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-NO! NO, DANNAZIONE! NO!

Gridai con tutte le mie forze, mentre battevo pi e pi volte il pugno contro il ter reno morbido della radura dove mi avevano portato. Spike era stato svegliato dal le mie grida e mi fissava, stupito. -FILIPPO! Che ti successo?! Sei... sei...Ero ricoperto di ferite e di scottature, sofferente nel corpo, ma ancor pi import ante ferito nell'anima. Twilight Sparkle semplicemente restava l, a poca distanza da me, senza dirmi null a, probabilmente sentendosi in colpa. Tentai di calmare il tremore che aveva preso possesso del mio corpo, insieme al tremendo dolore. Lacrime copiose cominciarono a scendermi dal volto. -...Twilight?- Spike si volt verso la sua padrona. -...ho provato a riportare Filippo nel suo mondo...- spieg lei. -...non ha funzionato?- domand, sorpreso, il drago, cambiando la propria visuale da me alla propria padrona. Laconicamente, l'unicorno annu, abbassando lo sguardo. -...il portale l'ha rispedito indietro. Non ho idea del perch...Alz lo sguardo, avvicinandosi a me. Presi un profondo respiro, cercando di calmar mi, e dissi, tremando: -...riprovaci. Ti prego...-Non posso. Guarda come ti ha ridotto. Sei ricoperto di ferite e di scottature. Un altro tentativo potrebbe ucciderti...-...uccidermi..?- sussurrai, pi che a me stesso che ad un vero e proprio interloc utore. Mi venne da ridere, ma mi trattenni. -... senza dubbio una possibilit interessante... uccidermi... morire...Mi alzai in ginocchio e scoppiai a ridere, allargando le braccia e fissando il c ielo. Il silenzio che regnava poco prima venne interrotto dalla mia improvvisa r isata, che aveva un ch di maniacale. Mi calmai, inspirando con forza. -...PENSI CHE ME NE IMPORTI QUALCOSA!?- gridai, voltandomi verso di lei. Twiligh t Sparkle fece qualche passo indietro, spaventata dalla mia reazione. Mi alzai in piedi, nonostante il dolore, mezzo nudo per colpa della combustione causata dal portale, e la fissai, irato. -Questi due giorni che ho passato qui... sono stati orribili. Tremendi. Tutti i pony che incontravo, chiunque mi rivolgesse la parola, mi fissava con odio e con ribrezzo... mi avrebbero fatto del male, se avessero potuto... e TUTTO SULLA BA SE DI UN PREGIUDIZIO!Mi afferrai il petto, abbracciandomi e cadendo nuovamente in ginocchio. -...non avevo una vita meravigliosa, nel mio mondo... lo so... ma ora pi che mai

la rimpiango. Perch capisco quanto fosse bello essere amati, anche se da una sola persona...Fissai gli occhi violacei di Twilight Sparkle, riversando in essi tutta la mia d isperazione e la paura di rimanere in un luogo simile. -Tu... tu non puoi farmi questo... mi sono impegnato tanto... me l'avevi promess o...- sibilai, sempre come se stessi parlando prima di tutto verso di me che a q ualcuno. In quel frangente, sentii schiacciarmi tutte le occhiate di diffidenza, di odio, di stupore e di disgusto che mi erano state lanciate addosso in due so li giorni, e pesarono come macigni su un corpo gi provato spiritualmente e fisica mente dalla brutale negazione del suo desiderio pi grande. L'unica cosa che potei fare fu di abbassare lo sguardo... e piangere tutte le mi e lacrime. Lacrime di tristezza. Di sofferenza. Di disperazione. Di un misto di tutti i sentimenti negativi che avevo accumulato in quarantotto scarsissime ore. In quel frangente mi sembrarono un periodo veramente immenso.. Riuscii a sentire nuovamente sulla mia pelle la sensazione di freddezza che mi a veva comunicato Rainbow Dash, durante il nostro primo incontro, e il profondo as tio che aveva provato Applejack quando mi ero avvicinato alla sua piantagione, o la paura che Pinkie Pie aveva avuto di me alla pronuncia della parola umano . Sent imenti che provavo in ogni momento, nel mondo degli umani, ma che per qualche st rana ragione, in quel posto sembravano essere amplificati al massimo. Chiusi gli occhi, senza riuscire a trattenere i tremori, e mi afferrai con forza le spalle, cercando un riparo dalla terribile sensazione di freddo. Riparo che, purtroppo, sapevo non avrei mai trovato. Lentamente, ebbi come l'impressione che un'idea di buio mi circondasse e mi avvo lgesse, come per sotterrarmi sotto tutti quei sentimenti. L'accettai come un fra tello ed un amico, credendo che in essa avrei trovato il riparo da tutto quel di sprezzo immotivato. La sensazione, tutto d'un tratto, spar. Spalancai gli occhi all'improvviso. Twilight Sparkle mi aveva abbracciato, appog giando la sua testa sulla mia spalla. Li richiusi quasi automaticamente, facendomi cullare dal torpore che mi comunica va quel contatto, nonostante non riuscissi a spiegarmelo. -Io non ho parole per riuscire a scusarmi... lo so che hai dovuto soffrire tanto per tornare indietro... e il fatto di non potertelo permettere un mio grave err ore, per il quale non posso farmi perdonare...Mi fiss direttamente negli occhi, con quel suo color viola che la contraddistingu eva, e mi fece un sorriso dolce e sincero, al tempo stesso. Probabilmente il pri mo, di quel mondo. Per un secondo, ebbi l'impressione che l'unicorno stesse scrutando con una tale intensit dentro di me da riuscire a cogliere tutte le ferite e le sofferenze del mio animo, in modo da liberarmene. Ma era una sensazione di pace e di calma tant o piacevole e stupenda che non avevo alcuna intenzione di interromperla. Per non riuscii a ricambiare la sua espressione, perso com'ero nell'enigmatico co lor ametista del suo sguardo. -Ma finch potr, cercher con tutte le mie forze ci che ti impedisce di tornare, e poi riaprir quel portale personalmente, perch se ti trovi qui, a soffrire, esclusivam

ente colpa mia. Un errore che... non...Chiuse gli occhi e cominci a singhiozzare, mentre calde lacrime scendevano da ent rambi i suoi occhi. L'abbracciai e affondai il suo volto nel mio petto, continua ndo a sentire con ogni singola parte del mio spirito quella stupenda sensazione di torpore che Twilight Sparkle riusciva ad emanare.

-...Che accidenti ti successo?!- fu il modo in cui Doc Hooves mi accolse quando Twilight Sparkle, la quale io tenevo sottobraccio, mi port fin l. Gli sorrisi. -Un... un incidente di percorso che allungher inutilmente questa tortura...- rius cii a blaterare, prima di cadere a terra al centro dello studio. -Filippo!- esclam Twilight Sparkle, chinandosi su di me con preoccupazione. Le so rrisi, triste. -Va... va a dire ad Applejack che...Si chin per riuscire a sentire meglio ci che le sussurravo. -...avr molto tempo per dimostrarle la mia teoria ...-

Tossii, afferrandomi il petto. Alle mie spalle, con calma glaciale, Hooves stava preparando un tavolo operatorio che non avrei mai capito davvero da dove fosse sbucato. -...che teoria?-Lei... lei capir. Vai...Le toccai una guancia con un gesto amorevole. -...grazie...L'ultima cosa che ricordo, prima di svenire, fu Twilight Sparkle che spalancava i suoi occhioni violacei su di me. E poi tutto divenne nero, immergendomi in un sonno senza sogni. Mi risvegliai diverse ore dopo, dato che ormai era scesa la notte. Mi guardai in torno, e la prima cosa che notai fu che stavo fluttuando. Pensai immediatamente a un sogno, ma poi vidi che ero su un lettino rialzato, pr eparato dal Doc Hooves, che in quel momento armeggiava con dei fogli sulla propr ia scrivania. -...dottore...- riuscii a sibilare, chiudendo gli occhi con stanchezza. Hooves s i volt verso di me e mi guard, sorpreso. -Oh! Stai bene! Ne sono contento!-...grazie...- sibilai, sarcastico. Voltai lo sguardo verso il tetto, sospirando . -Si pu sapere che diavolo ti successo? Non ho mai lavorato tanto con bisturi e fo rbici in una sola giornata!-

-...mi dispiace...-Non la risposta alla domanda...Sospirai. -Twilight Sparkle... ha provato a riportarmi indietro, ma... il portale mi ha ri fiutato...-E ti ha ridotto cos!?- esclam, sorpreso, avvicinandosi e toccandomi il torace. Mu golai, in preda al dolore. -Cavoli... deve davvero odiarti, il tuo mondo!-Non ha senso... ci sono nato e vissuto...- sibilai, chiudendo gli occhi. Tutto il corpo doleva in modo pi o meno forte, concentrandosi in particolar modo sul pe tto e sulle braccia, ma anche il resto non scherzava. Nella situazione in cui mi trovavo, non riuscivo ad alzarmi e a fare grandi movimenti, e la cosa mi frustr ava parecchio. -...ti fa male se tocco qui?Poggi con non troppa delicatezza il suo zoccolo sul mio alluce sinistro. -Riesco a vedere il colore della sofferenza...- sibilai, tentando di trattenere gemiti e grida. Il Doc lasci perdere il sinistro e pass al destro, facendogli lo s tesso trattamento. -...e che colore ?- chiese con una vaga punta di sadismo. Se avessi potuto alzare abbastanza il collo per guardarlo male, l'avrei fatto, ma ero impossibilitato, cos risposi con voce velenosa: -Sono sicuro che un giorno te lo far scoprire...Il Doc sorrise, tornando alla sua scrivania e sedendosi. Mi fiss come se stesse g uardando un piccolo insetto che agonizzava sotto il suo bisturi, chiedendosi se ucciderlo subito o continuare a farlo soffrire sadicamente. -...spero che tu non abbia intenzione di dissezionarmi durante la notte, Dottore ...- borbottai, guardandolo. -Cosa?! Non lo farei mai!- esclam, sorridendo. Sospirai. E un dubbio mi colse. -Conosci qualcosa di anatomia umana?-No. Nemmeno una piccola parte... potrei sempre rimediare, se me lo permettessi. ..-Scordatelo... ma allora come hai fatto a medicarmi?-La carne carne per tutti. Ho semplicemente ricucito e messo insieme i pezzi...sottoline con un sorriso. Rabbrividii quando paragon il mio corpo a un puzzle da mettere insieme in tante piccole parti di carne, ma decisi che avrei tenuto quel l'osservazione per me. -... venuto nessuno a vedermi?-Quella pony viola veniva in continuazione, ma adesso dovrebbe star dormendo a c asa sua...-

Il fatto che Twilight Sparkle fosse venuta pi e pi volte a vedermi mi lasci stranam ente sorpreso, in un primo momento. -Quando potr andarmene, Dottore?-Appena starai bene, mi sembra ovvio!- rise lui. -...e non puoi darmi dei giorni, non vero?-So poco o nulla di come funziona il tuo corpo... ma potremmo rimediare, se sei d'accordo...- disse con un sorriso per nulla accattivante. -Se lo scordi. Non ho intenzione di finire con lo stomaco al posto della milza o viceversa...-Cosa!? Anche voi avete lo stomaco!?Gli occhi di Hooves brillarono di sincera curiosit, mentre mi mangiava con gli oc chi. Desiderai fortemente passare la notte in un luogo molto lontano da quello s tudio, ma non potendo alzare un muscolo, la rosa delle scelte non era molto ampi a. Quindi feci l'unica cosa che potevo fare in quella situazione. Voltai la testa, sospirai, borbottai un buonanotte e mi addormentai.

Qualche ora pi tardi stava albeggiando, e io non riuscivo pi ad addormentarmi. Dop o il primo, terribile incubo in cui Hooves si stagliava con la sua inquietante f igura sul mio corpo inerme, brandendo tra i denti un affilatissimo bisturi, mi e ro svegliato di soprassalto e non ero riuscito pi a chiudere occhio. Cos mi ero messo il cuore in pace e avevo deciso di fare il punto della situazion e. Tornare a casa mi era impossibile, visto che per qualche ragione il portale mi ave va rifiutato. Trovai strano che fosse un portale a rifiutarmi, ma non mi posi qu esta domanda. Cercar di capire quale fosse questa ragione doveva diventare la mi a priorit, in modo da annullarla e da riuscire a tornare nel mio mondo. Alzai il collo, fissandomi il corpo ancora dolorante, seppur con minor intensit. Provare un'altra volta quella tremenda sensazione di rifiuto mi faceva rabbrivid ire, insieme al ricordo della sofferenza che avevo provato, cos pensai che la dec isione migliore fosse quella di sorpassare quest'ostacolo, in modo da andare a c olpo sicuro. Sospirai, ripensando al mio mondo e alla mia citt, che adesso mi sembravano cos lo ntane e cos desiderate. Mi sentii in colpa per averle sempre criticate di fronte a chiunque altro, adesso che avevo seriamente bisogno di un luogo dove non fossi odiato per ci che ero. Voltai istintivamente la testa verso destra, guardando lo studio vagamente illum inato e rimanendo in silenzio. Mi accorsi solo in quel momento che il Dottor Hoo ves viveva completamente solo, in quell'edificio. Mi domandai chi fosse in realt quel Doc, e se avesse una famiglia, o qualcuno da cui tornare. Per i rari esempi di emozioni che mi aveva mostrato, sembrava che l 'unica cosa che gli interessasse fosse lo studio scientifico. Rabbrividii, respirando per calmarmi.

Mi torn in mente anche il fatto che Hooves non sembrava minimamente spaventato o disgustato da me. Pi che altro, era incuriosito... certo, pi che altro lo incurios ivano le mie funzioni vitali, ma sempre curiosit era. Beh... pensai, chiudendo gli occhi e sentendo, finalmente, il tanto atteso sonno s cendermi lentamente addosso ...probabilmente lui non si fa alcun tipo di problema , con ci che ha davanti... finch pu dissezionarlo... .

