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RIPENSARE LE-GOVERNMENT

Walter Castelnovo Dipartimento di Scienze della Cultura, Politiche e dellInformazione Universit dellInsubria Dipartimento Riforme Istituzionali, E-Government, Cooperazione e Politiche Comunitarie ANCI Lombardia.

1. E-Government in Italia: il Piano di Azione Nazionale


In Italia l'attuazione dell'E-Government a livello locale stata basata su un Piano di Azione Nazionale che prevede due fasi di intervento per supportare, attraverso il co-finanziamento nazionale, progetti di innovazione a livello territoriale. Il primo avviso di finanziamento per i progetti di E-Government stato lanciato tra il 2002 e il 2003 ([DIT 2002]) e prevedeva che la conclusione dei progetti finanziati dovesse avvenire entro 36 mesi. Da questo punto di vista, pur tenendo presente che i processi di attuazione dellE-Government sono processi particolarmente complessi la cui efficacia pu dispiegarsi solo su periodi mediolunghi, oggi possibile, e opportuno, cominciare ad avviare una riflessione sugli effetti delle politiche nazionali a sostegno dellE-Government, anche al fine di capire quale potr essere levoluzione futura dellE-Government in Italia. Tale riflessione appare tanto pi rilevante e urgente se si considera che da molte parti ormai si sostiene apertamente che lE-Government morto (questa affermazione, per esempio, stata attribuita anche a David Brosner, responsabile della Unit for eGovernment and CIP Operations" della Commissione Europea). Per quanto riguarda lattuazione della prima fase del Piano di Azione Nazionale possibile operare una prima valutazione a partire dai dati forniti dal Centro Nazionale per lInformatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA). Il primo avviso ha visto la presentazione di 377 progetti per un valore complessivo di 1200 milioni di euro. Di questi 377 progetti, 138 sono stati co-finanziati con 120 milioni di euro (per un valore complessivo di circa 500 milioni di euro). Dei 138 progetti finanziati, 2 non sono mai stati avviati. Rispetto alloggetto dei progetti finanziati, 98 prevedono la realizzazione di servizi ai cittadini e alle imprese (per un finanziamento complessivo di 80 milioni di euro) mentre 40 hanno riguardato la realizzazione di infrastrutture regionali o territoriali (il finanziamento di questi progetti ammonta a 40 milioni di euro). Pi specificamente, la ripartizione del finanziamento rispetto alloggetto dei progetti presentati quella riportata nella tabella 1. Per quanto riguarda invece lo stato di attuazione dei progetti finanziati, lultimo rapporto CNIPA (dicembre 2007) rileva che 121 progetti hanno raggiunto la conclusione superando la verifica finale, 11 sono stati abbandonati in itinere e 2 non hanno mai preso avvio. Ne segue che siamo in presenza di un tasso di fallimento pari al 10% ([CNIPA 2007a]). La seconda fase di attuazione del Piano Nazionale, tuttora in corso, e prevede alcune linee di azione che dovrebbero integrare le attivit realizzate durante la prima fase; le azioni previste dalla seconda fase di attuazione del Piano di Azione Nazionale per lEGovernment sono riassunte nella tabella 2.

Tabella 1: Contenuto dei progetti presentati in risposta al primo avviso di co-finanziamento


N. progetti Progetti per servizi ai cittadini e alle imprese Informazione e partecipazione Sport, Ambiente, Tempo libero e Beni Culturali Servizi alle imprese Servizi per il lavoro Portali Servizi per la sanit Servizi per la scuola Giustizia e sicurezza Servizi per il sociale Trasferimenti finanziari Mobilit e trasporti Progetti per infrastrutture regionali e territoriali Servizi avanzati (sicurezza, certificazione, ...) Centri Tecnici Interscambio / cooperazione tra amministrazioni Servizi di Trasporto Fonte: CNIPA 6 2 25 7 8.900.000,00 1.320.000,00 21.940.000,00 7.840.000,00 1 3 27 6 44 4 3 3 1 3 3 110.000,00 580.000,00 13.380.000,00 5.910.000,00 52.210.000,00 1.870.000,00 1.180.000,00 1.160.000,00 340.000,00 2.260.000,00 1.000.000,00 cofinanziamento

