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Mangiacavallo: Quando vedo piangere qualcuno, piango anche io. Sono sensibile, ho il cuore tenero
M: Voi siete comprensiva, qualche volta un uomo ha bisogno di piangere come una donna
M: Eh già signora delle Rose. L’avete strappata voi quando vi ho diviso dal parroco
M: Mi dispiace che avete perso la borsetta. Quanti soldi c’erano nella borsetta? Molti?
S: Ma a voi che cosa ve ne importa, lasciate che me ne preoccupi io. Dai su, datemi la camicia. Che vi
dispiace aprire le persiane? Un ci viu
M: Subito
Serafina lo guarda
S: No!
M: Che succede?
M: Cosa?
M: No, siciliani
S: Siciliani?
M: Che c’è?
S: Ah?
S: No?
M: Con permesso
S: Prego, prego, prego. Oh Matruzza Santa. (si toglie gli occhiali) Matruzza Santa, nun ci pozzu cririri!... 'Na
faccia i pagghiazzu comu chidda, cu corpo i me maritu? Ca fitia como na crapa
S: Oh, pi faure!
Serafina si alza.
Mangiacavallo esce dal bagno – si asciuga il corpo con un asciugamano e canticchia.
Raggiunge Serafina, che adesso è sopra una scala/sedia per prendere una bottiglia di spumante
M: Ho finito!
S: Ah?
S: Viene dalle terre della famiglia di mio marito. Una grande famiglia, sapete? I Delle Rose, baroni
M: Baroni?
S: Sì, io ero una contadina, ma ho sposato un barone. Ho sposato un barone e un n’avia mancu scarpe ai pere.
M: E che contano le scarpe? Avevate tre cose più importanti, il cuore, un bel viso e una bella figura. E un
barone è un essere umano, come un camionista
M: Eh sì, grazie. Io sono una persona molto franca, e voglio dirvi una cosa. Mia sorella maggiore ci teneva
molto che ci conoscessimo
S: Sì, e picchì?
M: Beh diceva, quella signora tanto carina, la vedova, la baronessa, è sola, tu sei solo. Perchè non cerchi di
conoscerla? Voleva che ci conoscessimo anche prima di oggi
S: Mmm! Anche io sono una persona molto franca e allora vi dirò qualcosa. Dite a vostra sorella che io non
ho bisogno di conoscere a nuddu, perché mio marito è con me. Noi non ci siamo separati mai, è come se lo
vedessi, è qui, in quella.. la vedete?
M: Bottiglia?
S: No, non vi scusate. Il parroco non voleva, dice che è contro le leggi della chiesa. E u saccio, ma io dovevo
pur avere qualcosa di lui. E questo è quanto ho potuto avere.
M: Io lo conosco
S: Voi lo conoscete?
M: Non c’è proprio nulla di male, e poi i corpi si decompongono, le ceneri sono pulite, no?
S: La nostra fotografia del matrimonio. Chista sugnu eo, sposa a quartordici anni, e chistu è me maritu
S: Era accussì beddo me marito! Na rosa! E aveva una rosa tatuata sul petto
M: Voglio vederla
S: Chi bo taliare? Vestito è docu!
S: Sentite, ma voi ci credete alle cose soprannaturali? Io vorrei raccontarvi una cosa ma, non dovete
scandalizzarvi
S: Dunque mio marito aveva questa rosa tatuata sul petto. Una notte io mi sono svegliata con un gran
bruciore proprio qua, addumavu a luce in camera da letto e mi taliavu au specchio. Sul mio petto, ho visto il
tatuaggio di mio marito. Qui, proprio qui, il suo tatuaggio ho visto!
M: Che strano!
S: Quella fu la notte in cui ho concepito me figghiu. U picciriddu ca pirdivu, quannu pirdivu puru a Rosario,
me maritu.
S: Chi? Ma chi sta ricennu? E’ andata via adesso, è rimasta solo un momento. Mai io l’ho vista! Chiara l’ho
vista, chiara. Mi credete vero?
Si risiedono
M: Certo, certo che ci credo. Ma può anche darsi che sia tornata
S: Io non so proprio perché vi sto raccontando certe cose. Proprio perché mi è piaciuto quello che avete
detto. Che i corpi si decompongono e le ceneri rimangono pure e immacolate.