-Dottore?Era sorta una luminosa mattina, ed era ancora molto presto. Fingendo di dormire, avevo visto Hooves raggiungere da dietro di me il centro dello studio e concent rarsi nuovamente sulle carte che sembravano non finire mai, o rigenerarsi in con tinuazione. Dura la vita del medico. Hooves si volt verso di me. -DimmiRespirai profondamente, constatando che il dolore al petto era diminuito. -Tu vivi da solo, qui?La risposta a questa domanda fu anticipata da un silenzio denso di significato. Lo sguardo del dottore si rabbui e torn a concentrarsi sulle proprie carte, nel re ligioso silenzio che esisteva prima che avessi proferito parola. -Certo. Non l'avevi capito da solo?-Quello che intendo... se hai una famiglia, da qualche parte...Il silenzio divenne improvvisamente molto pi pesante. Hooves chiuse gli occhi e a lz lo sguardo, facendo un sospiro di insofferenza. Quindi si volt verso di me con uno sguardo che, se avessi potuto, mi avrebbe fatto fuggire da quella stanza. Non che fosse arrabbiato, o inquietante. Semplicemente... era lo sguardo di un a nima che era passata attraverso una sofferenza cos grande e terribile da essere i n grado di sopportare qualunque cosa. Avrei riconosciuto ovunque, quell'occhio c os profondo e tremendamente pieno di essenza. Era molto simile al mio, dopotutto. -...tu sei nuovo, di Ponyville, e quindi nessuno ti ha spiegato la regola non sc ritta per sopravvivere qui...Il Dottore scese dalla sedia e si avvicin al mio lettino, rendendo quindi ancora pi diretto il reciproco contatto visivo. Ogni attimo passato sotto quell'occhiata era una sensazione terrificante, che sembrava scavarti nei pi oscuri recessi del la mente per annientarti totalmente, lasciandoti un triste vuoto l dove prima ave vi posto qualcosa, anche solo per non sentirti solo. -Esistono due tipi di pony. Quelli con un passato felice... e quelli che si tras cinano dietro un bagaglio di ferite e di tormenti. Tuttavia, abbiamo dovuto adeg uarci a come Equestria dipinge la sua popolazione. Ci siamo mischiati con l'ipoc rita felicit di chi ci circonda, rimanendo in silenzio ed esibendo finti sorrisi. Se vuoi vivere qui...-

Volt lo sguardo con un gesto secco, tornando alla propria postazione. -...non fare mai questo tipo di domande. A nessuno. Non riconosceresti mai le du e tipologie...Mi chiusi in un silenzio imbarazzato, rendendomi conto di quanto facesse male ri aprire vecchie ferite. Qualunque cosa fosse successa al Dottor Hooves in passato , non era un mio problema e non dovevo preoccuparmene. Fissai la sua figura piegata sul tavolo, mentre studiava con attenzione compless i testi medici, e mi sentii terribilmente in colpa per avergli posto quella doma nda. -...mi dispiace, Doc...-Non preoccuparti. Non potevi saperlo...Mi fiss nuovamente e mi sorrise. Un sorriso mesto e comprensivo. Che per serv solo a farmi sentire peggio.

Quel pomeriggio, mi accorsi di stare improvvisamente meglio. Molto meglio. Riusc ivo ad alzarmi a sedere, alzare vagamente le braccia e a inclinare un po' il bus to. Ma questi miglioramenti fisici poterono ben poco su ci che mi attanagliava la mente. Nonostante avessi cercato con tutte le mie forze di non pensare al comportamento del Dottore, e alla sua improvvisa reazione, quella situazione si era marchiata a fuoco nella mia testa, e ogni volta che chiudevo gli occhi, riuscivo a vedere quell'espressione che mi annientava. Pensai che fuggire dal problema non faceva altro che ingigantirlo, cos provai a r isolverlo. Per mi accorsi che non era un mio problema, ma uno del Dottore, che prob abilmente voleva soltanto essere lasciato in pace, con le proprie ferite chiuse e sigillate sotto un sorriso ipocrita, usato per nascondersi in mezzo a tutti qu elli sani. Le ferite dell'animo erano le pi difficili da rimarginare, perch bisognava riaprir le, per riuscire a curarle. Ma nessuno che avesse quelle ferite si sarebbe lasci ato convincere a farlo, perch faceva male. Malissimo. E coprirle e basta, per dim enticarle, era molto pi semplice. Mi domandai se il Dottore mi avrebbe permesso di curare le sue ferite. Probabilmente no... pensai, voltandomi a fissare lo sgabello dove era seduto fino a una manciata di minuti prima Il Doc un lupo solitario, come me. Protetto dal su o guscio, sta sicuramente bene. Non dovrei farmi gli affari suoi... . Il mio sguardo cadde di nuovo sul soffitto. Per io e il Dottore siamo amici. Lui stato il primo a non guardarmi con quegli occ hi freddi, di diffidenza, con cui mi fissano tutti, qui... . Fissai nuovamente lo sgabello, sospirando. Sei un Detective, no? Allora comportati come tale. Non deve per forza accorgersi che stai cercando informazioni su di lui, no..? .

Sorrisi. Stavo proprio cominciando a pensare come il Miglior Detective dell'Univ erso. Questa linea di pensieri venne improvvisamente interrotta dalla porta, che si sp alanc. Non avevo alcun bisogno di alzare lo sguardo per sapere chi era venuto a t rovarmi, perch c'era solo un pony, in tutta Ponyville, che avrebbe aperto quella porta esclusivamente per me. Tuttavia, feci lo sforzo di alzarmi a sedere e di guardare Twilight Sparkle, che mi sorrise. -Ciao, Twilight...- dissi con scarsa convinzione, sorridendole. -Ehi! Come stai?- rispose lei con allegria. Da dietro la sua testa fece capolino Spike, che mi fiss perplesso e un po' spaventato. -Potrebbe andare meglio. Non posso muovermi pi di tanto, ma in due giorni star ben e...- dissi, tranquillamente, tornando a sdraiarmi. Twilight Sparkle annu. -Mi dispiace di non essere venuta prima, ma dovevo preparare delle provviste per l'inverno!-...per l'inverno?-Certo!- disse, sorridendo. Alzai un sopracciglio, fissandola perplesso. -...i pony sono mammiferi, no?-Beh, si. Che domande!- disse, avvicinandosi e prendendo posto su una sedia libe ra dello studio. Spike salt a terra e continu a scrutarmi con l'identica espressio ne con la quale era entrato nella stanza. -...e dovevi fare provviste per l'inverno-Si! Ma perch continui a chiedermelo?Mi preparai una risposta a tono, ma poi decisi di non usarla e mi morsi la lingu a. -...no, cos. Giusto per essere sicuro. Mi sembra un motivo valido...- risposi, va gamente. No, non vero. Ti sembra la pi grande delle stronzate, ma sei semplicemente troppo sveglio per sbattergliela in faccia come Dio comanda. Se esiste. . Sospirai, alzando le spalle, e fissando i suoi enormi occhioni violacei. -Beh... che notizie mi porti dalla citt?Non che me ne importi qualcosa veramente, ma almeno non venuta qui per niente... . -Ah... niente di che. C' molta calca allo Sugarcube Corner e alla fattoria di AJ per accaparrarsi le derrate migliori, ma a parte questo...-Ma allora state DAVVERO facendo provviste?!- esclamai, stupefatto. Lei alz un so pracciglio, vagamente irritata. -Perch, non mi credevi?-Francamente... no. Mi sembrava una scusa-

Sospir, fissando il soffitto, e mi scrut come se dovesse spiegare qualcosa di molt o semplice a un interlocutore che si ostinava a non capirlo. -Tra un mese comincer l'inverno, e andremo in letargo. Quindi dobbiamo fare provv iste per passare l'Inverno... no?-...ha senso...- dovetti ammettere. Non avendo niente da aggiungere, il silenzio fece la sua comparsa e regn incontrastato per qualche attimo. -Ah, senti... il letto ancora disponibile, nella libreria, se... se ti va di rim anere. Finch non capir come rimandarti indietro...-MA ALLORA FACEVI SUL SERIO?!- esclam, stupefatto e inorridito, Spike, voltandosi verso la propria padrona, che lo fulmin con il suo peggior sguardo. Alzai le spalle, sorridendo. -Le regole della buona educazione imporrebbero di dirti qualcosa del tipo Ah, non ti disturbare... , ma nella situazione in cui mi trovo, ho bisogno di tutto l'aiu to possibile. Non occupo molto spazio e non mangio molto. Dovr trovarmi un lavoro ...-Ne hai gi uno! Sei un Detective!-...un vero lavoro, Spike...- sospirai.

-Beh, adesso di certo non ne troverai uno, con l'inverno alle porte. A questo pu nto, ti conviene aspettare che ritorni la primavera...- sospir lei. Annuii, mettendomi le mani dietro la testa e fissandoli. -Che cosa hanno detto le tue amiche?-Uh?-Per il fatto che sono ancora qui. Mi immagino le loro facce disgustate...Rabbrividii, ricordandomi tutta la diffidenza che Applejack aveva concentrato in quell'unico, tremendo sguardo. -Ah... beh...Twilight Sparkle si trov improvvisamente a corto di parole, e volt lo sguardo vers o il proprio drago. Sospirai. -Ah, ho capito. Soliti commenti...Mi sdraiai sul letto, tenendo gli occhi chiusi. -Mi dispiace per il loro comportamento. Non dovrebbero fare cos, ma...-Ma perch tu non sei come loro?La mia improvvisa domanda la spiazz. Alzai il collo verso di lei. -Tutti quanti qui mi trattano malissimo, ma ormai ci ho fatto l'abitudine. Tu pe r sei l'unica che non mi guarda con odio, o pensa che dovrei andarmene. Tu sempli

cemente sei gentile con me, anche quando Fluttershy, l'elemento della gentilezza , si comportata freddamente con me. Non un po' un controsenso?Le sorrisi. Lei mi guard con un'espressione indecifrabile. -Per penso che vada bene cos. Ci sono cose che non meritano spiegazioni, che vanno prese cos come sono. E penso che questa sia una di queste. Twilight...-Si?-Grazie-

Due giorni dopo, giorni nei quali nessuno mi venne a trovare e la presenza di un Dottor Hooves particolarmente silenzioso mi cre un groppo in gola, stavo nuovame nte bene. Ero guarito e riuscivo ad alzarmi e muovermi. Cos, all'alba di quel ter zo giorno in cui le mie giunture risposero positivamente ai miei comandi, mi alz ai in piedi e fissai il Doc, che sembrava non essersi mai mosso da quella sedia per tutto il tempo in cui ero rimasto a farmi curare da lui. Lo studiai da dietr o, immerso com'era nel proprio lavoro. Il modo in cui assomigliava ad un pezzo di puzzle incastrato in tanti piccoli pe zzettini diversi tra loro, ma che uniti insieme formavano quello studio, mi fece stare male. Parecchio. Qualcosa, in fondo all'anima, mi convinse con ancora pi f orza che avrei dovuto fare qualcosa perch il pezzo del Dottore si staccasse da qu ell'intreccio di staticit. -Dottore...- dissi, richiamando la sua attenzione. -Sei guarito?-Si...-Per questa volta, offre la casa. Ora per lascia il posto ad un nuovo possibile p aziente...Strinsi i pugni, sentendomi dannatamente impotente di fronte a quella maschera d i freddezza. Per qualche ragione, sentivo che le ferite del Dottore erano gravi, e avrei dovuto cercare di curarle. Magari prima dell'arrivo dell'inverno, in mo do da non dovermi interrompere. -...va bene- dissi alla fine, sospirando. Mi voltai verso la porta, ma mi fermai di fronte ad essa. -Dottore?Non disse nulla. Sapevo che mi stava ascoltando. -Grazie...Aprii la porta e me la richiusi alle spalle, sentendomi come in uno di quegli sq uallidi film romantici dove il protagonista se ne va per abbandonare il proprio passato a s stesso, ignorandone le conseguenze. Ironicamente, il passato sempre a bbastanza forte per tornare a tormentarti quell'errore. Respirai a pieni polmoni l'aria esterna, e feci qualche passo in mezzo alla stra da che attraversava Ponyville. Alla mia sinistra, una giovane puledra di color a rancione e dalla chioma violacea mi fiss con sguardo terrorizzato e poi scapp via, cavalcando un monopattino. Sospirai, alzando lo sguardo.

Curare il Dottore sarebbe stato difficile. Ma se un Dottore, perch cavolo non riesce a curarsi da solo? pensai.

-Oh, non ci posso credere, Twilight Sparkle! Ma allora facevi DAVVERO sul serio! E la scena si ripet identica a quella che si era consumata all'interno della clin ica. L'unica differenza erano gli attori principali e l'ambientazione, perch ades so Spike era sparito in chiss quale anfratto di Ponyville e di fronte a me c'eran o Twilight e la sua amichevole combriccola, dentro la libreria. E indovinate un po', l'argomento della conversazione ero, ancora una volta, prop rio io. -Se bloccato qui, un mio errore. Il minimo che posso fare dargli un tetto sopra la...-Se sono cos tanto un peso, sono sicuro che la foresta di Everfree mi offrir un ot timo riparo...- sibilai, fissando con occhi glaciali Rainbow Dash. -Eh. Per quelli come te, sarebbe il luogo ideale...-Rainbow!- la riprese Twilight Sparkle. -Gi. Dopotutto, non possiamo tutti dormire su letti di nuvole come fai tu...- ris posi, acido, alzandomi in piedi. -Filippo!-Stai insinuando qualcosa?-Io?Alzai un sopracciglio, fingendo sorpresa. -Io non insinuo nulla. Sei tu quella che non ha fatto altro che attaccarmi da qu ando sono arrivato. Ora, ti prego, Rainbow Dash. Dai una motivazione, che non si a la mia stessa esistenza, al tuo odioLe presenti voltavano i loro sguardi dalla pegaso color arcobaleno a me, in un c ontinuo moto di scatti. Lei inclin leggermente la testa, scrutandomi in silenzio. -Sei un umano, come hai gi detto- decret, alla fine -non mi serve una motivazione per odiarti. Ci riesci benissimo anche solo respirandoSi volt, ed io, interiormente, assaporai il dolce sapore della vittoria, mentre l a pegaso macinava con passi rapidi e decisi lo spazio che la separava dalla port a. Prima di attraversarla, si volt e mi fiss un ultima volta. -Prega Celestia che non accada nulla a Twilight, perch se dovesse succedere, sara i il primo che verr a cercare...-Ma come, non saresti tu la colpevole?-

La porta sbatt con ferocia, facendo uscire di scena il peperoncino arcobaleno. So spirai, sorridendo. -Beh, anche tu ti ci metti d'impegno per stuzzicarla...- osserv Applejack, gli oc chi ancora puntati sulla porta. Alzai le spalle con un gesto stanco e mi sedetti , in silenzio. Fissai le presenti, studiandole dal capo fino all'ultima parte degli zoccoli, e imprimendomi bene in testa quella situazione. Qualcosa, che oserei catalogare co me sesto senso, mi consigli che eravamo di fronte all'inizio di qualcosa. Non nec essariamente qualcosa di grande, o di fondamentale, o che avrebbe scosso quel re gno fin nelle fondamenta, ma comunque abbastanza importante perch me ne dovessi r icordare nelle giornate a venire. Sorrisi, senza sapere davvero perch, abbassando il capo. Mi sentii improvvisament e stanco.

