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ANALISI DI SEDICI ANNI DI OMICIDI E SUICIDI COMPIUTI CON ARMI NEL SETTORATO MEDICO-LEGALE DI MILANO Guendalina Gentile, B. Sc.

Carlo Alfredo Clerici*, M. D. Angelo de Micheli^, M. D. Elisa Palazzo, M. D. Laura Veneroni*, M. D. Riccardo Zoja, M. D. Ph. D. *Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biomediche, Sezione di Psicologia, Facolt di Medicina e Chirurgia, Universit degli Studi di Milano ^ Cattedra di Criminologia, Dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche, Facolt di Medicina e Chirurgia, Universit degli Studi di Milano Sezione di Medicina Legale e delle Assicurazioni, Laboratorio di Istopatologia Forense, Dipartimento di Morfologia Umana e Scienze Biomediche, Facolt di Medicina e Chirurgia, Universit degli Studi di Milano For correspondence and reprints: Prof. Riccardo Zoja Sezione di Medicina Legale, Universit degli Studi, Via Luigi Mangiagalli, 37, 20133 Milano, Italy Tel: +390250315685 Fax: +390250315724 E-mail address: riccardo.zoia@unimi.it

ABSTRACT

Introduzione Lutilizzo criminale delle armi costituisce, nei Paesi industrializzati e nel Mondo, un tema di grande attualit, che richiede una valutazione delle norme che ne regolano la detenzione. Scopo dello studio Gli Autori hanno analizzato, retrospettivamente, omicidi e suicidi compiuti con da armi da fuoco e da punta e/o taglio nel settorato medico-legale di Milano dal 1 gennaio 1993 al 31 dicembre 2008. Metodi Nella prima fase dello studio sono stati analizzati i dati anamnestico-circostanziali delle vittime; nella seconda fase sono stati esaminati i dati relativi alla causa della morte desunti dai verbali di autopsia. Risultati I casi utili sono risultati 414 (54,2%) omicidi e 350 (45,8%) suicidi. Conclusioni Le armi da fuoco hanno ucciso maggiormente (64%) degli strumenti da punta e/o taglio (36%); tali mezzi sono risultati legalmente detenuti nel 40% dei casi (suicidi) ed illegali nel 22% (omicidi). I risultati impongono una rivalutazione dei criteri di concessione del porto darmi.

INTRODUZIONE Nel Mondo e nei Paesi pi industrializzati1,2 le morti violente causate dalluso di armi costituiscono unimportante causa di decesso ed esiste un dibattito sulle misure da adottare per ridurre la loro incidenza. Lefficacia dei provvedimenti subisce alcune limitazioni3 chiarite nelle statistiche ufficiali, che non permettono una sicura distinzione tra vittime di azioni criminose e vittime di delitti perpetrati con armi legalmente detenute4. Non nemmeno dimostrata lefficacia di norme che limitino la disponibilit di armi nella popolazione: alcuni studi suggeriscono la validit di provvedimenti restrittivi5-7 ed altri non comprovano la loro efficacia8,9 e c il dubbio sulleffettiva riduzione degli eventi violenti complessivi indotti dalla restrizione delle armi da fuoco legalmente detenute10. Se la disponibilit delle armi da fuoco un fattore di rischio nei suicidi, lintento autolesivo pu essere realizzato con strumenti da punta e/o da taglio di facile disponibilit domestica il cui possesso, in nessun caso, soggetto a limitazioni legislative. Tuttavia, conoscere come le armi da fuoco e da punta/taglio siano utilizzate per omicidi e suicidi costituisce condizione indispensabile allo sviluppo di azioni preventive pi efficaci. Obiettivo del presente studio lanalisi delle morti provocate dalluso di armi da fuoco e da punta e/o taglio dal 1 gennaio 1993 al 31 dicembre 2008 nel territorio di competenza della Sezione di Medicina Legale dellUniversit degli Studi di Milano che comprende la citt e parte della Provincia. METODI Lo studio si articolato in due fasi: nella prima, dalle schede necroscopiche che il perito settore compila allatto del riconoscimento della salma da parte dei familiari delle vittime sono state raccolte tutte le informazioni e le notizie anamnestico-circostanziali utili. Nella seconda fase sono stati esaminati i verbali di autopsia redatti dai periti settori a seguito dellavvenuto esame necroscopico nei quali sono contenuti i dati relativi alla causa del decesso. Nellintervallo considerato sono stati effettuati 17591 esami autoptici dai quali sono stati selezionati 764 (4,3%) casi utili allo studio; di questi ultimi il 54,2% (414 casi) sono omicidi e il 45,8% (350 casi) sono suicidi. Degli omicidi, 222 vittime (53,6%) sono state uccise con armi da fuoco e 192 (46,4%) con strumenti da punta e/o taglio; dei suicidi, 267 vittime (76,3%) si sono uccise mediante armi da fuoco e 83 vittime (23,7%) con strumenti da punta e/o taglio. I dati analizzati hanno riguardato vittime ed autori: delle prime sono stati presi in considerazione sesso, et, anno e mese del decesso, nazionalit, pregressi tentativi e propositi suicidiari, anamnesi patologica, utilizzo di farmaci e luogo di accadimento. I dati patologico-forensi hanno compreso sedi lesive, numero di lesioni suddivise per regioni anatomiche, tipo di arma utilizzata e causa del decesso. I dati analizzati relativi agli autori di reato hanno riguardato et, sesso e nazionalit

e sono stati confrontati con le notizie tratte, ove possibile, dai verbali di Polizia e dalle fonti giornalistiche dinformazione. Ai fini dellelaborazione, in questultimo caso, si fatto riferimento agli archivi on-line ed ai principali quotidiani italiani a diffusione nazionale (Corriere della Sera, La Repubblica), di quelli a diffusione locale (Il Giorno ed Il Giornale) ed alla banca dati dei notiziari nazionali e regionali dellagenzia di stampa ANSA. Lo studio stato integrato dalla consultazione di motori di ricerca generali, di siti Internet, oltre che di repertori e volumi cartacei. Di ogni singolo evento stata seguita nel tempo, ove possibile, levoluzione fino alla sentenza di condanna dei responsabili di azioni delittuose o fino allarchiviazione dei casi di suicidio. RISULTATI Analisi dei dati relativi alle vittime Vengono riportati i dati relativi a 764 casi di decesso (414 omicidi e 350 suicidi) utili allo studio e pervenuti presso la Sezione di Medicina Legale nellintervallo di tempo considerato. Ripartizione delle vittime in base al sesso Le vittime di omicidio e suicidio, in entrambe le modalit, sono maschi in 638 casi (83,5%) e femmine in 126 casi (16,5%); le vittime di omicidio da armi da fuoco sono 190 maschi (85,6%) e 32 femmine (14,4%) mentre quelle uccise con strumenti da punta e/o taglio sono 137 maschi (71,3%) e 55 femmine (28,6%). Le vittime di suicidio da armi da fuoco sono 248 maschi (70,8%) e 19 femmine (5,4%), mentre quelle decedute per uso di strumenti da punta e/o taglio sono 63 maschi (18%) e 20 femmine (5,7%) (Tabella 1). Pertanto, tra le vittime di omicidi il rapporto maschi/femmine risulta di 4:1, mentre tra le vittime di suicidi di 8:1.

