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Carichi non rimovibili durante il normale esercizio della costruzione, quali quelli relativi a
tamponature esterne, divisori interni, massetti, isolamenti, pavimenti e rivestimenti del
piano di calpestio, intonaci, controsoffitti, impianti.
I tramezzi e gli impianti leggeri di edifici per abitazioni e uffici possono assumersi, in
genere, come carichi equivalenti distribuiti, purché i solai abbiano adeguata capacità di
ripartizione trasversale.
Carichi permanenti non strutturali
Sovraccarichi
Tab. 3.1.II - Valori dei sovraccarichi per le diverse categorie d’uso delle costruzioni
qk Qk Hk
Cat. Ambienti
[kN/m ] 2 [kN] [kN/m]
Ambienti ad uso residenziale
Aree per attività domestiche e residenziali; sono
compresi in questa categoria i locali di abitazione e
A relativi servizi, gli alberghi (ad esclusione delle aree 2,00 2,00 1,00
soggette ad affollamento), camere di degenza di
ospedali
Scale comuni, balconi, ballatoi 4,00 4,00 2,00
Uffici
Cat. B1 Uffici non aperti al pubblico 2,00 2,00 1,00
B
Cat. B2 Uffici aperti al pubblico 3,00 2,00 1,00
Scale comuni, balconi e ballatoi 4,00 4,00 2,00
Ambienti suscettibili di affollamento
Cat. C1 Aree con tavoli, quali scuole, caffè, ristoran-
3,00 3,00 1,00
ti, sale per banchetti, lettura e ricevimento
Cat. C2 Aree con posti a sedere fissi, quali chiese,
teatri, cinema, sale per conferenze e attesa, aule 4,00 4,00 2,00
universitarie e aule magne
Cat. C3 Ambienti privi di ostacoli al movimento
delle persone, quali musei, sale per esposizioni,
5,00 5,00 3,00
aree d’accesso a uffici, ad alberghi e ospedali, ad
C atri di stazioni ferroviarie
Cat. C4. Aree con possibile svolgimento di attività
5,00 5,00 3,00
fisiche, quali sale da ballo, palestre, palcoscenici.
Cat. C5. Aree suscettibili di grandi affollamenti,
quali edifici per eventi pubblici, sale da concerto,
5,00 5,00 3,00
palazzetti per lo sport e relative tribune, gradinate e
piattaforme ferroviarie.
Secondo categoria d’uso servita, con le
Scale comuni, balconi e ballatoi seguenti limitazioni
4,00 4,00 2,00
20-2-2018 Supplemento ordinario n. 8 alla GAZZETTA UFFICIALE Ser
Sovraccarichi
qk Qk Hk
Cat. Ambienti
[kN/m ] 2 [kN] [kN/m]
Ambienti ad uso commerciale
Cat. D1 Negozi 4,00 4,00 2,00
D Cat. D2 Centri commerciali, mercati, grandi magaz-
5,00 5,00 2,00
zini
Scale comuni, balconi e ballatoi Secondo categoria d’uso servita
Aree per immagazzinamento e uso commerciale
ed uso industriale
Cat. E1 Aree per accumulo di merci e relative aree
E d’accesso, quali biblioteche, archivi, magazzini, 6,00 7,00 1,00*
depositi, laboratori manifatturieri
I valori riportati nella Tab. 3.1.II sono riferiti a condizioni di uso corrente delle rispettive categorie. Altri regolamen
Sovraccarichi
I sovraccarichi orizzontali lineari Hk devono essere utilizzati per verifiche locali e non si
comnbinano con i carichi utilizzati nelle verifiche dell’edificio nel suo insieme.
I sovraccarichi orizzontali lineari devono essere applicati alle pareti alla quota di 1.20 m
dal rispettivo piano di calpestio; devono essere applicati ai parapetti o ai mancorrenti alla
quota del bordo superiore.
Le verifiche locali riguardano, in relazione alle condizioni d’uso, gli elementi verticali
bidimensionali quali i tramezzi, le pareti, i tamponamenti esterni, comunque realizzati,
con esclusione di divisori mobili (che comunque devono garantire sufficiente stabilità in
esercizio).
Il soddisfacimento della prescrizione può essere documentato anche per via
sperimentale, e comunque mettendo in conto i vincoli che il manufatto possiede e tutte le
risorse che il tipo costruttivo consente.
