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LUIGINA SINAPI

una piccola-grande donna


(Serva di Dio)
Voglio essere vittima d'amore per il mondo
che agonizza Luigina Sinapi 1953
Preghiera per la beatificazione di
Luigina
O Signore, glorifica nella tua Chiesa Luigina
Sinapi. Sia a tutti noi luce e sostegno nel
saper "soffrire e offrire" per la tua gloria, per
la nostra pace e per la salvezza delle anime.
Per sua intercessione affretta l'avvento di
Ges Maestro Via, Verit e Vita nel mondo
per mezzo di Maria, Madre della Chiesa, e
concedimi le grazie che ora Ti chiedo...
Pater, Ave, Gloria.
Chi ottenesse grazie e favori pregato di darne relazione al centro dell'Ora Eucaristica-Mariana,
Santuario S. Maria in Via, via del Mortaro 24, che invier a richiesta immagini e ricordi.
Con approvazione ecclesiastica

PREMESSA
Luigina Sinapi avrebbe meritato che a stilare la sua prima biografia fosse uno di quegli scrittori
esperti nel raccontare di santi i quali, con un'intuizione sapiente ed esatta, sanno cogliere anche
le minime sfumature di un'anima cos speciale. Invece toccato a uno che, con la deformazione
professionale del giornalista sa cogliere solo i fatti esterni per poi racchiuderli in una sintesi, il pi
delle volte, scarna e telegrafica.
Mi auguro per che, dopo questa breve vita di Luigina, qualche penna autorevole e prestigiosa ci
possa dare un volume esauriente, in cui tutta la sua personalit, la sua ricchezza spirituale ed i suoi
doni soprannaturali possano venire esposti con ordine e ricchezza come, appunto, Luigina merita.
Conobbi questa piccola-grande donna nell'autunno del 1972. Una sera le feci visita in compagnia
di un Padre, molto amico mio, e ricordo che ne rimasi profondamente toccato. Il nostro fu, vero, un
incontro di pura conoscenza, ma bast per suscitare in me l'impressione, quasi palpabile, di
trovarmi di fronte ad un bel volto sorridente e a degli occhi dolci, intelligenti e buoni, dietro cui si
nascondeva un'anima di Dio. La rividi un'altra volta. Poi, dopo vane telefonate, alle quali mi si
rispondeva che la signorina era sofferente, non mi feci pi vivo.
Passarono pochi anni ed un giorno, incontrando un giovane che accompagnava spesso un sacerdote
che portava l'Eucarestia a Luigina, seppi che essa era volata al cielo.
A distanza di sette anni eccomi davanti al compito, non facile, di tratteggiare il suo profilo.
Fortunatamente le molte testimonianze a mia disposizione mi permettono di avvicinarmi pi
profondamente a questa donna di Dio per
f tentare di scoprire la ricchezza in essa racchiusa.
Dopo aver attentamente analizzato tutto il materiale, lavoro che all'inizio mi sembrava impossibile,
ne fui presto affascinato. Le idee si fecero sempre pi chiare e cominciai a battere sulla tastiera della
macchina da scrivere.
La vita di Luigina una di quelle vicende umane che riconciliano, specie oggi, con l'essere
umano. Nascosta, riservata, normale, una vita ricca di mille sfaccettature singolari e
meravigliose. Una cosa balza agli occhi innanzi tutto: Luigina ha saputo vivere le virt cristiane e le

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ha vissute in sommo grado. Come si dice, quando si discute della vita di un servo di Dio, ha
vissuto le virt in grado eroico. Ed oltre la Fede, la Speranza, e la Carit, cio le tre virt
teologali essenziali, ha vissuto eroicamente la pazienza, la prudenza, la fortezza e la temperanza. Il
tutto poi non disgiunto dalla gioia di vivere e da un santo humor, tutto suo. I santi, infatti, quelli veri,
non hanno mai il collo torto e tanto meno il viso triste! Dio Amore ma anche Gioia. Ed il
profumo di Dio sempre sorridente.
Si legge nella vita di S. Francesco d'Assisi che, al termine della sua esistenza, non era pi un uomo
che pregava, ma la preghiera personificata. Qualche cosa di simile penso si dovrebbe dire quando si
parla di Luigina Sinapi.
Tutte le volte che ella si avvicinava per il colloquio con gli uomini sembrava che interrompesse il
suo colloquio con il Cielo, con gli abitatori dell'aldil. Vicino a lei il mondo invisibile, quasi, si
confondeva con quello visibile.
E poi bastava entrare nella sua casa. Subito sembrava di entrare come in un Tempio, per l'atmosfera
di sacro, di raccoglimento che ci circondava. E quella casa aveva un luogo che sembrava come il
cuore dell'abitazione: la Cappellina, dove, quando si varcava la soglia, irresistibilmente ci si
dirigeva. Dentro quella Cappellina pareva che il Cielo e la terra si dessero incontro. Si era come
immersi in una atmosfera di gioia al di sopra di questa terra. L, quante ore del giorno e della notte
Lui gina trascorreva!
I suoi interlocutori celesti erano Ges, la Madonna, l'Angelo Custode, S. Giuseppe, S. Teresina, S.
Gemma Galgani e San Francesco, ecc...
Ma la parte preponderante dei suoi colloqui, dei suoi trattenimenti con gli abitatori del cielo, era
riservata soprattutto alla Madonna, o meglio, come Luigina amava chiamarla: la Mamma Maria.
La chiamava sempre cos Questo dolce titolo: la Mamma Maria, lo pronunziava con un sorriso cos
bello, pieno di dolcezza, pieno di affettuosit che subito ci si accorgeva che doveva esserci un filo
conduttore diretto tra lei e la Madre del Cielo.
Era un filo reale, un filo di cui tante volte si avvertiva la presenza.
E la Mamma Maria era tutto per Luigina. Era lei che l'aiutava, era Lei che la consigliava, era Lei
che dava i messaggi o meglio quelle risposte che Luigina, vero, riceveva per consegnare a quanti
ricorrevano a lei.
Molte persone hanno potuto cos imparare come bisogna camminare nella strada di questa vita per
poter essere figli della Mamma Celeste.
La Madonna era ed , lo insegnava Luigina, una Mamma piena di dolcezza, piena di bont, e con il
Cuore pieno di misericordia verso i pi bisognosi, verso i pi peccatori. Tuttavia la Madonna una
mamma la quale non favorisce la pigrizia dei suoi figli. Voleva che si lavorasse, voleva che si
pregasse, voleva soprattutto che i suoi figli fossero educati alla scuola della Croce.
Ed ecco allora un'altra caratteristica della spiritualit e del messaggio di Luigina: la sofferenza.
La sua vita fu un continuo Calvario, un continuo martirio. Una continua sofferenza, interrotta ogni
tanto da qualche breve pausa.
Luigina ha sofferto sempre.
E a questo proposito non si pu fare a meno di riportare il brano di un discorso di Papa Pio XII,
quando, durante l'anno 1954, l'Anno Mariano, diresse un messaggio per gli ammalati di tutto il
mondo. In quel messaggio, per 'poter incoraggiare gli ammalati a valorizzare la loro sofferenza,
volle prendere per esempio proprio una signorina. E noi sappiamo che quella persona citata da Pio
XII, e lo sappiamo da testimonianze certe, era proprio la nostra Luigina.
Ecco come si espresse Pio XII dopo aver parlato di coloro che rifiutano, si ribellano alla sofferenza:
Ma non sempre cos, diletti figli, non sempre vi sono anime ribelli, anime che imprecano sotto la
pressione della sofferenza. Vi sono, grazie =a Dio, anime -rassegnate alla Divina Volont. Vi sono
-"me serene, liete. Anime che hanno perfino positivamente cercato la sofferenza.
Di una, ed era Luigina Sinapi, in particolare Noi udimmo un giorno la storia nel radioso Anno
Santo, quando i Nostri figli accorrevano straordinariamente numerosi a Noi da ogni parte del
mondo. Era una giovane di venti anni, modesta di origine, a cui il Signore aveva donato tanta
freschezza ed insieme tanto candore. Tutti ne sentivano il fascino perch ella spargeva intorno a s il
profumo di una vita incontaminata. Ma un giorno ella temette di poter diventare occasione di

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peccato e, avendone avuto quasi un'interiore certezza, and a ricevere Ges e in un impeto di
generosit gli chiese d toglierle ogni bellezza e perfino la salute. Dio esaud, accettando l'offerta di
quella vita per la salvezza delle anime.
Ma sappiamo, Noi sappiamo, che vive ancora, anche se arde e si consuma come una lampada viva
davanti al Trono della Giustizia e dell'amore di Dio. Ella non impreca, non mormora, non chiede a
Dio perch. ha sempre il sorriso sul volto, mentre conserva perenne nell'anima la calma e la gioia.
Bisognerebbe chiedere a lei perch accetta di soffrire, perch ne gode, perch ha cercato i patimenti,
e come a lei bisognerebbe chiederlo a migliaia di anime che si offrono a Dio in silenzioso olocausto.
Non poteva Luigina avere una testimonianza pi autorevole.
Gli amici intimi hanno visto sempre Luigina sofferente, giammai triste. Nella sofferenza il suo volto
sapeva sorridere. Era il volto di chi gioisce soffrendo, perch soffre per amore e con amore. Quel
volto sorridente era, diciamo cos, come la spiegazione di un'offerta che lei aveva fatto di s, nella
vita.
Ringrazio gli amici di Luigina che hanno permesso, con le loro precise e giurate testimonianze, di
mettere a disposizione tanto prezioso materiale.

17 Aprile 1985Chino Bert


GLI ANNI GIOVANILI
Luigina Sinapi nacque ad Itri, in provincia di Latina, 1'8
Settembre 1916, da una famiglia benestante. Maggiore
di cinque figli, tre maschi e due femmine, venne alla
luce prematuramente con un parto gemellare. La
sorellina mor quasi subito mentre lei, tra la grande trepidazione dei suoi cari, sopravvisse. I genitori,
Francesco Paolo e Filomena Catena tardarono a
dichiararne la nascita all'Anagrafe e perci risulta nata il
10 anzich 1'8 Settembre. Essi, per timore che ambedue
le figlie morissero, fecero somministrare loro il
Battesimo a poche ore dalla nascita. In questi primi tre
giorni di vita Luigina, come se fosse addolorata e
desiderasse seguire la sorellina, rimase senza mangiare,
piangendo in continuazione. Si riprender per molto presto e diventer una bambina
bella e vivace. Mentre il padre Francesco Paolo, di professione ebanista e proprietario
di una fiorente bottega con una quindicina di operai, era di carattere debole, ombroso e
collerico, la madre Filomena, di professione ostetrica, nutriva una profonda religiosit, un carattere aperto e generoso e crebbe i cinque figli
infondendo loro l'amore per il Signore e per il prossimo. Una donna di sani e santi
principi che le permisero di vivere accanto ad un marito dal carattere non sempre
facile e succube delle due sue sorelle.
Fin dai primi anni la vivacit e l'allegria che si sprigionava da Luigina le accattivavano
la simpatia di tutti. Ges stesso, sotto le sembianze di bimbo, amava giocare con lei. E
questo era per lei una cosa talmente naturale, s da credere che ogni bambino giocasse
normalmente con il piccolo Ges.
Racconta lei stessa che aveva cinque anni quando un pomeriggio lo zio prete, venuto a
fare visita, stava recitando il Breviario seduto in una camera, mentre lei giocava in
giardino a rimpiattino con Ges Bambino. Lo zio ogni tanto, sollevando gli occhi dal
Breviario, dava un'occhiata, attraverso la finestra, nel giardino e guardava stupito la
nipotina correre tutta sola da un lato all'altro, come se rincorresse qualcuno o qualcosa.

Dopo un poco ecco Luigina piombare in camera sua e ficcarsi sotto il letto, strillando e
ridendo. Lo zio, disturbato nel suo pregare, sgrid Luigina. Di risposta lei, con aria
innocente e con tutta semplicit spieg allo zio che la colpa era tutta di Ges Bambino
che, giocando, si era rifugiato sotto il letto. Davanti al viso un po' burbero e un po'
perplesso dello zio la piccola, per dimostrargli la sua innocenza, si mise, con
naturalezza, a recitargli in latino il versetto che in quell'attimo il sacerdote stava
leggendo. Allora lo zio con un tono tra la collera e la sorpresa le disse: Te lo do' io
Ges Bambino..., tu hai addosso il demonio e hai bisogno di benedizione e di molta
acqua santa. E cos Luigina da quel momento cominci a non essere pi capita e
presa sul serio.
Questo suo modo di essere e di manifestarsi divent un vero interrogativo per i
genitori, oltre che per se stessa. Per volont del Signore questo suo essere diversa
sar una delle sofferenze che l'accompagneranno per tutta la vita e rester come una
piccola violetta nascosta ed incompresa dai pi, anche se violetta fortemente
profumata.
Un altro evento che conferma questa sua dimestichezza con le cose del Cielo,
accadde durante i suoi primi anni di scuola. Una mattina, mentre si trovava per caso
nel cortile della scuola adiacente alla Chiesa Parrocchiale, vide che una lastra in cima
al campanile stava per staccarsi e cadendo avrebbe colpito il tetto dell'aula dove erano
riuniti i compagni. Cadde in ginocchio e alzando gli occhi al cielo preg
fervorosamente Ges perch fermasse il pericolo. Tale fu l'ardente amore nella
supplica e l'offerta che fece in quel momento di se stessa, che improvvisamente vide
due angeli sostenere la lastra del campanile e tutto rest in ordine. La maestra,
spaventata per lo strano rumore che si sent e paventando qualcosa per i piccoli, corse
all'esterno con gli scolaretti e, sorpresa, vide Luigina inginocchiata, estremamente
pallida e tremante. Il suo stato era cos anormale che la portarono immediatamente a
casa. Tutti per erano ben lontani dall'immaginare cosa avesse prodotto quello strano
stato di shock della piccola.
Gina intanto si ammal e per un mese stette molto grave. A poco a poco si stava
ristabilendo quando, un giorno, dalla finestra chiusa per il freddo e la neve abbondante
che copriva ogni cosa, Luigina all'improvviso vide un bambino lacero e scalzo, fuori
dal cancello della casa. Chiam subito la nonna e gli altri di casa e raccomand loro di
fare entrare quella pallida creaturina che stava al gelo. Ma al cancello la nonna non
vide alcun bambino. Solo il pianto di Luigina e la paura che le tornasse il male,
convinse la nonna ad aprire il cancello, fu allora che vide una scena strana. Gina, in
cima alla grande scala, invitava il bambino a salire, chiedendogli chi fosse, da dove
venisse. Corse con lui in camera sua e l'invit ad infilarsi il suo cappottino e gli
stivaletti nuovi che il pap il giorno precedente le aveva portato da un viaggio come
regalo. Poi tutta affannata preg la nonna di preparare una bevanda calda per rianimarlo. Fu allora che il Bambinello Ges le si manifest. Ma i familiari non videro
nulla e pensarono che Gina, ancora fragile com'era, sragionasse. Ges intanto la
ringrazi per lo slancio d'amore con il quale aveva salvato i compagni di scuola ed
anche per la sua pronta generosit verso i poveri. Gina di rimando, con il suo carattere
simpaticamente impulsivo, gli disse che l'aveva messa in un bel pasticcio di fronte ai
suoi. Costoro, infatti, l'avrebbero creduta pazza; perci non se ne doveva andare via se

prima non avesse dato un segno. Ges allora l'accontent ed avvenne il prodigio davanti ai presenti. Mentre il Bambinello indietreggiava per la scala, la nonna vide una
nuvoletta bianca e su quella spuntare una manina infantile che si agitava per salutare.
Davanti a questi avvenimenti che circondavano la bambina, la mamma era molto
preoccupata. Accadevano sovente fatti molto strani in Luigina e, dopo aver molto
riflettuto, si decise di condurla con s da Padre Pio da Pietrelcina, a San Giovanni
Rotondo.
Erano passati pochi anni da quando il Padre aveva ricevuto le stigmate e i pochi fedeli
che andavano da lui, potevano avvicinarlo con facilit. Cosicch alle preoccupazioni
di questa mamma che credeva la figlia influenzata da spiriti non buoni, il Padre
rispose: Dio si manifesta in lei con la Sua Volont. Poi la benedisse e, con tenerezza
veramente paterna, pose la mano stigmatizzata sulla testa di Luigina. Quello fu
pertanto il primo incontro di Gina con Padre Pio. Da allora e per tutta la vita Luigina
sar sempre unita spiritualmente con questa grande anima di Dio, e si incontreranno
molte volte al Gargano.
La famiglia Sinapi viveva, con una certa agiatezza, in una bella casa, dove i poveri,
grazie alla generosit della mamma Filomena, trovavano sempre di che sfamarsi.
Luigina, chiamata in casa con il diminutivo di Gina, amava, negli ultimi anni della sua
vita, ricordare quelli giovanili e la spensieratezza e la vivacit che la distinguevano.
Era di una vivacit unica se si pensa che un pomeriggio, stando in Chiesa con le
amichette, senza farsi accorgere, entr nel confessionale. Le altre, pensando che ci
fosse il sacerdote, andarono ad una ad una a confessarsi. Si dicevano poi fra loro:
Come confessa bene questo sacerdote!. Ma la burla si scopr quando, dopo l'ultima
penitente, Luigina salt fuori dal confessionale ridendo. La nonna che intanto era
giunta in Chiesa, vedendo l'accaduto, la prese da parte e, con dolcezza, la rimprover,
facendole capire che questi erano scherzi da non farsi alle compagne. Luigina and
allora a chiedere perdono davanti al Tabernacolo e subito vide aprirsi la porticina ed
uscire Ges sorridente. Le disse: Io sto sempre qui dentro e se tu farai sempre quello
che ti dir, io ti far un giorno santa.
Non mangiava molto, anzi bisognava sempre forzarla perch prendesse un po' di cibo.
Era per molto golosa di dolci e particolarmente della cioccolata. I parenti la viziavano
regalandogliene sovente delle tavolette che lei per nascondeva in camera sua,
inchiodandole al di sotto del ripiano del mobile, in modo che i fratellini non
potessero trovarla.
Naturalmente questi ricordi da adulta la facevano ridere. Anche un altro episodio
raccontava con tanta naturalezza. Un giorno, aveva circa otto anni, cominci a dire con
insistenza al pap che sotto la finestra della camera da letto c'era del miele.
Naturalmente il padre non credette. Dopo giorni e giorni di insistenza il padre volle
accontentarla e chiam un muratore perch facesse un foro nel punto indicato dalla
figliola. Quale non fu la sorpresa quando, agli occhi del muratore e del padre, si
present molta cera con un bel miele dorato. Erano chili e chili di miele filante e
dolcissimo: in tutto cinquanta chili. Certamente le api avevano trovato dall'esterno una
fessura e depositavano l il loro dolce tesoro. Ma come poteva sapere Gina che in quel
punto della parete ci fosse cera e miele? Neppure lei seppe spiegarselo!

Per le processioni che si tenevano in paese la signora Filomena amava vestire i suoi
piccoli da angioletti e Gina, essendo la pi grandicella, portava sempre un cestino
pieno di petali di rosa da spargere al passaggio di Ges Sacramentato o della statua
della Vergine.
Per carnevale poi, a scuola, la maestra organizzava delle piccole festicciole e Gina era
sempre la pi elegante e la pi carina. Una volta le tocc d'essere proclamata
reginetta, e questo non la lasci indifferente. Il mondo con le sue attrattive
cominciava ad affascinarla. Ma si direbbe che Ges vegliava sulla sua anima e la
proteggeva. Fu cos che quella fu l'ultima volta che partecip a un carnevale. Dall'anno
seguente in poi, ogni volta che Gina avrebbe voluto partecipare a un carnevale con i
suoi compagni, si ammalava di geloni ed i suoi piedini si gonfiavano a dismisura. Era
perci obbligata a restare in casa e a rinunciarvi. Incominciava a soffrire per riparare al
molto male che si commette nei giorni di carnevale. La mamma per, anima molto
sensibile e spirituale, intuiva e l'aiutava a superare quei momenti di sofferenza.
Gina era amante delle belle cose e le piacevano le novit. Un giorno, era appena
signorinetta, vide alcune sue amiche che tenevano in mano un astuccio di tartaruga. Si
chiamava trousse e racchiudeva uno specchietto, un piccolo pettine ed un porta
cipria. Quale fu la sua gioia quando il pap, di ritorno da un viaggio in Francia, gliene
port uno in dono.
Aprendolo per, lo trov vuoto. C'era un'immagine del volto santo di Ges con un
biglietto scritto, dalla mamma: Ges ti vuole semplice ed umile. Povera mamma
che, sapendo di avere un male che presto l'avrebbe rapita ai suoi, cercava di formare la
sua prima fgliuola insegnandole i vitali valori spirituali!
Mancava giusto un anno alla morte della mamma, quando Gina vide Santa Rita da
Cascia che le chiedeva la mamma per portarla in Cielo. Gina si ribell e fece le sue
rimostranze. Tanto se la prese con la Santa degli Impossibili che, solo dopo molti anni,
gi donna adulta si pacific con Lei, andando al suo Santuario: per fare la pace!
Anche questo episodio conferma il carattere semplice ma impulsivo e schietto di
Luigina. Di l a qualche giorno, la signora Filomena, tornando da una visita medica,
parl con la figliola confidandole che presto sarebbe salita in Cielo. La mamma
dovette farsi forza per dare una tale notizia alla sua cara Gina ma, conoscendone il
carattere, voleva prepararla poco a poco a questa dura prova e cerc di fargliela
accettare come Volont di Dio.
La mamma mor a soli 44 anni. Prima di lasciare la terra, attorniata dalla prole,
raccomand ai figli sgomenti e dagli occhi lucidi per il pianto, di essere sempre buoni
e timorati di Dio e di fare sempre la Sua Divina Volont in ogni evento della vita. Ai
tre maschi raccomand anche di non imparare a bere e di non fumare. Luigina rimase
cos sola. C'erano i suoi quattro fratellini, il pap e la nonna, ma la mamma che la
guidava e che la capiva non c'era pi. A sedici anni si trovava di colpo adulta e con un
grande dolore nel cuore.
A Giugno del 1931 aveva interrotto gli studi ginnasiali, a causa della malattia della
mamma. E pure questo fu per lei fonte di grande dolore. Riusciva molto bene negli
studi e, malgrado avesse una salute non florida e facesse molte assenze durante l'anno
scolastico, riusciva sempre ad ottenere ottimi voti e ad essere promossa.

