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Numeri complessi
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Prof. Christian Facchini email: christian.facchini1975@gmail.com
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Indice
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1.1 Le proprietà dell’insieme dei numeri reali
Il concetto di numero è stato protagonista di una notevole evoluzione nel corso della storia. I
primi numeri che incontriamo sono i numeri naturali, il cui insieme si indica col simbolo
6 7 80,1,2 … 9
0 1 2 3
Tuttavia da soli non soddisfano tutte le nostre esigenze. Ad esempio non sono in grado di
descrivere situazioni di vincita e perdita, oppure la posizione relativa di un punto : su una
retta rispetto a un suo punto 0 (potremmo dare la distanza da : da 0,, ma non se : si trova
prima o dopo il punto 0). Inoltre, utilizzando i soli numeri naturali non è possibile dare un
significato alla soluzione di molte equazioni anche semplici, come ad esempio B C 5 7 2. Un
bambino direbbe che è impossibile che da un numero addizionato a 5 si possa ottenere 2.
Per rispondere a questioni di questo tipo si estende l’insieme dei numeri naturali
aggiungendo gli interi negativi, ottenendo l’insieme dei numeri interi
-3 -2 -1 0 1 2 3
Anche questa nuova collezione di elementi non permette di soddisfare tutte le nostre
esigenze:: ad esempio i numeri interi non sono in grado di descrivere sempre l’esito di una
misura. Inoltre, molte equazioni continuano a non possedere una soluzione, come 2B < 1 7 0.
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christia
Rappresentando sulla retta i numeri razionali multipli di , , otteniamo una situazione
> > >
>@ >@@ >@@@
del tipo
I numeri razionali sono arbitrariamente vicini tra loro: questa proprietà si esprime dicendo
che E è un insieme denso.
Si potrebbe pensare ora che ogni punto sulla retta è descritto da un numero razionale : non è
così.
Infatti
√2
0 1 √2
Costruiamo quindi l’insieme dei numeri reali P, che contiene E,, aggiungendo i numeri
esprimibili per mezzo di allineamenti decimali, illimitati e non periodici (i numeri
irrazionali). Esempi di numeri irrazionali sono √2 e R.
Abbiamo ottenuto in questo modo una corrispondenza biunivoca tra i numeri reali e i punti di
una retta (detta, appunto, retta reale).
Non possiamo essere ancora del tutto soddisfatti: nel nostro percorso
percorso abbiamo incontrato
molte volte equazioni che non hanno soluzione (o, come si suol dire, equazioni impossibili )
come ad esempio B ? 7 <1.
Si tratta semplicemente di definire nuovi oggetti, nuovi numeri, che estendano l’insieme dei
numeri reali e che abbiano nuove proprietà.
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christia
Le proprietà fondamentali della addizione e della moltiplicazione sono
1) La proprietà associativa
Per ogni T, U, V W P
a) (T C U) C V 7 T C (U C V)
b) (T · U) · V 7 T · (U · V)
Per ogni T, U W P
a) T C U 7 U C T
b) T · U 7 U · T
a) T C 0 7 T per ogni T W P
b) T · 1 7 T per ogni T W P
a) Ogni numero reale ammette l’opposto, ovvero per ogni T W P esiste TA W P tale che
b) Ogni numero reale diverso da zero ammette l’inverso (il reciproco), ovvero per ogni
con \.
>
5) La proprietà distributiva
T · (U C V) 7 T · U C T · V
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1.2 L’insieme dei numeri complessi : la rappresentazione in forma algebrica
Abbiamo visto come i numeri reali siano rappresentabili per mezzo di punti su una retta.
L’idea più ovvia, per ottenerne una generalizzazione, è quella di definire i nuovi numeri che
stiamo cercando come oggetti descritti da punti nel piano.
cd
_
U
T `a
L’asse delle ascisse viene detto asse reale, l’asse delle ordinate asse immaginario.
Un piano in cui è fissato un riferimento siffatto è detto piano complesso o piano di Gauss.
