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Torquato Tasso

Torquato Tasso
Torquato Tasso (Sorrento, 11 marzo 1544 Roma, 25 aprile 1595) stato uno scrittore e poeta italiano. La sua opera pi importante e conosciuta la Gerusalemme liberata (1575), in cui vengono descritti gli scontri tra cristiani e musulmani alla fine della prima crociata, durante l'assedio di Gerusalemme.

Biografia
Nacque a Sorrento l'11 marzo 1544. Il padre Bernardo era un letterato e cortigiano bergamasco al servizio del principe di Salerno Ferrante Sanseverino del vicereame di Napoli,[1] mentre la madre Porzia de' Rossi era una nobildonna pistoiese[2] . Pochi anni dopo il principe fu bandito dal regno e Bernardo segu il suo padrone, trascorrendo la vecchiaia tra occupazioni di corte faticose e poco remunerative.[1] All'et di 6 anni Torquato si rec in Sicilia e negli anni seguenti a Napoli, dove venne educato dai Gesuiti e conobbe Ettore Thesorieri Torquato Tasso con il quale rest in corrispondenza epistolare. Egli rimase fino ai dieci anni a Napoli con la madre, poi segu il padre prima alla corte di Urbino, quindi a Venezia; nel frattempo gli mor la madre, rimasta a Napoli, probabilmente avvelenata dai suoi fratelli per motivi d'interesse.[1] Tra il 1560 ed il 1565, Tasso comp i suoi studi a Padova e a Bologna, centri di studio di cultura aristotelica.[1] Nella prestigiosa Universit di Padova studi prima diritto, poi letteratura e filosofia. Proprio a Padova Tasso gett le basi della propria cultura filosofica, grazie soprattutto alla conoscenza di Sperone Speroni. Si leg all'Accademia degli Infiammati ed in seguito a quella degli Eterei. Nel 1562, all'et di diciotto anni, pubblic con successo il poema epico cavalleresco Rinaldo,[1] incentrato sulle avventure del cugino di Orlando e si ciment anche nella lirica amorosa[1] con versi dedicati a Laura Peperara, conosciuta a Mantova, e a Lucrezia Bendidio, dama di Eleonora d'Este e donna della quale probabilmente era innamorato.[3] Nel 1565 giunse a Ferrara in occasione delle nozze del duca Alfonso II d'Este[4] , al servizio del cardinale Luigi d'Este, fratello del duca, e dal 1570 pass al servizio del duca stesso.[1] Questo fu il periodo pi felice della vita di Tasso, in cui il poeta visse apprezzato dalle dame e dai gentiluomini per le sue doti poetiche e per l'eleganza mondana. La ricchezza culturale della corte estense costitu per lui un importante stimolo; ebbe infatti modo di conoscere Battista Guarini, Giovan Battista Pigna ed altri intellettuali dell'epoca. Per il divertimento della corte fece rappresentare nell'estate del 1573 il dramma pastorale Aminta. In questo periodo riprese il poema sulla prima crociata, iniziato nel 1559, dandogli il nome di Gottifredo; il poema venne ultimato tra il 1570 e l'aprile del 1575 e presentato a corte nell'estate di quell'anno. Ad esso segu la stesura del Discorso sull'Arte Poetica, un trattato teorico. Tasso sottopose il suo poema al giudizio di cinque autorevoli letterati Delacroix: Tasso all'ospedale di Sant'Anna romani. Egli condivise in parte gli scrupoli degli illustri letterati, che gli avevano rivolto critiche di stampo moralistico. In replica a questo giudizio il poeta scrisse, nel 1576, Allegoria.

