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STORIA DELLE ARRAMPICATE ITALIANE IN YOSEMITE

ricostruzione storica di Valerio Folco Nel Novembre del 1958, dopo 45 giorni di lavoro ripartiti in 15 mesi e dopo aver piantato 125 chiodi a pressione e 700 normali, Warren Harding terminava con una frase la sua via del Nose su El Capitan che diventer la prima vera Big-Wall del mondo: alla fine non sapevo se ero stato io a vincere El Capitan o lui a vincere me.!Dopo questa incredibile performance tecnica e umana, che segna il via psicologico a possibili future conquiste di El Cap, in Yosemite, si alternano salite di gran classe come la Salath di Royal Robbins a salite sulle strutture minori che toccano gi a quel tempo lA5 ( Arches Direct di Royal R. ), ma che non portano la scalata su El Cap ad una svolta importante. !Charlie Porter il biondo Canadese, scende dalle fredde terre del nord e approda in Yosemite nei primi anni 70; definito il genio delle chiodature e sar lui a dare quella svolta innovativa nelle salite su El Cap con lincredibile Shield , la solitaria di Zodiac, Tangerne Trip e la formidabile Mescalito ( a quel tempo tutte valutate A4/A5 ).! Tra tutte le nuove aperture che si susseguono, spicca lincredibile apertura in solitaria di Jim Dunn che nel 1972 sale Cosmos ( A4 ), ancora oggi poco ripetuta e molto rispettata per la sua difficolt. Mentre Charlie Porter cerca in tutti i modi di migliorare il record dei suoi 35 rurps messi uno dietro laltro sulla pancia dello Shield , un altro asso della scalata opera in Yosemite: Jim Bridwell che con la sua visione dellimpossibile e un buon cannocchiale scopre quella che diventer la pietra miliare delle moderne big-walls; Sea of Dreams ( A5 ) aperta nel 1978, risulter in seguito come una arrampicata artificiale avanti di almeno 10 anni rispetto a tutte le vie di El Cap e oserei dire del mondo. Terrorizzer per molti anni gli arrampicatori che la vogliono tentare e ancora oggi classificata tra le 5 vie pi difficili di El Capitan.!! Dallaltra parte del mondo !La scarsa propensione degli Italiani ad andare in Yosemite a cimentarsi con le sue lisce pareti di granito, non trova spiegazioni. Solamente pochi arrampicatori di casa nostra sentirono e sentono tuttora, il richiamo per questo incredibile posto. E pur vero per, che la nostra scuola e cultura alpinistica fosse, gi dai primi anni 50, infatuata dalle grandi montagne dellarco Alpino, della Patagonia e dellHimalaya e credendo che questo ci bastasse siamo andati avanti cos ancora per molti anni, permettendoci di snobbare larte arrampicatoria che era nata e si stava evolvendo in California. Basandosi su due valori molto semplici come unetica alpinistica molto rispettata dal singolo arrampicatore e un rispetto per la roccia che veniva posto come base di partenza prima di ogni arrampicata, gli Americani furono capaci di salire il 7

grado quando noi eravamo ancora alle prese con il 6 e avevano gi sviluppato il bouldering tanto che un certo John Gill sembra avesse salito un masso con difficolt di 7B gi nei primi anni 60. Le vie di pi tiri venivano chiaramente aperte lungo linee di salita esclusivamente naturali per non dover forare la roccia per i chiodi a pressione. !Il nuovo mattino !La valle dellOrco e la val di Mello sono state due scuole indubbiamente importanti perch ci hanno avvicinato al modo di pensare doltre oceano, ma sono arrivate in ritardo e oltre a questo non si sono purtroppo mai completate con quello che avrebbero sempre sognato di fare: vivere la realt di Yosemite, vivere a Camp 4 e soprattutto scalare assiduamente El Capitan nello stesso momento del loro massimo sviluppo in Italia. Aggiungo che sono state due scuole rivoluzionarie e come tali snobbate e messe in un angolo senza che nessuno andasse realmente ad approfondire i concetti e il livello tecnico raggiunto. Ora quello che personaggi come Motti, Galante, Grassi, Miotti e tanti altri, hanno fatto sulle pareti della valle dellOrco e di Mello sono l a testimonianza del loro grande coraggio e classe arrampicatoria e centinaia di arrampicatori che hanno salito le loro vie possono sottoscriverlo.!! Meglio tardi che mai !Le notizie delle incredibili scalate su questa montagna giungevano a noi anche se in maniera non troppo precisa ma giungevano; il fatto poi che i fuoriclasse