Al Vespro
Dopo il salmo iniziale recitiamo Al Signore nella mia
tribolazione ho gridato (kathisma 18 del salterio). Al Si-
gnore, a te ho gridato sostiamo allo stico 6 e cantiamo 3
stichirà prosòmia del triodion.
Poema di Giuseppe.
Tono 2. Tutti io supero nel peccato.
1
Luce gioiosa, Prokìmenon. Tono pl. 2.
Del Signore è la salvezza e sul tuo popolo è la tua
benedizione.
Stico. Signore, perché si sono moltiplicati i miei
oppressori?
Lettura del libro della Genesi (1,1-13).
2
Prokìmenon. Tono pl. 1.
Il Signore mi esaudirà quando griderò a lui.
Stico. Quando invocavo mi hai esaudito Dio della
mia giustizia.
Lettura dal libro dei Proverbi (1,1-20).
3
uccelli. Costoro infatti che si uniscono per versare
sangue, accumulano mali su se stessi e la rovina di
uomini empi è brutta. Queste vie sono comuni a tut-
ti coloro che compiono iniquità: infatti con la loro
empietà distruggono la loro vita. La sapienza è cele-
brata nelle vie, nelle piazze parla apertamente.
Degnati, Signore e tre metanie.
Agli apòstica questo idiòmelon. Tono 3.
4
Quindi il canonarca fa metania ai due cori e così fan-
no anche i due cori. Ora lascia. Trisagio. Tre metanie. Il
sacerdote: Poiché tuo è il regno.
Quindi cantiamo i tropari: Salve Vergine, Madre
di Dio. Battista di Cristo. Pregate per noi. Sotto la
tua protezione. Facciamo una metania a ciascuno di
questi tropari, eccetto all’ultimo, che viene recitato a voce
sommessa e senza melodia.
Quindi: Kyrie eleison (40). Gloria. E ora. Più ve-
nerabile. Nel nome del Signore, benedici, Padre. Il
sacerdote: Benedetto colui che è. E noi rispondiamo: Re
celeste. Poi si fanno 3 grandi metanie recitando ognuno
per se stesso la preghiera di Sant’Efrem, quindi altre 12
piccole metanie e di nuovo una grande metania, come in-
dicato la sera della domenica dei latticini.
Ttrisagio. Santissima Trinità. Padre nostro. Poiché
tuo è il regno. Kyrie eléison (12) e questa preghiera.
5
Lunedi della prima settimana
Alla Compieta
Dopo il trisagio. O Dio, volgiti in mio aiuto (salmo
69). Signore, ascolta la mia preghiera (salmo 142).
Gloria a Dio negli eccelsi. Cantiamo poi la prima sezio-
ne del Grande Canone come riportato, facendo ad ogni
tropario 3 metanie e dicendo:
Pietà di me, o Dio, pietà di me.
Il canone. Poema di s. Andrea di Creta.
Ode 1. Tono pl. 2. Irmòs.
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mando che avevi dato: ma cosa dovrei soffrire io,
che sempre disubbidisco alle tue parole vivificanti?
Gloria.
Trinità sovrasostanziale, adorata nella Monade, to-
gli da me il pesante giogo, il giogo del peccato e nella
tua compassione, dammi lacrime di compunzione.
E ora. Theotokìon.
Madre di Dio, speranza e difesa dei tuoi cantori,
togli da me il pesante giogo, il giogo del peccato e,
quale Sovrana pura, accoglimi penitente.
Ode 2. Irmòs.
7
Lacerai la mia prima veste, in principio tessuta
per me dal Creatore e per questo giaccio nudo.
Ho indossato una tunica lacerata, quella che mi
ha tessuto il serpente col suo consiglio e sono pieno
di vergogna.
Anch’io ti presento, o misericordioso, le lacrime
della prostituta: siimi propizio, o Salvatore, nella tua
amorosa compassione.
Ho volto lo sguardo alla bellezza dell’albero e il
mio intelletto è restato sedotto e ora giaccio nudo,
pieno di vergogna.
Sul mio dorso fabbricavano tutti gli autori del
male, prolungando contro di me la loro iniquità.
Gloria.
Glorifichiamo con il Figlio il Padre e lo Spirito
santo, pari a loro in potenza.
E ora. Theotokìon.
Pura Madre di Dio Vergine, sola celebratissima,
prega con fervore per la nostra salvezza.
Ode 3. Irmòs.
8
Tu sei il dolce Gesù, tu sei il mio Creatore: in te,
o Salvatore, sarò giustificato.
A te lo confesso, Salvatore: Smisuratamente con-
tro di te ho peccato, ma tu perdona, dammi la re-
missione, nella tua compassione.
Gloria.
O Dio Triade Monade, salvaci dall’errore, dalle
tentazioni e dalle sventure.
E ora. Theotokìon.
Salve, grembo che accogliesti Dio; salve, trono del
Signore; salve, Madre della nostra vita.
Ode 4. Irmòs.
9
Perciò, me infelice, sono giudicato e condannato
dalla mia stessa coscienza, di cui nulla al mondo è
più duro: o mio Giudice e Redentore, tu che mi co-
nosci, risparmia, libera e salva questo miserabile.
La scala che vide un tempo quel grande tra i pa-
triarchi, è immagine, o anima mia, della salita con la
pratica virtuosa e dell’ascesa nella conoscenza: se
vuoi dunque vivere con pratica, conoscenza e con-
templazione, rinnova te stessa.
Il patriarca sopportò con la sua fortezza la calura
del giorno e sostenne il freddo della notte, risarcen-
do ogni giorno i furti, pascolando, lottando, serven-
do, per ottenere le due mogli.
