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Ufficiatura del Vespro in onore di San

Demetrio megalomartire

Testo italiano/greco

Piana degli albanesi 2009

26 OTTOBRE
Memoria del santo megalomartire Demetrio, effu sore di unguento profumato
(sotto Massimiano, 286-305); si fa memoria anche del terremoto del 740.

VESPRO
Dopo il salmo introduttivo, la prima stasi di Beato l’uomo (ss. 1-3). Al Signore, ho
gridato, 6 stichi e i 6 seguenti stichirá prosómia del santo.
Tono pl. 4. O straordinario prodigio!

O straordinario prodigio! * In cielo e in terra * è rifulsa oggi l’esultanza, * nella memoria del
martire Demetrio: * dagli angeli è coronato di lodi * e dagli uomini riceve canti. * Oh, quali lotte ha
affrontato! * E quanto bellamente ha lottato! * Per mezzo suo, con la vittoria di Cristo, * è caduto
il nemico seduttore.

O straordinario prodigio! * Piú luminoso del sole * per i raggi dei miracoli, * per sempre Demetrio
rifulge sino ai confini del mondo, * splendendo di luce senza sera * e godendo della luce che non
ha tramonto: * per i suoi fulgori * sono stati fugati i nembi barbarici, * sono stati cacciati i venti del
sud, * sono stati vinti i demoni.

O straordinario prodigio! * Trafitto da lancia per Cristo, * il beatissimo Demetrio * sempre si è


mostrato contro i nemici * come spada a doppio taglio * per recidere l’orgoglio degli avversari * e
abbattere l’arroganza dei demoni. * A lui gridiamo: * San Demetrio, * custodisci noi che onoriamo
* la tua memoria per sempre venerabile.

Sei stato torre di pietà * saldamente appoggiata sulla pietra della fede, * invincibile nelle
tentazioni * e non scosso nei pericoli: * si sono infatti abbattute contro di te * con violenta
tempesta e bufera * le ondate degli atei, * ma non hanno abbattuto * la tua irremovibile
fermezza˚, * perché tu bramavi adornarti della corona del martirio.

Imitando con la passione * la vivificante passione di Cristo, * hai ricevuto da lui il potere dei
miracoli, * Demetrio vittorioso; * tu salvi quelli che a te accorrono, * liberandoli da molti pericoli, *
perché hai nei confronti di Cristo * una franchezza accetta, * o glorioso: presso di lui ora tu stai, *
pieno di gloria.

Grondante di sangue, * sei stato offerto al Cristo datore di vita * che per te ha versato, Demetrio,
* il sangue prezioso˚; * egli ti ha reso partecipe della sua gloria * e consorte del suo regno, *
perché avevi prevalso contro lo spirito malvagio * e avevi del tutto sventato le sue paurose
macchinazioni.

Gloria. Tono pl. 2. Di Byzantios.