dellarrampicata Californiana fossero venuti sul Monte Bianco ad aprire vie come lAmericana al Fou e le dirette al Dru, doveva farci riflettere su cosa avremmo trovato a casa loro e su quanto avremmo potuto imparare dal loro pensiero e dalla loro tecnica alpinistica. In poche parole, non siamo riusciti a sfruttare lenorme potenzialit dellet doro di Yosemite (anni 60) che ci avrebbe permesso di conoscere il nuovo mondo che si stava sviluppando dallaltra parte dellAtlantico e che avrebbe sicuramente accresciuto il nostro bagaglio tecnico. !Meglio tardi che mai; nella storia dellarrampicata Italiana in Yosemite si possono individuare quattro periodi che si distinguono dagli altri. Il primo sicuramente quello che vede le prime ripetizioni del Nose e della Salath da parte di cordate Italiane, il secondo quella che io chiamo lera Perlotto, il terzo le salite in libera di Maurizio Zanolla, nell87 che brucia on sight alcune vie molto dure e quarto le salite estreme del sottoscritto fatte negli ultimi anni 90. !Ma iniziamo con ordine: Gli anni 70! primi Italiani che realizzarono una big wall furono i fortissimi alpinisti Giorgio Bertone e il suo compagno e amico Renzino Cosson che partirono dalla Valle dAosta nel Novembre 1974 alla volta di Yosemite, con lintenzione di scalare

El Capitan lungo la via del Nose. Arrivarono a Camp 4 e cominci a nevicare copiosamente e questo si somm alle gi alte difficolt che stavano per affrontare. Lattrezzatura era quel che era, racconta Renzino; avevamo molti chiodi perch allora i friends e i nuts non cerano e avevamo anche difficolt a reperire tutto il resto del materiale che ci serviva per unarrampicata cos specifica e a noi sconosciuta. Giorgio per era fortissimo e non si fermava davanti a niente.!Formavano sicuramente una coppia molto affiatata, e forte lo era anche Renzino perch altrimenti non sarebbero saliti. Impiegarono 7 giorni e 6 bivacchi in parete con temperature molto rigide per compiere quella che fu la prima ripetizione Italiana del Nose ( VI 5.10 A3 ). Dopo questa salita, in Italia si comincer a parlare sempre pi spesso di Yosemite; questo per non baster a far nascere in qualcuno la voglia di andarci e continuer ancora per qualche anno a rimanere una sorta di terra sconosciuta. !A risolvere questo problema ci penser il Vicentino Franco Perlotto che approda in Yosemite nel 1978 con Marco Corte Col e insieme fanno la prima ripetizione Italiana in 5 giorni, della difficile e tecnica Direct Northwest Face ( VI 5.10 A3+ ) allHalf Dome. !Nello stesso anno il fortissimo trio formato da F. Perlotto, Alessandro Gogna e Marco Preti si arrampica per 4 giorni, lungo la stupenda e difficile Salath Wall ( VI 5.10 A3 ) su El Capitan compiendo la prima ripetizione Italiana e salendo in arrampicata libera tiri di corda pericolosi come la Hollow Flake, che ancora oggi continua a terrorizzare gli scalatori che la affrontano. Nel 1979 Palma Baldo, assieme a suo marito Giovanni Groaz e a Franco Perlotto compie la prima ripetizione femminile Italiana del Nose collocandosi tra le prime donne in assoluto a scalare questa parete. Giovanni racconta che in quella salita trovarono molto ghiaccio nelle fessure e molta neve sui pianori sommitali di El Cap, che li costrinse a fare il terzo bivacco lungo il sentiero di discesa. Dopo il Nose, G. Groaz si concede la prima solitaria Italiana e forse Europea del Lost Arrows Spire ( 5.8 A2 ). !Sempre nel 79 Aldo Leviti con i compagni di scalata F. Mich e A. Savelli scoprirono anche loro il bellissimo mondo di Yosemite e si portarono a casa in 3 giorni la salita del Nose. Il mitico campeggio di Yosemite chiamato Camp 4, raccoglie da sempre tutti gli arrampicatori che arrivano da ogni parte del mondo e si stabiliscono qui per tentare di scalare El Capitan. Camp 4 diventa parte integrante della scalata in Yosemite. E una tappa obbligatoria o meglio una parte essenziale di ogni scalata che si va a fare in giro per la valle; Camp 4 come fosse il primo tiro di tutte le vie che ci sono in Yosemite. In questo luogo magico, di notte si sognano le pareti mentre la mattina seguente si prepara tutto il materiale ordinandolo ben bene su un telo cos da mostrarlo a tutti quelli che passano; poi via, si parte, a mangiare polvere sui sentieri di avvicinamento e a soffrire di paura sulle pareti di roccia.

