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Il Romanico (parte terza)

Romanici del Sud Italia


ROMANICI DEL SUD ITALIA / SAN NICOLA A BARI

SAN NICOLA A BARI

 Bari nel XI secolo era zona di influenza dell’Impero


bizantino e nel 1071 fu conquistata dai normanni, entrò
quindi sotto la sfera artistica romanica e occidentale.

 Nel 1087 vennero trafugate le reliquie di San Nicola


dalla Turchia e furono portate a Bari, dove l’Abate Elia fece
costruire un’apposita chiesa, consacrata nel 1197.
ROMANICI DEL SUD ITALIA / SAN NICOLA A BARI

BASILICA DI SAN NICOLA,


FINE DELL’XI SECOLO, BARI

Uno degli esempi meglio


riusciti del complesso
processo di integrazione
tra le forme del
Romanico lombardo,
l’influenza normanna, la
tradizione tardo-antica e
bizantina.
La chiesa viene edificata sull’area della residenza del catapano (il
governatore greco-bizantino dell’Italia Meridionale tra il 968 ed il 1071),
frutto di almeno tre fasi successive e di ulteriori rimaneggiamenti in
epoca rinascimentale e barocca.
ROMANICI DEL SUD ITALIA / SAN NICOLA A BARI

La basilica presenta una straordinaria fusione di


motivi architettonici e decorativi che
appartengono alle varie culture che hanno
partecipato alla sua realizzazione. All’esterno i
caratteri tipici dell’architettura normanna,
imponente e poderosa, emergono con la facciata
tripartita chiusa tra due massicce torri che
sorgono su costruzioni preesistenti
(probabilmente romane o bizantine).
La facciata a salienti, segnata da motivi
decorativi ad archetti pensili e da due contrafforti
retti da colonne che, come in San Geminiano a
Modena, evidenziano sull’esterno la divisione
interna in tre navate.

Le fiancate dell’edificio sono caratterizzate dai contrafforti costituiti da profonde arcate e sovrastati da eleganti finestre
esafore, allineano la facciata al transetto, dando all’edificio un aspetto compatto, con una netta alternanza di pieni e
vuoti, che diviene un’elegante e maestosa costruzione nella parte posteriore con l’alta parete che nasconde le tre
absidi, secondo la maniera orientale e tardo-antica, e che si concludeva con i due campanili (distrutti nel XVII secolo)
che ne definivano i fianchi e dovevano marcarne il profilo, rendendolo ben riconoscibile a chi giungeva dal mare.
ROMANICI DEL SUD ITALIA / SAN NICOLA A BARI

BASILICA DI SAN NICOLA, FINE DELL’XI SECOLO, LATO POSTERIORE, BARI


ROMANICI DEL SUD ITALIA / SAN NICOLA A BARI

PORTALE MAGGIORE, PROTIRO


FINE XI-XII SECOLO

L’ingresso della basilica è marcato da


un protiro caratterizzato da due buoi
stilofori (probabilmente raffigurano i
due buoi che tiravano il carro su cui
erano deposte le reliquie di San Nicola
e che, secondo la leggenda, giunti in
questo luogo non vollero più muoversi,
obbedendo alla volontà del Santo di
essere sepolto lì).
Oltre alle ricche decorazioni di tutto il
portale, è da notare la raffigurazione,
sulla sommità di esso, di una Sfinge
che probabilmente rappresenta la
Divina Sapienza.
ROMANICI DEL SUD ITALIA / SAN NICOLA A BARI

La chiesa è a tre navate e tre absidi.


All’interno, per la prima volta nell’area pugliese,
compaiono i matronei con funzione statica.
Sotto il presbiterio è presente la cripta.

Matroneo: nelle basiliche cristiane, loggiato


che corre lungo le navate laterali e si
affaccia su quella centrale, in origine forse
riservato alle donne

PIANTA DELLA BASILICA DI SAN NICOLA (BARI).


