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Ministero dell’Università e della

Ricerca
SEGRETARIATO GENERALE
Direzione generale dell’internazionalizzazione e della comunicazione
Ufficio I
Al Ministero dell’Istruzione e del merito
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la
valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
PEC: dgosv@postacert.istruzione.it

Direttore Generale
dr. Fabrizio Manca
PEO: fabrizio.manca@istruzione.it
Ufficio V
PEO: dgosvi.ufficio5@istruzione.it

E p.c. all’Avvocatura Generale dello Stato Sezione VII


PEC: sezione7@mailcert.avvocaturastato.it

Direttore Generale
Dr. Gianluigi Consoli
PEO: gianluigi.consoli@mur.gov.it
Oggetto: Art. 50 d.lgs. n.300/1999.
Trasmissione parere circa il presunto titolo abilitante all’insegnamento di sostegno di
DELLAVEDOVA Maria Margherita, come da richiesta pervenuta dal Ministero dell’Istruzione e del
merito n. Prot. 1962 del 12.01.2024
Parere MUR corsi di specializzazione per l’insegnamento di sostegno frequentati all’estero.

PARERE SFAVOREVOLE.

Con la presente si trasmette il parere richiesto in merito al riconoscimento del presunto titolo di specializzazione sul
sostegno conseguito in Romania presentato dal soggetto specificato in oggetto, ove sono state evidenziate le peculiarità
del corso attribuibile alla parte ricorrente.

Si segnala l’assenza di prova certa della frequenza in loco e prova certa dell’esistenza di un corso abilitante ad una
professione regolamentata, necessariamente per un anno accademico, per quanto dichiarato dal ricorrente. A contrario,
si evidenzia, in tema di atti probatori, che:

- nessuna frequenza in aula apparirebbe compatibile (in presenza o on line) stante la concomitante attività
lavorativa nello stesso periodo in Italia;

- nessun tirocinio idoneo alla formazione iniziale di insegnante in Romania risulta essere stato compiuto;

- nessun corso di formazione iniziale alla professione di insegnante di sostegno è stato presentato al
riconoscimento, tranne un apparente attestato di fine corso con materie di studio in relazione ad un generale e
indifferenziato aggiornamento circa i bisogni speciali educativi come “pedagog de recuperare”, della cui
frequenza al medesimo, come sopra accennato, difetta, allo stato degli atti in possesso, ogni prova certa;

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Il responsabile del procedimento: Paola Folli e-mail: paola.folli@mur.gov.it
Largo Antonio Ruberti 1– 00153 Roma
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- la figura del “pedagog de recuperare” in Romania è un profilo professionale pratico cui si accede senza
necessità di una laurea iniziale, bensì con il solo titolo di scuola secondaria superiore;

- rappresenta una qualifica spendibile, in forma autonoma o alle dipendenze, in vari contesti sociali e familiari,
pubblici e privati, (nell’ambito più generale dell’assistenza sociopedagogica) e non minimamente diretta a
formare un insegnante di educazione speciale;

- trattasi di corso di durata semestrale che riporta sessanta crediti formativi universitari; tale numero di crediti è
irraggiungibile in sei mesi, pertanto, non parrebbe verosimile trattarsi di crediti universitari quanto piuttosto di
crediti professionali.

Si sottolinea, in tutti questi casi il paradosso raggiunto: il corso asseritamente frequentato dà luogo ad un “certificato”
finale delle competenze ove è riportata la qualifica dell’apprendimento ottenuta ovvero la SESTA dell’EQF The
European Qualifications Framework, realizzando il paradosso che gli ammessi al corso, per il quale risulta sufficiente
un diploma di scuola secondaria, possiedono una qualifica SETTIMA (laurea magistrale) e attraverso il corso
frequentato retrocedono ad una qualifica inferiore anziché acquisire un livello maggiore di conoscenze, competenze e
abilità.

Si segnala inoltre, che, dal 2022, in Romania, i programmi post universitari di aggiornamento e formazione continua
diretti al corpo insegnante delle scuole, possono essere accreditati in forma blended, con presenze fisiche parziali
accompagnate da modalità on line asincrone o completamente on line con modalità sincrone o asincrone secondo
l’ANEXA la “OME Nr. 4224/06.07.2022 Metodologia-cadru privind asigurarea calității programelor pentru dezvoltarea
profesională continuă a cadrelor didactice din învățământul preuniversitar și de acumulare a creditelor profesionale
transferabile”.