Tabella 1 Classificazione delle vittime per sesso e tipologia di morte Vittime Modalit lesiva Maschi Femmine Armi da fuoco 190 (85.6) 32 (14.4) Omicidi Armi da punta e/o taglio 137 (71.3) 55 (28.6) Totale 327 (78.9) 87 (21.1) Armi da fuoco 248 (70.8) 19 (5.4) Suicidi Armi da punta e/o taglio 63 (18.0) 20 (5.7) Totale 311 (88.8) 39 (11.2) Totale 638 126

La tabella 1 si riferisce alla ripartizione delle vittime in base al sesso Ripartizione delle vittime in base allet Let delle vittime stata ripartita in decadi ed stata calcolata let media per modalit; in 15 casi

(1,9% del totale), le vittime di omicidio e suicidio non sono mai state identificate (soggetti nas). Tali dati sono riportati in Tabella 2 da cui si vede come negli omicidi siano coinvolte, con maggiore frequenza, le fasce di et 21-40 aa, in entrambe le modalit, e la fascia 41-60 aa; a seguire, le fasce 1120 aa e 61-70 aa. Nellomicidio con armi da fuoco 8 soggetti non sono stati identificati e let media delle vittime risultata di 35,8 aa (range 2-78 aa); nellomicidio con strumenti da punta e/o taglio 6 soggetti non sono stati identificati e let media delle vittime risultata di 37,9 aa (range: 0-93 aa). Nel caso dei suicidi il maggior numero di vittime si colloca, viceversa, in una decade di et superiore, ossia nella fascia 41-60 aa seguita dalle fasce 31-40 aa e 61-70 aa. Nel suicidio con armi da fuoco una vittima non stata identificata e let media risultata di 52,1 aa (range: 16 89 aa); nel suicidio con strumenti da punta e/o taglio tutte le vittime sono state identificate e la loro et media risultata di 51,3 aa (range: 18 88 aa).

Tabella 2 Suddivisione delle vittime per decadi di et in relazione alla tipologia di morte Omicidio Suicidio Et vittime per decadi a b CAF AB CAF AB 0-10 anni 1 0 0 0 11-20 anni 18 10 1 1 21-30 anni 62 60 9 10 31-40 anni 69 50 13 15 41-50 anni 37 28 16 16 51-60 anni 18 14 16 16 61-70 anni 6 20 11 12 71-80 anni 4 0 8 7 81-90 anni 0 2 6 6 nas 8 6 1 0 a. Armi da fuoco. b. Strumenti da punta e/o taglio.

La tabella 2 si riferisce alla ripartizione delle vittime in base allet Ripartizione delle vittime in base al tempo di accadimento Gli eventi sono stati analizzati in relazione al tempo di accadimento, considerando lanno (Fig. 1-2) ed il mese (Fig. 3-4) in cui si sono verificati.

25 21 17 26 23 18 15 13

Armi da fuoco Strumenti da punta e/o taglio

14 10 12 11

18 9

16 17 10 8 10

15 14 10 11

10

11 6

La figura 1 si riferisce alla ripartizione delle vittime di omicidio per anno di accadimento.

20 Armi da fuoco Strumenti da punta e/o taglio

1
1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001

La figura 2 si riferisce alla ripartizione delle vittime di suicidio per anno di accadimento

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

23 23

21

23 16

23

21 20 15 12 13

10

14 11 9 8 8

10

7 5 3 4

7 3 4 2
2002

5 3
2003 2004 2005

3
2006 2007

3
2008

28 26 22 14

Armi da fuoco Strumenti da punta e/o taglio 20 12 12 11 10 21 23 18 15

16 11

17

19

18

20 16 15 14 16

20

La figura 3 si riferisce alla ripartizione delle vittime di omicidio per mese di accadimento

La figura 4 si riferisce alla ripartizione delle vittime di suicidio per mese di accadimento

Le figure evidenziano, nel primo caso, un decremento parallelo degli omicidi in entrambe le modalit analizzate, ad eccezione di un aumento relativo allanno 2003; landamento annuo dei suicidi mostra un decremento nelluso delle armi da fuoco ed un aumento in quello degli strumenti da punta e/o taglio. Dallanno 2003 le due modalit lesive mostrano un andamento parallelo. Landamento mensile degli

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

31 30 30 24 25 26

Armi da fuoco Strumenti da punta e/o taglio

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

31

9
7 8 5 10 4 10 4

14

14

18

15

9 4

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

omicidi presenta un decremento prima della stagione estiva e prima dellinverno, con una maggiore costanza nei restanti mesi. Landamento mensile dei suicidi mostra un netto calo nei mesi invernali ed estivi con il limite inferiore collocato, rispettivamente, nei mesi di febbraio ed agosto. Ripartizione delle vittime in base alla nazionalit stata contemplata, nei dati, anche la nazionalit delle vittime ripartite per continente: si evince come la nazionalit europea prevalga su quella africana, asiatica ed americana in entrambe le modalit (Fig. 5).
74 38 15 16

