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La biologia e la medicina negli ultimi decenni hanno avuto un progresso incredibile. Grazie alle nuove tecnologie mediche è
infatti possibile guarire molte più malattie, trapiantare organi, manipolare geni, clonare esseri viventi. E’ possibile intervenire
sul destino dell’uomo. Tuttavia non è tutto rose e fiori: in seguito alle nuove possibilità sono nate diverse problematiche di
tipo morale-filosofico.
Questo è il problema principale: stabilire il limite. Nasce spontaneamente la necessità di dare una nuova definizione dell’idea
di natura umana: valutata a priori come sacra ed inviolabile o in base alla sua qualità? Ecco che interviene la filosofia.
Il progetto genoma
Nell’aprile del 2000 l’uomo è venuto in possesso dell’uomo stesso: il DNA è stato completamente decifrato. I ricercatori della
Celera Genomics ha effettuato la mappatura del DNA (individuando la sequenza dei 3 miliardi di basi chimiche del DNA). Ciò
è evidentemente una tappa fondamentale della ricerca genetica che apre possibilità molto promettenti nella cura delle
malformazioni dovute ai geni (come ad esempio la sindrome di down). Sempre nel 2000 il Walnut Creek ha annunciato la
decifrazione di 3 cromosomi umani (5, 16, 19). Se ci sia arrivata prima la General o il Walnut, non è nostro problema, ma è
interessante sapere che:
Il cromosoma 5 ha a che fare con il cancro colorettale e una particolare forma di leucemia;
Il cromosoma 16 ha a che fare con tumori al seno e alla prostata, oltre che con una malattia renale;
Il cromosoma 19 ha a che fare con l’arteriosclerosi e una forma di diabete;
E’ evidente come tali scoperte, sebbene in tempi lunghi, saranno il trampolino di lancio per il progresso futuro.
L’alterazione intenzionale del genoma al fine di migliorarne le qualità può far pensare a pretese eugenetiche?
La genetica può celare uno scenario terribile, in cui i geni potrebbero essere manipolati in modo da “assemblare” un uomo”.
1. Rivoluzione genetica e fecondazione artificiale
Piano economico:
o Data la scarsità dei fondi a disposizione risulta immorale consumarli in queste pratiche piuttosto che ad
altre emergenze più serie, relative ai problemi cardiaci, assistenza agli anziani ecc.
o Data l’abbondanza di bambini senza genitori aumenterebbe ancora di più con queste pratiche.
Piano filosofico e morale:
o La discussione vede due fazioni diametralmente opposte.
o Da una parte la morale cattolica dall’altra la morale laica: contro e a favore.
Lo statuto dell’embrione
Chi è a favore della fecondazione assistita ha l’onere di dimostrare che l’ “iperproduzione” di embrioni non sia in contrasto
con l’etica della vita.
Quand’è che il neo-concepito diventa persona?
Morale cattolica:
o Sin dal concepimento la vita umana è da ritenersi “vita personale”.
o All’embrione dev’essere attribuito il diritto inviolabile alla vita come ad un essere umano.
o Condanna ogni tipo di pratica di fecondazione in vitro (e congelamento degli embrioni).
o E’ condannata ogni tipo di manipolazione genetica (“fissione gemellare”, clonazione, partenogenesi).
o Ritiene lecito ogni intervento che sia finalizzato alla terapia.
o Il “pre-embrione” laico possiede una natura razionale in quanto è finalisticamente orientato all’acquisizione
di quelle capacità spirituali.
Morale laica:
o Si parla di pre-embrione fino al termine dell’ “annidamento” la cui durata è di 14 giorni. In tale lasso di
tempo infatti in realtà esisterebbe un “agglomerato di cellule” (lo zigote) che sarebbe in una fase di
“totipotenza cellulare” che potrebbe dare vita a un solo individuo, individui gemelli, una chimera ecc. In
altre parole mentre un individuo in senso proprio se diviso muore, lo zigote se diviso non muore e dà
origine a due esemplari identici. Il pre-embrione non ha né cellule nervose né capacità immunologica.
o Dal punto di vista genetico il “pre-embrione” non è un individuo biologico.
o Dal punto di vista filosofico non è una persona nel senso di “individuo capace di vita indipendente e dotato
di razionalità”.
o Solo dal 14° giorno il pre-embrione, diventato embrione, possiede una vita personale.