Con la morte della mamma. per Gina si chiuse il capitolo gioioso della sua vita e
incominci la strada irta e dolorosa, anche se ricca di favori divini, che la Provvidenza
le aveva tracciato.
A questo punto interessante seguire il racconto che il fratello Pietro fa degli anni
dell'infanzia e della giovinezza di Luigina. Pietro, amato dalla sorella come gli altri
due fratellini e la sorellina, ebbe modo per di essere quello che pi la seguiva da
vicino, essendo il secondogenito. Naturalmente conosce molti pi fatti degli altri.
Inoltre Luigina si confidava molto con lui, perci la sua testimonianza ci utilissima.
SOFFRIRE PER OFFRIRE
Gina, appena nata fu battezzata insieme alla sorellina perch si temeva che potessero
morire da un momento all'altro. Chi riusc a vivere
delle due? Proprio lei che era la pi gracile e la pi
minuta. C'era un'atmosfera di autentica religiosit e
di grande laboriosit, veramente esemplari, nella
nostra famiglia. Correvano i tempi critici della prima
guerra mondiale, seguiti subito dopo dalle lotte
politiche. E in tale clima non mancavano dalle parti
nostre dei briganti che assalivano e derubavano le
persone per strada. Gina pur essendo piccolina, sembrava soffrire per queste situazioni sociali e la
mamma la vedeva di tanto in tanto volgere lo
sguardo in alto mormorando qualcosa di incomprensibile.
Molto sensibile ed attenta ad ogni evento, fin da
piccolina amava appartarsi e appena si rese
indipendente con le sue gambette, a piccoli passetti,
si recava alla Chiesa di Santa Maria, dove era stata
battezzata e che distava da casa un centinaio di
metri.
L si ritirava in profondo raccoglimento a parlare con Ges, nascosto nel Tabernacolo.
Un giorno, avr avuto s e no cinque anni, durante la Santa Messa, e precisamente alla
Consacrazione, pronunci dentro di s il voto di castit, del quale naturalmente non
poteva conoscerne ancora tutta la portata e tanto meno il valore. Le piaceva stare in
Chiesa, perch le pareva di realizzare l'ideale di vita dedicata a Dio.
Di intelligenza vivace, superiore alla media, e dotata di una grande memoria, a scuola
impar a leggere e a scrivere con spigliatezza e a sette anni le Suore che le
insegnavano il Catechismo rimanevano meravigliate di come capisse velocemente la
lezione, ed ammirate della sua profonda piet e del suo amore per tutto ci che
riguardava il Sacro. Cos a sette anni pot ricevere la Prima Comunione. Quale gioia e
quali trasporti si saranno accesi nel cuore della piccola Gina nel ricevere il suo
Ges! Con questo primo incontro si accentu in lei il desiderio di donarsi totalmente al
Signore. Infatti da quel giorno i piccoli piaceri e gli innocenti divertimenti, assunsero
per lei uno strano sapore di amaro, bench la sua natura vitale, estroversa ed
impulsiva, la spingesse alla vita del mondo. Ma guidata com'era dallo Spirito Divino

sulla via della perfezione, Gina seppe appigliarsi a quel che vi era di pi solido e
perfetto: l'Eucarestia.
Bench non trascurasse alcune delle pratiche devozionali in uso presso i fedeli e ne
godesse, vedendo che molte persone le praticavano con vero amore, per se stessa non
bastavano e le aument. I tre punti focali della sua spiritualit giovanile, e che
rimasero poi i punti cardini della sua totale devozione, furono: l'Umanit Santissima
del Verbo Incarnato, la Madre di Dio con i suoi Dolori, la Santa Eucarestia. Se la
prima le inteneriva il cuore e la stimolava al sacrificio, la seconda la consolava
ispirandole la fiducia filiale, mentre la terza, alimentando e saziando tutta l'anima sua,
la rendeva capace di vivere in terra la vita celeste. Gina mi confidava che le
sembrava che il Signore stesso le suscitasse, con speciale Provvidenza, questo amore
specialissimo per l'Eucarestia, anche per riparare al molto raffreddamento che gli
uomini di questi tempi hanno verso il massimo dei Sacramenti. Il Signore la voleva,
quindi, come esempio e stimolo per i cristiani, affinch andassero al Tabernacolo ed
amassero profondamente il Santissimo Sacramento. Ella aveva cos puro il cuore che
una volta, mentre pregava il Signore, Questi le disse: Da quelli che hanno il cuore
puro e mondo Io mi lascio vedere.
Era umile, semplice e trasparente, tanto che Ges le disse un'altra volta: Alle anime
umili e semplici Io manifesto loro gli aromi della Mia Sapienza e Bont. Penso che
Gina, pi di tutti noi fratelli, apprese a vivere e a mettere a fuoco le rare virt della
nostra mamma, che amava il prossimo di dolcissimo amore.
Quante volte la mamma dovette di notte recarsi nelle campagne per assistere qualche
partoriente. Andava sola, anche sotto la pioggia e forti temporali. Gina allora svegliava
noi fratellini e, posando un'immagine della Madonna della Civita su una seggiola e
accendendo una candelina, in ginocchio, ci faceva pregare fino a che la mamma non
avesse fatto ritorno a casa. E per non farci addormentare spiegava la vita di Ges,
parlandoci dei Dolori della Madonna per il Figlio Crocifisso. Quando poi l'assenza si
prolungava, leggeva un brano del Vangelo e lo commentava con la sua bella e dolce
voce. Noi eravamo felici ed incantati ad ascoltarla e rimanevamo ben svegli. Il
fratello Pietro continua cos il racconto dell'adolescenza di Luigina. Terminati gli
studi elementari si present per i nostri genitori il problema di mandare Gina alle
scuole medie fuori paese perch da noi non esistevano. La scuola pi vicina si trovava
a Formia, distante una decina di chilometri da Itri. Gina dovette quindi prendere la
corriera per recarsi a scuola e rientrare nel pomeriggio. A 10 anni Luigina fu iscritta
alla prima ginnasio, cos si chiamava allora la scuola media inferiore.
Era di salute gracile ma non le importava che le dicessero che, sovente, stesse a casa
ammalata. Piena di tanta buona volont e con una grande ansia di imparare per poter
essere utile agli altri, non la preoccup minimamente la fatica del viaggio giornaliero e
l'impegno degli studi. Alcune persone vedendola cos gracile e pallida le dicevano che
era tisica. Lei per con umilt e con pazienza, perdonava a queste persone non certo
buone e pregava per loro. Diceva che non sapevano ci che dicevano. Le sue cose le
sapevano solo Ges e la Madonna.
Svariate volte Gina dovette farsi il tragitto di ritorno a piedi, perch la corriera si
guastava per strada. Da notare che si alzava al mattino molto presto, faceva la Santa
Comunione e il pi delle volte rimaneva tutta la giornata senza toccare cibo. Eppure

non le mancavano le forze e dalla sua bocca non usc mai nemmeno un lamento per i
disagi o la stanchezza.
Ricordo molto bene quando, dopo aver studiato le poesie, mi passava il testo e me le
recitava. Le diceva con tanto sentimento che per me era sempre un vero godimento
ascoltarla. Molte volte mi sono accorto che Gina rientrava stanca, ma per non dar
dispiaceri e preoccupazioni alla mamma si mostrava allegra e sorridente. Quando poi
la salute non le permetteva di andare a scuola, piangeva di nascosto e supplicava la
Madonna perch la facesse stare in buona salute.
Appena arrivava a Formia l'appuntamento era con la Chiesa. Stava molto raccolta
davanti al Tabernacolo e poi riceveva la Santa Comunione. Si sentiva cos rafforzata e
con grande gioia entrava a scuola. Durante le ore libere non si perdeva in chiacchiere o
in giochi: il suo svago era la preghiera e preferibilmente la recita del Rosario. Le
piaceva moltissimo soffermarsi sui vari Misteri e li meditava. Chiedeva anche alle
compagne che facessero come lei e pregassero la Madonna con la Corona del Rosario,
perch riteneva che era un'arma potente per difendersi dal demonio.
La fiducia che Luigina aveva nella Madonna era illimitata.
Mi ricordo un fatto avvenuto che la dimostra. Era il periodo del Giro d'Italia, e la corsa
passava proprio sulla Via Appia che attraversava il nostro paese. Al solito una gran
folla di piccoli e grandi si stipava lungo il ciglio della strada. C'eravamo anche noi
cinque, con pap. Luigina teneva per mano il fratellino pi piccolo Tonino, di appena
un anno. Per potergli far vedere meglio la corsa lo fece salire sul muretto che
delimitava la strada. Al di sotto scorreva un fosso dove era stata messa da poco della
calce viva che ribolliva e che si doveva a poco a poco spegnere per essere usata dai
muratori, che lavoravano l accanto. Proprio in quel punto, non si sa come, avvenne
che il mio fratellino lasci la mano di Gina, fece qualche passetto e cadde nella calce
viva. Lo spavento non blocc mia sorella che, saltato il muretto, mentre gridava
invocando la Madonna della Civita, acciuff per i capelli il piccolo, ormai quasi
scomparso nella calce, e lo trasse fuori. Con grande meraviglia di tutti, mentre con il
fazzoletto gli puliva il volto, si vide che gli occhi erano salvi e il corpicino svestito
dagli abiti incalcinati e bruciacchiati, era sano e senza segni di bruciature. Gina si rec
a casa correndo con il piccolo fra le braccia, per prestargli le eventuali cure.
Controllato che il fratellino stava ottimamente, lo rivest per fargli dimenticare
l'accaduto ridendo e giocherellando con lui, lo riport a vedere la corsa. Tutti i presenti
al fatto dissero che la Madonna aveva fatto un grande miracolo salvando il piccolo.
I miei genitori vedendo che Gina era molto intelligente, ordinatissima, e riusciva con
molto profitto negli studi, per non affaticarla ogni giorno con l'andata e il ritorno a
Formia, pensarono di sistemarla presso una famiglia amica di Santa Maria Capua
Vetere. Cos Luigina pot studiare con pi tranquillit. Oltretutto a Gina rimaneva pi
tempo per la sua vita contemplativa e di preghiera e ci la faceva felice. Nella nuova
sistemazione Gina ebbe il tempo di conoscere nuove persone e fare buone amicizie.
Dopo un mese la famiglia che l'ospitava e altre persone si erano accorte che Gina si
recava spesso in Chiesa e che amava parlare con il Signore e con la Madonna. Fu cos
che molti le esponevano i loro problemi e difficolt, ricevendo in cambio buoni
consigli e molto conforto. Per non si limitavano a fermarla per strada ma, spesso e
volentieri, andavano a cercarla nella casa dove era ospite. Dopo poco tempo questo

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andare e venire di gente stanc gli ospitanti i quali, piuttosto seccati, quando Gina
rientrava, la sottoponevano a vere scenate. Gina con la sua umilt e pazienza
sopportava senza dare nessun cenno di fastidio o meglio di dolore. Passato per
qualche mese non la vollero pi tenere come ospite e decisero di farla tornare a Itri, in
famiglia. Naturalmente ai miei genitori raccontarono delle bugie, accusando Luigina di
poca voglia di studiare, di passare troppo tempo a parlare con gente fuori casa, e che i
professori non erano contenti del profitto della giovane, per le lunghissime sue
assenze. Tutto falso! Al contrario i professori erano soddisfatti del comportamento a
scuola di Gina, pronta alle interrogazioni, molto educata e rispettosa verso tutti ed
anche diligente e studiosa. Sempre disponibile con i compagni e le compagne
bisognosi di aiuto o di un consiglio. Gina era molto apprezzata anche per la sua
spontanea comunicativa, unita ad una vera umilt e gentilezza di tratto. Era cos amata
dai professori che prima che fossero esposti all'albo gli scrutini con i voti finali
dell'anno scolastico, facevano a gara a chi prima degli altri arrivasse a darle la bella
notizia della promozione a pieni voti.
C' da chiedersi come mai la famiglia di Santa Maria Capua a Vetere avesse inventato
tante frottole per rinviare la ragazza in famiglia! Forse gelosia per il successo
personale che Gina riscuoteva presso la gente del posto, oppure la condotta cristiana
veramente esemplare della giovane, metteva i suoi conoscenti di fronte alla loro
coscienza?
Un fatto certo, il maligno ormai cercava in tutti i modi di disturbare l'ottima
figliola. Ma queste non sono che le prime schermaglie delle tenebre, che si
tramuteranno in una vera lotta aperta con il passare degli anni. Il maligno gioc un
grosso ruolo durante tutta la vita di Luigina, rendendole l'esistenza per nulla facile.
Dalle prime tentazioni subdole e sottilissime passer poi alle minacce e anche alle
percosse.
Il fratello Pietro continua: Terminato il terzo anno ginnasiale e prima che iniziasse il
quarto, Gina espresse ai genitori il desiderio di entrare in un collegio di suore a Roma.
Pap e mamma erano d'accordo e felici, anche perch Gina aveva espresso il desiderio
di farsi suora appena terminati gli studi. I nostri parenti, da parte del pap, sempre
gelosi ed invidiosi di ci che si faceva a casa nostra, e causa di non pochi guai per noi,
soprattutto dopo la morte della mamma, cercarono in ogni modo di influenzare il pap
perch non la lasciasse andare. Intanto Gina pregava molto per il suo desiderio di
trasferirsi a Roma e ottenne alla fine il permesso dei genitori.
In questo Istituto delle Suore Figlie di San Paolo (Roma) di Don G. Alberione sent,
fin dai primi giorni, che si sarebbe potuto realizzare per lei il sogno di essere un giorno
Sposa consacrata al Signore, a servizio della Sua parola.
Se la cosa era buona in s non rispecchiava per i disegni della Divina Provvidenza
per lei ed infatti, subito dopo, si ammal gravemente con complicazioni ai polmoni ed
ascessi nelle parti inferiori del corpo. Alla notizia della malattia di Gina i parenti
paterni gongolarono, mentre per Luigina fu un grande dolore dover lasciare l'Istituto
romano. Tornata a casa, dopo tre mesi che perdurava la malattia, Gina decise di
consacrarsi alla Madonna e, miracolosamente, guar.
Si iscrisse immediatamente alla quarta ginnasio a Formia e, per quanto l'anno
scolastico fosse gi iniziato da mesi, fu ammessa a frequentare. Ci dimostra in quale

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considerazione fosse tenuta Luigina dai suoi professori e dal Preside. Con gli studi
continu la sua vita di preghiera e di contemplazione ai piedi di Ges crocifisso e
anche per questo i parenti terribili trovarono da ridire cercando di influenzare i genitori
perch: Gina si sarebbe ancora ammalata. Invece lei era piena di gioia e faceva sue
le parole che Ges le andava ripetendo: Soffrire per offrire.
Intanto Gina, nei suoi quattordici anni, bella, fine e straripante simpatia, inizi nel suo
interno la lotta dolorosa che la mise di fronte all'alternativa di scelta tra l'amore divino
e quello umano. Ben presto per vinse in lei l'amore divino e, pur trovando eccellente
la via del matrimonio, scelse per s la vocazione alla verginit.
Passarono cos circa due anni e per Gina, oltre alle tante sofferenze fisiche e morali, si
aggiungeva quella terribile della mamma, che tra l'altro la poneva davanti a tutte le
responsabilit di primogenita, con quattro fratelli. Gina intensific le preghiere e le
suppliche alla Madonna e fece molto pregare anche noi, compreso il pap e la nonna
materna.
Questa volta per la Madonna non ascolt Gina perch il disegno divino era
diverso. La mamma si aggravava e fra dolori atroci, sopportati con santa
rassegnazione, offriva tutto alla Vergine per noi figlioli. La mattina del 4 Novembre
1931, alle ore quattro, mamma spir. Aveva solo quarantaquattro anni. Per pap la
morte di mamma fu un durissimo colpo, sia per le doti che ella possedeva e sia perch
si trovava con cinque figli, dei quali l'ultimo aveva appena tre anni. Fu da questo
momento che pap poco a poco, cominci a cambiare e a trascurare il lavoro e gli
interessi di famiglia. Gina invece non si perse d'animo e, sicura dei suoi studi, si mise
a dare lezioni private a molti scolaretti di Itri. In cambio riceveva dalle famiglie soldi o
beni in natura. Cos riusciva a portare avanti la famiglia, dal momento che pap si era
stranito e, non lavorando pi, non guadagnava nulla. In questi due anni dopo la morte
di mamma tutto il vicinato pot apprezzare le doti e la saggezza di Gina e tutti le volevano bene e l'aiutavano. Non cos fu per i parenti di mio padre che, ancora una volta,
si dettero da fare affinch ci allontanasse dal paese, mandandoci a convivere, separati,
presso gli zii.
Dopo due anni riuscirono allo scopo.
Gina cos lasci Itri per Roma ed abit presso gli zii che. avevano casa alla Garbatella.
Ai primi tempi tutto and bene, ma ben presto cominciarono in casa spiacevoli scenate
perch Gina andava tutte le mattine, di buon'ora, in Chiesa e vi si tratteneva parecchio,
scambiando dopo la Messa qualche parola con il Parroco che l'aveva presa a ben
volere, e con altre buone persone, anche anziane, alle quali Gina dava conforto ed
infondeva loro speranza. Agli zii non piaceva che mia sorella avvicinasse degli
estranei e volevano che stesse sempre in casa, a sbrigare le faccende. Non che Gina
fosse una fannullona e perdesse il tempo in chiacchiere. Il suo bisogno interiore di fare
dell'apostolato era come una forza che la spingeva a parlare della bont di Dio e
della Madonna per tutta l'umanit e per ogni singolo uomo. Nulla serv a convincere
gli zii a lasciarle un po' di tempo libero. Alla fine fu costretta ad abbandonarli e ad
accettare del lavoro casalingo presso una famiglia che aveva conosciuto nel quartiere.
Ebbe una cameretta ben ammobiliata tutta per s, del tempo libero per vivere la sua
vita di apostolato e di preghiera e poteva anche ricevere in casa le persone che
desideravano vederla per aprirle i loro cuori. Gina, dopo tanti mesi tristi presso gli zii,

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finalmente ebbe un po' di pace e di gioia, potendo essere di utilit e di conforto alle
anime.
Era anche molto generosa verso noi fratelli, quando andavamo a trovarla. Ci ospitava
con l'amore di mamma, ci faceva riposare nel suo letto, mentre lei dormiva su una
seggiola e, confortandoci, ci spronava ad avere sempre un'illimitata fiducia in Dio.
Ci ripeteva sovente: La Divina Provvidenza non vi far mai mancare nulla. essa
che provvede ad ogni nostro bisogno. Infatti fu sempre come disse Gina. Ella era
veramente felice quando poteva esserci d'aiuto e donava a noi tutto quello che aveva.
Non le importava di rimanere poi senza nulla: la sua gioia era vederci partire sereni ed
allegri.
Gina aveva un dono singolare. Prima che gli avvenimenti accadessero lei gi li
avvertiva e li pronosticava. Era straordinario come non le si potesse celare nulla!
Sapeva proprio tutto di noi. Con il suo sguardo dolce ma penetrante guardava la
persona ed era come se leggesse un libro aperto davanti a lei. Se poi parlava ad una
persona, dicendo ci che sentiva esserci in lei, lasciava sbalorditi. E se molti erano
grati di essere capiti ed aiutati nei loro piccoli o grandi problemi, altri invece
rimanevano come seccati di essere scoperti e si chiudevano in se stessi dicendo che ci
che diceva Gina era errato. Lei soffriva molto per questa ottusit e menzogna, ma
accettava tutto con umile silenzio. Quando invece le anime la lasciavano penetrare nei
loro segreti, ne traevano balsamo e quiete e le sofferenze diventavano sopportabili.
Non le mancarono in questo periodo anche delle spiacevoli situazioni a causa della sua
dolce bellezza e del suo carattere accattivante. Gina per lott e vinse sempre le sottili
tentazioni che arrivavano da pi parti.
Particolarmente ebbe a soffrire e prov giusto sdegno per i raggiri di una donna che,
mostrandosi sua amica, con furbizia satanica, la spingeva a darsi alle gioie della vita e
a non comportarsi da persona ingenua e ridicola. Gina anche se avvert subito il
pericolo, conmolta pazienza voleva convertire quell'anima riportandola alla luce.
Malgrado ogni tentativo quando si avvide che nulla riusciva a smuovere quella povera
donna, l'allontan da s.
IL GRANELLO DI SENAPE
Dal racconto del fratello Pietro, abbiamo appreso
anche della entrata di Luigina tra le suore Figlie di S.
Paolo, a Roma, nell'anno 1930. Sar bene ritornare
brevemente a quegli anni e fare un po' di luce sul
periodo trascorso nell'Istituto e sul perch e sul come
dovette lasciarlo.
A detta di molti, si era fatta signorina e non le
mancavano d'attorno giovanotti corteggiatori.
Luigina per aveva fatta la sua scelta: si era votata
completamente al Signore, e il suo sogno era di farsi
suora nell'Opera di Don G. Alberione, di recente
fondazione.
Sulla scelta di questa Congregazione aveva influito
l'esempio delle Figlie di S. Paolo che aveva avuto

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modo di conoscere durante uno dei loro giri di propaganda di porta in porta: una vita
tutta consacrata alla gloria di Dio e alla pace degli uomini, proponendo ad essi la
Parola di Vita e il messaggio della Chiesa con i mezzi della comunicazione sociale.
Nella nuova piccola comunit, sistemata in una casa modesta, c'era molta povert e
molti stenti, ma anche molto entusiasmo e molta fusione d'anime. Luigina pass un
periodo di prova con le Figlie di S. Paolo di Don Alberione ed ebbe come Padre
Spirituale Don Timoteo Giaccardo, ora Servo di Dio. Era la notte di Natale e Luigina,
prima di tornare a Itri, dal momento che non venne accettata a causa della malferma
salute, desiderava passare le ultime ore nella Comunit. Stava tutta sola in un angolo,
seduta su una panchetta della Cappella, quando si avvicin Don Timoteo e le chiese a
bruciapelo se, per amore di Ges, volesse offrirsi vittima per salvare delle anime.
Luigina, come sempre piena di carit per il prossimo, non se lo fece dire due volte ed
accett immediatamente. E lui, con accento profetico, concluse: Vai, figliola, la tua
vocazione un'altra, altrove. Tu per apparterrai per sempre all'anima della Famiglia
Paolina.
All'istante, rimettendosi seduta, sent un dolore atroce al bacino. Credette di svenire.
Ma non disse cosa ad alcuno. Tornata il giorno dopo a casa e perdurando il male si
decise a farsi visitare dal medico. Il referto fu senza piet: un tumore nella parte
terminale dell'intestino retto. Cominci cos il duro e doloroso Calvario per Luigina.
Con la vitalit dei suoi diciott'anni per non si perse d'animo e per circa due anni,
sempre coricata supina, con la testa in fondo al letto continu il suo insegnamento
privato ai bambini. Man mano per il male progrediva e in pochi mesi Gina arriv alla
fine. Sempre serena e abbandonata alla volont del Cielo, se da un lato le dispiaceva
lasciare i fratelli e la sorella, il pap e la nonna ormai anziana, dall'altro lato era felice
perch sarebbe andata ad abbracciare la mamma in Cielo. Avvicinandosi la fine si fece
rivestire e sistemare dalla nonna perch, dopo morta, non desiderava essere toccata da
altre persone e, rigirata sul letto, entr in agonia.
In questi ultimi anni per Luigina era stata privata anche delle visioni e delle parole di
Ges e ci le causava nell'intimo un vero tormento perch non riusciva a spiegarsi
questo lungo silenzio. Era pertanto sola e abbandonata dal Cielo?
Non capiva che l'offerta di vittima doveva essere completa, totale e la sofferenza
assaporata fino in fondo!
Era il 15 Agosto 1935.
Il Parroco venne e, commosso, le somministr l'Estrema Unzione. Il medico silenzioso
e immobile, accanto al letto, la osservava, mentre la nonna e i familiari pregavano
sotto voce. Molte persone del paese, riunitesi in Chiesa, pregavano e commentavano la
fine precoce di una figliola cos buona e cara.
Mentre tutt'attorno a lei si svolgevano questi fatti, Luigina vide davanti a s una
nuvoletta azzurra e si sent chiamare dolcemente. Voltandosi appena dalla parte dove
veniva la voce, scorse al fianco del letto Ges sorridente. Allora Luigina, pur nella
grande gioia, non risparmi un rimprovero a Ges: Non ti sei fatto vivo per due
lunghi anni e ora che sto morendo vieni? Fu naturalmente una visione e un colloquio
spirituale. Con un incantevole sorriso Ges le rispose: Sono venuto per farti un bel
dono. Guarda. E le indic l'altro lato del letto. Una splendida Signora le sorrideva.
Luigina credette di vedere la sua mamma che era venuta a prenderla. Oh! le disse,

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si diventa cos belli in Paradiso, mamma? Quasi non ti riconosco! Ma Ges:


Guarda meglio, poi riguarda Me. Solo allora Luigina cap che era la Madonna, la
Sua Mamma Maria. Come si rassomigliavano! Ges poi riprese: Siamo venuti a farti
una proposta. Tu per sei libera di scegliere. Vuoi morire e salire in Paradiso, oppure
offrirti vittima per la Chiesa e per i Sacerdoti? E come in un velocissimo film Gina
vide i pericoli di apostasia ai quali andavano incontro la Chiesa ed i Sacerdoti, e la sua
dolorosa vita futura. All'istante Luigina accett la seconda offerta e si offr vittima.
Ges le disse ancora: Non entrerai pi in convento ma come una persona comune
vivrai nascosta agli occhi del mondo. Sarai poco compresa, soffrirai molto e morirai
sola come Me. Ges continu: Sarai il granello di senape in un solco di Roma. Vivrai lo straordinario nell'ordinario. Da questo momento ti lascer la mia Santa Madre.
Ti guider e ti conforter. Sii una violetta nascosta ma sempre profumata. Subito
dopo il suo Angelo custode Samuele, presala per le mani, la fece sedere sul letto e
poi la mise in piedi.
I presenti, che non si erano accorti di nulla, all'improvviso videro Luigina sedersi e poi
scendere dal letto con agilit e le bende, come fossero tagliate dalle forbici, cadere a
terra imbevute di marciume, esalanti per un meraviglioso profumo. Tutti gridarono al
miracolo e il medico presente constat la totale guarigione. Luigina era ritornata in
forze: bella e sana. Si fece naturalmente molto scalpore in paese e il padre, per evitare
scene di fanatismo, si decise a portare Luigina a Roma, dagli zii alla Garbatella.
Iniziava cos per lei un nuovo capitolo della sua esistenza. Da quel giorno solo i
familiari e pochi intimi poterono chiamarla con il diminutivo di Gina. Per tutti gli altri
sar Luigina.
Dopo poco tempo, sistemati gli altri quattro figli, il pap si allontaner da Itri con una
donna e vivr sempre lontano dai figli.
Dal racconto del fratello Pietro abbiamo gi conosciuto la vita alquanto difficile che
Luigina ebbe presso gli zii.
Ricordando di quei mesi le difficolt incontrate, specie con la zia, ella dichiarer per
che aveva imparato tante belle cose, specie come tenere ed organizzare la casa. E dalla
sua bocca uscirono solo ringraziamento e riconoscenza per gli zii. Sappiamo che in
quel periodo e anche dopo, quando and a servizio in una famiglia, frequentava con
zelo la parrocchia e faceva parte delle Figlie di Maria.
Fu proprio in quegli anni di solitudine, lontana dai suoi, che mor il suo primo direttore
spirituale Don Timoteo e si sent nuovamente senza sostegno. La Mamma Celeste per
vigilava sulla sua figliola prediletta e un giorno le disse che in Parrocchia era arrivato
un giovane sacerdote, il quale sarebbe diventato il suo nuovo confessore e direttore. La
Madonna inoltre le diede alcuni particolari riguardanti il nuovo arrivato, cos non
avrebbe avuto difficolt per essere accettata da lui come figlia spirituale.
Il giorno seguente Luigina si present al confessionale e chiese al sacerdote di essere il
suo direttore. Per tutta risposta ebbe un diniego, perch era impossibile. Lo so, disse
Luigina che appena arrivato ieri sera e che la prima volta che confessa le donne e
sta per celebrare la sua seconda Messa. Ma la Mamma Maria mi ha detto che lei sar
la mia guida spirituale. Il povero pretino le chiese, molto impressionato, se non fosse
una chiromante. Lei rispose candidamente di no. Era la Madonna che le aveva detto
tutto ed anche che la mamma del sacerdote era morta da poco e che in vita era ghiotta