621 Africa America Asia Europa Nas

La figura 5 si riferisce alla ripartizione delle vittime in base alla nazionalit

Le vittime di omicidio sono risultate europee in 285 casi (68,8%), africane in 38 (9,2%), asiatiche in 16 (3,9%) ed americane in 15 (3,6%); tra gli europei, le vittime italiane sono risultate 245 (59,2%); le restanti etnie, coinvolte in 40 casi (9,7%), sono maggiormente rappresentate da albanesi in 22 casi (55,0%), rumeni in 6 (15,0%) e serbi in 4 (10,0%). Tra gli africani il maggior numero di vittime marocchina in 19 casi (50,0%) e tunisina in 12 (31,6%); tra gli asiatici il maggior numero di vittime cinese in 8 casi (50,0%) e filippina in 6 (37,5%); tra gli americani tutte le vittime appartengono alle regioni meridionali del continente e, tra queste, 5 sono equadoregne (33,3%) e 4 brasiliane (26,6%). In 60 casi (14,5%) letnia rimasta sconosciuta. Nel caso dellomicidio con armi da fuoco, il maggior numero di vittime risultato di nazionalit italiana in 152 casi (68,5%), straniera in 41 (18,4%) mentre in 29 casi (13,1%) linformazione non stata disponibile. Le vittime di omicidio da strumenti da punta e/o taglio sono risultate italiane in 93 casi (48,4%), straniere in 68 (35,4%), mentre in 31 casi (16,2%) non stato possibile determinare letnia delle vittime (Tabella 3). Nel caso dei suicidi con armi da

fuoco 263 vittime (98,5%) sono risultate di nazionalit italiana e 4 (1,5%) di nazionalit straniera non specificata; nel caso dei suicidi con strumenti da punta e/o taglio 73 vittime (87,9%) sono risultate italiane e 10 (12,1%) di nazionalit straniera non specificata.

Tabella 3 Vittime di omicidio in base alla nazionalit Omicidio Nazionalit vittime CAF AB n casi n casi Algerina 1 Camerunense 1 2 Egiziana 2 Africana Marocchina 6 13 Nigeriana 1 Tunisina 3 9 Brasiliana 2 2 Colombiana 1 Dominicana 1 Americana Equadoregna 1 4 Peruviana 2 Portoricana 1 Uruguayana 1 Cinese 3 5 Cingalese 1 Asiatica Filippina 6 Giordana 1 Albanese 16 6 Bosniaca 2 Croata 1 1 Francese 1 Europea Italiana 152 93 Rumena 6 Serba 4 Turca 1 Ucraina 2 Nas 29 31

La tabella 3 si riferisce alla ripartizione delle vittime in base alla nazionalit Pregressi tentativi o propositi di suicidio Si ritenuto utile, nellesame delle schede autoptiche, valutare i pregressi tentativi e propositi di suicidio delle vittime: nei casi commessi con armi da fuoco, pregressi tentativi sono risultati accertati in 20 casi, esclusi in 171, mentre in 76 casi le informazioni non sono risultate attendibili. Propositi di suicidio sono stati confermati in 73 casi ed esclusi in 124; il dato non stato desumibile in 70 casi. Nei

delitti commessi con strumenti da punta e/o taglio, sono stati accertati pregressi tentativi in 13 casi, mentre i familiari delle vittime lo hanno escluso in 41 casi allatto del riconoscimento della salma; nei restanti 29 casi non stato possibile avere informazioni. I propositi di suicidio sono stati confermati in 22 casi, esclusi in 31, mentre in 30 casi non sono state recuperate informazioni certe. Analisi dellanamnesi patologica delle vittime Le vittime di suicidio, in entrambe le modalit, sono state indagate anche in relazione a pregresse patologie di cui erano affette. Le singole malattie documentate sono state classificate in generiche e psichiatriche, attribuendo le prime a 40 soggetti e le seconde a 132 soggetti. In 117 casi i familiari delle vittime non hanno riferito alcuna patologia a loro carico (Fig. 6). Fra le malattie generiche, prevalgono le patologie cardiovascolari (4,3%,) seguite da quelle neoplastiche (4,0%), dellapparato gastro-enterico (2,0%), da quelle croniche (0,8%) e, in ultima analisi, da quelle infettive (0,3%).

14% 40%

46%

Generiche

Psichiatriche

Nas

La figura 6 si riferisce allanalisi dellanamnesi patologica delle vittime Fra le malattie psichiatriche, lincidenza maggiore spetta alla depressione (34,3%), seguita da sindrome ansiosa (1,1%), tossicodipendenza (0,8%), epilessia e disturbo bipolare (0,6% per ciascuna) ed infine, alcolismo (0,3%). La presenza contemporanea di pi patologie stata accertata in 67 vittime delle quali 24 affette da pi malattie generiche e 43 da pi patologie psichiatriche. Prevalenti, nel primo caso, le malattie cardiovascolari associate a patologie neoplastiche e neurologiche (5,4%), seguite da tumori associati a malattie neurologiche, croniche ed infettive (0,8%); fanno seguito, infine, le malattie croniche associate a patologie respiratorie (0,6%). Tra le malattie psichiatriche in associazione, anche in questo caso prevale la sindrome depressiva combinata a: cardiopatia (4,8%), patologie croniche

(3,1%), neoplasie (1,7%), patologie da abuso e/o dipendenza da sostanze (1,4%), sindrome ansiosa (0,8%) ed aborto (0,3%). Trattamenti farmacologici Le vittime di suicidio sono state analizzate anche in relazione allutilizzo, a scopo terapeutico o voluttuario, di farmaci, classificati in singoli od in associazione, generici o ad uso neuro-psichiatrico. Le vittime che usavano farmaci sono risultate 167 (47,7%) delle quali 134 (38,3%) facenti uso di un solo farmaco (35 generici e 99 neuro-psichiatrici) e 33 (9,4%) facenti uso di farmaci in combinazione, dei quali 27 neuro-psichiatrici (7,7%) e 7 generici (2,0%) (Tabelle 4-5). Le vittime prive di trattamento farmacologico sono risultate 9 (2,6%) mentre sulle restanti 174 (49,7%) non si sono ottenute informazioni certe sulluso di farmaci.

Tabella 4 Farmaci singoli utilizzati dalle vittime di suicidio CAFa ABb n casi n casi 3 3 2 1 1 3 4 3 3 2 2 6 2 18 7 3 2 43 15 3 2 1 1 4

Analgesici Antiacidi Antinfiammatori Interferone Ormoni Cardiotonici Antipertensivi Anticoagulanti Insulina Ipoglicemizzanti orali Antibiotici Chemioterapici Ansiolitici/ipnotici Antiepilettici Antidepressivi Antipsicotici Narcotici Psicofarmaci non specificati a. Armi da fuoco. b. Strumenti da punta e/o taglio.