E dopo soli due giorni, si presentarono i primi problemi. Non cosucce come il li tigare con Spike riguardo ai turni in bagno, o il leggero disordine (dal mio pun to di vista, almeno) che Twilight Sparkle mi rimproverava in continuazione. Maga ri fossero stati solo quelli, i problemi. La prima complicazione fu il cibo. Gli umani sono onnivori, quindi in teoria potev o mangiare di tutto. In pratica, la cosa che gli umani mangiano di pi la carne. E in un mondo abitato sopratutto da pony, la carne era tab. E non so cosa mi tratt enne dal vomitare quando vidi, in rapida successione, biada, fieno ed erbe assor tite, tutte rigorosamente tostate (per la contentezza del drago sopra citato). Il secondo punto di questa lista lo presi come uno scherzo, quando le prime volt e Twilight Sparkle me lo fece notare. Mi ero alzato prima di lei, e solo dopo un po' che girovagavo tra i libri del piano terra, mi accorsi che mi stava fissand o dalla cima delle scale, toccandosi il mento con fare pensoso. -...si?-Indossi sempre gli stessi vestiti?E qui mi offesi un po'. Tra le tante cose (molte delle quali decisamente inutili ) che mi aveva passato mia madre, una (delle poche) di cui andavo davvero fiero era un attaccamento quasi morboso per la pulizia. Abbassai d'istinto lo sguardo su ci che stavo indossando, e alzando un sopracciglio verso la prugna, osservai: -Spike ha fatto il bucato ieri...Sorrise, alzando gli occhi, e mi raggiunse al livello inferiore, continuando a s crutarmi. -Non quello... intendevo dire: ma tu sei sempre vestito? Sembri costantemente pr onto per andare in qualche luogo importante...Aprii la bocca per ribattere, ma poi la richiusi. Effettivamente, nessuno (o una veramente misera minoranza) a Ponyville indossava qualcosa. Sospirai, alzando l e spalle. -Gli umani girano vestiti, Twilight. O almeno, in pubblico siamo vestiti...La sua espressione sorpresa mi lasci perplesso e vagamente inquieto nella profond it dell'animo.

-Intendi dire che voi... voi girate SEMPRE con qualcosa addosso?!-Beh, ovviamente i vestiti li cambiamo... ma sarebbe assurdo girare nudi...Si era preparata una risposta (lo comunic la sua espressione di vaga superiorit), ma prefer non esternarla. Semplicemente, scosse la testa e si allontan borbottando frasi del tipo: Cose da matti... o Girare costantemente vestiti... . Ma la vera ciliegina sulla torta fu quando, esattamente il giorno dopo in cui la prugna aveva esternato i propri dubbi riguardo al mio vestiario (e se avesse av uto da ridire riguardo al mio gusto in fatto di vestire, avrebbe avuto almeno se nso). Nella libreria c'eravamo io (che avevo riscoperto il gusto di leggere fant asy), Fluttershy e Rarity. Non avevo seguito la conversazione di queste due con la prugna, ma per un qualche motivo essa era sparita in un'altra stanza, probabi lmente uno sgabuzzino. Il silenzio regnava sovrano, interrotto ogni tanto dal frusciare delle pagine ca usato da me. Ero talmente immerso nella lettura che non mi resi neppure conto di quando Rarity fece un colpo di tosse per attirare la mia attenzione. Non lo notai, cos mi si avvicin e disse: -Filippo!Sussultai, alzando lo sguardo di scatto e trovandomela a poca distanza dal volto . Con il mio scatto, sussult anche lei e si allontan immediatamente. -...si?-Volevamo farti una domanda... o meglio, Fluttershy voleva fartene unaI nostri sguardi si posarono sulla pegaso color miele, che sembr farsi piccola an che sotto di essi. -...si, insomma... non sei obbligato a rispondere...-Va bene...-Quindi, se non vuoi, non devi...-Ok...-...e perci...-Fluttershy!- sbottai, sospirando. Lei si irrigid istintivamente di fronte al mio scatto, e poi deglut. -Si, beh... insomma... volevo sapere se...Segu quest'ultimo intervento un mugolio incomprensibile, oltretutto di considerev ole durata. -...eh?-Ho detto se...Esattamente come prima, non riuscii a capire nulla. Mi voltai verso la sua amica con il corno, con una faccia che sembrava dire: Oh, per l'amor di...

L'unicorno sospir, alz gli occhi al cielo e sentendosi come Ges nel tempio, ci fece dono della sua immensa capacit di traduzione, dicendo: -Fluttershy voleva sapere qual'era il tuo Cutie MarkImmaginarsi la mia reazione. Ci rimasi di sasso. E alzai un sopracciglio, ancora pi perplesso, fissandola sorpreso. -...ehm...-Oh! Se... se non vuoi dirmelo, non un problema! Va benissimo lo stesso!- si aff rett a giustificarsi la pegaso, rimpicciolendosi ancor di pi. -Non che non voglia , Fluttershy... non posso-

Si ingrand un po', mostrandomi una vaga curiosit. Anche Rarity divent pi interessata , non appena detti quella risposta. -...non puoi? Perch non puoi?-Perch non ce l'ho...- risposi semplicemente, sorridendole. Le due si guardarono e ricambiarono il mio sorriso, con la stessa semplicit con c ui glielo avevo spedito io per primo. -Ah, non preoccuparti! Un giorno scoprirai anche tu qual' il tuo talento speciale ! Devi solo impegnarti, come fanno le ragazze!Avrei scoperto solo pi tardi chi, cosa e quanto fossero distruttive le Cutie Mark Crusaders. Per il momento, decisi di non porre ulteriori domande. Anche perch qu ella nuova uscita mi fece sparire il sorriso dalle labbra. -...no, un momento. Mi avete frainteso. Io non ce l'ho... e bastaAnche il loro sorriso spar d'un colpo, come se tutta quella situazione si fosse s volta in parti gi decise, sotto il sipario di uno squallido teatrino. -...eh?- dissero in simultanea. -Non ce l'ho. Gli umani non... non hanno il Cutie Mark. Non ci compare, semplice mente!Le due si fissarono, nemmeno avessi dichiarato guerra ad Equestria, e poi mi gua rdarono con uno stupore tale da farmi credere che da un momento all'altro gli oc chi sarebbero saltati via direttamente dalle cavit oculari. -...cio, voi non... non...Le parole mancavano all'equina color oro, che probabilmente era alla ricerca di qualcosa che attutisse l'informazione data. Ancora una volta, venne in suo socco rso Rarity. -E cosa succede quando scoprite ci per cui siete davvero portati?-...niente. Semplicemente, sfruttiamo quel talento, se ne vale la pena, oppure n o e prendiamo strade diverse. Non c' nessun simbolo che ci lega a una data strada ...Lo stupore fu presto sostituito dalla perplessit, che per venne mascherata abbasta nza bene da non dare troppo nell'occhio. Quando mi resi conto che non mi avrebbe

ro pi rivolto la parola, mi concentrai nuovamente sul mio libro, ma non riuscii p i a godermelo come prima. Quella breve conversazione con le due pony mi aveva posto in testa uno strano in terrogativo. Quanto, effettivamente, un Cutie Mark era positivo? Fin ora, li ave vo visti con una certa allegria. Erano molto colorati, alcuni avevano una buona composizione, altri ancora erano estremamente originali, ma non li avevo mai giu dicati come qualcosa di negativo. Adesso, per la prima volta, assumevano quell'a ccezione. Seppur vagamente, un Cutie Mark ti legava ad un destino che potevi anc he non esserti scelto, ma che ti veniva legato addosso volente o nolente. Indipe ndentemente dal fatto che il tuo talento speciale fosse ci che ti rendeva davvero felice, quello era ci che eri destinato a fare. Mi resi conto che quella era la prima volta, da quando ero finito l, che ero feli ce di essere un umano. Per come mi avevano trattato, avevo cominciato a credere io stesso di essere cattivo. Sospirai, richiusi il libro e lo riposi dove lo avevo trovato, incastrato tra du e enormi tomi (la prima volta che l'avevo letto, mi era tornato in mente la cita zione del Manzoni riguardo a vasi di ferro e vasi di coccio). Mi era passata la voglia di leggere.

-Il Dottor Hooves?- domand, perplessa, Twilight Sparkle, fissandomi dall'altra pa rte del tavolo. Si tocc il mento con lo zoccolo, perplessa, abbassando lo sguardo e chiudendosi in un silenzio pensoso. Incrociai le braccia sul tavolo e mi appoggiai ad esso, inclinando vagamente lo sguardo per osservarla, anch'io chiuso nel mio silenzio. -Guarda, non saprei proprio cosa dirti... il Dottor Hooves non lo si vede spesso fuori dal suo studio. Dovresti chiedere a chi c' stato...-E credi che mi risponder?- osservai, vagamente acido. Twilight Sparkle alz un sop racciglio. -Se ti chiudi anche tu qui dentro, non cambier mai nulla, no?Alzai le braccia e chinai il capo, dichiarandomi sconfitto. -Allora andr direttamente a chiedere ai suoi pazienti... sempre che mi rispondano -Ah, non fare cos! Qui non ti odiano tuttiLa fissai con l'espressione che avrebbe fatto chiunque al mio posto. -...o almeno, non cos tanto!- aggiunse, sorridendo. Sospirai, alzandomi in piedi. -Sai dirmi chi si fatto visitare da lui?-Hooves uno dei pochi medici di Ponyville. Praticamente tutti si fanno visitare da lui... fortunatamente, con non troppa frequenza...-...uno degli ultimi...La prugna si morse il labbro, pensierosa.

-...beh, Applebloom, mi sembra...-...chi?-La sorellina di ApplejackMi strinsi i denti per trattenere l'imprecazione che, istintivamente, avrei dett o in altro frangente. -...fantastico...- borbottai. Almeno avevo una pista. Ma che cosa gli avrei chie sto? E secondo quale criterio? ...beh, provare non mi costa nulla... pensai, mentre mi voltavo ed uscivo dall'edi ficio, mettendomi una mano nei capelli. Oh, quanto mi sbagliavo. Attraversai rapidamente la strada principale di Ponyville, tenendo lo sguardo ba sso e desiderando, ancora una volta, di essere invisibile agli occhi dei pony ch e mi circondavano. Non erano tanto gli sguardi pieni di terrore, o di diffidenza , o ancora di odio che mi venivano lanciati contro a infastidirmi, anche se ques t'ultimi avevano comunque un certo effetto. Pi di tutto, sicuramente, era il sent ire quel continuo bisbiglio intorno a me, o alle mie spalle, del quale riuscivo a captare poche parole. Ma se anche non avessi udito i continui Guarda, un umano! , Una di quelle creature terribili? o spaventoso, cos bianco ed alto! , avrei capito co munque quale fosse stato l'argomento del loro bisbigliare. Mi voltai di scatto, improvvisamente irritato, a fissare una coppia di pony (una verde e dallo sguardo dorato, l'altra con una criniera bicromatica rosa e blu), sbattendo il piede a terra. Il mio improvviso scatto cre improvvisamente silenzi o, e le due arretrarono lentamente, terrorizzate. Strinsi i pugni, guardandole malissimo. Avevo preso le prime due che mi erano ca pitate, ma in realt mi sarei potuto benissimo guardare a lato o semplicemente alz are lo sguardo. Quella continua e cupa sensazione di paura era cos estranea in qu el luogo che cominciai ad accusarne i colpi anch'io, sentendomi sempre pi estrane o, dietro la solitudine nata dall'incomprensione e dal terrore. Non sospirai neanche. Mi voltai con uno scatto e corsi via, stringendo con tanta forza le mani da rendermi bianche le nocche.

-Che cosa vuoi?- mi domand Applejack non appena raggiunsi l'entrata della fattori a. Alzai gli occhi al cielo, sospirando. - Oh, ciao anche a te, Applejack. Si, io sto bene, grazie per avermelo chiesto. be llo vedere che ti preoccupi cos tanto per... -Rispondi alla domanda- aggiunse secca, guardandomi con freddezza. Chiusi gli oc chi e abbassai il capo, alzando le braccia. -Scusa, boss... ero venuto qui per una certa Applebloom...Pi tardi, effettivamente, avrei preferito iniziare il mio discorso in un modo ermente diverso. -Applebloom? La mia sorellina?-...eh gilegg

Mi fiss con un astio anche maggiore, avvicinandosi di un passo. Analogamente, io ne feci uno indietro, uscendo per met dalla recinzione della fattoria. -E che cosa vuoi da lei?-Devo farle una domanda...-Riguardo a?Fece un altro passo avanti, ed io uscii totalmente dalla recinzione. -A quando l'ha visitata il Dottor Hooves...-E perch?Cominci vagamente ad irritarmi il suo fiume di domande, poste con rapidit e precis ione, ma sapevo che se non gli avessi risposto non avrei potuto parlare con la m ia unica pista. Quindi ingoiai l'amara medicina e dissi: -Beh... una storia lunga, ma non ha fatto niente di male...-Ci mancherebbe anche questa. D al Doc che se ha qualcosa da dire ad Applebloom o ha dei conti in sospeso, venga prima di tutto a parlare direttamente a me e poi p otr fare quel che vuole. Buona giornata, FilippoE dopo questa frase, detta con grande freddezza e determinazione, Applejack gir s ugli zoccoli e fece per tornarsene nel proprio podere. -Applejack, aspetta...La texana si ferm e inclin la testa verso di me, senza voltarsi. -Mi sembra che non abbiamo nient'altro da dirci, io e te...E invece da dirci avevamo molto. Anche troppo. Io chiusi gli occhi e sospirai, m ettendomi le mani in tasca e voltandomi verso la citt, che vedevo con una vaga vi suale dall'alto. -Ti ricordi cos' successo l'ultima volta che mi hai detto questa frase?Probabilmente si era preparata una risposta a tono, ma la mia osservazione la zi tt. Non mi voltai a fissarla. -L'ultima volta che me l'hai detto, durante la Nightmare Night, io ti avevo risp osto che dovevi tenerti per te le tue scuse, e che le avrei accettate soltanto q uando ti avrei portato le prove per contraddirti della tua idea sugli umani. Non ti ho ancora dimostrato nulla, lo so...Voltai la testa verso di lei. -Ma questo potrebbe essere un buon momento per farlo. Io...Mi zittii, valutando se fosse il caso di dirle sul perch volessi vedere la sua so rellina. Sospirai. -...sto indagando sul passato del Dottor Hooves per curare le ferite del suo ani mo. E...-E pensi che Applebloom sappia qualcosa? Devi essere veramente...-

-Il Dottor Hooves veramente se stesso solo quando ha da lavorare come dottore. una cosa che ho notato quando ci ho parlato insieme, durante i miei giorni di conva lescenza. Quindi, chi meglio di una sua paziente per cogliere anche il pi piccolo indizio?Applejack alz un sopracciglio, restando chiusa nel suo silenzio. -...senti un po', te...-Il Dottor Hooves attualmente il mio unico e pi caro amico. Per, nel momento in cu i... beh, in cui gli ho domandato qualcosa, ho visto una sofferenza tale, nel su o sguardo, da impedirmi di reagire, di pensare a qualunque cosa... e quella feri ta ancora l. Voglio curare quella ferita, perch l'unico che in questo posto, non m i abbia guardato con lo stesso sguardo con cui mi stai fissando tu adesso...Fissai Applejack direttamente negli occhi, scrutandola con determinazione e deci sione. Restammo cos per un'infinit di tempo, alla fine della quale lei sospir, alza ndo gli occhi al cielo. -...pensavo che ci avresti messo pi tempo, a dimostrarmelo...- disse con un sorri so, voltandosi e tornando verso la sua fattoria. -Oh, ho appena iniziato...- risposi io, seguendola verso l'edificio.