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del pane con le noci. A questo punto, un poco rincuorato il giovane sacerdote le disse
che le avrebbe parlato in sagrestia, subito dopo la Santa Messa. Il pretino durante tutta
la Messa fu alquanto emozionato. Era s la seconda Messa della sua vita ma,
all'attenzione per compiere tutto bene, era unita la perplessit per l'incontro con
Luigina. Quando il colloquio riprese in sagrestia il sacerdote, che si era un po'
rinfrancato, addusse molte scuse per non accettarla come figlia spirituale. Tra l'altro
disse che erano ambedue troppo giovani e che c'erano dei possibili pericoli. Luigina
che non mancava di un carattere ricco di humor, rispose con franchezza di non
preoccuparsi e di stare tranquillo. Anche perch non era il suo tipo, cos piccolo e
non bello. Questa uscita spiritosa sdrammatizz la situazione e fece sorridere il
sacerdote. Da quel momento Luigina fu guidata da lui, che le rimase poi sempre vicino
come fedele padre, ricco di illuminati consigli.
Ma anche in Parrocchia non le mancarono le sofferenze causate da gelosie da parte
delle compagne e pi si prodigava, pi aumentavano le ingratitudini. Avvenne per per
Luigina un fatto molto particolare. Quando usciva dalla Chiesa, dopo la Messa delle
ore sei del mattino, per recarsi al lavoro, le capitava di incontrare dopo aver fatto
qualche passo, un povero prete con la veste talare rattoppata e le scarpe rotte. La
guardava e sorrideva. Passarono molte settimane e poi un giorno il prete la ferm e le
chiese della sua vita, ponendole varie domande. Luigina gli chiese come mai la conoscesse, visto che lei non si ricordava di avergli mai parlato prima. Non mi conosci?
Eppure la mia Chiesa poco lontana da qui. E la Chiesa di San Filippo Neri. Lei,
veramente, la Chiesa la conosceva, ma non vi era mai entrata.
Fu cos che il mattino seguente, dopo la Messa, ne parl al suo Parroco. A lui per non
risultava che in quella Chiesa ci fosse un sacerdote povero e vestito miseramente.
Luigina chiese allora al Parroco se avesse fatto bene a regalare una tonaca nuova e un
paio di scarpe a quel sacerdote. Lui rispose che la carit era sempre tanto accetta al
Signore. Luigina usc e, da dietro alla tenda di una finestra della sagrestia, il Parroco la
segu con lo sguardo e vide che si ferm poco lontano e si mise a parlare, come se
davanti a lei ci fosse una persona. La mattina seguente Luigina, con un pacco sotto
braccio, usc dalla Chiesa e si ferm a parlare con il prete povero. Con un certo
imbarazzo gli disse del dono. Lui sorrise. La ringrazi dicendole: Proprio non mi
riconosci? lo ti conosco da sempre. L'invit inoltre ad amare sempre di pi il
prossimo e di essere molto umile perch gli orgogliosi non piacevano a Ges e alla
Madonna. Perdona chi ti ha fatto soffrire e con umilt accetta l'incarico di presidente
delle Figlie di Maria. Luigina infatti aveva pochi giorni prima declinato l'incarico che
le avevano offerto, proprio per non suscitare altre gelosie tra le iscritte al movimento.
Le scarpe e l'abito nuovo li darai ad un prete veramente povero. Sii sempre pi buona
e pi umile. Arrivederci in Paradiso. E, mentre terminava di parlare, si alz
lentamente e, pi si allontanava, pi i suoi occhi azzurri diventavano intensi. Poi
disparve. Emozionata, Luigina riprese il pacco che aveva appoggiato in terra durante il
colloquio e corse dal Parroco, il quale non l'aveva persa di vista dalla finestra e non riusciva a capacitarsi che cosa stesse accadendo alla signorina.
Luigina gli disse che il prete povero era S. Filippo Neri e raccont tutto il colloquio,
non senza una certa ritrosia perch era molto restia a parlare dei fatti straordinari

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che le succedevano. Ma volle mettere in pratica l'umilt che San Filippo Neri le aveva
appena raccomandato. Accett poi l'incarico nelle Figlie di Maria.
Da allora and molte volte a far visita nella Chiesa dedicata a San Filippo Neri, il
santo che in vita visse l'umilt e che and vestito poveramente, perch tutto ci che
possedette lo diede ai poveri.
Oltre a San Francesco e a Santa Teresa di Lisieux, Luigina era molto devota di Santa
Gemma Galgani. Visit pi volte il Santuario a lei dedicato, a Lucca, e la sua casa
natale, vivente Madre Gemma Giannini, tra le cui braccia era spirata S. Gemma.
Luigina conobbe Madre Gemma nella sua infanzia ad ltri, nel convento delle Suore
Passioniste, dove era Superiora, e a lei e alla Congregazione delle sorelle di S.
Gemma, fu legata da grande amicizia.
Un giorno Luigina raccont ad una persona molto amica che Santa Gemma l'aveva
salvata da un incendio. Lei amava fare ogni anno il presepio per Natale. Nei primi anni
che era a Roma per non si poteva permettere delle statuette in legno o in gesso ed
allora lo realizzava in cartapesta. Una sera si era addormentata perch era molto
stanca, dimenticandosi di spegnere le candeline che illuminavano la Grotta. Santa
Gemma, durante la notte, la svegli dicendole di aver spento il fuoco che era
divampato nel presepio, per evitare un grande incendio. Luigina s'accorse allora che
tutto era semidistrutto. Ma il resto della camera era in ordine.
Ma anche i rapporti con la famiglia presso cui era a servizio non furono sempre facili.
Anche l non era capita, anzi era quasi guardata con sospetto a causa dei fatti
particolari e umanamente inspiegabili che avvenivano, anche l non le mancarono
incomprensioni e sofferenze. Ricordiamo in particolare un episodio.
La signora che dava lavoro a Luigina era impiegata, perci ella doveva accudire alla
casa e prepararle il pranzo per quando rientrava dall'impiego. Una mattina che era sola
in casa, si trov ad andare in bilocazione nella capitale di un paese dell'est, dove il
Primate era stato imprigionato. Entr nel palazzo vescovile, prese un documento
segreto e, sempre in bilocazione lo depose in Vaticano, senza che nessuno l'avesse
vista. Quando tutto fu fatto rientr in se stessa. Mentre andava riprendendosi fu aggredita dal demonio che la picchi ferocemente, a tal punto, che a malapena riusc a
buttarsi sul letto tutta dolorante. Passarono cos le ore e quando la padrona di casa
rientr trov che nulla era stato fatto e il pranzo non era preparato. Trovandola sul
letto, si arrabbi moltissimo. Al ritorno, da l a pochi minuti, con grande meraviglia,
trov l'appartamento tutto in ordine, i mobili spolverati e perfino l'acqua nella pentola
che bolliva. Che era successo? Fu la stessa Luigina a spiegare alla signora che, non
potendo fare lei, perch sofferente, aveva tutto sistemato il suo Angelo Custode. E per
parecchio tempo in quell'appartamento non cadde pi polvere sui mobili e sul
pavimento. Ma la spiegazione, invece di risolvere le cose, le complic ancora di pi,
perch la signora quasi presa da spavento di fronte a questo fatto cos eccezionale,
temendo che Luigina fosse indemoniata, la mand via.
La promessa che Ges le fece, quando lei prefer lo stato di vittima e rimanere nel
mondo invece di morire e andare in Paradiso, si avver per tutta la vita. Il Cielo
interveniva per assisterla anche nelle cose minime. La presenza e le luci della Mamma
del Cielo non le vennero mai meno ed anche l'aiuto dei suoi Santi Protettori e del suo
Angelo la protessero dai violenti e dolorosi attacchi che il demonio le sferr.

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Finalmente Luigina trov un buono impiego e pot permettersi di affittare un


appartamento, tutto suo. Malgrado la salute subisse alti e bassi, le capitava che molte
volte la malattia come veniva, spariva improvvisamente. Per il tracciato della sua vita
non aveva perso la sua misteriosit e se a questo punto della sua esistenza tutto sembr
procedere abbastanza calmo, arriv un giorno una grande prova che Luigina riusc a
superare con l'aiuto del Cielo e grazie alla sua umilt e al suo coraggio.
Si chiude cos la prima parte della sua vita. Inizieremo a narrarne l'altra anche grazie
alla deposizione, giurata, di una signora di nome Maddalena, scomparsa alla fine del
1980, che ci ha lasciato, quale riconoscenza per tutta l'amicizia fraterna data da
Luigina, un memoriale scritto negli anni 1978-79. Questa amicizia dur pi di venti
anni, cio fino agli ultimi mesi di Luigina in terra. Sar interessante in queste pagine
vedere quale fosse la personalit di questa piccola-grande donna la quale, pur
favorita di doni specialissimi, rimase sempre nascosta e sempre, diremo, gelosa dei
suoi rapporti con il Cielo.
UNA PICCOLA-GRANDE DONNA
Devo subito dire che per Gina, cos si faceva
chiamare dalle amiche, sono stata sempre una forte
spina nel cuore, a causa della mia malferma salute. E
quella spina divenne pi pungente quando,
diventando per due volte madre, le condizioni di
salute andarono peggiorando. Luigina stata sempre
la mia illuminata consigliera. Premurosa e gentile
come una mamma, cercava di prevenire i miei mali
con indicazioni appropriate di medici di cui lei stessa
ne conosceva la fama. Non di rado avvenne che lei
stessa si fosse addossata le mie sofferenze. Devo
esserle costata molto!
Avevo persino vergogna di telefonarle quando stavo
poco bene. Ero combattuta pensando che fosse una
vigliaccheria da parte mia chiamarla a sopportare i
miei mali. Una o due volte mi capit di trovarmi tanto male nella notte da sentirmi
prossima a morire. Allora la chiamai, con piena fiducia, perch intercedesse presso la
nostra Mamma Celeste. Ed ogni cosa torn a normalizzarsi nel giro di pochi giorni.
Il mio primo incontro con Luigina ebbe luogo nell'autunno del 1953. Seppi di lei per
lettera, da una mia amica che abitava a Lugano, in Svizzera, la quale l'aveva incontrata
a Roma. Mi scriveva di aver avuto con lei uno scambio di idee e di averla trovata
veramente eccezionale. Mi diede il recapito telefonico e mi invit a chiamarla al fine
di aver un incontro con lei. Da parte mia non mi lasciai influenzare dall'entusiasmo
della mia amica, in quanto conoscevo il suo animo e sapevo con quanta sete andasse
in cerca dello straordinario. Telefonai al numero telefonico indicato ma non ottenni
risposta immediata. Lasciai il mio numero per essere chiamata da Luigina.
Intanto in cuor mio mi raccomandai alla Madonna di non permettere che la conoscessi
se fosse stata per me causa di perdita di tempo. Luigina, invece, mi telefon e alla
prima telefonata si verific un qualcosa, come se esistesse gi fra noi un legame di

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amicizia. Venne il giorno dell'incontro, a casa mia, e ci si abbracci affettuosamente


appena viste. Il colloquio fu un crescendo di gioia, mista a lacrime per tutto ci che
Luigina andava via via raccontando. Ma cosa disse di cos sorprendente, non ricordo
nemmeno una parola! Ci lasciammo come amiche di lunga data ed andai ad accompagnarla all'autobus che avrebbe dovuto ricondurla a casa. Dopo quel primo incontro
l'amicizia and sempre pi approfondendosi, cos da conoscere, entrambe, la nostra
vita passata.
Luigina mi raccont che era stata felice nella sua prima fanciullezza, cio prima della
morte della mamma che segn l'inizio, nella sua vita, di un lungo calvario. Era la
maggiore di cinque figli, tuttora viventi: Pietro, Giorgio, Benita e Tonino. Amava
teneramente i suoi fratelli e anche il pap, ed era pronta a giustificarli quando il loro
comportamento la faceva soffrire. La morte della madre fu un vero trauma al punto
che desider morire pure lei. Il babbo di Luigina era mobiliere di notevole fama se si
pensa che i mobili che uscivano dalla sua bottega venivano esposti alle Mostre di
Parigi e di Genova. Il babbo per risent anche lui fortemente della mancanza della
moglie e, dopo la sua morte, deve aver avuto un certo sbandamento, sentendosi
incapace di prendere da solo le redini di quella famiglia numerosa. Forse avrebbe
voluto risposarsi, e questo suo progetto deve averlo allontanato non poco dalla
famiglia, cio da quei figlioli che adoravano la memoria della loro mamma.
La mamma era amata e rispettata anche dalle famiglie di Itri e dintorni. Aveva
esercitato la professione di ostetrica alla scuola di Pestalozzi ed era molto brava. Era
stata una donna di santi principi educativi ed una mamma intelligente e profondamente
cristiana. La famiglia, quando la mamma era in vita, abitava in una bella palazzina di
venticinque camere con un piccolo giardino adiacente. Dopo la morte della mamma, la
famiglia cominci ad avvertire un certo disagio anche economico.
Diventati grandi i fratelli cercarono un lavoro. Giorgio and nel Friuli, Pietro e Tonino
a Roma, Benita in America del Nord, a New York.
Luigina dopo vari lavoretti, trov un buon impiego in un grande negozio al centro di
Roma come cassiera e vi rest per qualche anno. Venne poi licenziata perch accusata
di furto continuato.
Fu la sua grande prova! Era innocente e non poteva provarlo perch avevano imitato la
sua firma facendo dei prelevamenti di cassa, lasciando a lei ogni responsabilit di tale
uscita di denaro. Il colpevole doveva essere una persona impiegata nella stessa azienda
ed a contatto di lavoro con Luigina.
Dopo questa accusa si trov perci senza lavoro e senza casa. Le cognate a Roma non
furono molto sensibili a questa sua sventura e si trov proprio sola e abbandonata dai
suoi cari.
Fu allora che ebbi la fortuna di averla ospite in casa mia per due mesi e poco pi.
Allora abitavo in Via dello Statuto, nell'appartamento che era stato della mia famiglia.
Mi trovavo sola ad abitare in cinque camere. A Luigina potei offrire cos la camera
centrale, fra la sala da pranzo e un'altra camera da letto. Fu proprio in quel periodo che
toccai con mano l'invisibile. Luigina mi trasport pian piano in un mondo di cui
avevo molto sentito parlare, per non avevo una piena convinzione che esistesse. Cio,
per meglio dire, non avevo avuto mai occasione di venirne a contatto. Quanta gioia

19

scendeva nel mio cuore a sentire ci che Luigina diceva, quanta sicurezza e conforto
venivano a me da quelle visite della Madonna Celeste!
Nella camera che abitava mi indic il luogo dove avvenivano i colloqui. Era accanto
alla finestra, dove un piccolo tavolo faceva da scrittoio. Non avrei dubitato mai di ci
che mi diceva Luigina perch non avevo mai riscontrato in lei la pi piccola
menzogna. Non ho mai saputo il contenuto di quei colloqui. Non avrei neppure
provato a chiederlo. Per conoscevo le risposte di cose che mi riguardavano. E poi
sentivo un piacevole profumo che restava in quella camera da letto, a volte pi di un
giorno, e quello che sprigionavano le sue mani e tutta la sua persona.
Una volta ella mi disse, a motivo di quel profumo: Sai, alcuni credono che io me lo
versi addosso e mi chiedono di quale marca sia. Altri pensano che io usi un sapone
delicato che lascia alle mani quel gradevole profumo!. A tale proposito un giorno e
per smentire le voci di cui sopra, mentre lavava i piatti in cucina, naturalmente senza
guanti perch a quei tempi non esistevano ancora e nemmeno i detersivi leggermente
profumati che si usano oggi, sollev le mani da quell'acqua grassa e lievemente
colorata di sugo e ancora sgocciolanti me le fece annusare. Io notai che, specialmente
sull'estremit delle dita, quel profumo, misto di gelsomino, vaniglia, incenso, confetto,
era gradevolissimo ma indelebile! ... Quello stesso che sentii nella Cappellina della sua
abitazione mentre, lei era adagiata sul letto di morte nella camera, ed io recitavo, in
silenzio, il S. Rosario.
I ricordi di quel soggiorno in casa mia in via dello Statuto, sono molti. Cercher di
ricordare i pi significativi.
Una sera, verso le ore diciannove, Luigina mi disse di avere un po' di mal di capo e
scusandosi volle ritirarsi nella sua camera. Mi raccomand di cenare senza aspettarla e
di non preoccuparmi perch era soltanto un mal di testa. Si sdrai sul letto, lasciando
la porta della sua camera cos com'era: completamente aperta. La luce nella sua
camera era spenta mentre quella della camera da pranzo era accesa ed illuminava
completamente il letto sul quale si era adagiata interamente vestita. Per lasciarla riposare meglio spensi la luce della sala da pranzo e mi recai in cucina a preparare la cena.
Trascorsa poco pi di una mezz'ora andai verso la camera di Luigina per vedere se
avesse bisogno di qualcosa. Accesi la luce della sala da pranzo che illuminava il suo
letto, e la vidi supina con gli occhi chiusi, immobile, come se non respirasse. Allora
pensai: il mal di testa sar completamente scomparso, altrimenti non potrebbe dormire.
Trascorsa un'altra mezz'ora circa, tornai di nuovo a vederla. Allora si svegli e mi
chiese da quanto tempo dormisse, come se avesse perduto la nozione del tempo. Si
lev dal letto e consumammo insieme la cena, certamente pi tardi del solito ma senza
pi pensare al suo piccolo malessere. In seguito Luigina mi parl della Russia, mi
disse che alcune persone erano prigioniere nei sotterranei; che dei Sacerdoti
celebravano la Messa con un pezzo di pane e uva appassita. Quante sofferenze in
quelle anime!, mi disse. Ci sono intere famiglie che pregano nei sotterranei. Non
possono farlo apertamente altrimenti sarebbero perseguitati. Vanno in quei rifugi
durante la notte. Quando Luigina mi parl della Russia, le domandai se l'avesse
visitata. Cio pensavo se ci fosse stata in bilocazione. Lei mi rispose di s, senza dare
alcuna importanza alla cosa.

20

Gina voleva che io capissi bene che i doni che il Signore fa' ad un'anima non sono
indice di santit, appartengono a Lui. Invece la sofferenza offerta nostra e cos ogni
buona azione che facciamo al prossimo, per amor Suo.
Quando si avvicinava il primo sabato del mese, o meglio, si avvicinava la notte dell'incontro con la Mamma Celeste, avevo timore di chiedere qualcosa. Mi sembrava una
mancanza di riguardo verso la nostra Mamma, Regina dell'universo. Mi sembrava di
abusare del privilegio che lei venisse dalla Sua Prediletta, in casa mia. Malgrado ci
riuscii a conoscere molte cose che riguardavano la mia vita futura, tra cui la mia
vocazione al matrimonio. Luigina, poi, sapeva ogni cosa di me senza che le avessi
rivelato la mia vita passata. Mi disse che il mio cuore era stato molto duro e che il
Signore me lo aveva trasformato... Che la Mamma mi voleva pi umile. Ci mi fu
rivelato sensibilmente quando pregai Luigina di far benedire la mia statuina
dell'Immacolata Concezione, in un primo sabato del mese. Avvenne che mentre gli
altri oggetti messi sul tavolo di Luigina, allo stesso scopo, emanavano completamente
il profumo, la mia statuina profumava soltanto al piede. Chiesi perci la spiegazione a
Luigina, la quale mi conferm che la Mamma voleva da me una vera umilt.
Luigina mi descrisse, dietro mia richiesta, l'abbigliamento della Mamma
soddisfacendo la mia curiosit fin nei particolari. Mi parl del diverso colore tra il
mantello e l'abito e diede un significato particolare al colore; la spilla con gemme che
fermava il mantello al di sotto del collo; la bordura dorata e ricamata del mantello; il
fruscio della seta... In una di quelle occasioni pregai Luigina di baciare per me il
mantello della Mamma. La mattina seguente incontrai Luigina in cucina, mi sentivo
quasi in soggezione di averla messa in imbarazzo con la mia richiesta. Invece ella,
tutta sorridente si avvicin e mi diede un bacio sulla fronte, dicendomi che me lo
mandava la Mamma. La gioia, per quell'avvenimento, inond completamente il mio
cuore.
Poich andavo all'impiego ogni mattina accadeva spesso che Luigina rimanesse sola in
casa fino al mio ritorno, alle 14,30. Mi attendeva per pranzare insieme facendomi
trovare la casa in ordine e la spesa fatta.
Luigina faceva allora qualche commissione di sopralluogo per accertare l'indigenza
di alcune famiglie che godevano dell'assistenza dell'Opera Pontificia, allora affidata a
Mons. Bandelli. Luigina per tale attivit non riceveva alcun compenso, soltanto, e non
sempre, il rimborso dei soldi spesi per il tram. A volte perci accadeva che non avesse
nemmeno gli spiccioli per il tram e doveva andare a piedi...
Riuscii, chiss come, a sapere ci e allora pregai Luigina di prendere quanto le
occorresse dalla tasca del mio soprabito nell'armadio, che fungeva da cassa. Luigina
per non vi and ad attingere denaro che raramente ed al mio ritorno dall'ufficio mi
faceva trovare la lista delle spese, specificando ogni acquisto effettuato al mercato per
mio conto.
Era prodiga di consigli. Ma li dava quando era sicura di ci che diceva, altrimenti
consigliava di pregare insieme affinch potesse conoscere la cosa che mi stava a cuore.
Qualche volta la risposta arrivava con molto ritardo per si rivelava di una grande
precisione. Quando le chiedevo qualcosa per parenti o persone amiche, scriveva la
risposta ma voleva rimanere in incognito. Ad una mia collega di ufficio le scrisse di
raddrizzare la sua vita che la Mamma la avrebbe aiutata molto. E cos fu.

21

Ad una mia nipote afflitta perch abbandonata dal fidanzato, quasi alla vigilia delle
nozze, disse che la Mamma l'avrebbe aiutata, di aver fiducia, che avrebbe incontrato
un uomo migliore e con lui avrebbe formato un'ottima famiglia. Infatti ora ha tre
figliuoli ed il marito le vuole molto bene.
A mio avviso conosceva tutto di tutti, cio la vita intima di ogni persona che
avvicinava. Esprimeva talvolta il suo pensiero su determinate persone e ci era fatto
sempre a fin di bene. Spesso esaltava le virt di persone di comune conoscenza. Una
volta mi rifer di un medico che conoscevo, il quale stava cos a lungo in preghiera
davanti al SS. Sacramento da avere le ginocchia incallite.
Luigina aveva bisogno di amicizia e gradiva conversare di cose di Dio e della Mamma
Maria, ma lo faceva sempre con tatto e senza morbosit bigotta.
A volte era molto combattuta a causa delle incomprensioni e cattiverie che riceveva
anche da persone da lei beneficate. Queste prove spirituali la facevano molto soffrire e
cercava sempre di studiare se ne fosse o meno lei la causa.
A me chiedeva: Ma tu cosa pensi di me? Ti sembro una persona normale? Altro
che persona normale! le rispondevo. Mai ho pensato di lei che fosse una persona
anormale, squilibrata. Era carica di buon senso e di prudenza per cui prima di dire
qualcosa doveva esserne ben certa e ci le derivava dalla preghiera. Non pensava
molto alla efficacia della sua invocazione quanto alla preghiera dell'interessata, ove
fosse possibile. Ci la metteva in stato di piena umilt e dava fiducia alle persone alle
quali prometteva di pregare.
Luigina ha sempre raccomandato a tutti la recita del Rosario ed anche ai giovani, che
non pregano a lungo, suggeriva loro di dire almeno dieci Ave Maria, meditando un
mistero, in maniera da formare una corona intera in cinque giorni.
Luigina sentiva fortemente la riconoscenza verso chi le avesse fatto un po' di bene. Avvenne cos che, col passare degli anni, il benefattore diveniva per lei il beneficato.
Anch'io ricevetti in larga misura da lei!
Era trascorso poco tempo dall'arrivo di Luigina in casa mia, forse poco meno di un
mese, quando mi chiese se potesse portare in casa una giovane di sua conoscenza, che
era figlia spirituale di Padre Pio. Luigina, affinch l'accettassi in casa, mise in luce le
migliori qualit di questa giovane. Ed in verit era una figliuola sulla via della
perfezione, anche se ancora giovane e bisognosa di guida. Dopo qualche giorno trov
lavoro e and via e, dal canto mio lo confesso, ne fui felice.
Qualche cosa per venne a turbare il mio pieno accordo con Luigina ed intanto in cuor
mio si affacciarono pensieri poco lusinghieri, anche nei suoi riguardi. Pensai che
Luigina non avrebbe dovuto invitare la giovane in casa mia dal momento che anche
ella era gi ospite. Luigina cap questo mio stato d'animo e mi parl con la sua
franchezza abituale. Guarda, mi disse, che se vuoi vado via anch'io. Sono qui per
te! Allora capii che la sua presenza in casa mia era un dono della Madonna! La supplicai perch rimanesse. Poi non ci fu pi motivo di malintesi.
Luigina ebbe molta, moltissima pazienza con me. Diffidai molte volte di quello che
voleva offrirmi come consiglio. Non insistette mai per sulle cose che diceva per il
mio bene. Fu sempre cos spontanea che, forse, proprio per questo, a volte dubitai dei
suoi consigli.
Ma, purtroppo, fu sempre a causa della mia nullit e superbia che ricadevo nell'errore.

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Una volta mi fece chiaramente capire che per darmi un consiglio in merito ad un
problema dovevamo pregare insieme. Altre volte, esplicitamente, confess che non
sapeva dirmi nulla senza pregare. Quando per si trattava di una risposta avuta dalla
Mamma Maria non c'erano dubbi: era come diceva e con decisione. Le risposte
furono a volte suggerite per iscritto, concise, ma colpivano l'argomento in pieno, come
una freccia quando va dritta al centro del bersaglio.
Luigina era cos precisa nei suoi ricordi che anche a distanza di anni sapeva dire il
giorno e il mese degli avvenimenti che riguardano la mia vita.
Rimase con me, nella casa in via dello Statuto, per poco pi di due mesi.
Ella sapeva che la sua partenza dalla mia casa mi avrebbe procurato un forte dolore ed
allora mi prepar pian piano a questo doloroso distacco.
Fu accolta in casa della Sig.ra Anna Martorano, in via Urbino 51. E in quel palazzo
rimase, dopo aver cambiato due appartamenti sempre nella stessa scala, fino alla sua
morte. A me, per consolarmi, disse che quella sarebbe stata la sua ultima dimora, cio
che sarebbe rimasta in quella casa fino alla sua morte. E cos fu!
Era giunto il momento in cui non le sarebbe pi mancato nulla. La Provvidenza
avrebbe pensato largamente a lei. Cos stato. Ma quante pene...! E quanta fede c'
voluta per Luigina in quella predizione, ogni volta che dovette cambiare appartamento
e fare sempre nuovi lavori di adattamento e per la sistemazione della Cappellina.
Anche al quinto piano, dove abit fino alla morte, ebbe notevoli prove. Rimase in
quell'appartamento malgrado il freddo per i lavori di restauro e la vendita di quasi tutti
gli appartamenti dello stabile.
Ecco che cosa stata fede per Luigina! Ella sapeva che nemmeno il terremoto
l'avrebbe spostata di l. Parola dall'Alto, non pu cambiare!
Luigina mi fece delle rivelazioni molto importanti sul rinnovamento della Chiesa dopo
il Concilio, e disse che ne sarebbe uscita rinvigorita, malgrado le molte difficolt che
avrebbe dovuto superare. Mi confid anche molti avvenimenti che si sarebbero
verificati nella politica italiana.
Andavo ancora in ufficio ed avevo molta difficolt con le colleghe e soffrivo di essere
messa in disparte e di vedere qualche ingiustizia. Una volta Luigina mi disse: Tu per
la spia non la devi fare. Era proprio vero: avevo riferito una cosa vera, ma che avrei
dovuto tacere!
Nel 1954 Luigina conobbe, tramite me, le Benedettine di Clausura. Le monache
avevano molto sofferto durante la guerra e si sostentavano facendo piccoli lavoretti
con le loro mani: un po' di ricamo, un po' di maglia, ecc. Poi ricevevano offerte per gli
Agnus Dei sui quali venivano dipinti, in miniatura, dei fiorellini e il nome di Ges.
Luigina stimava molto queste monache ed una volta mi disse che Ges andava in
quel Monastero per riposarsi, poich quelle suore erano come colombe intorno a Lui.
Parlandone con me poi, le chiamava le colombelle di Ges.
Luigina era andata via da me da non molto tempo ed abitava come ho detto in Via
Urbino 51, ma non aveva lavoro e perci mancava di mezzi di sostentamento. Nel
frattempo conobbe una suora del Bambin Ges, superiora vicino a Roma, la quale,
insieme ad un Sacerdote, Don Gabriele Antonazzi, stimava Luigina, ammirandone la
sua ricca vita spirituale. Questa suora che proveniva da famiglia benestante mise a
disposizione di Luigina una certa somma. Credo sul mezzo milione di lire.

