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L'informazione che cambia, scenari evolutivi

Leggevo oggi, sul web, uno stralcio del libro di Vittorio Sabadin "L'ultima copia del New York Times". Il testo molto interessante e prefigura uno scenario, neanche tanto a lungo termine, in cui la carta stampata scomparir. Addirittura l'ultima copia del NYT potrebbe andare in edicola da un giorno all'altro mentre altri prestigiosi quotidiani hanno gi chiuso le loro edizioni cartacee (Il Seattle Post-Intelligencer dopo 146 anni di onorato servizio). Ma davvero tanto angosciante lo scenario? Riflettiamoci con calma. Nessuno pu negare il fascino che comporta lo sfogliare un vecchio quotidiano o un libro ingiallito dalle tante volte che l'hanno visto esser consultato. Questo certo. Ma la carta costa e non un supporto molto duraturo. Gi nella biblioteca Vaticana molti libri sono memorizzati come supporti Digitali per la consultazione dei visitatori e dei ricercatori. Lo scenario si estender anche nei giornali, nelle aziende, nelle case ed ovunque vadano conservate delle informazioni. Quello che inizier ad accadere nel panorama informativo un qualcosa in pi ed la normale prosecuzione di questo trend. Oltre ad essere conservate su un supporto digitale, le notizie verranno diffuse su un flusso digitale, di bit. Gi Google, oggi giorno, permette di scaricarsi sul proprio Palmare diversi libri di qualit di libera consultazione. Con i quotidiani avverr lo stesso. Ci si abboner e per qualche centesimo di euro al d ci scaricheremo la nostra edizione del quotidiano che preferiamo. Con nostro risparmio e con totale soddisfazione dell'editore.

Ma allora qual' la vera paura del mondo dell'informazione? Cosa si cela dietro la levata di scudi dei tradizionalisti del giornale? Una questione...pratica. Il posto di lavoro dei giornalisti. Si teme, in pratica, che relegati in una dimensione digitale...i giornalisti si confondano nel mezzo dei tanti che credono di fare informazione con i vari blog o con i social network (Twitter in testa). Alla fine, affogati nel mare magnum del web, chi distinguer il vero informatore dal semplice ed appassionato blogger? Nessuno. E di conseguenza, i giornalisti non guadagneranno nulla. Se le informazioni si possono reperire gratis, perch pagare certi professionisti? Ma il problema un falso problema. E' vero che nel web si possono trovare fatti per ogni dove. Che chiunque pu scriverci un post sopra. Ma la professionalit che porta a costruire correttamente le notizie, quella che porta a distinguere un fatto da una bufala, ad avere il senso di resposabilit di chi opinion-maker, rester comunque appannaggio dei seri professionisti dell'informazione. E sar sempre a loro che bisogner guardare e rivolgersi per sapere come vanno realmente le cose nella realt che ci circonda. Certo, non vi saranno pi le redazioni come le vediamo oggi, con tanti professionisti dietro un caporedattore in maniche di camicia. Ma vi sar la nuova figura del consulente informativo che trover, forse, una nuova giovinezza professionale nel caos informativo che il web, generosamente e fortunosamente, ci regaler nei decenni avvenire. Lo scenario futuro non scuro. E' solo una sfida darwiniana di adattamento. E va affrontato con voglia di ri-mettersi in gioco. Nell'informazione cosi come in ogni altro ambito della vita.

Aggiornamento del 2 Aprile: The Guardian cesser le pubblicazioni cartacee a favore del web> Qui l'articolo.

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