Ci convoca oggi * l’universale solennit à del vittorioso. * Venite dunque, amici della
festa, * celebriamo splendidamente la sua memoria dicendo: * Gioisci, tu che con la
fede * hai lacerato la tunica dell’empietà, * cingendoti della forza dello Spirito; *
gioisci, tu che hai annullato * i disegni degli empi, * col vigore a te dato dall’unico
Dio; * gioisci, tu che con le mem bra trafitte * hai spiritualmente raffigurato per noi *
la beata passione del Cristo: * lui dunque supplica, * o Demetrio, decoro dei lottatori,
* perché noi siamo liberati dai nemici visibili e invisibili * e siano salvate le anime
nostre.
Ora e sempre. Theotokíon. Tremendo tu sei, Signore.
Santissima Sovrana, * aiuto del mondo e speranza dei cristiani: * te noi ora
supplichiamo, * e a te ci racco mandiamo, o buona, * perché tu renda propizio, o
Madre-di-Dio, * il tuo Figlio e Signore * a noi che abbiamo peccato e siamo nella
disperazione: * tu ne hai infatti il potere, * usando con lui della tua materna
famigliarità. * Vienici incontro, o pura, * vienici incontro, fatti nostra mediatrice * e
salva il tuo popolo * dalla minaccia che incombe; * per le viscere della tua
misericordia˚ * non disprezzare quelli che a te inneggiano.
Ingresso, Luce gioiosa, il prokímenon del giorno e le letture.
Lettura della profezia di Isaia (63,15-64,4.7s).
Volgiti da cielo o Signore e guarda dalla tua santa casa e dalla tua gloria. Dov’è l’abbondanza della
tua misericordia e delle tue compassioni, poiché ti sei ritirato da noi, Signore? Tu infatti sei nostro
padre, perché Abramo non ci conosce e Israele non ci riconosce: ma tu Signore, padre nostro,
liberaci. Dal principio il tuo nome è su di noi. Perché ci hai fatto errare dalla tua via, Signore? Hai
indurito il nostro cuore, cosí che non ti teme? Volgiti, per i tuoi servi, per le tribú della tua eredità,
perché ereditiamo un poco del tuo monte santo. I nostri avversari hanno calpestato il tuo
santuario, noi siamo divenuti come al principio, quando tu non ci governavi e il tuo nome non era
invocato su di noi. Se tu aprissi il cielo! Davanti a te il tremore prenderebbe le montagne e
fonderebbero come fonde la cera davanti al fuoco; e il fuoco brucerebbe i tuoi avversari e sarebbe
manifesto il tuo nome ai tuoi avversari: di fronte a te le genti resterebbero sconvolte. Quando tu
farai cose gloriose, il tremore prenderà i monti davanti a te. Dall’antico non abbiamo udito, né i
nostri occhi hanno visto un Dio all’infuori di te: e le tue opere sono veraci e tu farai misericordia a
quelli che ti attendono. La misericordia infatti verrà incontro a quanti operano la giustizia, ed essi
ricorderanno le tue vie. E ora, Signore, padre nostro tu sei; noi siamo l’argilla e tu sei colui che ci
plasma: opera delle tue mani siamo noi tutti. Non adirarti troppo con noi, Signore, e non ricordarti
per sempre dei nostri peccati. E ora, volgiti, Signore, perché noi tutti siamo tuo popolo.
Lettura della profezia di Geremia (2,1-12).
Così dice il Signore: mi sono ricordato della misericordia della tua giovinezza e dell’amore delle
tue nozze, quando seguivi il santo d’Israele, dice il Signore, il santo d’Israele. Per il Signore eri
primizia dei suoi frutti. Tutti coloro che lo divorano saranno in colpa: il male verrà su di loro, dice il
Signore. Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe e ogni famiglia della casa d’Israele. Cosí dice
il Signore: Quale colpa hanno trovato in me i vostri padri, per essersi allontanati da me ed essere
andati dietro alle vanità, e cosí essere divenuti vani? Non hanno detto: Dov’è il Signore che ci ha
condotti dalla terra d’Egitto, che ci ha guidati nel deserto, in una terra sconfinata e impraticabile,
in una terra senz’acqua e senza frutti e nell’ombra di morte? In una terra nella quale nessun uomo
era passato, e dove nessun figlio d’uomo aveva posto la dimora? E io vi ho condotti fino al Carmelo
per mangiarne i frutti e i beni, e siete entrati e avete contaminato la mia terra e avete ridotto la
mia eredità a un abominio. I sacerdoti non hanno detto: Dov’è il Signore? E quelli che detengono
la Legge non mi conoscevano. I pastori commettevano empietà contro di me, i profeti profe-
tizzavano per Baal e andavano dietro a ciò che non giova. Per questo verrò ancora in giudizio con
voi, dice il Signore, e farò causa ai figli dei vostri figli. Passate alle isole dei Kittím e vedete, e a