23

Luigina non accett la somma per s, ma invit Suor Margherita, d'accordo con il
sacerdote, ad acquistare una macchina Necchi per il lavoro a maglia, da offrire alle
monache di Clausura. Esse infatti, accettando lavori di maglieria, avrebbero potuto far
fronte alle spese giornaliere della Comunit. E cos avvenne.
Negli anni seguenti Gina commissionava alle monache dei lavoretti in pittura, scatole
portafazzoletti, tovaglie d'altare, copri pisside ed Agnus Dei, pagando, per quei lavori,
somme di una certa consistenza, e mai inferiori alle cinquanta mila lire.
Quanta gioia provava Luigina quando riceveva i lavori specie quelli che conferivano
maggior decoro a Ges Eucaristico! Era lei stessa che suggeriva il soggetto per le
tovaglie d'altare, che dovevano essere in armonia con le varie feste ricorrenti nel
calendario liturgico. Il gusto innato per il bello e il raffinato Gina lo trasfondeva
particolarmente in tutto ci che era sacro: come l'altare, gli arredi ed i fiori. Gli amici
di Luigina ricordano quanto cara le fosse la sua Cappellina adorna sempre di
magnifiche composizioni floreali. Anche i presepi, allestiti ogni anno in maniera
diversa, procuravano una grande gioia a coloro che li vedevano. La composizione
artistica, sempre nuova, non distraeva il visitatore dal grande mistero della Nativit
divina.
Dopo avermi confidate le rivelazioni celesti, alle quali credevo e credo tuttora, si
faceva piccola piccola dicendo che il merito non era suo e che bisognava ben
distinguere nella vita spirituale i doni gratuiti dai meriti acquistati con la nostra
sofferenza, con la rinuncia, con la carit... Ella ebbe inoltre il grande dono di dire la
parola giusta al momento esatto e non si mise mai in cattedra. Solo una grande carit,
che la bruciava dentro, muoveva le sue labbra, non per ammonire ma per curare il
peccatore. Tutta la conversazione era improntata da lei con grande carit per cui
l'interlocutore si trovava a suo agio. Luigina non si scandalizz mai di nulla. Era facile
parlarle, come si suol dire, col cuore in mano perch conosceva i problemi pi intimi
che travagliavano l'anima, prima di sentirne parlare.
Era molto mortificata quando doveva per ragioni di tempo interrompere una conversazione amichevole. I Sacerdoti avevano il posto dei prediletti. Non potevano aspettare.
Perci nel congedare i secolari si scusava dicendo: Tornate presto che parleremo pi
a lungo.
Un'altra cosa particolare che capitava era quella di stare con Luigina senza accorgersi
che il tempo passava. Si stava cos bene accanto a lei che ci si dimenticava di ogni
amarezza della vita presente e si tornava a casa col cuore gonfio di gioia ed una forte
carica di gioia ed una forte carica di fede.
Un giorno Luigina disse che la Mamma Maria, vedendo le diverse immagini nelle
quali era ritratta diceva: Da ogni figura, anche dalla meno bella, trasfondo il mio
Amore sui miei figli.
LA SOFFERENZA SUO PANE QUOTIDIANO
L'esistenza di Luigina, come abbiamo potuto
constatare, non fu mai facile e tranquilla. Prima per gli
studi, poi per la morte della mamma ed infine per il
lavoro, la sua vita fu un susseguirsi di cambiamenti e
di spostamenti che le procurarono sempre sofferenze.

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Se a tutto questo uniamo la sua fragile costituzione fisica e le molte strane malattie,
seguite da improvvise e spesso miracolose guarigioni, vediamo che il granellino di
senape in un solco di Roma percorse una strada ricca di lacrime e di solitudini. Fare
la volont del Signore e abbandonarsi senza riserve a Lui significa portare oltre alla
propria, anche le croci altrui. E salire poco a poco l'irta e aspra via che conduce al
Calvario.
Anche per il lavoro si trov a cambiare varie situazioni e non per causa sua. Fu sempre
molto apprezzata dai suoi datori di lavoro ed anche quando fu incriminata d'essersi
impossessata di soldi, e poi risultata innocente, fu richiamata per essere riassunta
nell'impiego. Luigina per non accett. Non perch avesse del risentimento. Non era
capace, infatti, di provare del rancore verso coloro che le avevano fatto del male; ma
perch senti dentro di s che avrebbe avuto un altro campo di apostolato. Infatti ben
presto fu assunta come impiegata alle Poste e fu trasferita in varie sedi, ma sempre a
Roma.
Per seguire un filo cronologico diremo che Luigina, da quanto afferma il fratello
Pietro, dal 1936 al 1940 fu impiegata all'Istituto di Statistica. Iniziata la guerra lasci
Roma per fondare un'opera di carit presso il Santuario della Madonna della Civilt ad
Itri, insieme ad una zia. Qui per due anni assistette bambini bisognosi e donne anziane.
Dopo, malgrado gli sforzi e i duri impegni che Luigina dovette affrontare, per
mancanza di fondi, abbandon l'opera.
Rientrata a Roma, pur essendo stata richiamata caldamente all'Istituto di Statistica,
declin l'invito e si dette all'apostolato fino alla fine della guerra, vivendo di servizio e
carit. Si impieg poi presso un grande negozio del centro e vi rimase parecchi anni
fino alla denuncia del furto. Chiarita, dopo mesi, questa amara storia trov impiego
alle Poste.
Passati alcuni anni la troviamo segretaria del professore Enrico Medi, all'Istituto di
Geofisica. Questo sar il suo ultimo lavoro anche perch le varie malattie si
susseguirono con una certa frequenza.
Peggiorando la salute passer anche lunghi periodi in casa senza poter uscire. Visse nel
suo appartamento in Via Urbino 51 al quinto piano, con la sua bella Cappellina e Ges
Sacramentato. Ogni giorno aveva un sacerdote che vi celebrava la Santa Messa e cos
Luigina poteva passare molto tempo ai piedi di Ges.
Fu lo stesso Papa Pacelli che le diede la facolt di avere una Cappella in casa con il
Santissimo Sacramento ed il permesso di potervi celebrare l'Eucarestia.
La cappellina era piccola ma molto bella e raccolta. Luigina la teneva come un
prezioso gioiello. Sopra l'altare vi era un piccolo tabernacolo e, al di sopra, su una
mensolina dorata, una bella Madonna Assunta vestita di seta. Una di quelle tipiche
madonnine fine settecento napoletano con un bel viso dolce ed ispirato. Le tovaglie
d'altare, sempre in lino candido, erano guarnite di ricami pregiati: ricami eseguiti dalle
monache di clausura o da Luigina stessa. E poi i fiori. Luigina aveva una vera passione
per i fiori. I pi belli, e sempre freschi, erano per Ges e per la Mamma. Il dono pi
bello che le si potesse fare era portarle dei fiori per la Cappellina.
Con quanto amore Gina curava il suo angolo di Cielo! Oltre ai Sacerdoti che andavano a trovarla e vi celebravano la Messa erano ammessi anche i laici. E tutti,
indistintamente, si sentivano spiritualmente sereni e in pace quando vi si

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intrattenevano a pregare. E quando le persone andavano da lei per consigli o per


aprirle i loro cuori, la prima cosa che Luigina faceva era di invitarle in Cappellina ad
adorare il Signore ed a pregare perch scendesse la Sua Luce.
Da quando ebbe la Cappella, la Madonna le appariva sempre l. Se le mura potessero
raccontare le cose di Cielo che hanno ascoltato e le meraviglie a cui hanno assistito
ora sapremmo tante cose che Luigina, con il suo santo pudore, non ha mai rivelato!
Furono molte le persone che si inginocchiarono ai piedi di quell'altare a depositare i
loro fardelli di miserie e di sofferenze.
Luigina, a qualche persona veramente amica, confid che ben poche per venivano l a
chiedere grazie spirituali ed a pregare per la Chiesa e l'umanit tutta!
Sempre paziente ed umile Luigina accoglieva tutti con il suo dolce sorriso. Ascoltava,
confortava e spronava, illuminando le coscienze, s che i visitatori se ne andavano
sollevati e ricchi di nuove speranze. Ma non mancarono tra questi coloro che dopo
aver avuto veri favori e tante luci, diventarono suoi denigratori.
Il demonio non tralasci alcuna occasione per colpirla in ogni maniera. E molte volte
si serv proprio delle persone che Luigina aveva pi gratificate, pi illuminate e
guidate spiritualmente. Alcune di queste, dopo la scomparsa di Luigina, confessarono
di averla fatta molto soffrire con le loro mormorazioni, infedelt e cattiverie.
Ella sapeva tutto di tutti ed anche in antecedenza. Ma doveva ubbidire alla Divina
Volont la quale voleva che lei, pur conoscendo la verit, si comportasse come se nulla
sapesse. Quale martirio per lei che possedeva un forte carattere ed amava la sincerit!
Disse a tale proposito ad un'amica che, quando venivano questi casi, era come se
avesse morso e briglia che stringevano con forza il suo carattere, il quale avrebbe
voluto mettere a nudo le meschinerie ed i tradimenti.
Citiamo un fatto che la stessa Luigina raccont ad una religiosa amica sua e che
ancora una volta ci mostra la sua pazienza e la sua bont, non priva anche di un certo
umorismo.
Un giorno Luigina mi disse: Sai che alcuni mi considerano una medium? Il fatto
che io sento quello che i veri medium dicono, ma essi non sentono me.
E accenn a due o tre medium che risiedevano allora a Roma. Poi mi narr un fatto accaduto non molto tempo prima. Una signora era andata a visitarla con un proposito
diabolico. Avendo la signora notato un tavolino a tre gambe, messo in un angolo della
stanza, chiese a Luigina delle carte per fare insieme una seduta spiritica. Essa con
calma si alz, prese da un armadietto un pacchetto di immagini della Madonna e,
volgendosi alla signora, le disse con risolutezza: Ecco le mie carte! Ed ora vada via
da questa casa. E cos dicendo, l'accompagn alla porta.
Immediatamente per pregava e perdonava i suoi nemici. Non le era possibile non
amare e compatire coloro che la facevano piangere e sanguinare il cuore. La carit
autentica che la contraddistinse ci spinge a tacere a proposito alcuni casi clamorosi che
hanno riguardato persone famose, reputate eccezionali dalla massa, e che godono
tuttora di una vasta popolarit.
Quindi amava sempre: buoni, meno buoni ed anche i cattivi e in malafede. La sua
reazione consisteva nel chiudersi in riserbato silenzio e di offrire tutto a Ges ed alla
Mamma. A volte, sorridendo, si paragon ad una tartaruga che, colpita o attaccata
dall'esterno, si racchiude in se stessa.

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Il grande dono del silenzio! O meglio la grande preziosissima virt di saper tacere e
dimenticare!
Perci il suo animo generoso non sub flessioni e la sua porta fu sempre aperta a tutti.
Ebbe tra l'altro un vero dono dell'ospitalit. E sia con le persone di un certo prestigio,
culturale, politico religioso, sia con la gente, povera e semplice, Luigina fu sempre la
stessa. Una meravigliosa padrona di casa. Tanto vero che tutti se ne partivano da lei a
malincuore. Sapeva inoltre parlare di tutto ed ogni argomento l'interessava, avendo al
riguardo sempre qualcosa di originale da esporre.
Seppe ascoltare! Ma seppe anche dare il suo giudizio e la soluzione pi esatta con
autorevolezza. Sono molti a testimoniare che nei pi disparati argomenti ebbe delle
vedute ampie, perspicaci e lungimiranti.
Sensibile ed amante del bello e dell'ordine aveva una eleganza insita, tutta personale,
ed anche se vestiva senza ricercatezze, era sempre molto ordinata: in casa e fuori. Per
ordine della Mamma non doveva lasciar trapelare nulla della sua vita intima e mistica.
Si doveva comportare come una persona comune e, quindi nel limite del possibile,
seguire il tono di vita degli altri.
La sua si sarebbe detta, a prima vista, una vita normale di una signorina non pi
giovane e di estrazione sociale borghese.
E fu cos che rimase la piccola violetta nascosta ma sempre profumata dalle migliori
virt. Raramente, e solo con pochi intimi, sollev, di tanto in tanto, un poco il velo che
copriva il suo rapporto con il Cielo.
Quando soffriva la Passione, specie il venerd, avendo chiesto al Signore che tutto
fosse un segreto tra loro, non lasci trapelare la minima manifestazione singolare.
Appariva molto sofferente, come se agonizzasse e stava tutta abbandonata, quasi
assente, a letto. Subiva in special modo la flagellazione, l'incoronazione di spine e il
peso schiacciante della Croce sulla spalla.
E solo raramente le due o tre persone che potevano assisterla in questi frangenti videro
i segni esteriori, ai polsi e al piede sinistro, della crocifissione. Una volta, di venerd,
su un piccolo cuscino dove Luigina appoggi la testa dolorante, restarono ben visibili
delle macchie di sangue, a mo' di semicerchio.
I tormenti spaventosi della Passione si intensificarono poco tempo dopo la morte del
suo grande padre spirituale Padre Pio da Pietrelcina, avvenuta il 23 Settembre 1968.
Ma se il ruolo di vittima che l'un ai patimenti di Cristo martoriato fu ben nascosto e
protetto alla vista dei poveri mortali, non cos fu per i fenomeni dei profumi. In vari
momenti dalle sue mani usciva un meraviglioso profumo e anche la casa ne era
impregnata, soprattutto dopo che la Mamma era venuta a visitarla.
Abbiamo visto precedentemente quanto Luigina amasse i tre fratelli Pietro, Giorgio e
Tonino e la sorella Benita. Ma lo stesso amore lo ebbe per tutte le creature ed anche
per quelli che pi la fecero soffrire.
Purtroppo fra queste non possiamo non annoverare il pap suo, il quale diede molti dispiaceri alla mamma Filomena e particolarmente a lei, che era la primogenita. Passati
molti anni il pap, che abitava tutto solo a Gaeta, pur sentendosi ormai vecchio e
sofferente, ricus sempre di venire a Roma in casa di uno dei figli o di Luigina. Ai loro
ripetuti inviti rispondeva che doveva espiare davanti a Dio i troppi sbagli che
purtroppo aveva commessi.

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Luigina per, sempre vigile, anche se lontana, sul suo pap, appena ebbe sentore che
non poteva pi rimanere da solo, per le forze che cominciavano a mancargli, provvide
a farlo curare in una clinica romana e poi, visto che rimaneva fermo nel suo proposito
di non abitare presso uno dei figli, lo sistem, sempre a Roma, in un istituto dell'Opera
di Don Orione. E qui, quest'uomo che per buona parte della vita era stato un debole ed
un egoista, si prodig, finch visse, ad aiutare i suoi compagni pi anziani di lui e
quelli pi sofferenti.
Quando il pap spir, Luigina era a letto da parecchi giorni molto sofferente. La
notizia le fu portata da due sacerdoti amici. Appena per entrarono nella sua camera,
disse loro: Lo so che pap non pi. Questa mattina, appena spirato lo vidi qui, sulla
porta e, salutandomi, mi ringrazi delle preghiere che avevo fatto per lui.
A proposito delle malattie Luigina fu un vero enigma. Si ammalava, le cure erano
inefficaci e poi, un certo giorno si riprendeva e si rimetteva in piedi: la malattia era
scomparsa.
Una testimonianza, a tale proposito, che possiamo definire eccezionale ed esatta,
quella stilata dal suo medico curante il Dottor Marco Grassi. Vale perci la pena, per i
lettori, di riportarla integralmente. La mia conoscenza con Luigina ebbe inizio dodici
anni prima della sua morte. Fu il caso a farmela conoscere.
Avevo avuto notizia dell'esistenza di una particolare persona che si era offerta
vittima al Signore per mezzo di Maria e che viveva una vita ordinaria e straordinaria
nello stesso tempo. Non fu, per, la mia curiosit a cercarla. Fu lei stessa che mi
rintracci per mezzo di una comune amica.
In quel tempo ella soffriva di un grosso ascesso alla regione glutea che s'irradiava in
alto, verso il torace posteriore e aveva le dimensioni di un mezzo grosso melone. Il
medico che la curava in quei giorni aveva consigliato un ricovero per l'incisione
dell'ascesso, ma sembra che nei colloqui di Luigina con la SS. Vergine fosse invece
consigliato di non spostare l'ammalata e di farla curare privatamente in casa. Il medico
curante si oppose a ci e quindi l'abbandon. Essendole stato fatto il mio nome,
Luigina mi invit a farle visita. In quella circostanza mi domand di prenderla in cura.
Non nego che sin dall'inizio ella mi fece un'ottima impressione e che io sentii un particolare trasporto verso questa speciale anima. Per questo accettai il difficile compito
con entusiasmo, non privo d'altra parte di un certo timore. Da quel momento i miei
incontri con lei furono frequentissimi.
Nei primi tempi proprio a causa dell'ascesso, la vedevo quotidianamente. In quei
dolorosi momenti trovai in lei una grande disponibilit alla sofferenza e fu proprio in
questo primo periodo che incominciai a conoscerla bene. La mia prestazione
giornaliera consisteva non nell'incisione dell'ascesso, bens in un siringamento dello
stesso, mediante grossi aghi. Se anche fosse stata fatta una leggera anestesia locale, il
trattamento sarebbe riuscito ugualmente assai doloroso. Ma Luigina, certa che la Madonna guidasse la mia mano, si sottoponeva a queste sofferenze senza lamentarsi. Anzi
offrendole per qualche scopo ben preciso.
Una volta che le avevo raccomandato un'anima impenitente, che era in fin di vita, la
sentii perorare a viva voce la causa di questa dicendo: Ges, voglio quella anima!
Voglio quell'anima!

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Quell'anima la ebbe. Infatti la mia paziente mor con tutti i conforti religiosi. E non fu
quello l'unico caso. Tante altre volte le mie raccomandazioni ottennero l'effetto
desiderato.
Tornando all'ascesso, dopo il siringamento, venivano iniettati in loco degli antibiotici
appropriati ed anche in questa non facile fase Luigina continuava ad essere veramente
paziente. Ella, vedendomi alle volte perplesso, mi spronava ad andare avanti
dicendomi che la Mamma Maria era contenta del lavoro compiuto e che avrebbe
pensato Lei stessa a terminare brillantemente la cosa. E fu cos. Difatti, dopo circa
quindici giorni di siringamenti, rimanendo un piccolo residuo dell'ascesso, questo
spar in pochi giorni, spontaneamente.
Soffrire ed offrire era la sua massima ed ogni giorno potei osservare che in lei la
sofferenza era sempre presente: fisica, morale o puramente mistica.
Fra le sofferenze fisiche possiamo enumerare i facili episodi di insufficienza cardiocircolatoria che subentravano alla fine di cefalee gravative che duravano 48 ore di
seguito, con relativo vomito. Luigina, come avrebbe fatto qualsiasi persona, prendeva
una compressa analgesica, un Veramon, per esempio, ma se non sortiva effetto
positivo, non se ne curava e tirava avanti implorando, alle volte fra effettivi lamenti
l'aiuto o la grazia che si era prefissa di chiedere con quella particolare sofferenza. Altri
momenti in cui soffriva ordinariamente erano quelli delle subocclusioni intestinali che
si complicavano con una sintomatologia drammatica, assai dolorosa. A riguardo, i
comuni rimedi della medicina si presentavano pressoch inutili e la paziente non volle
mai ricorrere al ricovero ospedaliero sostenendo che la Mamma Maria avrebbe risolto
la cosa presto. E cos in effetti accadeva.
Fra le sofferenze invece puramente straordinarie e mistiche una era quella di sentire
sul dorso la piaga di Ges provocata dal palo trasversale che i crociferi portavano fino
al luogo del supplizio. Per Luigina questo era un vero Calvario ed, insieme alla
Coronazione di spine, era sofferenza grande da sopportare.
In quei momenti sembrava un altro Ges. Nei suoi occhi, fra i tormenti, c'era sempre
quella luce serena che faceva trasparire lo stato d'animo con il quale Ges stesso avr
certamente affrontato i patimenti per i nostri peccati.
Questi episodi, frequenti in particolari circostanze dell'anno, erano per noi, testimoni,
di grande edificazione e di maggior comprensione della Passione del Signore. E si
usciva dalla casa di Luigina rinvigoriti al pensiero del grande amore con cui siamo
amati da Dio.
Su altre sofferenze mistiche, come l'agonia del Getsemani, ricordo solo che Luigina,
madida di sudore diceva: Non abbiate timore, se avete peccato, Ges ha sofferto
anche per quello!
Una cosa per veramente particolare che Luigina mi confidava e chiamava stillicidio
del cuore consisteva nelle molte sofferenze che le arrecava ricevere tante persone al
giorno: non tutte simpatiche, alcune addirittura ipocrite ed altre perfino nemiche.
Questo era ci che pi la tormentava e l'offerta che ne faceva era la pi ampia
possibile: per le anime in genere, per i sacerdoti, per i religiosi e le religiose, per il
Santo Padre, per la conversione della Russia e dei paesi satelliti.

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Dalle molte conversazioni che ho avuto con lei posso assicurare che ho molto
imparato e che vorrei che fosse ancora vivente per poter conversare con lei delle cose
del Cielo come delle cose di quaggi.
Il ricordo che non dimenticher mai nella mia vita quello dell'ultima sua malattia,
che dur esattamente quindici giorni e che la port all'incontro finale con Ges.
Il giorno prima che si ammalasse, durante la quotidiana visita medica, mi mostr delle
lettere. Erano lettere di quella bellissima anima di Maria Bordoni, morta nel Gennaio
dello stesso anno. Da esse potei comprendere la grande amicizia che le univa come
sorelle. Si parlava della Mamma Maria, come di una comune visione, della vita vissuta
con Ges Eucarestia e del bene del prossimo. Fu un'ora incantevole e credo che
Luigina mi abbia appositamente voluto lasciare questa grande gioia in ricordo.
Il giorno dopo le cose erano completamente cambiate. Luigina era come in preda ad
una grave malattia. Il volto pallido e affilato, dolori senza tregua all'addome, che
appariva estre
mamente enfiato, e facili deliqui. Pensammo ad una delle solite subocclusioni
intestinali. Si pensava anche a qualche offerta che ella avesse fatto al Signore e che il
male, come solitamente avveniva, sarebbe passato di colpo. Invece la situazione si
fece pi lunga e sempre pi drammatica. Mettemmo in atto i comuni rimedi medici di
altre volte, ma senza nessun risultato. A questo punto chiesi a Luigina se volesse essere ricoverata per accertamenti, ma, come sempre del resto, rifiut decisamente, n
volle consulti ad eccezione del Dr. A. Vieri. Questi venne, ma conoscendo bene la
paziente, pens anche lui subito che si trattasse di un'offerta al Signore e che ben
presto tutto si sarebbe risolto nel solito modo. L'assistenza ormai si rendeva necessaria
giorno e notte e ricordo ancora, con grande piacere, come ci fu, tra parenti e amici, una
vera gara ad assisterla, anche con grande sacrificio.
La mia presenza veniva invocata pi volte al giorno, specie quando le venivano i
collassi. Per me era un'esperienza tutta nuova nei riguardi di questa paziente. Si
presentavano infatti, ormai chiaramente, i sintomi di una neoplasia gastrica con
metastasi intestinali che si complic subito con peritonite. Ma pur essendo un episodio
nuovo e del tutto diverso, noi tutti speravamo, sempre, in un intervento divino che,
come altre volte, risolvesse tutto.
Luigina immersa nelle sue sofferenze parlava poco e quando le chiedevo: Quando
finir? ella con un filo di voce mi rispondeva: Io aspetto, io aspetto.
Confesso, per, di non aver mai pensato si trattasse della fine, fino a che una mattina
fui chiamato verso le cinque. Quando arrivai sembrava che Luigina non soffrisse pi:
era distesa sul suo letto, con i profondi occhi pieni di serenit. Accanto, l'assistevano
due signore. Le chiesi di nuovo: Quando finir questa sofferenza? e lei questa volta
mi rispose, quasi con trasporto, sorridente, lo aspetto, io aspetto!
C'era quasi un'atmosfera celestiale, eravamo alla fine. Le praticai una iniezione di
Micoren, poich le sue pressioni erano sempre allo stato di collasso. Poi la salutai
lungamente, assicurandole che sarei passato nel primo pomeriggio.
Questo il mio ultimo ricordo di lei vivente. Nel primo pomeriggio, chiamato
d'urgenza, arrivai che era appena spirata. Era nell'atteggiamento celestiale in cui
l'avevo vista nel primo mattino, con il viso rivolto verso la Cappellina, dove il suo
Amore Mistico dimorava e da dove l'aveva accolta nella Sua Luce.