Tabella 2: Azioni previste dalla seconda fase di attuazione dei progetti di E-Government
Linea di intervento Lo sviluppo dei servizi infrastrutturali locali e SPC Obiettivo: individuare e cofinanziare progetti finalizzati alla realizzazione di servizi infrastrutturali adeguati per l'erogazione di servizi finali. Diffusione territoriale dei servizi per cittadini ed imprese (riuso) Obiettivo: favorire la diffusione di soluzioni innovative riguardanti i processi amministrativi e le modalit di erogazione di servizi di EGovernment Linclusione dei piccoli Comuni nellattuazione dellEGovernment Obiettivo: attivit di sostegno ai piccoli comuni, per garantirne la partecipazione ai processi di innovazione, promuovendo un nuovo modello di cooperazione intercomunale per il miglioramento della qualit dei servizi rivolti ai cittadini e alle imprese. Lavviamento di progetti per lo sviluppo della cittadinanza digitale (E-democracy) Obiettivo: avviare progetti di utilizzo delle tecnologie ICT come strumento per promuovere la partecipazione dei cittadini alla vita delle amministrazioni pubbliche e alle loro decisioni. La promozione dellutilizzo dei nuovi servizi presso cittadini e imprese Obiettivo: diffondere la conoscenza circa le soluzioni di EGovernment realizzate al fine di favorirne lutilizzo. Fonte: CNIPA Risorse Scadenza Progetti destinate finanziati 35 Mln settembre 56 2004

60 Mln

Ottobre 2007

In fase istruttoria

13,5 Mln

Ottobre 2007

In fase istruttoria

10 Mln

Luglio 2004

57

Non attivata

Infine, alle linee di azione previste dalla seconda fase va aggiunta uniniziativa specifica dedicata al T-Government (servizi della PA sul digitale terrestre), con la quale sono stati finanziati 29 progetti, per un investimento complessivo pari a 32,5 milioni di euro. Anche a una semplice considerazione di tipo quantitativo, appare evidente come il Piano di Azione Nazionale abbia attribuito un maggior rilievo alla prima fase, lasciando alla seconda fase una disponibilit di risorse particolarmente ridotta. Inoltre, se si considera la tipologia dei progetti finanziati, appare evidente come lelemento centrale della prima fase di attuazione dellE-Government si sia orientata soprattutto alla realizzazione di canali per laccesso a servizi erogati online. I progetti numericamente pi numerosi, e con il maggior impatto finanziario, sono infatti quelli dedicati alla realizzazione di portali web: 44 progetti, per un finanziamento complessivo di oltre 52 Mln di euro. Il verificarsi di questa situazione in linea con laccento che per molto tempo, non solo a livello nazionale ma anche a livello comunitario, stato posto sulla erogazione di servizi online come obiettivo centrale dei progetti di E-Government, quasi che E-Government fosse semplicemente sinonimo di servizi online per cittadini e imprese. Questa forte accento posto sul tema dei portali come canali di accesso ai servizi online tuttavia risultato problematico a posteriori e influenza notevolmente la valutazione complessiva circa i risultati conseguiti dai progetti finanziati nella prima fase. Per poter erogare efficientemente ed efficacemente servizi online non basta disporre di adeguati canali di accesso; occorre infatti che lintero processo di produzione del servizio sia riprogettato nellottica di una sua erogazione online. Un esempio quello di un servizio di carattere transattivo ad alta interattivit che prevede anche leffettuazione di un pagamento. In un caso come questo, la semplice esposizione online del servizio non garantisce la sua completa fruibilit, a meno che il servizio stesso sia stato re-ingegnerizzato e tutte le condizioni di carattere organizzativo e regolamentare necessarie, per esempio per abilitare pagamenti online, siano state soddisfatte. Questo aspetto relativo alla reingegnerizzazione dei processi e alla ridefinizione degli assetti organizzativi e regolamentari, che pure rappresentano elementi abilitanti per i processi di E-Government a livello locale, non sono stati adeguatamente focalizzati nei progetti della prima fase e, in generale, non sono stati oggetto nel corso degli anni di specifici interventi di supporto. La stessa modalit di realizzazione degli interventi della prima fase un indice molto evidente di questa scarsa attenzione ai vincoli organizzativi posti sui processi di innovazione. I progetti della prima fase sono stati rivolti ad aggregazioni di enti locali che, in partnership con soggetti privati, sono stati chiamati a realizzare processi di innovazione. I partner privati sono stati nella totalit dei casi partner tecnologici, selezionati in base alla loro capacit di fornire il necessario know how per la realizzazione di sistemi in grado di implementare forme innovative di gestione dei processi amministrativi. La natura dei partner privati che hanno partecipato ai progetti di EGovernment della prima fase conferma il forte orientamento alle tecnologie che, dal punto di vista strategico, ha caratterizzato lintero Piano di Azione Nazionale. Questo forte orientamento alle tecnologie ha per oscurato i problemi di carattere organizzativo che, inevitabilmente, si pongono quando i comuni, soprattutto quelli di piccole dimensione, si trovano a dover gestire processi di innovazione ([Castelnovo, Simonetta, Lasi 2006]). La rilevanza di questi problemi tale che lo stesso Piano di Azione per lE-Government riconosce la specificit dei piccoli comuni, prevedendo nella seconda fase una linea di finanziamento dedicata allinclusione dei piccoli comuni nellattuazione dellE-Government. Da questo punto di vista, il fatto che questa azione, certamente cruciale data la preponderanza in Italia di piccoli comuni, non sia ancora stata avviata rappresenta oggettivamente un dato di grande criticit. Questa osservazione, unita alla considerazione della scarsit di risorse destinate alla azione per linclusione dei piccoli comuni conferma la scarsa attenzione che le politiche per lattuazione dellE-Government