Kedar e mandate messi, e osservate bene e guardate se mai sono avvenute tali cose: se le genti
cambiano i loro dèi, benché quelli non siano dèi. Ma il mio popolo ha cambiato la sua gloria con
cose da cui non trarranno giovamento. È sbigottito per questo il cielo, ed è colpito da estremo
orrore, dice il Signore.
Lettura del libro della Sapienza di Salomone (3,1-9).
Le anime dei giusti sono nella mani di Dio e nessun tormento può toccarle. Parve agli occhi degli
stolti che morissero, e fu considerato un danno il loro esodo, e una rovina la loro dipartita: ma essi
sono nella pace. Infatti, anche se agli occhi degli uomini vengono castigati, la loro speranza è piena
di immortalità. Un poco corretti, riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati
degni di sé. Come oro nel crogiuolo li ha saggiati, e come olocausto li ha accettati. Nel tempo in cui
saranno visitati risplenderanno, e correranno qua e là come scintille nella stoppia. Giudicheranno
genti e domineranno popoli, e regnerà su di loro il Signore per sempre. Quelli che confidano in lui
comprenderanno la verità, e coloro che sono fedeli nell’amore dimoreranno presso di lui: perché
grazia e misericordia sono per i suoi santi, ed egli visita i suoi eletti.
Allo stico, stichirá idiómela del terremoto.
Poema di Simeone del Monte Ammirabile. Tono 2.
Quando la terrà è sconvolta* dal timore della tua ira* i colli e i monti si scuotono,
Signore; * ma, tu guardando a noi con occhio pietoso, * non adirarti con noi nel tuo
sdegno: * lasciati muovere a compassione * per l’opera delle tue mani, * liberaci
dalla tremenda minaccia del terremoto, * perché sei buono e amico degli uomini .
Stico: Hai fatto sussultare la terra e l’hai sconvolta, sana le sue fratture perch é è
stata scossa.
Tremendo tu sei, Signore, * e chi sosterr à la tua giusta ira˚? * Chi ti supplicherà, *
chi ti invocherà, o buono, * per il popolo che ha peccato ed è nella disperazione? * Le
schiere celesti, * gli angeli, i principati e le potest à, * i troni, le dominazioni, * i
cherubini e i serafini, * per noi a te acclamano: * Santo, santo, santo sei, Signore: *
non trascurare, o buono, * le opere delle tue mani ˚; * per le viscere della tua
misericordia, * salva la città in pericolo.
Stico: Egli guarda sulla terra e la fa tremare, tocca i monti e fumano.
Per le loro colpe, * i niniviti, con la minaccia di un ter remoto, * si sentivano dire
che sarebbero rimasti sepol ti˚; * ma nel segno mediatore del mostro marino, * la pe -
nitenza invocò * la risurrezione mediante Giona˚; * come dunque hai accolto loro, *
impietosito dal grido del tuo popolo * unito a quello dei bimbi e d elle bestie˚, *
risparmia anche noi, * quando veniamo ca stigati, * grazie alla risurrezione il terzo
giorno˚, * e abbi pietà di noi.
Gloria. Del santo. Tono pl. 4. Di Anatolio.
La tua divinissima anima immacolata, * Demetrio degno di essere celebrato, * ha
come dimora la celeste Gerusalemme, * le cui mura sono disegnate sulle mani intatte
* del Dio invisibile˚; * mentre il tuo preziosissimo corpo di grande lot tatore * ha sulla
terra questo illustrissimo tempio, * inviolabile sacrario di prodigi, * rimed io contro le
malattie, * a cui accorriamo per attingere le guarigioni. * Custodisci dagli as salti degli
avversari * la città che ti magnifica, * o degno di ogni lode, * per quella confidenza
che hai col Cristo * che ti ha glo rificato.
Ora e sempre. Theotokíon.
Vergine senza nozze, * che hai ineffabilmente con cepito Dio nella carne, * Madre
del Dio altissimo, * ricevi le in vocazioni dei tuoi servi, * o tutta immacolata: * tu che
a tutti procuri la purificazione delle colpe, * implora per la salvezz a di noi tutti, *
accettando ora le nostre suppliche.
Apolytíkion del santo. Tono 3.
Il mondo ha trovato in te nei pericoli,* o vittorioso,* un grande difensore che mette in rotta le
genti. * Come dunque hai abbattuto la boria di Lieo, * incoraggiando Nestore nello stadio, * cosí, o
santo, * supplica Cristo * perché ci doni la grande misericordia˚.
Un altro, del terremoto. Tono pl. 4.
Tu che guardi sulla terra e la fai tremare*, liberaci dalla tremenda minaccia del terremoto, * o
Cristo Dio nostro, * e fa’ scendere copiose su di noi * le tue misericordie, * per l’intercessione della
Madre-di-Dio, * o solo amico degli uomini.
ΤΗ ΚΣΤ' ΤΟΥ ΑΥΤΟΥ ΜΗΝΟΣ