S: Sì, ma ca ce su certe cristiane, ca hanno u gusto ri sporcare tutti i cose. M’avite a crirere. Mi capitaro certe
donnacce a casa oi e mi cuntaro na bugia a proposito ri me maritu. Accussì laria, accussì laria ca si a cririsse
vira .. runpissi l'urna... e ghittassi i cìnniri! A pezzi a facissi, a pezzi!
M: Ma... baronessa!
S:E dopu pigghiassi sta scupa e i scupassi fora ra potta i rarreri comu tanta munnizza!
M: Non la bottiglia
S: No! La bottiglia, no. Non abbiate paura. La bottiglia, no. Volete aprirla, per bere un po'?
M: Ah certo, subito
Serafina si siede
S: No, no, no, no! Un ne vogghiu parrare. Un ci crio. E’ una bugia. Un ci crio. E’ una bugia. Nella memoria,
nel mio cuore è rimasta pura.
Mangiacavallo stappa la bottiglia, facendo rumore e rovesciandola sia a terra che a Serafina.
Serafina si spaventa, poi ridono.
S: Taliateve n’faccia
Da fuori si sente un clacson. Mangiacavallo lascia la bottiglia in mano a Serafina e si precipita alla finestra
S: Chi successe?
M: Ehi bambini! Giù dal camion, giù le zampe da quelle banane! ( a S.) Mi ero dimenticato.
Serafina si alza.
M: Sì signora.
M: No, è da tre
S: Mio marito trasportava banane, ma sotto le banane c’era dell’altro. Era proprio un selvaggio. Era
selvaggio come.. Ma dov’è che l’ho sentito dire questo? Selvaggio come? Mu scurdavu. Che rabbia,
cominciavo a ricordare una cosa e poi la mente ti si annebbia
S: Anche le banane!
M: Mmm, buono!
Serafina si siede. Mangiacavallo si versa altro spumante, prendendolo dalle mani di Serafina.
M: Dicevo, prima una sorella zitella, poi una nonna tre quarti scema, poi un padre che non vale la suola delle
scarpe che porto. Scusatemi, eh! Hanno la mania del TreSette. Giocano sempre, mattina, giorno e sera e si
scolano bottiglie di birra
S: Pure!
M: Da primavera mia sorella ha avuto problemi femminili... soprattutto mentali, io credo... ha lasciato la cura
della casa alla nonna scema e la cara vecchietta pensa che non ci sia bisogno di pagare i conti e che i soldi sia
meglio giocarseli al Lotto. Si giocherebbe l’anima, ha un sistema perfetto che però non funziona mai e il
conto del droghiere sale, sale, sale.
S: E’ un intercomunale?
M: Non vi preoccupate
S: No, no, no! Per carità, mica mi preoccupo. Basta che pagate.
S: Sintemo
M: Scusate. Pronto, signorina? La società di proticoltura a Biloxi, 2468 esatto. Il mio numero è 6689. 6689.
Io vorrei una donna in gamba e anche matura, capito? E non importa se è un po' troppo grassa e se non tiene
molto a vestire. Quello che conta in una donna è l’intelligenza e il buon senso, vero?
S: Eh gia!
M: E mi piacerebbe che avesse una bella casettina ammobiliata e un lavoro avviato per conto proprio
S: Ho capito, ho capito. E una donna con casa, mobilio e lavoro si va a prendere un uomo con tre persone a
carico, la mania del TreSette, della birra e del Lotto. Che affare!
S: Può darsi che sia deserto, ma in quanto a freddo proprio oggi non direi
M: L’amore e l’affetto che posso offrire io vanno bene per il caldo e per il freddo in questo mondo vuoto. Ma
non ho altro! Mangiacavallo ha solo questo
S: Cu?
M: Io Alvaro Mangiacavallo
S: Ah se, se.
M: Non l’ho inventato, mi chiamo Mangiacavallo, il guaio è che non ho un cavallo da mangiare. Sono il
nipote dell’idiota del villaggio di Ribera
M: No, non scherzo. E’ vero, lui inseguì mia nonna in un campo di riso, lei scivolò su un sacco. Bum.