-Interrogarmi?- domand, sorpresa e preoccupata Applebloom, guardandomi e nasconde ndosi vagamente dietro le gambe della sorella pi grande, che mi stava davanti. Ap plejack l'aveva fatta venire di fronte al granaio, dove ci trovavamo ancora, e l e aveva spiegato vagamente la situazione. -Ma... ma... non ho fatto niente di male!- esclam fissando la sorella maggiore, c he le sorrise e le accarezz il capo con lo zoccolo. -Non preoccuparti, zuccherino. Ci sar anch'io e non ti succeder nulla. E poi, vuol e solo farti delle domande, no?Applejack si gir verso di me, rivelando del tutto (e per la prima volta) la figur a minuta e dalla chioma rossastra di Applebloom, che mi fiss con uno sguardo al l imite della dolcezza. Istintivamente, mi presi il cuore, tentando di calmare i battiti che mi aveva ca usato quella concentrazione di tenerezza, e facendo profondi e forzati respiri. -...si. Solo domande. Se... se non ti dispiace...Mi fece un sorriso con semplicit, annuendo. -Ma certo, mister! Chiedimi quello che vuoi!- disse, acquisendo improvvisamente pi sicurezza in s stessa. Io sospirai, mentre l'aumento di pressione misteriosamen te causatomi dalla puledra cessava. -Beh... volevo chiederti soltanto se...Mi fermai, fissando Applejack che non si era mossa. Mi contai rapidamente le par ole in bocca e ripresi: -Ti ricordi di quando ti ha visitato il Dottor Hooves?Applebloom alz un sopracciglio, e poi si morse il labbro superiore, pensando con

concentrazione. -...beh, si. Avevo mal di pancia e cos mi ci hanno portata. Mi disse che semplice mente avevo mangiato troppi dolci...-Mele caramellate! Avevi mangiato dodici mele caramellate, Applebloom!- sbott la sorella, guardandola con severit. La puledra le rivolse il pi furbesco dei sorrisi , facendo un passo indietro. -Ma erano cos buone e dolci! Sarebbe stato uno spreco lasciarle l, AJ!La texana alz gli occhi al cielo, con un sospiro. -...mi dicevi di Hooves...- ripresi, fissandola. Applebloom si volt verso di me e annu. -Si. Mi hanno portate, mi ha visitato, ha detto loro delle mele (qui il suo viso fece una smorfia di disapprovazione) e poi mi riportarono indietro. Disse loro di darmi un digestivo e di tenermi a casa per un paio di giorni...Detto ci, entrambe le pony alzarono i propri occhi sul sottoscritto, che ricambi i l loro sguardo un po' perplesso. -...tutto qui?-Beh, si. Tutto qui. Ora sei contento?- mi tagli a met Applejack, fissandomi con q uel vago astio che la contraddistingueva. Alzai un sopracciglio, restando in sil enzio. -...nel senso, non hai notato niente di strano?-...strano come?- domand Applebloom, incuriosita. -No che non l'ha notato. Il Dottor Hooves non fa stranezze...A differenza di una certa pony in rosa..? pensai, scrutandola. -Strano... come potrebbe sembrare strano a te, Applebloom, ecco come. Qualsiasi cosa che ti sia saltata all'occhio, anche quelle che possono sembrare una sciocc hezza...-Questa domanda una sciocchezza, Filippo. Che cosa mai potrebbe essergli success o, di strano?-...beh, qualcosa l'ho notato- osserv la sorella di Applejack, pensierosa. E fu c ome un fulmine a ciel sereno, seppur di dimensioni modeste, visto che sia io che la texana abbassammo gli occhi sulla puledra, che rimaneva in silenzio. -...strano? Strano come, Applebloom?- mi anticip Applejack. La fissai malissimo, ma non lo not, troppo concentrata sulla puledrina. -Beh... quando mi visitava, aveva proprio un bello sguardo...Il fulmine spar, per lasciar posto a una vaga atmosfera di delusione. -E grazie... si sa che Hooves un bel tipo. E ci dovrebbe essere strano?-Ma non quello, AJ! Era... era qualcosa nel suo sguardo. Mi rimasto impresso per ch era stranamente... piacevole-

La piccolina torn a fare la propria espressione pensierosa, mentre un vago dubbio si insinuava nella mia testa. -Piacevole in che senso, Applebloom?- domandai, chinandomi alla sua altezza. Lei alz lo sguardo e mi studi. -Era... calmante. Non saprei spiegartelo bene, ma in fondo allo sguardo aveva co me...-Una scintillaSia Applebloom che Applejack alzarono i loro sguardi carichi di stupore (la prim a) e perplessit (la seconda), e puntandoli su di me. -...si! Esatto! Era una scintilla! E poi, sorrideva in modo cos pacato...Mi misi una mano nei capelli, ragionando su ci che mi aveva detto. -...non mi sembra una cosa cos strana, Applebloom...-E invece lo , zuccherino!L'improvvisa uscita di Applejack mi sorprese non poco. Mi rialzai in posizione e retta, fissandola. -Quando ci sono andata io, insieme a Rarity e Twilight Sparkle, non ci ha mica s orriso in quel modo!-...beh, Applejack, non vedo come...Mi bloccai a met, rendendomi conto di ci che mi aveva appena detto. -...Rarity?- balbettai, incredulo. -Esattamente!-Cio...?!-Proprio cos!Applebloom cambiava la propria visuale da me alla propria sorella maggiore, senz a riuscire a cogliere le battute di quel dialogo. Mi presi la fronte, improvvisa mente sorpreso. -Beh... cavoli, se questo un dettaglio strano!- esclamai. Applejack annu, con un sorriso. -...lo spiegate anche a me! Non ci capisco nulla! Che cos'ha di strano il dottor e?- domand Applebloom, irritata per quel discorso sopra le righe. -Te lo spieghiamo quando diventerai pi grande, Applebloom... ora va a raccogliere le mele e lascia parlare i pony pi grandi...-Io SONO grande!- esclam, stupita e nervosa, la puledra. Mi fiss con un vago senti mento d'astio. -E poi, lui non un pony! solo un umano, come hai detto tu!-APPLEBLOOM!- chiam alle mie spalle una voce maschile. Mi voltai e un grande stal lone si trovava in mezzo al podere, dall'altra parte della zona del granaio, e f

issava la scena con sguardo severo. La piccolina borbott qualcosa che assomigliav a molto al lanciarmi un accidente e se ne and con uno scalpiccio nervoso, sotto l o sguardo un po' stupito e un po' arrabbiato della sorella maggiore. -Mi dispiace per quello che ti ha detto, lei ...-Stata di enorme aiuto, Applejack, come lo sei stata anche tu. Ti ringrazioFeci per voltarmi ed andarmene, aumentando la sua espressione sorpresa, quando p er mi venne il dubbio di non averle reso i dovuti onori, cos mi voltai e dissi: -E scusa se ti ho rubato del tempo-...fa niente...- disse laconicamente, restando a fissarmi finch non fui uscito d al recinto. Lungo la strada che mi avrebbe riportato verso la libreria, ebbi modo di ragiona re su ci che mi aveva detto Applebloom. Come la prima volta, quando pensavo inten samente, mi misi a parlare ad alta voce, ma visto che nei dintorni non c'era nes suno, non mi feci problemi. -...dunque. Dunque, caro il mio Detective Filippo. Pensavi che fosse una perdita di tempo e invece non lo stato. Non troppo, almeno. Di certo troppo poco per co minciare a pensare a dei collegamenti seri, ma non troppo poco per non ragionarc i sopra. Vediamo di fare il punto della situazione. Il Dottor Hooves ha uno sgua rdo dolcissimo che a quanto pare usa solo con Applebloom o con le piccole puledr e, visto che quello stesso sguardo non l'ha usato con Rarity. E se fosse stata u na pony qualunque, beh, ok, non avrei potuto fare questo collegamento. Ma da que llo che mi hanno fatto capire, Rarity un po' la reginetta del paese, per dirla i n modo educato... ma che me ne importa? Non mi sta ascoltando nessuno!Sospirai, sorridendo con allegria, e alzai lo sguardo al cielo, fissando le scar se nuvole che vi si trovavano. -...detto oom s, i bow Dash, i. Teoria a cosa si o...ci. Se Hooves non ha usato il suo sguardo dolce su Rarity ma su Applebl casi sono tre. O il Doc Hooves gay... ma non mi sembra che, oltre a Rain ci siano molti esponenti del genere qui, quindi scarterei quest'ipotes due: al dottor Hooves piacciono molto i giovani puledri. E spero che l limiti prettamente a gusti personali e non a inclinazioni di altro tip

Mi toccai il mento, pensieroso. -Ora che ci penso, sembra che qui nessuno sappia seriamente che cosa sia il sess o... beh, stiamo parlando di un cartone animato. Immagino che certi argomenti si ano tab per legge e non... Ma sto divagando. Devo tornare a concentrarmi. La terza teoria che dietro l'amor e di Hooves per le puledre-barra-puledri ci sia qualcosa di pi radicato... ma sem pre legato a una questione di gusti e non di alcun tipo di altro stampo. Per, com e ho gi detto, ho troppo poco su cui lavorare. Ora vediamo di fare discorsi seri. ..Mi misi le mani in tasca, tornando a passeggiare. -Qualunque cosa sia successa al Dottor Hooves in passato, dev'essere legata alla sua famiglia. Ora... io non ho alcun diritto di fare questa indagine, ma voglio davvero curare il dolore di Hooves...Mi misi una mano nei capelli.

-Sicuramente qualcosa successo. Qualcosa che, se riportato alla mente in modo di retto, lo fa soffrire. Basta vedere la reazione che ha avuto, quando gliel'ho ch iesto...Mi misi una mano sul mento, alzando lo sguardo al cielo. -Devo scoprire qualcos'altro su Hooves. Di certo non posso andare a chiedergliel o in modo diretto... ma aggirare il problema come ho appena fatto non fa altro c he rallentarmi ancora di pi. Devo trovare una via di mezzo. E come mi ha insegnat o per bene il Malvaldi, con quel suo improbabile gruppo di investigatori da bar e in pantofole, c' solo un mezzo che mi permetterebbe di ottenere informazioni ra pidamente e in un modo abbastanza affidabile...Rabbrividii, non riuscendo veramente a credere che stessi per fare quello che st avo per fare.