Μλήκε ηνύ Αγίνπ Μεγαινκάξηπξνο Γεκεηξίνπ ηνύ Μπξνβιύηνπ, θαί ε


Αvάκλεζηο ηνύ γεγνλόηνο ζεηζκνύ.

ΔΙ΢ ΣΟΝ Δ΢ΠΔΡΙΝΟΝ

Μεηά ηόλ Πξννηκηαθόv, ιέγνκεv ηήλ α' ΢ηάζηλ ηνύ, Μαθάξηνο αλήξ.

Δηο ηό, θπξηε εθέθξαμα, ηζηώκελ ΢ηίρνπο ο' θαί ςάιινκελ ηά παξόληα
Πξνζόκνηα ΢ηηρεξά ηνύ Αγίνπ.

Ήρνο πι. δ’
Ω ηνύ παξαδόμνπ ζαύκαηνο!
Ω ηνύ παξαδόμνπ ζαύκαηνο! ελ νπξαλώ θαί ελ γή, αγαιιίακα ζήκεξνλ, ελ ηή
κλήκε εύγαζηαη, Γεκεηξίνπ ηνύ Μάξηπξνο, εθ ηώλ Αγγέισv επαίλνηο
ζηέθεηαη, θαί εμ αλζξώπσλ άζκαηα δέρεηαη. Ώνηνv ήζιεζε! πώο θαιώο
εγώληζηαη! δη' νύ ερζξόο, πέπησθελ ν δόιηνο, Υξηζηνύ vηθήζαληνο.

Ω ηνύ παξαδόμνπ ζαύκαηνο! ηαίο ηώλ ζαπκάησλ βνιαίο, ηνύ ειίνπ


θαλόηεξνλ, εηο αεί Γεκήηξηνο, δηαιάκπεη ηνίο πέξαζηv, εμ αλεζπέξνπ θσηόο
ιακπόκελνο, θαί ηώ αδύησ θσηί ηεξπόκελνο, νύ ηαίο ειιάκςεζη, vέθε
απειάζεζαλ βαξβαξηθά, λόζνη εδηώρζεζαλ, δαίκνλεο ήηηεληαη.