in Italia hanno rivolto ai problemi connessi alla innovazione organizzativa che, tuttavia, rappresentano un componente fondamentale e ineliminabile dei processi di EGovernment, soprattutto a livello locale.

2. Il sistema della Pubblica Amministrazione Locale in Italia


In Italia, come per altro avviene in molti dei paesi dellUnione Europea, il sistema della Pubblica Amministrazione Locale caratterizzato da unalta frammentazione, come evidenziato nella Tabella 3. Tabella 3 - Articolazione del sistema della PAL nellEuropa dei 27
1st tier Federal States Austria 2357 Belgium 589 Germany 12312 Unitary States Bulgaria 264 Cyprus 524 Czech Republic 6249 Denmark 98 Estonia 227 Finland 416 France 36683 Greece 1034 Hungary 3175 Ireland 114 Italy 8101 Latvia 527 Lithuania 60 Luxembourg 116 Malta 68 Netherlands 443 Poland 2478 Portugal 308 Romania 3173 Slovakia 2891 Slovenia 210 Spain 8111 Sweden 290 United Kingdom 434 TOTAL EU (27) 91252 Fonte: Council of European Municipalities and Regions 2nd tier 9 10 23 3rd tier

6 16

14 5

100 50 19 8 103 26

26

20

12 314 2 42 8 50 20 35 1150

16

17 3 104

In Italia il problema della frammentazione amministrativa poi aggravato dalla presenza di un grande numero di piccoli e piccolissimi comuni. Basti pensare che il 72% dei comuni italiani hanno meno di 5000 abitanti, poco pi del 22% hanno un numero di abitanti tra 5000 e 20000 mentre meno del 6% hanno pi di 20000 abitanti. Questa alta frammentazione ha come immediata conseguenza una diffusa carenza nei piccoli comuni di risorse da dedicare allinnovazione. Tuttavia, opportuno sottolineare come le conseguenze pi immediate di questa carenza di risorse non riguardino la disponibilit di infrastrutture e dotazioni tecnologiche. Come evidenziato dalla tabella 4, infatti, se si analizza lo stato dellinformatizzazione dei comuni italiani, si rileva una buona

disponibilit di dotazioni tecnologiche, in particolare proprio nei piccoli comuni, anche in conseguenza delle politiche di supporto allinnovazione tecnologica messe in atto negli anni scorsi, sia a livello nazionale che a livello regionale. Tabella 4 - Dotazioni tecnologiche nei comuni italiani
Classi demografiche Mainframe Server Smart Card GIS CAD PC per 100 dip. Oltre 60.000 35,6 100,0 83,6 73,1 90,8 63,1 20.001 - 60.000 21,9 96,5 60,8 53,7 82,5 76,8 10.001 -20.000 14,0 93,4 52,2 39,3 79,6 80,4 5.001 -10.000 14,3 91,6 42,0 29,2 71,2 83,4 fino a 5.000 6,5 72,0 23,1 9,5 31,1 91,5 Fonte: Istat. Rilevazione sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nelle pubbliche amministrazioni locali - Anno 2007