Gli anni 80 !E a Camp 4 che dormirono sicuramente anche Vito Amigoni, Ermanno Salvaterra e Sergio dalla Longa quando tra i primissimi Italiani a farlo, salirono la Salath in 4 giorni nel Novembre 1980. Nel 1983 Aldo Leviti e compagni, tornano in Yosemite e scalano in libera sulle pi piccole strutture di fondo valle. Riescono sulla mitica Separate Reality ( 5.12a ) un tetto orizzontale di 7 metri con una fessura ad incastro e un passaggio duscita estremo gia provato molte volte e riuscito anche a Perlotto nell80.! Umberto Villotta di Milano, che diventer uno dei pi assidui frequentatori di Yosemite, scopre El Capitan e larrampicata artificiale salendo il Nose nel settembre 1984, in compagnia del mitico Giuseppe Popi Miotti protagonista del Nuovo Mattino e dellarrampicata nella Val di Mello. Perlotto che ormai di casa qui in Yosemite, tenta Zodiac ( VI 5.10 A4 ) nel 1984 con il suo amico Dave, ma si fermano a met parete e ritornano gi in doppia.! Perlotto si rif subito, compiendo sempre nel84, la prima Italiana di Dihedral Wall ( VI 5.9 A3+ ) su El Cap in 4 giorni accompagnato dagli amici Paolo Pezzolato e Maurizio Fermeglia. Siamo nell autunno del 1986 e Bruno Tassi detto Camos e il suo socio Tiraboschi tentano coraggiosamente Pacific Ocean Wall che allora forse era ancora classificata A5 e aveva pi di cento passaggi su copperheads e hooks. Il Camos racconta che erano alla terza sosta di Pacific O.W. quando, due americani scendendo in doppia lungo la stessa via arrivano alla sosta dove sono fermi anche loro. Gli americani vedendo il pochissimo materiale che avevano i nostri due, li avvertono che su Pacific, in quelle condizioni rischierebbero di farsi male e li consigliano piuttosto di andare a fare Zodiac. Nasce cos la storia della prima ripetizione Italiana di questa bellissima e difficile via ( VI 5.10 A4 ) che il Camos e il Tiraboschi scalano in 3 giorni.!Scesi a terra e non contenti della salita di Zodiac si lanciano sulla Triple Direct ( VI 5.9 A2 ) sempre su El Capitan compiendone una delle primissime ripetizioni Italiane.!La prima solitaria assoluta della Via Lurking Fear ( VI 5,10 A3+ ) su El Cap avviene nell86 in 4 giorni per opera di F. Perlotto.! Andrea Sarchi e Paolo Caruso compiono nello stesso anno la prima rip. Italiana di una delle vie in fessura pi belle e difficili; Astroman ( 5.11c ) che si trova sul Washington Column. !Ed sempre nell86 che, durante una breve visita in Yosemite, Pietro Dal Pr sale a vista Medusa che la variante diretta a Clash of Titans ( 5.13b ) nella zona del Tenaya Lake. A detta dellasso dellarrampicata americana Ron Kauk che assiste alla performance di Pietro questa on sight da annoverare come una delle migliori prestazioni di sempre,avvenuta in terra Americana.!Dalla Valle dAosta le guide alpine Giuliano Trucco e Walter Cazzanelli di Cervinia salgono il Nose prendendo una grossa nevicata in parete che li costringe a rimanere fermi per un giorno intero; siamo nel Maggio 1987.!Maurizio Zanolla, meglio conosciuto come Manolo sceglie anche lui il 1987 per andare in Yosemite. Quello che riesce a fare ha dellimpressionante: con

