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Universit di Torino

QUADERNI DIDATTICI
del
Dipartimento di Matematica





Quaderno # 23 Gennaio 2004









DANIELA ROMAGNOLI

Elementi di Matematica discreta




PREFAZIONE



In questo quaderno didattico contenuta la traccia delle lezioni del laboratorio di
matematica discreta per il corso di laurea in Matematica di Torino (anno accademico
2003-2004). Le lezioni si propongono sia di richiamare i prerequisiti necessari che di
introdurre strumenti nuovi per la presentazione di alcune tematiche del calcolo
combinatorio e pi in generale della matematica discreta .
Filo conduttore del laboratorio l'uso del concetto di funzione nel contare gli elementi
di un insieme, il suo scopo quello di elaborare il materiale presentato nelle lezioni ,
integrandolo con osservazioni ed esercizi. Per una pi vasta trattazione dei temi
presentati si rimanda alla bibliografia che riporta i testi consigliati ed usati dai
frequentanti il laboratorio per la stesura di tesine attinenti gli argomenti presentati .


INDICE


Capitolo1 IL PRINCIPIO DI INDUZIONE MATEMATICA E IL METODO
DELLE SCELTE p.1

Capitolo 2 CORRISPONDENZE E FUNZIONI
2.1 Corrispondenze tra insiemi . .p.5
2.2 Funzioni tra insiemi finiti .p.7

Capitolo 3 SUCCESSIONI E RELAZIONI RICORSIVE
3.1 Definizioni ed esempi..p.19
3.2 Successioni aritmetiche e geometriche....p.23
3.3 La successione di Fibonacci.p.26
3.4 Relazioni ricorsive lineari.p.31

Capitolo 4 FUNZIONI ARITMETICHE E FUNZIONI INTERE
4.1 Funzioni aritmetiche moltiplicative.. ....p.39
4.2 La funzione di Eulero e la funzione di Moebius . ..p.40
4.3 Funzioni intere..p.50


.


D.Romagnoli Elementi di matematica discreta
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
1

CAPITOLO 1

Il principio di induzione matematica e il metodo delle scelte

Alla base del contare vi sono linsieme N dei numeri naturali, a tutti ben noto fin
dalle scuole elementari, e le sue propriet.

Linsieme N dei numeri naturali viene formalmente determinato dai cinque assiomi
seguenti, dovuti al matematico Giuseppe Peano ( 1858-1931):

i) 0 un numero naturale

ii) ad ogni numero naturale n corrisponde un altro numero naturale, unico, detto
successore di n

iii) due numeri naturali distinti hanno due successori distinti

iv) 0 non il successore di nessun numero naturale

v) qualunque sottoinsieme A di N avente le due propriet

a) 0A
b) per tutti gli n N, nA il successore di n A

deve essere linsieme N.

Lassioma v) viene detto principio di induzione matematica .

Invece di nA si pu dire "n ha la propriet P". Con questa terminologia il principio
di induzione matematica diventa lassioma seguente:

v) qualsiasi propriet dei numeri naturali valida per 0 e valida per il successore di n
ogniqualvolta valga per n vale per tutti i numeri naturali .

Dagli assiomi di Peano si pu dedurre formalmente tutta laritmetica; il primo passo
consiste nell' introdurre loperazione di somma di numeri naturali, in base alla quale,
indicato con 1 il successore di 0, si trova subito che il successore di n n+1,
loperazione di moltiplicazione e nel dimostrarne le propriet . Non ci inoltriamo in
queste definizioni, accenniamo solo al fatto che, a partire dagli assiomi di Peano
possibile dotare N di un ordinamento totale, il consueto ordinamento secondo
grandezza, definito come la relazione seguente :
dati m, n N ,

m n x N tale che m+x = n .

2 Capitolo 1 Il principio di induzione matematica e il metodo delle scelte

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Si pu provare che tale relazione una relazione di ordine totale verificante la
seguente propriet :

v") dato comunque un sottoinsieme non vuoto A di N, A possiede un primo
elemento, cio un elemento m tale che

m a , a A .

Diciamo allora che la relazione data un buon ordinamento e che linsieme N bene
ordinato .
La propriet v" pu venire assunta come quinto assioma al posto del principio di
induzione matematica . In tal caso semplice dimostrare la validit del principio di
induzione : assumiamo quindi che N sia un insieme bene ordinato e dimostriamo il

Principio di induzione matematica ( 1
a
forma )

Sia ( P(n) ) una successione di proposizioni tali che

i) P(0) (P(n
0
)) vera ( base dellinduzione )
ii) La verit di P(k) implica la verit di P(k + 1 ) , k 0 (n
0
) (ipotesi induttiva)

Allora P(n) vera, n 0 (n
0
) .

Dimostrazione . Sia S = {x > 0 (n
0
) | P(x) falsa }. Supponiamo, per assurdo, che S
non sia vuoto. Per lassioma del buon ordinamento di N, S ha un primo elemento,
che indichiamo con m. Consideriamo ora la proposizione P(m) : poich mS, P(m)
falsa; inoltre, poich m il primo elemento di S, m 1 S (e m 1 0 (n
0
)), quindi
la proposizione P(m-1) vera e la ii) ci dice allora che P(m) vera . Abbiamo una
contraddizione, dunque S vuoto .

In modo del tutto analogo si dimostra il

Principio di induzione matematica ( 2
a
forma ) .

Sia ( P(n) ) una successione di proposizioni tali che

i) P(0) (P(n
0
)) vera ( base dellinduzione )
ii) La verit di P(k), 0 (n
0
) k < m, implica la verit di P(m) (ipotesi
induttiva)

Allora P(n) vera, n 0 (n
0

) .

Il principio di induzione matematica si rivela molto utile per dimostrare proposizioni
il cui enunciato dipenda da n N . Vediamone negli esempi luso corretto .


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Esempi 1.1

1) Si provi la validit della formula di Gauss : 1 + 2 + + n =
2
) 1 n ( n +
.

Soluzione : in questo caso P(n) laffermazione : la somma dei primi n naturali
2
) 1 n ( n +
.

Base dellinduzione : 1 =
2
2 1
.
, quindi P(1) vera
Ipotesi induttiva : P(k) vera , cio 1 + 2 ++ k =
2
) 1 k ( k +

Proviamo la verit di P(k + 1) :

1 + 2 ++ k + (k + 1) =
2
) 1 k ( k +
+ (k + 1) =
2
) 2 k )( 1 k ( + +


Il principio di induzione matematica (1 forma) ci permette di concludere che P(n)
vera n1.

Dalla formula di Gauss segue subito la formula che ci d la somma dei primi n
termini di una successione aritmetica di termine iniziale a e di ragione d

a + (a + d) + (a + 2d) + + (a + (n-1)d) =
2
) d ) 1 n ( a 2 ( n +
,

che naturalmente pu essere dimostrata indipendentemente per induzione su n .

Lasciamo per esercizio la verifica della formula che d la somma dei primi n termini
di una successione geometrica di termine iniziale a e ragione q 1 :

a + aq + aq
2
+ + aq
n-1
=
q 1
aq a
n

.


2) Come esempio di applicazione del principio di induzione matematica nella 2
a

forma , dimostriamo la nota proposizione P(n) : ogni numero naturale n > 1 pu
essere fattorizzato in un prodotto di numeri primi .

Base dellinduzione . P(2) vera : infatti 2 un numero primo ed lui la sua
fattorizzazione.
Ipotesi induttiva : vale P(k), 2 k < m

Proviamo P(m) . Abbiamo due casi :

4 Capitolo 1 Il principio di induzione matematica e il metodo delle scelte

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i) m primo ed lui la sua fattorizzazione
ii) m non primo, allora m = m
1
m
2
, con 2 m
1
,m
2
<m . Per lipotesi induttiva m
1
e
m
2
fattorizzano in numeri primi e cos avviene quindi per m .

Il metodo delle scelte

Il metodo delle scelte basato sul " principio di moltiplicazione delle scelte " :

Se una scelta pu essere compiuta in n modi diversi e , per ciascuno di essi ,una
seconda scelta pu essere compiuta in m modi diversi , allora la successione delle
due scelte pu essere effettuata in nm modi distinti

ed motivato dalla nota

Proposizione 1.1 Siano A e B due insiemi finiti di ordine n e m rispettivamente
Allora
A x B = A
.
B= nm .

Il "principio di moltiplicazione delle scelte" (anche nella sua forma estesa a pi di
due scelte) ci permette di risolvere molti problemi combinatorici .

Esempi 1.2

1) Usiamo il metodo delle scelte per dimostrare la

Proposizione 1.2 Sia I un insieme finito di ordine n . Allora P(I) ha 2
n
elementi .

Dimostrazione . Sia I = {a
1
,,a
n
} . Vogliamo contare i modi per costruire un
sottoinsieme A di I . Ogni elemento di I pu appartenere o non appartenere ad A ,
cio abbiamo due possibilit di scelta per ogni a
i
, i = 1,,n . Vi sono quindi
2
.
2
.

.
2 = 2
n
modi per costruire A da cui la tesi .

2) Contiamo le diagonali di un poligono convesso di n lati .

Osserviamo che ognuno degli n vertici pu essere scelto come primo punto di una
diagonale , mentre dobbiamo escludere come scelta per il secondo punto il vertice in
questione e i due a lui adiacenti . Abbiamo dunque n scelte per il primo punto di ogni
diagonale ed n 3 scelte per il secondo punto .Il prodotto delle scelte deve poi essere
diviso per due . Dunque le diagonali di un n-gono sono
2
) 3 n ( n
.
3) Quanti numeri di sei cifre hanno almeno una cifra pari ?

Abbiamo dieci cifre ( 0,1,,9 ) : di queste ve ne sono cinque pari ( 0,2,4,6,8 ) e
cinque dispari ( 1,3,5,7,9 ) . Vi sono 9
.
10
.
10
.
10
.
10
.
10 = 900000 numeri con sei
cifre (per la prima cifra devo escludere lo 0 e quindi ho 9 scelte anzich 10) e15625
numeri con sei cifre tutte dispari. I numeri di sei cifre aventi almeno una cifra pari
sono quindi 900000 15625 = 884375 .
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CAPITOLO 2


Corrispondenze e funzioni

2.1 Corrispondenze tra insiemi

2.2 Funzioni tra insiemi finiti


2.1 Corrispondenze tra insiemi

Definizione 2.1.1 Si definisce corrispondenza dellinsieme I nellinsieme I un
sottoinsieme F del prodotto cartesiano I x I.

F esprime un "legame" tra gli elementi di I e gli elementi di I : precisamente dice
che lelemento x di I legato allelemento x di I se e solo se la coppia ordinata
(x,x) appartiene a F. Diciamo allora che x una immagine di x nella
corrispondenza F e che x una controimmagine di xnella corrispondenza F .

I detto dominio della corrispondenza.

I detto codominio della corrispondenza.


Esempio 2.1.1 Dati I ={a,b,c} e I = {1,2,3} una corrispondenza di I in I linsieme
F = {(a,2),(c,3), (c,2)}.

Definizione 2.1.2 Una corrispondenza detta :

funzionale se ogni x di I ha al pi una immagine

ovunque definita se ogni x di I ha almeno una immagine

iniettiva se ogni elemento di I ha al pi una controimmagine ( o equivalentemente
se elementi distinti hanno immagini distinte )

suriettiva se ogni elemento di I ha almeno una controimmagine .


La corrispondenza dellesempio 2.1.1 non ha nessuna di queste propriet .

Le corrispondenze pi importanti sono quelle ovunque definite e funzionali : esse
sono dette funzioni e sono i sottoinsiemi F di I x I in cui ogni elemento x di I
primo elemento di una e una sola coppia .


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Capitolo 2 Corrispondenze e funzioni

Il concetto di funzione basilare in matematica ; ne diamo unaltra definizione
equivalente alla precedente .

Definizione 2.1.3 Dato un insieme I (detto dominio) e un insieme I (detto
codominio ) , una funzione f di I in I una legge che associa ad ogni elemento di I
uno ed un solo elemento di I . Scriveremo

f : I I

e per indicare che x viene mandato in xscriveremo x x oppure

f(x) = x.

x detto l immagine di x ; x detta una controimmagine di x .

La legge f sopra definita, come sottoinsieme di I x I, linsieme

F = {(x,x) x = f(x)}.

F viene in tal caso detto grafo (o grafico) di f . Nel caso di funzioni reali di variabile
reale linsieme F linsieme dei punti appartenenti al grafico della funzione nel
piano cartesiano .

Osservazione 2.1.1 In qualche caso una funzione pu essere identificata con la
sequenza delle immagini degli elementi del dominio : il caso , per esempio, delle
successioni ( o progressioni ), su cui torneremo nel seguito .

Richiamiamo ancora la composizione di funzioni :

Definizione 2.1.4 Date due funzioni f : I I e g : I I" si dice funzione
composizione (o funzione composta) di f e di g la funzione g

f di I in I cos definita

(g

f )(x) = g(f(x)) .