Ω ηνύ παξαδόμνπ ζαύκαηνο! ππέξ Υξηζηνύ ινγρεπζείο, ν ηξηζκάθαξ


Γεκήηξηνο,πξόο ερζξνύο εθάζηνηε, ξνκθαία ώθζε δίζηνκνο, απνζεξίδσλ
ερζξώλ γαπξίακα, θαί θαηαξάζζσλ δαηκόvσv θξύαγκα. Ώ εθβνήζσκελ, Άγηε
Γεκήηξηε, ζθέπε εκάο, ζνύ ηήλ αεηζέβαζηνλ, κλήκελ γεξαίξνληαο.

Πύξγνο επζεβείαο πέθελαο, εξεξεηζκέλνο ζηεξξώο, επί πέηξαλ ηήο πίζηεσο,


πεηξαζκνίο αλάισηνο, θαί θηλδύλνηο αθιόλεηνο, κεηά ζθνδξνύ γάξ ζάινπ θαί
θιύδσλνο, ζνί πξνζξαγέληα αζέσλ θύκαηα, ζήλ νύ θαηέβαινv, αθιηλή
ζηεξξόηεηα, καξηπξηθώ ζηέθεη γάξ επόζεζαο, εγθαιισπίδεζζαη.

Πάζεη ηό πάζνο κηκνύκελνο, ηό δσεθόξνv Υξηζηνύ, παξ' απηνύ ηήλ


ελέξγεηαλ, ηώλ ζαπκάησv ετιεθαο, Αζινθόξε Γεκήηξηε, θαί δηαζώδεηο ηνύο
ζνί πξνζηξέρνληαο, πνιιώλ θηλδύλσλ απηνύο ξπόκελνο, έρσλ επάξεζηνλ,
παξξεζίαλ έλδνμε πξόο ηόλ Υξηζηόλ, ώ θαί λύλ παξίζηαζαη, δόμεο
πιεξνύκελνο.

Αίκαηη ηώ ζώ ζηαδόκελνο, ηώ δσνδόηε Υξηζηώ, ηώ ηό αίκα ηό ηίκηνλ, δηά ζέ


θελώζαληη, πξνζεvέρζεο Γεκήηξηε, θαί θνηλσλόλ ζε δόμεο εηξγάζαην, θαί
βαζηιείαο απηνύ ζπκκέηνρνλ, σο αξηζηεύζαληα, θαηά ηνύ αιάζηνξνο, θαί ηά
δεηvά, ηνύηνπ κεραvήκαηα, ηειείσο ζβέζαvηα.
Γόμα… Ήρνο πι. β’
Βπδαληίνπ
΢ήκεξνλ ζπγθαιείηαη εκάο, ηνύ Αζινθόξνπ ε παγθόζκηνο παλήγπξηο. Γεύηε
νύv θηιένξηνη, θαηδξώο εθηειέζσκελ, ηήv κλήκελ απηνύ ιέγνvηεο. Υαίξνηο ό
ηόv ρηηώvα ηήο αζεβείαο δηαξξήμαο, δηά ηήο πίζηεσο, ηήλ δέ αλδξείαv ηνύ
Πvεύκαηνο ζεαπηώ πεξηζέκεvνο. Υαίξνηο, ν θαηαξγήζαο ηάο επηλνίαο ηώv
παξαλόκσλ, ηή ηζρύτ ηή δνζείζε ζνη, παξά ηνύ Θενύ. Υαίξνηο, ν
ινγρεπζέλησλ ηώλ κειώλ, ηό καθάξηνv πάζνο πλεπκαηηθώο εκίλ
αλαδσγξαθήζαο ηνύ Υξηζηνύ. Όv θαζηθέηεπε, Αζιεηώv εγθαιιώπηζκα
Γεκήηξηε, ιπηξσζήvαη εκάο νξαηώλ θαί ανξάησv ερζξώv, θαί ζσζήvαη ηάο
ςπράο εκώv.
Καί vύv... Θενηνθίνλ, πξόο ηό, Φνβεξόο εί Κύξηε
Παλαγία Γέζπνηvα, ηνύ θόζκνπ βνήζεηα, θαί ειπίο Υξηζηηαλώv, ζέ λύλ
εθδπζσπνύκεv, θαί ζέ παξαθαινύκελ αγαζή, ππέξ εκώv εκαξηεθόησλ θαί
απεγλσζκέλσλ, ηόλ Τηόλ ζνπ θαί Κύξηνλ, ίιεσv πνηήζαη Θενηόθε, έρεηο γάξ
ηό δύλαζζαη, ηή κεηξηθή ζνπ πξόο απηόλ ρξσκέvε παξξεζία. Πξόθζαζνλ
Άρξαληε, πξόθζαζνλ κεζίηεπζνλ, θαί ξύζαη ηόλ ιαόλ ζνπ ηήο εvεζηώζεο
απεηιήο, δηά ζπιάγρλα ειένπο, κή παξίδεο ηνύο πκλνύληάο ζε.