H.P. Eisendle sale il Nose in 9 ore riuscendo a salire tutti i tiri a vista a parte il Great Roof e il diedro pi in alto che risulter, per Linn Hill che compir la prima salita all free essere il tiro chiave della via e oggi dopo la rottura di un appoggio classificato addirittura 8C.!Con Heinz Buhler, Manolo sale in 1 ora e mezza la prima parte della Salath, il cosiddetto free blast portandosi dietro un po di corde da usare per fissare la parte pi difficile. Arrivato ad un certo punto per si accorge che queste corde non gli servono pi e anzi gli sono di impiccio e decidono quindi di scendere sulle onnipresenti corde fisse delle Mammoth Terraces. Il giorno seguente, pi leggeri, risalgono sempre le stesse fisse e in 7 ore salgono la parte superiore della Salath arrampicando in libera fino a El Cap Spire e proseguendo in artificiale sulla head-wall. Dopo queste performance non ha difficolt a bruciarsi on sight le difficili West Face ( 5.11c ) su El Cap, la Regular AllHalf Dome ( 5.12 ), Astroman ( 5.11 ) in compagnia di Mauro corona, Crucifix ( 5.12 b ) e altre, mentre rimarchevole la on-sight su Phanton, una fessurina strapiombante dal mitico grado di 5.13a . Tutte le vie e tutti i tiri sopraelencati sono stati fatti da Manolo sempre da primo di cordata.! Tornando allartificiale, la bellissima e strapiombante The Prow ( V 5.10 A2 ) al Washington Column viene ripetuta in prima Italiana da U. Villotta e G. Rossetti nel settembre 1988. Timmbuktu Left ( 5.10 A4 ) la nuova via-variante alle Timbuktu Towers di El Cap, aperta nell88 in solitaria dal solito F. Perlotto.!La Leaning Tower strapiomba talmente tanto che viene usata dai pazzi e scatenati scalatori della valle per adrenalinici salti nel vuoto con la corda; questa liscia e difficile torre ( 5.7 A3 ) viene salita da Perlotto nel 1980 e ripetuta poi da U. Villotta e O. Meloni nel 1989. Pochi giorni dopo, gli stessi due, accompagnati dal fortissimo Armin Fisher , si concedono su Zodiac, che stata nel frattempo aggiornata con una nuova difficolt ( VI 5.11 A3+ ). Dagli anni 90 ad oggi! Iniziano cos gli anni 90 e subito Perlotto tenta in Inverno la difficile Lost World ( VI 5.10 A3+ ) con Graziano Bianchi ma non riescono a terminarla. Due forti apritori di big-wall della Val di Mello, Fabio Spatola e Paolo Covelli, salgono Zodiac, nel Maggio 1990 e in 5 giorni.!Il colpo grosso lo mettono a segno U. Villotta, R. Alberti e R. Errington che nel giugno 1991 salgono in prima rip. Italiana la panciuta e strapiombante The Shield ( VI 5.9 A3+ ) salita nel 1995 anche da Spatola e Covelli.!Nel 91 anche i Trentini Mario Manica. Denny Zampiccoli e Fabio Leoni salgono la Triple Direct . Lurking Fear cede sotto allormai collaudato e onnipresente Villotta che la sale in 3 giorni in compagnia di R. Alberti nel Giugno 1992. !La stessa via, qualche mese dopo viene salita da G. Groaz e dalla moglie Palma Baldo che si conferma come la pi attiva scalatrice Italiana in Yosemite.!I due uomini Jet Italiani sono Manrico dellAgnola e Ivano Zanetti che salgono la Salath in giornata nel 92. !Nel 1993, Paola Fanton, moglie di Mario

