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Evocazione ad Oya
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"è una potente Orisha di Ifa, la religione Yoruba
dei miei antenati. Forse è la più potente fra tutte
le Dee Africane. è la Dea del vento e del tornado."
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"Oya è il potere della concentrazione, del
cambiamento istantaneo. è la Signora del fiume
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Niger, sposa di Shango, Orisha del tuono e del
fulmine"
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"Sapevi che gli scienziati hanno scoperto che un
microsecondo prima che il fulmine colpisca, una
particella di energia lo precede sulla terra? Il
fulmine colpisce seguendo la particella. La
particella è Oya", mi spiegò Jeanette. "Dirigerà
l'energia per tenere Richard lontano da me. Oya
ama la verità e la giustizia e non tollera l'iniquità.
è una feroce guerriera che non si lascia
sconfiggere da nessun uomo. Tiene una spada in
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ogni mano.
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(Nota di Lunaria: sembra che Oya ami anche i
fagioli)
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pneuma - e quindi ha una valenza ctonia)
"Credo che abbia già cominciato", dissi.
Un sorriso illuminò il volto di Jeanette e in quel
momento fu certa che quella sera tutto sarebbe
andato per il meglio. Sistemammo le offerte
attorno alla statua di Oya, versando il vino nel
guscio di una noce di cocco tagliata a metà.
Accendemmo le candele e ci sedemmo davanti
all'altare, una accanto all'altra. Tenendoci per
mano, allineammo le nostre energie.
"Oya è una guerriera grande e potente, la madre
di tutte le cose", disse la mia amica, dando inizio
all'evocazione.
E, chiudendo gli occhi e concentrandosi, esclamò
ad alta voce "OYA!"
"Oya", feci eco io, sbalordita per l'improvvisa
sensazione di potere che provai mentre
pronunciavo il suo nome.
Jeanette si alzò e mi fece segno di fare altrettanto.
Prendemmo i nostri athame dall'altare e lei
continuò:
"Signora dei grandi venti, dell'aria che respiriamo,
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della spirale di forza e giustizia, grande e potente
guerriera, Oya, io ti invoco"
Mi prese per mano e insieme girammo intorno
all'altare per tre volte in senso orario: io tenevo
l'athame nella mano destra, Jeanette nella sinistra.
Tornammo davanti all'altare e riponemmo i
pugnali sacri. Jeanette prese una zucca e girò per
tre volte attorno al tavolino, scuotendola
ritmicamente. Alla fine, si fermò e riprese ad
agitarla nelle quattro direzioni.
"Questa è un'igba e la si usa per evocare Oya e
invitarla nel nostro cerchio", mi spiegò, quando
tornò accanto a me.
Ci sedemmo nuovamente e Jeanette riprese a
scuotere l'igba. Dopo qualche minuto - o forse
dopo ore - cominciai a notare che i rumori della
città stavano cambiando. Non erano più caotici
ma si erano trasformati in un insieme armonico -
pneumatici, sirene, motori e voci formavano una
pulsazione che ricordava il suono del vento
durante una violenta tempesta.
"Oya è qui con noi", sussurrò Jeanette,
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passandomi la zucca.
"Ti spiace continuare ad agitarla al posto mio?"
Annuii, e non tardai a trovare un ritmo regolare
che sembrava riunire i rumori che provenivano
dall'esterno in una cadenza armonica. Restammo
sedute insieme per un po', gli occhi chiusi, le onde
di suono che si avvicinavano e si ritiravano
attraverso l'aria notturna.
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Altre Dee
Africane
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DEE DELLA FERTILITà E DEE CREATRICI
DEE CTONIE
DEE SOLARI:
- Anyanwu (Nigeria)
- Asis (Kenya)
- Khwezi (Zulu)
- Mukuru (Namibia)
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- Nefertum (Egitto)
- Nomalanga (Zimbabwe)
- Nyambi (Zambia)
- Orun (Yoruba)
- Taitu (Etiopia)
- Tsehai (Etiopia)
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