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Giuseppe Antonio Borgese

Giuseppe Antonio
Borgese (Polizzi Generosa, 12
novembre 1882 – Fiesole, 4
dicembre 1952) è stato
uno scrittore, giornalista e critic
o letterario italiano.
 Durante l'anno accademico 1899-1900,
su pressione del padre che lo voleva
avvocato, si iscrive alla facoltà di
giurisprudenza dell‘universita di Palermo,
ma già nel 1900 si trasferisce
a Firenze dove, presso l'Istituto di Studi
Superiori, segue i corsi di Vitelli, Rajna,
Villari, Coen e Mazzoni.
Da questa esperienza nacque il
volume ,,La nuova Germania’’
(Milano, 1909), che raccoglieva le
corrispondenze pubblicate sui due
quotidiani; sempre nel 1909, dette
alle stampe, a Napoli, il saggio
Gabriele D'Annunzio.
La carriera accademica

Parallelamente iniziò la carriera


accademica, con la nomina a docente di
letteratura tedesca all'Università di Roma
(1910). Nel 1912 iniziò la collaborazione
al Corriere della sera che, con incarichi e
forme collaborative diverse, avrebbe
mantenuto fino alla sua morte.
 Sono però anche gli anni in cui si consuma
l'irrimediabile rottura con Benedetto Croce,
che si evidenzia in tutta la sua portata
all'indomani della pubblicazione, da parte di
Benedetto Croce, del saggio su Giambattista
Vico. In questo arco di tempo, si collocano due
fra i più rappresentativi contributi saggistici di
Borgese: le tre serie di La Vita e il Libro
(Milano, 1910, 1911, 1913) e Studi di
letterature moderne (Milano, 1915), oltre alle
due riviste da lui fondate: «La Nuova Cultura»
e «Il Conciliatore».
Opere
 Borgese fu scrittore versatile e accanto alla sua
attività di giornalista e di critico, fu anche
compositore di opere poetiche, di romanzi, di
racconti, di novelle e di opere teatrali. Oltre alle
poesie La canzone paziente (1910), pubblicò Le
Poesie (1922) e Poesie 1922-1952 (1952).

Scrisse anche due romanzi, Rubè (1921), opera


notevole dal sapore quasi profetico, per lo stile e per
la trama psicologica che analizzava le contraddizioni
morali di un intellettuale egocentrico e torturatore di
sé stesso e degli altri, e I vivi e i morti (1923).
 Per il teatro compose due drammi:
L'Arciduca (1924), sempre sul dramma di
Rodolfo, e Lazzaro (1925).

Moltissimi e validi furono i saggi di


critica letteraria e di estetica che seguono
un percorso approdante a tesi polemiche
nei confronti dei suoi primi maestri e
modelli, soprattutto nei confronti di
D'Annunzio.
 Anche l'attività giornalistica e politica di Borgese
viene testimoniata in numerosi volumi, come La
guerra delle idee, L'Italia e la nuova alleanza e
numerosi altri. Tra i libri di viaggio si ricordano
Autunno a Costantinopoli, Giro lungo per la
primavera, Escursioni in terre nuove e Atlante
americano.

Durante la guerra e nel secondo dopoguerra, l'autore


continuò a redigere libri a sfondo politico e non
mancò il suo attivismo come evidenziò il testo
intitolato Disegno preliminare di costituzione di una
repubblica mondiale del 1948.
 Il fondo Borgese Giuseppe Antonio venne donato
poco dopo la sua morte, dalla moglie Elisabeth
Mann Borgese . Comprende 73 contenitori di
materiale manoscritto e stampa, che includono: una
parte del carteggio, manoscritti di opere edite ed
inedite, materiali preparatori per lezioni e
pubblicazioni, diari, agende, taccuini, ritagli di
giornali.

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