-...come, scusa?- domand, sorpresa, Rarity, fissando la mia figura riflessa nello specchio in cui si stava studiando a sua volta, pettinandosi la criniera. Di fr onte a lei, una lunga serie di cosmetici di ogni tipo (ma l'aggettivo lunga non in grado di spiegare appieno la quantit di roba che si trovava l sopra). Mi ero gi fa tto troppe domande sul misterioso mondo della cosmetica per essere in grado di a ssorbirne altre, cos non me ne feci in quel frangente. Mi guardai intorno, dentro la Carousel Boutique, studiandone in silenzio gli interni. Quello era stato il secondo luogo dove mi avevano portato, quando mi ero risvegliato, ma non c'era l a strana sensazione di malinconia che, curiosamente, pensavo di dovervi provare. Forse perch ero in quel mondo da poco pi di una settimana o due, o forse perch l'a spetto estremamente frivolo della boutique annullava qualsiasi tentativo di roma nticismo, o pi probabilmente per la presenza di Rarity e del suo affacciarsi sul misterioso mondo dei trucchi. Ero immerso in queste considerazioni, cos non mi accorsi realmente della domanda. Volsi di scatto lo sguardo verso l'unicorno, sorpreso che mi avesse risposto. -Come, scusa?- ripetei a mia volta. -Te l'ho chiesto io, caro...Rarity si volt, dopo aver tentato invano di domare un ricciolo particolarmente os tile, e mi fiss con uno sguardo vagamente perplesso ma dolce e cordiale. In fondo a quella dolcezza, per, c'era la costante punta di diffidenza e di distacco che riuscivo a trovare in quasi tutti i volti che mi fissavano. Quasi tutti, per fortuna. -...volevo chiederti un favore-E fin l c'ero arrivata. Altrimenti non ti avrei mai fatto entrare in orario di c hiusura, non credi?Effettivamente, era quasi ora di pranzo, e io che avevo toccato cos poco cibo da sfiorare quasi il digiuno, ero veramente a pezzi. Decisi di ignorare questo fatt o per cercare di soffrire di meno e mi concentrai sull'unicorno. -Ehm, si. Volevo chiederti se avevi voglia di raccogliere delle voci per me...-...raccogliere delle voci?-

-Nel senso, se venivi a conoscenza di qualche fatto riguardo a un certo argoment o. Cos me lo venivi subito a dire!Lei alz un sopracciglio con fare di superiorit, e curiosamente, un flash mi accec, disegnando una Rarity in vestiti da ballerina di saloon, e un'espressione parecc hio provocante. Com'era iniziata, ovvero in modo casuale e improvviso, cos fin e l'unicorno torn ity . -Tutto qui?La fissai sorpreso e un po' confuso. -...ehm... si, penso di si. Mi vanno bene anche cose piccole, ma ogni informazio ne importante...-Capisco. Filippo?-Si..?-Non mi hai ancora detto l'argomento-...giusto. Devi domandare riguardo al Dottor Hooves, ma mi raccomando, sii...Scoppi in una risata sincera, voltandosi e concentrandosi nuovamente sul ricciolo indomabile. La frase mi venne tagliata a met e rimase sospesa nell'aria frufru d el posto. -...ehm...-Non prendertela, caro, ma assolutamente impossibile sapere qualcosa di quel tip o! Non esce praticamente mai da quel laboratorio, o studio, o quel che , e le poc he volte in cui lo fa per motivi essenziali... Ma qui la domanda un altraSenza capire bene come avesse fatto, l'unicorno aveva avuto ragione dell'ostile frammento di cute, che adesso si trovava quindi in perfetta linea con il resto d ell'acconciatura. -...ossia?-Perch vuoi sapere quanto pi possibile sul Dottor Hooves?Rarity si alz e rimise a posto, con la magia, tutti i cosmetici che aveva trovato , riponendoli in vari cassetti, anche molto lontani dal punto in cui si trovava. Decisi che, per il benessere della mia sanit mentale, non avrei tentato di risol vere il mistero che si nascondeva dietro a quel contorto criterio d'ordine. -... una storia lunga...-Oh, certo che lo . Posso offrirti il pranzo, cos me la racconti?Mi spavent il fatto che la sua curiosit avesse avuto il sopravvento sul raccapricc io che probabilmente le incuteva il mio status di umano. Quindi detti l'unica ri sposta sensata: -Certo che no!Il mio stomaco mi trad, rumoreggiando con decisione. Alzai gli occhi al cielo, so spirando, mentre lei rideva. Rar

-Sicuro?-Si! Si, sono abbastanza...Nuovo tradimento. Strinsi i denti, irritato, mentre Rarity si abbandonava ad un sorriso comprensivo. -Beh, se proprio non hai fame, fai pure... ma allora non aspettarti che ti aiuti , se non mi spieghi il motivo dietro alla tua richiesta!Alzai un sopracciglio, chiudendomi nel pi assoluto dei silenzi. Poi sospirai. -E che diamine, va bene! Ma solo per farti compagnia!Rimpianti? Anche troppi. Prima di tutto, Rarity mi condusse in una stanza a part e che sembrava essere una cucina, e che, di fatto, lo era. La pulizia e l'ordine quasi maniacale del luogo mi fecero sentire profondamente in contrasto con l'am bientazione, per iniziare. Una volta, poi, che l'unicorno mi fece sedere, riuscii a far star zitto il mio s tomaco, ma solo perch non avrei mai toccato quella biada neppure con un dito. Ci, tuttavia, serv soltanto a farmi venire ancora pi fame. Come se non bastasse, non sapevo dove posare lo sguardo, perch se fissavo il piat to, soffrivo dei tremendi buchi del mio stomaco, e se lo alzavo, avevo di fronte a me Rarity, e fissare le persone mentre mangiano maleducazione. Inoltre, per u na qualche strana forma di istinto, non volevo fare brutta figura di fronte a le i. -...ma allora non hai davvero fame, Filippo?- domand, notando che non mi ero moss o di una virgola. Strinsi i denti e scossi energicamente la testa. A sua volta, l'unicorno alz un sopracciglio, ma rimase in silenzio. -Mi dicevi di Hooves... perch vuoi sapere di lui?-...questa cosa deve rimanere fra me e te, Rarity...-Oh, stai tranquillo che...-Sul serio- la interruppi, fissandola intensamente. L'unicorno ricambi il mio sgu ardo e poi annu con decisione. -Va bene, ho capito. Solo tra noi due...Sospirai e poi le raccontai brevemente quello che mi era successo, evitando di s offermarmi su particolari troppo lunghi. Sostanzialmente, mi concentrai sulla mi a convalescenza e sul dialogo avuto con il Dottore. Lei rimase in silenzio finch non ebbi finito il mio racconto, quindi annu con semp licit. -Ho solo una domanda, a questo punto...- disse, prendendo i piatti con la magia e portandoli nel lavello. -...dimmi- risposi io, facendo un respiro di sollievo per l'improvvisa sparizion e della pietanza. -Perch..?-

La osservai. Era ci che avevo pensato anch'io, quando avevo deciso di lavorare a quel caso . Ma potevo davvero definirlo caso? Qual'era il crimine? E il colpevole? L'unico che potesse davvero essere incolpato di qualcosa ero io, che non mi face vo gli affari miei. -Una volta, Twilight Sparkle mi ha parlato di quanto Pinkie Pie insist parecchio con un certo mulo che ora vive qui a Ponyville. Se non l'avesse fatto, quel nuov o abitante sarebbe rimasto da solo fino alla fine della sua vita e non avrebbe i ncontrato nuovamente il suo amore, che aveva cercato per tutta la propria vita. Probabilmente, Pinkie Pie stava sbagliando, ma ha continuato lo stesso, nonostan te probabilmente chiunque gli avrebbe detto che stava sbagliando. Perch si stava impegnando per avere la sua amicizia...Feci una pausa ad effetto, scivolando vagamente sulla sedia e incrociando le bra ccia, per poi appoggiarle al petto. -Ora, non sto dicendo che la situazione sia la stessa, ma il Dottore ha delle fe rite, dentro di se. Ferite gravi, che crede rimarginate solo perch ha dimenticato . Le ferite vanno richiuse, o prima o poi ci inghiottiranno. Ed io devo richiude rle. Probabilmente mi sto sbagliando. Probabilmente alla fine di tutto ci perder l 'unico amico che ho, qui a Ponyville. O ancora pi probabile, aggraver le sue ferit e. Tutto ci possibile. Ma...Guardai direttamente Rarity negli occhi, senza dire nulla. -...finch ne vale la pena, voglio rischiareL'unicorno fece un sorriso, guardandomi con dolcezza. -Non questa la domanda, Filippo...- osserv. Si volt e se ne torn nella stanza princ ipale della boutique, dove la seguii. -...e allora qual'era?-Perch vuoi aiutarlo. Ecco qual'era la domanda. Tu non sei un umano?Sospirai, alzando lo sguardo. -Te l'ho gi detto, il perch. Hooves un mio amico. Ho bisogno di un pretesto per ai utare un amico?-Si. Si, ne hai bisogno...Arrivata al centro della stanza, si volt verso di me. -Tu sei un umano, Filippo, non dimenticarlo. Probabilmente quello che sappiamo d i voi sono leggende e favole, ma c' sicuramente un fondo di verit. E se vi descriv ono tanto malvagi e spietati, io non credo che sia un caso...-Rarity...-Aspetta, fammi finire. Ti ho guardato negli occhi. Mi bastato quello, per capir ti. Tu non sei malvagio , ma di certo non aiuteresti qualcuno cos, tanto per fare... -Non come lo faresti te, Elemento della Generosit?Nella mia voce c'era astio. Forse troppo. Forse troppo poco, non saprei dirlo ad esso. Ma comunque ce ne fu abbastanza perch l'unicorno rimanesse interdetta per q ualche attimo, sorpresa della mia uscita.

-C' qualcosa sotto, non vero? Qualcosa di pi profondo dell'amicizia e basta, giust o?-Sbagliato. Vuoi un consiglio spassionato?Non disse nulla. -Dimentica tutto quello che sai sugli umani. Non ha alcun senso farsi un idea di qualcosa che non si conosce di personaCi scrutammo con sguardi indecifrabili. Non saprei dire l'espressione che avevo in quel momento, ma come lo sguardo con cui mi fiss Rarity, non saprei dire che c osa comunicasse. Mi voltai di scatto, dirigendomi verso la porta. -FilippoMi fermai esattamente sulla soglia, prima di spalancarla. Voltai leggermente la testa a guardare, alle mie spalle, l'unicorno che sembrava stare sulle spine. -...ti aiuter- disse, alla fine. -Grazie- risposi, secco.

Entrai nella biblioteca, sentendomi pi stanco che mai, e mi lasciai scivolare, ap poggiato alla porta, rimanendo in silenzio. Appoggiai la testa alla parete e chi usi gli occhi, facendo il punto della situazione. Che cosa potevo fare? Niente. Potevo solo aspettare, rimanere in attesa che Rari ty scoprisse qualcosa. Secondo quanto mi aveva detto, Hooves non aveva amici, e non si faceva mai vedere in citt, se non quando era strettamente necessario. Ergo, non avevo alcuna pista da seguire. Potevo davvero solo credere che l'unico rno avrebbe portato qualcosa di nuovo, anche se personalmente ero scettico della sua riuscita nella missione. Improvvisamente, mi sentii stanchissimo, nonostante non avessi fatto davvero qua lcosa di faticoso. Ero semplicemente andato in giro a fare domande. Per non era quel tipo di stanchezza. Era qualcosa di pi profondo e radicato, che t i prendeva dentro. Tentai di alzarmi, ma le gambe non mi ressero e caddi disteso sul pavimento della libreria, la vista che mi si appannava. Mugolai vagamente una richiesta di aiuto, e poi tutto divenne nero. Mi guardai intorno, accorgendomi di stare fluttuando in mezzo al nulla. Il vuoto e il silenzio che mi circondavano erano assoluti, e l'oscurit, totale, serviva s olo a rendere quella scena ancora pi inquietante. -...dove sono?- chiesi ad alta voce, guardandomi intorno. -Che cosa stai facendo?Mi voltai di scatto. Da ogni direzione, una serie di scintille di tanti colori d iversi si raggrupparono, fino a formare la figura del Dottor Hooves, che mi scru tava con aria severa. -...dottore...-

-Il mio passato non un tuo problema, quindi smetti di indagare. Lasciami stare. Stavo cos bene, prima che tu apparissi! E ora, stai incasinando tutto!Rimasi senza parole, incapace di riuscire a rispondere a quella critica. -Io...-Esatto! Tu! L'unica cosa che ti importa sei te stesso! E sappiamo entrambi perc h ti interessa cos tanto, curare le mie ferite . L'unico motivo che ti spinge a fare tutto questo sono le tue, di ferite!Strinsi i pugni con rabbia, fissandolo. -Non vero!- esclamai, senza muovermi. Hooves alz un sopracciglio, rimanendo in si lenzio. -Se mi preoccupano le tue ferite, perch voglio curarle! Tu sei il mio unico amico , Dottore, e non sopporto che tu ne abbia!-Ma allora perch io dovrei sopportare il dolore di riaprirle?La domanda mi spiazz e mi ridusse nuovamente al silenzio. Hooves fece un paio di passi avanti, guardandosi intorno. -Le ferite dell'animo non si possono curare. Sono qualcosa con cui devi imparare a convivere, perch diventeranno una presenza fissa di te stesso. Io l'ho imparat o convivendoci... e tu?-Quello che mi stai dicendo ...-TACI, IPOCRITA!Mi punt addosso di nuovo quello sguardo insostenibile, ma stranamente magnetico e dal quale non riuscii a distogliermi. -Tu credi DAVVERO di essere a posto? Di stare bene? Hai ferite anche pi gravi, e ti prendi pure la briga di venire a rinfacciarmi il fatto che devo curare le mie ?!Pest lo zoccolo a terra con forza. Il mondo intorno a noi si infranse, come se fo sse fatto di vetro. -Io...-TU NIENTE! TU NON PUOI SCAVARE NEL MIO PASSATO! TU NON SEI NESSUNO PER PRENDERT I QUESTO DIRITTO! TU SEI SOLO UNO SCHIFOSO UMANO!Pest nuovamente lo zoccolo. Le crepe che si erano formate divennero pi grandi e ra mificate, e lo spazio intorno a me sembr lentamente cominciare ad accartocciarsi su se stesso. Mi spaventai, credendo di essere in pericolo. Sentii fortissima la sensazione di morte imminente ed inevitabile, come una lama puntata alla gola. Feci un passo indietro, sempre guardando Hooves, e poi un altro e un altro ancora. Quindi mi voltai e scattai nella direzione contraria a dove si trovava, chiudend o gli occhi e scappando da ferite che non si erano mai davvero rimarginate, ment re lo spazio circostante si frantumava sempre di pi dopo ogni passo.

-Scappa...- sentii la sua voce rimbombarmi nella testa. -Scappa e non farti mai pi vedere-

Aprii gli occhi di scatto, boccheggiando e tremando con forza. Istintivamente, m i afferrai le spalle con le mani, per tentare di calmarmi. Il calore che mi comu nicarono gli arti riusc in parte nell'intento, unito alla serie di lunghi respiri che mi imposi per calmarmi. Studiai i dintorni del luogo dove mi trovavo. Qualc uno, ed anche se non sapevo chi, mi aveva trasportato sul mio letto e denudato. Fissai il soffitto con un sospiro. ...che sogno assurdo... pensai, alzandomi a sedere e mettendomi una mano nei capel li. Perch ero fuggito? Hooves non era spaventoso, ma in quel frangente mi aveva t errorizzato, come se stesse per attaccarmi... Alzai lo sguardo verso la finestra, notando che era scesa la notte. Ero andato a dormire? Quando? Mi presi la testa tra le mani, cercando di contenere l'enorme mal di testa. Avev o ricordi confusi. L'unica cosa di cui ero certo era che una volta entrato nella biblioteca, era successo qualcosa . Probabilmente ero svenuto in mezzo alla stanza ... Da quanto tempo ero addormentato? Mi alzai in piedi, rabbrividendo vagamente per il freddo della situazione. Salii rapidamente gli scalini che separavano la mia stanza da quella principale e tro vai i miei vestiti, piegati con cura, sul tavolo. Mi avvicinai ad esso in punta di piedi e me li rimisi addosso, guardandomi intorno. L'edificio era totalmente immerso in un tranquillo silenzio. Alzai lo sguardo al piano superiore, fissando il letto di Twilight Sparkle e ric onoscendo la sua figura dentro di esso. Improvvisamente, un nuovo attacco di deb olezza mi colp, cos caddi a sedere sulla sedia, respirando con forza. ...cosa mi succede? pensai, tentando di restare sveglio. Qualunque cosa mi stesse succedendo, dovevo immediatamente andare dal Dottore. Quell'improvviso pensiero mi gel il sangue nelle vene, facendomi sgranare gli occ hi. Con quale coraggio avrei potuto guardare in faccia Hooves, mentre cercavo di risolvere le ferite che lo attanagliavano contro la sua volont e senza che lui l o sapesse? Non avrei mai potuto, infatti. Sarebbe stata una tremenda carognata che non sare i mai stato in grado di compiere. Tuttavia, mi alzai lo stesso, barcollando leggermente. ...devo chiedergli aiuto. Cercare di resistere. O non avr alcun senso, se muoio ad esso... Morire, effettivamente, mi parve una possibilit un po' eccessiva, ma stavo davver o male, e non ne capivo la causa. Spostai la sedia cercando di fare meno rumore possibile e caddi addosso alla porta, aprendola e richiudendomela alla spalle. R imasi fermo su di essa, respirando con forza. Non sono molti metri. Devi mettere solo un passo dopo l'altro. Su, Filippo. Forza e...

