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Ordinanzan.

16Anno2013 REPUBBLICAITALIANA INNOMEDELPOPOLOITALIANO LACORTECOSTITUZIONALE compostadaisignori: Franco Gaetano Sabino Giuseppe PaoloMaria Giuseppe Alessandro Paolo Giorgio Aldo Marta Sergio MarioRosario Giancarlo HAPRONUNCIATOLASEGUENTEORDINANZA nel giudizio per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sorto in relazione al decretolegge 3 dicembre 2012, n. 207 (Disposizioni urgenti a tutela della salute, dellambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale), promosso dal ProcuratoredellaRepubblicapressoilTribunaleordinariodiTarantoconricorsodepositatoincancelleria il 31 dicembre 2012 ed iscritto al n. 7 del registro conflitti tra poteri dello Stato 2012, fase di ammissibilit. Uditonellacameradiconsigliodel13febbraio2013ilGiudicerelatoreGaetanoSilvestri. Ritenuto che, con ricorso depositato il 31 dicembre 2012, il Procuratore della Repubblica pressoilTribunaleordinariodiTarantohasollevatoconflittodiattribuzionetrapoteridelloStatoper violazione degli articoli 107, quarto comma, e 112 della Costituzione, nonch delle disposizioni legislativechecostituisconoattuazioneedintegrazionedellart.112Cost.(inparticolare,degliartt.50, 405, 423, 517, comma 1, e 518 del codice di procedura penale) nei confronti del Governo della Repubblica, nelle persone del Presidente del Consiglio dei ministri, del Ministro dellambiente e della CORAGGIO MORELLI MATTARELLA CARTABIA CAROSI LATTANZI GROSSI CRISCUOLO FRIGO NAPOLITANO TESAURO CASSESE SILVESTRI Giudice GALLO Presidente

tuteladelterritorioedelmareedelMinistrodellosviluppoeconomico,inrelazionealdecretolegge3 dicembre2012,n.207(Disposizioniurgentiatuteladellasalute,dellambienteedeilivellioccupazionali incasodistabilimentidiinteressestrategiconazionale); che, secondo il ricorrente, il decreto impugnato avrebbe reso inefficace il provvedimento cautelare conil quale il Giudice per leindagini preliminari del Tribunale di Taranto aveva sottoposto a sequestro preventivo i beni dellILVA S.p.A. ed avrebbe altres legittimato, attraverso la prosecuzione dellattivit produttiva per un periodo ditempo determinato, lasicura commissionedi ulteriori fatti integrantiimedesimireatiperiqualilaProcuraprocede; chelAutoritricorrenteriepilogalavicendagiudiziariaantecedentealpresenteconflitto, ricordandocomeginel1998fosserostateemessesentenzedicondanna,divenuteirrevocabili,nei confrontididirigentidellILVAS.p.A.,gestoredellostabilimentosiderurgicodiTaranto,perviolazione dellanormativaantiinquinamentoedegliartt.437,674,635,secondocomma,numero3),delcodice penale; che la Procura riferisce inoltre di aver ricevuto, a partire dal 2007, segnalazioni da parte dellARPA Puglia, dellASL, dellIspettorato del lavoro e della Questura di Taranto, nonch numerose denunziequerele di privati cittadini e del Sindaco di Taranto, che determinavano lapertura di unindagine,conacquisizionedidocumentazioneedespletamentodiconsulenzetecniche; che, in esito agli accertamenti disposti, era emerso che dallo stabilimento gestito dellILVAS.p.A.sisprigionava,concontinuit,unaquantitimponentediemissionidiffuseefuggitive nocive,provenientidallac.d.areaacaldo(eciodallareaparchi,cokeria,agglomerato,altiforni, acciaieriaeGRF);che,allinternodellostabilimentovenivapostainessere,concontinuit,unattivitdi sversamento nellaria ambiente di varie sostanze nocive per la salute umana, animale e vegetale (in particolareIPA, benzo(a)pirene, diossine, metalli e altrepolveri) che si diffondevano nelle areeinterne del siderurgico, nonch in quelle rurali e urbane circostanti, idonee a cagionare eventi di malattia edi morte tra i lavoratori e la popolazione residente nei quartieri viciniori; che si era gi verificato lavvelenamentodi2.271capidibestiame(ovini),poiabbattuti;che,afrontedelleindicaterisultanze,la stessa Procura riteneva di formulare unipotesi accusatoria in cui, accanto ai reati previsti dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale) e dagli artt. 674, 635 e 437 cod. pen., figuravanoancheidelittidicuiagliartt.434e439cod.pen.; che, secondo quanto riferisce ancora il ricorrente, le perizie chimicoambientalee medicoepidemiologica, disposte dal Giudice per le indagini preliminari in seguito a richiesta di incidente probatorio, ai sensi dellart. 