In termini di grafo , indicati con F e G i grafi di f e g rispettivamente e con H il grafo
della loro composizione , abbiamo

H = { ( x,x) I x I x I , (x,x) F e (x,x)G } .


E immediato verificare che la composizione di due funzioni una operazione
associativa e che la composizione di due funzioni iniettive iniettiva , di due
suriettive suriettiva . Da ci segue che la composizione di due biiezioni ancora
una biiezione .
Data una biiezione f , la sua funzione inversa secondo la

Definizione 2.1.5 Se f : I I una biiezione , si definisce inversa di f la funzione
f
- 1
: I I che associa ad ogni x di I lunico x tale che f(x) = x

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ancora una biiezione .

Sono esempi di biiezioni le permutazioni di n oggetti che tratteremo in seguito .


2.2 Funzioni tra insiemi finiti

Ogni insieme finito con n elementi A = {a
1
, ,a
n
} in corrispondenza biunivoca
con linsieme I
n
= { 1 ,2 , , n }( suo insieme di indici ) , quindi sufficiente
ragionare con tali insiemi .
Enunciamo alcune propriet di tipo combinatorico .

Proposizione 2.2.1 Le corrispondenze tra I
n
e I
m
sono 2
nm
.

Dimostrazione . Le corrispondenze sono tante quante i sottoinsiemi del prodotto I
n
x
I
m ,
che sono 2
nm
.

Proposizione 2.2.2 Le funzioni di I
n
in I
m
sono m
n
.

1 dimostrazione . Con linduzione su n .

Se n=1, si hanno m = m
1
funzioni di I
1
in I
m
, poich una singola funzione
assegnata dando limmagine di 1 .
Supponiamo vera la propriet per n e proviamola per n + 1 .
Una funzione f di I
n+1
in I
m
si ottiene dando una funzione g di I
n
in I
m
ed una
immagine ad n + 1 .
Poich le g, per lipotesi induttiva, sono m
n
ne segue che vi sono m
n
funzioni che
mandano n + 1 in 1 , m
n
funzioni che mandano n + 1 in 2 , , m
n
funzioni che
mandano n + 1 in m cio m
.
m
n
= m
n+1
funzioni di I
n+1
in I
m
.

2 dimostrazione . Con il metodo delle scelte .

Dare una funzione di I
n
in I
m
significa dare f(1) ,f(2),,f(n) . Per f(1) ho m scelte ,
tante quanti sono gli elementi del codominio , per f(2) ho ancora m scelte ,, cos
per f(n) . In totale avr m

m

...m = m
n
scelte .

Osservazione 2.2.1 Diamo la traccia di un'altra dimostrazione della proposizione
1.2

I= n P(I)=2
n

che usa quanto sopra dimostrato .
Per ogni sottoinsieme A di I , sia
A
: I{0,1} la funzione cos definita :

A
(x) = 0 , se xA

A
(x) = 1 , se xA .


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Capitolo 2 Corrispondenze e funzioni

A
detta la funzione caratteristica di A .

Sia f : P(I) { funzioni di I in {0,1}} la funzione cos definita : f(A) =
A
.

Si prova che f una biiezione e da questo segue che lordine di P(I) pari allordine
dellinsieme delle funzioni di un insieme con n elementi in un insieme con 2
elementi , che abbiamo provato essere 2
n
.

Osservazione 2.2.2 Una funzione di un insieme con n elementi in un insieme di m
elementi pu essere vista come una n-pla ordinata di elementi scelti tra m , con
possibilit di ripetizioni . Per questo motivo tali funzioni sono anche dette
disposizioni con ripetizione : per quanto provato sopra il numero delle disposizioni
con ripetizione di m elementi a n a n m
n
.

Esempio 2.2.1 Le funzioni di I
3
in I
2
sono identificabili con le 8 terne
(1,1,1),(1,1,2),(1,2,1),(1,2,2) , (2,1,1) , (2,1,2) , (2,2,1) , (2,2,2) . La prima la
funzione costante di valore 1 , la seconda la funzione che manda 1 in 1, 2 in 1,3 in
2 , , lultima la funzione costante di valore 2 .

Esempio 2.2.2 Vogliamo calcolare il numero delle colonne tra loro diverse che si
possono giocare al totocalcio . Come noto , il gioco consiste nellassegnare uno dei
tre simboli 1 , x , 2 ad ognuna delle 13 partite . Ogni colonna pu essere identificata
con una sequenza ordinata di elementi scelti tra 1,x,2 e quindi con una funzione di un
insieme con 13 elementi (le tredici partite) in un insieme con 3 elementi (i tre
simboli citati) . Le colonne possibili sono quindi 3
13
= 1594323 .Giocando tutte
queste colonne si ha la certezza del tredici (purtroppo con una spesa superiore alla
vincita !!) .

Proposizione 2.2.3 Sia f una funzione di I
n
in I
m .

i) Se f iniettiva , n m
ii) Se f suriettiva , n m
iii) Se n = m , f biiettiva se e soltanto se f iniettiva o suriettiva .

Tralasciamo la dimostrazione della propriet 2.2.3 , intuitiva ma non banale .
Osserviamo che la proposizione contrapposta di i) (ad essa logicamente equivalente):
se n > m ,allora f non iniettiva detta principio dei cassetti (o principio delle
gabbie dei piccioni ) e pu venire cos riformulata (chiamando oggetti gli elementi di
I
n
e cassetti le loro immagini ) :

se in m cassetti (gabbie) ho n > m oggetti (piccioni) , qualche cassetto (gabbia)
contiene almeno 2 oggetti(piccioni).

La propriet iii) ci dice anche che non possono esistere biiezioni tra insiemi finiti di
ordini diversi , quindi , in particolare, tra un insieme finito e un suo sottoinsieme
proprio .



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Al contrario , un insieme infinito pu essere messo in corrispondenza biunivoca con
un suo sottoinsieme proprio : per esempio la funzione f : Z 2Z , f(x) = 2x
una corrispondenza biunivoca tra linsieme Z dei numeri interi relativi e il suo
sottoinsieme proprio 2Z (insieme dei numeri relativi pari).

Osservazione 2.2.3 Il principio dei cassetti pu essere esteso , diventando il
Principio generale dei cassetti ( o delle gabbie dei piccioni ) :

Se ho nk + 1 oggetti da riporre in n cassetti , qualche cassetto contiene almeno k + 1
oggetti.

Per k = 1 , si ritrova il principio enunciato prima ( se ho n + 1 oggetti in n cassetti ,
qualche cassetto ne contiene almeno 2 ) .

La dimostrazione per assurdo di questa proposizione la seguente : se ogni cassetto
contenesse al pi k oggetti , avremmo al pi nk oggetti , contro lipotesi .

Esempio 2.2.3 Dobbiamo riporre 25 mele in 3 ceste : 25 = 3
.
8 + 1 . Usando il
principio generale dei piccioni con n = 3 e k = 8 , avremo che qualche cesta contiene
almeno 8 + 1 = 9 mele

Proposizione 2.2.4 Siano A e B due insiemi finiti dello stesso ordine n . Le biiezioni
tra di essi sono n! .

1 dimostrazione . Con linduzione .

Sia n = 1 ( base dellinduzione ) . Se A e B hanno un elemento ciascuno lunica
biiezione quella che li fa corrispondere ( e 1 = 1! )
Ipotesi induttiva : supponiamo di sapere che tra due insiemi di ordine n-1 vi sono (n-
1)! biiezioni . Sia ora A di ordine n : una biiezione di A in B (anchesso di ordine n )
si ottiene dando una biiezione su n-1 elementi e dando limmagine dellelemento
rimasto : si hanno cos (n-1)! biiezioni con la stessa immagine per il primo elemento
di A , (n-1)! con la stessa immagine per il secondo elemento di A ,, (n-1)! con la
stessa immagine per ln-simo elemento di A .
In totale le biiezioni cercate sono n
.
(n-1)! = n ! .

2dimostrazione . Con il metodo delle scelte .

Per individuare una biiezione , noti il dominio e il codominio , basta assegnare le n
immagini degli n elementi del dominio . Ora , per limmagine del primo elemento di
A abbiamo n scelte (qualunque elemento di B) , per limmagine del secondo
elemento di A abbiamo n-1 scelte ( per liniettivit ) , , per limmagine delln-
simo elemento di A la scelta unica . Si possono dunque effettuare n! scelte : ad
ognuna corrisponde una diversa biiezione di A in B .

Nel caso in cui i due insiemi A e B coincidano , le biiezioni di A in se stesso
vengono dette permutazioni di A . Abbiamo cos il


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Capitolo 2 Corrispondenze e funzioni


Corollario 2.2.1 Le permutazioni di un insieme di ordine n sono n!

Per comodit di scrittura poniamo , nel seguito , A = I
n
( identifichiamo in pratica gli
elementi dellinsieme con i loro indici ) e facciamo alcune considerazioni .
Ricordiamo che notazione standard indicare con

) n ( f . . . ) 2 ( f ) 1 ( f
n . . . 2 1


la biiezione f che manda 1 in f(1) , 2 in f(2), , n in f(n) .

Cos , per esempio , per n = 4 , la scrittura

3 2 1 4
4 3 2 1


rappresenta la biiezione che manda 1 in 4 , 2 in 1 , 3 in 2 e 4 in 3 .

Con questa notazione diventa semplice comporre due permutazioni e trovare
linversa di una permutazione . Vediamolo su un esempio .

Esempio 2.2.4 Sia n = 4 e siano f la permutazione precedente e g la seguente :

3 4 1 2
4 3 2 1


g

f la permutazione che otteniamo applicando i due fattori successivamente (prima
f poi g): possiamo pensare di scrivere su tre righe , omettendo poi il passaggio
intermedio :

4 1 2 3
3 2 1 4
4 3 2 1


da cui troviamo la composizione cercata :

4 1 2 3
4 3 2 1


Linversa di una permutazione si ottiene scambiando le due righe e riordinando poi le
colonne in modo che la prima riga diventi la riga 1 2 3 4 .


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Scambiando le righe di f , abbiamo :

.

4 3 2 1
3 2 1 4


e, riordinando le colonne , abbiamo f
-1
:

1 4 3 2
4 3 2 1



Ricordando che la composizione di funzioni un operazione associativa e non
commutativa , si ha la

Proposizione 2.2.5. Linsieme di tutte le permutazioni di un insieme di ordine n ,
rispetto alloperazione di composizione , un gruppo non abeliano .

Tale gruppo , che ha un importanza fondamentale allinterno della teoria dei gruppi ,
si indica solitamente con il simbolo S
n
e si chiama gruppo simmetrico(totale) :
abbiamo provato che esso ha ordine n! .

Se scriviamo le n! permutazioni dei numeri da 1 a n , vediamo che nella seconda riga
delle tabelline abbiamo scritto gli n numeri in tutti gli ordini possibili esattamente
una volta : abbiamo ordinato (allineato ) in tutti i modi possibili i nostri elementi .
Possiamo dedurre che n oggetti distinti possono essere ordinati in n! modi possibili .
Si dice quindi, per estensione, permutazione di n oggetti distinti un qualunque loro
ordinamento o allineamento . Questi ordinamenti si ottengono uno dallaltro
permutando gli n oggetti e la teoria svolta ci dice che ne otteniamo in totale n!
(corrispondenti alle seconde righe delle tabelline precedenti ) . Si scrive anche

P
n
= n!

per indicare il numero totale delle permutazioni di n oggetti distinti .

Esempio 2.2.5 Scriviamo tutte le 3! = 6 permutazioni di 3 palline di colore B
(bianco), R (rosso), V (verde) .
Abbiamo due allineamenti che mettono la pallina B al primo posto , altrettanti per R
e V (stiamo usando il procedimento induttivo usato nella dimostrazione della
proposizione 2.2.4)

B R V B V R R V B R B V V B R V R B .

Esercizio 2.2.1 Quanti sono gli anagrammi della parola madre ? E della parola
mamma ?

Osserviamo che si definisce alfabeto un insieme finito di simboli e, dato un certo


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Capitolo 2 Corrispondenze e funzioni
alfabeto (qui si tratta dellalfabeto latino di 26 lettere), si definisce parola un
qualunque allineamento dei suoi simboli . Il numero di simboli detto lunghezza
della parola. Se n lordine dellalfabeto, le parole di lunghezza m sono in totale n
m
.

Non richiesto quindi che la parola che si ottiene anagrammando madre abbia un
significato nella lingua italiana , n che ne segua le regole grammaticali .
Dobbiamo quindi contare in quanti modi si possono allineare le cinque lettere
m,a,d,r,e . I modi sono tanti quante le permutazioni di 5 oggetti , cio 5! = 120 .

Osserviamo che , in generale , gli anagrammi di una parola con n lettere distinte sono
n!