Ad ogni punto nel piano è associato un vettore e ad ogni vettore è associato un punto nel
piano: è definita quindi una corrispondeza biunivoca tra i punti nel piano e i vettori con la
coda nell’origine.
cd cd
_ _
U T
T `a U `a
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Quando parleremo di numeri complessi ci riferiremo indifferentemente a loro come punti o
come vettori.
<1 _
I numeri complessi sull’asse delle ascisse sono i nostri “vecchi” numeri reali: il numero (B, 0)
viene detto numero complesso reale e conveniamo di scriverlo col solo simbolo B.
I numeri con parte reale nulla, ovvero numeri della forma (0, f) vengono detti numeri
immaginari.
T `a
<U
I termini che utilizziamo come “complesso” e “immaginario” non indicano una effettiva
particolare complessità o un’astrazione di un livello superiore a quella che ritroviamo nei
numeri reali (anzi): denotano semplicemente la difficoltà con cui storicamente sono stati
accettati dalla comunità scientifica.
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Moltiplicazione di un numero complesso per uno scalare (un numero reale)
cd
In analogia con le operazioni sui vettori
kT k_ che già conosciamo, se k W P e
_ 7 (T, U) W " definiamo
_
T
k · _ 7 (kT, kU)
U kU `a
i
j
_
T
V U j `a
Se _ 7 (T, U) e i 7 (V, j), in accordo con la somma geometrica di due vettori, è naturale
definire _ C i 7 (T C V, U C j).
E’immediato verificare che la somma così definita gode della proprietà associativa e
commutativa; l’elemento neutro è 0 7 (0,0) e, dato _ 7 (T, U) il suo opposto è – _ 7 (<T, <U).
m
il numero (1,0), detto unità reale, che abbiamo
visto si può indicare con 1
•
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Utilizzando le notazioni e le operazioni che abbiamo introdotto, se _ 7 (B, f) possiamo
scrivere
_
f
ovvero ogni numero complesso può
essere scomposto come somma di
vettori sull’asse reale e sull’asse
immaginario.
B `a
_ 7B·1Cf·m
f
o, equivalentemente,
_ 7 B C mf m
1 B `a
Abbiamo mostrato che ogni numero complesso è una combinazione lineare dell’unità reale
(1,0) 7 1 e dell’unità immaginaria (0,1) 7 m .
_ 7 B C mf
B `a
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Esempio.
La forma algebrica è
a) _ 7 2 C m0 7 2 b) i 7 <3m c) n 7 2 < m
e la rappresentazione grafica
cd
_
`a
Sommare numeri complessi in forma algebrica è facile: si utilizzano le usuali proprietà delle
operazioni.
Abbiamo visto che nessun numero reale verifica la relazione B ? 7 <1: ora, in fase di
definizione della somma, richiediamo che l’unità immaginaria m abbia questa proprietà, ovvero
che
m ? 7 <1
Per scoprire come si possa definire la moltiplicazione fra due numeri complessi, prendiamo
_ 7 T C mU e i 7 V C mj ed effettuiamo il prodotto utilizzando in modo formale le usuali
proprietà delle operazioni, ricordando che m ? 7 <1.
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Ora, per definizione, assumiamo che
Esempio 1.
Calcoliamo m J .
Quindi m J 7 mrst
· … m · mrst
·…·m · m 7 m
G uvwxy G uvwxy
Esempio 2.
Prova tu.
a) Calcola m H= .
TB < Uf 7 1}
|
Tf C UB 7 0
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B7
\
Potevamo pervenire allo stesso risultato anche in altro modo: l’inverso di _ 7 T C mU si scrive
da cui, moltiplicando numeratore e denominatore per T < mU
>
1 a < ib a < ib
7 7 ?
a C ib (a C ib)(a < ib) T C U ?
Esempio.
2 C m (2 C m)(3 C m) 6 C 2m C 3m < 1 5 C 5m 1 1
_7 7 7 7 7 C m
3 < m (3 < m)(3 C m) 10 10 2 2
Prova tu.
c) Calcola .