Farmaci singoli generici Farmaci singoli neuro-psichiatrici

Tabella 5 Singoli farmaci neuropsichiatrici utilizzati dai suicidi Singoli farmaci neuropsichiatrici Tranquillanti / Sedativo ipnotici Antiepilettici Antidepressivi Antipsicotici Narcotici Farmaci psicoattivi non specificati altrimenti 18 3 43 3 7 2 15 2 1 4

CAFa ABb Casi Casi

1 a. Armi da fuoco b.Strumenti da punta e/o taglio.

Tabella 6 Combinazioni di farmaci generici utilizzati dai suicidi Generic drugs in combination Insulina Diuretici Anticoagulanti Antipertensivi Chemioterapici Cardiotonici nopn meglio specificati Antipertensivi Insulina Cortisone Chemioterapici Antipertensivi a. Armi da fuoco b. Strumenti da punta e/o taglio. CAFa Casi 1 1 1 1 1 1 ABb Casi 1

Table 7 Combinazione di farmaci neuropsichiatrici utilizzati dai suicidi Neuropsychiatric drugs in combination Farmaci antinfiammatori Analgesici Tranquillanti Farmaci antipsicotici Antidepressivi Chemioterapici Diuretici Antiparkinsoniani Antiaggreganti Antipertensivi Tranquillizers-Hypnotic Cortisone CAFa Casi ABb Casi 1 1 5 1

3 1 1 1 1 1

drugs

Analgesici Neurolettici Antiepilettici

Diuretici Antiacidi Cardiotonici Anticoagulanti Farmaci sedativo-ipnotici Antiinstaminici Farmaci antinfiammatori Cortisone Antiepilettici Cardiotonici

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1

a. Armi da fuoco b. Strumenti da punta e/o taglio.

Le tabelle 4-7 si riferiscono ai trattamenti farmacologici utilizzati dalle vittime Analisi del luogo di accadimento Il luogo di accadimento degli omicidi e dei suicidi in entrambe le modalit, riportato nella Fig. 7, stato classificato in 5 ambienti: abitazione, luoghi extra-abitazione, luoghi pubblici, luoghi di lavoro e luoghi non specificati (nas).

103

22

12

244 Abitazione Luogo di lavoro Extra-abitazione Nas

383 Luogo pubblico

La figura 7 si riferisce allanalisi del luogo di accadimento

Nellabitazione si verificato il 50,1% dei casi; nellextra-abitazione il 31,9%; nei luoghi pubblici il 13,5% e nei luoghi di lavoro il 2,9%. In 12 casi (1,6%) non stato possibile risalire con certezza al

luogo di accadimento dellevento letale. Nel dettaglio delle modalit, sono emerse nette differenze, riportate nella tabella 8: 197 omicidi (47,6%) sono avvenuti in luoghi esterni allabitazione, 123 (29,7%) nellabitazione della vittima, 77 (18,6%) in luoghi pubblici, 6 (1,45%) in luoghi di lavoro ed 11 (0,24%) in luoghi non identificati. Lomicidio si verifica, pertanto, prevalentemente al di fuori dellabitazione della vittima in una percentuale doppia di casi (291 in luoghi extra-abitazione contro 123 in abitazione). Per ci che riguarda i suicidi, labitazione risultata coinvolta in 260 casi (74,3%), lextra-abitazione in 47 (13,4%), i luoghi pubblici in 26 (7,4%), i luoghi di lavoro in 16 (4,6%) e 1 caso (0,3%) in luogo non identificato. Latto autolesivo si verifica, pertanto, prevalentemente nellabitazione della vittima coinvolta in una percentuale tripla di casi (260 in abitazione contro 90 in luoghi extraabitazione). In particolare, nellabitazione la camera da letto ed il bagno, rispettivamente con 90 (23,5%) e 35 (9,1%) vittime, risultano i locali pi coinvolti; nellextra-abitazione, la strada e lautoveicolo, rispettivamente con 151 (61,9%) e 45 (18,4%) vittime, risultano gli ambienti pi implicati; nei luoghi pubblici, il bar e lospedale, rispettivamente con 24 (23,3%) e 21 (20,4%) vittime, risultano maggiormente a rischio; infine, tra i luoghi di lavoro, allufficio si ascrivono 13 vittime (59,1%).

Tabella 8 Dettaglio degli ambienti di accadimento di omicidi e suicidi Omicidi Suicidi a b Ambiente di accadimento CAF AB CAF AB Androne Bagno Camera da letto Cantina Cortile Abitazione Cucina Garage Non specificata Scale Soggiorno Studio Autoveicolo Campo Canale Extraabitazione Carcere Parco Strada Albergo Luoghi pubblici Banca Bar n casi 4 2 3 1 34 1 n casi 3 6 3 2 62 1 1 4 6 2 10 49 1 9 n casi 18 69 7 7 3 86 3 1 20 n casi 1 14 13 5 3 2 27 1

19 10 1 7 89 2 1 13

10 9 1

1 1 4 3 2

Caserma Cimitero Cinema Distributore benzina Dormitorio Farmacia Negozio Non specificato Ospedale Parcheggio Ristorante Scuola Stazione ferroviaria Conigliera Fabbrica Gioielleria Luogo di lavoro Non specificato Panificio Ufficio Nas (Luogo non identificato) a. Armi da fuoco. b. Strumenti da punta e/o taglio.

7 2 1 4 1 1 3 6 8 2 1 2 5 1 5 9 2 5 2

1 1 1 2 1 1 1 5 1 2 6 3 8 1 2

La tabella 8 si riferisce allanalisi del luogo di accadimento Dati patologico-forensi Nella seconda fase dello studio, attraverso lesame retrospettivo dei verbali necroscopici delle vittime di omicidio e suicidio, si sono ricavate informazioni sulle sedi colpite, le cause di morte ed i mezzi lesivi. Sedi lesionali attinte e cause di morte Le regioni colpite da lesioni mortali sono state suddivise in monodistrettuali e pluridistrettuali; quelle monodistrettuali, riportate nella Fig. 8, hanno coinvolto il capo nel 42,3% dei casi e tale regione risulta preponderante rispetto alle altre sedi coinvolte, globalmente, nel 41,7% dei casi(torace nel 21,3%, vasi arteriosi nel 15,4%, addome nel 3,7%, rachide nello 0,9% e collo nello 0,4%).