Torquato Tasso Agli scrupoli letterari si unirono ben presto quelli religiosi, che assunsero la forma di vere e proprie manie di persecuzione. Per mettere alla prova la propria ortodossia nella fede cristiana si sottopose spontaneamente al giudizio dell'Inquisizione di Ferrara, che lo assolse. Le manie di persecuzioni divennero sempre pi evidenti: un giorno, ritenendosi spiato da un servo, gli scagli contro un coltello. Il duca Alfonso lo fece rinchiudere nel convento di San Francesco ma egli ne fugg e, nel 1578, si rec dalla sorella a Sorrento, annunciandole la propria morte, cos da vedere la sua reazione: le svel la sua vera identit solo dopo aver osservato la reazione realmente addolorata della donna. Anche quest'episodio sottolinea le turbe psichiche dell'autore, che mostrava evidenti segni di insicurezza e sopratutto di follia. Nel 1579 ritorn a Ferrara; poich non trov a corte l'accoglienza calorosa sperata, diede in escandescenze durante le terze nozze di Alfonso II con Margherita Gonzaga, figlia del duca di Mantova Guglielmo. Il duca Alfonso II lo rinchiuse quindi nell'Ospedale Sant'Anna, nella celebre cella detta poi "del Tasso", dove rimase per sette anni. Qui, alle manie di persecuzione, si aggiunsero tendenze autopunitive. Scrisse comunque ininterrottamente a principi, prelati, signori ed intellettuali pregandoli di liberarlo e difendere la propria persona. Nel 1580, durante la prigionia, venne pubblicata a Venezia, senza il suo consenso, la prima edizione del poema iniziato all'et di quindici anni, con il nome di Goffredo, composto di 14 canti. L'opera ebbe un grande successo. Il poeta decise allora di pubblicare a Ferrara nel 1581 la Gerusalemme liberata. Nel 1586 fu liberato per intercessione di Guglielmo Gonzaga, che lo volle alla sua corte di Mantova, dove conobbe e divenne amico di Ascanio de' Mori da Ceno. Nel marzo del 1588 Tasso, ripreso il frenetico peregrinare tra le corti e le citt italiane, ritorn a Napoli per risolvere a proprio favore le cause contro i parenti per il recupero della dote paterna. Bench potesse contare sui parenti e sulle conoscenze altolocate partenopee, i Carafa di Nocera Inferiore, i Gesualdo, i Caracciolo di Avellino, i Manso, prefer accettare l'ospitalit di un convento di frati. In questa occasione scrisse il poemetto, rimasto incompiuto, Monte Oliveto, in riferimento al convento in cui sorgeva il complesso monastico che attualmente ospita la caserma dei carabinieri (resta visitabile la chiesa Sant'Anna dei Lombardi).

Monumento in Sant'Onofrio

Anche questo periodo napoletano si rivel problematico per Tasso, a causa delle sue precarie condizioni di salute e delle ristrettezze economiche, a cui si aggiunsero anche nuove polemiche letterarie e religiose sulla Gerusalemme liberata. Spostatosi a Bisaccia, Tasso pot vivere un periodo di maggiore tranquillit. Dai contatti con il conte di Bisaccia nacque anche l'ispirazione per il dialogo Il messaggiero, in cui descritto uno spirito amoroso che appare a Tasso sotto la figura di un giovanetto dagli occhi azzurri, simili a quelli che Omero alla dea d'Atene attribuisce. Tasso mor a Roma nel 1595 a 51 anni, poco prima di ricevere la laurea poetica promessagli dal papa Clemente VIII. Venne sepolto nella Chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo, il cui convento aveva ospitato il poeta in cerca di sollievo spirituale nell'ultimo periodo della sua vita.

Torquato Tasso

Opere
Rime
Torquato Tasso compose un gran numero di poesie liriche, lungo l'arco di tutta la vita. Le prime furono pubblicate nel 1567 col titolo di Rime degli Accademici Eterei. Nel 1581 uscirono Rime e prose. Tasso lavor fino al 1593 ad un riordino complessivo dei testi, distinguendo rime amorose e rime encomiastiche. Previde poi una terza sezione, dedicata alle rime religiose ed una quarta di rime per musica, ma non realizz il progetto. Nelle Rime amorose ben riconoscibile l'influenza della poesia petrarchesca e della vasta produzione petrarchistica del Quattrocento e Cinquecento; contemporaneamente, per, il gusto per le preziosit linguistiche e l'intensa sensualit rivelano l'evoluzione verso un linguaggio nuovo che maturer nel Seicento. L'uso frequente di forme metriche poco usate dai poeti precedenti, come il madrigale, e la raffinata musicalit dei versi fecero s che molti di essi fossero musicati da grandi autori come Claudio Monteverdi e Gesualdo da Venosa.

Pannello in maioliche a Sorrento.

Pi solenni e classicheggianti le Rime encomiastiche, dedicate alle figure ed alle famiglie signorili che ebbero rilievo nella vita del poeta. Per la loro creazione si ispira a Pindaro, Orazio e al celebre Monsignor della Casa. Fra tutte, la pi famosa la Canzone al Metauro, intessuta di fitti elementi autobiografici. Le Rime religiose sono caratterizzate dal tono cupo e plumbeo, forse dovuto al fatto che le scrisse negli ultimi anni di vita.