Δίζνδνο. Φώο ηιαξόλ. Σό Πξνθείκελνλ ηήο εκέξαο, θαί ηά


αλαγλώζκαηα.

Πξνθεηείαο Ηζαίνπ ηό Αλάγλσζκα


(Κεθ. 63, 15-19 & 64, 15 θαί εθινγή)
Δπίβιεςνλ εθ ηνύ νπξαλνύ Κύξηε, θαί ίδε εθ ηνύ νίθνπ ηνύ Αγίνπ ζνπ θαί
δόμεο ζνπ. Πνύ εζηη ηό πιήζνο ηνύ ειένπο ζνπ θαί ηώλ νηθηηξκώλ ζνπ, όηη
ελέζρνπ εκώλ Κύξηε; ΢ύ γάξ εί Παηήξ εκώλ, όηη Αβξαάκ νπθ εγλσ εκάο, θαί,
Ιζξαήι νπθ επέγλσ εκάο, αιιά ζύ Κύξηε, Παηήξ εκώλ, ξύζαη εκάο, απ'
αξρήο ηό όλνκά ζνπ εθ' εκάο εζηη. Σί επιάλεζαο εκάο, Κύξηε, από ηήο νδνύ
ζνπ; εζθιήξπλαο ηάο θαξδίαο εκώλ, ηνύ κή θνβείζζαί ζε; Δπίζηξεςνλ δηά
ηνύο δνύινπο ζνπ, δηά ηάο θπιάο ηήο θιεξνλνκίαο ζνπ, ίλα κηθξόλ
θιεξνλνκήζσκελ ηνύ όξνπο ηνύ αγίνπ ζνπ, νη ππελαληίνη εκώλ θαηεπάηεζαλ
ηό αγίαζκά ζνπ, εγελόκεζα σο ηό απαξρήο, όηε νπθ ήξμαο εκώλ, νπδέ
επεθιήζε ηό όλνκά ζνπ εθ' εκάο. Δάλ αλνίμεο ηόλ νπξαλόλ, ηξόκνο ιήςεηαη
από ζνύ όξε, θαί ηαθήζνληαη, σζεί θεξόο ηήθεηαη από ππξόο, θαί θαηαθαύζεη
πύξ ηνύο ππελαληίνπο ζνπ, θαί θαλεξόλ έζηαη ηό όλνκά ζνπ ηνίο ππελαληίνηο
ζνπ, από πξνζώπνπ ζνπ έζλε ηαξαρζήζνληαη. Όηαλ πνηήο ηά έλδνμα,
ηξόκνο ιήςεηαη από ζνύ όξε. Από ηνύ αηώλνο νπθ εθνύζακελ νπδέ νη
νθζαικνί εκώλ είδνλ Θεόλ πιήλ ζνπ, θαί ηά έξγα ζνπ αιεζηλά, θαί πνηήζεηο
ηνίο ππνκέλνπζί ζε έιενο. ΢πλαληήζεηαη γάξ έιενο ηνίο πνηνύζη ηό δίθαηνλ,
θαί ηώλ νδώλ ζνπ κλεζζήζνληαη. Καί λύλ, Κύξηε, Παηήξ εκώλ ζύ εί, εκείο δέ
πειόο θαί ζύ ν Πιάζηεο εκώλ. έξγα ρεηξώλ ζνπ πάληεο εκείο. Μή νξγίδνπ
εκίλ, Κύξηε, έσο ζθόδξα, θαί κή ελ θαηξώ κλεζζήο ακαξηηώλ εκώλ. Καί λύλ
επίβιεςνλ, Κύξηε, όηη ιαόο ζνπ πάσηεο εκείο.
Πξνθεηείαο Ιεξεκίνπ ηό Αλάγλσζκα
( Κεθ. 2, 1-12)
Σάδε ιέγεη Κύξηνο, Δκλήζζελ ειένπο λεόηεηόο ζνπ, θαί αγάπεο ηειεηώζεώο
ζνπ, ηνύ εμαθνινπζήζαί ζε ηώ αγίσ Ιζξαήι, ιέγεη Κύξηνο, ν άγηνο ηνύ Ιζξαήι.
Σώ Κπξίσ αξρή γελλεκάησλ απηνύ. Πάληεο νη εζζίνσηεο απηόλ πιεκκειή
ζνπζη, θαθά ήμεη επ' απηνύο, ιέγεη Κύξηνο. Αθνύζαηε ιόγνλ Κπξίνπ, νίθνο
Ιαθώβ, θαί πάζα παηξηά νίθνπ Ιζξαήι. Σάδε ιέγεη Κύξηνο. Σί εύξνζαλ νη
παηέξεο πκώλ ελ εκνί πιεκκέιεκα, όηη απέζηεζαλ καθξάλ απ' εκνύ, θαί
επνξεύζεζαλ νπίζσ ηώλ καηαίσλ, θαί εκαηαηώζεζαλ, θαί νπθ είπνλ. Πνύ εζηη
Κύξηνο, ν αλαγαγώλ εκάο εθ γήο Αηγύπηνπ, ν θαζνδεγή ζαο εκάο ελ ηή
εξήκσ, ελ γή απείξσ θαί αβάησ, ελ γή αλύδξσ, θαί αθάξπσ, θαί ζθηά
ζαλάηνπ, ελ γή, ελ ή νπ δηώδεπζελ ελ απηή αλήξ, νπδέ θαηώθεζελ πηόο
αλζξώπνπ εθεί; Καί εηζήγαγνλ πκάο εηο ηόλ Κάξκεινλ, ηνύ θαγείλ ηνύο
θαξπνύο απηνύ, θαί ηά αγαζά απηνύ, θαί εηζήιζεηε θαί εκηάλαηε ηήλ γήλ κνπ,
θαί ηήλ θιεξνλνκίαλ κνπ έζεζζε εηο βδέιπγκα. Οη ηεξείο νπθ είπνλ. Πνύ εζηη
Κύξηνο, θαί νη αληερόκελνη ηνύ λόκνπ νπθ επίζηαληό κε, θαί νη πνηκέλεο
εζέβνπλ εηο εκέ, θαί νη πξνθήηαη πξνεθήηεπνλ ηή Βάαι, θαί νπίζσ
αλσθεινύο επνξεύζεζαλ. Γηά ηνύην έηη θξηζήζνκαη πξόο πκάο ιέγεη Κύξηνο,
θαί πξόο ηνύο πηνύο ηώλ πηώλ πκώλ θξηζήζνκαη. Γηέιζεηε εηο λήζνπο Υεηηηείκ
θαί ίδεηε, θαί εηο Κεδάξ θαί απνζηείιαηε, θαί λνήζαηε ζθόδξα, θαί ίδεηε, εη
γέγνλε ηνηαύηα, εη αιιάμνληαη έζλε ζενύο απηώλ, θαί απηνί νπθ εηζί ζενί, ν δέ
ιαόο κνπ ειιάμαην ηήλ δόμαλ απηνύ, εμ ήο νπθ ώθειεζήζνληαη. Δμμέζηε ν
νπξαλόο επί ηνύησ θαί έθξημελ επί πιείνλ ζθόδξα, ιέγεη Κύξηνο.
΢νθίαο ΢νινκώληνο ηό Αλάγvσζκα
(Κεθ. 3,1-9)
Γηθαίσλ ςπραί ελ ρεηξί Θενύ, θαί νπ κή άςεηαη απηώλ βάζαλνο. Έδνμαλ ελ
νθζαικνίο αθξόλσλ ηεζλάλαη, θαί εινγίζζε θάθσζηο ε έμνδνο απηώλ, θαί ε
αθ' εκώλ πνξεία ζύληξηκκα, νη δέ εηζηλ ελ εηξήλε. Καί γάξ ελ όςεη αλζξώπσλ
εάλ θνιαζζώζηλ, ε ειπίο απηώλ αζαλαζίαο πιήξεο. Καί νιίγα παηδεπζέληεο,
κεγάια επεξγεηεζήζνληαη, όηη ν Θεόο επείξαζελ απηνπο, θαί εύξελ απηνύο
αμίνπο εαπηνύ. Ωο ρξπζόλ ελ ρσλεπηεξίσ εδνθίκαζελ, απηνύο, θαί σο
νινθαξπσκα ζπζίαο πξνζεδέμαην απηνύο. Καί ελ θαηξώ επηζθνπήο απηώλ
αλαιάκςνπζη, θαί σο ζπηλζήξεο ελ θαιάκε δηαδξακνύληαη. Κξηλνύζηλ έζλε,
θαί θξαηήζνπζη ιαώλ, θαί βαζηιεύζεη απηώλ Κύξηνο εηο ηνύο αηώλαο. Οη
πεπνηζόηεο επ' απηόλ ζπλήζνπζηλ αιήζεηαλ, θαί νη πηζηνί ελ αγάπε
πξνζκελνύζηλ απηώ, όηη ράξηο θαί έιενο ελ ηνίο νζίνηο απηνύ, θαί επηζθνπή ελ
ηνίο εθιεθηνίο απηνύ.

Δηο ηήλ Ληηήλ, ΢ηηρεξά ηδηόκεια.

