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aut ottobre 2010

culture o stili
Di Romina Ciuffa

Cantantesse: LU
Continua il nostro viaggio alla scoperta delle voci femminili del panora-
ma cantautorale italiano. Dopo Laura Bono e Valeria Vaglio, questo mese
vi raccontiamo Melissa Ciaramella, cresciuta tra Tracy Chapman e Sting.
Bere costantemente dell’acqua dal guscio di una senza ricorrere alle lumache: cantando. “Ho ini-
lumaca per il resto della propria vita è stato per ziato balbettando. Quando mi accorsi che con la
secoli il rimedio per la balbuzie. Se non funziona: musica accadeva una magia capii: questa è la mia
colpire un balbuziente in faccia quando il tempo è strada. Fu un caso. Suonavo il basso elettrico in un
nuvoloso, tagliare la lingua con le forbici, rimuove- gruppo di cover dei Toto; a me piacevano i Palasto-
re la zeppa triangolare nella parte posteriore della rius, i Police, Marcus Miller, ma in Sicilia una donna
lingua, accorciare l’ugola o tagliare i nervi e i mu- non suonava quei generi. Il cantante mi chiese di
scoli del collo e delle labbra. Le cause: permettere fare da corista e fu allora che conobbi la mia voce.
a un neonato di guardarsi allo specchio; tagliare i Una volta, sul palco accadde un contrattempo, per
capelli del bambino prima che abbia pronunciato la cui dovetti giocoforza intrattenere il pubblico: ini-
sua prima parola; avere una lingua troppo piccola. ziai a parlare ininterrottamente senza balbettare,
L’opera del diavolo. Melissa Ciaramella ha risolto poi cantai. Quella sera era successo qualcosa”.

I n t e r v i s t a a M e l
Non colpita in faccia con tempo nuvoloso: come lo spieghi? da copione, ma tanti l’hanno presa come una bellissima
Perché quando faccio musica sono io, con tutte le mie canzone d’amore. Nel singolo Nessuna forma ingenua
paure e fragilità, e lì non balbetto. Essere me stessa mi c’è chiunque, dopo una delusione, si ripromette di non
fa bene. Altrove, invece, appaiono le infrastrutture, ed è amare più con la purezza e la sincerità delle prime vol-
come se mi dovessi vestire della vita comune. E balbetto. te. Al contrario di quanto possa sembrare, è un inno
all’amore e ad amare con ingenuità.
Dopo questa scoperta, cosa hai fatto?
Suonavo già uno strumento e cominciai a cantare e forma- Alda Merini scrisse: «L’unica radice che ho mi fa male».
re gruppi di cover. Ho iniziato a scrivere poi, a 15 anni. E a Tu torni a te stessa spesso, e soprattutto hai la terra in due
sperimentare le mie canzoni per strada. Si guadagnava pure. brani: Le radici e La mia quercia. Cosa rappresentano?
Le radici dà il titolo al mio secondo Ep. Volevo tornare
Un tuo pezzo, Mille Miglia, descrive un viaggio. Quale? indietro e capire quali fossero. Questo pezzo contiene un
Il mio, via dalla Sicilia. C’erano troppe cose da combat- ricordo della prima elementare, il primo giorno di scuola,
tere a partire dal fatto che ero una donna. Mi trasferii quando andai piangendo perché mia madre mi voleva ac-
a Roma, suonavo per strada. Mille Miglia rappresenta compagnare. Avevo cartella e scarpe rosse, mi sentivo un
il mio zaino, 30mila lire e tanta paura addosso, il mio Dio e sognavo di diventare chissà chi. Utopia. Mi rendo
«me ne vado», una scelta che rifarei e di cui sono fiera. conto di esser diventata quello che volevo, ma mi accorgo
che tutto quello che pensavo esistesse era solo nella mia
Nessuna forma ingenua è il tuo primo Ep, del 2006. mente, perché c’è una grandissima ignoranza. Scrissi inve-
Cosa racconta? ce La mia quercia moltissimi anni fa pensando a mio padre:
È una raccolta di 5 brani, e comprende anche Mille Mi- per me questo brano rappresentava la mia intimità, e la
glia. Il primo, Compagna Paura, parla di me e della bal- difficoltà è stata proprio quella di sapermi mettere a nudo.
buzie, con la considerazione che usando la mia stessa
paura come forza potevo riuscire, proprio attraverso di In Vanità e in Sottopressione esprimi sentimenti molto
essa, a fare ciò che volevo. Un altro brano, Il copione forti. Da dove provengono?
prende in giro gli uomini, il loro modo d’amare un po’ Vanità, con la quale mi sono presentata a SanremoLab,

38 aut download: muccassassina.com


MACHE E MUSICA

i s s a C i a r a m e l l a
rappresenta la mia soglia di sopportazione, che fortuna- in se stessi che vada oltre l’esibizionismo. E tu ce l’hai…
tamente sto imparando a restringere: una persona mol- I cantautori sono un po’ dei genitori: si fanno i figli, e a un
to «vanitosa» che dovetti allontanare. Come disse Totò, certo punto si lasciano andare. A me piace immedesimar-
ricordati che il limite ha una pazienza; il mio è ancora mi in un altro: è straordinario che l’autore scriva un brano
tropo alto, ma sta scendendo. Mi autocuro scrivendo. pensandolo in un modo, e l’interprete lo faccia proprio. E
Sottopressione è l’espressione della rabbia - in autostrada uno sfizio me lo vorrei passare: Fiorella Mannoia.
un senso d’ansia forte - ed è stata più per me stessa che
per gli altri, ma è con questo pezzo che ho scoperto che Progetti a breve termine?
molti soffrono d’ansia: mi hanno scritto in tantissimi. In cantiere ho il prossimo disco, un album di almeno 10
brani che è già pensato, molto studiato, non affidato a
Come ti definisci musicalmente? sensazioni né al tema esclusivo dell’amore.
Non una cantante pop. Il pop per me è quello che fa Ma-
donna, e non so se in Italia esiste, in effetti. Non il mio. Suonare dove?
Sicuramente sono fatta di folk e di country, cresciuta con Luogo di elezione è la strada. Utilizzo il web, soprat-
un walkman che riproduceva Tracy Chapman e Sting. tutto Myspace, per comunicare. Ma preferisco il cana-
le più diretto e vado da sempre in giro con la chitarra,
Collaborazioni? una modalità che si è persa. Tutti sognano il grande
Circa due anni fa con Silvia Arinci abbiamo formato le palco, ma il palco sta comunque per strada, che sia a
Cantautrici nel cassetto, un progetto che portava oltre un metro e mezzo o che sia per terra. Se vuoi suonare
a me sullo stesso palco Micol Barsanti e Valeria Vaglio, suona, ciò che viene dopo è una conseguenza di quel-
e per un anno abbiamo girato l’Italia. Ho collaborato lo che sei e di quello che trasmetti. Come al Basquiat
anche in seno ad una manifestazione per la balbuzie, Festival di Ferrara, cui ho partecipato di recente. La
insieme a Niccolò Fabi e Simone Cristicchi. verità di un’artista è quando la gente si ferma, ti ascolta
e non va via: in quel momento hai comunicato qualco-
Pochi cantautori si accontenterebbero di essere solo sa. Ed hai vinto. È come se avessi sentito il ritorno alla
autori. Per quello ci vuole una grande dote: una stima musica del cuore, anche senza microfono.

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