7 163

323 118 Rachide Torace Collo Addome Vasi arteriosi

28

Capo

Fig. 8 Sedi lesive mortali a localizzazione monodistrettuale

Le cause di morte derivate da lesioni monodistrettuali, riportate in Tabella 9, sono state riscontrate in 642 decessi (84,0%) che hanno riguardato 149 casi (36,0%) di omicidio da colpo darma da fuoco e 158 casi (38,2%) di omicidio da strumenti da punta e/o taglio. Linteressamento monodistrettuale stato riscontrato in 256 casi (73,1%) nei suicidi da colpo darma da fuoco ed in 79 casi (22,6%) nei suicidi da strumenti da punta e/o taglio. Il numero di omicidi da armi da fuoco eguaglia, sostanzialmente, quello degli omicidi da strumenti da punta e/o taglio (36,0% di armi da fuoco contro 38,0% di strumenti da punta e/o taglio), mentre il numero di suicidi da colpo darma da fuoco supera di tre volte quello dei suicidi con strumenti da punta e/o taglio (73,0% di armi da fuoco contro 22,0% di strumenti da punta e/o taglio).

Tabella 9 Cause di morte indotte da lesioni mortali ad una sola parte del corpo Lesioni monodistrettuali cause di morte Lesioni cranio encefaliche Lesioni craniomeningo encefaliche Sfacelo cranico Lesioni cervicali Lesioni cardiache Lesioni cardiopolmonari Lesioni polmonari Lesioni viscerali Homicides CAF Cases 44 29 3 24 9 37 10
a

Suicides
b

AB Cases 13 3

Capo Collo

CAF Cases 156 61 15

AB Cases 2

Torace Addome

45 13

19 2

29

Arterie e vasi Midollo a. Armi da fuoco b. Strumenti da punta e/o taglio.

Complicanze settiche Anemia acuta metaemorragica Lesioni del midollo spinale

10 5

2 60

1 2

1 47

La tabella 9 si riferisce alle cause di morte indotte da una lesione ad un singolo distretto organico Le regioni colpite da lesioni mortali pluridistrettuali, riportate nella Fig. 9, sono il torace e laddome nel 52,0% dei casi e tali regioni risultano preponderanti rispetto alle altri sedi coinvolte, globalmente, nel 48,3% dei casi (capo ed altri distretti nel 33,0%, altre regioni nel 12,0% e collo ed altri distretti nel 3,0%).

15

40

4 63 Capo + Altro Collo + Altro Torace + Addome Altri distretti

Fig. 9 Sedi lesive mortali a localizzazione pluridistrettuale

Le cause di morte derivate da lesioni pluridistrettuali, riportate in Tabella 10, sono state riscontrate in 122 decessi (16,0%) che hanno riguardato 77 casi (63,1%) di omicidio da colpo darma da fuoco e 30 casi (24,6%) di omicidio da strumenti da punta e/o taglio. Linteressamento pluridistrettuale stato riscontrato in 11 casi (9,0%) nei suicidi da arma da fuoco ed in 4 casi (3,3%) nei suicidi da strumenti da punta e/o taglio. Il numero di omicidi da armi da fuoco supera di due volte e mezzo quello degli omicidi da strumenti da punta e/o taglio (18,6% di armi da fuoco contro 7,2% di strumenti da punta e/o taglio), mentre il numero di suicidi da colpo darma da fuoco supera di tre volte quello dei suicidi con

strumenti da punta e/o taglio (3,1% di armi da fuoco contro 1,1% di strumenti da punta e/o taglio).

Tabella 10 Cause di morte indotte da lesioni mortali in pi distretti corporei Omicidi Siti di lesione mortale Cause della morte CELc + lesioni al midollo spinale Testa e collo Testa e torace Testa e addome Testa, torace e addome Collo e torace Collo e addome Collo, torace e addome Collo, addome ed arti Torace e addome CMEL + Lesioni cervicali CEL + Lesioni toraciche CMEL + Lesioni toraciche CEL + Lesioni addominali CMEL + Lesioni addominali CEL + lesioni toraco addominali CMEL + Lesioni toraco addominali Lesioni spinali + Lesioni toraciche Lesioni spinali + Lesioni addominali Lesioni spinali +Lesioni toraco addominali Lesioni spinali + lesioni addominali ed artuali Lesioni toraco addominali SVL
e f d

Suicidi
b

CAF Casi 1 1 10 1 4 1 15 2 1 1 1 1 25 3 10

AB Casi

CAF Casi 4 1

AB Casi

29 1

3 1

Testa, collo, torace, addome e arti MSVL a. Armi dafuoco b.Strumenti da punta e/o taglio. c. Lesioni cranio encefaliche (CEL)

d. Lesioni dranio meningo encefaliche (CMEL) e. Lesioni scheletriche e viscerali (SVL) f. Lesioni scheletriche e viscerali multiple (MSVL) La tabella 10 si riferisce alle cause di morte da lesioni pluridistrettuali

Tipi e caratteristiche degli strumenti lesivi E stata indagata la natura legale/illegale delle armi da fuoco con cui sono state perpetrate azioni letali, definendo legali quelle la cui detenzione risultava regolarmente registrata presso le Autorit di Pubblica Sicurezza ed illegali quelle in cui larma risultava illecitamente detenuta. La legislazione italiana distingue le armi da taglio in proprie ed improprie intendendo, nel caso di queste ultime, strumenti utili alloffesa alla persona di cui proibito il porto senza giustificato motivo (art. 4/2 Lg.110/75). Nel nostro caso si evidenzia come 489 casi (64,0%) di omicidi e suicidi siano stati realizzati con armi da fuoco; negli omicidi la maggior parte delle armi risultata di provenienza

