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Teorie sistematiche: tendono a mettere in luce una determinata concezione su come il potere politico si deve organizzare, privilegiando solo

gli autori sistematici, vale a dire solo quelli che avevano scritto dei trattati politici. Sicuramente questottica era forviante, e si definirono intorno alla seconda guerra mondiale due posizioni: 1) chi privilegia laspetto storico dellesame della storia del pensiero politico, esponente di spicco Mosca. 2) Chi privilegia laspetto filosofico e teorico, esponente Battaglia. Queste due visioni rigide, portarono a delle critiche per lincapacit di cogliere la ricchezza del divenire storico. Questa incapacit teneva fuori autori che non avevano scritto di politica ma sicuramente ne sapevano come gli altri, come ad esempio Tommaso dAquino, che se si rimaneva allaccezione stretta non sarebbe diventato oggetto di studio, mentre lui pu essere considerato come il massimo della visione cattolica sulla prima riflessione sulla politica. La teoria sistematica faceva si che oggetto di studio fossero solo i cosiddetti grandi, impoverendo cos il dibattito. Cos si arriver sino agli anni 70 quando un gruppo di studiosi decisero di creare una rivista il pensiero politico luogo di incontro e di analisi. CHE COSE LA POLITICA? La politica definita per la prima volta nel MONDO CLASSICO, come arte della convivenza nella polis, intesa sia nella dimensione geografica, ma anche nella dimensione simbolica nello spazio civile e politico. Chi parla di politica per primo Platone facendo parlare Socrate, nellaccademia platonica, la prima scuola di politica, e rispetto alla filosofia la politica il momento massimo, ed concepita non solo come strumento per regolare i rapporti tra gli appartenenti della comunit ma anche intesa come momento massimo di conoscenza di realizzazione etica dellindividuo. Nellaccademia si presuppone che si possa studiare larte della politica poich strettamente connessa alla filosofia e questa idea rimarr sino al 1576 quando Bodin scriver uno dei primi trattati politici definendo la politica come la principessa di tutte le scienze. La politica connessa alletica, nella concezione classica non c un agire politico scisso dalla dimensione di far politica. Il filosofo non pu che essere il miglio politico. Il maggior filosofo Aristotele visione sistematica della politica che per primo nelle cose politiche offe la ricerca pi razionale della politica definendola con un duplice aspetto: - attuazione pratica - conoscenza. Aristotele definisce la politica un oggetto di scienza, larte pi importante da cui derivano tutte le altre scienze necessarie allattivit e al governo della polis. Politica e filosofia hanno il medesimo fine, creare le condizioni ottimali per una migliore convivenza, e non possono prescindere dalla ricerca della giustizia. Questo possibile perch alla base c una visione che luomo sia naturalmente socievole e dotato di razionalit che consente di confrontarsi con gli altri, si ipotizza un rapporto armonico tra io comunit. Questa posizione concettuale definita aristotelismo politico, viene completamente recuperato da S. Tommaso DAquino massimo esponente del pensiero cristiano, il quale contribuisce ad una rapita diffusione, e da questa parte per proporre larte del buon governo, insegnando agli uomini di regolarsi secondo i principi della religione e della giustizia. La politica acquista una dimensione della politica. Questa dimensione della politica nata nel mondo classico, ripresa ed arricchita dalla dimensione giuridica del mondo romano e da S.Tommaso, si proietter per tutto lumanesimo ed il rinascimento. Alle porte dellet moderna invece il legame tra etica e politica comincer a logorarsi. CHE COSE LO STATO

STATO: organizzazione giuridica coercitiva in una determinata comunit. Per darne sostanza il concetto di stato ha comunque sempre bisogno di un aggettivo: lo stato pu essere a seconda della natura: - ORGANICISTICO: si pensa lo stato come indipendente ed anteriore e logicamente superiore agli individui. Come espressione dellorganico rapporto io-comunit. Nel mondo classico non c una scissione tra dimensione privata e dimensione pubblica, come invece labbiano noi, lo stato il bene comune, lindividuo isolato non ha senso poich luomo immediatamente essere sociale che trova giustificazione della sua essenza in correlazione con gli altri. Il tu pi antico dellio. Questa visione espressa da Platone, Aristotele, S. Tommaso, scomparir nel 700 e poi di nuovo recuperata nell ambito del romanticismo stato un fatto naturale, legato alla concezione ce luomo naturalmente socievole. IN CONTRAPPOSIZIONE - CONTRATTUALISTICO: si pensa che lo stato non un fatto naturale, ma il frutto di un atto volontario delluomo fatto artificiale comprende tutte quelle teorie politiche che vedono lorigine della societ in un accordo tacito o espresso tra gli individui, che segnerebbe la fine dello stato di natura e linizio dello stato politico. Lorigine di questa concezione si riscontra presso gli stoici, quando affermano che esiste un giusto per natura contro un giusto per legge. Questa idea trova espressione prima nei sofisti, e poi nella sua massima espressione nella scuola del contrattualismo moderno, anche se il termine scuola inappropriato poich formata da parte di autori diversissimi tra loro, non c un comune orientamento politico, ma una logica comune. Tutti pensano che lo stato nasce da un patto, dopo di che gli esiti di tale patto sono diversi, e soprattutto c che pensa che il passaggio sia un fatto realmente accaduto, altri, invece, fanno dello stato di natura solo un ipotesi logica. Questa concezione si eclissa poi nellepoca medioevale, con la prevalenza dellorigine divina dello stato, dallidea che non esiste potere che non derivi da Dio, verr poi recuperata nel progressivo laicizzarsi della concezione dello stato tra il 600 e nel corso del 700. con lavvento delle costituzioni scritte cade in ombra la funzione storica del giusnaturalismo e verr sostituita con il costituzionalismo, dallidea di dove c una societ c il diritto, - FORMALISTICO: Kensel identifica lo stato con il diritto, lordinamento giuridico coincide con lidea di stato. venuta meno lidea che contenuto etico dello stato e le leggi sono giuste nella misura in cui sono correlate dallautorit legittima, e devono essere obbedite altrimenti si cade in una sanzione. Nel 700 prevalente la concezione contrattualistica dello stato, poich entrato in conflitto lidea delluomo naturalmente socievole, tuttavia lidea che lo stato nasce da un atto volontario si pu far risalire al mondo ellenico, quando viene meno la fiducia in un organizzazione incentrata sulla comunit, nella polis. Subisce una pausa di arresto in epoca medievale, dove vige la concezione che lo stato di origine divina. Quando si sfalda il mondo medievale riemerge tale concezione in maniera pi elaborata, sparisce di nuovo alla fine del 700 e nel corso del 800 sostituita dal costituzionalismo, poich non ha pi senso visto che la filosofia che gli aveva dato vita si trova radicata dalle costituzioni. A questo punto la concezione prevalente dove c societ c diritto. In epoca contemporanea si afferma lidea formalistica dello stato, ove questultima non avendo pi valore etico in s, sidentifica con il suo ordinamento giuridico, questultimo che fa so che ci sia un determinato stato, in un determinato luogo, uno dei suoi massimi esponenti Kelsen. Si conclude il lento passaggio dalla sfera della legittimit a quella della legalit. Il giusnaturalismo perde la sua funzione storica prevalente ma il diritto naturale comunque sempre considerato idealmente superiore, poich rispunta sempre nei momenti di crisi come elemento critico nei confronti dellordinamento positivo che si considera ingiusto. Sono 3 le teorie che si possono individuare per lorigine dello stato: - conflittuale: la stato nasce da un atto di forza, questa teoria utilizza gli eventi storici, ed teorizzata da Bodin