Ήρνο α’
Γεσξγίνπ ΢ηθειηώηνπ
Δπθξαίλνπ εv Κπξίσ πόιηο Θεζζαινλίθε, αγάιινπ θαί ρόξεπε, πίζηεη
ιακπξνθνξνύζα, Γεκήηξηνλ ηόv παλέλδνμνλ αζιεηήv, θαί Μάξηπξα ηήο
αιεζείαο, ελ θόιπνηο θαηέρνπζα σο ζεζαπξόv, απόιαβε ηώv ζαπκάησλ ηάο
ηάζεηο θαζνξώζα, θαί βιέπε θαηαξάζζνληα ηώλ Bαξβάξσv ηά ζξάζε, θαί
επραξίζησο ηώ ΢σηήξη αvάθξαμνλ. Κύξηε δόμα ζνη.
Ο απηόο. Αvαηνιίνπ
Σή ηώλ αζκάησλ ηεξπλόηεηη, ηήλ παξνύζαλ θαηδξύvσκεv εκέξαλ, θαί
ερήζσκεv ηά ηνύ Μάξηπξνο αγσλίζκαηα, πξόθεηηαη γάξ εκίv είο επθεκίαλ ν
κέγαο Γεκήηξηνο. Καί γάξ ηάο ηώλ ηπξάλλσλ επηθνξάο αλδξείσο ειώv, πξόο
ηό ζηάδηνv πξνζύκσο ήιαην, θαί ηά ληθεηήξηα εvδόμσο απεvεγθάκεvνο, ηόλ
΢σηήξα δπζσπεί, ζσζήλαη ηάο ςπράο εκώλ.
Γόμα... Ήρνο β’
Γεξκαλνύ
Δηο ηά ππεξθόζκηα ζθελώκαηα, ηό πλεύκά ζνπ Γεκήηξηε Μάξηπο ζνθέ,
Υξηζηόο ν Θεόο πξνζήθαην ακώκεηνλ, ζύ γάξ ηήο Σξηάδνο γέγνvαο
ππέξκαρνο, ελ ηώ ζηαδίσ αλδξείσο εvαζιήζαο σο άδάκαο ζηεξξόο,
ινγρεπζείο δέ ηήv πιεπξάλ, ηήv αθήξαηόλ ζνπ παλζεβάζκηε, κηκνύκελνο ηόλ
επί μύινπ ηαλπζζέvηα, εηο ζσηεξίαv παληόο ηνύ θόζκνπ, ηώλ ζαπκάησλ
είιεθαο ηήλ εvέξγεηαλ, αvζξώπνηο παξέρσv ηάο ηάζεηο αθζόvσο. Γηό ζνπ
ζήκεξνv ηήv θνίκεζηλ ενξηάδνληεο, επαμίσο δνμάδνκελ, ηόv ζέ δνμάζαvηα
θύξηνλ.
Καί λύλ… Θενηνθίνλ
Ω ηνύ κεγίζηνπ κπζηεξίνπ! βιέπσv ηά ζαύκαηα, αλαθεξύηησ ηήλ ζεόηεηα,
νύθ αξvνύκαη ηήv αλζξσπόηεηα, ν γάξ Δκκαλνπήι, θύζεσο κέv πύιαο
ήvνημεv σο άλζξσπνο, παξζεvίαο δέ θιείζξα νύ δηέξξεμελ σο Θεόο, αιι’
νύησο εθ κήηξαο πξνήιζελ, σο δη' αθνήο εηζήιζεv, νύησο εζαξθώζε, σο
ζπvειήθζε. Απαζώο εηζήιζελ, αθξάζησο εμήιζε, θαηά ηόλ Πξνθήηελ ηόλ
ιέγνληα. Αύηε ε πύιε θεθιεηζκέλε έζηαη, νπδείο νύ κή δηέιζε δη' απηήο, εί κή
Κύξηνο ν Θεόο Ιζξαήι, ν έρσλ ηό κέγα έιενο.

Δηο ηόv ΢ηίρνλ, ΢ηηρεξά ηδηόκεια ηνύ ζεηζκνύ.

Πνίεκα ΢πκεσλ ηνύ ζαπκαζηνξείηνπ.


Ήρνο β'
Σήο γήο ζπληαξαζζνκέvεο ηώ ηήο νξγήο ζνπ θόβσ, βνπλνί θαί ηά όξε
ζπζζείνληαη Κύξηε, αιι' επζπιαγρvίαο όκκαηη εθ' εκάο επηβιέςαο, κή ηώ
ζπκώ ζνπ νξγηζζήο εκίv, αιιά ζπιαγρληζζείο επί ηό πιάζκα ηώλ ρεηξώv
ζνπ, ηήο θνβεξάο εκάο ηνύ ζεηζκνύ απεηιήο ειεπζέξσζνv, ώο αγαζόο θαί
θηιάλζξσπνο.