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LA MAMMA MARIA
Accanto a lei si imparava ad amare la Madonna.
questa la frase ripetuta da tutte le persone che avvicinarono Luigina e che ebbero poi
con lei rapporti di sincera amicizia.
Riportiamo il racconto della signora Isotta che le stata accanto, negli ultimi dieci
anni della sua vita, assistendola, ricevendo le varie visite ed accudendo alla casa. Dal
suo racconto, semplice ma genuino, possiamo intravedere un poco dell'unione di
Luigina con la Madonna: la sua Mamma Maria.
Fin da piccola ho sempre avuto un grande amore per Ges e una profonda devozione
per il Sacro Cuore. Quando conobbi Luigina, la devozione che io provavo per la
Mamma Celeste, invece, era piuttosto sbiadita. Fu proprio lei quindi, a poco a poco, ad
introdurmi nella conoscenza della Madonna ed a capire la nostra dolcissima e
misericordiosa Mamma del Cielo. Mi spiegava con tanta pazienza e persuasione che
amando ed invocando la Madre non toglievo nulla al figlio. Anzi Lo glorificavo ancor
di pi. Era attraverso Lei che passavano tutte le Grazie Divine.
Insegnandomi ad amare la Madre di Dio mi fece cos toccare con mano la Sua
potenza ed i Suoi interventi.
Posso dichiarare che la presenza della Madonna, se cos posso esprimermi, in casa di
Luigina era sempre continua. Vi aleggiava una certa aria tutta particolare che non
respiravo in nessun altro luogo. Devo dire di pi. Molte mattine, arrivando gi stanca e
sofferente alle gambe, mi domandavo come avrei fatto a passare tutta la giornata da lei
e poi alla sera rientrare a casa mia dove avevo due figli da accudire. Ebbene, appena io
varcavo la porta di Luigina, era come se le mie forze ritornassero in pieno e per tutta la
giornata non percepivo la minima stanchezza. Alla sera per, appena giunta in strada
per incamminarmi all'autobus che mi riportava in famiglia, le mie forze sparivano ed
ero di una stanchezza indescrivibile.
Per dieci anni posso dichiarare che fu sempre cos. Io sono certa che questo sentirmi
bene in casa di Luigina era una grazia speciale della Mamma che, servendosi di un
povero mezzo come me, poteva sollevare, almeno materialmente, la Sua Prediletta.
In certi momenti ed in giorni speciali, come il primo sabato di ogni mese e nelle
festivit liturgiche della Mamma, Luigina aveva vere visioni e colloqui con Lei. Questi
doni e grazie specialissimi erano per preparati e seguiti da gravi sofferenze, tanto
vero che pi di una volta, arrivando al mattino, trovavo Luigina come se fosse in fin di
vita.
Una volta mi feci coraggio e timidamente le chiesi come avvenivano queste
apparizioni mariane. Ricordo ancora perfettamente l'umile e dolce sorriso con il quale
mi guard e con semplicit mi spieg che la Mamma Maria si faceva sempre
preannunciare da una indescrivibile armonia musicale e da canti angelici. Poi le si
mostrava al centro di una grande luce - per cui tutt'intorno a lei ogni cosa scompariva.
Era l, sorridente e splendente; di una luminosit e di un fulgore meravigliosi. Luigina
poi, leggendo nel mio pensiero, prosegu spiegandomi che i messaggi erano brevi,
concisi, fatti di poche parole. Molte volte rispondeva alle domande di Luigina, altre
volte le dava messaggi per qualche persona in particolare. Mi disse anche che il colore
del mantello della Mamma non era sempre lo stesso. Il colore simboleggiava, a

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seconda dei casi, uno stato d'animo differente. Ad esempio: il viola indicava a
Luigina la penitenza, il rosa la delicatezza e l'umanit, il rosso l'amore.
Poi, quando la Madonna se ne andava, si allontanava indietreggiando dolcemente,
senza mai voltarsi e lasciava il Suo profumo. Un profumo cos intenso che, ricordo
bene, impregnava la Cappella o anche la casa per tutto il giorno.
Naturalmente la voce di questi favori celesti che Luigina riceveva, si propagava fra
le varie persone che la frequentavano, lasciandone alcune incredule. E ci contribuiva
a creare in lei dei dubbi dolorosi che la facevano diffidare di se stessa. Questo
avveniva anche perch il demonio la tormentava in merito, soffiandole che era una
povera illusa e una visionaria. Lei stessa per fu per molti anni la prima a non
desiderare queste manifestazioni mistiche e per molto tempo le combatt tutte. E
questo fu un vero stillicidio del cuore e lo stato di dubbio dur per parecchi anni.
Rassicurata poi, dai padri spirituali che si succedettero alla guida della sua anima,
accett tutto come Volont Divina, custodendo il soprannaturale con il pi grande
riserbo e distacco. E quando la Madonna disponeva che, per il bene di un'anima, ella
aprisse un poco lo scrigno che racchiudeva i segreti del Cielo, allora ubbidiva.
Una notte, durante la quale Luigina dormiva, la Madonna la chiam e le impose di
alzarsi immediatamente, di affacciarsi alla finestra e di guardare gi nell'autoparco
della polizia che stava gi di fronte. Gina prontissima ad eseguire i voleri divini,
ubbid. Guard e, secondo l'ingiunzione della Mamma, chiam al telefono il 113.
Chi rispose dall'altra parte del filo chiese se fosse un palo, al che ella rispose: Sono
una povera malata e, non potendo dormire, sto in finestra. Ho visto due uomini collocare bombe, altri due sono al di fuori. Frattanto giunse la celere che trov le bombe
e prese i malviventi. Erano dei brigadisti che volevano far saltare in aria l'autoparco
della polizia. La mattina seguente fu annunciato alla radio che una voce di donna, nella
notte, aveva fatto da Via Urbino una telefonata segnalando il pericolo. Se le bombe
fossero esplose avrebbero provocato ingenti danni e, per di pi, molte vittime. La
Madonna si era servita della sua umile protetta per scongiurare una inqualificabile
distruzione e strage.
Un altro fatto, testimonia Isotta, e che ben pochi conosceranno senza dubbio quello
avvenuto nel 1937, durante il quale la Mamma Maria le rivel che un giorno Ella
sarebbe apparsa a Roma alle Tre Fontane, a tre bambini e alloro pap.
Solo negli ultimi anni, prima della morte, Luigina racconter, a pochi intimi e
separatamente, quanto fosse buona con lei la Mamma e quante lezioni le diede fin
dal momento della sua prima apparizione del 15 Agosto 1935 ad Itri, quando ormai in
fin di vita la miracol. Una di queste lezioni avvenne proprio nel 1937 quando, con
le sue giovani dell'associazione Figlie di Maria della Garbatella, Luigina and alla
vicina Abbazia delle Tre Fontane, ai luoghi del martirio dell'apostolo Paolo e poi si
diresse al boschetto degli eucalipti. Mentre le ragazze si riposavano, chiacchierando
tra loro, lei si inoltr tra le piante secolari fino ad una grotta.
All'improvviso sent una voce e si vide davanti la Mamma. Gli occhi della Vergine, sereni ma molto mesti, si posarono su un punto. Luigina segu lo sguardo e con orrore
vide gli ossicini di un aborto. Cap immediatamente e, fatta una piccola buca, seppell
quei poveri resti di una creaturina che non pot vedere la luce e vi pos sopra una
medaglietta.

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Allora la Bella Signora sorrise compiaciuta.


A questo punto bisogna chiarire che quella grotta naturale, purtroppo, era diventato un
posto malfamato e ricettacolo di quanto si voleva far scomparire: tonache
abbandonate, croci spezzate, feti in decomposizione. E sar proprio qui, che dieci anni
dopo, la Vergine si mostrer in maniera tangibile e la terra di peccato e il misero
ricovero per le dissacrazioni e le oscenit diventer un luogo santo, consacrato alla
preghiera.
Il sabato in Albis, 12 Aprile 1947, la Madonna bianco vestita, ammantata di verde,
cinta di rose, scalza e con un libro fra le mani, apparir a tre bambini ed al loro pap,
Bruno Cornacchiola e si definir: la Vergine della Rivelazione.
Esattamente dieci anni prima Luigina ne aveva ricevuto il preannuncio: Torner in
questo luogo. Mi servir di un uomo che oggi perseguita la Chiesa, vuole uccidere il
Papa... Ora vai in San Pietro, troverai una signora, cos vestita... Lei ti condurr dal
fratello Cardinale. Porterai a Lui il Mio Messaggio. Da questo luogo stabilir a Roma
il trono della mia gloria... Inoltre dirai al Cardinale che presto sar il nuovo Papa.
Luigina fece esattamente ci che la Mamma le ordin. Recatasi in San Pietro trov la
signora descritta: era la Marchesa Pacelli, sorella del Cardinale Eugenio Pacelli. Ebbe
un colloquio con il Porporato al quale rifer tutto ci che la Madonna desiderava. Per
all'ultima frase il Cardinale la guard e, con il suo modo di parlare un po' staccato,
le disse: Se sono rose fioriranno.
Comprendiamo ora perch Pio XII abbia dato tanto rapidamente credito ai fatti delle
Tre Fontane quando si verificarono nel 1947 e perch, solo pochi mesi dopo
l'Apparizione, il 5 Ottobre, in Piazza San Pietro abbia impartito la Sua Benedizione
alla statua della Vergine che stava per essere portata nella grotta.
Pio XII era gi al corrente di tutto: da dieci anni!
Bruno Cornacchiola, il veggente fortunato, pi tardi seppe dal gesuita Padre Lombardi,
fattosi tramite tra lui e il Pontefice, che, quando fece leggere a Pio XII il Messaggio
della Vergine, molto commosso il Papa disse: Io gi sapevo.
Vi erano molti altri fatti che testimoniavano ai presenti in casa le apparizioni della
Mamma Maria a Gina. Oltre alle intense ondate di profumo straordinario, arrivava
improvvisamente una pioggia di petali di rose che, volteggiando nella stanza, si
posavano dolcemente sui mobili, sul letto o per terra.
Luigina scrisse alcuni brevi Messaggi che la Mamma indirizz a lei e alcune
preghiere. Ne scegliamo alcuni che illustrano splendidamente come il rapporto
d'amore e di donazione di Gina alla Mamma fosse continuo e totale.
O Mamma, vedi che ancora sono al di sotto delle tue atroci pene. Perci voglio che la
mia povera oblazione sia di vittima amorosa con Te, Vittima Divina, ed allontana da
me ogni umana soddisfazione.
La Mamma Celeste: Ti far vivere con generosa fortezza le contingenze della vita e
vincere fermamente gli ostacoli.
Quante volte nella notte la Mamma mi fa prendere lo stillicidio del Santo Padre! Lo
stringe al Suo Materno Cuore, l'offre a Ges e Questi fa scendere una pioggia di petali:
tante grazie per il mondo.
A tutte le famiglie ove si dir la Mia Invocazione: Maria salvaci, stender la Mia
Mano, stringer i singoli membri al Mio Cuore e li far camminare allegramente

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anche fra mille tribolazioni. Io, la Mamma, sono Madre Universale e la tua fede
Gina sia universale. Prega, soffri ed offri per tutti i popoli.
Gina, ama, fortemente ama chi ti fa soffrire, prega forte per i tuoi nemici.
Che indifferenza! Gli uomini... gli uomini non sanno capire. Ma i figli che
camminano nelle tenebre non mi fanno paura, Gina. Quelli della luce..., per questi
adirato il Padre. Oh, quanta falsa piet. Soffri, soffri!
Gina non affliggerti per le tue croci: guai se non fosse cos. Dovresti aver timore solo
se tu non sanguinassi. Coraggio!
Gina, soffri ed offri per amor Mio e di Ges. Sino alla tua totale consumazione!
Ti ho detto di essere una lanterna accesa nel cuore della notte. Sai perch? Per fugare
tante tenebre che il demonio semina in queste ore per tutti i popoli, specie le lotte
continue contro la Chiesa; per le amarezze del Papa, per i traviamenti e vilt di anime
consacrate, per le insidie della giovent attraverso la stampa, gli spettacoli; da tante
sette e partiti votati anche a levare la purezza dei cristiani.
Gina non lamentarti, non desiderare nulla: lasciati deridere, calpestare, calunniare.
Queste sofferenze tuffale nel Mio Amore per le anime.
Quanti oltraggi riceve il Mio Cuore! Voglio bearmi col trattenermi nel tuo cuore.
Figliola scrivi a caratteri di fuoco nel tuo cuore queste parole e comunicale ai cuori
sacerdotali che conosci perch ne facciano tesoro.
Oh! se gli uomini sapessero come l'Eterno Padre, con la calamita del Suo Amore
misericordioso, va cercando nei cuori dei Suoi figli il granellino d'oro del pi piccolo
atto di buona volont nel volersi redimere. Oh! come tanti non lo sprecherebbero! A
chi vedi che a questo granellino si appiglia, incoraggialo e dirai queste Mie parole:
Venite a Me o miei figli affaticati ed oppressi da qualsiasi pena. Io, con il Mio Amore,
vi condurr a Ges, quindi a Dio, l'Eterno. A coloro che tu mi raccomandi: siano pi
forti ed accettino le sofferenze con pi amore. Oh! come gli uomini sprecano la
moneta d'oro di quei momenti preziosi e non comprendono che la stessa sofferenza
prepara loro grazie. S, tante grazie! Il Signore vuol vedere in ogni cuore la generosit
stragrande di saper offrire nel dolore - Oh! il Mio Cuore soffre a vedere che la maggior
parte degli uomini indifferente a questo!
LUIGINA E PIO XII
Nel 1937 con l'ordine della Mamma di portare al cardinale Pacelli la notizia della Sua
futura Apparizione alle Tre Fontane inizia il rapporto di devoto filiale amore di
Luigina per il Cardinale e di paternit di Questi per la giovane ambasciatrice della
Madonna.
Quando Luigina and in San Pietro e, dietro indicazione della Mamma Celeste,
incontr la Marchesa Pacelli, si instaur subito tra loro una vera simpatia e la
Marchesa si premur di farle incontrare il fratello porporato.
Sappiamo cosa Luigina disse da parte della Vergine al Cardinale ed anche la profezia
che, fra non molto tempo, sarebbe stato Lui il nuovo Papa.
Da quel momento gli incontri tra la giovane e Pio XII si infittirono. Il "Pastor
Angelicus", anima traboccante di soprannaturale, aveva compreso che in Luigina era
veramente la Madonna che parlava. Oltre alle udienze private concesse o sollecitate,
Luigina era interpellata da Sua Santit anche telefonicamente.

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Di questa intensa relazione spirituale moltissimo rimarr sempre un segreto, per qualcosa trapel, da parte di Luigina, con qualche anima sacerdotale amica.
Venuto a conoscenza come il demonio ripetutamente malmenasse la povera figliola un giorno infatti arriv all'udienza quasi in stato di shock e completamente coperta di
lividi sul viso - le fece dono di una Reliquia della Santa Croce, affinch la portasse
sempre su di lei per difendersi dal maligno.
Questa reliquia infatti fu sempre lo schermo contro le malvessazioni di Satana, il quale
non potendola pi malmenare, si limitava a turbarla con parole e con le sue
apparizioni.
Avvenne per che per ben tre volte negli anni successivi Luigina, per dimenticanza,
non portasse la reliquia e Satana allora le si avvent contro e si vendic con tutta la
sua rabbia. Dell'ultima volta fu testimone proprio il fratello Pietro. Ed ecco cosa
avvenne.
Si trovavano per una giornata di pace e di preghiera ad Assisi, dove Luigina amava recarsi a far visita al suo grande protettore San Francesco. Nel tardo pomeriggio, dopo
aver sostato a lungo nella Basilica del Santo, dove tra l'altro chiese a San Francesco la
grazia per tre vocazioni, uscirono sul piazzale sottostante per salire in automobile e
rientrare a Montefalco dove erano ospiti delle Clarisse. Avvicinandosi alla macchina
ricevette un violento colpo sulla schiena che le fece fare un volo di alcune decine di
metri, stramazzando poi al suolo. Sulla piazza, in quell'istante, stranamente, non c'era
persona viva tranne Pietro e Luigina. Pietro spaventato corse sgomento presso la sorella temendo il peggio. La sollev e vide il viso della sorella insanguinato, mentre si
lamentava per la spalla cos dolorante da sembrare fratturata. Con fatica il fratello la
port a sedere in macchina e con l'acqua benedetta, di cui teneva sempre una boccetta
nel cruscotto, le pul il viso dal sangue e gliene fece bere qualche sorso. Luigina, con
la forza ed il coraggio che non le mancarono mai, anche nelle situazioni pi difficili,
tranquillizz Pietro e gli confid che al mattino, prima di lasciare la camera, aveva
scordato sul comodino la Reliquia della Santa Croce. Quindi preg il fratello, che
voleva portarla al Pronto Soccorso, di rientrare a Montefalco: Perch non nulla.
tutto passato.
Si fermarono pure a Santa Maria degli Angeli e Luigina preg a lungo nella
Porziuncola.
Poi, era ormai quasi buio, rientrarono a Montefalco.
Non era nulla! Cos disse al fratello. Per la spalla le arrec per due anni, fino alla
morte, dei dolori atroci !
Ad una religiosa sua grande amica parlava ogni tanto del suo Papa che aveva tanto
amato e per il quale aveva tanto sofferto ed offerto a Ges ed alla Mamma.
La Suora ricorda che un giorno Luigina le fece questa confidenza: Si trovava nella
chiesa di S. Angelo in Pesceria, al Portico d'Ottavia, per una visita. Ma era diretta in
Vaticano dove l'attendeva il Santo Padre. Mentre pregava le apparve la Mamma
Celeste e le disse: Gina, dammi la cosa pi bella che hai: i tuoi denti. E lei,
generosamente e prontamente, glieli offr. Nello stesso istante sent in bocca spezzarsi
ad uno ad uno tutti i denti. Li mise in un fazzoletto, che si intrise di sangue, e poi usc
e si avvi in Vaticano. Quando il Papa la vide e si accorse che parlava a fatica le

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domand se fosse caduta e cosa avesse fatto. Allora candidamente, espose quanto le
era avvenuto. Il Papa si commosse e poi le ordin di farsi fare una protesi.
Il dentista dal quale and e le estrasse le radici dei denti si chiese perplesso come
potesse essere avvenuto che tutti i denti fossero stati tranciati, dal momento che le
radici erano sanissime. Luigina non rivel come fosse successo.
Un altro fatto eccezionale accadde durante l'Anno Santo del 1950. Luigina, e lo
vedremo in seguito, era strettamente legata da spirituale devozione a Padre Pio da
Pietrelcina. Volendo lucrare l'Indulgenza Giubilare percorrendo a piedi l'itinerario che
i pellegrini venendo a Roma facevano alle quattro maggiori Basiliche, si raccomand a
Ges ed alla Mamma affinch le facessero dono che ad assisterla fosse Padre Pio.
Come si vede Luigina era sempre disponibile alla Volont Divina ma non le mancava
l'ardire di chiedere speciali favori e, meraviglioso a dirsi, era sempre accontentata.
lei stessa che ricorda il fatto ad un Padre Cappuccino.
All'inizio di Giugno, volendo andare alle quattro Basiliche per il Giubileo, andai alla
stazione Termini per iniziare il percorso da l, come un comune pellegrino che
arrivasse a Roma col treno. Uscendo dalla Stazione vidi davanti a me un Cappuccino.
Percorsa la distanza per arrivare a Santa Maria Maggiore, quando stavo per entrarvi, il
Cappuccino era davanti a me.
Dopo le preghiere stabilite, vidi ancora il Padre che mi precedeva. E cos per San Giovanni in Laterano, per San Paolo ed anche per San Pietro. Lo vedevo sempre di
schiena e mai nel volto.
Ultimata la visita in San Pietro, entrai nella Cappella del SS. Sacramento per un poco
d'adorazione ed inginocchiandomi, qualche panca avanti a me, ecco il Cappuccino
inginocchiato in preghiera. Quando mi alzai per uscire dalla Cappella per avvicinarmi
all'ascensore che mi avrebbe portato al terzo piano dei Palazzi Apostolici per un
appuntamento con il Santo Padre il Padre Cappuccino mi era di fronte: Padre Pio!
Leggendo la mia grande sorpresa, mi sorrise e mi disse: Sei contenta, mo'? Adesso
che vai dal Papa chiedi la Benedizione per me e di' al Papa che io mi offro vittima per
Lui tutti i giorni. Offro la mia vita al Signore per Lui e per la Chiesa.
Io intanto tremavo per l'emozione di vedermi di fronte Padre Pio.
Luigina infatti dopo il primo incontro al Gargano quando da piccola la mamma la
port con s, lo rivedr di persona, a San Giovanni Rotondo, solo nel 1953 e
continueranno da quel momento i frequenti incontri in Puglia. Per molte volte lo vide
in bilocazione. Come avvenne questa volta per il Giubileo.
Appena Padre Pio termin di dirmi quanto dovevo riferire al Papa, spar ed io mi
affrettai all'ascensore. Il tremito mi dur sin davanti al Pontefice. Dovevo avere un
viso anormale. Io poi non sapevo di essere profumatissima e rimasi ancora pi
imbarazzata quando, con il suo paterno sorriso, il Papa mi chiese: Ma che? Ti sei
gettata addosso una boccetta intera di profumo? Ed io confusa: Padre Santo, mi
faccia riposare un poco e poi io le narrer tutto. Quindi mi calmai e Gli riferii tutto
quanto e chiesi la Benedizione per Padre Pio. Rispose allora il Santo Padre: Ecco,
l'hai visto, e perch non l'hai fatto entrare nell'ascensore con te? Cos l'avresti portato
pure a Me. Padre Santo, ma quello era in bilocazione... Non sapevo che cosa dire!
Ma il Papa incalz: Ma lo potevi dire a Padre Pio... E mentre alzava la mano per
Benedire, all'istante, ambedue vedemmo il Padre davanti a noi, circonfuso di una

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grande luce. Allora dalla bocca di Pio XII usc, come in un sussurro, questa frase: Io
sono il Vicario di Cristo, ma Padre Pio lo vive Cristo!
LA PATERNIT SPIRITUALE DI PADRE PIO
Il rapporto spirituale e mistico che intercorse tra due anime singolari come quelle di
Luigina e Padre Pio, merita un'attenta pausa di riflessione ed una trattazione tutta
particolare.
L'unione fra queste due anime, se stata meravigliosa, anche molto misteriosa. E
tanti avvenimenti non sono giunti fino a noi perch velati dal segreto celeste. Come
poter percepire i palpiti spirituali che senza posa intercorrevano fra due spiriti eletti e
prediletti dal Signore e dalla Madre di Dio? Molti sono stati i punti in comune che
hanno fatto vibrare all'unisono due vittime offerte come Padre Pio e Luigina! E il
punto base senz'altro la sofferenza!
Fortunatamente, grazie al Cappuccino Padre Tarcisio da Cervinara, sappiamo quanto
basta per penetrare, almeno in parte, il rapporto di alta mistica che ha unito le nostre
due Figure. Padre Tarcisio conobbe personalmente Luigina a San Giovanni Rotondo
nel 1953 quando egli stava accanto a Padre Pio, come sacrista del Convento.
Lasciamo pertanto allo stesso Padre Tarcisio il racconto di quanto accaduto nell'arco
di un venticinquennio, cio fino alla morte di Luigina.
La mamma di Filomena port Luigina da Padre Pio negli anni venti, quando,
preoccupata per i fatti singolari che succedevano alla piccola, la mamma volle avere
un giudizio personale del Padre, che gi era conosciuto come grande Anima di Dio
e portava le stigmate di Ges Crocefisso.
L'intervento del Padre per si fece sentire con continuit per questa giovane figlia
spirituale. E Gina stata testimone di molti segni particolari di Padre Pio verso di lei.
Ad esempio durante gli anni della guerra, che furono particolarmente difficili per lei,
era ammalata, senza lavoro e non aveva di che sfamare e vestire i fratelli e la sorella.
Ma, durante tutto quel periodo, ricorda che ogni mattina appena sveglia trovava sul
comodino i soldi necessari per il fabbisogno della giornata. Era il Padre che
provvedeva, anche materialmente, a farle pervenire il necessario.
Gina intanto aveva un santo desiderio: conoscere la ferita del costato del Padre. Si era
durante l'Anno Santo del 1950 ed un giorno Padre Pio and da lei in bilocazione: Ho
capito! Sei curiosa e te lo devo concedere e le mostr la ferita del costato. Passato
poco tempo le venne il desiderio di conoscere anche le stigmate delle mani e
constatare se le mani presentassero dei fori. E ancora, accondiscendente, Padre Pio si
fece vedere e togliendosi i guanti mostr a Gina le mani ferite. Vedi? e poi dicono
che questo eczema! Era questa, infatti, la voce che circolava, messa in giro dai
denigratori del Padre. - Senti, ne dicono tante a me e ne dicono tante a te, perch ne
hanno dette tante a quell'Altro che ci ha preceduto nella sofferenza!.
Il secondo ed importante impatto di persona con il Padre, avvenne nel 1953 dopo
che Gina fu incolpata di appropriazione indebita di varie somme di denaro nella ditta
romana in cui era cassiera.
Con il cuore gonfio di dolore Luigina corse a San Giovanni Rotondo per parlarne con
Padre Pio e consigliarsi sul da fare.