Nella parola mamma vi sono invece delle lettere ripetute , due a e tre m : gli
anagrammi saranno
! 3 ! 2
! 5
. Motiviamo cos questo fatto : passiamo da mamma ( che
ha due lettere ripetute ) a mamme ( che ha una sola lettera ripetuta ) e da mamme a
madre (che ha tutte lettere distinte) . Gli anagrammi di mamme sono la sesta parte di
quelli di madre : da ogni anagramma di mamme ne ottengo 6 = 3! di madre
sostituendo nelle posizioni delle tre m i 3! anagrammi della parola mdr . A loro volta
gli anagrammi di mamme sono il doppio (2 = 2!) di quelli di mamma ( ogni
anagramma di mamma ci d due anagrammi di mamme sostituendo al posto delle
due a i due anagrammi di ae ) .


Osservazione 2.2.4 Si chiama permutazione con ripetizione di n oggetti a
1
, a
2
,, a
n
di cui a
1
preso r
1
volte , a
2
preso r
2
volte , , a
n
preso r
n
volte ogni (r
1
+ r
2
++ r
n
)
upla in cui a
1
compare r
1
volte , a
2
compare r
2
volte , , a
n
compare r
n
volte .
Il numero totale di questi allineamenti

! r !... r ! r
)! r ... r r (
n 2 1
n 2 1 + +


Osserviamo che tale numero ci d il numero delle funzioni suriettive di un insieme
di ordine r
1
+ r
2
++ r
n
nell insieme di ordine n {a
1
, a
2
,, a
n
} aventi la propriet
che r
1
elementi

hanno immagine a
1
, r
2
elementi hanno immagine a
2
, , r
n
elementi
hanno immagine a
n
. Da qui si ottiene che l'ordine dell'insieme J delle suriezioni di I
m

(m = r
1
+ r
2
++r
n
) in I
n
dato da

! r !... r ! r
)! r ... r r (
n 2 1
n 2 1 + +


dove la somma fatta su tutte le n-ple di interi non negativi (r
1
, r
2
,,r
n
) con r
1
+ r
2

++r
n
= m .

Il numero
! r !... r ! r
)! r ... r r (
n 2 1
n 2 1 + +



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Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
13

viene anche indicato con il simbolo

n 2 1
r . . . r r
m



e viene detto coefficiente multinomiale .

Osserviamo che, per n = 2 , si trovano i coefficienti binomiali :

2 1
r r
m
=

1
r
m
=

2
r
m


Quindi

J =

n 2 1
r . . . r r
m
.


I coefficienti multinomiali sono legati ai numeri di Stirling di secondo tipo, indicati
generalmente con il simbolo S(n,k) e definiti ricorsivamente nel modo seguente :

S(n,1) =1 , S(n,n) = 1

S(n,k) = S(n-1,k-1) + kS(n-1,k) (2 k n-1) .

Si prova infatti che , con le notazioni precedenti,

J =

n 2 1
r . . . r r
m
= n!S(m,n) .

I numeri di Stirling si possono rappresentare mediante una tabella infinita detta
triangolo di Stirling avente come riga n-esima

S(n,1) S(n,2) S(n-1,n) S(n,n) .

Tutti i numeri che appartengono alla prima o all'n-esima colonna valgono 1, mentre
l'elemento dell'n-esima riga e della k-esima colonna , 2 k n-1, dato dalla formula


S(n,k) = S(n-1,k-1) + kS(n-1,k).


Indichiamo le prime 7 righe del triangolo di Stirling



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14
Capitolo 2 Corrispondenze e funzioni
1
1 1
1 3 1
1 7 6 1
1 15 25 10 1
1 31 90 65 15 1
1 63 301 350 140 21 1 .


Osservazione 2.2.5 A partire dai numeri di Stirling si definiscono altri numeri
famosi : i numeri di Bell.

Definizione 2.2.1 Si definisce n-esimo numero di Bell il numero

B(n) =

=
n
1 k
) k , n ( S


L'n-esimo numero di Bell quindi la somma di tutti gli elementi della riga n-esima
del triangolo di Stirling.

Ecco i primi 7 numeri di Bell (basta sommare i numeri delle 7 righe del triangolo
riportato sopra)

B(1) = 1
B(2) = 2
B(3) = 5
B(4) = 15
B(5) = 52
B(6) = 203
B(7) = 877 .


Osservazione 2.2.6 Il numero di Stirling S(n,k) , per definizione, il numero delle
partizioni di un insieme di ordine n in k blocchi . Partendo dalla definizione , non
difficile provarne la formula ricorsiva e il legame con il numero di suriezioni da un
insieme di ordine n in un insieme di ordine k (cfr [3]) . Quindi l'n-esimo numero di
Bell B(n) d il numero di tutte le possibili partizioni di un insieme di ordine n .
Daremo la formula ricorsiva di questi numeri nel paragrafo 4.4 del quarto capitolo .


Proposizione 2.2.6 Sia A un insieme di ordine k e B un insieme di ordine n . Vi
sono

D
n,k

= n(n-1)(n-k+1) =
)! k n (
! n





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Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
15

funzioni iniettive di A in B .

1 dimostrazione . Per induzione su k .

Base dellinduzione . Sia k = 1. Se linsieme A ha un solo elemento , si hanno
evidentemente n funzioni iniettive di A in B e D
n,1
= n .
Ipotesi induttiva . Supponiamo di sapere che se A ha k elementi vi sono D
n,k
funzioni
iniettive di A in B .
Sia ora A di ordine k+1 . Abbiamo aggiunto ad A un elemento : per ognuna delle
funzioni iniettive gi considerate ne otteniamo n-k di A in B perch k elementi di B
sono gi immagini di elementi di A (per liniettivit elementi distinti devono avere
immagini distinte) , quindi abbiamo la relazione

D
n,k+1
= D
n,k

.
(n-k) = n
.
(n-1)
.

.
(n-k+1)(n-k) =
)! 1 k n (
! n




2 dimostrazione. Con il metodo delle scelte.

Sia A = {a
1
, , a
k
}. Contiamo in quanti modi si pu costruire una funzione iniettiva

f : A B .

Per f(a
1
) si hanno n scelte (f(a
1
) pu essere uno qualunque degli elementi di B), per
f(a
2
) si hanno n-1 scelte (f(a
2
) deve essere diversa da f(a
1
) per liniettivit) , , per
f(a
k
) si hanno n-k+1 scelte . Si hanno quindi n(n-1)

(n-k+1) = n!/(n-k)! modi di
costruire una funzione iniettiva di A in B e , quindi ci sono D
n,k
funzioni iniettive di
A in B .


Osservazione 2.2.7 Se A = B ( e quindi n = k) ogni funzione iniettiva di A in A
una biiezione e D
n,n
= n!/0! = n! = P
n
diventa il numero delle permutazioni di n
oggetti distinti .

Osservazione 2.2.8 Il numero D
n,k
pu essere visto come il numero di modi in cui si
possono allineare (ordinare,disporre) k oggetti presi in un insieme di n : possiamo
pensare al dominio A come a un insieme di k caselle e far corrispondere a ciascuna
di esse loggetto che la occupa , oggetto preso dallinsieme B . Cos , per esempio, se
B linsieme formato da tre palline di colore verde (V), rosso (R), nero (N) le
disposizioni di queste tre palline a due a due sono D
3,2
= 3!/1!=6 , e precisamente,
sono gli allineamenti

VR,RV,VN,NV,RN,NR

che corrispondono alle sei funzioni iniettive di A = {a
1
, a
2
} in B = {V, R, N }
seguenti :




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16
Capitolo 2 Corrispondenze e funzioni
f(a
1
) = V, f(a
2
) = R
f(a
1
) = R, f(a
2
) = V
f(a
1
) = V, f(a
2
) = N
f(a
1
) = N, f(a
2
) = V
f(a
1
) = R, f(a
2
) = N
f(a
1
) = N, f(a
2
) = R .


Definizione 2.2.2 Si dice disposizione ( di n oggetti a k a k ) una funzione iniettiva
di un insieme di ordine k in un insieme di ordine n .


Abbiamo provato che il numero totale delle disposizioni di n oggetti a k a k

D
n,k
=
)! k n (
! n




Terminiamo ricordando un altro argomento importante del calcolo combinatorio ,
quello relativo alle combinazioni di n oggetti a k a k , e il suo legame con le
disposizioni .

Definizione 2.2.3 Sia A un insieme di ordine n . Si dice combinazione di n oggetti a
k a k ( o di classe k ) ogni sottoinsieme di ordine k di A .

Il numero delle combinazioni di n oggetti a k a k si indica con la notazione C
n,k .
Dato
un insieme di ordine n , esso possiede C
n,k
sottoinsiemi con k elementi .

Osservazione 2.2.9 Il numero

C
n,k
si ottiene dal numero D
n,k
delle disposizioni
semplici di n oggetti a k a k e dal numero P
k
delle permutazioni di k elementi
mediante le seguenti considerazioni : il numero delle disposizioni semplici di n
oggetti a k a k ci d il numero di tutte le k-ple (ordinate) di tali oggetti , mentre P
k
ci
d il numero degli ordinamenti degli oggetti di ciascuna di esse . Un sottoinsieme di
ordine k si ottiene quindi da k ! k-ple di oggetti , per cui vale la relazione :

C
k , n

=
k
k , n
P
D

=

! k )! k n (
! n

k
n



Esempio 2.2.6 Se B linsieme formato da tre palline di colore verde (V), rosso (R),
nero (N) le disposizioni di queste tre palline a due a due sono D
3,2
= 3!/1!= 6 ,e,
precisamente, sono gli allineamenti

VR,RV,VN,NV,RN,NR

Le combinazioni di queste tre palline a due a due sono tre : corrispondono ai tre
sottoinsiemi seguenti ( che scriviamo senza parentesi e virgola )


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17

VR,VN,RN .


Usando la definizione di combinazione e luguaglianza

Cn,k

=

k
n


si dimostrano senza calcoli le propriet dei coefficienti binomiali .


Cos la propriet

0
n
=

n
n
= 1 pu essere motivata osservando che ci sono
solo un sottoinsieme con 0 elementi (linsieme vuoto ) e uno con n (tutto linsieme) .
Per dimostrare che

k
n
=

k n
n
basta osservare che quando scegliamo k elementi
tra n, isoliamo automaticamente i restanti n-k . La formula di Stifel

k
n
=


k
1 n
+

1 k
1 n
1 k n-1

si ottiene osservando che , fissato un elemento tra gli n , vi sono


k
1 n
sottoinsiemi
di ordine k che non lo contengono e

1 k
1 n
che lo contengono ( questultimo
numero si calcola escludendo lelemento fissato e contando il numero dei
sottoinsiemi di k-1 elementi che si possono formare con gli n-1 elementi rimasti ) .
Su tale formula basato lo schema che permette di calcolare ricorsivamente i
coefficienti binomiali , il triangolo di Tartaglia :

1

1 1

1 2 1

1 3 3 1


1 4 6 4 1

... ...
1=

0
n

1
n

k
n

n
n
=1

... ...

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18
Capitolo 2 Corrispondenze e funzioni

Sempre per il significato combinatorico dei coefficienti binomiali , nel triangolo di
Tartaglia la somma dei numeri della riga n-sima ci d lordine dellinsieme delle
parti di un insieme di ordine n , 2
n
(proposizione 1.2) .

Anche la formula del binomio di Newton

(a+b)
n
=

n
o

k
n
a
n-k
b
k


pu essere ottenuta con considerazioni di tipo combinatorico : svolgendo i conti in

(a+b)
n
= (a+b)(a+b)(a+b)

si ottiene una somma di n+1 addendi , ognuno dei quali un prodotto di n copie di a
o di b in cui se a compare n- k volte , b compare k volte . Il coefficiente di a
n-k
b
k

dato dal numero dei fattori in cui ci sono n-k a , e quindi k b (ricordiamo che vale la
propriet commutativa del prodotto) : questo numero

k
n
, in quanto il numero di
modi in cui possiamo scegliere k binomi (a+b) tra gli n totali .



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19

CAPITOLO 3


Successioni e relazioni ricorsive

3.1 Definizioni ed esempi

3.2 Successioni aritmetiche e geometriche

3.3 La successione di Fibonacci

3.4 Relazioni ricorsive lineari

3.1 Definizioni ed esempi

Definizione 3.1.1 Si dice successione a valori in un insieme C una funzione a avente
come dominio linsieme N (o N - {0})

Si scrive :

a(0), a(1), , a(n),

o, come pi abituale,

a
0
, a
1
, , a
n
,

Negli esempi pi usati il codominio C l'insieme R dei numeri reali .

Esempi 3.1.1

1) La successione

1,2,2
2
,2
3
,,2
n
,

il modo usuale per rappresentare la funzione f : N R , f(n) = 2
n
. f iniettiva e
non suriettiva .

2) La funzione f : N R , f(n) = 2n individua la successione dei numeri pari

0,2,4,6,


Una successione a
0
,a
1
,,a
n
, pu essere individuata anche mediante una relazione
che lega a
n
ad alcuni suoi predecessori a
0
,a
1
,,a
n-1
( detta relazione ricorsiva ) e da
una o pi condizioni iniziali .