In presenza di carichi atipici (quali macchinari, serbatoi, depositi interni, impianti, etc.) le
intensità devono essere valutate caso per caso, in funzione dei massimi prevedibili: tali
valori dovranno essere indicati esplicitamente nelle documentazioni di progetto e di
collaudo statico.
Azione sismica
0.6
0.4
Acceleration [g]
0.2
-0.2
-0.4
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30
Time [sec]
30
20
Velocity [cm/sec]
10
0
-10 L’Aquila, 06/04/2009
-20
-30 GX066X
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30
Time [sec]
4
2
Displacement [cm]
0
-2
-4
-6
-8
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30
Time [sec]
Le azioni sismiche di progetto, in base alle quali valutare il rispetto dei diversi stati limite
considerati, si definiscono a partire dalla “pericolosità sismica di base” del sito di
costruzione.
La pericolosità sismica è definita in termini di accelerazione orizzontale massima attesa
ag in condizioni di campo libero su sito di riferimento rigido con superficie topografica
orizzontale.
Azione sismica
L’Aquila
ag per diversi periodi di ritorno (http://esse1.mi.ingv.it)
TR = 975 anni
TR = 475 anni
TR = 50 anni
TR = 30 anni
1/TR
Azione sismica
Stato Limite di Operatività (SLO): a seguito del terremoto la costruzione nel suo
complesso, includendo gli elementi strutturali, quelli non strutturali e le apparecchiature
rilevanti alla sua funzione, non deve subire danni ed interruzioni d'uso significativi.
Stato Limite di Danno (SLD): a seguito del terremoto la costruzione nel suo complesso,
includendo gli elementi strutturali, quelli non strutturali e le apparecchiature rilevanti alla
sua funzione, subisce danni tali da non mettere a rischio gli utenti e da non compromettere
significativamente la capacità di resistenza e di rigidezza nei confronti delle azioni verticali
ed orizzontali, mantenendosi immediatamente utilizzabile pur nell’interruzione d’uso di
parte delle apparecchiature.
Probabilità di superamento nel periodo di riferimento: PV = 63%
R
Stati limite e relative probabilità di superamento
Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV): a seguito del terremoto la costruzione
subisce rotture e crolli dei componenti non strutturali ed impiantistici e significativi danni dei
componenti strutturali cui si associa una perdita significativa di rigidezza nei confronti delle
azioni orizzontali; la costruzione conserva invece una parte della resistenza e rigidezza per
azioni verticali e un margine di sicurezza nei confronti del collasso per azioni sismiche
orizzontali.
Stato Limite di prevenzione del Collasso (SLC): a seguito del terremoto la costruzione
subisce gravi rotture e crolli dei componenti non strutturali ed impiantistici e danni molto
gravi dei componenti strutturali; la costruzione conserva ancora un margine di sicurezza
per azioni verticali ed un esiguo margine di sicurezza nei confronti del collasso per azioni
orizzontali.
VR = VN CU ³ 35 anni
VR
TR = -
ln(1 - PVR )
Per i diversi periodi di ritorno così ottenuti, si determina, per il sito in esame,
l’accelerazione massima attesa ag.
Stati limite e relative probabilità di superamento
Per i diversi periodi di ritorno così ottenuti, il reticolo di riferimento fornisce l’accelerazione
massima attesa ag.
Risposta della struttura
In particolare, strutture con frequenze proprie di vibrazione vicine a quelle del terremoto,
subiscono un’amplificazione dinamica maggiore di strutture con frequenze proprie
distanti.
- d’altra parte, ai fini delle verifiche, interessa solamente il valore massimo della risposta.
Spettro di risposta
Tutti questi problemi sono risolti dallo spettro di risposta. Esso fornisce direttamente la
risposta massima della struttura – in termini di accelerazione, velocità o spostamento – in
funzione della frequenza propria, o più comunemente del periodo proprio di vibrazione
(inverso della frequenza propria).
Tale risposta va intesa come la risposta mediana (frattile 50%) per la classe di terremoti
che possono verificarsi nel sito di costruzione.