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Padre Pio, come un vero padre, la trattenne per parecchi giorni e la tranquillizz sul
suo avvenire. Ma Luigina non aveva soldi e non sapeva come fare. Il Padre, a cui tante
persone davano elemosine per i poveri, pass del denaro a Gina per il soggiorno e,
prima che lei rientrasse a Roma, le diede anche il necessario per il viaggio.
Padre Tarcisio appena scopr le virt di Luigina, si accorse che qualche parola
andava al di l di quelle che erano le parole ordinarie, perci coltiv sempre questa
santa amicizia. Anche quando lasci San Giovanni Rotondo, l'amicizia continu e,
passando lui da Roma, non lasciava mai di farle visita o di telefonarle.
Padre Tarcisio si sempre chiesto quali fossero le somiglianze di Gina con Padre
Pio ed ogni volta la prima che balzava agli occhi era la grande sofferenza, portata da
ambedue con eroismo, con amore.
Gina mi ha confidato che ogni volta che scendeva al Gargano chiedeva a Ges di
poter partecipare alle sofferenze del Padre e fu sempre esaudita. Mi diceva: La
Mamma e Ges non mi hanno mai negato una tale grazia. Anzi una volta mi confid
che si scambiavano perfino le sofferenze.
Il 24 Aprile 1965 Padre Pio stava molto male. Le persone che l'attorniavano non ne
capivano nulla. Telefonai a Gina e le disse che pregasse la Madonna perch ci
lasciasse ancora sulla terra Padre Pio. Mi telefoni domani, rispose. Il giorno
seguente la richiamai e le dissi che il Padre si era ripreso ed aveva perfino celebrato la
Santa Messa. Per venni a sapere che Gina era a letto e non si poteva muovere perch
tutta sofferente. Aveva chiesto su di lei le sofferenze del Padre perch potesse scendere
in Chiesa a confessare.
Il 5 Agosto 1966 Gina arriv a San Giovanni Rotondo perch il giorno dopo, il 6, era
un giorno particolare nella vita spirituale del Padre. Assistette alla Santa Messa e poi
incontr il Padre che le ordin di andare al Santuario di San Michele a pregare per
ambedue. Gina ubbid ma al pomeriggio quando torn stava molto male. Si mise
pertanto a letto. Doveva per ripartire per andare in Terra Santa e chi le stava vicino la
sconsigli di intraprendere il viaggio.
Ma durante la stessa notte Padre Pio and da lei, in bilocazione e le disse: Stai
tranquilla! Tutto passer presto e andrai in Terra Santa. Appena la nave si staccher da
terra tu ti sentirai benissimo ed io ti accompagner e ti sar vicino. Infatti, part ed
appena la nave si stacc dal porto di Brindisi si sent benissimo. In Palestina poi, a
Gerusalemme, al Getsemani, a Betlemme e a Nazaret sent continuamente il profumo
intenso del Padre. Si accorse che non solo la aveva assistita ma le si era reso anche
presente.
Ai primi di Maggio del 1967 Gina venne a San Giovanni Rotondo per conferire con
Padre Pio di cose urgentissime e molto delicate. Al termine del colloquio le disse:
Ehi! scappa subito a Roma e mettiti a letto, altrimenti non ti alzerai neanche per
Pentecoste. Gina non cap il perch di quest'ordine, ma ubbid. Dopo una diecina di
giorni, passando io da Roma, mi fermai a salutarla. Mi confid che, secondo l'ordine
del Padre, si era messa subito a letto e quello era il primo giorno che poteva mettere i
piedi a terra.
Il 10 Agosto, passando ancora da Roma visitai Luigina ma la trovai a letto molto
ammalata. Alle mie domande mi rispose che soffriva parecchio. Anche Padre Pio

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molto sofferente, le dissi. Luigina allora mi spieg che stava offrendo una Novena di
sofferenza alla Mamma perch Padre Pio fosse alleggerito delle sue.
L'offerta ottenne al Padre di ristabilirsi prontamente e di ritornare al suo ministero
sacerdotale.
Passato qualche mese, sempre durante una mia visita, ritrovai Gina gravemente
ammalata. - Gina, le chiesi, come fai a sopportare tante sofferenze? Di risposta lei:
Stai tranquillo! Ho sopportato tutto molto bene perch ben tre volte Padre Pio
venuto a consolarmi.
Quando Luigina si trovava a San Giovanni Rotondo parecchie volte chiese al Signore
di poter partecipare alle sofferenze che Padre Pio pativa mentre celebrava la Santa
Messa. E Ges l'accontent sempre. Cos pot vedere che dalla fronte del Padre
scendevano delle gocce di sangue che cadevano sull'Altare. Era il momento della
Incoronazione di spine.
Nel 1966 mentre pregava in Chiesa, e Padre Pio era nel matroneo, vide uscire dal
cuore del Padre come una forte luce rossa che si proiettava sul Tabernacolo. Chiese al
suo Angelo Custode cosa fosse. La spiegazione fu: l'amore di Padre Pio per Ges
Sacramentato! Gina poi osserv lo stesso fenomeno durante l'ultima Messa del Padre,
il 22 Settembre 1968.
A Roma il 15 Agosto 1968 Padre Pio si mostr a Gina e le disse: Ti voglio a San Giovanni Rotondo. Gina aveva un itinerario gi prestabilito a cui non poteva rinunciare.
Lasci per tutto e ubbid come sempre. Il Padre, appena la vide, le disse: Beh, sei
venuta!
Il 23 Agosto seguente in confessionale Padre Pio le confid che tra un mese sarebbe
morto e soggiunse: Non dire niente a nessuno. Gina presa dallo sgomento disse:
Padre, e quando non ci sarete pi, noi come faremo? E il Padre con dolcezza:
Andrai innanzi al Tabernacolo. In Ges troverai anche me!
E Padre Pio mor esattamente il 23 Settembre! Quando arriv la morte del Padre tutti
si domandarono il perch! Gina allora lo chiese alla Mamma. Ecco la risposta: Ci
voleva una grande vittima nei momenti attuali della Chiesa!
L'11 Ottobre successivo, allora festa liturgica della Maternit di Maria, la Mamma
mostr a Luigina come avvenne il transito di Padre Pio. Vide il Padre, dopo la sua
morte, volare al Cielo e nell'entrarvi andargli incontro una folla enorme di anime che
festose gridavano in coro: Noi siamo salvi per te.
Lo stesso giorno, sempre durante la visita della Mamma, vide accanto a Lei il Padre
con le stigmate che mandavano fasci di luce.
Noi sappiamo per che alla morte del Padre le stigmate sparirono, e questo fatto fece
molto parlare nei mesi che seguirono.
Gina, vedendo il Padre Pio con le stigmate che emanavano raggi di luce, chiese alla
Mamma una spiegazione. La Madonna rispose: Padre Pio Mi aveva chiesto che le
stigmate si chiudessero almeno alla sua morte. Ed lo l'accontentai, esaudendo il suo
spirito d'umilt. Le ferite sono chiuse solo esteriormente, perch i fori sono sempre l,
tra le ossa. Vi sono sempre le stigmate, come resta sempre trafitto anche il cuore. Lo
vedrete alla sua esumazione.
Dal 13 al 16 Ottobre 1968 Luigina fece un pellegrinaggio a Lourdes per accompagnare
degli ammalati. Arrivati a Savona uno sconosciuto la insult nel modo pi

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inverecondo. Lei tacque e continu il viaggio con una gran pena nel cuore. Arrivata a
Lourdes e sistemati gli ammalati si rec nella Grotta per aprire il suo cuore alla
Madonna. E ne ricevette tanta consolazione!
Il pomeriggio era splendido e decise di fare la Via Crucis. Gina per aveva ancora il
cuore un po' triste ed angosciato. Mentre saliva, fermandosi alle varie Stazioni, vide ad
un tratto, nel Cielo, la Mamma Fulgida e Gloriosa e ai lati i suoi due Padri Spirituali e
santi protettori: Pio XII e Padre Pio!
La visione la tranquillizz definitivamente. Passai da Roma qualche anno pi tardi.
Era l11 Maggio 1976. Luigina soffriva di quel dolorosissimo male che volgarmente
chiamato Fuoco di Sant'Antonio. Non solo le si era diffuso a tutto il corpo ma anche
alla testa. Questa le sembrava che scoppiasse dal dolore. Ho avuto tanta paura, perch
mi sembrava, ad un certo momento, di diventare come pazza, e che la testa dovesse
scoppiare. Allora mi venne in aiuto Padre Pio e mi tranquillizz. Egli infatti, pose le
sue mani sul capo di Gina e il male si calm. Poco a poco anche il corpo star
meglio. Ma ricordati!, soggiunse, tu ti sei offerta e se ti sei offerta, io sono venuto
per aiutarti.
Gina mi confid che in tutte le sofferenze, soprattutto quando erano pi acute, pensava
alle sofferenze del Padre, in special modo a quelle provocate da Stigmate, e soggiunse:
Ogni volta che pensavo alle sofferenze di Padre Pio, mi si presentava davanti la
Passione di Cristo. E nelle sofferenze di Ges e quelle del Suo Servo ritrovavo sempre
la gioia, la dolcezza e la forza per superare le mie tante pene.
Dopo questi vari esempi facile comprendere che le due anime si siano capite e fra
loro ci sia stata correlazione di amore per Dio e per la sofferenza.
Prima di terminare racconter ancora un fatto. Luigina chiese alla Madonna, anche
dietro mia richiesta, se la missione di Padre Pio fosse terminata sulla terra. La Mamma
le si mostr con Padre Pio accanto, e le indic un calice posto in alto. Da quel calice,
bello, grande e d'oro, scendeva tanta luce sull'umanit. La Mamma disse: Ecco il
calice che Padre Pio ha riempito ed ora si riversa a beneficio dell'umanit. Allora
Gina chiese: Ma il Padre libera ancora le Anime Sante del Purgatorio? Ne ha
liberate moltissime quando era in vita, disse la Mamma, ma ne libera ancora di pi
ora che in Paradiso. A Gina premeva un'altra domanda e chiese: Mamma, per la
glorificazione del Padre? La Mamma con un dolce sorriso, rispose: Stai tranquilla!
Ci penser io. E quando avverr, tutti resteranno meravigliati dell'intervento con cui
Ges glorificher il Padre.
A questo punto si potrebbero ancora riportare altri fatti, semplici ed eccezionali, che
riguardano la vita di Luigina, ma preferibile, per il momento, fermarci qui e
ricordare lei, accanto a Pio XII se diversi per estrazione, cultura e missione, restano
due figure giganti della Chiesa contemporanea e faranno parlare di loro, sempre pi,
negli anni a venire.
Luigina vicino a loro pu sembrare piccola, un vero granello di senape come Ges
am chiamarla. Ma questo granello per le virt che ha vissuto in modo eroico, per il
coraggio e per la sua ininterrotta carit, per i doni ricevuti, pu ben figurare accanto a
Pio XII e Padre Pio. D'altronde il fatto che questi due uomini di Dio si siano oc cupati
di lei, e siano stati gratificati dal valore delle sue sofferenze, dimostra che fu tenuta in

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massima considerazione da ambedue. E per ognuno fu una figlia spirituale non


comune, e brillava della luce del Cielo e profumava degli effluvi del Paradiso.
Ges e la Madonna hanno tessuto una meravigliosa rete d'amore fra i tre e la loro
unione spirituale non ebbe mai pause sulla terra.
Ora poi, che sono in Cielo, la loro comunione con la Santissima Trinit e Maria SS.ma
perfetta e rimarr in eterno.
INCONTRO ALLA LUCE
Nelle prime ore del pomeriggio del 17 Aprile 1978, Luigina Sinapi, ci lasciava in
punta di piedi, come del resto era sempre vissuta, con il volto rivolto verso la
Cappellina, dove dimorava l'Amore Mistico e da dove l'aveva accolta nella Sua Luce.
Io aspetto, io aspetto rispondeva al suo medico curante che, al mattino, le chiedeva:
Quando finir questa sofferenza?. Ed aspettava, sofferente ma sorridente, l'arrivo di
Ges con la Mamma Maria, e poi tutti i suoi pi cari amici: Francesco, Chiara,
Teresina, Gemma, Pio XII, Padre Pio ed il suo Angelo Custode!
Era giunta finalmente alla cima del Calvario! Ora l'attendeva il gaudio eterno: cio
stare per sempre con l'Amore per il quale aveva sempre pregato, amato, sofferto ed
offerto.
E tutto ci, nel silenzio!
La sua dipartita ha per privato tante anime di una guida spirituale, di un punto fermo
di riferimento tra le incertezze di questo mondo, sempre pi turbolento, caotico ed
insicuro.
Ma, se scomparsa la figura fisica di Luigina non per annullato il suo
insegnamento, la sua testimonianza.
Fra quanti l'hanno avvicinata, conosciuta, lei pi viva che mai. Suscita in essi, con il
ricordo della sua vita, la volont inflessibile di fare del bene, di non cedere alle
lusinghe ed alle insidie del mondo, continua a spronare, sulle proprie orme all'amore a
Dio, alla Chiesa, al Papa.
Granellino di senape, con la sua esistenza stata ed segno e realt stessa della
Chiesa. Il messaggio sofferto ed offerto di Luigina in questi sette anni dalla sua
scomparsa si gi diffuso e oramai tante, moltissime persone traggono beneficio
accostandosi a lei.
I carismi, doni dello Spirito Santo, non sono mai fine a se stessi. Tanto meno sono
doni riservati alle creature che li ricevono. Sono grazie date gratuitamente da Dio
per essere distribuite ai fratelli. Soprattutto a quelli che pi ne abbisognano nei
momenti pi difficili.
I messaggi, le grazie da lei ricevute, la sua stessa vita donata interamente per la
maggior Gloria di Dio, sono una tangibile testimonianza utilissima a noi, uomini
d'oggi, alla ricerca della vera luce. Ogni giorno, infatti, l'umanit ha sempre pi
bisogno di scoprire le meraviglie che solo il Signore sa compiere in creature semplici e
piccole.
Meraviglie che vuol compiere, malgrado la nostra ingratitudine, ancora oggi fra noi.
Ed necessario, per la nostra stessa vita spirituale, per infonderci coraggio, sapere che
tra tante bocche che sbraitano sconcezze contro il Cielo, ve ne sono anche altre

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pronte a pronunciare il fiat dell'abbandono ai voleri celesti ed a benedire e


glorificare il Nome Santo di Dio.
La bocca e soprattutto il cuore di Luigina hanno gustato la Sapienza di Dio (Sal
36,30). La parola del Signore stata il cibo che l'ha sostenuta in questa vita attraverso
le gioie e nel cammino della valle oscura delle difficolt (Sal 22,47).
Il sorriso di Luigina!
Era un sorriso che usciva dalla sua anima e s'irradiava dagli occhi e dalle labbra,
sempre carico di grazia, di consolazione, di speranza.
Il suo era un sorriso che non le veniva certo da eventi fortunati soprattutto se
consideriamo le sue continue e schiaccianti sofferenze fisiche e morali.
Era un dono del Cielo! Dono offerto solo alle anime che si rendono disponibili
all'amore di Dio e alla salvezza dei fratelli. Un dono che denota la gioia di essere
cristiani veri e di vivere tutta l'esperienza dell'Amore di Dio. L'esperienza del cuore
puro, disponibile, che non lacerato dall'angoscia perch immerso nella misericordia
del Padre Celeste. La gioia che non di questo mondo, quella piena che Ges Cristo
Risorto d ai suoi fedeli.
Luigina attinse continuamente alla sorgente della gioia che Dio-Amore. Infatti Dio
la gioia di vivere, di fare qualcosa di buono, di comunicare, di donarsi. E la gioia dei
salvati che si sentono amati da Lui che ci accoglie, ci ama, ci salva e ci vuole felici.
Ecco il segreto del sorriso di Luigina.
Ma, nella vita del cristiano, l'esperienza della gioia e del sorriso inseparabile da
quella della Croce e del dolore.
E la Croce la chiave di lettura della spiritualit di Luigina. Abbiamo infatti visto che
il motto fu sempre: Soffrire ed offrire. E Luigina conosceva in profondit la
sapienza della Croce e poteva ripetere con San Paolo: Io non voglio altro sapere che
di Cristo Crocifisso. Perch il Crocefisso la rivelazione dell'amore di Dio che
giunge a far dono di S e della propria vita.
La Passione il momento culminante dell'amore misericordioso, perch non c' grazia
pi speciale ed essenziale di quella di essere associati alla stessa Passione di Ges.
E Luigina ebbe questa grazia e la visse con coraggio e donazione totale e a questo
riguardo annotava sul suo diario: Queste lacrime le ho volute incastonare nel Cuore
di Mamma Maria per offrirle al Suo ed al nostro Ges - quali gemme - tutto a bene
delle anime sacerdotali e consacrate. Mi sono resa conto che tutta la forza di
sopportazione e di offerta non stata mia, ma del mio Dio. A Lui debbo tutta la mia
riconoscenza. Mi sento davvero niente, proprio niente, nientissimamente niente.
Viene spontaneo chiederci: mai possibile pensare alla sofferenza come a un dono di
elezione?
Luigina non solo lo pensava, ma lo desiderava ardentemente.
E raramente la sofferenza la lasci!
Quasi al termine della sua vita terrena confidava: Da anni non ricordo cinque minuti
di sollievo. Ma bastano pochi minuti a darmi la ricarica. Sono veramente rari e ne
rendo grazie al Signore. Ma nello stesso tempo torna in me la sete di anime e con esse
la sete di patire e di offrire. Le anime costano il Sangue di Ges ed ho la pena di far
poco o nulla per loro. Ed allora, rivolgendomi al mio Ges gli domando se mi vuole
ancora bene.

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Gliene chiedo un segno: il segno della sofferenza.


Luigina aveva l'istinto della violetta che si nasconde tra le foglie, ma aveva anche
l'ansia di donare agli altri quanto dal Signore riceveva. L'umile nascondimento si
equilibrava perfettamente in lei con il desiderio di andare verso gli altri per camminare
insieme nella carit.
Nel suo donarsi non c'era per l'esibizione, anzi c'era autentica semplicit e tanta
amorosa umilt.
Un giorno, ad un sacerdote amico, confid: Tutti vengono a prendere e se ne vanno
lasciando le pene e portandosi via la serenit e la gioia. Non me ne rammarico. Rendo
sempre grazie al Signore ed alla Mamma Maria, che torna ricordandomi di non
chiedere nulla per me, perch come una venduta sono Sua propriet.
Scriveva sul diario: Ges stamani, nella Santa Comunione mi ha detto: Gina
coraggio! Non sei tu una violetta nel turbine? Vorresti negarmi un po' del tuo
profumo? Oh no, ho risposto con tutte le mie povere forze, che poi altro non sono che
la forza che mi viene da Lui. La forza che mi riconcilia alla Croce e me ne innamora.
Luigina ha vissuto la via mistica della Croce senza pose, senza drammi, perch dalla
Mamma Maria ha appreso giorno per giorno come si ama e come si offre.
E giorno dopo giorno la Mamma l'avvier alla comprensione del disegno di Dio su di
lei e, mano nella mano, la condurr per la stessa strada da Lei percorsa. E Luigina cos
apprender dal Suo Cuore come valorizzare lo stillicidio del cuore.
Ho sempre tanto sofferto, disse un giorno a un Sacerdote, ma sento che ora il
Signore mi ha proprio voluto annientare.
Troviamo nel diario queste parole della Mamma Maria: Tempo verr in cui le menti
corrose dall'orgoglio di scoprire... contesteranno il Vangelo perch Ges non ha scritto,
ma gli Apostoli, infiammati dal Fuoco Divino, lo hanno scritto col sangue. Ed ha
aggiunto:
Quello si sta spegnendo! La Chiesa tutta ha bisogno di una nuova rinnovata
Pentecoste. E raccomandando le anime sacerdotali ha concluso: Tu brucia ed lo
incendio.
Luigina, durante tutta una vita avvolta e penetrata dalla sofferenza, non cesser di
credere all'Amore. Mai si pentir d'essersi data totalmente al Suo volere.
Una vita, quella di Luigina, all'insegna dell'immolazione nell'ordinario di ogni giorno,
con semplicit evangelica: ad ogni giorno il suo affanno!
L'amore si alimenta alla fiamma della fedelt e la fedelt si dimostra soprattutto nelle
piccole cose. E Luigina ci ha indicato un eroismo possibile a tutti: l'eroismo dei
piccoli, degli umili. Facciamoci santi, ripeteva sempre a se stessa ed agli altri,
camminando nel sacrificio totale di noi stessi. E il sacrificio totale di se stessa si
comp quel 17 Aprile del 1978.
Luigina chiudeva la sua esistenza terrena nel segno del Volto Santo e della Vergine
Addolorata, sicura di un'imminente ripresa di vitalit della Chiesa e della societ.
Dopo le esequie, tenutesi nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, le sue spoglie
furono riposte nel Cimitero del Verano, a Roma, nell'area 50. La sua tomba, meta
quotidiana di persone che vanno a pregare ed ad intercedere luci e grazie sempre
coperta di splendidi fiori freschi. Sono i fiori degli Amici di Luigina che con il passare
degli anni aumentano sempre pi.

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Altro luogo di pellegrinaggio per ritrovare un poco di Luigina il monastero San


Leonardo di Montefalco, in Umbria. qui che Luigina passava lunghi periodi di
silenzio, di preghiera e di sofferenze. Era Terziaria Francescana e presso le sue
Clarisse e non lontano da Assisi, lei ritrovava tutta la sua pace nello spirito del
Serafico Francesco.
Ed in questo Monastero il fratello Pietro e gli amici pi cari di Luigina hanno raccolto,
in due stanze, le cose, gli oggetti e le suppellettili della Cappellina e della stanza
dove ha sofferto, offerto ed amato. Le due stanze sono state ricostruite come si
trovavano a Roma nell'appartamento di Via Urbino, perci, visitandole, ci sembra di
essere ancora in compagnia di Luigina.
E cos il suo sorriso, la sua bont ed il suo amore sono ancora fra noi e ci indicano la
strada per raggiungerla, un giorno, in Cielo con Ges e la Mamma Maria.

APPENDICE
TRE RITRATTI
Le persone che avvicinarono e frequentarono Luigina Sinapi furono molte e di tutte le
estrazioni sociali. Accanto a sacerdoti, suore e religiosi troviamo gente semplice,
professionisti, uomini di cultura e perfino della politica.
Tra le molte testimonianze ne abbiamo scelte tre che ci sembrano le pi emblematiche.
Quella dell'On. Oscar Luigi Scalfaro, del religioso paolino Don Attilio Malacchini e
quella della signora Giuseppina Cardillo Azzaro, moglie di un deputato, mamma di
otto figli e docente universitaria.
Tre ritratti diversi ma che si compendiano e che a tinte vive e fresche danno il pi
verosimile ritratto di Luigina.
UNA GRANDE DONNA
Ma quanto difficile parlare e scrivere di Gina, di Luigina Sinapi!
Almeno per me questo tanto vero!
Mi piace parlare con chi la conobbe, con chi si interess di lei anche senza conoscerla
direttamente, mi piace sentirne parlare da chi le volle bene davvero, senza venerazioni
fasulle, senza pettegolezzi e gelosie, mi piace sentirne parlare da chi l'am con
semplice cuore.
Allora come rivivere i preziosi minuti dello stare vicino a lei: il sorriso riposante,
annunziatore vero di pace profonda, ispiratore di fiducia, di confidenza, di speranza.
Poi lo sguardo penetrante ma non indagatore, uno sguardo che aiuta, sospinge a
parlare, uno sguardo pieno di capacit di lettura profonda nel cuore dell'interlocutore,
ma trasparente, cercatore di sofferenze, di dolori, di peccati... ma solo per lenire, per
sanare, per addolcire, per caricarsi sulle spalle le croci altrui.
Quando devo parlare agli altri, faccio fatica: vorrei poter aprire il cuore tacendo, vorrei
dire soltanto guardate qui, dentro di me e vedrete, malgrado tutto, qualche traccia di
lei.
E invece devo scrivere. Ecco ancora una volta mi colpisce l'umana ricchezza di lei.
Sento il bisogno di rinnovare questa sottolineatura, questa, starei per dire, meraviglia;
non dubito che forse anche legata al fatto che quasi fatale farsi uno schema

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oleografico delle persone toccate, o che si dicono toccate, da qualche grazia


particolare. Ne risultano nella nostra fantasia, figure rigide, fredde, poco umane se non
inumane, la cui pelle di cartapecora, il cui sguardo solo rivolto alle nuvole, il cui
cuore batte per il Signore (cos si dice) e non s'accorge dell'uomo che attende un po' di
comprensione, un po' di amore.
Nulla di questa oleografia in Gina, nulla. Una donna vera, viva, una donna che sente il
fascino della bellezza, dell'armonia, che ha una ricchezza di femminilit rara e la
esprime con generosa semplicit senza atteggiamenti studiati e preordinati.
Una grande Donna; soprattutto e anzitutto una grande Donna.
Il segreto di Lei proprio questa pienezza umana. Qui, se guardiamo a Lei per un
esame di coscienza, qui il punto su cui vive o crolla la testimonianza di ciascun
cristiano. Occorre anzitutto essere uomini, uomini veri.
Quando le doti umane essenziali entrano in crisi, entra di conseguenza in crisi ogni altra cosa, ogni altro valore. Qui sta il tormento di ogni tempo; qui il midollo delle
crisi che oggi travagliano il mondo: la crisi dell'uomo.
Gina in quest'ottica la risposta pi completa e totale alla crisi dell'uomo; in Lei la
presenza di ogni umano valore, di ogni equilibrata virt.
Le giornate di intensit mistica non turbano, ma esaltano la sua umanit; le misteriose
esperienze che le aprono dinanzi il Paradiso, non la tolgono dal mondo, ma la immergono ancora di pi, ancora pi viva la sua comprensione per le miserie dell'uomo,
ancora pi umana la sua presenza, il suo dialogo con gli altri.
Altra spiccata caratteristica di Gina l'interesse per la politica e per tutto ci che, in
Italia e nel mondo, avviene in campo politico.
Il Messaggio di Fatima, le comunicazioni della Madonna Mamma Maria sono il tema
dominante, il metro con cui misura la realt e i problemi politici. Il tema della pace
alla base di tutto. Il marxismo comunista assillante preoccupazione, come l'invasione
del materialismo a danno dei valori spirituali, a danno dell'uomo.
E chi vive e opera nella vita pubblica, trova in Lei un consigliere eccezionale che
conosce mille particolari idonei a consentire diagnosi precise, un consigliere puntuale
e tempestivo che invita a non abbandonare la prima linea delle pubbliche
responsabilit.
La tremenda battaglia per introdurre legislativamente l'aborto in Italia e la insinuante
penetrazione massonica, sono temi che la occupano e la preoccupano seriamente.
E la preoccupazione per tutto ci che attacca la fede e il patrimonio cristiano nel midollo, che aumenta per le anime i pericoli, che allontana l'uomo da Dio.
Quando si interessava della procedura parlamentare relativa alla legge sull'aborto,
mostrava un timore, viveva una sofferenza che dimostravano evidente la sua partecipazione alle umane tragedie e insieme alla Croce redentrice di Ges.
Era comprensiva verso chi aveva sbagliato da lasciare quasi sorgere l'interrogativo che
il male fatto non fosse male. Nello stesso tempo era serenamente ferma sui principi
senza lasciare uno spiraglio o un dubbio. Verit e carit vivevano in Lei totalmente.
Della massoneria temeva la radice dottrinale errata, la solidariet ad ogni costo tra i
membri delle varie sette, ma soprattutto temeva che si insinuasse tra i cattolici, preoccupati pi della carriera e di assicurarsi un ombrello protettivo, che della trasparenza

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della dottrina e della lealt della propria fede. Ma aveva anche il terrore che i tentacoli
multiformi e versiplle della massoneria si insinuassero nella Chiesa, tra la Gerarchia.
Vi fu un periodo di tempo in cui queste voci (create e fatte circolare artatamente),
avevano preso piede con una certa insistenza e ammantate da un talquale alone di
credibilit. Gina seguiva ogni cosa, aveva sempre pi notizie ed elementi di
valutazione di chiunque altro.
Temeva e pregava... pregava e offriva. Ritengo che su ognuno di questi temi, come
d'altra parte su ogni questione la interessasse, la parte nota solo a Lei, fosse sempre la
maggiore e la pi importante.
Lei aveva misteriose, ma sicure, fonti di informazione; lei era chiamata ad una partecipazione esclusiva e sostanziale.
Ancora un punto certo, evidente e misterioso.
Molte volte dopo aver goduto delle gioie ineffabili del contatto con la Mamma Maria
cadeva in una sofferenza paurosa e rimaneva inchiodata ( il termine esatto) sul letto,
in un silenzio raccolto che certo nascondeva una passione interiore ancora pi terribile
di quella esterna.
L, pregava per tutti noi, l, si consumava nell'amore per il suo Dio. E fu in questa consumazione che pass dai bagliori di cielo che nutrirono la sua giornata, alla luce piena
che non conosce vespero.
Tanti veggenti annunziano castighi, prevedono disastri e dolori, a me la Mamma
Maria promette sempre e soltanto misericordia ...forse perch raccoglievi tragedie e
dolori per te e portavi a tutti speranza e amore.
(Discorso tenuto dall'On. Oscar Luigi Scalfaro nel 1981, per il III Anniversario della morte di
Luigina Sinapi).