di contro la teoria contrattualisitca dello stato, dove si ipotizza un patto, e si pensa che la progressiva evoluzione sociale economica denominata dallevolversi storico renda necessaria la coesistenza. Questa teoria trova la sua massima espansione nel 600/700sempre del 700 la teoria economica, dove si pensa che lo stato sa espressione delloppressione di una classe su unaltra, il suo grande esponente Smith.

CONTRATTUALISMO In senso lato argomenta che lorigine della societ e fondamento del potere politico scaturisce da un contratto, da un accordo tacito o palesa che segna la fine dello stato di natura e linizio di una stato politico. In senso stretto, tale termine applicabile alla scuola europea del 600 e tutto il 700. I suoi massimi esponenti sono: - Altusio 1557/1638 - Hobbes 1588/1679 - Spinosa 1632/1677 - Pufendor 1637/1684 - Locke 1632/ 1704 - Rousseau 1712/1778 Autori diversi luno dallaltro ma hanno la stessa concezione logica, ipotizzando lesistenza di un patto a fondamento della societ, ed un diritto di natura antecedente al diritto positivo e vigente. Tutti si collocano tra la fine del 500 e linizio 800 punto di massima dellespansione di tale teoria. Anche il termine contrattualistico per meglio essere compreso ha bisogno di un aggettivo: - moderno: si distingue da quello antecedente al 600, tutti coloro che aderiscono a questa concezione ipotizzando il patto come elemento fondamentale per legittimare lo stato. Lo scopo quello di mettere in discussione lassetto sociale vigente che si pensa ingiusto arbitrario ed illegittimo, mentre il potere legittimo dello stato scaturisce solo dove c il consenso tra i membri della societ politica, e serva anche a prospettare una soluzione politica efficace che garantisca quella finalit per cui gli uomini si sono uniti in societ. La soluzione varia a seconda della concezione antropologica che si ha, per cui il contrattualismo moderno si pu articolare in: 1) soluzione politica di tipo assolutista: massimi interpreti Hobbes, Spinosa, Puifendor, sidentifica una forma di governo il cui il potere statale a salvaguardia della pace e della conservazione della vita dei sudditi. uno stato che nasce con un libero consenso in vista della salvaguardia della pace e del bene. Diversa dal dispotismo che una forma desercizio del potere senza il rispetto del deposito delle leggi, e diversa dal totalitarismo, fenomeno tipico della contemporaneit, forme di potere che invadono la sfera privata ed interiore del cittadino. 2) Soluzione politica di tipo liberale: massimi interpreti Locke e Kant, il fine dello stato riuscire a limitare il potere del sovrano, per garantire la sfera di azione privata del singolo. Il confronto tra Hobbes e Locke evidente. Hobbes scrive nel pieno delle guerre civili inglesi d il suo obiettivo offrire una soluzione politica che permetta di limare le forme di conflitto e costruire uno stato politico unitario per la tutela dei suoi cittadini. Locke scrive nel passaggio tra la monarchia assoluta a quella costituzionale, in un momento in cui, pacificate le lotte interne, lobiettivo teorizzare uno stato che eserciti il potere in maniera unitaria. 3) Soluzione politica di tipo democratica: Rousseau, che scrive sulla base di un altra situazione, la Francia del 700 governata dal monarca. Tende a ripristinare una libert ed un uguaglianza considerandoli diritti inalienabili degli esseri umani. Ed il suo contratto mira ad istituire uno stato in cui tutti gli individui partecipano alla gestione della cosa pubblica, poich tutti costituiscono un corpo sociale da cui si evince la volont generale che sovrana. Il contratto un rapporto fra due o pi persone, ed in virt di questo contratto vengono sanciti i rispettivi diritti e doveri. Nelle teoria contrattualistiche si trovano due tipi di patto:

patto di associazione: patto che si stipula tra pi individui che si trovano allo stesso livello, paritetici che decidono insieme di associarsi, per passare dallo stato di natura a quello sociale. Cosi facendo nasce il diritto privato. - Patto di sottomissione: cos si istaura un potere politico la quale obbedire, e si crea un rapporto di subordinazione, dove vige le legge della maggioranza. Cos facendo nasce il diritto pubblico. Alcuni autori riducono questi 2 patti in uno solo, poich ammettendoli entrambi pu essere messa in discussione lunit dello stato, poich in caso di conflitto tra il popolo e il sovrano chi decide? Qual il giudice del bene comune? C pi rischio dinstabilit, sono due gli autori che ricorrono alla teoria di un unico patto: HOBBES: assorbe il patto di associazione con quello di sottomissione. Ipotizza che vi sia un unico patto in cui tutti gli individui decidono di rinunciare a tutti i propri diritti naturali e di demandare il potere politico ad un terzo fuori dal patto, in cambio di un dovere da parte del terzo di salvaguardare la vita e il bene, e la mancanza di questa lunica possibilit di dissoluzione patto indisponibile lobiettivo quello di dare un organica unit allo stato politico. la migliore qualit di un sovrano quella di essere fortunato in battaglia ROUSSEAU: posizione antitetica, riduce anchesso i 2 patti in uno solo trasformandolo per nel patto di associazione. Tutti i cittadini decidono di alienare tutti i diritti a tutti noi come corpo politico sovrano, cos che da questo patto scaturisca il sovrano rappresentato da tutti i cittadini messi insieme corpo politico sovrano e laltro contraente del patto il singolo, in quanto singolo suddito, ma come persona che partecipa al corpo politico sovrano anche sovrano, un unit frazionata del tutto. La volont generale non la semplice somma delle volont di ciascuno di noi ma la somma di tutte le volont individuali + lidea che solo perseguendo il bene comune collettivo si pu ottenere anche il bene individuale. Tra Hobbes e Rousseau c Locke. LOCKE : teorizz entrambi i patti, con il primo i soggetti creano una comunit collettiva il popolo dopo questo primo patto si ipotizza che il popolo cos costituito decida, come soggetto giuridico collettivo di istaurare il patto di sottomissione con il sovrano creando potere politico. Questultimo un patto che pu essere scisso la dove il sovrano non ottemperi ai doveri per cui il patto stato stipulato, ma non necessariamente si rompe il patto di associazione. Locke scrive 50 anni dopo di Hobbes quando lInghilterra si appresta ad uscire dalle guerre civili, con il passaggio ad una monarchia costituzionale, la sua teoria il riflesso di quella situazione storica. Il suo scopo stabilire dei limiti allingerenza dello stato nella sfera dei rapporti privato civili. Questo perch in Inghilterra erano sorti nel frattempo, conquistando potere sociale un nuovo soggetto sociale: il ceto mercantile, il suo scopo garantire la libert nellambito della sfera civile di contro alla sfera politica. Hobbes invece scrive nel mezzo delle guerre civili per cui il suo obiettivo era di offrire una teoria che garantisse al massimo il consolidamento dellunit dello stato un contrattualismo con esiti assolutistici ROUSSEAU: scrive in pieno 700 dopo gli esiti della societ inglese, e lui si pone il problema di come eliminare la conflittualit, ipotizzando un unico patto antitetico a quello di Hobbes che consenta lunit dello stato, ma che a differenza di Hobbes consenta a tutti di prendere parte alla vita politica. Ci che scaturisce da questo patto di associazione la volont generale, che ha in pi un quid morale, mentre per Locke attraverso il patto si creava il popolo, quindi la somma di tutti gli individui, in Rousseau c la somma della volont di tutti, ma gli individui restano nella loro individualit, decidono solo di associarsi e di sottomettersi ad un potere per ottenere un giudice imparziale in caso di conflitto e niente pi. Di tutti i diritti che luomo gode nello stato di natura, si aliena uno solo il diritto a farsi giustizia da se, per cui tutti i diritti non vengono soppesi anzi c in pi la garanzia del giudice imparziale che consente un pacifico esercizio. Il suo scopo ipotizzare una libert politica che si configura come libert partecipativa, quindi la libert del singolo si
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realizza nella misura in cui il singolo partecipa attivamente alla gestione della cosa pubblica. Libert per e attraverso la stato. GIUSNATURALISMO In senso lato una dottrina secondo la quale esiste o si ipotizza che possa essere conosciuto un diritto naturale, un sistema di norme di condotta che regola il rapporto tra gli individui, diverso da quello positivo emanato in determinati stati in determinate situazioni storiche e geografiche. Il diritto di natura come un diritto universale, ideale per cui superiore alle norme positive, da questo punto di vista antitetico al positivismo politico, poich il diritto naturale ha in se una valenza a storica. Ma cosa sintende per legge naturale? Storicamente sono state date 3 versioni della legge di natura: - identifica la legge di natura con la legge stabilita per volont di una divinit e da questa notificata agli uomini - versione naturalistica, nel senso che si ipotizza che sia un istinto presente e che agisce negli esseri umani - identifica tale legge con i dettami della ragione, legge specifica delluomo che ritrova nel suo interno attraverso la sua ragione. Queste tre versioni spesso sono coesistenti anche se in contraddizione luna con laltra. Le prime tracce del giusnaturalismo si riscontrano presso gli stoici, presso una delle filosofie elleniche, quando crolla la dimensione della polis, quando luomo greco si trova di fronte il barbaro. Lo stoicismo ipotizza nel confronto tra il cosmo chiuso e il cosmo pi ampio, che ci sia un giusto per natura e un giusto per convenzione, quindi che c una contrapposizione tra natura e legge. Con Cicerone c la prima teorizzazione organica dellesistenza di una legge di natura oggettiva, universalmente valida, a prescindere dal tempo e dal luogo, che costituisce lintrinseca essenza stessa degli esseri umani qualcosa che gli uomini non possono rinunciare pena la perdita della sua auto definizione di essere umano. C una ripresa dellintuizione degli stoici in chiave razionalistica. CICERONE DEFINIZIONE DELLA LEGGE DI NATURA IN CHIAVE RAZIONALISTA Successivamente LATTANZIO pensatore cristiano accoglie lidea di un esistenza della legge di natura dettata dalla ragione, ma questo apre un problema teologico poich come pu conciliarsi una legge di natura razionale con lidea che la legge rilevata alluomo da Dio. Ulteriore confusione data da ULPIANO considerando la legge di natura come un istinto fisico. Questa definizione naturalistica insieme a quella razionalistica di Cicerone, sono entrambe tramandate dal pensiero medievale, anche se antitetiche. S. TOMMASO DAQUINO pone fine a questa situazione ponendo le basi teoriche sulla quale si svilupper il pensiero politico di stampo cattolico il tomismo intende per legge naturale una norma razionale che luomo pu cogliere perch la ragione umana quel lume naturale che Dio governatore delluniverso ha dato agli uomini. Essendo Dio infinita razionalit, ed essendo gli esseri umani creati da Dio, se pur in maniera minore ed imperfetta questi esseri partecipano alla razionalit divina. Una legge di natura di stampo razionale, in chiave teologica. Poi con la riforma protestante che sottolinea il tema del peccato originale, laccento cade sulla corruttibilit degli esseri umani e si accentua lidea che luomo si salva per la fede, per cui viene svalutata lumana razionalit. Di fronte a questa accentuazione il toismo non basta a contrapporsi. 1625 = data dellinizio del giusnaturalismo moderno, esce infatti il testo che si considera capostipite, scritto da GROZIO il diritto di guerra e di pace dove si teorizza che il diritto natura un diritto dettato dalla ragione e indipendente dalla volont di Dio. per la prima ipotizzata lesistenza di un diritto naturale che esiste a prescindere dallesistenza di un principio metafisico. Forma di laicizzatone del diritto.