- Art. 3. – (1) Dezvoltarea profesională continuă a personalului didactic din învă țământul preuniversitar se
organizează în sistem blended-learning (incluzând componenta față-în-față și componenta online asincron)
sau în sistem online (incluzând componentele sincron și asincron), în acord cu recomandările și prevederile în
materie la nivel european. 2 (2) Pe parcursul desf ășurării programului, forma de organizare a unui program
pentru dezvoltare profesională continuă se modifică numai în situa ții excepționale, prin proceduri specifice,
aprobate la nivel național.

Già nel 2020-21 il Governo rumeno aveva varato ordinanze che hanno consentito l’erogazione on line interamente o
parzialmente dei corsi universitari, compresi quelli di formazione continua, in costanza della pandemia da Covid nel
rispetto della qualità dei corsi finalizzati alla formazione regolamentata.

Nel 2011 con ordinul 5564 (All. 1) (“Privind aprobarea Metodologiei de acreditare si evaluare a furnizoliror de formare
continua si aprogramelor de formare oferite de acestia” riferibile a “personalului didactic si didactic ausiliar, precum si
a personalului de conducere”) era stato stabilito, al capitolul III (acreditarea programelor de formare continua),
sectiunea 1 (Categorii de programe de formare continua), all’art. 17 sez IV n. 11, punto (iii) che:

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Dette modalità on line riguardano comunque, i soli corsi di formazione continua diretti agli insegnanti del corpo
docente, già in servizio stabilmente nelle scuole e non coloro che frequentano corsi di aggiornamento post lauream di
altro genere, come quello apparentemente esibito, cui si pretende, ingiustificatamente, di attribuire valore addirittura
abilitante.
Non si può sottacere, in merito, che un corso realmente abilitante non può mai essere sprovvisto di insegnamenti
pratici effettuati in presenza obbligatoria ed in forma di tirocinio professionale svolto sotto il controllo di un
supervisore qualificato e accompagnati da un esame nazionale, (come effettivamente, lo è in Romania per gli
insegnanti di sostegno), caratteristiche qui del tutto assenti. Pertanto, nessuna qualifica idonea, nemmeno parziale, per
l’esercizio della professione di insegnante di sostegno è stata ottenuta né in Italia né in Romania. Ciò che è ottenuto
non è, peraltro, valutabile nemmeno ai sensi del TFUE, in ordine alla professione di insegnante delle scuole, perché il
corso di aggiornamento in uscita, non riguardante l’insegnamento scolastico cui adibire soggetti pienamente qualificati,
è relegato dalla Romania stessa in uno stadio di primo ciclo, qualifica sesta della “European qualification frame”,
all’interno della generale formazione impartita nell’ Università, come ente “fornitore” di formazione
continua/permanente, destinata al “mercato” del lavoro, pubblico e privato, in via indifferenziata.

Si allega inoltre un’ordinanza (All. 2) del Governo rumeno, ove nell’aggiornare le precedenti, si ribadisce che i corsi di
formazione continua sono di “NIVEL DE CALIFICARE 6 CNC/EQF” (dove CNC sta per CADRUL NAŢIONAL AL
CALIFICĂRILOR (CNC) ed EQF per EUROPEAN QUALIFICATION FRAME (EQF) per il cui accesso è
sufficiente un titolo di primo ciclo dell’educazione superiore (sempre qualifica sesta) e che, a sua volta, il “certificat”
conseguibile non dà accesso a nessun altro segmento formativo.
Ove vi fosse il “titolo” (tutt’oggi assente), attraverso l’esibizione del “certificat” munito di “supliment descriptiv”, si
evidenzierebbe l’assoluto dislivello di qualifiche tra quella acquisibile liberamente in Romania con un corso di
aggiornamento e i diplomi nazionali rilasciati in Italia dopo il corso di ottava qualifica (terzo ciclo degli studi superiori),
appalesandosi in modo inequivocabile la profonda e insanabile differenza sostanziale tra il presunto corso di
aggiornamento post lauream e la necessaria qualificazione per esercitare nella UE la professione di insegnante di
sostegno in Italia.