Spettro di risposta elastico in accelerazione delle
componenti orizzontali
Se(T) (m/s2) 5
4
S ag 3
0
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4
T (s)
TB TC Periodo proprio
TD
della struttura
Spettro di risposta elastico in accelerazione delle
componenti orizzontali
éT 1 æ T öù
Se (T ) = ag S h Fo ê + çç1 - ÷÷ú 0 £ T < TB
ë TB hFo è TB øû
Se (T ) = ag S h Fo TB £ T < TC
TC
Se (T ) = ag S h Fo TC £ T < TD
T
TT
Se (T ) = ag S h Fo C 2D TD £ T
T
Sia la forma spettrale che il valore di ag variano al variare della probabilità di superamento
nel periodo di riferimento.
Spettro di risposta elastico in accelerazione delle
componenti orizzontali
S = S S ST
10
h= ³ 0.55
5+x
Variabilità di Fo con TR: andamento medio sul territorio nazionale e intervallo di confidenza
al 95%.
Spettro di risposta elastico in accelerazione delle
componenti orizzontali
Variabilità di TC* con TR: andamento medio sul territorio nazionale e intervallo di
confidenza al 95%.
Spettro di risposta elastico in accelerazione delle
componenti orizzontali
TC
TB =
3
— 46 —
Amplificazione stratigrafica
2 4
1,75 3,5
3
1,5
A
A
B 2,5 B
Ss 1,25 C
Cc C
D
2 D
E
1 E
1,5
0,75
1
0,5
0,25 0,35 0,45 0,55 0,65 0,75 0,85 0,95 1,05 1,15 1,25 0,5
0,1 0,15 0,2 0,25 0,3 0,35 0,4 0,45 0,5 0,55 0,6
Fo ag / g
Tc* (s)
Amplificazione topografica
Categorie topografiche
La
La variazione
variazione spaziale del coefficiente
spaziale di amplificazione
del coefficiente topografica
di amplificazione è definita daè un
topografica decremento
definita da unlineare con l’altezza d
o del rilievo, dalla
decremento sommità
lineare con ol’altezza
dalla cresta,
deldove ST assume
pendio il valore
o rilievo, dallamassimo
sommità riportato nella
o cresta Tab.alla
fino 3.2.V, fino alla base, d
base
sume valore unitario.
dove ST assume valore unitario.
3.2.3.2.2 Spettro di risposta elastico in accelerazione della componente verticale
Lo spettro di risposta elastico in accelerazione della componente verticale del moto sismico, Sve, è definito dalle espressio
T 1 T
0 T < TB Sve (T) ag S Fv 1
TB Fo TB
Le capacità dissipative delle strutture possono essere messe in conto attraverso una
riduzione delle forze elastiche, che tenga conto in modo semplificato della capacità
dissipativa anelastica della struttura, della sua sovraresistenza, dell’incremento del suo
periodo proprio a seguito delle plasticizzazioni. In tal caso, lo spettro di risposta di
progetto Sd(T) da utilizzare è lo spettro elastico con le ordinate ridotte sostituendo η con
1/q, dove q è il fattore di comportamento.
Fo é T q æ T öù
S d (T ) = ag S ê + ç1 - ÷÷ú
ç 0 £ T < TB
q ë TB Fo è TB øû
F
S d (T ) = ag S o TB £ T < TC
q
F T
S d (T ) = ag S o C TC £ T < TD
q T
F TT
S d (T ) = ag S o C 2D TD £ T
q T
Spettri di risposta di progetto per gli stati limite ultimi
q=2 q =3 q=4 q=5 q = 5,85
4,5
3,5
2,5
Sd(T) (m/s2)
2
1,5
0,5
0
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4
T (s)
Il vento esercita sulle costruzioni azioni che variano nel tempo e nello spazio provocando,
in generale, effetti dinamici.
La direzione del vento si considera generalmente orizzontale.
Per le costruzioni usuali tali azioni sono convenzionalmente ricondotte alle azioni statiche
equivalenti.
Per le costruzioni di forma o tipologia inusuale, oppure di grande altezza o lunghezza, o di
rilevante snellezza e leggerezza, o di notevole flessibilità e ridotte capacità dissipative, il
vento può dare luogo ad effetti la cui valutazione richiede l’uso di metodologie di calcolo e
sperimentali adeguate allo stato dell’arte e che tengano conto della dinamica del sistema.
ca = 1 per as £ a0
æa ö
ca = 1 + k s çç s - 1÷÷ per a0 < as £ 1500 m
è a0 ø
in cui:
a0, ks sono forniti nella Tabella precedente in funzione della zona in cui sorge la costruzione;
as è l’altitudine sul livello del mare del sito ove sorge la costruzione.