Dopo aver consumato il primo, di passo, caddi miseramente a terra, nella polvere . ...e vaffanculo, porca vacca... pensai, tentando di stringere denti e pugni con le poche energie che mi rimanevano. Mi alzai sugli avambracci, continuando i miei profondi respiri, e mi alzai su un ginocchio, chiudendo gli occhi per concentrar mi. Muoviti, imbecille. Non sono molti passi. Li farai cadendo uno dopo l'altro, se s ar necessario, ma devi raggiungere quello studio! . Mi alzai del tutto, barcollando leggermente, e decisi di sfruttare la spinta che mi avrebbe dato il mio precario equilibrio per spingermi in avanti, come avrebb e fatto uno zombie. Dopo sei, sette passi caddi nuovamente a terra, questa volta rotolando. Cos... cos non vado da nessuna parte. E sto sempre peggio... . Mi alzai nuovamente, cominciando a tremare. La scena si ripet identica finch non c onsumai una decina di metri dalla casa di Twilight Sparkle, rotolando per l'enne sima volta. Gambe... del... cazzo... pensai, rialzandomi per l'ennesima volta in mezzo ai trem ori. Ero diventato una maschera di polvere e di graffi, ma mi importava relativa mente poco, in confronto alla terribile sensazione di debolezza. Dovevo trovare uno stratagemma che mi permettesse di andare ancora pi veloce di prima. Alzai lo sguardo alla luna, in ginocchio, chiudendo gli occhi e venendo preso dallo sconf orto. -...che cosa devo fare..?- domandai, riponendo in quell'unica richiesta tutti i dubbi che mi imperversavano la mente. Chiesi all'oscura aria della notte se sare i mai tornato indietro, se sarei sopravvissuto a quel mondo cos carico di odio ne i miei confronti e sopratutto se stessi agendo nel modo giusto, conducendo quell 'indagine su Hooves. Riaprii gli occhi, con un sospiro. E mi pass di fronte allo sguardo un ombra pium ata, appoggiandosi alla staccionata che mi stava a lato. Fissai l'origine di que ll'apparizione, riconoscendola subito. -Tu... tu sei il gufo di Twilight Sparkle. Gu... Guffolio , giusto?-

Il gufo fece chiu , fissandomi con i suoi enormi occhioni. Non mi feci domande sul perch quel gufo facesse chiu invece di who , perci mi rialzai e mi avvicinai alla stacc ionata dove si trovava, appoggiandomi accanto a lui. -Sei venuto a rispondere alle mie domande?Chiu rispose lui, secco, continuando a fissarmi con tutta la potenza della sua occ hiata. Sospirai, alzando lo sguardo al cielo. -Probabilmente hai ragione anche te, Guffelia ... ma il Dottore ha fatto molto per me, e senza volere niente in cambio. Speravo di poter ricambiargli il favore, an che se sembra che nessuno mi apprezzi per questo...Mi sedetti sul pezzo di legno, abbassando lo sguardo verso la strada. -Forse aveva ragione Applejack... gli umani sono tutti uguali. Sappiamo solo dis

truggere e rovinare...Girai lo sguardo verso l'animale, fissandolo con uno sguardo mesto, contro il qu ale ricambi uno indifferente e freddo. Sorrisi. -Penso che sia strano che mi riesca cos facile parlare con te , ma avere problemi ad esprimermi con qualsiasi altro pony... forse perch gli animali non mi odiano?Mi torn in mente il modo in cui tutte le creature all'interno della casa di Flutt ershy mi avevano attaccato non appena mi ero mosso, cos quella teoria che in part e mi aveva risollevato il morale si spense, lasciandomi ancora pi demotivato. Sos pirai, appoggiandomi alle gambe tremolanti. Chiu ! Il gufo si volt, spalanc le ali e spar, nel silenzio della notte, alzandosi in volo verso il cielo. Rimasi a fissarlo finch non spar, nascosto dalla perfetta oscurit della notte. Lentamente, mi rimisi in piedi, stringendo i denti, e tornai a barcollare verso lo studio del Dottore, la testa che mi girava e mille pensieri per la testa, sen za che riuscissi davvero a seguire soltanto uno di quei ragionamenti. L'unica co sa che aveva senso era il riuscire ad arrivare alla casa di Hooves, per smettere di stare cos male. Non mi concentrai neanche pi sulla strada, o sui movimenti che facevo, o sulla totale mancanza di senso delle mie azioni, visto che avrebbe av uto molta pi logica semplicemente svegliare Twilight Sparkle quando mi trovavo an cora in libreria. Pass un lasso di tempo molto vago, che poteva essere un minuto come la pi lunga de lle ore, a tutt'oggi non ne sono ancora sicuro. Quello che so, per certo, che al la fine stramazzai al suolo, esausto e riverso, compiendo respiri profondi e ten tando di restare sveglio con tutte le mie forze. Il capo mi cadde lateralmente, nella polvere, e gli occhi mi si chiusero quasi con dolcezza, in automatico. ...questa sensazione ... stupenda... pensai, mentre la tentazione di abbandonarmi a quel sonno cos strano e profondo mi attirava. Aprii di nuovo, con lentezza, gli occhi, e misi vagamente a fuoco, giusto dall'altro lato della strada, lo studio del Dottore. Sorrisi, sospirando. Ero cos vicino, adesso, eppure mi sentii immens amente lontano dalla meta che mi ero posto. Tentai di stringere le mani, con rab bia, ma ero troppo debole anche per fare quello, o per rimanere cosciente. Cos, delicatamente, una sensazione di buio mi avvolse del tutto. Scoprii di stare correndo nuovamente. Intorno a me c'era solo una fitta oscurit, in qualche modo limitata dalle crepe che si creavano a mezz'aria, ad ogni mio pass o. Riconobbi nuovamente il sogno che avevo fatto, quando ero svenuto per la prim a volta. Da cosa stavo scappando? Pensai che fosse il Dottor Hooves, ma non ne ero del tu tto sicuro. Un oscuro dubbio si insinu nella mia testa, ma decisi di non smettere di correre, continuando a puntare dritto di fronte a me. Scappare? Che senso ha scappare da qualcosa che nasce da te e in te finisce? -ZITTO! STAI ZITTO!- gridai, con rabbia, aumentando ancora di pi la velocit dello scatto. La paura e la rabbia amplificavano le mie energie, nonostante la fatica. Inciampai, mettendo i piedi in fallo, e caddi in avanti. Istintivamente, mi vol tai a guardarmi indietro, credendo di vedere ci che mi stava inseguendo, ma l'uni ca cosa che trovai alle mie spalle fu l'oscurit che avevo gi visto di fronte a me. Non riuscivo a smettere di tremare, per. Quella tremenda sensazione di oppression

e, come se qualcuno mi volesse uccidere, era costantemente l, insopportabile e cr udele, cos radicata dentro di me da impedirmi di respirare. L'unica cosa da cui stai scappando te stesso... Mi rialzai in piedi di scatto, guardandomi intorno e stringendo i denti. -LASCIAMI STARE! SMETTILA DI TORMENTARMI!Da dietro di me, una doppia spirale di scintille mi travolse, senza ferirmi, e c ompose di fronte a me la figura del Dottor Hooves. Nel suo sguardo per non c'era la rabbia che aveva quando l'avevo visto per la prima volta, in quella forma. An che se non riuscivo a comprenderne il perch, vederlo davanti a me per l'ennesima volta mi spavent ancora di pi, e indietreggiai di un passo. -Filippo...- disse con calma. -NO! VAI VIA!Istintivamente, corsi in avanti, cercando di colpirlo. Le scintille si scomposer o, allargandosi, e poi tornarono insieme alle mie spalle. -Apri gli occhi, smettila di essere cos ottuso...-CI VEDO BENISSIMO!Lo guardai, allargando leggermente le braccia e mettendomi in guardia. Non sapev o se mi avrebbe attaccato, ma di certo lo avrei colpito io, in un modo o nell'al tro. Per qualche strana ragione, provavo nei confronti di quella misteriosa visi one un odio tremendo. -Non dicevo quello, non fare lo stupido. Sai anche tu di cosa sto parlando...-TACI, DOTTORE!Saltai in avanti, cercando di tirargli un calcio. Non si scompose neanche, sempl icemente saltando all'indietro a sua volta. -Sai meglio di me che non sono Hooves...-IO CURER LE TUE FERITE, DOTTORE!Strinsi i pugni, guardandolo con odio. -Le mie? Ma qui stiamo davvero parlando del Dottor Hooves..?Ecco. L'aveva detto. Di nuovo scattai in avanti, cercando di far sparire quella presenza cos dolorosa, ma il tentativo non fu pi efficace dei precedenti. Hooves r imase a fissarmi dalla sua nuova posizione, nuovamente dietro di me, senza dire nulla. -Vai via... ti prego...- sussurrai, cadendo in ginocchio, incapace di riuscire a sopportare ancora quella presenza. -Prima devi comprenderti, Filippo. Credi che cercare di risolvere le ferite del dottore far sparire le tue?Mi voltai di scatto verso di lui. -IO NON HO FERITE!-

Hooves mi sorrise, guardandomi con uno sguardo che rappresentava tutta la piet ch e provava nei miei confronti. Nella profondit di quell'occhiata, riuscii a rivede re, senza capire come, la stessa, identica ferita che avrebbe avuto il vero Dott ore, ad Equestria. -Davvero? Ne sei sicuro?-Io... io si! Io ne sono sicuro!Mi alzai in piedi, facendo un gesto secco con la mano. -Sparisci! Non voglio pi rivederti!-Ma tu mi vedi in ogni secondo...Sobbalzai, svegliandomi di scatto, con una tremenda sensazione di freddo addosso . Mi guardai intorno, scoprendo di essere ancora sdraiato di fronte allo studio del Doc. Cercai di calmare i tremori con una serie di lunghi respiri, che per ser virono a ben poco, visto che erano in gran parte causati dal freddo. Faticando, mi rialzai in piedi. Mi sentivo ancora stanco e affaticato, la testa mi girava e non riuscivo a concentrarmi su ci che facevo. Riuscii a fare lo sforz o mentale di rendermi conto che sarei morto se non avessi compiuto quei pochi pa ssi che distanziavano l'edificio dalla mia persona, spingendomi in avanti con di fficolt. In fondo all'anima avvertivo uno strano sentimento di paura nei confront i di quello studio, ma d'altro canto riuscivo a capire che se non vi fossi andat o, qualunque cosa mi avesse preso, in quel momento, mi avrebbe anche ucciso. Riuscii a raggiungere la pota del Dottore, boccheggiando, la vista che mi si app annava e la mia presa di coscienza sulla realt che si indeboliva. Tentati di alza re il braccio destro per bussare, ma la mano non mi rispose, rimanendo ferma e d ritta rispetto al mio corpo. Le gambe non mi sorressero pi e caddi improvvisament e in avanti, impattando contro la porta. Tutto divenne nero per l'ennesima volta.