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Tali profili sono attinenti alle marcate, evidentissime discrepanze tra i corsi di aggiornamento liberamente offerti in
Romania e i diplomi nazionali rilasciati in Italia dopo il corso di specializzazione di ottava qualifica (terzo ciclo degli
studi superiori), appalesandosi in modo inequivocabile, la profonda e insanabile differenza sostanziale e formale tra il
corso di aggiornamento/formazione continua post lauream asseritamente frequentato in Romania e la necessaria
qualificazione per esercitare in Italia (nonché nella Romania stessa), la professione di insegnante di sostegno.

In sintesi, stando agli atti in possesso, nulla risulta prodotto quanto a titolo abilitante o a qualifica professionale
valutabile ai sensi del TFUE. Nella migliore delle ipotesi, si tratterebbe di corso a vocazione limitata, nell’alveo della
formazione continua, la cd “lifelong learning”.

Ove poi il ricorrente dovesse insinuare (come avvenuto nel caso in questione) l’obbligo di frequenza on line causa il
COVID, (per l’anno 2021), sarebbe smentito dalla normativa rumena emergenziale che, per i corsi abilitanti o ad
obbligatoria presenza in loco, ha previsto la forma ibrida delle lezioni e il recupero in apposite successive sessioni delle
parti pratiche dei medesimi.

Peraltro, il Governo rumeno ha disposto che:


“Reluarea activităţilor didactice care presupun prezenţa fizică a studenţilor în instituţiile de învăţământ, suspendate în
condiţiile alin. (1) şi alin. (2) lit. b) şi c), în condiţii de siguranţă sanitară, se dispune prin hotărâre a senatului
universitar, după obţinerea avizului direcţiei judeţene de sănătate publică/Direcţiei de Sănătate Publică Bucureşti,
emis în termen de cel mult 7 zile de la solicitare, aviz care certifică îndeplinirea condiţiilor de siguranţă
epidemiologică pentru reluarea activităţii.”
Pertanto occorreva un provvedimento del Senato accademico universitario per disporre il passaggio on line dei corsi e la
successiva ripresa in presenza fisica dei medesimi, soddisfacendo le condizioni sanitarie previste.

L’ORDONANŢĂ DE URGENŢĂ Nr. 58/2020 din 23 aprilie 2020 privind luarea unor măsuri pentru buna funcţionare a
sistemului de învăţământ,
all’art. 2 e all’art. 4 ha stabilito che:

“ART.2 (1) În perioada stării de urgenţă şi până la începutul anului universitar 2020 - 2021, (“e fini all’inizio
dell’anno accademico 2020-21”) activităţile cuprinse în norma didactică prevăzute de art. 287 din Legea nr. 1/2011, cu
modificările şi completările ulterioare, pot fi realizate şi în modul on-line” (“può essere svolto on line”):
“ART. 4
Măsurile luate de instituţiile de învăţământ universitar în vederea punerii în aplicare a prevederilor prezentei ordonanţe
de urgenţă se aplică pe perioada anului universitar 2019 - 2020.
“Le misure adottate dalle scuole universitarie per l'attuazione delle disposizioni della presente ordinanza
d'urgenza si applicano durante l'anno accademico 2019 – 2020”. (trad. automatizzata)

Escludendo l’anno 20-21 dalle misure adottate per l’aa 19-20, valevoli fino al 1settembre 2020, termine cui si riferisce
la stessa ordinanza.

In ogni caso, all’art. 3, ha stabilito che:

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“ART. 3 Activităţile didactice care impun interacţiunea "faţă în faţă" se recuperează în sistem modular, intensiv,
după încetarea stării de urgenţă şi înainte de sesiunile de examene aferente semestrului al II-lea.”
3 Le attività didattiche che richiedono l'interazione "in presenza" sono recuperate in un sistema modulare,
intensivo, dopo la fine dello stato di emergenza e prima delle sessioni d'esame relative al secondo semestre". (trad.
automatizzata)

In proposito, per l’anno accademico 2020.21, l’ORDONANŢĂ DE URGENŢĂ - OUG n.141/2020 emessa dal
Ministero dell’educazione rumeno prevedeva che:

“ART. 7 (1) În funcţie de situaţia epidemiologică şi de specificul fiecărei instituţii de învăţământ superior, în anul
universitar 2020 - 2021, în baza autonomiei universitare, cu asumarea răspunderii publice şi cu respectarea calităţii
actului didactic, modalitatea de desfăşurare a activităţii didactice ce presupune prezenţa fizică a studenţilor se
stabileşte prin hotărâre a senatului universitar, cu respectarea măsurilor stabilite prin ordinul prevăzut la art. 2 şi a
reglementărilor generale şi sectoriale din Uniunea Europeană privind minimul orelor de practică.”
7 (1) A seconda della situazione epidemiologica e della specificità di ciascun istituto di istruzione superiore, nell'anno
accademico 2020 - 2021, sulla base dell'autonomia universitaria, assumendo responsabilità pubblica e rispettando la
qualità dell'atto didattico, le modalità di svolgimento dell'attività didattica che prevedono la presenza fisica degli
studenti sono stabilite con delibera del senato universitario, nel rispetto delle misure stabilite dall'ordinanza prevista
dall'art. 2 e dai regolamenti generali e settoriali nell'Unione europea in materia di ore minime di pratica."

