooperando, attraverso la multiforme manifestazione dei nostri carismi, allidentit stessa della Chiesa, al suo compito primario, quello di annunciare il Vangelo. Per ricondurci a quello spirito di pellegrinaggio, che ci d la forza di sacrificare tutto per lamore di Dio e dei fratelli.
affermazioni inequivocabili con le quali ha preso netta distanza da qualsiasi posizione anti-ebraica Papa Ratzinger si confermato come un grande fautore di corretti rapporti e di rispetto reciproco fra le religioni. Come hanno fatto nei giorni scorsi, fra gli altri, il presidente del Congresso mondiale ebraico, Ronald Steven Lauder, e il presidente dellUnione delle comunit ebraiche italiane, Renzo Gattegna, rav Richetti sottolinea le azioni con le quali il Santo Padre ha rafforzato lamicizia con il popolo ebraico, auspicando che si continui nella strada del mutuo rispetto, della reciproca conoscenza e dellimpegno comune per larmonia, la pace, i valori etici e sociali. Lauder, in particolare, ha parlato di relazioni cattoliche-ebraiche portate a livelli senza precedenti dal pontificato di Benedetto XVI, non solo si legge in una nota del Sir perch ha saputo mantenere i progressi ottenuti dal suo predecessore, Giovanni Paolo II, e ha dato solido spessore teologico alle nostre relazioni, ma anche e soprattutto perch le ha riempite di significato e di vita, visitando, ogni volta che viaggiava allestero, le sinagoghe e i rappresentanti delle comunit ebraiche locali. La notizia delle dimissioni del Papa ha colpito anche il mondo musulmano. Per Din Syamsuddin, presidente di Muhammadiyah, con 29 milioni di aderenti la seconda organizzazione islamica dellIndonesia (il Paese a maggioranza musulmana pi popoloso al mondo), questa decisione merita profondo rispetto e apprezzamento, come ha affermato ad AsiaNews commentando la scelta del Papa, da lui incontrato personalmente pi volte nel contesto di eventi volti a promuovere il dialogo interreligioso. Limmagine di un grande Pontefice che con coraggio e tanta buona volont voleva creare armonia e buone relazioni con il mondo musulmano, un proposito che dobbiamo raccogliere e rafforzare nel futuro. Sulla stessa lunghezza donda Siti Musda Mulia, presidente dellIndonesian Conference on Religion and Peace, la quale ha parlato di un segno di grande umilt e senso di responsabilit e di un monito per le societ moderne, cos fortemente attaccate al potere. In unintervista al Sir, Muhammad Sammak, consigliere politico del gran mufti del Libano e segretario generale del Comitato libanese per il dialogo islamico-cristiano, ricorda luomo di grande apertura, luomo di missione, che nellottobre 2010, al Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente (al quale Sammak partecip come invitato speciale), denunci il pericolo di un calo della presenza dei cristiani in quellarea, definendola una preoccupazione sia cristiana che islamica, non solo per i musulmani dO riente ma per tutti i musulmani del mondo. Benedetto XVI lanci un allarme, oggi fatto proprio da tutti i musulmani di buona volont: La nostra responsabilit quella di fare fronte allestremismo e al fondamentalismo che si rivolge contro i cristiani e contro gli stessi musulmani. Non possiamo ignorare ci che accade in alcuni Paesi.