HI
F
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coordinate
1.3 Le coordinate cartesiane e le coordinate polari
cd
T _
diciamo che (T, U) sono le coordinate
|_| (cartesiane) di _.
U `a
In realtà il concetto di coordinate è più generale: possiamo chiamare coordinate dei numeri
che, secondo un’opportuna regola, permettono di individuare la posizione di un punto.
Notiamo che la coppia (T, U) non è l’unica che consente di stabilire la posizione del punto _.
Possiamo individuare la posizione di _ anche conoscendo la lunghezza r del vettore e l’angolo
che esso forma con il verso positivo dell’asse delle ascisse.
7 √T? C U ?
se _ si trova nel primo quadrante allora 7 arctan \, oppure 7 arccos o, ancora,
•
\
•
7 arcsin
Attenzione!
Le coordinate cartesiane non sono uniche : argomenti che differiscono tra loro per multipli di
2R individuano la stessa inclinazione tra il vettore e il semiasse reale positivo.
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Affinché si abbiano coordinate polari che identifichino univocamente un numero complesso si
può richiedere che l’argomento sia un numero tra zero e 2R: l’argomento di un numero
complesso compreso in questo intervallo viene detto argomento principale.
Esempio 1.
_
1 Il modulo del vettore è ipotenusa del
√2
quadrato 0_, dunque |_| 7 √2.
Esempio 2.
Esempio 3.
cd
Determiniamo preventivamente la
_
lunghezza dei cateti: esse ci
3
5 consentiranno di determinare poi le
coordinate del numero complesso _.
R R
6 6
0 `a
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1.4 La rappresentazione trigonometrica
T 7 cos
U 7 sin
•
•
_ 7 (cos C m sin )
Esempio 1.
3 3
_ 7 3 < 3m 7 3√2 cos R C m sin R
4 4
Esempio 2.
Se è l’angolo tale che cos 7 , sin 7 (essendo un numero nel primo quadrante del
? >
√H √H
piano, un angolo che soddisfa queste condizioni è arctan ?, o arcsin , o arccos ) la
> > ?
√H √H
rappresentazione trigonometrica è _ 7 √5(cos C m sin ).
Prova tu.
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Questa rappresentazione è utile per eseguire prodotti, potenze e rapporti fra numeri
complessi.
Si prova infatti facilmente che, dati _ 7 (cos C m sin ) e i 7 (cos C m sin ) vale
e, di conseguenza
da cui
Vale inoltre
_
7 (cos( < ) C m sin( < ))
i
Esempio.
Allora
2 2
_ · i 7 8 cos R C m sin R
3 3
2R 2R
_ ? 7 16 cos C m sin 7 <8 C m8√3
3 3
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1.5 La rappresentazione esponenziale
a 7 cos C m sin
I numeri complessi di questo tipo si comportano molto bene con prodotti, quozienti e
rapporti.
a · a 7 a ()
Infatti
Di conseguenza
?
a 7 a ?
da cui
q
a 7 a q
a
7 a (I)
a
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Consideriamo ora un generico numero complesso _:
cd
_ 7 a
abbiamo visto che è esprimibile in
sin una forma del tipo
cos `a _ 7 (cos C m sin ).
da cui _ 7 a .
Notiamo esplicitamente che la notazione esponenziale non è unica : due argomenti che
differiscono di un multiplo intero di 2R rappresentano lo stesso numero complesso.
7 a (I)
•
•
Esempio1.
La rappresentazione esponenziale è
perciò _ 7 5a @ .
Esempio 2.
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Rappresentiamo in forma esponenziale il numero _ 7 <3.
cd
Esempio 3.
¤
In definitiva _ 7 √5a I .
¡¢£
Esempio 4.
a C 1 7 0
E’facile verificare che
Questa formula, dovuta ad Eulero, è considerata da alcuni la formula più bella della
matematica: contiene l’operazione principale di addizione, il simbolo di uguaglianza,
l’elemento neutro dell’addizione e della moltiplicazione, l’unità immaginaria, il numero di
Nepero e pi greco.
