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Bollettino d'informazione del Gruppo di Studio delle Fortificazioni Moderne, la prima associazione italiana dedicata allo studio delle fortificazioni del XX secolo attiva in Italia nei primi anni Novanta. A cura di Carlo Alfredo Clerici, Francesco Capelletto e Gianpaolo Porta. Parole chiave: bunker, casamatta, postazione Tobruk, ringstand, trineca, forte, blockhaus, fortino, muro anticarro, denti di drago, trincee anticarro, Vallo Alpino, 381, 152, Batteria costiera, Monte Moro, artiglieria da costa.
Bollettino d'informazione del Gruppo di Studio delle Fortificazioni Moderne, la prima associazione italiana dedicata allo studio delle fortificazioni del XX secolo attiva in Italia nei primi anni Novanta. A cura di Carlo Alfredo Clerici, Francesco Capelletto e Gianpaolo Porta. Parole chiave: bunker, casamatta, postazione Tobruk, ringstand, trineca, forte, blockhaus, fortino, muro anticarro, denti di drago, trincee anticarro, Vallo Alpino, 381, 152, Batteria costiera, Monte Moro, artiglieria da costa.
Bollettino d'informazione del Gruppo di Studio delle Fortificazioni Moderne, la prima associazione italiana dedicata allo studio delle fortificazioni del XX secolo attiva in Italia nei primi anni Novanta. A cura di Carlo Alfredo Clerici, Francesco Capelletto e Gianpaolo Porta. Parole chiave: bunker, casamatta, postazione Tobruk, ringstand, trineca, forte, blockhaus, fortino, muro anticarro, denti di drago, trincee anticarro, Vallo Alpino, 381, 152, Batteria costiera, Monte Moro, artiglieria da costa.
NOTIZIE AI SOCI
STUDIO DELLE
FORTIFICAZIONI
MODERNE
BOLLETTINO D'INFORMAZIONE N°9
NOVEMBRE-DICEMBRE 1992
LA DIFESA COSTIERA FINO ALLA II GUERRA MONDIALE
ai Valerio Giardinieri
Premessa
La difesa costiera é uno dei tomi pid attentamente studiati dal
nostro Gruppo: M.te Moro, la Batteria Amalfi, le fortificazioni
del golfo della Spezia con le isole Palmaria e del Tino sono sta~
ti oggetto di visita da parte dei nostri Soci e di articoli sul
Bollettino.
In vista di ulteriori iniziative in merito (Lido di Venezia,
Brindisi, ecc...) ritengo utile esporre brevi considerazioni
generali, passando poi ad illustrare sommariamente alcuni aspetti
tecnici dell linea difensiva pit nota in Europa, anche ai profa-
ni: il Vallo Atlantico.
Fig.1 Un osservatorio del Vallo Atlantico
Considerazioni general
Finalita della difesa costiera
Scopo essenziale della fortificazione costiera era in passato,
ai assicurare la difesa di un centro costiero di speciale
importanza militare: basi navali (Malta - Maddalena - Brest) ¢
piazze marittime (Tolone - La Spezia).
Le piazzeforti marittime erano organizzate in modo da costituire
dei campi tricerati, chiamati cosi in analogia a quelli ter—
restri. Se necessario l'organizzazione difensiva era effettuata
anche con fronte verso terra.
In rapporto ai mezzi d'offesa e di difesa delle navi, 1'arma-mento principale delle piazzeforti era costituito da:
- batterie di obici, di grosso calibro, per tiri di sfondo sulle
tolde delle navi;
- batterie di cannoni di grosso calibro per tiri perforanti alle
brevi distanze contro le cinture corazzate delle navi e, con
tiro di sfondo, alle grandi distanze;
- batterie di cannoni di medio calibro a tiro rapido contro le
sovrastrutture delle navi e per fiancheggiare le ostruzioni e
gli sbarramenti subacquei.
La scelta ed il dosaggio dei diversi tipi di artiglieria
dipendevano dai compiti da assolvere. Condizione importante per
la sicurezza di un'opera era la posizione elevata. Le batterie
situate ad oltre 100 m. sul livello del mare erano difficili da
colpire da parte dei g.c. navali, che non potevano avere elevati
angoli di alzo: quindi teli batterie erano allo scoperto. Le bat-
terie basse, situate a quote inferiori a 1J0 m. s.l.m., erano
invece protette.