Di conseguenza, poichè i ricorrenti assumono, quanto alla natura del proprio corso, l’indubbio valore abilitante/di
specializzazione del medesimo, si evidenzia che:
- occorreva un atto del Senato accademico (hotărâre a senatului universitar, come previsto dall’ordinanza n.
141) della Titu Maiorescu, nell’anno 2020, che disponesse, sul punto, la totale migrazione on line del corso o
di alcuni corsi abilitanti, compreso quello in esame, “hotărâre” che i ricorrenti non hanno presentato, quasi si
assuma massivamente e automaticamente il passaggio generale, a livello nazionale, alle modalità on line di
tutti i corsi universitari;

- l’OUG n. 58 prevedeva, invece, il recupero per gli insegnamenti in presenza;

- l’OUG n. 1241 salvaguardava appositamente le modalità in presenza di corsi che, se regolamentati negli Stati
UE e coperti dalle correlate Direttive, prevedono un minimo di ore di tirocinio pratico obbligatorio in
presenza per non snaturarne la funzione, danneggiando la successiva circolazione del titolo e del
professionista titolare, ove sprovvisto di idoneo tirocinio.

Non risponde, poi, assolutamente al vero che in Italia, nello stesso periodo, nel 2021, il corso di specializzazione
sostegno si tenesse completamente on line, dato che il periodo di obbligatorio tirocinio si è svolto in presenza, con
l’unica concessione di un periodo temporale minore rispetto all’usuale. Si faccia riferimento al DM MUR n. 139 del 4.2
2021, curato dallo scrivente Ufficio.

E’ stato esibito un documento del novembre 2023 (Certificat) dove l’università attesta che il ricorrente avrebbe
frequentato a tempo pieno, senza esibire gli estratti dei registri delle rilevazioni presenze raccolte, ove, appunto, la
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frequenza fosse “in loco” e obbligatoria e senza esibire, in alternativa, un registro elettronico dei collegamenti in
videoconferenza.

Si sottolinea la criticità di quanto ricostruito per il ricorrente in esame e l’assoluta impossibilità di rinvenire
alcunchè di coerente tra quanto affermato ai sensi degli artt. 46 e 47 del d.P.R. n. 445/2000 e quanto realmente esibito.
Si riporta quanto segnalato nel parere:
- da ottobre 2020 a giugno 2021, il ricorrente frequenta apparentemente il corso in esame presso la “Titu
Maiorescu” con 742 ore di didattica, seminari e lavori pratici; il corso è definito “invatamant de zi” cioè tempo
pieno ed in presenza (“in Sali”, cioè in aula fisica).
- La medesima locuzione risulta che si riferisca, in base alla normativa vigente, ad una formazione in presenza.
Formazione che riunisce formatori o insegnanti e discenti in uno spazio comune (anfiteatro, aula, ecc.).
Corrisponde al metodo di formazione tradizionale, in modalità lezione frontale e per una durata predeterminata, a
tempo pieno. Sigla IF.
La formazione on line è caratterizzata dalla locuzione “invatamant a la distanta” sigla AD.
Secondo la legea n. 1/2011 art. 139, infatti:
Art. 139. -
Formele de organizare a programelor de studii sunt:

a) cu frecvenţă, caracterizată prin activităţi de învăţământ şi/sau de cercetare programate pe durata întregii zile,
specifice fiecărui ciclu de studii universitare, aproximativ uniform distribuite săptămânal/zilnic pe parcursul
semestrului şi presupunând întâlnirea nemijlocită, în spaţiul universitar, a studenţilor cu cadrele didactice şi de
cercetare;