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1.6 Le potenze in "
Esempio 1.
Calcoliamo (1 < m)? . In questo caso possiamo applicare senza difficoltà le usuali regole di
calcolo e otteniamo
Esempio 2.
Calcoliamo ora (1 < m)G . In linea di principio possiamo procedere come nell’esempio
precedente; tuttavia l’esponente porta a calcoli un po’ laboriosi. In generale, in situazioni
simili conviene esprimere la base in forma esponenziale.
G
Poiché 1 < m 7 √2a ¦ otteniamo √2a ¦ 7 4a = 7 <4.
¥ ¥
Esempio 3.
Calcoliamo §√5 cos F C m sin F ¨ . Applicando il teorema di De Moivre otteniamo
R R
§√5 cos C m sin ¨ 7 125(cos 2R C m sin 2R) 7 <125
3 3
Esempio 4.
«
Calcoliamo .
©√FFª
¥
Esprimiamo √3 C 3m in forma esponenziale: √3 C 3m 7 2√3a da cui 2√3a 7 12G a 7
¬ ¬ «¬
12G a .
?
©√3 C 3mª 12G a F ? F H √3 1
7 7 12G a FI? 7 12G a I 7 12G ®< < ¯
m = F 2 2
a?
Prova tu.
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n--esime
1.7 Le radici n
Chiamiamo radice n-esima di i , e la indichiamo con √i , l’insieme dei numeri complessi che
°
elevati alla p dà i.
In altri termini
√i 7 8_ W ": _ q 7 i9
°
La definizione di radice nel campo complesso presenta due significative differenze rispetto al
caso reale:
Vediamo alcuni esempi che ci mostreranno come calcolare la radice n-esima di un numero
complesso.
Esempio 1.
Determiniamo √<8.
Conosciamo già un elemento dell’insieme: il numero reale <2. In linea di principio potrebbe
essere l’unico; vediamo se nel più ampio insieme " se ne trovano altri.
(±) _ F 7 <8
_ 7 a
<8 7 8a
•
•
F
e sostituiamo in (±), ottenendo a 7 8a , ovvero
F a F 7 8a
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L’elemento generico di √<8 è pertanto espresso da
?
_ 7 2a F F ,k W;
³
In definitiva
Esiste un modo più breve per calcolare le radici n-esime: da √<8 esprimiamo <8 nella forma
cd
1 C m√3
<2 `a
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Osservazione importante.
√i
°
con i 7 a ¹ .
• q 7 , da cui 7 °¸
p 7 R C 2kR, da cui 7 q C
?³
q
•
o, in forma trigonometrica
R 2kR R 2kR
_ 7 °¸ cos C C m sin C , k W ;
p p p p
Esempio.
Sappiamo già che 1 è una radice: determiniamo le due rimanenti. Procediamo come in
precedenza.
?
√1 7 ¸a (@?³) 7 a ³F
• per k 7 0, _ 7 1
per k 7 1, _ 7 a º _ 7 cos F R C m sin F R 7 < ? C m
? ? > √F
?
•
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cd
1 √3
< <m
2 2
Non è un caso: le radici n-esime dell’unità sono i vertici di un poligono regolare di n lati
inscritto nella circonferenza goniometrica.
Prova tu.
Esaminiamo il caso particolare delle radici quadrate di un numero complesso, ovvero dei
numeri appartenenti all’insieme √i, i W ".
Posto i 7 a ¹ otteniamo
¹
√i 7 »a (¹?³) 7 ¸a ,k W;
³
?
θ
•
Quindi
θ
»a ¹ 7 ¿¸ cos C isin
2 2
Dunque una radice quadrata contiene sempre due numeri complessi, opposti tra loro.
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Esempio 1 (Radice quadrata di un numero reale positivo).
Calcoliamo √36.
