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Sviluppo integrato delle abilità linguistiche

Esempio di intervento didattico nella Classe 2°1

Ancora scrittura nei dialoghi

Nella classe seconda stimoliamo i bambini a raccogliere materiale linguistico: ascoltare quello che
dicono i grandi (in casa) e trascrivere quello che si può. Una volta che abbiamo il materiale, lo
leggiamo e scegliamo un dialogo su cui lavorare. Partiamo dalle situazioni più semplici. Sentiamo
dai bambini se il dialogo è chiaro, se si capisce chi parla e che cosa vuol dire; sollecitiamo gli
interventi di tutti; quindi chiediamo all’autore della trascrizione di fornirci le informazioni
necessarie a capire e a completare.

M deuna quanti bricioli c’è in terra


B dove si mette il caffè
M fallo per bene
B o che qualità è
M orzo o che qualità voi che sia

Gli interventi a livello orale vengono scritti alla lavagna, oppure registrati dall’insegnante:
- A me sembra che le persone che parlano siano in cucina, perché uno dice “deuna quanti
bricioli” e allora c’è stato qualcuno a mangiare.
- Per me sono in cucina perché qualcuno fa il caffè.
- C’è qualcuno che dà gli ordini.
- Quando dice “fallo per bene”, lo dice perché di solito non gli piace come fa il caffè…..
- Oppure non gli piace la qualità.
- Forse a quello che lo fa non gli riesce.
- Ma che vuol dire quando dice”dove si mette il caffè?”
- Chi lo chiede secondo me non sa dove si mette il caffè nella macchinetta per farlo, perché
non l’ha mai fatto.
- Oppure ha già fatto il caffè e non sa dove rimetterlo a posto.
- Può chiederlo perché non sa dove metterlo… per riscaldarlo. Quando avanza il caffè la mia
nonna lo mette in un barattolino e lo mette in frigo.

Per ricostruire la situazione comunicativa (tappa d’obbligo per contestualizzare il dialogo)


mancano alcune informazioni; abbiamo capito solo il dove (in cucina); ma non conosciamo il
chi, e non riusciamo ancora a capire il che cosa ed il perché.
Clarissa, autrice del biglietto, ci informa (la registriamo ed in seguito trascriviamo l’orale):
“Babbo e mamma erano a tavola a pranzo… Tutti avevano fatto tanti bricioli e mamma si è un
po’ arrabbiata perché non vuole vedere il sudicio in casa.
Babbo a volte si dimentica dove si tiene il caffè perchè lo fa di rado…. Lui sta alla televisione e
dice sempre alla mamma: - vai a fare il caffè.
….La mamma dice a babbo “fallo per bene” perché un giorno gli era anche traboccato tutto.

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La presentazione salta obbligatoriamente tanti passaggi necessari a conferire organicità e gradualità al percorso didattico
sperimentato; per la sua comprensione globale si consiglia la consultazione della documentazione specifica. Vedi
http://curricoloitalianovinci.wetpaint.com/page/La+relazione+e+lo+scambio+in+situazioni+dialogiche+%28classe+2a%29

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….Babbo l’orzo lo chiama sciacquone, non gli piace tanto, lui vorrebbe un altro caffè, ma la
mamma non lo compra mai perché dice che fa più bene l’orzo.”
Ora siamo in grado di ricostruire la situazione comunicativa, di aggiungere particolari, di sistemare
in ordine logico i vari elementi e raggiungere una coerenza (esperienze già sperimentate in
precedenza con dialoghi meno complessi.).

Dallo scrivere al descrivere

In seguito gli alunni, abituandosi a contestualizzare con l’aiuto di chi era presente i vari dialoghi,
prestano attenzione anche agli interlocutori, alle loro espressioni, ai gesti, al tono della voce.
Andiamo così alla ricerca del lessico più adatto, di sinonimi, di contrari, di tutta una gamma
graduata di parole per esprimere l’atteggiamento di chi dice….

MI FAI I CAPELLI PER MEZZOGIORNO NON


CE LA FAI PER MEZZOGIORNO FARAI UN
PO’ PIU’ TARDI ALLORA VENGO ALLE DUE
E MEZZO A DOPO

I bambini hanno molto discusso nel ricostruire il dialogo, che è stato animato da loro stessi:
“Non ce la fai per mezzogiorno” è un’affermazione? Allora sta parlando la parrucchiera. Ma
potrebbe essere una domanda della mamma di Costanza dopo aver visto la parrucchiera scuotere
il capo o stringere le labbra: “Non ce la fai per mezzogiorno eh!”
Ci viene in aiuto Costanza e così ricostruiamo il dialogo completandolo con le parti descrittive:
“La mamma di Costanza passa dal negozio della parrucchiera, sua amica, e le domanda senza
perder tempo: “Mi fai i capelli per mezzogiorno?”. La parrucchiera Claudia si guarda intorno e
scuote leggermente la testa: “Non ce la fai per mezzogiorno; farai un po’ più tardi!”. La mamma
di Costanza, con aria di disappunto, ribatte: “Allora vengo alle due e mezzo!” Claudia alzando
leggermente le spalle saluta : “ A dopo!”
Dal dialogo risulta evidente che tra la mamma di Costanza e la parrucchiera c’è molta confidenza;
ricerchiamo le parole che ne fanno la spia, quindi giochiamo a cambiare registro. Si mette in scena
la situazione e poi ognuno scrive….. “Una signora si presenta in un negozio di parrucchiera…….

