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Diffusione: 72.867 Dir. Resp.: Antonio Padellaro 18-FEB-2014 a pag. 2 Uno studioso nel deserto della sinistra z data stampa INCOMPRESO Nel nuovo partito “liquido” e"ambizioso" il professore é sempre stato considerato come una “anomalia” «iEntico Fierro «© scherzo non glié piaciuto. Chi lo conosce bene dice che sista mordendo le mani per essere caduto nella rete della Zonzora come un pivelino. Trappole della giungla dei mass media, ‘un mondo feroce che Fabrizio Barca conosee po- coe frequenta peggio, L'uomo é antitelevisiva e dia a politica vridotta a spettacolino da talk-show-spazzatura, Meglio libri, economia, ali studi, Quel mondo si Teconomista Barca lo Conosce bene. In quel mondo & nato e cresciuto. “Lasinistra€fatica’, si diceva una volta. E quella sinistra, quella politica speciale, fatta di analisi rigorose che poco ¢ male si accompagnano alle battute a effetto, ai tweet, ai post, sano stati per anni la sua vita, UNA CASA PIENA DI LIBRI, quella del papi Lu- ciano (partigiano, dirigente comunista, diretiore der Unta),tomneriviste 'acciaa, kinase, cntica rmarssta, Politica ed Feanomi. 1 partti produce- vano cultura una volta. Per questo, la tessera del Partito democratico, possibile impresa della conquista dei verti, lan- cia lo slogan della “mobilitazione cognitiva’. Una frase che avrebbe stroncato un toro. II partito & liquido, “americano”, evanescente. Lo hanno co Snamacchinada primarie,con grap- Pi.correnti e sotiogruppi. “Giovani turchi” e vec chiapparati,“rottamatori”econservator del po tere che fo. Tutti in lotta tra di loro. Un mare agi- tatissimo nel quale economista Barca éun pesce fuor d'acqua, Gira per le sezioni, che nel frattcm- pohannocambiato nome esi chiamano circoli E il suo " Viaggio in Hala”. Una delusione. “Ma do- ve sono gli opera”, si chiede. Non ci sono pit, dquei pochi che ancora resistono nelle fabbriche non frequentano i Pd. La politica non li vuole, i ritiene un ingombro, un orpello del passato. Pa- {ghinodueeuroe votinoalle primarie.Lamarezza & tanta, analis spietata: “La sinistra® un deserio dicultura politic”, scrive in unarticolo, Difficile dargli torto, Anche il linguaggio del professore (Barca ha insegnato in varie universita) & ano- ‘malo, Fuori tempo. A trattiincomprensibile. Nel suo “Manifesto per il buongover- no” getta nel panico militant edi- rigent parlando di“catoblepismo”. ‘Termine difficile, comprensibile solo a raffinati economist. Si spe: ga: “Si tratta delfespressione e del neologismo usati nel 1962 da Raf- facle Mattioli per indicareil legame perverso prodottosi in Italia alla vi glia della crisi 1930-1931 fragrandi banche italiane di credito ordinario ceindustria”. Al Nazareno capirono in pochi. In molt sorrisero leggen- cdo poi di “monitoraggio initinere” «, peggio ancora, didisintermediazione”, Fabri rio Barca stato un “anomalo” anche da ministro per la Coesione territoriale del govemo Monti Nelpaese frantumato da vent annidileghismi. ui se ne vaa L’Aguila a pariare con iterremotati sfiancati delle promesse di Bedusconi. Op- pure, in pure spirito desanctisiano, si spinge fino a Bisaccia, quattro case nel- Mrpinia d’Oriente, per conversare col suo amico scrittore Franco Arminio, paesologo © sognatore, di sviluppo e Fiequilibrio NordeSud.Penserifuori ‘tempo per un personaggio che della sua diversta € del rfiuto della sem- plificazione della politica ha fatto la sua cifra, In tanti bramano per una poltrona da ministo, tantssimi sgomitano per salire sullutiltaria del vincitore Renzi. Fabrizio Barca no. Perché “siamo agli slogan, none’ un'i- Non posse pcteadeeche le ye sone facciano violenza ai propri metodisai propri pensirial- ‘a propria cultura. Quin dli.sono stato. proprio chiarissimo ..evitiamo che nasca una cosa alla quale vengo forzata’. Lo ha detto a un finto Nichi Vendola, Era uno scherzo.Stadiven- tando una cosa male- dttamente seria, se SILVIO BERLUSCONI 141

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