Capitolo 3 - Successioni e relazioni ricorsive
Universit di Torino
20

Esempi 3.1.2

1) La successione 1) degli esempi 3.1.1 data ricorsivamente dalla relazione

a
n
=
2a
n-1
e dalla condizione iniziale a
0
= 1 . La successione 2) invece individuata
dalla relazione ricorsiva a
n
= a
n-1
+2 e dalla condizione iniziale a
0
= 0 .

2) La relazione ricorsiva F
n
= F
n-1
+ F
n-2
, n>2, unitamente alle condizioni iniziali F
1
=
F
2
= 1 individua la nota successione 1,1,2,3,5,8,13, di Fibonacci , su cui torneremo.

3) La successione di numeri 1,3,7,15,31,63, ci d le immmagini della funzione f(n)
= 2
n
- 1, di dominio N - {0} . La stessa successione individuata ricorsivamente
dalla relazione m
n
= 2m
n-1
+ 1 e dalla condizione iniziale m
1
= 1 ed la risposta del
problema della torre di Hanoi :





il gioco della torre di Hanoi fu inventato dal matematico francese E.Lucas nel 1883 e
da allora venduto come giocattolo . Il gioco consiste in un supporto piano dotato di
tre pioli A,B,C e di n dischi ( 8 nella versione " classica " in figura) di diverso
diametro infilati in uno di questi pioli e aventi diametro decrescente dal basso verso
l'alto . Si chiede di trasferire gli n dischi , nello stesso ordine , ad uno qualunque dei
due pioli liberi secondo le seguenti regole :

a) i dischi devono essere mossi uno per volta , usando uno dei due pioli liberi come
"intermediario"

b) un disco non pu mai trovarsi su uno di diametro minore .

Ci chiediamo qual il numero minimo m
n
di mosse necessarie per terminare il gioco
E' ovvio che nel caso di un unico disco occorra una sola mossa , cio m
1
= 1 .

Per capire il meccanismo ricorsivo , osserviamo che se abbiamo due dischi sul piolo
A possiamo risolvere il gioco spostando il disco piccolo sul piolo B , il disco grande
sul piolo C e infine il disco piccolo sul piolo C , cio m
2
= 3 = 2m
1
+ 1 .
D.Romagnoli Elementi di matematica discreta


Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
21
Se abbiamo n dischi , con m
n-1
mosse muoviamo n-1 dischi su un piolo libero , con
una mossa spostiamo il disco base sull'altro piolo, e con m
n-1
mosse riposizioniamo
su di esso la torre degli n-1 dischi , ottenendo cos la relazione ricorsiva

m
n
= 2m
n-1
+ 1 .

Per ottenere una formula esplicita per m
n
, procediamo per iterazione :

m
n
= 2m
n-1
+ 1 =

= 2 ( 2m
n-2
+ 1) + 1 =

= 2
2
m
n-2
+ 2 + 1 =

= 2
2
( 2m
n-3
+ 1) + 2 + 1 =

= 2
3
m
n-3
+ 2
2
+ 2 + 1 =

.


= 2
n-1
m
n-(n-1)
+ 2
n-2
+ + 2
2
+ 2 + 1 =

= 2
n-1

+ 2
n-2
+ + 2
2
+ 2 + 1 =

= 2
n
- 1 .


L'ultima uguaglianza segue dalla formula della somma dei primi n termini di una
successione geometrica (vedi l' esempio 1.1 del Capitolo 1 ) .
Al gioco della torre di Hanoi associata la leggenda seguente : nella citt indiana di
Benares i sacerdoti del tempio di Brahma devono spostare con le regole dette i 64
dischi d'oro della torre di Brahma . Il mondo terminer alla fine del lavoro dei
sacerdoti . Dai conti fatti occorrono m
64
= 2
64
- 1 = 18.446.744.073.709.551.615
mosse e , calcolando una mossa per microsecondo ( 10
-6
secondo) , oltre 5000 secoli
per spostare la torre!

4) Ricordiamo che, dato un insieme I di ordine n, abbiamo indicato con B(n) il
numero di tutte le sue possibili partizioni (cap 2. Osservazione 2.2.6 ). B(n) detto
l'n-esimo numero di Bell dell'insieme I . Partendo da questa definizione dei numeri di
Bell, proviamo la relazione ricorsiva che li lega .


Proposizione 3.1.1 Siano B(n-i) e B(n) l'(n-i)-esimo e l'n-esimo numero di Bell
dell'insieme I di ordine n 1 . Si ha

B(n) =

|
|
.
|

\
|

n
1
1 i
1 n
B(n-i) .


Capitolo 3 - Successioni e relazioni ricorsive
Universit di Torino
22
Dimostrazione . Sia I di ordine n . Data una sua partizione P , l'elemento a di I
appartiene ad uno e uno solo dei sottoinsiemi A di P . Ci significa che ogni
partizione di I determinata univocamente dal sottoinsieme A che contiene a e da
una partizione di I - A . Notiamo che l'ordine i dell'insieme A compreso tra 1 e n (i
0 perch A ) . A pu essere scelto in
|
|
.
|

\
|

1 i
1 n
modi (tanti sono infatti i
sottoinsiemi di I che contengono a ) , mentre le partizioni di I - A , che ha ordine n - i
sono B(n-i) . Dunque , per ogni i , 1 i n , vi sono esattamente

|
|
.
|

\
|

1 i
1 n
B(n-i)

partizioni di I nelle quali a appartiene ad un elemento A di ordine i . Ne segue che le
partizioni distinte di I sono

B(n) =

|
|
.
|

\
|

n
1
1 i
1 n
B(n-i) .



Calcoliamo, per esempio, B(3) . B(3) =
|
|
.
|

\
|
0
2
B(0) +
|
|
.
|

\
|
1
2
B(1) +
|
|
.
|

\
|
2
2
B(2) = 1 + 2 + 2
= 5 (osserviamo che B(0) vale 1, in quanto l'insieme vuoto ha una partizione, quella
avente come insieme se stesso).


Osserviamo che negli esempi 1 e 3 possibile calcolare il termine n-simo

usando
soltanto il termine precedente , mentre nell'esempio 2 il termine n-simo si calcola a
partire dai due termini che lo precedono : le relazioni ricorsive del primo tipo sono
dette del primo ordine, quella dell'esempio 2 detta del secondo ordine . Per
calcolare invece B(n) (esempio 4) occorre conoscere gli n numeri di Bell
B(0),B(1),,B(n-1) .In tal caso si dice che la relazione non ha ordine finito .

Osservazione 3.1.1 Si prova che una relazione ricorsiva di ordine r univocamente
determinata da r condizioni iniziali per r valori consecutivi , oltre che dalla formula
di ricorrenza .La sola relazione ricorsiva non sufficiente a determinare l'unicit
della soluzione .

Infatti , per esempio, la relazione di grado due

a
n
= 5a
n-1
+ 6a
n-2

ha soluzione

a
n
= C
1
2
n
+ C
2
3
n
,

C
1,
C
2
.



D.Romagnoli Elementi di matematica discreta


Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
23

Cos sono insufficienti le sole condizioni iniziali : per esempio le condizioni

a
0
= a
1
= 0

sono verificate dalle due successioni

a
n
= n(n-1) e a
n
= n
2
(n-1) .

Ancora, sono insufficienti per l'unicit meno condizioni iniziali del grado : per
esempio le ipotesi

a
0


= 0
a
n
= 5a
n-1
+ 6a
n-2

sono soddisfatte da

a
n
= 2
n

e da
a
n
= 3
n
.

Infine , non sono sufficienti r condizioni iniziali non consecutive : la successione

a
n
= 4a
n-2
a
0


= 0 , a
2


= 8

ha le soluzioni

a
n
= 2
n+1
e a
n
= 2
n
+ (-2)
n
.



3. 2 Successioni aritmetiche e geometriche

Definizione 3.2.1 . Si dice successione (o progressione) aritmetica di termine iniziale
a
0
e ragione d ( d R ) la funzione a : N R cos definita :

a(n) = a
n
= a
0
+ nd .


Esplicitandone le immagini , si ha :

a
0
, a
0
+ d , a
0
+ 2d ,, a
0
+ nd ,


Esempio 3.2.1 La successione dei numeri pari 0,2,4,6, la successione aritmetica
di termine iniziale 0 e ragione 2 , definita dalla legge a(n) = 2n . Ne abbiamo gi
data la definizione in forma ricorsiva a
n
= a
n-1
+ 2 (n1) , a
0
= 0 .

Capitolo 3 - Successioni e relazioni ricorsive
Universit di Torino
24

La successione aritmetica della definizione 3.2.1 si esprime facilmente in forma
ricorsiva ponendo a
n
= a
n-1
+ d (n1) e assegnando a
0
come termine iniziale .

Pu essere utile ricordare la formula che d la somma dei primi n termini di una tale
successione (dimostrata negli esempi 1.1 del capitolo 1) :

1 n
0
i
a = na
0
+
2
) 1 n ( n
d


Definizione 3.2.2 Si dice successione (o progressione) geometrica di termine
iniziale a
0
e ragione q ( q R ) la funzione a : N R cos definita :

a(n) = a
n
= a
0
q
n
.

Esplicitandone le immagini , si ha :

a
0
, a
0
q , a
0
q
2
,, a
0
q
n
,


Esempio 3.2.2 La successione delle potenze di 2 : 1,2,4,8,16, la successione
geometrica di termine iniziale 1 e ragione 2 , definita dalla legge a(n) = 2
n
. Ne
abbiamo gi data la definizione in forma ricorsiva a
n
= 2a
n-1
(n1) , a
0
= 1 .


La successione geometrica della definizione 3.2.2 si esprime facilmente in forma
ricorsiva ponendo a
n
= a
n-1
q , (n1) e assegnando a
0
come termine iniziale .

La formula che d la somma dei primi n termini di una tale successione (vedi gli
esempi 1.1 del capitolo 1) :

1 n
0
i
a = a
0

.

q 1
q 1
n

.


Le successioni aritmetiche e geometriche intervengono nello studio di numerosi
problemi di tipo economico,biologico,medico .



Esempi 3.2.3

1) Si vuole trovare una formula che dia il valore dello stipendio di un lavoratore dopo
n anni, sapendone il valore iniziale s
0
e supponendone un aumento annuale pari al 2%
di s
0.



D.Romagnoli Elementi di matematica discreta


Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
25

Procedendo ricorsivamente, abbiamo

s(0) = s
0

s(1) = s
0
+
100
2
s
0



s(n) = s
0
+ n
100
2
s
0 .


Il problema descritto da una successione aritmetica di termine iniziale s
0
e ragione
100
2
s
0



2) Si vuole schematizzare in modo ricorsivo il processo di decadimento radioattivo .
Alcune sostanze decadono nel tempo , trasformandosi in altre sostanze ; si dice
tempo di dimezzamento il periodo T in cui decade la met degli atomi . Assumendo
come unit di misura dei tempi T e indicando con Q il numero degli atomi presenti
inizialmente si ha :

Q(0) = Q

Q(1) =
2
1
Q

Q(2) =
2
2
1
Q



Q(n) =
n
2
1
Q

Il processo descritto da una successione geometrica di termine iniziale Q e ragione
2
1
.


3.3 La successione di Fibonacci

La relazione ricorsiva F
n
= F
n-1
+ F
n-2
, n 3, unitamente alle condizioni iniziali F
1
=
F
2
= 1 individua la nota successione di Fibonacci :



Capitolo 3 - Successioni e relazioni ricorsive
Universit di Torino
26


1,1,2,3,5,8,13,


Si tratta del primo esempio conosciuto di relazione ricorsiva : i primi dodici termini
di essa si trovano nel Liber Abbaci (1202) di Leonardo Pisano detto Fibonacci (1170
- 1250) come risposta al seguente problema : quot paria coniculorum in uno anno ex
uno pario germinentur .

Si suppone che una coppia di conigli adulti generi ogni mese una coppia di piccoli
e che questi si riproducano , generando anch'essi una coppia di conigli, a partire dal
secondo mese di vita . Partendo da una coppia di coniglietti, quante coppie ci saranno
nel mese n ? Indichiamo questo numero con F(n) o F
n
. Dunque, per le ipotesi fatte


F(1) = 1 ( inizialmente abbiamo una coppia non adulta)

F(2) = 1 (dopo un mese abbiamo ancora una sola coppia)

F(3) = 1 + 1 = F(1) + F(2) (nel 3 mese abbiamo la coppia di partenza, che
diventata adulta, e la coppia di coniglietti da essa generata)

F(4) = 2 + 1 = F(3) + F(2) (si hanno 2 coppie, quella iniziale e la loro progenie
mensile pi la coppia del mese precedente diventata adulta)
.
.
.
F(n) = F(n-1) + F(n-2) ( nel mese n-simo, n >2 , vi sono tutte le coppie del mese
precedente, cio F(n-1), pi le coppie dei piccoli, che sono esattamente tante quante
erano le coppie due mesi prima ,cio F(n-2)) .