Aminta

L'Aminta non un dramma pastorale e neppure un dramma. Sotto nomi pastorali e sotto forma drammatica un poemetto
lirico, narrazione drammatizzata, anzi che vera rappresentazione, com'erano le tragedie e le commedie e i cos detti drammi pastorali in Italia Essa in fondo una novella allargata a commedia, di quel carattere romanzesco che dominava nell'immaginazione italiana, aggiuntavi la parte del buffone, che il Ruffo, la cui volgarit fa contrasto con la natura cavalleresca de' due protagonisti, Virginia e il principe di Salerno. Gli avvenimenti pi strani si accavallano con magica rapidit, appena abbozzati, e quasi semplice occasione a monologhi e capitoli, dove paion fuori i sentimenti dei personaggi misti alla narrazione L'Aminta un'azione fuori del teatro, narrata da testimoni o da partecipi con le impressioni e le passioni in loro suscitate. L'interesse tutto nella narrazione sviluppata liricamente e intramessa di cori, il cui concetto l'apoteosi della vita pastorale e dell'amore: "s'ei piace, ei lice". Il motivo lirico, sviluppo di sentimenti idillici, anzi che di caratteri e di avvenimenti. Abbondano descrizioni vivaci, soliloqui, comparazioni, sentenze, movimenti appassionati. Vi penetra una mollezza musicale, piena di grazia e delicatezza, che rende voluttuosa anche la lacrima. Semplicit molta nell'ordito, e anche nello stile, che senza perder di eleganza guadagna di naturalezza, con una sprezzatura che pare negligenza ed artificio finissimo. Ed perci semplicit meccanica e manifatturata, che d un'apparenza pastorale a un mondo tutto vezzi e tutto concetti. un mondo raffinato, e la stessa semplicit un raffinamento. A' contemporanei parve un miracolo di perfezione, e certo non ci opera d'arte cos finamente lavorata. (Francesco De Sanctis)

L'Aminta una favola pastorale composta nel 1573 e pubblicata nel 1580 ca. Presenta un prologo, 5 atti, un coro. Ogni canto si conclude a lieto fine. Ha ispirato la composizione della favola pastorale Flori di Maddalena Campiglia lodata per questo dallo stesso Torquato Tasso

Torquato Tasso

Re Torrismondo
Intorno al 1573-1574 Tasso scrisse una tragedia, Galealto re di Norvegia, che per interruppe alla quarta scena del secondo atto. Tasso la riprese e la complet negli anni successivi alla liberazione dall'Ospedale di Sant'Anna cambiando per il titolo, diventato Re Torrismondo, ed il nome dei personaggi. L'ambientazione nordica: in essa sono frequenti le immagini di distese boschive. In questo, il Tasso mostra la sua forte curiosit per le leggende nordiche, come ad esempio mostra la lettura dell'Historia de gentibus septentrionalibus di Olao Magno. Trama Torrismondo intimamente segnato dal conflitto tra amore e amicizia: il sovrano ama Alvida, che per promessa in sposa all'amico Germondo, re di Svezia. Ma quando Torrismondo scopre che la donna amata non altri che la sorella, la situazione culmina nel suicidio dei due. La tragedia del "Re Torrismondo" molto importante perch anticipa le tragedie barocche, nelle quali si riprendono alcune caratteristiche fondamentali delle tragedie senecane: la meditatio mortis (il Memento mori) e il gusto dell'orrido. Nel Tasso, per, ci che compare fortemente e caratterizza le sue tragedie il conflitto intimo che dilania l'animo dei personaggi: l'uomo si sente intrappolato dal fato, poich impossibilitato all'agire, a modificare il corso degli eventi ormai gi predisposti.

Il "Rinaldo"
Allet di diciotto anni Tasso riprese la materia del romanzo cavalleresco e nel 1562 pubblic il Rinaldo, che narra in dodici canti la giovinezza del paladino della tradizione carolingia e le sue imprese di armi e di amori. Nella prefazione al poema Tasso dichiara di voler imitare in parte gli antichi (Omero e Virgilio), in parte i moderni (Ariosto). Si concentra per su un unico protagonista, secondo le esigenze di unit proposte dallaristotelismo. Si tratta di unopera tipicamente giovanile, ancora priva di originalit, ma compaiono gi alcuni temi e toni fondamentali che caratterizzeranno il Tasso maturo e formato culturalmente.