Alvaro, eccolo qua
S: Ah!
M: Baronessa sono pieno di salute e ho un esistenza senza vero amore. Sfido io, le ragazze che vediamo nelle
fotografie sui giornali che cos’hanno? Un po' di ciccia qui, un po' di ciccia qua e la testa vuota come una
zucca
M: E’ occupato il padrone
M: Eccolo, eccolo. Pronto signor Paganò? Come vanno oggi gli affari alla compagnia di Proticoltura? Sì,
Mangiacavallo. Sì, sì. Cosa? Di che vi lamentate? Che ho fatto? Cosa? Signor Paganò, un momento! Io..
M: Eh che ci fu? Un uomo con tre persone a carico licenziato. Il camion ancora è da pagare.
S: Oh.. un ci viu chiu! Sentite facciamo una cosa. Aprite quel cassetto. Là dentro c’è un pacco con una
camicia. Mettetevi pure quella per stasera. La vostra la passerete a prendere poi.
S: Non lo voglio sapere, non mi interessa. Buttatelo via, fuori dalla finestra
M: Va bene. Seta, seta pura. E’ troppo bella per Mangiacavallo, tutto qui è troppo bello per Mangiacavallo
S: Niente è troppo bello per un uomo, se l’uomo lo merita. Mettetevela, va! Ve la do di gran cuore
M: Bella, vorrei –
S: Ma certo, prego!
M: Non c’è nulla di più bello che scambiarsi dei regali, no? Vi sono più simpatico adesso?
S: Sapete cosa avrebbero dovuto farvi da bambino? Avrebbero dovuto mettervi due cerotti alle orecchie, per
tenerle più attaccate. Così, non vi sembra che stiate meglio? Mica così sporgenti come due ali di un piccolo
cherubino
S: A striga c’è! Mi fa trasiri 'a crapa 'no cuttigghiu a mangiarmi i pummarori! Chidda avi u malocchiu, e
accussi magara 'a crapa! Anche la capra ha il malocchio. Mi entrò nel cortile anche la notte in cui persi
Rosario e u pìccirìddu! Maronnuzza mia! Faciti nesciri da' crapa no' cuttigghiu!
M: Non vi preoccupate, ci penso io. Ora l’acchiappo io, le do una lezione che ricorderà per un pezzo
S: Maleritta!
Mangiacavallo va fuori e lotta con la capra per legarla e alla fine ci riesce. Serafina batte le mani
Serafina gli pulisce il braccia. Poi gli porge il fazzoletto per fargli pulire il petto
S: Delle Rose
S: Oh, meraviglioso. Oh, meraviglioso! Scusate se sono un po' in disordine, ma non sono sempre vestita così.
Qualche volta mi vesto anch’ìo elegante. Quando c’era ancora mio marito, quando tornava a casa la sera, mi
facevo trovare tutta bella e in ordine. E qualche volta mettevo anche, eh sì, mi mettevo una rosa nei capelli
M: Una rosa nei capelli deve starvi bene
M: Perchè? E’ qui che vi sbagliate, è sempre per tutti il tempo delle rose
S: Dìte?
M: La rosa è.. la rosa è il cuore del mondo, come il cuore è il cuore dell’uomo, dico bene? Ma voi baronessa,
sapete che avete fatto?
S: Uuuh!
M: Ah, sì. Ma se durante un temporale o quando sulla strada passa un camion pesante, l’urna si spezza?
S: Ho capito
M: Guardate, guardate!
M: Il vostro cuore è volato via, come una rondinella. Rondinella felice, rondinella felice!
S: Ma che buffone che siete, io sto parlando seriamente e voi scherzate sempre
Si avvicinano
S: Va bene, però prima guardate la finestra. Se le persiane sono aperte e la luce è accesa, potete fermarvi per
riprendere la vostra … cammisa. Ma se le persiane sono chiuse, farete meglio a non fermarvi perché vuol
dire che la mia Rosa è a casa
M: Rosa?
S: Ah vero. Rosa è me figghia. Naturalmente non c’è nulla di male se ricevo qualcuno per fare quattru
chiacchiere, ma Rosa ha quindici anni e devo stare molto attenta a darle io il buon esempio
S: Buffone!