Per altitudini superiori a 1500 m sul livello del mare, i valori della velocità base di riferimento
possono essere ricavati da opportuna documentazione o da indagini statistiche
adeguatamente comprovate, riferite alle condizioni locali di clima e di esposizione. Fatte
salve tali valutazioni, comunque raccomandate in prossimità di vette e crinali, i valori
utilizzati non dovranno essere minori di quelli previsti per 1500 m di altitudine.
Velocità di riferimento
é æ 1 öù
cr = 0.75 1 - 0.2 ln ê- lnçç1 - ÷÷ú
ë è TR øû
e TR è il periodo di ritorno espresso in anni.
p = qr ce cp cd
1
qr = r vr2
2
Coefficiente di esposizione
Il coefficiente di esposizione dipende dall’altezza z sul suolo del punto considerato, dalla
topografia del terreno, e dalla categoria di esposizione del sito ove sorge la costruzione
(v. seguito).
In assenza di analisi specifiche che tengano in conto la direzione di provenienza del vento
e l’effettiva scabrezza e topografia del terreno che circonda la costruzione, per altezze sul
suolo £ 200 m, il coefficiente di esposizione è dato dalla formula:
Categoria di esposizione
z é zù
ce ( z ) = k r2ct ln ê 7 + ct ln ú per z ³ zmin
z0 ë z 0û
Coefficiente di esposizione
ct è il coefficiente di topografia.
Il coefficiente di topografia è posto generalmente pari a 1, sia per le zone pianeggianti sia
per quelle ondulate, collinose e montane.
Nel caso di costruzioni ubicate presso la sommità di colline o pendii isolati il coefficiente
di topografia può essere ricavato da dati suffragati da opportuna documentazione.
Pressione del vento
Coefficiente di esposizione
20-2-2018 Supplemento ordinario n. 8 alla GAZZETTA UFFICIALE Seri
La categoria di esposizione dipende dalla posizione geografica del sito ove sorge la
costruzioneTab.
e della
3.3.III - classe di rugosità
Classi di rugosità del terreno del terreno.
Classe di rugosità del terreno Descrizione
Categorie di esposizione
Pressione del vento
Coefficiente di pressione
Coefficiente di pressione
Istruzioni
In riferimento alle costruzioni di forma regolare, si forniscono, tre distinte serie di
coefficienti di pressione esterna:
- coefficienti globali cpe, che possono essere utilizzati in tutti i casi in cui la
rappresentazione delle azioni aerodinamiche del vento possa essere effettuata in
maniera semplificata, rivolta alla valutazione delle azioni globali su porzioni estese di
costruzioni o delle risultanti delle azioni indotte dal vento sugli elementi principali della
struttura;
- coefficienti locali cpe,10, che consentono una rappresentazione più realistica dell’effettivo
campo di pressione che si instaura sulle superfici delle costruzioni e che possono
essere impiegati sia in alternativa ai coefficienti di pressione globali cpe, sia per
quantificare la pressione locale sugli elementi con area di incidenza maggiore o
uguale a 10 m2;
- coefficienti locali cpe,1 che consentono la quantificazione della pressione locale su
elementi di piccole dimensioni con un’area di incidenza minore o uguale a 1 m2 (quali
elementi di rivestimento ed i loro fissaggi).