392, comma 2, cod. proc.pen., confermavano lesistenza dei gravissimi fenomeni gi indicati ed evidenziavanolimpossibilit di ovviare agli stessi senza il previo risanamento (dal punto di vistaambientale)degliimpiantifunzionantiallinternodellostabilimento; che, in esito a tali ultimi accertamenti, la Procura formulava richiesta di misure cautelari personaliereali; cheilGiudiceperleindaginipreliminaridiTaranto,conordinanzadecretodel25luglio2012,applicavala custodia cautelare nei confronti di alcuni indagati e disponeva il sequestro preventivo di tutta la cosiddettaareaacaldodellostabilimentosiderurgico,nominandocustodiamministratoriconilcompito diavviareimmediatamenteleproceduretecnichedisicurezzaperilbloccodellespecifichelavorazionie lospegnimentodegliimpianti; che, con riferimento a questultimo profilo, il ricorrente sottolinea che il provvedimento del Giudice stato oggetto di parziale modifica in sede di gravame, proposto dal legale rappresentante dellILVAS.p.A.; cheilTribunaledelriesame,conordinanza720agosto2012,avevainfattidispostolutilizzo degliimpiantisolo infunzionedellarealizzazionedituttelemisuretecniche necessarie per eliminare

la situazione di pericolo e della attuazione di unsistemadimonitoraggioincontinuodelleemissioni inquinanti; che,perlarestanteparte,sempresecondoilricorrente,ilprovvedimentoimpugnatoerastato confermato ed il Tribunale del riesame aveva ribadito il divieto di uso degli impianti per finalit di produzione; cheladecisionedelTribunaledelriesamenonerastataimpugnata,sicchsudiessadovrebbe ritenersiformatoilcosiddettogiudicatocautelare; che lAutorit giudiziaria ricorrente richiama i successivi accadimenti e, in particolare, evidenzia come, a distanza di circa quattro mesi dallesecuzione del provvedimento di sequestro preventivo dellarea a caldo, i dirigenti dellILVA S.p.A. non avessero ottemperato alle prescrizioni giudiziali,proseguendoalcontrariolattivitproduttiva; che si giungeva cos alla richiesta del secondo provvedimento di sequestro, disposto dal Giudice per le indagini preliminari in data 22 novembre 2012, ai sensi dellart. 321, commi 1 e 2, cod. proc.pen.,aventeadoggettoimaterialiprodottifinoataledata; che la stessa Procura aveva anche provveduto, nel contempo, ad inviare informazione di garanzia, per i reati prima indicati, ai dirigenti che non avevano ottemperato allordine di bloccare la produzione; che,nelcontestofinquidescritto,intervenutoilGovernodellaRepubblica,conild.l.n.207 del2012; che il ricorrente richiama il preambolo del suddetto decretolegge dal quale emerge che lintervento governativo finalizzato a realizzare il bilanciamento tra la tutela della salute e dellambiente,daunlato,eleesigenzedi salvaguardiadelloccupazioneedellaproduzioneindustriale, dallaltro; che, a tal fine, lAutorizzazione integrata ambientale (AIA) e il Piano operativo assicurano limmediata esecuzione di misure finalizzate alla tutela della salute e della protezione ambientale e prevedono graduali ulteriori interventi sulla base di un ordine di priorit finalizzato al risanamento progressivodegliimpianti; che il decretolegge prevede, in presenza di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale, qualora vi sia assoluta necessit di salvaguardia delloccupazione e della produzione, la possibilit per il Ministro dellambiente di autorizzare, mediante AIA, la prosecuzione dellattivit produttivadiunoopistabilimenti,perunperiododeterminato, non superiore a 36 mesi, e a condizione che siano adempiute le prescrizioni contenute nelprovvedimento autorizzativo (art. 1, comma1); che il d.l. n. 207 del 2012 riconosce inoltre, nel preambolo, che la continuit del funzionamento produttivo dello stabilimento siderurgico ILVA S.p.A. costituisce una priorit strategica nazionale e, al comma 4 dellart. 