Diritto di natura universalmente valido e conoscibile da tutti i popoli su base pienamente razionale, un diritto indipendente e diverso dalla legge codificata che frutto di una convenzione sociale. Non di origine sovrannaturale e la sua validit deriva esclusivamente dallessere conforme alle norme dellumana ragione. Questultime norme essendo universalmente condivise dai popoli, quando il diritto positivo impone di seguire cose ingiuste legittimata la disobbedienza e la resistenza. Per la prima volta teorizzato il diritto di ribellione, che trover poi in Locke la massima collocazione. Il giusnaturalismo moderno si caratterizza per essere: - laico ma lattenzione si sposta sui diritti naturali soggettivi, sul convincimento che gli esseri umani sono individualmente titolari di diritti soggettivi. Il momento di massima espansione sono i secoli 600/700 sino ad arrivare alla dichiarazione dindipendenza degli USA nel 1776. Il massimo documento in cui si trovano affermati gli ideali gisnaturalisti la dichiarazione dei diritti delluomo e del cittadino del 1789 con la rivoluzione francese. Dal 700 in poi tutte le costituzioni scritte tendono a dare come base lidea che esistono dei diritti naturali che vanno difesi. La crisi del giusnaturalismo inizia con l800, quando in pieno romanticismo si accuser il diritto naturale di essere astratto e che non tiene conto della specificit storica e geografica dei diritti. Anche se in penombra questo valore permane e rispunta ogni momento in cui c da mettere in discussione o a sottoporre a critica il diritto positivo considerato ingiusto. In ogni modello giusnaturalistico sipotizza lesistenza di uno stato di natura distinto e contrapposto rispetto allo stato politico. In genere lo stato di natura visto come uno stato deficitario che ha una serie di difetti che devono essere corretti dallo stato politico: - HOBBES pensa che lo stato politico deve cancellare lo stato di natura - LOCKE pensa che lo stato di natura deve essere sussulto da quello politico - ROSSEAU pensa che lo stato politico deve ripristinare ci che di buono cera nello stato di natura. C una dicotomia netta tra stato di natura e stato politico. Il punto di partenza comune di tutti i scrittori un analisi delle origini, del fondamento dello stato: HOBBES: descriver lo stato di natura dimostrandone lintrinseca irrazionalit, dettata dal fatto che gli uomini sono tutti liberi ed uguali, e per lui lidea di libert significa indipendenza , possibilit di fare tutto ci che giova alla nostra sopravvivenza perch non c nessun impedimento esterno dettato dalla legge se non la libert dellaltro di fare altrettanto. Gli uomini sono tutti uguali, anche laddove ci fosse una differenza di forza fisica, noi possiamo consolidarci per darci una connotazione pi forte. Diritto di appropriarci di tutto ci che ci serve, questa eguaglianza di condizione scatena conflittualit, luomo non malvagio ma portato alla conflittualit, per cui lo stato di natura intrinsecamente invivibile perch il fine massimo dellessere umano il raggiungimento della sua sopravvivenza e se possibile la salvaguardia dei suoi beni. Nello stato di natura siamo animati da queste due pulsioni istintive: libert ed eguaglianza, ed abbiamo una facolt la ragione, ma che per Hobbes non una ragione speculativa che ci fa capire qual il bene e qual il male, ma ci consente di calcolare quale il nostro massimo bene per la ricerca del nostro utile. Luomo persegue la ricerca del proprio bene ed al primo posto c la salvaguardia della vita. Tuttavia questa ragione insufficiente, poich anche se la prima regola afferma di non fare agli altri ci che non vorresti fosse fatto a te, ci sono per due categorie al di fuori di questa capacit, perch calcolare vuol dire anche avere esperienza, i bambini e i pazzi. Per questo pi utile passare allo stato politico, frutto di un disegno razionale e scientifico in grado di disciplinare luomo di tenere a bada le sue passioni. Luomo capisce che da solo non in grado di auto controllarsi, ma deve affidarsi ad un ordine politico in grado di disciplinare le persone per consentire una pacifica convivenza. Questo implica cedere tutti i nostri diritti salvo quello per cui vogliamo uno stato politico vale a dire la sicurezza della vita e dei beni. Il sovrano, il terzo al di fuori del patto, deve riuscire a garantire tale promessa. La propriet privata di origine politica quindi dipende dal