Poiché 6 è una radice ed esistono solo due radici opposte tra loro: la radice rimanente è <6,
dunque √36 7 ¿6.
Calcoliamo √<4.
E’ immediato riconoscere che una radice è 2m. La radice rimanente è l’opposto, dunque
√<4 7 ¿2m.
3 3
√<2 C 2m 7 »√8a G 7 ¿ √8a 7 ¿ √8 cos R C m sin R
F F
¦ ¦
8 8
¸?√? ¸?I√? ¸?√? ¸?I√?
e, poiché cos R 7 , sin R 7 ne viene che √<2 C 2m 7 ¿ √8 Cm .
F F ¦
? ? ? ?
<2 C m
2 1 1
<2 C m 7 √5 < Ci 7
√5 √5 √5
E’ sufficiente determinare una radice : l’altra abbiamo visto la otteniamo prendendo l’opposto.
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In generale quindi √<2 C m 7 ¿ √5a 7 ¿ √5 cos C m sin .
À
¦ ¦
? ?
Per ottenere una rappresentazione in forma algebrica determiniamo cos e sin utilizzando
? ?
formule
cos 7 ¿»
>¡ÁÂ
? ?
•
sin 7 ¿»
>I¡ÁÂ
? ?
•
Per determinare il segno basta osservare che <2 C m si trova nel secondo quadrante, dunque
à à R e quindi à à , perciò cos Ä 0 e sin Ä 0. Dunque
? G ? ? ? ?
7Å
>I
cos ? 7 » 7»
>¡Á √µ HI?√H
? ? >@
•
7Å
>I
sin ? 7 C» 7»
>I¡Á √µ HI√H
? ? >@
•
In definitiva
10 10
Graficamente
cd
_Ci
`a
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Prendiamo ora un numero complesso _ 7 a e moltiplichiamolo per il versore a ¹ :
otteniamo
_ · a ¹ 7 a (¹)
cd
a (¹)
_ · a ¹ 7 ()a (¹)
Esempio 1.
Poiché m 7 a , il numero _ · m è
¬
_·m
2 `a
Esempio 2.
_Ci
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Esempio 3.
cd
i 7 a >? C 2m
`a
Sappiamo che è possibile definire la distanza fra due numeri reali: precisamente, se B, f W P
chiamiamo distanza fra B e f il numero
j(B, f) 7 |B < f|
In modo del tutto analogo è possibile definire la distanza fra due numeri complessi: se
_, i W " chiamiamo distanza fra _ e i il numero
j(_, i) 7 |_ < i|
cd
i
|_ < i|
La definizione è giustificata dalla _
rappresentazione grafica e dalla definizione
di somma fra due numeri complessi. `a
_<i
<i
È 7 8_ W " É |_ < m| 7 1 9
cd
`a
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mentre l’insieme
cd
Ì 7 8_ W " É |_ < m| Ë 1 9
`a
Esempio 1.
cd
L’insieme Ì 7 Íi W " É i 7 _ · a ¦ , _ W ÈÎ
¬
è 1
<1
Esempio 2.
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Prova tu.
Se :(B) un polinomio di grado p, diciamo che un numero reale V è una radice del polinomio :
se lo annulla, ovvero se :(V) 7 0. In tal caso esiste un polinomio ×(B) di grado p < 1 tale che
:(B) 7 (B < V) · ×(B).
Il numero 1 è una radice, visto che :(1) 7 0. Inoltre :(B) 7 (B < 1) · (B ? C B C 1).
Diremo che 3 è uno zero (o una radice) di molteplicità 1, 2 è uno zero di molteplicità 3 e <4 ha
molteplicità due.
tu..
Prova tu
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Nell’insieme dei numeri reali ogni polinomio si può scomporre come prodotto di polinomi di
grado uno o di grado due.
Nel campo dei numeri complessi troviamo una proprietà molto comoda: un polinomio di
grado n è sempre scomponibile in n fattori di primo grado (eventualmente alcuni uguali tra
loro).