La situazione completamente differente se si considera la disponibilit allinterno dei piccoli comuni di competenze specialistiche da dedicare alla gestione dei processi di innovazione e, pi in generale, la capacit dei piccoli comuni di gestire processi di innovazione organizzativa basati sulladozione e uso delle ICT. A questo proposito il dato di maggiore interesse riguarda levidente squilibrio tra lo stato delle dotazioni tecnologiche disponibili e le modalit organizzative adottate per la loro gestione. Questa situazione pu emerge chiaramente considerando due semplici indicatori: da una parte la presenza nei comuni di unit organizzative specificatamente dedicate alla gestione delle ICT; dallaltra la realizzazione da parte dei comuni di specifiche attivit formative dedicate alle ICT. Tabella 5 - Comuni con servizi/uffici di informatica autonomi e dipendenti ICT (percentuale di comuni e di dipendenti)
Comuni con uffici /servizi di informatica Dipendenti ICT Classi demografiche autonomi (al 31-12-2006) Oltre 60.000 93,0 1,3 20.001 - 60.000 71,9 1,3 10.001 -20.000 51,0 1,8 5.001 -10.000 20,6 2,0 fino a 5.000 5,8 4,5 Fonte: Istat. Rilevazione sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nelle pubbliche amministrazioni locali - Anno 2007

Tabella 6 - Comuni che hanno organizzato attivit formative nel 2006 (percentuale di comuni e di dipendenti)
Comuni che hanno organizzato Dipendenti che hanno seguito Classi demografiche corsi di formazione ICT corsi di formazione ICT Oltre 60.000 72,4 7,3 20.001 - 60.000 51,5 11,9 10.001 -20.000 40,3 9,6 5.001 -10.000 27,7 8,8 fino a 5.000 12,4 4,7 Fonte: Istat. Rilevazione sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nelle pubbliche amministrazioni locali - Anno 2007

Rispetto alluniverso dei piccoli comuni italiani, il confronto tra i dati riportati nella tabella 4 e quelli riportati nelle tabelle 5 e 6 conferma losservazione circa il carattere parziale delle politiche di sostegno allE-Government fin qui attuate. Laccento quasi esclusivo posto sulle componenti tecnologiche dellE-Government ha fatto si che queste politiche non abbiamo fornito il necessario supporto anche ai processi di innovazione organizzativa che, daltra parte, sono parte integrante di quella trasformazione del government e della governance che rappresenta lobiettivo strategico dellE-Government ([OECD 2003]). Da questo punto di vista, una riflessione, anche sommaria, circa gli esiti del Piano di Azione Nazionale per lE-Government mette in evidenza come dato sostanziale la necessit di ri-orientare le politiche di supporto allinnovazione negli enti locali: da interventi sostanzialmente finalizzati a supportare lacquisizione di dotazioni tecnologiche a interventi finalizzati a supportare processi di riorganizzazione sia interni alle singole amministrazioni, sia a livello dellintero sistema della Pubblica Amministrazione Locale.

E-Government per i piccoli comuni


La soluzione che CNIPA ha individuato per superare il problema della carenza nei piccoli comuni di risorse e competenze specialistiche da dedicare alla gestione dellinnovazione stata lassunzione di un modello organizzativo per linclusione dei piccoli comuni nellattuazione dellE-Government che si basa sulla cooperazione tra comuni per la condivisione delle risorse attraverso la definizione di Alleanze Locali per lInnovazione (ALI). In particolare, le ALI sono ([CNIPA 2007b]): organismi di cooperazione intercomunale, partecipati e controllati dai Comuni, con particolare riferimento ai Piccoli Comuni, finalizzati alla gestione associata di sistemi informativi, di infrastrutture tecnologiche e di servizi legati allICT necessari per supportare: unazione amministrativa (cosiddetto back-office) pi adeguata a sottrarre i piccoli Comuni dal rischio incombente di marginalit ed esclusione; miglioramenti nellerogazione dei servizi da parte dei piccoli Comuni ai cittadini, alle imprese, al territorio; economie di gestione nellimpiego, da parte dei piccoli Comuni, delle ICT; un miglioramento complessivo dei processi e delle modalit di cooperazione con le pubbliche amministrazioni che interagiscono con i piccoli comuni. Lattivit delle ALI pu essere caratterizzata, come prima approssimazione, considerando le caratteristiche di finanziabilit dei progetti che queste possono presentare in risposta allAvviso di cofinanziamento emanato da CNIPA. In particolare, le ALI sono chiamate a presentare progetti che, attraverso limpiego finalizzato di soluzioni ICT, dovranno favorire ([CNIPA 2007b]): lampliamento e il rafforzamento delle gestioni di servizi in forma associata da parte dei piccoli Comuni; il conseguimento di standard amministrativi, procedurali, organizzativi e gestionali tali da assicurare ai piccoli Comuni e alle loro gestioni associate un ottimale impiego delle risorse professionali e finanziarie; il potenziamento dei servizi disponibili per i territori amministrati dai piccoli Comuni. La relazione tra il modello della cooperazione intercomunale e lE-Government pu essere definita da due punti di vista differenti ([ANCI Lombardia 2006]):