Mi svegliai di scatto, alzandomi a sedere e prendendo aria con forza, come se fo ssi uscito improvvisamente da una lunga apnea. Qualcosa mi colp al petto, facendo mi tossire, e mi risped disteso. Una forte luce mi invest il volto e sentii, anche senza vedere, che qualcuno mi fissava. Rimasi con gli occhi chiusi, immobile, r espirando con calma e tossendo per il colpo ricevuto. -Si pu sapere che diavolo ci facevi l davanti, Filippo?Sorrisi, mantenendo gli occhi chiusi e la posizione da sdraiato, continuando a r espirare. La sensazione di debolezza era ancora l, ma adesso era contenuta e dimi nuita, come se qualcosa la inibisse. -Dottore...- rantolai, inclinando la testa verso destra e aprendo gli occhi. Sap evo esattamente dove trovarlo, sullo sgabello dove si sedeva sempre, a svolgere lavoro d'ufficio e a fissare il suo miglior paziente. Che era anche l'unico, per adesso. -Rispondi alla domanda...-Io... io...-

Chiusi gli occhi di nuovo, alzandoli verso il soffitto e continuando a sorridere senza motivo. -Beh?- mi esort il Dottore, distogliendomi dalla mia sensazione di beatitudine. -Mi sono sentito improvvisamente male. Sono svenuto... dentro la libreria. Quand o mi sono svegliato... probabilmente Twilight Sparkle deve avermi lasciato sul l etto, pensando che mi fossi addormentato. Quando mi sono risvegliato, mi sono se ntito nuovamente male. Qualcuno mi aveva spogliato. Mica venuto a visitarmi, Dot tore..?-Nope-...mi sono risvegliato. Stavo male. Non so perch, ma non ho pensato a Twilight S parkle, per chiedere aiuto. Sapevo che dovevo semplicemente venire qui il prima possibile, perch glielo dovevo...-Me lo dovevi? Che cavolo di ragionamenti fai?!- sbott, alzandosi sugli zoccoli. Lo osservai in silenzio, senza dire nulla. -...che cos'ho, Dottore?-Un buco di tre giorni, ecco cos'hai!- esclam, irritato, avvicinandosi verso una specie di armadio. Rimasi in silenzio, calcolando ci che mi aveva detto. -...ho dormito per tre giorni?!Alzai istintivamente lo sguardo verso la finestra, dalla quale entrava una luce calda e rassicurante, tipica del mattino. -No, non quel tipo di buco. Non mangi nulla da tre giorni. Se tutti gli umani so no resistenti come lo sei tu, non dureremmo un secondo nella vaga ipotesi di un' invasione...- borbott, tornando verso di me con un'cesto di mele. -Come... l'ha capito?-Sono un dottore, Filippo...-Di anatomia dei pony, Hooves...- ribattei, imbronciato. Lui sorrise. -Bene. Uno a zero, palla al centro. Durante la tua convalescenza notturna, ti ho messo una mela di fronte al naso. C' mancato poco che tu mi tranciassi di netto lo zoccolo, bello mio!Il cestino mi venne lanciato addosso senza troppi complimenti. Ne fissai il cont enuto, alzando un sopracciglio e studiando la lucentezza dei frutti che avevo da vanti. -Non ho idea di quale dieta assurda ti abbia commissionato quella pony dalla cri niera violacea, ma credimi, interrompila subito e fatti una bella scorpacciata d i muffins...Il mio sguardo si pos su quello del Dottore, che mi fissava con un sorriso amabil e, compiaciuto della sottile profondit di ci che aveva appena detto. Mi stava chie dendo di rovinargli tutta la soddisfazione di averne detta una giusta, in pratic a. E chi ero io, povero diavolo, per negargli questo microscopico favore? Fu quello , sostanzialmente, il motivo che avrebbe giustificato la seguente affermazione:

-Ma io non sono a dieta, Dottore...L'amorevole espressione di compiacenza di Hooves spar, per far posto ad una ben p i perplessa, che ne comunicava tutto il disappunto. -...e perch cavolo non hai mangiato niente per tre giorni!?-Perch mi hanno offerto soltanto biada!Da un punto di vista umano, questa frase ha perfettamente senso, come spiegazion e della situazione. Da un punto di vista pony... no. Ergo, il Doc alz un sopracci glio, fissandomi ancora pi perplesso. -E cosa avrebbero dovuto offrirti? Forse che il tuo palato un po' viziato, Filip po?-...non quello, Dottore...- dissi, un po' offeso, per poi aggiungere: - che gli u mani non mangiano biada...-Ah... no?!- esclam, sorpreso e incuriosito dalla mia improvvisa affermazione. Si avvicin di un paio di passi, ridendo allegramente. -E che mangiate, di solito?-...ehm...-Su, non essere timido! Che cosa potr mai essere di cos disgustoso?-Carne, DottoreLa risata gli mor sul volto, con una lentezza quasi inquietante. Mi fiss, sbigotti to. -...carne?!-Carne. Anche equina, volendo...Gli sorrisi, con l'espressione pi accattivante che riuscii a fare. Hooves prese u n profondo respiro e si tocc lo zoccolo, pensoso. -Filippo..?-Si, Dottore?-Che sapore ha, la carne?Fu il mio turno di perdere il sorriso, quella volta. Finito di mangiare le mele, mi sentii subito meglio. Hooves attribu il mio indebo limento al mio obbligatorio cambio di dieta, che mi aveva impedito di mangiare c arne (e tutto, in generale) per ben 72 ore. -Probabilmente sono solo in carenza di proteine, Dottore...Hooves annu, scrutandomi con curiosit. Mi alzai in piedi, stiracchiandomi. -Ci sono tanti modi per recuperarle. Prova le lenticchie, ad esempio. O anche il farro, che male non ti fa...-

Lo guardai, senza riuscire a sorridergli. Il Dottore mi aveva salvato ancora una volta, e io indagavo sul suo conto per riuscire a curare una ferita che probabi lmente voleva soltanto essere lasciata in pace. Dimenticare le ferite, per, non p ermetteva di curarle e chiuderle una volta per tutte. Per l'ennesima volta, attraversando la porta dello studio e chiudendomela alle s palle con un arrivederci , mi chiesi se stessi facendo la cosa giusta. Alzai lo sguardo verso la libreria, dirigendomi l dove probabilmente Twilight Spa rkle mi stava aspettando. A questo punto o... . pensai, mettendomi le mani in tasca non ne sono nemmeno troppo sicur

-FILIPPO!- esclam Twilight Sparkle, vedendomi entrare. Alzai un sopracciglio, ved endo che nella libreria la prugna era in compagnia di Rarity e di Applejack. Ci fissammo per un tempo che parve infinito, senza che nessuno dicesse nulla. Io feci spallucce a una ipotetica affermazione, chiusi la porta e poi attraversai con tranquillit la stanza, dirigendomi al piano inferiore, dove speravo di consum are un paio di ore di sonno. Giusto prima di imboccare il primo scalino, per, mi ferm la voce della texana. -Si pu sapere da dove sbuchi?Mi voltai verso di lei, alzando un sopracciglio. -...dalla porta?-E GRAZIE! Dico, dov'eri?- sbott Twilight Sparkle. -Beh... allo studio del dottore. Mi sono sentito male, ieri sera...-Di nuovo!?-...sei stata tu a spogliarmi?-Respiravi con difficolt. Non ho nemmeno idea di dove siano i tuoi polmoni!Segu una breve pausa, in cui gli occhi della prugna e quelli di Rarity si incontr arono. -...perch tu HAI dei polmoni, non vero?Sospirai, alzando lo sguardo al cielo. -Sentite... possiamo, tipo, parlarne tra un paio di ore? Mi sento stanco... ieri sera ho dormito poco...-...ti sei trascinato fin dal Dottore? Sei ricoperto di polvere!-Eh... gi...-Potevi svegliarmi...- mi rimprover con sguardo truce Twilight. Le feci il mio mi glior sorriso. -Gi... ma non l'ho fatto. Ah, Rarity!-

-Uh?-Dopo posso passare alla boutique a parlarti?-...certo?-Grazie, caraLa verit era che volevo parlare subito con Rarity, ma prima c'era qualcosa di pi i mportante che richiedeva assolutamente la mia presenza, in quanto ospite d'onore . E attore principale della vicenda. Mi voltai e con passo stanco, scesi fino ai piedi del letto, sdraiandomici sopra , in silenzio. Prima di addormentarmi, sentii Applejack che esclamava: -Quello s i che un tipo strano!Il buio mi avvolse per la terza volta. Istintivamente, seppi che non ce ne sareb be stata una terza. Ormai quell'oscurit mi era diventata familiare. L'avrei riconosciuta ovunque. Fu quello il motivo per cui, quando mi appar di fronte con un'esplosione di scintill e, Hooves non mi sorprese pi di troppo. -...tu non sei il Dottor Hooves...- dissi, inclinando leggermente la testa. Lui mi sorrise. -Eh, gi...-Ma io non voglio pi vederti, nei miei sogni...- borbottai. -Per farmi sparire, devi Comprendere. Per Comprendere, devi Vedere. Per Vedere, devi essere Consapevole-...che cosa sei?-Una parte di te-Una parte particolarmente dolorosa, immagino...-EyupSospirai, alzando le spalle, e mi misi in guardia. -...vuoi combattermi? Non puoi scacciarmi con la violenza, pensavo lo sapessi... - disse, come se fosse una cosa ovvia. Io rimasi in silenzio. -Non voglio combatterti. Voglio ComprendereMi sorrise, inclinandosi leggermente in avanti e raspando il suolo con lo zoccol o. -Risposta giusta, Filippo il DetectiveScattammo in contemporanea, puntando uno addosso all'altro, probabilmente senza un vero intento di ferita. Non avevo idea di che cosa stessi facendo, ma in qual che modo sapevo che smettere di combattere era la strada giusta da seguire. Non po tevo liberarmi di me stesso. Potevo solo accettarmi.

Nel momento in cui venimmo a contatto, un flash bianco mi avvolse e fece sparire i contorni di nero intorno a me. Tentai di mettere a fuoco ci che mi circondava, ma c'era soltanto una luce abbagliante che mi impediva di aprire gli occhi. Cos come tutto ci era apparso, improvvisamente fin, e la luce si abbass. Aspettai ch e i miei occhi si riabituassero alla nuova oscurit e poi studiai i dintorni.

Rimasi senza fiato. Ero nel corridoio di casa mia, quello immediatamente accanto alle scale. Quello che secondo mia madre dava un sapore americano all'edificio. Voltai la testa verso la porta-finestra che dava sul cortile. Pioveva con forza, e decise gocce d'acqua sbattevano sul vetro. Mi avvicinai alla scalinata e allu ngai la mano verso il corrimano, studiandone la superficie in legno. Ero tornato a casa. Per qualche strana, immotivata ragione, improvvisamente il m ondo come lo conoscevo, secondo le sue regole, la sua schifosa ipocrisia, i suoi giochetti sporchi e un possibile traditore dietro ogni angolo mi aveva riaccolt o tra le sue braccia nel momento in cui avevo provato ad avere una percezione di me stesso. Per qualche strana ragione, desiderai piangere lacrime di pura gioia, che per non vennero. Mi guardai la mano, studiandone i lineamenti e i tratti. Era improvvis amente rimpicciolita, cos come il mio braccio, e il resto del corpo, diminuito no tevolmente d'altezza. Era come indossare un'armatura troppo piccola e stretta, m a essere impossibilitati a togliersela. ...perch sono cos piccolo? pensai, guardandomi. Anche i vestiti che avevo addosso, g li stessi che indossavo ad Equestria, erano improvvisamente rimpiccoliti di tagl ia, come se volessero continuare a calzarmi, possedenti una propria volont. -Filippo- disse una voce alle mie spalle. Una voce calda, virile, carica d'amore e di affetto. Una voce che per conteneva il tono tipico che precede una affermaz ione da fare. Qualcosa di grave, e che cambier profondamente la tua esistenza da l in poi. Tremando, mi voltai con la lentezza di un automa, mentre le lacrime che prima no n ero riuscito a versare uscivano tutte in un colpo solo. Di fronte a me, alto come lo era sempre stato, quella corporatura enorme, cos com e le mani incapaci di far del male a una mosca e l'accenno di barba incolta tipi co della sua distrazione, c'era mio padre, vivido e reale come non lo ricordavo da dieci lunghissimi anni. Non riuscii a muovermi. Qualunque cosa tentassi di fare, fui solo in grado di ri mane immobile come uno stupido, tremando, mentre un fiume di emozioni mi travolg eva in piena, frantumando la maschera di apatia che mi ero costruito addosso. Fu come se qualcosa mi colpisse pi e pi volte. Qualcosa di pesante ed estremamente r igido. Mio padre mi sorrise e mi si avvicin, chinandosi alla mia altezza e accarezzandom i la testa come era solito fare. Quel gesto mi fece stare anche peggio. -Perch piangi, Filippo?- mi domand con tono dolce. -...io...Istintivamente, mi portai le mani al volto, tentando di arrestare quel fiume di dolore che la sua ricomparsa mi aveva causato, ovviamente senza alcun risultato.

-Tu... tutti questi anni... io... non...Incapace di riuscire a proferire discorsi di senso compiuto, l'unica cosa che po tevo fare era balbettare parole senza senso. -Dai, non piangere. Devo farti un discorso serio...Singhiozzai, tirando su con il naso, e in qualche modo riuscii a contenermi. Alz ai lo sguardo verso quello di mio padre, fissando i suoi profondi occhi bluastri , carichi di quel potere calmante che mi aveva portato a renderlo uno dei miei e roi. -...va bene- dissi. -Io, purtroppo, me ne devo andare. Ci sono delle cose che devo fare... cose impo rtantiSe i colpi di prima avessero continuato ad infierire con la stessa potenza e bru talit, penso che sarei stato ben pi contento. Pi felice di sentirli smettere e di r icevere, in cambio, quell'unico, dolorosissimo attacco al petto, forte come un c alcio ma ben pi spietato e letale. Gli occhi mi si infransero come specchi, mentr e nuove lacrime si formavano sul mio volto. -...no...- sussurrai. Non era possibile. -Purtroppo, sono cose molto importanti. Cose che non posso spiegarti, dato che s ei troppo piccolo...-...sono tornato indietro... Equestria era un sogno... tutti quei pony... quell' odio... erano un sogno... tu sei reale...- sussurrai, pi a me stesso che a un sog getto esterno. Erano parole vane, promesse che mi ripetevo nella testa e nelle o recchie per tentare di convincermi che quell'illusione non fosse tale. -Per, stai tranquillo. Appena potr, se potr, torner. Te lo prometto. Ma finch non son o qui...-NON DIRE CAZZATE, PORCA TROIA!Tentai di allontanare la sua figura con una spinta decisa, ma la mia mano gli pa ss attraverso, creando un effetto ottico fatto di scintille. Inorridito, indietre ggiai, mentre mio padre rimaneva fermo immobile, con lo stesso identico sorriso, a fissare il vuoto. -Da adesso sei tu l'uomo di casa...- continu. Mi misi le mani sulle orecchie, per non sentire la fine di quel discorso, che mi ero sognato cos tante volte da esse re in grado di riprodurlo nella mia testa in modo cos vivido da farlo sembrare re ale. La differenza stava l. Finch era nella mia testa, non era reale e io lo sapevo. Per quanto la cosa mi facesse soffrire, era un punto di distacco che mi protegg eva. Una barriera intangibile, ma fondamentale. Ora quella barriera era stata tolta, e la terribile partenza di mio padre mi ven iva nuovamente riproposta in tutti i suoi sofferenti dettagli, e la piaga poteva di nuovo gridare ad un cielo che non avrebbe risposto alle mie preghiere. -STAI ZITTO! STAI ZITTO, CAZZO! SEI SOLO UN ILLUSIONE! STAI ZITTO! SPARISCI!-Non piangere, quindi. I maschietti non piangono...Sapevo che cosa sarebbe successo poi. Avevo visto quella scena ogni notte della

mia vita, finch non ero finito a Equestria. Quell'immagine si era piantata nella mia mente in modo cos solido da farmi credere che mi avrebbe tormentato per il re sto della mia vita. Alzai lo sguardo, tremando. Mio padre mi fece di nuovo quel sorriso caldo ed acc ogliente, si alz in piedi e mi pass attraverso. Nel momento in cui lo fece, rimasi senza fiato, sconvolto, mentre migliaia di scintille scomponevano e ricomponeva no la sua figura. Mi voltai, d'istinto, a fissarlo mentre si avvicinava alla por ta e l'apriva. -Pap...- mugolai, le lacrime che scendevano copiose. Caddi in ginocchio, incapace di reagire di fronte a quella visione, sentendomi come strangolato, morendo den tro di me per averlo perso una seconda volta. -Ti prego...Si volt, e mi fece -Non...La porta gli si richiuse lentamente alle spalle, mentre la sua spalla sinistra s i allontanava con la stessa lentezza nell'apertura. -...andare...- sussurrai, allungando istintivamente una mano verso lo spiraglio. Sapevo che era inutile. Sapevo che non sarebbe servito a nulla, perch quella era solo una realizzazione di un ricordo. Ma, inconsciamente, dentro di me, nutrivo ancora la speranza che non fosse un sogno. Che la nuda e cruda realt mi si sareb be palesata di fronte agli occhi, da un momento all'altro, strappandomi brutalme nte da Equestria e riportandomi alla routine di ogni giorno. Ad una vita che pot essi considerare umana. La porta si richiuse con uno scatto. ciao con la mano.