Manica, non si lascia intimorire dai 700 metri del muro liscio e strapiombante della parete Est di El Cap, e assieme al marito e allamico Fabio Leoni sale Zodiac.! Con lesperienza gia in tasca, della prima ripetizione assoluta di Flagrante Dlire ( V 6B A3 ) al Gran Capucin sul M. Bianco, Valerio Folco scopre lo Yosemite nell ottobre 1995 e tanto per cominciare sale anche lui Zodiac in 3 giorni e in compagnia di Mario Ogliengo. !Aldo Leviti nel 1996, ritorna al W. Column e ci rimane appeso 3 giorni salendo in solitaria The Prow ( V 5.10 A2 ). Subito dopo si toglie anche lui la voglia, come tutti gli altri, salendo Zodiac che diventata nel frattempo la via pi gettonata di El Capitan. !Lo stesso anno Pietro dal Pr scala in libera la Salath a parte 6 tiri sulla head-wall. Lorenzo Nadali e Maurizio Giarolli corrono su Tangerne Trip ( VI 5.9 A3+ ) uscendo sul Top in soli 2 giorni; siamo nel Settembre 1996. !Nell Ottobre 1997 invece, Valerio Folco riesce, tra i primi in Europa, sulla difficilissima e pericolosa Sea of Dreams ( VI 5.9 A5 ) salendo da capocordata Hook Or Book ( A5 ) che il tiro chiave. In questa avventura e assieme ad Armin Fisher e Tom McMillan . Il trio impiegher 8 giorni per riuscire a toccare il Top di El Capitan.! Mentre Valerio rischia la pelle su hook or book, Antonio Pozzi di Genova e il suo amico Matt Andrews salgono, 300 metri pi a destra, la temuta e faticosa Iron Hawk ( VI 5.9 A4 ). !Un mese dopo tocca a Jim Bridwell e Giovanni Groaz salire limpressionante e pericolosa Wyoming Sheep Ranch ( A5 ), compiendone la 13^ ripetizione.! Folco ritorna alla base di El Cap nel Maggio 1998 per tentare in solitaria e prima Europea, Winds of Change ( VI 5.10 A5 ). Dopo 8 giorni di duro lavoro, Valerio ha superato 10 tiri tra cui due di A5, due di A4+ e due di A4. Per uscire dalla via gli rimangono solo 9 tiri che tecnicamente non sono pi un problema, ma una grossa perturbazione con neve e pioggia lo costringe al ritorno in corda doppia. !Un mese pi tardi, Giovanni Bassanini capace di salire il Nose in 10 ore. Con le protezioni gi in posto, sale anche la fessura pi famosa di Yosemite; Phoenix ( 5.13 a ). Oltre a questo si porta a casa alcune delle classiche dure come West Face, Astroman, Freestone e Crimson Cringe.! La terribile coppia J. Bridwell e G. Groaz non stanno a guardare; cos, anche loro qualche mese pi tardi salgono Plastic Surgery Disaster ( VI 5.8 A5 ) aperta in solitaria da quello che definito il pi forte e tecnico arrampicatore solitario di tutti i tempi; Eric Khol. !Nello stesso periodo Pietro dal Pr stupisce per lennesima volta lambiente della scalata americana compiendo la prima assoluta in salita e discesa!! del pi famoso passaggio di boulder del mondo; Midnight lightning ( 7B+ ). Nei giorni seguenti sale anche i boulders King Kobra e Bruce Lee entrambi di 7C. Nei Boulder da segnalare anche la prestazione di Luca Zardini che sale il difficile Thriller valutato 7C+.! Nel Giugno 1999 Valerio Folco assieme a Tom McMillan sale in dieci giorni, quella che definita la via di artificiale pi difficile del mondo. !Reticent Wall ha uno sviluppo di 1100 metri ed classificata ( VI 5.9 A5+ ) poi degradata ad A5; sale