la gestione associata rappresenta uno strumento organizzativo che pu essere utilizzato per gestire la complessit dei processi di E-Government; il modello a rete tipico delle gestioni associate il modello organizzativo che, incentrato sulluso diffuso delle ICT, permette agli enti della PAL di condividere la gestione dei processi amministrativi, perseguendo obiettivi di qualit, efficienza, efficacia ed economicit. Assumendo il primo punto di vista, che quello che sta alla base dei progetti finanziati nella prima fase di attuazione del piano di Azione Nazionale per lE-Government, la gestione associata ha un valore strumentale: una semplice modalit di condivisione delle risorse, dove la stessa acquisizione e adozione delle ICT che pu rappresentare lobiettivo della cooperazione. Al contrario, il secondo punto di vista considera la costituzione di una rete interorganizzativa come lobiettivo da raggiungere attraverso i processi di innovazione tecnologica e organizzativa. In questo senso, si tratta di un obiettivo di lungo periodo, che comporta una radicale innovazione organizzativa e che usa le ICT soprattutto in quanto strumenti che permettono di supportare la cooperazione interorganizzativa nella gestione dei processi relativi a tutte le fasi del ciclo del valore pubblico ([Kelly, Muers 2002], [Castelnovo 2006]). La generalizzazione di tale modello comporta un ridisegno complessivo del sistema della Pubblica Amministrazione Locale, centrato sui concetti di partnership e di collaborazione interorganizzativa, dal livello della condivisione delle strategie e della concertazione politica, fino al livello dei processi di attuazione delle politiche stesse e dei processi di gestione. Tale modello di collaborazione interorganizzativa, che pu essere considerato a tutti gli effetti un modello di riorganizzazione della Pubblica Amministrazione Locale nellottica di una piena attuazione dellE-Government, non semplicemente riducibile ai modelli di integrazione verticale e orizzontale tipici del one-stop Government. Lintegrazione verticale ed orizzontale richiesta dallone-stop Government, che negli scorsi anni ha rappresentato uno degli obiettivi primari per i sistemi di E-Government, infatti, in primo luogo, un problema di interoperabilit dei sistemi e delle applicazioni che differenti enti della Pubblica Amministrazione utilizzano a supporto della loro attivit. La disponibilit, allinterno di una quadro normativo adeguato, di un ambiente cooperativo come il Sistema Pubblico di Cooperazione definito da CNIPA ([CNIPA 2004a,b]), garantisce le condizioni per linteroperabilit dei sistemi della Pubblica Amministrazione, fino al livello dellinteroperabilit applicativa. Tuttavia, se la collaborazione interorganizzativa viene finalizzata alla generazione di valore pubblico in tutte le tre fasi del suo ciclo (e cio a supporto dei processi di E-Democracy, come processi per la definizione partecipata del concetto di valore pubblico, di EAdministration, come processi per la generazione del valore pubblico, e di E-Services, come processi per lerogazione di servizi e per la fruizione del valore pubblico prodotto ([Castelnovo 2006])) linteroperabilit dei sistemi, che costituisce comunque una condizione necessaria, non di per s sufficiente a garantire livelli adeguati di cooperazione ([Castelnovo 2007a]). La complessit dei processi che una rete di enti della Pubblica Amministrazione Locale deve gestire, tale da richiedere forme di interoperabilit organizzativa, o cooperabilit ([Castelnovo, Simonetta 2006], [Stewart, Clarke, Goillau, Verrall e Widdowson, 2004]), oltre che tecnologica. La condivisione di risorse organizzative e di competenze, che richiesta in questo caso, non infatti garantita dalla semplice interoperabilit dei sistemi e delle applicazioni.