sovrano, che la pu dare in concessione al suddito anche per tutta la vita, per il singolo non titolare. Riconosce il diritto individuale della propriet per ne fonda la sua origine al potere politico. Parla di uno stato assoluto, da non confondere con quello dispotico, perch nasce dal consenso del popolo, serve a disciplinare il comportamento dei sudditi nel ruolo pubblico, non privato, e da non confondere con il totalitarismo poich fenomeno della contemporaneit, nessuna forma di assolutismo ha mai tentato di manipolare le coscienze. Sino a quel momento la propriet veniva considerata come un istituto di tipo collettivo, un patrimonio del sovrano di cui i sudditi godono. Con Hobbes per la prima volta si trova il riconoscimento che lindividuo pu usufruire di beni personali per con fondamento politico, nel senso che il sovrano che da in concessione quel bene al suddito e pu anche revocarlo. LOCKE: ci descrive uno stato pacifico di reciproca benevolenza e mutuo assistenza, nello stato di natura gli uomini godono pacificamente di tutta una serie di diritti soggettivi, ivi compreso il diritto di propriet. Dio ha dato in comune il godimento di tutte le terre e di tutti i beni, tuttavia luomo entrando in rapporto con la natura la trasforma, la modifica, grazie alla sua capacit di lavoro, aggiungendo ai beni comuni un quid che gli appartiene totalmente, vale a dire la capacit lavorativa. Ed proprio questo quid che da titolo legittimo allappropriazione di una quota personale dei beni comuni. Su questa idea, propriet intesa come propriet lavorativa, che fonda ancora oggi il nostro diritto moderno dellappropriazione individuale legittimamente autorizzati a godere di ci che frutto del nostro lavoro. Pone poi 5 limiti allappropriazione illimitata dei beni della terra, ma nel corso del trattato li smentisce, per questo considerato come il PRIMO PENSATORE DI UN DIRITTO ILLIMITATO DELLA PROPRIETA. Gli uomini sono legittimati ad appropriarsi di una parte dei beni comuni purch: 1) ne resti a sufficienza per tutti gli altri: poco dopo lo smentisce dicendo che questo non un problema visto che di risorse ce ne sono abbastanza. 2) Le derrate che acquisiscono non si deteriorizzino: ma Locke nello stato di natura ipotizza lo scambio, luso della moneta, per cui non c pi il rischio che le derrate si rovinano poich si possono scambiare con qualcosa che non deteriorabile la moneta. 3) C un limite alla nostra capacit lavorativa: ma con lammissione della moneta si pu considerare anche il lavoro salariale. 4) Trasmettere per via ereditaria ci che stabilito: per poi autorizza la trasmissione ereditaria dei beni attraverso lidea che esiste un diritto naturale, iter di passaggio che autorizza. Il Locke si trova il teorico del diritto di propriet privata fondata sul lavoro, e di una legittimazione di appropriazione illimitata della stessa propriet. Locke descrive la situazione della sua societ dove ceti borghesi emergenti hanno trovato un ruolo sociale. vero che ci descrive uno stato di natura pacifico ma uno stato dove pu nascere la contesa perch siccome gli uomini godono di tutti gli stessi diritti godono anche del diritto di farsi giustizia da se. Anche per lui gli uomini nello stato di natura sono tutti liberi ed uguale, ma per uguali intende che sono tutti parimenti titolari degli stessi diritti, c una connotazione giuridica della uguaglianza, mentre per libert intende che gli uomini sono liberi di fare tutto ci che vogliono purch non nocino agli altri. Il questo contesto manca un giudice imparziale perch se la contesa scoppia ci sar una grande confusone perch tutti possono farsi giustizia da se, e per questo decide di passare dallo stato di natura allo stato politico. In questo passaggio lunico diritto che si cede il diritto di farsi giustizia da se, tutti gli altri diritti di cui sono titolari gli uomini se li portano dietro nello stato politico. Padre del liberismo moderno, e cercher di stabilire delle garanzie allingerenza dello stato nella sfera privata. ROUSSEAU: imputa a Hobbes ed Locke di aver descritto uno stato che di natura non , ma si tratta gi di uno stato di civilizzazione. Secondo R. Hobbes ha descritto le condizioni delluomo relativo ad una situazione gi civilizzata come quella mercantile analogo pensiero lo rivolge a Locke. Per parlare dello stato di natura dobbiamo metterci in unaltra posizione, perch quello che ci viene

descritto gi il prodotto di una civilizzazione avanzata. Lo stato di natura diventa una sorta di confronto per giudicare la civilt presente, ma se noi dobbiamo capire comera luomo naturale dovremmo operare come se ripescassimo dal mare un relitto, per cui si devono eliminare tutte le incostrazioni che il tempo ha fatto sedimentare per dargli loriginaria fisionomia. In realt noi non sappiamo neanche se lo stato di natura sia esistito realmente,ma se volgiamo giudicare la nostra societ dobbiamo capire da dove partiamo. Luomo allorigine doveva essere isolato, e provava istinti di auto conservazione, e stava al di la del bene e del male, poich non avendo ancora sfruttare la ragione, non in grado di dare il proprio assenso n al bene n al male, la cosa che lo differenzia degli animali la sua capacit di percettivit che lo fa evolvere. dal confronto con gli altri che scaturiscono le passioni, e la ragione la capacit di valutare. da questo confronto che lauto conservazione si pu trasformare in egoismo. C un momento nella vita del genere umano in cui luomo abbastanza lontano dallo stato disolazione ma anche distante dagli esiti di una cattiva civilizzazione che porta luomo ad essere conflittuale. Ed a questo punto che lanalisi di Rossueau incontra quella di Hobbbes. Alla fine della descrizione delluomo naturale Rosseau ci propone la descrizione conflittuale degli esseri umani identica a quella che Hobbes aveva attribuito allo stato di natura, per questo R. dice che H. non ci ha descritto uno stato di natura ma il punto terminale di un processo di civilizzazione. C un punto intermedio dello sviluppo del genere umano che R. considera un momento di equilibrio positivo, dopo di che inizia il degrado dato dalla cattiva civilizzazione, vale a dire nel momento in cui una persona si appropri della propriet di altri dicendo questo mio La propriet privata diventa il segno di questo processo in cui inizia la cattiva civilizzazione, e qui entra in contrasto con Locke, perch R. dice che originariamente la propriet privata stata frutto di una appropriazione indebita e non per capacit di lavoro. ARISTOTELE: la prima forma di associazione la famiglia, la prima comunit che deriva dallunione di pi famiglie il villaggio, la comunit perfetta di pi villaggi costituisce la citt. Considera lo stato come levolversi di fenomeni naturali, e questa definizione rimarr sino a Hobbes. BODIN: primo teorico della sovranit dopo Machiavelli, di contro al modello giusnaturalistico difende quello di Aristotele, per stato intende il governo giusto che si esercita come potere sovrano sulle famiglie, poich la famiglia il vero nucleo portante dello stato. MODELLO ARISTOTELICO: il punto di partenza che la societ originaria una micro societ rappresentata dal nucleo familiare, empiricamente verificabile. Tra questa societ originaria la famiglia e la condizione politica lo stato non c un elemento di antitesi o di frattura ma c continuit, attraverso levoluzione dalla famiglia si arriva allo stato. Nello stato originario naturale gli uomini non vivono isolati ma sono raggruppati, se non altro allinterno del nucleo familiare, a differenza del GIUS. dove si parte dallidea che gli uomini sono isolati e che poi si associano attraverso un patto di associazione, e diventano soggetti politici, per un passaggio logico successivo lindividuo che artefice della trasformazione. Nel modello aristotelico sono i soggetti collettivi che determinano il divenire della storia. Mentre nel GIUS. Alla base c la libert e luguaglianza come primo connotato dellessere umano, nel modello aristotelico gli individui si trovano collocati in una societ gerarchica, se non altro perch il figlio e sottoposto al potere del padre. Il passaggio allo stato avviene come un naturale processo devoluzione che porta societ minori a societ pi grandi, e questo non dovuto ad un atto volontario, non nasce dal consenso ma effetto di cause naturali, es. aumento della popolazione. Luomo in condizione di subire gli eventi e non di scegliere. 6 DICOTOMIE: 1) rispetto allorigine dello stato: - in chiave razionalistica giusn. - In chiave storico sociologica aris.

