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13/09/2004
Un tentativogenealogico
Lalbero dei numeri, liberamente tratto dal libro I numeri celebri di Luciano Cresci, rappresenta un tentativo di indicare schematicamente soltanto le principali suddivisioni dei numeri, senza alcuna pretesa di esaustivit, anzi sono stati trascurati rametti vari, per evitare di complicare la raffigurazione.
Precisazioni
Ogni diramazione, visibile nellalbero dei numeri (che compare nella seconda diapositiva), rappresenta un sottoinsieme proprio della diramazione precedente. Ipotizzo sicuramente futuri sviluppi nellambito della ricerca matematica, grazie ai quali potranno sorgere nuove diramazioni
I numeri naturali N
Sono i numeri interi positivi. Zero un numero naturale? A tale domanda, Mario Ferrari, dellUniversit di Pavia, risponderebbe che c il diritto di libert. Noi lo collochiamo tra i numeri naturali, ma chi non daccordo libero di non collocarlo. Georg Cantor ha affermato: Lessenza della matematica la libert.
I numeri cardinali
Linsieme dei numeri naturali un insieme infinito: il numero cardinale di tale insieme non un intero naturale e si dice numero transfinito; la potenza dellinsieme dei numeri naturali si dice potenza del numerabile, o semplicemente si dice che linsieme dei numeri naturali numerabile. Un insieme si dice finito se il suo numero cardinale un numero naturale, altrimenti si dice infinito. Il numero cardinale, o potenza di un insieme A, la classe degli insiemi che possono essere posti in corrispondenza biunivoca con A.
A cura di Ivana Niccolai 5
Esempio
Quando si considera, ad esempio, il numero naturale 9, sintende un insieme composto da 9 elementi e 9 rappresenta la cardinalit dellinsieme 9.
Numeri tranfiniti
Il numero cardinale dellinsieme dei numeri naturali un numero transfinito. Cantor stabil di chiamare aleph 0 il numero cardinale dellinsieme costituito da uninfinit di elementi che possano essere contati.
Il termine numerabile dovuto al fatto che, se un insieme qualunque A numerabile, stabilendo una corrispondenza biunivoca tra A e linsieme dei numeri naturali, si possono numerare gli elementi di A. Consideriamo, ad esempio, linsieme A formato da tutti i numeri quadrati: 1, 4, 9,16Essi possono essere messi in corrispondenza biunivoca con i numeri naturali: 1 2 3 4 1 4 9 16
A cura di Ivana Niccolai
Qualunque sia il numero quadrato, esister sempre uno e un solo numero naturale corrispondente: quindi i numeri quadrati si possono numerare alla stessa stregua dei numeri naturali.
Perci, anche linsieme dei numeri quadrati, che un sottoinsieme dei numeri naturali, ha lo stesso numero cardinale dellinsieme di questi ultimi. Se ne deduce che un insieme infinito pu essere messo in corrispondenza biunivoca con un suo sottinsieme, cio con una sua parte.
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Si dice numero ordinale il numero associato a un insieme ordinato che caratterizza, oltre alla quantit degli elementi che lo compongono, anche lordine in cui gli elementi sono disposti. E Georg Cantor (1845-1918) ad aver esteso allinfinito anche gli ordinali, creando cos i numeri ordinali transfiniti.
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Primo principio
Sono due i principi che presiedono alla generazione degli ordinali Il primo principio il seguente: di ogni ordinale a si pu fare il successore, indicato con a + 1 Indicando con 0 il pi piccolo ordinale e applicando ripetutamente tale principio, si ottiene una successione di ordinali: 0, 1, 2, 3,,n
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Il numero omega
Georg Cantor aggiunge il numero omega ( ) definendolo cos: Un nuovo numero, che indichiamo con omega,, che possiamo immaginare come il limite a cui tendono i numeri n, che cio deve essere dichiarato superiore a ogni numero n.
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Secondo principio
Il numero supera la successione infinita degli ordinali finiti e termina, quindi, con un numero infinito, o transfinito.
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Applicando il primo principio,che presiede alla generazione degli ordinali, otteniamo la successione: 0,1, 2, 3,,n,,
+1,
+2, +n
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Passando al secondo principio che presiede alla generazione degli ordinali, si ottiene: lim ( +n), che si indica con + = *2 Si dice *2 e non 2* , in quanto negli ordinali transfiniti le propriet commutative usuali dellaritmetica non sono pi valide.
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Spiegazione (1/2)
Se sommo un numero finito, per esempio 1, a un numero infinito come , il risultato sar ancora ; mentre se sommo 1 non a , ma partendo da , ho +1. Quindi la propriet commutativa non pi valida.