Una rete di enti della Pubblica Amministrazione Locale che opera allinterno di un ambiente cooperativo che supporta sia la interoperabilit tecnologica che la cooperabilit, costituisce un Sistema Integrato di Governo Locale (SIGL). Il concetto di SIGL ([Castelnovo, Simonetta 2006, Castelnovo 2007b]) descrive un modello di rete di organizzazioni della Pubblica Amministrazione Locale che risulta abilitato dalla disponibilit diffusa di ICT e che, attraverso la sistematica condivisione di risorse e competenze, permette la gestione di processi complessi di innovazione tecnologica e organizzativa. Un SIGL un sistema di organizzazioni della Pubblica Amministrazione Locale che, sulla base di un interesse condiviso (per esempio incrementare lefficienza e lefficacia dellazione amministrativa, conseguire economie di scala e di scopo, gestire linnovazione tecnologica ed organizzativa attraverso la condivisione di risorse critiche, ecc.), definiscono forme sistematiche di cooperazione. In un SIGL la condivisione di un ambiente cooperativo rende i partner fortemente interoperabili, non solo a livello tecnologico, ma anche a livello organizzativo, fino al conseguimento di livelli di piena cooperabilit tra i partner stessi ([Castelnovo 2007a]). Da questo punto di vista, la costituzione di un SIGL pu essere considerata come il risultato di un processo congiunto di innovazione tecnologica ed organizzativa, caratteristica che dovrebbe essere tipica di tutti i processi per lattuazione dellEGovernment. Per quanto un sistema integrato possa essere considerato pi vincolante rispetto a un sistema di partner semplicemente interoperabili, opportuno sottolineare come la differenza tra integrazione e interoperabilit sia soprattutto una distinzione di prospettiva. Ci che, da un punto di vista esterno, appare come un sistema integrato, dal punto di vista delle organizzazioni componenti pu essere pi semplicemente un sistema di partner fortemente interoperabili, fino alla cooperabilit. I membri di un SIGL non sono, in senso stretto, integrati nel sistema; ci significherebbe un superamento della loro individualit e della loro autonomia. Aderire a un SIGL significa semplicemente condividere una piattaforma tecnologica ed organizzativa, per quanto particolarmente vincolante nelle condizioni che la definiscono, con lobiettivo di semplificare e rendere sistematica la cooperazione. Lintegrazione tra i membri di un SIGL dunque solo virtuale ed determinata dal rafforzamento delle condizioni di interoperabilit piuttosto che da una reale integrazione organizzativa. Questa caratteristica di un SIGL determina alcune conseguenze rilevanti: ciascun membro di un SIGL mantiene la propria individualit e autonomia, per quanto accetti di coordinare la sua attivit con quella dei partner e di condividere sistematicamente vari tipi di risorse con loro; poich lintegrazione dipende solo dalladozione di un particolare ambiente cooperativo condiviso, lattivazione di un SIGL potrebbe anche essere semplicemente il risultato di un processo di trasformazione di unaggregazione di piccoli comuni, che potrebbe anche essersi costituita per conseguire obiettivi immediati di tipo tattico, in una cooperazione strategica, strutturata e di lungo periodo. poich il sistema virtuale, lattivazione di un SIGL non richiede necessariamente la definizione di ulteriori livelli di governo, come invece avviene con altre forme di integrazione istituzionalizzate (come per esempio le Unioni di Comuni) Per queste sue caratteristiche, un SIGL pu dunque rappresentare una risposta alla esigenza del superamento della frammentazione amministrativa a livello di sistema della Pubblica Amministrazione Locale. Tuttavia, questo risultato di semplificazione, che