Ήρνο πι. β’
΢ηίρ. ΢πλέζεηζαο ηήv γήv, θαί ζπλεηάξαμαο απηήv.
Φνβεξόο εί Κύξηε, θαί ηίο ππνζηήζεηαη ηήv δηθαίαλ ζνπ νξγήλ, ή ηίο ζε
δπζσπήζεη, ή ηίο παξαθαιέζεη αγαζέ, ππέξ ιανύ εκαξηεθόηνο θαί
απεγλσζκέλνπ; ηά νπξάληα ηάγκαηα Άγγεινη, Αξραί θαί Δμνπζίαη, ζξόvνη,
Κπξηόηεηεο, ηά Υεξνπβίκ θαί ηά ΢εξαθίκ, ππέξ εκώv ζνί βνώζηv. Άγηνο,
Άγηνο, Άγηνο, εί Κύξηε, ηά έξγα ηώλ ρεηξώλ ζνπ κή παξίδεο αγαζέ, δηά
ζπιάγρvα ειένπο, ζώδε πνιηv θηλδπvεύνπζαλ.

΢ηίρ. Ο επηβιέπσλ επί ηήλ γήv.

Νηvεπίηαη ηνίο παξαπηώκαζη, ηήλ δηά ηήο ηνύ ζεηζκνύ απεηιήο θαηάρσζηλ
ήθνπνλ, εv δέ ηώ κεζηηεύνληη ζεκείσ ηνύ θήηνπο, ηήv δηά ηνπ Ισvά αλάζηαζηv,
ε κεηάλνηα παξαθαιεί, αιι’ σο εθείvνπο, βνή ιανύ ζνπ κεηά vεπίσv θαί
θηεvώλ, νηθηείξαο πξνζεδέμσ, θαί εκάο παηδεπνκέvνπο, δηά ηήο ηξηεκέξνπ
Αvαζηάζεσο, θείζαη θαί ειέεζνv.
Γόμα... Σνύ Αγίνπ
Ήρνο πι. δ’ Αλαηνιίνπ
Έρεη κέλ ε ζεηνηάηε ζνπ ςπρή θαί άκσκνο, ανίδηκε Γεκήηξηε, ηήλ νπξάληνλ
ηεξνπζαιήκ θαηνηθεηήξηνv, ήο ηά ηείρε, ελ ηαίο αρξάληνηο ρεξζί ηνύ ανξάηνπ
Θενύ εδσγξάθεvηαη. Έρεη δέ θαί ηό παvέvηηκνλ, θαί αζιεηηθώηαηόv ζνπ
ζώκα, ηόv πεξίθιπηνv ηνύηνλ vαόλ επί γήο, ηακείνv άζπινλ ζαπκάησv,
vνζεκάησλ αιεμεηήξηνλ, έλζα πξνζηξέρνληεο, ηάο ηάζεηο αξπόκεζα.
Φξνύξεζνλ παvεύθεκε, ηήv ζέ κεγαιύvνπζαλ πόιηv, από ηώλ εvαληίσv
πξνζβνιώv, παξξεζίαλ σο έρσv, πξόο Υξηζηόv ηόλ ζέ δνμάζαληα.
Καί λύλ... Θενηνθίνλ
Αvύκθεπηε Παξζέvε, ε ηόv Θεόλ αθξάζησο ζπιιαβνύζα ζαξθί, Μήηεξ Θενύ
ηνύ πςίζηνπ, ζώλ νηθεηώv παξαθιήζεηο δέρνπ παλάκσκε, ε πάζη
ρνξεγνύζα, θαζαξηζκόλ ηώλ πηαηζκάησλ, vύv ηάο εκώλ ηθεζίαο
πξνζδερνκέλε, δπζώπεη ζσζήvαη πάληαο εκάο.

Απνιπηίθηνv Ήρνο γ’
Μέγαλ εύξαην εv ηνίο θηvδύvνηο, ζέ ππέξκαρνv ε νηθνπκέλε, Αζινθόξε ηά
έζλε ηξνπνύκελνλ. Ωο νύλ Λπαίνπ θαζείιεο ηήλ έπαξζηλ, ελ ηώ ζηαδίσ
ζαξξύvαο ηόλ Νέζηνξα, νύησο Άγηε, Μεγαινκάξηπο Γεκήηξηε, Υξηζηόλ ηόλ
Θεόλ ηθέηεπε, δσξήζαζζαη εκίλ ηό κέγα έιενο.
Δηεξνλ ηνύ ζεηζκνύ
Ήρνο πι. δ’
Ο επηβιέπσλ επί ηήv γήv, θαί πνηώλ απηήv ηξέκεηλ, ξύζαη εκάο ηήο θνβεξάο
ηνύ ζεηζκνύ απεηιήο, Υξηζηέ ν Θεόο εκώλ, θαί θαηάπεκςνλ εκίλ, πινύζηα ηά
ειέε ζνπ, πξεζβείαηο ηήο Θενηόθνπ, κόvε Φηιάλζξσπε.

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