ROMANICI DEL SUD ITALIA / SAN NICOLA A BARI

La scultura più rilevante di San Nicola si trova nel


presbiterio ed è la cattedra marmorea dell’abate Elia,
tradizionalmente datata al 1098, sulla quale egli sedeva in
qualità di arcivescovo (1089-1105).
La maturità stilistica e l’eccezionale verismo, specie se
raffrontato al quasi coevo Wiligelmo da Modena, ha spinto
alcuni storici dell’arte a datare questo capolavoro a qualche
decennio più tardi (XII sec.). In particolare secondo alcuni
studiosi la cattedra sarebbe stata realizzata non per Elia ma
in memoria, in onore del grande fondatore e costruttore
della basilica, per affermare nel tempo la sua ideale
presenza nel tempio. Il significato della cattedra viene
Retaggio forse della civiltà bizantina, il mosaico costituì nella Puglia dell’XI
e XII secolo la forma più comune di pavimentazione delle chiese. Prevaleva paragonato a quello di un documento ideale dei diritti
il mosaico geometrico rispetto a quello figurativo (importante eccezione il
bellissimo pavimento musivo della cattedrale di Otranto, ove sono vescovili avanzati dalla basilica in nome di Elia, un
raffigurate le fatiche umane nel corso dei dodici mesi dell’anno).
Nella Basilica barese di San Nicola il mosaico costeggia il muro absidale
messaggio affidato al prezioso oggetto, cui l’apparato
con una fascia in cui si ripete un motivo ornamentale che, secondo alcuni figurativo doveva fare da cassa di risonanza.
studiosi, sarebbe in realtà la ripetizione del monogramma di Allah (Allah è
grande) scritto in caratteri cufici. A parte la bella fascia decorativa intorno
alla cattedra dell’abate Elia, va rilevata la composizione del grifo alato CATTEDRA DELL’ABATE ELIA, FNE DELL’XI-XII SECOLO, MARMO,
(motivo frequente nel simbolismo medioevale) all’interno di una piastra BARI, BASILICA DI SAN NICOLA
circolare.
ROMANICI DEL SUD ITALIA / SAN NICOLA A BARI

La parte superiore, retta da cinque pilastrini, con i fianchi decorati a traforo,


riflette ancora chiaramente la civiltà bizantina da poco tramontata. In una
serie di losanghe nella fascia centrale sono scolpiti un grifo alato, un leone,
un pellicano, un vitello ed un’aquila araldica. A questo ricordo del passato
espresso nella parte superiore fa riscontro una ricerca del nuovo nella
parte inferiore, caratterizzata dalla presenza di tre cariatidi anteriori e due
leonesse posteriori. Le due figure laterali sembrano schiavi saraceni, due
infedeli che finalmente si piegano alla riconquista normanna e cristiana. I
loro volti sono ispirati ad un verismo spontaneo e i loro corpi alla densità
dei volumi. L’artista ha voluto rendere lo sforzo che essi stanno facendo,
puntellando le ginocchia a terra, piegando le spalle, schiacciando a terra i
piedi, i volti stravolti dalle bocche spalancate.
Alla loro tensione fa da contrasto la serenità fiduciosa della figura centrale,
forse un pellegrino – caratterizzato dall’abito e dal bastone – che guarda
fiducioso verso chi occupa la cattedra, ora vede spianata e senza pericoli
la sua strada verso Gerusalemme. 
CATTEDRA DELL’ABATE ELIA, FNE DELL’XI-XII SECOLO, MARMO
BARI, BASILICA DI SAN NICOLA
ROMANICI DEL SUD ITALIA / SAN NICOLA A BARI

Sul retro della cattedra appaiono


due leoni intenti a sbranare degli
infedeli
ROMANICI DEL SUD ITALIA / SAN NICOLA A BARI

NAVATA CENTRALE, ARCONI TRASVERSALI COSTRUITI


VEDUTA DAL PRESBITERIO VERSO L’INGRESSO
DOPO IL TERREMOTO DEL 1456
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI CEFALÙ

IL DUOMO DI CEFALÙ

La Basilica Cattedrale della Trasfigurazione fu


fondata dal re normanno Ruggero II di Altavilla (1130-
1154) intorno alla metà del XII secolo.

Tre sono le matrici fondamentali che contribuiscono alla


concezione dell’edificio:
 l’impostazione nordeuropea dell’architettura,
riconoscibile nei due possenti torrioni che affiancano
la facciata;
 la raffinata esuberanza della decorazione bizantina
dei
mosaici che ricoprono l’abside;
 la delicatezza del gusto grafico dell’arte islamica,
espressa in particolare nell’intrico di archi intrecciati a
ogiva che corrono in alto lungo il perimetro esterno.
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI CEFALÙ
IL DUOMO DI CEFALÙ
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI CEFALÙ
IL DUOMO DI CEFALÙ

I mosaici dell’abside furono realizzati da artisti chiamati


direttamente da Costantinopoli (1145-1148) e proseguiti
da maestranze veneziane (1154-1166).