criminale, essendo emersa detenzione illegale in 169 casi (76,1%), detenzione legale in 40 casi (18,0%), mentre in 13 casi (5,8%) non stato possibile ottenere dati certi. Larma corta (pistola semiautomatica o revolver) risultata il mezzo di maggiore impiego, adoperata in 437 delitti (57,2%); a seguire il fucile a canna liscia o rigata in 47 casi (6,1%), armi da guerra di tipo automatico in 4 casi (0,5%) e pistola sparachiodi in 1 caso (0,1%). Nei 222 omicidi (38,9%) da arma da fuoco sono state pi frequentemente utilizzate armi corte, delle quali 205 pistole semiautomatiche o revolver (92,3%), 13 fucili da caccia (5,8%) e 4 armi automatiche militari (1,8%). Sebbene raramente impiegati, questi ultimi mezzi hanno compreso 2 pistole mitragliatrici, 1 fucile dassalto ed 1 mitragliatrice utilizzata allestero in zone di operazioni belliche (in questultimo caso, la vittima, trasportata in Italia stata sottoposta ad indagine necroscopica presso il settorato di Milano). Gli strumenti da punta e/o da taglio sono stati utilizzati in 192 omicidi (33,6%) secondo la seguente frequenza di impiego: coltello in 175 casi (42,3%), frammenti di bottiglia in 4 casi (1,0%), punteruolo e forbici in 3 casi per ciascuno (0,7%), roncola e mannaia in 2 casi per ciascuno (0,5%), cacciavite, taglierino e balestra in 1 caso per ciascuno (0,2%). Come si nota, trattasi di strumenti atti ad offendere la cui detenzione risulta liberamente consentita dalla legislazione italiana. Nei 267 suicidi (9,3%) da colpo darma da fuoco sono state pi frequentemente utilizzate armi corte, delle quali 232 pistole semiautomatiche o revolver (86,9%), 34 fucili da caccia (12,7%) ed 1 pistola sparachiodi (0,4%). In 228 casi (85,4%) larma da fuoco utilizzata per il suicidio riportata dalle fonti disponibili come legalmente detenuta (203 armi corte pari all89,0% dei casi, 25 fucili pari all11,0% dei casi); in un solo caso (0,4%) larma corta stata classificata come non denunciata. Non stato possibile ottenere dati completi certi sulla legalit delle restanti 38 armi utilizzate nel caso dei suicidi. Gli strumenti da punta e/o da taglio sono stati utilizzati in 83 suicidi (30,2%) secondo la seguente frequenza di impiego: coltello in 60 casi (17,1%), lamette in 8 casi (2,3%), taglierino e forbici in 5 casi ciascuno (1,4%), bottiglia di vetro e bisturi in 2 casi ciascuno (0,6%) e balestra in 1 caso (0,3%). Come si osserva, si tratta anche in questo caso, di strumenti atti ad offendere la cui detenzione risulta liberamente consentita dalla legislazione italiana. Analisi dei dati relativi agli autori Cos come avvenuto per le vittime, anche per gli autori dei reati sono stati analizzati i dati relativi a sesso, et e nazionalit. Ripartizione degli autori in base al sesso Relativamente al sesso degli autori di omicidio, in entrambe le modalit, i maschi sono risultati 226 (43,0%) e le femmine 7 (1,3%); in 192 casi (46,4%) lautore del reato rimasto sconosciuto.

Rapportando questi dati ai mezzi lesivi, si vede, come, 115 maschi (97,4%) e 3 femmine (2,6%) siano stati autori di omicidio compiuto con armi da fuoco, mentre 111 maschi (96,5%) e 4 femmine (3,5%) siano stati autori di omicidio compiuto con strumenti da punta e/o taglio. Pertanto, tra gli autori di omicidi il rapporto maschi/femmine pari a 32:1 ed il sesso maschile risulta percentualmente coinvolto nel 97,0% dei casi, mentre il sesso femminile solo nel 3,0%. Ripartizione degli autori in base allet Let degli autori stata ripartita in decadi (Tabella 11) ed stata calcolata let media per modalit; risultano coinvolte con maggiore frequenza le fasce di et 21-40 aa e le fasce 41-60 aa in entrambe le modalit. Nellomicidio con armi da fuoco, let media degli autori risultata di 38,8 aa (range: 18 78 aa); nellomicidio con strumenti da punta e/o taglio let media degli autori risultata di 35,2 aa (range: 15 80 aa). In 200 casi (38,1%) gli autori di omicidio non sono mai stati identificati (soggetti nas).
Tabella 11 Suddivisione degli autori di omicidi per decadi di et in relazione alla modalit Omicidio Et autori per decadi 0-10 anni 11-20 anni 21-30 anni 31-40 anni 41-50 anni 51-60 anni 61-70 anni 71-80 anni Nas a. Armi da fuoco. b. Strumenti da punta e/o taglio. La tabella 11 si riferisce alla distribuzione in fasce di et degli autori CAFa n casi 0 1 38 28 18 13 8 5 121 ABb n casi 0 9 47 24 18 10 4 1 79

Ripartizione degli autori in base alla nazionalit Nellanalisi dei dati relativi agli autori stata contemplata, cos come per le vittime, anche la nazionalit ripartita per continente (Fig. 10): si evince come la nazionalit europea prevalga su quella africana, asiatica ed americana in entrambe le modalit.

24 183

14 13

175

Africa

America

Asia

Europa

Nas

La figura 10 si riferisce alla ripartizione degli autori in base alla nazionalit

Gli autori di omicidio sono risultati europei in 175 casi (33,4%), africani in 24 (4,6%), americani in 14 (2,7%) ed asiatici in 13 (2,5%); tra gli europei, gli autori italiani sono risultati 142 (27,0%), mentre le restanti etnie, coinvolte in 33 casi (6,3%), sono maggiormente rappresentate da albanesi in 17 casi (3,2%) e rumeni in 6 casi (1,1%). Tra gli africani il maggior numero di autori di etnia algerina, marocchina e tunisina in 6 casi per ciascuna (1,1%); tra gli americani tutti gli autori di reato appartengono, cos come le vittime, alle regioni meridionali del continente e comprendono etnie brasiliana, equadoregna, peruviana ed uruguayana in 3 casi per ciascuna (0,6%); tra gli asiatici il maggior numero di autori, anche in questo caso, di etnia cinese in 7 casi (1,3%), seguita da quella filippina in 6 casi (1,1%). Letnia dei 183 autori (34,8%) restanti rimasta sconosciuta. Negli omicidi con armi da fuoco il maggior numero di autori risultato italiano in 82 casi (15,6%), straniero in 25 (4,7%), mentre in 115 casi (22,0%) non stato identificato. Gli autori di omicidio da strumenti da punta e/o taglio sono risultati italiani e stranieri in 60 casi per ciascuno (11,4%), mentre in 68 casi (12,9%) non stato possibile risalire alla loro etnia (Tabella 12).