I numeri di Fibonacci sono i valori della successione descritta : i primi dodici sono


1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89,144, .


Si pone generalmente F
0
= 0, affinch la relazione ricorsiva F
n
= F
n-1
+ F
n-2
sia valida
anche per n = 2 .

Nel disegno che segue illustrata la situazione fino al quinto mese :
D.Romagnoli Elementi di matematica discreta


Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
27




I numeri di Fibonacci si ritrovano in molte situazioni e compaiono spesso in natura.
Per esempio in molte piante il numero di rami in cui il fusto si ramifica segue uno
schema del tipo seguente





Cos i numeri delle spirali dei semi del girasole, dei petali della margherita, delle
foglie del cavolfiore, delle scaglie dell'ananas sono spesso numeri di Fibonacci .

Capitolo 3 - Successioni e relazioni ricorsive
Universit di Torino
28

La letteratura matematica sulle propriet dei numeri di Fibonacci molto vasta . Ci
limitiamo ad indicarne alcune propriet e a darne la formula generale, che
ricaveremo nel prossimo paragrafo .

Proposizione 3.3.1 Per ogni n 1 , vale l'identit (di Cassini)

F
n+1
F
n-1
- F
n
2
= (-1)
n


Dimostrazione . Per induzione su n . Per n = 1 , si ha F
2
F
0
- F
1
2
= -1

.
Supponiamo che F
n+1
F
n-1
- F
n
2
= (-1)
n
e proviamo che F
n+2
F
n
- F
2
1 n+
= (-1)
n+1
(*).
Da F
n+1
= F
n
+ F
n-1
, ricaviamo F
n-1
= F
n+1
- F
n
e , sostituendo in F
n+1
F
n-1
- F
n
2
= (-1)
n
,
troviamo F
n+1
( F
n+1
- F
n
) - F
n
2
= (-1)
n
, cio F
2
1 n+
- F
n+1
F
n
- F
n
2
= (-1)
n
=
= F
2
1 n+
- F
n
(F
n+1
+ F
n
) = F
2
1 n+
- F
n
F
n+2
, che la (*) cambiata di segno .


Sempre usando l'induzione si possono dimostrare le seguenti formule :


i) F
1
+ F
2
+ F
3
+ + F
n
= F
n+2
- 1

ii) F
1
+ F
3
+ F
5
+ + F
2n-1
= F
2n


iii) F
2
+ F
4
+ F
6
+ + F
2n
= F
2n+1
- 1 .

iv) F
n
=

|
|
.
|

\
|
0 k
k
1 k n
(cio, disponendo i coefficienti binomiali del triangolo di
Tartaglia nel modo seguente


n
|
|
.
|

\
|
0
n

|
|
.
|

\
|
1
n

|
|
.
|

\
|
2
n

|
|
.
|

\
|
3
n

|
|
.
|

\
|
4
n

|
|
.
|

\
|
5
n


0 1
1 1 1
2 1 2 1
3 1 3 3 1
4 1 4 6 4 1
5 1 5 10 10 5 1
6 . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

si ottengono i numeri di Fibonacci sommando "in diagonale" ).

Proviamo una interessante propriet combinatorica dei numeri di Fibonacci , che da
taluni autori viene data come definizione (cfr | | 4 ) .


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Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
29

Proposizione 3.3.2 Sia I
n
= {1,2,3,,n} N . Il numero dei sottoinsiemi di I
n
che
non contengono due suoi numeri consecutivi dato da F
n+2
.

Dimostrazione . Identifichiamo un sottoinsieme A di I
n
con una stringa di lunghezza
n formata con le due cifre 1 e 0 . La cifra 1 indica l'appartenenza di un elemento di I
n

ad A , la cifra 0 la non appartenenza . Per esempio, per n = 4, la stringa 1010 indica il
sottoinsieme {1,3} dell' insieme I
4
= {1,2,3,4} . I sottoinsiemi di I
n
che non
contengono due suoi numeri consecutivi sono dati dalle stringhe che non hanno mai
due cifre 1 consecutive . Consideriamo tra questi quelli di ordine k : la stringa che li
rappresenta contiene k volte la cifra 1 . Per contarli tutti , partiamo da n-k cifre tutte
uguali a 0

4 4 3 4 4 2 1
k n
0 ... 0 0 0



e contiamo in quanti modi possiamo inserire k cifre 1 in modo che due di esse non
siano mai adiacenti . Essendo i posti vuoti disponibili n - k + 1 , le k cifre 1 si
possono inserire in

C
n-k+1,k
=
|
|
.
|

\
| +
k
1 k n


modi . Quindi i sottoinsiemi cercati sono

0 k
|
|
.
|

\
| +
k
1 k n
.

Per la propriet iv) , F
n
=

|
|
.
|

\
|
0 k
k
1 k n
, il numero cercato proprio l'(n+2)-simo
numero di Fibonacci .


La formula generale , che ci permette di determinare il termine n-simo di una
successione in funzione di n , , nel caso della successione di Fibonacci (vedi
paragrafo 3.4) ,


F
n
=
(
(

|
|
.
|

\
|

|
|
.
|

\
|
+
n n
2
5 1
2
5 1
5
1


Ricordiamo che il numero
2
5 1+
dettorapporto aureo(o sezione aurea) e indicato
con la lettera .


Capitolo 3 - Successioni e relazioni ricorsive
Universit di Torino
30

Il numero un numero molto famoso e molto usato in architettura (prende il nome
dalla lettera iniziale dello scultore greco Fidia), pittura, anatomia e botanica . Fu
introdotto dai pitagorici come rapporto tra la diagonale e il lato di un pentagono
regolare ( o come rapporto tra il lato del pentagono stellato o pentagramma ,simbolo
dei pitagorici, e il lato del pentagono regolare con gli stessi vertici ) :



Il rapporto aureo definito come il rapporto tra due lunghezze a e b tale che

a
b a
b
a +
= .
Risolvendo la proporzione, si hanno le due radici
b
a
= =
2
5 1+
e
b
a
= -

1
=
2
5 1
.



Nella figura che segue riportiamo la costruzione geometrica del rapporto aureo :




Si costruisca un quadrato il cui lato AB ha lunghezza a e punto medio M . La
circonferenza disegnata,di centro M e raggio
2
a 5
, interseca la retta AB nel punto C.
Il segmento BC ha lunghezza b e
b
a
= =
a
b a +
.

Anche le diagonali del pentagono di lato a + b si intersecano in segmenti che danno
luogo alla sezione aurea e generano un pentagono regolare di lato b e diagonali di
lunghezza a (ancora il rapporto aureo) e cos all'infinito :


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31




Dalla forma generale dei numeri di Fibonacci , osservando che quando n grande F
n

si avvicina molto a
5
n

perch -

1
=
2
5 1
< 1 e quindi ( -

1
=
2
5 1
)
n
diventa esponenzialmente piccolo , si ha che il rapporto
1 n
n
F
F

ha come
limite (per n ) proprio il numero .


3.4 Relazioni ricorsive lineari

Abbiamo visto nel paragrafo 3.1 che una successione di termine generale a
n
pu
essere individuata anche mediante una relazione ricorsiva che lega a
n
ad alcuni suoi
predecessori a
0
,a
1
,,a
n-1
e da una o pi condizioni iniziali .

Definizione 3.4.1 Una relazione ricorsiva si dice lineare se esistono funzioni b
i
(n) ( i =
0, 1,, n-1 ) e c(n) tali che

a
n
= b
n-1
(n)a
n-1
+ b
n-2
(n)a
n-2
+ + b
0
(n)a
0
+ c(n) .


Osservazione 3.4.1 L'aggettivo lineare (di primo grado) si riferisce agli elementi a
i

della successione e non ai loro coefficienti .

Definizione 3.4.2 Una relazione ricorsiva lineare a
n
= b
n-1
(n)a
n-1
+ b
n-2
(n)a
n-2
+ +
b
0
(n)a
0
+ c(n) si dice omogenea se c(n) = 0 .

Definizione 3.4.3 Una relazione ricorsiva lineare a
n
= b
n-1
(n)a
n-1
+ b
n-2
(n)a
n-2
+ +
b
0
(n)a
0
+ c(n) si dice a coefficienti costanti se tutti i coefficienti b
i
(n) ( i = 0, 1,,n-1)
sono costanti .

Esempio 3.4.1

1) La relazione ricorsiva a
n
= 2a
n-1
lineare , del primo ordine, omogenea e a
coefficienti costanti .


Capitolo 3 - Successioni e relazioni ricorsive
Universit di Torino
32
2) La relazione ricorsiva a
n
= a
n-1
+ 2 lineare , del primo ordine, non omogenea e a
coefficienti costanti .

3) La relazione ricorsiva F
n
= F
n-1
+ F
n-2
lineare , del secondo ordine, omogenea e a
coefficienti costanti .

4) La relazione ricorsiva a
n
=
1 n
a



+ 2 non lineare , del primo ordine , non
omogenea ed a coefficienti costanti .

5) Un importante esempio di relazione ricorsiva non lineare quella che definisce i
numeri di Catalan . Questi numeri, indicati con la notazione C(i) (o C
i
), furono
introdotti dallo stesso Catalan nel 1838, per risolvere il seguente problema (gi
affrontato da Eulero): in quanti modi diversi si pu suddividere in triangoli un
poligono convesso di n +1 lati tracciandone diagonali che non si intersecano? In
figura abbiamo le 5 triangolazioni diverse di un pentagono convesso.Il quesito
posto equivalente al "problema delle parentesi di Catalan" : in quanti modi
possibile eseguire un'operazione non associativa su n fattori a
i
di un insieme A ?
Osserviamo che in presenza di un'operazione non associativa non possiamo
scrivere il prodotto a
1
a
2
a
n
, ma dobbiamo inserire le parentesi . In quanti modi
possiamo farlo ? Per esempio , se moltiplichiamo tre elementi abbiamo le due
possibilit (e quindi al massimo due risultati ) seguenti : (a
1
a
2
)a
3
e

a
1
(a
2
a
3
) , se ne
moltiplichiamo quattro i possibili prodotti sono i seguenti cinque :

(a
1
a
2
)(a
3
a
4
) , (a
1
(a
2
a
3
)a
4
) , ( (a
1
a
2
)a
3
)a
4
, a
1
((a
2
a
3
)a
4
) , a
1
(a
2
(a
3
a
4
) ) .

Sempre in figura rappresentata la corrispondenza tra questi due problemi per n =
4 .


(a
1
a
2
)(a
3
a
4
) ((a
1
a
2
)a
3
)a
4
(a
1
(a
2
a
3
))a
4
a
1
((a
2
a
3
)a
4
) a
1
(a
2
(a
3
a
4
))


a
3
a
2



a
4
a
1




Dunque C
3
= 2 , C
4
= 5 e ovviamente C
1
= C
2
= 1 .

Per calcolare l'n-simo numero di Catalan, cio il numero di modi in cui possibile
scrivere il prodotto non associativo a
1
a
2
a
n
, osserviamo che esso si scrive in
modo unico nella forma pp', dove p uno dei possibili prodotti a
1
a
2
a
i
e q uno
dei possibili prodotti a
i+1
a
i+2
a
n
( pp' = (a
1
a
2
a
i
)( a
i+1
a
i+2
a
n
) , 1 i n-1 ). Per
ogni i , esistono C
i
differenti p e C
n-i
differenti p' , quindi C
i
C
n-i
differenti prodotti
pp' . Abbiamo dunque trovato la relazione ricorsiva non lineare seguente :



D.Romagnoli Elementi di matematica discreta


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33


C
n
=

1 n
1
C
i
C
n-i
, n 2 .


Risolvere una relazione (o equazione) ricorsiva significa trovare una formula che
esprima il termine generale a
n
in funzione di n .

Non esiste un unico metodo per risolvere le equazioni ricorsive (vedi gli esempi 3.4.4).
In molti casi si tratta di un problema ancora aperto . Ci limiteremo ad enunciare i
Teoremi generali relativi alle relazioni ricorsive lineari di grado finito viste negli
esempi .

Teorema 3.4.1 La relazione ricorsiva lineare, del primo ordine, omogenea e a
coefficienti costanti
a
n
= b
n-1
a
n-1
, n>m
a
m
= k
ha come soluzione
a
n
= kb
m n
1 n

, nm


Esempio 3.4.2 La relazione ricorsiva a
n
= a
n-1
q , a
0
= k ha come soluzione a(n) = a
n
=
kq
n
, n0 ed la successione geometrica di ragione q e termine iniziale k .