2. La pecora Dolly e i problemi della clonazione
La clonazione
Nel 1996 fece scalpore la notizia della prima clonazione animale: la pecora Dolly, 1996.
Ma com’è avviene in realtà la clonazione animale?
1. Viene estratta una cellula di un animale A e viene posta in soluzione priva di sostanze nutritive in modo che si
despecializzi;
2. Si estrae un ovocita da un animale B a cui si toglie il nucleo e lo si rimpiazza con il nucleo della cellula in soluzione;
3. Grazie a una debole scarica elettrica si innesca la fusione cellulare e la nuova cellula si moltiplica;
4. Il nuovo embrione viene inserito in un altro animale, che partorirà un animale identico all’animale A.
La vera novità sta nel punto 1, ovvero nella scoperta che una cellula differenziata possa tornare allo stato “totipotente”, tale
da poter sviluppare il proprio DNA come una cellula embrione. I vantaggi economici derivanti da animali di più buona qualità
è evidente. Ma sono altrettanto evidenti i rischi, quali la sofferenza per gli animali, diminuzione della biodiversità ecc.
Ma ciò che appare inquietante è l’eventuale estensione della pratica della clonazione agli uomini. Il parlamento europeo così,
l’ano successivo, mise subito al bando la clonazione umana. D’altro canto sulla stessa clonazione animale c’è chi è contro
(verdi e animalisti) e chi è a favore (scienziati e bioeticisti). Hans Jonas si fa allarmato interprete dell’eventualità che l’uomo,
ponendosi al posto di Dio, possa un giorno arrivare a “manipolare” la costituzione genetica dell’uomo per i fini più disparati:
creare geni, creare persone bellissime, creare persone sane, produrre vasti gruppi di uomini geneticamente uguali (per lo
studio scientifico o per adempiere ad un determinato compito, come la guerra), produrre un figlio per una coppia sterile,
produrre un figlio dotato di un genotipo particolare, controllare il sesso dei figli. E’ bene tutto ciò? Jonas esprime la sua
opinione su questa sfilza di possibilità, affermando che se si dovesse dare il consenso per tale pratica il primo punto, quello
della perpetuazione dell’eccellenza, avrebbe la meglio. E non solo, esprime il suo orrore all’idea di una sottospecie di uomo
creata dall’uomo, per non parlare della creazione di ibridi incrociando umani e animali.
Priverebbe l’uomo di tutti quei legami che si realizzano all’interno della coppia;
Distruggerebbe il senso di famiglia disgiungendo la coniugalità dalla genitorialità e dalla procreazione.
Il ruolo dell’uomo sarebbe dal punto di vista biologico ridotto a zero, in quanto il nucleo “fecondante” la cellula
staminale non dev’essere necessariamente dell’uomo. La donna diventerebbe “autosufficiente”.
Porterebbe alla produzione di individui non più unici biologicamente, ma doppi, tripli ecc, mentre ogni uomo ha il
diritto naturale di avere un genotipo soltanto suo e a non sapere quale sarà il proprio futuro.
Animalisti: ritengono che l’uomo non può assoggettare il mondo animale e vegetale, e che quindi la clonazione
animale dev’essere vietata così come per l’uomo.
Altri: ritengono possibile la clonazione animale entro determinati limiti:
o Finalizzata al benessere dell’uomo e del suo ambiente;
o Evitare inutili sofferenze agli animali;
o Le procedure di clonazione devono essere controllate da un Comitato di etica;
o Non si devono creare squilibri nell’ecosistema (eliminare la biodiversità ad esempio).
3. L’eutanasia