comporta la razionalizzazione e il contenimento dei costi dellintero sistema della Pubblica Amministrazione Locale attraverso limplementazione di gestioni associate plurifunzionali, pu essere conseguito solo se le aggregazioni che si costituiscono sono stabili nel tempo. Le condizioni di integrazione virtuale che definiscono un SIGL sono tali da minimizzare il rischio di comportamento opportunistico da parte dei partner, che una delle principali cause di instabilit delle aggregazioni. Infatti, ladesione alle condizioni per linteroperabilit operativa, organizzativa e regolativa ([Castelnovo 2007a,b]) sono tali da forzare la stabilit di unaggregazione che si trasforma in un SIGL. In questo senso, attraverso un processo di innovazione organizzativa che miri al rafforzamento delle condizioni per la cooperazione, proprio a partire dagli aspetti non tecnici del concetto di interoperabilit, unALI pu evolvere in un SIGL ([Castelnovo 2007b]), attuando cos, anche a livello del sistema della PAL, quellobiettivo di trasformazione del government e della governance attraverso luso delle ICT che la stessa ragion dessere dellEGovernment.

Un E-Government senza la E?
La cooperazione intercomunale rappresenta uno strumento cui i piccoli comuni possono ricorrere per condividere le risorse di cui singolarmente non dispongono. Lindividuazione da parte di CNIPA delle Alleanze Locali per lInnovazione come modello organizzativo per favorire linclusione dei piccoli comuni nellattuazione dellE-Government, oltre a riconoscere la validit del modello associativo rispetto alla gestione dei processi di innovazione, pu rappresentare un passo verso la sua generalizzazione come strumento in grado di ridisegnare il sistema complessivo della Pubblica Amministrazione Locale, perseguendo obiettivi di razionalizzazione, di semplificazione e di contenimento dei costi per il suo funzionamento. In questo passaggio, ci che rilevante il fatto che laccento viene posto sugli aspetti strategici e organizzativi dellinnovazione, lasciando alle ICT il loro naturale ruolo di elemento abilitante e facilitatore dellinnovazione. Si tratta, daltra parte, di unimpostazione che dovrebbe essere assolutamente ovvia quando si parla di E-Government; secondo una nota definizione proposta dallOrganizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione Economica infatti E-Government is more about government than about E ([OECD 2003]). Questa ovvia osservazione non sembra per essere sempre stata presente a chi ha definito gli obiettivi della prima fase di attuazione del Piano Nazionale per lE-Government che, come osservato, ha focalizzato soprattutto il tema delle infrastrutture e delle dotazioni tecnologiche. Si , daltra parte, trattato di un punto di vista molto diffuso a livello di Unione Europea e che ha provocato come reazione un vasto movimento a sostegno del superamento del concetto stesso di E-Government. Oggi, infatti, i temi dominanti sembrano essere quelli piuttosto quelli relativi a: Networked Government (N-Government), inteso come integrazione virtuale dei differenti livelli della Pubblica Amministrazione, nonch lintegrazione tra questa e altri soggetti del sistema sociale di riferimento, al fine di produrre un valore pubblico attraverso la cooperazione inter-organizzativa ([Guijarro 2003]). E2Government, inteso come assunzione di un punto di vista basato sui concetti di efficienza ed efficacia nellattuazione dei programmi e degli investimenti in EGovernment, con lobiettivo di conseguire uneffettiva trasformazione dei servizi pubblici ([SOCITM 2005]) Transformational Government (T-Government), inteso come la trasformazione dei servizi, a beneficio dei cittadini, delle imprese e degli addetti al front end; la ricerca di

efficienza nelle attivit di supporto (back-end) per liberare risorse da destinare al front end; la diffusione di una cultura della condivisione dei servizi, a livello di front-office, di back office, di gestione delle informazioni e delle infrastrutture. ([Chief Information Officer Council 2005]) Sia che li si intenda come un completo superamento dellE-Government, sia che li si consideri come una integrazione dei temi dellE-Government, i concetti richiamati da Networked Government, E2Government e d Transformational Government rappresentano effettivamente un elemento di novit rispetto al forte orientamento alle tecnologie che ha caratterizzato lE-Government come labbiamo conosciuto in questi anni. La sfida ora, soprattutto in Italia, quella di dare un contenuto a questi concetti, rilanciando sulla loro base un progetto di riforma sostanziale della Pubblica Amministrazione, soprattutto a livello locale. Se ci non avverr, se non verranno implementate le opportune politiche di supporto, anche questi concetti resteranno semplici etichette, altre tappe di una innovazione incompiuta.

Bibliografia
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