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NOTIZIE AI SOCI ‘STUDIO DELLE FORTIFICAZIONI MODERNE BOLLETTINO D‘INFORMAZIONE N°6 MARZO-APRILE 1992 IL FORTE MONTECCHIG DI COLICO Si tratta della fortificazione italiana meglio conservata e cid nonostante @ ancora poco conosciuta dagli appassionati. vi presentiamo percid queste brevi note storiche sul forte e sulle altre opere della Frontiera Nord, sperando di poter organizzare nel prossimo futuro una visite con tutti i soci. Nei primi anni del nostro secolo, al tempo della Triplice Alle- anza_,lo Stato Maggiore del Regio Esercito Italiano progetté il rafforzamento con opere permanenti di tutto l’arco della frontie- ra alpina. Nella zona valtellinese vennero progettati tre sbarramenti: a Colico, a Tirano ed a Bormio. Quello di Colico aveva lo scopo principale di battere le strade provenienti da Chiavenna ed il vallone che scende dal Passo di San Iorio e di agire contro inva~ sioni dall'Alta Valtellina Quello di Tirano era armato da un opera con 4 cannoni da 149 A in cupola e dalla batteria occasionale di Croce dei Motti con altri 4 cannoni da 149 G (oltre una batteria di riserva di 1496 e due batterie da 87 con armamento secondario) Lo sbarramento di Colico comprendeva un'opera permanente con 4 pezzi da 149\35 § A in cupola a Montecchio Nord. Fu cosi che negli anni fra il 1905 ed il 1914 venne edificato il "Forte Montecchio", divenuto pil tardi "Forte Lusardi". Nell'antico Forte di Fuentes fu progettato un appostamento per 4 cannoni da 149; a Pione (a sud di Colico), una batteria da 75. A meta strada fra Colico e Lecco (e precisamente a Castel di Vezio presso Varenna) era inoltre previsto l'impiego di una batteria da 75. Durante il primo conflitto mondiale divenne indispensabile attuare i piani difensivi previsti nella zona dell'Alto Lario in previsione di una invasione dell'esercito germanico dal territo- rio della neutrale Confederazione Elvetica. Nel 1916 fu costruita una cannoniera per artiglieria pesante campale dotata di riservette sotterranee sulla collina di Fuentes che é ancor oggi esistente Le difese progettate vennero integrate da trincee lungo la linea di cresta Legnoncino - Legnone con previsione di difesa ad ol- tranza sullo sperone di Dervio. A nord gli apprestamenti seguivano la linea di cresta sulle montagne della sinistra orografica dell'Adda formando un'unica linea di sbarramento che da Tresenda raggiungeva le opere di Bormio La difesa della Frontiera Nord venne affidata alla 5° Armata e nel 1917 risultava cosi articolata: - Difesa a cordone di tutta la fascia confinaria, con sostegno di artiglierie, affidata a truppe territoriali trasformate in “Unita di Linea" . I militari di questa unita, anche se anziani d'eta, avevano il grosso pregio d’essere profondi conoscitori del terreno sia per l'arruolamento regionale che per la lunga permanenza in zona durante i lavori di fortificazione da loro stessi svolti. - Dislocazione intermedia di reparti celeri (Bersaglieri Cicli- sti) - Dislocazione arretrata di tre brigate di fanteria di Linea da impiegare quale massa d'urto nell'eventualita di una massiccia azione controffensiva - Dislocazione ancora pid arretrata e diluita di due divisioni di Cavalleria, eventualmente impiegchili nella media e bassa Lombardia. Tl tanto temuto attacco austro-ungarico non avvenne mai e tutto il complesso difensivo venne definitivamente smobilitato il 10 gennaio 1919. Le opere campali furono in parte rimilitarizzate nel luglio 1934, quando vennero mobilitate ed inviate al confine settentrio- nale quattro Divisioni in seguito all'assassinio del Cancelliere austriaco Dolfuss per scoraggiare il tentativo d'occupazione dell'Austria da parte dell’ esercito germanico. Durante la Il guerra mondiale il Forte Montecchio rimase armato ed efficiente. Ebbe perd modo di sparare solo il 26 aprile 1945 quando investi con dodici salve d'artiglieria la vetta del monte Berlinghera, sulla opposta sponda del Lario, su cui si trovavano alcune formazioni partigiane. I1 giorno successivo la guarnigione si arrese. Il Forte rimase per anni inaccessibile ai civili perché adibito a polveriera. Da alcvni anni @ stato dismesso e sono attualmente in corso lavori di restauro conservativo a cura della Sovrintendenza delle Belle Arti di Milano (Architetto Bianchi). Non appena conosciuta 1a destinazione data al Forte dal Comune di Colico o dalla Sovrintendenza, sara organizzata una visita per i soci. COME ARRIVARE A COLTCO Da Lecco si pud prendere la nuova superstrada n°36 che passa per lo pit in galleria, oppure percorrere la strada lungo il lago, meno frequentata e pid panoramica. A Colico si pud anche arrivare con il treno lungo la linea Lecco- Sondrio-Tirano. BIBLIOGRAFIA “Gobbi Ulisse, Il F.te Montecchio, da salvare. In Tacarmi 7\1989. ~idem, Nuova vita per il Forte Oga. In Tacarmi 5\1991. ~idem, Cannoni sul lago di Como. In Tuttoturismo 3\1990 -Stato Maggiore Esercito, Ufficio Storico, L'Esercito Ita nella Grande Guerra - Relazione Ufficiale. 1930. -Zazzi Stefano, Il F.te di Oga. Nel Notiziario della Banca Popolare di Sondrio, 1984. no NEL PROSSIMO BOLLETTINO, SULLO STESSO ARGOMENTO Guida alla visita del Forte di Oga a Bormio. Nella pagina seguente, la planimetria del Forte Montecchio.

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