Pressione del vento
Coefficiente di pressione
Istruzioni
Per i coefficienti di pressione locali relativi a un’area di incidenza compresa fra 1 e 10 m2, il
valore è pari a:
(a) (b)
a) Parametri caratteristici di edifici a pianta rettangolare,
b) Edifici a pianta rettangolare: cpe per facce sopravento, sottovento e laterali
Figura C3.3.2
(a) (b)
Tabella C3.3.I: Edifici
a)aParametri
pianta rettangolare: cpe per facce
caratteristici di sopravento, sottovento
edifici a pianta e laterali
rettangolare,
Faccia sopravento C laterale
Faccia = 2,0 C sottovento
Faccia !"#$%
b) Edifici a pianta rettangolare: cpeUper facce sopravento, sottovento
U
e laterali
!"#$%$&'$$$(pe= 0,7 + 0,1·h/d !"#$%$)*+'$$$(pe= -0,5 - -0,8·h/d !"#$%$&'$$$(pe= -0,3 - 0,2·h/d
h/d > 1: cpe= 0,8
Figura C3.3.2
h/d > 0,5: cpe= -0,9 &$,$!"#$%$+'$$$(pe= -0,5 -0,05·(h/d-1)
I coefficienticpe
: Edifici a pianta rettangolare: locali cpe,10 esopravento,
per facce di dettagliosottovento
cpe,1 da assumere
e lateralisulle pareti di un edificio a pianta rettangolare sono rip
C3.3.3 e in Tabella C3.3.II, il valore della dimensione e è pari al minimo tra b e 2h.
Pressione
C3.3.8.1.3 del
Coperture a faldavento
singola
L’altezza di riferimento !#" per le coperture inclinate a semplice falda è pari alla quota massima della copertura stessa. Per le
inclinazioni -!"#$%$#&!"$'(('))*$+,)*$)-+*)-.*/0'$,1$(,2'$3-$('4*)tura piana (§ C3.3.8.1.2). I coefficienti globali da assumere sulle
Coefficiente
coperture di di
a singola falda pressione
un edificio a pianta rettangolare, nel caso di vento ortogonale alla direzione del colmo sono riportati
in Figura C3.3.8 e in Tabella C3.3.V. 5*11,$ 6'/,$ !"#%#$ 45° la pressione può variare rapidamente da valori negativi a valori
positivi, per cui vengono forniti valori dei coefficienti di pressione con entrambi i segni; in generale, si considerano ambedue le
Istruzioni
condizioni di carico, valutando quale può condurre a situazioni più gravose per la struttura o l’elemento strutturale considerato.
Coperture a falda singola: vento perpendicolare alla direzione del colmo
Figura C3.3.8 - Coperture a semplice falda: valori del coefficiente cpe: vento perpendicolare alla direzione del colmo.
Pressione del vento
Coefficiente di pressione
11-2-2019 Supplemento ordinario n. 5 alla GAZZETTA UFFICIALE Serie generale - n. 35
Istruzioni
Coperture a falda singola: vento parallelo alla direzione del colmo
Figura C3.3.9 - Coefficienti di pressione per coperture a semplice falda: vento parallelo alla direzione del colmo
Coefficiente di pressione
Istruzioni
Coperture a falda doppia: vento parallelo alla direzione del colmo
Nel caso di vento parallelo alla direzione del colmo, i coefficienti di pressione sono riportati nella Tabella C3.3.X e Figura C3.3.13.
Figura C3.3.13 - Coefficienti di pressione per coperture a doppia falda: vento in direzione parallela al colmo
Coefficiente dinamico
Il coefficiente dinamico tiene in conto degli effetti riduttivi associati alla non
contemporaneità delle massime pressioni locali e degli effetti amplificativi dovuti alla
risposta dinamica della struttura.
— 70 —
Azioni della neve
qs = qsk CE Ct µi
Il carico della neve al suolo dipende dalle condizioni locali di clima e di esposizione,
considerata la variabilità delle precipitazioni nevose da zona a zona.
In mancanza di adeguate indagini statistiche e specifici studi locali, che tengano conto sia dell’altezza
del manto nevoso che della sua densità, il carico di riferimento neve al suolo, per località poste a quota
inferiore a 1500 m sul livello del mare, non dovrà essere assunto minore di quello calcolato in base alle
espressioni di normativa, cui corrispondono valori associati ad un periodo di ritorno pari a 50 anni.
Per altitudini superiori a 1500 m sul livello del mare si dovrà fare riferimento alle condizioni locali di
clima e di esposizione utilizzando comunque valori di carico neve non inferiori a quelli previsti per 1500
m.