Gerusalemme liberata
La Gerusalemme liberata considerata il capolavoro del Tasso. Il poema tratta di un avvenimento realmente accaduto, ossia la prima crociata. Tasso inizi a scrivere l'opera con il titolo di Gierusalemme nel 1559 durante il soggiorno a Venezia e la concluse nel 1575. L'opera fu pubblicata integralmente nel 1581 con il titolo di Gerusalemme liberata. In seguito alla pubblicazione del poema il poeta rimise mano all'opera e la riscrisse eliminando tutte le scene amorose ed accentuando il tono religioso ed epico della trama. Cambi anche il titolo in Gerusalemme Conquistata. In realt la Conquistata fu immediatamente dimenticata e la redazione che continu ad avere grande successo e ad essere ristampata, in Italia e nei paesi stranieri, fu la Liberata. Trama Goffredo di Buglione nel sesto anno di guerra raduna i crociati, viene eletto comandante supremo e stringe d'assedio Gerusalemme. Uno dei guerrieri musulmani decide di sfidare a duello il crociato Tancredi. Chi vince il duello vince la guerra. Il duello per viene sospeso per il sopraggiungere della notte e rinviato. I diavoli decidono di aiutare i musulmani a vincere la guerra. Uno strumento di Satana la maga Armida che con uno stratagemma riesce a rinchiudere tutti i migliori eroi cristiani, tra cui Tancredi, in un castello incantato. L'eroe Rinaldo per aver ucciso un altro crociato che lo aveva offeso fu cacciato via dal campo. Il giorno del duello arriva e poich Tancredi scomparso viene sostituito da un altro crociato aiutato da un angelo. I diavoli aiutano il musulmano e trasformano il duello in battaglia generale. I crociati sembrano perdere la guerra quando arrivano gli eroi imprigionati liberati da Rinaldo che rovesciano la situazione e fanno vincere la battaglia ai cristiani. Goffredo ordina ai suoi di costruire una torre per dare l'assalto a Gerusalemme ma Argante e Clorinda (di cui Tancredi innamorato) la incendiano di notte. Clorinda non riesce a entrare nelle mura e viene uccisa in duello proprio da colui che la ama, Tancredi, che non l'aveva riconosciuta. Tancredi

Torquato Tasso addolorato per aver ucciso la donna che amava e solo l'apparizione in sogno di Clorinda gli impedisce di suicidarsi. Il mago Ismeno lancia un incantesimo sul bosco in modo che i crociati non possano ricostruire la torre. L'unico in grado di spezzare l'incantesimo Rinaldo, prigioniero della maga Armida. Due guerrieri vengono inviati da Goffredo per cercarlo e alla fine lo trovano e lo liberano. Rinaldo vince gli incantesimi della selva e permette ai crociati di assalire e conquistare Gerusalemme.

Le sette giornate del mondo creato


un poema in endecasillabi sciolti, composto tra il 1592 e il 1594, accanto ad altre opere di contenuto religioso di impronta chiaramente controriformistica. Il poema venne pubblicato postumo nel 1607. Si fonda sul racconto biblico della creazione ed suddiviso in sette parti, corrispondenti come dice il titolo ai sette giorni nei quali Dio cre il mondo, e presenta una continua esaltazione della grandezza divina della quale la realt terrena un pallido riflesso.

Influenze culturali
La figura del Tasso,anche per la sua pazzia, divenne subito popolare. La lucidit delle opere scritte durante il periodo di prigionia nell'Ospedale di Sant'Anna fece diffondere la leggenda secondo cui il poeta non era veramente pazzo ma fu fatto passare per tale dal duca che voleva punirlo per aver avuto una relazione con sua sorella, imprigionandolo. Questa leggenda si diffuse rapidamente e rese popolare la figura del Tasso, fino a ispirare a Goethe il dramma Torquato Tasso (1790). In et romantica il poeta divenne il simbolo del conflitto individuo-societ, del genio incompreso e perseguitato da tutti coloro che non sono in grado di comprendere il suo genio. In particolare il poeta Giacomo Leopardi lo considerava come un fratello spirituale, ricordandolo in numerosi passi delle sue opere tra cui ricordiamo il Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio familiare (facente parte delle Operette morali). Il poeta vicentino ottocentesco Jacopo Cabianca ha dedicato al Tasso un poema in dodici canti intitolato appunto Il Torquato Tasso.

Onori
Nel 2009 Alitalia gli ha dedicato uno dei suoi Airbus A320-216 (EI-DTH). La scuola media ferrarese "Tasso-Boiardo" (oggi "M. M. Boiardo e T. Tasso") porta il suo nome.

Onorificenze
Laurea poetica (postuma) Roma, 1595

Torquato Tasso

Note
[1] Guido Armellini, Adriano Colombo, Torquato Tasso - L'uomo in Letteratura italiana - Guida storica: Dal Duecento al Cinquecento, Zanichelli Editore [2000], 2009. ISBN 8808197328 [2] Luperini, Cataldi, Marchiani, La scrittura e l'interpretazione, Palumbo, 1997, vol.3, pag.91 [3] Luperini, Cataldi, Marchiani, La scrittura e l'interpretazione, Palumbo, 1997, vol.3, pag.96 [4] Baldi, Giusso, Razetti, Zaccaria, Dal testo alla storia. Dalla storia al testo, Milano: Paravia, 1994, vol. 2/1, p. 653

Voci correlate
Torquato Tasso, commedia goldoniana Torquato Tasso, dramma di Goethe (1790) Torquato Tasso, opera di Gaetano Donizetti Dialogo di Torquato Tasso e del suo Genio familiare, dalle Operette morali di Giacomo Leopardi Bernardino Pino da Cagli Thurn und Taxis, ramo tedesco della famiglia Tasso di Bergamo, fondatori delle prime poste europee Museo tassiano, museo dedicato a Torquato Tasso Accademia dei Catenati

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