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Spiegazione (2/2)
Se si considera 2* , cio coppie dellordinale 2, poste bene ordinate una dietro laltra, si ottiene un insieme ordinato il cui numero ordinale . Se, invece, si considera un ordinale costituito da due , uno dietro laltro, si ottiene lordinale + , che si indica con *2
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I numeri primi
Un numero naturale p>1 primo se ha esattamente due divisori I primi numeri della serie sono: 2, 3, 5, 7, 11
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I numeri composti
Un numero naturale p composto se ha pi di due divisori. Un record appartiene al numero 7560, che vanta ben 64 fattori divisori e, nellambito di tutti i numeri fino a 10.000, il suo record imbattuto, anche se eguagliato da 9240.
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I numeri fattoriali
Sono contrassegnati dal punto esclamativo: n fattoriale si scrive n! Il simbolo fu introdotto nel 1808 in Germania da Christian Kramp, a significare lo stupore per la rapidit con cui il fattoriale di n cresce al crescere di n.
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I numeri perfetti
Un numero si dice perfetto se uguale alla somma dei suoi divisori, inclusa lunit, ma escluso il numero stesso 6 e 28, ad esempio, sono numeri perfetti, perch:
6 = 1 + 2 + 3 28 = 1 + 2 + 4 + 7 +14
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I numeri poligonali
Il nome di questi numeri poligonali deriva dalle disposizioni di punti che sono state studiate almeno fin dai tempi di Pitagora (circa 540 a.C.) Tali numeri comprendono: i numeri triangolari, i numeri quadrati, i numeri pentagonali, ecc.
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I numeri triangolari
Sono esprimibili mediante la formula: n*(n+1)/2 Quindi i primi numeri della serie sono: 1, 3, 6, 10, 15, 21
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I numeri quadrati
Ogni numero quadrato n2 la somma di due numeri triangolari successivi. Esempi rispettivamente con n=4; n=5; n=6 :
42 = 16 = 6 + 10 52 = 25 = 10 + 15 62 = 36 = 15 + 21
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I numeri pentagonali
Sono dati dalla formula: n*(3n 1)/2 I primi numeri della serie sono: 1, 5, 12, 22, 35 Ogni numero pentagonale pu essere ottenuto dalla somma di tre numeri triangolari:
5 = 1 + 1 + 3 12 = 3 + 3 + 6 22 = 6 + 6 + 10 Ecc.
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I numeri esagonali sono dati dalla formula: n*(2n 1) I primi numeri della serie sono: 1, 6, 15, 28, 45 I numeri eptagonali sono dati dalla formula: n*(5n 3)/2 I primi numeri della serie sono: 1, 7, 18, 34
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I numeri naturali costituiscono un sottoinsieme proprio di un insieme pi generale, che quello dei numeri interi relativi, cio dei numeri contraddistinti dal segno positivo o negativo. Anche linsieme dei numeri interi relativi numerabile.
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I numeri razionali si compongono di una parte intera e di una parte decimale, il periodo, formato da un numero finito di cifre, che si ripete indefinitamente. Se il periodo 0, il numero decimale si dice limitato,(e il periodo non si scrive); se il periodo diverso da 0, il numero si dice illimitato periodico. I numeri razionali sono esprimibili mediante un rapporto di interi, quindi mediante frazioni. Linsieme dei numeri razionali numerabile.
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La potenza dellinsieme dei numeri razionali ancora numerabile, cio la stessa dellinsieme dei naturali. (Come stato dimostrato da Georg Cantor, i due insiemi si possono contare e possono, quindi, essere messi in corrispondenza biunivoca).
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I numeri irrazionali sono numeri non interi e non esprimibili mediante un rapporto di interi. La scoperta dellesistenza di grandezze tra loro non confrontabili numericamente, cio incommensurabili, sconvolse i pilastri concettuali della scuola pitagorica, che riteneva i numeri interi come misura di tutte le cose. I pitagorici si resero conto che il rapporto tra il lato di un quadrato e la sua diagonale non pu essere espresso da numeri interi.
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Il rapporto tra la diagonale d di un quadrato e il suo lato a, cio d/a vale V2, che non esprimibile come rapporto di due numeri interi.
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I numeri razionali e irrazionali costituiscono nel loro insieme i numeri reali. Un numero reale x si dice algebrico se soluzione di unequazione del tipo: anxn + an-1xn-1+ ... + a1x + a0 = 0 dove ogni aj (j = 1,...,n) un intero Un numero reale non algebrico si dice trascendente e necessariamente esso un numero irrazionale.
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Il numero trascendente non un numero algebrico, quindi non soluzione di unequazione algebrica con coefficienti razionali e con un numero finito di termini. Nel 1873 Charles Hermite (1822-1901) ha dimostrato che il numero e, base dei logaritmi naturali,definito come e=lim(npg) (1+1/n)n non poteva essere la soluzione di alcuna equazione algebrica a coefficienti razionali.
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Nel 1882 stato Carl Ferdinand Lindermann (1852-1939) a raggiungere la prova che anche trascendente: infatti non pu essere il risultato di unequazione algebrica. Aleph-uno la potenza di Infinito associata ai numeri irrazionali trascendenti.