1, stabilisce che ledisposizionidicuialcomma1 trovano applicazioneanchequando lautoritgiudiziariaabbiaadottatoprovvedimentidisequestrosui benidellimpresatitolaredellostabilimento.Intalecasoiprovvedimentidisequestrononimpediscono, nelcorsodelperiododitempoindicatonellautorizzazione,leserciziodellattivitdimpresaanorma delcomma1; cheilricorrenterichiamalart.2deldecreto,nelqualesistabilisceche,neilimiticonsentitidal medesimodecreto,lagestioneelaresponsabilitdellaconduzionedegli impianti di interesse strategico nazionale rimangano in capo ai titolari dellAIA,ed il successivo art. 3, che fa salva lefficacia dellAIA rilasciata allILVA S.p.A. indata26ottobre2012;

che, allesito della disamina delle disposizioni introdotte con il decretolegge oggetto del conflitto, la Procura ricorrente segnala che, secondo la dottrina, vi stato un impiego abnorme della funzione normativa, tale da aver dato luogo ad una sorta di revoca legislativa di un provvedimentogiudiziariodisequestro; chelasseritaabnormitdellinterventorisulterebbetantopievidentetrattandosidimateria penale,nellaqualelesigenzadiunatutelaimmediataedirettadelbene giuridico rafforza le ragioni di garanzia della certezza del diritto e dellintegritdelleattribuzionicostituzionalideidiversipoteridello Stato; che, del resto, prosegue il ricorrente, la giurisprudenza costituzionale sarebbeunivoca nel vietare al legislatore ladozione di provvedimenti che incidano sullafunzione giurisdizionalein ordinealladecisionedellecauseincorso(citatalasentenzan.267del2007); che le considerazioni svolte consentirebbero, sempre per il ricorrente, diaffermare []cheledisposizioniinesamesipongonointerminidiassolutaincompatibilitcongliartt.101,102, 103, 104, 111, 113 e 117, primo comma, Cost. (questultimo in relazione allart. 6 CEDU) e, cio, con i principi che caratterizzano la funzione giurisdizionale e con quelli del giusto processo e della separazione deipoteri; chetuttavia,secondolaProcuraricorrente,quellasuespostasarebbequestionechepotr e dovr formare oggetto di un giudizio costituzionale in via incidentale, poich non sfugge all[a] scriventecomelaCortecostituzionaleabbiasempreritenutoilconflittodiattribuzioniunostrumento residualedaattivareinassenzadialtrorimedio; chetaleprincipio,invero,statoaffermatoproprioinrelazioneaiconflittitrapoteri originati da atti legislativi, potendo questi ultimi formare oggetto di conflittosolonelcasoincuinonesista ungiudizionelquale[]debbanotrovareapplicazionee,quindi,possaesseresollevatalaquestionedi legittimitcostituzionaleinviaincidentale(sonocitatelesentenzedellaCortecostituzionalen.221del 2002en.457del1999); che, ci posto, lAutorit giudiziaria ricorrente reputa non [] tollerabile nella fattispecieilvulnusarrecatodald.l.n.207del2012aiprincipidiobbligatorietdellazionepenaleedi indipendenzadelpubblicoministero; che si realizzerebbe, in particolare, una situazione di interferenza sullesercizio delle attribuzionidellostessopubblicoministero,ovverodimenomazionedellarelativasferadicompetenza, rientranteapienotitolonellanozionediconflittodiattribuzione; che, su queste premesse, il Procuratore della Repubblica di Taranto ritiene sussistenti i presuppostidiammissibilitdelconflittosottoilprofilosoggettivoedoggettivo; che, quanto allaspetto soggettivo, sarebbe pacifica la qualificazione di potere dello Stato in capo al pubblico ministero,comeemergerebbedalla giurisprudenzacostituzionale, nellaquale si trova ripetutamente affermata sia la competenza del Procuratore della Repubblica a dichiarare definitivamente la volont del potere di appartenenza, sia la natura di potere dello Stato dello stesso pubblicoministero,inquantotitolaredirettoedesclusivodellattivitdindagine,finalizzataallesercizio obbligatoriodellazionepenale(sonorichiamatelesentenzen.420en.216del1995,n. 204del1991,n.731del1988); che sussisterebbe, del pari, la legittimazione passiva del Presidente del Consiglio dei ministri, quale organo deputato ad esprimere la volont del Governo riguardo alle attribuzioni a questultimo conferitedallart.77Cost.,nonchdelMinistrodellambienteedellatuteladelterritorioedelmareedel Ministro per lo sviluppo economico, in quanto proponenti, unitamente al Presidente del Consiglio dei ministri,deld.l.n.207del2012;