2) lo stato politico pu essere visto come: - antitetico allo stato di natura - un completamento delluomo naturale 3) concezione individualistica dello stato gius gli individui se pur facenti parte di un tutto portano la loro individualit. - Concezione sociale ed organica dello stato aris. gli individui sono immediatamente percepito come parte della comunit. 4) individui ipotizzati come liberi ed uguali - individui si considerano come soggetti a forme di disuguaglianza, intrinseca al viver associato. 5) rispetto al fondamento dello stato: - lo stato nasce da un patto - lo stato frutto di fenomeni storico naturali 6) la teoria della legittimazione dello stato: - legata al consenso - scaturisce dalla forza delle cose, dal naturale decorso delle cose. Queste 6 dicotomie sintetizzano tutti i problemi fondamentali inerenti ad una teoria generale dello stato. STATO MODERNO: una forma di organizzazione del potere che si determina storicamente in Europa a partire dal XVI secolo sino al XVIII. un fenomeno che caratterizza tutta lEuropa. Questa definizione laica non basta a definirlo, poich si tratta di un fenomeno abbastanza lungo, per cui c bisogno non solo di un aggettivo ma anche di una connotazione cronologica. Lo stato moderno nella sua prima manifestazione si proporr come: - monarchia assoluta, successivamente si avr una monarchia costituzionale, poi uno stato liberale sino ad arrivare allo stato di diritto. Gli ELEMENTI COMUNI che caratterizzano lo stato moderno sono: - un progressivo accentramento del potere - una tendenza allunificazione territoriale - progressiva spersonalizzazione del comando politico. La lotta che far il monarca assoluto per affermarsi sar quella di accentrare tutto il potere nelle sue mani, man mano che questo avviene si perde il carattere personalistico e finisce con lidentificarsi con la territorialit dello stato. Mano a mano che si unifica il territorio il rapporto non pi tra sovrano e suddito, ma si spersonalizza progressivamente il comando sono ad arrivare ad identificare il territorio il luogo dove poter esercitare il controllo politico, le leggi finiranno con lessere relative e riguardanti solamente un determinato territorio. Lo stato moderno tende a centralizzare il potere e a separare la sera pubblica da quella privata, razionalizzando il potere attraverso una gestione unitaria. Sotto il profilo storico il frutto della progressiva crisi tra papato e impero, che fanno nascere organismi nazionali che si propongono laici, la politica si separa dalla sfera religiosa. La politica perde il suo valore etico per trasformarsi in strumento utile e necessario di disciplina sociale, si perde la condizione comunitaria, cade in penombra letica collettiva, e viene affermata letica individuale. Questo processo non fu indolore n omogeneo perch si avranno situazioni diversificate tra loro nella lotta alle forze feudali. LE CARATTERISTICHE DELLO STATO ASSOLUTO: struttura di governo diffuso nel 500

1) istituzione di un esercito permanente di tipo professionale, differenza nello stato feudale

non esisteva un esercito permanente, poich era nobiliare. 2) Progressiva estensione in tutto il territorio di una burocrazia permanente, lo sforzo dello stato assoluto quello di riuscire a creare un apparato amministrativo autonomo e funzionale, questo determiner una forte trasformazione sociale. Differenza nello stato feudale esistevano tante unit amministrative tante quante erano i feudi. 3) Si crea un sistema di tassazione a carattere nazionale, diretta ed indiretta. Differenza le tasse erano in base alla realizzazione dellopera, il feudo era il centro della vita economica. 4) Creazione di una legislazione unificata, differenza prevale il diritto consuetudinario, norme non scritte. 5) Si tende a formare un mercato nazionale sempre pi ampio, che tende a comprendere tutto il territorio. differenza il commercio ridotto, c un economia di sussistenza di scambio, e c una pluralit di dazi. La nascita della modernit fu accompagnata da una crisi dei valori, che investe tutti i campi del sapere umano, e da questa crisi che emerger la nuova concezione del mondo. Sono 2 gli aggettivi che caratterizzano la modernit: LAICISMO e INDIVIDUALISMO. Il concetto di crisi stato rivalutato come lorigine del nuovo, acquisendo un carattere positivo contro una tradizionale svalutazione. il momento in cui per una serie di fattori di trova la rinascita del nuovo, il riflesso di qualcosa che sta modificando. I fattori che determinano questa crisi inizia met del 500 e si conclude nel corso del 700 di valori complessiva, che porter alla rimessa in discussione della vecchia concezione del mondo sono: - fattori storici: scoperta di nuovi mondi - fattori religiosi: riforma protestante, le guerre di religione - fattori sociali: emergere di nuovi ceti mercantili - fattori politici: la nascita e laffermarsi dello stato assoluto moderno - fattori culturali: la rivoluzione scientifica. Comincia a prevalere una atteggiamento scettico, su tutto ci che prima si era legittimato dalle tradizionali fonti di verit: le sacre scritture. Quando con le nuove scoperte geografiche, nel corso del 500, lEuropa entra in contatto con un mondo nuovo, limpatto non sar solo economico, ma pi profondi furono gli effetti sotto il profilo etico. Poich per la prima volta il mondo europeo si trova a confrontarsi con altri veramente diversi da loro. Questa scoperta per prima cosa mette in discussione le tradizionali fonti della verit, che invece non le prendevano in considerazione. Da qui nasce il relativismo etico e il soggettivismo etico vale a dire che non c una versione univoqua del bene e del male. In campo religioso la rottura dellunit religiosa porter al particolarismo confessionale, con la riforma protestante si determina il rifiuto della funzione dogmatica della Chiesa, la riforma rivaluta la capacit interpretativa del singolo. Il singolo credente pu leggere in prima persona le sacre scritture, e la riforma favorisce la libert interiore dei credenti e quindi indirettamente favorisce la nascita dellindividualismo. La politica comincia a delinearsi come strumento utile, come civilt tecnica di disciplina sociale per garantire la pace e la sicurezza con progressiva perdita del contenuto etico. La rivoluzione scientifica porta ad una riforma del sapere, per cui si pu parlare di rivoluzione culturale. Il nuovo intellettuale si pone con un atteggiamento diverso di fronte alla scienza, non ci si adegua pi ad un processo conoscitivo che deriva dallaccumulo di conoscenze inserite in uno schema concettuale prefissato, ma si sente oggetto attivo della ricerca, cercando una realt nuova tutta da scoprire e non pi data per acquisita. Con la nascita di questo nuovo modo di interpretare le cose, con la nascita della modernit ci si specializza nei vari campi, non c pi il filosofo/scienziato, certo il primo problema da affrontare la laicizzazione, cercare di conquistare uno spazio dindagine sottratto alla verifica dogmatica del sapere stesso.