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E stato C.F.Gauss (1777-1855) a coniare il termine numeri complessi per quei numeri a coppia a+bi
dove a e b sono numeri reali, e i= V-1 si definisce unit immaginaria. Essendo i = V-1, ne consegue che
i2 = (V-1) * (V-1) = -1 i3 = i2 * i = -1 * i = - i
Linsieme dei numeri complessi pu essere pensato sia come unestensione dei reali, sia come unestensione degli immaginari e raccoglie le propriet caratteristiche degli uni e degli altri (inoltre rende possibile lesecuzione delloperazione di radice, senza restrizioni).
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E stato lamericano Abraham Robinson (1918-1974) a sviluppare negli anni sessanta la non-standard analysis che introduce, a fianco dei numeri reali, i numeri iperreali, comprendenti anche i numeri infinitesimi.
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Alcune informazioni base saranno sufficienti per introdurre linnovativa impostazione di A. Robinson. Si parte dagli infinitesimi: un infinitesimo (limitandoci ai positivi) un numero maggiore di zero e inferiore a qualsiasi numero reale positivo. Rispetto a Leibniz, secondo il quale gli infinitesimi erano delle variabili, Robinson attribuisce agli epsilon la dignit di numeri ben determinati: la categoria dei numeri iperreali linsieme dei reali e degli infinitesimi. Gli infinitesimi vengono, cos, promossi a numeri veri e propri e si pu parlare di due numeri iperreali infinitamente vicini se la loro differenza rappresentata da un numero infinitesimo.
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Un numero iperreale finito ha la forma a+I dove a un consueto numero reale ed I un infinitesimo. Intorno a un numero iperreale a finito esiste un alone di numeri infinitesimi, che costituiscono linsieme dei numeri a+I. Tale insieme viene detto, in omaggio a Leibniz, monade ed indicato con (a).
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Per i numeri iperreali valgono le stesse operazioni dei reali; ma il cosiddetto assioma di Archimede (che afferma: Dato un numero reale a, esiste un numero intero n tale che na maggiore di qualsiasi altro numero reale b.) nellanalisi nonstandard deve essere abbandonato.
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Fu Raffaele Bombelli (sec. XVI) a fornire per primo lidea di pensare a ununit immaginaria detta i, tale che il suo quadrato fosse lunit negativa, cio i2 = - 1. Bombelli forn anche regole algoritmiche su tale entit. Ancora nel 1702 Leibniz esplicitava, forse, limbarazzo dei matematici riguardo a questa idea assurda di un quadrato negativo, dal momento che egli scriveva a proposito del numero immaginario: Miracolo dellanalisi, mostro del mondo ideale, quasi anfibio tra essere e non essere.
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Un numero immaginario il prodotto tra un numero reale e lunit immaginaria. Ad esempio: i, 6i, (8/5)i, sono tutti numeri immaginari. Anche 0 si pu pensare come 0i, quindi come numero immaginario.
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Per comprendere lentit di tali numeri, analizziamo i rispettivi quadrati dei numeri che sono stati scelti ad esempio:
(6i)2 = 36*(-1) = - 36 (*8/5)2 = i2*64/25 = (-1)*64/25 = -(64/25)
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Operazioni elementari in I
In I si possono anche definire le solite operazioni elementari. Baster trattare i come se fosse una qualsiasi lettera e dunque applicare le regole scolastiche del calcolo letterale, non dimenticando che i2= -1 Esempi:
Addizione: 6i + 7i = 13i Sottrazione: 6i 7i = - i Moltiplicazione: 6i*3i = 18i2 = -18 Divisione: 6i / 3i = 2
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I quaternioni (1/2)
Lestensione a una terza dimensione delle propriet peculiari del piano complesso impegnarono a lungo lirlandese William Rowan Hamilton (1805-1865): il passaggio dai numeri complessi a+ib a terne ipercomplesse a+ib+jc, essendo i e j operatori simili, eluse per oltre dieci anni i suoi tentativi, non per loperazione di somma, facile, ma per la moltiplicazione.
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I quaternioni (2/2)
Nel 1843 ebbe lilluminazione, mentre passeggiava con la moglie: doveva usare quaterne numeriche a+bi+cj+dk invece di terne, con a, b,c,d numeri reali e i, j, k aventi la stessa propriet di i, cio: i2=j2=k2=-1 e, sacrificando la propriet commutativa della moltiplicazione, fare inoltre: ij = k, ma ji = -k e ki = j e ik = -j Le quattro unit 1, i, j, k e le loro opposte 1, -i, -j, -k formano un gruppo dellottavo ordine non commutativo, detto gruppo dei quaternioni.
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Sulla scia di Hamilton (che fu il primo a presentare un lavoro completo sui quaternioni), fiorita tutta una serie di nuove algebre, tra cui lalgebra di Arthur Cayley (1821 1895), brillante studente a Cambridge, che formul una teoria con 7 radici immaginarie di 1, creando cos un algebra di numeri a otto dimensioni. Tali numeri, chiamati ottetti o numeri di Cayley, sono utilizzati nello studio di spazi a n dimensioni.
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