Tabella 12 Autori di omicidio in base alla nazionalit Nazionalit autori omicidio Algerina Capoverdiana Egiziana Marocchina Somala CAFa n casi ABb n casi 6 1 3 6

Africana

1 1

Americana

Asiatica

Europea

Tunisina Brasiliana Cilena Colombiana Equadoregna Peruviana Uruguayana Cinese Filippina Albanese Austriaca Bosniaca Francese Italiana Montenegrina Olandese Rumena Serba Tedesca Ucraina

6 2 1 1 3 3 4 6 6 1

3 3 11 1 2 82 1

60 1 6 2

1 115 1 68

Nas a. Armi da fuoco. b. Strumenti da punta e/o taglio.

La tabella 12 si riferisce alla ripartizione degli autori in base alla nazionalit

Moventi e contesti degli omicidi Facendo riferimento alle categorie utilizzate dallIstituto Nazionale di Statistica (ISTAT), stato possibile individuare i moventi, riportati in Tabella 13, di 128 omicidi (27,2%) classificandoli in delitti accaduti per litigi e dissapori, interesse di denaro, futili motivi, malattie psichiche, motivi passionali, difesa da rapina, disagio della vittima, presenza casuale e raptus. In 273 casi (47,8%) non stato possibile ottenere dati certi sulle circostanze dellomicidio. Principalmente, gli omicidi si verificano per litigi e dissapori in 42 casi (10,5%), interesse di denaro in 23 casi (5,0%), futili motivi in 19 casi (4,7%), malattie psichiche in 17 casi (4,2%) e cause passionali in 16 casi (4,0%); a seguire le altre motivazioni citate in tabella.

Tabella 13 Classificazione degli omicidi in base ai moventi Omicidi Motivazioni CAFa ABb Litigi e dissapori n casi 12 n casi 30

Interesse di denaro Futili motivi Malattie psichiche Motivi passionali Difesa da rapina Disagio della vittima Presenza casuale Raptus Nas a. Armi da fuoco. b. Strumenti da punta e/o taglio.

4 6 7 4 4 3 2 180

19 13 10 12

1 93

La tabella 13 si riferisce ai moventi degli omicidi L86,2% dei delitti compiuti stato classificato in base al contesto in (Tabella 14): criminale, familiare, tra sconosciuti, tra conoscenti, rapporti abitazione/vicinato, coinvolgimento delle forze dellordine, lavoro/rapporti economici e fini terroristici. Questultimo caso riguarda una vittima italiana di evento terroristico avvenuto in Somalia, sottoposta ad esame autoptico presso il settorato medico-legale di Milano. 57 omicidi (13,8%) non sono stati attribuiti ad alcun contesto per carenza di informazioni.

Tabella 14 Classificazione degli omicidi in base al contesto Omicidi Contesto omicidio CAFa ABb Criminale Familiare Tra sconosciuti Tra conoscenti Rapporti abitazione/vicinato Coinvolgimento Forze dell'Ordine Lavoro/rapporti economici Fini terroristici Nas a. Armi da fuoco. b. Strumenti da punta e/o taglio. n casi n casi 160 47 28 32 6 12 15 46 3 3 2 1 1 1 7 50

La tabella 14 si riferisce ai contesti degli omicidi La maggior parte dei reati si colloca nel contesto criminale con 207 casi (50,0%) seguito da quellotra conoscenti in 61 casi (14,7%) e da quello familiare in 60 casi (14,5%); degno di

menzione il dato relativo agli omicidi avvenuti tra sconosciuti a cui si riferiscono 18 casi (4,3%) e quelli relativi ai rapporti abitazione/vicinato a cui appartengono 6 casi (1,4%). Nel dettaglio, i contesti pi rappresentati, in entrambe le modalit, risultano quello criminale, familiare, tra conoscenti e tra sconosciuti, sebbene emergano delle differenze numeriche significative. Considerando le armi da fuoco, il contesto criminale, con 160 casi (38,6%), prevale in assoluto su tutte le altre categorie, mentre nelle armi da punta e/o taglio il loro numero si riduce a 47 casi (11,3%), con un rapporto pari a 3:1. Il contesto familiare, rispettivamente con 28 (6,8%) e 32 casi (7,7%) di omicidio da colpo da arma da fuoco e da strumenti da punta e/o taglio, mostra un rapporto pari a 1:1,3. Il contesto degli omicidi tra conoscenti riguarda 15 casi (3,6%) di omicidio da arma da fuoco che aumentano a 46 (11,1%) nellomicidio da strumenti da punta e/o taglio, con un rapporto pari a 1:3,6. Da notare lincidenza degli omicidi occorsi tra sconosciuti pari a 18 casi (4,3%) che mostrano, in relazione alle due modalit, una percentuale doppia nel caso degli omicidi con strumenti da punta e/o taglio, e quelli relativi ai rapporti abitazione/vicinato con 6 casi (1,4%) equamente distribuiti nei due ambiti (3 per ciascuno). DISCUSSIONE Nellampia casistica analizzata nellintervallo di tempo preso in esame, il maggior numero di decessi stato attribuito ad azioni violente compiute con armi da fuoco (2,8%) rispetto a delitti perpetrati con strumenti da punta e/o taglio (1,5%). Questo dato risulta simile a quanto emerso in analoghi studi italiani10 riferiti alla capitale in cui lincidenza risultata del 3,0% nellintervallo compreso tra il 1990 ed il 200012 e ad altri grandi e medi nuclei urbani quali Brescia con il 2,8% di incidenza nellintervallo 1994-200613, Genova, con l1,6% di incidenza nellintervallo compreso tra il 1991 ed il 200014, mentre si discosta dallo studio condotto a Bari dal 1988 al 200315 in cui si registrato il 27,7% dei decessi dovuti ad uso di armi da fuoco. Nonostante i media riportino nelle cronache quotidiane un allarme per il rischio sociale legato alla criminalit, nel campione considerato le armi da fuoco hanno ucciso maggiormente nei suicidi (267 casi, pari al 76,3%) che non negli omicidi (222 casi, pari a 53,6%) con un rapporto, rispettivamente, di 1,2:1. Questi risultati permettono di trarre utili informazioni sulla pericolosit delle armi da fuoco e sulla prevenzione del rischio ad esse collegato; stato, infatti, documentato maggiore impiego di armi da fuoco a scopo autolesionista rispetto al loro utilizzo per scopi omicidi ed una prevalenza di armi da fuoco rispetto a quelle da punta e/o taglio per compiere azioni letali auto ed eterodirette. Inoltre, emerso un ruolo prevalente delle armi illecite negli omicidi e di quelle lecitamente detenute nei suicidi. Tutto ci non sufficiente a sostenere, in assoluto, la tesi secondo cui i regolari detentori sono i soggetti a maggior rischio di violenza armata, ma impone la