Si opera la frattura tra fede /scienza. La nuova scienza cerca di acquisire un autonomo spazio di ricerca rispetto alla teologia, e rispetto alle verit codificate dalla tradizione religiosa. Il problema come svincolarsi da ci che le sacre scritture avevano sancito circa lorigine e lorganizzazione del cosmo. La scienza deve trovare la possibilit di una verifica sperimentale, non dogmatica della propria ricerca, il cui criterio di verit garantito non gi dalladeguamento delle scoperte assodate ma da una verit con alla base una possibilit di verifica di quanto si scoperto su dati empirici. Non pi ottenere risultati che siano veri perch conformi a qualcosa di gi dato, ma ci si accontenta di risultati parziali, non veri in assoluto ma certi perch affermati dalla verifica empirica. La ragione non pi vista come un essenza partecipe di un principio metafisico, ma comincia a sentirsi in grado di ottenere risultati parziali, diventa facolt mentale di misurare e calcolare, in facolt funzione. Dallessere in fare. La ragione scientifica rinuncia alle certezze assolute e si accontenta di una conoscenza probabile, sentendosi strumento parziale ma efficace. Parte dallidea che la realt pu essere scomposta da tutti i suoi fattori costitutivi, cos che questi fattori possono essere misurati cercando di capire quali sono i rapporti causa ed effetto. Il tutto misurabile matematicamente, questo nuovo modo di affrontare la realt fisica d una grande sicurezza, perch tutto sottoposto ad un criterio matematico, il mondo non pi un oggetto oscuro ma diventa un oggetto accessibile per la ragione umana. Tutte le scoperte nei vari campi si collocano tra la fine del 500 e linizio del 600, secolo dinnovazioni in tutti i campi del sapere. C per un limite che la nuova scienza sconta, deve trovare una giustificazione trascendente per legittimare la propria ricerca scientifica. Esempio Galilei sostiene che la natura pu essere studiata perch si presenta con una serie di numeri e figure e noi possiamo coglierla e capirla misurarla matematicamente perch quella natura frutto di Dio che un principio razionale ordinatore, superiore alluomo, mentre questultimo pu raggiungere questa armonia solo con passaggi logici e discorsiva riesce per a partecipare a questa essenza razionale. Si pu dire che la ricerca scientifica legittima perch alla base c questo principio che ne autorizza lesplicazione. Galileo aveva anche tentato una conciliazione tra le sacre scritture e la ricerca scientifica, sostenendo che mentre le sacre scritture sono state date aglio uomini perch fossero leggibili anche per i non dotti, la natura invece, era il libro che Dio aveva creato per gli scienziati e per i dotti, ma questo tentativo non and a buon fine perch fu comunque sottoposto a processo e costretto a ritrattare. Questo limite verr superato da Newton con la scoperta del principio di gravitazione universale, con il quale si pu spiegare il cosmo nel suo insieme, e non ci sar pi bisogno di ricorrere ad un ente metafisico per giustificare la veridicit ella ricerca scientifica. Newton dice che probabilmente esiste un Dio orologiaio che artefice di tutto, per questo Dio non oggetto dindagine scientifica semmai frutto dopzione personale. Stesso processo succede tra filosofia/fede Cade linteresse per le questioni metafisiche, la ragione filosofica aveva cercato di adeguarsi alla verit delle sacre scritture in questo periodo anche la filosofia rivendica un campo dindagine per se stessa, autonomo e diverso, senza essere pi condizionata dalla teologia, poich ritiene di avere gli strumenti in grado di rendere a prescindere dalla fede. Anche in questo campo ci sono stare delle difficolt, la ragione solo nel 700 si sentir completamente scissa da giustificazioni metafisiche. Cambia la prospettiva del pensiero filosofico, luomo comincia a sentirsi artefice del proprio destino, si pone per la prima volta come soggetto attivo di fronte alla ricerca filosofica, luomo non si sente pi in un organico rapporto con la comunit, ma comincia a fidarsi della sua ragione come strumento valido per risolvere i problemi che gli interessano. I problemi sono innanzitutto: - il problema della conoscenza - il problema della realt: come comprendere la realt