Teorema 3.4.2 La relazione ricorsiva lineare, del primo ordine, non omogenea e a
coefficienti costanti

a
n
= b
n-1
a
n-1
+ c(n)

, n>m
a
m
= k

ha come soluzione
a
n
=
m n
1 n
b

|
.
|

\
|
+ +

n
1
i
1 n
b ) m i ( c k , nm


Esempio 3.4.3 La relazione ricorsiva a
n
= a
n-1
+ d, a
0
= k ha b
n-1
= 1, c(i) = d per ogni i
Come gi sappiamo ha soluzione a(n) = a
n
= k + d ++ d = k + nd, n0 ed la
successione aritmetica di ragione d e termine iniziale k .

Esempi 3.4.4

1) Nel problema della torre di Hanoi, abbiamo risolto direttamente la relazione
ricorsiva a
n
= 2a
n-1
+ 1 ( lineare , del primo ordine , non omogenea e a coefficienti
costanti) , trovando la formula generale

a
n
= 2
n
- 1 .

Capitolo 3 - Successioni e relazioni ricorsive
Universit di Torino
34


Tale formula si ritrova ponendo b
n-1
= 2 , m = 1, k = 1 , c(i +1) = 1 per ogni i : infatti

a
n
=2
n-1
|
.
|

\
|
+


n
1
i
2 1 = 2
n-1
( 1 +
n
2
1
...
4
1
2
1
+ + + ) = 2
n-1
+ 2
n-2
+ + 1 = 2
n
- 1 .

2) Vogliamo risolvere la ricorrenza a
n
= a
n-1
+ n , n 1 , a
0
= 1.

Esplicitando i valori abbiamo :

a
0
= 1
a
1
= a
0
+ 1 = 1 + 1
a
2
= a
1
+ 2 = 1 + 1 + 2
a
3
= a
2
+ 3 = 1 + 1 + 2 + 3
.
.
.
a
n
= a
n-1
+ n = 1 + 1 + 2 + 3 + + n .

e , ricordando la formula di Gauss , a
n
= 1 +
2
) 1 n ( n +
.
Allo stesso risultato si arriva ponendo, nella formula risolutiva del Teorema 3.4.2, m =
0 , b
n-1
= 1, k = 1, c(i) = i , i = 1, , n .

3) Consideriamo la relazione ricorsiva

a
n
= 2a
n-1
+ 2
n

, n1
a
0
= 1.

Essa d luogo alla successione
1, 4, 12, 32, 80,

In questo esempio abbiamo b
n-1
= 2 , c(i) = 2
i
, k = 1 . Sostituendo in

a
n
=
n
1 n
b

|
.
|

\
|
+

n
1
i
1 n
b ) i ( c k ,
troviamo come soluzione


a
n
= 2
n
|
.
|

\
|
+


n
1
i i
2 2 1 = 2
n
(1 + n) .


Questa la formula generale della successione 1, 4, 12, 32, 80,, 2
n
(1 + n),



D.Romagnoli Elementi di matematica discreta


Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
35


Consideriamo ora la relazione ricorsiva che genera i numeri di Fibonacci . In base alle
definizioni precedenti notiamo che si tratta di una relazione ricorsiva lineare, del
secondo ordine, omogenea e a coefficienti costanti. Per questo tipo di relazioni
valgono i seguenti teoremi :

Teorema 3.4.3 Sia a
n
= b
n-1
a
n-1
+ b
n-2
a
n-2
una relazione ricorsiva lineare,del secondo
ordine, omogenea e a coefficienti costanti .

a
n
= r
n
, r R

ne una soluzione non identicamente nulla se e solo r una radice del polinomio

x
2
- b
n-1
x - b
n-2



Dimostrazione . Se a
n
= r
n
una soluzione non nulla , allora r 0, e per ogni n si
ha r
n
= b
n-1
r
n-1
+ b
n-2
r
n-2
. Dividendo per r
n-2
, si trova r
2
= b
n-1
r+ b
n-2
.
Viceversa, se r
2
= b
n-1
r + b
n-2
, moltiplicando per r
n-2
si ha che r
n
= b
n-1
r
n-1
+ b
n-2
r
n-2
,
cio che r
n
una soluzione


Definizione 3.4.4 Il polinomio x
2
- b
n-1
x - b
n-2
detto polinomio caratteristico della
relazione ricorsiva a
n
= b
n-1
a
n-1
+ b
n-2
a
n-2
.


Per risolvere la relazione a
n
= b
n-1
a
n-1
+ b
n-2
a
n-2
occorre dunque trovare le radici del suo
polinomio caratteristico . Non abbiamo per menzionato le condizioni iniziali della
relazione ricorsiva . Pu succedere che esse non vengano verificate dalle soluzioni
indicate nel teorema , come vediamo nell'esempio che segue .

Esempio 3.4.5 Consideriamo la relazione di ricorrenza

a
n
= 6a
n-1
- 8a
n-2
, n 3
a
1
= 14 a
2
= 52

Il suo polinomio caratteristico x
2
- 6x + 8 . Le sue radici sono x = 2 e x = 4 , ma le
soluzioni a
n
= 2
n
e a
n
= 4
n
non soddisfano le condizioni iniziali .

Dobbiamo trovare allora altre soluzioni che soddisfino le condizioni iniziali . Vale il

Teorema 3.4.4 Sia a
n
= b
n-1
a
n-1
+ b
n-2
a
n-2
una relazione ricorsiva lineare,del secondo
ordine,omogenea e a coefficienti costanti e ne siano a
n
e a'
n
due soluzioni . Allora ,
per ogni scelta di numeri C
1
e C
2
la successione

a"
n
= C
1
a
n
+ C
2
a'
n



ne una soluzione .

Capitolo 3 - Successioni e relazioni ricorsive
Universit di Torino
36


Dimostrazione . Basta sostituire l'espressione data nella relazione e verificare che si
ottiene un'identit . Si ha :

a"
n
- b
n-1
a"
n-1
- b
n-2
a"
n-2
= (C
1
a
n
+ C
2
a'
n
) - b
n-1
(C
1
a
n-1
+ C
2
a'
n-1
) - b
n-2
(C
1
a
n-2
+ C
2
a'
n-2
)
= C
1
(a
n
- b
n-1
a
n-1
- b
n-2
a
n-2
) + C
2
(a'
n
- b
n-1
a'
n-1
- b
n-2
a'
n-2
) = 0 .


Osservazione 3.4.2 Il teorema precedente si generalizza ad equazioni lineari ,
omogenee, a coefficienti costanti di ordine qualunque .

Riprendiamo allora l' esempio 3) degli esempi 3.4.4 : a
n
= 2
n
e a'
n
= 4
n
sono due
soluzioni della relazione ricorsiva a
n
= 6a
n-1
- 8a
n-2
, n 3 . Il teorema 3.4.4 ci dice che
per ogni scelta di C
1
e C
2
anche

a"
n
= C
1
2
n
+ C
2
4
n


una soluzione . Abbiamo dunque infinite soluzioni della relazione iniziale e tra
queste cerchiamo l'unica che soddisfi le condizioni iniziali a"
1
= 14 a"
2
= 52 . Si
ottiene il sistema


C
1
+ 2C
2
= 7

C
1
+ 4C
2
= 13


che ha soluzione C
1
= 1,C
2
= 3 . Dunque l'unica soluzione della relazione di ricorrenza

a
n
= 6a
n-1
- 8a
n-2
, n 3
a
1
= 14 a
2
= 52

a
n
= 2
n
+ 3
.
4
n
.

Esempio 3.4.6 Consideriamo la relazione di ricorrenza

a
n
= 4a
n-1
- 4a
n-2
, n 3
a
1
= a
2
= 1

Il suo polinomio caratteristico , x
2
- 4x + 4 = (x - 2)
2
, ha la sola radice x = 2 . Il
teorema 3.4.4 ci dice che a"
n
= C2
n
una soluzione per ogni scelta di C , ma non
possiamo scegliere C in modo che sia a
1
= 2C = a
2
= 4C = 1 . Dobbiamo trovare
un'altra soluzione , indipendente da 2
n
, per poter avere due costanti C
1
e C
2 .

Teorema 3.4.5 Sia a
n
= b
n-1
a
n-1
+ b
n-2
a
n-2
una relazione ricorsiva lineare, del secondo
ordine ,omogenea, a coefficienti costanti e tale che il suo polinomio caratteristico
abbia una sola radice r , di molteplicit due . Allora


D.Romagnoli Elementi di matematica discreta


Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
37


a
n
= r
n

e
a'
n
= nr
n

ne sono due soluzioni .

Dimostrazione . Il teorema 3.4.3 ci assicura che a
n
= r
n
una soluzione .
Per provare che anche a'
n
= nr
n
una soluzione , si effettua una semplice verifica ,
basata sul fatto che x
2
- b
n-1
x - b
n-2
= 0 ha una radice doppia r se e solo se x
2
- b
n-1
x -
b
n-2
=(x - r )
2
, da cui b
n-1
= 2r e b
n-2
= - r
2
. Abbiamo infatti

nr
n
- b
n-1
(n -1) r
n-1
- b
n-2
(n -2) r
n-2
= nr
n
- 2r(n -1) r
n-1
+ r
2
(n -2) r
n-2
=

= nr
n
- 2nr
n
+ 2r
n
+ nr
n
- 2r
n
= 0 .


In base a questo teorema , la successione dell' esempio 3.4.6 ha le infinite soluzioni

a
n
= C
1
2
n
+ C
2
n2
n
.

Per trovare l'unica che soddisfa le condizioni iniziali , risolviamo il sistema


2C
1
+ 2C
2
= 1

4C
1
+ 8C
2
= 1


trovando C
1
=
4
3
e C
2
=
4
1
e quindi la formula generale , valida per n 1,

a
n
=
4
3
2
n
4
1
n2
n
= (3 - n)2
n-2
.


Abbiamo cos trovato un metodo generale per risolvere tutte le relazioni ricorsive di
ordine due, lineari, omogenee e a coefficienti costanti , che si riduce a trovare le radici
del suo polinomio caratteristico, distinguendo il caso in cui vi siano due radici distinte
(reali o complesse) oppure due radici coincidenti, e ad applicare i teoremi precedenti .

Applichiamo tale metodo per scrivere in forma generale la relazione ricorsiva di
Fibonacci :

F(n) = F(n-1) + F(n-2)

F(0) = 0 F(1) = 1 .



Capitolo 3 - Successioni e relazioni ricorsive
Universit di Torino
38


Il suo polinomio caratteristico

x
2
- x - 1

le cui radici sono
2
5 1+
e
2
5 1
.

Dobbiamo dunque determinare C
1
e C
2
affinch

F(n) = C
1
n
2
5 1
|
|
.
|

\
|
+
+ C
2
n
2
5 1
|
|
.
|

\
|



soddisfi le condizioni iniziali.
Otteniamo il sistema

C
1
+ C
2
= 0

C
1
|
|
.
|

\
|
+
2
5 1
+ C
2
|
|
.
|

\
|

2
5 1
= 1

avente soluzione C
1
=
5
1
e C
2
= -
5
1
.

Dunque la formula generale dei numeri di Fibonacci la seguente :


F(n) =
5
1
(
(

|
|
.
|

\
|

-
|
|
.
|

\
|
+
n n
2
5 1
2
5 1
.
















D.Romagnoli Elementi di matematica discreta


Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
39


D.Romagnoli Elementi di Matematica discreta
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
39

CAPITOLO 4


Funzioni aritmetiche e funzioni intere


4.1 Funzioni aritmetiche moltiplicative

4.2 La funzione di Eulero e la funzione di Moebius

4.3 Funzioni intere


4.1 Funzioni aritmetiche moltiplicative


Definizione 4.1.1 Si dice funzione aritmetica una funzione f : N - {0} Z .

Definizione 4.1.2 Si dice che una funzione aritmetica f moltiplicativa se :

M.C.D(n,m) = 1 f(nm) = f(n)f(m).

Proposizione 4.1.1 Sia f una funzione aritmetica moltiplicativa e sia n =
1
e
1
p p
2
e
2
p
h
e
h
la decomposizione di n in fattori primi . Si ha

f(n) = f(
1
e
1
p )f(p
2
e
2
)f(p
h
e
h
) .

Dimostrazione . Immediata dalla definizione , usando il principio di induzione .

Esempio 4.1.1 La funzione costante di valore 1 (f(n) = 1 , n N - {0} ) e l'identit
di N (f(n) = n , n N - {0}) sono funzioni aritmetiche moltiplicative .

Esempio 4.1.2 Sia n N - {0} . Indichiamo con ) n ( , (n) , (n) il numero totale ,
la somma e il prodotto di tutti i divisori d di n ( compresi 1 e n ) . In simboli :

) n ( =

n / d
1 = |{d | d/n }|

(n) =

n / d
d

(n) =
n / d
d .
, e sono funzioni aritmetiche .



Capitolo 4 Funzioni aritmetiche e funzioni intere
Universit di Torino
40

Si ha , per esempio ) 1 ( = (1) = (1) = 1 , 2 ) 2 ( = , (2) = 3 , (2) = 2 ,
2 ) 3 ( = , (3)= 4 , (3) = 3 , , , 4 ) 6 ( = (6) = 12 , (6) = 36 ( da qui
concludiamo che la funzione aritmetica non moltiplicativa ) . Proveremo che e
sono entrambe moltiplicative . A tal fine proviamo la

Proposizione 4.1.2 Sia f una funzione aritmetica e sia F cos definita : F(n) =

n / d
) d ( f . Se f moltiplicativa , anche F una funzione moltiplicativa (detta la
trasformata di Moebius di f) .