necessit di una riflessione sullefficacia e sullappropriatezza delle valutazioni psicofisiche che precedono la concessione delle licenze di porto darmi16. Ci anche dettato dal numero di suicidi commessi con armi da fuoco legali da parte di soggetti con precedenti tentativi (128 casi pari al 36,6%), terapie psicofarmacologiche (120 casi pari al 34,3%) e patologie psichiatriche (126 casi pari al 47,2%)17,18. Nella lesivit da strumenti da punta e/o taglio, il numero di decessi ha mostrato unincidenza pari all1,6% di tutti i casi sottoposti ad indagine autoptica presso la Sezione medicolegale dellUniversit degli Studi di Milano nellintervallo preso in esame. In tale contesto il numero di suicidi osservati potrebbe, per, essere sottostimato rispetto alla reale incidenza del fenomeno, non essendo stato disposto dallAutorit Giudiziaria, per tutti i casi, lesame autoptico. Non va dimenticato, inoltre, che in alcune regioni italiane, come Campania, Sicilia e Sardegna tradizione, da secoli, disporre di armi da taglio per uso personale il cui impiego trovava giustificazione nellattivit lavorativa. Queste consuetudini oggi dovrebbero essere superate, ma nella realt luso delle armi da taglio sopravvive ed i fenomeni di migrazione hanno esteso un loro impiego improprio a tutte le regioni, compresa la Lombardia, in cui il dato dimostra avere una certa consistenza. Il fenomeno della migrazione straniera da Paesi nordafricani e dallEst europeo (Serbia, Croazia ed Albania), ha portato in circolazione un maggior numero di armi da taglio, che trova espansione nella criminalit giovanile come mezzo per gestire conflitti legati alla spartizione del territorio, ad esempio, nello spaccio di droga. E da tali premesse che si giustifica laumento dei reati perpetrati con armi da taglio anche in queste specifiche etnie in cui sono stati documentati il maggior numero di casi di delitti. In linea con le casistiche nazionali ed internazionali, anche nel nostro studio riportata una scarsa percentuale di azioni autolesive ed eterolesive commesse da donne mediante armi; il sesso femminile stato coinvolto in 46 casi (7,9%) e, in tal senso, risulta meritevole di approfondimento la maggiore propensione dei maschi allutilizzo di armi da fuoco e da punta e/o taglio per compiere azioni auto ed etero lesive, di cui la tradizione psicodinamica fornisce alcune interpretazioni19. Sul fenomeno dei suicidi e degli omicidi esistono diverse fonti dinformazione istituzionale, ma raramente sono disponibili dati utili ad una pi approfondita conoscenza di un fenomeno multifattoriale e non riconducibile a sole cause psicopatologiche. ancora scarsa una reale conoscenza dellabuso di armi rispetto alla popolazione italiana che possa fornire indicatori di rischio ed elementi su cui fondare attivit preventive. Lincremento dellutilizzo delle armi da fuoco legali rispetto a quelle illegali, emerso nello studio, pur avendo mostrato una flessione in anni recenti, non con certezza riconducibile (per lesiguo numero di casi osservati) alla revisione straordinaria delle licenze di porto darmi disposta dal Ministero dellInterno nel 2003 a seguito di alcuni clamorosi episodi di omicidio suicidio condotti da soggetti

autorizzati a detenere armi da fuoco. La scelta estrema di limitare la detenzione legale di armi in Italia cos come avvenuto, ad esempio, in Gran Bretagna, gravata da incertezze sullefficacia: la crescente richiesta di sicurezza motiva alcuni cittadini a disporre di armi da fuoco, il gran numero di persone che pratica legittimamente attivit sportive e ricreative che prevedono luso di armi, quali la caccia ed il tiro sportivo, sono fattori che rendono poco probabile, nel nostro Paese, lattuazione di modifiche legislative in senso restrittivo. Il miglioramento della ricerca in tale ambito rappresenta, tuttavia, una priorit affinch i metodi di prevenzione attuati in futuro risultino efficaci senza comportare penalizzazioni al settore delle armi ed inutili aggravi al Sistema Sanitario Nazionale ed ai cittadini. Il fenomeno dellabuso delle armi legali necessita, ai fini di una migliore programmazione degli interventi, di una rivalutazione multidisciplinare psichiatrica, psicologica clinica e psicoterapeutica con riscontri su una popolazione pi ampia, per quanto in lavori condotti in Italia e nelle statistiche ISTAT non sia indagata la natura legale o illegale delle armi da fuoco utilizzate per compiere omicidi e suicidi a cui si aggiunge la mancanza di un dato di fondamentale importanza quale il numero totale di armi legalmente detenute nella popolazione per anno. La valutazione psichica in materia di armi continua a rappresentare un problema di grande spessore e di ampio respiro destinato a rimanere rilevante anche nei prossimi anni ed , pertanto, necessario che eventuali misure legislative siano fondate su evidenze e dati scientifici. BIBLIOGRAFIA 1 Krug EG, Mercy JA, Dahlberg LL, Zwi AB. The world report on violence and health. Lancet 2002; 5: 1083-8. 2 Richmond TS, Cheney R, Schwab CW. The global burden of non-conflict related firearm mortality. Inj Prev 2005; 11: 348-52. 3 Weiner J, Wiebe DJ, Richmond TS, Beam K, Berman AL, Branas CC, et al. Reducing firearm violence: a research agenda. Inj Prev 2007; 13: 80-4. 4 Ajdacic-Gross V, Killias M, Hepp U, Gadola E, Bopp M, Lauber C, et al. Changing times: a longitudinal analysis of international firearm suicide data. Am J Public Health 2006; 96: 1752-5. 5 Kapusta N.D., Etzersdorfer E., Krall C., Sonnek G. Firearm legislation reform in the European Union: impact on firearm availability, firearm suicide and homicide rates in Austria, The British Journal of Psychiatry 2007; 191: 253-7. 6 Mann J.J., Apter A., Bertolote J., Beautrais A., Currier D., Haas A., et al. Suicide prevention strategies: a systematic review. JAMA 2005; 294: 2064-74. 7 Brent D.A. Firearms and suicide. Annals of the New York Accademy of Science 2001; 932: 225-39.

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