- il problema etico/politico: cadono in penombra le questioni metafisiche. Cambia il contenuto della filosofia, per cui questo sapere deve trovarsi un nuovo metodo dindagine, e dalla ricerca di questi nascono 2 grandi indirizzi di pensiero filosofico nel 600/700: il RAZIONALISMO e LEMPIRISMO. Il problema del metodo diventa il problema predominante della filosofia dellepoca. I metodi teorizzate dallindagine scientifica in realt sono 2 e partono da due punti di partenza differente: - deduttivo: dalluniversale si arriva ai fatti - induttivo: dal particolare alluniversale. Galileo aveva teorizzato che lesperienza ci pone il problema, ci da il fatto ma non lo risolve. Per capirlo lo devo scomporre nei suoi elementi e posso cos porre dei rapporti di causa ed effetto tra i stessi elementi che lo compongono momento analitico tuttavia la ricerca scientifica ha 2 momenti: - quello analitico: metodo risolutivo, perch risolve i fatti nei suoi elementi costitutivi trasformandoli in grandezze numeriche, tra le quali c un rapporto matematico. - Quello sintetico, o compositivo: posso verificare se quellipotesi valida, ricomponendo gli elementi il risultato del fenomeno quello che ho ipotizzato. Nella realt si parte sempre da due punti antitetici, la conoscenza di s condizione iniziale del procedimento dellindagine filosofica. A seconda delle risoluzioni che vengono date al problema abbiamo visto che le interpretazioni daranno alla luce: - RAZIONALISMO: dalluniversale percepito dalla ragione al particolare Cartesio sposta il centro della filosofia dal di fuori al di dentro dellio, fondando lauto coscienza filosofica, quindi il soggettivismo. Erede del dubbio scettico che aveva messo in discussione la realt, la realt pu essere oggetto di interpretazione, ma tutto ci che ci appare reale non detto che lo sia! io possono dubitare di tutto ma di una cosa non posso dubitare del fatto che io sto dubitando! Io mi auto percepisco dubitante, e questo mi da testimonianza della mia esistenza. Ma come faccio a gettare un ponte da questo centro chiuso verso il mondo esterno? Il problema trovare un idea altra, che non nasca allinterno della mia soggettivit, e lunica idea quella di perfezione. Perch io posso capire ci che perfetto e ci che non lo , ma lidea di perfezione non pu essere mia perch io sono un essere imperfetto. Lunica idea di perfezione si trova al di fuori dellio, questa la soluzione cartesiana che ci consente di passare dalluniversale al particolare. - la cui fonte un principio altro di natura metafisica, ma come si pu far entrare in relazione due piani eterogenei? Cartesio come soluzione trov quella della GHIANDOLA PLENARIA elemento di raccordo che consente alluomo di partecipare contemporaneamente a due livelli diversi: a quello del pensiero e a quello della materia, congiunzione tra anima razionale e corpo. - EMPIRISMO: dal particolare percepito dai sensi, dato che ci viene fornito dallesperienza stessa alluniversale Hobbes meccanicismo matematico. Attraverso il moto possibile spiegare non solo la fisica, lo spazio e il tempo sono frutto del moto, il moto genera lo spostamento in tempi successivi di un corpo influenzato da un altro corpo. La scienza possibile solo quando poniamo rapporti di causa ed effetto, perch conoscenza di movimenti che pongono fra le cose un legame necessario, e conoscibile scientificamente perch misurabile. Anche la vita pstica cos conoscibile perch la sensazione non altro che un movimento esterno che impressiona lorgano sensoriale interno. Solo i bambini e i folli sono esterni da ci perch non hanno la capacit di accumulare esperienza. Dalla prima forma di elaborazione della sensazione derivano tutte le altre forme come limmaginazione la memoria la fantasia e lintendere, sino ad arrivare alla funzione pi elevata la ragione. Il suo problema salvaguardare il fondamento empirico della conoscenza ma trovare anche il modo di passare da questo ad un sapere universale, passare da una percezione soggettiva certa e parziale ad un grado di generalizzazione e di universalizzazione che fa si che il

sapere sia tale perch scientificamente valido. Se il razionalismo ha il problema di gettare un ponte dalluniversale al particolare lempirismo ha il problema inverso, tutti noi traiamo delle conoscenze ma come facciamo a metterle in comune? Attraverso il NOMINALISMO: se noi decidiamo di denominare un determinato oggetto,con una certa parola un fatto nominale convenzionale, perch ci mettiamo tutti daccordo che quelloggetto viene nominato in una certa maniera. Questo mi consente di far si che dal fenomeno empirico posso passare ad un valore universale, dal fenomenico allassoluto. Concetto di VERIDICITA rispetto alla natura oggettiva della verit niente possiamo dire, per possiamo dire che il risultato che raggiungiamo, con questo procedimento verifico, nel senso che frutto di una concatenazione logica istituita tra i concetti, i nomi. Se c congruet logica il risultato deve essere uniforme e conforme per tutti noi, Bury Storia dellidea del progresso 1920 In questo testo il punto capire perch lidea di progresso va considerata una nozione moderna, e non poteva nascere invece nel mondo classico e rinascimentale. E questo dipende dal fatto che il mondo classico vedeva la storia come una sorta di decadenza. Si ipotizza che lumanit abbia raggiunto il momento massimo di auto realizzazione che coincide con let delloro e da questa luomo ha subito un processo di corruzione. Il presente per gli antichi un momento di corruzione rispetto ad un tempo mitico dove cera la perfezione. Il tempo storico visto come corruzione e ciclico, questo pone delle barriere per la nozione moderna di progresso. Verso la fine del 500 Bodin rilegge la storia dellumanit e metter i vari popolo su un piano di parit. Una netta inversione si avr con la rivoluzione scientifica, la quale scoprir laccumulo dellesperienza e delle conoscenze per lo meno scientifiche. 1688 nasce la nozione moderna del progresso. La modernit, per lo meno sotto il profilo del sapere scientifico per la prima volta viene vista come moento di superiorit del presente rispetto al passato. Per la prima volta gli antichi diventano bambini e i moderni diventano grandi, sinverte cos il rapporto. Questa valutazione fa si che cambia la valutazione del presente rispetto al passato, si acquistano tre dimensioni del tempo, una rivalutazione del presente che fa rivedere il passato ed anche una prospettiva futura. Il progresso il vettore che porta a gradi devoluzione della civilt, e questo passaggio determinato dalla riconquista da parte delluomo della ragione, che consente alluomo di modificare il suo rapporto con la natura e creare grafi successivi di benessere e di progresso.

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