IL SUO VOLTO INTERIORE


Santi non si nasce!
Ci si diventa. E Luigina Sinapi non fa eccezione alla norma.
Ella ha i suoi buoni numeri per essere qualcuna e farsi strada: di famiglia benestante,
la prima dei fratelli, bella di aspetto e signorile nel tratto, di intelligenza vivace e
acuta, sensibile alle meraviglie della natura e del progresso umano, portata alle gioie
pi pure e pi semplici della vita, di temperamento fiero e accentratore.
Molto presto, intorno ai dieci anni una voce dal di dentro, suadente e imperiosa ad un
tempo, le proponeva una scelta totale e definitiva.
La risposta di Luigina non immediata: deve passare un certo tempo prima che le ripetute chiamate del Signore la trovino arrendevole e disponibile ad una risposta. E
questa disponibilit si andr approfondendo e diverr sempre pi totale in tutto l'arco
della sua vita, attraverso le ripetute e numerose prove: proprio come Ges, il divino
Maestro, che impar l'obbedienza dalle cose che pat (Eb 5,8).
Ma non per mancanza di carattere e di generosit: al contrario, aveva un cuore grande
e sapeva bene ci che voleva. La sua vocazione: vivere tra la gente. Doveva tuttavia
apprendere a viverla non seguendo i propri progetti, ma il progetto che Dio sceglie e
propone a ciascuna persona, e accettando di fondere sempre pi completamente la
propria volont con la sua volont.
Venne la Luce a darle l'intelligenza del Vangelo, a orientarla alla esperienza delle
beatitudini, a farle sentire la sete delle anime e della loro salvezza. Si andava cos deli-

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neando sempre con maggior chiarezza la sua chiamata alla maternit spirituale, non tra
le mura del convento, ma tra la gente, nella quotidianit della vita, come un
granellino di senape in un solco di Roma.
E affinch questa chiamata potesse essere vissuta con pienezza, venne la prova dura e
sofferta: la perdita prematura della mamma; la rapida decadenza della sua condizione
di benestante; la sospensione degli studi liceali per provvedere, con prestazioni di
servizio alla guida dei fratellini; la sua vocazione di suora tra le Figlie di San Paolo
troncata sull'avvio per una salute cagionevole che l'accompagner per tutta l'esistenza;
il ritorno ad una vita in mezzo alla gente fatta di lavoro, di silenzio, di solitudine, di
preghiera, di sofferenza e di tanta carit.
Il Signore stato grande con lei. Con la fedelt del suo amore, rivelava i segni del suo
incontro col divino Maestro nella mitezza e umilt di cuore, nella capacit di
partecipare alle sofferenze altrui, nella sete di anime alimentata di preghiera e di
offerta, nel dono di un sorriso dimenticato di s, sempre accogliente e premuroso di
tante piccole attenzioni.
Solamente con la bont e l'offerta delle pene si apre loro la via della riconciliazione e
della pace. Nel ricordo di una confidente ci dato intravedere qualcosa
dell'apprendimento e della pratica dell'arte salvifica di saper soffrire e offrire.
Esortando, negli ultimi tempi, un'anima consacrata alla generosit e alla fiducia nel
Signore, in ogni istante della vita, ma particolarmente nei momenti di maggiore prova
e tribolazione, Luigina alza un po' di velo sul lungo cammino da lei percorso alla dura
scuola del dolore e dell'amore e fa intravedere qualcosa della bellezza e della ricchezza
spirituale da lei raggiunta.
Perch tanto abbattimento, tanta paura, tante tergiversazioni, invece di distenderti
sulla nuda croce e lasciarti inchiodare con la pi totale spogliazione? Pu darsi un s
cos stentato da un'anima che non pu pi appartenersi in nulla?
L'anima che si data interamente al Signore non ha di che temere. Le debolezze di
fiducia, il timore di previsioni oscure di fronte ad un amore infinito che chiede, questo
disgusta il Signore! Non sono le cadute a causa di un carattere impulsivo e di una
estrema sensibilit che lo fanno soffrire. Queste, battute nella fornace ardente del suo
amore, non lasciano traccia.
Il Signore, a chi ama di amore di predilezione, domanda altrettanto amore. E la risposta non pu essere diversa: Non lasciar passare un attimo che non sia di
adorazione, di glorificazione e di offerta di amore oblativo. Qualunque cosa ti venga
richiesta, tu tieniti sempre pronta. dolore e sangue, ma sono tesori inestimabili: non
puoi, non devi rifiutarli perch tesori inestimabili: non puoi, non devi rifiutarli perch
le anime aspettano e si pagano col sangue, con 1'annichilimento, ma l'amore supera
tutto. Nel dire i tuoi Si affidati alla Mamma Maria.
L'amore pu essere contrastato da giudizio poco o per nulla benevoli, da un incalzare
continuo di incomprensioni e di infermit, da valutazioni di inutilit, di peso, e di
incapacit a tutto.
E allora? Tu? Tu tieni ben stretta la Mamma Maria. Il posto pi intimo forse sar il
tuo, non spaventarti; penser il Signore a darti la sua grazia e a farti rassicurare che lui
lo vuole. Tu sii sempre ben radicata, aperta totalmente al fuoco dell'amore redentore.

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E in cinque parole: tu ama, adora, glorifica, offri e taci, che costituiscono cinque
punti fermi del tratto della sapienza della Croce riassume la sua esperienza che testimonia, ancora una volta, come qualunque carisma e ogni vocazione raggiunge la sua
pienezza solo se vissuti nella prospettiva della Morte e della Resurrezione di Cristo, in
intima comunione di vita con Maria, Madre di Ges della Chiesa.
In tempi di rapidi e profondi mutamenti come quelli che attraversiamo, in cui si va
delineando in forte risveglio di vita e di interessi dagli orizzonti pi vasti, pi che
mai provvidenziale il contributo di coloro che, in un contesto di silenzio amoroso ed
operoso, offrono un supplemento d'anima alla costruzione della civilt, della
speranza e dell'amore.
Attilio Malacchini

COME UN GRANELLO DI SENAPE


Gina Sinapi portava il suo cognome con grande convinzione. Era il nome del seme
apparso sulle labbra divine di Ges, il granellino di senape che il piccolo di tutti i
semi, ma una volta cresciuto il grande di tutti i legumi e diventa albero, tanto che
vengono gli uccelli del cielo e si annidano sui suoi rami.
Firmandosi Gina Sinapi, sentiva vibrare in quell'accolta di lettere non solo il suo nome
di Battesimo e il suo cognome familiare, ma anche il nome del granellino, del piccolissimo sempre che riceve l'attenzione di Ges.
In un suo scritto del 1953 - successivo di poco alle Lacrimazioni della Vergine a Siracusa - rivolta alla Mamma che piange Gina dice di volere preparare un fazzoletto con
la rassegnazione piena alle sue sofferenze. E cos si rivolge a Lei: A me piccolo
significante granellino, al quale hai dato la gioia di poter ascoltare la Tua Materna
Voce, amabile anche nel grido accorato di penitenza figlioli e preghiera, dai la forza
di riparare per tutti i sordi della Tua Voce.
Scrivendo ad un sacerdote, si firma senza esitazione il piccolo Granellino di Senape,
o anche, con le sole iniziali, il piccolo G di S.
Cosa sapeva Gina della sostanza del suo nome?
Era stato Papa Pacelli che le aveva per primo ispirato il pieno senso del suo cognome.
E di sicuro accennava a questo Granellino di Senape il Pastor Angelicus nel suo
citato radiomessaggio quando diceva: ...In un impeto di generosit Gli chiese (a
Ges) di toglierle ogni bellezza e persino la salute. Dio 1'esaudi, accettando l'offerta di
quella vita per la salvezza delle anime. Noi sappiamo che vive ancora, anche se arde e
si consuma come lampada viva davanti al trono della giustizia e dell'amore di Dio.
Ges poi illumina la sua vocazione e opera una forma di consacrazione attraverso quel
cognome di Sinapi: Sii il piccolo granello di senape in un solco di Roma, le dice, e
sembra che applichi a lei il senso della parabola evangelica. Un rinnovato richiamo di
Ges appare in uno scritto di quel medesimo Anno Mariano nel quale ella ricevette un
profluvio di grazie: Ricordati, Gina, che il seme sepolto non muore, la pianta non
nasce! Perci muori ogni giorno a te stessa, vedrai come spunter la messe, e
nasceranno gli operai e tante anime torneranno a novella vita.
Ed ecco la risposta di Gina, trascinante come un inno, forte come un programma:
Com' bello essere un chiccolino sepolto nel solco della vita terrena. Essere
schiacciato dalle incomprensioni, dicerie, calunnie, irrorato continuamente dalla

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Grazia Divina, attraverso le mani SS. di Maria! Con questo santo stillicidio pregare,
soffrire e offrire
Fra i nomi-cose usati dal Maestro della Sua strategia divina per farci comprendere
cose celesti, il seme , tra le realt che ci circondano, una di quelle su cui Egli pi ci
invita a riflettere: in tale piccolissima particella di materia, trascurabile al primo
sguardo, nascosta la scintilla della vita e del suo dinamismo, della sua fecondit.
L'essere sempre importa una rivelazione progressiva scandita lungo l'arco delle stagioni. Rivelazioni di un massimo di potenza espressa da un minimo di Seme era Gina,
il pi piccolo di tutti i semi! Per lunghi anni umiliata, misconosciuta, perseguitata.
Destinata a farsi albero. Del quale detto: gli uccelli dell'aria nidificano sui suoi
rami.
Seme umile, che non riesce in alcun modo ad attirare l'attenzione. Anzi destinato
a scomparire. Come Gina scomparve: consumata, stritolata dalla macina delle circostanze sotto cui la provvidenza, volta a volta, la poneva.
Ma proprio per questo, chiamata a rappresentare l'audacia, la generosit senza posa,
l'originalit, il miracolo nascosto dell'opera di Ges sulla terra.
Viveva, Gina, nascosta, immersa nell'oceano dell'amore.
E noi abbiamo visto in lei l'amore di Dio!
Abbiamo conosciuto la delicatezza dell'amore, fatto di uno sguardo, della semplicit di
un gesto, delle sfumature di una provvidente carit, sia nelle grandi che nelle piccolissime cose.
Perch c'era in lei qualcosa che attirava tutti: il candore purissimo dei suoi colloqui
con la Mamma, quel supplemento di fede che aggiungeva alla nostra perch le
montagne si spostassero e gli alberi si trapiantassero nel mare.
Gina ci rappresent fino al dettaglio, nella sua vita quotidiana, il mirabile dono della
continuit tra l'azione pi significante e il sentimento pi elevato. Un fuoco di eternit
acceso in ogni gesto, in ciascun momento di una qualunque giornata: la naturalit e la
libert stupenda della vita spirituale.
Non aveva paura, Gina, della sua piccolezza.
Sapeva bene che piccolezza e grandezza sono la stessa cosa nella mani del Padre. Oggetto, l'una e l'altra, di divine moltiplicazioni, come l'arena del mare o le stelle del Cielo.
Piccoli semi anche le gocce, quelle gocce di preghiera e di sofferenza che ella versava
nel Cuore della Mamma, e che, come fu rivelato, dirompono, esplodono come
un'atomica d'amore nel Cuore di Dio.
Come desiderava Gina, essere seme, essere goccia, essere piccolo insignificante granellino per poter pi facilmente scomparire! Rimanere nascosta sotto il manto della
Mamma, con lei donare soffrendo e agonizzando cantare l'inno del vero amore,
secondo le Parole di Ges.
Com' bello o Mamma Celeste essere lo sgabello dei Tuoi piedi immacolati. Tu, rivelarti alle anime tutte, ed io granello scomparire. Ges, Maria, venga il vostro Regno
d'Amore. Cos leggiamo in uno scritto del 1954.
E in un'altra pagina rivolta alla sua Signora: A me piccola schiava del Tuo Amore
cui hai regalato nella Tua Materna Bont l'agilit di poter svellere i cuori sepolti nel
fango, incendiarli e riparare....

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Delizia era per Gina eseguire giorno per giorno, momento per momento i desideri
della Mamma, offrirsi all'uso come piccolo straccetto abbandonarsi nelle mani di
Ges.
Ma il perdersi, il nascondersi, il sentirsi piccola schiavetta, l'offrirsi in un solco di
Roma per marciare, faceva s che questa creatura non tanto diminuisse, ma piuttosto
crescesse e si ritrovasse nella sua splendente realt.
Tale puro diletto spirituale, di sentirsi schiavetta, straccetto, piccolo granello, insignificante sgabellino, definisce quel suo trasporto semplice e appassionato verso la
Madre del Figlio. Mostrandoci apertamente quel vertice, quel punto di equilibrio
sublime dove follia di donazioni e apparente abbiezione si toccano, rivelandoci
l'essenza pi intima dell'amore di Dio.
Giuseppe Azzaro

TESTIMONIANZE
LE CAREZZE DELLA MADONNA
Avvicinare Luigina significava respirare la presenza vivificante di Maria, tanto che,
inevitabilmente, ti sentivi attratta da una Creatura cos eccelsa e non potevi fare a
meno di amare, imitare e fare di tutto, di pi, per fare piacere a Ges. Perch capivi
che era ci che voleva da te.
E' certamente una grande responsabilit che ci deve mettere nel cuore l'ansia che
ancora nulla o poco abbiamo fatto e se anche avessimo fatto molto, moltissimo,
avremmo fatto ancora nulla.
Questa l'ansia di servire il Signore, quell'ansia di amore che quando ami Maria non
finisce mai.
Ma quanto pi grande sar la responsabilit di chi come me le stata ancora pi
vicina? Perch da lei sono stata accolta con un generoso affetto.
Luigina mi ripeteva spesso, e lo diceva anche agli altri, che da Lei mi aveva condotta
la Madonna e questo, per me, era un segno di attenzione amorosa da parte di Maria e
ne ero fortemente compiaciuta.
Un giorno questa "predilezione" si fatta presente in maniera ancora pi chiara.
Mi trovavo in vacanza con Luigina presso le Suore Clarisse nel Monastero di San
Leonardo a Monte Falco e dividevo con Lei la stanza. Era Ferragosto.
Tutti sapevamo che la Madonna aveva promesso a Luigina che sarebbe stata sempre
con Lei e che, per le sue feste, per quelle Grandi che la Chiesa solennemente celebra,
oltre che il primo sabato di ogni mese, si sarebbe manifestata a lei visibilmente.
Fiduciosa in questa promessa pensavo fra me: "Questa volta la potr vedere anch'io,
rester sveglia tutta la notte, e chiss se potr sentirla e, magari, parlare con Lei?"
Purtroppo, per, cedetti al sonno.
Al risveglio, provai un grandissimo dispiacere ed una vergogna indicibile non solo
perch, come avevano fatto gli Apostoli con Ges, anch'io non ero stata capace di
vegliare in preghiera, ma anche perch avevo perso un'occasione unica.
Luigina mi rasseren dicendomi, non ti preoccupare perch la Madonna venuta
vicino a te, ti ha fatto una carezza.

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Non avevo sognato Maria, ma ricordo che durante il sonno avevo avvertito
fisicamente la bellissima sensazione della perdita di peso e di una indimenticabile
beatitudine.
Quale Gioia immensa stata per me sapere che la mano della Mamma Maria mi aveva
sfiorata. Come avrei voluto ricambiare questo gesto di delicatezza amorosa, e
soprattutto, di tenerezza materna. Ho sentito il cuore dilatarsi e abbandonarsi ad una
promessa e ad un impegno grande nel volerla amare, nell' essere docile al suo amore e
come Luigina, farla amare tanto.
Ho capito e sperimentato che l'anima si eleva alla presenza di Maria, non conosce
ostacoli. Vorrei qui dire "Grazie Mamma per questo bellissimo dono.
La tua carezza non l'ho dimenticata ed ho compreso che non solo quella la carezza
che ho ricevuto da Te "Maria"! Quante!...
Quella carezza che non risparmi a nessuno perch sono le tue carezze. In quella
occasione a fronte della gioia donatami dalla Mamma Celeste ebbi una grande
amarezza nel sapere che, invece, Lei era molto triste, infatti era venuta vestita di nero e
con una schiera immensa di bimbi con la palma del martirio in mano.
A questa visione Luigina mi disse che era rimasta sconsolata e sorpresa perch la
Mamma si era presentata vestita, non come lei si sarebbe aspettato, cio con splendidi
ornamenti, essendo quella una sua grandissima festa: "l'Assunzione", con l'aspetto
molto triste, e poi tutti quei bimbi che le facevano corona, le richiamavano alla mente
quelli della strage degli innocenti.
Maria facendo chiarezza le disse che quelli erano i bimbi che non avevano visto la
luce ed avevano ricevuto il battesimo di sangue, quindi, erano veri "Martiri".
La Madonna denunciava cos quella che ora divenuta una grave piaga sociale, causa
di tanti mali per l'umanit.
Mi piace ricordare che a Fatima, la Madonna, preoccupata per queste cose che sono
"le mode che avrebbero offeso molto il suo Figlio" era venuta a chiedere penitenze,
preghiere, e offerte dei quotidiani sacrifici, per avere la pace. Cosa dire a proposito
delle manipolazioni genetiche, delle violenze fisiche e morali, dei milioni di giovani
che vivono l'avventura terribile della droga solo per il tornacontismo di gente senza
scrupoli, dei matrimoni divisi, della pornografia e di tanto altro ancora, che, anch'esse,
sono mode perverse e crudeli?
Cos pure a Luigina la Madonna presentandosi tanto triste, ha voluto richiamarla ad
una realt che procura una minaccia per il destino eterno dell'uomo: "l'inferno" che
ancora pi catastrofico di tutte le guerre messe insieme, di cui abbiamo tanto terrore.
La parola inferno non si vuole pi pronunciare e si vorrebbe cancellare anche dal
pensiero dell'uomo, ma esso c' e sar una gravissima sorpresa alla fine della vita.
Mi sovviene quando Luigina a proposito dell'inferno mi raccont che una volta il
Signore aveva permesso ad un'anima dannata di manifestarsi a Lei, per dirle che
sarebbe stata disposta a ritornare sulla terra e soffrire tutti i mali di tutti gli uomini di
tutti i tempi fino alla fine del mondo, pur di non stare all'inferno. Purtroppo ci non era
possibile perch quello era il suo destino eterno, senza possibilit di ritorno.
Pensiamo allora cosa sono in confronto le nostre piccole o grandi sofferenze che,
comunque, finiranno con merito se le sapremo accettare con amore e per amore, come

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faceva Luigina che le desiderava perch erano una ricchezza da offrire al Signore il
quale non lascia nulla senza ricompensa perch Lui il Signore, il Dio-Amore.
Maria Rosaria Calabrese

Le apparizioni della Madonna alle Tre Fontane a Luigina Sinapi e a


Bruno Cornacchiola
"Ora vai in san Pietro, l troverai la sorella del Card. Pacelli. Porta a lui il mio
messaggio. Da questo luogo stabilir in Roma il trono della mia gloria"
II 12 aprile 1937, dieci anni prima dell'apparizione alle Tre Fontane a Cornacchiola, la
Vergine appare a Roma nel medesimo luogo ad una giovane carismatica, Luigina
Sinapi. II fatto ormai noto. In quella primavera del 1937 Maria emerge con le Sue
forme divine dal fondo della grotta, quasi dal grembo della terra. Proprio come a
Lourdes, dove La "Bella Signora" si fa vedere da Bernadette Subirous, apparendo nel
cavo della rupe solitaria di Massabielle, in una cornice di pietra dove vegetano pochi
arbusti, una rosa. Alla periferia di Roma, nella grotta delle Tre Fontane, gli occhi della
Vergine si posano soavi e tristi sui miseri resti di un aborto, celati nel cuore della terra.
Si ricrea in quell'occasione il rapporto misterioso e sublime che c' tra la sostanza
cosmica e la Madre di Dio: come Sole dalla terra, il Frutto divino sorge dal Suo
Grembo, dalle viscere sante del Suo Corpo. Tra quella di Lourdes e questa, c' la
grande apparizione - tutta celeste - del 1917, a Fatima. A Roma, la Madonna appare
nel luogo bagnato dal sangue dell'Apostolo Paolo; e non solo appare nel circondario
delle sue mura, ma guarda a Roma, si rivolge con le Sue parole alla Sede e alla
Cattedra di Pietro.
C' un collegamento misterioso, ma certo, tra l'apparizione della Madre di Dio alle Tre
Fontane e la Sede di Pietro. II senso ecclesiale dell'apparizione alle Tre Fontane sta
nelle parole che Maria SS.ma rivolge a Luigina Sinapi: "Ora vai in san Pietro, l
troverai la sorella del Card. Pacelli. Porta a lui il mio messaggio. Da questo luogo
stabilir in Roma il trono della mia gloria". La Madre di Dio la indirizza come
messaggera al futuro Pio XII, preannunciandogli anche che salir al Soglio di Pietro
(come poi avverr nel 1939). "Roma, il trono della mia gloria" il centro del Suo
messaggio.
Dieci anni dopo, Ella appare nella medesima grotta a colui che si preparava ad
uccidere il Papa, Bruno Cornacchiola.
C' una traiettoria sicura voluta dalla Madonna, una prima volta nel 1937 e una
seconda volta nel 1947, dieci anni dopo, che lega le Tre Fontane alla Sede di Pietro:
"Vai dal Papa, - dice la Madonna a Bruno - consegna a Lui il pugnale con il quale
avresti voluto ucciderlo".
La grotta bassa sulla collinetta di eucalipti, quasi una tenda tra lo stormire delle foglie,
il luogo dove Maria si presenta a Roma con un appellativo mai prima udito. Tenendo
tra le mani il Libro della Verit divina si rivela: Sono la Madonna della Rivelazione.
Compie la rivelazione fatta a Lourdes, piena di verit insondabile: Sono l'Immacolata
Concezione.
Le due apparizioni della Madre di Dio sotto il cielo di Roma alle Tre Fontane,
avvenute a distanza di dieci anni l'una dall'altra, bisogna leggerle insieme, e non si pu
non farlo, se l'oggetto dello sguardo di Colei che prende l'iniziativa - la Vergine -