che, quanto al profilo oggettivo, il ricorrente lamenta la lesione dei principi costituzionali previsti dagli artt. 112 e 107, quarto comma, Cost., i quali sanciscono che il pubblico ministero ha lobbligo di esercitare lazione penale e gode delle garanzie stabilite nei suoi riguardi dalle norme sullordinamentogiudiziario; che,quanto almerito,il Procuratoresisoffermasulsignificatodelprincipiodiobbligatoriet dellazione penale, osservando che lo stesso incontra il solo limite della richiesta di archiviazione, sul presupposto del riconoscimento, da parte del titolare dellaccusa, dellinfondatezza di una eventuale imputazione; che,nelcasoincuiravvisiunfattodireato,ilpubblicoministerodeve esercitare lazione penale, secondo un automatismo che impedisce valutazioni di convenienza,diqualsiasigenere(richiamatalasentenzan.88del1991dellaCortecostituzionale); che il ricorrente elenca numerose disposizioni che costituiscono attuazione del principio di obbligatorietdellazionepenale,ovveroneintegranolaportata; chesonorichiamatiinprimoluogolart.50cod.proc.pen.,chesanciscelatitolaritesclusiva dellazione penale in capo al pubblico ministero, e lart. 405 cod. proc. pen., che disciplina lesercizio dellazionemedesima,apartiredalqualesisnodaunaseriediattichehacomeepilogoirrinunciabilela decisionegiurisdizionale; che strumentale allesercizio dellazione penale lattivit investigativa, mediante la quale sono raccolti gli elementi che consentono di definire il fatto di reato, individuare la persona alla quale addebitarloeverificarelafondatezzadellanotitiacriminis; che lesito positivo dellattivit investigativa rende dunque concreto il dovere del pubblico ministerodiesercitarelazionepenale; che questultima, secondo quanto rilevato dal ricorrente, connotata, oltre che dalla obbligatorietnelsensoappenaprecisato,dallaufficialitedallirretrattabilit; che,primadimotivaresulleragionidelconflitto,ilricorrenteprecisacomeireatiipotizzatia carico della dirigenza dellILVA S.p.A. siano reati di pericolo, di natura permanente o, al massimo, istantaneaadeffettipermanenti,riguardandonellaspecie,impiantiindustrialiaciclocontinuo; che la disciplina impugnata varrebbe, per un verso, ad annullare lefficacia di un provvedimento adottato al fine di evitare laggravamento delle conseguenze dei reati commessi e la consumazione di nuovi reati e, per altro verso, a legittimare la realizzazione di ulteriori reati dello stessogenere,qualeconseguenzadellaprosecuzionedellattivitproduttiva; chetalireatinonpotrebberoessereperseguiti,proprioinforzadeldecretoleggeinquestione e della successiva legge di conversione, con conseguente violazione del principio di obbligatoriet dellazionepenale; cheledisposizionicontenuteneld.l.n.207del2012siporrebbero,inoltre,incontrastoconil principiodellaseparazionedeipoteri,rendendoimpossibilelapplicazionedellemisurecautelarineicasi incui,secondolinsindacabilegiudiziodimerito degli organi giurisdizionali, sussista grave pericolo di lesione di beni alla cuiprotezioneglistrumenticautelarisonopreordinati; chesarebbeintalmodoviolatoildoveredellOrdinamentodireprimereeprevenireireati,desumibile dalcombinatodispostodegliartt.25,27e112Cost.; cheilProcuratoredellaRepubblicapressoilTribunaleordinariodiTarantochiede, pertanto, alla Corte di dichiarare che non spetta al Governo della Repubblica autorizzare la prosecuzione dellattivit produttiva per il periodo di tempo predeterminato n

