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Bollettino d'informazione del Gruppo di Studio delle Fortificazioni Moderne, la prima associazione italiana dedicata allo studio delle fortificazioni del XX secolo attiva in Italia nei primi anni Novanta. A cura di Carlo Alfredo Clerici, Francesco Capelletto e Gianpaolo Porta. Parole chiave: bunker, casamatta, postazione Tobruk, ringstand, trineca, forte, blockhaus, fortino, muro anticarro, denti di drago, trincee anticarro, Vallo Alpino, 381, 152, Batteria costiera, Monte Moro, artiglieria da costa.
Bollettino d'informazione del Gruppo di Studio delle Fortificazioni Moderne, la prima associazione italiana dedicata allo studio delle fortificazioni del XX secolo attiva in Italia nei primi anni Novanta. A cura di Carlo Alfredo Clerici, Francesco Capelletto e Gianpaolo Porta. Parole chiave: bunker, casamatta, postazione Tobruk, ringstand, trineca, forte, blockhaus, fortino, muro anticarro, denti di drago, trincee anticarro, Vallo Alpino, 381, 152, Batteria costiera, Monte Moro, artiglieria da costa.
Bollettino d'informazione del Gruppo di Studio delle Fortificazioni Moderne, la prima associazione italiana dedicata allo studio delle fortificazioni del XX secolo attiva in Italia nei primi anni Novanta. A cura di Carlo Alfredo Clerici, Francesco Capelletto e Gianpaolo Porta. Parole chiave: bunker, casamatta, postazione Tobruk, ringstand, trineca, forte, blockhaus, fortino, muro anticarro, denti di drago, trincee anticarro, Vallo Alpino, 381, 152, Batteria costiera, Monte Moro, artiglieria da costa.
NOTIZIE AI SOCI
STUDIO DELLE
FORTIFICAZIONI
MODERNE
BOLLETTINO D'INFORMAZIONE N°11
MAGGIO - GIUGNO 1993
IL VALLO ALPINO DEL LITTORIO A SAN DALMAZZO DI TENDA
di Fulvia Traverso e Davide Bagnaschino
Nel 1990 S.Dalmazzo di Tenda era gid designata come “Piazza
Fortificata"; non perché ospitasse opere militari, presenti sul
Colle di Tenda, ma perché molto importante dal punto di vista
@ strategico. Infatti qui confluiscono la Valle del Roja, di val-
lauria e del Levenza formando una conca dalle notevoli dimensioni
ed un nodo delle vie di comunicazione.
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Dal 1940 la frazione di Tenda era gia un gruppo di capisaldi del
Sottosettore II/A del II Settore del Vallo Alpino, con 9 centri
ai resistenza, 2 caverne ricovero e 5 avamposti.
Qui, vista l"importanza delle vie di comunicazione, le opere
erano estremamente ravvicinate e collegate tramite cavo
telefonico interrato e protetto; solo due erano collegate tramite
cavo telefonico interrato e protetto; solo due erano collegate
tramite apparecchi fotofonici.
La piana di S. Dalmazzo, e i centri di resistenza, si trovavano
coperti dal tiro di diverse batterie della G.A.F.; alla lettera A
della carta allegata é@ la proveninza del fuoco dalla 605~
batteria sempre pronta (in caverna) e da un‘altra batteria in
caverna alla Peluna (con pezzi sempre posizionati allo scoperto),
@™ sotto la lettera B é la provenienza del fuoco dalla 606~ batteria
sempre pronta (in caverna) e da un‘altra batteria in caverna a
Spegi (con sezioni suddivise),i cui pezzi erano anch‘essi
posizionati allo scoperto.
Inoltre vi erano la 63° batteria da 100/17 a Cima di Riorio, la
64° batteria da 100/17 a Colle Loubaira e 2 batterie da 105/28 a
Spegi.
Le batterie in caverna erano tutte armate di pezzi da 75/27
modello 06.
I 5 avamposti situati nella gola di Paganin e Scarassui dovevano
fornire una prima resistenza con le loro Fiat 14/35 su treppiede
e allertare l'organizzazione di S.Dalmazzo.
Date le loro scarse attrezzature e gli spartani alllestimenti
dovevano resistere per un tempa limitato.
Altre 3 linee fortificate (Vievola, Colle di Tenda e Vernante)
avrebbero fermato o rallentato l'avversario dopo la improbabileSETTORE TENDA SOTTOSETTORE IL/A
LOCALITA' S$. DALMAZZO
Centr: di resistents 2 5. Delwazze di Tends UI
SCALA 1:25.000
H.Cheberke
Calle a 4288
JA] Loven *
\@20
®
7 A Lime di Arpers
wat
Cima di Durasee
tanst
Basse di
Gucone
Fi OB 93 Davide
peg 2caduta di S. Dalmazzo.
I centri di resistenza hanno le caratteristiche comuni alle
opere di prima linea: ricoveri per la truppa, locali comando e
deposito viveri, munizioni, acqua, locale gruppo elettrogeno,
riservette varie e ventilazione elettrica con filtri per la depu-
razione dell'aria.
Questa era convogliata in tutti i locali dell'opera, casamatte
incluse, ed ai facciali dei serventi che, in questo modo, non
aspiravano i deleteri gas prodotti dalle armi in azione.
Le casamatte sono tutte del tipo “di fiancheggiamento", formate
da tre parti metalliche incastrate tra loro e affogate nel
cemento del blocco, cui sono collegate anche tramite dei tiranti;
la piastra frontale ha uno spessore di 10 cm. ed un peso di
780Kg.
Solo l'opera 21 presenta due feritoie di tipo “frontale", con
spessore di 35cm., vista la sua posizione importante rispetto
all'asse della valle.
Le armi impiegate dalla Guardia alla Frontiera nelle opere erano
esclusivamente mitragliatrici FIAT 14/35 da 8mm., qui le opere o
le postazioni monoblocco anticarro, con pezzi da 47/32 non erano
previsti, solo a Vievola li troviamo come seconda linea.
Caratteristico @ il centro di resistenza n°16; infatti possiede
l'ingresso all'interno della galleria ferroviaria da Santa Anna,
che nel 1938, @ stata appositamente modificata creando
un'ingresso laterale presso il casello FS.
Ovviamente tutte le opere, comprese quelle in parete rocciosa,
erano circondate da reticolati di filo spinato poligonali e ogni
lato era sotto il fuoco d'infilata di una casamatta.
Il sistema era completato dalle predisposizioni di distruzione,
con le quali veri tratti di rotabili e ferrovie venivano fatti
saltare per impedirne l'attraversamento da parte dell'avversario.
Questo studio @ stato preparato dai nostri soci Traverso e
Bagnaschino, nell'ambito dell'Associazione per lo Studio del Val-
lo Alpino del Littorio di cui sono animatori.
Per ulteriori informazioni telefonare a: Fulvia Traverso 0182/
544012.