poco a sinistra di Mescalito, in quel tratto di parete pi lungo, liscio e verticale di tutto El Capitan. I due soffriranno lunghi momenti di tensione e ansia soprattutto quando Tom, nel 16 tiro rischia la vita cadendo per pi di 15 metri danneggiando in maniera molto seria la corda. !Nell Ottobre1999 la via, da sempre pi sognata e ambita di El Capitan la classica Mescalito ( VI 5.9 A4 ), che viene salita in 8 giorni da Massimiliano Max Gianchini e il suo amico giapponese Sakamoto.! Nel Novembre dello stesso anno i soliti due, J. Bridwell e G. Groaz, si offrono una via nuova e indipendente su El Cap nella zona della East Buttress; Dark Star ( VI 5.10 A5 ) si sviluppa per dieci tiri che i due hanno salito in 7 giorni.!! Molti altri arrampicatori si sono recati in Yosemite compiendo belle salite.! Tra loro va ricordato:!Il gi citato Fabio Leoni che oltre a salire le classiche big-wall su El Capitan, sale in libera Astroman, Rostrum e limpegnativa West Face con due soli resting. !E poi ancora il Nose di Beppe Villa e suo fratello e le tante vie di Rudy Buccella. !In questo tipo di ricostruzioni purtroppo, si omette sempre di citare qualcuno; questo succede per dimenticanza o per oggettiva mancanza di notizie. Con tutti voi, di questo, mi scuso anticipatamente.! Nota: Le notizie scritte in questa ricostruzione non possono oggettivamente essere controllate si presume che ci sia stata correttezza assoluta.

SCALE DELLE DIFFICOLTA


Lapplicazione della difficolt ad un tiro o ad una via e sar sempre una scienza inesatta. Il grado viene dato di solito in base alla propria esperienza. Di norma si aspetta un ripetitore che dovrebbe confermare o meno la difficolt e solo allora ci si pu ritenere quasi sicuri. Ma in realt non cos. I tempi che cambiano, l'attrezzatura che migliora, l'allenamento psico-fisico sempre pi esasperato e tanti altri fattori portano ad una ciclica rivalutazione del lavoro fatto dai primi salitori. Si capisce benissimo, allora, che il tentativo di regolare le scale delle difficolt e cercare di imbrigliarle all'interno di confini ben definiti risulta e risulter alquanto difficile. !L'esempio, VI 6B A4 applicato a tutte le big wall del mondo racchiude in se tre diverse scale di difficolt. La prima stabilisce praticamente il tempo che si trascorre (o che teoricamente si prevede di trascorrere) in parete, fornendo indirettamente anche l'impegno globale della salita.!Abbiamo cos:!! GRADO I - DA UNA A TRE ORE !GRADO II - DA TRE A QUATTRO ORE !GRADO III - DA QUATTRO A CINQUE ORE DI DURO LAVORO! GRADO IV - TUTTO IL GIORNO DI IMPEGNO TOTALE !GRADO V - UNO O DUE GIORNI CON BIVACCO POSSIBILE

!GRADO VI - DUE O PIU' GIORNI IN PARETE! GRADO VII - E' IL GRADO "VI" IN AMBIENTE ESTREMO CON DIFFICOLTA' SU OGNI TIPO DI TERRENO (AVVICINAMENTO, GHIACCIO ECC.) UNITO A PERICOLI OGGETTIVI ALTISSIMI. !La seconda la famosa scala delle difficolt in arrampicata libera che tutti conosciamo, e che mi sembra superfluo spiegare. La terza scala quella dell'arrampicata artificiale che ha per bisogno di alcune puntualizzazioni. Il luogo dove nascono tutte le tendenze applicate a questa scala