Le forme di organizzazione dei corsi di studio sono:

a) con frequenza, caratterizzata da attività didattiche e/o di ricerca programmate nell'arco della giornata,
specifiche per ciascun ciclo di studi universitari, distribuite approssimativamente equamente
settimanalmente/giornalmente nel corso del semestre e presupponendo l'incontro diretto, nello spazio
universitario, degli studenti con il personale docente e di ricerca;”

Tuttavia, la ricorrente risulta assegnataria di due contratti di lavoro a tempo determinato per tutto il periodo in
cui avrebbe dovuto recarsi in Romania o comunque seguire il corso, seppure on line, in modalità sincrona, come
dichiarato dalla stessa:
o contratto individuale di lavoro presso l’Istituto superiore “Giannelli – Parabita” con sede a
Gallipoli dal 08/10/2020 al 30/06/2021;
o contratto individuale di lavoro presso l’Istituto superiore “Salvatore Trinchese” con sede a
Martano (LE) dal 07/10/2020 al 11/06/2021.

La frequenza del corso e l’incarico a tempo determinato appaiono evidentemente incompatibili.

Tutte le incongruenze evidenti circa il presunto corso abilitante all’insegnamento di sostegno dichiarato e le circostanze
con esso confliggenti sono adeguatamente segnalate nel parere allegato, coerente con i precedenti, già emessi per
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codesta Direzione, considerata la anomala riproduzione di massa di migliaia di identici documenti sforniti di
qualsiasi valore documentale e accademico e, spesso, accompagnati da fatti assolutamente contrastanti circa gli
impegni lavorativi mantenuti dagli interessati in Italia e la contemporanea frequenza dei corsi esteri che risultano
prescrivere, comunque, la presenza in loco, (a prescindere dal valore rivestito dal corso ai fini pretesi), onde svolgere i
periodi di lezioni didattiche e le ore di “practica” previste.

Di particolare rilevanza, anche sotto il profilo della liceità della condotta, la dichiarazione della ricorrente, nella nota di
riscontro al Ministero richiedente integrazioni documentali, ove si afferma di essere in possesso di “attestazione di
qualifica professionale rilasciata dal Ministero dell’educazione rumeno” della quale non sussiste traccia alcuna.

Si coglie l’occasione per sottolineare che, ancora una volta, trattasi di ricevere ed esaminare scritture private non
autenticate, in copia semplice, scaturenti dai contratti intercorsi tra la ricorrente e l’università. Peraltro, ove fossero
ammesse scritture private perché liberamente valutabili, dovrebbero essere provate mediante l’esibizione del solo
documento originale e non mediante copie conformi di originali di supposti documenti amministrativi, come
erroneamente qualificati dalla ricorrente, posto che non lo sono. Ove fossero accettate copie conformi di atti di natura
privatistica, occorrerebbe, però, che la ricorrente osservi l’art. 18 del d.P.R. n. 445/2000. E’ inapplicabile, infatti l’art.
19 e 19 bis del medesimo decreto.
Sotto il profilo formale, perciò, tutti i documenti provenienti dai ricorrenti sono scritture private non autenticate in
copia semplice, provenienti apparentemente dall’estero, sicché sono irricevibili avanti lo Stato italiano, essendo
assunte in violazione dell’art. 33 del d.P.R. n. 445/2000. Nessuno dei documenti esibiti ha valore di documento
amministrativo, al pari di quelli rilasciati dalle Università italiane.
In merito, si cita Cassazione sez. lavoro, sentenza n. 18290/2017, depositata il 25 luglio 2017.
“Ai fini della valida rappresentanza processuale, anche la procura alle liti notarile sottoscritta in uno stato estero deve
essere munita di apostille, da apporre sull’atto stesso o su un foglio di allungamento, secondo il modello allegato alla
Convenzione dell’Aja del 6 ottobre 1966, con la conseguenza che in assenza di tale forma legale di autenticità del
documento, il giudice italiano non può attribuire efficacia validante alle mere certificazioni provenienti da un
pubblico ufficiale di uno Stato estero.”
Pertanto, tale documentazione non può avere ingresso nè nelle pubbliche amministrazioni nè avanti i tribunali
territoriali.
Ne consegue, che la PA non può vedersi costretta a valutare siffatte istanze, corredate da documentazione che il
ricorrente, mediante l’ordinaria diligenza, doveva presentare nelle forme richieste per la valida circolazione degli atti
esteri fuori dal Paese di origine.
Si resta a completa disposizione per ulteriori occorrenze.

Il dirigente
Dr.ssa Paola Folli

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