BG < 4
(B ? < 2)(B ? C 2)
Potendo sfruttare anche i numeri reali possiamo scomporre il primo fattore ottenendo
Nell’insieme dei numeri reali non possiamo scomporre ulteriormente: il polinomio di quarto
grado B G < 4 ha quindi (in P) due radici, <√2 e √2, entrambe di molteplicità 1.
Ora abbiamo però la possibilità di utilizzare un insieme più ampio: nell’insieme dei numeri
complessi B ? C 2 si può scrivere come B < √2mB C √2m: dunque in " il polinomio B G < 4 si
può scomporre come
Ogni polinomio :(B) si può scomporre in n polinomi di primo grado del tipo (B < B ),
eventualmente alcuni uguali fra loro.
In altri termini: ogni polinomio di grado n ha esattamente n radici, contate con la loro
molteplicità.
Nell’insieme dei numeri reali non tutti i polinomi di secondo grado sono scomponibili : lo sono
nel caso l’equazione associata abbia soluzione.
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Ricordiamo che se :(B) 7 TB ? C UB C V è un polinomio di secondo grado e B> , B? sono i suoi
zeri (ovvero sono soluzioni dell’equazione associata :(B) 7 0), allora il polinomio è
scomponibile: in particolare TB ? C UB C V 7 T(B < B> )(B < B? ).
Sappiamo bene che non sempre equazioni di secondo grado hanno soluzioni reali: dalla
formula risolutiva
Questo non è più vero nell’insieme dei numeri complessi: in questo caso abbiamo visto che la
radice è sempre definita.
Esempio 1.
Poiché √<3 7 ¿√3m ne viene che _>,? 7 7< ¿ m, ovvero _> 7 < < m e
I>¿√F > √F > √F
? ? ? ? ?
_? 7 < ? C m.
> √F
?
Esempio 2.
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Esempio 3.
R R √2 √2
√m 7 »a ? 7 ¿a G 7 ¿ cos
C m sin 7 ¿ ® C m ¯
4 4 2 2
risulta _ 7 1 ¿ Cm , ovvero
√? √?
? ?
Esempio 4.
2CB 73 }
|
f < 1 7 <3f
Esempio 5.
Poiché |_| 7 e _g 7 a (I) risulta F a F < a (I) 7 0 da cui F a F 7 a (I) .
Visto che è un numero reale positivo possiamo semplificare ottenendo ? a F 7 a (I) .
Sappiamo che due espressioni in forma esponenziale descrivono lo stesso numero se hanno lo
stesso modulo e se gli argomenti differiscono per un multiplo di 2R perciò
? 7 1, da cui 7 1
3 7 < C 2kR, da cui 7 k ?
•
•
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1.11 Esercizi di ricapitolazione
Esercizio 1.
Esercizio 2.
a) _ 7 3 C 6m b) _ 7 m c) _ 7 2 d) _ 7 <√3 C m e) _ 7 3 < 7m
Esercizio 3.
Esercizio 4.
Rappresenta nel piano di Gauss i numeri complessi che soddisfano le seguenti condizioni
Esercizio 5.
a) m b) c) – m d) 2 < m e) 2a f) 2a I
¬ ¬
>
Esercizio 6.
Esercizio 7.
Stabilisci se |_ ? | 7 |_|? è vera per ogni _ W ". Nel caso non sia sempre vero, determina quali
numeri complessi hanno questa proprietà.
Esercizio 8.
Calcola
>@@ >I
a) m F b) (1 C m)>@@ c) d) >
>
√FI
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Esercizio 9.
Calcola
Esercizio 10.
?I \
a) Determina a in modo che sia reale. Ïprova a svolgere i calcoli sulla base…Ð
F
Esercizio11 .
Esercizio 12 .
Esercizio 13.
Esempio 14.
Calcola C .
I>√F I>I√F
? ?
36
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Esercizio 15.
Esercizio 16.
Esercizio 17.
Esercizio 18.
Esercizio 19.
Esercizio 20.
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