Dimostrazione . La nostra tesi che F(nm) = F(n)F(m) , se n ed m sono coprimi .
Proviamo prima che, poich M.C.D(n,m) = 1, ogni divisore d di nm si fattorizza in
modo unico nel prodotto ab , con a divisore di n e b di m e con a e b coprimi . Se,
infatti, n =
1
e
1
p p
2
e
2
p
h
e
h
e m =
1
l
1
q q
2
l
2
q
k
l
k
si ha nm =
1
e
1
p p
2
e
2
p
h
e
h
1
l
1
q q
2
l
2
q
k
l
k
e d
=
1
a
1
p p
2
a
2
p
h
a
h
1
b
1
q q
2
b
2
q
k
b
k
, 0<a
i
e
i
, 0<b
i
l
i
. Ponendo a =
1
a
1
p p
2
a
2
p
h
a
h
e b =
1
b
1
q q
2
b
2
q
k
b
k
, si ha d = ab , con a e b unici .
Si ha allora :

F(nm) =

nm / d
) d ( f =

m / b , n / a
) ab ( f = ) b ( f ) a ( f
m / b , n / a

=

n / a
) a ( f

m / b
) b ( f = F(n)F(m) .



La proposizione precedente permette di provare che le funzioni e sono
moltiplicative , in quanto trasformate di Moebius della funzione costante 1 e
dell'identit rispettivamente .
Queste funzioni hanno interessanti propriet : ricordiamo solo che (n) = 2 se e solo
se n un numero primo, che, se n>1, (n) n+1 e che (n) = n+1 se e solo se n
primo . La funzione caratterizza i numeri perfetti : un numero n non nullo si dice
perfetto se e solo se (n) = 2n . I primi cinque numeri perfetti sono 6 , 28 , 496 ,
8128 , 33550336 . Non ne sono conosciuti di dispari e non noto se i numeri perfetti
siano infiniti .


4.2 La funzione di Eulero e la funzione di Moebius


Definizione 4.2.1 Si dice funzione di Eulero ( o indicatore di Eulero ) la funzione
aritmetica che associa ad ogni naturale non nullo n il numero di interi positivi
minori di n e coprimi con n . In simboli , se C(n) = {1 a n / M.C.D(a,n) = 1 } , si
pone

(n) = |C(n)| .

Per esempio : (1) = 1, (2) = 1, (3) = 2, (4) = 2, (5) = 4, (6) = 2,


D.Romagnoli Elementi di Matematica discreta
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41

Poich un numero p primo se e solo se relativamente primo con tutti i numeri che
lo precedono , abbiamo la

Proposizione 4.2.1 (p) = p - 1 p un numero primo

La funzione di Eulero ha molte propriet. Le pi importanti sono enunciate nella
proposizione seguente, per la cui dimostrazione rimandiamo a un qualunque testo di
matematica discreta .

Proposizione 4.2.2

i) M.C.D(n,m) = 1 (nm) = (n) (m) ( moltiplicativa )

ii) se p un numero primo, allora (p
h
) = p
h
- p
1 h
= p
1 h
(p - 1 )

iii) (n) = n
n / p
( 1 -
p
1
) .
iv) se M.C.D (n,m) = d , allora (nm) = (n) (m)
) d (
d




Osservazione 4.2.1 La i) e la ii) della proposizione ci permette il calcolo di (n)
quando sia nota la decomposizione di n . Infatti , se n =
1
e
1
p p
2
e
2
p
h
e
h
, si ha (n) =
(
1
e
1
p ) (p
2
e
2
)(p
h
e
h
) = p
1 e
1
1

p
1 e
2
2

p
1 e
h
h

( p
1
- 1)( p
2
- 1) (p
h
- 1) .

Cos , (600) = (2
3 .
3
.
5
2
) = 2
2

.
3
0

.
5
.
2
.
4 = 160 . Ci sono 160 numeri interi tra 1
e 600 coprimi con 600 .
La iii) (che si ottiene da i) e ii) osservando che (p
h
) = p
h
(1 -
p
1
) ) ci d
un'espressione di (n) che dipende solo dai divisori primi di n e non dalle potenze
con cui essi compaiono nella fattorizzazione di n . Per esempio , se i divisori primi di
n sono 2, 3 e 5 ( come per 600) , abbiamo (n) = n (1 -
2
1
)(1 -
3
1
)(1 -
5
1
) =
30
8
n
( per ogni n = 2
a

.
3
b

.
5
c
) .

Cos, (600) =
30
8
600 = 8
.
20 = 160 , (60) =
30
8
60 = 16 , (30) =
30
8
30 = 8 ,
(150) =
30
8
150 = 40

Usando la moltiplicativit di e la sua trasformata di Moebius , possiamo provare il
seguente



Capitolo 4 Funzioni aritmetiche e funzioni intere
Universit di Torino
42

Teorema 4.2.1 (Gauss) . La somma dei valori (d) , per tutti i divisori d di n ,
uguale a n :

n / d
) d ( = n =

n / d
)
d
n
(

Dimostrazione . La tesi ovvia per n =1 . Sia dunque n >1 e sia F(n) =

n / d
) d ( la
trasformata di Moebius di . F moltiplicativa ( proposizione 4.1.2 ), quindi , se n =
1
e
1
p p
2
e
2
p
h
e
h
, F(n) = F(
1
e
1
p )F(p
2
e
2
)F(p
h
e
h
) . Poich F(p
i
e
i
) =

i
e
i
p / d
) d ( = (1) +
(p
i
) + (p
2
i
) + +(p
i
e
i
) = = 1 + (p
i
- 1) + ( p
2
i
- p
i
) + + ( p
i
e
i
- p
1 e
i
i

) = p
i
e
i
, si
ha F(n) =
1
e
1
p p
2
e
2
p
h
e
h
= n . La seconda uguaglianza segue dal fatto che, quando d
percorre l'insieme dei divisori di n , lo stesso fa
d
n
.

Osservazione 4.2.2 Le funzioni , , ci permettono di enunciare un criterio di
primalit : condizione necessaria e sufficiente affinch n sia un numero primo che :

) n ( n ) n ( ) n ( = +

La condizione necessaria immediata ( ) 2 ) p ( , 1 p ) p ( , 1 p ) p ( = + = = , per la
condizione sufficiente si veda [14] ).


Innumerevoli sono le applicazioni della funzione di Eulero , in particolare in
aritmetica modulare e in crittografia . Di importanza fondamentale per tali
applicazioni il teorema di Eulero, che estende il piccolo teorema di Fermat .
Prima di enunciare e dimostrare il teorema di Eulero dobbiamo fare qualche
richiamo sulla relazione di congruenza modulo n , cos definita in Z

a b (mod n) a - b = kn per qualche k Z .

La congruenza mod n una relazione di equivalenza con quoziente l'insieme delle
classi di resto modulo n ( ogni intero congruo al suo resto nella divisione per n e i
resti possibili sono 0, 1, , n-1)

Z
n
= {0 , 1 , , 1 n } .

In Z
n
si definiscono le operazioni di somma e di prodotto seguenti , rispetto alle
quali si ottiene un anello commutativo con unit e, se n primo, un campo :

b a + = b a +
b a = ab .


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43

Definizione 4.2.2 a Z detto invertibile modulo n se esiste b Z tale che
ab 1 (mod n) .
b detto inverso di a modulo n .

Proposizione 4.2.3 Tra i numeri 0, 1, , n-1 vi sono esattamente (n) interi
invertibili modulo n .

Dimostrazione . Abbiamo posto, per definizione, (n) = |C(n)| ,con C(n) = {1 a
n / M.C.D(a,n) = 1 } . Quindi la nostra tesi equivalente a :

a {0,1,,n-1} invertibile modulo n MCD(a,n) = 1

Supponiamo dunque a invertibile mod n : esiste b tale che ab 1 (mod n) . Questo
significa che esiste k tale che ab - 1 = kn , cio 1 = ab - kn , che ci dice che
MCD(a,n) = 1 .
Se, viceversa, MCD(a,n) = 1 allora, per l'algoritmo euclideo delle divisioni
successive, esistono due interi b e c tali che ab + cn = 1 (identit di Bzout) , da cui
ab = 1 - cn , cio ab 1 (mod n) .


Proposizione 4.2.4 Sia b inverso di a mod n . Allora

c b (mod n) c inverso di a mod n

Dimostrazione . c b (mod n) c = b + hn ac = ab + ahn = 1 + kn + ahn 1
(mod n) .
Viceversa, ac 1 (mod n) c 1c (ba)c b(ac) b1 b(mod n) .


Abbiamo provato dunque che gli interi invertibili mod n si ripartiscono in (n)
classi di resto aventi come rappresentanti i (n) interi compresi tra 1 e n e coprimi
con n . Si dice anche classe invertibile mod n una classe di resto rappresentata da un
elemento invertibile mod n .
L'insieme C(n) detto un sistema completo di rappresentanti degli invertibili mod n .


Esempio 4.2.1 n = 5 , (5) = 4 = C(5) = {1,2,3,4}. Gli elementi di C(5) sono i
rappresentanti delle classi invertibili di Z
5
.
Notiamo che, se p un numero primo , Z
p
ha p-1 classi invertibili .

Esempio 4.2.2 n = 30 , (30) = 8 = C(30) = {1,7,11,13,17,19,23,29}. Le classi
invertibili di Z
30
sono quelle rappresentate dai numeri di C(30) e sono quelle
rappresentate rispettivamente dai numeri 1,13,11,7,23,19,27,29 . Per trovare l'inversa
di una classe occorre scrivere l'identit di Bzout relativa al rappresentante e a 30 e
ridurre mod n . Cos ,

1 = 4
.
30 - 17
.
7
Capitolo 4 Funzioni aritmetiche e funzioni intere
Universit di Torino
44

e, passando alle classi , poich 30 = 0 e 17 = 13, si ha 1 = 13
.
7 .

Proposizione 4.2.5 Sia a invertibile mod n . Allora vale la legge di semplificazione
:
ab ac (mod n) b c (mod n) , c , b Z .

Dimostrazione . E' sufficiente moltiplicare per l'inverso di a .


Teorema 4.2.2 (Eulero) . Se (a,n) = 1 , allora

a
) n (
1 (mod n) .

Dimostrazione. Sia C(n) = {b
1
, b
2
, ,
) n (
b

} il sistema completo dei rappresentanti


degli invertibili modulo n . Osserviamo che l'insieme {ab
1
, ab
2
, ,a
) n (
b

}, ridotto
modulo n , coincide con C(n) . Infatti ogni ab
i
(mod n) appartiene a C(n) , in quanto
il prodotto di due elementi invertibili a sua volta invertibile, e la moltiplicazione
per a biiettiva ( b
i
b
j
ab
i
(mod n) ab
j
(mod n) per la proposizione 4.2.5).
Questo prova l'iniettivit della moltiplicazione per a , ma sufficiente per provare
che si tratta di una biiezione perch C(n) finito ). Dunque

ab
1
(mod n), ab
2
(mod n), ,a
) n (
b

(mod n)

una permutazione di
b
1
, b
2
, ,
) n (
b



e quindi si ha la seguente relazione tra i loro prodotti :

b
1
b
2

) n (
b

ab
1
(mod n)ab
2
(mod n) a
) n (
b

(mod n) .

Ne segue che
b
1
b
2

) n (
b


) n (
a

b
1
b
2

) n (
b

.

L'elemento b = b
1
b
2

) n (
b

invertibile e quindi , semplificando si ottiene la tesi .



Dal teorema di Eulero segue come corollario il

Teorema 4.2.3 (piccolo teorema di Fermat) . Sia p un numero primo e a un numero
intero. Allora , se p non divide a ,

a
p-1
1 (mod p) .





D.Romagnoli Elementi di Matematica discreta
Quaderni Didattici del Dipartimento di Matematica
45

Dimostrazione . Poich p non divide a ed primo , MCD(a,p) = 1 . Inoltre (p) =
p-1 . La tesi segue allora direttamente dal teorema di Eulero .

Corollario 4.2.1 Sia p un numero primo e a un intero qualunque. Allora

a
p
a (mod p) .

Dimostrazione . Se p non divide a , a invertibile mod p , e a
p
a (mod p)
equivalente a a
p-1
1 (mod p) per la proposizione 4.2.5.
Se invece p un divisore di a , a

0 (mod p) e anche a
p
0 (mod p) .