L'organizzazione delle batterie era integrata da stazioni
telemetriche.
Fig. 2 Una casamatta per tiro fiancheggiante
Nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale, la difesa
costiera non subi sostanziali mutamenti organizzativi: si
trasformarono alcuni elementi, sostituendoli od adattandoli ai
nuovi mezzi, e se ne aggiunsero degli altri. In effetti la nuova
arma aerea _e lo sviluppo della guerra sottomarina facevano
ritenere difficile l'impiego contro costa delle navi da battaglia
le cui perdita avrebbe influito sensibilmente sul potere
marittimo dell'offensore. La difesa costiera, quindi, fu ancora
realizzata intorno alle basi marittime, potenziate con batterie
antiaeree ed antisiluranti, armate con cannoni di piccolo ca-
libro.
Nel periodo precedente la seconda guerra mondiale una operazione
anfibia era considerata molto rischiosa, in quanto operazione
lenta, che richiedeva particolari condizioni favorevoli.
Date le caratteristiche dei mezzi da sbarco dell'epoca, essa non
poteva svolgersi, che su spiagge con requisiti pressoché jideali:la sua riuscita era considerata comunque aleatoria.
La seconda guerra mondiale ha viceversa offerto diversi esempi
ai operazioni combinate riuscite in virti dei progressi della
tecnica e dei mezzi da sbarco. Diamone un cenno dopo aver sinte-
ticamente descritto il Vallo Atlantico, la pit poderosa difesa
costiera di tutti i tempi.
Il Vallo Atlantico
Costruito dai Tedeschi per impedire uno sbarco alleato sulla
costa francese e la formazione di un secondo fronte, mentre era
in corso la guerra contro la Russia, il Vallo Atlantico si
estendeva dalla frontiera danese a quella spagnola con uno
sviluppo di 3000 km. ed era costituito da un complesso di oltre
12.000 opere escluse quelle di carattere semipermanente e campale.
I concetti principali a base dell'organizzazione difensiva erano
i seguenti:
- impedire a tutti i costi lo sbarco facendo coincidere la linea
di resistenza con la linee di spiaggia, in modo da poter si-
stemare il pit avanti possibile le postezioni per armi automa-
tiche e controcarro;
- contenere il nemico che eventualmente fosse riuscito a sbarca-
re, e quindi ricacciarlo a mare con l'intervento delle Grandi
Unita di riserva;
- organizzare la Posizione di Resistenza a caposaldi, di notevo-
le autonomia logistica, in modo da conservare in ogni caso
alcuni pilastri fondamentali, anche se il nemico fosse
riuscito a penetrare;
- impedire, in caso di cedimento della posizione di resistenza,
la penetrazione avversaria verso l'interno con sbarramenti
stradali e sistemazioni a difesa degli abitati e dei nodi stra
dali importanti sul rovescio della posizione difensiva;
L'applicazione di tali concetti aveva determinato (pur con le
necessarie diversita che il terreno e’la prevedibile azione
avversaria consigliavano) uno schieramento continuo su tutta la
costa.
L'esistenza di preconcetti molto diffusi sulle reali possibilita
e sulle intenzioni dell'avversario - oltre a far escludere a
pri lo sbarramento in determinate zone ritenute proibitive -
faceva ritenere probabile al-massimo uno sbarco in corrispondenza
del passo di Calais. Cid aveva portato ad una sistemazione
difensiva molto solida al Nord, che poi andava mano a mano
diradandosi ed indebolendosi verso Sud.
Nei settori ritenuti importanti, la difesa aveva una consistenza
maggiore le opere erano dislocate su tre o quattro linee
successive con una profondita di 4 - 5 km.. In altre zone ritenu-
te meno favorevoli a sbarchi, l'organizzazione era limitata ad
una sola linea di piccoli caposaldi tra loro distanziati 400 -
500 m.; nei tratti di costa in cui lo sbarco si riteneva impos-
sibile, erano dislocati solo elementi di vigilanza.
La sistemazione difensiva era, di regola, costituita da:
- una prima linea, organizzata sulla spiaggia, di capisaldi
integrati da centri di resistenza, da campi minati, da ostacoli