Intorno a me torn il buio che conoscevo tanto bene. Hooves non era pi di fronte a me, perch adesso si trovava alle mie spalle. Non avevo bisogno di voltarmi per sa pere che mi dava anche lui la schiena. Avevo il fiatone, e mi sentivo distrutto. Istintivamente, chiusi gli occhi e cad di in ginocchio, boccheggiando. Tremavo con forza, abbastanza da definirle scoss e, ed ero madido di sudore, oltre ad essere terrorizzato. -...adesso capisci?- domand, alle mie spalle, il Dottore, voltandosi verso di me. Non risposi, nella disperata ricerca d'aria. Dopo un tempo che mi parve infinito, presi un respiro pi lungo e forte degli altr i, con il quale riuscii in parte a calmarmi. In modo glaciale, mi appoggiai al g inocchio sinistro, alzandomi in piedi, e mi voltai con la stessa tranquillit. Era una falsa tranquillit, perch in realt ero profondamente scosso. Ma in qualche modo , mi sentii anche maturato e stranamente tranquillo , come se mi fossi liberato di un grande peso che mi opprimeva il cuore. Gli feci un sorriso mesto, inclinando leggermente la testa e mettendomi le mani in tasca. -Iniziamo?- domandai. Hooves annu. Alzai la mano destra, e con essa le tre dita centrali.

-Comprensione, Visione e Consapevolezza. Hai detto che per riuscire a sconfigger ti, non necessariamente farti sparire, ho bisogno di queste tre cose, e che una dipende dall'altra. Quindi, prima di tutto, sono diventato Consapevole. Tu sei u na parte di me, qualcosa di profondamente radicato e del quale non posso liberar mi in fretta. Non posso ucciderti, perch sei me. Ma allora, cosa sei?Abbassai il dito indice. -Visione. Mi hai mostrato qualcosa che spiegasse la tua essenza, e ci che sei in realt. stato qualcosa di tremendamente doloroso e che mi ha impressionato molto.. . ma che mi servito per riuscire a Comprendere-Hai Compreso, dunque?- domand con un sorriso compiaciuto Hooves. Annuii. -Allora possiamo...-Non ho ancora finito. Non star a dirti che cosa ho ambi. Voglio solo darti un avvertimento-...ossia?-Tu non resterai qua per sempre. Verr il giorno in cui tutti i nodi verranno al p ettine, e in mezzo a quei nodi ci sarai anche tu. Non puoi nasconderti per sempr e in una ferita aperta... pap. Sono stato chiaro?Hooves mi fiss con uno sguardo un po' perplesso e un po' stupito. Poi abbass lo sg uardo, facendo un sorriso rassegnato e scuotendo la testa. -...sei tutto tua madre-Si. Si, vero...- ammisi, rimettendomi la mano in tasca. Io e il Dottore ci guar dammo un ultima volta, sorridendoci a vicenda, mentre l'oscurit che ci circondava lentamente si riempiva di crepe e di ragnatele, come se fosse fatta di vetro. Battei il piede a terra, e un fortissimo rumore di vetri infranti ci avvolse. Ch iusi gli occhi. E quando li riaprii, avevo lo sguardo puntato sul tetto della mi a stanza, nella libreria. Compreso , perch lo sappiamo entr

-...non devo dirti quello che ho scoperto!?- domand, sorpresa, Rarity, fissandomi da dietro una grande stoffa color del cielo. Io feci spallucce, scrutandola a m ia volta. -So che ti sei impegnata molto... ma mi sono accorto che avevate tutte ragione, su questa storia, a parte me-...ah- disse semplicemente. Si affacci oltre il telo color cielo, fissandomi in silenzio. -...che c'?- domandai, sorpreso. Nel suo sguardo riuscivo a leggere preoccupazion e e curiosit. -Filippo, se c' qualcosa che vuoi dirmi, non farti problemi...- disse, sorridendo mi. Sospirai, alzando le mani in segno di resa. -Sto bene... per adesso. Appena avr un turbamento nell'animo, sarai la prima a sa perlo... se potr arrivare alle tue orecchie per prima, ovviamente...La pony alz gli occhi al cielo, ripiegando le strisce di tessuto su se stesse e p

oggiandole sul tavolo con la magia. Mi alzai dallo sgabello su cui mi aveva fatt o accomodare e mi diressi verso la porta. -Ma come, vai di gi via?-C' un impegno al quale non posso sottrarmi, Rarity. qualcosa di molto importante , per me.... e non solo per me-Capisco. Vai pure, allora....Le sorrisi un ultima volta, e Rarity ricambi. Per qualche strana ragione, sentii che lentamente, i pochi legami che avevo formato in quella terra si andavano raf forzando, anche se non avevo fatto nulla perch ci accadesse. Mi richiusi la porta della boutique alle spalle e mi avviai per le strade di Pon yville, canticchiando All Summer Long e mettendomi le mani dietro la testa. Nel ci elo splendeva uno stupendo sole primaverile e mi sentivo allegro e leggero. Anch e se ci che stavo per fare avrebbe potuto rovinare l'umore di qualunque soggetto con dei sentimenti. -Avanti- disse il Dottor Hooves quando bussai alla sua porta. Mi affacciai dietr o uno spiraglio di quest'ultima, e salutai il medico, che fece un sospiro con de i tratti di scherzo. -Sei di nuovo qua? Che cos'hai, adesso?-Una confessione da farle, Dottore...Hooves alz un sopracciglio, rimanendo in silenzio. -Una... confessione?-Proprio cos. E mi creda, sar una cosa lunga e complessa, perci meglio se oggi inte rrompe prima il suo servizio medico...Il Doc mi conosceva abbastanza da sapere che io prendevo seriamente il suo lavor o, e non avrei mai avanzato quella richiesta se non per qualcosa di realmente se rio. Cos mi fece entrare, chiuse a chiave la porta e si sedette sullo sgabello ch e sembrava diventato una parte di lui. Io mi avvicinai al lettino e mi sedetti s u di esso con un saltello, guardandolo direttamente negli occhi. -...non so da dove iniziare, Dottore...-Che ne dici di iniziare dall'inizio, Filippo?- sugger con un sorriso. -Ma quella parte la conosce gi, Hooves...- risposi io, sorridendo a mia volta. Lu i sospir, scuotendo la testa. Cos gli spiegai per filo e per segno tutto quello che era successo. Il modo in cu i il suo sguardo mi aveva lasciato profondamente turbato, del modo in cui avevo deciso di indagare su di lui attraverso Applebloom e Rarity, dei sogni che avevo fatto e di come tutto ci mi avesse condotto a Comprendere che dietro alla mia sc elta di curare le sue ferite c'era in realt un nascosto desiderio di vedere rimar ginate le mie. Gli narrai con minuziosi particolari i miei sogni, la fuga e il m odo in cui si frantumavano in continuazione. Non so dove trovai la forza per rac contagli anche di come mio padre mi aveva lasciato, ma riuscii anche in quell'in tento, nonostante una lacrima mi sfugg dall'occhio sinistro. Una su un intero fiu me di pianto fu comunque un buon record. Hooves rest in silenzio durante tutta la narrazione, senza fare alcun movimento s

e non respirare o sbattere le palpebre. Non fosse stato per quel movimento ritmi co e regolare, avrei creduto che si fosse addormentato. Non annuiva nemmeno, com e se qualsiasi movimento avesse potuto distrarmi dal mio racconto. Quando finii di spiegargli ogni cosa, erano passate due ore. Persever nella sua i mmobilit per circa una trentina di secondi, all'interno dei quali io non dissi nu lla, studiandolo in silenzio. All'improvviso, Hooves chiuse gli occhi, sospirando, e si alz sugli zoccoli, in s ilenzio, camminando per la stanza. -...Dottore, mi dispiace di aver tentato di scavare nel suo passato. Ma il suo s guardo mi aveva colpito cos tanto che ho creduto che curando le sue ferite, avrei egoisticamente rimediato anche alle mie. Non penso di...-Io e te siamo molto simili, Filippo. Te l'avevo gi detto, ma te lo ripeto adesso . Non sono arrabbiato con te, nel caso te lo stessi domandando-...no?- osservai, sorpreso. Mi sorrise con semplicit. -No. Perch io, al tuo posto, avrei fatto la stessa cosa. Noi abbiamo entrambi fer ite gravi, nei nostri animi. Ferite che sono difficili da curare. Io ci avevo ri nunciato, a dirti la verit... credevo che non avrei potuto far nulla per liberarm i di questa piaga. Il tuo racconto mi ha fatto capire che in realt arrendersi l'u nico modo per far si che la ferita si allarghi. Non bisogna mai smettere di anda re avanti, non solo per se stessi, ma anche per gli altri. Se noi non avessimo a vuto entrambi ferite cos gravi, probabilmente non avresti mai desiderato curarmi. .. e ti ringrazio per questoQualcosa improvvisamente attir l'attenzione del Dottore, che volse il proprio sgu ardo verso la finestra. Sospir, poi, con fare stanco, e mi rivolse nuovamente il suo sguardo. -...successe anni fa. Non mi ricordo nemmeno pi quanti, ho smesso di contarli da un po'. Forse non avrei dovuto, eh?Rimasi di sasso, quando mi accorsi che il Dottore stava per spiegarmi l'origine della sua ferita. Cos. Dal nulla. Ma poi la mia sensazione di stupore fin, perch in fondo anch'io gli avevo raccontato la mia. Pensai che in fondo fosse giusto che due come noi, due creature ferite, si facessero forza l'un l'altro. Anche se no n sapevo quanta forza sarebbe potuta nascere dal riaprire una ferita e basta. -Oggi non lo diresti, probabilmente, ma al tempo mi ero sposato da poco. Avevo u na figlia che era la copia sputata di Applebloom, se non fosse stato per i suoi occhi. In fondo al suo sguardo, c'era sempre una scintilla di... vita, amore, no n saprei definirla. Erano gli stessi occhi con cui mi guardava AlmaLo scrutai in silenzio. Il Dottore chiuse gli occhi, sospirando di nuovo, e poi riprese: -Avevo uno studio a Canterlot, e stavo rapidamente facendo successo come Dottore . Si diceva che qualunque malattia esista, la sua cura sicuramente il Doc Hooves! . Stavo praticamente diventando la nuova promessa della medicina equina. E dall'a ltro lato, avevo una famiglia che mi amava. Cosa avrei potuto desiderare di pi?Segu una pausa, in cui Hooves si alz e gir nervosamente per la stanza. -Improvvisamente, senza una ragione apparente, sia Alma che mia figlia si ammala rono. Febbre alta, tremori, allucinazioni e deliri. Non esisteva, al tempo, una

malattia che rispondesse di questi quattro sintomi tutti insieme. E per quanto m i impegnassi, per quanto cercassi, la cura sembrava introvabile...Volt nuovamente lo sguardo verso di me. Non sorrideva pi. -Mia figlia se ne and per prima. Era sempre stata di costituzione debole, e la fe bbre la trascin con se. Non... non hai idea di che cosa significhi vedere il corp o della propria figlia essere caldo e pieno di vita un secondo prima, e... e que llo dopo...Le parole gli morirono in gola. Strinse gli occhi con ancora pi forza, chiudendos i in un silenzio sofferente. -Alma... Alma la vidi morire, invece. Ero con lei, quando la febbre peggior ulter iormente. Mi avvicinai al suo letto e le presi lo zoccolo. Piangevo, e non riusc ivo a calmarmi. Non facevo che chiederle scusa, perch ero stato troppo debole... perch, nella mia conoscenza, non avevo trovato una cura alla sua malattiaApr nuovamente gli occhi. Due sottili linee di lacrime gli scendevano dai lati de l volto. -Alma mi guard negli occhi, e... e anche in punto di morte, mantenne la luce che aveva in fondo allo sguardo. Mi sorrise. E mi disse... che era fiera... di aver sposato qualcuno come me. Che... che non provava rancore, non avrebbe mai potuto ... e che mi amava...Hooves mi piant addosso il suo sguardo. Lo stesso sguardo contro il quale non riu scivo a fare nulla, nemmeno respirare. -In punto di morte, non sono stato abbastanza forte per dirle che nostra figlia era morta. Ha dovuto scoprirlo... quando l'ha raggiunta...Hooves prese un profondo, lunghissimo respiro, durante il quale non riuscii a to gliergli gli occhi di dosso. Cos era quella, la ferita del Dottore. Lui aveva perso qualcuno di fondamentale p erch non aveva avuto la forza per proteggerlo, e ogni giorno ne pagava il prezzo attraverso la solitudine. Si asciug il volto con un gesto nervoso, tornando verso il proprio sgabello. -Il resto storia. Hooves abbandon Canterlot e una delle migliori cliniche di Eque stria senza dare alcuna spiegazione, e si ritir a Ponyville, dove nessuno aveva m ai sentito parlare di lui. Fu effettivamente come iniziare una nuova vita... per ch il vecchio dottore era morto insieme a sua moglie e a sua figlia...Incapace di proferir parola, l'unica cosa che potei fare fu abbassare il capo, t enendomi le mani sulle ginocchia. -...non ha senso versare quelle lacrime per un dolore che non provi, Filippo...mi disse il Dottore, sorridendomi e notando le piccole gocce che lentamente mi rigavano le guance, concentrandosi sul mento e poi cadendo a terra.

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