Ancora in seconda una tranche di percorso, passando dai dialoghi autentici ai dialoghi letterari,
riguarda il lavoro sulla fiaba…..
Scegliamo di narrare le fiabe in modo da stimolare la curiosità dei bambini, per coinvolgerli,
intrattenerli piacevolmente e farli interagire col testo; contribuiamo quindi ad attivare quelle
strategie (cognitive, linguistiche, pragmatiche, testuali, relazionali, ecc) che di solito intervengono
nella comprensione orale da parte di chi ascolta, anche per piacere personale.
Quando facciamo ascoltare un testo in classe, è molto importante, per rendere l’ascolto efficace,
creare momenti di preascolto che permettono di avere qualche idea in anticipo su ciò che si
ascolterà (1993, Firenze, a cura di Dario Corno, L. Masiero Bocci, Motivazioni all’ascolto, in
Vademecum di Educazione linguistica)
In tal modo la narrazione si identifica con una strategia di comprensione: uno strumento per
accedere ai testi.

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Un gioco di suggestione e di interazione:
la classe de rêve

Utilizziamo brani musicali: Mozart, Stravinski, Orff. Creiamo un’atmosfera per potenziare
l’emotività dei bambini; induciamoli ad entrare nell’immaginario della fiaba con la loro fisicità,
attraverso l’uso dei sensi.
L’insegnante parla…
Bambini attenzione… il vostro corpo è pesante….. cambiate il respiro:
anche il respiro è pesante, duro, faticoso, veloce. State attenti: è giorno o
I notte?..
- E’ notte, è buio…
Bisogna guardare meglio… da tutte le parti può sbucare qualcosa, può
B esserci qualcosa di pericoloso… Ora siete tutti fiammelle…il movimento è
A scattante… un sussulto… una paura improvvisa.
M Un colpo d’aria fa muovere la fiammella, un guizzo di paura fa sussultare
B il vostro corpo.
I Attenzione… quali suoni vengono fuori dal vostro corpo?
N - sibili interrotti… vocali appesantite…lamenti..
I E le parole?
- Via… vai via… ti odio.. paura
P E i colori?
A - il rosso.. no, il nero…
R Attenzione.. dove siamo?
T - In un bosco fitto, buio, umido…
E Che cosa vediamo?
C -Tanti alberi storti, i rami attorcigliati, le radici che escono dalla
I terra e sembrano animalacci..
P Che cosa sentiamo?
A -Il mugolio del vento che attraversa gli alberi…. Il verso di un
N animale che mette paura…. Un ululato lungo e tremendo.
O Quali sensazioni proviamo?
- Tanta paura…. Mi giro di scatto, ho paura che qualcuno o qualcosa
sia dietro di me.. vedo occhi gialli che mi guardano..
Attenzione: siete angosciati.. il buio, il freddo, i suoni, i versi, la paura…
Che fate?
- Mi metto a correre, mi metto a piangere, mi metto a urlare…
Scappo! Maestra io ho paura davvero!
Mostriamo immagini di autori quali Mirò, Chagall…. Cerchiamo di far evocare ai bambini
sensazioni, ricordi, esperienze, prima legate all’ambiente della narrazione, poi al personaggio
fantastico. In questa fase di immersione nella situazione i bambini si esprimono, fanno ipotesi,
supposizioni… anticipando il contenuto della fiaba riguardo anche alle azioni, alle vicende (Che
cosa potrà succedere ora? Che cosa è andato a cercare il protagonista in un luogo come lo avete
descritto? Etc…)
E il luogo lo disegnano
come lo hanno immaginato………

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come disegnano il personaggio fantastico e mostruoso che hanno visto nella loro immaginazione in
seguito alle suggestioni e alle esperienze.

Il luogo e il personaggio mostruoso vengono infine descritti utilizzando la scrittura. Passiamo così
da una scrittura basata sull’esperienza diretta di un linguaggio funzionale (dialoghi autentici) a una
scrittura aperta all’immaginario (dialoghi nel letterario)…

Io sono in una foresta buia con la luna piena e ci vedo. Ma a un


certo punto una nuvola nera la tappa e poi non si vede più nulla…
ogni tanto mi giro…. Qualche animale mi vuole aggredire.. alzo
gli occhi e che vedo? Due occhi che sembrano acchiapparmi.
Sento qualcosa che mi sale attraverso la schiena, mi giro di
scatto e non vedo niente….. mi nascondo dietro un albero, ma le
radici si muovono …..insieme a quel fruscio spaventoso, sibilante
e azzardoso come un mostro… sento un profumo di sangue e di
qualcosa che è vicino a me…..

A questo punto forniamo la descrizione ricavata dalla fiaba di Vassilissa, la fiaba su cui si dovrà
lavorare:

Dal buio esce una figura mostruosa. È una vecchia curva e secca, tanto secca che le ossa le puntano la
pelle…..
Sulla testa ha una massa scarruffata di lunghi capelli.. capelli? A guardarli bene.. sono vermi vivi….. il
suo viso è coperto da una pelle rugginosa…..
A renderla più spaventosa una collana di ossa fresche che le dondola al collo…..

Continuiamo a lavorare sui personaggi, sulle situazioni, sui dialoghi della fiaba.

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