Per due mogli intendi la pratica e la conoscenza
nella contemplazione: Lia rappresenta la pratica, per-
ché feconda di figli; Rachele, la conoscenza, perché si
ottiene con molta fatica: ma senza fatica, o anima, non
si riesce né nella pratica, né nella contemplazione.
Gloria.
Indiviso nell’essenza, non confuso nelle persone:
tale ti confesso, unico Dio trino, come partecipe di
unico regno e unico trono e per te faccio risuonare il
grande canto che triplice echeggia negli eccelsi.
E ora. Theotokìon.
Partorisci e sei vergine e in entrambi i modi rimani
per natura vergine; colui che è partorito rinnova le
leggi della natura e il grembo lo porta senza unione
nuziale; dove Dio vuole, l’ordine della natura è vinto,
perché egli fa secondo il suo consiglio.
Ode 5. Irmòs.
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me nei tuoi precetti: insegnami, o Salvatore, a fare
la tua volontà (2).
Nella notte ho trascorso sempre la mia vita, poi-
ché la notte del peccato per me fu tenebra pesante e
tetra: fammi dunque figlio del giorno, o Salvatore.
Imitando Ruben, malauguratamente per me, ho
agito contro il Dio altissimo con volontà empia e i-
niqua, contaminando il mio letto, come quello il let-
to del padre.
A te lo confesso, Cristo Re: Ho peccato, ho pecca-
to, come un tempo i fratelli di Giuseppe che vendet-
tero il frutto della castità e della temperanza.
Dai suoi congiunti fu consegnata l’anima giusta; fu
venduto in schiavitù il mite, a immagine del Signore:
ma tu, o anima, ti sei del tutto venduta ai tuoi vizi.
O anima infelice e riprovevole, imita Giuseppe,
immagine dell’intelletto giusto e temperante e non
continuare nella dissolutezza, sempre operando ma-
lamente con i tuoi impulsi sregolati.
Se Giuseppe un tempo dimorò in una fossa, o So-
vrano Signore, ciò avvenne a immagine della tua
sepoltura e risurrezione: ma io che cosa potrei offri-
re a te di simile?
Gloria.
Glorifichiamo te, Trinità, unico Dio: Santo, santo,
santo sei, Padre, Figlio e Spirito, semplice essenza,
Monade sempre adorata.
E ora. Theotokìon.
Da te, Vergine Madre incorrotta, ignara d’uomo,
il Dio che creò i secoli indossò il mio composto u-
mano e unì a sé l’umana natura.
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Ode 6. Irmòs.
12
Ode 7. Irmòs.
13
così si celebra Dio Trinità; canta dunque, o anima e
glorifica come vita e vite il Dio di tutti.
E ora. Theotokìon.
Ti celebriamo, ti benediciamo, ti veneriamo, o
Genitrice di Dio, perché generasti uno della Trinità
indivisibile, il Dio Figlio; per noi figli della terra hai
aperto i cieli.
Ode 8. Irmòs.
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Benediciamo il Padre, il Figlio e il santo Spirito.
Padre senza principio, Figlio al pari di lui senza
principio, Paràclito buono, Spirito retto, Genitore del
Verbo Dio, Verbo del Padre senza principio, Spirito
vivente e creatore, pietà di me, Triade Monade.
E ora. Theotokìon.
Come col colore di una veste di porpora, così
venne tessuta nel tuo grembo la porpora spirituale,
la carne dell’Emmanuele, o pura: per questo, come
vera Madre di Dio ti onoriamo.
Ode 9. Irmòs.
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giusti, distogliti dai peccatori e renditi propizio
Cristo con preghiere e digiuni, con castità e decoro.
Cristo si fece uomo per chiamare a penitenza la-
droni e prostitute: pentiti, o anima, la porta del re-
gno è già aperta e l’afferrano per primi farisei e
pubblicani e adulteri che fanno penitenza.
Cristo si fece bambino nella carne per conversare
con me e compì volontariamente tutto ciò che è della
natura, eccetto il peccato, per offrirti un esempio, o
anima e un’immagine della sua condiscendenza.
Cristo salvò i magi, convocò i pastori, rese martiri
folle di bimbi, glorificò un vegliardo e un’anziana
vedova: ma tu non imitasti, o anima, né la loro fede,
né la loro vita; guai a te, quando sarai giudicata!
Il Signore, digiunato quaranta giorni nel deserto,
infine ebbe fame, mostrando così la sua umanità.
Non perdere coraggio, anima: se il nemico si avven-
ta contro di te, allontanalo con preghiera e digiuno.
Gloria.
Trinità consustanziale, Monade trisipostatica, te
noi celebriamo glorificando il Padre, magnificando
il Figlio e adorando lo Spirito, realmente unico Dio
per natura, vita e vite, regno senza fine.
E ora. Theotokìon.
Custodisci la tua città, Genitrice di Dio purissima:
essa infatti, con te fedelmente regnando, in te anche
trova forza e grazie a te vincendo, respinge ogni
prova, spoglia i nemici e governa i sudditi.
Di Andrea.
Santo di Dio, prega per noi.
Andrea venerabile, padre beatissimo, pastore di
Creta, non cessare di pregare per noi che ti cele-
briamo, affinchè siamo liberati da ogni ira, tribola-
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zione e corruzione e siamo riscattati dalle colpe, noi
che sempre onoriamo la tua memoria.
Cantiamo poi a due cori: Di una concezione senza
seme. Quindi il resto dell’ufficio come indicato.
Il sacrestano deve fare in modo che la Compieta si con-
cluda alla fine del giorno.
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