Sulla parete, in tre registri sovrapposti, sono raffigurati


nella fascia in alto la Madonna in preghiera, con le mani
alzate e i piedi su un cuscino regale, affiancata dai
quattro arcangeli Raffaele, Gabriele, Michele e Uriele;
nella fascia al centro, ai lati della finestra, i santi Pietro e
Paolo e gli evangelisti Marco, Matteo, Giovanni e Luca;
nella fascia in basso gli apostoli Filippo, Giacomo,
Andrea, Simone, Bartolomeo e Tommaso.
Ciascuna figura è accompagnata da una scritta con il
nome (titulus) in latino e in greco, che ne permette
l'esatta identificazione.
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI CEFALÙ
IL DUOMO DI CEFALÙ
Nel catino absidale è raffigurato il
Cristo Pantokrátor

Pantokrátor: aggettivo che deriva dal greco


antico, composto di “panto-” (che significa
tutto/ogni cosa) e di “kratéō” (dominare), nel
cristianesimo greco indica la divinità che
può tutto, cioè onnipotente.

Nell’arte bizantina indica l’immagine del


busto di Cristo che benedice secondo l’uso
ortodosso, ossia tenendo pollice, mignolo e
anulare della mano destra piegati e
congiunti a indicare il mistero della Trinità,
Cristo indossa una veste dorata, un ampio mantello azzurro e ha il mentre le altre due dita, indice e medio,
nimbo del tipo cruciforme che, secondo la tradizione, fin dal IV-V sono sollevate e unite a simboleggiare la
secolo vuole in questo modo differenziarlo dalle aureole dei santi. sua duplice natura, umana e divina.
La croce è gemmata ad indicare la sua regalità.
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI CEFALÙ
CRISTO PANTOKRÀTOR

Con la mano sinistra il Cristo Pantokrátor regge il


Vangelo aperto, nelle cui pagine si legge, in greco e in
latino si legge: «Io sono la luce del mondo, chi segue
me non vagherà nelle tenebre ma avrà la luce della
vita» (Giovanni 8, 12).
A sottolineare la metafora di Cristo dispensatore di
luce contribuisce lo sfondo di luminose tessere dorate
su cui si staglia la figura.
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI CEFALÙ
CRISTO PANTOKRÁTOR

Nonostante la presenza di molti elementi


della tradizione bizantina, che si colgono
soprattutto nella estrema stilizzazione
del panneggio, dei capelli, delle orecchie
e della mano destra dalle lunghe dita, il
volto di Cristo assume un’espressione
nuova e inconsueta: contravvenendo ai
rigidi canoni dell’iconografia greca, si
intravede una velata malinconia, come
se per un attimo la natura umana del
Cristo avesse avuto il sopravvento su
quella divina.
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI CEFALÙ
IL DUOMO DI CEFALÙ

ANGELI E CHERUBINI
VOLTA A CROCIERA DEL PRESBITERIO
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI MONREALE
IL DUOMO DI MONREALE

La Cattedrale di Santa Maria Nuova fu


fondata dal giovane re normanno Guglielmo II
d’Altavilla (1166-1189), nipote di Ruggero II,
del quale voleva forse ricalcare le orme,
come si evince dal modello stesso del duomo
derivato da quello di Cefalù.

Situato sulle pendici del Monte Capùto,


nel’immediato entroterra palermitano, faceva
parte di un vasto complesso (oggi quasi
interamente perduto) che comprendeva, tra
l’altro, il palazzo reale e un importante
monastero benedettino.
Iniziato nel 1172, fu consacrato nel 1185.

La facciata fu rimaneggiata nel corso del


tempo e nel 1770 venne aggiunto un portico.
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI MONREALE
IL DUOMO DI MONREALE
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI MONREALE
IL DUOMO DI MONREALE

CHIOSTRO, 1176-1189
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI MONREALE
IL DUOMO DI MONREALE
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI MONREALE
IL DUOMO DI MONREALE

NAVATA CENTRALE, PARETE SINISTRA


ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI MONREALE

NAVATA CENTRALE, PARETE DESTRA


ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI MONREALE
IL DUOMO DI MONREALE

Capacità dei mosaicisti di adattare le scene all’andamento della superficie.

PARETE SINISTRA

PARETE DESTRA
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI MONREALE
IL DUOMO DI MONREALE
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI MONREALE
IL DUOMO DI MONREALE

NAVATA CENTRALE, PARETE SINISTRA


ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI MONREALE
IL DUOMO DI MONREALE

GUGLIELMO II D’ALTAVILLA OFFRE IL MODELLINO


DELLA CATTEDRALE ALLA VERGINE MARIA
ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI MONREALE
IL DUOMO DI MONREALE

PULVINO DECORATO A MOSAICO


ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI MONREALE IL DUOMO DI MONREALE

MOSAICI DELL’ABSIDE, 1180-1190 CIRCA


ROMANICI DEL SUD ITALIA / IL DUOMO DI MONREALE IL DUOMO DI MONREALE

CRISTO PANTOKRÁTOR, CA. 1180-1190, CATINO ABSIDALE.

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