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sempre uno: la Sede di Pietro. "Vai a San Pietro - dice la Madonna a Luigina -, vi
incontrerai la sorella del Card. Pacelli, parla a Lui"; "Vai dal Papa - dir nella seconda
apparizione a Bruno Cornacchiola - porta a Lui il pugnale con il quale avevi deciso di
ucciderlo".
II destinatario del "vai" della Vergine la prima come la seconda volta uno solo, il
Papa.
E il Vicario di Cristo risponde con la Sua fede alle attenzioni della Madre di Dio:
crede. E - cosa straordinaria nella storia della Chiesa - con il suo credere il Papa
consacra quasi la verit delle apparizioni ai veggenti, dandone segni visibili ed
inequivocabili. Memore del messaggio ricevuto dalla Vergine tramite Luigina Sinapi
nella primavera del 1937, dieci anni dopo riceve Bruno Cornacchiola, e, allorch
questi gli confesser di avere desistito, per l'apparizione della Vergine, dal proposito di
ucciderlo, gli risponder: "lo gi sapevo". Ma bened, il Papa, anche la statua della
Vergine della Rivelazione in processione a Roma, per essere portata alla grotta dove si
trova attualmente, nel settembre del 1947.
C' una divina traiettoria di sapienza che lega, a Roma, le Tre Fontane alla Sede di
Pietro: in questa divina traiettoria Luigina Sinapi rimase tutta la vita. Nata ad Itri, visse
e mor a Roma, divenne romana. La giovane donna alla quale la Madre di Dio aveva
comandato di andare a San Pietro, per incontrare sotto la cupola e vicino all'altare
della Cattedra la sorella del futuro Pontefice, ed essere introdotta a Lui, rimase per
tutta la vita, con umile e religiosa dedizione, legata al Papa, ai Papi. Di Paolo VI ci
piace ricordare un appellativo delicatamente paterno nei confronti di lei: Luigina
Sinapi era per lui "la lumachina"; umile e lenta, lasciava una "scia" luminosa.
Dei sacerdoti Luigina parlava alla Madonna come delle "pupille dei Tuoi occhi",
echeggiando evidentemente parole di Lei.
Tutta la vita di Luigina pu venire letta in questa chiave. L'incantevole semplicit del
suo rapporto con i suoi interlocutori divini - Ges e Maria - non spegne in Luigina il
palpito dell'adorazione verso la Maest di Dio, ma lo alimenta al profondo, conferendo
alle sue parole la vibrazione, l'incanto della realt vista e udita, che ella trasmetteva
agli altri esprimendosi con pudica grazia.
Analogo il suo modo di relazionarsi al Vicario di Cristo. Qualcuno sapeva della sua
presenza non infrequente nei Palazzi Apostolici, della paterna condiscendenza verso di
lei del Vicario di Cristo. La Madre di Dio continuava, infatti, ad essere l'anello di
congiunzione tra lei e la Persona del Santo Padre.
Come le altre grandi "romane" di elezione - Caterina di Siena, Brigida di Svezia Luigina Sinapi non solo pregava "forte forte" "per la Chiesa, per il Papa, per i
Sacerdoti e tutte le anime consacrate laiche e regolari", avvalorando la sua "offerta di
vittima" con l'apporto dei sacrifici quotidiani - il suo "stillicidio del cuore" - ma faceva
suo il carico delle Sue cure universali, viveva nel suo cuore giorno per giorno la vita
della Chiesa. Meraviglioso spettacolo che i nostri occhi hanno visto e che abbiamo
toccato con mano! L'amore forte e delicato di Luigina Sinapi per la Sede di Pietro e
per tutta la Chiesa vale un intero trattato di Ecclesiologia. Era, il suo, un esempio operante.
Chi scrive ricorda un piccolissimo episodio molto significativo: l'interessamento
convinto e silenzioso con cui partecip - nella sua casa, seduta al tavolo del suo salotto

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- alla semplice stesura di alcuni bigliettini di auguri indirizzati alla Citt del Vaticano.
Un atto che ella non compiva in ossequio alle consuetudini, ma conferendo a quel
minimo gesto un valore molto pi grande, visibile nel come procedeva, con deferenza
e attenzione.
La sua vera famiglia erano loro, Ges e Maria, che essa chiamava teneramente "la
Mamma", e, con Loro, la sua famiglia in terra era la Chiesa: il Santo Padre, i
Sacerdoti, i Missionari. E mai amore "familiare" apparve tanto nobile, tutto intriso
della divina presenza e pagato con la vita.
Chi non ricorda come essa, Luigina Sinapi, era materna ma rispettosa insieme con i
giovani sacerdoti?
Avrebbe potuto essere chiamata, da loro, con il medesimo appellativo con cui i
discepoli si rivolgevano alla senese Caterina: "Mamma". Ma insorgeva in lei, in modo
palese, il senso di una religiosa e profonda deferenza, di un rigoroso rispetto per tutti,
dal pi giovane consacrato al membro autorevole della Segreteria di Stato: tuttora per
tutti una indimenticabile lezione.
Ci si evidenzia a tutto tondo nelle pagine dell'Epistolario, indirizzato a un Servo di
Maria che le fu vicino "come un fratello". II rapporto con il sacerdote per Luigina
un'ascesa in comune, passo dopo passo, per i pi aspri sentieri dello spirito ("una via
spinosa e strettissima dove tante volte per ascendere bisogna andare con un piede dopo
l'altro, un altare alla vetta"); una comune offerta sulla Croce ("un adagiarsi sulla
"Bilancia della compensazione"); una continua dedizione agli altri ("rendersi particella
viva manovrata per tutti i bisogni della Chiesa e del mondo dal Divino Artefice"): il
perdono dato anche se il cuore sanguina.
Una viva testimonianza del come l'anima vicina a Dio possa vivere spiritualmente
accanto al consacrato: sulla scia di Teresa D'Avita e Teresina di Lisieux. II modo con
cui Luigina Sinapi viveva la sua intima dedizione alla Chiesa e al Santo Padre lo si
pu senz'altro considerare esemplare: dei suoi forti sentimenti, custoditi nel silenzio, si
percepiva come un indistinto chiarore: non inerte, per, ma trascinante.
Vicina alla Sede di Pietro, la sua vicinanza non era fisica quanto morale, la vita della
Chiesa era la sua vita. E i gesti pi eclatanti, come l'andare in uno dei "Paesi
soggiogati dal dominio rosso", in bilocazione, per incontrare un Cardinale e compiere
un atto al servizio della Chiesa, o il rispondere al telefono alla voce del Papa, in questo
contesto erano atti che venivano semplicemente al seguito delle tantissime Ave Maria,
delle notti insonni passate in preghiera, dell'offerta della sofferenza. Come Brigida di
Svezia, che era di stirpe regale, Luigina Sinapi che pure non lo era, seguiva ad horas,
con sguardo acuto e penetrante, il raggio dell'azione universale del Papa sulla scena
del mondo. Partecipava con animo filiale al travaglio materno della Chiesa.
Se la Madonna alle Tre Fontane nel 1937 aveva indirizzato Luigina Sinapi alla
Basilica di San Pietro e al Card. Pacelli, la Sede di Pietro e la Cattedra di Pietro
Luigina Sinapi non le abbandoner pi in tutta la sua vita. II comando della "Mamma"
rimarr in lei sempre operante.
Prof.ssa Giuseppina Cardlllo Azzaro

SPIGOLATURE DAI PENSIERI E MESSAGGI PENSIERI


Siamo tabernacoli viventi di Ges. Dobbiamo adorarlo con maggiore cura possibile.

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La penitenza mi necessaria. Ero cieca ed ho peccato. Ora che ho la luce, devo


fortemente riparare. Se non rimetto questo guinzaglio (cilicio), la dolce unione con
Dio non la riprendo pi.
Pene interiori mirano allo scoraggiamento a farmi desistere dalla mia via. Ecco: sono
di ostacolo a tanti: alla mia famiglia alla quale non sono stata capace di essere utile in
alcun modo; alle mie compagne non assecondando i loro progetti e le loro scelte; alla
Chiesa, in mezzo alla quale mi sento inutile, non sapendo compiere in essa alcun
genere di apostolato!
Sono di amarezza al Cuore di Ges, perch avendomi dato un po' pi di talenti, non so
come farli fruttificare.
Sono una buona a nulla; una perdita di tempo persino a chi il Signore mi ha dato in sua
vece.
II cuore dell'uomo muta ad ogni soffiare di vento. Pi conosco gli uomini, e pi mi
attacco a Dio.
Mi necessario il raccoglimento, il nascondimento, il silenzio. Senza questi non posso
riavermi dalle distrazioni, dalla superficialit e dalla mediocrit. Quante volte vorrei
sfuggire alla Croce!
Me misera ... con tutta la mia povera debole voce esclamo: Ave o Crux, spes unica.
La mia consolazione , oggi, meditare: Ges nostra Pasqua.
Anima mia, perch nel tuo cuore e nelle tue fibre pi nascoste brontoli di continuo?
L'umilt sentita e messa in pratica il canale di ogni grazia, il saper soffrire la
calamita di ogni grazia spirituale e temporale. Lamentando davanti a Ges Crocifisso:
"Ma cosa ho fatto a quelle persone che mi torturano e mi lapidano?" Mi sentii
rispondere bene con voce tonante: "Guardami, cosa ho fatto io per ridurmi in questo
modo? ".
"Hai ragione, niente in confronto. Vada per il lor bene e in isconto dei miei peccati.
A Te Signore voglio cantare il mio Fiat in mezzo alla prova".
Sono nel Getsemani. Mi passano davanti, come in televisione, persone indifferenti,
non sincere, facili alla calunnia. I miei "radar" captano ogni cosa. Sola, con Dio solo,
ho ripreso la mia ascesa tuffandomi nell'oceano dell'amore divino: La Passione! La
Passione ieri, oggi, domani sar il mio conforto la mia medicina, la mia scala per
salire, la mia barca per navigare verso il porto sicuro: il Cuore di Ges e della Mamma
Maria.
II piccolo programma dell'anima vittima questo:
darsi continuamente, momento per momento e silenziosamente offrire se stessi, per il
bene di tutte le anime: con Maria, in Maria, per Maria.
Per comprare le anime ci vuole lo stillicidio del cuore.
Ges ci ha riscattati nel Sangue e a prezzo di forti incomprensioni!
Passava beneficando, ma fu tacciato da pazzo, da impostore, da indemoniato!
I titoli che ci possono dare gli uomini, non devono annientare noi seguaci del Cristo
Crocifisso; anzi ci devono gloriare!
II Signore non si lascia vincere in generosit: Gli si d poco e cattivo. Lui da il tutto!
Non ho nemici.

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Perch vedo in chi mi calpesta, mi deride, mi sputacchia, mi infanga, mi lapida, mi


calunnia la Mano del Divino Artefice: il Quale mi leviga, mi pialla, mi toglie le scorie
della sensibilit pronta a reagire a qualsiasi urto!
Sono ad essi debitrice.
Per me: domando la forza di lasciar dire, di saper accogliere, farne frutto; per gli altri:
domando di saper perdonare a chi senza volerlo, senza rendersene conto mi fa
sanguinare e per lui chiedo che gli sia data la luce.
Amare Maria, farla amare da tutti, come mai stata amata.
Amare Maria, occupare la nostra intelligenza con il solo pensiero del suo amore
significa rientrare nell'arca del suo divino Cuore.
Amare Ges in Maria, con Maria, per Maria: generosamente, esemplarmente,
silenziosamente, umilmente.
Stoltezza somma voler ridimensionare quello che Dio non ha misurato in Maria piena
di Grazia.
Andiamo a Ges e nascondiamoci nel suo cuore per vivere nascosti in Dio. Amiamo la
Mamma Celeste fortemente, contemplandola nel suo martirio ... E' serena ammantata
di forza, ripiena di dolcezza.
Tale il modello, tali le sue vittime di amore.
MESSAGGI DELLA VERGINE
Sai? lo prendo ogni cuore che agonizza e dolcemente lo metto sul mio. Come mi sono
cari i cuori che in momenti di puro stillicidio a me si affidano. No, non sa resistere mio
Figlio, e come glieli presento, porge loro un piccolo sollievo e d loro la forza di poter
soffrire di nuovo per l'avvento di un mondo migliore.
La spada dell'incomprensione dovr immolarti giorno per giorno su l'altare del mio
Amore.
Io valorizzo lo stillicidio dei cuori.
Non mi domandare nulla. A te basti il mio amore. Ti far felice in cielo. Sar la tua
mamma.
Non dimenticare che sei una venduta.
La tua offerta colma quando il silenzio l'avvolge e la circonda. Soffrirai pene morali
e fisiche.
La giovent in pasto al demonio; vedi quanti ne cadono: orribile! Ebbene, per
placare la divina giustizia vado elemosinando da tutte le anime vittime preghiere e
martirio. Sono la Madre Universale.
Coraggio il tuo "Fiat" deve essere spremuto per poter portare la luce.
Tu devi essere violetta nella tormenta. In questa settimana soffrirai tanto. Offri le tue
pene per tutta la giovent soggiogata dalla mano rossa, in tutte le quattordici Chiese
del Silenzio.
C' bisogno di fuoco, del fuoco del divino Spirito per mettere il Signore al primo
posto, e riservagli il posto di onore.
Osserva l'onda del mare: essa bacia la terra e si ritira. E' una lezione di distacco da
tutte le cose.

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Se tu sei una conchiglia viva attaccata alla roccia dell'amore di Dio, al Tabernacolo, sii
pur certa che nessuna tempesta ti pu staccare e perdere. Ogni cuore sacerdotale deve
essere un turibolo di fuoco, per far si che le anime restino bruciate (di amore).
Cerco e chiedo amore.
II mio spirito ti incoraggi, la mia volont ti governi, il mio dolore ti consoli, la mia
luce ti illumini.
Non temere! Ti riempir di saggezza, di sapienza, di umilt. Da te desidero anime,
anime, anime.
Guarda quanta tiepidezza, quanta superficialit, quanta sola abitudine! Invece di
contestare, invocate il Divino Spirito! Invece di inveire, prendete in mano, impugnate
"il Rosario" l'arma che vincer il mondo della tenebra. Fatevi apostoli del mio Rosario.
Ogni anima orante una macchina che lega ogni Ave a Me rivolta.
Presi dal desiderio di scoprire ... contesteranno il Vangelo - Luce vera - perch Ges
non ha scritto! Ma gli apostoli infiammati dal fuoco divino lo hanno scritto con il
sangue. Purtroppo questo fuoco si sta spegnendo.
Tutti hanno bisogno di una rinnovata Pentecoste. Specialmente la Chiesa, i sacerdoti, i
consacrati, Tu brucia ed io incendio.
Ges ama tutti buoni e cattivi.
I primi aspetta che migliorino e i secondi, e sono i pi, che tornino all'ovile.
Vi tengo nel cuore: santificate il momento presente e tutto vi otterr dal mio Ges, e le
vostre sofferenze tramuter in gaudio.
Vedi, devi essere una fogliolina verde ma morta. II vento del mio amore di trasporter
ove c' un terreno da fecondare.
Nelle avversit e nelle tentazioni non cedere a scoraggiamento. La pratica della
Confessione e la recita del Santo Rosario sono le armi pi efficaci contro il maligno.
Sei priva di consolazione?
II signore ha dei disegni su di te. Abbandonati a Lui. Nell'attesa non ti stancare.
Gli ostacoli?
In me rifugiati, e ti esaudir, volta per volta.
Ad ogni tua pena ti compenser con ogni grazia.
Abbandonati nel mio cuore e troverai la Luce per vivere il momento presente. Non
temere nel diffondere la Luce. E' la Luce di Ges che salva. Abbiate Fede, tanta Fede.
Sentitemi figli miei, sentitemi Mamma tutta vostra.
Pregate gli uni per gli altri, e la Benedizione della Madre scender su di voi.
LUIGINA PER ME
Ho conosciuto Luigina Sinapi in un momento particolare della mia vita ed in
circostanze singolari.
Ricordo che ero andata con la mia Parrocchia a fare un pellegrinaggio ad Assisi;
approfittai dell'occasione per chiedere a San Francesco (Patrono dell'Ecologia) un
aiuto per la mia tesi di laurea che, appunto, riguardava i problemi dell'ambiente
naturale e, data la novit dell'argomento, non mi era possibile reperire facilmente
materiale idoneo.
Ritornando ci fermammo a Collevalenza dove scendendo dal pullman, incontrai una
mia amica di Fidenza, Maria, la quale insistette perch rimanessi con lei e con altre

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ragazze per un breve periodo di ritiro. Non cedetti alle insistenze e tornai a Roma. Alle
undici di sera ricevetti una sua telefonata: mi riproponeva l'invito. Vista l'insistenza
pensai che era il Signore a volerlo, quindi le promisi che l'avrei raggiunta il giorno
dopo.
Fui molto felice perch in quella circostanza ho avuto l'occasione di conoscere Madre
Speranza e le altre ragazze del gruppo, fra cui Laura Marengo la quale mi parl di una
signorina che viveva a Roma, che soffriva molto e che vedeva la Madonna: Luigina
Sinapi. Pensando che mi potesse interessare, si offr per farmela conoscere. Risoluta,
dissi che non mi interessava conoscere persone dotate di tali carismi perch la mia
fede era unicamente rivolta al Signore. Laura insistette tanto, ma non riusc a
convincermi.
Dopo qualche tempo, sempre con il problema assillante della tesi, tornai a
Collevalenza con un pellegrinaggio organizzato dalla mamma di Laura, la quale, come
la figlia, nuovamente insistette nel volermi fare conoscere Luigina. Io, imperterrita,
risposi che la cosa non mi interessava perch volevo avere una fede pura e temevo gli
imbrogli.
Si avvicinava il tempo di concludere la mia tesi e stavo veramente male; vedevo
vanificati tanti sacrifici fatti per raggiungere il traguardo della laurea. Ritornai in
pellegrinaggio a Collevalenza per chiedere aiuto a Ges Misericordioso. Compagna di
viaggio fu una signora con la quale parlai di tante cose, quindi anche dei miei
problemi. Questa signora mi parl di Luigina e insistette molto nel volermi dare, oltre
l'indirizzo, anche il numero di telefono, che, ancora, risolutamente, rifiutai; anzi provai
una vera ribellione interiore perch non desideravo assolutamente conoscerla.
Alcune settimane dopo fui presa da un vero e proprio sconforto, non sapevo pi a
quale Santo affidare la mia causa riguardante la tesi, quando, svuotando la mia borsa,
venne fuori un biglietto con su scritto un numero di telefono ed il nome di Luigina. A
quel punto cedetti, formai il numero e mi rispose proprio Lei: "Finalmente! E' da tanto
tempo che ti stavo aspettando! Vieni, ma prima vai da Padre Raffaele e chiedi a Lui il
permesso".
Cos feci. Questi mi chiese per quale motivo desideravo andare da Luigina. Mi guardai
bene dal dirgli perch vedeva la Madonna. Gli dissi solo perch era un'anima di
preghiera e perch era illuminata.
Cos ho incontrato Luigina che diceva che l mi aveva portata la Madonna. Da quel
momento non l'ho pi lasciata. La tesi la conclusi in pochissimi giorni. Seppi, poi, che
quel numero di telefono non lo conosceva nessuno, perch corrispondeva ad un
apparecchio telefonico che teneva sempre staccato.
Non ho mai riflettuto abbastanza nel considerare che cosa Luigina sia stata per me; ma
posso ormai, a distanza di tempo, affermare che da quando comparsa sulla mia strada
la mia vita ha avuto una svolta inaspettata, insolita e decisiva. Mi ha svelato il senso
della vita che, a volte, riconosco non sapere di logica umana, e che io stessa trovo
difficile da accettare e da comprendere, soprattutto per ci che riguarda il problema
della sofferenza.
Se cerco di penetrare il senso della sua vita, comprendo che per salvare le anime
occorre dare se stessi, mettersi sulla croce insieme a Ges, SOFFRIRE E OFFRIRE

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(cos come diceva Lei). Con le sole parole non si ottiene nulla: "solo rumore di
parole".
Comprendo che non si pu essere sempre come delle pecorelle guidate da pastorelli
generosi, occorre che la pecorella diventi anche lei pastore. Quando cio avr i segni
della passione, della sofferenza offerta con amore, e, per averli occorre andare dal
Buon Pastore e mettersi alla sua scuola fino ad identificarsi con Lui.
Questa era Luigina: una pastorella che si era offerta con generosit al Buon Pastore
che, con altrettanta generosit, l'aveva ricolmata di sofferenze riofferte, poi, con gioia.
Vorrei qui ricordare un episodio che pu dare un'idea di quanto Luigina abbia sofferto
"mali" a noi incomprensibili. II Signore mi ha fatto il dono di provare una minima
parte della misura delle sue sofferenze.
Mi ero recata da lei, cos come ero solita fare ogni giorno, ma, a causa del suo male,
non venni ricevuta (cosa che non era mai accaduta, mi ripeteva sempre, infatti, che la
mia presenza in casa sua non sarebbe mai stata rifiutata in quanto l mi aveva portata
la Madonna). Rimasi turbata ma non dispiaciuta, avendo compreso che doveva stare
veramente male, pi del solito. Mi sono quindi trattenuta nella sua Cappellina per
pregare e per confidare a Ges la mia pena per Luigina e per chiederGli di alleggerire i
suoi dolori, anzi, se lo riteneva, di darne un poco a me, dal momento che non mi
sembrava giusto che soffrisse tanto, soprattutto perch ero consapevole che la causa,
eravamo noi, con i nostri problemi, le nostre preoccupazioni, le nostre angosce.
Luigina si caricava tutto sulle spalle con una generosit nascosta.
II giorno dopo, tornata dall'Ufficio pensavo gi di andare da Lei, subito dopo aver
pranzato, quando, all'improvviso, mi venne un male di testa tale che, a distanza di
anni, posso con certezza affermare di non averne mai avuto un altro simile, n prima,
n dopo.
Questa sofferenza mi costrinse a letto senza neppure pranzare, al buio, con un
fazzoletto legato stretto alle tempie, cos come solitamente faceva Luigina. Non
disponevo neppure di una pillola. II forte dolore mi procurava altri disturbi e
sofferenze che mi riesce difficile descrivere nei minimi particolari. Ricordo che ero
sola in casa e che era impossibile procurarmi una medicina, in quanto, dato l'orario, le
farmacie erano chiuse.
Tutto dur circa due ore (vero martirio), poi, all'improvviso, pass come se nulla
avessi avuto. Ero pienamente ristabilita. Andai quindi da Luigina come desideravo.
Venne proprio lei ad aprirmi la porta, (cosa che non faceva mai). Mi guard negli
occhi penetrandomi fino nel profondo e mi disse: "Non lo fare pi!". L per l non
compresi, ma subito mi venne in mente la richiesta che avevo fatta a Ges il giorno
prima e tutto mi fu chiaro.
Questa testimonianza, anche se potr sembrare banale, aiuter a comprendere quanto
grande sia stata la sofferenza di questa meravigliosa creatura, per la quale tutti noi che
la frequentavamo, era come una mamma che, con amore, ci sapeva aiutare anche senza
essere richiesta, offrendo le sue sofferenze per il nostro bene.
Mi viene spontaneo riflettere cosa sia stata la sua vita. Aveva fatto suo l'impegno di S.
Paolo: "lo poi molto volentieri mi consumer' e mi lascer' totalmente consumare per
le anime vostre (2 Cor. 12,15) : "era il chicco di grano che cade sotto terra, per
risorgere nella germinazione, e alimentare la vita degli altri". Come era solita definirsi:

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un piccolo seme in un solco di Roma. Era una Cristiana vera, autentica, totale, capace
di trascendere il contingente per portare tutto e tutti a Ges. Era ponte di Luce
proiettato verso il Cielo. Faceva sentire il fascino di Dio, della Verit, della Vita vera.
Metteva un'ansia irresistibile e faceva fremere di gioia. Mostrava il vero senso della
vita, che si chiama "GRAZIA": VITA DI DIO IN NOI,. che purezza, trasparenza.
"Era una perfetta immagine di Ges". Infatti, alla scuola del Crocifisso, aveva
imparato a donarsi con gioia a tutti. II suo motto: "Offrire tutto! E, quando non si ha
niente, offrire niente, perch Ges, che crea dal niente, pu anche trasformarlo!".
Ogni volta che si aveva un incontro con lei era sempre come una spinta spirituale, un
pungolo, una iniezione di fervore.
Accoglieva tutti, ma in modo particolare i sacerdoti, pupilla degli occhi di Dio, e le
anime consacrate. Ad ognuno sapeva dire parole di conforto, ad ognuno sapeva dare
consigli appropriati.
Dalla sua presenza si andava via sempre migliorati, sempre fortificati nei propositi con
il desiderio di vivere pi santamente e di amare di pi il Signore e la Madonna; si
andava via pi sereni, pi lieti.
Luigina viveva la sua vita straordinaria nell'ordinario di tutti i giorni. Era amabile e
chiunque l'avvicinava se ne partiva con tale carica interiore e con una gioia profonda
che nessun altro sapeva dare.
Tutti andavamo a svuotare il nostro sacco e lei prendeva tutto sulle sue spalle, felice
nel vedere gli altri sollevati, rasserenati, rassegnati.
In qualche contrariet ripeteva: "Ges vuole cos. Mettiamo tutto nelle sue mani.
Offriamo tutto, ci penser Lui!"
Un fatto straordinario riguarda un giovane "capellone drogato" che si era recato da
Luigina per avere un colloquio. Non potendolo ricevere perch non si sentiva bene, lo
fecero accomodare nella cappellina attigua alla cameretta. II visitatore, non assuefatto
ad anticamere, figuriamoci, poi, davanti al tabernacolo. Dopo una breve attesa, se ne
and, portandosi via la Bibbia.
Luigina informata del furto, disse: "Visto che io non ho potuto parlargli, parler la
Bibbia per me".
Pass del tempo, quando un giorno, suon alla porta un giovane, tutto ordinato, ben
vestito e con la Bibbia sotto il braccio.
"Sono venuto, disse, per restituire il libro e per raccontare un fatto che ha lasciato un
segno nella mia vita".
Nell'aprire la Bibbia, ebbi come una visione: un prato verde con delle goccioline di
rugiada e; tutto intorno, poi, una zona piena di fango con acqua stagnante e putrida.
Nello sfondo del quadro, un sole sorgente mentre giungeva a me una voce misteriosa:
"Dove credi che lo assorba l'acqua per trasformarla in goccioline di rugiada, benefica
per le piante, se non da questo stagno fetido? Sono Io che trasformo quest'acqua. Sono
io che posso trasformare anche te".
Quel giovane si arreso alla grazia e, assetato di verit, di luce, di pace, ha cambiato
la propria via al seguito di quel Sole Divino, che solo pu appagare ogni desiderio di
bene.
Riconosco che per narrare le vicende di un'anima mistica come quella di Luigina,
occorre penetrare nei misteri e, per non sciuparle, andrebbero sottaciute, ovvero

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descritte in modo sfiorante, nel senso, cio, da lasciare come un velo su


quell'atmosfera mistica perch, solo in essa, possono trovare accoglienza ed essere
giustificate. Comunque sia, la loro descrizione altro non che la storia di una vita
meravigliosa che non pochi vorrebbero vivere, ma per viverla occorre scomparire a se
stessi e trasformarsi in Ges.
Vorrei dirti grazie Luigina per quanto bene ci hai voluto perch ora insieme al tuo
Ges ed alla Mamma Maria non ci hai dimenticati ma ci ami ancora di pi poich il
tuo amore, ora, purificato, limpido, trasparente: perch ci ami nel Dio Amore.
Maria Rosaria Calabrese

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