[prevedere]chetaledisposizionetroviapplicazioneanchequandolA.G.abbiaadottatoprovvedimentidi sequestro sui beni dellimpresa titolare del provvedimento nella parte in cui previsto che tali provvedimentinonimpediscono,nelcorsodelpredettoperiodo,leserciziodellattivitdimpresa. Consideratoche,inquestafasedelgiudizio,laCortechiamata,anormadellart.37,terzoe quarto comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento della Corte costituzionale),ad effettuare, senzacontraddittorio, una delibazione preliminaredi ammissibilit del ricorso, concernente lesistenza della materia di un conflitto la cui risoluzione spetti alla sua competenza, con riferimento ai requisiti soggettivi ed oggettivi indicati dal primo comma dello stesso art. 37; che, per quanto attiene allaspetto soggettivo del presente conflitto, questa Corte ha riconosciuto,congiurisprudenzacostante,lanaturadipoteredelloStatoalpubblicoministero,inquanto investito dellattribuzione, costituzionalmente garantita, inerente allesercizio obbligatorio dellazione penale(art. 112dellaCostituzione), cui siconnette la titolarit delle indagini ad esso finalizzate (ex plurimis, sentenze n. 1 del2013, n. 88 e n. 87 del 2012, ordinanze n. 218 del 2012, n. 241 e n. 104 del 2011),ritenendo, altres, legittimato ad agire e a resistere nei giudizi per conflitto di attribuzione il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale, in quanto competente a dichiarare definitivamente, nellassolvimento della ricordata funzione, la volont del potere cui appartiene (ordinanzan.60del1999); che,ancoradalpuntodivistasoggettivo,nessundubbiosussisteinordineallalegittimazione del Governo nel suo complesso a resistere al conflitto, mentre deve essere esclusa la legittimazionearesisteredapartedelMinistrodellambienteedellatuteladelterritorioedelmareedel Ministrodellosviluppoeconomico, postochelattoasseritamentelesivodelleattribuzionidelpubblico ministeroimputabilealGovernonellasuainterezza; che,conriferimentoaipresuppostioggettivi,ilricorsoindirizzatoallatuteladella sfera di attribuzioni determinata da norme costituzionali, in quanto la lesione inerente allesercizio obbligatorio dellazione penale (art. 112 Cost.), nonch le garanzie stabilite nei riguardi dello stesso pubblicoministerodallenormesullordinamentogiudiziario(art.107,quartocomma,Cost.); che, circa lidoneit di un decretolegge a determinare conflitto, deve rilevarsi che la giurisprudenza di questa Corte ha ammesso, in linea di principio, la configurabilit del conflitto di attribuzione in relazione ad una norma recata da unaleggeodaunattoaventeforzadi legge tutte le volte in cui da essa possono derivare lesioni dirette dellordine costituzionale delle competenze(ordinanzan.343del2003),adeccezionedeicasiincuiesistaungiudizionelqualetale normadebbatrovareapplicazioneequindipossaesseresollevatalaquestioneincidentale sullalegge (sentenzan.221del2002;insensoanalogo,sentenzan.284del2005,ordinanzen.38del2008,n.296e n.69del2006); che,nelcasodispecie,nonricorronolecondizioniallequalisubordinatalammissibilitdel conflittoaventeadoggettonormerecatedaunaleggeodaunattoconforzadilegge; che, in particolare, non solo sussiste la possibilit, almeno in astratto, di attivare il rimedio della proposizione della questione di legittimit costituzionale nellambito di un giudizio comune (sentenzan.284del2005),masiffattapossibilit,prospettatagidalricorrentenellattointroduttivodel presentegiudizio,sipoiconcretizzata con la rimessione sia da parte del Giudice per le indagini preliminari (reg. ord. n. 19 del 2013), sia da parte del Tribunale ordinario di Taranto, in funzione di giudicedellappelloaisensidellart.322bisdelcodicediprocedurapenale(reg.ord.n.20 del 2013) di questioni di legittimit costituzionale, anche in riferimento al parametro di cui allart. 112 Cost., sulle norme recate dal decretolegge 3 dicembre 2012, n. 207 (Disposizioni urgenti a tutela della salute, dellambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interessestrategiconazionale),neltestorisultantedallasuaconversioneadoperadellart.1,comma1, dellalegge24dicembre2012,n.231;

che,pertanto,ilricorsodeveesseredichiaratoinammissibile. PERQUESTIMOTIVILACORTECOSTITUZIONALE dichiarainammissibileilricorsoperconflittodiattribuzionetrapoteridelloStatoindicatoinepigrafe. CosdecisoinRoma,nellasededellaCortecostituzionale,PalazzodellaConsulta,il13febbraio2013. F.to: FrancoGALLO,PresidenteGaetano SILVESTRI,RedattoreGabriellaMELATTI, Cancelliere DepositatainCancelleriail13febbraio2013.Il DirettoredellaCancelleria F.to:GabriellaMELATTI

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