Yosemite, in quanto da sempre ritenuto la fucina di nuove idee per l'artificiale, anche perch tutti gli scalatori del mondo lo prendono ormai come riferimento. Del resto le strutture esistenti e le particolari condizioni di tempo stabile hanno permesso una evoluzione di questa disciplina come in nessuna altra parte del mondo. Ma questo non basta. Gli scalatori che hanno da sempre frequentato questo posto lo hanno fatto con un' etica direi rivoluzionaria che non ha fatto per scuola negli altri paesi. Primo tra tutti mi viene in mente il divieto, da sempre, e per legge del trapano a motore o la chiusura incondizionata per alcuni periodi di tutta la parete di El Capitan per non disturbare la nidificazione del Falco Pellegrino. E da noi?.. Ora bisogna fare una distinzione. La scala delle difficolt ha subito una compressione dal 1980 in poi. Si deciso quindi di non aprirla verso l'alto tenendo come limite tecnico l'A5 e come limite teorico l'A6. Cosa sta succedendo: le vie aperte prima del 1980 mantengono una gradazione, che stata comunque modificata negli anni, e sono da decifrare in maniera diversa rispetto alle vie cos dette moderne. Il confine del 1980 rimane un confine virtuale, perch molte vie aperte dopo di esso si sono dimostrate molto pi facili di alcune vie diciamo cos "della prima generazione". Le vie prima del 1980 applicavano una gradazione razionale anche se gi inconsciamente non superavano mai l'A5. A1 significava protezioni a prova di bomba, l'A5 significava alta tecnicit in una situazione di altissimo pericolo (caduta mortale). Ora, l'avvento di nuove attrezzature unite alla sempre pi alta specializzazione degli arrampicatori ha fatto si che la scala divenisse compressa a tal punto che l'A5 di una volta ora diventato A3+ new-wave. Applicando questa nuova scala l'A5 diventa un miraggio tanto che ad oggi sembrano esserci pochissimi tiri al mondo che arrivino a questo irraggiungibile traguardo e solo uno di loro confermato dai ripetitori ( penultimo tiro di Reticent Wall ). !Un esempio della confusione che si creata quello della guida di Big Wall Americana dove sulla stessa pagina vengono presentate le vie "Shortest Straw" e " Zodiac" che salgono parrallelamente ad una cinquantina di metri l'una dall'altra ed entrambe gradate (A3+). La prima stata aperta nel 1990 e la seconda nel 1972. Ora, agli occhi di uno scalatore che per esempio ha appena scalato Zodiac, Shortest S. diventa

appetibile perch ha la stessa difficolt. Lo scalatore in questione per non conosce la differenza fondamentale tra le due vie e cio la diversit di applicazione della scala di difficolt che per S.S. new- wave, e per Zodiac classica. In questa situazione si crea una confusione pericolosa perch indirettamente e in maniera non visibile si presentano due vie con la stessa difficolt che appartengono per a due scale differenti che implica per la via S.S. una caduta mortale e per Zodiac una caduta lunga ma non pericolosa. Il problema quindi non solo teorico o di discussione ma anche di presentazione. Bisogna eliminare i dubbi il pi possibile rendendo molto chiaro l'argomento.

GRADAZIONE NEW-WAVE !