Zone di carico neve
Zona I – Alpina
Aosta, Belluno, Bergamo, Biella, Bolzano, Brescia, Como,
Cuneo, Lecco, Pordenone, Sondrio, Torino, Trento, Udine,
Verbania, Vercelli, Vicenza
Zona I – Mediterranea
Alessandria, Ancona, Asti, Bologna, Cremona, Forlì-Cesena,
Lodi, Milano, Modena, Novara, Parma, Pavia, Pesaro e
Urbino, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Treviso,
Varese
Zona II
Arezzo, Ascoli Piceno, Bari, Campobasso, Chieti, Ferrara,
Firenze, Foggia, Genova, Gorizia, Imperia, Isernia, La
Spezia, Lucca, Macerata, Mantova, Massa Carrara, Padova,
Perugia, Pescara, Pistoia, Prato, Rovigo, Savona, Teramo,
Trieste, Venezia, Verona
Zona III
Agrigento, Avellino, Benevento, Brindisi, Cagliari,
Caltanissetta, Carbonia-Iglesias, Caserta, Catania,
Catanzaro, Cosenza, Crotone, Enna, Frosinone, Grosseto,
L’Aquila, Latina, Lecce, Livorno, Matera, Medio Campidano,
Messina, Napoli, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano,
Palermo, Pisa, Potenza, Ragusa, Reggio Calabria, Rieti,
Roma, Salerno, Sassari, Siena, Siracusa, Taranto, Terni,
Trapani, Vibo Valentia, Viterbo
Coefficiente di esposizione
Coefficiente termico
Il coefficiente termico tiene conto della riduzione del carico della neve a causa dello
scioglimento della stessa, causato dalla perdita di calore della costruzione.
Tale coefficiente dipende dalle proprietà di isolamento termico del materiale utilizzato in
copertura. In assenza di uno specifico e documentato studio, deve essere posto Ct = 1.
Azioni della neve
alternativa, le due condizioni Caso (i) ed Caso (ii) riportate nella Figura C3.4.3.
Si devono considerare, in alternativa, le due condizioni Caso (i) ed Caso (ii)
Caso (i) µ1(! 1)! µ1(! 2)! µ1(! 1)! µ1(! 2)!
e le falde convergenti in un compluvio abbiano una inclinazione superiore a 60°, si dovrà prestare
a scelta dei coefficienti di forma da utilizzare. In particolare si dovrà tenere presente che l’intensità degli
a formare nelle zone di compluvio è funzione dell’azione di redistribuzione della neve operata dal vento
uvio.
Azioni eccezionali
Le azioni eccezionali sono quelle che si presentano in occasione di eventi quali incendi,
esplosioni ed urti.
Per le costruzioni in cui sia necessario limitare il rischio d’incendio per la salvaguardia
dell’individuo e della collettività, nonché delle proprietà limitrofe e dei beni direttamente
esposti al fuoco, devono essere eseguite verifiche specifiche del livello di prestazione
strutturale antincendio.
Le strutture devono essere altresì verificate nei confronti delle esplosioni e degli urti per
verosimili scenari di rischio o su richiesta del committente.
Le azioni eccezionali considerate nel progetto saranno combinate con le altre azioni
mediante la regola di combinazione eccezionale.
Incendio
La capacità portante in caso di incendio è l’attitudine di una struttura, di una parte della
struttura o di un elemento strutturale a conservare una sufficiente resistenza meccanica
sotto l’azione del fuoco con riferimento alle altre azioni agenti.
Per carico di incendio si intende il potenziale termico netto della totalità dei materiali
combustibili contenuti in uno spazio, corretto in base ai parametri indicativi della
partecipazione alla combustione dei singoli materiali [MJ].
Per carico d’incendio specifico si intende il carico di incendio riferito all’unità di superficie
lorda [MJ/m2].
Le classi di resistenza al fuoco sono: 15, 20, 30, 45, 60, 90, 120, 180, 240 e 360; esse
esprimono il tempo, in minuti primi, durante il quale la resistenza al fuoco deve essere
garantita.
1000 1000
800 800
q g (°C) 600
q g (°C) 600
400 400
200 200
0 0
0 10 20 30 40 50 60 0 5 10 15 20 25 30
t (min) t (min)
Incendio di materiali combustibili prevalentemente di natura Incendio di quantità rilevanti di idrocarburi
cellulosica (curva d’incendio nominale di riferimento) (curva nominale degli idrocarburi)
1200
1000
0
0 5 10 15 20 25 30
t (min)
Esplosioni
Gli effetti delle esplosioni possono essere tenuti in conto nella progettazione di quelle
costruzioni in cui sono possono presentarsi miscele esplosive di polveri o gas in aria o
sono contenuti materiali esplosivi.