Osservazione 4.2.3 Il piccolo teorema di Fermat d una condizione necessaria ma
non sufficiente per la primalit : per esempio 4
14
1 (mod 15) , poich 4
14
= 16
7
1
7

(mod 15) , ma 15 non primo . Si pu dimostrare che, fissato un intero a 2,
esistono infiniti numeri composti m tali che a
m-1
1 (mod m) . Questi numeri m sono
detti pseudoprimi in base a .
Vi sono anche interi k che non sono primi ma per i quali a
k-1
1 (mod k) per ogni a
Z tale che (a,k) = 1 . Questi k sono detti numeri di Carmichael ed stato
recentemente dimostrato che sono infiniti . I primi numeri di Carmichael sono 561,
1105, 1729 .

Negli esempi che seguono vedremo qualche applicazione della funzione di Eulero e
dei teoremi di Eulero e di Fermat .

Esempio 4.2.3 Vogliamo calcolare il resto della divisione per 28 del numero 13
1232
.
Abbiamo (28) = (4)
.
(7) = 2
.
6 = 12 e 1232 = 102
.
12 + 8 . Usiamo le
propriet delle potenze e il teorema di Eulero .

13
1232
= (13
12
)
102

.
13
8
1
102 .
13
8
(mod 28) 13
8
(mod 28) .

13
8
= (13
2
)
4
= (169)
4
. Ora , 169 = 6
.
28 +1 1 (mod 28) , quindi

13
1232
13
8
(mod 28) 1 (mod 28) .


Osserviamo che il teorema di Eulero consente di semplificare il calcolo delle potenze
modulo n soltanto se la base un numero primo con n . Vi sono altri metodi che
valgono anche se la base non un numero primo con n (vedi [5] ) .


Esempio 4.2.4 Osserviamo il seguente disegno :






Capitolo 4 Funzioni aritmetiche e funzioni intere
Universit di Torino
46



E' una stella a cinque punte ottenuta collegando cinque punti equidistanti tra loro,
posti su una circonferenza, mediante cinque segmenti che collegano ogni punto con
uno dei due punti ad esso non adiacente . Se generalizziamo la costruzione e
immaginiamo di disegnare con le stesse regole una stella a n punte 1, 2, , n ,
troviamo che il numero di stelle diverse che si ottengono per ogni n dato dal
numero
2
2 ) n (
( vedi [21] ) .

Esempio 4.2.5 Supponiamo di avere delle perline di n colori diversi e di voler
formare delle collane circolari di lunghezza m . Sia N(m,n) il loro numero:
osserviamo che le rotazioni non danno collane diverse, mentre sono considerate
diverse due collane che sono l'una il riflesso dell'altra. Cos, nel caso di collane di
lunghezza 6 formate con perline di due colori differenti le collane seguenti sono
diverse :














Nel disegno che segue elenchiamo tutte le collane differenti di lunghezza 4 costruite
avendo a disposizione perline di due colori diversi :



D.Romagnoli Elementi di Matematica discreta
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47










Quindi N(4,2) = 6 . E' stato dimostrato da A.MacMahon, nel 1892, che

N(m,n) =
m
1
d
m
( n
m / d
d

)

(per la dimostrazione si veda [13] ) .

Naturalmente, si ritrova N(4,2) =
4
1
( ) 1 ( 2
4
+ ) 2 ( 2
2
+ ) 4 ( 2 ) =
4
1
(16 + 4 + 4 ) = 6,
mentre
N(6,2) =
6
1
( ) 1 (
.
2
6
+ ) 2 (
.
2
3
+ ) 3 (
.
2
2
+ (6)
.
2 ) =
6
1
(64 + 8 + 8 + 4) = 14 .


Definiamo ora un'altra importante funzione moltiplicativa , introdotta dal matematico
tedesco A.F.Moebius nel 1832 per studiare la distribuzione dei numeri primi .


Definizione 4.2.3 Si dice funzione di Moebius la funzione aritmetica cos definita :


1 se n = 1
(n) = (-1)
r
se n il prodotto di r primi distinti
0 se p
e
/ n , per un primo p ed e > 1 .


Quindi , per ogni n positivo , (n) vale 0 , 1 oppure -1 .

Per esempio . (2) = -1 = (3) , (4) = 0 = (8) , (6) = (2
.
3) = ( -1)
2
= 1 =
(10)

Proposizione 4.2.6 M.C.D(n,m) = 1 (nm) = (n) (m) ( moltiplicativa) .

Dimostrazione . Se n oppure m valgono 1 , la tesi vale poich (1) = 1 . Se n oppure
m hanno almeno un fattore al quadrato , anche nm ha un fattore al quadrato, e da(n)
= 0 oppure (m) = 0 segue che (nm) = 0 . Se n ed m hanno rispettivamente r ed s


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48

fattori primi non ripetuti , nm ne ha r + s non ripetuti (n ed m sono coprimi) , quindi

(nm) = (-1)
r+s
= (-1)
r
(-1)
s
= (n) (m) .


Osservazione 4.2.5 Per la proposizione 4.1.2 anche la funzione F(n) =

n / d
) d (
moltiplicativa .


Proposizione 4.2.7 F(1) = 1 e, se n > 1 , F(n) =

n / d
) d ( = 0 .
Dimostrazione. Poich F moltiplicativa, basta calcolare F(p
e
) , p primo ed e N . Si
ha :

F(p
e
) = (1) + (p) + (p
2
) + + (p
e
) = 1 - 1 = 0 .


Proposizione 4.2.8 (Formula di inversione di Moebius) . Sia f una funzione aritmetica.
Posto

F(n) =

n / d
) d ( f , per ogni n 1
si ha

f(n) =

n / d
) d ( F(
d
n
) =

n / e
)
e
n
( F(e) .

Dimostrazione. Osserviamo innanzitutto che, ponendo d =
e
n
( e =
d
n
), se d esaurisce
i divisori di n , altrettanto fa e , per cui le due somme coincidono . Ora, data una
funzione aritmetica f , si ha :

n / d
) d ( F(
d
n
) =

n / d
) d ( (

) d / n /( e
) e ( f ) =

n / d ) d / n /( e
) e ( f ) d ( ( ) = (cambiando l'ordine della
somma e osservando che se e/(n/d) , allora ed/n e quindi d/(n/e) ) =

n / e ) e / n /( d
) e ( f ) d ( ( )

=

n / e ) e / n /( d
) e ( f )) d ( ( .

Ora ,

) e / n /( d
) d ( = 0 tranne per
e
n
= 1 , cio per n = e , quindi l'ultimo termine si riduce
a f(n) .



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49

Osservazione 4.2.6 In modo analogo si dimostra che se F una funzione aritmetica e f
tale che per ogni n 1, f(n) =

n / d
) d ( F(
d
n
) , allora F la trasformata di Moebius di
f , cio F(n) =

n / d
) d ( f , per ogni n 1 .

Esempio 4.2.6 Come applicazione della funzione di Moebius e della proposizione
4.2.8 riportiamo la formula che ci fornisce il numero dei polinomi irriducibili di grado
d a coefficienti nel campo Z
p
delle classi di resto mod p (p primo) , numero che
indichiamo con N
p
n
(per la dimostrazione si veda [7] )

N
p
n
=
n
1
)
d
n
(
n / d

p
d
.

Per esempio , se p = 3 e n = 2 , i polinomi irriducibili di Z
3
[x] sono N
3
2
=
2
1
3 ) 2 ( +
2
1

2
3 ) 1 ( = -
2
3
+
2
9
= 3 . Infatti , essi sono : x
2
+ 1 , 2x
2
+ 2 , 2x
2
+ x + 1 ( ricordiamo
che nel caso di grado 2 l'irriducibilit equivale al non avere radici) .


Terminiamo il capitolo dimostrando una relazione tra la funzione di Eulero e quella di
Moebius .

Proposizione 4.2.9 Per ogni intero positivo n si ha :

=

=

n / d
d
) d (
n ) n ( d )
d
n
(
n / d

.


Dimostrazione . Per il Teorema di Gauss ,

n / d
) d ( = n , e , detta F(n) =

n / d
) d ( la
trasformata di Moebius di , la formula di inversione di Moebius ci d :


(n) =

n / d
) d ( F(
d
n
) =

n / d
) d (
d
n
= n

n / d
d
) d (
.

Sostituendo poi d con
d
n
otteniamo la seconda uguaglianza .






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50

4.3 Funzioni intere


Indichiamo con questo nome le funzioni di dominio l'insieme R e codominio l'insieme
Z .

Esempio 4.3.1 . Sia f : R Z la funzione che associa al numero reale x il minimo
intero maggiore o uguale a x . Si scrive anche f(x) = x . Cos , per esempio,

f(2) = 2 = 2 , f(2,5) = 2,5 = 3 , f(e) = e = 3 , f(-e) = -e = -2 ) .

Tale funzione anche chiamata funzione soffitto . Il suo grafico forma un cammino a
scala sopra la bisettrice y = x ( dalla definizione si ha x x , x = x se e solo se
x un intero e x = n se e solo se n - 1 < x n (n intero).


Definizione 4.3.1 Sia x un numero reale e sia x ( oppure [x] ) il massimo intero
minore o uguale a x . La funzione f : R Z , f(x) = x detta funzione di Gauss , o
funzione parte intera o funzione pavimento .


Naturalmente tale funzione una funzione intera , pi nota della funzione soffitto con
la quale ha molte analogie . Ci limitiamo a descriverne alcune propriet e applicazioni
in questioni di divisibilit . Per ulteriori applicazioni rimandiamo a [13] e [14] .


Il grafico della funzione pavimento un cammino a scala sotto la bisettrice y = x
( dalla definizione si ha x x , x = x se e solo se x un intero e x = n se e
solo se n x < n +1 ( n intero ) ) . Le funzioni pavimento e soffitto coincidono
applicate a numeri interi , per i numeri non interi differiscono di 1 ( e = 2 , e =
3 , -e = -3 , -e = -2 , ), e sono legate dalle relazione


-x = - x e -x = - x .


Valgono in modo evidente le relazioni x = x + r, 0 r < 1 e x x < x + 1 ,
da cui segue la

Proposizione 4.3.1. x + y x +y x + y +1

Dimostrazione . Da x = x + r, 0 r < 1 e y = y + s, 0 s < 1 si ha

x + y = x + y + r + s .

Poich 0 r + s < 2 , r + s = 0 oppure r + s = 1 , da cui


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51

x +y = x + y oppure x +y x + y +1 .


Altre propriet di non difficile dimostrazione sono le seguenti :

Proposizione 4.3.2. Se x un numero reale e n un intero positivo , allora

n
x
=

n
x
.


Proposizione 4.3.3. (Identit di Hermite) Se x un numero reale e n un intero
positivo , allora


x + x +
n
1
+ x +
n
2
+ + x +
n
1 n
= nx .


Dimostriamo invece i seguenti teoremi :

Teorema 4.3.1. Siano x un numero reale ed n un intero positivo . Il numero dei
multipli di n compresi tra gli interi da 1 a x pari a

n
x
.

Dimostrazione . Da

n
x

n
x

n
x
+ 1
si ha

n
x
n
n
x
n = x (

n
x
+ 1)n .


Perci tra gli interi da 1 a x i multipli di n sono

n
x
, precisamente n, 2n, ,

n
x
n .

Teorema 4.3.2 . La massima potenza di p (p primo) che compare in n!


p(n!) =

p
n
+

2
p
n
+ +

m
p
n
, con p
m
n < p
m+1
.


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52

Dimostrazione. Se p divide n!, p divide uno dei suoi fattori . Tra gli interi da 1 a n , i
multipli di p sono

p
n
e sono, precisamente, p, 2p, , p
p
n

.
In n! la pi alta potenza di p sar quindi p(n!) = p
.
2p
.

.
p
p
n

= !
p
n


.
p

p
n
!
.

Analogamente ,

p( ) !
p
n

p
p
n
+ p (

p
p
n
!) =

2
p
n
+ p (

2
p
n
!) .

Sostituendo ,
p(n!) =

p
n
+

2
p
n
+ p (

2
p
n
!) .

Iterando il procedimento , poich p
m+1
> n , si ha

+1 m
p
n
= 0 , da cui


p(n!) =

p
n
+

2
p
n
+ +

m
p
n
.


Esempio 4.3.2 Sia p = 2 e n = 8 = 2
3
. La pi alta potenza di 2 che compare in 8!
2(8!) =

2
8
+

2
2
8
+

3
2
8
= 4 + 2 + 1 = 1 + 2 + 2
2
= 7 . In questo caso
immediato da 8! = 1
.
2
.
3
.
2
2.
5
.
2
.
3
.
7
.
2
3
.

In generale , se n = p
r
, si ha p(n!) = p
r-1
+ p
r-2
+ + 1 =
1 p
1 p
r

.

Esempio 4.3.3 Vogliamo il numero dei multipli di 7 positivi e compresi tra 300 e 500 .
Il Teorema 4.3.1 ci dice che ci sono

7
500
= 71 multipli di 7 tra 1 e 500 e

7
299
=
42 multipli di 7 tra 1 e 299 .

Il numero cercato dunque 71 - 42 = 29 .


Bibliografia



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