Premessa:! Alla A affianco la C che sta per Clean-aid climbing cio una progressione su un tiro di artificiale che si sale senza usare il martello. Le vie di artificiale possono essere salite con martello: in questo caso si parla di A.. oppure senza e allora si parla di C... : cio con la C tutte le protezioni che si mettono devono essere piazzate solo con le mani (friends, nuts, cam-hooks ecc.).! Solo una piccola parte di vie sono state salite in Clean-aid climbing soffrendo tra l'altro di lunghi momenti di paura.!Alla C si pu affiancare una F (es.C2F) per far capire che la progressione pi semplice che la pura clean-aid climb perch lungo il tiro si incontrano molte protezioni gi fisse in parete.!Tra le due scale A e C non esiste conflitto e i concetti sotto descritti valgono per entrambe. !A 0: Richiede uso di materiale in una quantit limitata anche senza uso di staffe. Per esempio quando si compiono brevi passaggi, tirando 2 o 3 spit o chiodi o nuts per risolvere una sezione sulla quale non si riesce ad arrampicare. !A 1 o C1: Artificiale facile e piacevole. Non richiede in particolare bagaglio tecnico anche se alcuni passaggi possono risultare impegnativi. Le protezioni trattengono cadute lunghe e di norma sono facili da posizionare. Facile da salire in cleanclimbing.! A2 o C2: Artificiale moderato. Si comincia a parlare di vero artificiale. Il materiale Impiegato comincia ad essere specifico e qualche protezione pu trattenere solo il peso del corpo. Di norma le cadute non sono pericolose.! A2+: Con questa difficolt bisogna avere la capacit di trovare e ricercare la direzione della via e del tiro. Al di sopra di una buona protezione ci sono da fare alcuni passaggi consecutivi su protezioni che trattengono solo il peso del corpo. Sono possibili cadute di 10 metri in una situazione di leggero pericolo. Oggi questa difficolt e data a vie come Mescalito o Shield (entrambi ex vie di A4).! A3 o C3: Artificiale difficile. E' indispensabile ricercare, se possibile, delle buone protezioni lungo il tiro in modo che arrestino una caduta. Le protezioni sono

talmente marginali, che devono essere testate. Le cadute lunghe sono possibili (15-20 metri), ma di solito sono al riparo da gravi conseguenze. Per un buon arrampicatore ci vogliono alcune ore di lavoro per portare a termine tiri con questa difficolta'.! A3+: Come l'A3, ma con cadute pericolose, (oggi questa difficolt paragonata spesso all'A5 classico, cio quello dato prima del 1980). Da questo limite in poi siamo nel regno della estrema tecnicit e complessit nel posizionare le protezioni. L'impegno dell'arrampicatore massimo sotto tutti gli aspetti; (ricerca della via, marginalit delle protezioni, concentrazione e calma). La capacit di giudizio fondamentale per non ritrovarsi in una situazione pericolosa. Di solito un cengia, la faccia di un diedro o una placca appoggiata sono posizionate lungo la linea di caduta. ! A4 o C4: Artificiale serio. Non si parla pi di potenzialit, probabilit ecc. . Qui le conseguenze di una caduta sono gravi. La protezione che si mette e' talmente precaria che bisogna pregare per rimanere su. I voli raggiungono i 30 metri e pi.! A4+: Come l'A4, ma ancora pi serio. I movimenti da fare sulle staffe devono essere bilanciati, controllati e morbidi. Si passano normalmente dalle 5 alle 7 ore per riuscire a terminare un tiro del genere, soffrendo per l'incertezza e la tensione. !A 5 o C5: E' il grado che esprime il massimo della pericolosit. Tutte le qualit che deve Avere un arrampicatore, descritte precedentemente, devono essere usate con una Acutissima capacit di giudizio. E' esemplare la spiegazione che segue: nessuna Protezione messa lungo il tiro pu trattenere una caduta anche se piccola (una lunghezza di artificiale moderno quasi sempre attorno ai 60 metri). !A 6: E' un grado teorico. Viene respinto dalla comunit di artificialisti perch si mette a rischio lincolumit della cordata (una sola caduta comporta altissimo pericolo di morte). Si tratta di salire un Tiro di A5 come descritto sopra partendo da una sosta naturale fatta senza forare o migliorare la roccia e che non riuscirebbe a trattenere una caduta. !Questa la gradazione dellartificiale inventata da Jim Bridwell:! NBD = No Big Deal. Artificiale facile senza particolari pericoli (A1/A2)! NTB = Not Too Bad. Artificiale che potr prenderti del tempo ed essere leggermente pauroso, ma non veramente pericoloso se saprai cosa stai facendo.! PDH = Pretty Damn Hard. Artificiale difficile e che ti prender molto tempo. Protezioni paurose per posizionare le quali avrai bisogno di molta capacit e concentrazione. Situazione pericolose. !D FU = Don't Fuck Up. Artificiale non pi difficile di PDH ma che comporta una caduta mortale o veramente pericolosa.

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